Indice 9 - Il sistema d'installazione modulare n Centralini e quadri per apparecchiature modulari pag. 502 n Verifiche e prove secondo norma CEI 23-51 pag. 505 n Quadri di distribuzione ASC e ASD pag. 508 n Prese e spine di tipo industriale pag. 511 n Guida alla scelta pag. 515 n Grado di protezione degli involucri pag. 516 501 Centralini e quadri per apparecchiature modulari Il sistema d'installazione modulare Gli elementi componenti il sistema di installazione modulare permettono di realizzare quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare conformi alla norma CEI 23-51. Le caratteristiche comuni sono: cc corrente nominale fino a 125 A; cc guida DIN simmetrica; cc elevata robustezza; cc materiale autoestinguente in conformità alla norma CEI 50-11; cc conformità alla norma CEI 23-49. Le tabelle seguenti consentono di individuare facilmente il contenitore da utilizzare a seconda del materiale usato, del tipo di installazione, del grado di protezione richiesto, del numero totale di moduli e della disposizione degli apparecchi modulari su una o più file; la scelta è eseguita tra le soluzioni proposte nell'offerta centralini e quadri di distribuzione della serie MiniPragma, MiniCoreos Light, Pragma, Kaedra e G125. Per ogni contenitore scelto nelle tabelle seguenti è fornito il dato di potenza dissipabile necessario per la verifica termica richiesta dalla norma CEI 23-51. Centralini da incasso IP40 per apparecchiature modulari serie Mini Pragma - Residenziale e piccolo terziario potenza dissipata [w] numero moduli 4 6 8 12 18 24 36 36 numero file 1 1 1 1x12 1x18 2x12 2x18 3x12 fronte porta opaca bianco 11 16 18 20 29 36 fronte porta traslucida bianco avorio 41 Centralini da parete IP40 per apparecchiature modulari serie Mini Pragma - Residenziale e piccolo terziario potenza dissipata [w] moduli 2 4 6 8 12 18 24 36 502 numero file 1 1 1 1 1 1 2x12 2x18 porta opaca 8 11 12 15 23 22 27 porta trasparente granata pistacchio grigio met. Centralini e quadri da incasso IP40 - colore bianco potenza dissipata [w] numero moduli numero file 4 1 6 1 8 1 12 1X12 18 1X18 24 2X12 36 2X18 36 3X12 48 2X24 54 3X18 72 3X24 72 4X18 96 4X24 120 5X24 144 6X24 serie MiniCoreos Pragma 12 e Pragma 18 Pragma 24 porta trasparente IP40 RAL9003 porta trasparente IP40 RAL9001 porta trasparente IP41 RAL9001 19 21 27 34 41 34 38 50 62 56 81 68 90 100 110 133 156 Centralini e quadri da parete IP40 - colore bianco potenza dissipata [w] numero moduli numero file 2 1 4 1 6 1 8 1 12 1X12 18 1X18 24 2X12 36 2X18 36 3X12 48 2X24 54 3X18 72 3X24 72 4X18 96 4X24 120 5X24 144 6x24 serie MiniCoreos Light Pragma 12 e Pragma 18 Pragma 24 senza porta IP40 RAL9003 porta trasparente IP40 RAL9001 porta trasparente IP41 RAL9001 8 6 8 14 18 32 27 40 50 45 67 56 76 64 87 94 100 503 Il sistema d'installazione modulare Centralini e quadri per apparecchiature modulari Centralini e quadri da parete IP65 - colore grigio serie Kaedra potenza dissipata [w] numero moduli 3 4 6 8 12 12 18 24 36 36 54 54 numero file 1 1 1 1 1 1 1 2X12 2X18 3X12 3X18 4X18 porta trasparente IP65 RAL7035 porta trasparente IP65 RAL7035 porta trasparente 28 39 34 45 45 67 89 30 (1) dimensioni hxlxp porta opaca IP65 RAL7035 460x340x160 460x448x160 610x340x160 610x448x160 842x448x160 34 45 45 67 89 8 10 11 15 19 37 (2) 50 (3) (1) Quadro con interfaccia avente 1 apertura. (2) Quadro con interfaccia avente 3 aperture. (3) Quadro con interfaccia avente 4 aperture. centralini IP40 - colore grigio centralini metallici IP40 serie G125 serie Mini Coreos Light potenza dissipata [w] numero moduli numero file 2 1 4 1 6 1 8 1 12 1x12 24 2x12 36 3x12 504 senza porta IP40 RAL7034 8 6 8 14 18 32 27 potenza dissipata [w] numero moduli numero file 36 2x18 54 3x18 72 4x18 72 3x24 96 4x24 120 5x24 144 6x24 sporgente 64,7 78 92 86,5 103,4 120 139,36 incasso 70,2 82,5 95 94 117 139 162,3 Il sistema d'installazione modulare Verifiche e prove secondo norma CEI 23-51 La norma sperimentale CEI 23-51 contiene le prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove a cui sottoporre i quadri realizzati per installazioni domestiche e similari, aventi le seguenti caratteristiche: cc tensione nominale fino a 440 V; cc corrente nominale in entrata fino a 125 A, che corrisponde alla massima corrente nominale degli apparecchi di protezione e manovra in entrata; cc corrente presunta di cortocircuito nominale non superiore a 10 kA o protetti con dispositivo di protezione avente corrente limitata massima di 15 kA; cc temperatura ambiente di 25 °C con limite solo occasionale di 35 °C. Le verifiche richieste dalla norma sperimentale CEI 23-51 sono le prove individuali che vanno eseguite dall’installatore su ogni esemplare. Le verifiche da effettuare sono richiamate nella tabella 1. L’unica caratteristica che richiede una verifica coordinata, prevista solo per quadri con corrente nominale > 32 A, monofase e trifase è la sovratemperatura del quadro. Il costruttore dell’involucro fornisce il valore della potenza massima dissipabile secondo i criteri previsti dalla norma CEI 23-49 (Pinv); l’installatore deve verificare che la potenza dissipata dagli apparecchi installati non superi tale limite. Le altre prove di tipo sono di competenza del costrutture dell’involucro e sono eseguite in accordo con la norma sperimentale CEI 23-49. Esse comprendono i punti 4-5-6-7-10 di tabella 1: cc la resistenza meccanica all’impatto; cc il grado di protezione; cc la resistenza del materiale isolante al calore anormale e al fuoco; cc la resistenza alla ruggine e all’umidità. Una volta effettuate le verifiche e le prove aggiuntive previste, il costrutture del quadro dovrà fornire al committente: cc la dichiarazione di conformità del quadro alla regola dell’arte (Allegato A); cc la relazione di verifica dei limiti di sovratemperature, quando sia richiesta la prova (Allegato B); cc lo schema unifilare dei circuiti del quadro e i dati tecnici dei componenti (Allegato C). Se il costruttore del quadro è anche l’impresa installatrice dell’impianto, egli dovrà compilare la dichiarazione di conformità del quadro, che allegherà alla dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico alla regola dell’arte secondo la legge 46/90. tabella 1 - elenco delle verifiche e prove da eseguire sui quadri di distribuzione per uso domestico e similare rif. 1 caratteristiche da controllare