Progetto Data Scadenza Inchiesta C. 1130 24-06-2014 Data Pubblicazione 2014-05 Classificazione 99-…. Titolo C E I hie sta Guida per l'esecuzione di cabine elettriche MT/BT del cliente/utente finale (ex Guida CEI 11-35) Title og ett oi ni nc Guideline for execution of the electric substations MV/LV of the final customer/user 1 Pr PROGETTO I T A L I A N A pu bb lic a N O R M A CEI COMITATO ELETTROTECNICO ITALIANO AEIT FEDERAZIONE ITALIANA DI ELETTROTECNICA, ELETTRONICA, AUTOMAZIONE, INFORMATICA E TELECOMUNICAZIONI CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE INDICE pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Oggetto e scopo ............................................................................................................... 3 2 1.1 Esclusioni ................................................................................................................ 3 Definizioni ........................................................................................................................ 3 3 2.1 Definizioni e descrizioni aggiuntive .......................................................................... 4 Criteri di progettazione del locale cabina .......................................................................... 5 4 3.1 Generalità ............................................................................................................... 5 Ubicazione del locale cabina e criteri costruttivi di carattere edile..................................... 6 5 4.1 Generalità ............................................................................................................... 6 4.2 Distanze di rispetto del fabbricato cabina ................................................................ 6 4.3 Tipologie di ubicazione delle cabine ........................................................................ 7 Requisiti del locale cabina ................................................................................................ 7 6 5.1 Generalità ............................................................................................................... 8 5.2 Prescrizioni strutturali .............................................................................................. 8 5.3 Illuminazione naturale ............................................................................................. 9 5.4 Particolarità per la ventilazione e il condizionamento ............................................... 9 5.5 Pavimento ed accesso alla cabina ......................................................................... 10 5.6 Finiture interne ...................................................................................................... 10 5.7 Locale batterie ...................................................................................................... 11 5.8 Locale arrivo linee e misure ................................................................................... 11 5.9 Sede per i cavi ...................................................................................................... 11 5.10 Entrate cavi interrati, passaggi cavi e condotti sbarre ............................................ 12 5.11 Protezione dell’ambiente a causa di difetti interni .................................................. 12 5.12 Aree per la manutenzione e l’esercizio .................................................................. 12 5.13 Accessi e aree di servizio ...................................................................................... 12 5.14 Corridoi di manovra ............................................................................................... 13 5.15 Criteri complementari per i locali di cabine sotterranee.......................................... 13 5.16 Criteri costruttivi della cabina riguardo alla parte elettrica ...................................... 14 5.17 Illuminazione ......................................................................................................... 14 5.18 Impianti di terra ..................................................................................................... 14 5.19 Elementi del dispersore ......................................................................................... 15 Dimensionamento e scelta delle apparecchiature e dei componenti ................................ 17 ni nc hie sta 1 8 7.1 Protezione contro i contatti diretti ed indiretti ......................................................... 27 Protezione contro la propagazione dell’incendio ............................................................. 28 9 8.1 Generalità ............................................................................................................. 28 Protezioni elettriche ........................................................................................................ 28 og ett oi 7 6.1 Caratteristiche nominali ......................................................................................... 17 6.2 Temperatura ambiente .......................................................................................... 18 6.3 Correnti di sovraccarico ......................................................................................... 18 6.4 Correnti di cortocircuito ......................................................................................... 18 6.5 Schema elettrico ................................................................................................... 19 6.6 Scelta delle apparecchiature e dei componenti ...................................................... 19 Protezioni di Sicurezza ................................................................................................... 27 9.1 Interblocchi elettrici e meccanici ............................................................................ 28 10 Ispezioni e prove in sito prima della messa in servizio .................................................... 29 Pr 11 Documentazione ............................................................................................................. 29 Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 1 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Allegato A Esempi di cabine elettriche (non esecutivi) .......................................................... 31 Allegato B Ventilazione dei locali destinati alla ricarica delle batterie .................................... 38 Allegato C Esempi indicativi di cartelli monitori utilizzati per le cabine elettriche ................... 41 Allegato D Schema (non esecutivo) unifilare di una cabina MT/BT ........................................ 45 Allegato E Coefficienti di contemporaneità ............................................................................ 49 Allegato F Coordinamento selettivo delle protezioni .............................................................. 51 Allegato G Interblocchi di sicurezza .................................................................................... 114 Allegato H Fattore di precisione dei TA induttivi per protezioni ............................................ 117 Allegato I Metodi di riduzione del campo elettromagnetico (CEM) in cabine elettriche ......... 121 Allegato J Dimensionamento termico e ventilazione ............................................................ 122 Allegato K Esempio di criterio di scelta dei trasformatori basato sulla capitalizzazione delle perdite ................................................................................................................. 130 Pr og ett oi ni nc hie sta Allegato L Simbologia della funzione dei relé ...................................................................... 132 Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 1 PREFAZIONE pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali La presente Guida costituisce la terza edizione della Guida CEI 99-xx (ex Guida CEI 11-35) che si è resa necessaria per adeguarla alle Norme CEI EN 61936-1 (2011) e CEI EN 50522 (2014) cui si riferisce. La presente terza edizione comprende alcune ulteriori informazioni relative alle caratteristiche edili del locale cabina che non erano state considerate nella precedente edizione. Si fa presente che le prescrizioni contenute nella presente Guida sono correlate a quelle riportate nelle diverse Norme di riferimento. Si premette agli utilizzatori della presente Guida, che: − l'ingresso in cabina è (vedere CEI EN 61936-1); − l'accesso ad una cabina elettrica è permesso solo alle persone autorizzate ed addestrate sulle operazioni da compiere e in grado, inoltre, di prestare i primi soccorsi ad un eventuale infortunato; − secondo la norma, nella cabina si deve sempre realizzare la protezione contro i contatti diretti sulla parte di impianto di MT; − per tutto ciò che non è esplicitamente previsto per la parte BT nella Norma CEI EN 61936-1, si devono osservare le prescrizioni della Norma CEI 64-8 (parti da 1 a 6). solo nc ni oi og ett Pr tramite l'uso di hie sta consentito Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 2 attrezzi o chiavi 1 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Oggetto e scopo Oggetto della presente Guida sono le cabine elettriche con potenza installata limitata a 2000 kVA o due trasformatori MT/BT da 1000 kVA cadauno rispettando le prescrizioni della Norma CEI 0-16 relativamente alle correnti di guasto e alle correnti di inserzione. Scopo della presente Guida è quello di dare indicazioni per il progetto e la costruzione delle cabine trattate in conformità alle Norme CEI, fornire opportune indicazioni di chiarimento e indirizzare nelle scelte relative all’impiantistica dell’Utente. La Guida si basa sulla Norma CEI EN 61936-1 per la parte impiantistica e alla Norma CEI 0-16 per quanto riguarda la connessione delle utenze alla rete MT delle società ( 1) distributrici . 1.1 Esclusioni hie sta La presente Guida non tratta la progettazione e l’esecuzione degli impianti di terra: per questo aspetto, infatti, si potrà far riferimento, oltre che alla Norma CEI EN 50522, anche alla Guida CEI 11-37 che soddisfa le esigenze relative ad impianti di qualsiasi dimensione. Non tratta, inoltre, le verifiche obbligatorie e le problematiche correlate alla manutenzione degli impianti. Per il secondo aspetto si dovrà far riferimento alle Norme CEI EN 50110-1, CEI 11-27, CEI 015 e potrebbe essere utile ricorrere anche alla Guida CEI 0-10. Si premette che le esclusioni non riguardano gli aspetti legati alla selettività delle protezioni elettriche delle cabine MT/BT di clienti/utenti alimentate da Distributori e riportati nell'Allegato F della presente Guida. Per gli altri aspetti non riguardanti quanto premesso, sono escluse dalla presente Guida: le cabine dei Distributori; − le cabine dedicate alla trazione a servizio della rete ferroviaria; − le cabine per miniere; − le cabine per impianti a bordo di navi; − le cabine prefabbricate (cabine prefabbricate realizzate, assemblate e collaudate in fabbrica e sottoposte a prove di tipo in accordo alla Norma di prodotto CEI EN 62271-202 “Sottostazioni prefabbricate ad alta tensione/bassa tensione” e CEI EN 50532 “Assieme compatto di apparecchiature per stazioni di distribuzione”. 2 Definizioni ni nc − oi Ai fini della presente Guida valgono, in generale, le definizioni delle Norme CEI EN 61936-1, CEI EN 50522 e CEI 64-8. Per sistemi MT (Sistemi di II Categoria), si intendono quelli con tensione in c.a. maggiore di 1000 V fino a 30 kV compresi. og ett Nel seguito si riportano alcune descrizioni aggiuntive atte alla migliore definizione delle tipologie di cabine utilizzate nella pratica. Pr (1) Nel caso di cabine alimentate direttamente dalla rete MT dei Distributori, si segnala che l’allacciamento è altresì subordinato anche alle sue prescrizioni, purché non in contrasto con la Norma CEI 0-16. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 3 2.1 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Definizioni e descrizioni aggiuntive 2.1.1 Cabina a giorno (impianto all’interno di tipo aperto secondo CEI EN 61936-1) Impianto in cui non è previsto l'utilizzo di componenti di MT dotati di involucro in grado di assicurare la protezione contro i contatti diretti e che pertanto necessita di essere completato in opera con le misure di sicurezza atte a proteggere le persone contro tali rischi (vedere CEI EN 61936-1). La disposizione dei componenti dovrà tenere conto delle distanze minime fase-fase e fase– terra e il progetto dell’impianto dovrà essere tale da impedire l’accesso alle zone pericolose, tenendo conto degli spazi necessari per l’esercizio e la manutenzione. Dovranno pertanto essere previste distanze si sicurezza o protezioni permanenti. L'impianto viene eseguito direttamente sul posto collegando opportunamente i componenti per realizzare lo schema elettrico di progetto, ma non essendo praticamente possibile eseguire delle prove per verificare il livello di isolamento conseguito e la capacità di sostenere gli effetti delle correnti di cortocircuito, si deve controllare che siano stati mantenuti i valori prescritti per le distanze di isolamento e di sicurezza (vedere CEI EN 61936-1). hie sta La soluzione costruttiva tipica, di una cabina a giorno per interno, risulta costituita in generale da: − locale chiuso e adatto per proteggere i componenti dagli agenti atmosferici; − una o più celle, dotate di pareti o pannelli divisori, per la sistemazione dei componenti di MT; − una o più celle, dotate di pareti o pannelli divisori e quanto necessario per la sistemazione dei trasformatori; − barriere di protezione quali telai, grigliati e reti metalliche; rigidamente fissate con grado di protezione minimo IPXXB; − componenti di BT sistemati su strutture aperte o dentro armadi chiusi. Cabina realizzata in opera o premontata con apparecchiature prefabbricate (impianto per interno di tipo chiuso CEI EN 61936-1) ni 2.1.2 nc Nelle cabine a giorno, a volte, sono previsti i blocchi contro le errate manovre degli apparecchi, ma non sono in genere previsti i blocchi per consentire la rimozione delle barriere di protezione al termine di una sequenza di operazioni stabilita. Impianto i cui componenti elettrici sono dotati di involucro in grado di assicurare la protezione contro i contatti diretti e che viene realizzato mediante l’impiego di apparecchiature prefabbricate, come ad esempio i quadri di MT e di BT. oi Per cabina realizzata in opera (oggetto della presente Guida) si intende il locale in calcestruzzo o laterizio o altro materiale idoneo ad ospitare le apparecchiature elettriche collaudato direttamente nel luogo di ubicazione. og ett I quadri MT devono essere rispondenti alla Norma di prodotto CEI EN 62271-200 relativa alle "Apparecchiature prefabbricate con involucro metallico per tensioni da 1 kV a 52 kV" ed avendo superato le prove di tipo prescritte, tra cui le prove dielettriche e di tenuta alle sollecitazioni delle correnti di guasto, sono già conformi per quanto riguarda le distanze di isolamento e di sicurezza. Nella Norma sopra citata sono inoltre descritti tutti gli interblocchi che si devono prevedere. Pr I quadri BT devono essere conformi alle Norme di prodotto serie CEI EN 61439 relative alle "Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione". Le Norme di prodotto specificano sia il tipo di protezione da realizzare per assicurare la protezione contro gli shock elettrici che gli interblocchi da prevedere per garantire il corretto utilizzo e funzionamento. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 4 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali La soluzione costruttiva tipica, di una cabina per interno con apparecchiature prefabbricate, risulta costituita in generale da: − locale chiuso e adatto per proteggere i componenti dagli agenti atmosferici; − quadro di MT costituito da un insieme di unità funzionali adatte a realizzare lo schema elettrico di progetto; − una o più celle, dotate di pareti o pannelli divisori e quanto necessario per la sistemazione dei trasformatori, complete eventualmente di telai e reti metalliche di protezione. I trasformatori possono più semplicemente venire alloggiati in box metallici di tipo prefabbricato in grado di assicurare la protezione contro i contatti diretti; − la protezione contro i contatti diretti nei trasformatori in olio, poiché sono dotati di cassa metallica, si può realizzare sul lato MT con l'impiego di opportune terminazioni del tipo ad innesto o con opportuni cassonetti di protezione dei terminali lato MT e BT quadro di BT costituito da un insieme di unità funzionali. − L'impianto viene eseguito collegando opportunamente tra di loro le apparecchiature per realizzare lo schema di progetto. Cabina prefabbricata (esclusa dalla presente guida - Vedere 1.1) hie sta 2.1.3 L'impianto viene realizzato impiegando il prodotto "Sottostazione prefabbricata ad alta/bassa tensione" secondo le Norme CEI EN 62271-202 e CEI EN 50532. La cabina prefabbricata viene considerata come un apparecchio conforme alla Norma di prodotto e che ha superato le prove di tipo previste. La Norma di prodotto, oltre alle caratteristiche nominali e alle procedure di prova, dedica una particolare attenzione alla protezione delle persone, che viene garantita dall'impiego di componenti sottoposti alle prove di tipo e da una adeguata progettazione e costruzione dell'involucro. I componenti principali di una sottostazione prefabbricata sono: l’involucro; − trasformatori di potenza; − apparecchiatura ad alta tensione e bassa tensione; − interconnessioni ad alta tensione e bassa tensione; − apparecchiatura e circuiti ausiliari. ni nc − I componenti devono poi essere contenuti dentro un involucro comune o in gruppi di involucri. 3 3.1 oi Tutti i componenti devono essere conformi alle rispettive Norme di prodotto. Criteri di progettazione del locale cabina Generalità og ett Si premette che le prescrizioni contenute nella Norma CEI EN 61936-1 devono essere applicate tenendo in debita considerazione quanto previsto dal D.Lgs. 81/2008 e s.m.i in merito alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Quando viene ipotizzata la realizzazione di una cabina è opportuno che vengano acquisite le seguenti informazioni: condizioni di servizio (es. altitudine, temperatura ambiente, anormale temperatura, umidità, condizioni particolari di vibrazioni, polveri, ecc); − entità, tipologia e caratteristiche dei carichi che dovrà alimentare la cabina; − caratteristiche elettriche della connessione, ad esempio: Pr − Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 5 − tensione; − potenza erogata/prelevata; − corrente di cortocircuito e sua durata ; − corrente di guasto monofase a terra e sua durata; ( 1) pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Si deve tener presente che il manufatto dovrà essere realizzato nel rispetto delle “Norme tecniche sulle costruzioni” di cui al D.M. 14.01.2008 e s.m.i., emanato in forza della Legge 5 novembre 1971 1086, della Legge 2 Febbraio 1974 n.64, e del D.P.R. 6 giugno 2001 n.380 e s.m.i. Il manufatto, inoltre, deve rispondere alla legislazione nazionale in materia di prevenzione incendi, quando applicabili. 4 Ubicazione del locale cabina e criteri costruttivi di carattere edile 4.1 Generalità hie sta Uno degli aspetti rilevanti per scegliere l’ubicazione del locale di una nuova cabina elettrica non può prescindere dal servizio elettrico che essa dovrà sottendere. A tale scopo, si dovrebbe conoscere se la futura cabina dovrà alimentare servizi, ad esempio, dedicati ai sistemi antincendio o altri sistemi essenziali alla salvaguardia della sicurezza delle persone e delle cose in occasione di eventi eccezionali, ma ragionevolmente prevedibili. L’attenzione dei progettisti dovrebbe essere rivolta anche alla possibilità che la cabina alimenti carichi utilizzando cunicoli o cavidotti in grado di permettere il propagare un incendio tra la cabina elettrica e altre costruzioni da questa alimentate o viceversa. A tale scopo, va studiato, ad esempio, un opportuno sistema di compartimentazioni dei cunicoli o dei cavidotti atto ad evitare che l’incendio possa costituire un pericolo per le apparecchiature della cabina e/o delle costruzioni alimentate, tenendo conto delle vigenti regole tecniche di prevenzione incendi. nc Si raccomanda, perciò, che lo studio per la collocazione, la progettazione, il dimensionamento e la caratterizzazione del locale cabina sia svolta dal progettista elettrico in stretto coordinamento con il tecnico edile 2. 4.2 Distanze di rispetto del fabbricato cabina Nello stabilire l’ubicazione di una cabina elettrica si deve tener conto anche: della distanza da linee aeree in conduttori non isolati (Norma CEI 11-4); − della distanza di sicurezza delle condutture interrate dalle reti di trasporto e dagli stoccaggi di sostanze infiammabili prevista dalla Norma CEI 11-17; − del rischio di innesco in presenza di atmosfere esplosive dove la distanza di sicurezza deve essere calcolata secondo le Norme CEI EN 60079-10-1, CEI EN 60079-10-2 e Guida CEI 31-35 fermo restando eventuali vincoli dettati dalle norme di legge e/o dalle regole tecniche di prevenzione incendi, di cui si riporta un elenco non esaustivo: oi ni − art. 29 del DM 31/07/1934 (oli minerali); − art. 2.10 della parte II del DM 24/11/1984 (depositi gas naturali); og ett − − art. 4.2.4 del DM 13/10/1994 (depositi GPL oltre 13 m ); − art. 6 del DM 18/05/95 (depositi soluzioni idroalcoliche); 3 (1) Si raccomanda di verificare il contributo alla corrente di cortocircuito, oltre a quella dei motori, anche a quella dovuta ai generatori. Si vedano anche le Norme CEI 0-16 per connessioni in MT e CEI 0-21 per connessioni in BT. Pr (2) È importante che il progettista elettrico, quando sia possibile e ricorra il caso, faccia predisporre o realizzare l’impianto di terra di cabina già in fase di costruzione del pertinente locale, anche in relazione alla possibilità di utilizzare i dispersori di fatto ed in particolare i ferri d’armatura dell’edificio. A questo proposito si vedano, in particolare, le Guide CEI 11-37 e CEI 64-12. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 6 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali − art. 3.1 del DM 24/05/2002 (impianti distribuzione gas metano per autotrazione); − art. 13.2 del DPR 340/2003 (impianti distribuzione GPL per autotrazione); − art. 7 del DM 14/05/2004 (depositi GPL inferiore a 13 m ); − art. 3.1 del DM 31/08/2006 (impianti distribuzione idrogeno per autotrazione); − art. 2.6 del DM 17/04/2008 e l’art. 1.2.4 del DM 16/04/2008 metano). 4.3 3 Tipologie di ubicazione delle cabine (reti distribuzione gas Nel presente paragrafo si descrivono le tipologie delle cabine a seconda della disponibilità degli spazi e vengono identificate le seguenti configurazioni di cui si danno alcune indicazioni di massima. 4.3.1 Generalità Nel caso nelle cabine elettriche si utilizzino trasformatori con liquido isolante combustibile, si deve osservare la Normativa di Prevenzione Incendi 4.3.2 Locale cabina separato dall’edificio o dagli edifici serviti hie sta Costruzione in muratura tradizionale o in prefabbricato fuori terra o interrato. Tale tipo di cabina viene realizzata all’esterno dell’edificio servito, usualmente sul confine della proprietà. Nel caso il locale cabina non abbia requisiti di resistenza al fuoco secondo le vigenti disposizioni di prevenzione incendi, la distanza minima deve essere quella prevista per i trasformatori all’aperto di cui alla Norma CEI EN 61936-1. Nel caso il locale cabina sia adiacente ad un altro edificio non destinato al servizio elettrico, le pareti in adiacenza devono essere realizzate secondo la Normativa di Prevenzione Incendi. 4.3.3 Locale cabina all’interno della volumetria dell’edificio non adibito al servizio elettrico nc Locale al piano interrato o al piano terra. Per tale tipologia di cabina viene utilizzato un locale già disponibile o predisposto appositamente all’interno dell’edificio servito, con accesso direttamente da spazi comuni dell'edificio o da intercapedine previa verifica della sua idoneità a sostenere i carichi statici e dinamici previsti per le apparecchiature da installare al suo interno . 4.3.4 ni Per questa tipologia di locali valgono le prescrizioni della Normativa di Prevenzione Incendi. Locale cabina sulla copertura dell’edificio non adibito al servizio elettrico oi Costruzione in muratura tradizionale o in prefabbricato, al piano di copertura di un edificio non adibito al servizio elettrico. La realizzazione di una nuova cabina sulla copertura presuppone un attento studio dei carichi statici e dinamici cui la soletta verrà sottoposta, pertanto è preferibile sia studiata da un tecnico edile strutturista che ne verifichi la idoneità a sopportare detti carichi in aggiunta a quelli già previsti per il fabbricato. og ett In questo caso le caratteristiche costruttive del locale cabina e/o la copertura dell’edificio sottostante devono rispondere alla Normativa di Prevenzione Incendi. 5 Requisiti del locale cabina Pr Nell’Allegato A, ai fini di illustrare tutte le possibili necessità di allestimento di un locale cabina, vengono forniti esempi ipotetici le cui diverse viste mettono in evidenza le tubazioni sotto pavimento per i diversi circuiti MT e BT e per le misure, gli accessi ai diversi locali dedicati e le aperture necessarie alla ventilazione. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 7 5.1 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Generalità Fermo restando quanto previsto dalle regole tecniche di prevenzione incendi, si fa presente che la norma richiede la compatibilità per le strutture portanti e separanti con il carico di incendio previsto, ovvero il soddisfacimento del Livello III di prestazioni contro l'incendio di cui al DM 09/03/2007, facendo attenzione al ripristino delle compartimentazioni in corrispondenza degli spazi nascosti come, ad esempio, i pavimenti galleggianti. Tenuto in conto anche di quanto suddetto, è opportuno che il locale cabina abbia almeno i seguenti requisiti: a) non essere sorgente di campi magnetici a bassa frequenza che potrebbero risultare incompatibili per le persone che abitano, o frequentano assiduamente (più di 4 h/giorno), locali attigui alla cabina (vedi Allegato I); b) per quanto possibile, disponga di un acceso, da spazi pubblici o di uso comune, diretto e indipendente sia per il personale sia per autocarri e/o autocarri con gru; c) avere le pareti, pavimenti e solai secondo la Norma CEI EN 61936-1, comprese le eventuali fosse e/o serbatoi di raccolta liquidi; hie sta d) essere dotato di adeguata ventilazione a circolazione d’aria naturale o eventualmente meccanica; ( 1) e) non essere soggetto a infiltrazioni d’acqua o allagamenti , previa adozione di sistemi che ne assicurino l’impermeabilità e poter ridurre al minimo la formazione di condensa; in particolar modo, i pavimenti al piano terra non devono, se possibile, subire danni a causa di infiltrazioni o di perdite d’acqua ai fini di preservare la sicurezza di esercizio; f) tenere conto dei carichi meccanici previsti e delle sovrappressioni interne causate da archi elettrici, non contenere né inglobare alcuna tubazione per fluidi che siano estranei al servizio della cabina, a meno che siano saldati e compartimentati rispetto all’ambiente in cui sono contenute le apparecchiature; g) avere un’adeguata illuminazione ordinaria per facilitare le operazioni di controllo e di manutenzione, nonché quelle di evacuazione in caso di necessità. Prescrizioni strutturali nc 5.2 ni Per le prescrizioni strutturali, si deve far riferimento al DM (infrastrutture) 14 gennaio 2008 Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni pubblicato sulla G.U. n. 29 del ( 2) 4 febbraio 2008 . Si noti che per quanto non diversamente specificato nel predetto DM, si intendono coerenti con i principi alla base della stessa, le indicazioni riportate negli Eurocodici strutturali pubblicati dal CEN, con le precisazioni riportate nelle Appendici Nazionali o, in mancanza di esse, nella forma internazionale di EN. oi Le modalità di classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione dovranno essere individuate in conformità al Decreto del Ministero dell’Interno del 16/02/2007. og ett Per le attività soggette a controllo di prevenzione incendi (cabine con presenza di macchine 3 elettriche contenti liquidi isolanti combustibili per oltre 1 m e cabine inserite nella volumetria dei fabbricati soggetti a controllo di prevenzione incendi), la resistenza al fuoco delle strutture dovrà essere certificata secondo le modalità previste dall’Allegato II del DM 07/08/2012 facendo ricorso alla modulistica disponibile sul sito www.vigilfuoco.it. (1) Le cabine elettriche interrate o parzialmente interrate richiedono particolari attenzioni e accorgimenti per evitare il rischio di allagamenti: la scelta dell’ubicazione del fabbricato cabina dovrebbe essere uno degli elementi più importanti da considerare. Pr (2) Nel caso di cabine costruite ad elementi prefabbricati in serie, il DM richiede l’attestato di qualificazione del sistema organizzativo dello stabilimento e del processo produttivo, rilasciato dal Servizio Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 8 5.2.1 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Resistenza dell’involucro cabina (parte edile) alle sollecitazioni meccaniche L'involucro di una cabina deve possedere una robustezza meccanica sufficiente e in particolare, se il manufatto è di tipo prefabbricato, deve resistere ai seguenti carichi e impatti: a) carico sul tetto − minimo 2 500 N/m (carichi di montaggio o altri carichi): − se la cabina è installata in luoghi in cui si possono prevedere sollecitazioni più importanti (per es. cabine sotterranee poste in aree di traffico di veicoli, ecc.), si deve tener conto di ciò e, quando applicabile, seguire le regole nazionali o locali in vigore o la specifica dell'utilizzatore. − carichi di neve in base alle condizioni climatiche locali previste nel DM 14 gennaio 2008 di cui in 5.2; 2 b) spinte del vento sull’involucro: − spinte di vento conformemente al DM 14 gennaio 2008 di cui in 5.2; c) impatti meccanici esterni contro i pannelli, le porte e le aperture per la ventilazione: − Illuminazione naturale hie sta 5.3 impatti meccanici esterni con un'energia d’urto di 20 J corrispondente al grado di protezione IK10. Se prevista, l’illuminazione naturale viene realizzata mediante finestre installate come specificato dalla Norma CEI EN 61936-1. 5.4 Particolarità per la ventilazione e il condizionamento 5.4.1 Generalità ( 1) nc Il locale viene progettato in modo da mantenere la temperatura interna entro i limiti stabiliti per le apparecchiature elettriche in esso contenute, tenendo conto della quantità di calore prodotto dalle perdite delle stesse. Se necessario occorre prevedere la ventilazione naturale o forzata. Il numero, la dislocazione e la sezione delle aperture di ventilazione devono essere scelti in funzione della ubicazione dell’apparecchiatura e della quantità di calore da smaltire. 5.4.2 ni Qualora le condizioni ambientali lo richiedano, devono essere adottati opportuni accorgimenti quali riscaldamento, essiccatori di aria, ventilazione forzata in grado di evitare l’eventuale formazione di condensa; ciò indipendentemente dai mezzi previsti per il raffreddamento ( 2) dell’apparecchiatura . Ventilazione naturale Nel locale è necessario prevedere: nella parte inferiore, una o più prese d’aria con bordo inferiore opportunamente sopraelevato rispetto al pavimento del locale (indicativamente 20 cm); − nella parte superiore, camini oppure finestre preferibilmente aperte verso l’aria libera. oi − og ett La ventilazione si realizza in modo da mantenere i componenti elettrici della cabina, in tutte le condizioni di temperatura dell’ambiente esterno e di carico, entro il campo di temperatura ammissibile. Le prese d’aria non possono attingere da locali che si trovino a temperature elevate o da luoghi che siano classificati con pericolo di esplosione secondo la Norma CEI 31-30. (1) Vedere anche l’Allegato J. Pr (2) Per ambienti con grado di inquinamento 3, potrebbe essere necessario pressurizzare il locale cabina per evitare l'ingresso di polveri conduttrici o potenzialmente conduttrici. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 9 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali I dispositivi di aerazione sono tali, pur senza nuocere ad una buona ventilazione, da assicurare un grado di protezione tale da impedire la penetrazione di acqua o neve, l’ingresso di animali e oggetti in grado di provocare incidenti. Devono soddisfare il grado di protezione previsto nel capitolo 5.5.1 Per lo smaltimento dei prodotti della combustione in caso di incendio si dovrà tenere conto della Normativa di Prevenzione Incendi. 5.5 Pavimento ed accesso alla cabina Il pavimento viene dimensionato oltre al peso proprio per i seguenti carichi: − per un carico uniformemente distribuito di 500 daN/m2 o più; − carico mobile, da posizionare, lato trasformatore, di 3000 daN, distribuito su 4 appoggi ai vertici di un quadrato di circa 1 m di lato, posizionato ovunque. 5.5.1 Porte hie sta Le porte fanno parte dell'involucro e devono possedere le caratteristiche indicate nella norma CEI EN 61936-1, inoltre quelli che fanno parte di manufatti prefabbricati, quando sono chiusi, devono assicurare il grado di protezione minimo IPXXB. Quando nelle porte sono previste aperture per la ventilazione, si fa riferimento a 5.4.2. a) Le porte sono provviste di un dispositivo di chiusura a chiave oppure non deve essere possibile aprirle o rimuoverle se prima non sono state aperte le porte utilizzate per le manovre correnti. Essi devono richiedere l'uso di utensili per la loro apertura o rimozione. Le porte installate lungo i percorsi di esodo, o necessarie per detta funzione, devono aprirsi ( 1) nella direzione del deflusso . 