IMPIANTO ELETTRICO CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO 1 OGGETTO DELL’APPALTO E NORME GENERALI 1.1 Oggetto dell'appalto Il presente documento, unitamente agli altri atti o documenti complementari di progetto, fa parte integrante del P R O G E T T O P R E L I M I N A R E . L'Appalto ha per oggetto la fornitura, l'esecuzione, la messa a punto, ed il collaudo di tutte le opere e provviste di materiali occorrenti per gli impianti elettrici e gli impianti speciali descritti nel presente documento, che fanno parte integrante del Progetto e che saranno realizzati alla Ditta Appaltatrice. I nuovi impianti e le relative apparecchiature dovranno essere forniti completamente ultimati, eseguiti secondo la buona regola dell'arte, la normativa tecnica e le prescrizioni del presente documento, nonché perfettamente funzionanti. Il presente documento riguarda quindi le opere necessarie per la realizzazione degli impianti elettrici e di tutti gli impianti speciali relativamente al progetto “Ristrutturazione Unità di ostetricia e Ginecologia e Punto Nascita Presidio ospedaliero di Lanciano”. Gli impianti elettrici, speciali ed affini rientranti nell'intervento sono elencati nella relazione tecnica e illustrati nella documentazione grafica di progetto, che sono parti integranti e sostanziali del presente documento. L'appalto comprende tutto quanto necessario, anche in via accessoria e complementare, nulla escluso o eccettuato, per la completa realizzazione a perfetta regola d'arte, secondo le specifiche di progetto, le istruzioni della D.L., usando comunque materiali di prima scelta, nel tempo totale complessivo e nei tempi parziali previsti dal contratto, di quanto indicato nel progetto, nella Relazione e negli altri allegati, ivi compresi i documenti per la sicurezza. Il Concorrente dovrà presentare in fase di gara un Progetto Definitivo che verrà valutato da apposita Commissione Tecnica. Il Presente Capitolato Prestazionale descrive caratteristiche, indica anche alcune marche, dei componenti principali costituenti un impianto specialistico ospedaliero; resta a carico del Concorrente, in fase di redazione del Progetto Definitivo, il dimensionamento e la scelta dei componenti impiantistici da utilizzare. Alla luce di quanto esposto: 1) le quantità, le caratteristiche ed i componenti descritti nel presente Capitolato, sono da intendersi solo come indicazione qualitativa di quanto richiesto dalla Stazione Appaltante, 2) il Concorrente, a seguito del Sopralluogo Obbligatorio, deciderà quali, quanti e con che caratteristiche gli elementi descritti nel presente Capitolato debbano essere o non essere utilizzati in relazione al Progetto Definitivo da presentare, 3) La Stazione Appaltante, in fase di sopralluogo obbligatorio, indicherà ad ogni Concorrente la posizione e le caratteristiche delle sorgenti energetiche, 4) Ogni Concorrente dovrà redigere il proprio Progetto Definitivo utilizzando le sorgenti energetiche messe a disposizione dalla SA e, se del caso, integrando le eventuali carenze in termini di potenza, quantità o altro le sorgenti esistenti con nuovi dispositivi. Alla luce di quanto sopra esposto il Presente Capitolato Prestazionale descrive anche componenti di centrali che saranno da fornire o non fornire in base alle esigenze del Progetto Definitivo predisposto dal Concorrente. Sicuramente il Capitolato Prestazionale resta il riferimento per l'esecuzione della distribuzione, realizzazione dell'Impianto Specifico da eseguirsi. 1.2 Definizioni e abbreviazioni Ai fini di una corretta interpretazione di quanto esposto nel presente documento, si riporta il significato delle denominazioni ed abbreviazioni usate nel testo: Committente (in seguito indicato anche con il termine Stazione Appaltante - S.A.): ASL n° 2 ABRUZZO, che appalta i lavori; con la parola Committente si indicheranno anche i rappresentanti della Committente stessa, a ciò espressamente incaricati, che terranno i rapporti con l'Appaltatore sia direttamente che tramite la Direzione Lavori. Concorrente: Società od Organizzazione che intende partecipare alla Gara in Oggetto. Appaltatore: Società od Organizzazione che ha in appalto dalla Committente l'esecuzione di lavori o prestazioni, nell'ambito del cantiere a cui si riferisce il contratto. Subappaltatore: Società o Organizzazione che ha avuto in appalto da un Appaltatore l'esecuzione e/o la fornitura di opere specialistiche, nell'ambito dell'appalto assegnato dalla Committente all'Appaltatore medesimo. Responsabili di Cantiere: Ogni Appaltatore deve avere un rappresentante in cantiere che sarà il responsabile dei dipendenti e dei Subappaltatori dell'Appaltatore anche sotto il profilo della sicurezza per quanto compete i relativi lavori. Il Responsabile nominato dall'Impresa Generale sarà il Direttore dell'intero cantiere con responsabilità della prevenzione infortuni per quanto attiene ai Servizi Generali. I compiti dei Responsabili di cantiere sono descritti più dettagliatamente in seguito. Il Responsabile della Prevenzione Infortuni può essere anche persona avente i requisiti distinta dal Responsabile di Cantiere. Direzione Lavori per conto della Committente: Persona fisica o Organizzazione professionale o Società i cui compiti sono descritti di seguito. La Direzione Lavori (di seguito chiamata anche D.L.) potrà essere effettuata o da un singolo professionista, il Direttore dei Lavori, o da detto professionista e dai suoi collaboratori di studio / d’ufficio o da una Società di Ingegneria, ma in ogni caso il responsabile della D.L. sarà il Direttore dei Lavori, singola persona fisica che, avendone le caratteristiche professionali necessarie, ha formalmente assunto tale ruolo e le relative responsabilità previste dalle leggi vigenti ed il cui nominativo sarà notificato alle Autorità competenti. Nel seguito potranno essere comunque indicati indifferentemente Direzione Lavori o Direttore dei Lavori o D.L. volendosi identificare in ogni caso sempre la funzione qui prevista. Per una più rapida lettura degli elaborati progettuali vengono adottate le seguenti denominazioni convenzionali abbreviate (in ordine alfabetico): BT CCIAA CEI Simbolo generico di "Sistema di bassa tensione in c.a." nel caso specifico 400/230V Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura Comitato Elettrotecnico Italiano CSA Capitolato Speciale di Appalto DL ENEL IMQ MT SA TELECOM Direzione dei lavori, generale o specifica Ente Nazionale per l'Energia Elettrica Istituto Italiano per il Marchio di Qualità Simbolo generico di "Sistema di media tensione in c.a." nel caso specifico 20 kV Stazione Appaltante Società Italiana per le Telecomunicazioni UNEL Unificazione Elettrotecnica Italiana UNI Ente Italiano di Unificazione VVF Vigili del Fuoco. 1.3 Conoscenza delle condizioni di appalto ed oneri vari Per il solo fatto di partecipare alla gara, i l C o n c o r r e n t e implicitamente ammette e dichiara: di aver esaminato tutta la relativa documentazione e di aver verificato le condizioni dei luoghi in cui dovrà eseguire la costruzione e della sua natura, delle condizioni di viabilità e d'accesso; di aver attentamente vagliato tutte le circostanze generali e particolari di tempo, di luogo e contrattuali, relative all'appalto stesso, ed ogni e qualsiasi evento contingente in grado di influire sui prezzi dell'offerta e sull'esecuzione dell'opera; di avere l'idoneità giuridica e le risorse tecniche, umane e finanziarie necessarie per procedere all'esecuzione dei lavori secondo i migliori sistemi e le regole dell'arte e di essersi assicurato o di potersi assicurare la fornitura tempestiva dei materiali e della mano d'opera occorrenti per l'esecuzione delle opere; Sono a carico dell’impresa gli oneri di seguito specificati, in ogni caso compresi nel prezzo a corpo dell’opera, e comunque ogni altro onere per dare gli impianti perfettamente funzionanti ed a regola d’arte (di questi oneri il Concorrente dovrà tenere conto in fase di redazione del Progetto Definitivo): il controllo di tutti gli elaborati progettuali, la nomina del Responsabile di Cantiere i cui compiti, funzioni e responsabilità sono definiti successivamente; i ponteggi ed i mezzi d'opera relativi agli impianti ed ogni altra opera provvisionale; l'imballaggio, il trasporto fino al luogo d'impiego, lo scarico, la custodia e gli spostamenti delle macchine e dei materiali di qualunque genere pertinenti alle opere oggetto dell'appalto, ivi comprese prestazioni di manovalanza, noleggio dei mezzi di sollevamento, trasporto, etc.; la preparazione ed il montaggio degli impianti ivi compresa qualunque opera o fornitura da stagnaro, idraulico, meccanico, saldatore, fabbro, elettricista, nonché la manovalanza in loro aiuto; la fornitura delle grappe, staffe, telai, supporti ed accessori di ogni genere, nonché di tutti i materiali di consumo occorrenti; la verniciatura, con due mani di prodotto idoneo antiruggine, di tutte le tubazioni in acciaio, incassate ed in vista, e di tutti gli accessori di montaggio in ferro (grappe, staffe, telai, supporti, etc.); l'onere dello smontaggio e rimontaggio dei componenti d’impianto, apparecchi illuminanti, interruttori, prese, quadri, radiatori, induttori, ventilconvettori o di altre apparecchiature, anche ripetuto più volte, onde permettere la ripresa o l'esecuzione degli intonaci, dei pavimenti, dei rivestimenti e delle tinteggiature dopo la ultimazione della schermatura degli impianti; la fornitura di una serie completa di attrezzi e ricambi necessari alla conduzione o alla ordinaria manutenzione degli impianti; la fornitura e posa in opera ovunque necessario di apposite targhette tipo e dimensioni da stabilirsi dalla Direzione Lavori con le indicazioni occorrenti per rendere facile l'esercizio, la manutenzione e l'ispezione anche a chi non ne abbia seguita la costruzione; l'onere della pulizia quotidiana del cantiere con l'allontanamento dei materiali di risulta; lo sgombero, subito dopo l'ultimazione degli impianti, del locale assegnato dalla Direzione e del quale la Ditta installatrice si è servita durante l'esecuzione dei lavori come cantiere di deposito dei materiali e attrezzi. Per esigenze di lavoro o per altre necessità, la Direzione può fare sgomberare a cura e spese della Ditta Installatrice detto locale anche prima dell'ultimazione dell'impianto assegnandogliene altro, che pure dovrà essere sgomberato sempre a cura e spese della Ditta. Se detti locali fossero eventualmente danneggiati dovranno essere ripristinati a spese della Ditta Installatrice; la sorveglianza e l'assistenza tecnica dei lavori; le spese e gli oneri relativi alle prove che la Direzione Lavori, in caso di contestazioni, ordini far eseguire, presso istituti da essa incaricati, dei materiali impiegati o da impiegarsi nell'impianto, circa l'accettazione dei materiali stessi. Dei campioni può essere ordinata la conservazione nell'Ufficio dirigente, munendoli di suggelli a firma del Direttore dei Lavori e della Ditta Installatrice nei modi più adatti a garantirne l'autenticità; l'adatta mano d'opera, gli apparecchi e strumenti di controllo e di misura preventivamente tarati e quanto occorrente per seguire le verifiche e le prove preliminari dell'impianto e quelle di collaudo, eccettuato solo il consumo di combustibile, energia elettrica ed acqua; la campionatura di materiali e di apparecchiature, a richiesta della Direzione Lavori; la garanzia di tutti i materiali, del montaggio e del regolare funzionamento degli impianti; l'istruzione di almeno due dipendenti della Committente o da essa designati, in modo da renderli capaci di provvedere alla conduzione ed alla ordinaria manutenzione degli impianti; le dichiarazioni di conformità di cui alla legislazione e alla normativa vigenti con gli allegati obbligatori. L'elaborazione della progettazione di cantiere o di officina, con lo sviluppo dei relativi calcoli o la loro verifica se già effettuati dai progettisti della Committente, la realizzazione di eventuali modelli, le campionature di materiali e manufatti che potessero venire richieste dalla D.L.; l'esecuzione presso gli istituti specializzati, di tutte le prove e di tutti gli assaggi ordinati in ogni tempo dalla D.L. stessa su materiali e/o apparecchiature impiegate o da impiegarsi, in relazione a quanto prescritto per l'accettazione dei materiali. La buona conservazione delle proprie opere e la custodia fino a collaudo ultimato, compresa la realizzazione a propria cura e spese delle opere provvisionali di protezione dei manufatti già eseguiti e particolarmente delicati od esposti, nonché i materiali, i mezzi, la manodopera, i materiali di consumo, gli oneri vari e spese occorrenti per le prove di collaudo, con l'esclusione soltanto dell'onorario spettante ai collaudatori, che verranno nominati dalla Committente e da questa direttamente compensati. Il rispetto delle opere già eseguite o in corso di esecuzione da parte degli altri Appaltatori. La custodia in cantiere, a disposizione del Direttore dei Lavori, dei disegni, tavole e casellari di ordinazione ecc., per gli opportuni raffronti e controlli, con divieto di darne visione ad estranei e con formale impegno di astenersi dal riprodurre o contraffare i disegni ed i modelli avuti in consegna dal Direttore dei Lavori. 1.4 Descrizione delle opere Al fine di meglio precisare la tipologia degli impianti ed i requisiti richiesti dalla Committente, le opere che formano oggetto dell'appalto risultano descritte nella Relazione allegata al progetto, di cui è parte integrante. 1.5 Documentazione di gara e di contratto Per l’individuazione dei documenti di gara si rimanda all’elenco elaborati di progetto. 1.6 Oneri ed obblighi delle Ditte - assistenze murarie Oltre a tutto quanto previsto sono a carico della D i t t a A g g i u d i c a t a r i a anche i seguenti oneri e/o obblighi, prestazioni e spese relative: 1) La programmazione: la Ditta nello svolgimento dei propri lavori è tenuta ad adattare i propri tempi di lavoro e/o fornitura a quanto previsto dal programma generale e dal programma di dettaglio predisposto. 2) La programmazione minuta quotidiana delle assistenze: il Concorrente riconosce ed accetta di partecipare obbligatoriamente e fattivamente alle riunioni periodiche di cantiere. 