ISTRUZIONE OPERATIVA
Cod. IO 19 Rev. 00
EMERGENZE CLINICHE
Data 01/01/2014
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INDICE
1.
OBIETTIVO ....................................................................... 2
2.
NOZIONI GENERALI ............................................................ 2
AGENTE INFETTANTE: ...................................................................................................................................... 2
FONTI D’INFEZIONE .......................................................................................................................................... 3
VIE DI PENETRAZIONE ..................................................................................................................................... 3
VEICOLI e VETTORI ............................................................................................................................................ 3
3.
PERSONALE COINVOLTO E RESPONSABILITÀ .............................. 4
4.
STRUMENTI ...................................................................... 4
5. NORME PRECAUZIONALI SULLA TRASMISSIONE DELLE INFEZIONI –
MODALITA’ OPERATIVE .............................................................. 4
6
5.1
TRASMISSIONE ATTRAVERSO CONTATTO FRA DUE CORPI (DIRETTA) .... 5
5.2
TRASMISSIONE ATTRAVERSO DROPLET ........................................ 5
5.3
TRASMISSIONE PER VIA AEREA ................................................. 6
5.4
TRASMISSIONE PER VIA EMATICA ............................................. 6
VERIFICHE.......................................................................... 7
Motivo revisione
Verifica RISQ
Approvazione Dirigente
La responsabilità dell’eliminazione delle copie obsolete è a carico dei destinatari di questa documentazione.
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OBIETTIVO
Conoscere le nozioni generali di prevenzione della diffusione delle malattie infettive,
le principali vie di trasmissione e le modalità operative per evitare la loro diffusione.
1. NOZIONI GENERALI
Conoscere la storia naturale e il decorso della malattia è cosa molto importante per poter
individuare gli interventi di prevenzione più idonei a limitare la diffusione della malattia
stessa.
Le variabili, che intervengono nell'insorgenza della malattia in seguito al contatto tra
microrganismo ed organismo superiore sono distinguibili in: caratteristiche del microrganismo
(patogenicità, virulenza, invasività, carica infettante) e caratteristiche dell' organismo
superiore (età, condizioni generali dell’individuo, ecc).
AGENTE INFETTANTE:
Sommariamente si distinguono tre tipi di agente infettante:
 Virus: per sopravvivere e replicarsi (riprodursi) hanno assoluto bisogno di dipendere da
altri esseri viventi o meglio dalle cellule di questi ultimi. I virus risentono delle
condizioni di TEMPERATURA, UMIDITA' e dell'effetto della LUCE SOLARE (le
temperature elevate provocano la morte dei virus ed i raggi solari sono in grado di
inattivarli).
NON SONO SENSIBILI AGLI ANTIBIOTICI.
I virus che interessano l'uomo sono numerosi (ricordiamo ad esempio il virus del
raffreddore, dell'influenza, dell'epatite A, dell'epatite B, dell'epatite C, dell’Herpes,
della poliomielite, ecc.).
 Batteri: Sono organismi unicellulari dalle varie forme, da cui prendono il nome, aventi
dimensioni maggiori dei virus, infatti, sono visibili al microscopio ottico. I fattori più
importanti di vita e crescita dei batteri sono:

ossigeno: alcuni batteri per vivere richiedono la presenza di ossigeno (in assenza
di ossigeno muoiono) e per questo sono detti AEROBI, altri batteri per vivere
richiedono l'assenza di ossigeno e sono detti ANAEROBI (per essi l'ossigeno è
tossico);

nutrimento: i batteri possono nutrirsi di sostanze organiche ed inorganiche, per
cui materiali biologici, sporco ed alimenti sono il loro nutrimento ideale;

umidità: i batteri hanno assoluto bisogno di acqua per vivere e moltiplicarsi;

temperatura: la temperatura ottimale per la crescita dei batteri di interesse
umano è circa 37°C.
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 Spore: i batteri, che sono in grado di dare origine alle spore, sono detti sporigeni e la
spora può sopravvivere nel terreno per anni, infatti, è molto resistente alla luce solare,
ai
disinfettanti
(normalmente
i
batteri
sono
sensibili
ai
disinfettanti)
ed
all'essiccamento.
FONTI D’INFEZIONE
Le fonti di infezione più importanti sono l'uomo e gli animali. La fonte di infezione elimina i
microrganismi patogeni attraverso vie diverse (VIE D’ELIMINAZIONE) a seconda della sede
in cui è localizzata l'infezione.
VIE DI ELIMINAZIONE
E’ importante conoscere la via di eliminazione in quanto ci permette di sapere quali misure
attuare per proteggersi ed impedire la dispersione degli agenti patogeni nell’ambiente ed il
conseguente propagarsi dell’infezione.
Le vie di eliminazione:
a) VIA RESPIRATORIA
b) VIA INTESTINALE
c) VIA URINARIA/GENITALE
d) VIA CUTANEA
e) VIA EMATICA
L'oggetto di infezione che consideriamo è l'uomo in cui i microrganismi patogeni, a seconda dei
tipi, penetrano attraverso diverse vie.
