Il mio canto è il ventiquattro - Associazione Succede solo a Bologna

Il mio canto è il ventiquattro
di Paola Tassinari
La vita mi ha portato
verso la discesa
gradino, dopo gradino
il mio canto era il ventiquattro
avevo un’anima gioiosa
come una stella del ciel
ma la vita si è divorata
tutta la mia fede
sono scesa di un gradino
il mio canto era il ventiquattro
quello dei golosi
espiavo anoressica
i pasticcini e i bignè
ingoiati per bisogno d’amore
sono scesa di un altro gradino
il mio canto è il ventiquattro
ora sto spoglia e spaventata
arrotolata tra le serpi
con Vanni Fucci e i ladri
mi infiammo e abbrucio
ingoiando lacrime e lacrime
diventando cenere
una fenice infelice
incapace di rinascere
perché senza fede
non ho più speranza
in quell'amor che tanto amo
Io che volevo ballare il tango
di Paola Tassinari
Da quando mi hai lasciato
sto nel fango
cerco di camminare leggera
in punta di piedi
ma l’acqua stagnante
la torbida
oscura
fangosa
fanghiglia
come marmaglia
mi assale alle gambe
e mi turba
quanto tempo
ancora
dovrò vagare
in questo limaccioso
pantano
e alla fine a forza
di stare nel fango
non sarò
pure io
diventata
melma, mota, fango
assediata da gentaglia
io che volevo
ballare il tango
non sono ormai
che fango offuscato
dal torbo pianto
QUESTO MIO POVERO CUORE
di Paola Tassinari alias Teoderica
A volte ho paura di morire
ho letto la mia mano
non avrò la vita lunga.
A volte mi sveglio
ho il cuore fermo
senza battiti
mi spavento
mi sento soffocare
mi manca l’aria
poi il cuore riprende a battere
la paura passa.
Il ritmo del mio cuore è ballerino
un ritmo aritmio
forse non gli piace
il ritmo della vita
oppure è stanco
di avere amato troppo
di avere amato male
di avere dato
a chi non meritava niente
ma proprio niente.
Questo mio povero cuore
aritmico e aritmetico
col suo sgangherato ritmo
non sorregge più
le mie aritmiche e aritmetiche
multiformi emozioni