1 Cosa significa psichedelico? Il termine psichedelico è un neologismo che deriva dalla parola greca anima(psiche) e manifestare(delos). Questo termine venne utilizzato per la prima volta negli anni ’50 per definire le sostanze che “liberano il pensiero dalle sovrastrutture delle convenzioni sociali”. Questo termini indica il cosiddetto allargamento della coscienza provocato dalle sostanze stupefacenti, principalmente l’LSD. Questo termine è spesso associato alla musica,all’arte e ad un particolare tipo ed uso delle luci. La psichedelia nella musica La prima associazione del termine psichedelico fu fatta alla musica: più precisamente venne associato alla musica rock psichedelica, nata tra gli anni sessanta e settanta negli USA e nel Regno Unito. Il rock psichedelico, o acid, era inteso come musica suonata sotto effetto di sostanze stupefacenti. Per poter ricevere le stesse sensazioni ed immedesimarsi nel musicista, l’ascoltatore doveva trovarsi nell stesso stato alterato così che si potesse avere una trasmissione artistica più profonda, irraggiungibile con la cosiddetta musica “lucida”. Spesso, nei concerti, si ricorreva all’uso di particolari coreografie e illuminazione, composta dalle così dette luci psichedeliche. Tutto ciò aveva il compito di alimentare e mantenere quello stato alterato in cui lo spettatore era avvolto. In ogni caso, il rock psichedelico, fu una musica volta alla sperimentazione che cercava l’insolito e lo stupefacente; per questo venne generalmente concepito come una forma d’arte. Scopo del progetto Questo progetto si propone di mostrare un sistema, realizzato interamente “in casa”, che possa ricreare effetti psichedelici attraverso luci da utilizzare in un ambiente scenico e/o di ascolto. Il sistema è in grado di pilotare luci in funzione della frequenza e dell’intensità sonora di una riproduzione audio (musica, parlato ecc.); è inoltre presente una seconda modalità di funzionamento indipendente dal suono che consente di scegliere una serie di effetti predefiniti da una lista. La scelta dell’effetto desiderato è resa possibile da un software ad hoc in funzione su un pc, collegato ad un modulo di I/O USB interfacciato alla circuiteria. Un precursore della psichedelia: Charles Baudelaire Le origine della psichedelia risalgono a metà ottocento circa con la nascita del simbolismo in Francia. All’interno del movimento simbolista nasce lo stile di vita bohemien: i Bohemien conducevano una vita al limite ossia vivevano in estrema povertà e facevano largo uso di alcool e droga così da raggiungere uno stato mentale in grado di decifrare i simboli presenti nel mondo. All’interno dei bohemien si può individuare la figura di Charles Baudelaire, considerato uno dei personaggi che diede inizio a questa estrema scelta di vita. Con Baudelaire nasce la convinzione che il poeta non debba descrivere l a realtà, ma cogliere e trasmettere le impressioni più vaghe ed indefinite. Esso deve inoltre essere in grado di suggerire al lettore emozioni e stati d’animo così da poter penetrare l’intima essenza delle cose. Riporto in seguito una poesia dell’autore: 2 Inno alla Bellezza 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 Vieni dal ciel profondo o l'abisso t'esprime, Bellezza? Dal tuo sguardo infernale e divino piovono senza scelta il beneficio e il crimine, e in questo ti si può apparentare al vino. Hai dentro gli occhi l'alba e l'occaso1, ed esali profumi come a sera un nembo2 repentino; sono un filtro i tuoi baci, e la tua bocca è un calice che disanima il prode e rincuora il bambino. Sorgi dal nero baratro o discendi dagli astri? Segue il Destino, docile come un cane, i tuoi panni; tu semini a casaccio le fortune e i disastri; e governi su tutto, e di nulla t'affanni. Bellezza, tu cammini sui morti che deridi; leggiadro fra i tuoi vezzi spicca