MINISTERO DEI BENI DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
SOPRINTENDENZA SPECIALE PER I BENI ARCHEOLOGICI DI ROMA
Comunicato stampa
SCRITTO NELLE OSSA
VIVERE, AMMALARSI E CURARSI A ROMA IN ETA' IMPERIALE
La società romana rivelata dall'esame in laboratorio di 1361 scheletri
Una calotta cranica piccola, integra, che presenta sei vistosi avvallamenti. Come per ciascuno dei
1361 individui studiati in laboratorio per la mostra SCRITTO NELLE OSSA, l'antropologa Paola
Catalano, con i suoi colleghi, ne ha identificato età, sesso e
malattie. E' il cranio di una donna, sepolta nel suburbio di Roma
18 secoli fa, la vittima di un'aggressione molto violenta che
sembra descrivere una società antica così simile - almeno nei
vizi - a quella contemporanea.
E' solo uno dei racconti scritti nelle ossa e letti dall’antropologia
e dalla paleopatologia, discipline che studiano le condizioni di
vita e le malattie del passato e rivelano l'interazione fra
ambiente naturale e ambiente culturale del tempo, offrendo
spunti per comprendere le linee fondamentali delle società scomparse. Per questo i dati forniti dalle
analisi paleopatologiche - svolte dalla Soprintendenza in collaborazione con la Divisione di
Paleopatologia, Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina
dell’Università di Pisa e con la Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia - vengono integrati
con quelli delle fonti storico-mediche sul decorso delle malattie e dei trattamenti terapeutici,
compito svolto egregiamente dalla Sezione di Storia della Medicina Molecolare del Dipartimento di
Medicina Sperimentale di “Sapienza” Università di Roma.
I materiali in mostra provengono da 6 sepolcreti rinvenuti in scavi di archeologia preventiva, tutti
situati nella periferia della città capitale dell'impero. Il campione scelto dal Servizio di Antropologia
della Soprintendenza speciale per i beni archeologi di Roma è costituito da soggetti inumati, in uno
stato di conservazione consono alla determinazione del sesso e dell'età della morte - secondo
metodologie riconosciute dalla comunità internazionale degli studiosi. Le necropoli presentano
individui con un'aspettativa di vita alla nascita tra i 27 e i 49 anni, anche se persiste un'ampia quota
di decessi prima dei 6 anni. Chi sopravvive raggiunge una statura media di 156 centimetri, le
femmine, e 167 i maschi. Ma non mancavano nani e giganti, come sottolinea la teca che confronta
tibie e omeri di tre uomini.
Un video accoglie i visitatori e illustra
le operazioni che si svolgono, sullo
scavo e in laboratorio, in seguito al
rinvenimento di una sepoltura antica.
Il percorso di visita di SCRITTO
NELLE OSSA "riesce a spiegare bene
l'importanza dello studio dello
scheletro, - spiega Paola Catalano che è capace di svelare, oltre al sesso e
all'età che sono alla base delle ricerche
demografiche, le abitudini alimentari e gli indizi degli stress occupazionali: le rotule levigate
rinvenute nel sepolcreto di Casal Bertone sono quelle di persone che hanno trascorso accovacciate
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gran parte della giornata lavorativa, che facevano forse parte di una comunità dedita a lavori usuranti
nella vicina fullonica (tintoria/lavanderia). Mentre la notevole incidenza di rimodellazioni delle
clavicole, dovute a carichi di lavoro, suggerisce l'impiego di gran parte degli inumati a Castel
Malnome come manodopera nelle adiacenti saline".
Pannelli e reperti in mostra illustrano anche la terapia nel mondo antico, come si curavano le
patologie, in particolare quelle a carico delle ossa e della cavità orale. Le fonti scritte tramandano la
ricetta del dentifricium - ossa tritate, gusci d'uova e conchiglie marine bruciate, mescolate con miele
e ridotto in polvere; attestato da Ovidio e Celso è anche il ricorso alle protesi, come quella in oro,
rinvenuta nella necropoli Collatina con tutta la mandibola. Al di fuori degli interventi odontoiatrici e
della riduzione delle fratture, assai limitato era l'intervento della medicina, legata ancora ai principi
fissati da Ippocrate (V-IV a.C.) secondo il quale il corpo sarebbe un organismo cavo pervaso di
umori (sangue-flegma-bile gialla-bile nera) che rappresentano gli elementi vitali primari e
corrispondono agli elementi costitutivi della natura (aria-acqua-fuoco-terra; caldo-freddo-seccoumido).
