Qer,cnn ossERVAzroNE sur,r,`uso DEr vERBr pRoposrzroNAr,r

r,q'xlusr rrNcursrrcA
E TETTERARTA
xvrrr
(20 I
0) I 87-200
ossERVAzroNE sur,r,'uso DEr vERBr pRoposrzroNAr,r
IN ITALIANO E IN RUSSO
Qer,cnn
L.erorur [p ono 3 ur rlrr oHAAbH orZ ycrAH oBKI4 B IdrAAbtHCKOM I4 PYCCKOM TEKCTAX
RoueN GovoRucno
Qesto saggio si inserisce in un lavoro pit vasto basato su un corpus parallelo bidirezionale (testi tradotti sia dal russo che dall'italiano), che comprende piri di settanta opere letterarie. Nell'analisi del corpus ci interessa in primo luogo quella che si potrebbe chiamare
una "grammatica delle opzioni" contrapposta ad una "grammatica delle regole", la quale
pud manifestarsi soprattutto nelle relazioni transfrastichet ma anche nel nucleo della frase semplice. Infatti la lingua non impone al parlante percorsi obbligati, ma d piuttosto il
parlante che fa delle scelte, e la lingua gli propone un inventario di risorse adeguate. Lbsservazione delle scelte effettuate nell'ambito delle varie opzioni e la loro frequenza pud
portare cosi ad identificare lo stile individuale di gn autore, ma pud anche mettere in luce
tendenze prevalenti nell uso collettivo condiviso dai parlanti di una data lingua, ossia cid
che si potrebbe chiamare I'idiomaticiti di una lingua in senso lato.
Latto traduttivo spesso comporta trasformazioni di senso quando il parlante/scrivente d costretto ad aggiungere, esplicitare alcuni elementi del testo o, viceversa, deve
ometterne altri. Alcune trasformazioni hanno un carattere grammaticale obbligatorio e
generalmente vengono descritte nelle grammatiche contrastive e nei manuali di traduzione. Altre trasfomazioni, legate alla norma dellaparole nelsenso saussuriano, hanno invece
un carattere facoltativo, preferenziale, sono spesso determinate dal contesto, e nell'atto"
traduttivo possono essere trascurate dal traduttore che in questo caso copia lbriginale
anche a dispetto dell'uso collettivo condiviso della propria lingua. Con il termine 'uso
collettivo' intendiamo I'uso 'naturale', legato alla scelta delltlemento piil appropriato dal
repertorio dei mezzi linguistici. La descrizione di tali regole d importante anche per I'insegnamento agli stranieri, in quanto il parlante in una lingua straniera afFronta continuamente il problema della naturalezza dell'espressione disponendo di un repertorio linguisdco limitato e di un apparato di regole necessariamente incompleto.
Lanalisi del corpus di circa 800 contesti ha ilimostrato che il testo russo a livello di
gerarchia sintattica risulta essere meno coeso e pit implicito2, menrre nel testo italiano
t Cfr.
2
M. Prrndi, Le regole e le scehe. Introduzione alla grammatica italiana,lJTEif ,Torino 2006, pp. 6-8.
R. Govorucho, Sintassi e pragmatica nella coesi.one testuale in italianl e in russo, in Sttudi di granqmatica ita-
ROMAN GOVORUCHO
188
ci sono pii verbi o elementi predicadvi che hanno piuttosto una funzione formadva, di
struttura e potrebbero sembrare a volte eccessivi dal punto di vista del senso. Facciamo
qualche esempio di questa diversa tipologia.
Nel testo russo una des cr zione statica, una caracteri zzazione dellbggetto, spesso vengono fatte senza riferimenti allAgente che controlla la situazione, dato che il contesto lo
indica in modo univoco:
(
I
)
A on yar.r4e,r v ew,, O por go yureri. (Arynzn)3
E lui mi vede e subito mi fa un sorriso a tutti denti.
Nel caso della descrizione di processi che si svolgono senza un Agente causatore, il testo
italiano spesso presenta separatamente sia lo stato attuale sia la fase finale del processo che
viene codificata con una circostanziale finale. Nel testo russo la fase finale fa invece parte
della rappresentazione semantica come implicazione(
:
(2^)
Ha nepra,rax rpu^b\e, cluratucb AercKne rrelerrKz. (Merrep)5
Sulla balaustra del terrazzino erano stesi ad asciugare pannolini da bambini.
(2b)
La giacca che si troz.,a ad. asciugare sullo schienale di una sedia. (Lunari)6
I7u6>xarc coxnern Ha cflvHKe
cryta.
Nei testi italiani
spesso viene esplicitata la fase precedente all'azione quando indichi la
condizione per la sua realizzazione. In questi costrutti generalmente vengono usati verbi
di moto in funzione semi-ausiliare:
(3")
(3b)
Ma sua moglie non c'era, era gii andata a preparare il cafit. (Cerami)7
)Kenrr px4orvr He oKa3alocb, onazomoeuta xo$e.
fortuna due o tre volte al giorno dooeuo uscirrnene a consegnarelibriadomicilio.
(Culicchia)8
K cvacrrrc, ABa-Tpr,r pa3a B AeHb MHe aado 6ou.o pasHocarnb Knlrril flo AoMaM.
Per
La codifica della struttura concettuale finale con una proposizione infinita d pii tipica
per il testo italiano, mentre nel testo russo lo stesso contenuto spesso pud essere trasmesso
liana, Accademia della Crusca, Fftenze2}}l, pp.53-67.
3
B. Akunin, Statskij sooemik,Zacharov, Moskva 2000; trad.. it.: Il consigliere di stato, M. Gallenzi ed., Frass!
nelli, Milano 2003.
a
EV. Paduieva, Semantiieskie issledoaanija,Na'tka,Moskva 1996, pp. 18-19.