costruzione e identificazione verifiche e prove (in generale) apposizione di una targa, controllo visivo dei relativi dati e verifica della conformità del quadro agli schemi, dati tecnici, ecc. (vedere 6.4.1 norma CEI 23-51) 2 limiti di sovratemperatura verifica dei limiti di sovratemperatura mediante il calcolo della potenza dissipata (vedere 6.4.2 norma CEI 23-51) resistenza di isolamento verifica della resistenza di isolamento (vedere 6.4.3 norma CEI 23-51) resistenza meccanica all’impatto verifica della resistenza meccanica (1) grado di protezione verifica del grado di protezione (vedere 6.4.4 norma CEI 23-51) (1) resistenza del materiale isolante al calore anomale e al fuoco prova del filo incandescente (solo per involucri in materiale isolante) (1) resistenza del materiale isolante al calore prova di pressione con la sfera (solo per involucri in materiale isolante) (1) tenuta al cortocircuito non applicabile efficienza del circuito di protezione verifica dell'efficienza del circuito di protezione (solo per involucri in materiale isolante) (vedere 6.4.4 norma CEI 23-51) resistenza alla ruggine e all'umidità verifica della resistenza alla ruggine e all'umidità (vedere 6.4.4 norma CEI 23-51) (1) cablaggio funzionamento meccanico e, se necessario funzionamento elttrico verifica del corretto cablaggio funzionamento meccanico e, se necessario funzionamento elettrico (vedere 6.4.4 norma CEI 23-51) • •3 •4 •5 •6 •7 •8 •9 •10 •11 • (1) le prove N° 4, 5, 6, 7 e 10 sono in accordo con la Norma CEI 23-49. Esse non si effettuano se l‘involucro è stato riconosciuto conforme a questa Norma. 505 Il sistema d'installazione modulare Verifiche e prove secondo norma CEI 23-51 Schema a blocchi per le verifiche dei quadri di distribuzione per uso domestico e similare Quadri realizzati con involucro conforme alla norma sperimentale CEI 23-49 Il circuito in entrata è monofase? No Sì La corrente nominale Inq è ≤ 32 A? No Sì Eseguire le verifiche N. 1 e 11 della tabella 1 Dichiarazione di conformità Allegato A-C Eseguire le verifiche N. 1, 2, 3, 9 e 11 della tabella 1 Dichiarazione di conformità Allegato A-B-C Calcolo della corrente nominale del quadro (Inq) La corrente nominale del quadro (Inq) è definita come il valore più basso tra la corrente nominale degli apparecchi in entrata (Ine) e la somma delle correnti nominali degli apparecchi in uscita (Inu). Inq = minore tra (Ine, Inu). Per i quadri dove è richiesta la verifica dei limiti di sovratemperatura, l’installatore deve verificare, mediante un semplice calcolo, che la potenza totale (Ptot) dissipata dai componenti sia inferiore o al massimo uguale alla potenza che l’involucro (Pinv) è in grado di dissipare. I dati delle potenze Pinv, caratteristici di ciascun involucro, sono riportati nelle tabelle delle pagine precedenti. La relazione da verificare è la seguente Ptot ≤ Pinv. La potenza totale Ptot si ottiene con la formula Ptot = Pdp + 0,2 Pdp + Pau. La potenza totale dissipata nel quadro (Ptot) è data dalla somma della potenza dissipata dai dispositivi di protezione e manovra (Pdp), tenendo conto dei fattori di utilizzo (Ke) e di contemporaneità (K), aumentata del 20% per tener conto del contributo dei collegamenti e di altri piccoli apparecchi come prese a spina, relé, ecc... Qualora vengano installati nel quadro altri componenti che dissipano una potenza significativa (trasformatori per suonerie, lampade di segnalazione, ecc...) deve essere sommata anche la potenza conosciuta di questi ausiliari (Pau). Per il calcolo della potenza dissipata dagli apparecchi è conveniente riferirsi alla tabella 2, riportata in questa pagina, che è stata ricavata dall’Allegato B della norma. Questa tabella, debitamente compilata, può risultare molto utile all’installatore perché deve essere allegata alla relazione di verifica termica da fornire al committente. In questa tabella la potenza dissipata dai dispositivi di protezione e manovra può essere facilmente calcolata moltiplicando la potenza dissipata per polo, fornita dal costruttore degli apparecchi, per il numero di poli dell’interruttore. In caso di interruttore tetrapolare, agli effetti termici si considerano solo tre poli. Per i circuiti in entrata la potenza dissipata da ciascun apparecchio dovrà essere moltiplicata per il fattore di utilizzo (Ke) elevato al quadrato e per i circuiti in uscita la potenza di ciascun apparecchio andrà moltiplicata per il fattore di contemporaneità (K) elevato al quadrato, dove K è il rapporto effettivo tra la corrente che circola nel singolo circuito, ove la si conosca, e la relativa corrente nominale, oppure è il valore suggerito dalla norma. 506 Ke e K devono essere elevati al quadrato in quanto la potenza è direttamente proporzionale al quadrato della corrente. Il fattore di utilizzo (Ke) è un valore sperimentale ed è stato assunto uguale a 0,85 per i circuiti in entrata (si è fatta l’ipotesi che i circuiti in entrata non vengano mai utilizzati al di sopra dell’85% della loro corrente nominale). Il fattore di contemporaneità (K), invece, è un valore che tiene conto della potenza effettiva richiesta in condizioni di esercizio dai circuiti di uscita. In mancanza di informazioni sui valori effettivi delle correnti (natura dei carichi, utilizzazione dei carichi nella giornata, ecc...), la norma definisce il valore di K in base al numero dei circuiti di uscita (da 0,8 a 0,5) come definito nella seguente tabella. numero dei circuiti principali 2e3 4e5 da 6 a 9 10 e oltre fattore di contemporaneità K 0,8 0,7 0,6 0,5 tabella 2 - potenza dissipata dai dispositivi di protezione e manovra (Pdp) n. poli (2) potenza per fattore di utilizzo n. potenza potenza apparecchio (Ke) per i circuiti circuito dissipata dissipata di protezione in entrata per polo da ciascun e manovra fattore di [W] (1) apparecchio Pd [W] (3) contemporaneità [W] (4) (K) per circuiti in uscita circuiti in entrata circuiti in uscita totale (somma della colonna) Pdp (1) Dato fornito dal Costruttore dell’apparecchio. (2) In caso di interruttore tetrapolare, agli effetti termici, si considerano solo 3 poli. (3) Potenza dissipata per polo moltiplicata per il numero di poli. (4) Per i circuiti in entrata vale: Ke2 x Pd. Per i circuiti in uscita vale: K2 x Pd. Ke e K sono elevati al quadrato in quanto la potenza è direttamente proporzionale al quadrato della corrente. 