QUANTA Lite® LKM-1 ELISA 708745 Per uso diagnostico In Vitro Complessità CLIA: elevata Finalità d’uso QUANTA Lite® LKM-1 è un saggio di immunoassorbimento enzimatico (ELISA) per il rilevamento semi-qualitativo degli anticorpi anti LKM-1 nel siero umano. La presenza degli anticorpi anti LKM-1 può essere utilizzata assieme ai riscontri clinici e ad altre analisi di laboratorio come ausilio nella diagnosi di epatite autoimmune di tipo 2. Riassunto e Spiegazione del test L’epatite autoimmune (EAI) è una malattia eterogenea d’eziologia ignota.1 L’epatite autoimmune di tipo 1 (EAI lupoide) è il tipo più comune di EAI ed è caratterizzata dalla reattività agli antigeni nucleari (ANA), del muscolo liscio (Smooth Muscle Antigens, SMA) ed alla actina. L’epatite autoimmune di tipo 2 (EAI-2) è caratterizzata dalla presenza di anticorpi diretti verso i microsomi epatici e renali (LKM-1) rilevati in sezioni di tessuto epatico e renale di roditore tramite immunoflourescenza indiretta. La reattività LKM-1 è caratterizzata dalla colorazione del citoplasma degli epatociti e del tubulo prossimale (non del distale). I pazienti affetti da epatite autoimmune di tipo 2a sono in genere giovani donne con una forma grave della malattia, con livelli bassi di IgA, con buona risposta alla terapia immunosoppressiva e negative al virus dell’epatite C (HCV).1,2 L’antigene bersaglio principale degli anticorpi LKM-1 è stato identificato come il citocromo P450 2D6, una proteina microsomiale che si trova nel reticolo endoplasmatico.3-6 Gli anticorpi LKM-1 si sono riscontrati in una percentuale dei pazienti con infezione cronica da HCV che va fino all’8%.2,3,7-9 Gli epitopi riconosciuti dai sieri prelevati da pazienti con HCV sono differenti da quelli riconosciuti dai sieri EAI-2 e potrebbero essere autoanticorpi prodotti durante il decorso della infezione cronica da HCV piuttosto che da una vera EAI-2.6,7,10,11 Normalmente i pazienti positivi sia al HCV che al LKM-1 sono di età più elevata, spesso uomini, e generalmente presentano livelli più bassi di anticorpi LKM-1 rispetto ai pazienti affetti da EAI-2a.1,2 I pazienti positivi sia all’HCV che all’LKM-1 creano una situazione molto difficile per i medici, dato che la terapia per l’HCV e quella per la EAI-2 sono drasticamente differenti.9,11,12 Oltre agli anticorpi LKM-1 sono stati identificati anche anticorpi diretti verso il citocromo P450 2C9 (LKM-2) associato alla epatite indotta dall’acido tienilico, ed anticorpi verso l’uridin difosfato glucoronosil transferasi (LKM-3) che è stata associata alla epatite D.3 In alcuni pazienti affetti da EAI e negativi ad altri autoanticorpi sembra siano stati rilevati anticorpi all’antigene solubile epatico (SLA) o all’antigene epato-pancreatico (LP), prospettando l’ipotesi di un altro sottogruppo della EAI.1 Principio della Metodica L’antigene intero umano ricombinante parzialmente purificato del citocromo P450 2D6 è adsorbito sulla parete dei pozzetti di una piastra in polistirene in una maniera che conserva l’antigene nel suo stato originale. I controlli prediluiti ed i sieri diluiti dei pazienti vengono distribuiti nei pozzetti corrispondenti, consentendo agli anticorpi anti-LKM1 eventualmente presenti di legarsi all’antigene adsorbito. L’eccesso di campione non legato viene allontanato mediante il lavaggio e successivamente si aggiunge a ciascun pozzetto un anticorpo anti-IgG umane marcato con un enzima. Una seconda incubazione consente agli anticorpi anti-IgG umane marcati con l’enzima di legarsi agli anticorpi del paziente che