Russia Focus Economia L’economia è in ripresa, ma a un passo meno sostenuto rispetto al passato. Posizione finanziaria estera più solida Nella prima metà del 2010 il PIL della Russia è cresciuto del 4,2% in termini reali. La spinta è venuta principalmente dalle esportazioni e dal processo di ricostituzione delle scorte. Queste componenti hanno perso dinamismo a partire dal 2° trimestre, rimpiazzati però da consumi ed investimenti, tornati a crescere nel 2° trimestre dopo rispettivamente quattro e sei trimestri di cali tendenziali. I dati congiunturali più recenti segnalano una frenata dell’economia nei mesi estivi, in buona parte dovuta alla siccità e agli incendi che hanno colpito il paese. Il FMI nell’Outlook di ottobre ha tagliato la crescita del PIL della Russia al 4%, dal 4,3% della previsione precedente rilasciata a luglio, tuttavia bilanciata da una revisione al rialzo da 4,1% a 4,3% della previsione per il 2011. Il tasso tendenziale d’inflazione, dopo aver frenato al 5,5% a luglio, un nuovo minimo storico, è tornato a salire, sino a portarsi al 7% a settembre, spinto principalmente dall’aumento dei prezzi dei beni agricoli sensibili ai recenti fenomeni climatici. Nei primi nove mesi il tasso medio è stato pari al 6,4%, rispetto all’11,7% del 2009. Questi dati si confrontano con una fascia obiettivo del 6-7% indicata dal Governo per il 2010. Aumenti dei prezzi dei prodotti agricoli e di altri beni, determinati anche da una domanda interna più sostenuta, è probabile che portino ad una ulteriore accelerazione dell’inflazione nei mesi finali del 2010, con il tendenziale previsto oltre l’8% entro fine anno. L’attesa accelerazione dell’inflazione determinata dall’aumento dei prezzi agricoli, essendo un effetto temporaneo, non si prevede venga affrontata dalla Banca centrale con un’inversione in senso rialzista dell’attuale corso della politica monetaria. Il paniere di riferimento del rublo si è apprezzato di quasi il 2% da gennaio a inizio ottobre 2010, pur mostrando una certa volatilità. Nel rapporto Art. IV sul Paese (10/246 del luglio 2010) il Fondo Monetario Internazionale segnalava che il cambio reale effettivo nella primavera del 2010 (apprezzatosi a 129, da 119 a fine dicembre 2009) era del 10% superiore al suo valore di equilibrio. La più recente revisione del Budget 2010 ha indicato un deficit obiettivo compreso tra il 55,4% del PIL, in leggero calo rispetto al 5,9% del 2009. Per quest’anno il Governo russo ha mantenuto gran parte del consistente stimolo fiscale attuato nel 2009. Il deficit non-oil è previsto nel 2010 attorno al 14% del PIL, in linea con quello del 2009 (nel 2008 era stato pari al 7,6% del PIL). Da gennaio a settembre 2010 il surplus di parte corrente è quasi raddoppiato, portandosi a 60,9 miliardi di dollari rispetto ai 33,3 miliardi dello stesso periodo del 2009. Le riserve in valuta coprono ampiamente gli impegni di rifinanziamento estero di quest’anno (Reserve cover ratio pari a 24,8). A fine 2009, la Russia aveva una posizione finanziaria netta nei confronti dell’estero attiva (118 miliardi di dollari, pari a quasi al 10% del PIL). Le agenzie di rating collocano il debito sovrano in valuta della Russia nella parte bassa della scala di investment grade (BBB per S&P e Fitch, Baa1 per Moody’s). La fragilità dimostrata dall’economia, dal sistema bancario e dalla valuta durante la crisi finanziaria mondiale avevano portato le agenzie ad assegnare un Outlook Negativo al Paese, primo passo verso un taglio di rating. Anche se questo giudizio è stato successivamente portato a Neutrale, la crisi ha evidenziato la vulnerabilità della Russia a shock esterni, a causa dell’eccessiva dipendenza dalle materie prime esportate e dell’elevato indebitamento in valuta del settore privato. Il deterioramento delle infrastrutture, il peso della burocrazia e la scarsità degli investimenti rispetto al PIL condizionano negativamente le prospettive di crescita. Per importanti comunicazioni si rimanda all’ultima pagina. 8 ottobre 2010 CIS Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche International Economics Giancarlo Frigoli Economista Russia 8 ottobre 2010 Quadro politico domestico La gestione congiunta Medvedev (Presidente) e Putin (Primo Ministro), che dura ormai da due anni, opera senza visibili attriti. Le due massime cariche dello Stato mantengono un elevato tasso di approvazione nel Paese, nonostante la recente crisi economica, qualche malcontento per la gestione dell’emergenza siccità e la recrudescenza di azioni terroristiche (attentati al Metro di Mosca il marzo scorso). Levada, una dei più grandi istituti non governativi di ricerche di mercato, assegna ai due uomini politici un tasso di approvazione attorno al 70%. Le elezioni presidenziali del 2012, che potrebbero essere un motivo di tensione se Medvedev e Putin non trovassero un accordo sulla candidatura, sono tuttavia un evento abbastanza lontano. D’altra parte l’opposizione, sia i partiti di ispirazione comunista che i gruppi di ispirazione liberale e democratica, è debole e divisa e non sembra avere possibilità di vittoria elettorale. La Russia sta attraversando indubbiamente una fase di forte stabilità politica. Gli elevati livelli di diseguaglianza, il fenomeno della corruzione, la