l'Orrore, mentre, pendulo fra i più cari ciondoli, l'Omicidio ti ballonzola allegro sull'orgoglioso ventre. Torcia, vola al tuo lume la falena accecata, crepita, arde e loda il fuoco onde soccombe! Quando si china e spasima l'amante sull'amata, pare un morente che carezzi la sua tomba. Venga tu dall'inferno o dal cielo, che importa, Bellezza, mostro immane, mostro candido e fosco, se il tuo piede, il tuo sguardo, il tuo riso la porta m'aprono a un Infinito che amo e non conosco? Arcangelo o Sirena, da Satana o da Dio, che importa, se tu, o fata dagli occhi di velluto, luce, profumo, musica, unico bene mio, rendi più dolce il mondo, meno triste il minuto? 1.L’inizio e la fine (occaso=tramonto) 2. Nuvola Note sulla raccolta La poesia riportata fa parte della raccolta “I Fiori del Male”, pubblicata da Baudelaire nel 1857. Con la pubblicazione di quest’opera si fa coincidere anche la nascita della “poesia moderna” cioè si inizia ad allontanarsi dalla poesia romantica, legata all’idea di una natura buona, alla fiducia nel progresso economico e civile; si cerca, invece, di esprimere il disagio di un poeta che fatica a trovare il proprio scopo nel mondo. La raccolta fu subito oggetto di scandalo e sottoposta a censura. Spiegazione della poesia La poesia presentata è un inno alla bellezza intesa però come concetto amorale di arte. Nella riga due bellezza viene scritto in maiuscolo per dare un valore assoluto e personificare il concetto. L’autore nella prima strofa dichiara che l’uomo non può fare delle scelte ma deve prendere ciò che la vita gli offre senza criteri morali. La strofa termina con un chiaro riferimento alle sostanze inebrianti. Nella seconda strofa troviamo dei richiami sensoriali attraverso le parole “profumi” e “baci”; da notare che la parola “calice” è considerata come un richiamo sacrale, annullato per riportarlo alla sfera umana e alle sostanze che provocano ebbrezza. 3 Nella terza strofa vi è ancora un richiamo all’impossibilità dell’uomo di scegliere tramite la parola “Destino” scritta in maiuscolo: il poeta mostra indifferenza di fronte alle sorti umane perché la fortuna è cieca. La quarta strofa porta alla mente del lettore un’immagine allucinata di violenza fisico-sessuale tramite i continui richiami a oggetti e forme femminili (ciondoli, ventre). La grande enfasi dell’azione viene data dalla scrittura delle parole “Orrore” e “Omicidio”. Quest’immagine macabra può riportare alla mente i racconti del contemporaneo Edgar Allan Poe, scrittore di romanzi del terrore. Nella strofa successiva vi è tra un paragone tra l’uomo e una falena: Baudelaire dice che per entrambi il fascino della luce è tale da non poter essere rifiutato anche se, spesso, succede che questa luce ci bruci proprio come una falena che, attratta dal fuoco ne resta bruciata. Nella quarta strofa, oltre a ritrovare la personificazione della bellezza come nei versi precedenti, ci appare la parola “mostro”: Baudelaire decide di usare questo termine con il significato barocco ossia qualcosa che deve essere mostrato perché suscita fascino, meraviglia oppure orrore. Da notare la parola “Infinito” alla riga ventiquattro: il termine viene scritto in maiuscolo per sottolinearne il risultato e per dare maggiore enfasi e il suo significato è quello di un mistero che il poeta ama ma che purtroppo non conosce. La strofa conclusiva indica il desiderio del poeta di avere questa bellezza a qualsiasi condizione: che sia buona o cattiva o che porti alla distruzione nel presente. Il poeta vuole a tutti i costi questa bellezza anche se sa che può nuocergli. Si può intuire un riferimento alla droga nelle ultime due righe dove viene definita qualcosa che rende più dolce il mondo e meno triste un minuto. 