LA TECNICA DAL VOLTO UMANO • C.1 L’insegnamento sociale della Chiesa • C.2. Il significato culturale delle tecniche • C.3 Determinismo o costruzione sociale della tecnica? • C.4 La teologia di fronte allo sviluppo tecnologico • C.5 Per un’etica della tecnica • C.6 Il profilo dell’evoluzione • C.7 Le tecniche al servizio del bene comune • C.8 Per un’etica professionale degli ingegneri • C.9 La responsabilità della Chiesa Introduzione generale • -abitudini quotidiane dipendenti dai sistemi tecnologici e da loro mediate • -alleanza della società con la scienza, con la tecnica e con l’economia: successi affascinanti • -presenza culturale delle tecn, delineano un’immagine che l’uomo ha di sé, l’uomo non può costruire un’immagine di sé a prescindere dall’immagine che si è fatto della realtà, le tecn incidono sulla nostra rappresentazione della realtà • -la tecn è vissuta come uno dei processi di liberazione dal limite, è progresso, buona perché ci libera dai molti vincoli, tocca desideri profondi: di una vita sana, società senza sofferenze. • -la possibilità può diventare legittimità? Ogni limite un ostacolo da superare? • -la risposta attraverso l’analisi della DSC radicata nel messaggio biblico c.1 • -la novità della tecnica moderna nella sua fisionomia sistemica ed epistemologica, autoreferenziale c.2 • -le teorie dominanti della tecnica e una visione simbolica della tecn come attività umana (bene-utile-dannoso) c.3 • -l’interpretazione teologica della visione simbolica, valori etici e spirituali che la rendono un servizio e non un dominio, non ripiegata su una felicità terrena c.4 • -il senso della vita si manifesta nell’azione, anche tecnol., che mira al compimento del destino umano (caratteristiche, minacce, sicurezza…) c.5 • -impatto dello sviluppo tecnologico sotto il profilo antropologico: i limiti moralmente significativi, verità del progetto umano c.6 • -impatto sotto il profilo sociopolitico: lo sviluppo tecn per quali fini? Per riformarla per il bene comune c’è bisogno di una politica democratica e sinergica c.7 • -alcune dimensioni dell’etica degli ingegneri, in particolare quella sociale c.8 • -l’interesse della chiesa è quello di far maturare una coscienza del bene che precede e rende possibile l’impresa umana, esplicita il senso trascendente dell’attività umana, contributo per la progettazione di una tecnologia dal volto umano c.9 1. L’INSEGNAMENTO SOCIALE DELLA CHIESA • 1.1. Le strutture teologiche di riferimento • 1.2. La dottrina sociale della chiesa • -la DSC interviene non sulle cose tecniche ma su ciò che ha attinenza con la morale QA n.41, con il bene dell’uomo • -la tecn frutto del lavoro dell’uomo, ambiguità per le sue finalità costruttive e distruttive • -risposta alla sfida di correlare la prospettiva della fede personale e quella della prassi sociocultur • Tre livelli di considerazione: • -il livello dei mezzi • -il livello della trasformazione della vita umana • -il livello dell’atteggiamento di base degli esseri umani verso il mondo. A questo livello soprattutto si pone la DSC 1.1. Le strutture teologiche di riferimento • 1.1.1.l’opera dell’uomo nel contesto dell’Alleanza con Dio • 1.1.2. La custodia dei beni creati • 1.1.3. La vocazione di Dio come criterio di giudizio • 1.1.4. La presenza del mysterium iniquitatis • Osservazioni conclusive 1.1. Le strutture teologiche di riferimento • -l’apporto della fede: Gesù come giudizio universale della storia umana e imperativo circa i modi di vivere le relazioni umane • - la fede plasma modelli di attività non deducibili dalla tradizione cristiana • - • -i testi biblici vanno riferiti ai problemi del loro tempo e rimangono fondamentali per noi per la dimensione di senso dello sviluppo tecnologico • -i testi biblici si pongono su diversi livelli: centro della fede e problemi storico-culturali • -i punti di entrata: emergono dall’interazione fede-cultura e aiutano a vedere come il cuore della fede illumini i problemi culturali, approccio intuitivo e creativo ma non soggettivo • -tradizione di fede e mondo storico precedono il soggetto anche se implicano il rapporto al soggetto • -alcuni punti di entrata biblici che ritornano costantemente nella DSC • -il dominium terrae alla luce della fede • denkform biblica di tipo storico: l’esperienza di Dio come salvatore o alleanza, l’opera umana è colta non in sé ma nel contesto dei gesti di Dio 1.1.1. L’opera dell’uomo nel contesto dell’Alleanza con Dio • -la vita come alleanza, come relazione personale con la sorgente • -homo faber e opera precedente di Dio, salvati dalla grazia, riconoscenti non autogiustificazione, l’opera umana è finita e bisognosa di salv • -immagine dello schiavo costretto a separarsi dal frutto della sua opera • -la signoria di Dio toglie la scissione • -il settimo giorno come senso dell’opera finita dell’uomo, il riconoscimento dell’opera di Dio dà la direzione all’opera umana • -la settimana come figura della storia, santificare il sabato significa ricevere il mondo da Dio, attraverso l’opera di Dio l’uomo può entrare nel riposo, opera che non può essere ridotta alla figura dell’opera tecnica • -l’assoggettamento della terra al bisogno umano prima che un compito è rivelazione del destino promettente della vita, “soggiogate” come benedizione o beneficio prima che comando, il comandamento come prescrizione di fiducia nella promessa di Dio, a tale fiducia la tecnica attinge i criteri del suo dispiegarsi • -alla benedizione o beneficio divino si appella Gesù quando richiama • l’evidenza della presenza di Dio per le sue creature (i gigli del campo…lettura cristiana del messaggio simbolico della natura: dono gratuito) • -primato della vita contemplativa in cui l’attività cerca il proprio senso nella fede nella promessa di Dio 1.1.2. La custodia dei beni creati • -spiritualismo e dottrina della creazione • -amministrazione dei beni donati, la terra è di Dio • -Gen 2,15 Coltivare e custodire indicano servizio cultuale, fedeltà attiva nell’osservare i comandamenti, non un fatto di mero potere ma di riconoscenza e lode • -l’opera di Dio è perfetta in quanto simbolo del dono assoluto, Dio non cerca un collaboratore per il giardino ma un destinatario a cui affidarlo come una promessa, l’uomo lo modella e trasforma, non lo sciupa né lo rapina. • -rapporto non solo tecnico ma contemplativo di accesso al senso 1.1.3. La vocazione di Dio come criterio di giudizio • -vocazione e homo faber: noi non siamo ricettacoli passivi della grazia ma chiamati all’attività responsabile, • La vocazione come criterio: la tecnologia ha da essere un’attività non unicamente materiale e non dannosa • -P dare il nome: l’impegno attivo dell’uomo che ordina le cose a immagine di Dio • -l’attività dell’homo faber in Dt 8 e Gb 28 • -la tecnica non porta necessariamente alla sapienza, ma ne porta una traccia (ne udimmo la fama), gli elementi non come potenza informe ma come presenza di un infinito senso • -il timor di Dio come abbandono di fede e come custodia dell’ordine disposto dall’origine, a questa condizione l’opera umana è un atto di sapienza • -la tecnica come atto di Sapienza, di verità e di funzione di sviluppo 1.1.4.la presenza del mysterium iniquitatis • -la tecnica come comandamento e sotto il segno del peccato • -Caino e la Torre di Babele: desiderio illimitato di vivere ma non plasmato dalla promessa di Dio, progresso ateo e prometeico, peccato come inevidenza della prossimità e premura di Dio e si esprime nella disperazione e nello sforzo frenetico per l’autorealizzazione • -mondo rinnovato e redento • Osservazioni conclusive • -la benedizione come compito e possibilità dell’opera umana che così trova un senso • -tecnica come obbedienza al Comandamento