5 I. Mettes Pouesti
i rasskazy, Sov. Pisatell Leningrad 1989; trad. it.: Per non dimenticare, G. Girante - A.
Raffetto ed., Il melangolo, Genova 1993.
6
L. Lunari, Tre sullhltalena, BUR, Milano 1994; tad. russa: Tioe na kaiefach, N. Zivago ed., "Teatr", XII,
1993, pp.159-185.
7V. Cerami, Un borgbesepiccolo piccolo,Garzanti,
Milano 2002;trad..rrssa: Malen'k4 ieloaek,E Molodkovskaja
N. Stavrovskaj a ed,., in baljanshaja pooest': 70-e gody,Progress, Moskva 1982, pp. 57 -142.
8
G. Culicchia, Tutti gii per tena, Garzenti, Mrlano 1994; ffad. russa: Vse rauno tebe oodit', M. Vizel' ed.,
-
Symposium, Sankt Peterburg 2003.
QgALCHE OSSERVAZTONE SUL'USO DEr VERBr pROpOSTZTONALT
189
per inferenza; dal momento che predomina il modello'circostanziale' al centro del quale
risulta essere un oggetto:
(4)
Monera ssnrd.lacb wyilata,3Berur; Bce 6poczrtrcr r aeil. (ltepvouros)
La monetavold in aria e ricadde a terra risuonando; tutti si slanciaronoper uedere.lll
La moneta volteggid e cadde tintinnando; tutti si precipitarono sz di asa.12]
La moneta volceggid e cadde tintinnando. Tirtti acco rsero per uedere. 13]
La moneta volteggid in aria e ricadde a terra risuonando; utti si precipitaronopar
uedere. 14]
La moneta si alzd e cadde a terra tintinnando; si lanciarono tutti rr dl asa.15)
La moneta volteggid su se stessa e cadde risuonando. Tirtti si precipitarono a
guardare. 16l
La moneta si t librata nell'aria ed
di lei.l7l
d
caduta tintinnando: si sono
tutti
slanciati uerso
In quattro uaduzioni su sette I'argomento nominale del testo russo viene sostituito con il
complemento di fine in forma di proposizione subordinata finale.
La presenza dei verbi supplementari in italiano pud essere legata alle ffasformazioni
soggettivo-oggettive effettuate per garantirb lbmogeneitl sintattica e la coreferenza dei
primi attanti di due frasi adiacenti. In questa funzione si usano prima di tutto i predicati
percettivi e causativiro. Cfr.:
(5")
Un giorno
che
la ragazza ti faceva respirare I'aria buona 1...) incon*i il Barone
rientrato inaspetratamente. (Prarolini)
t1
O4nax4u, KorAa AeByrrrKa rrplrHecla re6.r no4lrurarb cBexr4M BosAyxoM ... O 6apou Heoxr4AaHHo Bo3Bparzlcr 4onrori.
(5b)
Qeste idee gli toriravano ora confusamente nella memoria,masentiua che avevano
perso entusiasmo e dovevano trasformarsi in altre [...]. (Pontiggia)t'z
Tenepr grLt BbIBoAbI cHoBa cMyrHo rrplrxoAlrlLr eMy Ha flaMirrr, , tto O o:au floreprrz cBoro
4eftcraenxocrb u nocrerreHHo
ycryla
u Mecro ApyrrrM...
MJu. Lermontov, Geroj naiego urerueni, Azbuka, Sankr Peterburg 2003; tad. ft; lL) La princi?essa Ligouskaja,G.Donnini ed., Edizioni Casini, Roma 1965,pp. t9-L63; l2) (Jn eroe del nostro tertpo e altre prose,Ll
Nadai ed., Garzanti, Milano 1997 13) fe?0fi tauteeo openeau. (Jn eroe delnostro ternpo,L. Avirovic ed., Einaudi, Torino t998 [4] Un eroe del nostro tempo, S. Garzonio - F. Gori ed., Gruppo Ediroriale LEspresso SpA,
Roma 2004; f5) Un eroe dei nosni ternpi,P.Nori ed., Feltrinelli, Milano 2004; 16) [Jn eroe del nostro ternpo, C.
TerziPizzorno ed., BUR, Milano 1996; [7] Un eroe del nzstrl tem?o, P. Pera ed., Mondadori, Milano 1996.
r0
R. Govorucho, Il primo attarzte in russo e in italiano: aspetti sintattici e pragmatiei, in Il uerbo italiano. Studi diaeronici, sineronici, contrastiui, didattici (Atti del XXXV Congresso lnternazionale di Studi della SLI),
M. G. Marcellesi - A. Rocchetti ed., Bulzoni, Roma 2003.
rr V. Pratolini,
Cronacafamiliare, Mondadori, Mleno 1999; trad. russa: Sernejnaja chronika,L.Yerlinin -2.
e
Potapova ed., ChudoZeswennaja literatura, Moskva 1958.
t2
G. Pondggia, Racconti, Mondadori, Milano 2003, pp.7l-L86; crad. russa:
stiia, Moskva 1986.
Lut teni, G. Smirnov ed.,lzve-
190
ROMAN GOVORUCHO
(5a)
3arrrsner s ed va,reHrrzri rerr,enueop, norrrarzqecrzrZ o6ospenarerrr - a orra rroqKaMrr AaKoMlrrcr.
(Iopennrerin)
t3
sullo schermo del suo piccolo televisore faceva capolino un commenrarore
polftico, poteua uedere Eudochia gusrarsi i suoi rognoni.
Qando
La tendenza ad usare i verbi percettivi nel testo italiano si potrebbe spiegare con il fenomeno che G. Zolotova definisce come grado di autorizacija del testo (la presenza dell'autore nel testo), ciod I'introduzione di un piano semantico-strutturale supplementare
che indica il soggetto percettivor4. Nel testo russo il soggetto della percezione pit spesso
rimane'fuori inquadratura', coincidendo con il parlante/narratore:
(6) Il Corte si accorse cbe a:ur;'a finestra di fianco alla sua stava affacciaro
un uomo.
