RETE FERROVIARIA ITALIANA SPECIFICA TECNICA DI

RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO PER
APPLICAZIONI LFM
RFI.DMA/IM.LA/LF608 Ed.2005
FOGLIO i
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE PER
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
Parte I
Generalità
Parte II
Requisiti di Qualità
Parte III
Caratteristiche
Parte IV
Verifica Tecnica
Parte V
Allegati
A termine di legge la Soc. R.F.I. S.p.A. si riserva la proprietà di questo documento,
che non potrà essere riprodotto con alcun mezzo o formato, copiato anche
parzialmente, o comunque comunicato senza esplicita autorizzazione della Soc. stessa.
Rev.
A
Data
Descrizione
Elaborazione
R.Picichè
07/09/2005 Emissione per applicazione P.Tagliaboschi
Verifica Tecnica Autorizzazione
A.Luzi
G.P.Pavirani
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO ii
INDICE
Parte I
1
Generalità
1
I.1
Scopo
1
I.2
Campo di applicazione
1
I.3
Documentazione correlata
1
I.4
Definizioni ed abbreviazioni
3
Parte II
4
Requisiti di qualità
4
II.1
Prodotto
4
II.1.1
Fornitori
4
II.2
Piano della qualità
4
Parte III
6
Premesse
6
Criteri di accettazione
9
III.1
Condizioni ambientali e di funzionamento
9
III.2
III.2.1
III.2.1.1
III.2.1.2
III.2.1.3
III.2.1.4
III.2.1.5
III.2.1.6
III.2.1.7
III.2.1.8
Caratteristiche costruttive e funzionali
Piattaforma hardware
Modulo CPU
Modulo Alimentatore
Sistemi di comunicazione: Onde Convogliate e seriali
Registratore di Eventi (RDE)
Registratore Condizioni Ambientali (RCA)
Concentratore Moduli Dati Scambio (CMA/x)
Modulo Acquisizione Dati Scambio (MAD/x)
Modulo Trasmissione (MT)
10
10
12
13
13
14
15
15
17
18
III.3
Software di Supervisione - Generalità
18
III.3.1
III.3.1.1
III.3.1.1.1
III.3.1.1.2
III.3.1.2
III.3.1.3
III.3.1.4
Requisiti utente
Gestione diagnostica
Energia Elettrica
Idrico e Gas
Rappresentazioni diagnostiche: listati e grafica
Organizzazione delle strutture e delle basi di dati
Architettura del sistema
19
19
19
20
21
22
23
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
III.3.2
III.3.3
III.3.3.1
III.3.3.2
III.3.3.3
III.3.3.4
III.3.3.5
III.3.3.6
III.3.3.7
III.3.3.8
III.3.3.9
III.3.3.10
III.3.3.11
III.3.4
III.3.4.1
III.3.4.2
III.3.5
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Requisiti di sistema
Struttura della base di dati
Tab_elementi
Tab_pag.immagini
Tab_ico_immagini
Tab_armadio
Tab_stato_armadio
Tab_atom_comandi
Tab_atom_eventi
Tab_contatori_strumenti
Tab_last_grandezze
Tab_hist_grandezze
Tab_utenti
Architettura generale del Sosftware di Supervisione
Sistema di visualizzazione
Sistema di editing
Criteri di accettazione
Parte IV
Ed.2005
FOGLIO iii
23
31
31
32
33
33
34
34
34
35
35
36
36
40
40
41
42
43
IV.1
Conformita’ alla Specifica Tecnica
43
IV.2
IV.2.1
Prove
Prove di comportamento in esercizio
43
44
IV.3
Criteri di accettazione
44
IV.4
Verifica dei requisiti del prodotto
44
Parte V
V.1
46
Allegati
Allegato 1
Controllo e gestione impianti di riscaldamento scambi
attrezzati con cavi autoregolanti
46
1
1
A1.1
A1.1.1
A1.1.2
A1.1.3
A1.1.4
A1.1.5
A1.1.6
A1.1.7
A1.1.8
Descrizione generale del Sistema di Supervisione e Controllo
Modulo CPU
Modulo Alimentatore
Sistemi di comunicazione
Registratore di Eventi (RDE)
Registratore Condizioni Ambientali (RCA)
Concentratore Moduli Dati Scambio (CMA/s)
Modulo Acquisizione Dati Scambio (MAD/s)
Modulo Trasmissione (MT)
1
2
3
3
4
4
5
7
10
A1.2
A1.2.1
A1.2.1.1
Software di Supervisione
Requisiti utente
Gestione diagnostica
10
10
10
A1.3
A1.3.1
Armadio di contenimento moduli
Ingresso cavi
12
13
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
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DIREZIONE MANUTENZIONE
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FOGLIO iv
Allegato 2
Controllo e gestione impianti di illuminazione
1
A2.1
A2.1.1
A2.1.2
A2.1.3
A2.1.4
A2.1.5
A2.1.6
Descrizione generale del Sistema di Comando e Controllo
Modulo CPU
Modulo alimentatore
Sistemi di comunicazione
Modulo ad Onde Convogliate (MOC)
Dispositivo di controllo lampada (DCL o DCL/P)
Modulo Trasmissione (MT)
1
2
3
3
3
5
7
A2.2
A2.2.1
A2.2.1.1
Software di Supervisione
Requisiti utente
Gestione diagnostica
7
7
7
Allegato 3
Controllo e gestione consumi energetici
1
A3.1
A3.1.1
A3.1.2
A3.1.3
A3.1.4
A3.1.5
A3.1.6
A3.1.7
Descrizione generale del Sistema di Comando e Controllo
Modulo CPU
Modulo alimentatore
Sistemi di comunicazione
Registratore di Eventi (RDE)
Modulo di misura dei Parametri elettrici (WM)
Gruppi di misura (GdM)
Modulo Trasmissione (MT)
1
4
5
5
5
6
10
10
A3.2
A3.2.1
A3.2.1.1
Software di Supervisione
Requisiti utente
Gestione diagnostica
11
11
11
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SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
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FOGLIO 1
Parte I
Generalità
I.1
Scopo
Scopo della presente Specifica Tecnica di Costruzione, è quello di definire le caratteristiche
costruttive e funzionali del Software di Supervisione e Controllo per applicazioni LFM, nonché di
disciplinare le procedure per la verifica dell’Idoneità Tecnica e di accettazione cui il prodotto deve
essere sottoposto.
La progettazione, la scelta dei materiali e la realizzazione degli impianti oggetto della presente STC
devono essere conformi alle norme italiane CE, UNEL ed UNI.
Per la costituzione della piattaforma hardware di supporto devono essere impiegati materiali ed
apparecchiature aderenti allo standard CE; inoltre la ditta fornitrice dei materiali deve essere conforme
ai requisiti espressi nella norma UNI EN ISO 9001/2000 relativamente alla progettazione,
fabbricazione ed assistenza post-vendita di apparecchiature elettroniche per controllo edifici e gestione
impianti di illuminazione interna ed esterna.
I.2
Campo di applicazione
Il prodotto è destinato a diagnosticare, comandare, controllare, nonché gestire le interfacce ed i
protocolli di comunicazione necessari.
I.3
Documentazione correlata
Il prodotto deve essere progettato e realizzato secondo la regola d’arte, tenendo conto dei luoghi di
installazione/applicazione e nella completa osservanza della normativa in vigore.
Le apparecchiature facenti parte della piattaforma hardware di supporto devono essere conformi alle
leggi e norme vigenti, a quelle di volta in volta specificatamente citate nella presente STC e/o a quelle di
seguito riportate:
- DPR 27/04/1955 n. 547
“Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro”.
Supplemento alla G.U. n° 158 del 12 luglio 1955 e decreti collegati.
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- Legge 01/01/1968 n.186
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 2
“Disposizioni concernenti la produzione di materiali,
apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici”. G.U. n. 77
del 23 marzo 1968.
- Legge 26/04/1974 n. 191
“Prevenzione degli infortuni sul lavoro nei servizi e negli
impianti gestiti da RFI SpA” e decreti collegati.
- Legge 18/10/1977 n. 791
“Attuazione della direttiva 72/23/CEE del Consiglio della
Comunità Europea, relativa alle garanzie di sicurezza che deve possedere il materiale
elettrico destinato ad essere utilizzato entro alcuni limiti di tensione”.
- D.Lgs. 12/11/1996 n. 615 “Attuazione della direttiva 89/336/CEE del Consiglio del
3 maggio 1989, in materia di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative
alla compatibilità elettromagnetica, modificata ed integrata dalla direttiva 92/31/CEE
del Consiglio del 28 aprile 1992, dalla direttiva 93/68/CEE del Consiglio del 22 luglio
1993 e dalla direttiva 93/97/CEE del Consiglio del 29 ottobre 1993”.
- D.Lgs 25/11/1996 n. 626
“Attuazione della direttiva 93/68/CEE, in materia di
marcatura CE del materiale elettrico destinato ad essere utilizzato entro taluni limiti di
tensione” e decreti collegati.
- CEI 20-22-II Cavi non propaganti la fiamma.
- CEI 7-6 (ISO 2081) Zincatura a caldo per immersione di materiali ferrosi.
- ISO 2409
Verifica della qualità di verniciatura.
- UNI EN ISO 8402 Gestione per la Qualità ed Assicurazione della Qualità. Termini e
definizioni.
- UNI EN 29000/3
Regole riguardanti la conduzione Aziendale per l’Assicurazione
della Qualità.
- UNI CEI EN 45001 Criteri generali per il funzionamento dei laboratori di prova.
- UNI EN ISO 9002 Sistemi qualità. Modello per l’Assicurazione della Qualità nella
fabbricazione, installazione ed assistenza.
- UNI EN 50081-2
Compatibilità Elettromagnetica – Emissioni Generiche Standard.
- UNI EN 50019
Test e requisiti dei Sistemi di Riscaldamento.
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- CEI 70-1
Gradi di protezione degli involucri.
- ISO 2081
Rivestimenti elettrolitici di zinco su ferro e acciaio.
I.4
Ed.2005
FOGLIO 3
Definizioni e abbreviazioni
Per le definizioni relative agli elementi costitutivi e funzionali della presente scheda, valgono quelle
stabilite dalla normativa CEI.
Tra le abbreviazioni più ricorrenti si rammentano:
FS
= Ferrovie dello Stato
RFI
= Rete Ferroviaria Italiana S.p.A.
DM
= Direzione Manutenzione
SO
= Struttura Operativa
TE
= Energia e Trazione Elettrica
STC
= Specifica Tecnica di Costruzione
PdQ
= Piano della Qualità
b.t.
= bassa tensione
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FOGLIO 4
Parte II
Requisiti di Qualità
II.1
Prodotto
Con la propria offerta tecnico–economica il Fornitore accetta di rispettare tutte le condizioni
contrattuali e le prescrizioni funzionali, tecniche e costruttive definite dalla presente STC e dalle Leggi,
norme e raccomandazioni ivi richiamate.
II.1.1.
Fornitori
Il Fornitore, oltre a dimostrare di possedere le necessarie capacità tecnico–organizzative, deve
operare con un Sistema Qualità conforme alle norme UNI EN ISO 9001 certificato da Organismo di
Certificazione accreditato in Italia dalla Sincert oppure da Organismo di Certificazione riconosciuto o
accreditato dalle competenti autorità del Paese di appartenenza dell’organismo stesso del fornitore.
II.2
Piano della qualità
Il Fornitore è tenuto ad approntare un piano della qualità relativo alle apparecchiature/sistemi da
fornire secondo le prescrizioni in vigore in RFI relativamente alla redazione dei piani della qualità per
prodotti forniti in assicurazione di qualità.
Il Piano di Qualità dovrà quindi contenere, tra l’altro:
Piano della progettazione:
descrive le modalità della progettazione del prodotto;
Piano di approvvigionamento:
descrive le modalità e le fonti di approvvigio-namento dei
materiali;
Piano di fabbricazione e controllo: descrive le principali fasi di fabbricazione, controllo e collaudo
fino all’imballaggio del prodotto;
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FOGLIO 5
Piano di Controllo Qualità relativo
ai Test:
redatto sulla base delle caratteristiche generali del software e dei
sistemi/protocolli di comunicazione, nonché quelle elettriche
e/o meccaniche ed il relativo interfacciamento elettrico e/o
meccanico (alimentazione, I/O, protezioni e misure, fissaggi,
supporti, ecc.) al fine di descrivere le prove, sia di tipo che di
accettazione, che saranno effettuate.
Il Piano di Controllo costituisce il documento guida per la fabbricazione del prodotto in modo tale
da garantire nel tempo i requisiti di qualità richiesti. Tale piano deve avere almeno le seguenti
caratteristiche:
- essere redatto, identificato e gestito dal fornitore in regime di assicurazione qualità;
- contenere (in forma preferibilmente tabellare) le fasi principali di fabbricazione ed i relativi
controlli fondamentali da effettuare (prove durante la produzione);
- essere sottoposto a RFI S.p.A. per approvazione prima di iniziare le prove ufficiali.
Le fasi ed i relativi controlli elencati nel Piano di Controllo, devono essere rispettati qualunque sia la
metodologia ed i relativi processi produttivi impiegabili.
Il livello di qualità dell’oggetto fornito viene quindi testimoniato sia dal raggiungimento in assoluto
di adeguate prestazioni specifiche che dall’utilizzo di adeguati processi produttivi.
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FOGLIO 6
Parte III
Premesse
A seguito delle sperimentazioni destinate ad ottenere un miglioramento della qualità e dell’efficienza
di talune attività proprie dell’infrastruttura di RFI, è stato individuato e definito un Sistema di
Supervisione, Diagnostica e Controllo per applicazioni LFM di varia tipologia.
In questo contesto obiettivo primario è stato quello di conseguire, tramite appropriate attività di
diagnostica e/o comando puntuali degli apparati di giurisdizione ed una gestione automatizzata e
centralizzata degli stessi e del loro esercizio, un’ottimizzazione dell’impiego delle risorse umane, della
qualità del servizio reso, delle attività di manutenzione ed in definitiva una riduzione dei vari consumi,
primi fra tutti quelli energetici. Nel contempo si è mirato ad una forte standardizzazione del prodotto
onde pervenire ad un notevole livello di scalabilità e portabilità dello stesso cui si deve aggiungere
un’altrettanto notevole facilità di installazione ed uso.
Nella stesura del documento sono state in prima analisi prese in considerazione tre tipologie di
attività, significative per gli obiettivi prefissati:
- attivazione e controllo del riscaldamento degli scambi;
- diagnostica, controllo e gestione degli impianti di illuminazione; (più in generale di ogni
apparato presente sul piazzale)
- controllo, suddivisione e rendiconto dei consumi energetici
L’utilizzo del prodotto in analisi deve poter essere esteso a qualsivoglia impianto o attività; il
controllo e la telegestione di quanto asservito devono avvenire sia in modalità locale che remota (presso
opportuni centri di controllo) con possibilità di massima distribuzione delle informazioni su tutto il
territorio nazionale.
Relativamente al primo punto, l’obiettivo di trovare soluzione ai condizionamenti che inficiano un
regolare ed efficiente esercizio ferroviario, causati dalla presenza di neve/ghiaccio in prossimità degli
scambi, ha portato da un lato all’individuazione ed alla definizione tramite la specifica STC LF609 di
una architettura impiantistica sul campo, dotando già intrinsecamente la stessa di quelle caratteristiche
atte ad ottenere una riduzione dei consumi, una maggiore robustezza ed una facilità di installazione
tutte decisamente superiori all’attuale, dall’altro a definire quelle funzionalità necessarie ad una gestione
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Ed.2005
FOGLIO 7
automatizzata del processo mantenendo un’architettura aperta del pacchetto di supporto onde poter
più ampiamente utilizzare lo stesso e la relativa filosofia in ogni applicazione simile o coerente.
Secondo questo indirizzo, si devono ottenere consistenti vantaggi sia in termini di gestione del
personale che in termini di ottimizzazione/riduzione da un lato di tempi e costi di interventi di
manutenzione e dall’altro di consumi energetici e di apparecchiature/materiali. Inoltre l’utilizzo di
moderne tecnologie in ambito meteorologico deve garantire un’attivazione dei servizi necessari
maggiormente deterministica e puntuale e soprattutto una consistente proattività di intervento (ad oggi
non facilmente ed economicamente perseguibile tramite le risorse umane a disposizione).