si sono eventualmente legati alla parete dei pozzetti. Dopo ulteriore lavaggio per allontanare l’eccesso di anticorpi anti-IgG umane marcati con l’enzima, l’attività dell’enzima rimasto viene misurata aggiungendo un substrato cromogenico e misurando l’intensità del colore che si sviluppa. Il test può essere letto mediante uno spettrofotometro ed interpretato confrontando l’intensità del colore che si sviluppa nei pozzetti dei campioni con quella dei pozzetti dei controlli. Reagenti 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Piastra microtiter ELISA in polistirene adsorbita con l’antigene intero umano ricombinante parzialmente purificato del citocromo P450 2D6 (12-1 x 8 pozzetti), con supporto, in busta chiusa contenente materiale essicante Controllo ELISA Negativo, 1 flacone di tampone contenente conservante e siero umano senza anticorpi umani anti-LKM-1, prediluito, 1,2mL Controllo ELISA fortemente positivo per LKM-1, 1 flacone di tampone contenente conservante ed anticorpi a ricombinante del citocromo P450 2D6, prediluito, 1,2mL Controllo ELISA debolmente positivo per LKM-1, 1 flacone di tampone contenente conservante ed anticorpi a ricombinante del citocromo P450 2D6, prediluito, 1,2mL Diluente per campioni HRP, 1 flacone – di colore rosa contenente soluzione fisiologica tamponata con Tris, Tween 20, stabilizzatori delle proteine e conservante, 50mL Soluzione di lavaggio HRP Concentrata, 1 flacone di soluzione concentrata 40x – di colore rosso contenente soluzione fisiologica tamponata con Tris e Tween 20, 25mL. Vedi la Sezione Metodi per le istruzioni sulla diluizione. Coniugato HRP IgG, (montone), anti-IgG umane, 1 flacone – di colore blu contenente tampone, stabilizzatori delle proteine e conservante, 10mL Cromogeno TMB, 1 flacone contenente stabilizzatori, 10mL Soluzione di arresto HRP, Acido solforico 0,344M, 1 flacone – incolore, 10mL Avvertenze 1. 2. ATTENZIONE: Questo prodotto contiene un composto chimico (cloramfenicolo allo 0,02%) nel diluente per i campioni, nei controlli e nel coniugato, noto allo Stato della California come causa di tumori. Tutte le fonti umane di materiali usati nella preparazione dei controlli per questo prodotto sono state testate e sono risultate negative per la presenza di anticorpi anti-HIV, per HBsAg e per anticorpi anti-HCV mediante metodi approvati dall’FDA. Tuttavia nessun test offre la certezza completa dell’assenza di HIV, HBV, HCV o di altri agenti infettivi. Pertanto, i Controlli ELISA fortemente positivo LKM-1, ELISA debolmente positivo LKM-1 ed ELISA Negativo devono essere maneggiati come materiali potenzialmente infettivi.13 1 3. 4. 5. 6. 7. 8. La sodio azide è usata come conservante. La sodio azide è un veleno e può essere tossica se ingerita o assorbita attraverso la cute o gli occhi. La sodio azide può reagire con le tubature di piombo o rame formando azidi metalliche potenzialmente esplosive. Lasciar scorrere grandi quantità di acqua, se si usa un lavandino per eliminare i reagenti, per prevenire la formazione di azidi. Il Coniugato HRP contiene un composto chimico velenoso/corrosivo, che può essere tossico se ingerito. Per prevenire possibili ustioni chimiche, evitare il contatto con la cute e con gli occhi. Il Cromogeno TMB contiene un irritante, che può essere dannoso se inalato, ingerito o assorbito attraverso la cute. Per prevenire lesioni, evitare l’inalazione, l’ingestione o il contatto con la cute e con gli occhi. La Soluzione di arresto HRP è costituita da una soluzione di acido solforico diluito. Evitare