LA COSTRUZIONE ITALIANA FARE CON L’INFINITO E LE MODALITÀ DELLA SUA TRADUZIONE IN ROMENO Elena PÎRVU 1. Ho intitolato il mio lavoro “la costruzione italiana fare con l’infinito e le modalità della sua traduzione in romeno”, partendo da una frase incontrata alla pagina 168 del secondo volume (EnunŃul, “L’Enunciato”) della Gramatica limbii române (GALR) del 2005, frase che afferma che “il verbo causativo caratteristico è il verbo a face” (it. fare). Per l’italiano, secondo Sensini (1990: 268), “i verbi causativi (o fattitivi) sono quei verbi, come fare e lasciare, che si accompagnano a un altro verbo, posto all’infinito, per esprimere un’azione causata – fatta eseguire o lasciata eseguire – dal soggetto e non direttamente compiuta da esso”. Sempre nell’italiano, nella struttura delle frasi con una costruzione causativa o fattitiva “il verbo reggente e l’infinito costituiscono un complesso verbale; questo complesso verbale si comporta sintatticamente come un costituente” (GGIC 1991: 502). Con altre parole, il verbo fare e l’infinito formano una specie di “verbo composto”, cioè un “predicato complesso” (cf. Robustelli 1995: 204). Passando al romeno, secondo la Gramatica limbii române (p. 168) già ricordata, “le costruzioni causative o fattitive sono costruzioni verbali con due actanti, uno rappresentante la persona o la causa che scatena un’azione che determina un effetto (l’entità causatrice), e l’altro, la persona o l’oggetto su cui si riflette l’effetto dell’azione causatrice (l’entità affettata). Il senso causativo di queste costruzioni è determinato da un verbo causativo, verbo che contiene nella sua matrice semantica il semo [+ Causativo]”. A differenza dell’italiano, per il romeno, “secondo il modo in cui sono espresse l’azione causatrice e l’effetto, si può fare una distinzione fra le costruzioni causative analitiche o perifrastiche e le costruzioni causative sintetiche” (GALR II 2005: 171), e, inoltre, “nelle costruzioni causativo-fattitive analitiche, l’azione causatrice e l’effetto sono espresse separatamente, tramite due predicati semanticosintattici: un verbo causativo, da una parte, e un aggettivo, un sostantivo o un altro verbo, da un’altra parte” (Idem.). Per il romeno, “un prototipo sintattico della costruzione causativa analitica, comune a tutti i verbi causativi primari e secondari, è: verbo causativo + verbo al modo congiuntivo (esprimente l’effetto dell’azione causatrice)” (GALR II 2005: 175): [1] a. Oggi, se avete tempo, vorrei farvi vedere un’altra cosa. (Oletti 2009: 281) Astăzi, dacă aveŃi timp, aş vrea să vă arăt altceva. b. Avrei dovuto andare a Como, senza farmi attrarre dalle sirene dell’ingegnere. (Oletti 2009: 173) Elena PÎRVU Ar fi trebuit să merg la Como, fără să mă las atras de sirenele inginerului. c. Aveva già provato, con buoni risultati, a farlo avanzare fino a metà campo, ora lo portava decisamente in pressing nel campo avversario... (Oletti 2009: 207) Încercase deja, cu bune rezultate, să-l facă să înainteze până la mijlocul terenului, acum îl ducea în mod decisiv în pressing în terenul advers... 2. Nella costruzione italiana fare con l’infinito, che si comporta sintatticamente come un costituente, il verbo fare e l’infinito formano una unità in cui il verbo fare (che non ha il suo significato lessicale autonomo) serve a modificarne il significato in senso causativo e ad esprimere la funzione grammaticale, mentre l’infinito, che sta immediatamente dopo il verbo fare, esprime il contenuto semantico principale: [2] Tecnicamente eravamo più forti, ma questo non sempre faceva vincere le partite. (Oletti 2009: 250) Din punct de vedere tehnic eram mai puternici, dar asta nu făcea să câştigăm întotdeauna meciurile. Tra il verbo fare e l’infinito può essere inserito un pronome [3a], una coppia di pronomi [3b] o un pronome e un avverbio [3c]: [3] a. Sapevo che se avesse detto no, non avrei più potuto fargli cambiare idea. (Oletti 2009: 63) b. «Bene – gli risposi – se è così, hai un mese di tempo per dimostrarlo: vedi di fartelo bastare». (Oletti 2009: 216) c. La mia osservazione ebbe il potere di farlo