GIACOMO COCCOLINI RTM (2012)175, 517-520 Insieme nell’arca. Per un’etica della relazione tra uomo e animali Il fatto che la «questione animale» sia diventata, in questi anni, centrale tanto nell’opinione pubblica che nel dibattito culturale, ha comportato la necessità di elaborare una riflessione sistematica sugli animali dal punto di vista etico-teologico. Il volume Insieme nell’arca. Per un’etica della relazione tra uomo e animali,1 pubblicato nella collana Itinerari etici, diretta da Francesco Compagnoni e Vincenzo Viva, per l’editrice Città Nuova, presenta le coordinate essenziali di una rinnovata etica della relazione tra l’essere umano e gli animali. LA STRUTTURA DELL’ OPERA Il volume assolve a questo compito in tre momenti distinti e collegati. Il primo, di carattere prevalentemente storico-critico, riassume i diversi modi attraverso i quali, in Occidente, è stata pensata la relazione tra l’essere umano e gli animali (questione antropologica). Privilegiando un approccio storico-filosofico, il primo capitolo tratteggia il racconto di questa relazione, cogliendo i nuclei concettuali di fondo che, dal mito alla nostra contemporaneità, l’hanno contraddistinta. L’importanza di tale prospettiva risiede Giacomo Coccolini, docente di filosofia della religione e di antropologia ed etica della relazione all’Issr di Bologna (Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna). 1 G. COCCOLINI, Insieme nell’arca. Per un’etica della relazione tra uomo e animali, Città Nuova, Roma 2012. 517 nel fatto che una conoscenza non ancora del tutto adeguata, da parte della filosofia e della teologia, di tale complessa ma fondamentale relazione, rischia di consegnare la «questione animale» alla sola riflessione scientifica, mentre la posta in gioco è soprattutto di ordine filosofico e teologico. Il secondo momento, di carattere prevalentemente etico-teologico, indica le condizioni di possibilità di un’etica teologica nella quale la dignità dell’animale sia salvaguardata entro un contesto di creazione (questione etico-teologica). È soprattutto nel secondo capitolo che sono descritte le linee etiche di orientamento basilari che un’antropologia autenticamente cristiana è chiamata ad assumere, per rispondere alla domanda cruciale da più parti avvertita: la religione ebraico-cristiana è una delle matrici di fondo della violenza perpetrata nei confronti degli animali, o legittima invece l’elaborazione di un’etica e di una pratica di non violenza verso queste creature? Oltre a riassumere le affermazioni salienti delle tradizioni bibliche sugli animali, sono proposti i concetti teologici fondamentali a partire dai quali si può realizzare un’etica cristiana verso gli animali: la dignità delle creature; l’alleanza; la responsabilità e la generosità morale. Sono menzionate, pertanto, le posizioni delle Chiese cristiane verso gli animali, i modi attraverso i quali alcune grandi religioni mondiali li considerano e alcune esperienze teologiche particolarmente significative che, in questi ultimi anni, si stanno battendo per la nascita di una vera e propria «teologia animale». Nella terza parte, si collega la riflessione etico-teologico ad alcune problematiche odierne, che riguardano profondamente la «questione animale». La coscienza degli animali, il problema dello specismo e dell’antispecismo, i diritti degli animali, la cura del benessere e della qualità della vita degli animali, il veganismo e il vegetarianesimo, sono alcuni dei temi che, in questi ultimi anni, interrogano profondamente la riflessione etico-teologica. È su tali questioni che il terzo capitolo prevede un breve vademecum per un’etica della relazione tra l’essere umano e gli animali. Ritengo che la teologia sia chiamata a offrire elementi di riflessione e di orientamento agli uomini e alle donne di buona volontà, credenti o meno, per condurli a vivere un rapporto cristianamente autentico con la totalità dell’ambito creaturale e, in par518 ticolare, con gli animali. In tale senso, anche il dialogo con le altre religioni può essere di aiuto nell’inquadrare la problematica in modo maggiormente attento al dialogo tra le culture, atteggiamento che merita di