1 RELAZIONE SPECIALISTICA - IMPIANTO ELETTRICO 1. 1.1 OGGETTO PREMESSA Formano oggetto della presente relazione tutte le opere occorrenti pe r l’ade gu amen to e m e ssa a no rma della sede, nel rispetto della Legislazione vigente in materia e delle Norme CEI, della distribuzione degli impianti di forza motrice ordinaria, di illuminazione ordinaria interna e di emergenza dell’edificio adibito ad attività scolastica, denominato Scuola Media “Giovanni XXIII” di Spinetoli (AP). I lavori dovranno essere realizzati in conformità agli elaborati grafici, alle indicazioni progettuali ed ai suggerimenti di buona tecnica di seguito riportati. 1.2 GENERALITA' Gli impianti elettrici oggetto dell’intervento nell’edificio adibito ad attività scolastica, “Scuola Media Giovanni XXIII” del Comune di Spinetoli comprendono: QE CONTATORI QES QE ELETTRICO GENERALE QEG QE SECONDARIO QEPR PIANO RIALZATO QE SECONDARIO QEPP PIANO PRIMO QE SECONDARIO QEP PALESTRA QE SECONDARIO QECT CENTRALE TERMICA QE SECONDARIO QEAM AULA MAGNA CANALIZZAZIONI PRINCIPALI CONDUTTORI DI COLLEGAMENTO IMPIANTO LUCE E LUCE EMERGENZA IMPIANTO FORZA MOTRICE CABLAGGIO STRUTTURATO ALLARME INCENDIO CON DIFFUSIONE SONORA IMPIANTO DI MESSA A TERRA E PROTEZIONE SCARICHE ATMOSFERICHE IMPIANTO CHIAMATA AULE E BAGNI IMPIANTO TV - SAT 2 2. DATI TECNICI GENERALI 2.1 NORMATIVA DI RIFERIMENTO L'impianto elettrico oggetto dell’intervento di ristrutturazione dovrà essere rispondente a Leggi e Decreti nonché alle indicazioni fornite dalle Norme CEI specifiche in materia, vigenti alla data di redazione del presente progetto: - D.L. n.81 9aprile 2008 attuazione dell’art.1 della legge 3 agosto 2007 n.123 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro - Legge n.248 del 2-12-2005 e decreto n.37del 22/1/2008 - CEI 11-37 Guida all’esecuzione degli impianti di terra di stabilimenti - CEI 20-20 Cavi isolati con polivinilcloruro con tensione nominale Uo /U non superiore a 450/750 V - fasc. 1345 - CEI 20-22 Prove d’incendio sui cavi elettrici - CEI 20-35 Prove sui cavi elettrici sottoposti al fuoco: Parte prima prova di non propagazione della fiamma sul singolo cavo verticale. - CEI 20-36 Prova di resistenza al fuoco dei cavi elettrici - Tabella CEI UNEL 00722 Colori distintivi delle anime dei cavi isolanti - CEI 46-5 Cavi telefonici per impianti interni - CEI 23-9 Piccoli apparecchi di comando non automatici per tensione nominale fino a 380V destinati ad usi domestici e similari - fasc. 823 - CEI 23-14 Tubi flessibili in PVC e loro accessori - fasc. 297 - CEI 23-18 Interruttori differenziali per usi domestici e similari e interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per usi domestici e similari - fasc. 532 - CEI 17-13/1 fasc.1433”Apparecchiature assiepate di protezione per basse tensioni (apparecchiature di serie AS e non di serie ASD) - CEI 17-5 Interruttori automatici con tensione nominale non superiore a 1000V - fasc. 1036 - CEI 23-3 Interruttori automatici di sovraccarico per tensioni non superiori a 425V fasc. 1550 - CEI 23-8 Tubi protettivi rigidi in PVC e accessori fasc. 335 - CEI 64-8/1-7 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua - fasc. 4131-4137 - CEI 64-8/7-51 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua. Ambienti a maggior rischio d’incendio. - CEI 64-50 Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori, ausiliari e telefonici - fasc. 2615G. 3 - CEI 64-52 Guida per l’esecuzione degli impianti elettrici negli edifici scolastici fasc. 5110 - CEI 81-10 Protezione di strutture contro i fulmini - D.P.R. 22-10-2001,N:462 Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazione e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi. - UNI 10380 Illuminazione di interni con luce artificiale Maggio 1994 e variante A1 del 10/99 - UNI 10840 Criteri generali per l’illuminazione naturale ed artificiale nei locali scolastici. Marzo 2000 - UNI EN 1838 Illuminazione di emergenza – Marzo 2000 - CEI 64-12 Guida per l’esecuzione degli impianti di terra negli edifici per uso residenziale e terziario - fasc. 2093G. - DM 18/2/1975 norme tecniche per l’edilizia scolastica - DM 26/8/2992 norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica 2.2 DATI DI PROGETTO - 3. 