La regolazione del livello e della struttura dei prezzi Prezzi di picco • Per i beni o servizi (come l’energia elettrica, le telecomunicazioni) caratterizzati da periodicità della domanda, la teoria propone una particolare strategia di discriminazione di prezzo nota come prezzi multiorari (peak load pricing) Prezzi di picco • I prezzi di picco riguardano servizi infrastrutturali come elettricità, gas, telecomunicazioni, che: 1. hanno domande caratterizzate da fluttuazioni periodiche 2. non possono essere immagazzinati 3. devono essere comunque forniti a tutti i consumatori l’impresa predispone una capacità degli impianti adeguata a soddisfare la domanda nei periodi di picco dunque, negli altri periodi (off peak) ha capacità produttiva inutilizzata Quali prezzi consentono di allocare in modo ottimale la domanda tra il periodo di picco e fuori picco? Come ripartire i costi? Prezzi di picco con un solo impianto • Consideriamo due periodi di tempo di identica lunghezza con funzioni di domanda indipendenti tra loro e constanti nel tempo => il picco di domanda è stabile nel periodo considerato • Questo metodo: 1. riflette le condizioni tecnologiche della produzione 2. impone il più efficiente criterio di allocazione delle risorse Prezzi di picco con un solo impianto • Hp: il bene o servizio non può essere immagazzinato • Hp: un’unica struttura produttiva che soddisfa la domanda durante tutto il giorno (diviso in intervalli di tempo); i consumatori hanno domande diverse per vari intervalli temporali • Due periodi temporali: le funzioni di domanda sono p1(y1) e p2(y2), con y1 ≥ y2 p1(y1) è la domanda di picco p2(y2) è la domanda fuori picco Prezzi di picco • Domanda di picco • Domanda fuori picco • Capacità di breve periodo • Costo variabile • Costo fisso • Costo marginale di breve periodo • Costo marginale di lungo periodo Prezzi di picco con un solo impianto Il prezzo di picco è uguale a SRMC e LRMC Il prezzo fuori picco è pari al costo marginale di breve periodo Prezzi di picco con un solo impianto • La funzione di costo dell’impresa è caratterizzata da: β = costo unitario costante per unità di capacità produttiva b = costo marginale di breve periodo => costo unitario variabile • Il costo variabile b è costante fino a un livello di quantità pari a y, che è la quantità MASSIMA domandata durante il picco, è la capacità massima di produzione dell’impianto • Il costo marginale di breve periodo è parallelo all’asse delle ascisse fino a y, dopodiché è verticale • LRMC (costo marginale di lungo periodo) è parallelo all’asse delle ascisse e pari a (b + β) Prezzi di picco con un solo impianto • La strategia di picco consente di fissare due prezzi: 1. Il prezzo fuori picco che è uguale al SRMC: p2 = b => Il prezzo fuori picco è pari al costo marginale di breve periodo 2. Il prezzo di picco p1 = b + β il prezzo di picco è uguale al LRMC l’uguaglianza del prezzo di picco al LRMC consente di usare l’impianto in maniera efficiente dimostrazione Prezzi di picco con un solo impianto • Perché non è efficiente fissare un prezzo pu che non è differenziato per periodi temporali? 1. Perché i consumatori, nel momento fuori picco, si trovano a pagare un prezzo più alto (e quindi a ricevere una quantità inferiore) rispetto a p2 che consente una utilizzazione ottima dell’impianto 2. Nel picco, c’è un eccesso di domanda rispetto alla situazione ottimale p1, e questo incremento di produzione non copre i costi che sostiene l’impresa per incrementare l’output oltre il livello ottimale y graficamente.. Prezzi di picco con un solo impianto Riduzione della domanda fuori picco Sovraccapacità produttiva con prezzo unico Prezzi di picco con più impianti • Ipotizziamo di avere un parco di generazione dell’energia elettrica => più impianti con diverse tecnologie Problema dei prezzi di picco con più impianti: • Quando ci sono più impianti, occorre determinare come si devono attribuire i costi di capacità se non tutti i consumatori sono serviti dallo stesso impianto Prezzi di picco con più impianti Ci sono impianti: • con alti costi fissi e bassi costi variabili (base load) come gli impianti nucleari • con basti costi fissi e alti costi variabili (quando il combustibile è costoso) e che quindi vengono fatti funzionare per brevi periodi di tempo • In particolare gli impianti sono caratterizzati da costi fissi Bi e