Le attuali disposizioni per il servizio in tempo di neve, non esistendo alcun ritorno informativo
impiantistico circa il reale e corretto funzionamento degli impianti di riscaldamento, prevedono
l’esistenza e la disponibilità a tempo pieno di squadre di supporto; compito di tali squadre non è solo
quello di intervenire in caso di deficit degli apparati, ma anche di accertarsi del reale e consistente
funzionamento dei sistemi recandosi sul posto. Un controllo automatizzato e centralizzato, con
caratteristiche di efficacia e continuità delle informazioni rese non solo riguardo il reale funzionamento
di ogni apparato ma anche circa ogni eventuale degrado/malfunzionamento dello stesso, deve
consentire sia di limitare ai soli casi critici l’intervento di tali operatori (interventi “on condition”) che di
programmare con consapevolezza ogni altro intervento manutentivo.
Inoltre l’attivazione degli apparati di riscaldamento scambi, è ad oggi demandata all’operato di una
risorsa umana: in caso di sovraccarico operativo della stessa potrebbero verificarsi ritardi talvolta critici.
L’impiego di idonee apparecchiature di rilevazione metereologica, opportunamente calate sul territorio,
possono e devono garantire quella proattività nell’attivazione che potrebbe rivelarsi vitale in caso di
condizioni atmosferiche particolarmente avverse.
La seconda attività, di forte interesse in termini di risparmi energetici e non, è relativa agli impianti di
illuminazione, non solo nei piazzali delle stazioni ma in genere in ogni sito ove la disponibilità del
“sistema illuminazione” e la necessità di ridurre al minimo gli interventi di manutenzione ed ottimizzare
i loro tempi, costi e risultati siano importanti fattori intrinseci. Nel contesto della presente STC è stata
data particolare importanza a fattori quali:
?? la conformazione degli impianti e la loro suddivisione in sottoimpianti (compendiando, e
talvolta sostituendo di fatto quando mancante, la documentazione “as built” spesso
comunque imprecisa o non aggiornata);
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FOGLIO 8
?? la determinazione in tempo reale dell’esatta ubicazione del guasto e della sua tipologia,
l’indicazione delle attività/mezzi necessari all’intervento, la verifica della durata dei
componenti e dell’efficacia della riparazione (con conseguente emissione di storici di
valutazione);
?? la possibilità di intervento “on line” sui valori di timer, stati di degrado, parzializzazioni e
simili.
Da ultimo occorre ricordare che un corretto dimensionamento dell’impianto di illuminazione e la
relativa gestione dello stesso (parzializzazione, temporizzazione, ….) possono e devono consentire di
rispondere adeguatamente al disposto delle varie leggi regionali in materia di inquinamento luminoso.
Per quanto attiene infine le problematiche relative alla rilevazione dei consumi energetici, l’obiettivo
di monitorare e ripartire correttamente i consumi effettuati dalle varie strutture che insistono su
impianti comuni ha portato ad un utilizzo finalizzato delle stesse unità intelligenti, e del relativo
software di controllo, impiegate per le finalità precedentemente esposte.
Le funzionalità definite in materia nella presente STC riguardano anche i controlli circa la corretta
rispondenza (anche di funzionamento dinamico) degli impianti sia alle norme vigenti che di ottimale
funzionamento (cos ? , …). La qualità delle rete e degli utilizzatori ad essa collegati rivestono infatti
particolare importanza: come noto la presenza di armoniche spesso porta a fenomeni negativi quali:
“sovraccarico del neutro”,
“effetto pelle” (con riscaldamento conduttori e cadute di tensione),
saturazione dei toroidi degli interruttori differenziali (con conseguente alterazione dei tempi e soglie di
intervento), errori di misura nei contatori (tanto più sensibili quanto minore è il cos ? ), etc….
In tale contesto la piattaforma hardware, composta da apparecchiature di misura e/o controllo
ubicate nelle cabine di alimentazione, e quella software di supervisione devono consentire di controllare
l’energia prodotta e quella consumata oltre a fornire le già citate informazioni circa la qualità della rete
di energia.
Le rilevazioni devono essere effettuate utilizzando gruppi di misura idonei agli impianti asserviti e
moduli di misura costituiti da analizzatori di rete a microprocessore.
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FOGLIO 9
Criteri di accettazione
Deve intendersi a carico del Fornitore, oltre al rispetto delle prescrizioni espresse nella presente
STC, ogni attività e dichiarazione inerente la qualità sia delle apparecchiature impiegate e dei relativi
costruttori, che del loro assemblaggio.
Ai fini dell’accettazione il Fornitore é tenuto a documentare la rispondenza ai requisiti di qualità non
solo delle singole apparecchiature prescelte per la realizzazione di quanto oggetto della presente STC
(ed ovviamente dei relativi costruttori), ma anche a documentare la validità dell’integrazione effettuata
fra detti apparati per l’assemblaggio dell’intero complesso al fine del rilascio di probante certificazione
in merito alla affidabilità e disponibilità del sistema nel contesto previsto.
La mancata rispondenza, anche ad uno solo dei predetti requisiti, potrà essere invocata dal
Committente quale motivo di ricusazione della fornitura.
Inoltre dovranno essere rispettati i seguenti requisiti:
Omogeneità dei materiali
I materiali e i componenti di uguali caratteristiche e che svolgono le stesse funzioni devono essere
rigorosamente uguali tra loro e prodotti dallo stesso Costruttore per omogeneità di sistema.
Disposizione e condizioni di impiego delle apparecchiature
La disposizione delle apparecchiature e le loro condizioni di impiego devono essere tali che il guasto
di un elemento o il calore prodotto dallo stesso (sia normalmente che in condizioni di sovraccarico)
non alteri o riduca le prestazioni delle apparecchiature adiacenti. Il Fornitore deve provvedere, a
proprio onere e carico, ad ogni fornitura/attività complementare si rendesse necessaria al
raggiungimento del requisito sopra richiesto.
III.1
Condizioni ambientali di funzionamento
I componenti facenti parte della piattaforma hardware di supporto, devono essere idonei per le
seguenti condizioni ambientali:
ambiente..............................................................................................: salino/polveroso
temperatura di servizio.........................................................................:- 30 °C ? + 55 °C
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FOGLIO 10
temperatura di trasporto e/o immagazzinaggio....................................:- 25 °C ? + 70 °C
umidità ................................................................................................:? 95% non condensante
III.2
Caratteristiche costruttive e funzionali
III.2.1
Piattaforma hardware
La piattaforma hardware, su cui opera il software di gestione descritto nella presente
specifica, deve essere prevalentemente costituita da unità intelligenti destinate all’acquisizione
locale dei segnali provenienti dalle apparecchiature dell’ impianto controllato.
I componenti di tale piattaforma devono comprendere, in tutto o in parte in funzione della specifica
applicazione, i seguenti apparati:
?? Modulo CPU
?? Modulo Alimentatore
?? Sistemi di comunicazione: seriali e ad Onde Convogliate
?? Moduli a Onde Convogliate (MOC)
?? Dispositivi di controllo lampada (DCL)
?? Registratore di Eventi (RDE)
?? Registratore Condizioni Ambientali (RCA)
?? Concentratore Modulo Acquisizione Dati (CMA/x)
?? Modulo Acquisizione Dati (MAD/x)
?? Moduli di misura dei Parametri elettrici (WM)
?? Gruppi di misura (GdM)
?? Modulo Trasmissione (interfaccia Ethernet oppure modem in assenza di reti Wan)
L’architettura di principio del sistema ad onde convogliate che costituisce detta piattaforma è
rappresentata schematicamente nella successiva fig.III.1 .
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
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Fig.III.1
Ed.2005
FOGLIO 11
Architettura del sistema
Sotto Sistema 2
Rete tlc
RFI
Supervisore
Sotto Sistema N
Sotto Sistema 1
I/O
Controllo e Gestione Impianti di illuminazione
Modulo CPU
Modulo Trasmissione
(TCP/IP o Modem)
RS232
1 periferica
Centralina
meteo (RCA)
RDE
Gruppo misura
Gruppo misura
GdM bt/MT
GdM bt/MT
Linea O.C.
DCL 1
MOC
Linea 15
DCL 255
Modbus RTU
Concentratore
WM n
MOC
Linea 1
RS485
(15 +1 periferiche)
WM 1
Linea O.C.
I/O
(CMA/s) n
Concentratore
I/O
(CMA/s) 1
MAD/s
n. 1
MAD/s
n. 2
Controllo e Gestione Consumi energetici
Controllo e Gestione Impianti di
Riscaldamento Scambi
MAD/s
n. 127
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
III.2.1.1
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 12
Modulo CPU
Questo dispositivo deve espletare le funzioni di comando e controllo del sistema di gestione di
tutte le utenze telegestite eseguendo il monitoraggio del quadro elettrico e/o della cabina di
trasformazione e garantendo il funzionamento degli impianti. Deve dialogare con il modulo RDE, con i
moduli MOC e con il supervisore remoto (attraverso il Modulo Trasmissione) per la gestione degli
allarmi e delle informazioni.
Il modulo CPU deve essere installato in cabina (uno per ogni cabina), all’interno del quadro o in
un idoneo centralino e deve disporre di interfacce di collegamento, tramite le quali colloquiare con le
corrispondenti apparecchiature mediante protocolli di provata affidabilità.
.
Detto modulo deve:
?? costituire il principale dispositivo del sistema complessivo di supervisione;
?? Operare in maniera conforme alle norme
-
Direttiva BT:
CEI-EN60065 (CEI 92-1)
-
Direttive EMC:
CEI-EN50065-1 e 1/A1 (CEI 13-20)
CEI-EN50081-1 (CEI 110-7)
CEI-EN50082-1 (CEI 110-8)
?? disporre di interfacce di collegamento dedicate per instaurare una comunicazione con il
modulo RDE;
?? disporre di una interfaccia seriale RS232 per le comunicazioni locali con PC ;
?? disporre di un’interfaccia di comunicazione ad onde convogliate sulla linea di alimentazione;
?? possedere caratteristiche intrinseche del tipo previsto per le apparecchiature in classe II; il
dispositivo deve utilizzare una alimentazione di 12 Vcc derivata da un alimentatore a 230Vca
? 10%, il cui trasformatore di sicurezza sia conforme alla norma CEI EN60742;
?? disporre di una batteria tampone min.700mAh nichel metalidrato;
?? essere idoneo ad ambienti di lavoro con temperatura variabile nell’intervallo –20°C + 60°C
?? essere idoneo ad ambienti di lavoro con umidità max 85%
?? essere ingegnerizzato in un contenitore, di tipo ad inserimento su barra Din, con
dimensione max 9 moduli;
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SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
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Ed.2005
FOGLIO 13
?? gestire :
-
16 ingressi digitali
-
una uscita relè max 6A
-
6 uscite “open collector” (50V 60mAh)
-
3 timer astronomici
-
20 timer settimanali
-
15 moduli ad onde convogliate (15 partenze 3F+N)
Le funzionalità previste dal modulo CPU devono prevedere:
?? Funzioni di dialogo con i moduli RDE
?? Funzioni di dialogo con il Supervisore Remoto attraverso appositi moduli modem
?? Funzioni di dialogo ad Onde Convogliate
?? Esecuzione di funzioni Slave compatibilmente con le richieste provenienti dalla centrale di
Supervisione
?? Ricezione da RDE di dati per trasferimento verso Supervisore (a seguito di esplicita richiesta
di quest’ultimo)
?? Impostazione di chiamate automatiche di allarme verso il supervisore, a seguito di allarmi
ricevuti dai moduli di gestione collegati
III.2.1.2
Modulo alimentatore
Il modulo deve espletare le funzioni di alimentazione di tutti i dispositivi facenti parte del complesso
ed essere installato in cabina (uno per ogni cabina), all’interno del quadro o in un idoneo centralino.
III.2.1.3
Sistemi di comunicazione: Onde convogliate e seriali
Le comunicazioni tra moduli devono avvenire tramite interfaccia su linea dedicata o elettrica di
potenza (max 500 Vac) adottando la tecnica di comunicazione ad onde convogliate conformemente alle
norme CEI EN50065-1 e 1/A1 (CEI 13 - 20). Tale tecnica deve prevedere una modulazione digitale di
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Ed.2005
FOGLIO 14
ampiezza della portante a 111.8 kHz di tipo 2ASK (Amplitude Shift Keying a due livelli).
La comunicazione fra il modulo CPU ed il PC di supervisione deve avvenire localmente tramite
connessione su linea RS232, con protocollo strutturato secondo il modello ISO-OSI, e tramite
trasmissione dati via modem (RTC o GSM) qualora non fosse disponibile una connessione mediante
rete WAN con protocollo Ethernet - TCP/IP.
La comunicazione tra il modulo CPU ed il modulo registratore di eventi RDE deve
avvenire con protocollo di trasmissione dati di provata affidabilità.
La comunicazione tra il modulo RDE ed i moduli CMA/x o WM deve avvenire attraverso
un’interfaccia seriale secondo lo standard RS485 con protocollo ModBus in modalità RTU.
In tale tipologia di comunicazione devono essere implementate le funzioni 03, 04 (lettura
word) e 16 (scrittura word) mentre il formato dei dati deve rispettare le seguenti
impostazioni: 9600baud, 8 bits di dati, 1 start bit, nessuna parità, 1 stop bit.
La comunicazione tra il modulo CMA/x ed i moduli MAD/x deve avvenire secondo le prescrizioni
definite in dettaglio negli allegati relativi alle diverse applicazioni.
III.2.1.4
Registratore di Eventi (RDE)
Questo dispositivo deve permettere la registrazione di tutti i dati relativi al modulo MAD/x
attraverso un dialogo con il concentratore CMA/x che controlla detti moduli e memorizza i dati
ricevuti dal modulo RCA (se presente). Inoltre il dispositivo deve memorizzare i dati ricevuti dai moduli
WM consentendone la trasmissione al modulo CPU.
Il modulo RDE deve essere installato in cabina (uno per ogni cabina), all’interno del quadro o in
un idoneo centralino e deve disporre di interfaccia di collegamento:
?? dedicata per instaurare una comunicazione con il modulo CPU
?? seriale RS232 per la comunicazione con il modulo RCA;
?? seriale RS485 per la comunicazione con i moduli concentratori CMA/x;
Inoltre deve possedere i seguenti requisiti:
?? tensione di alimentazione 5 Vcc;
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FOGLIO 15
?? temperatura ambiente di lavoro compresa fra –20°C e +60°C;
?? umidità ambiente di lavoro max 85%;
?? contenitore, di tipo ad inserimento su barra Din, dimensione 2 moduli;
?? memoria ram di 256KBytes destinata alla memorizzazione dei dati (massimo 1 settimana di
registrazioni), suddivisa nelle seguenti aree:
-
1 area di memoria per i comandi da trasmettere ai moduli
-
14 aree di memoria per letture dati di eventuali moduli di misura WM
-
1 area di memoria per letture dati RCA
-
1 area di memoria per letture dati CMA/x
?? gestione della memoria a buffer circolare: i dati più vecchi vengono sovrascritti una volta
che la memoria si è riempita.
III.2.1.5
Registratore Condizioni Ambientali (RCA)
Quando presente questo dispositivo, impegnando uno dei 16 indirizzi di periferica gestibili da
RDE (disponibili per CMA/x e WM),.deve permettere la registrazione di un insieme di parametri
relativi alle condizioni meteorologiche e dialogare con il modulo RDE.
Il modulo RCA deve essere installato in cabina (uno per ogni cabina), all’interno del quadro o in
un idoneo centralino. Esso deve:
?? disporre di una interfaccia di comunicazione seriale RS232 per consentire la comunicazione
con i moduli RDE;
?? registrare le informazioni ambientali fondamentali quali temperatura, umidità, intensità del
vento.
III.2.1.6
Concentratore Modulo Acquisizione Dati (CMA/x)
Questo dispositivo deve espletare le funzioni di dialogo con i vari moduli periferici MAD/x
provvedendo alla loro interrogazione, acquisendo le relative informazioni e verificandone lo stato, ed
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FOGLIO 16
emettendo infine i necessari comandi.
Il modulo CMA/x deve essere installato in cabina (uno per ogni cabina), all’interno del quadro o in
un idoneo centralino. Deve essere un dispositivo con spiccate caratteristiche di flessibilità di
comunicazione e di gestione degli I/O.