4 Schema a blocchi del sistema USB USB I/O 24 5 Il modulo USB I/0 24R USB I/O 24R è un modulo integrato prodotto da ELEXOL e consente di avere dei flussi di input/output di segnali digitali da un PC tramite la connessione USB. La periferica offre 24 linee di I/O programmabili singolarmente per fungere da ingresso o uscita. Il dispositivo comunica con il PC tramite una connessione seriale consentendo di inviare comandi e ricevere dati. Le 24 linee sono raggruppate in 3 port (A,B,C) da 8 linee ciascuno, ogni pin è in grado di erogare 5 V fino a 30 mA. Per poter utilizzare il modulo è necessario costruire un software che sia in grado di comunicare via seriale; una volta stabilita la connessione si potrà iniziare a configurare le porte. Di seguito inserisco una figura per mostrare la piedinatura e illustrare in che maniera ho utilizzato il modulo: L’intero PORT A è stato utilizzato per controllare le luci nella modalità “Play” cioè ad ogni piedino corrisponde una luce; del PORT B è stato utilizzato solo il piedino numero 2 per pilotare il relay che attiva la modalità “Con Musica”. Entrambe le modalità saranno spiegate successivamente. Riporto ora il codice utilizzato per configurare le porte del modulo: byte setA; //configurazione port A byte setB; //configurazione port B //tutto output in binario 00000000 setA = 0; setB = 253; //solo il 2 output in binario 11111101 serialPort1.Write("!A");//avviso il modulo che invierò la configurazione del port A serialPort1.Write(new byte[] { setA }, 0, 1); //invio il byte di configurazione serialPort1.Write("!B");//avviso il modulo che invierò la configurazione del port B serialPort1.Write(new byte[] { setB }, 0, 1); //invio il byte di configurazione control = 0; //byte di controllo per le luci in questo caso sono tutte spente serialPort1.Write("A");//avviso il modulo che sta per arrivare un output sul port A serialPort1.Write(new byte[] { control }, 0, 1); //invio il byte di controllo 6 Il software per PC Introduzione al programma Il software creato ad hoc per pilotare il modulo di I/O USB I/O 24 è stato realizzato con linguaggio di programmazione Microsoft Visual C#. L’ambiente di sviluppo che offre l’uso di questo linguaggio è Microsoft Visual Studio che, oltre alla scrittura di codice, permette all’utente di creare per via grafica il form dell’applicazione e semplifica molto l’interfacciamento del software con l’hardware: nel caso specifico ha giocato un importante ruolo la facilità di gestione di una connessione seriale. Il programma ha come punto di partenza una finestra che funge da menù dalla quale è possibile scegliere le varie modalità d’uso offerte. Come notabile in figura il programma è stato predisposto per tre modi d’impiego: “Play”, “Manutenzione” e “Con Musica”. Modalità “Play” La modalità “Play” lavora senza l’influenza della musica. L’accensione e lo spegnimento di una luce sono determinate da un numero binario che rispecchia il PORT A del modulo USB. In presenza di un 1 la luce sarà accesa, viceversa con uno 0 sarà spenta. Ogni gioco di luce è realizzato usando principalmente le operazioni di AND e OR logico: l’OR viene utilizzato generalmente per l’accensione di una o più luci mentre l’AND per lo spegnimento. Ogni effetto viene assegnato ad un background worker, che è una sorta di thread, così da non bloccare l’esecuzione del programma. All’utente viene anche data la possibilità di vedere l’anteprima di effetto: scegliendo dalla lista delle anteprime è possibile In quest’area viene mostrata l’anteprima virtuale di un effetto 7 aprire una nuova finestra che mostra virtualmente il comportamento delle luci nella realtà. Area di selezione di un effetto che verrà interpretato sulle luci Area di selezione di un effetto che verrà simulato nella finestra sopra 8 Modalità “Manutenzione” Questa modalità d’uso è stata pensata per individuare eventuali luci bruciate o per verificare se vi sono dei guasti. Come