costi variabili bi tali che: Bi > Bi-1 bi < bi-1 Bi-1 + bi-1 > Bi + bi Funzione di costo per impianti diversi Prezzi di picco con più impianti • L’impresa deve configurare la capacità ottimale di produzione deve considerare la funzione di domanda dei consumatori (curva di carico) identificare il numero di kW impegnati in ogni intervallo di tempo • Gli impianti sono impiegati in ordine di merito economico: l’impresa regolata impiega prima gli impianti che nel lungo periodo sono più efficienti (quindi quelli più economici se vengono utilizzati nel l/p, come il nucleare), e poi comincia ad impiegare gli impianti meno efficienti, fino a raggiungere il livello di quantità richiesto • La scelta degli impianti avviene a partire da quelli che sono più economici se vengono usati per un maggior periodo di tempo, e continua fino a individuare l’impianto marginale cioè l’ultimo impianto che copre il livello di produzione richiesto Curva di carico e allocazione efficiente dei costi tra i tre tipi di impianti A ciascun incremento di potenza viene assegnato il costo marginale del tipo di impianto che viene scelto per espandere la capacità complessiva • Il prezzo per kWh è pari al costo variabile dell’ultimo impianto che viene fatto funzionare (quindi il CV più alto) e l’impresa copre i costi variabili di tutti gli impianti in funzione Prezzi di picco nel caso di più impianti • Nel caso di più impianti, si stabiliscono tariffe binomie con una quota fissa che copre i costi di capacità dell’impianto marginale, e una quota variabile legata all’uso dell’energia Sussidi incrociati • Il regolatore può consentire all’impresa di ricorrere ai sussidi incrociati per finalità redistributive 1. Valutiamo l’efficienza dei sussidi incrociati 2. Illustriamo un test che verifica l’esistenza di sussidi incrociati • Dire che ci sono sussidi incrociati per la fornitura di un servizio significa dire che alcuni utenti pagano p < MC e questa differenza viene applicata ad altri utenti che pagano un prezzo p > MC • Esempio: tariffe dell’energia elettrica applicate a utenti urbani e rurali Sussidi incrociati • L’applicazione di una tariffa: Ca = MC medio ponderato porta a una domanda OR di kWh/annuo per gli utenti rurale e OU per gli utenti urbani Sussidi incrociati e perdita di benessere Problemi dei sussidi incrociati: 1. I sussidi comportano delle perdite alla società NEL SUO COMPLESSO 2. L’impresa regolata può applicare sussidi incrociati per evitare l’entrata nel mercato di altre imprese (=> p<MC non per scopi sociali ma per finalità strategiche) Sussidi incrociati e perdite di benessere B è il surplus dei consumatori rurali che pagano p < MC rurale CaCuFE è l’area che rappresenta la perdita di benessere per i consumatori urbani che pagano p > MC urbano Test che verifica l’esistenza di sussidi • È possibile inoltre che l’impresa applichi sussidi incrociati per evitare l’entrata nel mercato di altre imprese (=> p<MC non per scopi sociali ma per finalità strategiche) Cosa può fare il regolatore per controllare i prezzi praticati dall’impresa regolata? • Può limitare la discrezionalità dell’impresa nel definire i prezzi dei servizi, vincolando i prezzi, cioè fissando una soglia min e max entro cui l’impresa regolata può fissare il prezzo Esempio: • due servizi, 1 e 2, con prezzi di vendita p1 e p2 Soglia minima di prezzo • Consideriamo il costo incrementale per il bene 1 (cioè il costo aggiuntivo per produrre 1, quando già produco 2) che è: • Se i ricavi che derivano dalla vendita del bene 1 sono maggiori del costo incrementale sostenuto per produrlo, allora i prezzi sono liberi da sussidi (stessa cosa per il bene 2): • (se c'e' un ricarico rispetto ai costi minimi, probabilmente non c'e' sussidio) => Soglia minima: si tiene conto del costo incrementale Soglia massima di prezzo • Se i ricavi derivanti dalla vendita di un bene o servizio (y2) sono minori o uguali dello stand alone cost (che è il costo che l’impresa sostiene per produrre solo quel servizio) p2* y2 ≤ C(0, y2) allora vuol dire che l’impresa non sta sussidiando il prezzo di vendita di altri servizi. Se fosse il contrario, altre imprese potrebbero entrare. E il fatto che così non e' implicherebbe che ci sono sussidi i compratori di quel servizio non stanno sussidiando i compratori di altri servizi => Soglia massima: si tiene conto dello stand alone cost