3) La pulizia: quotidianamente la Ditta raccoglierà i propri materiali residui e rifiuti e li depositerà nel punto che sarà stato indicato. Alla fine del lavoro la Ditta consegnerà i propri manufatti perfettamente puliti e rimuoverà dalle zone circostanti ogni residuo di propri materiali o di detriti da lei stessa prodotti. 4) Le assistenze murarie accessorie agli impianti, nonché le opere di fissaggio a mezzo di tasselli o di bulloni ad espansione di staffe, mensole, tubazioni, passerelle, canaline e cavidotti elettrici e di quant'altro pertinente agli impianti stessi sono remunerate con il prezzo degli impianti stessi. La Ditta dovrà peraltro fornire alla Committente i disegni esecutivi delle stesse con un congruo anticipo rispetto ai termini previsti per i lavori. La Ditta inoltre dovrà dare tutta la necessaria assistenza tecnica sul posto in quanto sarà pienamente responsabile dell'idoneità delle opere di cui al presente punto, alla corretta installazione degli impianti ed al loro funzionamento. 5) Verifiche preliminari: la Ditta installatrice dovrà sempre e comunque verificare, misurare ed acquisire i dati relativi agli assorbimenti effettivi di tutti gli apparecchi utilizzatori installati o da installare in campo (compresi quelli termotecnici, impiantistica speciale, ecc.); sulla scorta dei dati effettivi saranno scelti e/o confermati i dispositivi di sezionamento, comando e protezione da inserire nei vari quadri elettrici e saranno stabilite definitivamente le sezioni e le formazioni dei cavi delle linee di alimentazione. La Ditta dovrà assicurare, inoltre, che il raggruppamento dei circuiti nelle vie cavi sia tale da rispettare la portata di progetto o comunque previste per il corretto funzionamento degli apparecchi o degli impianti da alimentare. Pertanto il numero dei circuiti, la formazione dei circuiti di alimentazione, la tipologia dei cavi utilizzati, ecc., da posare entro la stessa via cavi, dovrà essere tale da ottemperare la suddetta prescrizione. La Ditta dovrà inoltre verificare e coordinare l’eventuale interferenza con altre tipologie di impianti, quali ad esempio: canali aria, tubazioni spegnimento incendio, scarichi, tubazioni, ecc. La Ditta dovrà sempre tenere in considerazione le future ampliabilità dei sistemi attualmente installati; in particolare dovrà essere garantita la facile espandibilità del sistema bus, dei sistemi di sicurezza, del sistema telefonico, del sistema televisivo, ecc. 1.7 Specifica delle opere murarie 1) Per opere murarie interessanti le strutture portanti dell'edificio ed incluse negli oneri dell'appalto si intendono ad esempio: - esecuzione di solai portanti o rinforzo di quelli esistenti; - apertura di passaggi in solai e/o murature portanti che richiedano rinforzi, architravi od altre opere di consolidamento delle strutture stesse; 2) Per opere di assistenza muraria incluse negli oneri dell'appalto si intendono tutte indistintamente le altre opere che esulano da quelle di cui al precedente punto 1) quali ad esempio: immurazione di mensole, tiranti, staffe, ecc. e fori nelle murature e nei solai per l'attraversamento con tubazioni e/o cavi elettrici, protezioni di tubazioni a pavimento con adatta malta; fissaggio di bulloni ad espansione o tasselli; - apertura e chiusura di tracce, su parete, di cunicoli a pavimento e riquadrature di asole o fori passanti a pavimento al finito delle parti manomesse (rasature, piastrellature e pitturazioni escluse); - lievo di controsoffitti o di pavimenti mobili per il passaggio di tubazioni, canalette, cavi, ecc. e loro ripristino; - lievo/riposizionamento, adattamento e foratura di controsoffitti, anche a doghe metalliche, con adeguata attrezzatura, per l’installazione apparecchiature varie; - immurazione di spezzoni di tubi negli attraversamenti o controtubi per l'infilaggio di tubazioni, cavi, funi, ecc. 1.8 Normativa di riferimento 1.8.1 Premessa Gli impianti oggetto dell'appalto, nel loro complesso e nei singoli componenti, dovranno risultare conformi alla legislazione ed alla normativa vigente al momento della esecuzione dei lavori stessi; si riporta nel seguito un elenco di leggi, decreti, norme di legge e norme tecniche cui i componenti, i materiali, i sistemi e gli impianti devono rispondere fin dalla fase di accettazione in cantiere. I collaudi in corso d’opera e finali dovranno essere condotti applicando la normativa qui citata ed i risultati delle prove effettuate, nonché gli impianti realizzati ed i componenti impiegati, dovranno rispondere alle prescrizioni di detta normativa, oltre che alle prescrizioni ed alle finalità progettuali. 1.8.2 Corpo Legislativo relativo agli impianti elettrici I riferimenti per la progettazione e la realizzazione delle opere sono le seguenti disposizioni di Legge vigenti: Legge 01/03/1968 n. 186: Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici Circ. MLP n. 13011 del 22.11.1974: Requisiti Fisico-tecnici per le costruzioni edilizie ospedaliere; Legge 18/10/1977 n. 791: attuazione della direttiva CEE n. 72/23 relativamente alle garanzie che deve possedere il materiale elettrico utilizzato per tensioni comprese tra 50 e 1.000 V in c.a. e 75 e 1.500 V in c.c. e successivi aggiornamenti DM del 16.02.1982: Modificazioni del DM 27/09/65, concernente la determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi; DPR n. 577 del 29.07.1982: Approvazione del regolamento concernente l’espletamento dei servizi di prevenzione e di vigilanza antincendi; DM del 30.11.1983: Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi; Legge n.818 del 07.12.1984: Nulla osta provvisorio per le attività soggette ai controlli dei prevenzione incendi, modifica degli articoli 2 e 3 della legge 4 marzo 1982, n. 66, e norme integrative dell’ordinamento del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e successive modifiche e integrazioni; DPR n. 503 del 24.07.1996: Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici; DM del 10.03.1998: Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro; D.P.R. 380/01 del 06.06.2001, Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia; DM del 18.09.2002: Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private; D.L. del 19/11/2007 n. 257: attuazione della direttiva 2004/40/CE sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici – campi elettromagnetici; Direttiva 94/9/CE dell’Unione Europea: apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva. D.M. 22/10/2007: Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la installazione di motori a combustione interna accoppiati a macchina generatrice elettrica o a macchina operatrice a servizio di attività civili, agricole, artigianali, commerciali e di servizi Decreto 22/01/2008 n. 37: Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici D. Lgs. 81/2008: Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro 1.8.3 Corpo Normativo relativo agli impianti elettrici I riferimenti per la progettazione e la realizzazione delle opere sono anche le seguenti norme tecniche vigenti: Norme del Comitato Elettrotecnico Italiano: Norma CEI CT-0 CEI 0-2 CEI 0-6 CEI 0-10 CEI 0-14 CEI 0-15 CEI 0-16 CEI CT 11 CEI 99-2 CEI 99-3 Titolo Applicazione delle Norme e testi di carattere generale Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici Qualificazione delle imprese di installazione di impianti elettrici Guida alla manutenzione degli impianti elettrici DPR 22 ottobre 2001, n.462 – Guida all’applicazione del DPR 462/01 relativo alla semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra degli impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi Manutenzione delle cabine MT/BT dei clienti/utenti finali Regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti AT ed MT delle imprese distributrici di energia elettrica Linee elettriche aeree e materiali conduttori (ex CT 7, SC 11B) Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in c.a Parte 1: Prescrizioni comuni Messa a terra degli impianti elettrici a tensione superiore a 1 kV in c.a. Anno 2002 2008 2002 2005 2006 2012 2011 2011 Norma CEI 11-17 CEI 11-17;V1 CEI 11-20 CEI 11-20;V1 CEI 11-20;V2 CEI 11-20;V3 CEI 11-25 CEI 11-26 CEI 11-27 CEI 11-35 CEI 11-37 CEI CT 20 CEI 20-13 CEI 20-22/0 CEI 20-22/2 CEI 20-22/3-0 CEI 20-22/3-1 CEI 20-22/3-2 CEI 20-22/3-3 CEI 20-22/3-4 CEI 20-22/3-5 CEI 20-22/4 CEI 20-22/5 CEI 20-27 CEI 20-27;V1 CEI 20-27;V2 Serie di norme CEI 20-35 Serie di norme CEI 20-37 CEI 20-38 CEI 20-40 Titolo Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica – linee in cavo Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica – linee in cavo Impianti di produzione di energia elettrica e gruppi di continuità collegati a reti di I e II categoria Impianti di produzione di energia elettrica e gruppi di continuità collegati a reti di I e II categoria Impianti di produzione di energia elettrica e gruppi di continuità collegati a reti di I e II categoria Impianti di produzione di energia elettrica e gruppi di continuità collegati a reti di I e II categoria Correnti di cortocircuito nei sistemi trifasi in corrente alternata Correnti di cortocircuito - Calcolo degli effetti - Parte 1: Definizioni e metodi di calcolo Lavori su impianti elettrici Guida per l’esecuzione di cabine elettriche MT/BT del cliente/utente finale Guida per l’esecuzione degli impianti di terra nei sistemi utilizzatori di energia alimentati a tensione maggiore di 1 kV Cavi per energia Cavi con isolamento estruso in gomma per tensioni nominali da 1 a 30 kV Prove d’incendio su cavi elettrici. Parte 0: Prova di non propagazione dell’incendio – Generalità Prove di incendio su cavi elettrici. Parte 2: Prova di non propagazione dell’incendio Metodi di prova comuni per cavi in condizioni di incendio – Prova di propagazione della fiamma verticale di fili o cavi montati verticalmente a fascio. Parte 1: Apparecchiatura Metodi di prova comuni per cavi in condizioni di incendio – Prova di propagazione della fiamma verticale di fili o cavi montati verticalmente a fascio. Parte 2-1: Procedure: Categoria A F/R Metodi di prova comuni per cavi in condizioni di incendio – Prova di propagazione della fiamma verticale di fili o cavi montati verticalmente a fascio. Parte 2-2: Procedure: Categoria A Metodi di prova comuni per cavi in condizioni di incendio – Prova di propagazione della fiamma verticale di fili o cavi montati verticalmente a fascio. Parte 2-3: Procedure: Categoria B Metodi di prova comuni per cavi in condizioni di incendio – Prova di propagazione della fiamma verticale di fili o cavi montati verticalmente a fascio. Parte 2-4: Procedure: Categoria C Metodi di prova comuni per cavi in condizioni di incendio – Prova di propagazione della fiamma verticale di fili o cavi montati verticalmente a fascio. Parte 2-5: Procedure: Cavi di piccole dimensioni – Categoria D Prove d’incendio su cavi elettrici. Parte 4: Metodo per la misura dell’indice di ossigeno per i componenti non metallici Prove d’incendio su cavi elettrici. Parte 5: Metodo per la misura dell’indice di temperatura per i componenti non metallici Cavi per energia e per segnalamento – Sistema di designazione Cavi per energia e per segnalamento – Sistema di designazione Cavi per energia e per segnalamento – Sistema di designazione Prove su cavi elettrici e ottici in condizioni di incendio Anno 2006 Metodi di prova comuni per cavi in condizione di incendio vari Cavi senza alogeni isolati in gomma, non propaganti l’incendio, per tensioni nominali U0/U non superiori a 0,6/1 kV Guida per l’uso di cavi a bassa tensione 2009 2011 2000 2004 2007 2010 2001 2013 2005 2004 2003 2011 2006 2006 2010 2010 2010 2010 2010 2010 1997 1997 2000 2001 2007 2006 1998 Norma CEI 20-40;V1 CEI 20-40;V2 CEI 20-40;V3 CEI 20-40;V4 CEI 20-45 CEI 20-45;V1 CEI 20-65 CEI 20-67 CEI 20-67;V1 CEI UNEL 00721 CEI UNEL 00722 CEI UNEL 35011 CEI UNEL 35012 CEI UNEL 35023 CEI UNEL 35024/1 CEI UNEL 35024/1 Ec CEI UNEL 35026 CEI UNEL 35027 CEI UNEL 35387 CEI UNEL 35387;V1 CEI UNEL 35388 Titolo Guida per l’uso di cavi a bassa tensione Guida per l’uso di cavi a bassa tensione Guida per l’uso di cavi a bassa tensione Guida per l’uso di cavi a bassa tensione Cavi isolati con mescola elastomerica, resistenti al fuoco, non propaganti l’incendio, senza alogeni (LSOH) con tensione nominale Uo/U di 0,6/1 kV Cavi isolati con mescola elastomerica, resistenti al fuoco, non propaganti l’incendio, senza alogeni (LSOH) con tensione nominale Uo/U di 0,6/1 kV Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico, termoplastico e isolante minerale per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua. Metodi di verifica termica (portata) per cavi raggruppati in fascio contenente conduttori di sezione differente Guida per l’uso dei cavi 0,6/1 kV Guida per l’uso dei cavi 0,6/1 kV Colori di guaina dei cavi elettrici Anno 2004 2004 2009 2010 2003 Identificazione delle anime dei cavi 2002 Cavi per energia e segnalamento – Sigle di designazione 2000 Contrassegni e classificazione dei cavi in relazione al fuoco 2010 Cavi di energia per tensione nominale U uguale ad 1 kV - Cadute di tensione 2012 Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua – Portate di corrente in regime permanente per posa in aria Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua – Portate di corrente in regime permanente per posa in aria Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua – Portate di corrente in regime permanente per posa interrata Cavi di energia per tensione nominale U da 1 kV a 30 kV. Portate di corrente in regime permanente – Posa in aria ed interrata Cavi per energia isolati in gomma etilenpropilenica ad alto modulo di qualità G7, sotto guaina di PVC, non propaganti l'incendio e a ridotta emissione di alogeni Cavi tripolari e quadripolari riuniti ad elica visibile con conduttori flessibili per posa fissa Tensione nominale U0/U di 0,6/1 kV Cavi per energia isolati in gomma etilenpropilenica ad alto modulo di qualità G7, sotto guaina di PVC, non propaganti l'incendio e a ridotta emissione di alogeni Cavi tripolari e quadripolari riuniti ad elica visibile con conduttori flessibili per posa fissa Tensione nominale U0/U di 0,6/1 kV Cavi per energia isolati in gomma etilenpropilenica ad alto modulo di qualità G7, sotto guaina termoplastica di qualità M1, non propaganti l'incendio senza alogeni Cavi tripolari e quadripolari riuniti ad elica visibile con conduttori flessibili per posa fissa Tensione nominale U0/U di 