In particolare deve possedere i seguenti requisiti:
?? costituire il dispositivo, indirizzabile e programmabile, del sistema di comunicazione fra i
moduli periferici MAD/x ed il modulo di registrazione eventi RDE;
?? disporre di una interfaccia di comunicazione ad onde convogliate sulla linea di
alimentazione; tale interfaccia deve consentire la comunicazione con i moduli MAD/x
utilizzando, ove richiesto, un protocollo di provata affidabilità;
?? disporre di una interfaccia di comunicazione seriale RS485 per consentire la comunicazione
con i moduli RDE utilizzando un protocollo di provata affidabilità;
?? possedere caratteristiche intrinseche del tipo previsto per le apparecchiature in classe II; il
dispositivo deve utilizzare una alimentazione di 12 Vac con una tolleranza max ? -10%
derivata da un alimentatore il cui trasformatore di sicurezza sia conforme alla norma CEI
EN60742;
?? essere ingegnerizzato in un contenitore, di tipo ad inserimento su barra Din, con
dimensione 9 moduli;
?? disporre di una memoria EEPROM per la impostazione dei parametri e delle modalità di
funzionamento. L’impostazione dei parametri deve poter essere eseguita sia localmente,
tramite connessione seriale (RS232 o equipollente), che da remoto attraverso l’interfaccia di
comunicazione ad onde convogliate;
?? consentire la programmazione:
-
del proprio indirizzo (indirizzo identificativo del modulo CMA/x);
-
degli indirizzi e della tipologia dei MAD/x presenti;
-
dell’abilitazione e della modalità di interrogazione, tramite onde convogliate, dei
moduli MAD/x
-
del tempo tra due interrogazioni successive dei MAD/x
Le funzionalità previste dal modulo concentratore devono consentire di:
?? dialogare con i moduli periferici MAD/x tramite interfaccia ad onde convogliate sulla linea
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di alimentazione dei trasformatori o su idonea linea dedicata;
?? verificare la correttezza della tensione di ogni fase sulla linea principale di alimentazione dei
trasformatori 400/24Vca;
?? dialogare su linea RS485 con il modulo registratore di eventi RDE a cui trasferire le
informazioni necessarie alla rilevazione delle variazione di stato dei moduli collegati.
III.2.1.7
Modulo Acquisizione Dati (MAD/x)
Questo dispositivo deve espletare le funzioni di controllo e comando dell’apparato gestito.
Il modulo MAD/x deve essere un dispositivo con spiccate caratteristiche di flessibilità di
comunicazione e di gestione degli I/O.
In particolare deve possedere i seguenti requisiti:
?? costituire il dispositivo periferico, indirizzabile e programmabile, del sistema di acquisizione
dati;
?? disporre di una interfaccia di comunicazione ad onde convogliate sulla linea di
alimentazione; tale interfaccia deve consentire la comunicazione con il CMA/x utilizzando
un protocollo di provata affidabilità;
?? possedere caratteristiche intrinseche del tipo previsto per le apparecchiature in classe II; il
dispositivo deve utilizzare una alimentazione di 12 Vac con una tolleranza max ? -5%
derivata da un alimentatore il cui trasformatore di sicurezza sia conforme alla norma CEI
EN60742;
?? essere ingegnerizzato in un contenitore, di tipo ad inserimento su barra Din, con
dimensione 6 moduli;
?? disporre di una memoria EEPROM per la impostazione dei parametri e delle modalità di
funzionamento. L’impostazione dei parametri deve poter essere eseguita sia localmente,
tramite connessione seriale (RS232 o equipollente), che da remoto attraverso l’interfaccia di
comunicazione ad onde convogliate;
?? consentire la programmazione del proprio indirizzo (indirizzo identificativo del modulo
MAD/x)
?? consentire la gestione delle grandezze dell’apparato controllato da sottoporre a gestione. Nel
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FOGLIO 18
caso in cui tale numero ecceda quello previsto dalle versioni base del modulo MAD/x dovrà
essere possibile l’installazione di moduli aggiuntivi.
III.2.1.8
Modulo Trasmissione (MT)
Questo modulo deve permettere il trasferimento dei dati dal modulo CPU al Supervisore,
attraverso una piattaforma di comunicazione ad alto livello (reti WAN e protocollo TCP/IP)
o attraverso un dispositivo modem, nei casi in cui la predetta piattaforma non sia disponibile.
Deve permettere il comando e controllo dei vari moduli presenti nell’impianto direttamente dal
computer di supervisione remoto.
Il Modulo Trasmissione (MT) deve essere installato in cabina (uno per ogni cabina), all’interno del
quadro o in un idoneo centralino.
Deve possedere i seguenti requisiti:
?? alimentazione: 12Vcc
?? temperatura di funzionamento normale: da 0°C a 40°C
?? rispondere alle norme applicabili: EN55022; EN60555-2; EN60950
?? essere ingegnerizzato in un contenitore, di tipo ad inserimento su barra Din, con
dimensione 4 moduli
III.3
Software di Supervisione
Generalità
Il sistema di Supervisione deve permettere di controllare, da una o più postazioni centralizzate, tutti i
moduli acquisizione dati per consentire l’analisi, fino al singolo dettaglio, dei dati di diagnostica di ogni
elemento controllato.
Il controllo deve avvenire utilizzando uno o più PC, eventualmente dotati di monitor con la
funzione di quadri sinottici, che comunicano con i diversi punti periferici per comandarli e/o acquisirne
lo stato.
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Il software di supervisione deve possedere un interfaccia di tipo grafico basata sull’utilizzo di più
pagine interattive per la diagnostica, il controllo e la telegestione degli impianti di:
?? alimentazione per il riscaldamento scambi (o impieghi analoghi)
?? illuminazione
?? rilievo dei consumi energetici (grandezze elettriche e non)
Le pagine software, che devono poter essere create e/o modificate in qualsiasi momento
dall’utilizzatore, devono essere predisposte con apposite icone indicanti le diverse tipologie d’impianto
e/o di aggregazione di impianti.
In particolare il sistema dovrà essere in grado di rilevare e visualizzare:
-
lo stato di funzionamento o anomalia delle lampade di marciapiedi, sottopassi, torri faro
etc…;
-
i parametri dei circuiti di misura bt ed MT e dei relativi strumenti; in particolare per i
wattmetri dovranno essere rilevati, per ogni fase, i valori delle armoniche di tensione e di
quelle di corrente;
-
lo stato di funzionamento o anomalia di valvole e rilevatori di portata e pressione di circuiti
idrici (o di distribuzione del gas);
-
lo stato di funzionamento o anomalia delle attrezzature di riscaldamento degli scambi (stato
delle scaldiglie o dei cavi autoregolanti);
-
i parametri di temperatura, umidità, allarme neve, derivati da una stazione meteorologica.
III.3.1
Requisiti utente
III.3.1.1
Gestione diagnostica
III.3.1.1.1
Energia elettrica
Il software che esplica la funzione di gestione e controllo degli impianti di alimentazione e
distribuzione dell’energia elettrica in media e bassa tensione deve consentire la visualizzazione da
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FOGLIO 20
remoto di ogni grandezza elettrica che i dispositivi hardware collegati siano in grado di rilevare.
In particolare devono essere visualizzate le seguenti grandezze:
?? partenze ed arrivi di linee in MT;
?? cabine MT/bt (con funzioni predisposte sia per lato MT che per lato bt);
?? punti di prelievo da RFI e da Enel;
?? punti di consegna ad altre società di RFI e a terzi;
?? partenze e arrivi di dorsali bt;
?? carichi per illuminazione (torri faro, paline marciapiedi, ecc.);
?? carichi per meccanismi speciali (ascensori, montacarichi, scale mobili, ecc.);
?? carichi per impianti di riscaldamento scambi;
?? carichi per l’illuminazione di atri, uffici, ecc.;
?? carichi derivati lungo la linea (illuminazione PL, illuminazione gallerie, ecc.).
III.3.1.1.2
Impianti Idrico e Gas
p.m.
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III.3.1.2
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Ed.2005
FOGLIO 21
Rappresentazioni diagnostiche: listati e grafica
?? Il software che implementa la funzione di rappresentazione delle informazioni deve consentire la
visualizzazione delle stesse secondo i seguenti criteri:
?? Le icone utilizzate nelle rappresentazioni devono risiedere in una libreria di base,
inalterabile; all’utente deve essere concessa la creazione e gestione di una libreria di icone e
simboli personalizzati e modificabili da utilizzare a complemento di quelli contenuti nella
prima ma non in sostituzione di essi.
?? Per ogni icona relativa ad un dispositivo deve essere richiamabile l’eventuale schema
elettrico con lo stato dinamico della porzione di impianti controllata (ad es. stato degli
interruttori e delle protezioni principali). Ad ogni icona deve essere associata almeno una
pagina di testo per la descrizione dell’impianto controllato ed eventuali note;
?? Per ogni icona deve essere possibile visualizzare uno storico delle misure registrate, degli
allarmi e degli interventi effettuati, nonché una serie di strumenti, rappresentati a video,
quali ad es. quelli per la visualizzazione dei trasformatori e degli armadi di alimentazione
trasformatori, e una serie di indicatori luminosi, sempre rappresentati a video, che
segnalano la presenza di eventuali guasti o anomalie;
?? Ogni informazione deve essere visualizzata con il preciso riferimento geografico del punto
di rilevamento, mostrando gerarchicamente detto riferimento partendo dalla posizione
fisica di minor dettaglio fino a quella di maggior dettaglio; un esempio di riferimento
geografico completo è:
Stato ? Regione ? Provincia ? Comune ? Via ? Fabbricato ? Posizione nel fabbricato
?? L’utente deve essere in grado di poter percorrere ogni riferimento geografico gerarchico nei
rami che lo compongono per mezzo di un opportuno navigatore che disponga di una
interfaccia user-friendly al fine di facilitarne la navigazione (finestre interattive di help che
possano supportare l’utente).
?? Deve essere sempre possibile modificare la base dati esistente al fine di poter inserire /
modificare / eliminare punti di rilevamento delle grandezze elettriche (flessibilità).
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III.3.1.3
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
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Ed.2005
FOGLIO 22
Organizzazione delle strutture e delle basi di dati
?? Il software deve consentire un’organizzazione della propria struttura ed una composizione delle
basi di dati di utilizzo che rispondano ai seguenti requisiti.
?? Deve essere sempre possibile inserire nuove strutture dati atte a definire un nuovo insieme
di relazioni fra i punti di rilevamento e la loro localizzazione geografica, descrivendone la
corretta tipologia del punto di rilevamento stesso.
?? Ogni anomalia degli impianti deve essere registrata in un file di log, non consultabile
localmente, non interpretabile (cioè ad es. soggetto a criptatura con chiavi e modalità di
accesso non note ed interdette agli operatori locali) e di cui deve poter essere attivata (da
parte di operatori autorizzati e con modalità e cadenze configurabili da parte degli stessi) la
funzionalità di invio automatico ad una postazione remotizzata di raccolta dati (SCC,
DOTE,…) per una eventuale visualizzazione e valutazione; non deve comunque essere
possibile la consultazione remota di detto file. Nel contempo l’anomalia deve essere
segnalata e gestita dal sistema in modo da non comprometterne la stabilità.
?? Lo scambio di dati fra l’applicazione ed i dispositivi hardware controllati deve avvenire
attraverso i canali e le linee di comunicazione previsti; deve essere consentito all’utente, in
modalità completamente automatica ed a seguito di propria espressa richiesta, di collegarsi
direttamente con il punto di rilevamento delle grandezze elettriche;.
?? Ogni comunicazione deve essere registrata in un file di log contenente la data, l’ora e l’esito;
le comunicazioni con esito negativo devono essere segnalate a parte ed opportunamente
gestite.
?? Ad un utente di basso livello deve essere consentita la sola lettura dei dati memorizzati
nell’area di memoria dei dispositivi controllati; la possibilità di modifica di questi dati deve
invece essere concessa per gli operatori con privilegio di sistemista; deve invece essere
sempre possibile la programmabilità dei valori tabellari di funzionamento di tutti i
dispositivi (ovviamente previo controllo di validità dei valori inseriti).
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III.3.1.4
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
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Ed.2005
FOGLIO 23
Architettura del sistema
?? Il sistema deve possedere un’architettura che consenta il rispetto dei seguenti requisiti.
?? Deve essere garantita la molteplicità di esistenza delle postazioni di supervisione che
devono poter accedere contemporaneamente alla sola visualizzazione dei dati di
gestione/diagnostica mentre l’emissione dei comandi deve essere prerogativa di una sola
postazione; tale facoltà deve poter essere trasferita ad altra postazione (token di gestione)
da parte della postazione normalmente designata a tale funzionalità ed essere recuperata
dalla stessa in modalità autonoma (cioè senza l’intervento della postazione
temporaneamente designata);
?? Deve essere consentita l’acquisizione delle funzioni di diagnostica, di gestione impianto e di
emissione dei comandi verso gli impianti, per l’integrazione della gestione degli impianti
stessi all’interno della funzione di Supervisione con rappresentazione verso gli operatori
attraverso un’unica HMI (Human Machine Interface);
?? Deve essere consentita la diagnosticabilità degli stati delle singole apparecchiature e delle
infrastrutture di rete dalla postazione di supervisione locale o remota;
III.3.2
Requisiti di sistema
?? La applicazione deve essere della tipologia client-server realizzata con linguaggi di
programmazione web-oriented; deve prevedere l’accesso utilizzando i comuni internetbrowser; deve inoltre risiedere in una workstation connessa alla rete locale cui sia possibile
accedere da ogni postazione connessa alla rete stessa.
?? La architettura complessiva del software deve essere di tre livelli: “Database”, “Data
Process” e “Web server”.
Questa architettura permette la scalabilità del sistema verso l’alto per rispondere alle
accresciute necessità dell’utente, aggiornando e sostituendo solo gli elementi critici quando
necessario agevolando inoltre ogni successiva operazione di manutenzione del software.
?? La infrastruttura web deve essere basata sul sistema operativo “Linux” e su server Apache in
quanto questi costituiscono lo standard nelle applicazioni web-oriented e possono essere
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Ed.2005
FOGLIO 24
ritenuti pertanto di provata affidabilità.
?? Il server SQL su cui poggia il sistema può essere scelto fra molte soluzioni ritenute tra le più
solide e sicure sul mercato (quali mySQL, Oracle, Interbase) preferendo quelli che
possiedono caratteristiche multi-utente e multi-thread pur mantenendo un funzionamento
veloce. Deve essere costituito da un demone e da un gruppo di applicazioni client che
consentano di accedere al database stesso, per operazioni di interrogazione/amministrazione,
con un facile interfacciamento verso gli applicativi web-oriented.
Inoltre il sistema deve possedere un controllo degli accessi robusto e la possibilità di gestire
grandi insiemi di dati con database non inferiore a 30 milioni di records.
?? Per lo sviluppo delle pagine web deve essere utilizzato un linguaggio web-oriented, serverside, di provata affidabilità, operante su server Unix/Linux, in grado di generare
dinamicamente pagine HTML; il linguaggio da utilizzare deve essere o di tipo JSP, per la
realizzazione di pagine statiche o con componenti JavaApplet, JavaScript od altri script
maggiormente performanti ed affidabili, o di tipo PHP (Personal Home Page) quando
divenga necessario generare pagine web in modalità dinamica.
L’uso delle Applet Java deve essere utilizzato intensamente nella realizzazione di oggetti che
devono garantire una forma di interattività client-side come ad esempio nella consultazione
di diagrammi temporali delle grandezze sotto misura con possibilità di visualizzare i rilievi in
un punto preciso.
?? Per lo sviluppo dei processi di servizio per la comunicazione con i dispositivi remoti deve
essere utilizzato un linguaggio di programmazione che consenta lo sviluppo di processi
server affidabili quali C/C++, Java oppure Python.
Deve essere prevista la gestione di tutte le operazioni che possono dar luogo ad eccezioni.
?? Il sistema deve essere basato sui singoli punti di rilevamento delle grandezze (“atomi” della
base di dati) ognuno dei quali deve possedere un insieme di proprietà che ne permetta la
distinzione dagli altri e la completa localizzazione, sia ‘fisica’ che di ‘comunicazione’, nel
sistema.