507 Quadri di distribuzione ASC e ASD Il sistema d'installazione modulare Esempio di verifica termica Compatibilità elettromagnetica (1) (2) (3) (4) (5) (6) Esempio di verifica termica Un centralino da realizzare, impiegando un centralino stagno serie Pragma 12 da 24 moduli è costituito da un’unità di ingresso e 6 unità di uscita secondo lo schema a fianco. In aggiunta è presente un trasformatore per suoneria da 8 VA, 12 V. Il numero totale di moduli occupati è pari a 18. Secondo l’indicazione della norma, il fattore di utilizzo del circuito d’entrata (Ke) è pari a 0,85. Per le partenze si usa un valore del coefficiente di contemporaneità pari a 0,6, come suggerito dalla norma. Per il calcolo della potenza dissipata dai dispositivi di protezione e manovra (Pdp) si utilizza la tabella allegata. Occorre inoltre considerare la potenza dissipata dal trasformatore per suoneria: Pau = 0,8 W. La potenza totale Ptot si ottiene con la formula: Ptot = Pdp + 0,2 Pdp + Pau = 22,2 W. La potenza dissipabile dal centralino in oggetto, fornita nelle pagine precedenti è: Pinv = 50 W. Poiché risulta Ptot < Pinv il centralino risulta conforme dal punto di vista termico. tabella 2 - potenza dissipata dai dispositivi di protezione e manovra (Pdp) n. poli (2) potenza per fattore di utilizzo n. potenza potenza apparecchio (Ke) per i circuiti circuito dissipata dissipata di protezione in entrata per polo da ciascun (1) e manovra fattore di [W] apparecchio (3) Pd [W] contemporaneità [W] (4) (K) per circuiti in uscita circuiti 3,2 4 9,6 6,93 in 0,85 entrata (1) Dato fornito dal Costruttore dell’apparecchio. (2) In caso di interruttore tetrapolare, agli effetti termici, si considerano solo 3 poli. (3) Potenza dissipata per polo moltiplicata per il numero di poli. (4) Per i circuiti in entrata vale: Ke2 x Pd. Per i circuiti in uscita vale: K2 x Pd. Ke e K sono elevati al quadrato in quanto la potenza è direttamente proporzionale al quadrato della corrente. circuiti 1 in 2 uscita 3 4 5 6 3 3 2,6 2,6 2 2 2 2 2 2 2 2 6 6 5,2 5,2 4 4 0,6 0,6 0,6 0,6 0,6 0,6 2,16 2,16 1,87 1,87 1,44 1,44 totale (somma della colonna) 17,87 Pdp Dati di targa Ogni quadro deve essere fornito di una targa, (CEI 23-51.5 e 6.4.1) che può essere posta anche dietro la portella, che riporti in maniera indelebile i seguenti dati: cc nome o marchio del costruttore (1); cc tipo o altro mezzo di identificazione del quadro da parte del costruttore (1); cc corrente nominale del quadro (Inq); cc natura della corrente e frequenza; cc tensione nominale di funzionamento; cc grado di protezione (se > di IP 2X C). (1) Come costruttore viene considerato chi realizza il quadro completo assumendosene la responsabilità. Compatibilità elettromagnetica nei centralini di distribuzione La variante V1 alla norma CEI 23-51 fornisce delle indicazioni per la compatibilità elettromagnetica nei centralini di distribuzione. Le prescrizioni per la EMC riguardano i quadri che contengono componenti che possono emettere disturbi elettromagnetici e che non sono immuni. Per questi quadri tuttavia non sono richieste prove se i componenti installati soddisfano già le prescrizioni di EMC per l'ambiente in cui devono essere utilizzati, inserite nelle diverse norme di prodotto o, in mancanza di queste, nelle norme generiche e inoltre il montaggio dei componenti e i relativi cablaggi sono realizzati secondo le istruzioni del costruttore dei componenti. Negli altri casi si devono effettuare le prove di immunità ed emissione indicate nella variante. 508 Premessa I quadri in bassa tensione devono essere conformi alla norma CEI EN 60439, “Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per Bassa Tensione (Quadri B.T.)” articolata in 4 parti, delle quali 3 riguardano i quadri ASC e ASD. Le Norme Europee Norma CEI EN 60439-1 “Prescrizioni per apparecchiature di serie (AS) e non di serie (ANS)” costituisce la parte principale mentre le sezioni 2,3 e 4 ne completano, modificano o sostituiscono le prescrizioni per apparecchiature particolari che devono comunque essere conformi alla parte 1. La norma che l’ha sostituita – come è stato riportato nelle pagine precedenti della guida – è la CEI EN 61439-1. Ciò nonostante, ai fini dell’applicazione delle due norme di prodotto ASC e ASD, la norma base di riferimento resta la norma CEI EN 60439-1. Norma CEI EN 60439-3 “Prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate di protezione e manovra destinate ad essere installate in luoghi dove personale non addestrato ha accesso al loro uso. Quadri di distribuzione (ASD)”. Si riferisce ai quadri di distribuzione con involucri fissi, costruiti in serie (ASD), destinati sia ad applicazioni domestiche, sia in altri luoghi con uso da parte di persone non qualificate (ovvero non istruite o avvertite sui pericoli dell’elettricità). La norma che la sostituirà è la futura Norma CEI EN 61439-3 “Quadri di distribuzione destinati a persone non addestrate” in fase di approvazione e pubblicazione in sede IEC e Cenelec. Per la migliore definizione di “quadri di distribuzione destinati a persone non addestrate” si intende quanto di seguito riportato: cc previsti per l’utilizzo da parte di persone non addestrate (e.g. operazioni di manovra o di sostituzione cartucce per fusibili), e.g. in applicazioni domestiche; cc i circuiti di partenza contengono dispositivi di protezione, previsti per essere utilizzati da persone non addestrate, conformi alle norme CEI EN 60898-1, CEI EN 61008, CEI EN 61009, CEI EN 62423 and CEI EN 60269-3; cc la tensione nominale verso terra non supera i 300 V c.a.; cc la corrente nominale (Inc) dei circuiti di partenza non supera 125 A e la corrente nominale del quadro (InA) non supera 250 A; cc previsti per la distribuzione di energia elettrica; cc con involucro, fissi; cc per utilizzo all’interno e all’esterno. Il contenuto tecnico e prescrittivo della norma è, in principio, equivalente a quello della norma precedente ed il lavoro è consistito nell’allineamento con la struttura della norma base CEI EN 61439-1. L’ultima data di validità della norma precedente è comunque legata all’iter approvativo di cui sopra e sarà non oltre il 2015. Norma CEI EN 60439-4 “Prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate per cantiere (ASC)”. Si applica alle apparecchiature assiemate costruite in serie (ASC) progettate per l’uso in cantiere, ovvero per