3.1 Potenza presunta impegnata Tensione di rete Corrente di corto circuito Icc Frequenza Sistema di distribuzione 70 KW 230/380 V 6.0 KA 50 Hz TT IMPIANTI ELETTRICI DISTRIBUZIONE ELETTRICA PRINCIPALE L’Impianto ha origine immediatamente a valle della fornitura ENEL. I cavi sono stati scelti in base alla corrente nominale di impiego e alle condizioni di posa. La portata letta sulla tabella UNEL 35024/1-97 è stata poi corretta per temperatura ambiente differente da 30° e/o posa con altri cavi vicini. E' stata verificata la caduta di tensione massima al termine di ciascuna linea; essa è tale da non superare il 4% totale all'ultimo utilizzatore. Infine le sezioni dei cavi sono tali da soddisfare la relazione (I2 t) ≤ K2 S2 dove - I è la corrente effettiva di cortocircuito in ampere, espressa in valore efficace; - t è la durata in secondi del cortocircuito; 4 - - K è una costante determinata sulla base della tipologia dei conduttori e delle temperature massime ammesse durante il servizio ordinario e durante il cortocircuito per l'isolamento dei cavi; S è la sezione del conduttore in mm2 Saranno installati i seguenti cavi per le alimentazioni con energia normale dei seguenti quadri principali: QE CONTATORI QES QE ELETTRICO GENERALE QEG QE SECONDARIO QEPR PIANO RIALZATO QE SECONDARIO QEPP PIANO PRIMO QE SECONDARIO QEP PALESTRA QE SECONDARIO QECT CENTRALE TERMICA QE SECONDARIO QEAM AULA MAGNA - cavo non propagante l’incendio tipo FG7OR a ridotta emissione di gas corrosivi isolato in gomma etilpropilenica , flessibile, riempito in materiale non fibroso e non igroscopico sotto guaina in pvc qualità RZ CEI 20/22 II / 20-13 / 20-37 pt. 1 TABELLA UNEL 35375-3537635377 tensione nominale 600/1000 V. tensione di prova 4000 V. in C.A. temperatura massima di esercizio : +90°C temperatura massima di corto circuito : 240°C fino alla sez.240mmq. e 220° oltre temperatura minima di installazione e maneggio +0°C raggio minimo di curvatura : 4 volte il diametro esterno sforzo massimo di tiro 50 N. per mmq di sezione totale del rame 3.2 QUADRI ELETTRICI DI SMISTAMENTO E DI ZONA Gli interruttori generali saranno del tipo "Interruttore sezionatore non automatico"; i derivati saranno di tipo modulare magnetotermici differenziali con Id = 0,03A o 0,3A, conformi alle norme CEI 23-3 (IV edizione), avranno un potere di interruzione Ics non inferiore a 6kA secondo le CEI EN 60947-2 con curva caratteristica di intervento "C".Per la protezione di utenze con componenti elettronici e quindi adatti ad intervenire in presenza di correnti pulsanti saranno utilizzati interruttori differenziali di tipo “A”. La protezione delle utenze finali comunque sarà assicurata da relè differenziali con Id = 0,03mA. Le partenze per i sottoquadri saranno realizzate con interruttori di magnetotermici. Avranno relè magnetici e termici tali da soddisfare le relazioni: A) IB ≤ In ≤ IZ e If ≤ 1,45 IZ per la verifica delle protezioni contro il sovraccarico dove: Ib = corrente nominale di impiego In = valore di taratura del termico Iz = portata della conduttura nelle condizioni di posa If = corrente di funzionamento della protezione B) A2t ≤ K2S2 per la protezione contro i corto circuiti dove: A 2t = energia termica lasciata passare dall'organo di protezione 5 K2S2 = K = energia termica sopportabile dal cavo per corto circuito non superiore a 5 secondi coefficiente dipendente dalla massima temperatura raggiungibile dal cavo in virtù dell'isolante (135 per cavi isolati in gomma butilica, 115 per cavi isolati in PVC, 146 per cavi isolati in gomma etilenpropilenica). Le parti metalliche che potranno essere soggette ad andare sotto tensione saranno collegate ad una sbarra di terra, di sezione minima 60mm2 che percorrerà longitudinalmente il quadro, con corda flessibile stagnata di sezione minima 16 mm2. 