visibile nella figura sopra il pannello manutenzione è molto semplice: sono presenti otto bottoni che accendono singolarmente ogni lampada. Alla pressione di un bottone il suo sfondo diventa verde segnando così l’avvenuta accensione della luce. È stata aggiunta inoltre la modalità automatica che accende, una alla volta, tutte le lampade tenendole accese per qualche secondo. Modalità “Con Musica” Con questa modalità il modulo USB avrà la funzione di far commutare il relay posto sull’alimentazione del circuito elettronico escludendo così il controllo del dispositivo USB. Come verrà spiegato in seguito, con questa modalità le luci si accenderanno a seconda della frequenza e dell’intensità di un segnale audio che verrà inserito nel circuito elettronico dedicato. Per uscire da questa modalità è sufficiente premere il bottone “Chiudi” presente nella finestra che confermerà l’attivazione. Riconoscimento automatico del modulo USB È importante ricordare che, prima che la finestra del menù venga visualizzata, il software esegue una funzione in grado di rilevare autonomamente la porta COM alla quale il modulo USB I/O 24 è collegato. Questo procedimento viene reso possibile da un comando messo a disposizione della periferica: inviando per via seriale il carattere “?” la periferica risponderà alla richiesta “USB I/O 24R1” permettendo così di essere identificata. Questo processo viene ulteriormente semplificato dal linguaggio di programmazione che permette di ottenere un array contenente tutte le porte COM del sistema. Riporto in seguito la porzione di codice in grado di rilevare la periferica: string[] ports = System.IO.Ports.SerialPort.GetPortNames(); public string check_disp() 9 1 2 3 4 5 6 7 8 { string s=""; for (int i = 0; i < ports.Length; i++) { try { serialPort1.PortName = ports[i]; serialPort1.Open(); serialPort1.Write("?"); serialPort1.ReadTimeout = 200; for (int j = 0; j < 12; j++) { s += ((char)serialPort1.ReadByte()).ToString(); } if (s.Equals("USB I/O 24R1")) { serialPort1.Close(); trovata = true; return ports[i]; } } catch (Exception q){ serialPort1 = new System.IO.Ports.SerialPort();} } serialPort1.Close(); s = "KO"; return s; } } Nella riga uno faccio ricorso ad un vettore di sistema che contiene i nomi di tutte le porte COM presenti nel sistema. Fatto ciò farò una scansione su tutte le porte presenti inviando il comando “?”. Dovrò anche settare un timeout di lettura nel caso una porta non ripondesse, cosa che potrebbe bloccare l’esecuzione dell’applicazione. Se il modulo riceverà il comando risponderà inviando un carattere alla volta la scrittà indicata sopra. Per poter formare una stringa dovrò leggere carattere per carattere ciò che il dispositivo invia e concatenare il tutto in una stringa. Una volta formata la stringa procederò a confrontarla: se la stringa ottenuta risulta essere uguale a quella che dovrebbe emettere il dispositivo faccio ritornare dalla funzione il nome della porta dalla quale ho ricevuto la risposta giusta. Nel caso non venisse trovato il dispositivo la funzione restituirà “KO”: questo servirà al momento dell’avvio quando controllerò se cio che la funzione ha restituito è diverso da “KO”. Tutta la procedura di invio del comando e lettura è inserita all’interno di un costrutto trycatch di modo che se si verifica qualche errore è possibile reinizializzare la porta COM e proseguire con l’esecuzione del programma. Il circuito elettronico Introduzione Il circuito elettronico realizzato può essere diviso in 4 macro zone: 1. Alimentazione del circuito; 2. Prelievo e amplificazione del segnale dalla sorgente audio; 3. Filtraggio delle frequenze del segnale audio; 4. Regolazione dell’intensità di accensione delle luci; Tutte le parti sono state collaudate su breadboard per essere poi trasferite e saldate su basetta millefori. 