scarsa fiducia nelle istituzioni e le spinte centrifughe in alcune regioni del Paese (Caucaso) costituiscono tuttavia potenziali fattori di instabilità. Indicatori contesto socio-politico Stabilità sociale (5 max., 1 min.) (1) Corruption Perception Index (0 max., 10 min.) (2) Governance Economica (2,5 max., -2,5 min.) (3) Indice di Libertà Economica (100 max., 0 min.) (4) Classe di Reddito (3) Speranza di vita (anni) (3) Qualità del sistema di istruzione (7 max., 1 min.) (5) Ultimo Precedente 3 3 2,5 2,4 -0,85 -0,79 54,0 54,3 Upper middle income Russia confronto con 65 78 G7 4,3 3,7 Mondo Fonti: (1) EIU; (2) Transparency International; (3) World Bank; (4) Heritage Foundation; (5) World Economic Forum G7 e Mondo = valore aggregato Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 2 Russia 8 ottobre 2010 Crescita e inflazione Russia e gruppo BRICs L’economia della Russia è da poco uscita da una profonda fase recessiva. Il PIL è diminuito del 7,9% in termini reali nel 2009, il dato peggiore dal 1994, dopo essere cresciuto mediamente del 7% nel quinquennio 2004-08. Lo scorso anno, l’attività delle costruzioni è caduta del 17% in termini reali e la produzione manifatturiera è crollata di oltre il 15%. Il settore dei servizi, tornato su un sentiero di crescita a partire dal mese di agosto 2009, ha invece mostrato una maggiore tenuta, in particolare i servizi pubblici e finanziari (questi ultimi nel 2009 si sono confrontati però con un dato particolarmente negativo dei mesi finali del 2008). Russia: PIL 2009 Settore Servizi al dettaglio Manifatturiero Servizi pubblici Immobiliare e diversi Trasporti e comunicazioni Minerario Costruzioni Servizi finanziari Agricoltura Pubblica utilità Hotel e ristoranti PIL Quota % 19,6 15,0 14,4 12,6 9,4 9,1 5,6 5,0 4,4 3,2 1,2 100 Var. % a/a reale -9,6 -15,3 +0,4 -3,4 -3,0 -3,1 -17 2,4 0,3 -8,9 -16,3 -7,9 Russia: Industria manifatturiera 2009 Industria Quota % Trasformazione alimentare 20,4 Trasformazione metalli 17,1 Raffinazione 16,6 Chimica e plastica 10,1 Mezzi di trasporto 8,1 Elettrici e ottici 6,0 Macchinari 5,4 Legno, carta e stampa 5,4 Manifatture diverse 5,0 Tessile e pelle 1,2 Fonte: Ufficio Statistico Federale della Russia Fonte: Ufficio Statistico Federale della Russia L’economia russa è stata penalizzata più delle altre grandi economie così dette emergenti dalla caduta della domanda a livello mondiale e dalla crisi finanziaria globale. All’interno del gruppo BRICs, nel 2009 Cina e India sono rimaste su un sentiero di espansione sostenuto (la crescita in Cina è stata pari al 9,1%, che si confronta con un’espansione reale media pari all’11,6% nel quinquennio 2004-08; in India il PIL è salito del 7,7% solo leggermente inferiore rispetto all’8,3% medio del periodo 2004-08) spinte da consumi ed investimenti che hanno bilanciato il calo delle esportazioni. Sempre nel 2009, il Brasile ha registrato solo una modesta contrazione (-0,2%), grazie alla tenuta dei consumi che hanno un peso elevato nel PIL (superiore al 60%). Diversamente in Russia nello stesso anno, sia i consumi (-7,6%) che, soprattutto, gli investimenti (-15,7%) hanno registrato un’ampia caduta. L’economia russa ha risentito in modo particolare della dipendenza dalle materie prime (la componente energia contribuisce a circa il 70% delle esportazioni, seguita dai metalli con una quota superiore al 10%; gas e petrolio forniscono poi oltre un terzo delle entrate del Governo Federale), dell’elevato indebitamento del settore privato nei confronti dell’estero, del deterioramento della qualità dei crediti e della sottocapitalizzazione di molte banche. Durante la crisi, le consistenti riserve in valuta accumulate negli anni precedenti grazie ad ampi surplus di parte corrente assicurati da una relativamente solida posizione di bilancio pubblico e dai proventi petroliferi hanno permesso alla Russia di attuare politiche a sostegno della domanda interna a supporto di banche e imprese in difficoltà e in difesa della valuta nei momenti più acuti di turbolenza sui mercati finanziari internazionali. Questi interventi, grazie anche alla ripresa delle quotazioni del petrolio, hanno favorito l’uscita del Paese dalla recessione economica e la stabilizzazione del sistema finanziario. A fine 2009, il deficit pubblico non-oil in rapporto al PIL era tuttavia di 9pp superiore al livello di pre-crisi, mentre le riserve in valuta ammontavano a 416 miliardi di dollari, in calo rispetto ai quasi 600 miliardi di dollari accumulati sino ad agosto 2008, prima dello scoppio della crisi. Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 3 Russia 8 ottobre 2010 BRICs: PIL reale e componenti (var. %) BRICs: Posizione estera e di bilancio Brasile Cina India Russia Brasile Cina* India* Russia* *(2,9) (12,6) (5,1) (3,0) Saldo Corr./PIL media 2004-08 0,6 8,0 -1,0 8,5 PIL reale var. % Saldo Corrente/PIL 2009 -1,5 6,1 -2,1 4,0 media 2004-08 4,8 11,6 8,3 7,0 Saldo Stato/PIL media 2004-08 -2,6 -0,6 -3,9 5,7 -3,4 -2,2 -6,5 -5,9 2009 -0,2 9,1 7,7 -7,9 Saldo Stato/PIL 2009 17,4 7,6 17,1 31,5 2010E 7,2 9,9 8,4 4,2 Debito Estero/PIL 2009 Debito Pubblico/PIL 2009 59,7 16,9 57,3 8,3 Consumi var. % 87,2 652,4 124,1 113,4 media 2004-08 5,3 8,8 7,5 11,7 Riserve/Debito Estero 2009 2009 4,1 10,4 4,3 -7,6 Fonte: EIU 2010E 6,5 9,5 5,2 3,8 Investimenti var. % media 2004-08 9,9 12,6 13,4 14,5 2009 -10,0 21,2 7,2 -15,7 2010E 17,0 10,4 9,7 4,0 Esportazioni var. % media 2004-08 7,1 19,1 24,4 6,5 2009 -10,3 -9,1 -6,7 -4,7 2010E 12,8 13,4 13,5 5,0 Fonte: EIU (*) dato tra parentesi peso sul PIL mondiale alla PPP La congiuntura in Russia La crescita reale del PIL della Russia ha accelerato al 5,2% nel 2° trimestre del 2010, dal 3,1% (rivisto al rialzo rispetto al 2,9% preliminare) del 1° trimestre. Nella prima metà del 2010 il PIL è nel complesso cresciuto del 4,2% in termini reali. La spinta è venuta principalmente dalle esportazioni, aumentate di oltre l’11% a/a nel 1° semestre e dalla continuazione del processo di ricostituzione delle scorte. Queste componenti hanno però perso dinamismo a partire dal 2° trimestre (il tasso di espansione reale delle esportazioni ha frenato dal 18,5% del 1° trimestre al 3,9% del 2° trimestre), rimpiazzate però dalla domanda interna, consumi (+4,6% a/a nel 2° trimestre) ed investimenti (+9,3% a/a nel 2° trimestre), tornati a crescere nel 2° trimestre dopo rispettivamente quattro e sei trimestri di cali tendenziali. PIL e componenti (var. % a/a) Var % PIL Consumi Esportazioni Q2 08 7,7 12,3 0,8 Q3 08 6,4 11,5 2,6 Q4 08 -1,1 5,6 -8,3 Q1 09 -9,3 -2,8 -15,4 Q2 09 -11,0 -8,0 -9,7 Q3 09 -8,6 -11,4 -3,1 Q4 09 -2,9 -8,1 7,7 Q1 10 3,1 0,1 18,5 Q2 10 5,2 4,6 3,9 Vendite al dettaglio (var. % a/a) Investimenti 17,9 12,8 -1,1 -16,4 -22,1 -17,7 -9,3 -7,1 9,3 Fonte: Thomson Reuters - Datastream 35 30 25 20 15 10 5 0 -5 ago-08 feb-09 ago-09 feb-10 ago-10 Fonte: Thomson Reuters - Datastream Dal lato dell’offerta, nel 1° semestre la produzione agricola è risultata di quasi il 3% superiore a quella dell’anno precedente, l’attività industriale è salita di oltre il 10% mentre quelle di trasporto e di vendita hanno presentato incrementi tendenziali attorno al 13%. E’ invece proseguito il calo delle costruzioni (-4,5% a/a nel semestre). In Russia, nel 1° semestre la produzione industriale è aumentata di quasi l’11% rispetto allo stesso periodo del 2009. In particolare, quella manifatturiera è salita di oltre il 14% (+13,4% nel 1° trimestre e +15,2% nel 2° trimestre), spinta dalla produzione di macchinari e impianti e di auto (+65% da gennaio a maggio, grazie agli incentivi concessi dal Governo a chi rottama Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 4 Russia 8 ottobre 2010 un’auto vecchia). La lavorazione dei metalli (la seconda industria manifatturiera in Russia), la produzione di fertilizzanti e l’alimentare (la principale industria manifatturiera) sono risultate in aggiunta particolarmente vivaci, mentre l’attività di estrazione e i servizi di pubblica utilità hanno continuato a registrare tassi di crescita modesti. Alla fine del 2° trimestre, il livello dell’indice della produzione era ancora di circa il 10% inferiore a quello di pre-crisi. I dati congiunturali più recenti suggeriscono tuttavia un rallentamento nel passo della crescita nei mesi estivi, in buona parte dovuta alla siccità e agli incendi che hanno colpito il paese. Ad agosto la produzione industriale (che a luglio ha frenato al 5,9% a/a) ha presentato un tasso di espansione del 7% a/a, grazie alla produzione manifatturiera (+11,1% a/a rispetto a 8% a/a in luglio), che ha bilanciato la debolezza dell’attività di estrazione (+0,6%a/a ad agosto). Nei primi otto mesi del 2010 la produzione industriale è così cresciuta del 9,2% rispetto all’anno precedente. Gli indicatori prospettici quali i PMI continuano a segnalare espansione, seppur a un passo meno sostenuto rispetto a qualche mese fa. L’indice PMI servizi dopo essere crollato a 47 ad agosto (segnalando così la possibilità di una contrazione dell’economia per la prima volta dal luglio 2009), a causa principalmente degli eventi climatici che avevano colpito il paese la scorsa estate, è tornato sopra il livello critico di 50 a settembre, portandosi a 51,5. Nello stesso mese le componenti nuovi ordini e prezzi hanno fatto scendere l’indice PMI manifatturiero a 51,2, il livello più basso da sei mesi, anche se ancora sopra il punto di break-even (50). Produzione (var. % a/a) 20 Indici PMI industriale manifattureria 60 servizi manifatturiero 10 55 0 -10 50 -20 -30 ago-08 feb-09 ago-09 feb-10 ago-10 Fonte: Thomson Reuters – Datastream 45 set-09 dic-09 mar-10 giu-10 set-10 Fonte: Thomson Reuters – Datastream. La riga continua indica il valore critico di 50 che separa contrazione ed espansione L’indice della fiducia dei consumatori è salito di tre punti a -7 nel 2° trimestre del 2010, il miglior risultato dal 3° trimestre del 2008, con le famiglie più fiduciose riguardo alla loro condizione finanziaria per la prima volta dallo scoppio della crisi. L’indicatore resta tuttavia ampiamente al di sotto della fascia tra +1 e -5 in cui aveva oscillato durante la fase di forte crescita dei consumi tra metà 2006 e metà 2008. Il rafforzamento della posizione finanziaria delle famiglie grazie anche alla crescita dei salari reali e al significativo miglioramento del quadro occupazionale (il tasso di disoccupazione è sceso al 6,8% ad agosto, il livello più basso dall’ottobre 2008) preludono a un ulteriore recupero dei consumi, non più così dipendenti, come nei trimestri