Ogni atomo deve essere inserito in una struttura dati gerarchica (ad albero), e la totalità degli
atomi presenti nella base di dati deve costituire l’insieme degli estremi a basso livello di tale
struttura gerarchica, mentre il nodo padre deve essere costituito dalla località geografica di più
alto livello.
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FOGLIO 25
Il riferimento geografico di un singolo atomo è composto dal percorso che occorre eseguire
partendo dal padre per raggiungere l’atomo stesso, genericamente:
CONFINE GEOGRAFICO
?
? SOTTOINSIEME GEOGRAFICO 1
?
? ……..
?
? SOTTOINSIEME GEOGRAFICO n
?
? ATOMO x
?
? ATOMO y
?? Ad ogni oggetto di qualsiasi livello della struttura deve essere associata una schermata di
rappresentazione nella quale, oltre ad essere presenti e/o facilmente riconducibili tutti i dati
relativi a tale oggetto, devono pure apparire i collegamenti agli oggetti figli del livello
immediatamente inferiore (nel caso ce ne siano) e il collegamento sia all’oggetto padre che al
diagramma dei flussi energetici relativi a tale livello. Deve inoltre esistere una icona
rappresentiva nella schermata del padre dalla quale possa essere raggiunta la schermata
dell’oggetto stesso.
Le pagine devono perciò essere realizzate mediante slide cui sono sovrapposti elementi interattivi
(icone di collegamento ad oggetti figli); gli slide devono essere realizzati da un insieme di
immagini prelevate da una collezione di immagini predefinite.
?? Nella schermata relativa ai punti di rilevamento delle grandezze devono essere accessibili
direttamente i comandi remoti resi disponibili per l’oggetto stesso (dipendentemente dal
grado di privilegio dell’utente).
?? L’elemento di livello più alto deve essere normalmente uno stato geografico o una regione,
mentre gli elementi detti sottoinsieme geografico devono essere sottoinsiemi del confine geografico
stesso quali regione, provincia, città, quartiere, oppure fabbricati; i figli ammessi di un
sottoinsieme geografico possono essere o un ulteriore sottoinsieme geografico, oppure un punto di
rilevamento misure (atomo).
?? Proprietà comuni ad ogni elemento della scala gerarchica devono essere l’indicazione
dell’elemento a cui esso appartiene (padre), un commento alfanumerico che fornisca una
breve descrizione dell’elemento e la schermata di rappresentazione precedentemente citata.
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Ed.2005
FOGLIO 26
?? Ciascun elemento che non sia punto di rilevamento delle grandezze sotto misura deve
possedere un insieme di informazioni che permettano di individuarne i figli; i punti di
rilevamento delle grandezze sotto misura devono possedere proprietà che permettano di
contraddistinguere la localizzazione nel sistema complessivo, le proprietà per la connessione
fisica (finalizzata all’invio di comandi e/o lettura dati acquisiti) ed il riferimento alle
grandezze da esso acquisite.
?? La comunicazione remota con i punti di rilevamento delle grandezze sotto misura deve
avvenire tramite protocollo ModBus standard e deve essere relativa alle operazioni di
lettura/scrittura nelle celle visibili all’utente.
?? La grafica deve abbinare qualità estetiche e funzionali in modo da essere di supporto e non di
intralcio all’interazione con l’utenza.
?? Deve essere garantita la funzionalità della applicazione (qualità e quantità delle informazioni
visualizzate) in base ai seguenti parametri:
1. Semplicità d’uso delle funzioni a disposizione dell’utente: ciascuna operazione che è
possibile compiere non deve richiedere all’operatore capacità o conoscenze particolari;
2. Immediatezza nell’accesso alle funzionalità essenziali e necessarie;
3. Le funzionalità meno influenti devono risiedere in una sezione a parte comunque
facilmente raggiungibile;
4. Presenza delle necessarie funzioni di download e di stampa dei dati rilevati;
5. Presenza di una barra di controllo attraverso la quale sia possibile avere una sintetica
visione complessiva del sistema;
6. Funzionalità di help on line a supporto dell’utente;
7. Possibilità di visualizzazione multilingue.
?? Il software complessivo deve essere suddiviso in due moduli distinti e principali:
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 27
Software di editing:
Questo programma deve consentire la creazione di una nuova struttura dati relativa ad una nuova
area geografica.
Deve prevedere la creazione di nuovi oggetti strutturati ad albero che rappresentino l’insieme degli
impianti (quali ad es. quelli bt ed MT nell’ambito di giurisdizione di un’area geografica qualsiasi indicata
dal nodo principale, da esso devono dipartirsi da 1 a n rami (con n legato alle esigenze dell’utente
ancorché limitato alle potenzialità del software e dell’hardware) facenti capo ad altrettanti nodi i quali
possono rappresentare altre località, fabbricati (sottoinsiemi geografici), o punti hardware di
rilevamento grandezze elettriche. Da ogni nodo che non indichi un punto hardware di rilevamento
possono dipartirsi altri rami facenti capo ad altrettanti nodi (rispettando la tipologia ad albero).
Ogni struttura ad albero deve stabilire l’insieme delle relazioni fra i vari punti di rilevamento, la
tipologia di ogni punto di rilevamento e la sua esatta collocazione fisica all’interno dell’area geografica di
interesse.
Ogni punto di rilevamento oltre ad essere caratterizzato dalla sua collocazione geografica deve essere
completamente definito dalla tipologia di grandezze che lo contraddistinguono.
I sottoinsiemi geografici da inserire nella struttura devono poter essere creati ‘ex-novo’ (tramite una
nuova pagina di rappresentazione), oppure scelti da una collezione di oggetti predefiniti, adottando la
schermata di rappresentazione prevista.
I punti di rilevamento da inserire nella struttura dati devono poter essere scelti da una collezione di
oggetti predefiniti con la relativa pagina di presentazione prevista: ad ogni oggetto predefinito deve
essere permesso di modificare solamente un sottoinsieme delle proprietà relativo alla tipologia di
oggetto e previsto in fase di costruzione dell’oggetto.
Il software di editing deve prevedere la modifica di oggetti strutturati ad albero esistenti.
Devono infine essere presenti le seguenti librerie di oggetti-sottoinsiemi geografici e oggetti-atomi
predefiniti:
Sottoinsiemi geografici di uso generale:
- Italia: Cartina geografica italiana in cui inserire i riferimenti di livello inferiore
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 28
Sottoinsiemi geografici di tipologia ferroviaria
Tratte/Linee
- Tratta ferroviaria: la schermata di riferimento deve rappresentare l’andamento dei binari
- Stazione di Tratta: la relativa schermata deve rappresentare la vista dall’alto della
stazione con i relativi fabbricati, pensiline e linee ferroviarie
- Sotto Stazione Elettrica
- Passaggio a Livello
- Galleria
Fabbricati di stazione
- Ufficio
- Marciapiede
- Deposito locomotive
- Officina riparazioni locomotive
- Fabbricato viaggiatori
- Sala Relè
- Binario elettrificato
- Binario non elettrificato
- Binario terminale
- Scambio
- Fabbricato cabina
- Quadro torre faro
- Quadro telecontrollo
- Torre faro
- Sottopasso
- Scale
- Ascensori e scale mobili
Cabine Elettriche
- Quadri cabina
- Centralina di gestione
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 29
- Centralino Misure: Moduli Acquisizione Dati Cabine MT/BT
Oggetti “atomi” di tipologia MAD/x:
- Lampada verticale per sottopasso: la relativa schermata deve comprendere lo schema del
comando della lampada
- Lampada orizzontale per sottopasso: la relativa schermata deve comprendere lo schema
del comando della lampada
- Faro
- Lampada verticale per torre faro: la relativa schermata deve comprendere lo schema del
comando della lampada
- Lampada orizzontale per torre faro : la relativa schermata deve comprendere lo schema
del comando della lampada
- Lampada generica: la relativa schermata deve comprendere lo schema del comando della
lampada
- Scaldiglie per binari
- Circuito di misura Bassa Tensione
- Circuito di misura Media Tensione
- Idrico
- Gas
Il software di editing deve permettere inoltre di creare nuovi oggetti atti al rilevamento di grandezze
e pertanto di creare librerie personalizzate.
Software di visualizzazione:
Il software di visualizzazione deve permettere la navigazione fra tutte le pagine relative agli elementi
di una struttura dati gerarchica precedentemente realizzata attraverso l’editor, partendo dall’elemento a
livello gerarchico più elevato fino al raggiungimento degli elementi a livello inferiore (punti di
rilevamento delle grandezze elettriche).
In corrispondenza di ogni livello deve essere possibile effettuare il remote download di tutti i dati
acquisiti dai dispositivi atti al rilevamento di grandezze presenti nel livello selezionato o nei livelli
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 30
inferiori mediante esplicita richiesta dell’utente; i dati devono tipologicamente suddividersi in “ultimi
rilievi effettuati” e “rilievi storici”.
In corrispondenza di ogni livello deve essere visualizzato direttamente l’insieme delle ultime
grandezze acquisite relativamente al livello selezionato ed a quelli inferiori; deve essere possibile
visualizzare l’andamento dei flussi energetici competenti ai dispositivi del livello selezionato e dei livelli
inferiori.
Mediante richiesta dell’utente deve essere possibile visualizzare l’andamento storico delle misure
rilevate dai dispositivi presenti nella schermata selezionata (o inferiori) attraverso l’uso di diagrammi in
cui è possibile selezionare la finestra temporale di visualizzazione.
Il diagramma dei flussi energetici deve rappresentare l’andamento e distribuzione della energia fra
fornitori ed utilizzatori (in particolare fra ENEL, RFI, TRENITALIA, ecc…).
?? Devono poter essere aggiornati ed ampliati tutti gli oggetti del sistema per poter garantire la
massima flessibilità anche a seguito di modifiche hardware e/o localizzazione geografica dei
dispositivi.
?? L’applicazione deve essere integrata da finestre di aiuto e supporto all’utente ed essere
sviluppata mantenendo la massima flessibilità.
?? Devono essere gestite tutte le eccezioni: a seguito di una eccezione il sistema deve rimanere in
uno stato stabile cioè deve essere garantita la robustezza alle eccezioni ed ai fallimenti;
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
III.3.3
III.3.3.1
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 31
Struttura della base di dati
“TAB_ELEMENTI”
TABELLA “TAB_ELEMENTI”
Campo
Tipo
Descrizione
ID
long
Numero unico che identifica univocamente l’elemento della struttura dati:
per il Confine Geografico tale valore deve essere pari ad uno.
ID_ELEM
string
Identificatore unico dell’elemento della struttura dati: per il Confine
Geografico deve essere una stringa di valore “0” (zero).
Stringa che identifica la tipologia dell’elemento: Confine Geografico,
Sottoinsieme, atomo.
Al momento della pressione della icona da parte dell’utente il Sw deve
eseguire una azione relativa al tipo dell’elemento: se non si tratta di un
atomo della struttura allora deve essere aperta la nuova pagina di
TYPE
string
navigazione, mentre se è un atomo deve essere aperta la pagina di
visualizzazione di sua competenza (atomi di tipo diverso possiedono
pagine di visualizzazione differenti).
Elementi quali punti di misura e di prelievo/consegna energia devono
possedere un archivio delle grandezze rilevate dagli strumenti di misura
situati in quel punto (TAB_xxx_GRANDEZZE).
Identificatore della pagina in cui l’elemento è inserito nella forma di icona
ID_ELEM_UP string
(rif. “ID_ELEM”, tabella “TAB_ELEMENTI”); se si tratta di Confine
Geografico deve essere una stringa di valore “0” (zero).
Indice che identifica l’ID dell’icona adottata per rappresentare l’elemento
ID_ICO
long
nella pagina da cui si accede (rif. “ID_ICO”, tabella
“TAB_ICO_IMMAGINI”); se si tratta di Confine Geografico deve essere
pari a zero.
ICO_POS_X
int
Distanza orizzontale dell’angolo superiore sx (origine della pagina)
dell’icona di rappresentazione dell’elemento all’interno della pagina.
ICO_POS_Y
int
Distanza verticale dell’angolo superiore sx (origine della pagina) dell’icona
di rappresentazione dell’elemento all’interno della pagina.
ICO_LABEL
string
Etichetta della icona: fornisce una breve descrizione
Indice che identifica l’ID dell’immagine adottata per rappresentare la
ID_PAG
long
pagina
dell’elemento
(rif.
“ID_PAG”,
tabella
“TAB_PAG_IMMAGINI”); se si tratta di un atomo deve essere pari a
zero.
PAG_LABEL
string
Etichetta della pagina: fornisce una breve descrizione
TXT_FILE
string
Nome del file in cui è contenuta la descrizione dell’elemento
STATUS
tinyint(4) Stato dell’elemento ( < 0 = Anomalia, 0 = OFF, 1 = ON )
NOTE
string
Tutti gli el ementi appartenenti alla struttura gerarchica ad albero precedentemente
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 32
descritta e per i quali deve essere garantita interattività con l’utente, devono essere raccolti in
quest’unica tabella nella quale le proprietà descritte in determinati campi permettano la
distinzione degli elementi nelle loro classi di appartenenza.
L’elemento radice “Confine geografico” non ha elemento padre e può avere n figli.
L’elemento intermedio “Sottoinsieme geografico” possiede un elemento padre e può avere n figli.
L’elemento terminale “Atomo” possiede un elemento padre e nessun figlio.
L’entry point alla tabella è costituito dall’elemento avente ID_ELEM pari ad uno (elemento radice
della struttura); la tabella deve poter essere percorsa rispettando le regole di navigazione delle strutture
ad albero (da padre a figlio e viceversa): ogni elemento (tranne la radice) possiede il campo con
l’ID_ELEM del padre.
III.3.3.2
“TAB_PAG_IMMAGINI”
Devono esservi contenuti i dati degli oggetti che consentono la costruzione della pagina referenziata
da ID_PAG
TABELLA “TAB_PAG_IMMAGINI”
Campo
Tipo
Descrizione
ID
long Numero progressivo unico che identifica univocamente il record all’interno
della tabella
Numero identificante la pagina in cui l’elemento compare. Tutti gli elementi
ID_PAG
long della tabella che compongono il medesimo slider devono avere il medesimo
valore di ID_PAG e pari al valore contenuto nel campo PT_PAG_IMG della
tabella TAB_ELEMENTI relativamente al record della pagina in questione)
Indice che identifica l’ID dell’immagine (rif. “ID_ICO”, tabella
ID_ICO
long “TAB_ICO_IMMAGINI”).
ICO_POS_X
int
ICO_POS_Y
ICO_LABEL
int
string
LIBRERIA
bool
Distanza orizzontale dell’angolo superiore sx (origine della pagina) dell’icona
di rappresentazione dell’elemento all’interno della pagina.
Distanza verticale dell’angolo superiore sx (origine della pagina) dell’icona di
rappresentazione dell’elemento all’interno della pagina.
Etichetta della icona: fornisce una breve descrizione
Quando ‘true’ si riferisce ad un oggetto di costruzione di una pagina
predefinita di libreria avente riferimento ID_PAG:.
Le pagine di libreria NON devono poter essere referenziate esterno al
software di editing.
Dal software di editing devono invece poter essere referenziate sia le pagine
di libreria che realizzate dall’utente
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
III.3.3.3
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 33
“TAB_ICO_IMMAGINI”
Deve contenere tutte le immagini utilizzabili dal software
TABELLA “TAB_ICO_IMMAGINI”
Campo
Tipo
Descrizione
ID_ICO
long Numero progressivo unico che identifica univocamente l’elemento
all’interno della tabella
Identifica la categoria dell’immagine
CATEGORIA
string “ICONA”: si riferisce alle immagini che devono garantire l’interattività
con l’utente
“OGGETTO”: immagini per le quali non è gestita nessuna interattività
BMPFILE
string Nome del file cui è memorizzata la immagine nel formato preposto
LIBRERIA
bool Quando ‘true’ si riferisce ad un’immagine predefinita di libreria.
