10 novembre 2015 Attualità e politica del gioco 3 Totoguida Scommesse n. 82 IN PRIMO PIANO e la pubblicità dei giochi in televisione esiste non vedo perché non debba continuare a esserci. Se è legalmente accettata è giusto che chi se ne occupa continui a farlo»: a parlare è Paolo Bonolis, conduttore televisivo di successo, attualmente impegnato con il quiz del preserale “Avanti un altro”. Il suo sì alla pubblicità di lotterie e scommesse non è però incondizionato: «Secondo me bisogna evitare esagerazione da una parte e dall’altra. Non credo sia giusto eliminare la «S Paolo Bonolis: «La pubblicità dei giochi? Basta controllarla» pubblicità in quanto si tratta di un settore imprenditoriale come un altro, ma bisogna comunque tutelare alcune fasce della popolazione e quindi i messaggi pubblicitari devono essere controllati e riportare il tutto verso l’aspetto più ludico». Bonolis è prudente anche sull’altra controversa misura ideata per contrastare le ludopatie, ovvero le distanze minime da scuole e chiese. «È giustissimo tutelare i minori e quindi non permettere l’apertura di sale gioco vicino a zone “sensibili” è sacrosanto». Ma poi osserva che «il problema delle distanza è relativo visto che comunque i punti di gioco si possono raggiungere facilmente». E quindi suggerisce di «trasmettere ai giovani più cultura sul gioco, lanciare messaggi più diretti e diffusi sull’approccio che bisogna avere, ricordando sempre che il gioco in quanto tale è solo un momento di svago ed evasione e non deve diventare una malattia o una ossessione». (FONTE: AGIMEG) L’Africa si accosta al gambling: soprattutto calcio, on line e mobile L’INTERVISTA entre sui giornali si parla di Africa solo per i profughi che scappano da guerre e dittatori, ci sono aziende occidentali che puntano al Continente Nero per sviluppare nuovi business. E, tra queste, quelle del gioco, che hanno intuito da tempo il potenziale economico di alcuni Paesi e l’interesse che scommesse e casinò suscitano in vaste fette di popolazione africana. Ma come si concilia questa prospettiva con l’immagine di economia depressa che viene sempre rappresentata per la maggior parte di quell’area? EiG 2015, la manifestazione che si è appena conclusa a Berlino, ha dedicato all’argomento un convegno che ha sciolto alcuni dubbi e ha fatto luce su alcuni aspetti caratteristici di questa realtà. TS ha intervistato John Kamara, della Global Gaming Africa (http://globalgamingafrica.com), moderatore al convegno berlinese. M Lei, Kamara, è nigeriano, con un’esperienza ultradecennale maturata tra Europa e Sudamerica. Quali differenze trova tra i Paesi africani e il cosiddetto Occidente evoluto? Penso che si debba prima parlare delle differenze che ci sono all’interno della stessa Africa. Per quanto possano essere diversi, per esempio, i vari Paesi europei, non c’è paragone con le diversità politiche, economiche e culturali tra quelli africani. Ma qui a EiG avete fatto un dibattito sulle strategie per approcciare il mercato africano come se fosse un’unica area economica e culturale. Sì, ho cercato di chiarire che non è così. E per quello ho voluto precisare che i discorsi di Giampiero Moncada A margine dell’EiG, dove è stato relatore, John Kamara della Global Gaming Africa ci racconta i segreti di una nuove frontiera per l’industria del gioco: l’Africa fatti oggi qui a Berlino riguardano soprattutto la Nigeria. La Nigeria si può accostare al Ghana, se si guarda lo stile di vita. Ma entrambe non hanno niente a che vedere con il Kenya, l’Uganda o lo Zambia. Insomma, per ciascun Paese bisogna studiare strategie commerciali completamente diverse. Si può provare a fare delle aggregazioni tra due categorie: quelli anglofoni e quelli francofoni, riferendoci alla presenza storica delle due potenze coloniali, Regno Unito e Francia. Perché le due diverse lingue corrispondono a stili di vita e sistemi economici diversi. diffusi i device mobili, come smartphone e tablet. Ma nella popolazione ci sono differenze enormi dal punto di vista sociale e, quindi, anche economico. Com’è possibile che tutti abbiano accesso alle tecnologie più moderne? La spiegazione viene dalla Cina. Alcune società tecnologiche cinesi sono in Africa già da un po’ di anni e hanno realizzato degli smartphone molto economici proprio per questo mercato. “Maciniamo chilometri”: con Sisal Matchpoint si vince la trasferta della Roma a Barcellona Degli smartphone diversi da quelli che si trovano nel resto del mondo? Sì, sono stati