l’esposizione a basi, metalli o altri composti che possono reagire con gli acidi. L’acido solforico è velenoso e corrosivo e può essere tossico se ingerito. Per prevenire possibili ustioni chimiche, evitare il contatto con la cute e con gli occhi. Usare appropriati indumenti personali protettivi mentre si lavora con i reagenti forniti. I reagenti eventualmente rovesciati devono essere rimossi immediatamente. Seguire tutte le normative vigenti in materia di eliminazione dei residui di natura chimica. Precauzioni 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Questo prodotto è stato messo a punto per l’uso diagnostico In Vitro. La sostituzione di componenti diversi da quelli forniti nel kit può causare risultati non attendibili. Un lavaggio incompleto o non accurato e l’insufficiente aspirazione del liquido dai pozzetti ELISA può causare una scarsa precisione e/o un’elevato background. L’adattamento di questo test all’uso con apparecchiature automatiche e altri dispositivi per trattamento dei campioni liquidi, in toto o in parte, può causare differenze nei risultati rispetto a quelli ottenuti mediante la procedura manuale. E’ responsabilità di ciascun Laboratorio confermare che le procedure automatizzate utilizzate diano risultati entro limiti di accettabilità. Una serie di fattori influenza le prestazioni del test. Essi comprendono l’iniziale temperatura dei reagenti, la temperatura dell’ambiente, l’accuratezza e la riproducibilità della tecnica di pipettamento, la scrupolosità delle operazioni di lavaggio e di aspirazione del liquido dai pozzetti delle piastre ELISA, il tipo di spettrofotometro usato per leggere i risultati e la lunghezza dei tempi di incubazione durante l’esecuzione del test. Bisogna prestare molta attenzione alla costanza per ottenere risultati accurati e riproducibili. Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle istruzioni fornite. Una chiusura incompleta della busta richiudibile contenente le strisce di pozzetti ed il materiale essicante causa la degradazione dell’antigene ed una scarsa precisione nei risultati. Valori di assorbanza inaccettabilmente bassi possono essere osservati dopo aver usato due o più volte lo stesso flacone di coniugato HRP per un certo periodo di tempo. E’ importante seguire attentamente le istruzioni fornite per il trattamento del coniugato HRP per evitare tale inconveniente. Un’eventuale contaminazione chimica del coniugato HRP può essere conseguenza di una impropria pulizia o risciacquo di apparecchi o di strumenti. Residui di comuni reagenti chimici di laboratorio quali formalina, candeggina, etanolo o detergenti causano la degradazione nel tempo del coniugato HRP. Risciacquare molto accuratamente tutti gli apparecchi e gli strumenti dopo l’uso di detergenti chimici. Condizioni di conservazione 1. 2. 3. Conservare tutti i reagenti del kit a 2-8°C. Non congelare. I reagenti sono stabili fino alla data di scadenza se conservati e trattati seguendo le istruzioni fornite. Le strisce di pozzetti non utilizzate devono essere rimesse immediatamente nella busta richiudibile contenente il materiale essicante e conservate nella busta ben chiusa a 2-8°C. Il tampone di lavaggio diluito è stabile per 1 settimana a 2-8°C. Raccolta dei campioni Questa tecnica deve essere usata con un campione di siero. L’aggiunta al campione di sodio azide o di altri conservanti può influenzare in modo negativo i risultati. Campioni con segni di contaminazione microbica, trattati con calore o contenenti particelle visibili non dovrebbero essere usati. Si