9 - Il sistema d`installazione modulare

Indice
9 - Il sistema d'installazione modulare
n Centralini e quadri per apparecchiature modulari
pag. 502
n Verifiche e prove secondo norma CEI 23-51
pag. 505
n Quadri di distribuzione ASC e ASD
pag. 508
n Prese e spine di tipo industriale
pag. 511
n Guida alla scelta
pag. 515
n Grado di protezione degli involucri
pag. 516
501
Centralini e quadri
per apparecchiature modulari
Il sistema
d'installazione
modulare
Gli elementi componenti il sistema di installazione modulare permettono di realizzare
quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare conformi
alla norma CEI 23-51. Le caratteristiche comuni sono:
cc corrente nominale fino a 125 A;
cc guida DIN simmetrica;
cc elevata robustezza;
cc materiale autoestinguente in conformità alla norma CEI 50-11;
cc conformità alla norma CEI 23-49.
Le tabelle seguenti consentono di individuare facilmente il contenitore da utilizzare
a seconda del materiale usato, del tipo di installazione, del grado di protezione
richiesto, del numero totale di moduli e della disposizione degli apparecchi modulari
su una o più file; la scelta è eseguita tra le soluzioni proposte nell'offerta centralini
e quadri di distribuzione della serie MiniPragma, MiniCoreos Light, Pragma, Kaedra
e G125. Per ogni contenitore scelto nelle tabelle seguenti è fornito il dato di potenza
dissipabile necessario per la verifica termica richiesta dalla norma CEI 23-51.
Centralini da incasso IP40 per apparecchiature modulari
serie Mini Pragma - Residenziale e piccolo terziario
potenza dissipata [w]
numero moduli
4
6
8
12
18
24
36
36
numero file
1
1
1
1x12
1x18
2x12
2x18
3x12
fronte
porta opaca
bianco
11
16
18
20
29
36
fronte
porta traslucida
bianco
avorio
41
Centralini da parete IP40 per apparecchiature modulari
serie Mini Pragma - Residenziale e piccolo terziario
potenza dissipata [w]
moduli
2
4
6
8
12
18
24
36
502
numero file
1
1
1
1
1
1
2x12
2x18
porta opaca
8
11
12
15
23
22
27
porta trasparente
granata
pistacchio
grigio met.
Centralini e quadri da incasso IP40 - colore bianco
potenza dissipata [w]
numero moduli numero file
4
1
6
1
8
1
12
1X12
18
1X18
24
2X12
36
2X18
36
3X12
48
2X24
54
3X18
72
3X24
72
4X18
96
4X24
120
5X24
144
6X24
serie MiniCoreos
Pragma 12 e Pragma 18
Pragma 24
porta trasparente IP40 RAL9003
porta trasparente IP40 RAL9001
porta trasparente IP41 RAL9001
19
21
27
34
41
34
38
50
62
56
81
68
90
100
110
133
156
Centralini e quadri da parete IP40 - colore bianco
potenza dissipata [w]
numero moduli numero file
2
1
4
1
6
1
8
1
12
1X12
18
1X18
24
2X12
36
2X18
36
3X12
48
2X24
54
3X18
72
3X24
72
4X18
96
4X24
120
5X24
144
6x24
serie MiniCoreos Light
Pragma 12 e Pragma 18
Pragma 24
senza porta IP40 RAL9003
porta trasparente IP40 RAL9001
porta trasparente IP41 RAL9001
8
6
8
14
18
32
27
40
50
45
67
56
76
64
87
94
100
503
Il sistema
d'installazione
modulare
Centralini e quadri
per apparecchiature modulari
Centralini e quadri da parete IP65 - colore grigio
serie Kaedra
potenza dissipata [w]
numero moduli
3
4
6
8
12
12
18
24
36
36
54
54
numero file
1
1
1
1
1
1
1
2X12
2X18
3X12
3X18
4X18
porta trasparente
IP65 RAL7035
porta trasparente
IP65 RAL7035
porta trasparente
28
39
34
45
45
67
89
30 (1)
dimensioni
hxlxp
porta opaca IP65
RAL7035
460x340x160
460x448x160
610x340x160
610x448x160
842x448x160
34
45
45
67
89
8
10
11
15
19
37 (2)
50 (3)
(1) Quadro con interfaccia avente 1 apertura.
(2) Quadro con interfaccia avente 3 aperture.
(3) Quadro con interfaccia avente 4 aperture.
centralini IP40 - colore grigio
centralini metallici IP40
serie G125
serie Mini Coreos Light
potenza dissipata [w]
numero moduli numero file
2
1
4
1
6
1
8
1
12
1x12
24
2x12
36
3x12
504
senza porta IP40 RAL7034
8
6
8
14
18
32
27
potenza dissipata [w]
numero moduli numero file
36
2x18
54
3x18
72
4x18
72
3x24
96
4x24
120
5x24
144
6x24
sporgente
64,7
78
92
86,5
103,4
120
139,36
incasso
70,2
82,5
95
94
117
139
162,3
Il sistema
d'installazione
modulare
Verifiche e prove secondo
norma CEI 23-51
La norma sperimentale CEI 23-51 contiene le prescrizioni per la realizzazione,
le verifiche e le prove a cui sottoporre i quadri realizzati per installazioni domestiche
e similari, aventi le seguenti caratteristiche:
cc tensione nominale fino a 440 V;
cc corrente nominale in entrata fino a 125 A, che corrisponde alla massima corrente
nominale degli apparecchi di protezione e manovra in entrata;
cc corrente presunta di cortocircuito nominale non superiore a 10 kA o protetti
con dispositivo di protezione avente corrente limitata massima di 15 kA;
cc temperatura ambiente di 25 °C con limite solo occasionale di 35 °C.
Le verifiche richieste dalla norma sperimentale CEI 23-51 sono le prove individuali
che vanno eseguite dall’installatore su ogni esemplare.
Le verifiche da effettuare sono richiamate nella tabella 1.
L’unica caratteristica che richiede una verifica coordinata, prevista solo per quadri
con corrente nominale > 32 A, monofase e trifase è la sovratemperatura del quadro.
Il costruttore dell’involucro fornisce il valore della potenza massima dissipabile
secondo i criteri previsti dalla norma CEI 23-49 (Pinv); l’installatore deve verificare
che la potenza dissipata dagli apparecchi installati non superi tale limite.
Le altre prove di tipo sono di competenza del costrutture dell’involucro e sono
eseguite in accordo con la norma sperimentale CEI 23-49.
Esse comprendono i punti 4-5-6-7-10 di tabella 1:
cc la resistenza meccanica all’impatto;
cc il grado di protezione;
cc la resistenza del materiale isolante al calore anormale e al fuoco;
cc la resistenza alla ruggine e all’umidità.
Una volta effettuate le verifiche e le prove aggiuntive previste, il costrutture
del quadro dovrà fornire al committente:
cc la dichiarazione di conformità del quadro alla regola dell’arte (Allegato A);
cc la relazione di verifica dei limiti di sovratemperature, quando sia richiesta la prova
(Allegato B);
cc lo schema unifilare dei circuiti del quadro e i dati tecnici dei componenti
(Allegato C).