3.3 DISTRIBUZIONE SECONDARIA E' definita "distribuzione secondaria", tutto quanto a valle dei quadri generali di piano di zona, come le linee di collegamento, i comandi, le prese ed i corpi illuminanti Gli impianti a valle dei quadri generali di piano, di zona si svilupperanno entro tubazioni (canalizzazioni) PVC autoestinguente, posto sottotraccia o a vista, In particolare nei corridoi la distribuzione sarà realizzata a vista. Tutte le derivazioni realizzate nei corridoi saranno eseguite entro cassette formate da una parte incassata ed una parte con coperchio alto per consentire l’ispezionabilità ed il passaggio dalla distribuzione a vista nel controsoffitto a quella sotto traccia. I cavi transitanti entro le tubazioni, per collegamento tra le scatole di derivazione e gli utilizzatori saranno del tipo unipolare senza guaina, antifiamma, tipo N07 V-K. Le tubazioni avranno diametro o sezione utile maggiore del 30% alla sezione complessiva dei cavi o conduttori in essi transitanti; sia per consentire agevoli sfilaggi, che futuri ampliamenti. La caduta di tensione all'ultimo utilizzatore non supererà il 4% della tensione nominale. Sono stati realizzati circuiti indipendenti per le prese e illuminazione. Le prese previste per usi generali, disposte nei punti indicati sui grafici, saranno del tipo bipasso in combinazione con prese UNEL installate con l'asse a 30 cm dal pavimento. Nei locali tecnici sono state previste prese interbloccate con fusibili di protezione tipo CEE17, bipolari e tripolari. I comandi sono del tipo a bilanciere, posti in prossimità delle porte a 0,90 m dal pavimento, entro scatole da incasso, con placca di copertura. Aule: - punti luce sottotraccia e/o a vista per illuminazione, con 2 comandi da porta di accesso a 90cm dal pavimento: alimentazione ordinaria; Di cui un punto in emergenza autoalimentata in prossimità della porta; - un gruppo costituito da 2 prese 2x10/16 A + T - 2 prese dati ed 1 pulsante di chiamata sulla parete lato cattedra con 1 presa 2x10/16 A + T lato porta UNEL cm 30 dal pavimento: alimentazione ordinaria. Aule speciali : - punti luce in esecuzione sottotraccia e/o a vista per illuminazione, con 2 comandi da porta di accesso a 90cm dal pavimento: alimentazione ordinaria; 6 di cui un punto in emergenza autoalimentata in prossimità della porta; - un gruppo costituito da 2 prese 2x10/16 A + T - due prese dati ed un pulsante di chiamata sulla parete , 1 presa 2x10/16 A + T lato porta UNEL cm 30 dal pavimento: alimentazione ordinaria. Aula biblioteca: - punti luce in esecuzione sottotraccia e/o a vista con 2/1 comandi da porta,a cm 90 dal pavimento, alimentazione: ordinaria; - gruppi costituiti da una presa 2x10/16 A + T e una presa 2x10/16 A + T laterale e centrale UNEL cm 30 dal pavimento: alimentazione ordinaria. Servizi igienici: - punti luce a soffitto o parete in esecuzione sottotraccia , comandati dal interruttori sul luogo; - punto presa stagna 2x10/16A bipasso di servizio , a cm 110 dal pavimento: alimentazione ordinaria. - punto luce autoalimentato per illuminazione di sicurezza. Corridoi, scale ed atri - punti luce a vista, alimentazione ordinaria, comandi da quadro di piano; - per usi generali, più gruppi costituiti da una presa 2x10/16 A + T e una presa 2x10/16 A + T laterale e centrale UNEL protetti da interruttore magnetotermico 1P+N una ogni 20 m circa a cm 30 dal pavimento: alimentazione ordinaria; - punti luce autoalimentato per illuminazione vie di esodo ed uscite di sicurezza. Locali tecnici - punti luce a plafone (stagni), alimentazione ordinaria, comando stagno ad una accensione adiacente la porta a 90cm dal pavimento, alimentazione ordinaria - punti alimentazione apparecchiature impianti meccanici in esecuzione a vista IP55. - punti luce autoalimentati per illuminazione vie di esodo ed uscite di sicurezza 3.4 ILLUMINAZIONE E CORPI ILLUMINANTI Con riferimento al D.M. 18/12/75 ed alla norma UNI 10380 gli illuminamenti naturale ed artificiale degli spazi e dei locali della scuola dovranno essere tali da assicurare il massimo del conforto visivo. I locali dovranno presentare un adeguato livello di illuminamento, caratterizzato da: 1. buona uniformità d’illuminazione compito visivo degli alunni; nell’ambito della superficie relativa all’abituale 2. corretto equilibrio delle luminanze per consentire una migliore percezione degli oggetti; 3. protezione dai fenomeno di abbagliamento diretto o riflesso; 7 4. prevalenza nell’ambito dell’illuminazione artificiale, della componente diretta su quella diffusa; 5. massimo contenimento dei consumi energetici. Tali requisiti saranno ottenuti con un impianto di illuminazione delle aule, e delle aule speciali e degli uffici, realizzato con apparecchi di illuminazione a lampade fluorescenti lineari, ad alto indice di resa cromatica (fra 80 e 90), e da un elevato rendimento luminoso. Gli apparecchi illuminanti delle aule dovranno essere posizionati in funzione delle loro caratteristiche e della disposizione dei banchi in modo da garantire una razionale uniformità di illuminamento in tutta l’aula. I corpi illuminanti adottati saranno scelti in base ai requisiti minimi dell'illuminazione per i diversi ambienti e attività di lavoro, richiesti dalle norme UNI 10380 del maggio 1994 e dalla variante A1 dell’ottobre 1999. Inoltre risponderanno alla Norma UNI 10840 sui criteri generali per l’illuminazione artificiale dei locali scolastici. Dati di progetto Valori Luxometrici secondo UNI 10380 appendice B Aule Sale di lettura Aule educazione artistica Aule educazione tecnica e laboratori Aree di circolazione e corridoi Scale ingressi Uffici Sale professori Centrali tecnologiche Biblioteche: scaffali Biblioteche aree di lettura Mense Cucina Bagno 300 lux 500 lux 500 lux 500 lux 100 lux 150 lux 200 lux 500 lux 300 lux 250 lux 200 lux 500 lux 200 lux 500 lux 100 lux Uniformità (Em/Emed) Uffici e locali assimilabili Corridoi e scale Uffici e locali assimilabili 0,8 0,5 0,8 L’uniformità dell’illuminamento è intesa come rapporto tra il valore minimo e quello medio sulla superficie oggetto del compito visivo. Il rapporto con le superfici laterali non sedi del compito visivo non deve essere minore di 1/3 Classe di abbagliamento e resa cromatica lampade 8 Aule Sale di lettura Aule educazione artistica Aree di circolazione e corridoi Scale Ingressi Uffici Sale professori Centrali tecnologiche Biblioteche: scaffali Biblioteche aree di lettura Mense Cucina Bagno B B B D D C B C C B C C D 1B 1B 1B 2A 2A 2A 1B 1B 2 2A 1B 1B 1B 2A Le classi di qualità B, C e D sono richieste per compiti visivi che richiedono prestazioni visive definite rispettivamente elevate (B) e normali (C). e modeste (D). La resa cromatica delle lampade di tipo 1B indica un indice di resa del colore >80% e minore del 90%. La resa cromatica 2 indica una resa del colore >60% e < 80% Saranno usate lampade con temperatura di colore da 3300 ÷ 5300 K (colore della luce bianco-neutra) Le curve limite di abbagliamento utilizzate come riferimento saranno quelle raccomandate dal CIE, e cioè curve a 500 lux, essendo i valori luxometrici adottati non superiori a 750 lux. 3.5 ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA E SICUREZZA L’illuminazione di sicurezza è stata prevista in tutte le zone indicate dalla normativa UNI EN 1838 e precisamente: - in prossimità di ogni porta di uscita prevista per l’uso in emergenza; in prossimità delle scale; in prossimità di ogni cambio di livello; in prossimità delle uscite di sicurezza ed in corrispondenza dei segnali di sicurezza; in prossimità di ogni cambio di direzione. L'impianto di illuminazione di emergenza/sicurezza verrà realizzato impiegando plafoniere autoalimentate complete di lampada tipo compatta ed autonomia non inferiore a 1 h, posizionate come da tavole di progetto allegate. 