(Buzzati)'5
OTyr zs oxua coce4neri rralarbr BbrcyHylcr
Myxrrr.rua.
Dal punto di vista sintattico i verbi percettivi rientrano nel gruppo dei verbi di relazione
proposizionale: percettivi, di giudizio, di stato d'animo e di volontl che reggono proposizioni completive. Costituiscono un gruppo a parte i verbi relativi allbspressione linguistica, che stabiliscono un rapporto di modalit) comunicativa e che, a differenza dai predicati
modali non attivi, aprono una posizione di complemento indirettor6.
Tha i verbi del dire esaminiamo solo un caso, I'introduzione della domanda indiretta.
G. HerczegrT nel saggio dedicato ai modi di introduzione della domanda indiretra
nella narrativa italiana novecentesca, analizzal'uso "retorico" (il termine d suo) di alcuni
verbi che introducono il discorso indiretto. Tha gli esempi dell'autore citiamo il seguenre:
(7^)
a pensare a lungo que sta sera, e si domanda che cosa quelle
bambine abbiano gii per lei piir delle altre che finora ha soccorso. (Pirandello)
La signora Lduca rimane
Herczeg nota che 'si domanda' serve in questo caso da copula che aiuta a evirare uno iato
ed A dunque un elemento eccessivo, pit che aluo un elemento della struttura retorica
delltnunciato, dove a porre la domanda e a rispondere d la stessa persona. A parere di
Herczeg la frase sarebbe stata piri naturale senza la forma 'si domanda':
(7b)
La signora Lduca rimane a pensare a lungo questa sera: che cosa quelle bambine
abbiano gii per lei piir delle altre che finora ha soccorso.
t3F.S.Gorenitejn,Skoieloikoj,inRusskiecuetyzla,V.Erofeeved.,Zebra,Moskva2004,pp. 148-173:rad.it.:
Con la borsa della gesa,M. Dinelli ed., in Fiori del male russi. z4ntologia,V. Erofeev ed., Voland, Roma 2001,
pp.57-79.
14 G.A. Zolotova,, Oierkfunkcionalhogo sintaksisa russkogo jazyka,Nauka, Moskva 1973, p,272.
15 D.Buzzati, Sessanta racconti, Mondadori, Milano 1995, pp.33-53; trad. russa: Sern' etagej, G. Kiselev ed.,
"Inostrannaya literatura", VI, 2002, pp. 106- | 16.
f 6 Cfr. T. Alisova, Strutture semantiche e sintattiche della prcposizione semplice in italiano, Sansoni, Firenze
1972, pp. 157 -169.
t7
Herczeg G., Le proposizioni interrogatiue indirette nella prosa del Noaecento, in Saggi linguistici
Olschki, Firenze 1972.
e
stilistici,
QgALCHE OSSERVAZIONE SULL USO DEr VERBr PROPOSTZTONALI
l9l
Allo
rario
e
stesso tempo la regolare frequenza di questa struttura formale nell'italiano lettela sua assenza nei testi russi rendono questo fenomeno assai caratterizzante.
I predicati che reggono la domanda indiretta appartengono a tre gruppi semantici: verbi del dire, verbi reladvi alla conoscenza e verbi percettivi. Gli ultimi due gruppi
reggono la domanda indiretta solo alla forma negativa o alfimperativor8. I verbi di stato
d'animo in generale non possono reggere la domanda indiretta. Qando 1l rnodus esprime
lo stato emotivo del soggetto, la relazione tra il parlante e la situazione che ha provocato
la reazione psichica si considera come causale e non come completiva, quindi non si tratta
di un rapporto di tipo modale. Tirttavia, l'evento e I'emozione sono legati dall'atto mentale
e ciod dalla presa di coscienza della situazione da parte del soggetto. Si veda ad esempio il
verbo ttupirsi' che, pur collocandosi ua i verbi emodvi regge la domanda indiretta solo
nell uso epistemico - quello di 'non capire':
(8")
Iepuann upzH.rir ed sa csorc crapyro KopMtr rru4y nyiuautc.r'4rno Morto [pLtBecrrl
ed a raryro nopy. (llyurrun)
La proposizione subordinata in questo esempio rappresenta un enunciato autonomo
con intonazione indipendente, e in questo senso si distingue dal normale complemento
proposizionale. Tale libero susseguirsi di proposizioni non d caratteristico della lingua
italiana, e percid in cinque traduzioni compare un verbo proposizionale supplementare:
'domandarsi' /'chiedersi':
(8b)
(8.)
Hermann la prese per la sua vecchia balia, e si stupi, dornandandosi che cosa potesse
averla condotta li a quellbra (in quel momento). [1], [7]te
Ghermann la scambid per la sua vecchia nutrice (governante) e si dornandi (si
(mai) potesse condurla (cercare) a quellbra. t2], t5]
cbiese) stupito,che cosa
(8d)
La scambib per la sua vecchia balia e sl stupi, chiedendosi che cosa avesse poturo
'condurla li a quellbra.
[9]
Secondo G. Herczegla formula'si domanda'funge da "servitfi grammaticale [...] per rendere possibile la concatenazione strutturale tra la proposizione principde e I'interrogat8
Cfr. Prandi,
Z e regole e le scebe, p. 153.