0,6/1 kV 1997 2005 2000 2001 2009 2004 1998 2000 2009 2005 2009 2005 Norma CEI UNEL 35388;V1 CEI UNEL 35389 CEI UNEL 35389;V1 CEI UNEL 35752 CEI UNEL 35753 CEI CT 21 CEI 21-39 CEI CT 23 CEI 23-3/1 CEI 23-3/1;V1 CEI 23-3/1;V2 CEI 23-3/1;V3 CEI 23-3/2 CEI 23-9 CEI 23-9;V1 CEI 23-9;V2 Serie di norme CEI 23-12 CEI 23-42 CEI 23-42;V1 CEI 23-42;V2 Titolo Cavi per energia isolati in gomma etilenpropilenica ad alto modulo di qualità G7, sotto guaina termoplastica di qualità M1, non propaganti l'incendio senza alogeni Cavi tripolari e quadripolari riuniti ad elica visibile con conduttori flessibili per posa fissa Tensione nominale U0/U di 0,6/1 kV Cavi per energia isolati in gomma etilenpropilenica ad alto modulo di qualità G7, sotto guaina di PVC, non propaganti l'incendio e a ridotta emissione di alogeni Cavi tripolari e quadripolari riuniti ad elica visibile con conduttori rigidi per posa fissa Tensione nominale U0/U: 0,6/1 kV Cavi per energia isolati in gomma etilenpropilenica ad alto modulo di qualità G7, sotto guaina di PVC, non propaganti l'incendio e a ridotta emissione di alogeni Cavi tripolari e quadripolari riuniti ad elica visibile con conduttori rigidi per posa fissa Tensione nominale U0/U: 0,6/1 kV Cavi per energia isolati con polivinilcloruro non propaganti l’incendio e a ridotta emissione di alogeni. Cavi unipolari senza guaina con conduttori flessibili. Tensione nominale U0/U: 450/750 V Cavi per energia isolati con polivinilcloruro non propaganti l'incendio e a ridotta emissione di alogeni - Cavi unipolari senza guaina con conduttori rigidi. Tensione nominale U0/U: 450/750 V Accumulatori e pile Prescrizioni di sicurezza per batterie di accumulatori e loro installazioni. Parte 2: Batterie stazionarie Apparecchiatura a bassa tensione Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti domestici e similari – Parte 1: Interruttori automatici per funzionamento in corrente alternata Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti domestici e similari – Parte 1: Interruttori automatici per funzionamento in corrente alternata Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti domestici e similari – Parte 1: Interruttori automatici per funzionamento in corrente alternata Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti domestici e similari – Parte 1: Interruttori automatici per funzionamento in corrente alternata Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti domestici e similari – Parte 2: Interruttori automatici per funzionamento in corrente alternata e in corrente continua Apparecchi di comando non automatici installazione elettrica fissa per uso domestico e similare – Parte 1: Prescrizioni generali Apparecchi di comando non automatici installazione elettrica fissa per uso domestico e similare – Parte 1: Prescrizioni generali Apparecchi di comando non automatici installazione elettrica fissa per uso domestico e similare – Parte 1: Prescrizioni generali Spine e prese per uso industriale Anno 2009 Interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari – Parte 1: Prescrizioni generali Interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari – Parte 1: Prescrizioni generali Interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari – Parte 1: Prescrizioni generali 2005 2005 2009 2004 2004 2002 2004 2006 2008 2009 2007 2000 2003 2009 vari 2008 2010 Norma CEI 23-42;V3 CEI 23-44 CEI 23-44;V1 CEI 23-44;V2 CEI 23-44;V3 CEI 23-50 CEI 23-50;V1 CEI 23-50;V2 CEI 23-51 CEI 23-58 CEI 23-76 CEI 23-77 CEI 23-80 CEI 23-81 CEI 23-81;V1 CEI 23-82 CEI 23-82;V1 CEI 23-83 CEI 23-83;V1 CEI 23-104 CEI CT 34 CEI 34-21 CEI 34-22 CEI 34-22;V1 CEI 34-22;V2 CEI 34-22;V3 CEI 34-23 CEI 34-30 CEI 34-111 CEI 34-117 CEI 34-132 CEI CT 37 Titolo Interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari – Parte 1: Prescrizioni generali Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari – Parte 1: Prescrizioni generali Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari – Parte 1: Prescrizioni generali Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari – Parte 1: Prescrizioni generali Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari – Parte 1: Prescrizioni generali Prese a spina per usi domestici e similari – Parte 1: Prescrizioni generali Prese a spina per usi domestici e similari – Parte 1: Prescrizioni generali Prese a spina per usi domestici e similari – Parte 1: Prescrizioni generali Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare Sistemi di canali e di condotti per installazioni elettriche – Parte 1: Prescrizioni generali Sistemi di canalizzazioni e accessori per cavi – Sistemi di passerelle porta cavi a fondo continuo e a traversini Sistemi di alimentazione a binario elettrificato – Parte 1: Prescrizioni generali Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche – Parte 1: Prescrizioni generali Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche – Parte 21: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi rigidi e accessori Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche – Parte 21: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi rigidi e accessori Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche – Parte 22: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi pieghevoli e accessori Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche – Parte 22: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi pieghevoli e accessori Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche – Parte 23: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi flessibili e accessori Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche – Parte 23: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi flessibili e accessori Sistemi di canali e di condotti per installazioni elettriche Parte 2-2: Prescrizioni particolari per sistemi di canali e di condotti per montaggio sottopavimento, a filo pavimento o soprapavimento Lampade e relative apparecchiature Apparecchi di illuminazione – Parte 1: prescrizioni generali e prove Apparecchi di illuminazione – Parte 2-22 prescrizioni particolari – Apparecchi di emergenza Apparecchi di illuminazione – Parte 2-22 prescrizioni particolari – Apparecchi di emergenza Apparecchi di illuminazione – Parte 2-22 prescrizioni particolari – Apparecchi di emergenza Apparecchi di illuminazione – Parte 2-22 prescrizioni particolari – Apparecchi di emergenza Apparecchi di illuminazione – Parte II: prescrizioni particolari – Apparecchi fissi per uso generale Apparecchi di illuminazione – Parte 2: Prescrizioni particolari – Sezione 5: Proiettori Sistemi di illuminazione di emergenza Sistemi di verifica automatica per l’illuminazione di sicurezza Impianti di illuminazione di sicurezza negli edifici. Procedure per la verifica e la manutenzione periodica Scaricatori Anno 2012 2006 2008 2010 2012 2007 2008 2011 2004 2006 2007 2004 2009 2005 2011 2005 2011 2005 2011 2010 2009 1999 2004 2008 2008 1997 1999 2006 2013 2013 Norma CEI 37-12 CEI CT 44 CEI 44-5 CEI 44-5;V1 CEI 44-5;V2 CEI CT 64 CEI 64-8/1 CEI 64-8/2 CEI 64-8/3 CEI 64-8/4 CEI 64-8/5 CEI 64-8/6 CEI 64-8/7 CEI 64-11 CEI 64-12 CEI 64-14 CEI 64-16 CEI 64-50 CEI 64-50;V1 CEI 64-54 CEI 64-54;V1 CEI CT 70 CEI 70-1 Titolo Limitatori di sovratensioni di bassa tensione - Limitatori di sovratensioni per applicazioni specifiche inclusa la c.c. - Parte 12: Principi di scelta e applicazione - SPD connessi ad impianti fotovoltaici Equipaggiamento elettrico delle macchine industriali Sicurezza del macchinario. Equipaggiamento elettrico delle macchine. – Parte 1: Regole generali Sicurezza del macchinario. Equipaggiamento elettrico delle macchine. – Parte 1: Regole generali Sicurezza del macchinario. Equipaggiamento elettrico delle macchine. – Parte 1: Regole generali Impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione (fino a 1000 V in c.a. e a 1500 V in c.c.) Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1 000 V in corrente alternata e a 1 500 V in corrente continua Parte 1: Oggetto, scopo e principi fondamentali Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1 000 V in corrente alternata e a 1 500 V in corrente continua Parte 2: Definizioni Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1 000 V in corrente alternata e a 1 500 V in corrente continua Parte 3: Caratteristiche generali Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1 000 V in corrente alternata e a 1 500 V in corrente continua Parte 4: Prescrizioni per la sicurezza Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1 000 V in corrente alternata e a 1 500 V in corrente continua Parte 5: Scelta ed installazione dei componenti elettrici Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1 000 V in corrente alternata e a 1 500 V in corrente continua Parte 6: Verifiche Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1 000 V in corrente alternata e a 1 500 V in corrente continua Parte 7: Ambienti ed applicazioni particolari Impianti elettrici nei mobili Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua Protezione contro le interferenze elettromagnetiche (EMI) negli impianti elettrici Edilizia residenziale – Guida per l'integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici – Criteri generali Edilizia residenziale – Guida per l'integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici – Criteri generali Edilizia ad uso residenziale e terziario – Guida per l'integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici – Criteri particolari per i locali di pubblico spettacolo Edilizia ad uso residenziale e terziario – Guida per l'integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici – Criteri particolari per i locali di pubblico spettacolo Involucri di protezione Gradi di protezione degli involucri (Codice IP) Anno 2013 2006 2010 2010 2012 2012 2012 2012 2012 2012 2012 1998 2009 2007 1999 2007 2011 2007 2011 1997 Norma CEI 70-1; V1 CEI CT 81 CEI 81-10/1 CEI 81-10/2 CEI 81-10/3 CEI 81-10/4 CEI CT 205 CEI 205-2 CEI 205-14 CEI CT 306 CEI 306-4 CEI 306-5 CEI 306-5;V1 CEI 306-11 CEI 306-13 CEI 306-13;V1 Titolo Gradi di protezione degli involucri (Codice IP) Protezione contro i fulmini Protezione contro i fulmini. Parte 1: Principi generali Protezione contro i fulmini. Parte 2: Valutazione del rischio Protezione contro i fulmini. Parte 3: Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone Protezione contro i fulmini. Parte 4: Impianti elettrici ed elettronici nelle strutture Sistemi bus per edifici (ex CT 83) Guida ai sistemi bus su doppino per l'automazione nella casa e negli edifici, secondo le Norme CEI EN 50090 Guida alla progettazione, installazione e collaudo degli impianti HBES Interconnessione di apparecchiature di telecomunicazione (ex SC 303L) Applicazione della connessione equipotenziale e della messa a terra in edifici contenenti apparecchiature per la tecnologia dell’informazione Tecnologia dell’informazione – Sistemi di cablaggio strutturato. Parte 2: Pianificazione e criteri di installazione all’interno degli edifici Tecnologia dell’informazione – Sistemi di cablaggio strutturato. Parte 2: Pianificazione e criteri di installazione all’interno degli edifici Tecnologia dell’informazione. Guida al cablaggio degli access point wireless Tecnologia dell’informazione – Sistemi di cablaggio strutturato. Parte 2: Locali per ufficio Tecnologia dell’informazione – Sistemi di cablaggio strutturato. Parte 2: Locali per ufficio Anno 2000 2013 2013 2013 2013 2005 2009 2012 2010 2011 2006 2008 2011 Norme UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione): Norma UNI 9795 UNI EN 12464-1 UNI EN 1838 UNI 10819 UNI EN 124 UNI EN 12613 UNI ISO 724019 Titolo RIVELAZIONE INCENDI Sistemi fissi automatici di rivelazione, di segnalazione manuale e di allarme incendio – Sistemi dotati di rivelatori puntiformi di fumo e calore, rivelatori ottici lineari di fumo e punti di segnalazione manuali ILLUMINAZIONE DI INTERNI Luce e illuminazione - Illuminazione dei posti di lavoro - Parte 1: Posti di lavoro in interni Applicazione dell'illuminotecnica – illuminazione di emergenza ILLUMINAZIONE DI ESTERNI Luce e illuminazione – Impianti di illuminazione esterna – requisiti per la limitazione della dispersione del flusso luminoso NORME APPLICABILI A VARI SETTORI Dispositivi di coronamento e di chiusura per zone di circolazione utilizzate da pedoni e da veicoli. Principi di costruzione, prove di tipo, marcatura, controllo di qualità. Dispositivi di avviso visuali di materia plastica per cavi e tubazioni interrati DIFFUSIONE SONORA Sistemi fissi di rivelazione e di segnalazione allarme d'incendio - Parte 19: Progettazione, installazione, messa in servizio, manutenzione ed esercizio dei sistemi di allarme vocale per scopi d'emergenza 2010 Anno 2010 2011 2000 1999 1995 2009 1.8.4 Altri riferimenti Sono altresì applicabili a tutti gli effetti eventuali altre leggi e regolamenti emanati in corso d'opera e le prescrizioni dei vari soggetti aventi titolo, come ad esempio: Disposizioni e prescrizioni comunali; Prescrizioni e disposizioni del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco; Prescrizioni e disposizioni della Soprintendenza per i BB.AA. competente per territorio; Prescrizioni degli Organismi di Vigilanza e di Controllo per gli ambienti di lavoro; Direttive e specifiche degli Organismi e le società di distribuzione del gas, di energia elettrica, di fornitura di servizi telefonici e di trasmissione dati, dell’acqua, dello smaltimento delle acque,; normative e raccomandazioni dell’ISPESL e ULSS raccomandazioni IEC, se applicabili prescrizioni e raccomandazioni dell'ente distributore dell’energia elettrica, in particolare: Guida per le connessioni alla rete elettrica di ENEL Distribuzione Ogni altra prescrizione, normativa, regolamentazione e raccomandazione emanata da eventuali Enti ed applicabili agli impianti oggetto del presente documento. 