Se il costruttore del quadro è anche l’impresa installatrice dell’impianto, egli dovrà
compilare la dichiarazione di conformità del quadro, che allegherà alla dichiarazione
di conformità dell’impianto elettrico alla regola dell’arte secondo la legge 46/90.
tabella 1 - elenco delle verifiche e prove da eseguire sui quadri di distribuzione per uso domestico
e similare
rif.
1
caratteristiche da controllare
costruzione e identificazione
verifiche e prove (in generale)
apposizione di una targa, controllo visivo dei relativi dati e verifica della
conformità del quadro agli schemi, dati tecnici, ecc.
(vedere 6.4.1 norma CEI 23-51)
2
limiti di sovratemperatura
verifica dei limiti di sovratemperatura mediante il calcolo della potenza
dissipata (vedere 6.4.2 norma CEI 23-51)
resistenza di isolamento
verifica della resistenza di isolamento (vedere 6.4.3 norma CEI 23-51)
resistenza meccanica all’impatto
verifica della resistenza meccanica (1)
grado di protezione
verifica del grado di protezione (vedere 6.4.4 norma CEI 23-51) (1)
resistenza del materiale isolante al calore anomale e al fuoco
prova del filo incandescente (solo per involucri in materiale isolante) (1)
resistenza del materiale isolante al calore
prova di pressione con la sfera (solo per involucri in materiale isolante) (1)
tenuta al cortocircuito
non applicabile
efficienza del circuito di protezione
verifica dell'efficienza del circuito di protezione
(solo per involucri in materiale isolante) (vedere 6.4.4 norma CEI 23-51)
resistenza alla ruggine e all'umidità
verifica della resistenza alla ruggine e all'umidità
(vedere 6.4.4 norma CEI 23-51) (1)
cablaggio funzionamento meccanico e, se necessario funzionamento
elttrico
verifica del corretto cablaggio funzionamento meccanico e, se necessario
funzionamento elettrico (vedere 6.4.4 norma CEI 23-51)
•
•3
•4
•5
•6
•7
•8
•9
•10
•11
•
(1) le prove N° 4, 5, 6, 7 e 10 sono in accordo con la Norma CEI 23-49. Esse non si effettuano se l‘involucro è stato riconosciuto conforme a questa Norma.
505
Il sistema
d'installazione
modulare
Verifiche e prove secondo
norma CEI 23-51
Schema a blocchi per le verifiche dei quadri
di distribuzione per uso domestico e similare
Quadri realizzati con involucro
conforme alla norma sperimentale
CEI 23-49
Il circuito in entrata è monofase?
No
Sì
La corrente nominale Inq è ≤ 32 A?
No
Sì
Eseguire le verifiche N. 1 e 11 della tabella 1
Dichiarazione di conformità Allegato A-C
Eseguire le verifiche
N. 1, 2, 3, 9 e 11 della tabella 1
Dichiarazione di conformità
Allegato A-B-C
Calcolo della corrente nominale del quadro (Inq)
La corrente nominale del quadro (Inq) è definita come il valore più basso
tra la corrente nominale degli apparecchi in entrata (Ine) e la somma delle correnti
nominali degli apparecchi in uscita (Inu).
Inq = minore tra (Ine, Inu).
Per i quadri dove è richiesta la verifica dei limiti di sovratemperatura, l’installatore
deve verificare, mediante un semplice calcolo, che la potenza totale (Ptot) dissipata
dai componenti sia inferiore o al massimo uguale alla potenza che l’involucro (Pinv)
è in grado di dissipare. I dati delle potenze Pinv, caratteristici di ciascun involucro,
sono riportati nelle tabelle delle pagine precedenti.
La relazione da verificare è la seguente
Ptot ≤ Pinv.
La potenza totale Ptot si ottiene con la formula
Ptot = Pdp + 0,2 Pdp + Pau.
La potenza totale dissipata nel quadro (Ptot) è data dalla somma della potenza
dissipata dai dispositivi di protezione e manovra (Pdp), tenendo conto dei fattori
di utilizzo (Ke) e di contemporaneità (K), aumentata del 20% per tener conto
del contributo dei collegamenti e di altri piccoli apparecchi come prese a spina,
relé, ecc...
Qualora vengano installati nel quadro altri componenti che dissipano una potenza
significativa (trasformatori per suonerie, lampade di segnalazione, ecc...)
deve essere sommata anche la potenza conosciuta di questi ausiliari (Pau).
Per il calcolo della potenza dissipata dagli apparecchi è conveniente riferirsi
alla tabella 2, riportata in questa pagina, che è stata ricavata dall’Allegato B
della norma.
Questa tabella, debitamente compilata, può risultare molto utile all’installatore
perché deve essere allegata alla relazione di verifica termica da fornire
al committente.
In questa tabella la potenza dissipata dai dispositivi di protezione e manovra
può essere facilmente calcolata moltiplicando la potenza dissipata per polo, fornita
dal costruttore degli apparecchi, per il numero di poli dell’interruttore.
In caso di interruttore tetrapolare, agli effetti termici si considerano solo tre poli.
Per i circuiti in entrata la potenza dissipata da ciascun apparecchio dovrà essere
moltiplicata per il fattore di utilizzo (Ke) elevato al quadrato e per i circuiti in uscita
la potenza di ciascun apparecchio andrà moltiplicata per il fattore di contemporaneità
(K) elevato al quadrato, dove K è il rapporto effettivo tra la corrente che circola
nel singolo circuito, ove la si conosca, e la relativa corrente nominale, oppure
è il valore suggerito dalla norma.
506
Ke e K devono essere elevati al quadrato in quanto la potenza è direttamente
proporzionale al quadrato della corrente.
Il fattore di utilizzo (Ke) è un valore sperimentale ed è stato assunto uguale a 0,85
per i circuiti in entrata (si è fatta l’ipotesi che i circuiti in entrata non vengano mai
utilizzati al di sopra dell’85% della loro corrente nominale).
Il fattore di contemporaneità (K), invece, è un valore che tiene conto della potenza
effettiva richiesta in condizioni di esercizio dai circuiti di uscita.
In mancanza di informazioni sui valori effettivi delle correnti (natura dei carichi,
utilizzazione dei carichi nella giornata, ecc...), la norma definisce il valore di K in
base al numero dei circuiti di uscita (da 0,8 a 0,5) come definito nella seguente
tabella.
numero dei circuiti
principali
2e3
4e5
da 6 a 9
10 e oltre
fattore
di contemporaneità K
0,8
0,7
0,6
0,5
tabella 2 - potenza dissipata dai dispositivi di protezione e manovra (Pdp)
n. poli (2) potenza per
fattore di utilizzo
n.
potenza
potenza
apparecchio (Ke) per i circuiti
circuito dissipata
dissipata
di protezione in entrata
per polo
da ciascun
e manovra
fattore di
[W] (1)
apparecchio
Pd [W] (3)
contemporaneità [W] (4)
(K) per circuiti
in uscita
circuiti
in
entrata
circuiti
in
uscita
totale
(somma della
colonna)
Pdp
(1) Dato fornito dal Costruttore dell’apparecchio.