Fra parentesi quadra sono riportati i rimandi dle seguenti traduzioni: [1] A. Pu3kin, Za donna di picche,
trad. it. di L. Ginzburg, inId., Opere,Mondadori, Milano 1990, pp. 775-805.[2] La donna di picche, ted. it.
re
diBrunoDelRe,inLafgliadelcapitanodiAlessandroPushkin,Bompiani, 1942,pp.217-259.13)Ladarno
dipiccbe e abriracconti,trad. it. di Tommaso Landol6, Adelphi edizioni, Milano2006,pp.45-86.[4] Romanzi e racconti, trad. it. di Ettore Lo Gatto, Garzanti, Milano 1986, pp. 215-239. [5) La donna di piccbe, trad.
it. di S. Polledro, BUR, Milano 1999. [6] La donna di picche, rad. it. di R. Molteni Grieco, Alberto Peruzzo
Edirore, Milano 1985, pp. l-30.l7l La donna di picehe, rad. it. di C. Janovic Strada, Marsilio, Venezia 1998.
l8] Umili prose, trad. it. e cura di Paolo Nori, Feltrinelli, Milano 2006, pp. 83-l13. 19) Lafglia del capitano e
ahri racconti, trad. it. di Mario Caramitti, Gruppo Editoriale L Espresso Spa, Roma 2004, pp.147-188. Nel
caso due varianti della traduzione coincidano, ne indichiamo solo una; fra parentesi tonda sono riportate le
differenze lessicali.
r92
zione indiretta'20. Nei nostri esempi italiani, con l'introduzione del verbo proposizionale
si crea un forte nesso complementare tra rnodus e proposizione, mentre il verbo 'stupirsi'
acquisisce il significato di carattere assoluto (ti stupi' - ttupito').
In assenza del verbo proposizionale in italiano la frase viene presentata quale parte
del discorso indiretto libero (il monologo interno del protagonista):
(8.)
Hermann la prese per la sua vecchia nutrice
condotta li a una tale ora? [4)
e si
rnerauiglii: che cosa poteva averla
La presenza dei due punti fa si che la frase complessa si divida nertamente in due parti
paratattiche . Qe sto effetto si fa sentire ancora di pit nella variante (8e) dove, nella prima
Parte, sono assenti predicati relativi all'e spre ssione linguistica o emotivi, e la seconda parte
d presentata prosodicamante e ortograficamente come un atto diretto di domanda:
(8f)
Hermann la prese per la sua vecchia nutrice : ma che cosa poteva condurla
quellbra? [3]
li
a
La presenza della variante (8f ), che sul piano strutturale d identica allbriginale russo, conferma il fatto che, come nei casi precedenti, anche qui non si ha a che fare con una regola
rigida di introduzione di un determinato tipo di predicato, bensi con un uso linguistico
collettivo condiviso:
(Ag)
Hermann pensd che fosse la sua nutrice e si ruerauiglii, che cosa I'aveva mai spinta
a
venire Ii... [6]
Un'altra strategia discorsiva di subordinazione d realizzetaintroducendo I'antecedente ed
eliminando la domanda, anche nella sua forma indiretta, trasformandola in un'affermazione (subordinata completiva)
(Sg)
:
Germann la prese per la sua vecchia nutrice e si stupi cbe qtalcosa potesse averla
portata li a quellbra. [8]
il fatto che da un punto di vista pragmarico il verbo 'domandarsi'possa
in primo piano (forma personale nella traduzione 2, 5) e a volte indicare
E caratteristico
a volte essere
un'azione secondaria sulpiano comunicativo (gerundio nelle raduzionil,T,g); turtavia
esso introduce sempre unaproposizione subordinata, ed d innanzirutro un elemento strurturale, formativo, che conferisce al testo una maggiore coerenza formale e gerarchica.
I verbi relativi alltspressione linguistica, quando codificano domanda interiore ('domandarsi', 'chiedersi') trasmettono una modalitl epistemica che nel resro russo viene regolarmente espressa con dei predicati di semandca mentale:
20
G.Herczeg, Le proposizioni, p. 453.
qgALcHE OSSERVAZTONE SUTLUSO DEr VERBr PROPOSTZTONALT
(9^)
193
TLr ,ryvrue nodyuail, florreMy 3ro rbr BApyr c MeprBerloM pa3roBapr.rBaelr? (fle,r,envH)2r
Ma tu domandati percht stai parlando con un cadavere.
(9b)
Menrre si chiedeua se dovevaproprio scendere al rifugio come gli altri. (Augias)"
[...] A cartr B 3To BpeMr lluart, gottxeu z oH, KaK z Bce ocralbHbre, cnycKarbcr B
1...f
y6exuqe.
Ltsplicitazione dell'atto mentale pud
essere considerata la strategia comunicariva principale per il testo italiano, mentre la codifica della domanda con una proposizione subordinata ha un carattere facoltativo (si veda nelltsempio che segue I'introduzione nella
ffaduzione italiana del verbo 'interrogarsi', sinonimico ai modus 'domandarsi' / 'chiedersi'
di cui sopra, mentre Ia struttura sintattica della frase rimane intatta):
(10)
Anorou
croxBarr.rlacb [Aa4orrrorura] rroxnepe4avynpun6c? (fopenurrefin)
Ma poi si riprese e si interrogd: ma chi poteva aver portato il pacco?
Nel testo italiano possiamo notare verbi proposizionali, che invece mancano nelle versioni russe, anche nel costrutto Verbo di stato d'animo + Complemento proposizionale :
(t la) [...] Mu, yenan o6 arov, 6rvtu neuarro yAnBAeHbr reM, qro raxori o{zqep flo^yqr4^
Ha3HaqeHr4e B Harue
saxolycrbe. (laapzrton)23
Qando lo venimmo a sapere, fummo sorpresi non poco di uedere che un ufficiale
di tale levatura fosse stato inviato nello sperduto paese in cui ci rrovavamo.
(
I
1b)
Non si stupi
guardava
# uedere, a cavalcioni del davanzale,
il solito ragazzino che, immobile,
il mare. (Baricco)24
Ero sosce
He yAr.rBr.rlo,
trro Ha floAoKonuvKe crzAel npexnufi
MaAbrrLtK r{
cMorpel
Ha MOPe.