10 L’alimentazione del circuito Il circuito elettronico è stato pensato per essere alimentato tramite la rete elettrica domestica e non dover per forza ricorrere a generatori di corrente continua esterna. Ho perciò ricorso alla costruzione di un alimentatore duale stabilizzato. Stabilizzatori Trasformatore Raddrizzatore Il trasformatore ha il compito di diminuire la tensione da 230V a 15V. Dato che vogliamo realizzare un alimentatore duale necessitiamo di un trasformatore con due avvolgimenti secondari: ci basterà unire un polo di un secondario all’altro per ottenere la massa come mostrato in figura. Sopra la massa avremo la fase positiva mentre sotto quella negativa. Arrivati a questo punto abbiamo bisogno di un raddrizzatore a diodi, detto anche ponte di diodi o di Graetz, che sia in grado di rendere le nostre componenti sinusoidali in componenti continue. Dopo questa fase il segnale dovrebbe essere, in teoria, raddrizzato precisamente ma non è così poiché la componente alternata influisce di nuovo. Bisogna perciò ricorrere ad un circuito stabilizzatore oppure a degli integrati che lo sostituiscono. Nel mio caso sono stati utilizzati il 7815 e il 7915 che presa una tensione in ingresso restituiscono in uscita rispettivamente 15V e -15V. Grazie a questo semplice circuito si riesce ad eliminare il vincolo di un generatore che sarebbe ingombrante da Amplificazione 11 trasportare. Prelievo e amplificazione del segnale audio Alimentazione 12 Questa parte è stata realizzata tramite la realizzazione di un mini preamplificatore microfonico con amplificatore operazionale. Il circuito in questione è anche in grado di generare una tensione in grado di alimentare i microfoni che ne necessitano l’alimentazione della capsula. Nel caso non si voglia alimentare la sorgente basta agire sull’interruttore dell’alimentazione. Il circuito è stato reperito sul WEB ma ha dovuto subire una modifica per quanto riguarda la tensione di alimentazione della capsula, dato quella usata per le prove necessitava di 2.1 V. Si è perciò deciso di aggiungere il circuito evidenziato dal cerchio rosso; grazie al diodo zener con tensione di lavoro a 2.6 V è possibile ottenere una tensione di caduta stabile. Il diodo serve per ridurre di ulteriori 0.5 V la tensione che va alla capsula, oltre che ad assicurare che non ci sia un entrata di corrente nel senso opposto. Il tutto però necessitava di una resistenza di limitazione per non permettere ai diodi di bruciare. In uscita è stato aggiunto un potenziometro in grado di regolare l’ampiezza del segnale. Filtraggio del segnale audio Per ottenere un buon risultato con il filtraggio dell’audio è stato necessario ricorrere alla realizzazione di un sistema di filtraggio attivo recapitato sul WEB. Purtroppo i filtri passivi studiati durante l’anno scolastico risultavano essere troppo imprecisi oltre ad attenuare troppo il segnale di uscita. Il circuito fornisce in uscita tre fasce di segnale: basse, medie e alte frequenze. Le basse frequenze vanno da 0 a 239 Hz, quelle medie da 239 a 5115 Hz mentre quelle alte partono dai 5115 Hz e si fermeranno a 20000 Hz dato che si tratta di un segnale audio. A seguito riporto lo schema anche se non mi è possibile fornire una spiegazione precisa sul funzionamento: 13 14 Regolazione dell’intensità e accensione luci L’ultima parte è incaricata di fare accendere con più o meno intensità luminosa le luci a seconda di quanto il segnale di ingresso è forte. Questo circuito chiamato “Music Sense” viene collegato dopo ogni uscita del sistema di filtraggio così che 15 ogni fascia di frequenza abbia le sue luci di riferimento. Realizzazione pratica del 16 sistema 17 USB I/O 24 Raddrizzatore e stabilizzatore Amplificatore audio Filtraggio segnale Music sense Trasformatore 18 Input USB Alimentazione microfono Input 230 V Audio Input 19