istantaneamente vergognare. Agli esempi del [3] in romeno corrispondono i periodi: [4] a. Ştiam că dacă ar fi zis nu, nu aş mai fi putut să-l fac să-şi schimbe ideea. b. «Bine – i-am răspuns – dacă e aşa, ai o lună pentru a demonstra acest lucru: vezi s-o faci să-Ńi ajungă». c. ObservaŃia mea a avut puterea să-l facă / de a-l face să se ruşineze instantaneu. Come si può osservare, l’infinito che accompagna il verbo fare può essere reso in romeno con il congiuntivo [4a, b, c] o l’infinito [4c]. Sempre in romeno, se l’infinito è reso con il congiuntivo, il pronome atono segue la congiunzione să, mentre se è reso con un verbo all’infinito il pronome atono si colloca fra il morfema a e il verbo. Il pronome l si pronuncia assieme alla congiunzione să o al morfema a, di cui nello scritto viene separato mediante il trattino. La Costruzione Italiana Fare Con L’infinito E Le Modalità Della Sua Traduzione In Romeno 3. Tra le caratteristiche dell’infinito della costruzione italiana fare con l’infinito, dal punto di vista della sua traduzione in romeno richiamano l’attenzione le seguenti due: 3.1. La prima caratteristica è che l’infinito è neutro quanto alla diatesi, cioè non è mai di forma passiva. Può, invece, assumere significato attivo (come in [5a]) o passivo (come in [5b]), dipendente dalla costruzione dell’unità di cui fa parte. Anche in romeno il congiuntivo corrispondente all’infinito italiano è neutro quanto alla diatesi; solo il verbo causativo può assumere forma attiva o passiva (come nelle varianti romene di [5a-b]): [5] a. Facevano leggere questi studi a tutti. Îi puneau să citească aceste studii pe toŃi. b. Questi studi erano fatti leggere a tutti. Aceste studii erau puşi să le citească toŃi. Se la costruzione ha forma passiva, il complemento d’agente può essere espresso o sottinteso. La stessa situazione anche in romeno: [6] a. I Padri erano allarmati e tre di essi, i più vecchi, erano stati fatti partire per Napoli, col “pacchetto” del pomeriggio, recando con sé le carte della Casa. (Tomasi di Lampedusa 1980: 29) Călugării erau speriaŃi şi trei dintre ei, cei mai bătrâni, fuseseră trimişi la Napoli cu “pachetul” de după-amiază, ducând cu ei documentele Casei. In italiano, il complemento d’agente può essere espresso anche in forma pronominale, con la particella ne. Poiché in romeno non esiste una forma pronominale che corrisponda a ne, in romeno, questa particella si può tradurre per il sintagma da + pronome dimostrativo: [7] La sua condizione era d’invalido e disoccupato senza rimedio; e la sua dipendenza definitiva dalla sorella lo aveva ridotto a odiarla e a farsene odiare. (Morante 1974: 560) CondiŃia sa era cea de invalid şi de şomer perpetuu; şi dependenŃa definitivă de sora sa îl făcuse să o urască şi să se facă urât de aceasta. 3.2. La seconda caratteristica è quella che l’infinito non è mai accompagnato da un pronome atono. Tutti i pronomi atoni vengono aggiunti al verbo fare, in posizione proclitica (come in [8a]) o enclitica (come in [8b]), secondo la regola generale. Anche in romeno i pronomi atoni si aggiungono solo al verbo causativo, ma sempre in posizione proclitica (come nelle varianti romene di [8a-b]): [8] a. A ogni interrogazione mi faccio prendere dal panico. La fiecare întrebare mă las cuprins de panică. Elena PÎRVU b. Mi hanno convocato per farmi fare una seconda lezione. M-au convocat pentru a mă pune să fac o a doua lecŃie. 4. Nella la costruzione italiana fare con l’infinito, il verbo fare, che designa la mediazione dell’azione espressa dall’infinito ed esprime la funzione grammaticale, condiziona la transitività dell’unità verbale. L’infinito di verbo intransitivo fa parte di una unità transitiva. Dunque, alla forma attiva l’ausiliare temporale costruzione italiana fare con l’infinito è sempre avere. Il romeno non mette problemi da questo punto di vista, dato che in romeno l’ausiliare della forma attiva è, per tutti i verbi, l’ausiliare avere: [9] e se si fosse trovata in punto di morte e l’avesse fatta chiamare al capezzale, ella, certo, l’avrebbe lasciata morire sola come un cane, sì, crepare sola dentro il suo