i luoghi di lavoro temporanei, che non sono normalmente accessibili al pubblico. La norma che la sostituirà è la futura Norma CEI EN 61439-4 “Quadri per cantiere” in fase di approvazione e pubblicazione in sede IEC e Cenelec. Il suo contenuto tecnico e prescrittivo è sostanzialmente equivalente a quello della norma precedente ed il lavoro è consistito nell’allineamento con la struttura della norma base CEI EN 61439-1 L’ultima data di validità della norma precedente è comunque legata all’iter approvativo di cui sopra e sarà non oltre il 2015. La certificazione e la marcatura CE Come previsto dalla legge 46/90 l’installatore è tenuto a redigere e rilasciare al committente di lavori una dichiarazione di conformità che deve comprendere tutti gli allegati obbligatori previsti (file tecnico), tra i quali, il più importante, è la relazione con tipologie dei materiali utilizzati. Questo documento elenca i componenti utilizzati nell’impianto specificandone la conformità alle norme nazionali CEI o europee del CENELEC e il tipo di certificazione o dichiarazione di cui il prodotto è dotato. 509 Il sistema d'installazione modulare Quadri di distribuzione ASC e ASD Per i quadri elettrici ASD o ASC l’installatore deve far riferimento e dichiarare che le apparecchiature installate sono conformi rispettivamente alle norme CEI EN 60439-1/ 3 e 1/ 4 in quanto in possesso di dichiarazione di conformità del costruttore o dell’assemblatore, che con tale documento ne assume la responsabilità giuridica. In ottemperanza alle Direttive 73/23 e 93/68 nonché al D.L. 626/96 il costruttore deve apporre sui quadri elettrici la marcatura CE. Questa documentazione dovrà restare conservata e tenuta a disposizione delle autorità nazionali di ispezione per almeno 10 anni, a decorrere dall’ultima data di fabbricazione del prodotto. Targhe e istruzioni La norma CEI EN 60439-1 impone inoltre che su ogni quadro vengano applicate una o più targhe indelebili, posizionate in modo da essere visibili, con scritte indelebili e facilmente leggibili; quando l’apparecchiatura è installata, deve riportare almeno le seguenti informazioni: cc il nome o il marchio di fabbrica del costruttore (non necessario se indicato direttamente sull’ASC) cc il tipo o il numero di identificazione cc la norma di riferimento CEI EN 60439-4 cc natura della corrente dell’unità (frequenza se in corrente alternata) cc tensioni nominali cc corrente nominale cc grado di protezione cc peso (quando il peso del quadro è superiore ai 30 kg). Ulteriori informazioni, quando richieste, possono essere riportate sugli schemi elettrici o nei cataloghi del costruttore. Il costruttore deve inoltre fornire anche adeguate istruzioni per l’installazione, il funzionamento e la manutenzione dell’apparecchiatura. Deve essere specificato quali altri tipi di apparecchiature vi si possono collegare e devono essere indicati i criteri di coordinamento con il tipo di sistema di messa a terra utilizzato e con le protezioni elettriche dell’impianto completo. ll Sistema Funzionale Certificato Kaedra di Schneider Electric consente la rapida realizzazione e certificazione sia di quadri da cantiere ASC, che di quadri di distribuzione ASD. A prova di Norma In collaborazione con l’IMQ, Istituto Italiano per il Marchio di Qualità, e alcuni tra i più prestigiosi laboratori nazionali, Schneider Electric ha realizzato tutte le prove di tipo sui quadri AS, ASC e ASD secondo quanto previsto dalle norme CEI EN 60439-1/3 e CEI EN 60439-1/4 e certificato mediante dichiarazioni di conformità tutte le configurazioni ricavabili utilizzando componenti del Sistema Kaedra. Ampia scelta di soluzioni L’utilizzo di questi componenti secondo le istruzioni del Sistema Funzionale Certificato Kaedra consente la realizzazione di numerose configurazioni scelte tra i quadri serie Kaedra Box e Kaedra MC, con oltre 500 configurazioni per quanto riguarda i quadri da cantiere ASC, ed altrettante per i quadri di distribuzione ASD. Il software SFC Il software configuratore SFC Kaedra ti consente una facile e rapida scelta per la realizzazione di quadri prese Kaedra in ambienti con presenza di personale non qualificato (ASD) e nei cantieri (ASC). Permette la personalizzazione del quadro in funzione delle proprie esigenze applicative, scegliendo all’interno di un’offerta di oltre 1.000 diverse configurazioni, ma se non trovi quella che fa per te chiama il servizio di Pronto Contatto e ti consiglieremo soluzioni corrette sia in chiave applicativa che normativa. Il software è molto intuitivo e facilita la scelta della variante di quadro più adatta alle tue esigenze, permettendo di compilare rapidamente gli allegati alla dichiarazione di conformità richiesti dalle norme e dalle leggi vigenti. Il configuratore consente di stampare dati identificativi del quadro, disegno fronte quadro con elenco e disposizione dei componenti, schema di collegamento unifilare, rapporto di prova individuale, dichiarazione di conformità Schneider Electric, per i quadri certificati dichiarazione di conformità CE e Norme per i quadri ASD e ASC. 510 Il sistema d'installazione modulare Prese e spine di tipo industriale Generalità La presa a spina è un dispositivo destinato alla connessione elettrica di una apparecchiatura, fissa o mobile, per consentirne l’alimentazione. Essa consente inoltre una sconnessione facile e rapida per permettere un intervento, una modifica, o lo spostamento dell’apparecchiatura. In funzione del contesto e del tipo di energia richiesta per il funzionamento dell’apparecchiatura, si utilizzano prese a spina differenti. Inoltre, le prese a spina industriali sono i grado di veicolare correnti elettriche di valore generalmente ben superiore a quello delle prese di tipo domestico. Le prese a spina di tipo industriale sono destinate a confrontarsi con condizioni d’impiego molto particolari che possono variare moltissimo in funzione dell’ambito d’applicazione (potenza distribuita, tenuta stagna,ambienti corrosivi, resistenza agli urti, ecc.). La scelta di una presa a spina industriale deve quindi tenere conto di un insieme di parametri molto precisi, quali la diversità delle apparecchiature che dovranno alimentare, la specificità dell’ambiente in cui saranno installate e la natura del sito. Elementi costitutivi di una presa a spina di tipo industriale Una presa a spina industriale è un