1.9 Livello di qualità dei materiali - marche di riferimento I materiali, la posa in opera e in generale tutti gli impianti elettrici dovranno uniformarsi alle prescrizioni derivanti dal presente CSA e dall'insieme degli elaborati progettuali, ferma restando l'osservanza delle norme di legge, del CEI e delle tabelle UNEL. La Ditta dovrà fornire materiali corredati di marchio CEI (laddove sia previsto) o di Marchio Italiano di Qualità (in quanto esista per la categoria di materiale considerata). I marchi riconosciuti nell'ambito CEE saranno considerati equivalenti ai corrispondenti marchi CEI e IMQ. Qualora nel corso dei lavori la normativa tecnica fosse oggetto di revisione, la Ditta è tenuta a darne immediato avviso alla DL e a concordare quindi le modifiche per l'adeguamento degli impianti alle nuove prescrizioni. Si indicano nel seguito alcune marche delle apparecchiature principali che si ritengono rispondenti alle caratteristiche tecniche elencate, allo standard qualitativo richiesto ed alle esigenze del Committente, tale elenco serve comunque per fissare il livello minimo qualitativo degli impianti che dovranno essere realizzati. La Ditta è libera di scegliere nell'ambito delle marche elencate, in quanto esse saranno comunque approvate dalla DL, salvo approvazione ulteriore degli specifici articoli appartenenti alla marca prescelta. La Ditta è altresì libera di offrire marche diverse da quelle elencate, che saranno però soggette all'approvazione della DL, che potrà accettarle o rifiutarle qualora non le ritenga, a suo giudizio insindacabile, di caratteristiche adeguate. Nel caso di marche diverse da quelle elencate, per le apparecchiature di illuminazione, la Ditta dovrà comunque fornire elaborati di calcolo illuminotecnici per ogni ambiente interessato tali da soddisfare i requisiti specificati nei dati di progetto ed indicati nel corrispondente elaborato di calcolo illuminotecnico di progetto. Nel caso di marche diverse da quelle elencate, per le apparecchiature di protezione, quadri elettrici, tipo di cavi, formazione dei circuiti, modalità di posa delle linee elettriche , la Ditta dovrà comunque fornire elaborati di calcolo tali da soddisfare i requisiti specificati nei dati di progetto e verificati nell’elaborato di calcolo della rete elettrica di progetto. Componente QUADRI DI MEDIA TENSIONE TRASFORMATORI DI POTENZA QUADRI DI BASSA TENSIONE APPARECCHIATURE DI PROTEZIONE DI TIPO SCATOLATO E APERTO COMMUTATORI DI POTENZA MOTORIZZATI DA QUADRO APPARECCHIATURE DI PROTEZIONE MODULARI CONTATTORI E SALVAMOTORI PER COMANDO E PROTEZIONE MOTORI GRUPPI RIFASAMENTO FISSO E AUTOMATICO GRUPPI CONTINUITA’ ASSOLUTA UPS GRUPPO ELETTROGENO CAVI E CAVI SPECIALI TUBAZIONI IN PVC CANALIZZAZIONI METALLICHE CANALIZZAZIONI IN PVC APPARECCHI PER ILLUMINAZIONE INTERNA APPARECCHI PER ILLUMINAZIONE ESTERNA REATTORI ELETTRONICI E DALI Costruttore ABB BTICINO SCHNEIDER SIEMENS ABB BTICINO – ZUCCHINI SCHNEIDER SIEMENS ABB BTICINO SCHNEIDER SIEMENS ABB BTICINO SCHNEIDER SIEMENS ABB BTICINO SCHNEIDER SIEMENS SOCOMEC ABB BTICIN SCHNEIDER SIEMENS ABB BTICINO LOVATO SCHNEIDER SIEMENS TECNOLOGIC EMERSON NETWORK POWER ELCOS GRUPPI ELETTROGENI Prysmian CEAT ARISTON CEAM DIELECTRIX INSET GEWISS RTGAMMA CARPANETO SATI BOCCHIOTTI ARNOCANALI GEWISS COME DA COMPUTO METRICO ED ELABORATI GRAFICI E DI CALCOLO COME DA COMPUTO METRICO ED ELABORATI GRAFICI E DI CALCOLO OSRAM PHILIPS Componente APPARECCHIATURE DI TIPO CIVILE APPARECCHI PER SEGNALETICA E ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA GRUPPO SOCCORRITORE E QUADRO DI GESTIONE SUPERVISIONE ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA PROTEZIONI DA SOVRATENSIONI E LPS ESTERNO BARRIERE TAGLIAFIAMMA IMPIANTO DI RIVELAZIONE INCENDI IMPIANTO VIDEOCITOFONICO IMPIANTO FONIA DATI RETE PASSIVA IMPIANTO ANTINTRUSIONE E CONTROLLO ACCESSI BUILDING MANAGEMENT SYSTEM E SISTEMA DI GESTIONE LUCI E ALLARMI VIDEOSORVEGLIANZA SISTEMA TELEVISIVO (TV-SAT) IMPIANTO REGISTRAZIONE AMBULATORI AUDIO VIDEO IMPIANTO DI DIFFUSIONE SONORA E ANNUNCI IMPIANTO AUDIO VIDEO CONFERENZA SALA FORMAZIONE E RIPRESA SALE OPERATORIE Costruttore BTICINO SERIE MATIX CON PLACCHE IN TECNOPOLOMERO: - ASETTICHE PER AMBULATORI E LOCALI MEDICI - CON FINITURA COLORATA CON COLORE A SCELTA DELLA DL PER GLI ALTRI LOCALI LINERGY LINERGY DEHN PRYSMIAN OBO CARPANETO SATI ELMO BOSCH NOTIFIER SIEMENS BTICINO BTICINO ELMO HONEYWELL NOTIFIER SIEMENS SCHNEIDER SIEMENS HONEYWELL ELMO HONEYWELL BOSCH FRACARRO ELMO HONEYWELL BOSCH SIEMENS RCF BOSCH PHOEBUS TOA RCF BOSCH PHOEBUS S.P.A. TOA 2. CARATTERISTICHE PRINCIPALI IMPIANTO 2.1 Quadri di bassa tensione 1 ) Struttura I quadri elettrici saranno costituiti da scomparti modulari componibili, divisi in celle segregate, saldamente collegati tra loro in modo da formare delle unità trasportabili di lunghezza non superiore a 2.5 mt.; sarà adatto per installazione all'interno appoggiato a pavimento e posto in opera nelle posizioni indicate nelle tavole grafiche. Ciascun scomparto avrà lunghezza non superiore a 0,8 mt. e sarà costituito da una robusta intelaiatura metallica in profilati di acciaio o in profili modulari di acciaio con spessore minimo di 2 mm o in lamiera di acciaio piegata ed irrigidita di spessore di almeno 2 mm. L'involucro sarà costituito da pannelli in lamiera di almeno 2 mm di spessore ribordati e saldati, i pannelli laterali saranno fissati all'intelaiatura con viti, quelli anteriori e quelli posteriori saranno apribili a cerniera su un lato verticale e dotati di sistemi di chiusura a chiave e maniglie isolanti o con viti. La viteria sarà in acciaio inox con bulloni dì tipo "autograffiante"; le viti di chiusura delle portine dovranno essere di tipo imperdibile con impronta a croce, le cerniere saranno di tipo prefabbricato con elevato grado di robustezza che consentano l'apertura delle portine con angoli > 90°; saranno previste guarnizioni di battuta su tutte le portine; le portine anteriori saranno corredate di serratura di sicurezza, preferibilmente unificata per tutti i quadri della fornitura; le portine incernierate dovranno avere almeno 2 punti di chiusura per h. 600 - 800 mm e almeno 3 punti di chiusura per h. > 800 mm. Tutte le parti in acciaio del quadro, sia interne che esterne dovranno essere accuratamente verniciate a forno con smalti a base di resine epossidiche previo trattamento protettivo (sgrassatura, fosfatazione e due mani di antiruggine). Le parti non verniciate, ed in particolare la bulloneria, dovranno essere sottoposte a trattamenti di protezione superficiale (zincatura, zincocromatura o cadmiatura). Salvo diverse indicazioni si dovrà adottare il colore grigio RAL 7032 o altro che dovrà essere concordato con la Direzione Lavori. Tutti i materiali isolanti impiegati nell'esecuzione del quadro saranno di tipo incombustibile o non propagante la fiamma. I supporti di sostegno ed ancoraggio delle sbarre saranno di tipo a pettine in resine poliesteri rinforzare con dimensioni ed interdistanze tali da sopportare le massime correnti di corto circuito previste e comunque non inferiori a quelle indicate nelle tavole progettuali. Le sbarre saranno in rame elettrolitico ricotto (secondo quanto indicato dalle tabelle CEI-UNEL 01417-72), le sezioni del sistema principale dovranno garantire una portata non inferiore alla corrente nominale dell'interruttore da cui sono derivate con una sovratemperatura massima di esercizio non superiore a 20°C rispetto alla temperatura ambiente di 40°C. Per quanto possibile tutte le apparecchiature installate nei quadri elettrici dovranno essere prodotte dalla stessa casa costruttrice. 2) Sbarre Le sbarre saranno in rame elettrolitico ricotto (secondo quanto indicato dalle tabelle CEI-UNEL 01417-72), a spigoli arrotondati, contrassegnate in conformità alla normalizzazione CEI-UNEL, le sezioni del sistema principale dovranno garantire una portata non inferiore alla corrente nominale dell'interruttore, da cui sono derivate, con una sovratemperatura massima di esercizio non superiore a 20°C rispetto alla temperatura ambiente di 40°C. I supporti di sostegno ed ancoraggio delle sbarre saranno di tipo a pettine in resine poliestere rinforzata con dimensioni ed interdistanze tali da sopportare le massime correnti di corto circuito previste e comunque non inferiori a quelle indicate nelle tavole progettuali. 3) Cablaggio Il cablaggio dei quadri dovrà essere effettuato solamente a valle dei dispositidi di protezione, dal momento che a monte di essi saranno installati sistemi di distribuzione prefabbricati (morsettiere multiclip o similari, già costruite per i relativi sistemi sbarre). Il cablaggio dovrà essere effettuato con cavi non propaganti l'incendio e a ridotta emissione di fumi e gas tossici e corrosivi rispondenti alle norme CEI 20-22 e 20-38 tipo N07V-K o equivalenti; la densità di corrente nei conduttori non dovrà eccedere il valore risultante dalle prescrizioni delle norme CEI 20-21 moltiplicato per un coefficiente di riduzione (di sicurezza) pari a 0.8; tale valore, che sarà riferito alla corrente nominale In dell'organo di protezione e non alla corrente di impiego Ib della conduttura in partenza, non dovrà essere comunque superiore a 4 A/mm2. 4) Morsettiere Le morsettiere saranno in melamina, di tipo componibile e sezionabile, con serraggio dei conduttori di tipo indiretto, opportunamente identificate per gruppi di circuiti appartenenti alle diverse sezioni costituenti il quadro secondo le modalità previste nel presente paragrafo, inoltre la suddivisione tra gruppi di morsettiere adiacenti, appartenenti a diversi circuiti, dovrà avvenire mediante separatori. Ad ogni dispositivo di serraggio di ciascun morsetto non dovrà essere cablato più di un conduttore; l'eventuale equipotenzializzazione fra morsetti adiacenti dovrà avvenire tra i morsetti mediante opportune barrette "di parallelo". Le morsettiere di attestazione delle linee in arrivo dovranno essere complete di targhette con opportuna simbologia antinfortunistica o scritte indicanti parti in tensione e di ripari antinfortunistici. Non saranno ammesse morsettiere di tipo sovrapposto. 5) Collegamenti equipotenziali Tutti i conduttori di terra o di protezione in arrivo e/o in partenza dal quadro dovranno essere attestati singolarmente su di una sbarra di terra in rame, completa di bulloni e/o viti su fori filettati. Tutte le parti metalliche ove siano installate apparecchiature elettriche dovranno essere collegate a terra mediante collegamento equipotenziale. I collegamenti di terra di tutte le masse metalliche mobili o asportabili dovranno essere eseguiti con cavo flessibile di colore giallo-verde o con treccia di rame stagnato di sezione ( 16 mm2. Tutti i collegamenti dovranno essere effettuati mediante capocorda a compressione di tipo ad occhiello. 6) Riserva Il quadro dovrà garantire, sia per quanto riguarda la portata delle sbarre, sia per quanto riguarda lo spazio disponibile all'interno delle canalizzazioni, sia per quanto riguarda la disponibilità di spazio per l'installazione di nuove apparecchiature, una riserva non inferiore al 20 – 25 % per il quadro generale di bassa tensione e non inferiore al 35 - 40 % per tutti gli altri quadri elettrici in progetto. 7) Marcature Ogni apparecchiatura elettrica e ogni estremità dei cavi di cablaggio dovrà essere contrassegnata in modo leggibile e permanente con le sigle indicate negli schemi elettrici, in modo da consentirne l'individuazione. Le marcature saranno conformi alle norme CEI 16-7 art.3 e saranno del seguente tipo: * targhette adesive o ad innesto da applicare a freddo per tutte le apparecchiature elettriche (morsetti, interruttori, strumentazione, ausiliari di comando e segnalazione, ecc.) posizionate sulle apparecchiature stesse o nelle vicinanze sulla struttura del quadro; * anelli o tubetti porta-etichette, ovvero tubetti presiglati termorestringenti per le estremità dei cavi di cablaggio; * cinturini con scritta indelebile per tutti i cavi in arrivo e partenza nel quadro con riportate le sigle di identificazione della linea, il tipo di cavo, la conformazione e la lunghezza secondo quanto riportato negli schemi elettrici. Non saranno ammesse identificazioni dei cavi mediante scritte effettuate a mano sulle guaine dei cavi stessi, ovvero mediante targhette in carta legate o incollate ai cavi. 8) Accessori Tutti i quadri dovranno avere i seguenti accessori: * lampade di segnalazione di tipo led, ovvero complessi di segnalazione a led preassemblati, completi delle varie segnalazioni di stato, allarme, ecc. relative alle varie apparecchiature; la superficie di emissione dovrà essere > 100 mm2 con un angolo di emissione di almeno 140°; * capicorda di tipo autoprotetto adeguati al cavo e all'apparecchiatura da cablare con esclusione di qualsiasi adattamento di sezione e/o di dimensione del cavo o del capocorda stesso; * schema elettrico unifilare, schema funzionale e schema topografico con l'indicazione delle zone d'impianto custoditi in apposita tasca portaschemi in plastica rigida all'interno del quadro o entro apposito armadietto nel caso di quadri di cabina; * targa di identificazione dei quadro; * targa del costruttore, * targhette di identificazione delle varie apparecchiature sul fronte del quadro in alluminio, ovvero in materiale plastico autoestinguente, con scritte pantografate inserite su apposite guide porta etichette in plastica o magnetiche (tipo VDR h=17 mm) fissate con viti zincate sulla carpenteria del quadro, eventuali spazi vuoti dovranno essere completati con targhette senza scritte in modo da evitare la possibilità di scorrere lungo le guide. 