dovrebbe evitare anche l’uso di sieri fortemente emolizzati o lipemici. Dopo il prelievo, il siero dovrebbe essere separato dal coagulo. Il Documento H18-A2 dell’CLSI (NCCLS) raccomanda le seguenti condizioni di conservazione per i campioni: 1) Conservare i campioni a temperatura ambiente per non più di 8 ore. 2) Se il test non può essere eseguito entro 8 ore, conservare i campioni in frigorifero a 2-8°C. 3) Se il test non può essere eseguito entro 48 ore, oppure per la spedizione dei campioni, congelare a ≤20°C. I campioni congelati devono essere mescolati bene dopo lo scongelamento e prima di essere testati. Procedura Materiali forniti 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Piastra microtiter ELISA LKM-1 (12-1 x 8 pozzetti), con supporto 1,2mL Controllo ELISA Negativo prediluito 1,2mL Controllo ELISA debolmente positivo LKM-1 prediluito 1,2mL Controllo ELISA fortemente positivo LKM-1 prediluito 50mL Diluente per campioni HRP 25mL Soluzione di lavaggio HRP concentrata, 40x concentrata 10mL Coniugato HRP IgG, (montone), anti-IgG umane 10mL Cromogeno TMB 10mL Soluzione di arresto HRP, 0,344M Acido solforico 2 Materiali richiesti ma non forniti Micropipette in grado di erogare volume di 5, 100, 200-300 e 500µL Puntali monouso per micropipette Provette per la diluizione dei sieri, volume 4mL Acqua distillata o deionizzata Beuta da 1L per diluite la Soluzione di lavaggio HRP concentrata Lettore per piastre ELISA in grado di leggere a 450nm (e 620nm per le letture a doppia lunghezza d’onda) Metodica Prima di incominciare 1. 2. 3. 4. Portare tutti i reagenti ed i campioni a temperatura ambiente (20-26oC) e mescolarli bene. Diluire la Soluzione di lavaggio HRP concentrata 1:40 aggiungendo il contenuto del flacone fornito con il kit a 975mL di acqua distillata o deionizzata. Se non si usa l’intera piastra in una sola volta, si può preparare una minore quantità di soluzione di lavaggio aggiungendo 2,0mL di concentrato a 78mL di acqua distillata o deionizzata ogni 16 pozzetti utilizzati. La soluzione di lavaggio diluita è stabile per 1 settimana a 2-8oC. Preparare una diluizione 1:101 di ciascun campione da testare aggiungendo 5µL di siero a 500µL di Diluente per campioni HRP. I campioni diluiti devono essere testati entro 8 ore dalla preparazione. NON DILUIRE i Controllo ELISA debolmente positivo LKM-1, Controllo ELISA fortemente positivo LKM-1 ed Controllo ELISA Negativo. La determinazione della presenza o dell’assenza di LKM-1 usando unità arbitrarie richiede due pozzetti per ciascuno dei tre controlli ed uno o due pozzetti per ciascun campione clinico. Si raccomanda di testare i campioni in duplicato. Esecuzione del test 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. TUTTI I REAGENTI DEVONO ESSERE PORTATI A TEMPERATURA AMBIENTE (20-26°C) PRIMA DI INIZIARE IL TEST. Posizionare i pozzetti/le strisce necessarie nel supporto. Rimettere immediatamente la strisce inutilizzate nella busta contenente il materiale essicante e sigillarla bene per minimizzare l’esposizione all’umidità ambientale. Distribuire 100µL dei Controlli ELISA debolmente positivo LKM-1, ELISA fortemente positivo LKM-1 ed ELISA Negativo prediluiti e dei sieri diluiti nei rispettivi pozzetti. Coprire i pozzetti ed incubare per 30 minuti a temperatura ambiente su una superficie piana. Il tempo di incubazione inizia dopo l’aggiunta dell’ultimo campione. Lavaggio: Aspirare completamente il contenuto di ciascun pozzetto. Distribuire 200-300µL di soluzione di lavaggio HRP diluita in tutti i pozzetti e quindi