scorsi, dalla misure di politica economica. La spesa pubblica per servizi sociali, salari e pensioni e il finanziamento di progetti di sviluppo infrastrutturale, in particolare la rete stradale, è prevista rimanere robusta e anche quest’anno è attesa dare un contributo positivo alla crescita del PIL. Gli investimenti, seppur stimati aumentare nell’anno grazie al favorevole effetto base (nel 2009 sono crollati del 15,7%), nel breve periodo continueranno a mostrare una certa debolezza. La Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 5 Russia 8 ottobre 2010 ripresa di questa componente del PIL è frenata dalle difficoltà del settore immobiliare, dalla capacità produttiva ancora inutilizzata e dall’elevato contributo tradizionalmente dato alla domanda di beni capitali del settore minerario. Lo sviluppo e quindi gli investimenti di questo settore sono molto dipendente dall’andamento del ciclo mondiale. La congiuntura internazionale e in particolare quella dell’Unione Europea ha un significativo impatto sulle esportazioni e queste, negli ultimi mesi, hanno mostrato un andamento meno sostenuto. Il tasso di crescita annuo delle esportazioni ha frenato sotto il 20% nel bimestre luglio-agosto da oltre il 50% del 1° semestre. I dati più recenti e gli eventi climatici dell’estate hanno portato a diffuse revisioni al ribasso delle stime di crescita per quest’anno. Il FMI nell’Outlook di ottobre ha tagliato la crescita del PIL della Russia al 4%, dal 4,3% della previsione precedente rilasciata a luglio, bilanciata tuttavia da una revisione al rialzo da 4,1% a 4,3% della previsione per il 2011. EIU vede ora il PIL russo crescere del 4,2% in termini reali nel 2010, dal 4,5% precedente, e intorno al 4% nel 2011. Considerando i driver della crescita, consumi e investimenti sono visti progressivamente subentrare a esportazioni e allo stimolo fiscale. L’ondata di caldo e l’economia L’ondata di caldo che ha colpito la Russia in luglio e agosto ha avuto un impatto diretto sulle produzioni agricole, che hanno un peso nell’economia superiore al 4%. Una diminuzione della produzione agricola se fosse stata del 15% (stimata da alcuni istituti a seguito delle recenti elevate temperature) potrebbe aver sottratto 0,6pp al PIL. Bisogna inoltre considerare gli effetti indiretti sulla produzione industriale (la principale fabbrica di automobili Avtovaz ha fermato la produzione per una settimana come pure Volkswagen (VW) a causa dei disagi creati dal fumo e dal caldo), sull’attività di costruzioni (il numero delle case completate si è ridotto di un quarto a luglio rispetto a un anno prima) e sui servizi di distribuzione e di vendita che sono stati resi più difficoltosi dalle avverse condizioni climatiche. Questi disagi potrebbero aver sottratto un ulteriore mezzo punto. Il Ministro dell’Economia ha di recente indicato che gli eventi indotti dal clima sottrarranno almeno lo 0,7% al PIL quest’anno. L’impatto, che comunque è da considerarsi “one-off”, potrebbe essere però più contenuto. A fronte di una domanda interna sostenuta, soprattutto quella di automobili, si prevede che verranno fatti sforzi supplementari per recuperare la produzione persa in agosto. I dati riguardo le vendite al dettaglio indicano una certa tenuta in luglio e agosto grazie a beni diventati più necessari come i condizionatori. Il settore costruzioni invece dovrebbe ricevere una spinta dall’esigenza di ricostruzione. Per quanto riguarda il settore agricolo, stime ufficiali indicano un calo di oltre un quarto del raccolto di grano (a 65 milioni di tonnellate metriche), ma altre produzioni non sono state colpite o sono state interessate in misura minore. Le statistiche congiunturali relative al 3° trimestre forniranno un’indicazione preliminare degli effetti sull’economia. Prima di questo evento atmosferico, il Ministero delle Finanze si apprestava a rivedere al rialzo la stima ufficiale della crescita del PIL 2010, attualmente pari al 4%. La revisione è stata rinviata, in attesa di valutare meglio le conseguenze sull’economia. Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 6 Russia 8 ottobre 2010 Russia: Conti nazionali e inflazione Composizione (in miliardi di dollari) 2009 PIL 1230,6 Consumi 671,6 Spesa pubblica 247,8 Investimenti 264,2 Var. scorte -33,4 Esportazioni 346,4 Importazioni 250,8 Inflazione media 2008 5,6 10,7 2,9 10,4 0,3 0,6 15,2 14,1 Variazione % a/a (in termini reali) 2009 2010E -7,9 4,2 -7,6 3,8 2,0 2,0 -15,7 4,0 -5,4 4,1 -4,7 5,0 -30,4 15,3 11,7 6,7 2011F 4,0 4,1 2,5 8,0 1,0 4,5 9,3 7,8 Fonte: EIU L’inflazione Nella prima metà di quest’anno, la forza del rublo, la debolezza della domanda interna e i prezzi contenuti di molti beni importati hanno determinato una significativa frenata del tasso tendenziale d’inflazione, che è sceso a un nuovo minimo storico di 5,5% a luglio rispetto all’8,8% di dicembre 2009. Nei mesi successivi l’inflazione è tornata a salire, sino a portarsi al 7% a settembre, spinta principalmente dall’aumento dei prezzi dei beni agricoli. I beni alimentari hanno un peso del 38% nel paniere dei prezzi della Russia e i due terzi di questa quota riguarda beni, come farina e derivati, patate, carne e latticini sensibili ai recenti fenomeni climatici. Nei primi nove mesi il tasso