Qesto
si spiega con il fatto che i predicad di reazione affettiva non solo non reggono una
subordinata che esprima una domanda indiretta, ma anche ammerrono con diffcolt) altri
tipi di attanti proposizionali. Nel caso in cui la proposizione principale contenga un modus affettivo, fra questa e la proposizione subordinata nella lingua italiana pud comparire
un altro verbo proposizionale che crea cosi due diversi livelli di dipendenza sintattica:
21
V. Pelevin, GeltQa *rela, Vagrius, Moskva 1998; trad. it.: La lantema blu, G. Perugini ed., Mondadori,
Milano 2002.
22
C. Augi:s, Qrella rnattina di luglia, Mondadori, Milano 2005; crad. russa: Tb ijulikoe utro, S. Buitueva ed.,
Mosk-,ra1997.
2r
A. Gavrilov, Istoria znajora Sirnin'koaa, in Russkie cuety zla,Y.Erofeev ed.,Zebra, Moskva 2004, pp.350364; trad. it: La storia del maggiore Simin'koa,M. Dinelli ed., in Fiori del male russi. Ancologia, V. Erofeev
ed., I/oland, Roma 200 l, pp . 205-216.
2a
A. Baricco, Oceano rnare, fuzzoli, Milano 1997; crd,. russa: More-okeaa, E. Kiselev ed., Amfora, Moskva
1997.
194
RoMANGovoRUcHo
(I2z) Z vne na eror
pa3 )KaAb A,
vo
Qegopa Her co rntroro. (Caazuror)25
E que sta volta mi rattristapensare che Fedor non
(tZb)
d
pit
con me.
l,lne rolbKo nporrzBHo O,'$o /\usanoc,re Oe4n rr,roxer rar c6nu)Grbcr
c qy)cl,rM
qeAoBeKoM. (To,rcrori)26
Mi
disgusta soltanto uedere che Liza, dopo Fedja, possa essere in
intimit) con un
estraneo.
(12c) Crryrvrtcx
AypaK LI Haqal
crryxz? (Typreueu)27
reqalurbcr o roM, rar
6nr flpeKparnrb re HenprrrrHbre
L imbecille si turbd e comincid a rattristarsi, p ensand.o a come avrebbe poruro por
fine a quelle spiacevoli voci.
In questo cipo di proposizioni non d casuale che i predicati reggenti apparrengano all'area
semantica percettiva e mentale : le emozioni del soggetto possono essere connesse con il
pensiero su un oggetto, mentre le reazioni psichiche nascono sulla base della percezione
(si veda la messa in rilievo della componente visuale nel testo italiano e la sua assenza nel
testo russo):
(13)
Provai un senso di ostiliti,uedendo quelle signore inucili
e
vive ... (Camon)28
,fl r4pyr [oqyBcrBoBal npaxAe6nocrb K 3TrzM xr.rBbrM, Ho HuKoMy He HyxHbrM
CBCTCKLIM AAMAM.
D'altra parte, la semantica dei verbi tipo 'rattristarsi' (cfr. es. 13a, 13b sopra) ha necessariamente una componenre episremica nella pre supposizione (X sa che P ha luogo); e pud
averla nell'asserzione (Xritiene (sente) che P male)2e. E importante sottolineare che non
c'd una stretta dipendenza sintattica fra un predicato di sraro d'animo e la proposizione
subordinata: nel primo esempio il modo congiuntivo d assente, nel secondo invece c'd, e
questo owiamente d determinato dalla presenza del verbo modale potere' nel senso di
cnocofiu.a (capace). Dunque, il testo russo si limita ad esprimere il modus 'affettivo' menrre
nel testo italiano viene introdotto anche un predicato di percezione o di giudizio. Nella
traduzione dall'italiano al russo, al contrario, la modalitl epistemica spesso non ha una
forma esplicita, e cosi viene meno il riferimento a un soggerto proposizionale concrero,
I'enunciato assume un carattere
25
pit
generalizzato:
B. Savinkov Vospozninanija terrorista. Kon' blednfi, ACT, Moskva 2004;
tad.
it.:
Il
cauallo
pallido, C.Di
Paola ed., Marsilio, Yenezia 1993.
26
L.Tolstoj,Il
cadaaere uiuente, S. Leone ed., Marsilio, Venezia 1991.
I. Tirrgenev,,Senilia,S. Garzonio ed., Marsilio, Yenezia. 1996.
28
F. Camon, Un abare per la nadre, Garzanti,Milano 2002; uad. russa: Al'tar
27
in Italjanskaja poaest'.
2e
Cfr.: Anna A. Zaliznjak,Mnogoznacnost'u jazltke i sposoby
skva 2006, pp. 567-576.
dla rnatei,M. Archangel'skaja
ed.,
ee
predstaulenija,Jazybslavianskich kul'tur, Mo-
QgArcHE OSSERVAZTONE SULLUSO DEr VERBr pROpOSTZTONALT
(t4a)
E poi, ho sern?re pensato cbe si pud sempre cambiare idea, magari... invecchiando...
(Lunari)
B ronqe KoHrIoB, A y6exgeuut Mo)KHo MeHJrrb
-
HarrpvMep, c Bo3pacroM, KorAa
cTaPeerrrb.
(14b) In
gener€ non succedeva, forse quell'anello voleva dire qualche cosa, sl cbiese
avrebbe dovuto prenderne nota.
se
(Augia$
'Iaroro o6rrqno ne 6rrna,ro, aro 6rr,ro Hecnpocra,
Hd.sepHoe, Ha 3To cleAoBarto
o6-
PaTr,rTb BHI,MaHUC.
(l4c)
a uno a uno tutti i datteri, e riposi la scatolaltensando cbe potevaservire per
metrerci i guanti. (Ginzburg)30
A crera oAnrr 3a ApyrraM nce Sr,rnra z, a ropo6ry ocraBvrLa, O 1...) vo6w xmcrn
Mangiai
ryAa nePqarKI,I.