(2) In caso di interruttore tetrapolare, agli effetti termici, si considerano solo 3 poli.
(3) Potenza dissipata per polo moltiplicata per il numero di poli.
(4) Per i circuiti in entrata vale: Ke2 x Pd.
Per i circuiti in uscita vale: K2 x Pd.
Ke e K sono elevati al quadrato in quanto la potenza è direttamente proporzionale al quadrato
della corrente.
507
Quadri di distribuzione
ASC e ASD
Il sistema
d'installazione
modulare
Esempio di verifica termica
Compatibilità elettromagnetica
(1)
(2)
(3)
(4)
(5)
(6)
Esempio di verifica termica
Un centralino da realizzare, impiegando un centralino stagno serie Pragma 12
da 24 moduli è costituito da un’unità di ingresso e 6 unità di uscita secondo
lo schema a fianco.
In aggiunta è presente un trasformatore per suoneria da 8 VA, 12 V.
Il numero totale di moduli occupati è pari a 18. Secondo l’indicazione della norma,
il fattore di utilizzo del circuito d’entrata (Ke) è pari a 0,85.
Per le partenze si usa un valore del coefficiente di contemporaneità pari a 0,6,
come suggerito dalla norma. Per il calcolo della potenza dissipata dai dispositivi
di protezione e manovra (Pdp) si utilizza la tabella allegata.
Occorre inoltre considerare la potenza dissipata dal trasformatore per suoneria:
Pau = 0,8 W.
La potenza totale Ptot si ottiene con la formula:
Ptot = Pdp + 0,2 Pdp + Pau = 22,2 W.
La potenza dissipabile dal centralino in oggetto, fornita nelle pagine precedenti è:
Pinv = 50 W.
Poiché risulta Ptot < Pinv il centralino risulta conforme dal punto di vista termico.
tabella 2 - potenza dissipata dai dispositivi di protezione e manovra (Pdp)
n. poli (2) potenza per
fattore di utilizzo
n.
potenza
potenza
apparecchio (Ke) per i circuiti
circuito dissipata
dissipata
di protezione in entrata
per polo
da ciascun
(1)
e manovra
fattore di
[W]
apparecchio
(3)
Pd [W]
contemporaneità [W] (4)
(K) per circuiti
in uscita
circuiti
3,2
4
9,6
6,93
in
0,85
entrata
(1) Dato fornito dal Costruttore dell’apparecchio.
(2) In caso di interruttore tetrapolare, agli effetti termici, si
considerano solo 3 poli.
(3) Potenza dissipata per polo moltiplicata per il numero di poli.
(4) Per i circuiti in entrata vale: Ke2 x Pd.
Per i circuiti in uscita vale: K2 x Pd.
Ke e K sono elevati al quadrato in quanto la potenza è
direttamente proporzionale al quadrato della corrente.
circuiti 1
in
2
uscita 3
4
5
6
3
3
2,6
2,6
2
2
2
2
2
2
2
2
6
6
5,2
5,2
4
4
0,6
0,6
0,6
0,6
0,6
0,6
2,16
2,16
1,87
1,87
1,44
1,44
totale
(somma della
colonna)
17,87
Pdp
Dati di targa
Ogni quadro deve essere fornito di una targa, (CEI 23-51.5 e 6.4.1) che può essere
posta anche dietro la portella, che riporti in maniera indelebile i seguenti dati:
cc nome o marchio del costruttore (1);
cc tipo o altro mezzo di identificazione del quadro da parte del costruttore (1);
cc corrente nominale del quadro (Inq);
cc natura della corrente e frequenza;
cc tensione nominale di funzionamento;
cc grado di protezione (se > di IP 2X C).
(1) Come costruttore viene considerato chi realizza il quadro completo assumendosene
la responsabilità.
Compatibilità elettromagnetica nei centralini di distribuzione
La variante V1 alla norma CEI 23-51 fornisce delle indicazioni per la compatibilità
elettromagnetica nei centralini di distribuzione. Le prescrizioni per la EMC
riguardano i quadri che contengono componenti che possono emettere disturbi
elettromagnetici e che non sono immuni. Per questi quadri tuttavia non sono
richieste prove se i componenti installati soddisfano già le prescrizioni di EMC
per l'ambiente in cui devono essere utilizzati, inserite nelle diverse norme di prodotto
o, in mancanza di queste, nelle norme generiche e inoltre il montaggio
dei componenti e i relativi cablaggi sono realizzati secondo le istruzioni
del costruttore dei componenti. Negli altri casi si devono effettuare le prove
di immunità ed emissione indicate nella variante.
508
Premessa
I quadri in bassa tensione devono essere conformi alla norma CEI EN 60439,
“Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per Bassa Tensione (Quadri
B.T.)” articolata in 4 parti, delle quali 3 riguardano i quadri ASC e ASD.
Le Norme Europee
Norma CEI EN 60439-1
“Prescrizioni per apparecchiature di serie (AS) e non di serie (ANS)” costituisce la
parte principale mentre le sezioni 2,3 e 4 ne completano, modificano o sostituiscono
le prescrizioni per apparecchiature particolari che devono comunque essere
conformi alla parte 1.
La norma che l’ha sostituita – come è stato riportato nelle pagine precedenti della
guida – è la CEI EN 61439-1. Ciò nonostante, ai fini dell’applicazione delle due
norme di prodotto ASC e ASD, la norma base di riferimento resta la norma
CEI EN 60439-1.
Norma CEI EN 60439-3
“Prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate di protezione e manovra
destinate ad essere installate in luoghi dove personale non addestrato ha accesso
al loro uso. Quadri di distribuzione (ASD)”. Si riferisce ai quadri di distribuzione con
involucri fissi, costruiti in serie (ASD), destinati sia ad applicazioni domestiche, sia in
altri luoghi con uso da parte di persone non qualificate (ovvero non istruite o
avvertite
sui pericoli dell’elettricità).
La norma che la sostituirà è la futura Norma CEI EN 61439-3 “Quadri di
distribuzione destinati a persone non addestrate” in fase di approvazione e
pubblicazione in sede IEC e Cenelec.
Per la migliore definizione di “quadri di distribuzione destinati a persone non
addestrate” si intende quanto di seguito riportato:
cc previsti per l’utilizzo da parte di persone non addestrate (e.g. operazioni di
manovra o di sostituzione cartucce per fusibili), e.g. in applicazioni domestiche;
cc i circuiti di partenza contengono dispositivi di protezione, previsti per essere
utilizzati da persone non addestrate, conformi alle norme CEI EN 60898-1,
CEI EN 61008, CEI EN 61009, CEI EN 62423 and CEI EN 60269-3;
cc la tensione nominale verso terra non supera i 300 V c.a.;
cc la corrente nominale (Inc) dei circuiti di partenza non supera 125 A e la corrente
nominale del quadro (InA) non supera 250 A;
cc previsti per la distribuzione di energia elettrica;
cc con involucro, fissi;
cc per utilizzo all’interno e all’esterno.