componente elettrico composto da due elementi: una presa e una spina. Una volta uniti consentono il passaggio della corrente; la loro separazione provoca l’interruzione del circuito elettrico. In questa unione, una è la parte femmina, destinata per definizione a fornire la corrente, l’altra è la parte maschio, destinata a riceverla. Le diverse applicazioni delle spine e prese comprendono le seguenti esecuzioni: cc presa a spina fissa: dispositivo che permette di collegare a volontà un cavo flessibile ad un impianto fisso per prelevare corrente; comprende la presa fissa e la spina. cc Presa fissa: è la parte femmina destinata a fornire la corrente. Essa può essere fissata su una parete e si parla allora di presa da parete, oppure essere incorporata in una apparecchiatura, e in questo caso sarà una presa da incasso. Queste apparecchiature possono essere delle cassette nelle quali vengono integrate altre funzioni quali l’interruzione dell’alimentazione, con o senza interblocco, e/o la protezione mediante fusibili o interruttori automatici magnetotermici e differenziali. cc Spina: è la parte maschio indissolubilmente collegata o destinata ad essere collegata al cavo flessibile a sua volta collegato ad una apparecchiatura o a una presa mobile. Introdotta nella presa adatta consente il prelievo della corrente. cc Presa a spina mobile: dispositivo che permette di collegare a volontà due cavi flessibili, formando una prolunga; comprende la presa mobile e la spina. cc Presa mobile: è la parte mobile indissolubilmente collegata o destinata ad essere collegata al cavo flessibile di alimentazione, consentendo di portare la corrente ovunque serva. cc Presa a spina per apparecchi: dispositivo che permette di collegare a volontà un cavo flessibile ad un apparecchio: comprende una presa mobile e una spina fissa. cc Spina fissa: è la parte maschio, fissata o destinata ad essere fissata ad un apparecchio consentendogli di ricevere il tipo di corrente necessario al suo funzionamento mediante la presa mobile femmina. Prescrizioni normative Le prese e spine industriali sono realizzate secondo le norme internazionali IEC 309-1 e IEC 309-2 e europee CEI EN 60309-1 e CEI EN 60309-2 che prevedono prese e spine sia in corrente alternata, con frequenze fino a 500 Hz, che in corrente continua, suddividendole in due grandi categorie: cc spine e prese a bassissima tensione, per valori d’impiego sino a 50 V; cc spine e prese a bassa tensione, per valori d’impiego tra 50 V e 690 V. Sono previste correnti nominali da 16 e 32A ed esecuzioni da 2P e 3P per la bassissima tensione e con correnti nominali di 16, 32, 63 e 125 A con esecuzioni da 2P+T, 3P+T e 3P+N+T per la bassa tensione. Per ogni impiego con caratteristiche nominali diverse di tensione, corrente, frequenza, polarità e tipologia di applicazione è prevista una specifica esecuzione con impedimenti di sicurezza che rendano impossibile l’inserimento di una spina qualsiasi in una presa che non sia l’esatta corrispondente, consentendo di definire il sistema a “sicurezza intrinseca”. Questa non intercambiabilità è assicurata dalla conformità alle diverse tabelle di unificazione dimensionale che prevedono differenti posizioni del contatto di terra rispetto ad un riferimento normalizzato fisso dell’imbocco. Esecuzione a bassa tensione > 50 V 511 Prese e spine di tipo industriale Il sistema d'installazione modulare L2 L/+ L1 2P + T L3 N 3P + N + T Nelle versioni a bassa tensione questa non intercambiabilità è assicurata mediante due elementi: cc una scanalatura di guida sulla presa a cui fa riscontro un corrispondente nasello sulla spina; cc un contatto di terra più grande degli altri contatti e posto in diverse posizioni orarie a seconda delle caratteristiche nominali d’impiego. La posizione oraria (h) del contatto di terra viene verificata con la presa vista di fronte ed osservando la posizione del contatto di terra rispetto al punto di riferimento principale (scanalatura di guida) posizionato sempre a ore 6. Esecuzione a bassissima tensione < 50 V Anche in queste versioni, prive di contatto di terra, la non intercambiabilità è assicurata da due elementi di riferimento: cc una scanalatura di guida sulla spina cui fa riscontro un corrispondente nasello sulla presa, in posizione sempre fissa a ore 6; cc un riferimento ausiliario costituito anch’esso da una scanalatura sulla spina cui corrisponde un nasello sulla presa che si posiziona nelle diverse ore, a seconda delle caratteristiche d’impiego. La posizione oraria (h) del riferimento ausiliario viene verificata con la presa vista di fronte ed osservando la posizione del nasello rispetto al punto di riferimento principale posizionato sempre a ore 6. Codice dei colori Per una più rapida identificazione delle tensioni d’impiego la norma prevede un codice di colori convenzionali che possono interessare tutto l’apparecchio o solo una parte (es. coperchio presa, ghiera, involucro, ecc.) tensione nominale di esercizio V da 10 a 25 da 40 a 50 da 100 a 130 da 200 a 250 da 380 a 480 da 500 a 690 colore (1) viola bianco giallo blu rosso nero (1) Per frequenze superiori a 60 Hz e fino a 500 Hz incluso si può usare, se necessario, il colore verde in combinazione con il colore della tensione nominale di esercizio. bassissima tensione frequenza tensione [Hz] nominale d'impiego [V] fino a 50 V posizione del punto di riferimento ausiliario 16 e 32 A 2P 3P senza riferimento 50 e 60 20-25 50 e 60 40-50 12 h da 100 a 200 incluso 20-25 e 40-50 4h 300 2h 400 3h da 401 a 500 incluso 11 h corrente continua 512 20-25 e 40-50 10 h Principali riferimenti orari La gamma comprende tutte le versioni previste dalle normative, anche le più particolari. In questo documento sono illustrate solo alcune esecuzioni standard ma è possibile disporre di tutte le diverse posizioni orarie specificate dalla norma, tra le quali, nella gamma a bassa tensione possiamo trovare: cc uso comune ore 6; cc container refrigerati ore 3; cc installazioni marine, portuali, navali ore 11; cc alim.mediante trasfo isolamento (TST) ore 12; cc corrente continua da 50 a 250 V ore 3; cc corrente continua oltre 250 V ore 8; cc alta frequenza da 100 a 300 Hz ore 10; cc alta frequenza da 300 a 500 Hz ore 2; cc tensioni particolari da 100 a 130 V ore 4; cc da 480 a 500 V ore 7; cc da 600 a 690 V ore 5. Dispositivi di arresto e di blocco