aspirarla. Ripetere questa operazione per altre due volte, per un totale di tre lavaggi. Dopo l’ultimo lavaggio capovolgere la piastra e scuoterla fermamente su tovaglioli di carta assorbente per rimuovere eventuali residui di liquido. E’ importante vuotare completamente ciascun pozzetto dopo ciascun lavaggio. Per l’aspirazione mantenere la stessa sequenza usata per l’aggiunta dei campioni. Distribuire 100µL di Coniugato HRP IgG in ciascun pozzetto. Il coniugato dovrebbe essere prelevato dal flacone mediante tecniche sterili. Prelevare dal flacone solo la quantità di coniugato necessaria per l’esecuzione del test. PER EVITARE POSSIBILI CONTAMINAZIONI MICROBICHE E/O CHIMICHE, NON RIMETTERE MAI IL CONIUGATO INUTILIZZATO NEL FLACONE. Incubare i pozzetti per 30 minuti come descritto al punto 2. Lavaggio: Ripetere la procedura descritta al punto 3. Distribuire 100µL di Cromogeno TMB in ciascun pozzetto ed incubare al buio per 30 minuti a temperatura ambiente. Distribuire 100µL di Soluzione di arresto HRP in ogni pozzetto. Per l’aggiunta della Soluzione di arresto HRP mantenere la stessa sequenza e gli stessi tempi utilizzati per l’aggiunta del Cromogeno TMB. Agitare gentilmente la piastra con le dita per mescolare completamente i reagenti nei pozzetti. Leggere l’assorbanza (OD) di ciascun pozzetto a 450nm entro 1 ora dall’aggiunta della soluzione di arresto. Se si preferisce una lettura a doppia lunghezza d’onda, si può usare la lunghezza d’onda di 620nm come riferimento. Controllo di qualità 1. 2. 3. 4. I Controlli ELISA debolmente positivo LKM-1, ELISA fortemente positivo LKM-1 ed ELISA Negativo devono essere inclusi ogni volta che si esegue il test per assicurare che tutti i reagenti ed il test funzionino in modo corretto. Si deve notare che, poichè i Controlli ELISA debolmente positivo LKM-1, ELISA fortemente positivo LKM-1 ed ELISA Negativo sono prediluiti, essi non rappresentano un controllo procedurale per le tecniche di diluizione utilizzate per i campioni. Ulteriori controlli possono essere inclusi in base alle indicazioni o alle richieste delle vigenti regolamentazioni o delle organizzazioni di accreditamento. Ulteriori sieri di controllo possono essere preparati raccogliendo un pool dei sieri umani, aliquotandolo e conservandolo a < -20°C. Perchè i risultati del test siano considerati validi, tutti i seguenti criteri devono essere soddisfatti. Se anche uno solo non rientra nei valori specificati, i risultati non dovrebbero essere considerati validi ed il test dovrebbe essere ripetuto. a. L’assorbanza del Controllo ELISA fortemente positivo LKM-1 prediluito deve essere maggiore di quella del Controllo ELISA debolmente positivo LKM-1 prediluito che a sua volta deve essere maggiore di quella del Controllo ELISA Negativo prediluito. b. Il Controllo ELISA fortemente positivo LKM-1 prediluito deve avere un’assorbanza maggiore di 1,0 mentre l’assorbanza del Controllo ELISA Negativo prediluito non deve essere maggiore di 0,2. c. L’assorbanza del Controllo ELISA debolmente positivo LKM-1 deve essere maggiore di due volte rispetto a quella del Controllo ELISA Negativo oppure >0,25. 