III.3.3.4
“TAB_ARMADIO”
Devono esservi contenute le relazioni fra gli elementi atomi (referenziati da ID_ELEM) della
struttura dati e gli MAD/x della rete hardware
TABELLA “TAB_ARMADIO”
Campo
Tipo
Descrizione
ID
long
Numero progressivo unico che identifica univocamente il record
all’interno della tabella
ID_ELEM
string Identificatore dell’elemento atomo
NUM_MDA/x tinyint(4) N° di MAD/x passato nella configurazione
CATEGORIA
char(2) Categoria associata ad MAD/x
PASSWORD
char(4) Password associata ad MAD/x
MAC_MDA/x
int(11) Matricola identificativa di MAD/x
TELEFONO char(24) Numero di telefono dell’armadio
MOD_OC
char(2) La configurazione dei bit identifica quali moduli ad O.C. del dispositivo
MAD/x sono abilitati (bn=1/0 = Abilitato/Disabilitato)
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
III.3.3.5
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 34
“TAB_STATO_ARMADIO”
Devono esservi contenuti gli ultimi stati letti dai dispositivi MAD/x associati agli elementi atomi
(referenziati da ID_ELEM). I record si riferiscono ai soli elementi atomi della struttura dati.
TABELLA “TAB_STATO_ARMADIO”
Campo
Tipo
Descrizione
Numero progressivo unico che identifica univocamente il record
ID
long
all’interno della tabella
string Identificatore dell’elemento atomo
ID_ELEM
char(1)
STATO
ID_STATO
char(4) Codice identificativo dello stato
MSG_STATO char(50) Messaggio associato allo stato
III.3.3.6
“TAB_ATOM_COMANDI”
Devono esservi contenuti i comandi remoti resi disponibili per l’oggetto atomo referenziato da
ID_ELEM
TABELLA “TAB_ATOM_COMANDI”
Campo
Tipo
Descrizione
long Numero progressivo unico che identifica univocamente il record
ID
all’interno della tabella
ID_ELEM
string Identificatore dell’elemento cui il comando remoto si riferisce
COD_COM
int
Codice identificativo del comando remoto
string Stringa alfanumerica che definisce il comando remoto ammesso per
COMANDO
l’elemento “ID_ELEM”.
III.3.3.7
“TAB_ATOM_EVENTI”
Vi devono essere memorizzati tutti gli eventi occorsi all’oggetto atomo referenziato da ID_ELEM
TABELLA “TAB_ATOM_EVENTI”
Campo
Tipo
Descrizione
Numero progressivo unico che identifica univocamente il record
ID
long
all’interno della tabella
ID_ELEM
string Identificatore dell’elemento cui l’evento occorso è riferito
DATA
date
Data cui è occorso l’evento
ORA
time
Orario cui è avvenuto l’evento
long
Indice che identifica l’evento occorso all’elemento (rif.
ID_EVENTO
“ID_EVENTO”, tabella “TAB_EVENTI_STRING”)
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
III.3.3.8
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 35
“TAB_CONTATORI_STRUMENTI”
Vi devono essere memorizzati i parametri necessari per la gestione dei rilievi delle grandezze
misurate relativamente all’oggetto atomo referenziato da ID_ELEM .
TABELLA “TAB_CONTATORI_STRUMENTI”
Campo
Tipo
Descrizione
Numero progressivo unico che identifica univocamente il record
ID
long
all’interno della tabella
ID_ELEM
string Identificatore dell’elemento cui i parametri si riferiscono
int
Identificatore dello strumento (0..7)
NUM_RDE
PW
int(11)
CW
STATUS
Puntatore all’area di memoria MAD/x
bigint(20) Contatore di letture scaricate
char(1) Informazioni sullo stato dello strumento
DATA_RESET
data
Data ultimo reset periferica
ORA_RESET
time
Orario ultimo reset periferica
III.3.3.9
“TAB_LAST_GRANDEZZE”
Devono esservi contenuti gli ultimi rilievi delle grandezze effettuati sull’elemento referenziato da
ID_ELEM
TABELLA “TAB_LAST_GRANDEZZE”
Campo
Tipo
Descrizione
Numero progressivo unico che identifica univocamente il record
ID
long
all’interno della tabella
ID_ELEM
string Identificatore dell’elemento atomo di rilevazione delle grandezza
NUM_RDE
string Identificatore dello strumento (0..7)
Data Ultima lettura
DATA
data
ORA
Buffer
time
Orario ultima lettura
256 bytes Valore della misure dello strumento
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
III.3.3.10
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 36
“TAB_HIST_GRANDEZZE”
Vi deve essere memorizzato l’andamento storico dei rilievi delle grandezze effettuato sull’elemento
referenziato da ID_ELEM
TABELLA “TAB_HIST_GRANDEZZE”
Campo
Tipo
Descrizione
Numero progressivo unico che identifica univocamente il record
ID
long
all’interno della tabella
Identificatore dell’elemento atomo di rilevazione delle grandezza
ID_ELEM
string
NUM_RDE
string
Identificatore dello strumento (0..7)
DATA
data
Data cui la lettura è riferita
ORA
time
Buffer
III.3.3.11
Orario cui la lettura è riferita
256 bytes Valore della misure dello strumento
“TAB_UTENTI”
Devono esservi contenuti i dati relativi agli utenti che possono accedere al sistema; la possibilità di
emettere comandi deve essere concessa ad un solo utente (al momento dell’accesso deve essere eseguito
un opportuno controllo a tale campo settando le adeguate variabili ambiente)
TABELLA “TAB_PAG_IMMAGINI”
Campo
Tipo
Descrizione
ID
long Numero progressivo unico che identifica univocamente il record all’interno
della tabella
ID_USER long Numero identificante l’utente
DO_CMD
bool
Flag indicante la facoltà dell’utente di emettere o meno i comandi. Fra i
comandi è inclusa anche la possibilità di effettuare il download dei rilievi.
Il requisito di impiego di librerie di oggetti predefinite e non modificabili deve essere soddisfatto
mediante la presenza delle tabelle “TAB_PAG_IMMAGINI” e “TAB_ICO_IMMAGINI” che devono
contenere le informazioni relative ad oggetti predefiniti e che non devono poter essere modificate dal
software di editing.
Nella collezione di immagini (“TAB_ICO_IMMAGINI”) devono essere memorizzate le
informazioni di ciascun oggetto che sia visualizzato a schermo attraverso l’uso di una immagine, sia
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
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Ed.2005
FOGLIO 37
esso una icona interattiva, un circuito elettrico, un disegno, una fotografia.
Tutta la raccolta di immagini deve essere allestita rispettando i vincoli di occupazione della
memoria/livello di dettaglio necessario alla sua rappresentazione.
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
RFI.DMA/IM.LA/LF608
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Ed.2005
FOGLIO 38
Modalità di utilizzo della base di dati nella implementazione delle principali funzioni di
interrogazione del database
?? Ricerca degli oggetti appartenenti ad una pagina (referenziata da ID_ELEM*)
B
TAB_ELEMENTI
A
TAB_PAG_IMMAGINI
D
C
TAB_ICO_IMMAGINI
?? Ricerca dei dati necessari al calcolo dei diagrammi di flusso energetico facenti capo ad una
pagina referenziata da ID_ELEM*)
TAB_LAST_GRANDEZZ
E_ELETTRICHE
A
TAB_ELEMENTI
A
?? Ricerca di tutte le informazioni di stato di un oggetto atomo (referenziato da ID_ELEM*)
TAB_ELEMENTI
TAB_ARMADIO
A
B
G
TAB_LAST_
GRANDEZZE_
METEO
F
TAB_HIST_
GRANDEZZE_
METEO
E
TAB_HIST_
GRANDEZZE_
ELETTRICHE
D
TAB_STATO_
ARMADIO
C
TAB_LAST_
GRANDEZZE_
ELETTRICHE
TAB_ATOM_
EVENTI
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 39
?? Ricerca di tutte le informazioni necessarie per collegarsi da remoto all’armadio referenziato da
un ‘atomo’ ID_ELEM*
TAB_ELEMENTI
A
TAB_ARMADIO
?? Operazione di lettura da remoto delle grandezze elettriche relative ad uno strumento
referenziato da un ‘atomo’ ID_ELEM* (analogamente per la lettura da remoto delle grandezze
meteorologiche)
TAB_ELEMENTI
A
TAB_ARMADIO
B
TAB_CONTATORI_
STRUMENTI
?? Connessione ad un armadio
D
TAB_ELEMENTI
TAB_LAST_
GRANDEZZE_
MISURA
F
TAB_CONTATORI
_STRUMENTI
E
TAB_HIST_
GRANDEZZE_
MISURA
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
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III.3.4
Architettura generale del software di supervisione
III.3.4.1
Sistema di visualizzazione
Ed.2005
FOGLIO 40
Il sistema di visualizzazione deve essere composto dai moduli seguenti, rappresentati utilizzando
la relazione di utilizzo e interazione:
NAVIGATORE
VISUALIZZATORE
(BROWSER)
Livello
“Web server”
HELP
INTERATTIVO
GENERATORE
DI PAGINA
INTERPRETE
DATI
Livello
“Data Process”
GESTORE
COMUNICAZIONI
REMOTE
GESTORE DATI
DA REMOTO
CONTROLLORE
INTEGRITA
DATI
ARCHIVIO DATI
LIBRERIE
GRAFICHE
LIBRERIE
PREDEFINITE
GESTORE
ECCEZIONI
ARCHIVIO
ECCEZIONI
Livello
“Database”
Livello “Web server”:
costituito dai moduli che si occupano della generazione dinamica delle pagine,
garantiscono la interattività dell’utente ed utilizzano i dati ed i processi
appartenenti al livello immediatamente inferiore.
Livello “Data Process”:
costituito dai moduli che si occupano della gestione della base di dati
“database server” e dai moduli che si occupano dei servizi necessari alla
applicazione complessiva (server di comunicazioni remote con i dispositivi
remoti).
Livello “Database”:
costituito dall’insieme dei dati gestiti dal database-server
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
III.3.4.2
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 41
Sistema di editing
Il sistema di editing deve essere composto dai moduli seguenti, rappresentati utilizzando la
relazione di utilizzo e interazione:
NAVIGATORE
Livello
“Web server”
GESTORE OGGETTI
INTERATTIVI
EDITOR
(BROWSER)
GENERATORE DI
PAGINA
INTERPRETE DATI
Livello
“Data Process”
GESTORE
EDITING
BASE DATI
CONTROLLORE
INTEGRITA DATI
LIBRERIE PREDEFINITE LIBRERIE OGGETTI
ARCHIVIO DATI
LIBRERIE GRAFICHE
Livello
“Database”
Livello “Web server”:
costituito dai moduli che si occupano della generazione dinamica delle pagine,
garantiscono la interattività dell’utente ed utilizzano i dati ed i processi
appartenenti al livello immediatamente inferiore.
Il modulo di gestione dei dati interattivi si riferisce al modulo che si occupa di
intercettare le modifiche del database interpretando il risultato delle operazioni
messe a disposizione dell’utente.
Livello “Data Process”:
costituito dai moduli che si occupano della gestione della base di dati
“database server” e dai moduli che si occupano dei servizi necessari alla
applicazione complessiva (server di comunicazioni remote con i dispositivi
remoti).
Il modulo di gestione editino della base di dati è il modulo che si occupa di
tradurre le modifiche effettuate in operazioni operative destinate al database
server.
Livello “Database”:
costituito dall’insieme dei dati gestiti dal database-server
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
III.3.5
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 42
Criteri di accettazione
Devono poter essere eseguiti i seguenti tipi di test per verificare la qualità nelle diverse fasi di analisi
e sviluppo:
?? Test di integrazione: assemblaggio dei sottosistemi e verifica di corrispondenza alle
specifiche imposte graduali.
?? Test unitario:
verifica che ogni sottosistema corrisponda per dimensioni,
struttura, comportamento alla sua specifica.
?? Test di accettazione: verifica che il sistema complessivo corrisponda alle specifiche.
L’applicazione può essere considerata operativa ed utilizzabile solo quando abbia superato i succitati
test.
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 43
Parte IV
IV.1
Conformità alla Specifica Tecnica
Il sistema oggetto della fornitura devono possedere i requisiti richiesti nella presente STC.
I costi conseguenti allo svolgimento dell’attività per lo sviluppo del suddetto processo sono
completamente a carico delle ditte fornitrici.
Il Fornitore è tenuto a comunicare tempestivamente per l’approvazione alla struttura tecnica
competente di RFI S.p.A. tutte le modifiche, ancorché migliorative, ritenesse necessario apportare al
sistema.
IV.2
Prove
In caso di prima fornitura devono essere eseguite tutte le prove previste dalla STC su un sistema
completo.
Le prove devono essere eseguite presso un laboratorio o istituto universitario operanti secondo la
Norma UNI EN 45001 e legalmente riconosciuti o in alternativa, previa autorizzazione di RFI S.p.A.,
presso altre strutture ivi comprese quelle del Fornitore.
Dette prove devono essere eseguite su sistema completo, in assetto di funzionamento ed alle
condizioni ambientali previste e devono essere effettuate secondo le modalità indicate dalle norme
richiamate ed in vigore alla data di presentazione dell’offerta. Le effettive condizioni ambientali di prova
devono comunque essere riportate sui documenti relativi.
Le apparecchiature su cui verranno eseguite le prove e la documentazione relativa alle prove stesse
devono rimanere presso il costruttore per essere rese disponibili in qualsiasi momento a richiesta di RFI
S.p.A. e costituiranno il riferimento per le forniture successive.
Le modalità di esecuzione delle prove, quando non espressamente specificate, devono essere
desunte dalle Norme richiamate nella presente STC. Il costruttore è tenuto, qualora nelle suddette
Norme dovessero essere richiamate ulteriori Norme, al rispetto di queste ultime anche se non
espressamente citate nella presente STC.
In caso di conflitto tra Normative e/o prescrizioni applicabili si deve considerare prevalente quella
che risulta più favorevole ad RFI S.p.A.
RFI S.p.a. si riserva comunque la facoltà di richiedere, a propria cura e spese l’effettuazione di
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Ed.2005
FOGLIO 44
ulteriori prove e/o verifiche anche non comprese fra quelle specificate nella presente STC.
IV.2.1
Prova di comportamento in esercizio
Il sistema installato in ogni sua parte dovrà essere posto in esercizio per un periodo di un anno al
termine del quale non dovrà subire deterioramenti e superare le successive prove di accettazione.
IV.3
Criteri di accettazione
Il sistema oggetto della fornitura, oltre a possedere i requisiti richiesti nella presente STC, deve essere
del tutto identico al campione su cui sono state effettuate le prove di tipo.
Affinché una fornitura possa dichiararsi accettata il Fornitore dovrà:
?? presentare una Dichiarazione di Conformità che attesti la rispondenza del prodotto a quello
sottoposto alle prove di tipo;
?? presentare una documentazione, per la fornitura in atto, relativa al Piano di Qualità. In
particolare nel Piano di Fabbricazione e Controllo dovranno essere previste le seguenti verifiche
e prove da effettuarsi su tutti le apparecchiature oggetto della fornitura, eseguite con le stesse
modalità e/o procedure indicate nelle prove di tipo.
IV.4
Verifica dei requisiti del prodotto
RFI S.p.A. si riserva il diritto di:
-
sorvegliare la lavorazione del sistema in questione e delle parti che lo compongono, sia nelle
officine della ditta aggiudicataria che in quelle di eventuali subfornitori;
-
prelevare, in qualsiasi momento e a suo insindacabile giudizio, campioni del prodotto o di sue
parti e di eseguire su di essi prove e verifiche presso centri prova di RFI S.p.A. o presso altri
laboratori;
-
richiedere quelle sostituzioni o varianti che ritenesse necessarie in base a tali prove e
accertamenti.
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FOGLIO 45
Il Fornitore è tenuto a predisporre il sistema nelle condizioni richieste da RFI S.p.A. per accertare la
rispondenza o meno dei materiali alla presente STC ed a mettere a disposizione tutto il personale
necessario per l’espletamento delle prove richieste.
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FOGLIO 46
Parte V
Allegati
Gli allegati elencati hanno lo scopo di dettagliare ulteriormente le caratteristiche della piattaforma
hardware e le funzioni software che devono essere rispettate in particolari campi di applicazione.
Alla data di emissione della presente STC, sono individuate e descritte le seguenti applicazioni:
- Allegato 1 : Controllo e gestione impianti di riscaldamento scambi attrezzati elettricamente
- Allegato 2 : Controllo e gestione impianti di illuminazione
- Allegato 3 : Controllo e gestione dei consumi energetici
RFI si riserva il diritto di individuare in qualsiasi momento ulteriori applicazioni che saranno
descritte con opportuni allegati.