div., questo fatto muta la sua qualità intrinseca, diversamente la terra produce solo spine e cardi, la finitezza mortale diventa l’esito dell’opera umana • -comprensione realistica degli abusi del potere tecnologico 1.2. LA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA • 1.2.1. La questione industriale • 1.2.2. La società tecnologica • 1.2.3. Trasformazioni tecnologiche e valori umani 1.2.1. La questione industriale • -alla luce della visione integrale dell’uomo risposta alle trasformazioni tecnologiche • -l’interesse della chiesa per la società industriale (capitalistica, liberaldemocratica, tecnologica), in quanto plasma la vita umana, aspetto strutturale e aspetto sovrastrutturale • - RN: la tecnica cambia il sistema sociale: proletariato, liberalismo e marxismo • Rerum Novarum • -capacità interpretativa limitata: trascura l’apparato di struttura, le funzioni del capitale finanziario, ribadisce forme di produzione precapitalistica, sovrastima del ruolo dello stato, non approfondisce i limiti della concorrenza • -spunti lungimiranti e realistici alla luce di una visione antropologica coerente: centralità del lavoro, non assolutizza gli effetti negativi dei cambiamenti tecnologici • Non separa capitale e lavoro, riconoscimento esplicito delle differenze sociali • -neno analisi approfondita rispetto a Marx ma una visione più generale che non si cristallizza su una forma di divisione del lavoro, funzione sociale della proprietà • -formula una visione degli effetti del cambiamento tecnologico più equilibrata e in grado di resistere Pio XII • -progresso tecnico e pericolo di spersonalizzazione anche se accresce la produttività • -spirito tecnico contrapposto ai valori umani senza l’analisi del processo storico sociale • -concezione escatologica del destino dell’uomo, nessun valore va divinizzato • -la superstizione: l’organizzazione pensata come modello generale, tecnicismo del pensiero sociale e difetto di solidarietà morale tra gli uomini • -le istituzioni (famiglia stato proprietà privata) minacciate dal progresso tecnico, malsana spersonalizzazione, prodotta dall’esasperazione della divisione dei compiti • -erosione della solidarietà o coscienza di appartenere ad una comunità • -interesse per le enormi possibilità e desiderio di approfondire il significato umano del lavoro • Sintesi: -accettazione delle trasformazioni tecnologiche come un fatto ma con una certa riserva • -le conseguenze negative devono essere superate a livello istituzionale • -impegno per un nuovo consenso morale e religioso messo in pericolo 1.2.2. La società tecnologica • -influenza non solo su una classe sociale ma su tutta la società • PT: metodo del discernimento, la tecnica come fattore di socializzazione o moltiplicazione dei rapporti nella convivenza • -vantaggi materiali, pericoli per il raggio della libertà, rimedi nei corpi intermedi • -di fronte ad un ordine temporale che prescinde da Dio. è necessaria una nuova cultura morale dei valori spirituali • GS: atteggiamento positivo e coscienza dei gravi problemi sociali (nuove forme di manipolazione, di dipendenza e di divisione) • -teologia del progresso: valutazione etica positiva, primato cosmico dell’uomo come criterio, ambiguità del progresso in prospettiva storico-ermeneutica, indeterminata l’importanza del progr per il Regno di Dio, ricerca di equilibrio tra progr tecn e valori umani • -la peggiore inumanità: perdita di contatto che le realtà divine • PP: mette in guardia di fronte all’ottimismo verso le trasformaz tecn degli anni 60, pericolo di sganciamento dal contesto culturale dello sviluppo • -sviluppo integrale, che deve guidare la tecnica • -nuove categorie concettuali: storicità e creatività, la natura umana come compito più che come ordine naturale, immagine biblica dell’uomo come ispirazione ultima • OA: discernimento e perplessità sui