3 d. e. Il Controllo ELISA Negativo e quello ELISA fortemente positivo LKM-1 servono per controllare un’eventuale malfunzionamento dei reagenti. Il Controllo ELISA fortemente positivo LKM-1 non assicura la precisione in corrispondenza del valore soglia del test. L’utente del test dovrebbe fare riferimento al Documento C24-A dell’CLSI (NCCLS) per ulteriori informazioni su appropriate tecniche di Controllo di Qualità. Calcolo dei risultati Si deve determinare innanzitutto il valore medio di assorbanza per ciascun set di duplicati. La reattività di ciascun campione viene quindi calcolata dividendo il valore medio di assorbanza del campione per il valore medio di assorbanza del Controllo ELISA debolmente positivo LKM-1 e moltiplicando il risultato per il numero di unità assegnate al Controllo ELISA debolmente positivo LKM-1, che è stampato sull’etichetta del flacone. Assorbanza campione Valore del campione = ———————————————— x Valore Controllo ELISA debolmente positivo LKM-1 (unità) (unità) Assorbanza Controllo ELISA debolmente positivo LKM-1 La reattività è collegata in modo non lineare alla quantità di anticorpi presente. Mentre gli aumenti e le diminuzioni delle concentrazioni degli anticorpi vengono evidenziate da un corrispondente aumento o diminuzione della reattività, il cambiamento non è proporzionale (ad es., un raddoppio della concentrazione di anticorpi non raddoppia necessariamente la reattività). Se si desidera una più accurata quantificazione del contenuto di anticorpi, si possono allestire e testare diluizioni seriate del campione. L’ultima diluizione che risulta positiva nel test dovrebbe essere refertata come il titolo anticorpale del paziente. Interpretazione dei risultati Il metodo ELISA è molto sensibile alla procedura ed è in grado di individuare anche piccole differenze nella popolazione dei pazienti. I valori riportati qui di seguito sono solo valori suggeriti. Ciascun Laboratorio dovrebbe stabilire il proprio range di normalità basato sulla procedura da esso utilizzata, sui controlli, sull’apparecchiatura e sulla popolazione di pazienti secondo le proprie metodiche standard. Il campione può essere quindi classificato come negativo, dubbio o positivo in base alla seguente tabella. Unità <20,0 20,1 – 24,9 >25 Negativo Dubbio Positivo I campioni che danno risultati dubbi dovrebbero essere ritestati prima di refertare i risultati. 1. 2. 3. 4. 5. Un risultato positivo indica la presenza di anticorpi IgG diretti verso il P450 2D6 ricombinante umano e suggerisce la possibilità di epatite autoimmune tipo 2. In un campione con livelli equivoci di IgG LKM-1 non è possibile determinare la presenza di anticorpi. Se i risultati permangono equivoci dopo un secondo test, si dovrebbe contrassegnare il risultato come equivoco e/o procedere con il prelievo di un altro campione. Un risultato negativo indica assenza di anticorpi IgG verso LKM-1 o livelli inferiori alla soglia di positività dell’analisi. I campioni che danno valori di OD al di sopra del range di lettura del lettore della piastra possono essere riportati come più elevati della più grande OD misurabile divisa per la OD del debolmente positivo per 25 o possono essere diluiti, ri-analizzati per ottenere un valore calcolato. Sul referto si dovrebbe riportare la seguente frase: “I seguenti risultati sono stati ottenuti mediante il test QUANTA Lite® LKM-1 ELISA della INOVA. I valori LKM-1 ottenuti con test prodotti da altre Ditte possono non essere utilizzabili in modo intercambiabile. Il livello di IgG determinato con questo metodo non può essere correlato ad un titolo endpoint.” Limitazioni del test 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Un risultato negativo non esclude la presenza di epatite autoimmune tipo 2. Un risultato negativo della ricerca di anticorpi LKM-1 non esclude la presenza di questi anticorpi, perché la concentrazione potrebbe essere inferiore ai limiti di rilevabilità dell’analisi. Un risultato positivo