sudicio letto, colla faccia voltata contro la parete, nella sua stanza vuota. (Moravia 1994: 208) şi dacă ar fi fost pe moarte şi ar fi pus să o cheme la ea, ea, sigur, ar fi lăsat-o să moară singură ca un câine, da, să crape singură în patul său murdar, cu faŃa întoarsă spre perete, în camera sa goală. In romeno, avere non è solo l’ausiliare della forma attiva ma anche della forma riflessiva: [10] Dicevo che Francesca e Gil si sono fatti sostituire perché domani vogliono stare in tribuna a fare il tifo liberamente. (Oletti 2009: 286) Spuneam că Francesca şi Gil au făcut să fie înlocuiŃi pentru că mâine vor să stea în tribună pentru a susŃine echipa fără probleme. Ne consegue che per la traduzione in romeno della costruzione italiana fare con l’infinito non interessano le regole di concordanza del participio, dato che in romeno il participio passato rimane sempre invariabile. 5. La caratteristica peculiare della costruzione italiana fare con l’infinito, però, è che il complemento oggetto della costruzione funge contemporaneamente da soggetto del verbo all’infinito, come in [11]: [11] L’appartamento era ricavato in un unico ambiente disposto verso la grande vetrata anteriore, al cui cospetto si trovava un salotto pieno di morbidi cuscini multicolori dove Diana mi fece accomodare. (Oletti 2009: 201) in cui l’infinito è rappresentato da un verbo transitivo, o in [12]: [12] Quello che mi faceva imbestialire era il trattamento che stava subendo Ladi, preso di mira dai difensori avversari, senza che l’arbitro intervenisse. (Oletti 2009: 296) La Costruzione Italiana Fare Con L’infinito E Le Modalità Della Sua Traduzione In Romeno in cui l’infinito è rappresentato da un verbo intransitivo. Le corrispondenti romene di queste due frasi sono: [13] a. Apartamentul consta într-o unică structură dispusă spre uşa din spate, la capătul căreia se afla un salonaş plin de perne multicolore în care Diana m-a pus să mă aşez. b. Ceea ce mă făcea să-mi pierd raŃiunea era tratamentul pe care îl suporta Ladi, luat drept Ńintă de apărătorii adversari, fără ca arbitrul să intervină. in cui ai verbi all’infinito corrispondono verbi al congiuntivo. In romeno, il pronome atono in accusativo che corrisponde al complemento oggetto della costruzione italiana fare con l’infinito funge solo da complemento oggetto del verbo causativo, mentre “la proposizione congiunzionale occupa la posizione di predicativo supplementare” (GALR II 2005: 173). 6. Il soggetto logico della costruzione italiana fare con l’infinito può inoltre essere rappresentato da un complemento indiretto (sostantivo / pronome tonico) introdotto da a (come in [14a]) o da (come in [14b]): [14] a. «Ricorditi di me che son la Pia», fa dire Dante a un celebre personaggio del Purgatorio. b. Adesso v’era un impianto di riscaldamento a termosifone, che Jacopo aveva fatto installare dalla stessa officina che aveva ricevuto l’appalto per il ristorante e l’albergo, e nel medesimo giro di tempo. (Sgorlon: 150) oppure, soprattutto quando dall’infinito dipende anche un oggetto inanimato (Robustelli 1995: 202), da un pronome atono complemento di termine (come in [15a, b]): [15] a. Agnes gli fece un buon bagno, lo portò dal veterinario, gli fece fare le vaccinazioni e gli acquistò un guinzaglio di cuoio rosso. (Sgorlon 2006: 100) b. Sono riuscito, in questi anni, a fargli odiare il basket, proprio perché ci tenevo troppo che loro frequentassero l’ambiente dove respiro e lavoro tutti i giorni. (Oletti 2009: 268) Le corrispondenti romene degli esempi [14a,b] sono: [16] a. «Ricorditi di me che son la Pia», pune Dante să spună pe un celebru personaj din Purgatoriu. Elena PÎRVU b. Acum aici exista o instalaŃie de încălzire cu calorifere, pe care Jacopo ceruse să o instaleze tot fabrica ce primise comanda pentru restaurant şi hotel, în acelaşi timp. in cui non si mette il problema del soggetto logico, perché alla costruzione italiana fare con l’infinito corrisponde una costruzione analitica con due predicati, ognuno con i suoi deteminanti. Nella variante romena alla costruzione fare con l’infinito degli esempi [15a, b] corrisponde