medio d’inflazione è stato pari al 6,4%, rispetto all’11,7% del 2009. Questi dati si confrontano con una fascia obiettivo del 6-7% indicata dal Governo per il 2010. Aumenti dei prezzi dei prodotti agricoli e di altri beni, determinati anche da una domanda interna più sostenuta, è probabile che portino ad una ulteriore accelerazione dell’inflazione nei mesi finali del 2010, con il tendenziale previsto oltre l’8% entro fine anno. Qualora le pressioni al rialzo risultino particolarmente forti, il Governo russo, come ha fatto nel recente passato (ad esempio nel 2007-08, quando l’inflazione tendenziale si era portata oltre il 15%), potrebbe ricorrere a misure di moral suasion sulle imprese affinché non aumentino i prezzi oppure a misure amministrative (tetti sui prezzi di alcuni beni) per contenere gli aumenti. Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 7 Russia 8 ottobre 2010 Governo dell’economia La politica monetaria Lo scorso mese di giugno la Banca centrale ha tagliato il tasso di riferimento per la quarta volta quest’anno, portandolo al 7,75%, dal 9% di fine 2009, con l’obiettivo di sostenere la domanda di credito e scoraggiare gli afflussi di capitale a breve che esercitano spinte all’apprezzamento sulla valuta. Dall’aprile 2009, quando iniziò la fase di allentamento monetario, il tasso di riferimento, allora pari al 13%, è sceso per complessivi 525pb. Negli ultimi tempi, l’Autorità Monetaria ha più volte ribadito di ritenere l’accelerazione dell’inflazione determinata dall’aumento dei prezzi agricoli un fenomeno transitorio, senza effetti sulle aspettative d’inflazione. E’ probabile che i tassi di riferimento resteranno ancora fermi per la rimanente parte di quest’anno e nei primi mesi del 2011. Tasso di riferimento e inflazione Prezzo del petrolio e paniere del rublo 16 150 130 12 110 petrolio s.s. basket s.d. 40 90 8 4 35 70 tasso rif 50 Inflazione % a/a 30 set-08 mar-09 set-09 mar-10 set-10 Fonte: Thomson Reuters - Datastream ott-07 45 30 25 ott-08 ott-09 ott-10 Fonte: Thomson Reuters - Datastream Il tasso di cambio Nel corso di quest’anno il paniere di riferimento del rublo (55% dollaro e 45% euro) ha mostrato una certa volatilità. Dopo essersi portato a ridosso di quota 33 a inizio maggio (con un apprezzamento di quasi il 9% rispetto a fine dicembre 2009, determinato dall’apprezzamento pari rispettivamente al 13% sull’euro e al 3% sul dollaro), nei mesi successivi ha prevalso una tendenza al deprezzamento. Nella prima settimana di ottobre il paniere è salito attorno a 35, riducendo l’apprezzamento dall’inizio dell’anno a poco più del 3%. Questi movimenti sono stati determinati in parte da fattori esterni (variazione della propensione al rischio a livello internazionale a causa delle difficoltà dell’area euro) e in parte da valutazioni riguardo alle prospettive dell’economia (timori di rallentamento), agli spread dei tassi con l’estero e all’andamento del prezzo del petrolio. Nell’ultimo Art. IV Report sul Paese (10/246 del luglio 2010) il Fondo Monetario Internazionale segnalava che il cambio reale effettivo nella primavera del 2010 era del 10% superiore al suo valore di equilibrio. La politica fiscale Il deficit dello Stato è atteso scendere attorno al 5,5% del PIL quest’anno, in leggero calo rispetto al 5,9% del 2009. Per quest’anno il Governo russo ha mantenuto gran parte del consistente stimolo fiscale attuato nel 2009. Il deficit non-oil è previsto nel 2010 attorno al 14% del PIL, in linea con quello del 2009 (nel 2008 era stato pari al 7,6% del PIL). Le maggiori entrate derivanti da crescita economica più sostenuta e prezzo del petrolio più alto (l’ultimo aggiornamento degli obiettivi di bilancio ipotizzava un prezzo medio del petrolio pari a 75 dollari al barile, mentre nei primi nove mesi è stato superiore ai 77 dollari al barile) avrebbero potuto giustificare un ulteriore taglio delle stime del deficit (al 5% del PIL o inferiore), ma le spese aggiuntive necessarie ad affrontare l’emergenza siccità hanno fatto venir meno questa Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 8 Russia 8 ottobre 2010 possibilità. Il Budget pluriennale recentemente presentato indica come obiettivi un deficit pari al 3,6% del PIL nel 2011 (con le entrate previste crescere dell’11% e le spese solo del 2%, vale a dire meno dell’inflazione) e un bilancio in pareggio nel 2015, sulla base di un prezzo del petrolio pari a 70 dollari al barile. Considerando che il prezzo del petrolio di “break-even” per il bilancio del Governo Federale è attualmente pari a 95 dollari al barile, questi obiettivi richiedono un significativo taglio delle spese in rapporto al PIL o una crescita delle entrate diverse dal petrolio. A questo proposito, nel Bilancio Pluriennale 2011-13 il Ministro delle Finanze ha dichiarato che il Governo si propone di reperire nuove entrate attraverso maggiori tasse e la vendita sul mercato di quote di società controllate dallo Stato per un totale di 29 miliardi di dollari nel prossimo triennio. Il programma di collocamento riguarda società del settore energia come Transneft (rete di distribuzione) e Rosneft (estrazione), banche quali VTB e Sberbank, compagnie elettriche come FSK (rete) e Rushydro (centrali idroelettriche) e di trasporto quali Sovcomflot (trasporti marittimi). La Russia intende coprire lo squilibrio di bilancio con emissione di titoli sia sull’interno sia sul mercato internazionale (ad aprile è stato lanciato un prestito di 5 miliardi di dollari) e attingendo ai maggiori proventi dalla vendita di gas e petrolio accantonati negli anni scorsi nel Fondo di Riserva e nel Fondo Ricchezza Nazionale. Il Fondo di Riserva ha come obiettivo primario il finanziamento del bilancio federale nel caso di un calo delle entrate da gas e petrolio, mentre la missione del Fondo di Ricchezza Nazionale è quella di garantire la funzionalità finanziaria del sistema pensionistico nel lungo periodo. A fine settembre la capitalizzazione del Fondo Riserva era diminuita di quasi 20 miliardi di dollari rispetto a fine 2009 (a 41,5 miliardi di dollari), mentre quella del Fondo Ricchezza Nazionale era scesa di circa 2 miliardi di dollari (a 89,5 miliardi di dollari). Il ricorso ai citati Fondi ha permesso alla Russia di contenere il debito pubblico, che in rapporto al PIL è basso rispetto ai peers (6,3% vs. 36%). Il gap si riduce se si considerano i debiti di banche e imprese controllate dallo Stato (che porterebbe il debito oltre il 25% del PIL). Capitalizzazione dei Fondi Sovrani (mld USD) 160 Fondo Riserva 140 Fondo Ricchezza 120 100 80 60 40 20 set-08 mar-09 set-09 mar-10 set-10 Fonte: Ministero delle Finanze della Russia Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche Debito pubblico/PIL 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 Russia Peers 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Fonte: EIU 9 Russia 8 ottobre 2010 La Politica Economica e la crisi finanziaria Durante la crisi finanziaria che ha caratterizzato i mesi finali del 2008 e i primi mesi del 2009, le Autorità di Politica Economica sono intervenute in modo rapido e sostanziale per preservare la stabilità del sistema finanziario e sostenere l’economia. Lo sforzo iniziale è stato finalizzato a garantire liquidità a tassi contenuti al sistema bancario. La Banca centrale, per aiutare la fiducia nel sistema bancario, ha offerto garanzie sui prestiti interbancari tra banche qualificate e ha alzato la quota di assicurazione sui depositi. Inoltre ha ricapitalizzato e ha concesso prestiti diretti a diverse banche, tra le quali VTB e Sberbank. Questi interventi hanno richiesto ex-ante impegno finanziario complessivo superiore ai 4 miliardi di dollari. L’utilizzo effettivo è stato tuttavia pari a 2,7 miliardi. Inizialmente la difesa del cambio (dal 2005 la Russia seguiva una politica valutaria di fluttuazione controllata del rublo rispetto a un paniere composto per il 55% da dollari e per il 45% da euro), finalizzata a contenere le perdite delle banche e di altri operatori sulle posizioni in valuta, è stata parte integrale della strategia di stabilizzazione finanziaria. A fronte del consistente drenaggio di riserve (nella difesa della valuta tra inizio agosto 2008 e metà febbraio 2009 la Russia ha speso oltre il 35% delle sue riserve scese a circa 390 miliardi di dollari a metà febbraio dal massimo di 597 miliardi di dollari a inizio agosto 2008) a fine gennaio 2009 la Banca centrale decideva tuttavia di abbandonare la banda di fluttuazione del rublo, indicando solo un limite superiore di riferimento dello stesso pari a 41 rubli al paniere e impegnandosi a difenderlo. Contemporaneamente, l’Autorità Monetaria iniziava a ritirare parte della liquidità presente nel sistema, lasciando salire i tassi. A fine gennaio 2009 il tasso interbancario a tre mesi si portava oltre il 30%, mentre il tasso di riferimento toccava il picco del 13% nel febbraio 2009, rispetto al 10% prima della crisi. Il successivo rafforzamento della valuta, il rialzo del prezzo del petrolio, la ricostituzione delle riserve e la progressiva stabilizzazione del quadro finanziario hanno permesso, a partire dall’aprile 2009, l’inizio della fase di allentamento monetario che ha gradualmente portato il tasso repo all’attuale 7,75%, mentre i tassi di mercato monetario da metà giugno sono inferiori al 4%. Le Autorità hanno inoltre attuato un consistente stimolo fiscale. Nell’aprile 2009, il Governo ha approvato un consistente bilancio supplementare per sostenere la domanda che ha comportato un aumento delle spese superiore al 5% del PIL. Il pacchetto include aumenti delle spese per la difesa, la sicurezza, la salute e l’educazione, aiuti sotto forma di finanziamenti e riduzione di imposte ai settori ritenuti strategici. Nel 2009, anche per effetto delle minori entrate, il Bilancio federale ha registrato un deficit vicino al 6% del PIL, rispetto a un surplus attorno al 4% del PIL nel 2008, mentre il deficit non-oil è quasi raddoppiato portandosi vicino al 14% del PIL. Il Governo russo, a fronte della persistente fragilità dell’economia è intenzionato a ritirare solo gradualmente la spinta fiscale. Quest’anno le spese sono previste al 23% del PIL (in calo contenuto rispetto al 24,7% del 2009, e ancora superiori al 18,8% del 2008), mentre il deficit non-oil è stimato sui livelli del 2009 (14% del PIL). Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 10 Russia 8 ottobre 2010 Vulnerabilità esterna e rapporti con organismi finanziari internazionali Da gennaio a settembre 2010 il surplus di parte corrente è quasi raddoppiato, portandosi a 60,9 miliardi di dollari rispetto ai 33,3 miliardi allo stesso periodo del 2009. Questo ampliamento fa’ seguito alla crescita del surplus commerciale, salito a 114 miliardi di dollari (contro 76 miliardi nel 1° semestre del 2009), che ha più che bilanciato i più elevati deficit degli altri conti della parte corrente, in particolare i servizi, principalmente quelli legati all’attività commerciale, e i redditi, i quattro quinti dovuti alla remunerazione dei capitali esteri investiti in Russia Nei primi nove mesi del 2010, il deficit del conto finanziario si è ridotto sensibilmente, scendendo a 6,7 miliardi di dollari dagli oltre 56 miliardi negli stessi mesi del 2009. Questo risultato è stato determinato principalmente dall’aumento delle passività in valuta delle banche (+11,6 miliardi di dollari, mentre negli stessi mesi del 2009 erano diminuite di quasi 36 miliardi di dollari). Gli Investimenti Diretti Esteri (IDE) sono stati pari a 22,3 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 26 miliardi del 2009. Per effetto di tali andamenti, da gennaio a settembre 2010 la Bilancia dei Pagamenti ha registrato un surplus di 45,4 miliardi di dollari, contro un deficit di 25,4 miliardi nello stesso periodo del 2009. Bilancia dei pagamenti Miliardi di dollari Saldo corrente - saldo commerciale - servizi - trasferimenti - redditi Saldo finanziario - IDE e portafoglio - banche - prestiti - altre voci Errori e ommissioni Variazione Riserve Posizione finanziaria internazionale e debito con l’estero (2009) 9M 2010 60,9 114,5 -18,6 -3,3 -31,7 -6,7 -4,2 15,9 -6,9 -11,5 -8,8 -45,4 9M 2009 33,3 76,4 -14,2 -1,9 -27,0 -56,3 -6,5 -40,3 -5,6 -3,9 -2,4 25,4 Nota: (*) Il segno (-) indica un aumento delle riserve. Fonte: Banca centrale Miliardi di dollari Attività Totale 1109,1 IDE 318,7 Portafoglio 38,1 - azioni 2,5 - obbligazioni 35,6 Altri investimenti 312,8 - crediti commerciali 5,0 - prestiti 131,1 - valuta e depositi 123,9 - altre voci 52,8 Stock riserve (incluso oro) 439,5 Posizione finanziaria netta PFN/PIL 2009 % Debito estero (giugno 2010) Finanziamento estero 2010E Debito in scadenza e interessi 2010 Surplus corrente stimato 2010E Reserve cover 2010 Passività 990,7 382,5 216,4 171,7 44,7 393,8 2,0 336,0 33,4 22,4 118,4 9,6 456 18,5 97,9 79,4 24,8 Fonte: Banca centrale Nota: (*) Posizione finanziaria netta al netto di FDI e investimenti in azioni. Il segno (-) indica che il Paese è un creditore netto. (**) Rapporto tra riserve in valuta e aggregato composto dagli impegni di rifinanziamento estero dell’anno e dal saldo di conto corrente A fine agosto 2010 le riserve in valuta escluso l’oro ammontavano a 447 miliardi di dollari in rialzo rispetto a fine 2009 (416 miliardi di dollari). Le riserve coprono ampiamente gli impegni di rifinanziamento estero dell’anno, con un reserve cover ratio pari a 24,8. A fine giugno 2010, il debito estero della Russia ammontava a 456 miliardi di dollari (in calo rispetto ai 467 miliardi di dollari a fine dicembre 2009). Il debito estero del Governo federale era pari a poco più di 35 miliardi di dollari. Questo dato non include il debito estero di entità quasi statali, come Gazprom, e di banche controllate dallo Stato come Sberbank. A fine 2009, la Russia aveva una posizione finanziaria netta nei confronti dell’estero attiva (118 miliardi di dollari, pari a quasi il 10% del PIL). Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 11 Russia 8 ottobre 2010 Prospettive e rischi Le agenzie di rating collocano il debito sovrano in valuta della Russia nella parte bassa della scala di investment grade (BBB per S&P e Fitch, Baa1 per Moody’s). La fragilità dimostrata dall’economia, dal sistema bancario e dalla valuta della Russia durante la crisi finanziaria mondiale avevano portato le agenzie ad assegnare un Outlook Negativo al Paese, primo passo verso un taglio di rating. La successiva stabilizzazione finanziaria, aiutata dal consistente sostegno delle Autorità di politica economica, e il ritorno dell’economia su un sentiero di espansione, favorito oltre che dagli interventi a supporto della domanda, dal recupero dei prezzi del petrolio, hanno indotto le stesse agenzie a rivedere l’Outlook da Negativo a Stabile. La recente crisi ha evidenziato la vulnerabilità dell’economia a shock esterni a causa dell’eccessiva dipendenza dalle materie prime esportate e dell’elevato indebitamento in valuta del settore privato. Prodotti energetici e minerali contribuiscono a oltre l’80% delle esportazioni, mentre il peso di prodotti a elevato contenuto tecnologico è ancora trascurabile. La quota principale delle esportazioni della Russia è indirizzata verso economie a bassa crescita (la quota EU è vicina al 60%) e, data la struttura dell’export russo, il riaggiustamento geografico dei flussi commerciali verso aree a maggior crescita come l’Asia, appare un processo lungo e costoso (ad esempio, investimenti in nuove linee di distribuzione dei prodotti energetici). Il deterioramento delle infrastrutture ereditate dal periodo Sovietico, unitamente al peso della burocrazia e all’incertezza del diritto costituiscono secondo alcuni osservatori pesanti ostacoli all’iniziativa privata. La crisi ha peraltro favorito un’estensione