Il contenuto tecnico e prescrittivo della norma è, in principio, equivalente a quello
della norma precedente ed il lavoro è consistito nell’allineamento con la struttura
della norma base CEI EN 61439-1.
L’ultima data di validità della norma precedente è comunque legata all’iter
approvativo di cui sopra e sarà non oltre il 2015.
Norma CEI EN 60439-4
“Prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate per cantiere (ASC)”. Si
applica alle apparecchiature assiemate costruite in serie (ASC) progettate per l’uso
in cantiere, ovvero per i luoghi di lavoro temporanei, che non sono normalmente
accessibili al pubblico.
La norma che la sostituirà è la futura Norma CEI EN 61439-4 “Quadri per cantiere”
in fase di approvazione e pubblicazione in sede IEC e Cenelec.
Il suo contenuto tecnico e prescrittivo è sostanzialmente equivalente a quello della
norma precedente ed il lavoro è consistito nell’allineamento con la struttura della
norma base CEI EN 61439-1
L’ultima data di validità della norma precedente è comunque legata all’iter
approvativo di cui sopra e sarà non oltre il 2015.
La certificazione e la marcatura CE
Come previsto dalla legge 46/90 l’installatore è tenuto a redigere e rilasciare
al committente di lavori una dichiarazione di conformità che deve comprendere tutti
gli allegati obbligatori previsti (file tecnico), tra i quali, il più importante, è la relazione
con tipologie dei materiali utilizzati.
Questo documento elenca i componenti utilizzati nell’impianto specificandone
la conformità alle norme nazionali CEI o europee del CENELEC e il tipo
di certificazione o dichiarazione di cui il prodotto è dotato.
509
Il sistema
d'installazione
modulare
Quadri di distribuzione
ASC e ASD
Per i quadri elettrici ASD o ASC l’installatore deve far riferimento e dichiarare che
le apparecchiature installate sono conformi rispettivamente alle norme
CEI EN 60439-1/ 3 e 1/ 4 in quanto in possesso di dichiarazione di conformità del
costruttore o dell’assemblatore, che con tale documento ne assume la
responsabilità giuridica.
In ottemperanza alle Direttive 73/23 e 93/68 nonché al D.L. 626/96 il costruttore
deve apporre sui quadri elettrici la marcatura CE.
Questa documentazione dovrà restare conservata e tenuta a disposizione delle
autorità nazionali di ispezione per almeno 10 anni, a decorrere dall’ultima data di
fabbricazione del prodotto.
Targhe e istruzioni
La norma CEI EN 60439-1 impone inoltre che su ogni quadro vengano applicate una
o più targhe indelebili, posizionate in modo da essere visibili, con scritte indelebili e
facilmente leggibili; quando l’apparecchiatura è installata, deve riportare almeno le
seguenti informazioni:
cc il nome o il marchio di fabbrica del costruttore (non necessario se indicato
direttamente sull’ASC)
cc il tipo o il numero di identificazione
cc la norma di riferimento CEI EN 60439-4
cc natura della corrente dell’unità (frequenza se in corrente alternata)
cc tensioni nominali
cc corrente nominale
cc grado di protezione
cc peso (quando il peso del quadro è superiore ai 30 kg).
Ulteriori informazioni, quando richieste, possono essere riportate sugli schemi
elettrici o nei cataloghi del costruttore.
Il costruttore deve inoltre fornire anche adeguate istruzioni per l’installazione,
il funzionamento e la manutenzione dell’apparecchiatura.
Deve essere specificato quali altri tipi di apparecchiature vi si possono collegare
e devono essere indicati i criteri di coordinamento con il tipo di sistema di messa
a terra utilizzato e con le protezioni elettriche dell’impianto completo.
ll Sistema Funzionale Certificato Kaedra
di Schneider Electric consente la rapida realizzazione e certificazione sia di quadri
da cantiere ASC, che di quadri di distribuzione ASD.
A prova di Norma
In collaborazione con l’IMQ, Istituto Italiano per il Marchio di Qualità,
e alcuni tra i più prestigiosi laboratori nazionali, Schneider Electric ha realizzato tutte
le prove di tipo sui quadri AS, ASC e ASD secondo quanto previsto dalle norme CEI
EN 60439-1/3 e CEI EN 60439-1/4 e certificato mediante dichiarazioni di conformità
tutte le configurazioni ricavabili utilizzando componenti del Sistema Kaedra.
Ampia scelta di soluzioni
L’utilizzo di questi componenti secondo le istruzioni del Sistema Funzionale
Certificato Kaedra consente la realizzazione di numerose configurazioni scelte tra i
quadri serie Kaedra Box e Kaedra MC, con oltre 500 configurazioni per quanto
riguarda i quadri da cantiere ASC, ed altrettante per i quadri di distribuzione ASD.
Il software SFC
Il software configuratore SFC Kaedra ti consente una facile e rapida scelta
per la realizzazione di quadri prese Kaedra in ambienti con presenza di personale
non qualificato (ASD) e nei cantieri (ASC).
Permette la personalizzazione del quadro in funzione delle proprie esigenze
applicative, scegliendo all’interno di un’offerta di oltre 1.000 diverse configurazioni,
ma se non trovi quella che fa per te chiama il servizio di Pronto Contatto
e ti consiglieremo soluzioni corrette sia in chiave applicativa che normativa.
Il software è molto intuitivo e facilita la scelta della variante di quadro più adatta
alle tue esigenze, permettendo di compilare rapidamente gli allegati
alla dichiarazione di conformità richiesti dalle norme e dalle leggi vigenti.
Il configuratore consente di stampare dati identificativi del quadro, disegno fronte
quadro con elenco e disposizione dei componenti, schema di collegamento unifilare,
rapporto di prova individuale, dichiarazione di conformità Schneider Electric,
per i quadri certificati dichiarazione di conformità CE e Norme per i quadri ASD
e ASC.
510
Il sistema
d'installazione
modulare
Prese e spine di tipo industriale
Generalità
La presa a spina è un dispositivo destinato alla connessione elettrica
di una apparecchiatura, fissa o mobile, per consentirne l’alimentazione. Essa
consente inoltre una sconnessione facile e rapida per permettere un intervento,
una modifica, o lo spostamento dell’apparecchiatura. In funzione del contesto
e del tipo di energia richiesta per il funzionamento dell’apparecchiatura, si utilizzano
prese a spina differenti. Inoltre, le prese a spina industriali sono i grado di veicolare
correnti elettriche di valore generalmente ben superiore a quello delle prese
di tipo domestico.
Le prese a spina di tipo industriale sono destinate a confrontarsi con condizioni
d’impiego molto particolari che possono variare moltissimo in funzione dell’ambito
d’applicazione (potenza distribuita, tenuta stagna,ambienti corrosivi, resistenza
agli urti, ecc.).
La scelta di una presa a spina industriale deve quindi tenere conto di un insieme
di parametri molto precisi, quali la diversità delle apparecchiature che dovranno
alimentare, la specificità dell’ambiente in cui saranno installate e la natura del sito.