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FOGLIO 1
Allegato 1
Controllo e gestione impianti di riscaldamento scambi
attrezzati elettricamente
A1.1
Descrizione generale del Sistema di Comando e Controllo
Il sistema di telegestione per l’acquisizione dei dati ed il comando di riscaldamento degli scambi,
deve essere in grado di controllare le seguenti tipologie di installazione:
-
Con elementi riscaldanti a resistenza corazzata alimentati a 55v
-
Con cavi autoregolanti alimentati a 24 v
Il sistema deve essere costituito principalmente da unità intelligenti per l’acquisizione locale dei
segnali provenienti dalle apparecchiature di controllo degli impianti di riscaldamento scambi di tipo
elettrico.
I componenti del sistema di supervisione devono essere così suddivisi:
?? Modulo CPU
?? Modulo Alimentatore
?? Sistemi di comunicazione: seriali e ad Onde Convogliate
?? Registratore di Eventi (RDE)
?? Registratore Condizioni Ambientali (RCA)
?? Concentratore Modulo Acquisizione Dati Scambio(CMA/s)
?? Modulo Acquisizione Dati Scambio (MAD/s)
?? Modulo Trasmissione (interfaccia Ethernet oppure modem in carenza di Wan)
?? Software di Supervisione
?? Postazione di Supervisione
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A1.1.1
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FOGLIO 2
Modulo CPU
Questo dispositivo deve espletare le funzioni di controllo e comando del sistema di
gestione di tutte le utenze telegestite eseguendo il monitoraggio del quadro elettrico e/o della
cabina di trasformazione e garantendo il funzionamento degli impianti. In questa applicazione
deve dialogare con il modulo RDE e con il supervisore remoto, per la gestione degli allarmi e
delle informazioni, attraverso il Modulo Trasmissione (MT) o tramite modem ove non sia
disponibile alcuna rete Wan.
Il modulo CPU, che deve essere installato in cabina (uno per ogni cabina), deve possedere
i requisiti previsti al par. III.2.1.1.
Risorse di I/O:
Ente
Ingressi
D/I
D/O
RL
16
Note
Ingressi digitali ausiliari
Relè
1
Uscite
Azione
Relè comando (max 6A)
6
Uscita open collector 50V 60mA
Per pilotaggio relè
ausiliari
Trasmissione:
Ente
Moduli a O.C.
RDE
Modem/PC
O.C. Dedicata
(*)
X
Azione
Note
Comunic. CPU – moduli O.C.
X
Comunic. CPU – RDE
X
Comunic. CPU – PC
(*)
(*) Il tipo di trasmissione dipende dalla tipologia della piattaforma con cui il modulo CPU si interfaccia.
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A1.1.2
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FOGLIO 3
Modulo alimentatore
Il modulo deve espletare le funzioni di alimentazione di tutti i dispositivi facenti parte del complesso ed
essere installato in cabina (uno per ogni cabina), all’interno del quadro o in un idoneo centralino e deve
possedere tutti i requisiti indicati al par. III.2.1.2.
A1.1.3
Sistemi di comunicazione
La comunicazione tra i Moduli CMA/s (con funzionalità master) ed MAD/s (con funzionalità slave)
deve avvenire preferibilmente su linea elettrica di potenza consentendo una semplificazione nei cablaggi
e nell’installazione con conseguente maggiore facilità di manutenzione. Utilizzando per le
comunicazioni le stesse linee di alimentazione di potenza e gli stessi cavidotti, il sistema impiegato deve
essere con esse pienamente compatibile facendo ricorso alle tecniche di comunicazione tramite Onde
Convogliate; per semplificare il problema del filtraggio su tali linee, si deve limitare la corrente massima
circolante nelle stesse (Imax=60 A) utilizzando, se del caso, più linee per ridurre la corrente massima di
ciascuna di esse.
Il protocollo di comunicazione deve essere aderente con quanto di seguito descritto in dettaglio nei
due livelli, fisico e di controllo del collegamento(LLC):
livello fisico:
la comunicazione deve avvenire per via seriale con protocollo half-duplex, modulazione 2ASK,
codifica dei bit tipo Manchester e portante a 111.8 KHz; le caratteristiche dei segnali in linea devono
essere conformi a quanto previsto nella EN 50065-1 (relativamente ai segnali in banda 95 ÷ 148.5 KHz.
livello LLC- controllo del collegamento:
il formato del pacchetto deve essere distinto per il master e per lo slave:
pacchetto master:
- preambolo (impegno linea per tx master): trasmissione portante per intervallo fisso di 8 ms;
- 2 bytes di informazione;
- 1 byte LRC per controllo integrità dati.
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FOGLIO 4
pacchetto slave:
- preambolo (impegno linea per tx slave): trasmissione portante per intervallo fisso di 4 ms;
-
4 bytes di informazione;
-
1 byte LRC per controllo integrità dati.
Il sistema di codifica dei bit di tipo Manchester deve prevedere i due livelli logici:
1 logico = 2 ms senza portante + 1 ms con portante
0 logico = 1 ms senza portante + 2 ms con portante
A1.1.4
Registratore di Eventi (RDE)
Questo dispositivo deve permettere la registrazione di tutti i dati relativi al modulo MAD/s
attraverso un dialogo con il concentratore CMA/s e consentire la trasmissione dei predetti dati al
modulo CPU.
Il modulo RDE deve possedere i requisiti previsti al par. III.2.1.4.
Ente
CMA/s
RCA
CPU
A1.1.5
RS485 RS232 Dedicata
X
Azione
Note
Comunicazione RDE – CMA/s Modbus/RTU
X
Comunicazione RDE – RCA
X
Comunicazione RDE – CPU
Registratore Condizioni Ambientali (RCA)
Il modulo RCA, se presente, deve permettere la registrazione di un insieme di parametri relativi alle
condizioni meteorologiche e dialogare con il modulo RDE.
Il modulo RCA deve possedere i requisiti previsti al par. III.2.1.5.
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FOGLIO 5
Trasmissioni:
Ente
RS485
RDE
A1.1.6
RS232 Dedicata
X
Azione
Note
Comunicazione RCA - RDE
Concentratore Modulo Acquisizione Dati Scambio (CMA/s)
Questo dispositivo, che deve espletare le funzioni di dialogo con i periferici MAD/s, deve
possedere le caratteristiche indicate al par. III.2.1.6 .
Inoltre, per il particolare impiego, il dispositivo deve possedere i seguenti requisiti:
?? consentire la programmazione dei seguenti parametri:
-
indirizzo proprio del modulo CMA/s
-
indirizzi e tipologia dei MAD/s presenti
-
abilitazione e modalità di interrogazione, tramite onde convogliate, dei moduli
MAD/s
-
tempo tra due interrogazioni successive dei MAD/s
-
soglia di temperatura per attivazione intervento automatico riscaldamento scambio
-
soglia di allarme per scostamento temperatura dal valor medio
Le funzionalità previste dal modulo concentratore devono consentire di acquisire i dati di
temperatura dai moduli MAD/s;
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FOGLIO 6
Risorse di I/O:
Ente controllato
A/I
CMA/s
D/I D/O
Azione
1
ON/OFF manuale
1
Consenso operazioni O.C.
1
Contatto ausiliario teleruttore
Note
quando presente
generale di cabina
1
Contatto ausiliario interruttore
generale di cabina
1
Cavi autoregolanti
Relè comando teleruttore per
quando presente
alimentazione linea cavi
autoregolanti
Allarme locale
1
Relè comando allarme locale
Ausiliari
1
Relè ausiliario
1
Relè ausiliario
Anomalia/allarme
da campo
Cavi alimentazione
1
Presenza tensione
R
(fase o concatenata)
1
Presenza tensione
S
(fase o concatenata)
1
Presenza tensione
(fase o concatenata)
T
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A1.1.7
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
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FOGLIO 7
Modulo Acquisizione Dati Scambio (MAD/s)
Questo dispositivo deve espletare le funzioni di controllo e comando del sistema di alimentazione
dei cavi autoregolanti. Il modulo MAD/s deve essere installato in apposito armadio da esterno posto in
prossimità dei trasformatori di alimentazione riscaldamento scambi ed essere un dispositivo con
spiccate caratteristiche di flessibilità di comunicazione e di gestione degli I/O come richiesto al par.
III.2.1.7.
Per il particolare impiego deve possedere i seguenti requisiti:
?? consentire la programmazione dei seguenti parametri:
-
indirizzo proprio del modulo MAD/s
-
presenza della sonda di temperatura
-
numero di cavi autoregolanti da gestire (compreso tra 1 e 8)
-
ritardo attivazione comando accensione riscaldamento (per evitare l’alimentazione
simultanea di tutti i trasformatori)
-
abilitazione controllo alimentazione trasformatore
?? consentire la misura della temperatura del scambio, attraverso la sonda di temperatura
presente nel modulo, per le seguenti finalità:
1. fornire al supervisore ogni segnale atto a stabilire se e quando attivare l’intero sistema
di riscaldamento scambi;
2. gestire automaticamente la termoregolazione del scambio stesso;
3. verificare il corretto funzionamento degli elementi riscaldanti.
?? consentire la gestione di un numero di elementi riscaldanti variabile a seconda della tipologia
del scambio. Nel caso in cui tale numero ecceda quello previsto dalla versione base del
modulo MAD/s (tipicamente 8 elementi riscaldanti) dovrà essere possibile l’installazione di
moduli aggiuntivi.
Le funzionalità previste dal modulo di acquisizione devono consentire l’effettuazione dei seguenti
controlli e acquisizioni:
?? presenza di ciascuna delle fasi di alimentazione del trasformatore;
?? stato del teleruttore di alimentazione del trasformatore 400/24 Vca;
?? stato dell’interruttore generale del trasformatore 400/24 Vca;
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FOGLIO 8
?? stato degli ingressi ausiliari (funzionamento Manuale/Automatico);
?? integrità delle resistenze o dei cavi autoregolanti (tramite misura di corrente);
?? dati dalla sonda di temperatura
Inoltre deve essere possibile comandare il teleruttore per alimentare il trasformatore (400/24 Vca)
dei cavi autoregolanti. L’attivazione del teleruttore deve poter avvenire in modalità:
1. manuale, tramite comando esplicito da parte dell’operatore;
2. semiautomatica, tramite comandi dal supervisore o dal modulo concentratore;
3. automatica, tramite misura della temperatura del scambio, su comando del modulo MAD/s
che provvederà a mantenere la temperatura del scambio nel range desiderato effettuando
l’attivazione/disattivazione del teleruttore di controllo alimentazione cavi autoregolanti.
Il modulo MAD/s deve essere inoltre dotato di Led di indicazione degli stati di attenzione relativi a
cavi, allarmi, teleruttore, e dello stato dei D/I relativi a sonda di temperatura, trasformatore., risposta
onde convogliate, stato logica.
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FOGLIO 9
Risorse di I/O :
Ente controllato
Cavi Autoregolanti
Sonda temperatura
A/I
D/I
D/O Azione
1
Misura corrente linea 1
1
Misura corrente linea 2
1
Misura corrente linea 3
1
Misura corrente linea 4
1
Misura corrente linea 5
1
Misura corrente linea 6
1
Misura corrente linea 7
1
Misura corrente linea 8
1
Sonda temperatura ambiente
Trasformatore
1
Funzionamento normale
1
Funzionamento automatico
2
Stato teleruttore trasformatore
(400/24 Vca)
Stato interruttore generale
(400/24 Vca)
2
trasformatore
1
Cavi alimentazione
1
1
1
Note
Relè comando teleruttore
alimentazione trasformatore
Presenza tensione R
(fase o concatenata)
Presenza tensione S
(fase o concatenata)
Presenza tensione T
(fase o concatenata)
(400/24Vca)
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A1.1.8
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FOGLIO 10
Modulo Trasmissione
Questo modulo deve permettere il trasferimento dei dati dal modulo CPU al Supervisore,
attraverso una piattaforma di comunicazione ad alto livello (reti WAN e protocollo TCP/IP)
o attraverso un dispositivo modem, nei casi in cui la predetta piat taforma non sia disponibile.
Il modulo deve rispettare tutti i requisiti espressi al par. III.2.1.8.
A1.2
Software di Supervisione
A1.2.1
Requisiti utente
A1.2.1.1
Gestione diagnostica
Il software che esplica la funzione di gestione e controllo deve tassativamente rispondere a tutti i
requisiti espressi nella presente STC ed in particolare a quelli indicati nel par. III.3.1.1.1. Esso deve
consentire non solo il comando degli enti sottomessi ma anche la visualizzazione da remoto di ogni
grandezza elettrica che i dispositivi hardware collegati siano in grado di rilevare. Lo schema di massima
della home page di visualizzazione è illustrato in fig. A1.1
In particolare il sistema deve essere in grado di rilevare e visualizzare:
-
lo stato di funzionamento o anomalia delle attrezzature di riscaldamento degli scambi (stato
delle scaldiglie o cavi autoregolanti e tutto quanto previsto nelle funzioni dei Moduli
Acquisizione Dati MAD/s e nel modulo Concentratore CMA/s);
-
i parametri di temperatura, umidità, allarme neve (ovvero i dati memorizzati dal Registratore
Condizioni Ambientali RCA).
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Fig. A1.1
Immagine
permanente
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Software deviatoi - Home page
Immagini permanenti - Icone con link ai seguenti
tools: configurazione finestra utente, gestione data
base, gestione back up, comunicazione modem,
gestione stampe ecc.
Mappa grafica dell’impianto.
Elenco dei deviatoi
Immagine
permanente
Icone con link a
altri moduli:
controllo
illuminazione e
parametri elettrici
Icone con link ai MAD installati.
Per ogni MAD linkato
visualizzazione delle linee di
alimentazione delle resistenza
e segnalazione delle
anomalie.
FOGLIO 11
RETE FERROVIARIA ITALIANA
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INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
A1.3
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
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RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 12
Armadio di contenimento moduli
Questo armadio, destinato all’alloggiamento dei moduli acquisizione dati e di tutti gli accessori
necessari alla gestione, controllo e comando del trasformatore e dei cavi autoregolanti nonché delle
protezioni necessarie deve possedere i seguenti requisiti:
?? Realizzazione in SMC (resina poliestere preimpegnata con fibra di vetro – vetroresina), verniciato
esternamente con vernice epossidica colore RAL 7040;
?? Dimensioni esterne max 546 x 424 x 570 mm
?? Zoccolo per rialzo armadio realizzato in SMC (resina poliestere preimpegnata con fibra di vetro –
vetroresina), verniciato esternamente con vernice epossidica colore RAL 7040 e dimensioni esterne
max 546 x 424 x 366 mm
?? Porta di chiusura, incernierata con cerniere in alluminio pressocolato con inserto antibloccante in
poliammide
?? Serratura cremonese realizzata in poliammide con tenone e 2 paletti (3 punti di chiusura) agibile con
chiave Yale (cifratura FS codice 61)
?? Feritoie di areazione per la ventilazione naturale
?? Grado di protezione IP44 secondo CEI EN60529 certificato da laboratorio SINAL
?? Grado di resistenza all’impatto IK10 secondo CEI EN50102
?? Reazione al fuoco (su provini) 100 punti secondo UNIPLAST 288
?? Telaio in acciaio zincato a caldo secondo CEI 7-6 con bulloneria in acciaio inox per ancoraggio su
plinto in calcestruzzo
L’armadio, che deve essere posato su apposita base in calcestruzzo di dimensioni idonee
(cm60x60x20 circa) completa di telaio per l’ancoraggio dell’armadio stesso, deve contenere come
dotazione minimale i seguenti accessori:
morsetti di collegamento per:
?? connessione arrivo linea
?? primario trasformatore (400/24 Vca)
?? secondario trasformatore (400/24 Vca)
?? connessione della terra di impianto
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Ed.2005
FOGLIO 13
?? alimentazione cavi autoregolanti
?? sonda temperatura PT100
?? linea onde convogliate
ed inoltre:
?? 1 interruttore generale armadio per protezione trasformatore 400/24 Vac completo di blocco
differenziale;
?? 1 interruttore di protezione/alimentazione per Moduli Acquisizione Dati Scambio;
?? 1 teleruttore (3F+contatto NO) per alimentazione trasformatore 400/24 Vac;
?? 1 contatto aux per segnalazione intervento interruttore generale;
?? 1 selettore Man./Aut (per modalità alimentazione trasformatore 400/24Vac);
?? trasformatori amperometrici 50/0.05A in quantità idonea al scambio controllato e completi di
accessori idonei al cablaggio;
A1.3.1
Ingresso cavi
L’ingresso e sigillatura dei passaggi di cavi e tubi deve essere di tipo prefabbricato e modulare,
composto da telaio di contenimento, moduli multidiametro, e sistema di bloccaggio.
