Introduzione
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na delle maggiori soddisfazioni per chi insegna a utilizzare Linux consiste nell’osservare i volti degli allievi e nel vedere che, su quei
volti, a poco a poco si fa strada la comprensione. Ma non è una comprensione che
riguarda semplicemente l’aver capito come funziona la tale operazione o l’aver
appreso a svolgere un determinato compito in Linux. No, è una comprensione
molto più profonda, è come una sorta di piccola illuminazione; è il momento in cui
gli allievi, finalmente, capiscono che Linux è semplicemente un sistema operativo, non un mostro che fa paura; e, per di più, un sistema operativo facile da usare e,
ciononostante, estremamente potente.
Quando finalmente ci si accorge di questo, ossia, detto in parole semplici, che
Linux non è più complesso da usare rispetto a Windows, ma è solo diverso, in quel
momento si diventa appassionati di Linux e non lo si lascia più. Poi verranno altre
scoperte, si impareranno a gestire server di posta e Web farm, si apprenderanno i
compiti di amministratore anche più complessi. Ma quel primo impatto, il momento in cui si è compreso che Linux si può usare, anche per i normali compiti casalinghi di una famiglia media... be’, quel primo momento rimarrà sempre nella
memoria.
Che cos’è Linux
Linux, di fatto, è un kernel, ossia un nucleo di sistema operativo, che svolge le funzioni principali di interfaccia fra il microprocessore, le memorie, i componenti
hardware collegati al PC e l’utente finale, che con questo insieme di elementi deve
svolgere un compito utile, o magari più di uno. Un utente, in effetti, dovrà scrivere
testi, fare calcoli, giocare, rilassarsi, disegnare, acquisire immagini digitali e modificarle e così via. In pratica, un computer è una macchina tuttofare, che consente
all’utente di svolgere i compiti più diversi. Per svolgere questi compiti, il computer necessita di potenza di calcolo e di vari aggeggi collegati insieme in modo che
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l’utente possa interagire con questa potenza di calcolo. Il tramite fra il software e
l’hardware del PC è il sistema operativo.
Ora, Linux è sempre stato considerato (e a ragione) come il sistema operativo
dedicato a compiti di server. Che cosa significa? Significa che chi deve gestire un
grosso sito Web, oppure un pesante sistema di posta elettronica, in grado di soddisfare le esigenze di decine di migliaia di utenti, può tranquillamente fare affidamento su una macchina che funzioni con il sistema operativo Linux: è nato proprio
per questo!
Ma negli ultimi anni, Linux è diventato sempre più un sistema operativo adatto anche a incarichi meno pesanti; è diventato, o almeno lo sono diventate alcune
sue versioni, un sistema desktop, un po’ come Windows o Mac OS. Queste versioni di Linux possono quindi essere installate e aiutare chiunque a usare un sistema
operativo comodo, potente e che non ha bisogno di manuali particolarmente complessi, ma può essere imparato in pochi giorni, almeno per quanto riguarda le funzioni fondamentali.
E questo libro si propone proprio di illustrare, in maniera semplice e chiara, i
fondamenti dell’utilizzo di Linux con un’interfaccia grafica, nonché i programmi
più utili e utilizzati nell’ambiente operativo.
Perché Linux
Un secondo momento di comprensione si verifica quando finalmente ci si pone la
domanda fatidica: “Ma tutto questo è davvero gratis?”. Ebbene, sì. Tutto questo è
davvero gratis. “Ma allora, che ci guadagna chi produce Linux?”.
In realtà, i produttori di Linux (per lo meno, quelli delle distribuzioni non gratuite, come Red Hat, SuSE o Mandriva) guadagnano, più che sulla vendita del prodotto in sé e per sé (che comunque ha un costo), sulla vendita di soluzioni, ossia di
pacchetti completi, soprattutto per le aziende. In pratica, mettono insieme, oltre al
kernel, ossia al nocciolo del sistema operativo, una serie di applicativi che possono servire a svolgere varie funzioni all’interno dell’azienda, o anche a casa. Le loro versioni sono quindi ottimizzate e funzionano perfettamente con i computer per
cui sono pensate; inoltre, i produttori forniscono anche un’assistenza per chi avesse problemi e non sapesse come tirare avanti.