3.6 IMPIANTO DI TERRA Il dimensionamento dell'impianto di messa a terra è stato eseguito tenendo conto dei criteri generali di progettazione per la protezione di cose e persone, contro i contatti diretti e indiretti dovuti a guasti dell'impianto elettrico. L'impianto di cui trattasi sarà pertanto tale da collegare a terra, tutte le apparecchiature elettriche, i contatti di terra delle prese a spina nonché le masse metalliche, secondo Norme CEI 64.8. A tale scopo, saranno realizzate dorsali di protezione in 9 conduttore GV, alloggiate all'interno dei condotti di distribuzione degli impianti elettrici alle quali faranno capo le diramazioni dei collegamenti di protezione equipotenziali delle apparecchiature elettriche, nonché le masse metalliche. Le dorsali di cui sopra, saranno quindi raccordate ad un montante unico facente capo ad all’impianto di dispersione generale costituito da corda in rame nudo da 50 mmq. interrata ed opportunamente intervallata da pozzetti di terra con coperchio carrabile equipaggiati con dispersore a croce zincate come da planimetrie allegate. Detta corda sarà collegata a mezzo di idonei morsetti ai ferri del cemento armato, a cui sono collegati i pali di fondazione dell'edificio, pali che fungeranno anch'essi da dispersori. La posizione dei collegamenti che andranno realizzati dovrà essere successivamente indicata negli elaborati unitamente alla documentazione fotografica relativa ai suddetti collegamenti. L'impianto interno per la protezione delle varie utenze sarà realizzato come segue: a) per la rete di terra secondaria, e cioè dal quadro generale ai quadri secondari , saranno installati conduttori di sezione pari a quella del neutro nelle canalizzazioni dei circuiti principali. b) per la rete di terra terminale, e cioè dai quadri di secondari agli utilizzatori saranno installati conduttori di sezione pari alla sezione di fase entro le stesse tubazioni dei circuiti secondari. Alle corde di protezione saranno collegate oltre alle apparecchiature elettriche (prese, corpi illuminanti etc.), tutte le masse metalliche esistenti: fan-coils, canali, canalette, infissi etc.). Nella distribuzione secondaria saranno installati interruttori differenziali con Id = 30 mA, per cui detto valore risulta notevolmente più basso di quello imposto dalle normative vigenti . Secondo i dettami delle norme 64-8, tutte le masse e le masse estranee sono previste collegate equipotenzialmente. I conduttori secondari adottati avranno sezione non inferiore a 2,5 mm2, mentre i conduttori principali saranno di sezione metà del conduttore di protezione principale con un massimo di 25 mm2. 3.7 IMPIANTO DI PROTEZIONE CONTRO LE SCARICHE ATMOSFERICHE Base del progetto è la norma CEI 81-10, Sull’edificio è già stato realizzato un impianto di protezione ai sensi del DM 18/2/1975 norme tecniche per l’edilizia scolastica costituito da una Gabbia di Faraday e da un sistema di scaricatori con le seguenti carattersitiche: DISPERSORE Il dispersore costituito dalla corda di rame nudo da 50 mm2, composta da fili elementari di diametro 1,8 mm, di interconnessione delle calate. Detta corda sarà collegata a mezzo capicorda in acciaio zincato alle calate. La corda è interrata a -80 cm ed in presenza di attraversamenti di altri impianti interrati ad almeno 50 cm; da essa sarà derivato, tramite morsetti a compressione il conduttore che farà capo alla piastra "nodo collettore", posto nel quadro generale . Detta piastra fungerà oltre che da punto di misura "sbullonabile", anche per l'impianto di terra, da 10 punto di partenza dei conduttori di protezione ed equipotenzialità. IMPIANTO INTEGRATIVO L’impianto consiste nel collegare equipotenzialmente i corpi metallici esistenti nel volume da proteggere, tra loro e con l’impianto base. L’equipotenzialità sarà realizzata al livello del suolo per mezzo della piastra “nodo equipotenziale”, posta sul QEG. Nel quadro generale e nei sottoquadri sono previsti scaricatori di tensione a 4 poli, tra tutti i conduttori attivi e la terra, aventi le seguenti caratteristiche: - tensione di innesco coordinata con l’isolamento interessato; - capacità di scarica >100 kA con carica 50 As . CAPTATORI Del tipo a gabbia di Faraday realizzata con bandella in acciaio zincato 25x3mm, di adeguata magliatura dimensionata in relazione ai valori di rischio di cui sopra e alla struttura architettonica della copertura. Tale elemento di captazione si collega all’impianto di dispersione a mezzo di calate in acciaio zincato 25x3mm 4. IMPIANTI SPECIALI PREMESSA Gli impianti speciali, previsti per l’edificio sono: CABLAGGIO STRUTTURATO PER GESTIONE TELEFONO E DATI IMPIANTO TV – SAT ALLARME INCENDIO CON DIFFUSIONE SONORA IMPIANTO ALLARME BAGNI E CHIAMATA AULE Gli impianti saranno conformi alle vigenti norme con particolare riferimento a: - - - UNI 9795 – Sistemi fissi automatici di rivelazione, segnalazione manuale e di allarme incendio UNI EN 54-1 – Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio – introduzione UNI EN 542 – Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio – Centrale di controllo e segnalazione UNI EN 45-4 – Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio – Apparecchiature di alimentazione UNI EN 54-6 – Componenti dei sistemi di rivelazione automatica d’incendio, Rivelatori di calore, Rivelatori velocimetrici di tipo puntiforme senza elemento statico UNI EN 54-7 – Componenti dei sistemi di rivelazione automatica d’incendio, Rivelatori puntiformi di fumo, Rivelatori funzionanti secondo il principio della diffusione della luce, della trasmissione della luce o della ionizzazione UNI EN 54-8 – Componenti dei sistemi di rivelazione automatica d’incendio, Rivelatori di calore a soglia di temperatura elevata UNI EN 54-9 – Componenti dei sistemi di rivelazione automatica d’incendio, prove di sensibilità su focolari tipo CEI 103-1/2 – Impianti telefonici interni – fasc.1331-1332 11 - CEI 103-1/13 – Impianti telefonici interni – fasc.1334 CEI 306-2 Guida per il cablaggio per telecomunicazioni e distribuzione multimediale negli edifici residenziali. Fasc. 5627 4.1 IMPIANTO DI FONIA E DATI E’ stata prevista la realizzazione di un sistema di cablaggio strutturato, scaturita dall’esigenza di dotare la struttura di una predisposizione telematica estremamente flessibile ed aperta a qualunque tipo di utilizzo futuro, oltre che in termini di fonia anche di LAN. La rete è stata prevista per il servizio di fonia e per quello di trasmissione dati con cavi UTP a quattro coppie per fonia-dati in categoria 5e. Ogni punto d’utilizzazione (o postazione di lavoro) sarà realizzato con due prese di tipo RJ45 ciascuna collegata all’armadio permutatore con un cavo 4 coppie UTP cat.5e con una lunghezza massima di 90 m. L’armadio sarà adatto a ricevere patch panels, permutatori ed apparati per telematica (non compresi in progetto). L’armadio permutatore e la centrale telefonica saranno posizionate nel locale amministrazione, i punti di utilizzazione sono evidenziati sugli elaborati grafici. Sono esclusi in questa fase tutti gli apparati per la gestione della rete locale, gli Hub, le piattaforme gestionali, ecc. 4.2 IMPIANTO TV – SAT E previsto un impianto tv terrestre e satellitare, le prese tv terrestre saranno posizionate in tutte le aule uffici ed aule speciali mentre le prese tv satellitare saranno posizionate nelle aule speciali. 