Il carattere del modello di discorso nel testo italiano ha I uso dei verbi proposizionali complementari introdotti dalla preposizione finale peri Il primato in questo caso appartiene
ai verbi di percezione 'vedere' e tenrire'. Nello studio gi)r citato, dedicato alla domanda indiretta, G. Herczeg ha rilevato il carattere prettamente 'grammaticale' degli usi del verbo
uedere che consente di introdurre una domanda indiretta dopo le proposizioni che hanno
per predicato un verbo d'azione. Per illustrare questo fatto G. Herczeg cita la seguente
traduzione letterale dalla lingua ungherese: "Imre e Evi nel bosco invernale, raccoglievano silenziosi i rami secchi. Si spostavano da un albero all'altro. Dove dalla neve usciva
I'estremit)r di un ramo, gli davano un calcio, se era lungo". Qesta frase, fa notare Herczeg,
andrebbe tradotta in italiano in modo seguente: "gli davano un calcio per uedere se ere
lungo":t.
Riteniamo che questa peculiaritir sia legata al fatto che nella lingua italiana, a differenza dal russo (e anche dall'ungherese, come dimostra G. Herczeg), i verbi d'azione non
possono entrare in contatto sintattico diretto con la proposizione subordinata compledva. AIlo stesso tempo, la possibilith di avere un dipendente debole come margine del
processo codificato con una subordinata finale consente di risolvere questo problema con
l'aiuto di un verbo proposizionale di percezione:
(15a)
Poi si mise in ascolto, per sentire se c'era qualche vocina. (Collodi)32
3areitr on rrpzclyrrralcr - O ue pazqacrcr Az cuoBa cron [...]
(15b) Gird gli occhi [...] intorno allesrtnzaper
uedere
di dove mai poreva
essere uscira
quella vocina... ! (Collodi)
On na.ral EoAr.rrb rla3aMlr rro MacrepcKoil, an'to6ot ysnarnb, orKy5a B3rlcr 3Tor
rortocox [...]
30N.Ginzburg,Lastradacbeaaincitti,Einevdi,Torino2000,trad.russa: Dorogaagorod,A.Markinaed.,
"Inostrannaja literatura", 2005, II, pp. 145-182.
r
G. Herczeg, Le proposizioni, p. 461.
32
C. Collodi, Prikliutenija Pinokkia, E. Kazakevid ed., Raduga, Moskva 2002.
3
196
ROMAN GOVORUCHO
Naturalmente anche nel testo russo ltspressione del fine in forma di complemento o di
proposizione subordinata finale d del tutto ammissibile, cosi che possiamo trovare diverse
opzioni nel medesimo testo (si veda, nei due esempi citati sopra I'eliminazione del modus
percettivo nel primo caso e invece la sua esplicitazione nel secondo). Tenendo conto della
vicinanza e dell'intersezione dei modi percettivo ed epistemico, risulta del tutto narurale
e legittima la sostituzione nella versione russa del predicato di percezione ( per vedere')
con un predicato di conoscenza (unzo6or.ltsaanto).
La possibiliti di usare i verbi percettivi, e in parricolare il verbo 'vedere', nella funzione proposizionale, presuppone ltsistenza di un significato (o almeno di un co-significato)
epistemico in questo verbo. Le connotazioni epistemiche sono presenti, anche se in misura diversa, in tutti i predicati percettivi, e spiegano il frequenre uso dei cosiddetti verbi
di 'ricerca percettiva'33 (che hanno come primo attante Agente artivo e come margine
complemenco del fine): flprrctylulzBarbc-s, rpzcMarpvtBarrbcfr., BbrHroxzBarb, rrouapr,rrb,
orlrAerbcr, 'mettersi in ascolto', 'girare gli occhi' (per), 'fare un inchiesra' (per) Cfr.: I'indicazione implicita, nel testo italiano, del fine dell'azione fuori dal conresro del complemento proposizionale, e l'assenza di tale indicazione nel resto russo:
(l6a)
(t6b)
Guardai giir, cercando,e non vidi niente. (Vittorini)34
[-f,] nocuorpe rs*us O, Ho Hvqero He yBlrAa .
AguLzzd
non fu
a
sguardo p er distinguere il viaggiatore, ma non ravvisd
un passo di distanza. (Cassola)35
lo
il nipote finchd
3#'"j:"|JH1"^"#TlTnTl:'"0"***"'HoHev3Ha^arIA.M'HHI{Ka'roKa
(16c)
Spostai coi piedi l'erba alte per aedere che cosa ctra sul terreno coperto'. Intrauidi
qualcosa che luccicava... (Guerra)36
flnowaputtnoroti s slrcorori rpare O,us6pyr
Ha 3eMAe
qro-ro
6rrecl{yrro.
La semantica del 'venire a sapere', della scoperta e del chiarimento d tipica per
i contesti
di questo tipo:
(tZa)
E allora io ho parlato col nipote per sentire se lui l'aveva sentita fare "quei versi che
cercavo io". (Guerra)
Tor4a
x cral
PaccnprmrrBarb BHyKa,
A se ctsntan,rn os'rex
HarreBoB,
qro
t
utnv".
31
3a
F. Kiefer, Qrestions and, attitudes, i.n Crossing tbe boundaries
in linguistics, Dordrecht 1981.
E. Vittorini, Conoersazione in Sicilia, BUR, Milano 1986; trad. russa: Siciliiskie besedy, S. Oierova ed.,
Moskva 1983.
15
C. Cassola, Il taglio del bosco, Mondadori, Milano 1997; trad. russa: Rubka lesa, D. Rosental' - L. Sarova
ed., Moskva 1958.
36
T. Glu'erra, I cento uccelli, Maggioli Editore, fumini 1997; tad. russa: Staja ptic, G. Smirnov - S. Mironov
ed., in ltaljanskaja pouest', pp. 143-188.