Ogni tipo di presa è munita di un dispositivo di arresto o di ritenuta meccanico destinato a trattenere, dopo il corretto inserimento, la spina nella presa impedendone l’involontaria estrazione. Nelle prese a bassa tensione, per meglio soddisfare questa esigenza di sicurezza ed in particolare per impedire l’inserimento e l’estrazione della spina dalla presa in presenza di tensione, sono nate le prese con interruttore di blocco. Il loro dispositivo di interblocco consente la chiusura dell’interruttore e quindi l’alimentazione dell’apparecchio utilizzatore solo quando la spina è inserita a fondo nella presa e quindi è avvenuto il perfetto collegamento meccanico ed elettrico tra alveoli e spinotti. L’utilizzo di queste soluzioni è reso obbligatorio dalle norme per alcuni tipi di impianti, ad esempio nei luoghi con pericolo di esplosione, ed è raccomandabile in ogni caso in quanto assicura che il prelievo della corrente possa avvenire solo nelle condizioni di sicurezza di perfetto inserimento della spina, evitando contatti non sicuri in grado di causare surriscaldamenti e quindi deterioramento degli isolamenti e pericolo d’incendio. Sul mercato italiano questa applicazione ha avuto una notevole diffusione, inizialmente sulla spinta del DPR 27 aprile 1955, n.547 "Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro" che, al capo VII, articolo 310, cita: "Le derivazioni a spina per l’alimentazione di macchine e di apparecchi di potenza superiore a 1000 W devono essere provviste a monte della presa di interruttore nonché di valvole onnipolari escluso il neutro, per permettere l’inserimento e il disinserimento della spina a circuito aperto". Sulla base di questa affermazione si sono proposte al mercato soluzioni monoblocco composte da un interruttore, valvole portafusibili e presa a spina con interblocco meccanico tra la presa e l’interruttore e che hanno riscontrato un notevole successo per l’estrema garanzia di sicurezza anche nel caso di impiego da parte di personale non addestrato che altrimenti avrebbe potuto inserire la spina anche con interruttore chiuso. Queste soluzioni sono ora disponibili anche in esecuzioni complete con altri dispositivi di protezione già montati, siano essi portafusibili a tappo o cilindrici sezionabili, o predisposti per il montaggio di apparecchiature di protezione di tipo modulare: interruttori automatici magnetotermici, differenziali magnetotermici o puri, ecc. La norma CEI EN 60309 prevede inoltre che i dispositivi di interruzione di tipo meccanico per le prese fisse interbloccate siano di categoria di utilizzazione almeno AC22 secondo la norma CEI EN 60947-3. L’esigenza poi di ritrovare in un unico punto di prelievo polarità e tensioni diverse ha portato allo sviluppo di batterie di distribuzione nelle quali potessero raggrupparsi più prese con interruttore di blocco integrabili con scatole di derivazione e centralini per l’alimentazione, la ripartizione e la protezione. L’adozione di queste soluzioni nell’ambito del terziario ha portato poi alla realizzazione di soluzioni più compatte e più facilmente componibili, con una estetica anche più adatta al segmento. Nell’offerta Schneider Electric queste soluzioni sono identificabili nelle serie ISOBLOCK e Unika. Grado di protezione La norma CEI EN 60309-2 prevede una classificazione delle prese a spina industriali basata sul grado di protezione contro la penetrazione dei corpi solidi e dei liquidi. Le versioni ammesse sono: cc IP44: spine e prese protette contro la penetrazione di corpi solidi di dimensioni superiori a 1 mm e protette contro gli spruzzi d’acqua. Le spine non dispongono di ghiera di serraggio e le prese sono dotate di coperchio a molla; cc IP67: spine e prese protette totalmente contro la polvere e stagne all’immersione. Le spine dispongono di ghiera di serraggio e le prese di coperchio con ghiera. Il grado di protezione viene verificato: cc nelle prese quando i coperchi sono chiusi o con la spina completamente inserita; cc nelle spine quando sono completamente inserite nelle prese. Il grado di protezione viene verificato secondo la norma CEI EN 60529. Vengono accettati gradi di protezione diversi per le prese interbloccate con prove in conformità alla norma CEI EN 60529 ed i più comuni adeguati alle esigenze applicative sono: IP55 - IP65 - IP66. È importante sottolineare che un grado di protezione non può essere considerato presunzione di conformità di un grado diverso: ad esempio non è sempre vero che IP67 è superiore a IP66. Infatti la prova per verificare la protezione contro la penetrazione d’acqua è differente nei due casi. Per l’IP66 sottopongo l’oggetto a dei getti d’acqua potenti (prova idrodinamica), mentre per l’IP67 faccio una prova immergendo l’oggetto temporaneamente (prova idrostatica). è chiaro quindi che se ad esempio si dovessero installare delle prese a spina nei pressi di un molo la scelta corretta sarebbe l’IP66. Grado di protezione meccanica La norma prevede prove di resistenza meccanica specifiche dopo condizionamento a -25°C per più di 16h: cc urto per caduta (versioni mobili); cc urto con martello pari a 1 joule (versioni fisse). I nostri prodotti dispongono inoltre di un grado di protezione IK contro gli impatti meccanici esterni, secondo norma CEI EN 62262 pari a IK 08, che corrisponde a un impatto di 5 joule. codice IK 00 01 02 03 04 05 energia d’impatto non protetto 0,15 joule 0,2 joule 0,35 joule 0,5 joule 0,7 joule codice IK 06 07 08 09 10 energia d'impatto 1 joule 2 joule 5 joule 10 joule 20 joule 513 Prese e spine di tipo industriale Il sistema d'installazione modulare Comportamento al calore anormale e al fuoco 12 La valutazione del comportamento al calore anormale ed al fuoco dei materiali plastici che compongono le prese a spina fa riferimento a due diversi metodi di prova: cc metodo del filo incandescente (glow-wire test) secondo norma CEI EN 60695-2-10/11/12/13: simula le sollecitazioni termiche che possono essere prodotte dalle sorgenti di calore (elementi incandescenti o resistori sovraccaricati) in modo da valutarne il pericolo di innesco d’incendio. La prova consiste nell’applicare un filo incandescente di 4 mm di diametro per 30 sec. sul prodotto da testare. La prova deve dare i seguenti risultati: cc l’eventuale fiamma deve cessare entro 30 secondi dalla rimozione del filo incandescente; cc la carta velina