- il telaio di contenimento moduli andrà posizionato sul telaio di ancoraggio dell’arnadio.
- i moduli multidiametro dovranno avere un passo di adattabilità di max. 2mm. Tutti i moduli
devono essere corredati di nucleo centrale per poter essere utilizzati quale scorta per future
espansioni
- il sistema di chiusura deve essere del tipo a cuneo e per facilitarne l'installazione il suo
posizionamento deve essere previsto in qualsiasi punto del passaggio (sulla sommità del telaio, in
fondo o in mezzo a due file di moduli).
- il sistema deve essere facilmente modificabile per facilitare la manutenzione e la possibile aggiunta
di altri cavi o tubi, senza l'utilizzo di ulteriori moduli o accessori.
- i componenti del sistema devono essere privi di alogeni.
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
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Inoltre devono essere rispettate le seguenti caratteristiche:
Resistenza al fuoco: REI 120
Non tossicità: FI, M2 e GEI 20-37/7
Tenuta stagna acqua: 4 bar
Tenuta stagna gas: 1 bar
Superamento delle sollecitazioni a vibrazione
Coibentazione acustica
Caratteristiche anti-roditori
Ed.2005
FOGLIO 14
RETE FERROVIARIA ITALIANA
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Fig. A1.2
Ed.2005
FOGLIO 15
RETE FERROVIARIA ITALIANA
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SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
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Fig.A1.3
Ed.2005
FOGLIO 16
RETE FERROVIARIA ITALIANA
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SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
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Fig.A1.4
Ed.2005
FOGLIO 17
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
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FOGLIO 1
Allegato 2
Controllo e gestione impianti di illuminazione
A2.1
Descrizione generale del Sistema di Comando e Controllo
Il sistema di telegestione degli impianti di illuminazione deve essere in grado di gestire sia a livello
puntuale che a livello di gruppo le seguenti tipologie di lampade:
?? lampade a Vapori di Sodio alta pressione (“SHP” o “SAP”)
?? lampade a Vapori di Sodio bassa pressione (“SBP”)
?? lampade a Vapori di Mercurio
?? lampade a Ioduri metallici
?? lampade ad incandescenza
?? lampade fluorescenti con reattore elettronico
Il sistema deve essere costituito da unità intelligenti per l’acquisizione locale dei segnali provenienti
dai dispositivi di gestione degli impianti di illuminazione come descritto nella presente specifica; in
particolare il sistema complessivo deve essere così suddiviso:
?? Modulo CPU
?? Modulo Alimentatore
?? Sistemi di comunicazione: seriali e ad Onde Convogliate
?? Modulo ad onde convogliate (MOC)
?? Dispositivi di controllo lampada (DCL o DCL/P)
?? Modulo Trasmissione (interfaccia Ethernet oppure modem in carenza di Wan)
?? Software di Supervisione
?? Postazione di Supervisione
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
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RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
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INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
A2.1.1
Ed.2005
FOGLIO 2
Modulo CPU
Questo dispositivo deve espletare le funzioni di controllo e comando del sistema di
gestione di tutte le utenze telegestite eseguendo il monitoraggio del quadro elettri co e/o della
cabina di trasformazione e garantendo il funzionamento degli impianti. In questa applicazione
deve dialogare con i moduli di comunicazione ad onde convogliate (MOC) e con il
supervisore remoto, per la gestione degli allarmi e delle informazion i, attraverso il Modulo
Trasmissione (MT) o tramite modem ove non sia disponibile una rete Wan.
Il modulo CPU, che deve essere installato in cabina (uno per ogni cabina), deve possedere
i requisiti previsti al par. III.2.1.1.
Risorse di I/O:
Ente
Ingressi
D/I
D/O
RL
16
Note
Ingressi digitali ausiliari
Relè
1
Uscite
Azione
Relè comando (max 6A)
6
Uscita open collector 50V 60mA
Per pilotaggio relè
ausiliari
Trasmissione:
Ente
M.O.C.
Modem/PC
O.C. Dedicata
(*)
X
Azione
Note
Comunic. CPU – moduli O.C.
X
Comunic. CPU – PC
(*)
(*) Il tipo di trasmissione dipende dalla tipologia della piattaforma con cui il modulo CPU si interfaccia.
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
A2.1.2
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 3
Modulo alimentatore
Il modulo deve espletare le funzioni di alimentazione di tutti i dispositivi facenti parte del
complesso ed essere installato in cabina (uno per ogni cabina), all’interno del quadro o in un idoneo
centralino e deve possedere tutti i requisiti indicati al par. III.2.1.2.
A2.1.3
Sistemi di comunicazione
Le comunicazioni tra i Moduli di controllo lampada (DCL o DCL/P) ed il modulo MOC devono
avvenire ricorrendo a sistemi che consentano una semplificazione nei cablaggi e nell’installazione con
conseguente maggiore facilità di manutenzione. Utilizzando per le comunicazioni le stesse linee di
alimentazione di potenza e gli stessi cavidotti, il sistema impiegato deve essere con esse pienamente
compatibile facendo ricorso alle tecniche di comunicazione tramite Onde Convogliate conformemente
alle norme EN 50065-1 ed 1/A1 (CEI 13-20). Per semplificare il problema del filtraggio su tali linee, si
deve limitare la corrente massima circolante nelle stesse (Imax=60 A) eventualmente utilizzando più
linee per ridurre la corrente massima di ciascuna di esse.
Il sistema di comunicazione deve prevedere una modulazione digitale di ampiezza tipo 2ASK
(Amplitude Shift Keying a due livelli) della portante a 111.8 KHz senza protocollo di accesso. Il
messaggio di 12 bit deve essere ripetuto 20 volte, la velocità di trasmissione deve essere pari a 166,6
Baud, la potenza del segnale in emissione pari a 122 dBµV su un impedenza caratteristica di 50 ? .
La codifica dei bit, di tipo Manchester, deve prevedere i seguenti livelli logici:
1 logico = 4 ms con portante + 2 ms senza portante
0 logico = 2 ms con portante + 4 ms senza portante
A2.1.4
Modulo ad onde convogliate (MOC)
Questo modulo deve consentire le comunicazioni ad Onde Convogliate sulle linea di potenza. Ogni
modulo deve essere in grado di gestire una partenza (3F + N). Il modulo, che può essere posizionato in
prossimità dei filtri delle linee di potenza delle lampade, deve essere in grado di rilevare la misura delle
tensioni sulla linea trifase. Deve essere possibile collegare al sistema al massimo 15 Moduli Onde
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 4
Convogliate (MOC).
Il dispositivo deve espletare le funzioni di interrogazione dei dispositivi di controllo/comando
lampada, registrandone la risposta ed eseguendo un controllo di presenza tensione su ognuna delle tre
fasi. Deve comunicare col modulo CPU tramite una linea dedicata a 12Vca, che fornisca anche
l’alimentazione al modulo stesso, e trasmettere gli eventi registrati al modulo CPU, a seguito di una
interrogazione da parte di quest’ultimo, solo quando le lampade controllate sono attive.
In definitiva il modulo a onde convogliate (MOC) deve svolgere le seguenti funzioni:
-
comunicazione con i moduli di controllo/comando lampada (DCL o DCL/P)
-
registrazione dell’ampiezza di risposta del segnale ad Onde Convogliate
-
verifica presenza tensione (per ognuna delle tre fasi)
Dati tecnici:
-
Apparecchio in:
classe II
-
Trasmissione onde convogliate: classe 122
-
Alimentazione 12Vca
da modulo CPU
-
Temperatura ambiente
-20°C +60°C
-
Umidità ambiente max
85%
-
Contenitore da barra
9 mod DIN
-
Dimensione
2 mod DIN
Caratteristiche elettromeccaniche:
- 1 morsetto 2 poli per collegamento a modulo CPU
con linea ad onde
convogliate e alimentazione 12Vac
- 1 morsettiera 4 poli per collegamento linea partenza (3F+N)
- 4 dip-switches a 2 posizioni per selezione indirizzo del modulo
- 2 led di indicazione stato:
Verde
=
dispositivo alimentato (POWER)
Rosso
=
trasmissione in corso
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DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
A2.1.5
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 5
Dispositivo di controllo lampada (DCL o DCL/P)
Il dispositivo di controllo lampada DCL deve essere un dispositivo ricetrasmettitore ad onde
convogliate che includa un sistema wattmetrico di analisi dei guasti lampada, installabile su tutti gli
impianti esistenti e su quelli di nuova realizzazione all’interno del corpo lampada, in asola palo oppure
in pozzetto di derivazione.
Tale apparecchiatura deve essere in grado di fornire le informazioni relative allo stato di
funzionamento lampada e di ricevere i comandi dalla unità di controllo/comando armadio, mediante
trasmissione ad onde convogliate.
Il dispositivo DCL, abbinato a ciascuna lampada, deve svolgere le seguenti funzioni:
- controllo del funzionamento della lampada
- comando on/off lampada
- spegnimento automatico dell’accenditore (opzionale)
La funzione di spegnimento dell’accenditore deve essere abilitata in fase di programmazione ed
essere necessariamente impostata sul valore “non abilitato” se la lampada non possiede l’accenditore
(es. lampade a Vapori di Mercurio).
La versione DCL/P, abbinata a ciascuna lampada deve invece svolgere le seguenti funzioni:
-
controllo del funzionamento della lampada
-
comando piena potenza/potenza ridotta
-
spegnimento automatico dell’accenditore (opzionale)
Il dispositivo DCL (o DCL/P) deve essere installato in serie, tra la linea di alimentazione e la
lampada, a valle del fusibile di protezione della lampada.
Detto dispositivo deve poter essere posizionato in un punto qualsiasi tra la linea e la lampada;
l’installazione all’interno del corpo illuminante può essere accettata previa documentata verifica in
laboratorio su un campione del corpo illuminante stesso.
Il dispositivo DCL deve essere in grado di rilevare e segnalare i seguenti stati di
funzionamento della lampada:
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SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
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FOGLIO 6
- Lampada OFF (in seguito a comando)
- Lampada ON (accesa e correttamente funzionante)
- Condensatore guasto o insufficiente (rifasamento non corretto: cos f < valore soglia
programmato)
- Lampada in corto circuito
- Lampada interrotta o accenditore difettoso
- Lampada non collegata (assenza del carico a valle del DCL)
- Fusibile guasto (assenza di risposta dal DCL)
Il dispositivo DCL/P deve invece essere in grado di rilevare e segnalare i seguenti stati di
funzionamento della lampada:
- Lampada a potenza ridotta (in seguito a comando)
- Lampada a piena potenza (in seguito a comando)
- Condensatore guasto o insufficiente
- Lampada in corto circuito
- Lampada interrotta o accenditore difettoso
- Lampada non collegata (assenza del carico a valle del DCL/P)
- Lampada lampeggiante
- Fusibile guasto (assenza di risposta dal DCL /P)
Dati tecnici (DCL o DCL/P):
- Tensione di funziona mento 230Vca ± 10%; freq.: 50 ÷ 60 Hz
- Tensione minima di funzionamento 180V ac
- Potenza assorbita a riposo max. 0,5 W
- Massima corrente erogabile 4A
- Potenza attiva utilizzatore esterno 15W min. ÷ 400W max.
- Caratteristiche del contenitore in nylon naturale PA 66
- Grado di protezione lato morsetti IP10
- Isolamento elettrico Classe II
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SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
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DIREZIONE MANUTENZIONE
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RFI.DMA/IM.LA/LF608
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FOGLIO 7
- Protezione dalle sovratensioni tramite Varistore 275 V 140 J
- Temperatura ambiente di funzionamento ( t a ) - 25 ÷ + 65 °C
(U = 230V ; I = 3A) @ 90 % max u.r.
- Temperatura limite ( ? tc ) + 70 °C
- Dimensioni max. 102 x 54 x 52 mm
- Peso max. 400 g
- Collegamento: tramite morsetti con vite M4, capacità di connessione 6mm2
A2.1.6
Modulo Trasmissione (MT)
Questo modulo deve permettere il trasferimento dei dati dal modulo CPU al Supervisore,
attraverso una piattaforma di comunicazione ad alto livello (reti WAN e protocollo TCP/IP)
o attraverso un dispositivo modem, nei casi in cui la predetta piattaforma non sia disponibile.
Il modulo deve rispettare tutti i requisiti espressi al par. III.2.1.8.
A2.2
Software di Supervisione
A2.2.1
Requisiti utente
A2.2.1.1
Gestione diagnostica
Il software che esplica la funzione di gestione e controllo deve tassativamente rispondere a tutti i
requisiti espressi nella presente STC ed in particolare a quelli indicati nel par. III.3.1.1.1. Esso deve
consentire non solo il comando degli enti sottomessi ma anche la visualizzazione da remoto di ogni
grandezza che i dispositivi hardware collegati siano in grado di rilevare. Lo schema di massima della
home page di visualizzazione è illustrato in fig. A2.1
In particolare il sistema deve essere in grado di rilevare e visualizzare lo stato di funzionamento o
anomalia delle lampade connesse ai dispositivi di controllo lampade (DCL o DCL/P).
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SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
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Fig. A2.1
Immagine
permanente
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 8
Software Illuminazione - Home page
Immagini permanenti - Icone con link ai seguenti tools: gestione
stampe, configurazione finestra utente, gestione data base, gestione
back up, comunicazione modem ecc.
Icona con link alla mappa grafica dell’impianto
Elenco tipo
albero
gerarchico dei
quadri elettrici e
delle lampade
sottese
Immagine
permanente
Icone con link
a altri moduli:
parametri
elettrici e
controllo
deviatoi
Icona con link
Icona con link
Gestione configurazione dei
comandi e impostazioni di
impianto
Visualizzazione stato
dell’impianto (elenco stato
dispositivi controllati),
alternativo alla mappa grafica
Icona con link
Icona con link
Icona con link
Anagrafica relativa
ai livelli gerarchici
(stazione – quadro
– lampada)
Eventi registrati
ultimo download
Emergenze
registrate
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SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
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RFI.DMA/IM.LA/LF608
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Ed.2005
FOGLIO 9
Fig. A2.2
Schema elettrico generale (comunicazione O.C. su linea di alimentazione)
Alimentazione da quadro elettrico 400V
L1
L2
L3
N
CPU
Modem
Modulo
onde
convogliate
(MOC)
Alimentatore
Comunicazione O.C. su linea
di alimentazione (solo se
Imax=60A )
FILTRO
FILTRO
FILTRO
QUADRO CENTRALE
CABINA
Centrale gestione moduli cabina
DCL or DCL/P
RETE FERROVIARIA ITALIANA
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SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
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RFI.DMA/IM.LA/LF608
Fig. A2.3
Ed.2005
FOGLIO 10
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SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
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FOGLIO 1
Allegato 3
Controllo e gestione consumi energetici
A3.1
Descrizione generale del Sistema di Comando e Controllo
Il sistema deve essere costituito da unità intelligenti per l’acquisizione locale dei segnali provenienti
dalle apparecchiature del sistema di misura dei parametri elettrici di cabina.
I principali componenti del sistema di supervisione devono essere:
?? Modulo CPU
?? Modulo Alimentatore
?? Sistemi di comunicazione: seriali e ad Onde Convogliate
?? Registratore di Eventi (RDE)
?? Modulo di misura dei parametri Elettrici (WM)
?? Gruppo di misura (GDM)
?? Modulo Trasmissione (interfaccia Ethernet oppure modem in carenza di Wan)
?? Software di Supervisione
?? Postazione di Supervisione
Il sistema di monitoraggio dei parametri elettrici deve permettere di controllare, da una o più
postazioni centralizzate, tutti i parametri elettrici dei dispositivi e sistemi montati nelle singole stazioni e
tratte ferroviarie e garantire una migliore efficienza e razionalizzazione degli interventi.