indica la presenza di anticorpi diretti verso il citocromo P450 2D6 ricombinante umano e non indica necessariamente la presenza di epatite autoimmune tipo 2. La diagnosi di epatite autoimmune tipo 2 viene fatta sulla base dei riscontri clinici, dei dati demografici del paziente interessato e di altri esami diagnostici. Gli anticorpi anti LKM-1 possono essere rilevati in un numero ridotto di pazienti affetti da HCV come risultato della infezione e potrebbero non essere dovuti alla EAI-2. I campioni positivi al LKM-1 dovrebbero essere analizzati per l’HCV. I risultati di questo test devono essere valutati dal medico curante alla luce del quadro clinico del paziente e del risultato degli altri test sierologici. Le prestazioni caratteristiche del test non sono state valutate per campioni diversi dal siero. Valori attesi L’incidenza di epatite autoimmune di tipo 2 è di circa 5 - 30 casi su un milione. Questa malattia è più frequente nelle età comprese fra i 2 ed i 14 anni e molto più frequente nelle femmine rispetto ai maschi (8:1).14,15 Range normale Un gruppo di 194 campioni raccolti da 151 adulti e 43 soggetti pediatrici è stato analizzato con il kit QUANTA Lite® LKM-1 ELISA. Un campione è risultato equivoco ai limiti (20,7 unità). I restanti 193 campioni sono stati interpretati quali risultati negativi. Escludendo il campione equivoco la specificità era del 100% (193/193). Il valore medio per questa popolazione era di 6,3 unità, la mediana era 5,7 unità ed il valore più elevato era 20,7 unità. L’età degli individui era compresa fra 1 e 75 anni. 4 Caratteristiche specifiche Studi clinici Nel primo studio si è riunito ed analizzato in un laboratorio clinico esterno un gruppo di 84 campioni clinicamente definiti. La Figura 1 riassume i dettagli dei campioni analizzati ed i risultati dello studio. Il QUANTA Lite® LKM-1 ELISA ha dimostrato una sensibilità del 100% (22/22) per i campioni positivi all’epatite autoimmune di tipo 2, positivi all’LKM-1 IFA e negativi all’HCV. Si sono riscontrati livelli bassi di reattività LKM-1 nei pazienti HCV positivi. Il QUANTA Lite® LKM-1 ELISA ha riscontrato che il 70% (14/20) di un gruppo selezionato di campioni LKM-1, IFA+/HCV+ era positivo al QUANTA Lite® LKM-1 ELISA. È stata riscontrata una specificità del 100% del QUANTA Lite® LKM-1 ELISA (34/34) per 34 campioni positivi all’LKM-1, IFA da soggetti che clinicamente non presentavano la positività all’EAI-2 ed erano HCV negativi. Inoltre 3 pazienti positivi all’LKM-2 e 5 LKM alotano positivi sono risultati negativi con il QUANTA Lite® LKM-1 ELISA. Un secondo studio esterno ha esaminato un gruppo che conteneva 4 pazienti affetti da EAI-2 documentata (età 2, 2, 4 1/2 e 6 anni) ed altri 41 campioni di pazienti con malattie autoimmuni ed epatiche. Tutti e 4 i campioni EAI-2 sono stati interpretati quali risultati positivi. Tre campioni positivi all’HCV erano LKM-1 ELISA ed IFA positivi, uno era solo LKM ELISA positivo. Tre campioni positivi all’HCV erano LKM-1 IFA ed ELISA positivi, uno era solo LKM ELISA positivo. Pregasi consultare la sezione “reazioni crociate” per altri campioni testati. Figura 1 QUANTA LITE LKM-1 ELISA Valutazione dei campioni clinici 140 120 U N I T S 100 80 60 40 20 0 LKM-1 Positivi Autoimmune Hepatitis 2 positivi HCV negativi n=22 LKM-1 Positivi HCV positivi n=20 LKM-1 Positive - NOT Autoimmune Hepatitis 2 - HCV negativi n=34 LKM-2 positivi n=3 LKMHalothane positivi n=5 Nello studio interno si è analizzato un gruppo di 79 campioni raggruppati da laboratori di riferimento e da campioni