posta sotto le gocce incendiate non deve infiammarsi. La norma impone che la temperatura di prova per le parti che portano elementi in tensione deve essere 850°C, mentre per le altre parti può essere 650°C. Schneider Electric garantisce gli 850°C anche per i materiali esterni. cc Metodo di prova di fiamma con ago secondo norme CEI EN 60695-11-5: simula l’effetto di piccole fiamme che possono manifestarsi in seguito al guasto interno dei prodotti allo scopo di giudicare il rischio d’incendio. La prova consiste nel sottoporre il provino del prodotto per il tempo Ta (5,10,20,30,60,120 sec. a seconda delle norme specifiche) alla fiamma di un becco di Bunsen; la prova deve dare i seguenti risultati: cc l’esemplare non si incendia, cc la fiamma e le particelle incandescenti non propagano l’incendio, cc la durata della combustione è inferiore a 30 sec dopo il distacco del becco di Bunsen. m m 45° 514 Il sistema d'installazione modulare Guida alla scelta Prese e spine industriali PK spine mobili serie PK e PK PratiKa Vu fino a 50V da 50 a 690V Hz 50/500 50/60 Vi 50 690 mobili a 90° da 50 a 690V 50/60 mobili con invertitore di fase da 50 a 690V mobili con invertitore di fase a 90° fisse da incasso a 90° fisse con invertitore di fase fisse con invertitore di fase a 90° fisse da parete 690 In 16 - 32 16 - 32 63 - 125 16 - 32 IP 44 - 67 44 - 67 67 44 - 67 IK 8 8 8 8 resistenza al fuoco 850°C 850°C 850°C 850°C 50/60 690 16 44 - 67 8 850°C da 50 a 690V fino a 50V da 50 a 690V 50/60 50/500 50/60 690 50 690 da 50 a 690V da 50 a 690V da 50 a 690V 50/60 50/60 50/60 690 690 690 16 16 - 32 16 - 32 63 - 125 16 - 32 16 16 44 - 67 44 - 67 44 - 67 67 44 - 67 44 - 67 44 - 67 8 8 8 8 8 8 8 850°C 850°C 850°C 850°C 850°C 850°C 850°C prese mobili serie PK e PK PratiKa fisse da parete small normali Unika fisse da incasso con interruttore di blocco senza protezione con interruttore di blocco con portafusibili con trasformatore di sicurezza con vano DIN Compact con interruttore di blocco Isoblock con vano apparecchi modulari con interruttore di blocco con portafusibili con interruttore di blocco con portafusibili sezionabili con segnalazione luminosa con trasformatore di sicurezza con interruttore di protezione e blocco elettrico PK inclinate dritte Vu fino a 50V da 50 a 690V Hz 50/500 50/60 Vi 50 690 da 50 a 690V fino a 50V da 50 a 690V 50/60 50/500 50/60 690 50 690 da 100 a 500V 50/60 da 100 a 500V In 16 - 32 16 - 32 63 - 125 16 - 32 16 - 32 16 - 32 63 - 125 16 - 32 - 63 IP 44 - 67 44 - 67 67 44 - 67 44 - 67 44 - 67 67 44 - 65 IK 8 8 8 8 8 8 8 9 resistenza al fuoco 850°C 850°C 850°C 850°C 850°C 850°C 850°C 750°C 16 - 32 - 63 44 - 65 9 750°C 230/24 400/24 da 100 a 500V da 100 a 500V 50/60 50/60 50/60 6,5 63 16 - 32 - 63 44 - 65 65 65 9 9 10 750°C 750°C 850°C da 100 a 500V 50/60 16 - 32 - 63 65 10 850°C da 100 a 500V 50/60 16 - 32 65 10 850°C 230/24 400/24 da 200 a 500V 50/60 6,5 63-125 65 65 10 8 850°C 960°C da 50 a 690V 50-60 690 fino a 50V da 50 a 690V 50/500 Hz 50-60 50 690 16 - 32 63 - 125 16 - 32 16 - 32 63 - 125 44 - 67 67 44 - 67 44 - 67 67 8 8 8 8 8 850°C 850°C 850°C 850°C 850°C mini quadri per prese da incasso serie Kaedra numero moduli numero prese 4 1 4 2 4 3 6 4 12+1 3 12+1 6 18+1 8 12+1 335 12+1 460 18+1 460 quadri per prese industriali serie Kaedra numero moduli numero prese 5 2 quadri con pannello universale serie Kaedra numero moduli altezza [mm] 5 460 6 460 515 Il sistema d'installazione modulare Grado di protezione degli involucri Considerazioni generali Influenze esterne La normativa impianti ha classificato e codificato un gran numero di influenze esterne alle quali un impianto elettrico può essere sottoposto: presenza d'acqua, presenza di corpi solidi, rischio di urti, vibrazioni, presenza di sostanze corrosive, ecc… Queste situazioni possono influenzare i componenti elettrici con intensità variabile in funzione delle caratteristiche dell'impianto: la presenza d'acqua si può manifestare attraverso la caduta di qualche goccia… come anche attraverso l'immersione totale. Grado di protezione La norma IEC 529 (in Italia CEI EN 60529 - classificazione CEI 70-1) permette di indicare attraverso il codice IP i gradi di protezione previsti per gli involucri delle apparecchiature elettriche contro l'accesso alle parti in tensione e contro la penetrazione dell'acqua o dei corpi solidi estranei. Questa norma non considera la protezione contro i rischi d'esplosione o contro situazioni ambientali come l'umidità, i vapori corrosivi, le muffe o gli insetti. Il codice IP è costituito da 2 cifre caratteristiche e può essere esteso con una lettera addizionale nel caso in cui la protezione delle persone contro l'accesso alle parti in tensione risulti essere superiore a quella indicata dalla prima cifra. La prima cifra caratterizza la protezione del materiale contro la penetrazione dei corpi solidi estranei. La seconda cifra caratterizza la protezione contro la penetrazione dei liquidi all'interno degli involucri con effetti dannosi. La tabella di pagina 471 sintetizza il significato delle due cifre. Osservazioni importanti cc Il grado di protezione IP deve sempre essere letto cifra per cifra e non globalmente. Per esempio, un involucro con grado di protezione IP31 è adatto in un ambiente che esige un grado di protezione minimo IP21. In questo caso, non può invece essere utilizzato un apparecchio con involucro avente grado di protezione IP30; cc considerazione del fatto che la presenza di acqua sulle apparecchiature (quadri) è comunque di effetto negativo (penetrazione, effetti corrosivi, ecc…), è opportuno che le apparecchiature installate all'esterno siano corredate di un tettuccio di protezione eventualmente integrato da schermi laterali; cc in generale, i gradi di protezione indicati dai costruttori sono validi alle condizioni previste dai cataloghi. Tuttavia, soltanto il montaggio, l'installazione e la manutenzione effettuati secondo la regola dell'arte garantiscono il mantenimento del grado di protezione originale. Scelta degli involucri in funzione dei locali La tabella 1 suggerisce il grado di protezione da utilizzare per i componenti elettrici in funzione dell'ambiente di installazione. Non esistendo attualmente in Italia testi normativi in merito, questa tabella è stata ricavata dalla guida UTE C 15-103, opportunamente aggiornata per tener conto delle consuetudini