studiati appositamente e costano poco. Quindi incompatibili con i sistemi e i software utilizzati in gran parte del mondo? Ma no, sono compatibili, certo. Sono quasi tutti Android e li utilizzano persone di qualunque classe sociale e di qualunque età. Questo vuol dire che anche internet è diffusa, perché gli smartphone non servirebbero a nulla senza una connessione alla rete. Esatto. Inizialmente internet era molto costosa. Poi per le società di telecomunicazioni è stata una necessità offrire una La Nigeria, quindi, possiamo considerarla un’area di riferimento per gli investimenti? Un modello? A parte il Ghana, non ci sono Paesi simili alla Nigeria, anche per estensioni e per dimensioni economiche: 170 milioni di abitanti. Rimanendo nel versante a est dell’Africa, Kenya, Uganda e Tanzania sono molto simili tra loro. Nonostante i diversi stili di vita, pare che comunque la tecnologia sia molto diffusa e che, in particolare, siano molto olare insieme ai giallorossi a Barcellona e vivere la trasferta di Champions League del 24 novembre nel prestigioso Camp Nou da 12° uomo in campo. È il sogno di migliaia di tifosi che Sisal Matchpoint potrebbe realizzare grazie al concorso “Maciniamo chilometri”. Basta rispondere a 10 domande sulla AS Roma per partecipare all’estrazione di un’esperienza unica. Il concorso “Maciniamo chilometri” mette in palio un viaggio per due persone con volo in aereo insieme ai campioni giallorossi, hotel 5 stelle e biglietti per la gara al Camp Nou. Inoltre, rispondendo al quiz si possono vincere istantaneamente anche magliette autografate, palloni, cappellini, sciarpe e altro merchandising ufficiale della AS Roma. La partecipazione al concorso, totalmente gratuita, è riservata a utenti maggiorenni e la correttezza delle risposte alle domande non sarà vincolante ai fini della partecipazione. L’estrazione del viaggio si svolgerà il 17 novembre. G.R. V connessione a basso costo, proprio per potere incentivare gli smartphone. Quindi, anche la connessione da casa, quella su rete fissa, è scesa di prezzo? Quella non è molto diffusa. In tutta l’Africa orientale la connessione è soprattutto, anzi quasi esclusivamente, mobile. Direi che nessuno usa connessioni fisse. Anche da casa si collegano con lo smartphone o il tablet. In Africa occidentale la tecnologia non è così diffusa? C’è, ma è diversa. A ovest, quindi Costa d’Avorio, Camerun, Mali eccetera, è dominante la cultura francofona. E anche la tecnologia è di matrice francese. L’home page della Global Gaming Africa Avete parlato quasi esclusivamente dell’interesse degli africani per le scommesse. Ma il gioco d’azzardo è soprattutto casinò. A ovest dell’Africa non c’è la cultura del casinò, mentre a est, per esempio in Kenya, ci sono moltissimi casinò. Anche se adesso si parla esclusivamente di casinò on line, anche perché la maggior parte delle persone non si potrebbe permettere di entrare in un casinò land based, un casinò fisico. E tra le scommesse sportive quali sono le preferenze? Il calcio, senza alcun dubbio. Squadre africane? No, la Premier inglese. E il campionato italiano non è seguito? È al terzo posto (con quello tedesco), dopo la Premier League e la Liga spagnola. n 10 novembre 2015 Attualità e politica del gioco 5 Totoguida Scommesse n. 82 Alla ricerca della Stabilità... intanto ci pensano i tribunali LEGISLAZIONE ancano poche settimane alla fine dell’anno ed al varo della Stefano Sbordoni è avvocato del Foro Stabilità 2016, di Roma esperto di che si spera normativa italiana porti un po’ di e internazionale in materia di giochi ordine nel sete scommesse. tore del gaming italiano. Partendo però dal presupposto che le leggi di stabilità (le vecchie finanziarie) hanno limiti nelle competenze attribuite alle leggi di natura finanziaria. Quindi chi spera che nella Legge di Stabilità possa essere inclusa anche la delega fiscale – che come tutti sanno non ha trovato applicazione – potrebbe rimanere deluso. Forse per l’attuazione della delega sarà necessario pazientare, anche se il mercato, continuando ad essere munto ogni anno di più, non ha più le risorse economiche per andare avanti e quindi la lunga attesa potrebbe rivelarsi addirittura fatale. Nell’attesa della Stabilità 2016, che ci si augura con le nuove gare lo sia di nome e di fatto, sono i Tribunali amministrativi regionali che iniziano a fornire indicazioni utili in questa diatriba tra i governi del territorio (Regioni e Comuni) e il sistema concessorio “centralizzato”. È