4.3 IMPIANTO DI RILEVAZIONE ED ALLARME INCENDI L’impianto di rivelazione e segnalazione incendi garantirà la copertura dal rischio d’incendio in tutti i corridoi nonché in tutte le aree ad alto rischio d’incendio quali i laboratori, la biblioteca, l’aula magna, i depositi, gli archivi e le centrali tecnologiche. In caso di incendio l’azionamento dei pulsanti invierà alla centrale un segnale che rimarrà memorizzato; ciò consentirà all'addetto di poter esaminare la situazione e, nel caso, interrompere la catena dell'allarme o far sì che vengano attivati i pannelli d’allarme incendio della zona interessata. L’allarme verrà comunque inoltrato dopo un determinato lasso di tempo qualora questo non sia stato tacitato o nel caso la centrale non risulti presidiata. L’impianto di rivelazione consentirà inoltre le seguenti attuazioni: - chiusura automatica di porte tagliafuoco, normalmente aperte, appartenenti al compartimento antincendio da cui è pervenuta la segnalazione; - comando dell’elettrovalvola di intercettazione del gas metano La centrale dell’impianto di rivelazione incendio sarà dotata di sorgente autonoma, costituita da accumulatori ermetici a 24V, che consentirà un’autonomia di un’ora, nonché di stazione di alimentazione costituita da un gruppo di batterie ermetiche che alimenterà, in continuità, gli elettromagneti delle porte tagliafuoco, le bobine e le motorizzazioni delle serrande tagliafuoco, i pannelli di segnalazione allarme incendio, i pannelli per il riporto degli allarmi ai vari piani. La rete di distribuzione ai rilevatori, ai pulsanti d’allarme ed ai moduli d’ingresso ed uscita sarà 12 realizzata con cavo ad una coppia twistato e schermato, non propagante l’incendio tipo FR20HH2R 2x1mm² 300/500V, posto in canale metallico o in tubazione isolante autoestinguente rispettivamente per i passaggi in controsoffitto o in traccia. I pannelli d’allarme incendio saranno alimentati da cavi resistenti al fuoco per tre ore, conformi alle norme CEI 20-36, tipo FG10OM1 0,6/1 kV. Infine i magneti di ritenuta per le porte tagliafuoco saranno alimentati con cavi del tipo FG70R 0.6/1 kV. Anche in tal caso i cavi saranno installati in canaline metalliche ed in tubazioni isolanti secondo i criteri precedentemente descritti. Le apparecchiature previste per la realizzazione dell'impianto sono: Pulsante di allarme Il pulsante di allarme sarà del tipo con vetro a rompere e segnalazione a mezzo LED dell'avvenuto azionamento; il pulsante sarà di tipo indirizzabile, consentendo pertanto l'identificazione singola dello stesso in centrale. Pannello allarme incendi Sarà realizzato in alluminio, con schermo frontale in plexiglass di colore rosso, con scritta luminosa "Allarme incendio" retroilluminata in caso di allarme. All'interno del pannello saranno alloggiate le lampade e la sirena elettronica, quest’ultima con suono lineare e adatta al funzionamento continuo; il livello sonoro sarà 98 dBA ad 1 m. Stazione di alimentazione a 24 V Sarà costituita da alimentatore per caricabatterie, completo di indicazioni luminose, protezione contro il corto circuito, batterie al piombo sigillate con autonomia di un’ora e ricarica automatica in un tempo superiore alle 12 ore. La stazione consentirà l’alimentazione e quindi la tenuta degli elettromagneti, delle elettrovalvole e di tutti gli attuatori che devono continuare a funzionare in assenza di rete. 4.4 IMPIANTO DI DIFFUSIONE SONORA Sarà realizzato un impianto di diffusione sonora solo a servizio dell’allarme incendio. E’ prevista, inoltre una postazione microfonica. Da ciascuna postazione potranno essere inviati messaggi locali o collettivi. Gli altoparlanti saranno del tipo da incasso in controsoffitto o a plafone, avranno una potenza