Grazie al contributo del museo di Storia della Medicina de La Sapienza, i visitatori potranno
comunque osservare anche gli strumenti del medico romano: spatole, bisturi e cucchiaini, accanto a
leve per ridurre le fratture, cauteri per
bruciare parti malate, trapani e tenaglie, un
minaccioso armamentario che rendeva
indispensabile l'anestesia del paziente,
ottenuta ubriacandolo o con dosi di pozioni
vegetali, alle volte letali.
GRATUITA E CON CATALOGO IN
OMAGGIO
Ospitata dal Museo della Via Ostiense, nei
suggestivi locali delle mura aureliane, la
mostra apre gratuitamente dal 19 dicembre al
30 aprile 2014 (via Raffaele Persichetti, n. 3 dal martedì alla domenica dalle ore 9.00 alle
13.30). Il catalogo, in omaggio ai visitatori,
propone un compendio di nozioni utili per
comprendere gli strumenti della bioarcheologia, un complesso di discipline che mettono in luce lo stile di vita e le condizioni di salute
delle popolazioni antiche. Vengono spiegate le tecniche della paleodemografia e dell'osteometria; e
le analisi biomolecolari - in corso di realizzazione presso il Dipartimento di Biologia dell’Università
degli Studi di Roma Tor Vergata - che misurano il rapporto degli isotopi stabili del carbonio e
dell’azoto contenuti nel collagene presente nelle ossa, grazie ai quali si identifica la dieta,
distinguendo tra provenienza marina o terrestre del cibo. La pubblicazione si chiude illustrando i
rituali funebri, riconducibili alle pratiche dell'incinerazione e dell'inumazione.
allegato: catalogo SCRITTO NELLE OSSA
segue: SCHEDA - LE SEI NECROPOLI CONSIDERATE
Roma 17 dicembre 2013
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SCHEDA - LE SEI NECROPOLI CONSIDERATE
Partecipando all’attività di tutela territoriale condotta dalla Soprintendenza Speciale per i Beni
Archeologici di Roma, il Servizio di Antropologia ha registrato negli anni un’enorme quantità di
dati, tutti potenzialmente utilizzabili per ricostruire la storia biologica della società romana, in
particolare di età imperiale.
I sei siti sono stati selezionati in base non solo alla consistenza numerica, ma anche alle peculiarità
dei contesti, che hanno consentito di formulare ipotesi attendibili sulle diverse economie di
sussistenza delle popolazioni di riferimento.
In particolare: all’estrema periferia orientale, lungo la Via Prenestina Polense, è di notevole
interesse quanto riscontrato nel sito di Quarto Cappello del Prete, situato non lontano dall’antica
città di Gabii (Archeologo responsabile Stefano Musco). Procedendo verso il centro urbano, si
trovano la grande necropoli Collatina (che si estende tra Via della Serenissima e Via Basiliano,
presso l’antico tracciato della Via Collatina - Archeologi responsabili Stefano Musco e Anna
Buccellato) e, a circa Km 1,5 da Porta Maggiore, il complesso funerario indagato nel quartiere di
Casal Bertone, tra le vie Tiburtina e Prenestina, adiacente ad una struttura produttiva pertinente ad
una fullonica (Archeologo responsabile Stefano Musco). Lungo la Via Tuscolana, nelle immediate
vicinanze della Villa dei Settebassi, è situato l’insieme funerario di Osteria del Curato (Archeologo
responsabile Roberto Egidi). A Sud si trova il sepolcreto di Via Padre Semeria, una traversa di Via
Cristoforo Colombo, in prossimità del tratto meridionale delle Mura Aureliane (Archeologo
responsabile Rita Paris). Infine, a Sud-Ovest, poco distante da Ostia Antica (Zona Ponte Galeria), su
un’area collinare sabbiosa è stata portata alla luce la necropoli di Castel Malnome (Archeologo
responsabile Laura Cianfriglia).
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