9) Quadri generali di bassa tensione (forma 4b e 3b) La fornitura comprenderà quadri protetti di B. T. adibiti alla distribuzione di potenza in esecuzione standardizzata. I quadri risponderanno alle caratteristiche tecniche costruttive di seguito descritte: Struttura ed involucro Ogni scomparto sarà costituito da una struttura di base realizzata con lamiere di spessore non inferiore a 20/10 e composto da 4 zone completamente segregate tra di loro. Zona sistema di sbarre principali e secondarie Il sistema di sbarre principali sarà alloggiato nella parte superiore, inferiore o ad altezze intermedie dello scomparto. Le estremità delle sbarre di ogni scomparto saranno forate per permetterà la giunzione con il sistema di sbarre di scomparti adiacenti. Una barra collettrice di terra in rame permetterà di realizzare la continuità di terra tra i diversi scomparti in modo identico al sistema di sbarre principale. Il sistema di sbarre secondario sarà alloggiato sul fianco destro dello scomparto. Esso permetterà la connessione tra le sbarre principali e le diverse apparecchiature dello scomparto. Zona apparecchiature Sarà situata nella parte anteriore dello scomparto, sull'intera altezza. Conterrà le piastre e le parti fisse che supportano gli interruttori. Zona uscita connessioni di potenza Sarà situata sul retro dello scomparto. Zona ausiliari Sarà situata nella parte anteriore dello scomparto, sull'intera altezza, a destra dello scomparto apparecchiature in una apposito vano laterale di larghezza pari a 250 mm. Conterrà tutte le apparecchiature ausiliarie quali: lampade, pulsanti, relè, strumenti, schede elettroniche, ecc... Norme e documentazione di riferimento I quadri saranno conformi alle principali norme nazionali ed internazionali in vigore : - CEI EN 60439-1 - D.Lgs. 81/2008 - BS 5486 - 1 - NF C63-421 - VDE 0660 - 500 Grado di protezione L'involucro esterno dovrà assicurare il grado di protezione indicato nella scheda delle caratteristiche tecniche e un grado di protezione a porta aperta non inferiore a IP20 (secondo CEI EN 60529). Messa a terra Il quadro conterrà montata una barra di terra in rame da collegare al circuito di terra esterno. La sezione della sbarra di terra sarà di 400 mm2. Ogni struttura sarà direttamente collegata alla sbarra di terra. Le porte saranno collegate alla struttura tramite una connessione flessibile in rame. Nella cella di collegamento dei cavi di potenza, sarà montata una sbarra per l'allacciamento degli eventuali conduttori di protezione incorporati nei cavi. Forme di segregazione Secondo la norma CEI EN 60439-1 le unità funzionali saranno separate dal sistema di sbarre e il grado di protezione a porta aperta non sarà inferiore a IP20. La forma di segregazione richiesta é Forma 4b per gli interruttori principali e 3b per gli interruttori relativi alle condutture in partenza. Trattamento delle superfici La struttura e i diaframmi di segregazione potranno essere realizzati in lamiera zincata o verniciata o in materiale isolante. L'involucro esterno e le porte saranno realizzati in lamiera elettrozincata verniciata con polveri termo-indurenti a base di resina eepossidica poliestere per realizzare un'ottima protezione per l'uso in ambiente industriale normale. Connessioni di potenza I cavi di potenza saranno connessi direttamente ai codoli degli interruttori ed alloggiano sul retro del quadro in una zona opportunamente predisposta. Uscite dei cavi di potenza e ausiliari Le uscite dei cavi saranno previste dal basso o dall'alto in funzione delle esigenze impiantistiche e del giro sbarre dello scomparto. Opportune staffe sulle fiancate permetteranno il sostegno ed il fissaggio dei cavi stessi. Targhe indicatrici Saranno utilizzate delle targhette in plexiglass con il numero e il nome della relativa partenza. Saranno fissate sul fronte quadro o in prossimità della apparecchiatura stessa. Nella zona di uscita dei cavi di potenza, le targhette saranno fissate in corrispondenza degli interruttori relativi. Dovrà essere prevista in accordo alla norma CEI 17.13/1, una targa identificatrice del quadro visibile anche a quadro installato, dove saranno presenti almeno i seguenti dati : Nome del Costruttore Sigla identificativa del quadro (es, QGBT) Caratteristiche elettriche principali del quadro Caratteristiche elettriche Norme: CEI EN 60439-1, D.Lgs. 81/2008 Tensione di isolamento: 1000 V Tensione di esercizio: 400 V Corrente nominale sbarre principali: massimo 2000 A Corrente di c.to-c.to simmetrica: 33 kA Corrente di c.to-c.to di cresta: 175 kA Tensione di prova a 50 Hz per 1 min.: 2,5 kV Frequenza: Hz 50 Tensione aux. comandi segnalazioni: in accordo ai dati di progetto Altitudine: < 2000 m Temperatura ambiente: min -5°C, max 40°C (media 24h 35°C) Umidità relativa: max 50% a 40°C Grado di inquinamento: 3 Sistema di neutro: TN-S Sistema: Trifase + N Isolamento: ARIA Materiale: RAME Caratteristiche meccaniche Spessore lamiera: 20/10 mm Verniciatura esterna: RAL 9002 Forma di segregazione: Forma 4b / 3b Grado di protezione esterno: IP40 con porta trasparente Grado di protezione a porta aperta: IP20 Quadro con accessibilità: dal retro Linee entranti: Condotto dal basso e dall’alto Linee uscenti: Cavo dal basso e dall’alto Dimensioni: secondo progetto del Concorrente Apparecchiature di bassa tensione Interruttore aperto fino a 6300A Generalità' Gli interruttori saranno conformi alla norma IEC 947.2 o alle norme corrispondenti nei paesi membri (VDE 0660; BS 4752; UTE 63120); essi potranno, in opzione, essere conformi alle norme UL 489 / ANSI C37 - 13 / JIS C8372. Gli interruttori aperti apparterranno alla categoria B in riferimento alle specifiche generali sopra menzionate. Le sequenze di prova faranno riferimento alle seguenti prestazioni: potere di interruzione di servizio (Ics) e corrente di breve durata ammissibile (Icw) uguale al 100% del potere di interruzione estremo (Icu), potranno essere alimentati da valle senza riduzione delle prestazioni. Gli interruttori avranno una tensione d'impiego di 690V CA (50/60Hz) ed la tensione d'isolamento sarà di 1000V CA (50/60Hz). Gli interruttori standard saranno tropicalizzati (T2). Costruzione La stessa gamma di interruttori dovrà' coprire tutti i calibri da 200A a 6300A. Gli interruttori aperti avranno la stessa dimensione da 1250A a 3200A. Il perimetro di sicurezza richiesto attorno all'interruttore aperto potrà essere annullato con l'utilizzo di calotte di protezione. Tutti gli interruttori aperti saranno progettati per ottimizzare la loro manutenzione; al fine di ridurre questi interventi, le caratteristiche di durata elettrica di resistenza saranno molto elevate. Fino ai 2000A, gli interruttori avranno una durata elettrica senza manutenzione uguale alla resistenza meccanica. Saranno disponibili in versione fissa o sezionabile, tripolare o tetrapolare, sulla versione tetrapolare il polo di neutro avrà' la stessa corrente nominale degli altri poli per gli interruttori aperti da 1250A a 4000A, metà per quelli da 5000A a 6300A. I poli degli interruttori aperti saranno montati in scatole di poliestere rinforzato per assicurare l'isolamento totale tra le fasi. L'isolamento della parte frontale dovrà' essere di classe II. La parte di potenza dell'interruttore sarà' totalmente isolata dalle parti di comando e dagli ausiliari. Meccanismo di comando Il meccanismo di comando sarà' del tipo a chiusura e apertura rapida per accumulo di energia nelle molle; i tempi di chiusura saranno inferiori o uguali a 80ms. Ci saranno due tipi di caricamento della molla, vale a dire: caricamento manuale, le molle saranno compresse tramite manovella; caricamento elettrico, le molle saranno armate automaticamente tramite un motoriduttore a comando elettrico. La durata massima di caricamento elettrico non deve superare i 4 secondi. Sarà' comunque possibile armare le molle a mano in caso di bisogno. Contatti principali I contatti saranno progettati in modo che non necessitino manutenzione in utilizzo normale. I contatti principali saranno equipaggiati di un indicatore che permetta di verificare la loro usura immediatamente, senza misura né apparecchi specifici. Una spia meccanica sul fronte dell'apparecchio indicherà' la posizione reale dei contatti principali. La posizione "aperto" non potrà' essere indicata se tutti i contatti non saranno completamente e correttamente aperti (sezionamento visualizzato conformemente alle specifiche IEC 947.2). Camera di interruzione Le camere di interruzione saranno dello stesso tipo per tutta la gamma, e si dovrà poterle smontare sul posto al fine di verificare il loro stato. Apparecchi estraibili Ci saranno tre posizioni possibili della parte mobile: 1 - posizione inserito - tutti i circuiti principali sono attivi; 2 - posizione prova - tutti i circuiti ausiliari sono collegati, tutti i circuiti principali sono disattivati; 3 - posizione sezionato o estratto - tutti i circuiti sono disattivati. Degli otturatori isolanti saranno posti sui circuiti principali di entrata e di uscita oltre che sui circuiti ausiliari. Un dispositivo impedirà che si possa inserire sulla parte fissa un interruttore avente corrente nominale superiore a quella di questa parte fissa. La porta sarà munita di un dispositivo di blocco che interdirà la sua apertura fin tanto che l'interruttore è in posizione inserito o in posizione prova. La manovella d'inserimento sarà disposta direttamente sulla struttura. L'inserzione-disinserzione dell'interruttore dovrà essere possibile a porta chiusa. Ausiliari Tutti gli ausiliari elettrici, compreso il motoriduttore di caricamento della molla, saranno installabili sull'apparecchio, senza la necessità di regolazione né l'utilizzo di attrezzi particolari se non di un cacciavite. Gli ausiliari saranno posti in uno scomparto isolato dai circuiti di potenza. Tutte le adattazioni si faranno senza aumentare il volume dell'interruttore. Il collegamento dei circuiti ausiliari sarà accessibile dalla parte frontale dell'interruttore. Quando l'interruttore sezionabile passerà da posizione inserito o test ad estratto, un sistema meccanico sconnetterà automaticamente la fileria di alimentazione dei circuiti ausiliari. Il collegamento della fileria alla morsettiera degli ausiliari avviene con morsetti ad innesto senza viti. Le bobine di apertura e di chiusura elettrica a distanza potranno essere alimentate in modo permanente, senza contatti di autointerruzione, in modo da realizzare facilmente l'interblocco elettrico dell'apparecchio. Indicatori meccanici Gli interruttori aperti dovranno segnalare meccanicamente sul fronte le seguenti condizioni: 1 - contatti principali chiusi "ON"; 2 - contatti principali aperti "OFF"; 3 - molla carica; 4 - molla scarica; 5 - interruttore in posizione inserita (unicamente sezionabile); 6 - interruttore in posizione prova (unicamente sezionabile); 7 - interruttore in posizione sezionato o estratto (unicamente sezionabile). Tutti gli indicatori devono essere chiaramente visibili. Sganciatore universale con comunicazione L'unità di controllo sarà di tipo elettronico ed utilizzerà una tecnologia a microprocessore a programmazione digitale al fine di ottenere la massima precisione completamente integrata nell'interruttore: non dovranno essere visibili i collegamenti e i connettori; la funzione di protezione sarà autonoma e non dipenderà da sorgenti ausiliarie; i rilevatori di misura delle correnti di fase (TA) saranno all'interno dell'interruttore. L'unità di controllo avrà una grande ampiezza delle regolazioni al fine di coprire il massimo delle applicazioni. Essa effettuerà la protezione lungo ritardo rilevando il valore efficace reale della corrente (RMS). L'unità di controllo sarà equipaggiata di un dispositivo meccanico d'antipompaggio su guasto. L'unità di controllo sarà predisposta per una comunicazione tramite BUS. protezione lungo ritardo (LR) soglia regolabile da 0,4 a 1 volta il calibro nominale dei TA (In); temporizzazione regolabile da 15s a 480s (valore riferito ad una corrente pari a 1,5 volte la regolazione della soglia della protezione lungo ritardo). protezione corto ritardo (CR): soglia regolabile da 1,5 a 10 volte il valore della soglia di lungo ritardo (Ir); temporizzazione regolabile da istantanea a 0,4s; caratteristica a tempo inverso (I2t) al fine di aumentare la selettività; questa funzione potrà essere inibita. protezione istantanea (INST): tipi N e H, soglia regolabile da 2 volte fino a: almeno 20 volte la corrente nominale (In) per i calibri inferiori o uguali a 2000A; almeno 10 volte la corrente nominale (In) per i calibri superiori a 2000A; questa protezione si potrà escludere solo per gli interruttori in cui la corrente di breve durata ammissibile per 0.5 s è pari al potere di interruzione (Icu = Ics = Icw); tipo L, soglia regolabile da 2 volte fino ad almeno 6 volte la corrente nominale (In). Al fine di ottimizzare, in completa sicurezza, l'impiego, la manutenzione e la gestione dell'impianto, le seguenti funzioni di controllo saranno integrate in origine nell' unità di controllo: un allarme a LED sul fronte a 2 soglie - fisso a 0.9Ir, lampeggiante a 1.05Ir; 2 contatti NA e 2 NC, 1 contatto di segnalazione di guasto elettrico (SDE); memoria termica: l'unità di controllo ottimizzerà la sua protezione dei cavi e degli apparecchi a valle in caso di sovraccarico o guasti a terra ripetuti mediante memorizzazione dell'aumento di temperatura; in funzione dei bisogni di impiego questa funzione potrà essere inibita; sicurezza: una funzione d'autosorveglianza segnalerà l'eventuale malfunzionamento del microprocessore o un aumento anormale della temperatura, comandando lo sgancio dell'interruttore. Opzioni: contatto di segnalazione a distanza (uscita foto-disaccoppiata) per la segnalazione del passaggio in sovraccarico; sorveglianza e controllo del carico saranno disponibili due soglie regolabili (in funzione della soglia LR) per segnalare il raggiungimento dei limiti di carico selezionati; selettività logica sulle protezioni corto ritardo e terra; protezione terra; riporto a distanza di una causa differenziata o di gruppo di cause di sgancio (LR, CR, Terra); segnalazione sul fronte tramite LED delle cause di sgancio dell'interruttore; indicazione numerica darà il valore efficace delle correnti per fase; amperometro ad una serie di LED indicherà simultaneamente il livello di carico delle 3 fasi; indicatore di massima corrente memorizzerà e indicherà il valore di corrente più alto (anche dopo apertura dell'interruttore); comunicazione: i dati necessari alle funzioni di controllo e di comando saranno accessibili su un BUS di rete via sistema di moduli appropriati; questi dati sono: lo stato dell'interruttore, le regolazioni dell'unità di controllo, le cause dello sgancio, le misure delle correnti per fase, il comando a distanza dell'apparecchio. Interruttori in scatolati da 100 a 630 A Generalità Gli interruttori scatolati saranno conformi alle normative internazionali IEC 947.1 e 2 o alle norme corrispondenti in vigore nei paesi membri (CEI; VDE; BS; NF; ...); saranno di categoria A con potere d'interruzione di servizio Ics=100%Icu. Gli interruttori scatolati avranno una tensione nominale di impiego (Ue) di 690V CA (50/60Hz) ed una tensione nominale di isolamento (Ui) di 750 V CA (50/60 Hz), saranno adatti alla funzione di sezionamento secondo la Norma IEC 947.2 par. 7.27. Saranno disponibili in versione tripolare e tetrapolare in esecuzione fissa, estraibile o sezionabile su telaio con attacchi anteriori o posteriori; nel caso di esecuzione