Elementi costitutivi di una presa a spina
di tipo industriale
Una presa a spina industriale è un componente elettrico composto da due elementi:
una presa e una spina.
Una volta uniti consentono il passaggio della corrente; la loro separazione provoca
l’interruzione del circuito elettrico.
In questa unione, una è la parte femmina, destinata per definizione a fornire
la corrente, l’altra è la parte maschio, destinata a riceverla.
Le diverse applicazioni delle spine e prese comprendono le seguenti esecuzioni:
cc presa a spina fissa: dispositivo che permette di collegare a volontà un cavo
flessibile ad un impianto fisso per prelevare corrente; comprende la presa fissa
e la spina.
cc Presa fissa: è la parte femmina destinata a fornire la corrente. Essa può essere
fissata su una parete e si parla allora di presa da parete, oppure essere incorporata
in una apparecchiatura, e in questo caso sarà una presa da incasso. Queste
apparecchiature possono essere delle cassette nelle quali vengono integrate
altre funzioni quali l’interruzione dell’alimentazione, con o senza interblocco, e/o la
protezione mediante fusibili o interruttori automatici magnetotermici e differenziali.
cc Spina: è la parte maschio indissolubilmente collegata o destinata ad essere
collegata al cavo flessibile a sua volta collegato ad una apparecchiatura o a una
presa mobile. Introdotta nella presa adatta consente il prelievo della corrente.
cc Presa a spina mobile: dispositivo che permette di collegare a volontà due cavi
flessibili, formando una prolunga; comprende la presa mobile e la spina.
cc Presa mobile: è la parte mobile indissolubilmente collegata o destinata ad essere
collegata al cavo flessibile di alimentazione, consentendo di portare la corrente
ovunque serva.
cc Presa a spina per apparecchi: dispositivo che permette di collegare a volontà
un cavo flessibile ad un apparecchio: comprende una presa mobile e una spina
fissa.
cc Spina fissa: è la parte maschio, fissata o destinata ad essere fissata
ad un apparecchio consentendogli di ricevere il tipo di corrente necessario
al suo funzionamento mediante la presa mobile femmina.
Prescrizioni normative
Le prese e spine industriali sono realizzate secondo le norme internazionali
IEC 309-1 e IEC 309-2 e europee CEI EN 60309-1 e CEI EN 60309-2 che prevedono
prese e spine sia in corrente alternata, con frequenze fino a 500 Hz, che in corrente
continua, suddividendole in due grandi categorie:
cc spine e prese a bassissima tensione, per valori d’impiego sino a 50 V;
cc spine e prese a bassa tensione, per valori d’impiego tra 50 V e 690 V.
Sono previste correnti nominali da 16 e 32A ed esecuzioni da 2P e 3P
per la bassissima tensione e con correnti nominali di 16, 32, 63 e 125 A
con esecuzioni da 2P+T, 3P+T e 3P+N+T per la bassa tensione.
Per ogni impiego con caratteristiche nominali diverse di tensione, corrente,
frequenza, polarità e tipologia di applicazione è prevista una specifica esecuzione
con impedimenti di sicurezza che rendano impossibile l’inserimento di una spina
qualsiasi in una presa che non sia l’esatta corrispondente, consentendo di definire
il sistema a “sicurezza intrinseca”.
Questa non intercambiabilità è assicurata dalla conformità alle diverse tabelle
di unificazione dimensionale che prevedono differenti posizioni del contatto di terra
rispetto ad un riferimento normalizzato fisso dell’imbocco.
Esecuzione a bassa tensione > 50 V
511
Prese e spine di tipo industriale
Il sistema
d'installazione
modulare
L2
L/+
L1
2P + T
L3
N
3P + N + T
Nelle versioni a bassa tensione questa non intercambiabilità è assicurata mediante
due elementi:
cc una scanalatura di guida sulla presa a cui fa riscontro un corrispondente nasello
sulla spina;
cc un contatto di terra più grande degli altri contatti e posto in diverse posizioni orarie
a seconda delle caratteristiche nominali d’impiego.
La posizione oraria (h) del contatto di terra viene verificata con la presa vista di fronte
ed osservando la posizione del contatto di terra rispetto al punto di riferimento
principale (scanalatura di guida) posizionato sempre a ore 6.
Esecuzione a bassissima tensione < 50 V
Anche in queste versioni, prive di contatto di terra, la non intercambiabilità
è assicurata da due elementi di riferimento:
cc una scanalatura di guida sulla spina cui fa riscontro un corrispondente nasello
sulla presa, in posizione sempre fissa a ore 6;
cc un riferimento ausiliario costituito anch’esso da una scanalatura sulla spina
cui corrisponde un nasello sulla presa che si posiziona nelle diverse ore, a seconda
delle caratteristiche d’impiego.
La posizione oraria (h) del riferimento ausiliario viene verificata con la presa vista
di fronte ed osservando la posizione del nasello rispetto al punto di riferimento
principale posizionato sempre a ore 6.
Codice dei colori
Per una più rapida identificazione delle tensioni d’impiego la norma prevede un
codice di colori convenzionali che possono interessare tutto l’apparecchio o solo una
parte (es. coperchio presa, ghiera, involucro, ecc.)
tensione nominale di esercizio V
da 10 a 25
da 40 a 50
da 100 a 130
da 200 a 250
da 380 a 480
da 500 a 690
colore (1)
viola
bianco
giallo
blu
rosso
nero
(1) Per frequenze superiori a 60 Hz e fino a 500 Hz incluso si può usare, se necessario, il colore
verde in combinazione con il colore della tensione nominale di esercizio.
bassissima tensione
frequenza tensione
[Hz]
nominale
d'impiego [V]
fino a 50 V
posizione del punto
di riferimento ausiliario
16 e 32 A 2P
3P
senza
riferimento
50 e 60
20-25
50 e 60
40-50
12 h
da 100
a 200
incluso
20-25
e 40-50
4h
300
2h
400
3h
da 401
a 500
incluso
11 h
corrente
continua
512
20-25
e 40-50
10 h
Principali riferimenti orari
La gamma comprende tutte le versioni previste dalle normative, anche
le più particolari.
In questo documento sono illustrate solo alcune esecuzioni standard ma è possibile
disporre di tutte le diverse posizioni orarie specificate dalla norma, tra le quali,
nella gamma a bassa tensione possiamo trovare:
cc uso comune ore 6;
cc container refrigerati ore 3;
cc installazioni marine, portuali, navali ore 11;
cc alim.mediante trasfo isolamento (TST) ore 12;
cc corrente continua da 50 a 250 V ore 3;
cc corrente continua oltre 250 V ore 8;
cc alta frequenza da 100 a 300 Hz ore 10;
cc alta frequenza da 300 a 500 Hz ore 2;
cc tensioni particolari da 100 a 130 V ore 4;
cc da 480 a 500 V ore 7;
cc da 600 a 690 V ore 5.
Dispositivi di arresto e di blocco
Ogni tipo di presa è munita di un dispositivo di arresto o di ritenuta meccanico
destinato a trattenere, dopo il corretto inserimento, la spina nella presa impedendone
l’involontaria estrazione.