QgALCHE OSSERVAZTONE SULr'USO DEr VERBr
(
l7b)
Vogliamo fare un' inchiesta nei
(Lunari)
.A,anaftre cnpocLrM B 6ape,
b ar, a sentire se
PROPOSTZTONALT
197
fanno pir\ cioccolate o pit miracoli
Otero onz 6orlrlre crprflarcT:
qyAec vALr
?
roprqero mo-
fOrfaAa?
Percependo il mondo, I'uomo lo'interpreta] ciod riceve moltapir) informazione di quanto
presuppone una semplice percezione. La percezione della realtl. viene in un certo modo
rielaborata nella mente dei parlanti. Di qui il carattere naturale dell'alternarsi dei verbi
del gruppo nuAernb con verbi di attivitir mentale, e anche del talto mentale' (actiuities e
achieuements secondo Yendler) : ycrnaHl 6uF/rb, nzru*rnb, lcnHarnbi
(l8a)
On 4orr,ro rpvMepzBalcr O,r1euo:,xer npvuecrr4 6ortrure rrolr3br [...] (Arynzn)
Aveva saggiato ilterceno per capire dove poteva essere di maggiore
(18b) lloxan
u orlrAeBrnvcr O
(Ile,rcazn)
rrlerraMr.r
3ale3 Ha KoqKy.
-
udlit).
se ea6p€rr ALt croAa Kro Lt3 corlutyMa,
-
oH
Stringendo le spalle e guardandosi attolno per assicurarsi che nei paraggi non ci
Comuniti, sali sul monticello.
fosse nessuno della
Se
il fine nascosto del protagonista del racconto di Pelevin, reso esplicito nella traduzione
italiana, era'assicurare se stesso', un eroe del romanzo di Bulgakov Nikanor Ivanovid cerca
di'assicurare' gli altri della propria incorruttibiliti:
(19) - Xe,raere, - npoMbreal
-
Volete?
-
borbottd.
-
oH, - seMlro 6y*y ecrr, O,no se 6pa,r? (Eyrtraxon)r7
Mangerd la terra, ma nonliho avuti. [1]
"Se lo desiderate," aveva borbottato "mangerd la terra per dimostrarui che
non ne ho presa!" [2]
-
Volete che mangi la terra
-
mugghid /gemette - per clnuincerui che non
lihopresi? t...1 t3l, t5l
"Volete" mugghid "che mangi la terra per credere che non ne prendevo?" 14)
Tia le cinque varianti traduttive solo nella prima
[l], con la congiunzione ayversariva,
manca un verbo proposizionale, a conferma del carattere facoltativo, ma preferibile, del
yengono scelti i causativi epistemici
- nzKa3wzarno, dorcasorcan'ta e'convincere' - ltdewdarnu.Nellavariante [4]
vediamo sempre un verbo di giudizio tredere', anche se la scelta lessicale del traduttore
sembra poco felice, visto che si presta a un equivoco. Cfr.: "lo volete per credere ... mangi
suo uso nel testo. Nelle traduzioni [2], [3],
'dimostrare'
[5]
-
per credere".
37
M.A. Bulgakov, Master i margarita, Azbuka, Sankt Peterburg 2000; rad. it.: ll) Il Maestro e Margherita,
V. Dridso ed., Einaudi, Torino 1996; l2l Il Maatro e Margberita, M.S. Prina ed., Mondadori, Milano 2001;
l3l Il Maesno e Margherita, C. Zonghetti ed., Orsa Maggiore, Torriana t995; 14] Il Maesno e Margherita,
M. De Monticeli ed., BUR, Milano 2001; 15) Il Maestro e Margberita, S. Arcella ed., Newton & Compton,
Roma 2003.
198
ROMAN GOVORUCHO
La situazione comunicativa della discussione, il cui fine d - come si ritiene
la'ricer-
-
veriti, d pure tipica dell'introduzione della domanda indiretta. La disputa nasce
quando esistono opinioni diverse, ciod in una situazione dove non esiste una conoscenza
comune condivisa da tutti i partecipanti. Cfr. I'assenza del verbo proposizionale nella traca' della
duzione russa
(Z}a)
e
invece la sua presenza nella versione tradurtiva italiana:
Una disputa si accese tra marito e moglie per stabilire dove e da chi Nend
avesse
appreso le parolacce. (Sciascia)38
Mex4y po4urelrMrr BcrrbrxHy cflop O
-
r6e n
or Koro Hsna nayvn,rc-a Bbrpaxarb-
(ZOb) 4o,rro croplrtr4 O,xowy ngrurepBbrM s ra6rHer Haqa bHrrKa. (Haru6uu)39
Discutemmo e.h;n,go per stabilire chi si sarebbe recato per primo nello studiolo del
responsabile.
Un verbo proposizionale di percezione pud essere introdotto anche dopo i predicati con
'attesa', che pure includono il sema del'fine'. Nella semantica del predicato
il significato di
subordinante sono presenti in questo caso due elementi: (u *)y,4rn0... - .fl %Ay qnto6ot...
/ 'io aspetto che'... - 'io aspetto affinch6'...). Nel primo caso I'accento si pone sullo stato mencale del soggetto, ed il significato del predicato d pit vicino a quello epistemico.
Nel secondo caso il significato d pit vicino al modus di tipo volitivo. Qindi si porebbe
dire che hspettare' va visto come una specie di stato psico-fisico nel quale coesistono una
componente mentale ed una emotiva. Qest'ultima comprende una valutazione ('bene]
'male') e una'emozionea0. A volte l"attesa'viene descritta semplicemente come uno stato
emotivo del soggetto:
(21)
Bc.a naua yrru4a nepexcraBala O - :rar6ylyr pa3Br{Barbcr co6strus? (!,orrraron)al
Tutta la nostra via stava in ansia a uedere come si sarebbero evoluti gli eventi.