estraibile o sezionabile su telaio, saranno dotati di un dispositivo di presgancio che impedisce l'inserimento o l'estrazione ad apparecchio chiuso; potranno essere montati in posizione verticale, orizzontale o coricata senza riduzione delle prestazioni. Essi potranno essere alimentati sia da monte che da valle. Gli interruttori scatolati dovranno garantire un isolamento in classe II (secondo IEC 664) tra la parte frontale ed i circuiti interni di potenza. Costruzione e funzionamento Allo scopo di garantire la massima sicurezza, i contatti di potenza saranno isolati, dalle altre funzioni come il meccanismo di comando, la scatola isolante, lo sganciatore e gli ausiliari elettrici, mediante un involucro in materiale termoindurente. Il meccanismo di comando degli interruttori scatolati sarà del tipo a chiusura e apertura rapida con sgancio libero della leva di manovra. Tutti i poli dovranno muoversi simultaneamente in caso di chiusura, apertura e sgancio. Saranno azionati da una leva di manovra indicante chiaramente le tre posizioni ON (i), OFF (O) e TRIPPED (sganciato). Per assicurare il sezionamento visualizzato, secondo la norma IEC 947-2 par. 7-27, il meccanismo sarà concepito in modo che la leva di manovra sarà in posizione 'O' solo se i contatti di potenza sono effettivamente separati; inoltre in posizione 'O' la leva indicherà la posizione di sezionato dell'interruttore; il sezionamento sarà ulteriormente garantito da una doppia interruzione dei contatti potenza. Gli interruttori scatolati saranno equipaggiati di un pulsante di test "push to trip" sul fronte, per la verifica del corretto funzionamento del meccanismo di comando e dell'apertura dei poli, gli interruttori scatolati potranno ricevere un dispositivo di blocco in posizione di sezionato con possibilità di montare un numero massimo di tre lucchetti. Il calibro dello sganciatore, il "push to trip", l'identificazione della partenza la posizione dei contatti principali data dall'organo di comando dovranno essere chiaramente visibili e accessibili dal fronte tramite la piastra frontale o la portella del quadro. Gli interruttori scatolati differenziali potranno essere realizzati con l'aggiunta di un Dispositivo Differenziale a corrente Residua (DDR) direttamente sulla scatola di base senza il complemento di sganciatori ausiliari. Questi interruttori differenziali saranno: conformi alla norma IEC 947-2, appendice B, immuni agli sganci intempestivi secondo le raccomandazioni IEC 255 e IEC 8012/3/4/5, adatti al funzionamento fino a -25° C secondo VDE0664. Gli interruttori scatolati differenziali saranno di classe A secondo IEC755, l'alimentazione sarà trifase, a tensione propria con un campo di tensioni da 200 a 525 V ca. Dovranno essere in grado di poter sganciare l'interruttore anche in caso di abbassamento della tensione di alimentazione fino a 80 V ca. Gli interruttori scatolati potranno essere equipaggiati di blocchi di misura differenziali che permettono la segnalazione di un eventuale abbassamento dell'isolamento, senza intervenire sul meccanismo di sgancio dell'interruttore. Funzione di protezione Gli interruttori scatolati saranno equipaggiati di sganciatori intercambiabili. Da 100 a 250A sarà possibile scegliere tra una protezione magnetotermica od elettronica. Per le taglie superiori a 250A lo sganciatore sarà esclusivamente di tipo elettronico. Lo sganciatore sarà integrato nel volume dell'apparecchio. Gli sganciatori elettronici saranno conformi all'allegato F della Norma IEC 947-2 (rilevamento del valore efficace della corrente di guasto, compatibilità elettromagnetica), tutti i componenti elettronici potranno resistere, senza danneggiarsi, fino alla temperatura di 125° C, gli sganciatori magnetotermici ed elettronici saranno regolabili, la regolazione delle protezioni sarà fatta simultaneamente su tutti i poli; l'accesso alla regolazione sarà piombabile. Sganciatore magnetotermico (fino a 250A) Caratteristiche: - termico regolabile da 80 a 100% della corrente nominale dello sganciatore; - magnetico regolabile da 5 a 10 volte la corrente nominale (per In > 200A); La protezione del neutro potrà essere effettuata sia con un valore uguale, sia con un valore pari alla Metà della protezione di fase (per In > 80A). Sganciatori elettronici Caratteristiche: - protezione lungo ritardo (LR): Ir regolabile con 48 gradini dal 40 al 100% della corrente nominale dello sganciatore elettronico; - protezione corto ritardo (CR): Im regolabile da 2 a 10 volte la corrente di regolazione termica (Ir), temporizzazione fissa a 40 ms; - protezione istantanea (IST): soglia fissa a 11 In. Gli apparecchi tetrapolari consentiranno la scelta del tipo protezione del neutro mediante un commutatore a 3 posizioni: neutro non protetto - neutro metà - neutro uguale alla fase. Le seguenti funzioni di controllo saranno integrate in standard sullo sganciatore elettronico: - led di segnalazione del carico a 2 soglie: 90% di Ir con led accesso fisso e 105% di Ir con led lampeggiante; - presa di test per consentire la verifica funzionale dell'elettronica e del meccanismo di sgancio per mezzo di un dispositivo esterno. Sganciatore elettronico universale (400 e 630A) Caratteristiche - protezione lungo ritardo (LR): Ir regolabile con 32 gradini da 40 al 100% della corrente nominale dello sganciatore elettronico, temporizzazione regolabile a 5 gradini: 15 - 30 - 60 - 120 - 240 s; la corrente di sicuro funzionamento entro 2h sarà di 1.2Ir e la corrente di non funzionamento entro lo stesso tempo di 1.05Ir; - protezione corto ritardo (CR): Im regolabile da 1,5 a 10 volte la corrente di regolazione termica (Ir), temporizzazione regolabile a 4 gradini con funzione I2t ON o OFF; - protezione istantanea (IST): regolabile da 1,5 a 11 In. Gli apparecchi tetrapolari consentiranno la scelta del tipo di protezione del neutro mediante un commutatore a 3 posizioni: neutro non protetto - neutro metà - neutro uguale alla fase, che potrà essere messo sotto copertura piombabile. Lo sganciatore elettronico ottimizzerà la protezione dei cavi e dell'impianto, memorizzando la variazione di temperatura subita dalle condutture in caso di sovraccarichi ripetuti. Le seguenti funzioni di controllo saranno integrate in standard sullo sganciatore elettronico: - led di segnalazione del carico a 4 soglie: 60 - 75 - 90% di Ir con led acceso e 105% con led lampeggiante; - presa di test: consente la verifica funzionale dell'elettronica e del meccanismo di sgancio per mezzo di un dispositivo esterno. Tutte le opzioni potranno essere montate sullo sganciatore elettronico senza aumento del volume dell'interruttore: - protezione di terra; - sorveglianza e controllo del carico a 2 soglie con basculamento dei contatti al superamento delle soglie; - indicazioni sul fronte a mezzo LED, delle cause di sgancio (lungo ritardo, corto ritardo, istantenea, guasto a terra); - trasmissione di dati a mezzo BUS: in particolare tutte le regolazioni dello sganciatore elettronico, le misure delle correnti di fase, le cause di sgancio, lo stato dell'interruttore aperto, chiuso, sganciato. Durata Gli interruttori scatolati avranno una durata elettrica almeno uguale a 3 volte il minimo richiesto dalle Norme IEC 947-2 Ausiliari ed accessori Gli interruttori scatolati potranno essere equipaggiati di telecomando; un commutatore "locale/distanza" sul fronte del telecomando, predisporrà l'interruttore per la manovra manuale o a distanza, con rinvio a distanza dell'indicazione della posizione. Il tempo di chiusura sarà inferiore a 80 ms. In caso di sgancio su guasto elettrico (sovraccarico, cortocircuito, isolamento), sarà inibito il comando a distanza; sarà consentito nel caso di apertura con sganciatore voltmetrico. Il meccanismo di riarmo sarà ad accumulo di energia. L'aggiunta di un telecomando o di una manovra rotativa conserverà integralmente le caratteristiche della manovra diretta: il telecomando permetterà solo 3 posizioni stabili: ON (i), OFF (O) e TRIPPED (sganciato); l'aggiunta del telecomando o della manovra rotativa non dovrà ne mascherare, ne impedire la visualizzazione e l'accesso alle regolazioni. Gli interruttori scatolati saranno concepiti per permettere il montaggio, in assoluta sicurezza, di ausiliari ed accessori come sganciatori voltmetrici e contatti ausiliari, anche con apparecchio già installato: - saranno isolati dai circuiti di potenza; - tutti gli ausiliari ed accessori elettrici saranno dotati di morsetti e saranno montabili a pressione; - tutti gli ausiliari ed accessori elettrici saranno comuni a tutta la gamma; - l'identificazione e l'ubicazione degli ausiliari elettrici sarà indicata in modo indelebile con una incisione sulla scatola di base dell'interruttore e sugli ausiliari stessi; - l'aggiunta di detti ausiliari non aumenterà il volume dell'interruttore. Interruttori di manovra-sezionatori da 40 a 160 A Generalità Gli interruttori di manovra-sezionatori saranno di tipo scatolato e saranno conformi alle norme IEC 947-1 e IEC 947-3, o alle norme corrispondenti in vigore nei paesi membri (UTE, BS, VDE, CEI ...) saranno conformi alle prescrizioni delle norme IEC 68-230 esecuzione T2 (clima caldo e umido) e IEC 68-2-11 (nebbia salina). Avranno una tensione nominale di tenuta ad impulso di 8 kV, una tensione nominale di isolamento di 690 V CA (50/60 Hz) per i calibri fino a 80 A e di 750 V CA (50/60 Hz) per i calibri superiori, una corrente di breve durata ammissibile (Icw) per 1s di 3 kA per i calibri fino a 80 A e di 5.5 kA per i calibri superiori. Gli interruttori di manovra-sezionatori presenteranno il sezionamento visualizzato (secondo la IEC 947-3); saranno esclusi tutti gli altri tipi di sezionamento. Questa funzione sarà certificata da prove del costruttore. La gamma degli interruttori di manovra-sezionatori presenterà due taglie dimensionali. Gli interruttori saranno disponibili in versione tripolare o tetrapolare nello stesso volume. Costruzione e funzionamento Il meccanismo di comando degli interruttori sarà del tipo ad apertura e chiusura rapida (manovra indipendente dall'operatore) in conformità al par. 2-12 della norma IEC 947-3. La chiusura sarà simultanea per le fasi ed il neutro, in conformità alla IEC 947-3. Per assicurare il sezionamento visualizzato secondo la norma IEC 947-3: - il meccanismo sarà concepito in modo che la leva di manovra sarà in posizione 'O' solo se i contatti di potenza sono effettivamente separati; - in posizione 'O' la leva indicherà la posizione di sezionato dell'interruttore; - gli interruttori saranno concepiti per essere bloccati in posizione OFF tramite lucchetti (possibile anche il blocco in posizione ON). - le distanze tra i contatti aperti saranno superiori a 8 mm. Tutti gli interruttori avranno un doppio isolamento per costruzione e saranno concepiti per permettere l'adattamento di due contatti ausiliari senza aumento di volume dell'apparecchio. Gli ausiliari saranno comuni a tutta la gamma e realizzeranno indifferentemente tre funzioni: contatto O/F, contatto anticipato alla chiusura, contatto anticipato all'apertura. Il comando rotativo sarà di tipo frontale o laterale (con possibilità di avere un comando rinviato per ottenere un grado di protezione IP 55). I valori di durata elettrica saranno forniti in categoria A, cioè per manovre frequenti; il valore di durata per categoria di utilizzazione AC23 sarà fornito senza declassamento in corrente per una tensione di 440 V per i calibri fino a 80 A, e di 500 V per i calibri superiori. Installazione Gli interruttori saranno montati su guida DIN o su pannello, avranno la parte frontale di dimensioni standard, pari a 45 mm, per il montaggio in tutti i sistemi modulari. I copri-morsetti o i copri-vite saranno disponibili per tutta la gamma di interruttori, con possibilità di equipaggiamento con separatori di fase. La protezione a monte contro i sovraccarichi e i cortocircuiti sarà assicurata da un interruttore automatico (nella maggior parte delle applicazioni). Il costruttore fornirà una tabella di scelta degli interruttori automatici di protezione a monte. Interruttori di manovra-sezionatori da 250 a 2500 A Generalità Gli interruttori di manovra-sezionatori saranno di tipo scatolato e saranno conformi alle norme IEC 47-1 e IEC 947-3, o alle norme corrispondenti in vigore nei paesi membri (UTE, BS, VDE, CEI ...) e saranno conformi alle prescrizioni delle norme IEC 68-2-30 esecuzione T2 (clima caldo e umido) e IEC 68-2-11 (nebbia salina). Avranno una tensione nominale di tenuta ad impulso di 8 kV, una tensione nominale di isolamento di 690 V CA (50/60 Hz), una corrente di breve durata ammissibile (Icw) per 1s, fino a 35 kA eff. per gli interruttori da 1600 A. Gli interruttori di manovra-sezionatori presenteranno il sezionamento visualizzato (secondo la IEC 947-3); saranno esclusi tutti gli altri tipi di sezionamento. Questa funzione sarà certificata da prove del costruttore. Gli interruttori saranno disponibili in versione tripolare o tetrapolare nello stesso volume. Costruzione e funzionamento Il meccanismo di comando degli interruttori sarà del tipo ad apertura e chiusura rapida (manovra indipendente dall'operatore) in conformità al ( 2-12 della norma IEC 947-3. La chiusura sarà simultanea per le fasi ed il neutro, in conformità alla IEC 947-3. Per assicurare il sezionamento visualizzato secondo la norma IEC 947-3: - il meccanismo sarà concepito in modo che la leva di manovra sarà in posizione 'O' solo se i contatti di potenza sono effettivamente separati; - in posizione 'O' la leva indicherà la posizione di sezionato dell'interruttore; - gli interruttori saranno concepiti per essere bloccati in posizione OFF tramite lucchetti (possibile anche il blocco in posizione ON). - le distanze tra i contatti aperti saranno superiori a 8 mm. Tutti gli interruttori avranno un doppio isolamento per costruzione e saranno concepiti per permettere l'adattamento di due contatti ausiliari senza aumento di volume dell'apparecchio. Gli ausiliari saranno comuni a tutta la gamma e realizzeranno indifferentemente tre funzioni: contatto O/F, contatto anticipato alla chiusura, contatto anticipato all'apertura, a partire dalla taglia di 400 A, sarà disponibile un doppio contatto in commutazione. Il comando rotativo sarà di tipo frontale (con possibilità di avere un comando rinviato per ottenere un