risvolti sociali: i rischi dell’urbanesimo, dei mass media, dell’ambiente • -declino delle ideologie e nuovo positivismo: la tecnica generalizzata come forma dominante di attività, l’uomo come puro oggetto, l’isolamento metodologico dei comportamenti umani, l’assolutezza dei dati parziali, imposizione di modelli sociali • -le scienze rimangono indispensabili e insufficienti 1.2.3. Trasformazioni tecnologiche e valori umani • Govanni Paolo II analizza le tecn in termini di autentico umanesimo. Segni di grandezza: rendono la vita più umana? • E inquietudini circa la ricerca, l’antropologia e i criteri di giudizio DV, rischio dello scientismo, del potere demiurgico FR • LE: tecnica come alleata del lavoro e avversaria o minaccia • -dominio come custodia del giardino e tutela della dignità um dal diventare serva delle cose, attività soggettiva a immagine di Dio, nessun prometeismo, ma l’immagine o persona capace di agire respons • SRS: apprezzamento della tecnica nella prospettiva personalistica, non nella prospettiva dello sviluppo puramente economico • -essere e avere in funzione dell’essere, gerarchia di valori come orientamento di ogni progettazione • -senso della tecnica: funzione disvelativa di tutta la potenza delle cose e della loro connessione, e custode dei ritmi e relazioni naturali, stili di vita improntati all’essere • CA: recuperare la dimensione umana e sociale della t.: la speranza cristiana valorizza la progettualità tecnica, l’enfasi sulla dimensione morale e spirituale della dignità del lavoro trova corrispondenza nell’innovazione tecnologica basata sulla conoscenza e valorizzazione dell’uomo • -esigenza di formazione e di organi internazionali di controllo perché le conseguenze non siano contro le culture deboli • -Caritas in veritate • Cap.VI Lo sviluppo e la tecnica • -prometeismo, legge naturale, il bene che ci precede n.68 • -t. come aspetto oggettivo dell’agire umano, manifesta le aspirazioni um.69 • -potere ideologico della t. che rinchiude l’uomo nell’orizzonte tecnocrat., lo sviluppo non è primariam nel fare, etica d. tecnica 70 • -deviazioni d. tecn. dall’alveo umanist. • -nella tecnicizzazione dello sviluppo 71 • - della pace 72 • -dei mass media 73 • -della bioetica 74 • La questione sociale come questione antropologica, la coscienza incapace di riconoscere l’umano nella cultura dell’assolutismo della tecnica 75 • -lo spirito tecnicistico tratta la vita interiore solo da un punto di vista psicologico, lo sviluppo dell’uomo comprende una crescita spirituale 76 • -l’assolutismo della t. tende a rendere incapaci di percepire gli aspetti immateriali e spirituali della vita • -intravedere nello sviluppo un oltre che la tecnica non può dare n.77 Osservazioni conclusive • -la prospettiva morale è conseguente ad una antropologia integrale immagine di Dio • -per una razionalità aperta al trascendente, gli interrogativi fondamentali che la tecnica pone si aprono al mistero del divino nell’umano, la cultura scientifica non si oppone alla cultura umanistica e • -la tecnica come attività umana deve essere soggetta alle regole dell’etica • -due livelli di intervento della Chiesa: la valutazione dei valori promossi o mortificati dalla tecn e valutazione degli apparati tecn alla luce delle esigenze etiche • -appello alla coscienza mirando al consenso sociale, formazione della coscienza • -diversi gradi di concretezza e di autorevolezza, appello alla libertà concreta del soggetto: • mutevolezza delle situazioni, eterogeneità dei destinatari portano a responsabilizzare il luogo del discernimento morale: la DSC, alla luce dell’antropologia contribuire all’individuazione di una tecnologia dal volto umano • -e a cogliere il senso dell’attività tecnica • - non offre un prontuario delle regole del gioco per contribuire alla mediazione culturale della fede nella società tecnologica