Molti di questi produttori forniscono anche versioni gratuite dei loro prodotti:
per esempio, Mandriva ha una versione (Mandriva LE) priva di alcuni dei programmi della versione maggiore, ma gratuita; lo stesso dicasi per SuSE. Red Hat,
invece, ha dato il via a un progetto completamente Open Source, ossia Fedora Core, che è una versione completamente gratuita del sistema operativo Linux Red
Hat; è usata, inoltre, come piattaforma di test.
Ecco, quindi, una serie di buoni motivi per installare (e usare) Linux: è gratuito, è stabile, è potente, è facile da usare; e non si rischia più di incorrere nelle ire
dei produttori di software, quando ci si accorge che il “vecchio” sistema operativo
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non è più adatto alle proprie esigenze e si finisce, purtroppo, a piratare il software
originale. Il che, ovviamente, non è mai un bene, un po’ perché è illegale, un po’
perché esistono soluzioni alternative.
Quale Linux
Uno dei problemi principali per i nuovi utenti di Linux consiste nello scegliere
quale distribuzione installare. In effetti, il fatto che il kernel sia completamente
gratuito ha fatto sì che moltissimi produttori (anche singoli utenti) creassero la
propria Linux box, ossia il proprio sistema Linux, con le applicazioni preferite,
con i driver più adatti a determinati compiti e così via. Queste varie versioni di una
Linux box prendono il nome di distribuzioni, o, con il termine utilizzato dagli
esperti di Linux, distro.
Le distribuzioni Linux sono davvero centinaia; il kernel è libero, gratuito e
Open Source, per cui ciascuno, si può dire, si crea la propria versione di Linux.
Ma le versioni più diffuse non sono poi così tante; vediamo un po’ quali sono e
come si suddividono.
Le versioni da installare
Le versioni di Linux più ovvie sono quelle da installare: si inserisce un CD o un
DVD nel lettore del PC e si installa il sistema operativo. I file essenziali vengono
quindi copiati sul disco rigido e si può quindi lavorare con il sistema quando si accende il computer.
Le versioni live
Una comodità in più sono le cosiddette versioni live. Una versione live non necessita dell’installazione su disco rigido: può infatti essere avviata direttamente da
CD-ROM (o da DVD) e mette a disposizione dell’utente tutte le caratteristiche di
un sistema Linux con svariate applicazioni.
Una delle limitazioni delle versioni live (oltre alla lentezza, intrinsecamente
dovuta alla lentezza del lettore) è l’impossibilità (o la grande difficoltà) nell’installare nuove applicazioni e nell’utilizzare lo spazio su disco per registrare i dati
elaborati.
La più famosa fra le versioni live è Knoppix; attualmente, grazie a particolari
accorgimenti tecnici, con Knoppix non è più né impossibile né difficile installare
nuove applicazioni nel sistema Linux. Ma ci sono molte distribuzioni Linux che
presentano le due versioni: quella da installare e quella live.
A che cosa può servire, però, una versione live? Il primo motivo che può venire in mente sta nell’utilizzare una versione di prova, senza minimamente intaccare
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il sistema operativo attualmente installato nel computer in uso. In questo modo, se
l’utente, per esempio, desidera provare una distribuzione come Ubuntu, può scaricare la versione live, creare un CD e avviare il computer da CD, senza toccare minimamente il sistema operativo già installato (con ogni probabilità, una qualche
versione di Windows).
Un altro utilizzo, meno ovvio ma forse anche più utile, è il recupero di un sistema bloccato. A volte può infatti succedere che, per una varietà di motivi, un
computer si blocchi completamente e non sia possibile riavviarlo. In questo caso,
avere una distribuzione live sotto mano può essere il toccasana, la soluzione che
consente di riavviare il sistema e di rimettere in ordine quanto si era rovinato.
Ancora, un utilizzo un po’ particolare può essere la dimostrazione di una Linux box presso gli uffici di un cliente dotato di sistemi Windows, o la realizzazione di un’aula di informatica in cui si vuole insegnare l’uso di Linux agli studenti,
ma sui computer della quale non è possibile installare un sistema operativo a parte.
Insomma, gli usi di una distribuzione live sono innumerevoli e limitati soltanto dalla propria fantasia. Se poi si dispone di memorie di massa esterne (come le
ormai sempre più diffuse penne USB), si può tranquillamente lavorare con una
distribuzione live e salvare i propri dati sulla memoria di massa, portandosi quindi
dietro i dati dove si desidera.
Le distribuzioni principali
Vediamo, molto rapidamente, quali sono le principali distribuzioni di Linux.