grado di protezione IP 55). I valori di durata elettrica saranno forniti in categoria A, cioè per manovre frequenti; fino alla corrente nominale di 400 A, per categoria di utilizzazione AC23, senza declassamento in corrente per una tensione inferiore o uguale a 500 V e da 630 A in su, per categoria di utilizzazione AC22, senza declassamento per una tensione d'impiego inferiore o uguale a 415 V. Installazione Gli interruttori saranno montati su pannello. I copri-morsetti o i copri-vite saranno disponibili per tutta la gamma di interruttori, con possibilità di equipaggiamento con separatori di fase. La protezione a monte contro i sovraccarichi e i cortocircuiti sarà assicurata da un interruttore automatico (nella maggior parte delle applicazioni). Il costruttore fornirà una tabella di scelta degli interruttori automatici di protezione a monte. Interruttori automatici magnetot. diff. modulari da 0,5 a 63 A (uso domestico e similare) Generalità Riferimenti normativi: CEI EN 60898, CEI EN 61009. Tensione nominale: 230/400 Vca 50-60 Hz. Correnti nominali fino a 63 A. Poteri di interruzione fino a 10 kA secondo norma CEI EN 60898 o CEI EN 61009. Caratteristiche di intervento: B e C. Taratura fissa. Numero poli da 1 a 4. Marchio di qualità IMQ per interruttori magnetotermici con In fino a 25 A e per interruttori magnetotermici differenziali con In fino a 25 A e I (n= 30, 300, 500 mA). Possibilità di avere l'interruttore automatico magnetotermico con protezione differenziale istantanea con i seguenti valori di In: 0,01 A (fino a In=25 A) - 0,03 - 0,3 - 0,5 - 1 A e selettiva con valori di In pari a 0,3 e 1 A. Protezione contro gli scatti intempestivi per gli interruttori automatici differenziali (onda di corrente di prova 8/20 microsecondi). Sensibilità alla forma d'onda: - tipo AC per l'utilizzazione con corrente alternata - tipo A per l'utilizzazione con apparecchi di classe 1 con circuiti elettronici che danno origine a correnti pulsanti e/o componenti continue. Intervento automatico segnalato dalla posizione della leva di manovra. Tropicalizzazione degli apparecchi: esecuzione T2 secondo norma IEC 68-2-30 (umidità relativa 95% a 55°C). Caratteristiche costruttive Gli interruttori si devono montare, mediante aggancio bistabile, su guida simmetrica DIN o a doppio profilo (tipo Multifix o similare), devono poter essere alimentati da valle senza alterazione delle caratteristiche elettriche. Per correnti di corto circuito superiori a 6 kA si richiedono la chiusura rapida (manovra indipendente) ed il sezionamento visualizzato. Per correnti nominali superiori a 25 A è richiesta la possibilità di collegare cavi di sezione fino a 35 mm², devono avere un sistema di doppia identificazione (leva e morsetto). I morsetti devono essere dotati di un dispositivo di sicurezza per evitare l'introduzione dei cavi a morsetto serrato ed inoltre devono essere zigrinati per assicurare una migliore tenuta al serraggio, le viti devono potere essere serrate con utensili dotati di parte terminale a taglio o a croce. Le singole fasi degli interruttori multipolari devono essere separate tra di loro mediante diaframma isolante. La dimensione del polo degli interruttori automatici magnetotermici deve essere pari ad 1 modulo (max 18 mm), per tutti i valori di corrente nominale e di potere di interruzione. Gli interruttori automatici magnetotermici e differenziali devono essere dotati di visualizzazione meccanica dell'intervento per differenziale sul proprio frontale. I blocchi differenziali associati agli interruttori devono consentire l'utilizzo di pettini di ripartizione di portata pari a 100 A isolati anche sui terminali non utilizzati. Nel caso in cui non si usi il pettine per la ripartizione occorre assicurare, in corrispondenza dei morsetti, la presenza di copriviti piombabili che garantiscano un grado di protezione superiore a IP20. Ausiliari elettrici Possibilità di montare sul lato sinistro di ciascun apparecchio (vista frontale) i seguenti elementi ausiliari, di dimensioni pari ad 1/2 o 1 modulo: segnalazione della posizione dei contatti dell'interruttore, segnalazione per intervento su guasto, bobina di minima tensione istantanea o ritardata, bobina a lancio di corrente, per un massimo di 3 moduli. Possibilità di verificare ad interruttore aperto il funzionamento dei contatti di segnalazione dello stato dell'interruttore e di segnalazione guasto. Devono essere ben leggibili sugli ausiliari elettrici le indicazioni degli schemi elettrici, di montaggio e delle caratteristiche. Lo stato degli ausiliari elettrici deve essere visualizzato meccanicamente. Tutti gli ausiliari elettrici devono essere montati senza utilizzare viteria. Gli ausiliari elettrici devono consentire l'utilizzo di pettini di ripartizione di portata pari a 100 A isolati anche sui terminali non utilizzati. Accessori meccanici Possibilità di utilizzare un blocco a lucchetto montabile con facilità, in posizione di interruttore aperto. Gli interruttori devono poter essere comandati lateralmente o frontalmente mediante manovra rotativa con eventuale blocco porta, devono poter essere montati nella versione estraibile e sezionabile con la possibilità di essere bloccati nella posizione di sezionato. Gli interruttori devono poter essere accessoriati di coprimorsetti che assicurino un grado di protezione superiore ad IP20 anche sul lato superiore. Interruttori automatici magnetotermici e diff. modulari da 0,5 a 100 A (uso industriale) Generalità Riferimenti normativi: CEI EN 60947.1/2. Tensione nominale fino a 440 Vca e 500 Vcc. Correnti nominali fino a 100 A. Poteri di interruzione fino a 50 kA. Caratteristiche di intervento magnetico: * fino a In = 63 A Im = 3 In Im = 4 In Im = 8,5 In Im = 12 In con valori convenzionali di non intervento ed intervento termico pari a Inf = 1,05 In If = 1,2 In Im = 12 In solo magnetico * fino a In = 100 A Im = 4 In Im = 8,5 In Im = 12 In. Taratura fissa. Numero poli da 1 a 4 tutti protetti. Possibilità di avere l'interruttore automatico magnetotermico con protezione differenziale istantanea con i seguenti valori di In: 0,03 - 0,3 - 0,5 - 1 - 3 A e selettiva con valori di In pari a 0,3 - 1 - 3 A. Protezione contro gli scatti intempestivi per gli interruttori automatici differenziali (onda di corrente di prova 8/20 microsecondi). Sensibilità alla forma d'onda: - tipo AC per l'utilizzazione con corrente alternata - tipo A per l'utilizzazione con apparecchi di classe 1 con circuiti elettronici che danno origine a correnti pulsanti e/o componenti continue. Intervento automatico segnalato dalla posizione della leva di manovra. Tropicalizzazione degli apparecchi: esecuzione T2 secondo norma IEC 68-2-30 (umidità relativa 95% a 55° C). Caratteristiche costruttive Gli interruttori si devono montare, mediante aggancio bistabile, su guida simmetrica DIN o a doppio profilo (tipo Multifix o similare), devono poter essere direttamente montati su pannello isolante e devono poter essere alimentati da valle senza alterazione delle caratteristiche elettriche. Si richiedono la chiusura rapida (manovra indipendente) ed il sezionamento visualizzato. Tensione nominale di tenuta ad impulso (onda di prova 1,2/50 microsecondi) pari a 6 kV; per correnti nominali fino a 63 A è richiesta la possibilità di collegare cavi di sezione fino a 35 mm²; per correnti superiori, cavi di sezione fino a 50 mm². Gli interruttori devono avere un sistema di doppia identificazione (leva e morsetto). I morsetti devono essere dotati di un dispositivo di sicurezza per evitare l'introduzione dei cavi a morsetto serrato ed inoltre devono essere zigrinati per assicurare una migliore tenuta al serraggio; le viti devono potere essere serrate con utensili dotati di parte terminale a taglio o a croce. Le singole fasi degli interruttori multipolari devono essere separate tra di loro mediante diaframma isolante. La dimensione del polo degli interruttori automatici magnetotermici deve essere pari ad: 1 modulo (18 mm) fino a In = 63 A 1 modulo (27 mm) fino a In = 100 A. Gli interruttori automatici magnetotermici e differenziali devono essere dotati di visualizzazione meccanica dell'intervento per differenziale sul proprio frontale. Gli interruttori con modulo pari a 18 mm devono consentire l'utilizzo di pettini di ripartizione isolati anche sui terminali non utilizzati; tale possibilità deve valere anche in presenza di blocco differenziale ed altri ausiliari elettrici. Nel caso in cui non si usi il pettine per la ripartizione occorre assicurare, in corrispondenza dei morsetti, la presenza di copriviti piombabili che garantiscano un grado di protezione superiore a IP20. Ausiliari elettrici Per interruttori automatici magnetotermici con correnti nominali: - fino a 63 A, con modulo pari a 18 mm, possibilità di montare sul lato sinistro di ciascun apparecchio (vista frontale) i seguenti elementi ausiliari, di dimensioni pari ad 1/2 o 1 modulo: segnalazione della posizione dei contatti dell'interruttore, segnalazione per intervento su guasto, bobina di minima tensione istantanea o ritardata, bobina a lancio di corrente, per un massimo di 3 moduli; possibilità di verificare ad interruttore aperto il funzionamento dei contatti di segnalazione dello stato dell'interruttore e di segnalazione guasto; devono essere ben leggibili sugli ausiliari elettrici le indicazioni degli schemi elettrici, di montaggio e delle caratteristiche lo stato degli ausiliari elettrici deve essere visualizzato meccanicamente tutti gli ausiliari elettrici devono essere montati senza utilizzare viteria; gli ausiliari elettrici devono consentire l'utilizzo di pettini di ripartizione di portata pari a 100 A isolati anche sui terminali non utilizzati. - fino a 100 A, con modulo pari a 27 mm, possibilità di montare sul lato sinistro di ciascun apparecchio (vista frontale) i seguenti elementi ausiliari, di dimensione pari a 1/2 modulo: segnalazione della posizione dei contatti dell'interruttore e segnalazione per intervento su guasto; sul lato destro bobina di minima tensione istantanea o ritardata, bobina a lancio di corrente o, nel caso di interruttore magnetotermico differenziale, comando di apertura a distanza. Accessori meccanici Possibilità di utilizzare un blocco a lucchetto montabile con facilità, in posizione di interruttore aperto; gli interruttori devono poter essere comandati lateralmente o frontalmente mediante manovra rotativa con eventuale blocco porta, devono poter essere montati nella versione estraibile e sezionabile con la possibilità di essere bloccati nella posizione di sezionato. Gli interruttori devono poter essere accessoriati di coprimorsetti che assicurino un grado di protezione superiore ad IP20 anche sul lato superiore. Commutatori di potenza motorizzati Generalità Sono commutatori che assicurano la commutazione manuale o telecomandata, l’inversione delle fonti di alimentazione sotto carico di due circuiti di potenza in bassa tensione. Gestione commutazione tramite sistema di contatti puliti o tramite centralina a bordo in maniera automatica. Riferimenti normativi IEC 60947-3 EN60947-3 EN60947-6-1 VDE 0660-107 Caratteristiche L’apparecchiatura dovrà avere le seguenti caratteristiche: sezionamento attraverso apertura completamente apparente; commutazione sotto carico; comando manuale di soccorso; tre posizioni stabili (I, 0, II) di cui una di aperto su entrambe le reti; lucchettaggio in posizione di zero; selezione funzionamento automatico o manuale possibilità controllo monofase o trifase delle reti I e II possibilità di misure elettriche logica di comando configurabile direttamente sull’apparecchio; possibilità di inibire qualsiasi comando elettrico modulo opzionale di commutazione MODBUS e ingressi / uscita; contatti di stato; taglie da 125 a 3200A Conduttori, cavi e accessori Posa dei cavi I cavi dovranno essere posati in modo ordinato, paralleli fra loro, senza attorcigliamenti e incroci, rispettando il raggio di curvatura indicato nelle tabelle dei rispettivi costruttori. I cavi non dovranno presentare giunzioni intermedie lungo il percorso, tranne nel caso in cui la lunghezza dei collegamenti sia maggiore della pezzatura di fabbrica. Nei tratti verticali i cavi dovranno essere ancorati con passo massimo di 0,5 m; nel tratti orizzontali i cavi dovranno essere legati alle passerelle e/o ai canali mediante fascette in corrispondenza di curve, diramazioni, incroci, cambiamenti di quota e lungo i tratti in rettifilo almeno ogni 5 m. I cavi dovranno essere fissati anche nel caso di canali chiusi (non forati) utilizzando apposite barre trasversali ed accessori previsti dal costruttore, eventualmente forniti in dotazione ai sistemi di canali. I morsetti di ancoraggio alle scale posacavi saranno di tipo aperto; si esclude l'uso di morsetti metallici chiusi in particolare nel caso di cavi unipolari. Marcatura cavi Ogni cavo dovrà essere contrassegnato in modo leggibile e permanente con le sigle indicate negli elaborati di progetto, in modo da consentirne l'individuazione. Le marcature saranno conformi alle norme CEI 16-7, art. 3, ed essere applicate alle estremità del cavo in corrispondenza dei quadri e delle cassette di derivazione dorsali con anelli o tubetti portaetichette, ovvero tubetti presiglati o termorestringenti. Connessioni terminali Le connessioni dei cavi comprendono la formazione delle terminazioni ed il collegamento ai morsetti. La guaina dei cavi multipolari dovrà essere opportunamente rifinita nel punto di taglio con manicotti termorestringenti. Le terminazioni saranno di tipo e sezione adatte alle caratteristiche del cavo su cui verranno montate e all'apparecchio a cui verranno collegate con esclusione di qualsiasi adattamento di dimensione o sezione del cavo o del capocorda stesso. Ad ogni dispositivo di serraggio di ciascun morsetto non dovrà essere cablato più di un conduttore; l'eventuale equipotenzializzazione dovrà avvenire tra i morsetti mediante opportune barrette "di parallelo". I cavi, presso i punti di collegamento, dovranno essere fissati con fascette o collari, ovvero si dovranno utilizzare appositi pressacavi, in modo da evitare sollecitazioni sui morsetti di quadri o cassette, ecc. Per le connessioni dei cavi di energia, di comando, di segnalazione e misura, si dovranno impiegare capicorda a compressione in rame stagnato, del tipo preisolato o