di 6W. Gli altoparlanti sono suddivisi in più zone collegate alla centrale di amplificazione,l’alimentazione sarà realizzata con cavo resistente al fuoco per tre ore del tipo FG7ORA da 2x1,5 4.5 IMPIANTO DI CHIAMATA WC DISABILI AULE E’ prevista la realizzazione di un impianto per la richiesta di soccorso a servizio dei WC per disabili collocati nell’ambito del fabbricato e chiamata aule. L’impianto sarà costituito da centrale con display alfanumerico fino a 60 chiamate, da pulsante a tirante nel locale bagno. L’impianto sarà completo di rete di collegamento in conduttori flessibili entro tubazioni di PVC flessibile o rigido a seconda del tipo di posa, tra le apparecchiature in loco e tra queste ed il posto di controllo presidiato ove saranno riportate le segnalazioni di allarme. 13 5. 5.1 MANUTENZIONI MANUTENZIONE La manutenzione è un capitolo importante nella conduzione degli impianti elettrici. Da essa dipendono la FUNZIONALITÀ e la SICUREZZA, sia dei sistemi di trasformazione e distribuzione sia degli utilizzatori. Le verifiche periodiche sugli impianti elettrici infatti sono destinate a mantenerne inalterate nel tempo le prestazioni funzionali e antinfortunistiche. L’efficienza degli interruttori e dei dispositivi differenziali, ad esempio, va verificata, almeno ogni 6 mesi, premendo il tasto di prova “T” previsto su ogni apparecchio. Prima della messa in funzione e almeno ogni 2 anni va realizzata la vera e propria prova di funzionamento dei differenziali, attuabile con strumenti in grado di misurare la corrente differenziale d’intervento e, possibilmente, anche il tempo d’intervento differenziale. Solo in questo modo si può dire di aver mantenuto sotto controllo l’efficacia del sistema di protezione contro i contatti indiretti. La manutenzione deve interessarsi anche delle apparecchiature installate nei diversi locali ed all’esterno, garantendone il buono stato di conservazione; in particolare per le prese a spina dovrà accertare: - che gli eventuali coperchietti di protezione siano integri; - che la tenuta dei pressacavi non sia venuta meno; - che gli alveoli si presentino integri e non danneggiati da sovracorrenti o da eccessivi sforzi meccanici. Sugli impianti d’illuminazione gli interventi manutentivi mirano soprattutto a: - evitare che il livello d’illuminamento medio scenda al di sotto dei valori minimi accettabili, in relazione allo scopo per cui s’è provveduto a illuminare un determinato ambiente, ovvero ai compiti che in esso vengono svolti dalle persone; - prevenire la bruciatura delle lampade o il guasto di elementi accessori, che sottoporrebbero l’utenza a una drastica e improvvisa riduzione del livello d’illuminamento; - ridurre le perdite energetiche dovute alla progressiva diminuzione di rendimento delle lampade. In un cavo elettrico, invece, l’usura riguarda essenzialmente le parti isolanti; vale a dire le coperture isolanti primarie sui singoli conduttori, il riempitivo (che nel caso di un cavo multipolare compatta fra loro i conduttori) e la guaina. Il degrado degli isolanti è l’effetto di un loro invecchiamento naturale, ma anche di fattori interni ed esterni al cavo, sui quali è possibile intervenire a livello manutentivo. I fattori interni si ricollegano sempre a un surriscaldamento del conduttore, imputabile a valori di corrente superiori a quelli che esso può normalmente portare in base alla sua sezione. I fattori esterni sono di origine ambientale e discendono dal tipo d’installazione e dal percorso seguito dalla conduttura. 14 Indice 1. OGGETTO………………………………………………………………………………. Pag. 1 2. DATI TECNICI GENERALI………………………………………………………….Pag. 2 3. IMPIANTI ELETTRICI………………………………………………………………..Pag. 3 4. IMPIANTI SPECIALI………………………………………………………………… Pag. 10 5. MANUTENZIONI…………………………………………………………………….. Pag. 13 Settembre 2013 IL TECNICO (Ing. Maurilio Tamburri) 15