una costruzione sintetica, in [17a], e una costruzione analitica, in [17b], in cui al complemento di termine dell’italiano corrispondono, secondo le regole sintattiche romene, un complemento indiretto in dativo, in [17a] o un complemento diretto in accusativo, in [17b]: [17] a. Agnes i-a făcut o baie bună, l-a dus la veterinar, i-a făcut vaccinurile şi ia compărat o curea din piele roşie. b. Am reuşit, în aceşti ani, să-i fac să urască baschetul, tocmai pentru că Ńineam prea mult ca ei să frecventeze mediul în care respir şi lucrez în fiecare zi. 6. In conclusione, in questo contributo abbiamo cercato di dare un quadro essenziale dell’uso della costruzione italiana fare con l’infinito e di presentare e discutere le modalità della sua traduzione in romeno. Così, sulla base degli esempi discussi, abbiamo visto che alla costruzione italiana fare con l’infinito, che si comporta come un costituente, in romeno corrispondono o una costruzione causativa analitica (formata da verbo causativo + verbo al congiuntivo o da verbo causativo + aggettivo con funzione di complemento predicativo) o una sola radice, cioè un solo verbo. Per quanto riguarda le caratteristiche della costruzione causativa con fare italiana e romena, queste si sottomettono alle regole sintattiche dell’italiano e del romeno. Una volta capite le strutture romene corrispondenti, la trasposizione in romeno della costruzione italiana fare con l’infinito diventa abbastanza facile. BIBLIOGRAFIA Bertinetto, Pier Marco, Le perifrasi verbali italiane: saggio di analisi descrittiva e contrastiva, “Quaderni Patavini di Linguistica” 8-9 (1989-1990), pp. 27-61. (Bertinetto 1989-1990) Gramatica limbii române, vol. II, EnunŃul, Bucureşti, Editura Academiei, 2005, pp. 168-184. (GALR II 2005) Lepschy, Laura e Lepschy, Giulio, La lingua italiana. Storia, varietà dell’uso, grammatica, Nuova Edizione, Milano, Bompiani, “Saggi Tascabili”, 1993. (Lepschy-Lepschy 1983) La Costruzione Italiana Fare Con L’infinito E Le Modalità Della Sua Traduzione In Romeno La Fauci, Nunzio, Compendio di sintassi italiana, Bologna, Il Mulino, 2009. (La Fauci 2009) Lo Cascio, Vincenzo, Strutture pronominali e verbali italiane, Bologna, Zanichelli, 1970. (Lo Cascio 1970) Patota, Giuseppe, Grammatica di riferimento della lingua italiana per stranieri, Società Dante Alighieri/Le Monnier, 2003. (Patota 2003) Renzi Lorenzo - Salvi, Giampaolo (edd.): Grande grammatica italiana di consultazione, vol. 2 (I sintagmi verbale, aggettivale, avverbiale. La subordinazione), Bologna, Il Mulino, pp. 497-509. (GGIC 1991) Robustelli, Cecilia, La costruzione di Fare con l’Infinito in Italiano moderno, “Studi e saggi linguistici”, XXXV (1995), pp. 199-272. (Robustelli 1995) Salvi, Giampaolo - Vanelli, Laura, Grammatica essenziale di riferimento della lingua italiana, Firenze, Istituto Geografico De Agostini Le Monnier, 1992. (Salvi- Vanelli 1992) Sensini, Marcello, La grammatica della lingua italiana, Milano, Oscar Mondadori, 1990. (Sensini 1990) Serianni, Luca (con la collaborazione di Alberto Castelvecchi), Grammatica italiana. Italiano comune e lingua letteraria, Torino, UTET-Libreria, 1989. (Serianni 1989) * Oletti, Marco, Un sogno nel canestro, Edizioni Profili, Roma, 2009. Sgorlon, Carlo Il velo di Maya, Oscar Mondadori, Milano, 2006 Morante, Elsa, La Storia, Torino, Einaudi, 1974. Moravia, Alberto, Gli indifferenti, Milano, Bompiani, 1994. Tomasi di Lampedusa, Giuseppe, Il Gattopardo, Milano, Feltrinelli, 1980. ABSTRACT The paper discusses and presents the means by which the Italian construction fare with the infinitive can be translated into Romanian. On the basis of the examples submitted to the analysis, it results that the Italian construction fare with the infinitive, which behaves like a constituent, can be translated into Romanian either by an analytical causative construction (formed by means of a causative verb + a verb in the subjunctive or by a causative verb + an adjective with the function of a predicative) or by a synthetic construction, that is, a single verb. Key words: fare with the infinitive, Italian, Romanian