VIE DI PENETRAZIONE
Sono le vie mediante le quali gli agenti infettanti possono penetrare nel nostro organismo
dall’ambiente esterno, queste sono:
a) VIA RESPIRATORIA
b) VIA DIGERENTE
c) VIA URINARIA/GENITALE
d) VIA EMATICA (trasfusioni)
e) VIA CONGIUNTIVALE.
VEICOLI e VETTORI
Se il microrganismo sopravvive nell'ambiente, al di fuori dell'organismo umano, può essere
trasferito dalla fonte all'oggetto di infezione mediante mezzi inanimati (veicoli) o animali
(vettori).
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SCHEMA: CATENA EPIDEMIOLOGICA
2. PERSONALE COINVOLTO E RESPONSABILITÀ
Medico, Infermiere, Operatore di Assistenza, Coordinatore di Nucleo, Fisioterapista:
Hanno la responsabilità, a vario titolo, di porre in atto la profilassi mediante l’adozione di
idonei comportamenti al fine di prevenire l'insorgenza e la diffusione delle malattie.
La prevenzione delle malattie infettive può essere effettuata con metodi diretti o indiretti.
Il medico di medicina generale ha la responsabilità di identificare la malattia infettiva e di
dare le indicazioni specifiche del caso.
3. STRUMENTI
Si rimanda alle singole modalità di trasmissione.
4. NORME
PRECAUZIONALI
SULLA
TRASMISSIONE
INFEZIONI – MODALITA’ OPERATIVE
DELLE
Le precauzioni standard rappresentano il primo insieme di norme, peraltro semplici, per il
controllo
delle
infezioni,
e
sono
previste
per
l’assistenza
di
tutte
le
persone
indipendentemente dalla diagnosi o dalla sospetta infezione. Il loro obiettivo è ridurre il
rischio di trasmissione dei germi patogeni attraverso semplici comportamenti:
1. Igiene delle mani ed utilizzo di dispositivi di protezione individuale (DPI);
2. Smaltimento dei rifiuti, trattamento idoneo di presidi e materiale non monouso;
3. Collocazione idonea della persona assistita, gestione della biancheria e degli effetti
personali, sanificazione ambientale, informazione all’ospite ed ai familiari.
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5.1
TRASMISSIONE ATTRAVERSO CONTATTO FRA DUE CORPI (DIRETTA)
Esempio di due patologie a trasmissione per contatto: l’Epatite A e la Salmonellosi
Guanti: Indossare i guanti (puliti non sterili) quando si entra nella stanza. Cambiare i guanti
dopo il contatto con materiale infetto che può contenere elevate concentrazioni di
microrganismi (es. materiale fecale o drenaggi). Togliere i guanti prima di lasciare la stanza.
Lavaggio delle mani: Lavare le mani con un antisettico subito dopo aver rimosso i guanti.
Dopo aver tolto i guanti e lavato le mani fare attenzione a non toccare superfici o oggetti
potenzialmente contaminati per evitare la trasmissione di microrganismi ad altri pazienti e
all'ambiente.
Camice: Indossare un camice (pulito non sterile, adeguato al tipo di procedura) per entrare
nella stanza se si ritiene di avere contatti con il paziente o con oggetti contaminati o se il
paziente è incontinente, ha diarrea o è portatore di ileostomia, colonstomia o drenaggi di
ferite non protetti da medicazioni. Togliere il camice prima di lasciare la stanza e fare
attenzione a non contaminare gli abiti per evitare la trasmissione di microrganismi ad altri
pazienti e all'ambiente.
Trasferimenti: Limitare i trasferimenti del paziente ai casi strettamente necessari.
Strumenti impiegati per l’assistenza: Riservare presidi ed attrezzature al singolo paziente,
(termometri, pappagalli, padelle, ecc.). Se ciò non fosse possibile, trattarli adeguatamente
prima di usarli su altri pazienti.
5.2
TRASMISSIONE ATTRAVERSO DROPLET
Le malattie trasmesse attraverso droplet differiscono da quelle a trasmissione aerea per la
dimensione delle goccioline (>5 micron) espulse, a breve distanza (circa un metro), dal
soggetto attraverso starnuti, tosse (pertosse, polmonite streptococcica, scarlattina, parotite
epidemica, morbillo, varicella, ecc) e durante l’esecuzione di alcune procedure quali:
broncoscopia, gastroscopia, sondaggio gastrico, aspirazioni delle secrezioni tracheobronchiali. La trasmissione avviene quando le goccioline di grandi dimensioni contenenti
microrganismi vengono espulse e depositate su congiuntive, mucose nasali o la bocca
dell’ospite.
Camera: Sistemare la persona in stanza singola, possibilmente dotata di servizi igienici.
Quando ciò non è possibile, porre il soggetto insieme ad un altro soggetto con la stessa
infezione.
Quando anche questo non è possibile o sconsigliabile, mantenere una distanza di almeno un
metro tra la persona infetta e le altre persone e/o familiari.
Mascherina: Usare una mascherina chirurgica quando si opera a meno di 1 metro di distanza
dal paziente.