infatti impensabile che vengano indette delle gare per sostituire la vecchia rete di agenzie e corner (si tratta di una mera sostituzione dei punti preesistenti, in quanto sono in scadenza tutti i diritti – Giorgetti, Bersani e Monti – e non come sostengono alcuni dimostrando ignoranza o mala fede, di ulteriori punti M di Stefano Sbordoni San Benedetto del Tronto. Il Tar delle Marche ha rilevato come il Comune, nell’emanare l’ordinanza del 4 giugno 2015, non abbia condotto un’istruttoria idonea di gioco) su un territorio che a questo punto è irto di barriere, tra luoghi sensibili (chiese, scuole, ospedali, cimiteri, centri anziani ecc. ecc.) e fasce orarie. Riprendendo la giurisprudenza, si segnala la recentissima pronuncia del Tar delle Marche che, alla stregua del Tribunale amministrativo dell’Emilia Romagna, rileva come il Comune di San Benedetto del Tronto nell’emanare l’ordinanza del 4 giugno 2015 non abbia condotto un’istruttoria idonea che potesse giustificarne la portata così restrittiva. Ecco i fatti: in data 4 giugno 2015 il Comune marchigiano emanava un provvedimento con il quale veniva disciplinato l’orario degli apparecchi e congegni automatici da gioco, stabilendo che le slot machine dovevano essere poste in funzione esclusivamente dal- le 9:00 alle 13:00 e dalle 18:00 alle 23:00. Per il collegio giudicante, sebbene l’ordinanza oggetto di censura venisse prontamente sostituita dal Comune resistente con la successiva ordinanza n. 33 del 4.8.2015 (che andava a modificare la disciplina dell’apertura delle sale giochi e degli apparecchi con vincita di denaro, fissandoli dalle 13 all’una del mattino e quindi annullava la precedente ordinanza del 4 giugno), «in tutta evidenza l’orario deve essere il risultato di un’accurata istruttoria e di una eventuale differenziazione tra i vari periodi di attività, allo scopo di effettuare un giusto bilanciamento tra le esigenze di tutela della sicurezza e della salute pubblica e l’interesse alla libera iniziativa economica. Nel provvedimento impugnato il bilanciamento appare del tut- to assente. Nel testo [dell’ordinanza del 4 giugno, si intende], dopo una serie di riferimenti normativi e la citazione degli studi sull’argomento, si dà semplicemente atto di dover disciplinare gli orari di funzionamento degli apparecchi di intrattenimento con lo scopo di contrastare l’insorgere di fenomeni devianti nell’utilizzo degli stessi, in particolare tra i giovani. Non vi è alcun riferimento al collegamento tra tali esigenze e la specifica limitazione di orario prevista che, essenzialmente, prevede una lunga pausa di chiusura dalle 13 alle 18 (senza chiarire l’utilità di tale chiusura), senza alcuna differenziazione od eccezione. Come già accennato, il Comune fa altresì riferimento a studi relativi all’impatto del gioco d’azzardo nell’area comunale e comuni limitrofi, anche con specifico riferimento ai giovani tra i 14 e i 23 anni, ma senza che da questi si possa trarre alcun riferimento all’utilità di una limitazione nella misura dell’ordinanza». Con questa analisi semplice e concisa il Tribunale amministrativo ha rilevato come la politica che il governo del territorio sta portando avanti contro il comparto del gioco pubblico sia condotta senza un criterio logico e giuridico, ed è priva di contenuti. Il caso del Comune di San Benedetto è emblematico, ma purtroppo non è il solo. In altre ordinanze comunali si citano studi generici, magari di Regioni e Comuni terzi, senza dare indicazioni precise del proprio territorio, e questo solo perché si deve ritenere che basti fare riferimento al gioco pubblico legale – l’origine di tutti i mali – per ve- In attesa che venga varata la Legge di Stabilità (e che metta un po’ d’ordine nel settore dei giochi), le sentenze dei tribunali mettono in luce come gli enti locali emettano ordinanze frutto più di luoghi comuni che di analisi fondate dere giustificata qualsiasi assurdità. I Comuni dovrebbero invece tutelare i propri cittadini dal gioco illegale (che è veramente un pericolo sia per diffusione incontrollata, sia in quanto in quei punti non si può verificare il rispetto delle norme sui minori né di quelle sul riciclaggio) e tutelare i punti legali, facendone garanzia di legalità e di ordine pubblico. Ci si auspica che la nuova rete nasca e si sviluppi sotto questo auspicio stabilendo, per iniziare la collaborazione tra il governo del territorio e gli esercenti, che come ultimo miglio sono la base su cui poggia l’intero comparto. n