impiantistiche italiane. Le indicazioni di questa tabella hanno validità generale, ma possono essere in qualche caso invalidate da prescrizioni normative o legislative relative ad ambienti particolari. L'uso di questa tabella può risultare opportuno per non appesantire i costi degli impianti effettuando scelte di prodotti aventi gradi di protezione in eccesso rispetto a quelli considerati sufficienti dalle comuni regole di buona tecnica. Come si può osservare, le indicazioni della tabella non si limitano agli ambienti industriali (dove ad esempio si fa uso di componenti particolari ed importanti quali i quadri di grossa potenza ed i condotti sbarre), ma si estendono anche ad ambienti di tipo assimilabile a quello domestico ed alle aree all'aperto. Ulteriori considerazioni Dall'esame dell'intera tabella si osserva che un involucro con grado di protezione IPX3 è idoneo ad essere installato all'aperto o in luoghi particolari, ove sia prevista la presenza di liquidi e/o sia fortemente probabile l'eventualità di sgocciolamento degli stessi. In generale i prodotti previsti per gli ambienti industriali trovano applicazione nella realizzazione di impianti di distribuzione dell'energia elettrica in ambienti chiusi (capannoni industriali, officine). Dall'analisi delle norme impiantistiche e dalle buone regole di installazione attualmente vigenti si può senz'altro affermare che i prodotti (quadri elettrici, condotti sbarre, …) aventi grado di protezione IP54 e quindi verificati secondo le prescrizioni della norma CEI EN 60529 per resistere agli spruzzi d'acqua da tutte le direzioni (il che rappresenta una garanzia superiore all'IPX3, provato soltanto contro la caduta della pioggia) sono da intendersi adatti all'utilizzo nella maggior parte degli impianti elettrici destinati ad ambienti "normali" (dove peraltro risulta difficile immaginare le apparecchiature continuamente sottoposte a getti d'acqua mediante manichette o pompe d'irrigazione oppure ad eventi atmosferici di tipo equivalente). 516 Radicate abitudini impiantistiche, probabilmente legate ad una tradizione che si fonda su una scarsa conoscenza delle definizioni dei gradi di protezione meccanica, portano a volte i progettisti a richiedere apparecchiature come i quadri ed i condotti sbarre con gradi di protezione eccessivi rispetto al reale bisogno. Le indicazioni della tabella 1 possono essere di aiuto al progettista, fornendogli informazioni di buona regola dell'arte che gli consentono di effettuare scelte di prodotti adatti al luogo di installazione senza appesantire inutilmente i costi. Una scelta corretta delle apparecchiature potrà a volte consentire l'impiego di involucri con grado di protezione inferiore o addirittura la versione più economica senza accessori di tenuta. tabella 1 luoghi locali tecnici camere frigorifere sale di controllo officine laboratori sala macchine garage locali caldaie edifici per uso collettivo uffici sale ristorante e mense grandi cucine sale sport sala riunione grado di protezione IP33 IP30 IP31/43 IP31 IP31 (1) (1) IP30 IP31 IP35 IP31 IP30 luoghi stabilimenti industriali lavorazione del legno fabbricazione del cartone magazzini frigoriferi sala macchine trattamento dei metalli fabbriche di carta edifici riceventi il pubblico edifici sportivi coperti musei parcheggi coperti sale di audizione e spettacoli esposizioni/gallerie d'arte tendoni grado di protezione IP50/60 IP33 IP33 IP30 IP31/33 IP33/34 IP31 IP31 IP31 IP30 IP30 IP44 (1) Il grado di protezione è funzione della classificazione dell'area e del tipo di impianto previsti dalla norma CEI 64-2 e/o dai regolamenti in vigore. 517 Grado di protezione degli involucri Il sistema d'installazione modulare Prescrizioni normative Grado di protezione IP degli involucri secondo le Norme CEI EN 60529 1a Cifra caratteristica: Protezione contro l’ingresso di corpi estranei e contro l’accesso a parti pericolose significato protezione dell’involucro contro l’ingresso di 0 1 corpi solidi di dimensioni superiori a 50 mm 2 corpi solidi di dimensioni superiori a 12,5 mm 3 corpi solidi di dimensioni superiori a 2,5 mm 4 corpi solidi di dimensioni superiori a 1 mm calibro oggetto Ø 50 mm dorso della mano calibro oggetto Ø 12,5 mm dito calibro oggetto Ø 2,5 mm attrezzo calibro oggetto Ø 1 mm filo calibro di accessibilità Ø 50 mm dito di prova articolato calibro di accessibilità Ø 2,5 mm calibro di accessibilità Ø 1 mm 5 polvere in quantità nociva 6 polvere (totalmente protetto) mezzo di prova protezione della persona contro l’accesso con mezzo di prova polvere di talco polvere di talco 2a Cifra caratteristica: Protezione contro la penetrazione dell'acqua significato protezione dell’involucro contro effetti dannosi derivati da 0 1 caduta verticale di gocce d'acqua 2 caduta verticale di gocce d'acqua con inclinazione dell'involucro fino a 15° 3 pioggia 4 spruzzi d'acqua 5 getti d'acqua 6 getti d'acqua potenti mezzo di prova 7 immersione temporanea 8 immersione continua in accordo tra utilizzatore, ma più severe di quelle di cifra 7 Lettere opzionali lettera addizionale (1) significato protezione della persona contro l'accesso con mezzo di prova A B dorso della mano dito C D attrezzo filo lettera supplementare informazioni supplementari per la protezione del materiale H apparecchiature ad alta tensione M S calibro dito di prova di accessibilità Ø articolato 50 mm calibro calibro W di accessibilità Ø di accessibilità Ø 2,5 mm x 100 mm 1 mm x 100 mm provato contro gli effetti dannosi dovuti all'ingresso dell'acqua quando le parti mobili dell'apparecchiatura sono in moto provato contro gli effetti dannosi dovuti all'ingresso dell'acqua quando le parti mobili dell'apparecchiatura non sono in moto adatto all'uso in condizioni atmosferiche specificate e dotato di misure e procedimenti addizionali (1) Utilizzato solo se: cc la protezione effettiva contro l’accesso a parti pericolose è superiore a quella indicata dalla prima cifra caratteristica. cc è indicata solo la protezione contro l’accesso a parti pericolose e la prima cifra caratteristica viene allora sostituita con una X. Esempio di applicazione completa del codice IP: protetto contro l'ingresso di corpi solidi superiori a 2,5 mm protetto contro gli effetti di spruzzo d’acqua 518 protetto contro l’accesso con un filo IP 3 4 D W adatto all’uso in condizioni atmosferiche specificate