Trasferimenti: Limitare i trasferimenti della persona ai casi strettamente necessari.
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In caso di trasferimento far indossare al paziente una mascherina chirurgica.
Educazione sanitaria: Regolamentare l'accesso dei visitatori ed informarli sulle norme
igieniche da osservare durante la visita all’ospite.
5.3
TRASMISSIONE PER VIA AEREA
Esempio di due patologie a trasmissione per via aerea: la Tubercolosi e la Meningite
La trasmissione per via aerea si verifica per disseminazione di nuclei di goccioline (droplet
nuclei <5 micron) o per particelle di polveri contenenti l’agente infettivo.
Camera: In caso di malattia attiva sistemare l’assistito in stanza singola, possibilmente dotata
di servizi igienici. Quando ciò non è possibile, sistemare l’assistito insieme ad un altra persona
con la stessa infezione. Il soggetto deve rimanere nella stanza.
Protezione respiratoria: Usare dispositivi di protezione respiratoria (almeno FFP2) quando si
entra in una stanza di un paziente con accertata o sospetta TBC polmonare attiva.
Procedure che inducono tosse o generano aerosol: Le procedure che inducono tosse e
generano aerosol non dovrebbero essere eseguite, a meno che non sia strettamente
necessario.
In tal caso:
– la persona assistita non deve lasciare la stanza prima che la tosse non cessi;
– l'operatore che assiste all'esecuzione della procedura deve indossare dispositivi di
protezione respiratoria (FFP3).
Prima dell'ingresso di un'altra persona nella stanza, arieggiare il locale per un tempo
sufficiente alla decontaminazione dell'aria.
Trasferimenti: Limitare i trasferimenti del paziente ai casi strettamente necessari.
In caso di trasferimento far indossare al paziente una protezione respiratoria.
Educazione sanitaria
Motivare il paziente al rispetto delle norme igieniche da osservare per prevenire la diffusione
di microrganismi ad altri degenti e all'ambiente (ad es. coprirsi naso e bocca con fazzoletti
monouso durante gli accessi di tosse e smaltirli immediatamente dopo l'uso, negli appositi
contenitori per rifiuti speciali, eliminare le secrezioni respiratorie tramite contenitore
monouso, ecc.).
Regolamentare l'accesso dei visitatori ed informarli sulle norme igieniche da osservare
durante la visita.
5.4
TRASMISSIONE PER VIA EMATICA
Le più importanti malattie sono: Epatite B (virus HBV), Epatite C (virus HCV), AIDS (virus
HIV).
La presenza di un microrganismo patogeno in un tessuto o in un liquido biologico non significa
necessariamente che il contatto con il medesimo sia sufficiente a causare la patologia.
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L’insorgere della malattia dipende dalla:
 Concentrazione dell'agente patogeno (carica/virulenza);
 Modalità di esposizione al materiale biologico contaminato;
 Presenza di difese naturali dell'ospite all'ingresso del patogeno.
Nel personale sanitario la trasmissione può avvenire:
 per via parenterale (puntura accidentale con ago o oggetti taglienti infetti);
 contaminazione delle mucose (schizzo di liquido biologico infetto nel cavo orale e/o
negli occhi);
 contaminazione di cute lesa (liquido biologico infetto su soluzioni di continuo della cute
non protetta).
I liquidi organici e tessuti che risultano infettanti sono: sangue, secreto naso-faringeo, latte
materno, sperma, muco vaginale. Si ritengono potenzialmente infettanti, qualora contengano
sangue: lacrime, sudore, urine.
Questo tipo di malattie si possono presentare in forma latente, acuta o asintomatica e
comunque contagiose. Spesso nemmeno il paziente, ricoverato per altri motivi è a conoscenza
del suo stato infettivo.
Precauzioni
Si raccomanda quindi l’uso di idonei dispositivi di protezione individuale (DPI) a barriera, Tali
raccomandazioni sono rivolte a tutti gli operatori sanitari, la cui attività comporti contatto
con pazienti/utenti e con liquidi organici, all'interno di strutture sanitarie ospedaliere,
territoriali e domiciliari.
E’ il caso di ricordare che un ospite con patologia trasmissibile per via ematica non va isolato
in camera singola in quanto non strettamente necessario. E' consigliato l'isolamento protettivo
in caso di AIDS in fase conclamata, in quanto l’isolamento è in funzione della protezione della
persona, essendo in una situazione di immunodepressione.
Queste precauzioni che possiamo definire standard dovranno essere applicate tutte le volte
che si può verificare un contatto diretto o indiretto con i liquidi biologici sopraindicati e nei
confronti di tutto il materiale biologico contenente tracce visibili di sangue, quale: feci, urine,
espettorato, sudore, lacrime, vomito. Essendo questi comunque tutti materiali biologici in
grado di rappresentare una fonte di infezione anche per altri patogeni (infezioni comunitarie)
è necessario applicare le misure di protezione nel contatto con tutti i liquidi biologici per
prevenire la diffusione di altre malattie infettive non trasmesse attraverso il sangue.
6
VERIFICHE
Il grado di aggiornamento del presente protocollo è verificato con cadenza annuale.