Il sistema deve essere organizzato su una struttura piramidale che permetta di scendere, a partire da
una visione a livello nazionale/regionale, fino al singolo dettaglio della casistica di guasto di ogni
elemento controllato. Inoltre devono essere tenuti sotto controllo i parametri elettrici (es. energia attiva
e reattiva) dell’intero sistema.
La piattaforma di base deve essere composta da apparecchiature di misura e/o di controllo in grado
di gestire i singoli parametri ed eventi che si intendono controllare.
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SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
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RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 2
Il sistema nel suo complesso deve essere in grado di controllare:
-
l’energia prodotta e quella consumata
-
la “qualità” della rete elettrica e degli utilizzatori collegati alla linea
in modo da poter dare informazioni atte ad ottimizzare l’utilizzo della rete, la manutenzione e gli
interventi necessari.
La qualità dell’energia elettrica è legata alla conformità ai dati nominali e di continuità della fornitura
(CEI EN 50160: caratteristiche della tensione fornita dalle reti pubbliche di distribuzione dell’energia
elettrica). La verifica della qualità dell’energia elettrica deve quindi consentire di accertare la conformità
della fornitura ai dati contrattuali e verificare le eventuali anomalie con le rispettive motivazioni..
I disturbi sono caratterizzati da una o più “origini” e da una serie di “effetti” che gli stessi sono in
grado di produrre sull’utenza. L’origine dei disturbi non è sempre imputabile al solo fornitore di
energia, ma anche alle condizioni negative degli impianti utenti, e ciò si riflette sulla qualità della rete di
alimentazione.
I principali tipi di disturbo che devono quindi essere presi in esame sono:
- Variazioni della frequenza
Secondo le norme la frequenza a 50Hz deve essere mantenuta, per il 95% dell’anno di
fornitura, entro una tolleranza del ? 1% e non deve mai avere un incremento superiore al 4%
o un decremento inferiore del 6% (N.B.: il valore medio è per norma quello misurato in 10s.)
- Armoniche
Le armoniche, la cui origine è soprattutto dovuta a carichi non lineari (es. convertitori statici,
azionamenti a velocità variabili, saldatrici ad arco, controlli di potenza, diodi controllati, ecc.),
introducono una distorsione della forma originale della sinusoide; secondo la norma EN
50160 i limiti per le tensioni armoniche che l’ente fornitore può immettere in rete,in
condizioni normali di esercizio, riferiti al 95% dei valori efficaci e mediati su 10 min, devono
essere minori o al più uguali ai valori della tabella seguente:
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SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
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RFI.DMA/IM.LA/LF608
Armoniche
Dispari
Non multiple
di 3
Multiple di 3
Ordine h
Tensione
Ordine h
relativa max (5)
Tensione
Ed.2005
FOGLIO 3
Armoniche
pari
Ordine h
Tensione
relativa max (5)
relativa max (5)
5
6
3
5
2
2
7
5
9
1,5
4
1
11
3,5
15
0,5
6,24
0,5
13
3
21
0,5
17
2
19
1,5
23
1,5
25
1,5
La distorsione globale (THD) della tensione di alimentazione (per tutte le armoniche sino
alla 40) deve essere minore o uguale all’8%.
Deve poter essere monitorata l’esistenza di armoniche ed in particolare deve essere prevista
la rilevazione della terza armonica, responsabile tra i vari effetti negativi di quello noto come
“sovraccarico del neutro”.
- Variazioni di tensione
Le norme permettono, rispetto alla tensione nominale, una tolleranza del ? 10% sul 95% del
servizio settimanale (N.B.: per utenze BT la tolleranza è sempre limitata ai valori +10% e –
15%); il valore della tensione assunto è quello medio efficace in un arco di 10 s.
- Sovratensioni transitorie e buchi di tensione
Secondo le norme, il limite per le sovratensioni è di 1,5kV per la bt mentre per la MT risulta
invece essere: sino a 1,7 Vnominale se con neutro a terra, o sino a 2 Vnominale se con neutro
isolato. In caso di sovratensioni per scariche atmosferiche dirette o indirette, il limite
normativo richiede il non superamento dei 6kV di picco in bt o il coordinamento con
l’isolamento nominale in MT.
Si considerano buchi di tensioni le situazioni in cui il valore efficace della tensione scende
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SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
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Ed.2005
FOGLIO 4
sotto al 90% per un tempo compreso tra 10 ms e 1 min..
Le interruzioni di tensione (definite “brevi” se inferiori a 3 min oppure “lunghe” negli altri
casi) possono essere ammesse sino ad un limite di 50 interruzioni lunghe all’anno (escluse
quelle programmate).
A3.1.1
Modulo CPU
Questo dispositivo deve espletare le funzioni di controllo e comando del sistema di
gestione di tutte le utenze telegestite eseguendo il monitoraggio del quadro elettrico e/o della
cabina di trasformazione e garantendo il funzionamento degli impianti. Deve dialogare con il
modulo RDE e con il supervisore remoto (attraverso modem ove lo stesso sia previsto) per la
gestione delle informazioni e degli allarmi.
Il modulo CPU, che deve essere installato in cabina (uno per ogni cabina), deve possedere
i requisiti previsti al par. III.2.1.1.
Risorse di I/O:
Ente
Ingressi
D/I
D/O
RL
16
Note
Ingressi digitali ausiliari
Relè
1
Uscite
Azione
6
Relè comando (max 6A)
Uscita open collector 50V 60mA
Per pilotaggio relè
ausiliari
Trasmissione:
Ente
(*)
RDE
Modem/PC
RS232 Dedicata
X
X
Azione
Note
Comunic. CPU – RDE
Comunic.
CPU – PC
(*)
(*) Il tipo di trasmissione dipende dalla tipologia della piattaforma con cui il modulo CPU si interfaccia.
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
A3.1.2
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 5
Modulo alimentatore
Il modulo deve espletare le funzioni di alimentazione di tutti i dispositivi facenti parte del complesso
ed essere installato in cabina (uno per ogni cabina), all’interno del quadro o in un idoneo centralino e
deve possedere tutti i requisiti indicati al par. III.2.1.2.
A3.1.3
Sistemi di comunicazione
Le comunicazioni devono avvenire ricorrendo a sistemi che consentano una semplificazione nei
cablaggi e nell’installazione con conseguente maggiore facilità di manutenzione. Laddove necessario
occorre impiegare per le comunicazioni le tecniche di comunicazione tramite Onde Convogliate
utilizzando le stesse linee di alimentazione di potenza e gli stessi cavidotti. In tal evenienza, il sistema
impiegato deve essere con pienamente compatibile con queste ultime; per semplificare il problema del
filtraggio su tali linee, occorre limitare la corrente massima circolante nelle stesse (Imax=60 A)
eventualmente utilizzando più linee per ridurre la corrente massima di ciascuna di esse.
A3.1.4
Registratore di Eventi (RDE)
Questo dispositivo deve permettere la registrazione di tutti i dati relativi al modulo WM e consentire
la trasmissione dei predetti dati al modulo CPU.
Il modulo RDE deve possedere i requisiti previsti al par. III.2.1.4.
Ente
WM
CPU
RS485 RS232 Dedicata
X
Azione
Comunicazione RDE – WM
X
Comunicazione RDE – CPU
Note
Modbus/RTU
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
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RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
A3.1.5
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 6
Modulo di Misura dei Parametri elettrici (WM)
Il modulo WM deve consistere essenzialmente in un analizzatore di rete modulare a µP 32 bit, con
tastiera di programmazione integrata, che consenta un’analisi approfondita delle variabili elettriche e
della qualità della rete e garantisca la possibilità di visualizzazione di almeno 400 grandezze. Il
contenitore deve essere previsto per montaggio a pannello e possedere grado di protezione (frontale)
IP65.
Il dispositivo deve permettere di acquisire tutte le informazioni relative ai parametri elettrici della
linea compresa l’analisi armonica al fine di determinare la “qualità” dell’energia elettrica del sistema.
I dati registrati ad intervalli di campionamento prefissati, devono essere inviati tramite una
connessione RS485 al modulo registratore di eventi (RDE) che provvederà a trasferirli al Supervisore
remoto. Ogni registratore di eventi deve poter gestire sino ad un max di 16 moduli WM (max 16
moduli in assenza di altri moduli quali RCA o CMAD/x).
Il modulo Wattmetro dovrà avere le seguenti funzionalità e caratteristiche tecniche:
•
Classe 0.5
•
Analizzatore di rete multifunzione, µP a 32 bit
•
Display grafico (128x64 punti) retroilluminato
•
Dimensioni frontali: 96x96 mm
•
Scansione manuale o automatica delle variabili di sistema edi fase: W, Wmedia, VAr, VA,
VAmedia, cos? , cos? medio, V, I, Imedia, Hz, THD di ogni singola fase per tensione e per
corrente totale, pari e dispari % RMS; valori min. e max. per tutte le misure
Energie misurate:
kWh e KVArh su 4 quadranti.
•
Misure in TRMS di forme d’onda distorte (tensioni/correnti)
•
Autorange per ingressi in corrente e tensione
•
Visualizzazione variabili istantanee: 4X4 digit
•
Visualizzazione energie totali: 4X9 digit
•
Visualizzazione energie parziali: 4X6 digit
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
•
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 7
48 contatori di energia indipendenti utilizzabili secondo il criterio della tariffa normale,
bioraria o multioraria.
•
Grado di protezione (frontale): IP 65
•
Fino a 4 uscite di allarme opzionali
•
Fino a 4 uscite impulsive opzionali
•
Fino a 4 uscite analogiche completamente programmabili opzionali
•
Uscita seriale RS 422/485 opzionale
•
3 Ingressi digitali opzionale
•
Alimentazione universale: 18-60VCA/VCC, 90-260 VCA/VCC
•
Protocollo MODBUS, JBUS.
•
Aggiornamento delle misure: 10/sec.
•
Analisi armonica (FFT) fino alla 50° armonica con indicazione grafica e numerica (corrente e
tensione)
•
Rilevamento sorgente armoniche
•
RS 232 opzionale con orologio e memorizzazione degli allarmi.
Le funzioni espletate dal gruppo di misura bt/mt (wm) devono essenzialmente essere:
•
Acquisire i dati di tutti i parametri elettrici (se necessario attraverso TA e TV)
•
Visualizzare le grandezze acquisite
•
Eseguire l’analisi armonica delle grandezze misurate
•
Comunicare attraverso linea seriale RS485 col modulo registratore di eventi (RDE)
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
In particolare il modulo di misura deve essere in grado di registrare i seguenti parametri:
corrente fase 1
corrente fase 2
corrente fase 3
corrente del neutro
tensione di fase 1
tensione di fase 2
tensione di fase 3
Frequenza
potenza attiva totale (+/-)
Fattore di potenza totale (+ = induttivo; - = capacitivo)
potenza attiva fase 1 (+/-)
potenza attiva fase 2 (+/-)
potenza attiva fase 3 (+/-)
Fattore di potenza fase 1 (+ = induttivo; - = capacitivo)
Fattore di potenza fase 2 (+ = induttivo; - = capacitivo)
Fattore di potenza fase 3 (+ = induttivo; - = capacitivo)
energia attiva assorbita ( + )
energia reattiva assorbita ( + )
energia attiva erogata ( - )
energia reattiva erogata ( - )
thd I1
thd I2
thd I3
thd In
thd V1
thd V2
thd V3
harmonic I1 row 3
FOGLIO 8
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
harmonic I2 row 3
harmonic I3 row 3
harmonic IN row 3
harmonic I1 row 5
harmonic I2 row 5
harmonic I3 row 5
harmonic IN row 5
harmonic I1 row 7
harmonic I2 row 7
harmonic I3 row 7
harmonic IN row 7
harmonic I1 row 9
harmonic I2 row 9
harmonic I3 row 9
harmonic IN row 9
harmonic I1 row 11
harmonic I2 row 11
harmonic I3 row 11
harmonic IN row 11
harmonic I1 row 13
harmonic I2 row 13
harmonic I3 row 13
harmonic IN row 13
harmonic I1 row 15
harmonic I2 row 15
harmonic I3 row 15
harmonic IN row 15
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 9
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
PER APPLICAZIONI LFM
RETE FERROVIARIA ITALIANA
DIREZIONE MANUTENZIONE
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
A3.1.6
RFI.DMA/IM.LA/LF608
Ed.2005
FOGLIO 10
Gruppo di misura (GdM)
Il dispositivo converte i parametri elettrici di MT/bt permettendone l’acquisizione da parte dei
moduli wattmetrici (WM) di misura.
Esso deve comporsi di una cella di misura formata da:
- linee bT: 3 TA di caratteristiche idonee alle misure e condizioni operative richieste, racchiusi
in idoneo contenitore (*)
- linee MT: 2 TV 12kV I 8400V II 100V 50VA classe 0,5 con isolatori 12kV di appoggio + 2
TA 12KV 100/5A 10VA classe 0,5 (*)
(*) Le caratteristiche dei dispositivi TA e TV devono comunque essere identificate sulla base dei parametri della
linea da misurare.
Il dispositivo deve essere normalmente racchiuso in un contenitore da esterno, con grado di
isolamento IP44, dimensioni max. 720x1 390x450 mm, serratura con chiave di sicurezza.
A3.1.7
Modulo Trasmissione (MT)
Questo modulo deve permettere il trasferimento dei dati dal modulo CPU al Supervisore,
attraverso una piattaforma di comunicazione ad alto livello (reti WAN e protocollo TCP/ IP)
o attraverso un dispositivo modem, nei casi in cui la predetta piattaforma non sia disponibile.
Il modulo deve rispettare tutti i requisiti espressi al par. III.2.1.8.
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
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DIREZIONE MANUTENZIONE
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A3.2
Software di Supervisione
A3.2.1
Requisiti utente
A3.2.1.1
Gestione diagnos tica
Ed.2005
FOGLIO 11
Il software che esplica la funzione di gestione e controllo deve tassativamente rispondere a tutti i
requisiti espressi nella presente STC ed in particolare a quelli indicati nel par. III.3.1.1.1. Esso deve
consentire non solo il comando degli enti sottomessi ma anche la visualizzazione da remoto di ogni
grandezza elettrica che i dispositivi hardware collegati siano in grado di rilevare. Lo schema di massima
della home page di visualizzazione è illustrato in fig. A3.1
In particolare il sistema deve essere in grado di rilevare e visualizzare l’energia prodotta e quella
consumata, la “qualità” della rete elettrica e degli utilizzatori collegati alla linea
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DIREZIONE MANUTENZIONE
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Fig.A3.1
SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
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Ed.2005
FOGLIO 12
Software parametri elettrici - Home page
Immagine
permanente
Immagini permanenti - Icone con link ai seguenti tools:
configurazione finestra utente, gestione data base, gestione
back up, comunicazione modem ecc.
Icone con link agli analizzatori di rete installati.
Elenco dei quadri
elettrici
Per ogni analizzatore visualizzazione dei cruscotti con gli
indicatori dei parametri istantanei rilevati: energia attiva,
energia reattiva, frequenze, tensioni, correnti, potenze attive,
fattore di potenza, distorsioni armoniche.
Immagine
permanente
Icone con link a
altri moduli:
controllo
illuminazione e
controllo deviatoi
Per ogni parametro rilevato registrazione ed elaborazione
grafica dell’andamento nel tempo, con la possibilità di
configurare: tipo di grafico, periodo di analisi, scale, minimi
e massimi.
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SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO
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Ed.2005
Fig.A3.2
Schemi di collegamento alle linee di potenza
Sistemi monofase
Ingressi
amperometrici
CARICO
Ingressi
voltmetrici
K
L
K
L
FOGLIO 13
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SPECIFICA TECNICA DI COSTRUZIONE DEL
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FOGLIO 14
Fig.A3.3
Schemi di collegamento alle linee di potenza
Sistemi trifase a 3 fili (3F senza N) con carico squilibrato (ARON)
Ingressi
amperometrici
CARICO
Ingressi
voltmetrici
K
L
K
L
K
L
K
L
L1
L2
L3
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Ed.2005
FOGLIO 15
Fig.A3.4
Schemi di collegamento alle linee di potenza
Sistemi trifase a 4 fili (3F+N) con carico squlibrato
Ingressi
amperometrici
Ingressi
voltmetrici
K
K
K
K
CARICO
K
L
K
L
L
L
L
L
L1
L2
L3
N