Nelle prese a bassa tensione, per meglio soddisfare questa esigenza di sicurezza
ed in particolare per impedire l’inserimento e l’estrazione della spina dalla presa
in presenza di tensione, sono nate le prese con interruttore di blocco.
Il loro dispositivo di interblocco consente la chiusura dell’interruttore e quindi
l’alimentazione dell’apparecchio utilizzatore solo quando la spina è inserita a fondo
nella presa e quindi è avvenuto il perfetto collegamento meccanico ed elettrico
tra alveoli e spinotti. L’utilizzo di queste soluzioni è reso obbligatorio dalle norme
per alcuni tipi di impianti, ad esempio nei luoghi con pericolo di esplosione, ed è
raccomandabile in ogni caso in quanto assicura che il prelievo della corrente possa
avvenire solo nelle condizioni di sicurezza di perfetto inserimento della spina,
evitando contatti non sicuri in grado di causare surriscaldamenti e quindi
deterioramento degli isolamenti e pericolo d’incendio.
Sul mercato italiano questa applicazione ha avuto una notevole diffusione,
inizialmente sulla spinta del DPR 27 aprile 1955, n.547 "Norme per la prevenzione
degli infortuni sul lavoro" che, al capo VII, articolo 310, cita: "Le derivazioni a spina
per l’alimentazione di macchine e di apparecchi di potenza superiore a 1000 W
devono essere provviste a monte della presa di interruttore nonché di valvole
onnipolari escluso il neutro, per permettere l’inserimento e il disinserimento
della spina a circuito aperto". Sulla base di questa affermazione si sono proposte
al mercato soluzioni monoblocco composte da un interruttore, valvole portafusibili
e presa a spina con interblocco meccanico tra la presa e l’interruttore e che hanno
riscontrato un notevole successo per l’estrema garanzia di sicurezza anche nel caso
di impiego da parte di personale non addestrato che altrimenti avrebbe potuto
inserire la spina anche con interruttore chiuso. Queste soluzioni sono ora disponibili
anche in esecuzioni complete con altri dispositivi di protezione già montati, siano
essi portafusibili a tappo o cilindrici sezionabili, o predisposti per il montaggio
di apparecchiature di protezione di tipo modulare: interruttori automatici
magnetotermici, differenziali magnetotermici o puri, ecc.
La norma CEI EN 60309 prevede inoltre che i dispositivi di interruzione di tipo
meccanico per le prese fisse interbloccate siano di categoria di utilizzazione almeno
AC22 secondo la norma CEI EN 60947-3.
L’esigenza poi di ritrovare in un unico punto di prelievo polarità e tensioni diverse
ha portato allo sviluppo di batterie di distribuzione nelle quali potessero raggrupparsi
più prese con interruttore di blocco integrabili con scatole di derivazione e centralini
per l’alimentazione, la ripartizione e la protezione. L’adozione di queste soluzioni
nell’ambito del terziario ha portato poi alla realizzazione di soluzioni più compatte
e più facilmente componibili, con una estetica anche più adatta al segmento.
Nell’offerta Schneider Electric queste soluzioni sono identificabili nelle serie
ISOBLOCK e Unika.
Grado di protezione
La norma CEI EN 60309-2 prevede una classificazione delle prese a spina industriali
basata sul grado di protezione contro la penetrazione dei corpi solidi e dei liquidi.
Le versioni ammesse sono:
cc IP44: spine e prese protette contro la penetrazione di corpi solidi di dimensioni
superiori a 1 mm e protette contro gli spruzzi d’acqua. Le spine non dispongono
di ghiera di serraggio e le prese sono dotate di coperchio a molla;
cc IP67: spine e prese protette totalmente contro la polvere e stagne all’immersione.
Le spine dispongono di ghiera di serraggio e le prese di coperchio con ghiera.
Il grado di protezione viene verificato:
cc nelle prese quando i coperchi sono chiusi o con la spina completamente inserita;
cc nelle spine quando sono completamente inserite nelle prese.
Il grado di protezione viene verificato secondo la norma CEI EN 60529.
Vengono accettati gradi di protezione diversi per le prese interbloccate con prove
in conformità alla norma CEI EN 60529 ed i più comuni adeguati alle esigenze
applicative sono: IP55 - IP65 - IP66.
È importante sottolineare che un grado di protezione non può essere considerato
presunzione di conformità di un grado diverso: ad esempio non è sempre vero che
IP67 è superiore a IP66. Infatti la prova per verificare la protezione contro
la penetrazione d’acqua è differente nei due casi. Per l’IP66 sottopongo l’oggetto
a dei getti d’acqua potenti (prova idrodinamica), mentre per l’IP67 faccio una prova
immergendo l’oggetto temporaneamente (prova idrostatica). è chiaro quindi che se
ad esempio si dovessero installare delle prese a spina nei pressi di un molo la scelta
corretta sarebbe l’IP66.
Grado di protezione meccanica
La norma prevede prove di resistenza meccanica specifiche dopo condizionamento
a -25°C per più di 16h:
cc urto per caduta (versioni mobili);
cc urto con martello pari a 1 joule (versioni fisse).
I nostri prodotti dispongono inoltre di un grado di protezione IK contro gli impatti
meccanici esterni, secondo norma CEI EN 62262 pari a IK 08, che corrisponde
a un impatto di 5 joule.
codice IK
00
01
02
03
04
05
energia d’impatto
non protetto
0,15 joule
0,2 joule
0,35 joule
0,5 joule
0,7 joule
codice IK
06
07
08
09
10
energia d'impatto
1 joule
2 joule
5 joule
10 joule
20 joule
513
Prese e spine di tipo industriale
Il sistema
d'installazione
modulare
Comportamento al calore anormale e al fuoco
12
La valutazione del comportamento al calore anormale ed al fuoco dei materiali
plastici che compongono le prese a spina fa riferimento a due diversi metodi
di prova:
cc metodo del filo incandescente (glow-wire test) secondo norma
CEI EN 60695-2-10/11/12/13: simula le sollecitazioni termiche che possono essere
prodotte dalle sorgenti di calore (elementi incandescenti o resistori sovraccaricati)
in modo da valutarne il pericolo di innesco d’incendio.
La prova consiste nell’applicare un filo incandescente di 4 mm di diametro
per 30 sec. sul prodotto da testare.
La prova deve dare i seguenti risultati:
cc l’eventuale fiamma deve cessare entro 30 secondi dalla rimozione del filo
incandescente;
cc la carta velina posta sotto le gocce incendiate non deve infiammarsi.
La norma impone che la temperatura di prova per le parti che portano elementi
in tensione deve essere 850°C, mentre per le altre parti può essere 650°C.
Schneider Electric garantisce gli 850°C anche per i materiali esterni.
cc Metodo di prova di fiamma con ago secondo norme CEI EN 60695-11-5:
simula l’effetto di piccole fiamme che possono manifestarsi in seguito al guasto
interno dei prodotti allo scopo di giudicare il rischio d’incendio.