della presenza dello Stato nella gestione dell’economia e ha frenato il processo di riforma della struttura produttiva e amministrativa. Gli investimenti in rapporto al PIL sono bassi se confrontati con quelli di altre importanti economie (in Russia il rapporto investimenti/PIL è inferiore al 20% mentre supera il 30% in India e si avvicina al 50% in Cina). Tutti questi fattori condizionano negativamente le prospettive di crescita di medio periodo. Il mercato azionario, dopo essere stato il top performer sia tra gli emergenti che tra i maturi nel 2009 guadagnando quasi il 130%, è salito di un ulteriore 8% da gennaio ad inizio ottobre 2010 (una performance in linea con quella dell’indice MSCI EM), mostrando una significativa relazione con l’andamento del prezzo del petrolio. L’EMBI+ spread del debito sovrano della Russia, dopo essere sceso sino a 130pb ad aprile 2010 (minimo dal 2007) dagli oltre 800pb di fine 2008, è da allora tornato a salire, a causa principalmente di una minore propensione al rischio a livello internazionale, portandosi a 230pb a inizio ottobre, uno spread pari a quello dell’EMBI+ Europe. EMBI+ spread Quotazioni azionarie e prezzo del petrolio 1000 150 130 800 600 Europe 110 Russia 90 70 400 50 200 0 ott-08 apr-09 ott-09 apr-10 ott-10 Fonte: Thomson Reuters - Datastream Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 2500 2000 1500 1000 30 500 ott-06 ott-07 ott-08 ott-09 ott-10 petrolio s.s. I azionario s.d. Fonte: Thomson Reuters - Datastream 12 Russia 8 ottobre 2010 Tavola dati macroeconomici Economia reale Popolazione (milioni) PIL procapite (dollaro PPP) PIL reale (var.%) Inflazione (media) Debito Pubblico/PIL Saldo Stato/PIL (%) Tasso di mercato monetario (%) Cambio valuta locale/dollaro (media) Tasso di cambio effettivo reale Tasso di cambio effettivo reale (disallineamento % media lungo periodo) 2004-08 142,7 13311,1 7,0 11,3 11,9 5,7 7,3 26,94 105,2 2008 141,8 15963,4 5,6 14,1 6,5 4,1 9,9 24,85 121,7 2009 141,9 14867,2 -7,9 11,7 8,3 -5,9 15,3 31,74 112,2 2010E 141,7 15720,0 4,2 6,7 8,6 -3,9 6,5 30,00 129,4 2011f 141,5 16620,0 4,0 7,8 9,2 -2,4 6,5 30,50 137,0 15,7 6,7 23,0 30,2 2008 103,7 6,2 24,1 11,4 13,6 13,9 2009E 49,0 4,0 31,5 11,6 10,9 20,8 2010E 79,4 5,0 24,0 12,6 12,0 19,6 2011E 67,0 3,9 23,0 12,5 13,6 19,2 Vulnerabilità esterna Saldo Corrente (miliardi di dollari) Saldo Corrente/PIL (%) Debito estero/PIL (%) Servizio debito/Export (%) Debito estero breve/Debito estero totale (%) Riserve (in mesi di importazioni) 2004-08 83,7 8,5 28,2 11,7 15,7 15,3 Prospettive e rischi Political Risk (1=rischio max; 10=rischio min.) Spread (EMBI+ spread) Fitch* Standard&Poor's* Moody's* Rating macroeconomico (a) Ultimo 5,1 223 (7 ott 2010) BBB/S (gen. 2010) BBB/S (dic. 2009) Baa1/S (dic. 2008) BBB (nov. 2009) Precedente 5,1 230 (18 mag. 2010) BBB/N BBB/N Baa1/P (18 set. 2008) BBB- Note: E, F= stime e previsioni EIU (settembre 2010) (*) Rating su debito sovrano a lungo termine in valuta estera; (a) a cura del Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, esso non coincide necessariamente con il rating ufficiale interno della Banca Fonti: EIU, Thomson Reuters - Datastream, Moody's, JPMorgan, IIF, IMF, World Bank, EBRD, ISI, EC, ICE, Transparency International, Heritage Foundation Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 13 Russia 8 ottobre 2010 Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche - Responsabile Gregorio De Felice Tel 02 8021 + (3) Tel 02 8796 + (6) International Economics - Responsabile Gianluca Salsecci 35608 [email protected] Economista - America Latina, CSI e MENA Giancarlo Frigoli 32287 [email protected] Economista - Asia Emergenti Silvia Guizzo 62109 [email protected] Economista - Macro CEE e SEE Antonio Pesce 62137 [email protected] Economista - Commercio e Industria Wilma Vergi 62039 [email protected] Economista - Banche e Mercati Davidia Zucchelli 32290 [email protected] Certificazione dell’analista e altre importanti comunicazioni Gli analisti finanziari che hanno redatto il presente documento dichiarano che le opinioni, previsioni o stime contenute nel documento stesso sono il risultato di un autonomo e soggettivo apprezzamento dei dati, degli elementi e delle informazioni acquisite e che nessuna parte del proprio compenso è stata, è o sarà, direttamente o indirettamente, collegata alla strategia di investimento raccomandata o proposta in questo documento. La presente pubblicazione è stata redatta da Intesa Sanpaolo S.p.A. Le informazioni qui contenute sono state ricavate da fonti ritenute da Intesa Sanpaolo S.p.A. affidabili, ma non sono necessariamente complete, e l'accuratezza delle stesse non può essere in alcun modo garantita. La presente pubblicazione viene a Voi fornita per meri fini di informazione ed illustrazione, ed a titolo meramente indicativo, non costituendo pertanto la stessa in alcun modo una proposta di conclusione di contratto o una sollecitazione all'acquisto o alla vendita di qualsiasi strumento finanziario. Il documento può essere riprodotto in tutto o in parte solo citando il nome Intesa Sanpaolo S.p.A. La presente pubblicazione non si propone di sostituire il giudizio personale dei soggetti ai quali si rivolge. 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