Debian
Debian è una delle versioni più diffuse e più difficili da usare. Non è user-friendly,
per lo meno per quanto riguarda l’installazione, ma è considerata la più vicina al
paradigma dell’Open Source e della licenza GNU. Il sito è www.debian.org.
SuSE
SuSE è una versione commerciale di Linux, creata in Europa e molto diffusa da
noi. Ne esistono diverse versioni, da quelle professionali a quelle personali; sul sito di SuSE (www.novell.com/it-it/linux/suse) è possibile scaricare una versione
gratuita; SuSE è comunque una versione commerciale di Linux.
Knoppix
Knoppix (www.knoppix.org) è la distribuzione live più famosa. Sul sito si può
scaricare l’immagine ISO per CD o per DVD, se si vuole lavorare con un sistema
Linux estremamente completo.
Ubuntu
Ubuntu (www.ubuntulinux.org) e il suo fratello Kubuntu (www.kubuntu.org) si
stanno facendo strada nel mercato Linux grazie all’estrema facilità d’uso, soprat-
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tutto per quanto riguarda la fase di installazione. Esistono entrambi sia in versione
da installare sia in versione live; Ubuntu è basato sull’interfaccia GNOME, mentre Kubuntu è basato su KDE.
Mandriva
Mandriva Linux (www.mandrivalinux.com) è un prodotto pensato per essere soprattutto facile da usare. Non è un sistema operativo particolarmente adatto alle
aziende, ma semmai ai principianti, grazie alla facilità di installazione e alla semplicità d’uso.
Mandriva Software ha rilasciato una versione gratuita del suo prodotto (Mandriva Linux LE), che altrimenti è commerciale.
Red Hat
Red Hat (www.redhat.com) è la versione di Linux commerciale probabilmente
più diffusa al mondo.
Fedora Core
Last but not least, Fedora Core, supportata e finanziata da un progetto commerciale: la celeberrima e appena citata distribuzione Red Hat. Fedora Core, in pratica, è
la versione, se così si può dire, “di prova” di Red Hat, sebbene questa definizione
non sia del tutto esatta. Per certi versi, Fedora Core è più avanzata e più aggiornata
di Red Hat; ma proprio il fatto di essere più aggiornata la rende anche leggermente
meno stabile (ma sempre dal punto di vista di una Linux box: quindi di una stabilità impressionante rispetto a quella di altri sistemi operativi).
Per il fatto di essere basata su una versione commerciale di Linux rende Fedora Core una distribuzione meno apprezzata delle altre nell’ambiente GNU; a questo fatto sta però ovviando Red Hat, rendendo completamente indipendente dal
proprio marchio la distribuzione Fedora Core, il che dovrebbe interessare non poco gli sviluppatori Open Source. Qualcosa di simile è già successo con OpenOffice.org, inizialmente basato su un progetto di Sun Microsystem, ma poi rilasciato
in versione completamente Open Source. Sun Microsystem ha poi proseguito il
proprio progetto originale (StarOffice), pur continuando a supportare OpenOffice.org e, di fatto, decretando il sempre maggiore successo di questa suite di programmi.
Qualcosa di simile, come si è detto, sta capitando con Fedora Core; il che, unito all’innegabile facilità d’uso e alla straordinaria ricchezza di strumenti di questa
distribuzione, ha fatto sì che si tratti di una delle più diffuse; probabilmente, della
più diffusa fra i principianti, così come Debian è probabilmente la distribuzione
più diffusa fra gli utenti esperti.
Un’altra caratteristica che rende particolarmente gradevole l’uso di Fedora
Core è l’adozione dell’interfaccia grafica Gnome come predefinita (sebbene sia
possibile utilizzare anche KDE), attualmente la preferita dagli utenti. Insomma,
non per niente Fedora Core è la distribuzione che abbiamo preferito utilizzare du-
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rante la stesura di questo libro, sebbene soltanto pochi paragrafi del libro stesso
siano dedicati esclusivamente a questa distribuzione. Del resto, stiamo parlando di
sistemi Linux, quindi molto di quanto verrà illustrato nel corso del testo varrà per
qualsiasi Linux box dotata di un’interfaccia grafica come Gnome.
Ma che cosa c’è dentro Linux?
Dipende, naturalmente, dalla distribuzione. La distribuzione di cui si parlerà in
questo libro, Fedora Core, è ricchissima di programmi e applicazioni. Teoricamente, è perfettamente possibile utilizzare soltanto i programmi già forniti insieme con il sistema operativo, senza installare alcunché di nuovo.