Il significato del predicato
'aspettare' cosi come quello dei predicati 'sperare' o 'temere'
ha un elemento di senso che si pud definire come 'stato di cose prospeftivo, orientato agli
in futuro'42.I verbi'aspettare','temere','sperare'sono anche predicati epistemici
grazie alla componente semantica 'possibilitli ('ritengo possibile che'...) che fa parte del
loro significato. Nel testo russo questo modus complesso percettivo-epistemico legato in
italiano ai predicati di tipo 'aspettare'pud essere trasformato, ridotto ad awerbio senreneventi
ziale di possibilitl:
38
L. Sciascia,
1/ mare colore del
uino, AdelphlMtlano 1996; ffad. russa: L. Sala, Palerznskie ilbiji,E . Solonovlt
ed., Progress, Moskva 1982, pp. 82-
I10.
Ju. Nagibin, Vstan' i idi. Poaesti i rasskazy, Chudoiestvennaja literatura, Moskva 1989; trad. it.:
camntina, S. Prina ed., BUR, Milano 1991.
o Anna A. Zaliznjak, Mnogoznacnost', p. 431.
3e
at
Alzati
e
S. Dovlatov, lz ostranka,in Sobranie soy'inenij, t. III, Limbus Press, Sankt Peterburg 2003; trad . ft: Straniera,
L. Salmon ed., Sellerio, Palermo 1991.
a'z
Cfr.Ju.D. Aprcsiajn,"2dat- in Nooyj objasnitelnfi shaar'sinonirnou russkogo jazyha. Perulj uypusk,Mosl<a
1997.
wAr-cHE
(22)
osSERVAZTONE SUL'USO DEr VERBr PROPOSTZTONALT
199
Chiudo a chiave la stanzetta da letto della donna di servizio e aspetto di uedere se
mia moglie, trovandola chiusa, decide di venire nel mio letto. (Guerra)
3anzparo rra Klrorr KoMHary 4orttpa6otnzqbri eo3.tto Ho, nari4x rounary 3aKpbrrori, oua npz4dr ro lrse.
Con i predicati di semantica prospettiva nel testo italiano come elemento proposizionale
di solito viene scelto il verbo 'vedere':
(23a)
Px6oa no4ox4atZ se cKaxer ALr Koxnn vero-nr.r6yAr erqe. (Merrep)
Rjabov aspectd per uedere se Kozin avrebbe detto ancora qualcosa.
(Z3b) Spacr flerponrav rroAoxAal
O, te nocrcqyer r,r Bbrcrpel... (Arynzn)
Erast Petrovid per un po' attese per ued.ere se sarebbe seguito lo sparo..,
La presenza nel significato dei verbi 'aspettare-attendere' del sema epistemico permette
loro di reggere una domanda indiretta anche direttamente, senza un verbo proposizionale
di supporto:
(24)
llpovr.re urpoKLr He rrocraBLrlrr cBor.rx Kapr, c HereprreHveM o)KvAar, O sev- os
KoHqwr.
(llylxzn)
GIi altri giocatori non puntarono / misero le loro carte, aspettando con impazienza
O conegli l'avrebbe frni:.:- / in che modo finisse / comtgli sarebbe 6nito. [l] [4]
t5l t6l
Gli altri giocatori non
avevano puntato/ smisero di giocare, aspettando con
impazienzadiuedere come gli sarebbe andxe / finita. [2] t3] t7] t8]
Gli altri giocatori non puntarono, impazienti di uedere come sarebbe andata a
finire. [9]
Vediamo il verbo proposizionale 'vedere' in cinque traduzioni su nove (nella variante [9]
invece del verbo 'aspettare' d stato scelto un predicato di stato psichico), il che ci fa vedere
ancora che non si cratta di una regola rigida, bensi della norma della parole, della costruzione che viene usata tipicamente dai parlanti nativi, che andrebbe distinta dagli altri livelli di restrizioni normative per il suo carattere non obbligatorio.
Concludendo, in ciascuna delle due lingue esarninate, per trasmettere lo stesso contenuto vengono utlizzatestrategie prioritarie diverse, e gli elementi equivalenti del significato vengono ordinati gerarchicamente : alcuni ricevono uno status grammaticale principale, altri periferico. Nel testo italiano ricevono uno status grammaticale pit prestigioso'
quegli elementi del modus di enunciazione che si realizzano nella forma massimamente
esplicita. Si tratta soprattutto di verbi proposizionali con semantica percettiva ed epistemica, nonchd di verbi del dire ad essi vicini. Nel testo russo questi elementi del significato
possono ridursi in parte o completamente e andare a far parte di altri elementi. Sul piano
formale, nel testo italiano prevale l'ipotassi e gli elementi s ono organizzati gerarchicamente. Il verbo aggiuntivo d presente come elemento formale persino quando il sistema non
ne chiede la presenza. Nel testo russo gli elementi sono pit frequentemenre sullo stesso
200
ROMAN GOVORUCHO
piano sintafiico, la prefere nzava alla paratassi. Spesso, in mancanza di una tonnessione'
sintattica del testo, acquisiscono un ruolo significativo i segni d'interpunzione, che mostrano come bisogna interpretare correttamente gli enunciati complicati. Si pud persino
considerare il sistema di punteggiatura sviluppato nella lingua russa (punto e virgola, due
punti, lineetta) come una certa compensazione dell'assenza, nella srruttura superficiale, di
segni sintactici come pronomi, congiunzioni, verbi formarivi. Nel resto italiano si ha a che
fare, di regola, con il segno analitico la cui funzione grammaticale e semantica d esercitata
da due lessemi diversi.
La funzione formale prioritaria viene esercitata nel testo italiano dai predicati legati
alla percezione, alla facoltl mentale (conoscenza e opinione) e al discorso, che rappresentano fasi diverse, incerconnesse ed intercambiabili, dello stesso processo mentale e comu-
nicativo che costituisce la base dell'attivitl linguistica umana.