diventare parte integrante di una prassi di vita sempre più cristianamente orientata. IL PROBLEMA TEOLOGICO DEGLI ANIMALI Se è vero – come ha ultimamente affermato il teologo tedesco R. Hagencord – che «il mondo degli animali, per la teologia cristiana occidentale, è una “terra incognita”» non ancora del tutto sondata, resta ancora valido ciò che ha detto san Tommaso nella Summa contra Gentiles, e cioè che «gli errori circa le creature talora allontanano dalla fede, perché sono incompatibili con la vera conoscenza di Dio». Quello che mi pare si possa notare al riguardo è che – come ricorda la Gaudium et spes (n. 19) – non soltanto una non corretta concezione di Dio può portare l’essere umano ad abbracciare concezioni ateistiche della vita, ma anche un’errata concezione della creatura e delle creature può allontanare dalla fede nel creatore, in quanto molti nostri contemporanei esaltano così tanto l’animale da indebolire quasi del tutto la fede in Dio. In altre parole, sembrano più inclini ad affermare l’importanza dell’animale che a riconoscere l’essere umano e il suo creatore. Il fatto che la «questione animale» sia diventata la problematica a partire dalla quale molte donne e uomini del nostro tempo prendono congedo dal cristianesimo segnala quindi un problema che, come si è detto precedentemente, non può essere lasciato in mano al solo sapere scientifico. Questo, senza dubbio, ha la sua ragione d’essere, ma va colto come una sfida che il sapere secolare e post-metafisico lancia alla riflessione teologica. Il problema, quindi, che si è delineato riguarda la necessità di un ripensamento autenticamente teologico dell’ordo omnium creaturarum. In questo, l’essere umano – secondo la rivelazione cristiana – è quell’essere incaricato da Dio del «dominium terrae» (Gen 1,28ss), l’esercizio del quale lo pone certamente al di sopra della natura e degli animali, ma non a loro contrapposto. 519 UN PROBLEMA APERTO Vorrei, infine, segnalare un problema che si è evidenziato nelle riflessioni presentate in questo volume. A un’analisi attenta della relazione tra gli esseri umani e gli animali nel corso della storia da un punto di vista antropologico, non sfugge come questa si sia profondamente trasformata soprattutto in questi ultimi secoli. Se la storia umana ha conosciuto un lungo periodo nel quale c’è stata tra esseri umani e animali una profonda comunanza di vita, sia intellettuale sia pratica, oggi con l’avvento dell’industrializzazione e della tecnicizzazione del mondo gli animali si sono trasformati – sono parole di Th. Macho – in «portatori di sintomi e proiezioni, che vengono, in caso di fallimento, semplicemente buttati via, abbandonati o “addormentati”». Cosa comporta la perdita delle relazioni degli esseri umani con questi compagni di viaggio, che sono ormai quasi del tutto ridotti a merce e cibo? Se già F. Nietzsche, nel XIX secolo, aveva potuto dire che l’essere umano è una corda tesa tra l’animale e il superuomo, il fatto che l’esperienza dell’individuo della tarda modernità si sia connotata come una netta presa di congedo (almeno nelle intenzioni) dall’animale e dall’animalità, lo ha allontanato da un rapporto essenziale nell’ambito creaturale, portandolo a privilegiare tipologie relazionali tendenzialmente superumane o, per meglio dire, postumane. Quello che vorrei segnalare, anche a costo di essere troppo sintetico, è che nella storia recente l’essere umano pare avere privilegiato le relazioni con le macchine – ecco l’ambito superumano o postumano – trascurando un rapporto per lui essenziale: quello con gli animali. È il rapporto con le macchine che oggi contribuisce a costruire l’identità, personale e sociale, delle persone – si pensi, ad es., ai social network e a Internet – e questo è stato reso possibile dall’avvento della tecnica su scala planetaria e, per converso, dall’oblio sempre più forte dell’ordine naturale, nel quale la natura e gli animali hanno un loro significato profondo. Il nesso tra l’essere umano, l’animale e la macchina è sicuramente molto significativo: la riflessione etico-teologica può offrire elementi e spunti di riflessione, capaci di orientare il presente e il futuro. 520