In effetti, Fedora Core contiene numerosissimi applicativi, fra i quali la suite
OpenOffice.org (una suite di programmi simile a Microsoft Office), programmi
per la gestione di server Web e di server di posta, programmi per la grafica e il fotoritocco, applicazioni multimediali per l’ascolto, il ripping e la masterizzazione
di CD e DVD, programmi per la gestioe delle finanze personali, applicazioni di
edutainment particolarmente adatte per chi ha figli in età scolare, giochi, passatempi, linguaggi di programmazione... insomma, un insieme ricchissimo di programmi, applet, applicazioni che può soddisfare pienamente anche gli utenti più
esigenti; il tutto, in una quantità di lingue, fra le quali, naturalmente, l’italiano.
Non è un caso che la distribuzione completa di Fedora Core stia su ben quattro
CD-ROM (o su DVD, come vedremo fra breve).
E se non bastasse, decine di migliaia di utenti nel mondo sviluppano una quantità spaventosa di codice, in grado di risolvere le esigenze più disparate, tutto rigorosamente freeware e open source.
Dove scaricare Linux
Le varie distribuzioni di Linux sono tutte raccolte presso un singolo sito: www.linux.org. Qui potrete trovare tutte le distribuzioni possibili, con i rimandi ai siti dei
produttori per scaricarle rapidamente. Dalle distribuzioni più comuni a quelle più
strane e particolari, www.linux.org contiene tutte le risorse che si possano desiderare dedicate a questo sistema operativo.
In particolare, se volete scaricare Fedora Core potete farlo presso il sito di riferimento http://fedora.redhat.com. Come si è detto in precedenza, Fedora Core è
basato sul motore di Red Hat Linux (o forse sarebbe meglio dire il contrario: che il
motore di Red Hat Linux è basato su quello di Fedora Core), una delle versioni più
note, stabili e installate. Red Hat Linux non è un prodotto gratuito: viene distribuito soprattutto alle aziende che necessitano di una soluzione particolarmente stabile e affidabile. Può essere utilizzato come server di produzione, perché è testatissi-
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mo e ben difficilmente incorre in errori di qualsiasi genere. Si narrano storie di server in funzione da anni senza mai fermarsi e senza mai avere un blocco di sistema.
A fronte di un prezzo assai contenuto, quindi, Red Hat Linux è un sistema operativo ideale per le aziende grandi e piccine; anche un piccolo studio professionale
può trarre vantaggio di questa versione.
Se invece si ama l’avventura e si desidera utilizzare un sistema operativo comunque stabile e sicuro, ma probabilmente non adatto a server di produzione, Fedora Core è la scelta ideale, come si è visto poc’anzi: è gratuito, è stabile, è potente ed è basato sul motore di una diffusissima distribuzione di Linux, al punto che,
stando agli ultimi dati, Fedora Core dovrebbe essere attualmente la distribuzione
di Linux più diffusa.
Come creare un set di CD-ROM o un DVD-ROM
per l’installazione
Posto che per scaricare Linux occorre avere una connessione bella veloce (minimo una ADSL a 640 Kbps), giunti sul sito di Fedora Core si può fare clic su Download e vedere di scaricare la versione più adatta al proprio computer. Solitamente,
si scaricherà la versione 386, in particolare i cosiddetti file ISO.
I file ISO sono file che contengono un’immagine perfetta di un CD o di un
DVD. Con un programma di masterizzazione, si può creare un CD (o un DVD) a
partire da un file ISO.
Come programma di masterizzazione si propone un prodotto freeware e Open
Source, ossia CDBurnerXP Pro, che può essere scaricato all’indirizzo
www.cdburnerxp.se.
CDBurnerXP Pro, come si può intuire dal nome, è un programma per Windows XP.
NOTA
Dopo avere installato il programma, lo si avvia, quindi, dalla prima schermata,
si seleziona la prima opzione (Figura 1). Nella finestra visualizzata (Figura 2) si
sceglie Write Disc from ISO File dal menu File, quindi si seleziona l’immagine ISO
scaricata da Internet e si preme quindi Write Disc per registrare l’immagine su disco.
NOTA
Naturalmente, occorre avere un disco inserito nel lettore.
Ora si è pronti a partire; basta iniziare con il Capitolo 1, che spiegherà come
installare Linux Fedora Core 4 sul computer.
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Figura 1 Selezione del comando per la creazione di CD e DVD.
Figura 2 L’interfaccia principale di CDBurnerXP Pro.