La prova consiste nel sottoporre il provino del prodotto per il tempo Ta
(5,10,20,30,60,120 sec. a seconda delle norme specifiche) alla fiamma
di un becco di Bunsen; la prova deve dare i seguenti risultati:
cc l’esemplare non si incendia,
cc la fiamma e le particelle incandescenti non propagano l’incendio,
cc la durata della combustione è inferiore a 30 sec dopo il distacco del becco
di Bunsen.
m
m
45°
514
Il sistema
d'installazione
modulare
Guida alla scelta
Prese e spine industriali PK
spine
mobili
serie
PK e PK
PratiKa
Vu
fino a 50V
da 50 a 690V
Hz
50/500
50/60
Vi
50
690
mobili a 90°
da 50 a 690V
50/60
mobili con invertitore di fase
da 50 a 690V
mobili con invertitore di fase a 90°
fisse da incasso a 90°
fisse con invertitore di fase
fisse con invertitore di fase a 90°
fisse da
parete
690
In
16 - 32
16 - 32
63 - 125
16 - 32
IP
44 - 67
44 - 67
67
44 - 67
IK
8
8
8
8
resistenza al fuoco
850°C
850°C
850°C
850°C
50/60
690
16
44 - 67
8
850°C
da 50 a 690V
fino a 50V
da 50 a 690V
50/60
50/500
50/60
690
50
690
da 50 a 690V
da 50 a 690V
da 50 a 690V
50/60
50/60
50/60
690
690
690
16
16 - 32
16 - 32
63 - 125
16 - 32
16
16
44 - 67
44 - 67
44 - 67
67
44 - 67
44 - 67
44 - 67
8
8
8
8
8
8
8
850°C
850°C
850°C
850°C
850°C
850°C
850°C
prese
mobili
serie
PK e PK
PratiKa
fisse da
parete
small
normali
Unika
fisse da
incasso
con interruttore di blocco senza
protezione
con interruttore di blocco con
portafusibili
con trasformatore di sicurezza
con vano DIN
Compact con interruttore di blocco
Isoblock con vano apparecchi modulari
con interruttore di blocco
con portafusibili
con interruttore di blocco
con portafusibili sezionabili
con segnalazione luminosa
con trasformatore di sicurezza
con interruttore di protezione
e blocco elettrico
PK
inclinate
dritte
Vu
fino a 50V
da 50 a 690V
Hz
50/500
50/60
Vi
50
690
da 50 a 690V
fino a 50V
da 50 a 690V
50/60
50/500
50/60
690
50
690
da 100 a 500V
50/60
da 100 a 500V
In
16 - 32
16 - 32
63 - 125
16 - 32
16 - 32
16 - 32
63 - 125
16 - 32 - 63
IP
44 - 67
44 - 67
67
44 - 67
44 - 67
44 - 67
67
44 - 65
IK
8
8
8
8
8
8
8
9
resistenza al fuoco
850°C
850°C
850°C
850°C
850°C
850°C
850°C
750°C
16 - 32 - 63
44 - 65
9
750°C
230/24 400/24
da 100 a 500V
da 100 a 500V
50/60
50/60
50/60
6,5
63
16 - 32 - 63
44 - 65
65
65
9
9
10
750°C
750°C
850°C
da 100 a 500V
50/60
16 - 32 - 63
65
10
850°C
da 100 a 500V
50/60
16 - 32
65
10
850°C
230/24 400/24
da 200 a 500V
50/60
6,5
63-125
65
65
10
8
850°C
960°C
da 50 a 690V
50-60
690
fino a 50V
da 50 a 690V
50/500 Hz
50-60
50
690
16 - 32
63 - 125
16 - 32
16 - 32
63 - 125
44 - 67
67
44 - 67
44 - 67
67
8
8
8
8
8
850°C
850°C
850°C
850°C
850°C
mini quadri per prese da incasso
serie Kaedra
numero moduli
numero prese
4
1
4
2
4
3
6
4
12+1
3
12+1
6
18+1
8
12+1
335
12+1
460
18+1
460
quadri per prese industriali
serie Kaedra
numero moduli
numero prese
5
2
quadri con pannello universale
serie Kaedra
numero moduli
altezza [mm]
5
460
6
460
515
Il sistema
d'installazione
modulare
Grado di protezione degli involucri
Considerazioni generali
Influenze esterne
La normativa impianti ha classificato e codificato un gran numero di influenze
esterne alle quali un impianto elettrico può essere sottoposto: presenza d'acqua,
presenza di corpi solidi, rischio di urti, vibrazioni, presenza di sostanze corrosive,
ecc… Queste situazioni possono influenzare i componenti elettrici con intensità
variabile in funzione delle caratteristiche dell'impianto: la presenza d'acqua
si può manifestare attraverso la caduta di qualche goccia… come anche attraverso
l'immersione totale.
Grado di protezione
La norma IEC 529 (in Italia CEI EN 60529 - classificazione CEI 70-1) permette
di indicare attraverso il codice IP i gradi di protezione previsti per gli involucri
delle apparecchiature elettriche contro l'accesso alle parti in tensione e contro
la penetrazione dell'acqua o dei corpi solidi estranei.
Questa norma non considera la protezione contro i rischi d'esplosione o contro
situazioni ambientali come l'umidità, i vapori corrosivi, le muffe o gli insetti.
Il codice IP è costituito da 2 cifre caratteristiche e può essere esteso con una lettera
addizionale nel caso in cui la protezione delle persone contro l'accesso
alle parti in tensione risulti essere superiore a quella indicata dalla prima cifra.
La prima cifra caratterizza la protezione del materiale contro la penetrazione
dei corpi solidi estranei.
La seconda cifra caratterizza la protezione contro la penetrazione dei liquidi
all'interno degli involucri con effetti dannosi.
La tabella di pagina 471 sintetizza il significato delle due cifre.
Osservazioni importanti
cc Il grado di protezione IP deve sempre essere letto cifra per cifra e non
globalmente. Per esempio, un involucro con grado di protezione IP31 è adatto
in un ambiente che esige un grado di protezione minimo IP21.
In questo caso, non può invece essere utilizzato un apparecchio con involucro
avente grado di protezione IP30;
cc considerazione del fatto che la presenza di acqua sulle apparecchiature (quadri)
è comunque di effetto negativo (penetrazione, effetti corrosivi, ecc…),
è opportuno che le apparecchiature installate all'esterno siano corredate di un
tettuccio di protezione eventualmente integrato da schermi laterali;
cc in generale, i gradi di protezione indicati dai costruttori sono validi alle condizioni
previste dai cataloghi.
Tuttavia, soltanto il montaggio, l'installazione e la manutenzione effettuati secondo
la regola dell'arte garantiscono il mantenimento del grado di protezione originale.