5.6 Finiture interne nc Le porte di accesso alla cabina dall’esterno devono potersi aprire con un angolo di almeno 90° e dovrebbero essere dotate di un dispositivo in grado di mantenerle in posizione aperta. È opportuno effettuare trattamenti antipolvere e tinteggiature di color bianco all’interno del locale; le eventuali pareti esterne devono essere trattate con rivestimento murale plastico idrorepellente. ni 5.6.1 Esempio di caratteristiche del locale in cemento armato prefabbricato A titolo informativo, si riporta un esempio il cui studio progettuale porta alla realizzazione del prefabbricato da adibire a cabina elettrica di trasformazione e/o sezionamento, ed è impostato per ottenere una struttura con caratteristiche specifiche alla sua tipologia d’uso. oi La tipologia a pannelli permette di ottenere la massima flessibilità dimensionale pur componendo la struttura nel minor numero possibile di parti per ridurre al minimo gli spostamenti sia in stabilimento che durante la messa in opera. og ett In ogni caso, il peso di ogni singolo elemento componente o l’intero monoblocco dovrebbe consentire la movimentazione con la gru montata sull’autotreno che trasporta la cabina, senza l’intervento di altri mezzi di sollevamento. La parte non prefabbricata e quindi gettata in opera sarà costituita dalla fondazione che viene progettata e realizzata in funzione delle caratteristiche geotecniche del terreno di posa. Nella progettazione della fondazione è opportuno tener conto delle predisposizioni dei cunicoli, dei collegamenti per la messa a terra e quanto riportato nella nota di 4.2.1 della presente Guida. Pr (1) Per direzione di deflusso, si intende quella che consente di percorrere la via più breve per raggiungere uno spazio libero a cielo aperto. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 10 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali La soletta di copertura è solitamente realizzata o in un solo pezzo o in più pezzi che vengono uniti fra loro nel momento della posa in opera. Sui quattro lati, uno sporto di gronda opportunamente sagomato viene inserito al fine di impedire il dilavamento delle pareti in caso di pioggia. Particolare cura viene posta per impedire qualunque infiltrazione di acqua; in particolare, viene impermeabilizzata e sigillata la parte superiore esterna del tetto ed inoltre vengono sigillate tutte le eventuali giunzioni delle pareti, sia tra di loro che con il tetto e la platea. 5.7 Locale batterie ( 1) Il locale per le batterie stazionarie, se del caso, in linea di principio dovrebbe essere collocato il più vicino possibile al carico, per ovviare, ad esempio, ai disservizi dovuti a guasti sulle linee derivate. Il locale contenente le batterie deve essere costruito in conformità alle prescrizioni della Norma CEI EN 50272-2 con le precisazioni contenute nella Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30). hie sta A seguito dell’applicazione delle suddette Norme, il progettista dovrà verificare la congruità dell’aerazione del locale e della posizione delle aperture, da calcolare in funzione dell’emissione di gas idrogeno dalle batterie. Nell’Allegato B della presente Guida è riportata una sintesi delle prescrizioni della Norma CEI EN 50272-2 utili allo scopo oltre ad un esempio pratico di calcolo. 5.8 Locale arrivo linee e misure ( 2) I locali arrivo linea e misure devono rispondere alle prescrizioni del Distributore di energia elettrica. 5.9 Sede per i cavi nc È importante ricordare che il locale misure deve consentire il libero accesso sia al personale del Distributore che a quello dell’Utente. Dal punto di vista della sede per i cavi, le cabine possono suddividersi nei seguenti tipi: cabine con vano sottoquadro praticabile 3, che hanno uno scantinato pedonabile, sotto il piano di appoggio dei quadri elettrici, per il quale si raccomanda un’altezza netta non minore di 1,7 m, intesa come luce libera sotto le eventuali travi, tubazioni, passerelle per cavi, ecc.; − cabine con pavimento flottante 4, che hanno le piastrelle asportabili ed intercapedine ispezionabile per i cavi per la quale si consiglia un’altezza non inferiore a 0,6 m; − cabine con cunicoli, cioè quelle che hanno pavimento fisso e cavi contenuti in cunicoli prefabbricati o realizzati in opera; − cabine con passerelle o sistemi equivalenti (vedere CEI EN 61936-1), cioè quelle in cui i collegamenti tra i vari componenti sono realizzati prevalentemente impiegando sistemi di sospensione dei cavi a soffitto e a parete realizzati in materiale isolante o metallico. og ett oi ni − Pr (1) Vedere anche le prescrizioni funzionali della Norma CEI 0-16 “Regola tecnica di riferimento per la connessione di utenti attivi e passivi alle reti AT ed MT delle imprese distributrici di energia elettrica”. (2) Relativamente all’accesso alla misura o per altre necessità da parte dei Distributori, vedere anche la Norma CEI 0-16. (3) Questa soluzione è adatta al caso in cui i cavi entranti e uscenti dalla cabina siano interrati e in numero elevato. (4) Questa soluzione è adatta al caso in cui il numero dei cavi entranti ed uscenti sia limitato mentre il numero dei cavi di interconnessione tra i quadri della stessa cabina sia elevato. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 11 5.10 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Entrate cavi interrati, passaggi cavi e condotti sbarre I fori per il passaggio dei cavi , tra la parte del locale cabina del Distributore e quella di ricezione del cliente, vanno realizzati secondo le indicazioni o prescrizioni del Distributore. Tutte le aperture per il passaggio dei cavi o condotti sbarre tra i locali contenenti apparecchiature e tra questi e l’ambiente esterno devono essere realizzati in conformità alla Norma CEI 11-17 e alla Norma CEI EN 61936-1 per evitare l’ingresso di animali, acqua e per prevenire il propagarsi di eventuali incendi. Per facilitare l’ingresso dei cavi, in alcuni casi, può essere opportuno l’uso di pozzetti posizionati al di fuori della cabina, nelle sue immediate vicinanze. Le dimensioni e il posizionamento dei cunicoli e tubi protettivi annegati nella muratura devono permettere di rispettare i raggi di curvatura dei cavi che non possono essere inferiori a quelli specificati dalla Norma CEI EN 61936-1 e dalla relativa Norma di prodotto e di consentire la libera dilatazione. 5.11 Protezione dell’ambiente a causa di difetti interni hie sta In caso di difetti interni che comportano la fuoriuscita di liquidi pericolosi dall’apparecchiatura (per es. olio di un trasformatore, olio di un apparecchio), si devono prendere precauzioni per trattenere i liquidi pericolosi in modo da impedire l'inquinamento del terreno. Se uno o più serbatoi di raccolta fanno parte dell'involucro, la loro capacità deve essere almeno: a) per ciascun singolo serbatoio: il volume totale di liquido pericoloso della corrispondente parte contenente il liquido pericoloso (per es. trasformatore, apparecchio, ecc). b) per un serbatoio comune: il volume totale di liquido pericoloso della parte contenente la maggior quantità di liquido pericoloso (per es. trasformatore, apparecchio, ecc). 5.12 Aree per la manutenzione e l’esercizio 5.12.1 Vie di fuga nc Ai fini dell’applicazione delle prescrizioni della Norma CEI EN 61936-1, si raccomanda di ponderarle con riferimento, in particolare, al D. Lgs. 81/2008. ni Ai fini della Norma CEI EN 61936-1, le uscite devono essere previste in modo che lunghezza della via di fuga all’interno del locale non superi i 20 m per tensioni fino U m = 52 kV. Ciò non si applica a cunicoli o gallerie, per sbarre o per cavi, percorribili comunque accessibili. A questo proposito, l’esperienza pluriennale sperimentata consolidata con norme precedenti cui la presente guida ha fatto riferimento, consiglia che lunghezza delle vie di fuga non superi i 10 m. la a e e la oi È consigliabile che i passaggi di lunghezza maggiore di 10 m siano accessibili da entrambi i lati. 5.12.2 Porte di emergenza og ett La norma tecnica prescrive che le porte di emergenza devono avere come minimo un’altezza ( 1) di 2 m e una larghezza netta di 750 mm 5.13 Accessi e aree di servizio Pr Nel caso la cabina comprenda aree di servizio, per queste si deve far riferimento alla Norma CEI EN 61936-1. (1) Si veda anche il punto 1.6.5 dell’Allegato IV D. Lgs. 81/08. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 12 5.14 Corridoi di manovra pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali La larghezza di un corridoio di manovra all'interno di una cabina deve essere sufficiente per eseguire qualsiasi manovra o operazione di manutenzione. La larghezza di questo corridoio deve essere pari a 800 mm o superiore. Le porte dell'apparecchiatura di manovra e di comando all'interno della cabina devono chiudersi nella direzione dell'uscita oppure ruotare in modo da non ridurre la larghezza del corridoio. Le porte bloccate in posizione aperta o gli apparecchi di manovra meccanici che sporgono dall’apparecchiatura di manovra e di comando non devono ridurre la larghezza del corridoio a meno di 500 mm. 5.15 Criteri complementari per i locali di cabine sotterranee 5.15.1 Generalità Una cabina sotterranea è una cabina situata interamente al di sotto del livello del suolo e il cui accesso è possibile solo attraverso pozzi e/o scale. La cabina comprende: il locale contenente l’apparecchiatura elettrica; − gli accessi per la manutenzione e la circolazione delle persone; − le aperture necessarie alla ventilazione e all’entrata dei cavi dei sistemi di II e I categoria (MT e BT). 5.15.2 Ventilazione hie sta − ( 1) La ventilazione del locale viene realizzata nei seguenti modi: l’aria fresca viene introdotta nel pozzo attraverso una griglia posta in corrispondenza dell’accesso alla cabina (o nelle sue vicinanze) e penetra nel locale della cabina attraverso una griglia posta sulla parte inferiore della parete o della porta del locale; − l’aria calda viene evacuata dal locale attraverso un camino che sbocca a livello del suolo e, per quanto possibile, contrapposto alla finestra di ingresso dell’aria fresca. Questo camino viene realizzato in modo da impedire la penetrazione nel locale di acqua piovana o di scorrimento e di animali ed oggetti che possano provocare incidenti. nc − 5.15.3 Accessi alla cabina al disotto del livello del terreno ni Le cabine installate sotto il livello del terreno richiedono un portello di accesso a un pozzo. Questo può essere dotato di un’adeguata scala a gradini o a pioli, rispondente alle pertinenti norme di sicurezza contenute nel D. Lgs 81/2008 e s.m.i., che conducono alla porta d’accesso al locale cabina. oi Il portello di accesso al pozzo deve essere adeguatamente sicuro sia per il personale, sia per i passanti e sia per tutti gli eventuali carichi cui può essere assoggettato. Detto portello, in ogni caso, deve poter essere manovrato da una sola persona sia dall’esterno che dall’interno del pozzo. Pr og ett Si ricorda che la copertura dell’intero pozzo potrebbe essere utilizzato, se del caso, per la calata del materiale a quota pavimento della cabina, delle macchine o delle apparecchiature elettriche (trasformatore, interruttore, ecc.) o per il loro sollevamento. L’accesso delle persone alla cabina può essere realizzato mediante una scala posta ad una estremità del pozzo, separato dalla apparecchiatura elettrica a mezzo di porta metallica o in materiale ritardante la fiamma, sulla quale possono essere praticate aperture per la ventilazione del locale (vedere 4.3.2.3.2). Deve essere possibile fissare il portello di accesso al pozzo per impedirne la chiusura mentre gli operatori si trovano all’interno della cabina o del pozzo o stanno lavorando al loro esterno. (1) Vedere l’Allegato C. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 13 5.15.4 Entrate cavi di I e II categoria (BT e MT) pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali I cavi entrano nella cabina, sia attraverso i pozzi sia attraverso fori praticati nelle pareti del locale contenente l’apparecchiatura. Tutti i fori vanno realizzati come riportato al precedente punto 5.10. 5.16 Criteri costruttivi della cabina riguardo alla parte elettrica 5.16.1 Distanze di isolamento e di sicurezza per cabine a giorno (impianto all’interno di tipo aperto) 1 Valgono le prescrizioni della Norma CEI EN 61936-1. 5.16.2 Prese di servizio È opportuno predisporre almeno una presa per per l’alimentazione di servizio, se non diversamente necessario. 5.17 Illuminazione 5.17.1 Illuminazione artificiale hie sta L’illuminazione artificiale della cabina MT/BT viene prevista in modo tale da permetterne l’esercizio in modo più facile e sicuro. L'illuminazione artificiale dovrebbe garantire un livello di illuminamento di 200 lux nella zona del campo visivo e immediatamente circostante riferiti, salvo diversa indicazione, ad un fattore di uniformità di almeno 0,7 (UNI EN 12464-1). Nel caso sia necessaria l’illuminazione di emergenza/sicurezza, ad esempio, per individuare le vie di fuga e le uscite di cabina, il livello d’illuminamento deve essere almeno pari a 1 lux ottenibile mediante l’utilizzo di apparecchiature illuminanti autonome. A questo fine, gli operatori la manutenzione delle cabine o che eseguono altre attività nelle stesse dovrebbero essere dotati di un apparecchio portatile per l’illuminazione di sicurezza e per integrare quella ordinaria nella zona di lavoro. La capacità della batteria dovrebbe garantire un’autonomia di circa un’ora. 5.18 ni nc Quando esistano batterie stazionarie, si raccomanda di realizzare l’illuminazione, specie in corrispondenza di quadri elettrici, per il 70% con lampade alimentate in c.a. e per il 30% con lampade alimentate in corrente continua (ad es. con batterie in tampone di capacità adatta), in modo che al mancare della tensione alternata rimangano accese queste ultime senza ricorrere a dispositivi di commutazione. Impianti di terra Per gli impianti di terra si applicano la Norma CEI EN 50522 per i sistemi MT e la Norma CEI 64-8 limitatamente ai sistemi BT pertinenti. oi Si ricorda che il progetto dell'impianto elettrico e quindi anche l’impianto di terra di cabina deve essere eseguito secondo le Norme CEI EN 61936-1 e CEI EN 50522 rispettivamente. og ett Nell’Allegato A sono illustrate alcune particolarità dell’impianto di terra che non possono, tuttavia, essere assunte come esempio progettuale ma hanno lo scopo di richiamare l’attenzione sugli elementi componenti l’impianto di terra e quindi fornire un promemoria al ( 2) progettista/impiantista, se del caso . (1) Si ricorda che la Norma CEI 0-16, nel caso di DG semplificato, non consente di utilizzare quadri MT con apparecchiature a giorno. Pr (2) Per quanto riguarda le caratteristiche del dispersore dell’impianto di terra si può far riferimento alla Guida CEI 11-37. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 14 5.18.1 Dispersori 5.18.1.1 Cabina isolata (separata dall'edificio) pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Nello scavo di fondazione, se necessario, è possibile inserire un dispersore ad anello perimetrale, realizzato in conduttore direttamente interrato in terreno vergine, sotto la fondazione. Tutti i ferri di armatura degli elementi della fondazione, siano essi prefabbricati che realizzati in opera, possono essere utilizzati come dispersore. Normalmente, gli elementi strutturali laterali del fabbricato (prefabbricato o calcestruzzo armato), per questioni di staticità, risultano legati tra loro ed è opportuno vengano collegati alla rete elettrosaldata sottopavimento per ottenere una migliore equipotenzialità, se del caso. Tutti gli elementi che concorrono alla formazione del dispersore (elementi di fatto ed elementi intenzionali) dovranno essere collegati (singolarmente o a gruppi) al collettore della cabina. 5.18.1.2 Cabina compresa nella volumetria dell'edificio hie sta Per tale tipologia di cabina non sarà realizzato un dispersore separato sotto la cabina, ma il dispersore farà parte del dispersore generale dell’edificio, (considerato magliato o ad anello o equivalente) e sarà costituito da elementi di fatto, utilizzando i ferri delle fondazioni, eventualmente integrati da dispersore intenzionale. Tutti gli elementi che concorrono alla formazione del dispersore (elementi di fatto, ed elementi intenzionali) sono collegati al collettore, che non necessariamente è collocato nel locale cabina. Il collettore di cabina è comunque collegato al collettore generale di terra dell’edificio. Dovranno essere presi provvedimenti per realizzare l’egualizzazione del potenziale, in particolare in cabina e nelle sue immediate vicinanze. 5.18.1.3 nc Dovranno essere valutati i provvedimenti per limitare i potenziali dovuti a guasto a terra. Cabina non compresa nella volumetria dell'edificio. Costruzione in muratura tradizionale o in prefabbricato, al piano superiore di un edificio ni Per tale tipologia di cabina il dispersore farà parte del dispersore generale dell’edificio, e dovrà essere costituito da elementi di fatto, in particolare per l’equalizzazione del potenziali si consiglia siano collegati, i ferri di armatura dei pilastri e la soletta della copertura. Il collettore di cabina verrà collegato alla struttura dell’edificio direttamente al piano ove sarà posizionata la cabina. Elementi del dispersore oi 5.19 og ett Per realizzare un dispersore ad elementi intenzionali, salvo diverse valutazioni del progettista, potrà essere realizzato ad anello con corda di rame o tondo di acciaio secondo la Norma CEI EN 50522 e Guida CEI 11-37. Se necessario, l’anello potrà essere integrato con degli sbracci o con un secondo anello più esterno a profondità maggiore, eventualmente integrato, ad esempio, con picchetti in acciaio ramato di lunghezza 1,50 m completi di collare per il fissaggio della corda di rame. Tali elementi sono normalmente idonei per correnti di guasto a terra in MT per la tipologia delle cabine oggetto della guida. Per la tipologia ed utilizzo degli elementi di fatto si rimanda alla Guida CEI 64-12 o CEI 11-37. Pr È opportuno siano presi tutti i provvedimenti per limitare gli effetti della corrosione con particolare attenzione agli accoppiamenti di metalli diversi (vedi norme UNI oppure le Guide CEI 11-37 e CEI 64-12 negli ambiti pertinenti). Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 15 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Il terreno di riempimento intorno al dispersore dovrà essere del tipo vegetale e non contenere materiale di risulta. 5.19.1 Collettore di terra Il collettore di terra (a barra forata non necessariamente unica, o ad anello,) deve costituire il punto di connessione tra gli elementi del dispersore di cabina (elementi naturali o intenzionali), il dispersore del complesso in cui la cabina è inserita (se richiesto), i conduttori di terra MT, i conduttori di protezione BT e i conduttori equipotenziali. I condotti orizzontali, per effettuare tali collegamenti, vengono preferibilmente predisposti nel pavimento della cabina. Si lasciano altresì liberi dalla gettata del pavimento le riprese dei ferri di armatura previsti quali punti di collegamento. Per facilitare le operazioni di manutenzione e verifica è opportuno che i singoli conduttori che arrivano al collettore siano segnalati. hie sta I conduttori di protezione, equipotenziali e di terra, se non nudi, devono essere con guaina di colore giallo/verde. Il dimensionamento relativo alle sezioni del collettore e di tutti i conduttori di protezione viene effettuato dal progettista, in funzione della corrente di guasto a terra in MT e BT. I conduttori equipotenziali per l’impianto MT, se di rame, devono avre una sezione minima di 2 16 mm , (vedere CEI EN 50522). Per gli impianti BT, i conduttori equipotenziali principali, se in rame, devono avere una sezione minima di 6 mm 2 (vedere CEI 64-8 per gli impianti pertinenti). 5.19.2 Materiali in dotazione 5.19.2.1 Targhe, avvisi e schemi nc Nella cabina MT/BT si dovranno installare i cartelli (di divieto, avvertimento e avviso) sotto elencati, realizzati (pittogrammi ed eventuali scritte) secondo le disposizioni di legge. I segnali, le targhe, i cartelli posti all’esterno devono essere scritti con caratteri indelebili su un supporto che garantisca una buona resistenza alle intemperie. ni I colori dei segnali e dei relativi contrasti devono essere conformi a quanto richiesto dal Decreto legislativo 81/08 e s.m.i e alle Norme UNI; alcuni esempi di cartelli sono riportati nell’Allegato C. Un esempio di corretta collocazione dei cartelli, delle targhe e dei segnali è il seguente: − “divieto d'accesso alle persone non autorizzate”; − “tensione elettrica pericolosa”; − “eventuale identificazione della cabina elettrica”; all’esterno della porta d'ingresso al locale, oltre ai tre precedenti: og ett − all’esterno di ciascuna porta d’accesso e su ogni lato di eventuali recinzioni: oi − “divieto di usare acqua per spegnere incendi”; − “tensione … kV”; all'interno della cabina: − “istruzioni relative ai soccorsi d'urgenza da prestare agli infortunati per cause elettriche” compilato nelle parti relative ai numeri telefonici da contattare in caso di necessità (medici, ospedali, ambulanze, ecc. più vicini); − schema elettrico, che riporti, se del caso, anche la codifica dei colori utilizzati per le diverse tensioni; Pr − − Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 16 − pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali in prossimità delle apparecchiature di MT, “tensione … kV”; a disposizione del personale addetto alla manutenzione, “non effettuare manovre”; − sulle eventuali uscite di emergenza: − l’apposito segnale. Nel caso sia prevista una sorgente autonoma di energia, questa viene segnalata mediante apposita targa posta in corrispondenza del dispositivo di sezionamento del circuito che la collega alla cabina. Quando la cabina prevede batterie di condensatori e/o batterie di accumulatori, le porte delle celle corrispondenti sono munite di una targa che segnala la presenza dei condensatori e delle batterie di accumulatori. Per cabine elettriche complesse, è opportuno che sia esposto una schema unifilare per permettere anche in caso di urgenza una rapida comprensione delle manovre da eseguire (per es., vedere Allegato D). Si consiglia inoltre la predisposizione di una tasca porta documenti fissata alla parete. 5.19.2.2 Mezzi di estinzione hie sta I dati relativi alla regolazione delle protezioni, le sezioni dei cavi ecc. possono essere riportati su schemi diversi e tenuti a disposizione per gli interventi di manutenzione o modifica. Premesso che nel caso di trasformatori installati direttamente nei reparti industriali si devono prevedere gli opportuni mezzi di estinzione (vedere CEI EN 61936-1), essi si devono collocare in luoghi facilmente accessibili anche in caso di incendio. nc In conformità a quanto previsto al punto 4 dell’Allegato IV del D.Lgs. 81/08 devono essere predisposti mezzi ed impianti di estinzione idonei in rapporto alle particolari condizioni in cui possono essere usati, in essi compresi gli apparecchi estintori portatili o carrellati di primo intervento. Detti mezzi ed impianti devono essere mantenuti in efficienza e controllati almeno una volta ogni sei mesi da personale esperto. ni L'acqua e le altre sostanze conduttrici non devono essere usate in prossimità di conduttori, macchine e apparecchi elettrici sotto tensione. Pertanto, l’eventuale ricorso alla rete idrica antincendi per il contrasto degli incendi della cabina elettrica non fronteggiabili con i mezzi di estinzione portatili/carrellati può essere ammesso solo se è previsto un dispositivo di sezionamento azionabile da posizione protetta tale da togliere tensione alla linea di alimentazione del primario dei trasformatori al di fuori del locale cabina. Le modalità di estinzione devono in ogni caso essere riportate in corrispondenza alle porte di accesso al locale con segnaletica di sicurezza conforme al Titolo V del D.Lgs. 81/08. Dimensionamento e scelta delle apparecchiature e dei componenti 6.1 oi 6 Caratteristiche nominali 6.1.1 Tensioni e livelli di isolamento og ett La tensione di alimentazione ed i rispettivi livelli di isolamento devono essere scelti secondo la Norma CEI EN 61936-1. 6.1.2 Correnti nominali in servizio continuativo Le correnti nominali dei componenti elettrici devono essere scelte in funzione delle: caratteristiche del carico; − temperature ambiente. Pr − Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 17 6.1.3 Dimensionamento in funzione del carico pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Le correnti di impiego dei circuiti devono essere definite tenendo conto di: − potenza massima assorbibile dai carichi in servizio continuativo; − fattore di contemporaneità per gruppi di carichi; − fattore di utilizzazione per singoli carichi; − eventuale regime di funzionamento variabile. Nell’Allegato E sono indicati alcuni criteri per la scelta dei fattori di contemporaneità e per la loro utilizzazione. 6.1.4 Caratteristiche di qualificazione sismica Si ricorda che per le apparecchiature conformi alle norme di prodotto che riguardano la loro qualificazione sismica, si può far riferimento alle EN e IEC/TS serie 62271 scegliendo quella idonea all’apparecchiatura da installare 1 6.2 Temperatura ambiente 6.3 Correnti di sovraccarico hie sta Sulla base delle correnti d’impiego dei circuiti, le correnti nominali dei componenti elettrici e le portate delle condutture devono essere scelte tenendo conto della temperatura ambiente nelle reali condizioni di installazione e di esercizio. Occorre quindi definire la temperatura ambiente di progetto, sia per installazioni all’interno che per esterno (vedere Allegato J). I componenti elettrici devono essere scelti in modo tale da sopportare le correnti di sovraccarico fino all’interruzione della corrente per intervento delle protezioni previste allo scopo. In particolare per le condutture di I categoria si applica la Norma CEI 64-8, per le condutture in cavo di MT si applica la Norma CEI EN 61936-1. Correnti di cortocircuito nc 6.4 I componenti elettrici devono essere scelti in funzione della massima corrente di cortocircuito calcolata nel punto di installazione (sia come valore efficace per la durata dei tempi specificati sia come valore di cresta). ni Detti valori devono essere minori o uguali ai valori della corrente di cresta e di breve durata per i quali i componenti elettrici sono stati provati e certificati. I valori dei tempi di breve durata comunemente adottati sono: 0,5 s – 1 s – 3 s per i sistemi di II categoria; − 0,05 s – 0,1 s – 0,25 s – 0,5 s – 1 s per i sistemi di I categoria. oi − og ett Nei sistemi di I categoria i componenti protetti da dispositivi di tipo limitatore, di cui sia nota l’energia passante e il valore di picco limitato, possono essere dimensionati in relazione 2 all’energia specifica (I t) e al valore di picco lasciati passare dal dispositivo stesso (Norma CEI 64-8 e Norma CEI EN 60439-1). Lo stesso criterio si applica ai componenti di II categoria protetti da fusibili. Pr (1) La specifica tecnica IEC TS 62271-210, quando pubblicata, verrà recepita dal CEI indipendentemente dal recepimento CENELC o meno. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 18 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali La determinazione della corrente di cortocircuito nel punto di installazione può essere ( 1) eseguita in accordo alla CEI EN 60909-0 (CEI 11-25) . 6.5 Schema elettrico La scelta dello schema elettrico della cabina dipende da diversi elementi quali: − il numero delle linee di alimentazione; − il numero dei trasformatori; − le esigenze del servizio, ecc. 6.6 Scelta delle apparecchiature e dei componenti 6.6.1 Generalità Devono essere adottati gli accorgimenti necessari affinchè le temperature di funzionamento non superino i valori massimi ammissibili consentiti dalle relative Norme di prodotto, per non pregiudicarne la durata e non creare pericoli. hie sta Nella scelta degli apparecchi e dei componenti occorre tener conto del rumore trasmesso nell’ambiente interno ed esterno alla cabina. Lo stesso dicasi per i dispositivi di ventilazione e per i dispositivi ausiliari di servizio. Si raccomanda che il livello di rumore sia compatibile con le caratteristiche dell’ambiente di installazione e con i regolamenti vigenti. NOTA La maggiore fonte di rumore nelle cabine di trasformazione sono in genere i trasformatori stessi. La determinazione del loro livello di rumore è oggetto della Norma CEI 14-9, i limiti del livello di potenza sonora (dB) emessa sono fissati dalle Norme CEI 14-12, CEI 14-13 e CEI 14-14. Si raccomanda, in ogni caso, di evitare che le condizioni di installazione diano luogo ad amplificazione del livello di rumore proprio delle apparecchiature installate. 6.6.2 Apparecchiature e componenti nc Le apparecchiature e i componenti delle cabine devono essere scelti in base alle caratteristiche nominali ed alle condizioni ambientali del luogo di installazione. Le apparecchiature ed i componenti devono rispondere alle relative Norme vigenti. 6.6.3 Cavi ni I cavi dei sistemi di II categoria devono essere dotati di uno schermo o di una guaina metallica messa a terra ad entrambe le estremità secondo quanto previsto nella Norma CEI EN 61936-1. È ammesso collegarne a terra una sola estremità in caso di collegamenti brevi (lunghezza ≤ 1 km) con le precauzioni previste nella Norma CEI 11-17 e nella Norma CEI EN 61936-1. oi La tensione nominale del cavo MT si sceglie in base a: tensione massima del sistema; − tipo di cavo; − tempo massimo di permanenza dei guasti fase-terra; og ett − − eventuale esposizione a sovratensioni di origine atmosferica. (1) Per cabine alimentate direttamente dalla rete di II categoria, si fa presente che il Distributore deve comunicare direttamente all’Utente il valore della corrente di cortocircuito (vedi prescrizioni Norma CEI 0-16): – trifase massima per il dimensionamento delle apparecchiature; – monofase massima a terra per il dimensionamento dell’impianto di terra; Inoltre, il Distributore deve comunicare, se richiesta dall’Utente, il valore della corrente di cortocircuito: trifase massima di esercizio nel punto di inserimento; – trifase minima di esercizio nel punto di inserimento. Pr – Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 19 La sezione dei cavi si sceglie in base a: − tipo di cavo; − tensione nominale di isolamento; − corrente di servizio del carico; − correnti di cortocircuito; − tempi di eliminazione delle sovracorrenti; − condizioni di posa; − temperatura ambiente (dell’aria o del terreno); − mutuo riscaldamento in presenza di altri cavi. pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali I criteri di base per la scelta, il dimensionamento e la posa delle linee in cavo MT e BT 1 sono dati nelle Norme CEI 64-8 e CEI 11.17 nonché nelle Tabelle CEI-UNEL, Classe 3, pertinenti. 6.6.4 Connessioni elettriche hie sta Le connessioni elettriche devono essere eseguite in modo tale da non rappresentare punti deboli e devono essere studiate in modo da limitare la possibilità di effluvio, presentare una bassa resistenza elettrica e un’adeguata resistenza meccanica. In particolare le connessioni dovranno avere caratteristiche elettriche e termiche non inferiori a quelle dei cavi o dei conduttori ad essi collegati. Le connessioni dei conduttori con i terminali degli apparecchi devono essere conformi alle prescrizioni del costruttore degli apparecchi e comunque tali da non trasmettere ai terminali inammissibili sollecitazioni termiche o meccaniche dovute a peso, dilatazione, vibrazioni, correnti di cortocircuito (valore di cresta e di breve durata). Si raccomanda particolare attenzione all’ancoraggio dei cavi unipolari in corrispondenza alle connessioni terminali. nc Le connessioni devono essere realizzate con metalli che non diano luogo a coppie elettrolitiche; ove ciò non sia possibile devono essere adottati provvedimenti atti ad evitare il contatto diretto tra gli stessi (vedere Guida 11-37 e CEI 64-12). 6.6.5 ni Le superfici di contatto delle connessioni devono essere preparate e protette in modo da assicurare il mantenimento nel tempo delle loro caratteristiche di conduttività. Materiali isolanti oi I materiali isolanti devono essere scelti in base alla tensione, all’ambiente di installazione e alla temperatura massima di servizio continuativo a cui sono sottoposti e devono avere adeguate caratteristiche di non propagazione la fiamma. og ett In caso di locali contigui tra i quali si voglia realizzare la separazione, la continuità dei circuiti che non siano realizzati a mezzo di cavi viene assicurata a mezzo di appositi isolatori a passante. Se si adottano altri sistemi, questi devono offrire la stessa garanzia di segregazione degli isolatori passanti. Pr (1) Nel caso di posa di cavi in parallelo, si raccomanda di prevedere gli spazi necessari per la loro eventuale trasposizione. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 20 6.6.6 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Apparecchi di protezione, sezionamento e manovra Per i sistemi di I categoria valgono le prescrizioni della Norma CEI 64-8. 