presenti negli archivi interni. I risultati degli esami eseguiti con il QUANTA Lite® LKM-1 ELISA e l’LKM-1 IFA sono riassunti nella Tabella 1. Tabella 1 n=79 LKM-1 IFA POS EQ QUANTA LITE® POS 41 1 LKM-1 ELISA EQ 0 0 NEG 5 7 Concordanza complessiva = 91,5% (65/71) (esclusi i risultati equivoci) NEG 1 0 24 Studio di reattività crociata Campioni da una varietà di gruppi clinici sono stati analizzati con il QUANTA Lite® LKM-1 ELISA per rilevare eventuali reazioni crociate. I risultati sono riportati nella Tabella 2. Tabella 2: Studio di reattività crociata Gruppo di pazienti HCV * LKM-2 LKM-alotano Antigene Solubile Epatico (SLA) Epatite autoimmune tipo 1 Morbo di Crohn Colite acuta Cirrosi (una alcolica, una non specifica) Cirrosi biliare primaria Crioglobulinemia Steatoepatite non alcolica Pancreatite post-ostruttiva Morbo di celiaco Sclerodermia Morbo di Addison (adreal pos.) Anticorpo insulare (ICA) Decarbossilasi dell’acido glutammico (GAD) AMA SMA TPO Sm RNP Gruppo di pazienti n= 40 3 5 5 15 6 1 2 1 3 1 1 1 1 1 2 2 8 3 9 1 1 n= 5 Pos 5** 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Pos Eq. 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Eq. Neg 35 3 5 5 14 6 1 2 1 3 1 1 1 1 1 2 2 8 3 9 1 1 Neg SS-A 1 0 SS-B 1 0 Scl-70 1 0 Jo-1 1 0 Ribosoma P 1 0 Cromatina 1 0 PCNA 1 0 ANA/DNA 9 0 Centromero 1 0 * Campioni HCV positivi (non selezionati per reattività LKM-1 IFA) ** 4/5 sono LKM-1 IFA positivi 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 1 1 1 1 1 9 1 Precisione e riproducibilità La performance Intra-Test è stata valutata analizzando per 12 volte 6 campioni: uno negativo, uno equivoco, uno ai limiti della positività, uno debolmente positivo, uno moderatamente positivo ed uno fortemente positivo. I risultati sono riassunti nella Tabella 3. Tabella 3 Sera 1 Sera 2 Sera 3 Sera 4 Sera 5 Sera 6 Mean 61,7 13,5 4,9 12,9 43,6 66,2 S.D. 2,6 0,8 0,3 0,4 0,8 2,8 C.V.% 4,2 5,8 5,3 3,2 1,8 4,3 La performance Inter-Test è stata valutata analizzando 10 campioni. Questi includevano dei negativi, dei debolmente positivi, dei moderatamente positivi e dei fortemente positivi. Le prove sono state effettuate un totale di 6 volte in un arco di tempo di 3 giorni. Durante ciascuno dei giorni si sono effettuate due serie di analisi, una al mattino ed una nel pomeriggio. I risultati, riassunti nella Tabella 4, mostrano un CV% di circa 5% o inferiore per tutti i campioni che hanno dato risultati di 5,5 o superiore. Tabella 4 Sera 1 58,0 1,4 2,3 Mean S.D. C.V.% Sera 2 3,2 0,7 22,7 Sera 3 65,8 2,7 4,1 Sera 4 5,1 0,7 14,1 Sera 5 50,2 1,2 2,5 Sera 6 46,9 2,4 5,1 Sera 7 4,4 0,8 17,6 Sera 8 48,5 2,2 4,5 Sera 9 Sera 10 44,2 5,4 2,2 0,8 4,9 14,2 La riproducibilità dei risultati fra diversi laboratori è stata valutata comparando i risultati ottenuti tramite un gruppo di campioni analizzati in cieco nel laboratorio esterno 2 e quelli ottenuti precedentemente alla INOVA Diagnostics. L’analisi di regressione ha mostrato un concordanza eccellente con un valore di R2 di 0,99. Linearità Le diluizioni di 3 campioni hanno mostrato che la prova ha dato una buona linearità quando sono state utilizzate diluizioni da 1:50 a 1:51.200 (Figura 2). Figura 2 PROVA DI LINEARITÀ TM QUANTA LITE LKM-1 ELISA Unità y = -9,6737x + 75,098 2 R = 0,988 y = -11,896x + 103,04 100.0 80.0 60.0 40.0 20.0 2 R = 0,9878 y = -12,163x + 75,67 2 1:1600 1:800 1:400 1:200 1:100 1:50 R = 0,9976 Diluzione 6 Bibliografia 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. McFarlane IG. 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