Scelta degli involucri in funzione dei locali
La tabella 1 suggerisce il grado di protezione da utilizzare per i componenti elettrici
in funzione dell'ambiente di installazione. Non esistendo attualmente in Italia testi
normativi in merito, questa tabella è stata ricavata dalla guida UTE C 15-103,
opportunamente aggiornata per tener conto delle consuetudini impiantistiche
italiane. Le indicazioni di questa tabella hanno validità generale, ma possono essere
in qualche caso invalidate da prescrizioni normative o legislative relative ad ambienti
particolari. L'uso di questa tabella può risultare opportuno per non appesantire i costi
degli impianti effettuando scelte di prodotti aventi gradi di protezione in eccesso
rispetto a quelli considerati sufficienti dalle comuni regole di buona tecnica.
Come si può osservare, le indicazioni della tabella non si limitano agli ambienti
industriali (dove ad esempio si fa uso di componenti particolari ed importanti
quali i quadri di grossa potenza ed i condotti sbarre), ma si estendono anche
ad ambienti di tipo assimilabile a quello domestico ed alle aree all'aperto.
Ulteriori considerazioni
Dall'esame dell'intera tabella si osserva che un involucro con grado di protezione
IPX3 è idoneo ad essere installato all'aperto o in luoghi particolari, ove sia prevista
la presenza di liquidi e/o sia fortemente probabile l'eventualità di sgocciolamento
degli stessi. In generale i prodotti previsti per gli ambienti industriali trovano
applicazione nella realizzazione di impianti di distribuzione dell'energia elettrica
in ambienti chiusi (capannoni industriali, officine). Dall'analisi delle norme
impiantistiche e dalle buone regole di installazione attualmente vigenti si può
senz'altro affermare che i prodotti (quadri elettrici, condotti sbarre, …) aventi grado
di protezione IP54 e quindi verificati secondo le prescrizioni della norma
CEI EN 60529 per resistere agli spruzzi d'acqua da tutte le direzioni (il che
rappresenta una garanzia superiore all'IPX3, provato soltanto contro la caduta della
pioggia) sono da intendersi adatti all'utilizzo nella maggior parte degli impianti
elettrici destinati ad ambienti "normali" (dove peraltro risulta difficile immaginare le
apparecchiature continuamente sottoposte a getti d'acqua mediante manichette
o pompe d'irrigazione oppure ad eventi atmosferici di tipo equivalente).
516
Radicate abitudini impiantistiche, probabilmente legate ad una tradizione
che si fonda su una scarsa conoscenza delle definizioni dei gradi di protezione
meccanica, portano a volte i progettisti a richiedere apparecchiature come i quadri
ed i condotti sbarre con gradi di protezione eccessivi rispetto al reale bisogno.
Le indicazioni della tabella 1 possono essere di aiuto al progettista, fornendogli
informazioni di buona regola dell'arte che gli consentono di effettuare scelte
di prodotti adatti al luogo di installazione senza appesantire inutilmente i costi.
Una scelta corretta delle apparecchiature potrà a volte consentire l'impiego
di involucri con grado di protezione inferiore o addirittura la versione più economica
senza accessori di tenuta.
tabella 1
luoghi
locali tecnici
camere frigorifere
sale di controllo
officine
laboratori
sala macchine
garage
locali caldaie
edifici per uso collettivo
uffici
sale ristorante e mense
grandi cucine
sale sport
sala riunione
grado di protezione
IP33
IP30
IP31/43
IP31
IP31
(1)
(1)
IP30
IP31
IP35
IP31
IP30
luoghi
stabilimenti industriali
lavorazione del legno
fabbricazione del cartone
magazzini frigoriferi
sala macchine
trattamento dei metalli
fabbriche di carta
edifici riceventi il pubblico
edifici sportivi coperti
musei
parcheggi coperti
sale di audizione e spettacoli
esposizioni/gallerie d'arte
tendoni
grado di protezione
IP50/60
IP33
IP33
IP30
IP31/33
IP33/34
IP31
IP31
IP31
IP30
IP30
IP44
(1) Il grado di protezione è funzione della classificazione dell'area e del tipo di impianto previsti dalla norma CEI 64-2 e/o dai regolamenti in vigore.
517
Grado di protezione degli involucri
Il sistema
d'installazione
modulare
Prescrizioni normative
Grado di protezione IP degli involucri secondo le Norme CEI EN 60529
1a Cifra caratteristica: Protezione contro l’ingresso di corpi estranei e contro l’accesso a parti pericolose
significato
protezione
dell’involucro
contro l’ingresso di
0
1
corpi solidi
di dimensioni
superiori a 50 mm
2
corpi solidi
di dimensioni
superiori
a 12,5 mm
3
corpi solidi
di dimensioni
superiori
a 2,5 mm
4
corpi solidi
di dimensioni
superiori
a 1 mm
calibro oggetto
Ø 50 mm
dorso
della mano
calibro oggetto
Ø 12,5 mm
dito
calibro oggetto
Ø 2,5 mm
attrezzo
calibro oggetto
Ø 1 mm
filo
calibro
di accessibilità
Ø 50 mm
dito di prova
articolato
calibro
di accessibilità
Ø 2,5 mm
calibro
di accessibilità
Ø 1 mm
5
polvere in
quantità nociva
6
polvere
(totalmente
protetto)
mezzo di prova
protezione della
persona contro
l’accesso con
mezzo di prova
polvere
di talco
polvere
di talco
2a Cifra caratteristica: Protezione contro la penetrazione dell'acqua
significato
protezione
dell’involucro
contro effetti dannosi
derivati da
0
1
caduta
verticale
di gocce
d'acqua
2
caduta
verticale
di gocce
d'acqua con
inclinazione
dell'involucro
fino a 15°
3
pioggia
4
spruzzi
d'acqua
5
getti d'acqua
6
getti d'acqua
potenti
mezzo di prova
7
immersione
temporanea
8
immersione
continua
in accordo tra
utilizzatore,
ma più
severe
di quelle
di cifra 7
Lettere opzionali
lettera addizionale (1)
significato
protezione
della persona contro
l'accesso con
mezzo di prova
A
B
dorso della mano dito
C
D
attrezzo
filo
lettera supplementare
informazioni supplementari per la protezione
del materiale
H
apparecchiature ad alta tensione
M
S
calibro
dito di prova
di accessibilità Ø articolato
50 mm
calibro
calibro
W
di accessibilità Ø di accessibilità Ø
2,5 mm x 100 mm 1 mm x 100 mm
provato contro gli effetti dannosi dovuti all'ingresso
dell'acqua quando le parti mobili dell'apparecchiatura
sono in moto
provato contro gli effetti dannosi dovuti all'ingresso
dell'acqua quando le parti mobili dell'apparecchiatura
non sono in moto
adatto all'uso in condizioni atmosferiche specificate
e dotato di misure e procedimenti addizionali
(1) Utilizzato solo se:
cc la protezione effettiva contro l’accesso a parti pericolose è superiore a quella indicata dalla prima cifra caratteristica.
cc è indicata solo la protezione contro l’accesso a parti pericolose e la prima cifra caratteristica viene allora sostituita con una X.
Esempio di applicazione completa del codice IP:
protetto contro l'ingresso
di corpi solidi superiori a 2,5 mm
protetto contro gli
effetti di spruzzo d’acqua
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protetto contro
l’accesso con un filo
IP 3 4 D W
adatto all’uso in condizioni
atmosferiche specificate