6.6.6.1 Sezionatori Nei sistemi di II categoria deve essere previsto un dispositivo di sezionamento a monte di ogni interruttore automatico non estraibile, dei fusibili di protezione e di ogni interruttore di manovra che non soddisfi le Norme dei sezionatori. I fusibili di MT devono essere associati ad un dispositivo di manovra e sezionamento che ne consenta la sostituzione in sicurezza, come ad esempio un interruttore di manovra sezionatore (IMS) La possibilità di sezionamento del circuito deve essere prevista anche sulle linee di alimentazione o con possibile alimentazione di ritorno ed il sezionatore può essere posizionato anche lontano dalla cabina stessa. hie sta Gli interruttori automatici in esecuzione estraibile delle apparecchiature prefabbricate con involucro metallico trattate nella Norma CEI EN 62271-200 svolgono anche la funzione di sezionamento. I sezionatori non essendo dotati di potere di chiusura e interruzione, devono essere manovrati in assenza di corrente e sono in genere interbloccati con i relativi apparecchi di manovra in modo da impedire la loro apertura o chiusura sotto carico. Qualora ciò non venga realizzato sul pannello frontale della cella è consigliabile che sia indicata la corretta sequenza delle operazioni di manovra. NOTA È ammessa l’apertura e la chiusura dei sezionatori su circuiti percorsi da corrente di valore trascurabile (es. quelle dovute ai trasformatori di tensione, capacità propria degli isolatori passanti, sbarre, ecc.). nc I dispositivi di sezionamento devono essere equipaggiati in modo da permetterne il bloccaggio in posizione di aperto e di chiuso. Il comando del dispositivo di sezionamento deve consentire l’applicazione dei blocchi eventualmente previsti in base alle esigenze della cabina. Ad ogni dispositivo di sezionamento è opportuno associare un sezionatore di terra interbloccato con la sua posizione di aperto o sezionato. ni Nel caso di sezionatori di terra posti in corrispondenza di una linea per la quale esiste la possibilità di alimentazione dall’altra estremità possono essere prese in considerazione, ad ( 1) esempio, le seguenti soluzioni : uso di sezionatore di terra con blocco a chiave condizionato al sicuro sezionamento della linea all’altra estremità; − uso di sezionatore di terra con potere di chiusura adeguato al valore della corrente di cortocircuito nel punto di installazione. oi − og ett I sezionatori e i sezionatori di terra, in via facoltativa, possono avere caratteristiche termiche e dinamiche adeguate all’intensità e alla durata della corrente di cortocircuito calcolata nel punto di installazione. 6.6.6.2 Interruttori Nei sistemi MT gli interruttori devono avere un potere di interruzione e di chiusura adeguato alla corrente di cortocircuito calcolata nel punto di installazione. Quando è previsto un comando con sorgente esterna di energia, deve essere previsto anche un comando a mano di emergenza. Pr (1) Nel caso di cabina alimentata direttamente dalla rete MT del Distributore, la scelta fra le alternative è dell’utente (vedere Norma CEI 0-16). Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 21 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali La mancanza della sorgente di energia del comando non deve provocare una manovra intempestiva dell’interruttore. Le posizioni di apertura e di chiusura devono essere chiaramente identificate. 6.6.6.3 Interruttori di manovra Nei sistemi di II categoria per gli interruttori di manovra valgono, salvo che per il potere di interruzione, le prescrizioni di cui al punto 6.6.6.2 della presente Guida; per gli interruttori di manovra-sezionatori, valgono anche le prescrizioni di cui all’art. 6.6.6.1 della presente Guida. Nel caso di combinazione interruttore di manovra-fusibile conforme alla Norma CEI EN 62271-105, l'intervento di un fusibile deve provocare l’apertura automatica di tutti i poli dell’interruttore di manovra. 6.6.7 Relé di protezione ( 1) Ogni circuito equipaggiato con interruttore che svolge la funzione di protezione del circuito stesso deve essere dotato di dispositivi di protezione contro le sovracorrenti che agiscono sul comando di apertura dell’interruttore. I dispositivi di protezione possono essere: relé diretti montati a bordo interruttore e alimentati direttamente dalla corrente primaria; − relé indiretti senza alimentazione ausiliaria; − relé indiretti con alimentazione ausiliaria. hie sta − I relé diretti possono essere inseriti sia a monte che a valle dell’interruttore purché sia assicurato il funzionamento corretto dell’insieme, inoltre si deve prestare particolare attenzione all’adeguatezza delle loro caratteristiche termiche e dinamiche. I relé di massima corrente possono essere con caratteristica di intervento a tempo dipendente, indipendente, istantaneo o con una combinazione di queste. Essi devono essere scelti tenendo conto delle caratteristiche del circuito da proteggere e del coordinamento selettivo delle protezioni (vedere Allegato F). nc Nel caso di connessione alle reti MT dei distributori, qualora venga imposta sull’interruttore generale di alimentazione una protezione con intervento istantaneo (vedere Allegato F), si devono tenere presente le seguenti considerazioni: non è possibile realizzare un coordinamento selettivo delle protezioni nell’ambito della rete interna di distribuzione di II categoria (qualora presente) perché qualsiasi guasto in essa che produca una corrente di valore superiore alla regolazione delle protezioni provoca l’intervento dell’interruttore generale di alimentazione. È possibile limitare l’entità e il tempo di disservizio conseguente a guasto nella rete interna rete solo adottando uno schema di distribuzione adeguato (ad es. radiale doppio, anello aperto) e opportuni dispositivi per individuare il tronco guasto; − è possibile realizzare la selettività con la rete di distribuzione di I categoria purché la corrente dovuta a guasto su questa rete resti limitata al di sotto del valore della soglia di intervento istantaneo dell’interruttore generale di alimentazione (vedere Allegato F). oi ni − og ett L’alimentazione dei circuiti amperometrici dei relé indiretti dovrebbe essere fatta preferibilmente da trasformatori di corrente di protezione o, nel caso di trasformatori con più secondari, utilizzando i secondari di protezione. L’impiego di trasformatori di corrente (o secondari) di misura per l’alimentazione di relé di protezione può dare luogo a inconvenienti. La protezione amperometrica deve essere almeno bifase quando non è prevista l’interruzione del circuito per guasto fase-terra; ove si voglia anche la protezione contro i guasti a terra si deve utilizzare anche la protezione omopolare. In alternativa si può utilizzare la protezione di massima corrente su tutte e tre le fasi se il valore della corrente per guasto fase-terra supera quella di intervento dei relé sulle fasi. Pr (1) Si ricorda che la Norma CEI 0-16 prescrive la collocazione dei TV, TA, e TO e le tarature dei relé relativi al Dispositivo Generale e al Sistema di protezione d’interfaccia con la rete dei Distributori. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 22 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali L’alimentazione amperometrica del relé a corrente omopolare dovrebbe essere fatta mediante trasformatore toroidale che abbraccia tutti i cavi delle tre fasi. Nei casi particolari in cui si utilizzi il ritorno comune dei TA di fase per rilevare la corrente omopolare, la regolazione del ( 1) relé non può essere inferiore al 10% della corrente nominale degli stessi TA . Si raccomanda di porre particolare attenzione al coordinamento tra trasformatori di corrente e relé. Nel caso di impiego di relé indiretti senza alimentazione ausiliaria l’energia necessaria al funzionamento del relé e dello sganciatore viene prelevata direttamente dalla corrente di guasto. Il relé deve essere dotato di un dispositivo di prova che consenta di verificare agevolmente il suo corretto funzionamento. Nel caso di impiego di relé indiretti con alimentazione ausiliaria è necessario disporre di una sorgente indipendente (solitamente una batteria di accumulatori) che assicuri l’alimentazione anche in caso di guasto. 6.6.8 ( 2) hie sta La mancanza della sorgente ausiliaria deve essere segnalata. Trasformatori di misura e protezione Quanto indicato nel seguito non si riferisce ai trasformatori di misura del Distributore di energia, i quali vengono installati in ambienti e secondo schemi definiti dal Distributore stessso. I trasformatori di corrente devono avere caratteristiche termiche e dinamiche adeguate alla intensità e alla durata delle correnti di cortocircuito nel punto di installazione (Norma CEI EN 60044-1). I trasformatori di misura, di tensione e di corrente devono essere disposti in modo da consentire, senza pericolo per chi le esegue, le seguenti operazioni: la lettura della targa di almeno uno dei trasformatori di misura tra loro uguali; − la verifica delle loro connessioni secondarie; − l’esecuzione sul posto delle verifiche e prove tramite apposite morsettiere; − la loro sostituzione, previa messa fuori tensione e in sicurezza (vedere Norma CEI 11-27). ni nc − Si raccomanda che i trasformatori di corrente di protezione siano posti in prossimità dell’apparecchio di interruzione interessato. oi I trasformatori di corrente di protezione devono avere un fattore limite di precisione tale da garantire il corretto funzionamento della protezione associata (vedere Allegato I). Particolare cura nella scelta delle caratteristiche dei trasformatori di corrente dovrebbe essere posta nel caso di impiego di protezioni differenziali. og ett In linea generale i trasformatori di corrente destinati alle misure fiscali possono essere utilizzati anche per alimentare altri circuiti di misura e/o di protezione purché siano provvisti di nuclei separati. Essi devono avere i morsetti sigillabili ed essere dotati di certificato di taratura emesso dell’Agenzia delle Dogane (ex U.T.F.) o altro ente autorizzato. Pr (1) Si richiama l’attenzione sulla necessità che, qualora sui cavi venga montato un trasformatore di corrente toroidale per la rivelazione della corrente di guasto a terra, il conduttore collegato ad un estremo allo schermo (o alla guaina) metallico del cavo, prima di venire collegato con l’altro estremo all’impianto di terra, deve essere fatto passare all’interno del trasformatore stesso. (2) Nei casi in cui è richiesta un'affidabilità particolarmente elevata è consigliabile la doppia bobina di apertura sull’interruttore, ciascuna alimentata da una propria sorgente indipendente. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 23 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali I trasformatori di tensione destinati alle misure fiscali possono a volte essere utilizzati anche per altri scopi purché abbiano avvolgimenti e morsettiere secondarie separate da quelle sigillabili destinate alle misure fiscali. In qualsiasi caso il carico totale deve essere nei limiti delle prestazioni erogabili dai trasformatori di tensione nella classe di funzionamento prevista (Norma CEI EN 60044-2). I trasformatori di tensione devono essere preferibilmente protetti sul lato primario con fusibili ad alto potere di interruzione adatti a separarli dalla rete in caso di guasto nei trasformatori stessi. I circuiti secondari dei trasformatori di tensione induttivi devono essere protetti con fusibili o interruttori automatici commisurati alle prestazioni massime degli avvolgimenti, alle sezioni dei conduttori ed alla tenuta di cortocircuito del trasformatore. Nel caso in cui i trasformatori di tensione siano sezionabili o estraibili, le posizioni di sezionamento e di servizio devono essere chiaramente individuabili. 6.6.9 hie sta Nel caso di trasformatori di tensione induttivi inseriti tra fase e terra in sistemi con neutro isolato o messo a terra tramite impedenza (compreso il neutro con messa a terra risonante), si devono adottare accorgimenti atti a prevenire fenomeni di ferrorisonanza (trasformatori con caratteristiche antiferrorisonanza; avvolgimento secondario a triangolo aperto con resistenza di smorzamento). Apparecchiature Nella installazione delle apparecchiature dovranno essere rispettati i seguenti provvedimenti. 6.6.9.1 Apparecchiature in olio o altro fluido isolante e trasformatori Per le apparecchiature con qualsiasi contenuto d’olio o altro fluido isolante è necessario prendere dei provvedimenti per evitare: In ogni caso, l’inquinamento del suolo e del sottosuolo sia all’interno che all’esterno della cabina (vedi Norma CEI EN 61936-1). − In caso di fluidi combustibili, la propagazione dell’incendio all’esterno della cabina secondo le regole tecniche di prevenzione incendi nc − ni Nel caso di utilizzo dei trasformatori a secco, in particolare i trasformatori con avvolgimenti isolati in resina, gli stessi devono essere scelti con classe di comportamento al fuoco (classe F - Norma CEI 14-8) adeguata al tipo di attività svolta nell’ambiente di installazione e alle caratteristiche del materiale presente nelle zone adiacenti. 6.6.9.2 oi Per edifici pregevoli per rilevanza storica e/o artistica si deve fare riferimento alle prescrizioni aggiuntive della Norma CEI 64-15. Apparecchiature isolate in SF6 Il gas SF6 conforme alla Norma CEI 10-7 non è tossico. og ett È necessario, tuttavia, prevenire che la sua concentrazione raggiunga, nei locali normalmente accessibili, un livello tale da provocare insufficienza di ossigeno; ciò avviene quando la percentuale di ossigeno nell'aria scende al di sotto del 18%. Nei locali che si trovano sopra il livello del suolo, contenenti apparecchiature in gas SF6, è sufficiente la ventilazione naturale. Le aperture di ventilazione in questo caso, almeno per la metà della loro superficie, devono essere disposte vicino al pavimento ( 1) . Pr (1) La ventilazione permanente può essere omessa nei locali non accessibili. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 24 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Nei locali che si trovano al di sotto del livello del suolo, contenenti apparecchiature in gas SF6, si deve prevedere una ventilazione forzata se esiste la possibilità di concentrazione di quantità dannose di gas. I vani (cunicoli, sottoquadri, ecc.), situati al di sotto del locale in cui è installata l’apparecchiatura in SF6 e con esso comunicanti, devono essere idonei per essere ventilati. La ventilazione forzata può essere omessa in questi ultimi due casi quando il volume di gas SF6 del compartimento di maggiori dimensioni dell’apparecchiatura, rapportato alla pressione atmosferica, non supera il 10% del volume del locale. Non devono essere installati apparecchi, la cui temperatura a contatto con l’aria possa raggiungere valori maggiori di 200 °C. 6.6.10 Apparecchiature per rifasamento Il rifasamento negli impianti con tensione superiore ad 1 kV si esegue con apparecchiature costruite in accordo alla CEI EN 60871-1. I dispositivi di protezione si realizzano in accordo alla IEC 60871-3. hie sta Il rifasamento negli impianti con tensione inferiore ad 1 kV si esegue con apparecchiature costruite in accordo alla CEI EN 61921. I condensatori (bassa e media tensione) si installano in modo tale da non presentare pericolo di innesco o propagazione di incendio per i materiali adiacenti, e in modo tale da non amplificare le correnti armoniche presenti nell'impianto e quindi senza peggiorare il livello di inquinamento elettromagnetico in bassa frequenza (vedere IEC/TR 61000-3-6). Le apparecchiature di protezione per rifasamento in BT e MT devono essere installate in modo da garantire: la protezione contro il cortocircuito; − la protezione contro il sovraccarico (CEI EN 60831-1 e CEI EN 61871-1); − la protezione contro i guasti a terra; − il sezionamento. nc − ni Le apparecchiature per rifasamento, nel loro complesso, devono essere installate in modo tale da garantire la protezione contro i contatti diretti ed indiretti in accordo con le Norme CEI EN 61936-1 e CEI 64-8. 6.6.11 oi I dispositivi di sezionamento ed interruzione installati in genere sulle apparecchiature per rifasamento BT non sono obbligatori ed in ogni caso non possono sostituire il dispositivo di protezione che deve essere installato a monte della relativa linea di alimentazione previsto dalla CEI 64-8. Separazione dei circuiti Pr og ett L’armatura o lo schermo metallico dei cavi possono essere considerati, a tutti gli effetti, segregazione metallica. Pertanto i cavi dei sistemi di II categoria che vengono posati in sedi quali passerelle, cunicoli, tubazioni, ecc., potrebbero coesistere con cavi di sistemi di I categoria. Si ricorda, tuttavia, che ai fini di successive manutenzioni (ad esempio, nuova giunzione sui cavi) tale soluzione potrebbe rivelarsi non ottimale ad esempio, per l’esiguità dello spazio necessario per l’operatività. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 25 6.6.12 Alimentazione dei servizi ausiliari pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali I servizi ausiliari della cabina possono richiedere un’alimentazione indipendente atta ad assicurare per esempio: − il funzionamento dei dispositivi di protezione; − la manovra di interruttori o di interruttori di manovra; − il funzionamento di automatismi o circuiti ausiliari. L’alimentazione in corrente continua è realizzata mediante batteria di accumulatori alimentata da un gruppo raddrizzatore-carica batteria. Questa alimentazione può essere utilizzata anche per altri usi (es. luce sussidiaria e indipendente della cabina). In caso di mancanza della sorgente in corrente alternata, la capacità della batteria deve essere tale da assicurare il corretto funzionamento dei circuiti alimentati per un tempo definito (ad esempio: il tempo necessario perché il personale possa intervenire). La sorgente ausiliaria in corrente alternata può essere costituita da: avvolgimento secondario di un trasformatore di tensione derivato direttamente da due fasi ( 1) della linea di alimentazione della cabina a monte dell’interruttore generale ; − avvolgimento secondario di un trasformatore di potenza. La tensione può essere presa o ( 2) tra le fasi o tra le fasi ed il neutro ; − alimentazione indipendente (ad esempio costituita da gruppi batteria con o senza inverter o da gruppi motore termico-generatore). hie sta − Se l’alimentazione dei servizi ausiliari è indipendente dalla rete, i circuiti di apertura degli interruttori possono essere a lancio di corrente o a mancanza di tensione a seconda del progetto dell’impianto. Se l’alimentazione ausiliaria non è indipendente dalla rete, i circuiti di apertura degli interruttori possono essere: a lancio di corrente, se non è richiesto il loro intervento per guasto, in quanto la protezione è affidata a relé diretti; − a mancanza di tensione, se devono provvedere a intervento su guasto e la linea o la cabina non deve rimanere in servizio in mancanza di alimentazione dalla rete. Pulsante di sgancio ni 6.6.13 nc − oi Il pulsante di sgancio, collocato in corrispondenza della porta di accesso di una cabina MT/BT, non è obbligatorio; esso solitamente comanda l'apertura del dispositivo generale della cabina stessa e lascia in tensione la parte di impianto che si trova a monte di detto dispositivo. og ett La necessità di installare i pulsanti di sgancio, la loro dislocazione e funzione è valutata dal progettista che studia il problema in ragione delle caratteristiche dell'impianto e dei processi industriali cui esso è dedicato, fatte salve eventuali prescrizioni del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco competente per territorio per le attività elencate nel DPR 151/2011 (impianti soggetti o impianti a servizio di attività soggette). Particolare attenzione è necessario porre sul sistema di sezionamento di emergenza dell’alimentazione elettrica del fabbricato servito dalla cabina in funzione delle esigenze di continuità di esercizio dell’alimentazione da fornire. Ovviamente, il sezionamento deve essere operato in modo tale da garantire la continuità dell’alimentazione delle utenze industriali (o sanitarie) di emergenza nonché degli impianti di protezione antincendio. Pr (1) Nel caso di allacciamento diretto alla rete MT dei Distributori, questa soluzione non è in genere consentita. (2) Si ricorda che qualora venga a mancare l'alimentazione in BT il relé di protezione potrebbe non essere in grado di funzionare e sarebbe opportuno prevedere un gruppo statico di continuità in grado di assicurare l'alimentazione del relé per un tempo prefissato. Vedere anche Norma CEI 0-16. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 26 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Si raccomanda che la funzione del comando d'emergenza sia chiaramente segnalata installando presso il medesimo un idoneo cartello, ad es. di colore rosso, recante la scritta (bianca) “interruttore generale, attivare in caso d’emergenza" o un'altra scritta similare. Per il collegamento del pulsante di sgancio è bene utilizzare una conduttura protetta dal fuoco. È fondamentale che il comando sia efficiente, e per questo si utilizzano principalmente due sistemi: − Bobina a minima tensione. − Bobina a lancio di corrente con segnalazione ottica dell’integrità del circuito. Per il comando a lancio di corrente è opportuno che sia presente un gruppo di continuità statico UPS (220 V 50 Hz o in corrente continua) per l’alimentazione in emergenza dei circuiti di sgancio (tale gruppo sarà utilizzabile anche per la strumentazione della centralina dei ( 1). trasformatori e per la visualizzazione permanente in caso di black-out, ecc.) 7 Protezioni di Sicurezza 7.1 hie sta Per ulteriori approfondimenti sui sistemi statici di continuità UPS, vedere le Norme del CT 22 del CEI. Protezione contro i contatti diretti ed indiretti Nelle cabine devono essere prese le misure previste dalle Norme per la protezione delle persone contro i contatti diretti ed indiretti. 7.1.1 7.1.1.1 7.1.1.1.1 Sistemi MT Protezione contro i contatti diretti Cabine a giorno ( impianti all’interno di tipo aperto) Per la protezione contro i contatti diretti si applica la Norma CEI EN 61936-1 (99-2). Cabine realizzate in opera o premontate ed equipaggiate con apparecchiatura prefabbricata (impianto per interno di tipo chiuso) nc 7.1.1.1.2 7.1.1.2 ni Per la protezione contro i contatti diretti delle apparecchiature prefabbricate si applicano le relative Norme CEI. Per gli altri componenti (ad esempio i trasformatori di potenza) si applicano le Norme CEI EN 61936-1 e CEI 64-8. Protezione contro i contatti indiretti 7.1.2 oi La cabina elettrica deve essere dotata di un impianto di terra conforme alla Norma CEI EN 61936-1; le masse o masse estranee facenti parte della cabina devono essere collegate all’impianto di terra secondo le prescrizioni della Norma CEI EN 50522. Al riguardo si veda anche la Guida CEI 11-37 sulla realizzazione degli impianti di terra nei sistemi a tensione maggiore di 1 kV e CEI 64-12 per gli impianti per uso residenziale e terziario. Sistemi BT og ett Sia per le protezioni contro i contatti diretti che per i contatti indiretti valgono le prescrizioni della Norma CEI 64-8. Pr 1 Se si fa uso di UPS a 230V per l’alimentazione di emergenza dei circuiti di sgancio ed eventualmente dei circuiti ausiliari di cabina si fa presente che questo circuito rimane in tensione anche quando si aziona lo sgancio di emergenza. Si raccomanda, pertanto, di togliere tensione anche ai circuiti ausiliari o almeno di segnalare con cartelli monitori e/o con segnalatore ottico la presenza della tensione degli UPS. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 27 8 8.1 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Protezione contro la propagazione dell’incendio Generalità Nel seguito vengono indicate alcune misure atte a ridurre al minimo la propagazione dell’incendio nelle cabine, quando quest’ultimo si sia già sviluppato. Le cabine elettriche non sono da considerarsi, in generale, ambienti a maggior rischio in caso di incendio. I componenti elettrici devono essere scelti ed installati in modo tale da non presentare pericolo di innesco o di propagazione di incendio per i materiali adiacenti. In particolare: si applicano le prescrizioni delle Norme CEI EN 61936-1 e CEI 64-8; − per i cavi si applicano le prescrizioni delle Norme CEI 11-17 e CEI 64-8; − per i trasformatori vedere il punto 6.6.9 della presente Guida. 9 Protezioni elettriche hie sta − I circuiti delle cabine devono essere protetti, mediante adatti dispositivi, contro le correnti di sovraccarico e cortocircuito e contro i guasti a terra (vedere Norme: CEI EN 61936-1, CEI 648 e CEI 11-17). Un adeguato studio del coordinamento delle protezioni è raccomandato per limitare la messa fuori servizio al solo circuito guasto (vedere Guida CEI 0-2). Nel caso di cabina alimentata direttamente dalla rete MT del Distributore, le protezioni contro le sovracorrenti e le correnti di guasto a terra che agiscono sull’interruttore generale devono essere scelte e regolate in conformità alle indicazioni del Distributore stesso. nc Nell’Allegato F sono indicati i criteri base per realizzare il coordinamento delle protezioni e sono riportati esempi di applicazione. 9.1 ni Si raccomanda che le apparecchiature siano adeguatamente protette mediante scaricatori. Per la scelta degli eventuali scaricatori lato MT si fa riferimento alla Norma CEI EN 60099-5 e, per le linee in cavo, anche alla Norma CEI EN 61936-1. Per l’utilizzo di scaricatori di bassa tensione, si può far riferimento alle Norme del CT 81 o alle Specifiche Tecniche del CT 37/SC 37A. Interblocchi elettrici e meccanici oi Elemento essenziale per la corretta esecuzione in sequenza delle manovre nell’ambito delle cabine è che il personale addetto sia addestrato allo scopo. L’utilizzo di idonei interblocchi atti ad impedire operazioni indebite e pericolose viene considerato come elemento addizionale e non necessario qualora non espressamente prescritto dalle Norme; ad esempio le apparecchiature prefabbricate sono dotate degli interblocchi già previsti dalle Norme CEI EN 60298 e CEI EN 60439-1. og ett Nel caso si adottino interblocchi è preferibile l’impiego di quelli meccanici, cioè dispositivi che impediscono (o permettono) manovre a mezzo chiavistelli; possono essere utilizzati interblocchi elettrici ridondanti (ad esempio due contatti in serie) nei casi in cui non risulti possibile installare quelli meccanici. Per le cabine di tipo a giorno l’accesso alle celle è consentito solo rispettando le Norme CEI EN 50110-1 e CEI 11-27. Pr Per cabine con due alimentazioni munite di interblocco che ne impedisce il funzionamento in parallelo permanente, è consentito che il dimensionamento al cortocircuito sia fatto tenendo conto del maggiore dei contributi al cortocircuito delle due alimentazioni. Un esempio di interblocchi è riportato nell’Allegato G. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 28 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali 10 Ispezioni e prove in sito prima della messa in servizio Per comodità dell’utilizzatore della presente Guida, si riportano quasi integralmente le disposizioni della Norma CEI EN 61936-1. Si devono eseguire ispezioni e prove per verificare la conformità dell’installazione dei componenti elettrici alle specifiche tecniche applicabili. La consistenza, le specifiche applicabili e la documentazione nel suo complesso devono essere oggetto di accordo tra fornitore ed utilizzatore 1. La verifica si può eseguire con le seguenti modalità: − ispezione a vista; − prove funzionali; − misure. hie sta Le ispezioni e prove su parti degli impianti elettrici possono essere effettuate dopo la consegna e anche dopo il completamento dell’impianto. Le procedure tipiche solitamente seguite sono per esempio: verifica delle caratteristiche dei componenti elettrici (compresi i valori nominali assegnati) per le condizioni di funzionamento previste; − verifica delle distanze minime di isolamento tra parti attive e tra parti attive e terra; − prova di tensioni per cavi; − verifica delle altezze minime e delle distanze tra le barriere; − ispezioni a vista e/o prove funzionali di componenti elettrici e di parti dell’impianto; − prove funzionali e/o misure su dispositivi di protezione, di monitoraggio, di misura e di comando; − ispezioni delle targhe, delle segnalazioni di sicurezza e dei dispositivi di sicurezza; − verifica impianto di terra come previsto dalla Norma CEI EN 61936-1. 11 Documentazione nc − ni Per ogni impianto devono essere forniti gli schemi generali dei circuiti. Schemi, grafici e tabelle devono essere preparati in accordo con le Norme specifiche quali: HD 246.2, CEI EN 60617-13 e CEI EN 61082-1. oi Per quanto applicabile, la documentazione fornita per ogni impianto riguarda i seguenti argomenti: impianto di terra; − disegni dell’impianto (planimetrie, piante e sezioni); − opere civili (disegno architettonico d’insieme, calcoli statici) − strutture (nel caso di cabina prefabbricata attestato di qualificazione del sistema organizzativo dello stabilimento e del processo produttivo, rilasciato dal Servizio Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici in base al D.M. 14.01.2008) − schemi elettrici; − schemi circuitali e tabelle; − schemi di cablaggio; og ett − Pr (1) Le prove specifiche in sito per apparecchiature prefabbricate sottoposte a prove di tipo e per componenti elettrici prefabbricati sono indicate e basate sulle Norme IEC o CENELEC armonizzate (HD). Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 29 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali − manuali di istruzione per il montaggio,per la messa in servizio, per l’esercizio e la manutenzione; − liste dei pezzi di ricambio; − schemi funzionali; − certificazione; − attrezzi; − sistemi ausiliari, ad esempio dispositivi antincendio,ecc.; − rapporti di prove; − istruzioni per il riciclaggio e la rottamazione. Pr og ett oi ni nc hie sta Nel caso di appalto della costruzione della cabina elettrica, la documentazione può essere concordata tra appaltatore e committente. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 30 consistenza della pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Allegato A Esempi di cabine elettriche (non esecutivi) A.1 Premessa Nel presente allegato sono riportati alcuni esempi di locali per cabine elettriche, non quotati, che non sono in alcun modo utilizzabili ai fini di reali costruzioni. Essi hanno lo scopo di illustare alcune caratteristiche che dovrebbero essere tenute presenti dai progettisti in merito alle tipologie di locali prefabbricati disponibili in commercio e di evidenziare alcune opere che dovranno esssere realizzate nell’area destinata alle predette cabine sia prefabbricate che in murature tradizionali. Si fa presente, inoltre, che la tecnologia delle costruzioni prefabbricate offre soluzioni che possono soddisfare moltissime esigenze quali ad. esempio cabine di: costruzione antisismica; − costruzione per limitare l’ingresso di umidità dannosa; − costruzione per limitare l’ingresso di polveri dannose; hie sta − o cabine particolari quali ad esempio: − cabine senza finestre per insediamento in situazioni particolari; − cabine interrate o parzialmente interrate, ecc. Di seguito si forniscono alcune figure abbozzate di cabine utilizzabili a soli fini indicativi per le reali scelte dei progettisti della struttura muraria e/o della sistemazione dell’impianto elettrico. Esempio di cabina elettrica (non esecutivo) con evidenza dei condotti a pavimento e dei cunicoli nc A.2 N° 2 tubi f 160 mm Uscita cavi del cliente Cunicolo ni Locale per gruppo elettrogeno Locale per batterie N° 1 tubo f 160 mm Cunicolo Cabina del distributore Cunicolo oi Cunicolo Tubi per MT e BT del distributore Cunicolo per il distributore N° 3 tubi f 160 mm Locale contatori og ett Cabina del cliente LEGENDA Pozzetti con dimensioni secondo le esigenze Cunicoli e pozzetti con profondità di circa cm 50 Pr NOTA: non sono state indicate le eventuali fosse di raccolta dei fluidi isolanti Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Porta unificata dal distributore 31 N° 2 Tubi per misura diametro 100 mm A.3 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Esempio di soluzione di cabina (non esecutivo) con apparecchiature addossate alle pareti Locale per batterie Scarico fumi Quadro Elettrico Locale per gruppo elettrogeno Quadro Gruppo Elettrogeno TR2 hie sta TR1 Cabina del distributore INTERR. GENER. Quadro BT ARRIVO MT Quadro BT Cabina del cliente Locale contatori Trasformatore 2 A.4 Trasformatore 1 Esempio di impianto di terra di cabina (non esecutivo) e relativo collettore nc Anello perimetrale di terra (Conduttore nudo Cu 25 mm2) X Locale per batterie ni X oi Locale per gruppo elettrogeno Cabina del distributore X a b c d e og ett Cabina del cliente f Rete elettrosaldata Locale contatori X LEGENDA Pr a - Collegamento tra collettore di terra e impianto di terra dei locali diversi dalla cabina b - Collegamento tra centro stella trasformatore 1 e collettore di terra c - Collegamento tra centro stella trasformatore 2 e collettore di terra d - Collegamento al distributore pubblico con modalità secondo richiesta Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 32 e - Collegamento tra collettore di terra e rete elettrosaldata sotto fondazione f - Collegamento tra anello perimetrale di terra e collettore X - Richiami dell'anello perimetrale di terra per collegamenti alle masse A.5 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Esempio di viste di cabina (non esecutivo) per evidenziare le finestrelle di aerazione hie sta VISTA FRONTALE FRONTALE Pr og ett oi ni nc VISTA POSTERIORE POSTERIORE Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 33 A.6 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Altro esempio (non esecutivo) di viste laterali di un locale cabina hie sta VISTA DA DA DESTRA DESTRA VISTA Pr og ett oi ni nc VISTA DA DA SINISTRA SINISTRA VISTA Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 34 Esempi di cabine (non esecutivi) con trasformatori non addossati alle pareti, posizionati in comparti separati e/o compartimentati Pr og ett oi ni nc hie sta A.7 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 35 Esempio di cabina (non esecutivo) con trasformatori non addossati alle pareti, posizionati in comparti separati e/o compartimentati Pr og ett oi ni nc hie sta A.8 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 36 A.9 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Esempio di cabina (non esecutivo) senza finestre di aerazione, con presa d’aria e sistema contro ingresso di polveri e sabbia Quadri MT Quadri BT Trasf. A Camino hie sta A Vista pianta di cabina oi Ingresso aria Pr og ett Ingresso cavi Vista Sezione A-A Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 37 Labirinto per polvere e sabbia ni nc Camino Ingresso aria Allegato B pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Ventilazione dei locali destinati alla ricarica delle batterie B.1 Premessa Nel presente Allegato viene riportata una sintesi delle prescrizioni della Norma CEI EN 50272-2 relative alla ventilazione dei locali batterie, oltre che un esempio indicativo dell’utilizzo delle stesse. B.1.1 Generazione di gas Durante la carica le batterie sviluppano gas come risultato del processo di elettrolisi. I gas prodotti sono idrogeno e ossigeno. La ventilazione dei locali batterie è finalizzata a mantenere la concentrazione di idrogeno nel volume di aria interessato al di sotto della soglia del 4%. La soglia rappresenta il limite oltre al quale la concentrazione di idrogeno determina pericolo di esplosione. B.1.2 Ventilazione hie sta Come indicato nella Norma CEI EN 50272-2, i locali batterie si possono considerare sicuri contro l’esplosione quando con una ventilazione naturale (o artificiale) la concentrazione di idrogeno è mantenuta al di sotto del limite di sicurezza succitato. Sempre secondo la Norma, la minima portata d'aria per la ventilazione di un locale batterie deve essere calcolata con la formula: Q = v ⋅ q ⋅ s ⋅ n ⋅ Igas ⋅ C rt ⋅ 10 − 3 dove: m3 h 3 = portata d'aria necessaria in m /h; v = diluizione necessaria di idrogeno nell'aria q = 0,42 ⋅ 10 s = 5 (fattore di sicurezza); n = numero di elementi della batteria; I gas = corrente che produce gas, espressa in mA/Ah (si vedano a tal proposito le precisazioni che seguono); C rt = nc Q m −3 100% − 4% = 24 ; 4% 3 (idrogeno generato); oi ni Ah og ett capacità C 10 (cioè capacità riferita al regime di scarica di 10 ore) per le batterie al piombo espressa in Ah (calcolata a 20 °C ad una tensione d'elemento pari a 1,80 V) oppure capacità C 5 (cioè capacità riferita al regime di scarica di 5 ore) per le batterie al nichel-cadmio espressa in Ah (calcolata a 20 °C ad una tensione d'elemento pari a 1 V). Pr Con i valori sopra indicati risulta che: (v ⋅ q ⋅ s) = 0,05 Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 38 m3 Ah e la formula per il calcolo della portata diventa: Q = 0,05 ⋅ n ⋅ I gas ⋅ Crt ⋅ 10 −3 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali m3 h Il valore I gas dipende dal tipo di carica delle batterie che può essere “rapida” o “in tampone” (indicata nella formula successiva con I float/boos ). La carica rapida avviene a tensione superiore e in tempi inferiori rispetto alla carica in tampone (di mantenimento). Come indicato nella Norma CEI EN 50272-2 il valore di I gas deve essere calcolato con la formula: I gas = I float/boost ⋅ fg ⋅ f s dove: [ ] mA Ah hie sta = corrente di carica in tampone per una carica completa a una tensione di carica definita a 20 °C (il valore viene espresso in mA/Ah) I float I boost = corrente di carica rapida per carica completa a una tensione di carica definita a 20 °C (il valore viene espresso in mA/Ah) fg = fattore di emissione di gas (definisce la porzione di corrente che produce idrogeno durante la carica) fs = fattore di sicurezza Se non altrimenti definiti dai costruttori, i valori di I float e I boost sono dati nella Tabella 1 della Norma CEI EN 50272-2 per le diverse tipologie di batterie e per le più comuni metodologie di carica. B.1.3 Ventilazione naturale nc L'apporto di aria, nel locale di carica delle batterie, dovrebbe essere assicurato preferibilmente da una ventilazione naturale, in alternativa da una ventilazione forzata (artificiale/forzata). I locali batterie o gli involucri che le racchiudono richiedono un’apertura di ingresso dell'aria e una apertura d’uscita con una superficie libera minima definita dalla formula: dove ni A = 28 ⋅ Q m3 h oi Q = portata d'aria necessaria in A = superficie libera delle aperture di ingresso ed uscita dell'aria, espresse in cm2 og ett Le aperture per l'ingresso e l'uscita dell'aria devono essere disposte nella migliore posizione possibile per creare la migliore condizione di scambio di aria, quindi: − apertura su lati opposti del locale; − minima distanza di 2 m tra le aperture quando queste sono sulla stessa parete. B.1.4 Ventilazione forzata Pr Nel caso di ventilazione forzata il sistema di carica delle batterie deve essere interbloccato con il sistema di ventilazione oppure deve essere attivato un allarme quando non venga assicurato il flusso di aria necessario per la corrispondente metodologia di carica. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 39 B.1.5 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Metodologie di carica Quando le metodologie di carica differiscono da quelle indicate nella Tabella 1, la portata d'aria per la ventilazione deve essere corretta in accordo al massimo valore della corrente di uscita dal caricabatteria. Nei casi in cui venissero usati carica batterie con una caratteristica di carica a gradini (alimentatori a resistenza costante), la portata d'aria dovrà essere corretta in accordo al valore di corrente di fine carica. Si ricorda che un alimentatore a gradini è un caricabatteria a resistenza costante che ha un valore di corrente di carica decrescente all'aumentare della tensione di carica delle batterie. B.1.6 Sovraccarichi e condizioni critiche Nel caso di malfunzionamenti del caricabatteria, le batterie possono produrre più gas di quanto la ventilazione possa diluire. Devono quindi essere previste protezioni contro i malfunzionamenti del caricabatteria (ad esempio il distacco automatico del caricabatteria). In alternativa, la ventilazione dovrebbe essere calcolata riferendosi alla massima corrente erogabile dal caricabatteria. Immediate vicinanze delle batterie hie sta B.1.7 Nell’immediata vicinanza della batteria la diluizione di gas esplosivi non è sempre assicurata. Pertanto, deve essere osservata una distanza di sicurezza in aria entro la quale sono vietati dispositivi incandescenti (300 °C di temperatura massima superficiale) o che emettono scintille. La dispersione del gas esplosivo dipende dalla rapidità di rilascio del gas e dalla ventilazione nelle immediate vicinanze della sorgente di rilascio. Per il calcolo della distanza di sicurezza dalla sorgente di rilascio del gas si possono applicare le formule definite nella Norma CEI EN 50272-2. Quando le batterie sono parte integrante di un unico dispositivo (vedi ad esempio negli UPS) la distanza di sicurezza può essere ridotta in accordo con i calcoli e le misure forniti dal costruttore. Esempio indicativo di calcolo nc B.1.8 ni Si considera il caso di una cabina elettrica telecontrollata con un sistema di alimentazione dei circuiti ausiliari a 24 V costituito da un insieme di batterie con 96 Ah e 24 V. Si ipotizza che le batterie siano al piombo regolate con valvole e che il sistema di carica sia conforme a quelli indicati sulla Tabella 1 della Norma CEI EN 50272-2. La tabella seguente sintetizza i valori da assegnare ai coefficienti della formula per il calcolo della portata d'aria per la ventilazione. Si suppone di calcolare il valore di Q in corrispondenza della situazione più gravosa di carica rapida. 24 V Capacità nominale C 10 96 Ah Numero di elementi n 24 oi Tensione di alimentazione Tipo di batteria Al piombo regolata con valvole v 24 Idrogeno generato q 4,21 -04 coefficiente di sicurezza s 5 I gas 8 mA/Ah Portata d'aria Q 9,31 -01 m 3 /h Superficie di un’apertura A 26,1 cm 2 og ett Diluizione di idrogeno Corrente prodotta m 3 /Ah Pr Si ottiene quindi Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 40 Allegato C pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Esempi indicativi di cartelli monitori utilizzati per le cabine elettriche C.1 Premessa Si fa presente che il D.Lgs 81/2008, Allegato XXV riporta le prescrizioni generali per i cartelli segnaletici, ad. es. forma, colore, ecc. Pertanto, i cartelli che seguono dovranno rispettare le prescrizioni summenzionate. C.1.1 Esempi di cartelli di divieto, avvertimento e identificazione Non toccare, quadro sotto tensione hie sta Non commutare È vietato depositare materiali nc Vietato l'uso di cellulari o di altri dispositivi elettronici ni Radiazioni non ionizzanti Pr og ett oi Sostanze nocive o irritanti Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Sostanze corrosive Casco di protezione obbligatorio Guanti di protezione obbligatori 41 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Cartello di divieto di ingresso alle persone non autorizzate o di oltrepassare il limite di una zona di lavoro Cartello di divieto con esplicito riferimento alle manovre Cartello di divieto di effettuare manovre hie sta Cartello di divieto di fumare e di usare fiamme libere Cartello di divieto di uso dell’acqua per lo spegnimento di incendi Cartello di avvertimento di pericolo che può essere integrato, ad esempio, con scritte quali: alta tensione - pericolo di morte conduttori ad alta tensione ad altezza ridotta nc parti a tensione pericolosa oltre x metri ni Cartello di avvertimento di pericolo che può essere integrato, ad esempio, con la scritta: pericolo di esplosione per la presenza di batterie di accumulatori Pr og ett oi Cartello di avvertimento con riferimento esplicito alla disattivazione dell’impianto elettrico prima di iniziare lavori su di esso Cartello combinato con divieti ed avvertimento che può essere integrato con scritte esplicite sotto uno o più elementi combinati Cartello combinato con divieto ed avvertimento con indicazione esplicita del divieto Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 42 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Cartello combinato con divieto ed avvertimento con indicazione esplicita dei divieti Cartello di identificazione dei per parametri di un trasformatore Cartello di identificazione dei circuiti con diverse colorazioni per i diversi livelli di tensione e per i conduttori di messa a terra hie sta Cartello di identificazione della tensione di una cabina elettrica (quadro elettrico) Cartello di identificazione del livello di tensione di una particolare circuitazione Pr og ett oi ni nc Cartello di identificazione del locale batterie Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 43 Cartello per i primi soccorsi d’urgenza ( 1) og ett oi ni nc hie sta C.2 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali N.B. - Si raccomanda di compilare i dati richiesti nella parte inferiore del presente cartello Pr (1) Si tenga presente che le tecniche di primo soccorso sono in aggiornamento. In particolare, l’attuale tecnica privilegia il massaggio cardiaco alla respirazione bocca-bocca, quando è possibile. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 44 pu bb l Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Allegato D Schema (non esecutivo) unifilare di una cabina MT/BT ( 1) Vedere Particolare C Vedere Particolare B hie sta Vedere Particolare A Vedere Particolare E ni nc Vedere Particolare D ett oi Figura D1 - Date le dimensioni ridotte dello schema, nel seguito si sono riportati i particolari ingranditi A, B, C, D ed E (1) Nella presente guida non vengono evidenziati i dispositivi di protezione per gli impianti di generazione direttamente o indirettamente connessi alla rete del distributore. Per tutte le prescrizioni di detti impianti è necessario far riferimento alle Norme CEI 0-21 e CEI 0-16, rispettivamente per impianti BT e per impianti AT e MT. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 45 A - PARTICOLARE DI IMPIANTO pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali B - PARTICOLARE DI IMPIANTO - INGRESSO LINEA MT - - MONTANTE TRASFORMATORE - 15000 V Verso particolare A Interruttore di manovra sezionatore di linea Y0 Lato distriburore Vedere NOTA 7.2.2.1 della presente Guida hie sta FU 24 kV 51 50 TR 1 15000 V/400 V 400 kVA RESINA ukr 6% Dy n 11 oi ni nc Verso particolare B Pr og ett Verso semisbarra BT Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 46 RIFASAMENTO pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali C - PARTICOLARE DI IMPIANTO - GRUPPO ELETTROGENO - GRUPPO ELETTROGENO 400 V/50 Hz hie sta GE 3~ 3 Pr og ett oi ni nc kWh Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 47 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali E - PARTICOLARE DI IMPIANTO D - PARTICOLARE DI IMPIANTO - UPS - - Comando per intervento GE Verso gruppo elettrogeno Verso semisbarra BT hie sta Verso semisbarra BT Verso semisbarra BT 27 Pr og ett oi ni nc Verso semisbarra BT Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 48 Allegato E pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Coefficienti di contemporaneità E.1 Criteri di scelta e utilizzazione Tabella E.1 Fattori di contemporaneità Tipo di ambiente Unità abitative individuali Edifici civili uso abitazione Uffici, negozi, magazzini, reparti Alberghi, ospedali Impianti industriali di media e grande potenza Illuminazione 66 % della potenza installata 75 % della potenza installata 90 % della potenza installata 75 % della potenza installata 90 % della potenza installata Riscaldamento (vedi anche 3 e 6) 100 % della potenza delle apparecchiature fino a 10 A + 50 % del rimanente 100 % dell’utenza maggiore + 75 % del rimanente 100 % dell’utenza maggiore + 80 % della seconda + 60 % del rimanente 100 % dell’utenza maggiore + 75 % del rimanente Cucine 100 % della potenza delle apparecchiature fino a 10 A +30 % delle apparecchiature oltre i 10 A permanentemente connesse – 100 % dell’utenza maggiore + 80 % della seconda + 60% del rimanente – 100 % del maggior motore + 80 % del secondo + 60 % dei rimanenti 100 % del maggior motore + 80% del secondo +60 % dei rimanenti Da considerare caso per caso Scaldabagni 100 % dell’utenza maggiore + 80 % della seconda + 60 % del rimanente nc – – Non è ammesso un fattore di contemporaneità 100 % dell’utenza maggiore + 25 % del rimanente 100 % dell’utenza maggiore + 25 % del rimanente Pr og ett oi Prese 100 % dell’utenza maggiore + 50 % del rimanente ni Motori (con esclusione di ascensori, montacarichi, gru, ecc.) hie sta Tipo di impianto Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 49 100 % dell’utenza maggiore + 40 % del rimanente 100 % dell’utenza maggiore + 75 % delle stanze + 25 % del rimanente 25 % dell’utenza installata E.2 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Esempio di stima della potenza di alimentazione in una piccola utenza industriale Schema E.2 Utilizzatore motori S nominale [kVA] Ku S utilizzata [kVA] 75 75 75 0,8 0,8 0,8 60 60 60 0,75 75 0,8 60 62 0,8 49,6 62 0,8 49,6 prese varie 72 1 72 0,2 illuminazione 16 1 16 1 compressori 300 0,85 255,3 1 Prese varie 40 1 40 0,4 illuminazione 16 1 16 1 25 1 25 25 1 25 forni 150 150 1 1 150 150 Prese varie 68 1 68 0,28 illuminazione 11 1 11 1 Reparto B ventilatori Reparto C Sottoquadro Quadro di reparto → 254,4 (FM) S utilizzata [kVA] Kc → 1 14,4 (FM) → → → 255,3 (FM) → → 16 (Luce) 16 (Prese) 16 (Luce) → → → 0,9 → → → → 350 (FM) S utilizzata [kVA] Quadro generale BT 0,9 → → Kc 256,3 → 258,6 → hie sta Reparto A S utilizzata [kVA] Kc 380 0,8 685,5 → 0,9 → → 19 (prese) 11 (Luce) → → Ku = fattore di utilizzazione Kc = fattore di contemporaneità Pr og ett oi ni nc NOTA Per semplicità, i conteggi sono stati eseguiti ipotizzando un fattore di potenza pari a 1. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 50 Allegato F pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Coordinamento selettivo delle protezioni F.1 Metodi per la realizzazione del coordinamento selettivo delle protezioni Il coordinamento selettivo tra dispositivi di protezione di massima corrente posti in serie su di un circuito, può essere realizzato mediante uno o una combinazione dei seguenti modi: − differenza dei tempi di intervento (F.1.1); − differenza delle correnti di guasto (F.1.2); − limitazione dell’energia passante (F.1.3); − scambio di informazioni (F.1.4). NOTA Il coordinamento selettivo delle protezioni si fa tenendo sempre presente che lo scopo primario di queste è di proteggere il circuito sotteso dalle sovracorrenti di breve e lunga durata. Coordinamento delle protezioni mediante differenza dei tempi di intervento (Fig. F.1.1) hie sta F.1.1 Viene realizzato utilizzando dispositivi di protezione con caratteristica d’intervento a tempo dipendente o indipendente o una combinazione dei due, opportunamente regolati con tempi di intervento crescenti in direzione della sorgente di alimentazione. Per assicurare il coordinamento selettivo tra due dispositivi di protezione contigui, posti in serie sul circuito, occorre che le rispettive correnti e tempi d’intervento siano differenziati con margini che rispondano alle specificazioni seguenti: correnti di intervento: protezioni dirette (cioè collegate direttamente al circuito protetto senza interposizione di TA): il margine è superiore alla somma degli errori di ciascuna delle due protezioni, indicativamente si può considerare un margine pari al 10%-25% della corrente regolata sulla protezione di valle; − protezioni indirette (cioè collegate al circuito protetto con interposizione di TA): il margine è superiore alla somma degli errori dei TA e delle protezioni, indicativamente si può considerare un margine pari al 10%-20% della corrente regolata sulla protezione di valle; ove le protezioni fossero inserite rispettivamente a valle e a monte di un trasformatore occorre tener conto della variazione dei moduli delle correnti in funzione del gruppo di collegamento. In particolare per trasformatori con collegamento triangolo-stella, le protezioni a monte hanno un margine di circa il 30%-35% per tenere conto che un guasto bifase sul lato secondario del trasformatore dà luogo ad una corrente di linea sul lato primario uguale a 1,16 volte la corrente secondaria riportata al primario; nc − − oi ni − tempi di intervento: per le protezioni dirette, il costruttore fornisce il tempo minimo (o meglio, il tempo di sicuro non intervento) e il tempo massimo (ovvero il tempo di sicuro intervento) per cui si interrompe il circuito. Non occorre quindi alcun margine aggiuntivo; og ett − Pr − per la selettività tra fusibili e protezioni dirette o indirette, il margine di tempo da considerare vale: ∆T = 0,4 ⋅ Tf + 0,15 s, con Tf = tempo di intervento del fusibile; Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 51 − pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali per le protezioni indirette con caratteristica di intervento a tempo indipendente, il margine in tempo tra due protezioni in serie (∆T) si calcola come segue: ∆T = Te + Ta + Ti + To + Tm con: Te = somma degli errori sul tempo dei relé di valle e di monte; Ta = tempo dei relé ausiliari (blocco) interposti sul circuito di apertura; Ti = tempo di apertura dell’interruttore di valle; To = tempo d’inerzia “overshoot” della protezione di monte; Tm = margine di sicurezza. A titolo indicativo i margini in tempo da considerare con protezioni indirette a tempo indipendente sono: − 250 ms fino a tempi di taratura pari a 500 ms; − 300 ms per tempi di taratura tra 500 e 1000 ms. hie sta per le protezioni indirette con caratteristica di intervento a tempo dipendente si tiene conto non della differenza dei tempi alla stessa corrente, bensì della differenza dei tempi considerati tra la corrente di monte con massima tolleranza (ε) positiva e corrente di valle con massima tolleranza (ε) negativa. A titolo indicativo i margini in tempo da considerare con protezioni indirette a tempo dipendente sono: − 300 ms fino a tempi di taratura pari a 500 ms; − 400 ms per tempi di taratura tra 500 e 1000 ms. Ulteriori criteri di carattere generale da seguire sono i seguenti: non introdurre, salvo esigenze particolari, ritardi intenzionali tra relé appartenenti allo stesso circuito (ad es. relé posti alle due estremità della stessa linea o sui due lati MT/BT di un trasformatore); − verificare che i tempi di ritardo utilizzati siano compatibili con le sollecitazioni termiche ammissibili delle apparecchiature, macchine e condutture dei circuiti interessati; − verificare che il coordinamento selettivo sia soddisfatto per tutte le configurazioni di schema e per tutti i valori di sovracorrente previsti; − usare preferibilmente relé con caratteristiche di intervento dello stesso tipo (a tempo dipendente o a tempo indipendente). og ett oi ni nc − Pr Figura F.1.1 – Coordinamento delle protezioni mediante differenzadei tempi di intervento Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 52 F.1.2 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Coordinamento delle protezioni mediante differenza delle correnti di guasto (Fig. F.1.2) Nel caso di dispositivi di protezione installati alle due estremità di un circuito d’impedenza non trascurabile, la selettività tra i due dispositivi è assicurata per tutti i valori di corrente: I > α ⋅ I”k2 dove: I” k2 = corrente di cortocircuito per guasto a valle dell’impedenza Z (vedere Fig. F.1.2); α = coefficiente che tiene conto della asimmetria della corrente. Per questi valori di corrente, il dispositivo di protezione posto a monte può quindi essere senza ritardi intenzionali. Per valori di corrente inferiori, la selettività può essere ottenuta mediante temporizzazione hie sta Questo modo di coordinamento è utilizzabile particolarmente nel caso di protezioni poste alle due estremità di interconnessioni di impedenza significativa quali, ad esempio, trasformatori, reattanze limitatrici, linee di bassa tensione. NOTA 1 Nel caso di trasformatori MT/BT, il coefficiente α può variare da 1,2 per trasformatori da 50 kVA a 1,6 per trasformatori da 2500 kVA. NOTA 2 Nel caso che il relé di massima corrente posto a monte sia insensibile alla componente continua della corrente, il coefficiente α può essere trascurato. Pr og ett oi ni nc NOTA 3 La differenza di corrente di cortocircuito che interessa dispositivi di protezione posti in serie può essere dovuta anche all’effetto limitatore del dispositivo di protezione posto a valle. Questo effetto è caratteristico dei fusibili limitatori e degli interruttori di bassa tensione con sganciatore istantaneo e può essere opportunamente utilizzato per realizzare la selettività con il dispositivo a monte per correnti superiori al valore limitato. Le curve di limitazione della corrente da parte dei fusibili e degli interruttori di bassa tensione vengono forniti dai costruttori. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 53 " IK1 = I"K2 = I"K1 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali c ⋅U 3 ZR c ⋅U 3 (Z R + Z) α ⋅αI"K2IK2 I> Ir2 I" K2 Ir1.1 Ir1.1 I"K1 hie sta I"K2 Ir1 Figura F.1.2 – Coordinamento delle protezioni mediante differenza delle correnti di guasto Legenda U tensione nominale del sistema ZR impedenza della rete di alimentazione Z I”k1 impedenza del circuito interposto tra i due dispositivi di protezione corrente di cortocircuito per guasto a monte dell’impedenza Z corrente di cortocircuito per guasto a valle dell’impedenza Z coefficiente che tiene conto dell’asimmetria della corrente c coefficiente della Guida CEI 11-25 Ir1 valore di regolazione in corrente della prima soglia del relé 1 Ir2 valore di regolazione in corrente della prima soglia del relé 2 t1 – t2 valore del ritardo all'intervento tra le prime soglie dei relé 1 e 2 Ir1.1 valore di regolazione in corrente della seconda soglia del relé 1 ni F.1.3 nc I”k2 α Coordinamento delle protezioni mediante limitazione dell’energia passante (Fig. F.1.3) oi Viene realizzato nei sistemi di I categoria utilizzando dispositivi di protezione in serie, coordinati tra loro in modo che l’energia limitata dal dispositivo posto a valle sia inferiore all’energia necessaria a provocare l’intervento del dispositivo posto a monte. Dispositivi atti a realizzare questo tipo di coordinamento selettivo sono i fusibili limitatori e gli interruttori con sganciatore istantaneo. Pr og ett Le tabelle di accoppiamento e le regole di utilizzo vengono fornite dal costruttore. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 54 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Legenda Energia lasciata passare dall’interruttore a valle b Energia necessaria per provocare l’intervento dell’interruttore a monte hie sta a Figura F.1.3 – Coordinamento delle protezioni mediante limitazione dell’energia passante F.1.4 Coordinamento delle protezioni mediante scambio di informazioni (Fig. F.1.4) Viene realizzato utilizzando dispositivi di protezione in serie intercollegati mediante filo pilota. I dispositivi che vedono transitare una corrente di valore superiore alla soglia di intervento inviano un segnale di attesa e/o blocco al dispositivo installato immediatamente a monte. nc Il dispositivo posto subito a monte del guasto, non ricevendo il segnale di attesa e/o di blocco, interviene con il solo ritardo richiesto per lo scambio di informazioni. Questo metodo consente di mantenere lo stesso tempo di intervento per tutti i dispositivi della catena selettiva ed è quindi particolarmente utile quando questi sono numerosi. Pr og ett oi ni Questo tipo di coordinamento può essere applicato anche ad elementi in serie appartenenti a livelli di tensione differenti. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 55 hie sta pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Legenda Punto di guasto S = Segnale di attesa o di blocco A = Interruttore che apre nc G = Figura F.1.4 – Coordinamento delle protezioni mediante scambio di informazioni F.2 Metodo di protezione dei trasformatori di distribuzione (MT/BT) ni Le protezioni di massima corrente poste sul lato primario dei trasformatori svolgono le seguenti funzioni: oi a) proteggono il trasformatore contro il cortocircuito ed il sovraccarico. Quest’ultima protezione non è indispensabile se viene già realizzata sull’interruttore generale di bassa tensione o tramite altri dispositivi quali centraline termometriche asservite a sonde di temperatura interne alla macchina; b) sono selettive con gli sganciatori degli interruttori delle partenze dalle sbarre di bassa tensione (se viene richiesta la selettività); og ett c) proteggono il trasformatore per guasti a monte dell’interruttore generale di bassa tensione, in particolare per guasti fase-terra secondari, qualora non sia già prevista una protezione dedicata; Pr d) non intervengono d’inserzione). all’atto della Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 messa 56 in tensione del trasformatore (corrente pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Per attuare le condizioni sopra indicate occorre procedere come segue: la regolazione del relé di massima corrente per la protezione contro il sovraccarico del trasformatore dipende dal tipo di macchina (trasformatore in olio o a secco) e dalle condizioni d’impiego (temperatura ambiente, carico normale, sovraccarichi brevi). Per una corretta valutazione occorre consultare la Guida CEI 14-15 o i dati forniti dal costruttore; − per la protezione di cortocircuito occorre che l’intervento sia il più rapido possibile per guasto sul lato primario e che il tempo di interruzione totale per guasto ai morsetti sul lato secondario del trasformatore sia inferiore a 2 secondi (valore corrispondente alla capacità di tenuta al cortocircuito dei trasformatori secondo la Norma CEI 14-4); − il coordinamento con gli sganciatori delle partenze di bassa tensione viene attuato mediante temporizzazione per le correnti di valore inferiore a α⋅I” k2 (Vedi F.2b); − per le correnti superiori a questo valore si ha selettività per differenza delle correnti di guasto e quindi l’intervento può essere istantaneo; − per assicurare l’intervento delle protezioni anche per guasto a monte dell’interruttore generale di bassa tensione è necessario che la regolazione della prima soglia di massima corrente del relé lato MT (sovraccarico) sia sufficientemente minore di I” k2 ; − nel caso più frequente di trasformatore con collegamento triangolo-stella con neutro a terra, un guasto fase-terra sul lato secondario dà luogo a una corrente di linea sul lato hie sta − primario che è uguale a 1/ 3 = 0,577 volte il valore dovuto al guasto trifase (I” k2 ). È opportuno quindi che la regolazione della prima soglia di corrente del relé lato MT sia < 0,577 I” k2 ; − Per maggiore chiarimento si riporta una tabella e una figura esplicativa di come la corrente di guasto in bassa tensione, funzione della corrente di guasto trifase, si ripercuote sulla media tensione nel caso di trasformatore Dyn11. N. Fasi Guasto in BT Fase S T Bifase R S 1,000 1,000 1,000 1,000 1,000 nc Trifase R Equivalente in MT 0,866 0,866 0 T 1,000 0,500 1,000 0,500 0,866 0,866 0,500 0,500 1,000 0 Bifase 0,866 0 Monofase 1,000 0 0 0,577 0,577 0,000 Monofase 0 1,000 0 0,000 0,577 0,577 Monofase 0 0 1,000 0,577 0,000 0,577 ni Bifase 0,866 1,000 0,500 0,500 oi Guasto monofase a terra in BT sulla fase R T 0,577x(U2/U1)x I”k2 S T og ett S Pr R 0,577x(U2/U1)xI”k2 Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 R I”k2 57 I”k2 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Guasto bifase in BT tra le fasi R-S 0.5x(U2/U1)xI”k2 T S T 0.866x I”k2 1x(U2/U1)xI”k2 S R 0,5x(U2/U1)xI”k2 R 0.866x I”k2 l’intervento delle protezioni MT alla messa in tensione del trasformatore viene in genere evitata se si usa un relé con caratteristica a tempo inverso con tempo di intervento maggiore del tempo di inserzione del trasformatore e una soglia istantanea regolata a un valore di corrente α I” k2 ; − in generale per evitare l’intervento di una protezione con caratteristica istantanea è sufficiente regolare la sua soglia al di sopra del 70 % del valore di picco della corrente d’inserzione; − per evitare l’intervento ritardato, nel caso di relé a tempo fisso, si può determinare il tempo di ritardo minimo necessario valutando il decremento della corrente d’inserzione; − un ritardo di tempo di un secondo soddisfa in generale sia questa condizione sia la protezione del trasformatore contro le correnti di breve durata; − indicazioni per una valutazione di massima del valore di picco della corrente d’inserzione di trasformatori in olio e del tempo di ritardo minimo necessario per evitare interventi intempestivi della protezione sono dati in Fig. F.2a. og ett oi ni nc hie sta − Pr Figura F.2a – Metodo approssimativo per definire il tempo di ritardo minimo necessario per evitare interventi intempestivi alla messa in tensione del trasformatore Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 58 Nella Fig. F.2a vengono dati: pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali a) le correnti di inserzione dei trasformatori in funzione della loro potenza nominale. I valori orientativi del rapporto Ki = valore max. di picco della corrente di inserzione (i0i ) corrente nominale del trasformat ore (ITn ) e della costante di tempo T i della corrente di inserzione; b) la regolazione del relé di massima corrente MT sul primario del trasformatore atta ad evitare il suo intervento alla messa in tensione. Nel diagramma è tracciata la curva che separa il campo di possibile intervento del relé (a sinistra della curva) da quello di sicuro non intervento (a destra della curva). − t r = regolazione del tempo di ritardo; − I’ r = regolazione soglia in corrente (valore primario): hie sta Ad esempio, sia dato un trasformatore da 630 kVA; 10 kV; I Tn = 36,4 A; dalla tabella risulta K i = 11; i oi = 11 ⋅ 36,4 = 400 A; T i = 0,3 s. Fissando I’ r = 50 A si ha I’ r /i oi = 0,125 cui corrisponde sulla curva il valore t r /T i = 1,60 da cui si ricava t r = 0,48 s, tempo di ritardo minimo per non avere interventi intempestivi. Tutte le considerazioni sopra esposte sono sintetizzate in Fig. F.2b. Pr og ett oi ni nc NOTA Nella rappresentazione di Fig. F.2b non sono state tracciate le curve d’intervento degli sganciatori delle partenze di bassa tensione. Per realizzare il coordinamento selettivo delle protezioni occorre verificare che le curve d’intervento delle protezioni poste sul primario del trasformatore, oltre a rispettare le condizioni indicate in figura, siano selettive con le curve di intervento a tempo lungo degli sganciatori degli interruttori delle partenze di bassa tensione. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 59 Legenda hie sta pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali SrT Potenza nominale in kVA uk Tensione di cortocircuito in % Ur Tensione nominale in kV In Corrente nominale del trasformatore (IrT + ∆I) Corrente di sovraccarico ammissibile ioi Valore di picco della corrente di inserzione I”kMT Corrente di cortocircuito primaria per guasto al secondario = 100 SrT 3 Ur ⋅ uK A Coefficiente di asimmetria = 1,2 ÷ 1,6 P Valore (I, t) corrispondente alla capacità di tenuta al cortocircuito del trasformatore (I = I”k2; t = 2 s) nc α i oi m Andamento della corrente di inserzione e − t/Ti 2 Caratteristica di intervento con protezione a tempo indipendente + istantaneo Caratteristica di intervento con protezione a tempo dipendente + istantaneo ni i d Figura F.2b Esemplificazioni pratiche su come realizzare la selettività per forniture MT/BT F.3.1 oi F.3 Introduzione og ett Nel presente Allegato, prima di descrivere le particolarità tecniche correlate alla selettività delle protezione degli impianti, si vogliono ricordare alcune particolarità relative ai dispositivi di comando e manovra utilizzati nei sistemi a Media Tensione. Si definiscono le diverse correnti che interessano un circuito integro e/o assoggettato a guasto: Sovracorrente: ogni corrente che supera quella di valore nominale. 2) Corrente di sovraccarico: sovracorrente che si verifica in un circuito elettricamente integro. 3) Corrente di cortocircuito: sovracorrente che si verifica tra due punti in seguito ad un guasto di impedenza trascurabile e tra i quali esisteva tensione in condizione ordinarie di esercizio. 4) Corrente di guasto a terra: corrente che fluisce dal circuito principale verso terra, o parti collegate a terra, nel punto di guasto (punto di guasto a terra). Pr 1) Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 60 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali In un sistema elettrico si devono considerare quatto tipi di cortocircuito e precisamente: − trifase; − bifase; − fase terra; − doppia fase-terra. Secondo la Norma CEI EN 61936-1 (CEI 99-02), i cortocircuiti tra le fasi e i guasti a terra devono essere interrotti con dispositivi automatici. In alternativa, i guasti a terra possono essere segnalati a seconda del modo di messa a terra dell'impianto. F.4 Impiego dei fusibili (senza percussore) in impianti MT I fusibili suddetti sono adatti ad interrompere le correnti di cortocircuito trifasi e bifasi, mentre non possono essere impiegati per far fronte ai cortocircuiti monofasi ed ai sovraccarichi. hie sta Nel caso in cui la corrente di guasto a terra sia di valore elevato, come nei sistemi del Distributore a neutro isolato con rete prevalente in cavo, si potrebbe avere una corrente di valore tale da far intervenire i fusibili interessati. Si ricorda che, a seguito dell'intervento dei fusibili, essendo gli stessi posizionati a valle di un sezionatore (lato cliente/utente), per la loro sostituzione è necessario interrompere prima la corrente nel circuito, ad esempio sul lato BT, e successivamente aprire il sezionatore a monte e chiudere i sezionatori di terra a monte e valle dei fusibili. Inoltre, a seguito di una sovracorrente si potrebbe verificare l’intervento di uno o due fusibili con conseguente danneggiamento delle apparecchiature e pericolo per le persone. In conclusione, la soluzione dei fusibili senza percussori, ai fini della selettività con il Distributore in occasione di guasti monofasi a terra in MT o cortocircuiti lato BT, non è realizzabile. Impiego di interruttori di manovra MT nc F.5 ni Gli interruttori di manovra (IMS) non sono in grado di interrompere le correnti di cortocircuito polifasi, infatti per definizione è un “Apparecchio di manovra capace di stabilire, portare ed interrompere correnti in condizioni normali del circuito che possono comprendere delle condizioni specificate di carico e di portare anche delle correnti, per una durata specificata, in specificate condizioni anormali del circuito, come quelle di un cortocircuito.” Gli interruttori di manovra d'uso generale devono essere adatti per le seguenti condizioni di servizio: portare ininterrottamente la loro corrente di servizio continuativa; 2) stabilire e interrompere correnti di carico prevalentemente attivo; 3) stabilire e interrompere correnti di circuiti ad anello costituiti da linee di distribuzione; 4) stabilire e interrompere correnti di trasformatori a vuoto; 5) stabilire e interrompere correnti di cavi e linee aeree a vuoto; og ett oi 1) portare correnti di cortocircuito per una durata specificata; 7) stabilire correnti di cortocircuito. Pr 6) Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 61 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Gli interruttori di manovra d'uso generale, previsti per essere utilizzati in reti a neutro isolato o in reti con neutro a terra attraverso un'impedenza elevata, hanno le seguenti caratteristiche/limitazioni: a) sono in grado di interrompere le correnti di carico ma non quelle di cortocircuito, né trifasi né bifasi; b) sono in grado di interrompere le correnti di guasto a terra a neutro isolato fino al valore dichiarato dal costruttore, che, tuttavia, non possono coprire tutti gli assetti di rete previsti dal Distributore; c) sono in grado di interrompere le correnti di guasto a terra nei sistemi con bobina di estinzione d'arco, nei limiti indicati dal costruttore. Si deve inoltre tener presente che, per interrompere le correnti di guasto a terra, gli interruttori di manovra dovrebbero essere dotati di relé di protezione di massima corrente omopolare per rilevare le correnti e di bobine di sgancio. Allo stato attuale, questi ultimi dispositivi non sempre sono presenti e, per di più, potrebbe essere problematica la loro installazione. Impiego di interruttori di manovra sezionatori con fusibili MT hie sta F.6 Si richiama a tale riguardo l’emissione di una norma specifica (CEI 17-126) che definisce le caratteristiche del dispositivo “Interruttore combinato con fusibile equipaggiato con relè di guasto a terra”. F.7 Impiego di interruttori La Norma CEI 17-1 definisce l'interruttore come “Un apparecchio di manovra capace di stabilire, portare e interrompere le correnti in condizioni normali del circuito ed inoltre stabilire, portare per un tempo definito e interrompere correnti in condizioni anormali del circuito come quelle di cortocircuito”. F.8 Esempio 1 nc Sono gli apparecchi adatti ad ogni caso. Essi sono in grado di interrompere tutte le sovracorrenti che si possono manifestare in un circuito, dal valore minimo fino alla corrente di cortocircuito, senza alcuna limitazione riguardo alle tipologie dei guasti su cui sono chiamati a intervenire. ni Questo esempio è relativo ad un impianto costituito da due trasformatori installati nella stessa cabina. L'estensione della rete MT interna è inferiore a 500 m. oi L'esempio è stato sviluppato per fasi successive: cioè, in modo da pervenire al grafico completo delle diverse regolazioni aggiungendo mano a mano le curve interessate. Pr og ett Per effettuare uno studio delle regolazioni dell’impianto di seguito riportato si devono prendere in considerazione i seguenti dati. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 62 Protezione diretta TR 1 Protezioni generali 51 DG 51 50 50 51N 51N pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Protezione indiretta TR 2 51 50 hie sta 51N Figura F.8 Trasformatori 20/0,4 kV potenza nominale: S rT = 1000 kVA tensione di cortocircuito: u kr = 6 % corrente nominale primaria: I rT1 = 28,9 A nc corrente nominale secondaria: I rT2 = 1443 A corrente di inserzione: I i = 10⋅I n = 289 A costante di tempo inserzione: T = 0,4 s andamento della corrente di inserzione I(t) = (I i /u r2 ) * e (- t/T) ni Corrente di cortocircuito lato sbarre di cabina BT: tensione nominale: U r = 0.4kV F.8.1 oi corrente di corto circuito al secondario del TR, I" kLV = (100 * I rT2 ) / u kr % = 24,0 kA corrispondenti a I" kMT = 481 A riferiti a 20 kV primari. Dati dell'impianto Pr og ett Il grafico F.8.1, in scala logaritmica, riporta la curva di inserzione di un trasformatore da 1000 kVA calcolata con la formula data in F.8 e le sue correnti nominale e di cortocircuito lato BT, tutte riferite al primario. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 63 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali 10000 1000 hie sta Tempo in s 100 10 1a nc 1 0,1 3 ni 2 4 0,01 1 10 100 1000 10000 100000 oi Corrente in A Legenda 1a 2: 3: 4: : Curva di inserzione del TR1/TR2 da 1000 kVA Corrente Nominale del TR1/TR2 pari a 28,9 A Corrente di cortocircuito lato BT riportato al primario pari a 481 A Corrente di terra lato BT riportato al primario pari a 277,5 A Pr og ett Curva Curva Curva Curva Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.8.1 64 F.8.2 Esempio di dati forniti dal Distributore pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Il Distributore fornirà, con la lettera di informazioni, i livelli massimi di cortocircuito trifase e di guasto a terra che possono interessare l’impianto. (vedi esempio sottoriportato). Oggetto: Informazioni riguardanti la rete di alimentazione del Distributore per il dimensionamento delle apparecchiature, la taratura dei dispositivi di protezione, il progetto e la verifica dell’impianto di terra relativi alla fornitura: Ditta: Xxxxxxx – Cabina xxxxxx - Via xxxxxxx – xxxxx Con riferimento alla vostra richiesta del xx.xx.xxxx rendiamo noto che: 1) il vostro impianto di terra è compensato 2) la cabina in oggetto è alimentata dalla linea MT “xxxxx” in partenza dalla Cabina Primaria di “xxxxx”; 3) presenta le seguenti caratteristiche Tensione nominale: 20 kV ± 10% Frequenza nominale: 50 Hz ± 1% (95% dell’anno) − Corrente di cortocircuito trifase: 12,5 kA − Stato del neutro: compensato − Corrente di guasto monofase a terra: 50 A − Tempo di eliminazione del guasto monofase a terra: 10 s hie sta − − − Tempo di eliminazione del doppio guasto a terra: < 0.2 s − Caratteristiche dell’alimentazione MT: Conformi alla Norma CEI EN 50160 È utile sottolineare che il valore della corrente di guasto monofase a terra ed il relativo tempo di eliminazione del guasto sopra indicati, possono subire variazioni per effetto dell’evoluzione della rete di distribuzione; pertanto, nel controllare periodicamente il Vostro impianto di terra, come previsto dalle vigenti disposizioni di legge, ci chiederete nuovamente tali dati. Protezioni nc Vengono inoltre forniti valori massimi regolabili sulla protezione di massima corrente di fase e di terra nel punto di consegna, si prenderà come esempio i valori indicati nella norma CEI 0-16 al capitolo 8.5.12.3 “Regolazioni della PG”. Soglie Tempi di eliminazione del guasto Valori di regolazione della corrente Massima corrente Prima soglia ≤ 0,5 ≤ 250 A Seconda soglia ≤ 0,12 ≤ 600 A ni 51 50 Massima corrente omopolare Prima soglia oi 51N 51N Seconda soglia ≤ 0,45 ≤2A ≤ 0,17 ≤ 98 A Pr og ett Nel grafico F.8.2 si riportano le curve di F.8.1 ed i limiti imposti dalla norma CEI 0-16 per i guasti di fase (curva 5). Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 65 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali 10000 5 1000 hie sta Tempo in s 100 10 1a nc 1 0,1 3 ni 2 4 0,01 1 10 100 1000 10000 100000 Corrente in A oi Legenda 1a 2: 3: 4: 5: : Curva di inserzione del TR1/TR2 da 1000 kVA Corrente Nominale del TR1/TR2 pari a 28,9 A Corrente di cortocircuito lato BT riportato al primario pari a 481 A Corrente di terra lato BT riportato al primario pari a 277,5 A Limiti massimi di regolazione e tempi di eliminazione del guasto (CEI 0-16 ) Pr og ett Curva Curva Curva Curva Curva Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.8.2 66 F.8.3 Arrivo 400V dal trasformatore pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Le caratteristiche d'intervento del relé dell'interruttore generale di BT sono scelte in modo da proteggere il trasformatore contro il sovraccarico (I rT2 = 1443 A) ed essere selettive con i relé degli interruttori delle utenze di BT. La corrente nominale del relé dell'interruttore generale di BT si suppone sia pari a 1600 A. La scelta della soglia di sovraccarico dello stesso interruttore deve tenere conto dell’incertezza di funzionamento dell’interruttore che secondo la Norma CEI EN 60947-1 viene definito minore di 1,05 del valore regolato di sicuro non intervento e maggiore di 1,2 del valore regolato di sicuro intervento; ciò significa che, regolando la soglia di lungo ritardo dello sganciatore alla corrente nominale del trasformatore, il sicuro intervento si avrà oltre il 20 % del sovraccarico. Si calcolano i valori minimo e massimo della regolazione del relé dell’interruttore BT: I n: 1600 A e scegliendo un valore di regolazione del relé, ad esempio, pari a 0,95, si ha hie sta I r = 0,95 x I n = 1520 A che moltiplicata per i coefficienti 1,05 e 1,2 darà 1520 * 1,05= 1596 A (minimo) e 1520 * 1,2 = 1824 A (massimo) che, riferiti a 20 kV daranno un valore compreso tra 31,92 A e 36,48 A. Nel grafico F.8.3 è stato inserito il valore di 36,48 A (curva 6). Per la protezione contro il cortocircuito, si è ricorsi alla selettività cronometrica con gli sganciatori a valle fissando i seguenti valori di regolazione moltiplicando I r per un fattore 3: nc I m = 3 x I r = 4560 A che moltiplicata per i coefficienti di 0,9 e 1,1 (tolleranza) si ha 4560 * 0,9 = 4104 A (minimo) e 4560 * 1,1 = 5016 A (massimo) ni che, riferiti a 20 kV; danno 82,08 A e 100,32 A (curva 6). Il tempo di intervento nominale è t m = 0,1 secondi: nel grafico, tenuto conto delle tolleranze insite nel relé, si è indicato un valore superiore. Pr og ett oi Nel grafico F.8.3 si riporta la curva 6 oltre le curve di F.8.2. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 67 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali 10000 5 6 1000 hie sta Tempo in s 100 10 1a nc 1 0,1 3 ni 2 4 0,01 1 10 100 1000 10000 100000 oi Corrente in A Legenda 1a 2: 3: 4: 5: 6: : Curva di inserzione del TR1/TR2 da 1000 Corrente Nominale del TR1/TR2 pari a 28,9 A Corrente di cortocircuito lato BT riportato al primario pari Corrente di terra lato BT riportato al primario pari a Limiti massimi di regolazione e tempi di eliminazione del guasto (CEI 0-16) Regolazione dellinterruttore arrivo 400V riportato al primario del Pr og ett Curva Curva Curva Curva Curva Curva Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.8.3 68 F.8.4 Partenza da 20kV al trasformatore da 1000 kVA pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Le caratteristiche di intervento del relé di massima corrente asservito all'interruttore della partenza sono tali da soddisfare le seguenti condizioni: a) proteggere il trasformatore contro il sovraccarico b) proteggere il trasformatore contro il cortocircuito c) essere selettive con gli sganciatori dell' interruttore generale e delle partenze di bassa tensione d) proteggere il trasformatore per guasti a monte dell'interruttore generale di bassa tensione e) non intervenire all'atto della messa in tensione del trasformatore (corrente di inserzione). L'andamento della corrente di inserzione è I(t) = Ii / Ur2 * e (- t/T) f) soddisfare le richiesta del Distributore e cioè quanto contenuto nella lettera di definizione della corrente di guasto di fase e di terra ed i relativi valori di regolazione. hie sta La scelta della protezione può avere influenza sui punti precedentemente citati, ad esempio, quando la scelta cade su una protezione con due soglie a tempo indipendente, non si potrà effettuare la protezione di sovraccarico che comunque viene assicurata dall’interruttore di bassa tensione. Se la scelta cade su una protezione con tre o più soglie, con la possibilità di avere caratteristiche a tempo dipendente o indipendente, si potranno soddisfare tutte le condizioni sopra riportate. Nel primo caso (protezione a due soglie a tempo indipendente) si avrà che il valore della corrente di intervento della prima soglia (di sovraccarico lato MT) è maggiore della soglia di breve ritardo dello sganciatore di bassa tensione del trasformatore I m = 5016 A (100,32 A a 20 kV) nc e si fissa quindi una regolazione pari a: I 51 = 130 A (curva 7a) ni Il tempo di intervento sulla curva deve essere scelto in modo da essere selettivo con gli sganciatori di BT e essere minore di 2 secondi in corrispondenza di I" kMT = 481 A (valore corrispondente alla massima tenuta al cortocircuito del trasformatore) e minore del tempo imposto dal Distributore relativo alla prima soglia di sovraccarico MT (0,5 s), si fissa quindi una regolazione pari a: t 51 = 0,3 s (curva 7a) oi Il valore di intervento in corrente della seconda soglia MT sarà maggiore o uguale di quello della corrente di cortocircuito per guasto sul lato BT del trasformatore, aumentata del coefficiente α (vedi F.3.2), da 1,2 ÷ 1,6 I" kMT = 481 x 1,4 = 673,4 A og ett e minore o uguale alla corrente imposta dal Distributore per la seconda soglia (relé 50) pari a 600 A. Si fissa quindi una regolazione: I 50 = 600 A (curva 7a) Pr equivalente ad una corrente di guasto in bassa tensione di 30000 A superiore alla corrente di guasto massimo sulla BT pari a 24000A. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 69 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Il tempo di intervento sarà istantaneo in accordo con la richiesta del Distributore, viene assicurato comunque il non intervento alla messa in tensione del trasformatore. Impostando questo valore, viene garantita la completa selettività con gli sganciatori posti sulle partenze del quadro di bassa tensione. Se non viene garantita la completa selettività con gli sganciatori posti sulle partenze del quadro di bassa tensione. Si tenga conto che: a) La corrente di guasto che interessa dispositivi di protezione posti in serie può essere dovuta anche all’effetto limitatore del dispositivo di protezione posto a valle. Questo effetto è caratteristico degli interruttori di bassa tensione con sganciatore istantaneo e può essere opportunamente utilizzato per realizzare la selettività con il dispositivo a monte per correnti superiori al valore limitato. b) Le curve di limitazione della corrente degli interruttori di bassa tensione vengono forniti dai costruttori. hie sta c) La corrente di guasto che interessa dispositivi di protezione posti in serie può essere dovuta anche all’effetto limitatore dell’impedenza dei componenti di impianto posti tra la sorgente e il punto di guasto (cavi,sbarre,trasformatori,ecc.). Questo effetto è evidente in bassa tensione e può essere opportunamente utilizzato per realizzare la selettività con il dispositivo a monte per correnti superiori al valore limitato. Pr og ett oi ni nc Nel grafico F.8.4a si riporta la curva 7a oltre le curve di F.8.3. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 70 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali 10000 7a 5 6 1000 10 hie sta Tempo in s 100 1a 1 nc 0,1 7a 3 2 4 0,01 10 100 ni 1 1000 10000 100000 Corrente in A L egen da 1a 2: 3 4: 5: 6: 7a : Curva di inserzione del TR1/TR2 da 1000 kVA Corrente Nominale del TR1/TR2 pari a 28,9 A Corrente di cortocircuito lato BT riportato al primario pari a 481 A Corrente di terra lato BT riportato al primario pari a 277,5 A Limiti massimi di regolazione e tempi di eliminazione del guasto (CEI 0-16) Regolazione dell’interruttore arrivo 400V riportato al primario del : Regolazione della protezione sull’interruttore a 20kV del Pr og ett oi Curva Curva Curva Curva Curva Curva Curva Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.8.4a 71 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Nel secondo caso (protezione a tre soglie), si avrà che il valore della corrente di intervento della prima soglia di sovraccarico MT verrà scelto in funzione della regolazione e della caratteristica di intervento della soglia di lungo ritardo dello sganciatore di bassa tensione. La caratteristica di intervento della protezione può essere scelta tra quelle descritte nella Norma CEI EN 60255-3 o, come indicato nella stessa, definita e descritta dal costruttore delle protezioni. Il valore della corrente di intervento della prima soglia deve essere maggiore della soglia di lungo ritardo dello sganciatore di bassa tensione del trasformatore I rT = 1520 A (30,4 A a 20 kV) tenuto conto della tolleranza dichiarata (1,05 – 1,2) I r . Si fissa quindi una regolazione superiore a: I 51 = 30,4 x 1,2 = 36,48 A (curva 7b) hie sta la cui curva di intervento è del tipo a tempo dipendente, utilizzando la forma generica della norma CEI EN 60255-3, si utilizza la Curva di tipo B che definisce il valore K=13,5 e α=1 nella α formula generica t=K/((G/Gs) -1). Per ottenere la posizione della curva selettiva con l’interruttore di bassa nel relè viene previsto un coefficiente di moltiplicazione che α chiameremo C, t=C x K/((G/Gs) -1), da cui: t 51 = Curva B , C =6,7 (curva 7b) Il valore della corrente di intervento della seconda soglia deve essere maggiore della soglia di breve ritardo dello sganciatore di bassa tensione del trasformatore I m = 5016 A (100,32 A a 20 kV) nc e si fissa quindi una regolazione pari a: I 51 = 130 A (curva 7b) ni Il tempo di intervento sulla curva deve essere scelto in modo da essere selettivo con gli sganciatori di BT e essere minore di 2 secondi in corrispondenza di I" kMT = 481 A (valore corrispondente alla massima tenuta al cortocircuito del trasformatore) e minore del tempo imposto dal Distributore relativo alla prima soglia di sovraccarico MT (0,5 s), si fissa quindi una regolazione pari a: oi t 51 = 0,3 s (curva 7b) Il valore di intervento in corrente della seconda soglia MT sarà maggiore o uguale di quello della corrente di cortocircuito per guasto sul lato BT del trasformatore, aumentata del coefficiente α (vedi F.3.2), da 1,2 ÷ 1,6 og ett I" kMT = 481 x 1,4 = 673,4 A e minore della corrente imposta dal Distributore per la seconda soglia (relé 50) pari a 600 A. Si fissa quindi una regolazione: I 50 = 600 A (curva 7b) equivalente ad una corrente di guasto in bassa tensione di 30000 A superiore alla corrente di guasto massimo sulla BT pari a 24000 A. Pr Il tempo di intervento dovrà essere istantaneo in accordo con la richiesta del Distributore; viene assicurato comunque il non intervento alla messa in tensione del trasformatore. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 72 Valgono tutte le considerazioni fatte in precedenza. pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Nel grafico F.8.4b si riporta la curva 7b oltre le curve di F.8.3 10000 7b 5 1000 6 hie sta Tempo in s 100 10 1a nc 1 ni 0,1 7b 3 oi 2 4 0,01 1 10 100 1000 10000 100000 C o r r e n te in A Legenda 1a 2: 3: 4: 5: 6: 7b : Curva di inserzione del TR1/TR2 da 1000 kVA Corrente Nominale del TR1/TR2 pari a 28,9 A Corrente di cortocircuito lato BT riportato al primario pari a 481 A Corrente di terra lato BT riportato al primario pari a 277,5 A Limiti massimi di regolazione e tempi di eliminazione del guasto (CEI 0-16) Regolazione dellinterruttore arrivo 400V riportato al primario del TR1/TR2 : Regolazione della protezione sull’interruttore a 20kV del TR1/TR2 Pr og ett Curva Curva Curva Curva Curva Curva Curva Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.8.4b 73 F.8.5 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Dispositivo Generale Le caratteristiche di intervento del relè di massima corrente asservito all'interruttore del dispositivo generale sono tali da soddisfare le seguenti condizioni: a) soddisfare la richiesta dell’ente Distributore, vedi lettera di definizione della corrente di guasto di fase e di terra e relativi valori di regolazione; b) proteggere il tratto di collegamento tra il punto di consegna e i trasformatori contro il cortocircuito; c) essere selettive con le protezioni del trasformatore dove possibile; d) non intervenire all'atto della messa in tensione dei trasformatori dovuta alla richiusura della linea di alimentazione da parte dell’ente Distributore. Un relé di massima corrente con una soglia di intervento a tempo indipendente ritardato ad un massimo di 0,43 s. Detto ritardo è stato scelto per diversificare la linea del DG (curva 8) dal limite del Distributore (curva 5); la soglia è istantanea (0,12 s sovrapposta) adatta a soddisfare le richieste del Distributore. hie sta Con questo valore impostato non viene garantita la completa selettività con le protezioni poste sulle partenze dei trasformatori. Si dovrà tenere conto che: a) per correnti di guasto inferiore alla seconda soglia della protezione del dispositivo generale DG si ha la selettività, per correnti di guasto superiori alla regolazione effettuata sulla seconda soglia (esempio guasto lato MT) non è assicurata la selettività ( le protezioni hanno lo stesso tempo di intervento); b) a seguito della richiusura da parte del Distributore si eviterà l’apertura del dispositivo generale in quanto la corrente di inserzione di entrambi i trasformatori e la sua durata è inferiore alla regolazione adottata. Il grafico F.8.5a, oltre le curve di F.8.4a, riporta la curva 8 del dispositivo generale DG. Pr og ett oi ni nc Il grafico F.8.5b è il grafico completo con tutte le curve, compresa la curva di inserzione somma del primo trasformatore e del secondo trasformatore da 1000 kVA (curva 1b) e fatta eccezione della curva 7b. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 74 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali 10000 7a 5 6 8 1000 hie sta Tempo in s 100 10 1a nc 1 0,1 ni 1 10 7a 8 3 2 0,01 5 4 100 1000 10000 100000 C o r r e n te in A oi L egen da 1a 2: 3: 4: 5: 6: 7a : Curva di inserzione del TR1/TR2 da 1000 kVA Corrente Nominale del TR1/tr2 pari a 28,9 A Corrente di cortocircuito lato BT riportato al primario pari a 481 A Corrente di terra lato BT riportato al primario pari a 277,5 A Limiti massimi di regolazione e tempi di eliminazione del guasto (CEI 0-16) Regolazione dellinterruttore arrivo 400V riportato al primario del TR1/TR2 : Regolazione della protezione sull’interruttore a 20kV del TR1/TR2 og ett Curva Curva Curva Curva Curva Curva Curva Pr Curva 8 : Regolazione della protezione sull’interruttore a 20kV del DG Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.8.5a 75 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali 10000 7a 5 6 8 1000 hie sta Tempo in s 100 10 1b 1a 5 nc 1 0,1 7a 8 3 ni 2 4 0,01 1 10 100 1000 10000 100000 C o r r e n te in A oi L egen da 1a 1b 2: 3: 4: 5: 6: 7a 8: : Curva di inserzione del TR1/TR2 da 1000 kVA : Curva di inserzione somma dei TR1 e TR2 da 1000 kVA Corrente Nominale del TR1/TR2 pari a 28,9 A Corrente di cortocircuito lato BT riportato al primario pari a 481 A Corrente di terra lato BT riportato al primario pari a 277,5 A Limiti massimi di regolazione e tempi di eliminazione del guasto (CEI 0-16) Regolazione dell’interruttore arrivo 400V riportato al primario del TR1/TR2 : Regolazione della protezione sull’interruttore a 20kV del TR1/TR2 Regolazione della protezione sull’interruttore a 20kV del DG Pr og ett Curva Curva Curva Curva Curva Curva Curva Curva Curva Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.8.5b 76 hie sta pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Pr og ett oi ni nc – Pagina bianca – Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 77 F.8.6 Guasto a terra - Arrivo 400V dal trasformatore pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Nel caso non esista la protezione di guasto a terra sul centro stella del trasformatore la protezione di massima corrente posto sul lato MT del trasformatore soddisfa anche la condizione di protezione contro i guasti fase-terra sul secondario, a monte dell'interruttore generale di bassa tensione. La corrente di guasto a terra in bassa tensione viene vista sulla media tensione come un guasto bifase. La corrente di guasto a terra sul lato bassa tensione è pari alla corrente di corto circuito al secondario del TR, I" kLV = (100 * I rT2 ) / u kr % = 24,0 kA corrispondenti in questo caso a 24000 x 0,577 = 13848 A che riportata al primario del trasformatore diventa 276,96 A (curva 4), tale valore risulta maggiore del valore impostato nella prima soglia di massima corrente pari a 130 A (curva 7). La protezione interviene per un guasto a terra, lato BT, superiore alla seguente corrente: 130 x 20 / (0,4 x 0,577) = 11265 A. Pr og ett oi ni nc hie sta Il grafico F.8.6 riporta la curva della corrente di guasto a terra in BT; la curva di regolazione dell’interruttore generale BT; la della corrente di regolazione dell’interruttore MT del TR; la curva dei limiti fissati dal Distributore. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 78 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali 10000 6 7 1000 hie sta Tempo in s 100 10 nc 1 ni 0,1 5 4 0,01 oi 10 100 1000 10000 C o r r e n te in A L egen da Pr og ett Curva 4 : Corrente di terra lato BT riportato al primario pari a 277,5 A Curva 5 : Limiti massimi di regolazione e tempi di eliminazione del guasto (CEI 0-16) Curva 7: Regolazione della protezione sull’interruttore a 20kV del TR1/TR2 Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.8.6 79 F.8.7 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Guasto a terra MT - Partenza da 20kV al trasformatore da 1000 kVA Le caratteristiche di intervento del relé di massima corrente omopolare all'interruttore della partenza sono tali da soddisfare le seguenti condizioni: a) proteggere il trasformatore contro il guasto a terra; b) asservito soddisfare le richiesta del Distributore, lettera di definizione della corrente di terra e relativi valori di regolazione. Massima corrente omopolare 51N Prima soglia ≤ 0,45 51N Seconda soglia ≤ 0,17 ≤2A ≤ 98 A Vengono ipotizzati i seguenti valori di corrente di guasto a terra forniti dal Distributore: − per neutro compensato IF = 50 A (curva 1). − per neutro isolato IF = 300 A (curva 2); hie sta Il valore di intervento della soglia omopolare deve essere minore del valore imposto dal Distributore relativo alla prima soglia 51N: corrente imposta dal Distributore = 2 A (curva 5). Si fissa quindi una regolazione: I 51N = 2 A (curva 7) Il tempo di intervento dell’interruttore MT del TR dovrà essere istantaneo in accordo con la richiesta del Distributore (seconda soglia). Nel grafico seguente è stato fissato, t 51N = 0,035 s. Pr og ett oi ni nc Il grafico F.8.7 riporta la curva della corrente di guasto a terra in MT; la della corrente di regolazione dell’interruttore MT del TR; la curva dei limiti supposti fissati dal Distributore. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 80 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali 10000 1000 hie sta Tempo in s 100 10 1 5 nc 0,1 7 1 ni 0,01 1 10 100 2 1000 10000 Corrente in A L egen da 1 2 5 7 : : : : Limiti massimi di corrente di guasto con Neutro Compensato (CEI 0-16) Limiti massimi di corrente di guasto con Neutro Isolato (CEI 0-16) Limiti massimi di regolazione e tempi di eliminazione del guasto (CEI 0-16) Regolazione della protezione sull’interruttore a 20kV del TR1 Pr og ett oi Curva Curva Curva Curva Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.8.7 81 F.8.8 Dispositivo Generale pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Le caratteristiche di intervento del relè di massima corrente omopolare asservito all'interruttore del dispositivo generale sono tali da soddisfare le seguenti condizioni: a) soddisfare la richiesta del Distributore, vedi lettera di definizione della corrente di guasto di fase e di terra e relativi valori di regolazione; b) proteggere il tratto di collegamento tra il punto di consegna e i trasformatori contro il guasto a terra; c) essere selettive con le protezioni del trasformatore dove possibile. Il valore di intervento della soglia omopolare deve essere minore del valore imposto dal Distributore relativo alla prima soglia 51N: corrente imposta dal Distributore = 2 A (curva 5). Si fissa quindi una regolazione del DG: hie sta I 51N = 2 A (curva 8) Il tempo di intervento dell’interruttore DG dovrà essere istantaneo (seconda soglia) in accordo con la richiesta del Distributore. La curva 8 viene riportata identica alla curva 7. Nel grafico seguente è stato fissato t 51N = 0,05 s (curva 8) Con l’impostazione di questo valore, non viene garantita la selettività con le protezioni poste sulle partenze trasformatore. Il grafico F.8.8 riporta le curve di F.8.7 e la curva 8 del Dispositivo Generale. nc Nel caso l’apparecchiatura di protezione è equipaggiata con più soglie di massima corrente omopolare è possibile regolare le due soglie ai valori indicati dal distributore (vedi tabella in F.8.7), tenendo conto che i tempi di intervento devono essere diminuiti del tempo di apertura dell’interruttore. Si fissa quindi una regolazione: I 51N1 = 2 A ni t 51N1 = 0,38 s I 51N2 = 98 A t 51N2 = 0,05 s Pr og ett oi Con l’impostazione di questi valori, viene garantita la selettività con le protezioni poste sulle partenze trasformatore fino ad una corrente di guasto a terra di 98 A al di sopra del quale il tempo diventa istantaneo. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 82 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali 10000 1000 hie sta Tempo in s 100 10 nc 1 ni 0,1 1 5 8 7 2 0,01 1 10 100 1000 10000 oi C o r r e n te in A L egen da 1 2 5 7 8 : : : : : Limiti massimi di corrente di guasto con Neutro Compensato (CEI 0-16) Limiti massimi di corrente di guasto con Neutro Isolato (CEI 0-16) Limiti massimi di regolazione e tempi di eliminazione del guasto (CEI 0-16) Regolazione della protezione sull’interruttore a 20kV del TR1/TR2 Regolazione della protezione sull’interruttore a 20kV del DG Pr og ett Curva Curva Curva Curva Curva Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.8.8 83 F.8.9 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Dispositivo Generale con lunghezza cavo superiore a 500 m Vengono forniti valori massimi regolabili sulla protezione di massima corrente di terra nel punto di consegna, si prenderà come esempio i valori indicati nella norma CEI 0-16 al capitolo 8.5.12.3 “Regolazioni della PG”. Protezioni Soglie Tempi di eliminazione del guasto Valori di regolazione della tensione Valori di regolazione del settore angolare Valori di regolazione della corrente Massima corrente direzionale di terra 67N Prima soglia ≤ 0,17 ≤2V Seconda soglia ≤ 0,45 ≤5V Neutro Isolato 67N Neutro Compensato Massima corrente di terra 51N Prima soglia 60 -120 ≤2A 60 -250 ≤2A ≤ 98 A ≤ 0,17 hie sta Le caratteristiche di intervento del relé di massima corrente accoppiato all'interruttore del dispositivo generale sono tali da soddisfare le seguenti condizioni: a) soddisfare la richiesta del Distributore, vedi lettera di definizione della corrente di guasto di fase e di terra e relativi valori di regolazione; b) proteggere il tratto di collegamento tra il punto di consegna e i trasformatori contro il guasto a terra; c) essere selettive con le protezioni del trasformatore dove possibile. Il valore di intervento della soglia di massima corrente omopolare deve essere uguale o minore del valore imposto dal Distributore relativo alle soglie 67N (2A) e 51N (98 A). nc Il tempo di intervento dovrà essere in accordo con la richiesta del Distributore. Con questi valori impostati non viene garantita la selettività con le protezioni poste sulle partenze dei trasformatori in condizioni di neutro isolato, mentre viene mantenuta nelle condizioni di neutro compensato. ni La selettività non è mai assicurata per il doppio guasto a terra che interessi una fase nell’impianto e una fase esterna all'impianto dell'utente. Pr og ett oi Nel grafico F.8.9a sono state riportate le curve di regolazione e la relativa Legenda per reti a neutro isolato; nel grafico F.8.9b le stesse curve per reti a neutro compensato. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 84 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali 10000 Tempo in s 1000 hie sta 100 10 5 nc 1 0,1 8 9 0,01 1 ni 7 10 2 100 1000 10000 oi C o r r e n te in A L egen da 2 5 7 8 9 : : : : : Limiti massimi di corrente di guasto con Neutro Isolato (CEI 0-16) Limiti massimi di regolazione e tempi di eliminazione del guasto (CEI 0-16) Regolazione della protezione sull’interruttore a 20kV del TR1/TR2 Regolazione della protezione sull’interruttore a 20kV del DG Regolazione della protezione per doppio guasto a terra sull interruttore a 20kV del DG Pr og ett Curva Curva Curva Curva Curva Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.8.9a 85 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali 10000 1000 hie sta Tempo in s 100 10 1 nc 8 ni 0,1 5 9 7 1 0,01 1 10 100 1000 10000 oi C o r r e n te in A L egen da 1 5 7 8 9 : : : : : Limiti massimi di corrente di guasto con Neutro Compensato (CEI 0-16) Limiti massimi di regolazione e tempi di eliminazione del guasto (CEI 0-16) Regolazione della protezione sull interruttore a 20kV del TR1/TR2 Regolazione della protezione sull interruttore a 20kV del DG Regolazione della protezione per doppio guasto a terra sull interruttore a 20kV del DG Pr og ett Curva Curva Curva Curva Curva Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.8.9b 86 F.9 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Esempio 2 PG DG I> 51 I>> 50 Io> 51N Io> 67N.1 Io> 67N.2 I> 51 I>> 50 Io> 51N I> 51 I>> 50 Io> 51N Trasformatore 1000kVA hie sta SPI DDI DDG Generatore 500kVA Si consideri, ad esempio, una cabina alimentata da rete pubblica con tensione nominale 20 kV e corrente di cortocircuito 12,5 kA. nc Si supponga di avere un impianto costituito da due trasformatori posizionati in una cabina posta ad una distanza superiore ai 500 metri, a valle di uno di questo trasformatori è stata prevista una centrale di autoproduzione di energia elettrica utilizzando un generatore sincrono da 500 kVA. ni La scelta della protezione posta nel punto di consegna (PG) deve essere conforme a quanto richiesto nella norma CEI 0-16 nel caso specifico si prevede una protezione con le seguenti funzioni: 51 prima soglia di massima corrente − 50 seconda soglia di massima corrente − 51N prima soglia guasto bifase a terra − 67N prima soglia massima corrente direzionale di terra (neutro isolato). − 67N seconda soglia massima corrente direzionale di terra (neutro compensato). oi − og ett Inoltre avendo all’interno dell’impianto della generazione con possibilità di parallelo e cessione dell’energia alla rete del Distributore è necessario prevedere una protezione di interfaccia (SPI) con le seguenti funzioni (vedi CEI 0-16 utenti attivi): − 27 minima tensione − 59 massima tensione − 59N massima tensione omopolare − 81< minima frequenza − 81> massima frequenza Pr Che deve comandare nell’impianto l’apertura di un interruttore con lo scopo di disaccoppiare la rete utente e il relativo generatore dalla rete del Distributore. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 87 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali In questo caso si è scelto di dare prevalenza alla produzione rispetto alla generazione di energia e quindi si è scelto come Dispositivo di Interfaccia l’interruttore posto sul lato BT in arrivo dal quadro del generatore per evitare che un guasto sulla rete del Distributore attivando la protezione SPI metta fuori servizio l’intero impianto utente. In generale la scelta di quale interruttore assume il compito di Dispositivo di interfaccia è dettato da quale scopo ha la generazione all’interno della gestione delle necessità dell’impianto. Ad esempio a) se si volesse mantenere alimentati parte dei carichi, quelli sottesi allo stesso trasformatore a cui è connesso il generatore è evidente che il DDI diventa il generale di trasformatore che con la sua apertura consente al generatore di alimentare i carichi connessia alla stessa sbarra BT. Di conseguenza la tensione deve essere misura non più sulla sbarra ma in arrivo dal trasformatore I dati dei componenti elettrici sono: Trasformatori 20 / 0,4 kV potenza nominale: S rT = 1000 kVA tensione di cortocircuito: u kr = 6% hie sta b) se il generatore fosse in grado di alimentare tutti i carichi utente, per intenderci i carichi a valle dei due trasformatori da 1000kVA, è evidente che il DDI diventa il generale in MT di allacciamento alla rete del Distributore per cui il DG è anche DDI, che con la sua apertura consente al generatore di alimentare tutti i carichi BT. Di conseguenza la tensione deve essere misura a monte del DG prevedendo una terna di TV fase-terra per la misura della tensione omopolare e due TV fase-fase per la misura della frequenza e delle tensioni. corrente nominale primaria: I rT1 = 28,9 A nc corrente nominale secondaria: I rT2 = 1443 A corrente di inserzione: I i = 10⋅I n = 289 A costante di tempo inserzione: T = 0,4 s (- t/T) ni andamento della corrente di inserzione I(t) = (I i / u r2 ) * e Generatore 0,4 kV potenza nominale: S rG = 500 kVA oi Reattanza subtransitoria diretta: X” d = 12,5% costante di tempo subtransitoria: T” d = 0,014 s Reattanza transitoria diretta: X’ d = 28% og ett costante di tempo transitoria: T’ d = 0,145 s Reattanza diretta: X d = 330% corrente nominale: I rG = 722,5 A andamento della corrente di guasto Pr I kG (t) = (I rG *100/ X” d ) * e Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 (- t/T”d) +(I rG *100/ X’ d ) * e 88 (- t/T’d) +(I rG *100/ X d ) pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Corrente di cortocircuito lato sbarre di cabina BT trasformatore senza generazione: tensione nominale: U r = 0,4 kV corrente di corto circuito al secondario del TR, I" kLV = (100 * I rT2 ) / u kr % = 24,0 kA corrispondenti a I" kMT = 481 A riferiti a 20 kV primari. Corrente di cortocircuito lato sbarre di cabina BT trasformatore con generazione: tensione nominale: U r = 0.4kV corrente di corto circuito al secondario del TR, I" kLV = (100 * I rT2 ) / u kr % = 24,0 kA corrispondenti a I" kMT = 481 A riferiti a 20 kV primari. corrente di corto circuito del generatore, I" kG = I rG *100/ X” d = 5,78 kA corrispondenti a I" kGMT = 115,6 A riferiti a 20 kV primari. corrente di corto circuito sulle sbarre BT, I" kBT = I" kLV + I rG = 24,0 + 5,78 kA = 29,78 kA. Andamento della corrente di guasto I kG nell’impianto BT in caso di funzionamento in isola hie sta Tabella 1 T (s) 0,01 0,02 0,04 0,1 0,2 I rG 0,3 0,4 0,5 0,7 1 I kG (A) 5457 3852 2509 1518 868,5 722,5 545 382,5 301 239,6 221 Analizzando i valori delle correnti di guasto, correlati alla scelta della gestione della rete precedentemente descritta si possono fare alcune considerazioni: a) nessun funzionamento in isola, in questo caso la corrente di guasto che interessa l’impianto risulta come minimo pari alla corrente fornita dalla rete del Distributore e come massimo pari alla somma della corrente del Distributore e del generatore. nc Il riporto della corrente fornita dal generatore sulla media tensione serve per poter comunicare al Distributore l’apporto al guasto in MT del generatore stesso. b) funzionamento in isola solo sbarra BT generatore, in questo caso la corrente di guasto che interessa l’impianto risulta come minimo pari alla corrente fornita dal generatore e come massimo pari alla somma della corrente del Distributore e del generatore. ni Come si può vedere nella Tabella 1, la corrente di guasto del generatore varia in funzione del tempo di eliminazione del guasto , quindi si deve prendere in considerazione eventuali ritardi delle soglie magnetiche e di conseguenza adattare anche i valori di intervento. Inoltre si richiama l’attenzione che per tempi di durata del guasto superiori a 0,2 s la corrente risulta inferiore alla corrente nominale del generatore. oi c) funzionamento in isola entrambe le sbarre BT, in questo caso la corrente di guasto che interessa l’impianto risulta come minimo pari alla corrente fornita dal generatore e come massimo pari alla somma della corrente del Distributore e del generatore. og ett Per la sbarra BT dove è connesso il generatore vedi commento punto b), il guasto sulla rete MT risulta difficilmente eliminabile dalle protezioni di media tensione, vista la corrente che il generatore fornisce in rapporto alle regolazioni sotto riportate richieste dalla CEI 0-16 , la massima corrente fornita dal generatore (115 A) è inferiore alla regolazione della prima soglia di massima corrente (250 A). Pr Il guasto sulla sbarra BT del secondo trasformatore propone le stesse problematiche delle protezioni poste sulla sbarra BT dove è connesso il generatore. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 89 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Vengono forniti valori massimi regolabili sulla protezione di massima corrente e massima corrente di terra nel punto di consegna, si prenderà come esempio i valori indicati nella norma CEI 0-16 al paragrafo 8.5.12.3 “Regolazioni della PG”. Protezioni Soglie Tempi di eliminazione del guasto Massima corrente 51 Prima soglia ≤ 0,5 50 Seconda soglia ≤ 0,12 Massima corrente omopolare 67N Soglia neutro isolato ≤ 0,17 67NC Soglia neutro compensato ≤ 0,45 51N Soglia doppio guasto a terra ≤ 0,17 Valori di regolazione ≤ 250 A ≤ 600 A 2A 2V 60° - 120° 2A 5V 61° - 257° 98A hie sta Si riporteranno tali valori su un grafico a scala logaritmica, tenendo conto che tutte le correnti sono state riportate ad un livello di tensione di riferimento che, in questo caso, è 20 kV. Nel seguito verranno analizzati prima i guasti polifasi e poi i guasti a terra. F.9.1 Guasti di fase I criteri di scelta e di regolazione dei relé di massima corrente sono dati di seguito. F.9.2 Partenze 400 V Si è presa in considerazione la partenza di portata 1000 A. nc La caratteristica d’intervento dello sganciatore è stata scelta in modo da proteggere il cavo contro le sovracorrenti e le persone contro i contatti indiretti (Norma CEI 64-8). Su questa base sono state fissate le seguenti regolazioni: − ritardo lungo I r1 = 0,8 x 1000 = 800 A che corrispondono a circa 16,8 ÷ 19,2 A riferiti a 20 kV; − istantaneo I r2 = 3 x I r1 = 2400 A che corrispondono a circa 43,2 ÷ 52,8 A a 20 kV. Arrivo 400 V da Generatore ni F.9.3 Si è presa in considerazione la linea di connessione al quadro generatore di portata 800 A. oi La caratteristica d’intervento dello sganciatore è stata scelta in modo da proteggere il cavo contro le sovracorrenti e le persone contro i contatti indiretti (Norma CEI 64-8). In questo caso esistono due condizioni di funzionamento: guasto nel cavo o nel quadro generatore o nel generatore stesso − guasto nella rete di distribuzione BT o MT og ett − Nel primo caso la corrente di guasto è fornita dalla rete tramite il trasformatore MT/BT, nel secondo caso la corrente di guasto assume il valore indicato nella tabella 1 ed in funzione della regolazione adottata sullo sganciatore. ritardo lungo I r1 = 0,9 x 800 = 720 A che corrispondono a circa 15,1 ÷ 17,3 A riferiti a 20 kV; − istantaneo I r2 = 3 x I r1 = 2160 A che corrispondono a circa 38,9 ÷ 47,5 A a 20 kV. Pr − Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 90 F.9.4 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Arrivo 400 V dal trasformatore Le caratteristiche d’intervento dello sganciatore sono state scelte in modo da proteggere il trasformatore contro il sovraccarico ed in modo da essere selettive con gli sganciatori delle partenze. Per la protezione contro il cortocircuito, si esamina se esiste la possibilità di realizzare la selettività con gli sganciatori delle partenze mediante limitazione dell’energia passante (vedere le tabelle del costruttore) o di ricorrere alla selettività mediante temporizzazione. Nell'ipotesi si debba ricorrere alla temporizzazione, si possono fissare i seguenti valori di regolazione: − ritardo lungo I r1 = 0,95 x 1600 = 1520 A che corrispondono a 31,92 ÷ 36,48 A riferiti a 20 kV; − ritardo breve I r2 = 3 x I r1 = 4560 A che corrispondono a 82,08 ÷ 100,32 A riferiti a 20 kV; − t r = 0,1 s (vedi esempio precedente). hie sta Particolare attenzione deve essere fatta ad un guasto nel trasformatore che avendo due fonti di alimentazione del guasto potrebbe non intervenire con lo sganciatore di bassa e mantenere l’alimentazione del guasto stesso da parte del generatore. Risulta quindi importante prevedere il trascinamento in apertura tra lato MT e BT anche in assenza di parallelo dei trasformatori. Inoltre il guasto nel trasformatore verrà eliminato con l’intervento dell’interruttore in arrivo dal quadro generatore perdendo così il vantaggio di mantenere in isola la rete. Per questo, regolando la protezione come indicato nel punto precedente un guasto nel trasformatore o su una qualunque delle partenze BT provoca l’apertura istantanea dell’interruttore di arrivo dal quadro di generatore ( la soglia 2160A è minore del valore 2509A della tabella in corrispondenza di 0,04 s). nc Scegliendo di avere selettività tra l’interruttore del generatore e le utenze è necessario inserire un ritardo nell’intervento della soglia magnetica , così facendo però la corrente fornita dal generatore riducendosi rende difficile la scelta della regolazione. ni Scegliendo un ritardo da 0,1 s la corrispondente corrente massima di guasto diventa 1518A che obbliga la regolazione sullo sganciatore ad assumere un valore di 1,5 x Ir1, corrispondenti a 1080 A. oi Si deve inoltre fare attenzione alle taglie degli interruttori delle utenze in rapporto alla potenza del generatore, nell’esempio una utenza richiede una taglia di interruttore superiore all’interruttore di arrivo del generatore, in questo caso non sarà possibile mantenere la selettività nel funzionamento in isola, per un guasto sull’utenza si avrà l’apertura dell’interruttore in arrivo dal quadro generatore. Pr og ett Nel grafico F.9.2a e F.9.2b sono state riportate (in scala logaritmica) le curve di regolazione e la relativa Legenda. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 91 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali 10000 6 8 1000 100 hie sta Tempo in s 3 10 5 1a 1 nc 0,1 7 2 9 4 ni 0,01 1 10 100 1000 10000 100000 Corrente in A L egen da 1a 2: 3: 4: 5: 6: 7a 8: 9: : Curva di inserzione del TR1 da 1000 kVA Corrente Nominale del TR1 pari a 28,9 A Corrente di cortocircuito lato BT riportato al primario pari a 481 A Corrente Nominale del G1 pari a 14,45 A Corrente di cortocircuito lato BT del generatore riportato al primario Limiti massimi di regolazione e tempi di eliminazione del guasto (CEI 0-16) : Regolazione dell’interruttore arrivo Generatore 400V riportato al primario del TR1 Regolazione dell’interruttore arrivo 400V riportato al primario del TR1 Regolazione dell’interruttore partenza 400V riportato al primario del TR1 Pr og ett oi Curva Curva Curva Curva Curva Curva Curva Curva Curva Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.9.2a 92 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali 10000 6 8 1000 100 hie sta Tempo in s 3 10 5 1a 1 7 nc 0,1 2 9 4 ni 0,01 1 10 100 1000 10000 100000 Corrente in A oi L egen da 1a 2: 3: 4: 5: 6: 7b 8: 9: : Curva di inserzione del TR1 da 1000 kVA Corrente Nominale del TR1 pari a 28,9 A Corrente di cortocircuito lato BT riportato al primario pari a 481 A Corrente Nominale del G1 pari a 14,45 A Corrente di cortocircuito lato BT del generatore riportato al primario Limiti massimi di regolazione e tempi di eliminazione del guasto (CEI 0-16 ) : Regolazione dell’interruttore arrivo Generatore 400V riportato al primario del TR1 Regolazione dell’interruttore arrivo 400V riportato al primario del TR1 Regolazione dell’interruttore partenza 400V riportato al primario del TR1 Pr og ett Curva Curva Curva Curva Curva Curva Curva Curva Curva Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.9.2b 93 F.9.5 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Partenza 20 kV trasformatore Si supponga che il relé dell'interruttore sul lato 20 kV sia alimentato con dei trasformatori di corrente di rapporto 50/5 A. Il relé deve svolgere le funzioni di protezione del trasformatore senza che le regolazioni superino le condizioni limite imposte dalla norma CEI 0-16 per il dispositivo generale del cliente: a) regolazione della prima soglia. Essa può essere realizzata, ad esempio, con una curva a tempo inverso (VIT ) regolata a 34,8 A (1,2* I rT1 ) b) regolazione della seconda soglia è realizzata da una curva a tempo indipendente regolata a 130 A con temporizzazione di 0,3 s; c) regolazione della terza soglia (istantanea). Essa è ≤ 600 A (valore prefissato dalla CEI 0-16). Può essere scelto, ad esempio, il valore di 600 A. hie sta Questo valore soddisfa ancora la condizione di protezione contro i guasti fase-terra sul secondario, a monte dell'interruttore generale di bassa tensione. Essendo, infatti, 1097 A la corrente di linea sul lato 20 kV per guasto trifase ai morsetti secondari del trasformatore, la corrente corrispondente per guasto fase-terra è 0,577 x 481 = 277 A > 130 A I valori impostati permettono di soddisfare le seguenti condizioni: a) proteggere il trasformatore contro la corrente di breve durata (2 s) per guasto ai morsetti secondari; b) non intervenire durante l'inserzione del trasformatore; c) assicurare selettività con la BT. F.9.6 Verifica dei cavi di collegamento al trasformatore nc La portata in regime permanente dei cavi (I Z ) deve essere maggiore o uguale al valore di regolazione della prima soglia d’intervento del relé (I Z ≥ I r1 ). La sezione dei cavi deve soddisfare alla condizione: I t≥S K 2 2 ni dove: 2 I = massima corrente presunta di cortocircuito nel punto di installazione (in ampere); t = durata della corrente di cortocircuito (in secondi); 2 S = sezione del cavo (in mm ); oi K = 143 per cavi in EPR (NormaCEI EN 61936-1 cei 99-027). Nel caso in esame il tempo t n corrispondente all’intervento istantaneo del relé, è dato dalla somma di: tempo di intervento del relé (soglia istantanea) = 0,05 s og ett − − tempo di manovra dell’interruttore = 0,070 s Pr Si può quindi considerare un tempo totale di eliminazione del guasto di 0,12 s cui si dovrebbe aggiungere un opportuno margine. Supponendo ad esempio di aggiungere un margine di sicurezza di tempo di tenuta al cortocircuito di qualche centinaio di millisecondi e che alla conduttura si voglia far sopportare la corrente di guasto per un tempo di 0,3 s, si avrebbe: NOTA S≥ I K t= 12500 0,3 = 50 mm 2 143 Con un tempo di 0,5 s la sezione è di 70 mm 2 e con 1 s la sezione è di 95 mm 2 . Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 94 Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali pu bb lic a 2 In questo caso, la sezione minima da adottare è quindi di 50 mm , sicuramente superiore a quella necessaria per la portata effettiva del cavo. F.9.7 Verifica del fattore limite di precisione dei TA Si supponga che il TA con rapporto 50/5 A abbia una prestazione di 10 VA in classe 5P10 e quindi un fattore limite di precisione F 1 = 10 alla prestazione nominale (VA) n = 10 VA. La resistenza secondaria del TA, in mancanza di dati precisi, può essere ricavata approssimativamente dalla formula per trasformatori in resina di normale produzione: R S = K (I 1n / 1000) 0,925 (in ohm) con K = 0,84 per TA con I 2n = 5,0 A. Nel caso in esame si ha R S = 0,84 (50/1000 ) 0,925 = 0,05 Ω. hie sta Utilizzando la formula data in Allegato H si ricava che il fattore limite di precisione effettivo F’ 1 è: F'1 = F1 (VA)T + (VA)n = 39 (VA)T + (VA)c avendo considerato un consumo totale del circuito secondario (relé + cavetti di collegamento) di 0,7 (VA) c . La risposta del TA risulta quindi compresa entro i limiti di errore del 5% fino a F’ 1 x 50 A = 39 x 50 = 1950 A ben al di sopra della seconda soglia di regolazione del relé (600 A) ed anche del valore della corrente riportata al primario per cortocircuito sul secondario del trasformatore di circa 481 A. Pr og ett oi ni nc Nel Grafico F.9.7, in scala logaritmica, sono riportate tutte le curve di regolazione con la relativa Legenda. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 95 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali 10000 6 10 1000 100 8 hie sta Tempo in s 3 10 5 1a 1 7 nc 0,1 10 2 4 ni 0,01 1 10 100 1000 10000 100000 Corrente in A oi L egen da : Curva di inserzione del TR1 da 1000 kVA Corrente Nominale del TR1 pari a 28,9 A Corrente di cortocircuito lato BT riportato al primario pari a 481 A Corrente Nominale del G1 pari a 14,45 A Corrente di cortocircuito lato BT del generatore riportato al primario Limiti massimi di regolazione e tempi di eliminazione del guasto (CEI 0-16) Regolazione dell’interruttore arrivo Generatore 400V riportato al primario del TR1 Regolazione dell’interruttore arrivo 400V riportato al primario del TR1 : Regolazione della protezione sull’interruttore a 20kV del TR1 Pr og ett Curva 1a Curva 2 : Curva 3 : Curva 4 : Curva 5 : Curva 6 : Curva 7 : Curva 8 : Curva 10 Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.9.7 96 F.9.8 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Dispositivo Generale Si supponga che il relé dell'interruttore sul lato 20 kV sia alimentato con dei trasformatori di corrente di rapporto 300/5 A. Il relé deve svolgere le funzioni di protezione senza che le regolazioni superino le condizioni limite imposte: a) regolazione della prima soglia. Essa è realizzata da una curva a tempo indipendente regolata a 200 A con temporizzazione di 0,43 secondi. b) regolazione della seconda soglia (istantanea). Essa è realizzata da una curva a tempo indipendente regolata a 600 A con temporizzazione di 0,05 secondi. Pr og ett oi ni nc hie sta Nel Grafico F.9.8, in scala logaritmica, sono riportate tutte le curve di regolazione con la relativa Legenda. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 97 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali 10000 11 6 10 1000 100 8 hie sta Tempo in s 3 10 5 1a 1 nc 0,1 10 11 ni 2 0,01 1 10 100 1000 10000 100000 C o r r e n te in A oi L egen da 1a 2: 3: 5: 6: 8: 10 11 : Curva di inserzione del TR1 da 1000 kVA Corrente Nominale del TR1 pari a 28,9 A Corrente di cortocircuito lato BT riportato al primario pari a 481 A Corrente di cortocircuito lato BT del generatore riportato al primario Limiti massimi di regolazione e tempi di eliminazione del guasto (CEI 0-16) Regolazione dell’interruttore arrivo 400V riportato al primario del TR1 : Regolazione della protezione sull’interruttore a 20kV del TR1 : Regolazione della protezione sull’interruttore a 20kV del DG Pr og ett Curva Curva Curva Curva Curva Curva Curva Curva Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.9.7 98 F.9.9 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Guasti a terra Nel grafico F.9.8 si riportano i limiti indicati nella norma CEI 0-16. 10000 1000 hie sta Tempo in s 100 10 nc 1 ni 0,1 1 5 2 0,01 10 100 1000 10000 Corrente in A oi 1 L egen da Curva 1 : Limiti massimi di corrente di guasto con Neutro Compensato (CEI 0-16) Pr og ett Curva 2 : Limiti massimi di corrente di guasto con Neutro Isolato (CEI 0-16) Curva 5 : Limiti massimi di regolazione e tempi di eliminazione del guasto (CEI 0-16) Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.9.8 99 F.9.10 Partenza da 20kV al trasformatore da 1000 kVA pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Le caratteristiche di intervento del relé di massima corrente asservito all'interruttore della partenza sono tali da soddisfare le seguenti condizioni: a) proteggere il trasformatore contro il guasto a terra; b) soddisfare le richieste indicati nella norma CEI 0-16, o la lettera di definizione della corrente di guasto di fase e di terra e i relativi valori di regolazione indicati dal Distributore. Il valore di intervento della soglia di massima corrente omopolare deve essere minore o uguale del valore indicato nella norma CEI 0-16 relativo alla soglia 67N (2 A). Si fissa quindi una regolazione: I 51N = 2 A. Il tempo di intervento dovrà essere istantaneo in accordo alla norma CEI 0-16 per guasto a neutro isolato. hie sta Si è supposto che le correnti di guasto a terra siano: − con neutro compensato IF = 50 A; − con neutro isolato IF = 300 A; − con doppio guasto a terra IF = 2000 A F.9.11 Dispositivo Generale Le caratteristiche di intervento del relé di massima corrente accoppiato all'interruttore del dispositivo generale sono tali da soddisfare le seguenti condizioni: c) soddisfare le richieste indicati nella norma CEI 0-16; nc d) proteggere il tratto di collegamento tra il punto di consegna e i trasformatori contro il guasto a terra. Il valore di intervento della soglia di massima corrente omopolare deve essere uguale o minore del valore imposto dalla norma CEI 0-16 relativo alle soglie 67N (2A) e 51N (98 A). ni Il tempo di intervento dovrà essere in accordo con la richiesta della norma CEI 0-16. Con questi valori impostati non viene garantita la selettività con le protezioni poste sulle partenze dei trasformatori in condizioni di neutro isolato, mentre viene mantenuta nelle condizioni di neutro compensato. oi La selettività non è mai assicurata per il doppio guasto a terra che interessi una fase nell’impianto e una fase esterna all'impianto dell'utente. Pr og ett Nel Grafico F.9.10a sono state riportate (in scala logaritmica) le curve di regolazione e la relativa Legenda per reti a neutro isolato; nel grafico F.9.10b le stesse curve per reti a neutro compensato. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 100 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali 10000 1000 hie sta Tempo in s 100 10 1 5 0,1 ni 0,01 nc 11 1 10 12 10 2 100 1000 10000 Corrente in A Legenda 2: 5: 10 11 12 Limiti massimi di corrente di guasto con Neutro Isolato (CEI 0-16) Limiti massimi di regolazione e tempi di eliminazione del guasto (CEI 0-16) : Regolazione della protezione sull’interruttore a 20kV del TR1 : Regolazione della protezione sull’interruttore a 20kV del DG : Regolazione della protezione per doppio guasto a terra sull interruttore a 20kV del DG Pr og ett oi Curva Curva Curva Curva Curva Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.9.10a 101 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali 10000 1000 hie sta Tempo in s 100 10 1 11 5 nc 0,1 12 10 ni 1 0,01 1 10 100 1000 10000 Corrente in A oi L egen da 1: 5: 10 11 12 Limiti massimi di corrente di guasto con Neutro Compensato (CEI 0-16) Limiti massimi di regolazione e tempi di eliminazione del guasto (CEI 0-16) : Regolazione della protezione sull’interruttore a 20kV del TR1 : Regolazione della protezione sull’interruttore a 20kV del DG : Regolazione della protezione per doppio guasto a terra sull interruttore a 20kV del DG Pr og ett Curva Curva Curva Curva Curva Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.9.10b 102 F.10 Esempio 3 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Si consideri, ad esempio, una cabina di produzione da campo fotovoltaico alimentata da rete pubblica con tensione nominale 20 kV e corrente di cortocircuito 12,5 kA. La cabina sia costituita da due trasformatori di potenza pari a 1000 kVA. In questo caso si è previsto di utilizzare il doppio montante come indicato nella norma CEI 016 al capitolo 8.4.2 . Una scelta di questo tipo consente di aumentare la continuità dell’impianto, per un guasto in uno dei due trasformatori l’altro rimane in servizio. DDI1 DG1 DDI2 DG2 PG1 I> 51 I>> 50 Io> 51N SPI I> 51 I>> 50 Io> 51N hie sta SPI PG2 Trasformatore 1000/500/500kVA nc Trasformatore 1000/500/500kVA I dati sono: Inverter S. aux Inverter ni Inverter oi Trasformatori 20 / 0,4 kV potenza nominale: S rT = 1000/500/500 kVA tensione di cortocircuito: u kr = 6% og ett corrente nominale primaria: I rT1 = 28,8 A corrente nominale secondaria: I rT2 = 721,6 A corrente di inserzione: I i = 10⋅I n = 289 A costante di tempo inserzione: T = 0,4 s Pr andamento della corrente di inserzione I(t) = (I i / u r2 ) * e Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 103 (- t/T) Inverter pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Generatore statico 0,4 kV potenza nominale: S rG = 500 kW Corrente nominale: I rG = 722 A Corrente di cortocircuito: I kG = 140% I rG Corrente di cortocircuito lato sbarre di cabina BT trasformatore con generazione: tensione nominale: U r = 0.4kV corrente di corto circuito al secondario del TR, I" kLV = (100 * I rT2 ) / u kr % = 12,0 kA corrispondenti a I" kMT = 240 A riferiti a 20 kV primari. corrente di corto circuito del generatore, I" kG = I rG *140/100 = 1,01 kA corrispondenti a I" kGMT = 20,2 A riferiti a 20 kV primari. corrente di corto circuito sulle sbarre BT, I" kBT = I" kLV + I rG = 12,0 + 1,01 kA = 13,01 kA. hie sta In caso di guasto sul lato alternata dell’inverter lo stesso limita la corrente a valori compresi tra 1,2 e 2 volte la corrente nominale e va in stand-by entro pochi decimi di secondo a seguito dell’intervento delle sue protezioni interne (verificare). Risulta evidente che le protezioni non verranno attivate per la sola corrente di guasto fornita dall’inverter. Vengono forniti valori massimi regolabili sulla protezione di massima corrente e massima corrente di terra nel punto di consegna, si prenderà come esempio i valori indicati nella norma CEI 0-16 al capitolo 8.5.12.3 “Regolazioni della PG”. Protezioni Soglie Tempi di eliminazione del guasto Valori di regolazione nc Massima corrente 51 Prima soglia ≤ 0,5 ≤ 250 A 50 Seconda soglia ≤ 0,12 ≤ 600 A Massima corrente omopolare Soglia guasto a terra ni 51N ≤ 0,12 2A Si riporteranno tali valori su un grafico a scala logaritmica, tenendo conto che tutte le correnti sono state riportate ad un livello di tensione di riferimento che, in questo caso, è 20 kV. og ett oi Come indicato nel capitolo 8.2.4 della CEI 0-16 “, la necessità di ottenere le protezioni I>, I>> dell’impianto Utente (soglia I> presente a richiesta del Distributore) viene soddisfatta con i relé che equipaggiano ciascun dispositivo di montante, imponendo che la somma delle soglie di ciascun relé rispetti i vincoli imposti dal Distributore.”. Questo significa che la prima soglia della protezione non deve assumere come limite la regolazione di 250 A ma di 125 A che sommata alla medesima soglia del secondo generale, regolata anch’essa a 125 A porta il valore totale ai 250 A richiesti. Si riporteranno tali valori su un grafico a scala logaritmica, tenendo conto che tutte le correnti sono state riportate ad un livello di tensione di riferimento che, in questo caso, è 20 kV. Pr Il grafico F.10.1 riporta le curve di regolazione e la relativa Legenda. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 104 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali 10000 6 1000 hie sta Tempo in s 100 10 1a 1 3 nc 0,1 4 2 ni 0,01 1 10 100 1000 10000 100000 Corrente in A oi L egen da 1a 2: 3: 4: 6: : Curva di inserzione del TR1 da 1000 kVA Corrente Nominale del secondario del TR1 pari a 14,45 A Corrente di cortocircuito lato BT riportato al primario pari a 240,5 A Corrente Nominale del primario del TR1 pari a 28,9 A Limiti massimi di regolazione e tempi di eliminazione del guasto (CEI 0-16) Pr og ett Curva Curva Curva Curva Curva Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.10.1 105 F.10.1 Arrivo 400 V dal trasformatore pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Le caratteristiche d’intervento dello sganciatore sono scelte in modo da proteggere il trasformatore contro il sovraccarico. Per la protezione contro il cortocircuito nell’inverter si deve considerare la sola corrente fornita dalla rete del Distributore. Il cortocircuito esterno all’impianto che richiede la sola corrente di guasto fornita dall’inverter non provoca interventi se non quelli delle protezioni interne all’inverter stesso. Si possono fissare i seguenti valori di regolazione: − ritardo lungo: I r1 = 0,9 x 800 = 720 A che corrispondono a 15,1 ÷ 17,3 A riferiti a 20 kV; − ritardo breve: I r2 = 2,5 x I r1 = 1800 A che corrispondono a 32,4 ÷ 39,6 A riferiti a 20 kV; − tempo di ritardo 0 s (vedi esempi precedenti) Pr og ett oi ni nc hie sta Il grafico F.10.2 riporta le curve di regolazione e la relativa Legenda. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 106 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali 10000 6 1000 100 hie sta Tempo in s 3 10 1a 1 nc 0,1 4 7 2 ni 0,01 1 10 100 1000 10000 100000 Corrente in A L egen da 1a 2: 3: 4: 6: 7: : Curva di inserzione del TR1 da 1000 kVA Corrente Nominale del secondario del TR1 pari a 14,45 A Corrente di cortocircuito lato BT riportato al primario pari a 240,5 A Corrente Nominale del primario del TR1 pari a 28,9 A Limiti massimi di regolazione e tempi di eliminazione del guasto (CEI 0-16) Regolazione dellinterruttore arrivo/Inverter 400V riportato al primario del TR1 Pr og ett oi Curva Curva Curva Curva Curva Curva Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.10.2 107 F.10.2 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Dispositivo Generale e Partenza 20 kV trasformatore Si supponga che il relé dell'interruttore sul lato 20 kV sia alimentato con dei trasformatori di corrente di rapporto 50/5 A. Il relé deve svolgere le funzioni di protezione del trasformatore senza che le regolazioni superino le condizioni limite imposte dalla norma CEI 0-16 per il dispositivo generale del cliente: a) regolazione della prima soglia. Essa può essere realizzata, ad esempio, con una curva a tempo inverso (VIT ) regolata a 34,8 A (1,2* IrT1) b) regolazione della seconda soglia è realizzata da una curva a tempo indipendente regolata ad un valore ≤ 125 A con temporizzazione ≤ 0,43 (valore prefissato dalla CEI 0-16); c) tenendo conto della corrente di inserzione del trasformatore e della corrente di cortocircuito sul secondario del trasformatore si decide di regolare a 100 A con tempo di intervento di 0,3 s; hie sta d) regolazione della terza soglia (istantanea). Essa deve essere ≤ 600 A (valore prefissato dalla CEI 0-16). Tenendo conto della corrente di cortocircuito sul secondario del trasformatore, può essere scelto, ad esempio, il valore di 400 A. La regolazione al punto d) soddisfa ancora la condizione di protezione contro i guasti faseterra sul secondario, a monte dell'interruttore generale di bassa tensione, quando questo è connesso a terra. Anche se visto le regolazioni impostate la protezione assicurata è solo per guasti franchi a terra, sarebbe consigliabile in questo caso prevedere una protezione di guasto a terra installata sul centrostella del trasformatore. Essendo, infatti, 240 A la corrente di linea sul lato 20 kV per guasto trifase ai morsetti secondari del trasformatore, la corrente corrispondente per guasto fase-terra è 0,577 x 240 = 138,4 A > 100 A I valori impostati permettono di soddisfare le seguenti condizioni: nc a) proteggere il trasformatore contro la corrente di breve durata (2 s) per guasto ai morsetti secondari; b) non intervenire durante l'inserzione del trasformatore; c) assicurare selettività con la BT. ni Il grafico F.10.3 riporta le curve di regolazione e la relativa Legenda. Pr og ett oi Le regolazioni indicate nei punti precedenti valgono anche per il secondo montante TR2. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 108 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali 10000 6 8 1000 100 10 hie sta Tempo in s 3 1a 1 nc 0,1 4 8 7 2 ni 0,01 1 10 100 1000 10000 100000 Corrente in A L egen da 1a 2: 3: 4: 6: 7: 8: : Curva di inserzione del TR1 da 1000 kVA Corrente Nominale del secondario del TR1 pari a 14,45 A Corrente di cortocircuito lato BT riportato al primario pari a 240,5 A Corrente Nominale del primario del TR1 pari a 28,9 A Limiti massimi di regolazione e tempi di eliminazione del guasto (CEI 0-16) Regolazione dell’interruttore arrivo/Inverter 400V riportato al primario del TR1 Regolazione della protezione sull’interruttore a 20kV del DG e del TR1 Pr og ett oi Curva Curva Curva Curva Curva Curva Curva Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.10.3 109 F.10.3 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Guasti a terra Nel grafico F.10.4 si riportano i limiti indicati nella Norma CEI 0-16. 10000 1000 hie sta Tempo in s 100 10 nc 1 ni 0,1 1 5 2 0,01 10 100 1000 10000 Corrente in A oi 1 L egen da Pr og ett Curva 1 : Limiti massimi di corrente di guasto con Neutro Compensato (CEI 0-16) Curva 2 : Limiti massimi di corrente di guasto con Neutro Isolato (CEI 0-16) Curva 5 : Limiti massimi di regolazione e tempi di eliminazione del guasto (CEI 0-16) Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.10.4 110 hie sta pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Pr og ett oi ni nc – Pagina bianca – Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 111 F.10.4 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Partenza al trasformatore da 1000 kVA e Dispositivo Generale da 20kV Le caratteristiche di intervento del relé di massima corrente asservito all'interruttore della partenza sono tali da soddisfare le seguenti condizioni: a) proteggere il trasformatore contro il guasto a terra; b) soddisfare le richieste indicati nella norma CEI 0-16, o la lettera di definizione della corrente di guasto di fase e di terra e i relativi valori di regolazione indicati dal Distributore. Il valore di intervento della soglia di massima corrente omopolare deve essere minore o uguale del valore indicato nella norma CEI 0-16 relativo alla soglia 51N. Si fissa quindi una regolazione: I 51N = 2 A. Il tempo di intervento dovrà essere istantaneo in accordo alla norma CEI 0-16 per doppio guasto a terra. hie sta Si è supposto che le correnti di guasto a terra siano: − con neutro compensato I F = 50 A; − con neutro isolato I F = 300 A; − con doppio guasto a terra I F = 2000 A Pr og ett oi ni nc Il grafico F.10.5 riporta le curve di regolazione e la relativa Legenda. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 112 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali 10000 1000 10 hie sta Tempo in s 100 1 5 nc 0,1 1 ni 0,01 1 10 100 8 2 1000 10000 Corrente in A L egen da 1 2 5 8 : : : : Limiti massimi di corrente di guasto con Neutro Compensato (CEI 0-16) Limiti massimi di corrente di guasto con Neutro Isolato (CEI 0-16) Limiti massimi di regolazione e tempi di eliminazione del guasto (CEI 0-16) Regolazione della protezione sull’interruttore a 20kV del DG e del TR1 Pr og ett oi Curva Curva Curva Curva Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Grafico F.10.5 113 Allegato G pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Interblocchi di sicurezza G.1 Generalità Nel presente Allegato si illustra un esempio di interblocchi tra le diverse apparecchiature di un impianto nel quale non sono presenti generatori di alcun tipo. Le situazioni impiantistiche ove esistano generatori di energia elettrica sono sempre più numerosi e variegati per complessità e per la fonte primaria utilizzata; per questo motivo, nella presente guida si è evitato di presentare esempi che potrebbero risultare praticamente poco utili per fornire un valido aiuto ai progettisti. G.2 Esempio di interblocchi hie sta Nel presente documento, si raccomanda che la sequenza logica e di sicurezza dei sistemi di interblocco, in presenza di generatori, sia studiata e adottata soltanto a seguito di una particolare e meticolosa verifica della relativa efficacia in ogni situazione di manovra per lavori. Per l’esecuzione dei lavori fuori tensione le Norme CEI EN 50110-1 e CEI 11-27 stabiliscono che “Dopo aver identificato gli impianti elettrici corrispondenti si devono osservare nell'ordine specificato le seguenti cinque prescrizioni essenziali a meno che non vi siano ragioni essenziali per agire diversamente”: 1) sezionare completamente; 2) assicurarsi contro la richiusura; 3) verificare che l'impianto sia fuori tensione; 4) eseguire la messa a terra e in corto circuito; 5) provvedere alla protezione contro le parti attive adiacenti. nc La norma CEI 17-6 stabilisce che “per ragioni di sicurezza e per agevolare l'esercizio si devono prevedere interblocchi fra i differenti componenti l'apparecchiatura”. ni Nella Figura G.2 seguente viene illustrato uno schema, a titolo di esempio, di un sistema di interblocchi a chiave realizzato per una cabina che utilizza apparecchiature prefabbricate di I e II categoria (quadri conformi alla norma CEI 17-6 per la II categoria e quadri conformi alla norma CEI 17-13 per la I categoria) ed inoltre trasformatori MT/BT protetti da grigliati o racchiusi in involucri metallici. oi Per poter accedere in sicurezza all'interno di un Box Trasformatori, Box TR2 nell'esempio illustrato, si devono sezionare tutte le possibili alimentazioni ed eseguire la messa a terra ed in cortocircuito della linea di MT, come di seguito descritto: si apre l'interruttore di MT ( la chiave I2 si libera e la manovra rimane bloccata); − con la chiave S2 anellata alla chiave I2 si sblocca la manovra del sezionatore di linea MT; − si apre il sezionatore di linea MT (la chiave S2 rimane bloccata ); − con l'apertura del sezionatore di linea si libera l'interblocco meccanico del sezionatore di terra MT; − si apre l'interruttore di BT (la chiave B2 si libera e la manovra rimane bloccata); − con la chiave BT2 anellata alla chiave B2 si sblocca la manovra del sezionatore di terra MT (la chiave BT2 rimane bloccata); − si chiude il sezionatore di terra MT e il pannello asportabile o la porta dell'unita funzionale di MT si può aprire (la chiave CT2 si libera e la manovra rimane bloccata); − con la chiave C2 anellata alla chiave CT2 si può togliere la barriera o aprire la porta del Box TR2 (la chiave C2 rimane bloccata). Pr og ett − Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 114 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Per rimettere in servizio il trasformatore si opera in modo inverso e precisamente: si posiziona la barriera o si chiude la porta del Box TR2 (la chiave C2 si libera); − si posiziona il pannello asportabile o si chiude la porta dell'unità funzionale di MT; − con la chiave CT2 anellata alla chiave C2 si sblocca la manovra del sezionatore di terra MT (la chiave CT2 rimane bloccata); − si apre il sezionatore di terra MT (la chiave BT2 si libera); − con l'apertura del sezionatore di terra MT si libera l'interblocco meccanico del sezionatore di linea MT; − si chiude il sezionatore di linea MT (la chiave S2 si libera); − con la chiave I2 anellata alla chiave S2 si sblocca la manovra dell'interruttore MT; − si chiude l'interruttore di MT (la chiave I2 rimane bloccata); − con la chiave B2 anellata alla chiave BT2 si sblocca la manovra dell'interruttore di BT; − si chiude l'interruttore di BT (la chiave B2 rimane bloccata). Pr og ett oi ni nc hie sta − Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 115 pu bb l ett oi ni nc hie sta Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Figura G.2 – Esempio di schema di cabina MT/BT dotata di interblocchi di sicurezza Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 116 Allegato H pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Fattore di precisione dei TA induttivi per protezioni H.1 Fattore limite di precisione dei trasformatori di corrente per protezione Il fattore limite di precisione F1 di un TA per protezione viene definito come rapporto tra il valore più elevato della corrente primaria per il quale il TA soddisfa alle prescrizioni relative all’errore composto e la corrente nominale primaria. Esso determina quindi il valore della corrente primaria (F1 ⋅ Ipn) al di sopra della quale non si può più fare affidamento sulla linearità del rapporto Ip/Is fra corrente primaria e secondaria. Questa affermazione vale solo se il carico secondario è uguale alla prestazione nominale del TA. Nel caso in cui il carico sia inferiore alla prestazione nominale del TA si può ritenere valida la seguente relazione: hie sta [(VA) T + (VA) n ] ⋅ F 1 = [(VA) T + (VA) c ] ⋅ F’ 1 dove: (VA) T = potenza dissipata nel TA alla corrente nominale (praticamente = R s ⋅ I (VA) n = prestazione nominale del TA; (VA) c = carico effettivo alla corrente nominale (apparecchi e collegamenti); 2 sn ); il fattore limite di precisione passa quindi dal valore minimale F 1 al valore effettivo F’ 1 : F'1 = F1 ⋅ (VA) T + (VA)n (VA) T + (VA) c nc Il fattore limite di precisione effettivo di un TA deve soddisfare le due condizioni seguenti: avere un valore sufficientemente alto da assicurare un corretto intervento dei relé di protezione; − avere un valore tale che non vengano superati i limiti termici e dinamici dei relé di protezione. ni − NOTA Il valore della resistenza R s dell’avvolgimento secondario dei TA non rientra tra i dati forniti normalmente dal costruttore salvo richiesta specifica. H.2.1 Esempio di verifica del comportamento della catena di protezione composta dai trasformatori di corrente collegati al relé di protezione oi H.2 Trasformatore di corrente: rapporto (A) 100/5; − classe di precisione 5P 30; og ett − prestazione (VA) 2,5; − resistenza secondaria (Ω) a 75°C 0,06; − altre caratteristiche come da curva di magnetizzazione riportata nel seguito; − Relé di protezione (funzione 50/51); − corrente nominale In (A) 5; − consumo (VA) 0,025 (R r = 0,001 Ω); − tenuta termica 100 I n per 1 secondo; − taratura (soglie a tempo indipendente) da 0,1 I n a 24 I n . 117 Pr − Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 H.2.2 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Caratteristiche dei conduttori di collegamento fra trasformatore di corrente e relé di protezione. 2 sezione (mm ) 2,5; lunghezza (m) 6; resistenza R c a 20°C (Ω) 0,04788; resistenza R c a 75°C (Ω) 0,0579 ≅ 0,06. Calcolo del fattore limite di precisione effettivo (F ’ 1) H.3 F '1 = F1 (VA) T + (VA)n (VA) T + (VA) c dove: = Fattore limite di precisione effettivo F1 = Fattore limite di precisione nominale (30 * ) (VA) T = Potenza dissipata nel TA alla corrente nominale hie sta F’ 1 (Rs × I 2 sn) = 0,06 × 5 = 1,5 VA (*) 2 (VA) n = Prestazione nominale del TA (2,5 VA*) (VA) c = Carico effettivo alla corrente nominale (relé + cavetti collegamento) (Rr + Rc) × I 2 sn= (0,001 + 0,06) × 52 = 1,5 VA Nelle condizioni di carico indicate il nuovo fattore limite di precisione diventa 1,5 + 2,5 = 39,9 ⇒ 40 1,5 + 1,5 nc F ' 1 = 30 Con il fattore limite di precisione ricavato, F’ 1 , si può calcolare il valore di corrente primaria fino alla quale il trasformatore di corrente mantiene una risposta lineare al secondario e precisamente: dove: Ip ni F'1 × Ip ⇒ 40 ⋅ 100 A = 4000 A = Corrente primaria del trasformatore di corrente. Pr og ett oi Rimane ora da verificare che anche il valore dell'errore composto del TA, calcolato al valore effettivo della corrente limite di precisione, F’ 1 , rimanga ancora dentro la classe di precisione dichiarata del TA che nel caso in esame è del 5%. (*) dati rilevati dalla curva di magnetizzazione riportata nel seguito. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 118 H.4 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Calcolo dell'errore composto (E C %) del TA al valore della corrente limite di precisione effettiva (F’ 1 = 40) Vs = (R s + R c + R r ) ⋅ Isn ⋅ F'1 ⇒ Vs = (0,06 + 0,06 + 0,001) ⋅ 5 ⋅ 40 = 24,2 V ⇒ 24 V dove: Vs = Tensione secondaria effettiva (o di funzionamento); Rs = Resistenza interna del trasformatore di corrente; Rc = Resistenza cavetti di collegamento; Rr = Resistenza interna del relé; I sn = Corrente nominale secondaria del trasformatore di corrente; F’ 1 = Fattore limite di precisione effettivo. Dalla curva di magnetizzazione riportata nel seguito, a fronte di 24 V di tensione secondaria effettiva, la corrente di eccitazione (I0) è uguale a 1,30 A. I0 ⋅ 100 ⇒ Ec% = 1,3 ⋅ 100 = 0,65 hie sta Ec% = I sn ⋅ F'1 5 ⋅ 40 Risulta verificato che il TA rimane nella sua classe di precisione ( inferiore a 5%). CURVA DI MAGNETIZZAZIONE Trasformatore di Corrente tipo Rapporto Primario avvolto (ARM3-N1) 100/5 Corrente Primaria Permanente (A) 120 Classe di Precisione 5P 30 Norme 2,5 nc Prestazione CEI EN 60044-1 Spire Primarie Spire Secondarie Nucleo X 80 0,06 Tipo Toroidale Materiale Fe-Si oi Y ni Resistenza Secondaria (Ω) a 75°C 4 13,5 50 Pr og ett Frequenza (c/s) 0,65 Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 119 hie sta Ginocchio I valori letti sul grafico devono essere moltiplicati per 'Y' pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali I valori letti sul grafico devono essere moltiplicati per 'X' Analizzando con lo stesso criterio i trasformatori di corrente con i rapporti di trasformazione di più comune impiego nei quadri compatti di tipo protetto utilizzati negli impianti collegati alla rete MT del distributore pubblico, si possono fare le seguenti considerazioni. Con il rapporto minimo 25-50/5 A in caso di guasto di fase sul lato BT del trasformatore da 1250 kVA la risposta è lineare e si può realizzare la selettività MT/BT. nc Per guasti di fase sul lato MT oltre un certo valore di circa (1000-2000) A deve essere il costruttore a garantire il corretto funzionamento dell'insieme trasformatore di corrente e relé di protezione con le tarature imposte dal distributore pubblico. ni Per rapporti intermedi (oltre 50 A e inferiore a 300 A) la risposta è lineare per guasti di fase sul lato BT del trasformatore da 1250-2500 kVA e quindi è assicurata la selettività MT/BT. Per guasti di fase sul lato MT oltre un certo valore (circa 2000-9000 A) deve essere il costruttore a garantire il corretto funzionamento dell'insieme trasformatore di corrente e relé di protezione con le tarature imposte dal distributore. oi Con il rapporto massimo 300-600/5 A è garantita la risposta lineare per guasti di fase sia sul lato MT sia sul lato BT del trasformatore da 2500 kVA ed è quindi assicurata la selettività. TABELLA RIASSUNTIVA DELLE CARATTERISTICHE DEI TRASFORMATORI DI CORRENTE FI1 I pn con risposta lineare al secondario Ec% 25/5 42 1050 0.176 50/5 42 2100 0.176 100/5 40 4000 0.65 300/5 30 9000 3 600/5 30 18000 3 Pr og ett Rapporto Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 120 Allegato I pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Metodi di riduzione del campo elettromagnetico (CEM) in cabine elettriche I.1 I.1.1 Possibili interventi di riduzione del campo elettromagnetico (CEM) associabile a cabine MT/BT Premessa I.1.2 hie sta Per l’esposizione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici a frequenza industriale, si deve far riferimento alla Legge 22 febbraio 2001, n. 36 “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici” pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 55 del 7 marzo 2001 ed al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 luglio 2003 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti.” Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 200 del 29 agosto 2003, nonché al Decreto 29 maggio 2008 del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare pubblicato sul Supplemento ordinario n.160 alla Gazzetta ufficiale 5 luglio 2008 n. 156 “Approvazione della metodologia di calcolo per la determinazione delle fasce di rispetto per gli elettrodotti Decreti Ministeriali 29/5/2008“ nonché, al Decreto 29 maggio 2008 del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare pubblicato sullla Gazzetta Ufficiale N. 153 del 2 Luglio 2008 “Approvazione delle procedure di misura e valutazione dell'induzione magnetica”. Metodi di mitigazione dei campi magnetici generati da cabine elettriche Pr og ett oi ni nc Per quanto riguarda i metodi di mitigazione dei campi magnetici generati dalle cabine MT/BT si rimanda a quanto riportato nella Guida CEI 106 – 12 “Guida pratica ai metodi e criteri di riduzione dei campi magnetici prodotti dalle cabine MT/BT”. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 121 Allegato J pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Dimensionamento termico e ventilazione J.1 Generalità I componenti elettrici durante il loro funzionamento producono calore, soprattutto per effetto Joule. Il calore deve essere ceduto all’ambiente esterno affinché la temperatura non assuma valori tali da far superare i limiti massimi consentiti dalle norme di prodotto. A regime, il calore, cioè il lavoro prodotto dalle perdite, deve essere pari a quello assorbito dal fluido refrigerante. Se anziché in aria libera i componenti sono racchiusi dentro un involucro, ad esempio una cabina, occorre prevedere un opportuno sistema di ventilazione, naturale o forzato, per smaltire il calore. Poiché il lavoro prodotto e assorbito deve essere riferito alla stessa unità di tempo, risulta più comodo considerare la potenza anziché il lavoro. Le apparecchiature durante il loro funzionamento non devono superare il valore massimo di temperatura per non degradare i materiali isolanti o dover ricorrere a declassamenti. Caratteristiche componenti hie sta J.2 Le caratteristiche dei componenti sono indicate nelle norme di prodotto, con riferimento ad una temperatura ambiente media giornaliera di 35°C, massima di 40°C e un valore massimo di sovratemperatura per i materiali di cui sono costituiti. Norma CEI EN 62271-1 per le apparecchiature di AT. Norma CEI EN 60439 per le apparecchiature di BT. Per i trasformatori di potenza in olio con raffreddamento in aria ONAN, si considera una temperatura ambiente di 40°C, una temperatura media mensile di 30°C e media annuale di 20°C. nc Nelle Norme CEI 14, serie, sono poi contenute tutte le rimanenti prescrizioni riguardanti le temperature. Per i trasformatori di potenza a secco, con raffreddamento in aria naturale o forzata, AN/AF i valori delle temperature massime sono indicati nella Norma CEI 14-8. Temperatura e sovratemperatura ni J.2.1 La temperatura massima di funzionamento delle apparecchiature, intesa come somma delle possibili combinazioni della temperatura ambiente con la sovratemperatura, non può essere superata. oi Con l’aumentare della temperatura ambiente all’interno della cabina si riduce il valore di sovratemperatura disponibile, (salto termico necessario per lo smaltimento del calore prodotto dalle perdite) e i cataloghi dei costruttori forniscono le relative prestazioni in tali condizioni di funzionamento. og ett Qualora non si riesca a mantenere nella cabina la temperatura massima consentita di 40°C, asportando il calore prodotto dalle perdite per mezzo di opportuni sistemi di ventilazione, è necessario provvedere al declassamento delle apparecchiature cioè ridurre la potenza del macchinario e la portata dei collegamenti. Questi valori si possono facilmente calcolare conoscendo la temperatura massima del componente e la temperatura dell’ambiente di lavoro e risultano dati dal valore nominale moltiplicato per un coefficiente X pari alla radice quadrata del rapporto tra le sovratemperature. Pr Ad esempio, confrontando i valori della temperatura ambiente di 40°C e 45°C si ha: X= (105°C − 45°C )/ (105°C − 40°C ) = 0,96 Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 122 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali e un trasformatore di potenza nominale P, può venire impiegato solo fino a 0,96·P. Più semplicemente si può fare ricorso ai cataloghi dei costruttori che forniscono per i trasformatori delle tabelle di consultazione del tipo: − temperatura ambiente 40°C potenza nominale P − temperatura ambiente 45 °C potenza P·0,97 − temperatura ambiente 50°C potenza P·0,94 − temperatura ambiente 55°C potenza P·0,90 Indicazioni simili sono fornite anche per le altre apparecchiature. J.3 hie sta Si ricorda che la sovratemperatura massima Δθ, differenza tra la temperatura massima ammissibile e quella di riferimento a 40°C ambiente, è il valore che il costruttore deve rispettare nella esecuzione delle prove di riscaldamento sulle apparecchiature. Infatti conducendo la prova di riscaldamento a qualsiasi temperatura ambiente non superiore a 40°C, il valore di Δθ ricavato permetterà di stabilire se il componente non supererà la temperatura massima ammissibile, qualora fosse installato in un ambiente fino a 40°. I valori dei Δθ sono poi necessari anche per lo sviluppo di particolari calcoli. Criteri di dimensionamento Con riferimento alla Figura J1 che segue le apparecchiature incluse nell’area tratteggiata, s’intendono all’interno della cabina. J.3.1 Temperatura di riferimento Si ipotizza che la Cabina sia localizzata in un’area dove le temperature meteorologiche siano: temperatura massima 30 °C; − temperatura minima 0 °C − media delle massime 25 °C. nc − Si supponga che la temperatura dell’ambiente interno alla cabina sia di 30 °C e il manufatto edile sia un prefabbricato o un edificio in muratura provvisto di ventilazione naturale e che la temperatura interna sia di 10 °C superiore a quella esterna. J.3.1.1.1 Trasformatore T ni J.3.1.1 In olio a raffreddamento naturale, ONAN oi Il trasformatore in servizio continuo non dovrà superare la temperatura massima di 100°C per l’olio e di 105°C per l’avvolgimento e le sovratemperature con riferimento ad un ambiente di 30°C saranno di 70 K e di 75 K og ett La conoscenza delle temperature massime e delle sovratemperature permette infatti di determinare la capacità di sfruttamento del trasformatore al variare della temperatura ambiente. Si prenda ad esempio un trasformatore in olio con tensione nominale 24 kV,potenza nominale di 1000 kVA e del tipo a perdite normali. Si avranno i seguenti dati caratteristici: Potenza A n = 1 000 kVA, perdite nel ferro P fe = 1 700 W e perdite nel rame Pcu=10 500 W Esprimendo i valori delle perdite in termini relativi e riferiti a P fe si ottiene p fe = 1 e pcu = 10500/1700 = 6,18 Pr Sapendo che l’equazione fondamentale tra le perdite nominali, temperatura ambiente massima e sovratemperatura massima è del tipo P tot = k(tm-ta) e indicando con Δθ la differenza di temperatura si ottiene k = P tot /Δθ. Il fattore k è una costante per il trasformatore in quanto rapporto tra valori nominali. Considerando il valore Δθ di 60 K dell’olio si ha che k = 7,18/60 o meglio k = 1/8,35 Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 123 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Risulta ora possibile valutare le combinazioni possibili di utilizzo del trasformatore al variare del carico o della temperatura ambiente. È noto che le perdite nel ferro sono costanti al variare del carico, restando immutata la tensione, mentre le perdite nel rame variano con il quadrato della corrente, per cui passando 2 da una condizione di carico A n ad una αA n le perdite nel rame diventeranno α • P cu . Si può così verificare fino a che temperatura ambiente massima possa funzionare un trasformatore sottoposto a sovraccarico. Sia ad esempio α = 1,1 si ottiene che perdite totali in 2 termini relativi sono date da ptot = 1+(1,1) • 6,18 da cui ptot = 8,48. In questa situazione la sovratemperatura risulta Δθ = p tot /k cioè 8,48 • 8,35 pari a Δθ = 70 K; pertanto, per non superare la temperatura massima di 100 °C nell’olio, il trasformatore può funzionare al 110 % solo in un ambiente con un massimo di 30 °C. Con lo stesso criterio si può ad esempio calcolare quale potenza può fornire un trasformatore che funzioni ad una temperatura ambiente superiore a quella nominale di 40 °C. Si supponga ad esempio che la temperatura ambiente sia di 45 °C. L’equazione precedente permette sempre di scrivere che ptot = k·Δθ dove ora Δθ = 55 K per cui p tot = 55·(1/8,35) = 6,69. hie sta Sottraendo il valore unitario delle perdite nel ferro si ottiene che le perdite nel rame in termini unitari sono pari a 5,59, mentre il valore nominale a 40 °C era 6,18. Quindi scrivendo l’equazione 5,59 • α = 6,18 si ottiene che α è pari a 2 5,59 6,18 = 0,95 . Lo stesso trasformatore a 45°C ambiente può essere utilizzato solo al 95% della sua potenza. J.3.1.1.2 Interruttore, I1 nc L’interruttore I1 è dimensionato in corrente sulla base della potenza nominale del trasformatore e si supponga che tale corrente sia di valore In1. Dal catalogo del costruttore si sceglie un interruttore con una corrente nominale I n2 , e tale che soddisfi le caratteristiche tecniche contenute nella norma CEI EN 60947-2.La corrente nominale indicata dal costruttore è riferita a 40°C ed in aria libera, per cui a seconda delle condizioni di installazione, occorrerà procedere o meno ad un declassamento per le condizioni ambientali e la collocazione dentro involucro. Indicando con K1 il declassamento dovuto alla temperatura ambiente e con K2 quello per la posa dentro involucro, si dovrà soddisfare la relazione J.3.1.1.3 ni I n2 • K 1 .K 2 > I n1 Sbarre, S J.3.1.1.4 oi Con la sigla si vuole indicare il sistema di sbarre con è stato realizzato il quadro. Il quadro deve essere conforme alla norma di prodotto della serie CEI EN 61439 e con prestazioni adatte allo scopo. La corrente nominale del quadro è riferita a 40°C e in funzione della temperatura ambiente e del grado di protezione previsto per l’involucro, se necessario,occorrerà procedere ad un declassamento in termini di corrente. Interruttore I2 Pr og ett L’interruttore I 2 è dimensionato in corrente sulla base della potenza (nominale) del carico; valgono le stesse considerazioni fatte per l’interruttore I 1 . Se la corrente del carico è I nc si sceglierà un interruttore con corrente nominale I n4 verificando che: Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 I n4 • K 1 ·K 2 > I nc 124 J.3.1.1.5 Cavo, C pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Dal catalogo del costruttore si ricava la portata del cavo riferita a determinate condizioni di posa (es. cavo posato singolarmente a 20 °C di temperatura ambiente). È necessario introdurre coefficienti che tengano conto di: K 2 tipo di posa; K 3 vicinanza di altri cavi caldi. Si dovrà verificare che: I nc / (K 2 • K 3 ) < I z essendo I z la portata del cavo singolo a 20 °C e Inc la corrente assorbita dal carico. NOTA Si rammenta che il cavo (in bassa tensione) deve essere verificato anche in base alla caduta di tensione (per i motori sia in servizio normale sia allo spunto).Il cavo deve essere dimensionato anche sulle temperature massime raggiungibili in cortocircuito. Si veda al proposito la Norma CEI 64-8. J.3.1.1.6 Utilizzatore U Pr og ett oi ni nc hie sta Valgono le stesse considerazioni fatte per il trasformatore, con l’accortezza di fare riferimento alle normative proprie dell’utilizzatore (es. motori). Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Figura J1 125 J.4 J.4.1 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Ventilazione del locale Generalità Se necessario, occorre prevedere la ventilazione naturale o forzata. Il numero, la dislocazione e la sezione delle aperture di ventilazione devono essere scelti in funzione dell’ubicazione dell’apparecchiatura e della quantità di calore da smaltire. Qualora le condizioni ambientali lo richiedano, devono essere adottati opportuni accorgimenti quali riscaldamento, essiccatori di aria, ventilazione forzata in grado di evitare l’eventuale formazione di condensa; ciò indipendentemente dai mezzi previsti per il raffreddamento dell’apparecchiatura. NOTA Per ambienti con grado d’inquinamento 3, potrebbe essere necessario pressurizzare il locale cabina per evitare l'ingresso di polveri conduttrici o potenzialmente conduttrici. J.4.1.1 Ventilazione naturale Nel locale è necessario prevedere: Nella parte inferiore, una o più prese d’aria con bordo inferiore opportunamente sopraelevato rispetto al pavimento del locale (indicativamente 20 cm); nella parte superiore, camini oppure finestre preferibilmente aperte verso l’aria libera. hie sta La ventilazione si realizza in modo che la temperatura massima dei componenti elettrici della cabina non sia superata in tutte le condizioni di carico e di temperatura dell’ambiente esterno. Le prese d’aria non possono attingere da locali che si trovino a temperature elevate o da luoghi che siano classificati con pericolo di esplosione secondo la Norma CEI 31-30. I dispositivi di aerazione, sono tali, pur senza nuocere a una buona ventilazione, da assicurare un grado di protezione tale da impedire la penetrazione di acqua o neve, l’ingresso di animali e oggetti in grado di provocare incidenti e la possibilità di affissione di manifesti. J.4.2 Perdite nella cabina Per determinare la portata d’aria necessaria e la sezione delle aperture per la ventilazione, si deve conoscere la quantità di calore complessivo prodotto dalle perdite nella cabina. Esempio di calcolo per ventilazione naturale dei locali con trasformatori oi J.4.3 ni nc Il calore provoca un continuo aumento della temperatura interna, fino a che non si raggiunge il regime termico, calore prodotto pari a quello smaltito all’esterno tramite il sistema di ventilazione. Il componente che produce le maggiori perdite è il trasformatore e per calcolare le perdite complessive di una cabina si possono utilizzare dei metodi semplificati che si possono stimare, sommando le perdite degli altri componenti a quelle totali del trasformatore. Il metodo più semplice è quello di considerare come perdite aggiuntive un valore circa il 10%÷15% delle perdite totali del trasformatore. Un altro metodo è di considerare per le 2 perdite aggiuntive dei valori riferiti al m di superficie della cabina (valori tipici attorno a 2 2 100 W/m ÷ 200 W/m ). Un altro metodo è di considerare le perdite dei componenti fornite dai costruttori e stimare un valore delle perdite dei cavi. Pr og ett Per la ventilazione naturale, si può prevedere, ad esempio, un’apertura inferiore S (entrata di aria fresca) e una superiore S’ (uscita di aria calda), quest’ultima con sezione di circa il 10% maggiore rispetto a quella inferiore, posta sopra il trasformatore MT/BT e preferibilmente sul lato opposto del locale (vedere la Figura J2 seguente). Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 126 hie sta pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Figura J2 Senza voler escludere che ve ne siano altre parimenti adatte allo scopo, il calcolo può essere eseguito con la formula sperimentale (Gotter) seguente: z S = 4,25 ⋅ P ⋅ nc H ⋅ ΔT dove 3 2 = superficie netta dell’apertura di entrata [m ]; P = perdite complessive da dissipare [kW]; z = perdite di carico = P c + C d ·N dove Pc = valore numerico opportuno che tiene conto delle perdite di carico; Cd = a un valore numerico sperimentale (1÷1,5) che tiene conto dell’aumento delle perdite di carico per ogni variazione di direzione del flusso d’aria; N = numero di cambi di direzione del flusso d’aria; H = interasse tra le due aperture (m); oi ni S Pr og ett ∆T = differenza di temperatura dell’aria tra ingresso e uscita [K]. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 127 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Ad esempio, per mantenere all’interno della cabina indicata una temperatura di 40 °C, con temperatura esterna 30 °C, i valori delle sezioni S delle aperture necessarie per la ventilazione, sono dati dalla seguente espressione: Pc = 4 (valore che è spesso riportato nei manuali); Cd = 1; N = 2 cambi di direzione del flusso d’aria tra ingresso e uscita. z=4+2x1=6 S = 4,25 ⋅ P ⋅ 6 H ⋅ 10 3 da cui S = 0,33 ⋅ P H Per evitare turbolenze indesiderate della circolazione dell’aria si dovrebbe mantenere una distanza minima (circa 200 mm) tra il trasformatore e le pareti presso cui si affaccia. NOTA 1 Si tenga presente che la superficie S sopra determinata è quella che presenta la griglia montata sull’apertura d’ingresso dell’aria (superficie netta.) hie sta NOTA 2 Va da sé che se la temperatura media esterna al locale cabina è sempre maggiore di quella prefissata per il suo interno, non è possibile impiegare la ventilazione, né ricorrere al declassamento delle apparecchiature di cabina, ma si deve ricorrere al condizionamento del locale cabina. Per il calcolo delle sezioni delle aperture di ventilazione nei locali con trasformatori si possono impiegare anche altre espressioni, reperibili nei cataloghi dei costruttori. I valori più comuni delle finestre di apertura sono: S = 0,238 P/√h [m ] nel caso di un’apertura di ingresso ed una di uscita; S = 0,119·P/√h [m ] 2 aperture di ventilazione poste ciascuna su ogni parete; 2 2 Dove S è la sezione netta, P le perdite complessive in [kW] e h è l’interasse tra le aperture espresso in [m]. Ventilazione forzata nc J.4.4 oi ni Quando la disposizione dei locali e le perdite elevate non consentono di smaltire il calore con la sola ventilazione naturale si ricorre alla ventilazione forzata. In genere la ventilazione forzata è dimensionata per il 30%/50% della potenza termica da smaltire, oltre questo limite entra automaticamente in azione la ventilazione forzata (ventilazione di tipo misto) attivata da un termometro ambiente tarato sui 30°C/35°C o dalle protezioni termiche del trasformatore. La ventilazione forzata, estraendo l'aria dal locale, annulla l'effetto camino dunque sostituisce la ventilazione naturale; perciò non si deve aggiungere alla portata dell'estrattore quella della ventilazione naturale. La quantità dell’aria di ventilazione può essere calcolata conoscendo la quantità di calore da disperdere e lo scarto ammissibile tra la temperatura nel locale e quella dell’aria esterna. J.4.4.1 Esempio di calcolo della ventilazione forzata nei locali con trasformatori. og ett Senza voler escludere il ricorso ad altre espressioni, per il calcolo della portata necessaria ad assicurare il raffreddamento di un trasformatore si può utilizzare la seguente: Q=P·860/ (c p ρ·ΔT) dove 3 Q = portata d’aria in [m /h]; ∆T = differenza di temperatura tra ingresso e uscita dell’aria, supposta di 10 K; P = perdite totali da dissipare [kcal/h]; ρ = densità dell’aria 1,13 [kg/m ] a 40 °C; 3 c p = calore specifico dell’aria a pressione costante 0,242 [kcal/kg °C]; Pr 860 = coefficiente di trasformazione 1 [kcal/h] = 1/860 [kW]. 128 Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 3 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Volendo esprimere la portata d’aria in m /s per ogni kW da dissipare, si ottiene: Q= P ⋅ 860 3600 ⋅ 0,242 ⋅ 1,13 ⋅ 10 = 0,088 ⋅ P [m /s] 3 Oppure, sempre ipotizzando una temperatura interna di 40°C e una esterna di 30°C, con l’espressione equivalente Q=P /(ρ·c p Δθ ) Dove P è espressa in kW e cp in [kJ/kg°C]; Q = P/(1,13·1,013·10); Q = 0,088 P 3 [m /s] La portata d’aria oraria del ventilatore sarà: hie sta Q = 0,088·P·3600 3 Q = 317·P [m /h] Il valore della portata dovrà poi essere maggiorato di circa il 10% per tenere conto delle perdite di carico. Esempio Si abbia una cabina con dimensioni in pianta di 6 m per 3 m e altezza di 2,8 m. Si voglia mantenere la temperatura interna a 40°C con una temperatura esterna di 30°C e si consideri il trasformatore caricato alla piena potenza. nc Nella cabina sia contenuto un trasformatore in resina da 1000 kVA, 24 kV, V cc = 6%,con perdite totali di 13,3 kW e siano 2 kW le perdite della restante apparecchiatura. Le perdite complessive da dissipare sono P tot = 15,3 kW. ni Si supponga di voler realizzare un’apertura inferiore in una parete e una superiore nella parete opposta e che l’interasse sia di 2 m. Utilizzando una della formule semplificata si ottiene che la sezione netta delle aperture risulta A = 0,238·15,3/√2 A = 2,6 m 2 oi Volendo invece realizzare un raffreddamento tramite la ventilazione forzata, la portata del ventilatore risulterà Q = 1,1·Ptot/ (1,13·1,013·10); og ett Q = 0,096·15,3 = 1,47 [m 3 /s]. La portata d’aria oraria del ventilatore sarà J.4.5 Q h = 1,47·3600 = 5290 [m 3 /h] Condizionamento d’aria Pr Per condizioni d’esercizio particolari (vedere anche la nota 2 di 4.3.2.3.2) o per certi materiali può essere necessario un condizionamento dell’aria per mantenere la temperatura e il grado di umidità della cabina entro limiti prefissati. In caso si debba realizzare l’impianto di condizionamento, i locali cabina saranno previsti con altezza adeguata per permettere di collocare gli eventuali condotti per la circolazione dell’aria , preferibilmente, in corrispondenza dei passaggi tra i quadri elettrici. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 129 Allegato K pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Esempio di criterio di scelta dei trasformatori basato sulla capitalizzazione delle perdite K.1 Criterio di scelta La capitalizzazione delle perdite, permette una valutazione economica del costo delle macchine basandola sulle perdite, tale formula è del tipo: C c =C T +APo +BP K dove costo capitalizzato; CT prezzo all’offerta; A valore monetario per W delle perdite a vuoto; P0 perdite a vuoto garantite in W; B valore monetario per W delle perdite a carico; PK perdite dovute al carico in W. hie sta Cc Nel valutare l’acquisto del trasformatore si dovrebbe tener conto non solo del costo iniziale ma di quello capitalizzato su un certo numero di anni di esercizio, per tener conto delle perdite e da quest’analisi potrebbe essere più conveniente l’acquisto di una macchina a perdite ridotte anche se più costosa. Confrontando un trasformatore da 1000 kVA-24 kV a perdite ridotte con l’analogo a perdite normali, esempio Trasformatore in olio a perdite ridotte tipo P fe = 940 W e P cu = 7600W con − Trasformatore in olio a perdite normali tipo P fe = 1700 W e P cu = 10500W nc − si possono fare le seguenti considerazioni. ni Supponendo che il trasformatore abbia un carico del 60 % della potenza per 16 ore al giorno durante i 230 giorni lavorativi e il 10 % nelle restanti 8 ore, mentre durante i 135 giorni festivi sia il 10 % per tutte le 24 ore, con il trasformatore a perdite ridotte si avranno le seguenti perdite annuali: 365x24x0.94 8 234 kWh; Pcu 230x16x0.6x0.6x7.6 10 068 kWh; Pcu 230x8x0.1x0.1x7.6 140 kWh; Pcu 135x24x0.1x0.1x7.6 246 kWh. oi P fe og ett In totale si avranno circa 18 868 kWh di perdite. Con il trasformatore in olio a perdite normali invece si avranno le seguenti perdite annuali: P fe 365x24x1.70 14 892 kWh; P cu 230x16x0.6x0.6x10.5 13 910 kWh; P cu 230x8x0.1x0.1x10.5 193 kWh; P cu 135x24x0.1x0.1x0.1x10.5 340 kWh. Pr In totale si avranno circa 29 335 kWh di perdite. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 130 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Volendo poi valutare il costo delle perdite su un arco di utilizzo di 10 anni utilizzando la formula indicate. Supponendo che i costi medi dell’energia per fascia oraria siano: A 0,098 Є/kWh B si ottengono i seguenti valori: Trasformatore in olio a perdite ridotte: 0,13Є/kWh, A x P fe 8234 x 0.098 x 10 A x P fe 8 070 Є B x P cu 10454 x 0.13x10 B x P cu 13 590 Є Costo totale delle perdite pari a circa 21 660 Є. Trasformatore in olio a perdite normali: A x P fe 14892 x 0.098 x 10 A x P fe 14 594 Є B x P cu 14443 x 0.13 x 10 B x P cu 18 776 Є hie sta Costo totale delle perdite pari a circa 33 370 Є. Pr og ett oi ni nc É necessario valutare, infine, se il risparmio calcolato di 11 710 Є giustifica la scelta del trasformatore a basse perdite che ha, per contro, un costo di acquisto superiore. Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 131 Allegato L pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Simbologia della funzione dei relé L.1 Premessa In Italia è vigente la Norma CEI EN 60617-7 che definisce la simbologia e la relativa funzione dei relé impiegati a vario titolo nelle apparecchiature, nelle stazioni di produzione, di trasformazione, di rifasamento e di conversione elettriche. Molti operatori del settore elettrico, nonostante quanto suddetto, utilizzano la codifica ANSI/IEEE della Norma C37.2. Per agevolare, perciò, gli installatori ed i progettisti, specialmente se impegnati in attività di modeste e piccole dimensioni, nel presente Allegato si forniscono le tabelle relative alla simbologia ANSI/IEEE. Si ricorda, tuttavia, che la Norma CEI EN 60617-7 ne vieta l'uso e consente che essa possa essere utilizzata solo a commento di quella europea. hie sta Un esempio dell'uso corretto della simbologia è quello di utilizzare la simbologia riportata nella colonna a destra della Tabella K.1 e commentata dal codice ANSI/IEEE: Tabella K.1 Codice ANSI/IEEE Definizione della funzione Simbologia corrispondente alla Norma CEI EN 60617-7 51 Massima corrente di fase temporizzata I> 50 Massima corrente di fase istantanea I> =0 Massima corrente di terra temporizzata I> 50N Massima corrente di terra istantanea I> 67 Massima corrente di fase direzionale nc 51 N 67N I> =0 =0 Tabella K.2 informativa sulla codifica generale dei relé secondo ANSI/IEEE ni L.2 Massima corrente omopolare direzionale I> =0 Tabella K.2 Apparecchio di comando per inizio delle manovre og ett 1 Definizione oi Codice ANSI/IEEE 2 Relé a tempo per messa in marcia di una macchina o di un impianto o per chiusura di un interruttore. 3 Riservato per applicazioni future Pr 4 Contattore o relé di comando principale Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Descrizione Può essere un pulsante, un commutatore, un relé voltmetrico, un interruttore a galleggiante, ecc. destinato a mettere in servizio o fuori servizio un determinato complesso, o direttamente, o sotto il controllo di altri apparecchi, quali relé a tempo o protettivi. Serve a introdurre un certo intervallo di tempo nel susseguirsi, di due operazioni in una sequenza automatica. Dispositivo in genere comandato dal n. 1 (o equivalente), dai blocchi e da opportune protezioni; serve a chiudere e aprire una serie di circuiti di comando col risultato di mettere In servizio un complesso in determinate condizioni e di fermarlo in altre determinate condizioni oppure in caso di guasto. 132 Codice ANSI/IEEE pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Definizione Descrizione Dispositivo di arresto Ha come scopo principale di mettere e mantenere fuori servizio un complesso 6 Interruttore o contattore d'avviamento Ha come scopo principale di collegare una macchina allasua sorgente di avviamento 7 Interruttore anodico Inserito nei circuiti anodici di un raddrizzatore a vapore di mercurio principalmente per interrompere ali archi di ritorno 8 Interruttore dei circuiti di comando Interruttore o separatore a comando manuale usato col preciso scopo di attaccare o staccare le sbarre e le apparecchiature di comando dalla loro sorgente di alimentazione 9 Dispositivo invertitore Serve a invertire le connessioni di un circuito 10 Commutatore dell' ordine di precedenza dei gruppi In un impianto composto di diversi gruppi serve a cambiare l'ordine con cui i gruppi stessi entrano in servizio o si arrestano 11 Trasformatore per alimentazione dei circuiti di comando in corrente alternata 12 Dispositivo di massima velocità hie sta 5 13 Dispositivo di velocità sincrona 14 Dispositivo di minima velocità Funziona intorno alla velocità di sincronismo normale di una macchina, come ad esempio un interruttore centrifugo, un relé di scorrimento o di tensione, un relé di minima corrente, ecc Mantiene la velocità o la frequenza di una macchina o di un sistema su un certo valore oppure entro determinati limiti. (Entrano in questa definizione i dispositivi che servono a portare un gruppo sincrono alla velocità corrispondente all'attuale frequenza di rete durante una manovra di parallelo automatico) Dispositivo regolatore di velocità 16 Dispositivo di comando per carica batteria 17 Interruttore o contattore per la messa in corto circuito del campo serie di una macchina o per la chiusura di altro circuito in parallelo al campo stesso 18 Interruttore, contattore o relé di accelerazione o decelerazione Chiude direttamente o provoca la chiusura di circuiti destinati ad accelerare o decelerare una macchina Contattore o relé per il passaggio dalla fase di avviamento a quella di marcia normale Provoca nei circuiti principali di una macchina il passaggio dalle connessioni di avviamento a quelle di marcia ni Organo idraulico di intercettazione comandato elettricamente og ett 20 oi 19 nc 15 Relé a impedenza Funziona quando l'impedenza di un circuito sale o scende a un valore determinato 22 Interruttore o contattore di stabilizzazione Chiude ed apre le connessioni di stabilizzazione o equiripartizione di corrente fra i circuiti di campo delle macchine o fra i regolatori di tensione, in un impianto composto di vari gruppi 23 Dispositivo regolatore di temperatura Pr 21 Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 133 Codice ANSI/IEEE pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Definizione Descrizione 24 Interruttore o contattore per collegamento di sbarre 25 Dispositivo selettore di parallelo Apparecchio che interviene solo nell'istante in cui due circuiti a corrente alternata si trovano in condizioni reciproche tali di tensione,frequenza e fase, da consentire la messa in parallelo dei circuiti stessi 26 Dispositivo termico di protezione Interviene quando la macchina o l'apparecchio sul quale è applicato raggiunge una determinata temperatura massima o minima 27 Relé di minima tensione in corrente alternata 28 Dispositivo termico a resistore 29 Interruttore o contattore o sezionatore di Dispositivo usato per servizio di emergenza, manutenzione isolamento o prove hie sta Dispositivo a ripristino manuale che fornisce segnalazioni ottiche, ad esempio, in caso di intervento dei dispositivi di protezione; può anche essere utilizzato con funzioni di blocco Relé a cartellino 31 Dispositivo di eccitazione separata 32 Relé o dispositivo per inversione di potenza in corrente, continua 33 Interruttore di posizione 34 Combinatore di sequenza a motore 35 Dispositivo per il comando delle spazzole o per la messa in cortocircuito degli anelli 36 Dispositivo di polarità Chiude o apre il suo contatto quando il dispositivo principale a CUI e applicato (il quale non ha numero in questa classificazione) raggiunge una posizione determinata ni oi Serve a determinare con i suoi contatti la sequenza di funzionamento dei dispositivi principali nel corso delle manovre di avviamento, arresto, ecc. Funziona, o permette il funzionamento di un altro apparecchio, soltanto con una certa polarità di alimentazione Relé di minima corrente o di minima potenza Dispositivo per eccessiva temperatura dei supporti og ett 38 Serve per connettere il campo derivato di una convertitrice a una sorgente di eccitazione separata durante l'avviamento, oppure per inserire i circuiti di eccitazione e di innesco di un raddrizzatore nc 30 37 Funziona in base alla temperatura di un resistere destinato a rivelare limitare o smistare un carico eccessivo Contattore per indebolimento della eccitazione di una macchina 40 Relé di eccitazione Interviene per un determinato valore, della corrente di eccitazione di una macchina 41 Interruttore o contattore di eccitazione Applica o toglie l'eccitazione all'avvolgimento di campo di una macchina 42 Interruttore o contatto re di marcia Ha in genere lo scopo di connettere una macchina alla sua sorgente di alimentazione normale (piena tensione) Pr 39 Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 134 Codice ANSI/IEEE pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Definizione Descrizione 43 Commutatore di predisposizione del servizio Apparecchio comandato a mano che agisce sui circuiti di comando così da modificare il sistema di funzionamento dell'apparecchio (p. es. automatico-manuale) 44 Contattore o relé per avviamento successivo di diverse unità Si usa negli impianti comprendenti diversi gruppi: mette in servizio il primo gruppo successivo disponibile quando va fuori servizio o comunque non è disponibile il gruppo normalmente preferito 45 Relé di massima tensione, in corrente continua 46 Relé amperometrico per inversione di fase, squilibrio di corrente tra le fasi, o per mancata accensione anodica in un raddrizzatore Interviene per inversione della sequenza delle fasi in un sistema polifase, per squilibrio fra le correnti in un sistema polifase, o per mancata accensione di uno o più anodi in un raddrizzatore 47 Relé volumetrico per mancanza o inversione di fase Funziona per un determinato valore di una tensione polifase di determinata sequenza di fase 48 Relé di sequenza incompleta 49 Relé o dispositivo termico in corrente alternata Interviene quando la temperatura della macchina o dell'apparecchio in c.a. supera un determinato valore 50 Relé o apparecchio selettivo di cortocircuito Interviene istantaneamente per valori eccessivi di corrente o per incrementi eccessivamente rapidi della corrente, che rivelano un guasto nell'apparecchio o nel circuito protetto 51 Relé di massima corrente in corrente alternata 52 Interruttore o contattore in corrente alternata 53 Relé per eccitazione o di tensione per generatore Provoca l'eccitazione di una macchina in corrente continua durante l'avviamento o funziona quando la tensione della macchina raggiunge un determinato valore 54 Interruttore extrarapido in corrente continua Interruttore che comincia a ridurre la corrente del circuito principale entro 0,01 secondi dall'istante in cui la corrente o la sua variazione hanno assunto valore eccessivo 55 Relé per fattore di potenza Agisce quando il fattore di potenza di un circuito in c.a. assume un determinato valore 56 Si usa per applicare automaticamente l'eccitazione al Relé o apparecchio per applicazione del campo di un motore sincrono nelle condizioni più campo favorevoli di fase 58 59 hie sta nc ni oi Relé o dispositivo limitatore di corrente Relé o dispositivo ugualizzatore di tensione og ett 57 Riporta un complesso in condizioni normali o di riposo e lo blocca se la normale sequenza di avviamento, di servizio, o di arresto non si completa regolarmente entro un tempo determinato Modifica la taratura di un regolatore di tensione in modo che la tensione di macchina diventi uguale a quella di rete prima del parallelo Relé di massima tensione in corrente alternata Relé a squilibrio di tensione È sensibile al rapporto tra i valori efficaci di due tensioni 61 Relé a squilibrio di corrente È sensibile al rapporto fra i valori efficaci di due correnti Pr 60 Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 135 Codice ANSI/IEEE pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Definizione Descrizione 62 Relé a tempo per arresto di una macchina o di un Impianto per apertura di interruttore 63 Relé a pressione di fluidi 64 Relé di protezione per contatto a terra di una macchina 65 Regolatore del motore primo Determina l'apertura di una turbina o di un altro motore mediante distributore. valvole. ecc. 66 Relé a impulsi Serve per far funzionare un apparecchio un determinato numero di volte o per provocare una serie di periodi di funzionamento opportunamente intervallati. Si usa anche per dare a un circuito una alimentazione intermittente 67 Relé direzionale di potenza oppure relé direzionale di massima corrente, per corrente alternata Funziona per un determinato valore della potenza transitante in una certa direzione, oppure per massima corrente accompagnata da passaggio di potenza in una direzione determinata 68 Relé o dispositivo termico In corrente continua Interviene quando la temperatura della macchina o dell'apparecchio in c.c. supera un determinato valore 69 Dispositivo manuale di consenso o blocco A seconda della sua posizione permette o vieta la messa in servizio di un gruppo, la chiusura di un interruttore, ecc. 70 Reostato a comando elettrico 71 Interruttore o contattore di emergenza per corrente continua 72 Interruttore o contattore di manovra per corrente continua 73 Interruttore o contattore per resistore di carico Cortocircuita o inserisce un gradino di resistenza destinato a limitare, smistare o rivelare il carico in un circuito di potenza, oppure inserisce in circuito un riscaldatore 74 Relé di allarme Relé (non del tipo a cartellino n. 30) usato per azionare un allarme ottico o acustico, oppure che funziona in relazione con detto allarme 75 Meccanismo per cambio di posizione 76 Relé di massima corrente in corrente continua hie sta nc ni oi 77 Apre o chiude i suoi contatti per determinati valori della pressione di un fluido Trasmettitore di impulsi Serve a spostare un interruttore mobile in modo da connetterlo, sconnetterlo o portarlo in posizione di prova Si usa per generare e trasmettere in un circuito di telemisura o lungo un filo pilota gli impulsi destinati agli strumenti indicatori o ai ricevitori Relé misuratore dell"angolo di fase Funziona in dipendenza dello sfasamento tra due tensioni, due correnti, oppure una tensione e una corrente 79 Relé di richiusura in corrente alternata Comanda la richiusura e il blocco di un interruttore in corrente alternata 80 Relé o dispositivo di minima tensione in corrente continua 81 Dispositivo di frequenza Pr og ett 78 Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Funziona per un determinato valore della frequenza, superiore, o uguale o inferiore al normale 136 Codice ANSI/IEEE pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Definizione Descrizione Relé di richiusura in corrente continua Determina la chiusura e la richiusura di un interruttore in corrente continua, generalmente in base alle condizioni del circuito di carico 83 Contattore o relé selettivo di comando o di smistamento Sceglie automaticamente fra diverse sorgenti di alimentazione o condizioni di funzionamento in un'apparecchiatura, o compie una commutazione in modo automatico 84 Meccanismo di azionamento Complesso di dispositivi elettrici, compreso il motore, gli interruttori di posizione, ecc., per azionamento di un variatore di rapporto, di un regolatore a induzione o simile apparecchio 85 Relé ricevitore per sistemi a onde convogliate o a fili pilota Relé azionato o bloccato da un segnale trasmesso a distanza in un complesso di protezione direzionale a onde convogliate o a fili pilota in c.c. 86 Relé o dispositivo di blocco Relé (o dispositivo) a scatto automatico con ripristino manuale comandato elettricamente, il cui scopo è di mettere fuori servizio un complesso e bloccarlo al verificarsi di condizioni anormali 87 Relé di corrente differenziale 88 Motore o gruppo motogeneratore ausiliario Serve ad azionare dispositivi ausiliari come pompe, compressori, eccitatrici, ecc. 89 Sezionatore di linea Usato in un circuito di potenza in c.c. oppure c.a., e azionate elettricamente oppure munito di accessori elettrici, come contatti ausiliari, blocco magnetico, ecc. 90 Regolatore 91 Relé direzionale volumetrico in corrente continua Interviene quando la tensione a monte di un interruttore aperte supera un certo valore con una certa polarità 92 Relé direzionale voltmetrico ed amperometrico in corrente continua Interviene in un senso quando la tensione a monte di un interruttore aperto supera un certo valore con una certa polarità e in senso opposto quando la corrente nel circuito stabilitesi con la chiusura dell'interruttore supera un certo valore in senso contrario al normale 93 Contattore o relé per modifica della eccitazione Serve a modificare la corrente nel circuito di eccitazione di una macchina Relé di protezione che interviene quando una corrente differenziale assume un determinato valore assoluto o percentuale Regola una grandezza, come la tensione, la corrente, le potenza, ecc. su un valore determinato oppure entro determinati limiti nc ni oi Contattore o relé di scatto oppure di scatto libero og ett 94 hie sta 82 Serve a impedire l'immediata richiusura di un dispositivo di interruzione scattato per sovraccarico, anche se il circuito di chiusura originale è rimasto invariato, oppure provoca lo scatto di un interruttore o di un contattore o di un complesso di apparecchi Dispositivo distributore del carico Serve a ripartire, secondo una legge determinata fra diversi gruppi, il carico totale a cui è sottoposto un impianto 96 Relé di circolazione Apre o chiude i suoi contatti in dipendenza della circolazione di un fluido in un condotto 99 Relé di livello Apre o chiude i suoi contatti in dipendenza del livello di un fluido Pr 95 Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 137 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Si ricorda, sempre a titolo informativo, che i numeri di codice riportati possono variare secondo quanto segue: − se vengono aumentati di una quantità pari a 100, si riferiscono a relé con funzioni analoghe ma applicati a complessi di comando per interruttori di linee uscenti da stazioni sia di produzione che non di produzione di energia elettrica; − se vengono aumentati di una quantità pari a 200, si riferiscono a relé con funzioni analoghe ma applicati a sistemi di telecomando; − se vengono aumentati di una quantità pari a 300, si riferiscono a relé con funzioni analoghe in sistemi di telecomando che aziona interruttori di linee uscenti da stazioni sia di produzione che non di produzione di energia elettrica. L.3 Tabella K.3 informativa di altre codifiche ANSI/IEEE Tabella K.3 Codice ANSI/IEEE Definizione della funzione secondo la Norma ANSI C37.2 Descrizione della funzione 12 Massima Velocità 14 Minima velocità 21 Protezione di Minima impedenza Rilevazione della misura di minima impedenza 21B Protezione di Minima impedenza Protezione di rincalzo dei generatori contro il cortocircuito 24 Sovraflusso (v/Hz) Controllo dell'aumento del flusso magnetico 25 Controllo di sincronismo 26 Dispositivo termico 27 Minima tensione hie sta Rilevazione della sovravelocità nelle macchine rotanti Rilevazione della minima velocità nelle macchine rotanti Controllo e autorizzazione della messa in parallelo di due reti Protezione contro il sovraccarico nc Protezione per il controllo di un abbassamento di tensione Minima tensione di sequenza diretta Protezione per motori contro il funzionamento con una tensione insufficiente 27R Minima tensione Rimanente Controllo della scomparsa della tensione mantenuta da macchine rotanti dopo la sconnessione della rete di alimentazione 27TN Minima tensione di terza armonica Rilevamento della presenza di un guasto a terra dell' avvolgimento statorico (neutro impedente) 32P Massima potenza attiva direzionale Protezione di controllo della massima potenza attiva trasferita Massima potenza reattiva direzionale Protezione di controllo della massima potenza reattiva trasferita Minima corrente Protezione trifase contro l'abbassamento di corrente og ett 37 oi 32Q ni 27D Minima potenza attiva direzionale Protezione di controllo della minima potenza attiva trasferita 37Q Minima potenza reattiva direzionale Protezione di controllo della minima potenza reattiva trasferita 38 Sorveglianza della temperatura sonde termiche Protezione contro il riscaldamento anomalo delle macchine elettriche 40 Perdita di eccitazione Protezione delle macchine sincrone contro il guasto o la perdita di eccitazione 46 Massima corrente di sequenza inversa Protezione contro lo squilibrio delle correnti di fase Pr 37P Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 138 Codice ANSI/IEEE 47 Definizione della funzione secondo la Norma ANSI C37.2 Protezione contro lo squilibrio delle tensioni e rilevazione del senso di rotazione delle fasi Avviamento prolungato e blocco rotore Protezione dei motori per avviamenti in sovraccarico o a tensione ridotta e per blocco meccanico Immagine termica Protezione contro il sovraccarico Sonde di temperatura Protezione contro il riscaldamento anomalo delle macchine Massima corrente di fase istantanea Protezione contro il cortocircuito tra le fasi Guasto interruttore Protezione di controllo della non apertura dell'interruttore dopo un ordine di apertura Massima corrente di terra istantanea Protezione contro il guasto a terra istantaneo: 50N : corrente residua misurata sul ritorno comune TA 50G : corrente residua misurata direttamente su un solo TA o TA toroidale 50 50BF 50N o 50G hie sta 51LR 49T Descrizione della funzione Massima tensione di sequenza Inversa 48 - 49 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Protezione contro il cortocircuito tra le fasi a soglia dipendente dalla tensione Messa sotto tensione accidentale generatore Rilevazione della messa in tensione accidentale dei generatori Massima corrente di fase tempo rizzata Protezione contro il sovraccarico o il cortocircuito tra le fasi 51 N oppure 51G Massima corrente di terra temporizzata Protezione contro il guasto a terra ritardato: 51 N : corrente residua misurata sul ritorno comune TA 51 G : corrente residua misurata direttamente su un solo TA o TA toroidale 51V Massima corrente a ritenuta di tensione temporizzata Protezione contro il cortocircuito tra le fasi a soglia dipendente dalla tensione Massima tensione Protezione per il controllo di un innalzamento della tensione o di presenza tensione 51 59 59N ni 50/27 nc Massima corrente a ritenuta di tensione istantaneo 50V Protezione per il rilevamento di perdita d'isolamento 63 Pressione Rilevamento di guasto interno al trasformatore (gas, pressione) 64 Massima corrente omopolare Protezione contro il guasto a terra ritardato: corrente residua misurata direttamente su un solo TA toroidale Differenziale di terra ristretta Protezione contro il guasto a terra di un avvolgimento trifase collegato a stella con neutro messo a terra Terra stato re 100 % Rilevazione della perdita d'isolamento dell'avvolgimento statorico (neutro impedente) 64REF og ett 64G oi Massima tensione omopolare 66 Limitazione del numero di avviamenti Protezione che controlla il numero di avviamenti di un motore 67 Massima corrente di fase direzionale Protezione contro il cortocircuito in una direzione determinata Massima corrente omopolare direzionale Protezione contro il guasto a terra in una direzione determinata NC : Neutro Compensato Pr 67N 67NC Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 139 Codice ANSI/IEEE 78 pu bb lic a Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali Definizione della funzione secondo la Norma ANSI C37.2 Descrizione della funzione Relé misuratore dell'angolo di fase Rilevazione della perdita di sincronismo delle macchine sincrone collegate alla rete Richiusore Logica di richiusura dell'interruttore dopo apertura su guasto 81H Massima frequenza Protezione contro una frequenza di rete elevata 81L Minima frequenza Protezione contro una frequenza di rete bassa 81R Derivata di frequenza (df/dt) Protezione di frequenza per un distacco rapido tra due reti 87B Differenziale di sbarra Protezione contro i guasti interni ad un sistema di sbarre 87G Differenziale generatore Protezione contro i guasti interni al generatore 87L Differenziale di linea Protezione contro i guasti interni ad una linea 87M Differenziale motore 87T Differenziale trasformatore 79 hie sta Perdita di sincronismo (perdita di passo) 78PS Protezione contro i guasti interni ad un motore Protezione contro i guasti interni ad un trasformatore Pr og ett oi ni nc ––––––––––––– Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 140 PROGETTO pu bb lic a La presente Norma è stata compilata dal Comitato Elettrotecnico Italiano e beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1° Marzo 1968, n. 186. Editore CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, Milano – Stampa in proprio Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 Luglio 1956 Direttore Responsabile: Ing. R. Bacci Comitato Tecnico Elaboratore CT 99-Impianti elettrici di potenza con tensioni nominali superiori a 1 kV in corrente alternata (ex SC 11A) Pr og ett oi ni nc hie sta Altre norme di possibile interesse sull’argomento Progetto C. 1130:2014-05 – Scad. 24-06-2014 Totale Pagine 143 € _ Via Saccardo, 9 20134 Milano T el. 02. 21006. 1 Fax 02.21006.210 [email protected] w w w. c ei we b. i t