protetto con guaina termorestringente. Designazione dei cavi Negli schemi, le designazioni delle linee in partenza o in arrivo dai quadri dovranno essere fatte secondo le sigle unificate delle tabelle CEI-UNEL, in base alle quali risulta pure deducibile in modo inequivocabile, la formazione delle linee e, in particolare, se essa risulta costituita da cavi unipolari o da cavi multipolari. Marcatura I cavi, presso i punti di collegamento, dovranno essere fissati con fascette o collari, ovvero si dovranno utilizzare appositi pressacavi, in modo da evitare sollecitazioni sui morsetti di quadri o cassette, ecc. I canali, le passerelle, le cassette dovranno essere contrassegnati in modo visibile; i contrassegni saranno di materiale inalterabile nel tempo e applicati con sistemi che ne garantiscano un fissaggio permanente. La marcatura delle cassette dovrà indicare il circuito di appartenenza e sarà posta per quanto possibile sul fianco, in linea o in prossimità delle condutture in ingresso; diversamente dovranno essere contrassegnate sul retro del coperchio qualora sussistano fattori estetici o finiture delle superfici che rivestano carattere artistico. I canali dovranno essere invece contrassegnati, almeno ogni 10 m, con targhette colorate in tela adesiva, ovvero con piastrine in alluminio verniciato o PVC colorato fissabili ad incastro sul fondo o sul bordo dei canali, per l’individuazione delle varie reti, secondo la seguente codifica (esempio): - rosso: reti di MT - blu:reti di BT - giallo: circuiti impianto di illuminazione di sicurezza - bianco: impianti di comunicazione (telefonico, interfonico, TD) - grigio: impianti di diffusione sonora, chiamata, orologi elettrici - arancio: impianti di sicurezza (rivelazioni fumi, controllo accessi, TVCC, ecc.) - nero: alimentazione da gruppo elettrogeno Le targhette o le piastrine dovranno avere una superficie visibile di almeno 5.000 mm² (dim. 100x50 mm). Opportune tabelle per l’identificazione dei colori costruite in materiale e con scritte inalterabili dovranno essere poste in maniera visibile entro i locali tecnici dedicati all’installazione dei quadri di zona, nei cavedi elettrici e nel locale cabina; qualora i quadri si trovino fuori da locali dedicati, le tabelle dovranno essere poste nell’apposita tasca porta schemi all’interno dei quadri stessi. Nel caso di impianti interrati, i pozzetti dovranno essere contrassegnati in modo visibile, con simboli o numeri; la marcatura dovrà essere effettuata a mezzo di vernice ad elevate caratteristiche di resistenza agli agenti atmosferici, ovvero con contrassegni, targhette o altro definito in sede di DL, fissati con tasselli ad espansione. Cavi di media tensione Cavi elettrici unipolari tipo RGH7H1R 12/20 kV isolati in mescola di gomma etilenpropilenica G7 con guaina esterna in PVC, schermatura a filo di rame, conduttore in corda di rame ricotto stagnato con interposizione tra isolante e conduttore di materiale elastomerico sintetico semiconduttivo conformi alle norme CEI 20-13, CEI 20-35, posati entro portacavi o a vista, completi di ancoraggi, identificazione del cavo a inizio e fine linea mediante cartellino riportante il tipo di cavo, la sua formazione e sezione e la sua identificazione. Cavi di bassa tensione Cavo FG7(O)M1 multipolare LSOH (= Low Smoke Zero Halogen; come previsto dalla variante V3 alla norma CEI 64-8 del 1/4/06) con conduttori in corda rotonda flessibile di rame rosso ricotto, isolati singolarmente in gomma HEPR e guaina termoplastica speciale di qualità M1 tensione 0,6/1kV, non propagante l'incendio, la fiamma e a bassissima emissione di fumi e gas tossici, rispondente alle norme CEI 20-13, 20-35, 20-22 III, 20-37, 20-38 Marchio I.M.Q. Cavo FG7(O)R multipolare con conduttore in corda rotonda flessibile di rame rosso ricotto, isolati in gomma HEPR ad alto modulo e guaina in pvc speciale di qualità rz, tensione 0,6/1kV, non propagante l'incendio, la fiamma e a ridotta emissione di gas corrosivi, rispondente alle norme CEI 20-13, 20-35, 20-22 II, 20-37/2, Marchio I.M.Q. Cavo FTG10(O)M1 multipolare LSOH (= Low Smoke Zero Halogen; come previsto dalla variante V3 alla norma CEI 64-8 del 1/4/06) con conduttore in corda flessibile di rame rosso, con isolante elastomerico reticolato di qualità G10 e guaina termoplastica speciale di qualità M1 tensione 0,6/1kV, non propagante l'incendio, la fiamma e a bassissima emissione di fumi e gas tossici, resistente al fuoco 3 ore (RF31-22) e rispondente alle norme CEI 20-22 III, 20-35, 20-36, 20-37, 20-38 e 20-45. Marchio I.M.Q. Cavo N07G9-K unipolare LSOH (= Low Smoke Zero Halogen; come previsto dalla variante V3 alla norma CEI 64-8 del 1/4/06) con conduttore in corda rotonda flessibile di rame rosso, isolato in elastomerico reticolato di qualità G9 non propagante di incendio ( CEI 20-22 II), non propagante di fiamma ( CEI 20-35), contenuta emissione di gas corrosivi (CEI 20-37 I, CEI 20-38), ridottissima emissione di gas tossici e di fumi opachi in caso di incendio (CEI 20-37 II, CEI 20-37 III e CEI 20-38) per tensioni nominali 450/750 V ad una temperatura di esercizio max 85° C con conduttore a corda flessibile. Il cavo dovrà riportare stampigliato a rilievo: sezione, CEI 20-22 II/20-38, la sigla N07G9-K, marca o provenienza di prodotto e marchio IMQ. Canali posacavi Il dimensionamento dei canali posacavi, delle passerelle a traversini e delle scale posa cavi, dovrà essere studiato in relazione al quantitativi di cavi da posare, la distanza tra canali sovrapposti dovrà consentire l'agevole posa dei cavi, sia in corso di esecuzione del lavoro sia successivamente. I canali posacavi e le passerelle saranno costituiti da elementi componibili, così che la loro messa in opera non richieda operazioni di saldatura, ma solo tagli e forature. La zincatura dovrà essere conforme alla Norma UNI EN 10142 con quantità di zinco pari a 275 gr/m² sulle due superfici, equivalente a 18 micron di spessore I sostegni saranno di tipo prefabbricato, di materiale e con zincatura conforme al canale; dovranno essere sempre previsti nel punti di diramazione, dove iniziano i tratti in salita o in discesa e alle estremità delle curve. I sostegni dovranno assicurare al canali una completa rigidità in tutti i sensi e non dovranno subire né forature, né altra lavorazione dopo il trattamento di protezione superficiale. La freccia massima consentita, calcolata nella mezzeria degli appoggi, non deve superare il valore di 0,1% della luce degli appoggi stessi. La viteria e bulloneria sarà in acciaio inossidabile con testa a goccia e sottotesta quadra; si esclude l'uso di rivetti. Per la separazione tra reti diverse saranno usati divisori previsti dal costruttore del sistema, posti su tutta la lunghezza della canalizzazione, comprese le curve, le salite e discese, gli incroci e le derivazioni; i divisori saranno provvisti di forature o asolature idonee per il fissaggio ai canali ma non dovranno presentare aperture sulla parete di separazione dei cavi. I coperchi dovranno avere i bordi ripiegati privi di parti taglienti; il fissaggio dovrà avvenire per incastro o tramite ganci di chiusura innestati sul coperchio. Non è consentito l'uso di viti autofilettanti o precarie molle esterne. Qualora fossero verniciati con polveri in resina epossidica, saranno corredati di idonee aree di collegamento, opportunamente contrassegnate, esenti da verniciatura onde poter effettuare il collegamento equipotenziale e garantire la continuità metallica. Tutti gli eventuali tagli effettuati su canali posacavi metallici non dovranno presentare sbavature e parti taglienti; dopo le lavorazioni di taglio o foratura si dovrà provvedere a ripristinare il tipo di zincatura o verniciatura adeguata al canale e proteggere eventualmente il taglio con guarnizioni opportune. I fori e le asolature effettuate per l'uscita dei cavi verso le cassette di derivazione, dovranno essere opportunamente rifiniti, con passacavi in gomma o guarnizioni in materiale isolante. Le staffe e le mensole saranno opportunamente dimensionate. A tal fine si dovranno presentare alla DL, prima della loro installazione, i calcoli atti a stabilire il tipo di mensole e la loro interdistanza. In ogni caso l'interdistanza massima consentita è di 2000 mm per i singoli canali di larghezza fino a 250 mm e 1500 mm negli altri casi e comunque tale che la freccia d'inflessione non risulti superiore a 5 mm. Le curve, le derivazioni, le calate, gli incroci e i cambi di quota saranno possibilmente del tipo prestampato, ciò per evitare il più possibile i tagli sul canale o passerella base. La zincatura non dovrà presentare macchie nere, incrinature, vaiolature, scaglie, grumi, scorie o altri analoghi difetti. La verniciatura dei componenti zincati dovrà essere effettuata dopo aver trattato gli stessi con una doppia mano di fondo di "aggrappante"; la verniciatura finale dovrà essere poi effettuata con una doppia mano di prodotto a base di resine epossidiche con il colore che sarà concordato in sede di DL. Canale metallico in acciaio zincato Canale in acciaio zincato a caldo per immersione dopo la lavorazione. Caratteristiche: - conforme alle norme CEI 7-6, CEI 23-31, CEI EN 61537, EN ISO 1461 - canale costituito da elementi forati o chiusi a seconda di quanto specificato nei tipi, con bordi arrotondati o rinforzati antitaglio, ottenuti per rullatura - non propagante la fiamma - zincatura a fuoco dopo la lavorazione con zinco di qualità (Zn A > 99.9 %); spessore medio dello strato di zinco 50-65 µ m - resistenza agli urti maggiore di 10 J a temperatura ambiente (20±5 °C) - resistenza elettrica: minore di 5 mOhm/m per canale continuo, minore di 50 mOhm/m in presenza di elementi di giunzione (I prova 25 A) - spessore della lamiera: minimo 1 mm - coperchio in acciaio zincato con chiusura ad incastro o con ganci imperdibili - setti separatori per la posa di linee energia e speciali - accessori (curve, derivazioni, raccordi, testate di chiusura, giunti lineari e relativi coperchi, viteria, profilati per fissaggio a soffitto, a parete o in sospensione, ecc.) trattati come il canale. Passerella a filo Passerella grigliata posacavi avente le seguenti caratteristiche: - filo di acciaio zincato elettroliticamente - diametro minimo filo: da 3.9 a 4.8 mm a seconda delle dimensioni della passerella - dimensioni maglia 100x50mm - resistente agli urti, al calore maggiore di 200 °C, alla piegatura senza sfibrarsi, agli agenti chimici e atmosferici - zincatura con procedimento Sendzimir. Cavidotti, cassette e scatole di derivazione Tubazioni flessibili in materiale termoplastico Tutte le tubazioni saranno conformi alle norme CEI riportate nella descrizione dei tipi. Non saranno ammesse giunzioni lungo tutto il tratto di tubo. Tubazioni rigide in materiale termoplastico Tutte le tubazioni saranno conformi alle tabelle UNEL e alle norme CEI riportate nella descrizione dei tipi; la raccorderia sarà di tipo a pressatubo o filettata, a seconda dei casi, mentre il fissaggio in vista dovrà essere eseguito impiegando morsetti di tipo plastico con bloccaggio del tubo a scatto. Le tubazioni in vista dovranno essere fissate alle pareti con sostegni distanziati quanto necessario per evitare la flessione; in ogni caso la distanza dei sostegni non dovrà essere superiore a 1 m. Negli impianti incassati, le giunzioni tra tubi dovranno essere eseguite mediante manicotti previsti dal costruttore. Installazioni per interno I cavidotti dovranno essere messi in opera parallelamente alle strutture degli edifici, sia sul piani orizzontali che su quelli verticali (non saranno ammessi percorsi diagonali, salvo eccezioni per i sottoscala), le curve dovranno avere un raggio tale che sia possibile rispettare, nella posa dei cavi, le curvature minime per essi prescritte. La messa in opera di cavidotti metallici dovrà assicurarne la continuità elettrica per li intero percorso. Le tracce sulle murature dovranno essere effettuate secondo percorsi verticali e orizzontali, comunque di preferenza in una fascia di 30 cm dal filo soffitto, filo pavimento e filo pareti. Le barriere tagliafiamma utilizzate nel progetto nelle vie cavi dovranno essere singolarmente certificate con documentazione fornita in copia alla D.L. Installazioni interrate Le tubazioni interrate saranno in PVC di tipo rigido, serie pesante, i giunti saranno di tipo ."a bicchiere", sigillati con apposito collante o di tipo filettato per evitare lo sfilamento e le infiltrazioni di acqua; le giunzioni e gli imbocchi dovranno inoltre essere particolarmente curati onde evitare ostacoli allo scorrimento dei cavi. La posa dovrà avvenire a non meno di 50 cm di profondità, avendo cura di stendere sul fondo dello scavo e sopra il tubo, una volta posato, uno strato di sabbia di circa 10 cm di spessore; inoltre dovrà essere steso a 30 cm sopra la tubazione un nastro avvisatore in polietilene, riportante la dicitura o del colore definito in sede di DL. I tratti interrati, ove sia prevedibile il transito di automezzi, dovranno essere protetti con copponi in calcestruzzo vibrato, ovvero con getto di calcestruzzo magro; gli incroci di cavidotti diversi dovranno essere protetti con getto di calcestruzzo magro. In corrispondenza dei cambiamenti di direzione e ad intervalli non superiori a 25 m dovranno essere previsti dei pozzetti di ispezione. I tratti rettilinei orizzontali dovranno essere posati con pendenza verso un pozzetto per evitare il ristagno dell'acqua all'interno del tubo; i tratti entranti nel fabbricato dovranno essere posati con pendenza verso l'esterno per evitare l'ingresso dell'acqua. Tutti i pozzetti saranno senza fondo, o comunque con adeguati fori per evitare il ristagno dell'acqua. Le estremità dei tubi in ingresso e uscita dal fabbricato dovranno essere chiuse con tappo e sigillate con un passacavo stagno. I tubi vuoti saranno corredati di filo pilota in acciaio zincato di adeguata robustezza. Cassette e scatole in materiale termoplastico I contenitori saranno di materiale termoplastico pesante di tipo autoestinguente ottenuti in unica fusione. Dovranno poter contenere i morsetti di giunzione e derivazione e gli eventuali separatori fra i circuiti appartenenti a sistemi diversi. Le viti di fissaggio dovranno poter essere alloggiate in opportune sedi e avere accessori e/o guarnizioni che garantiscano il grado di protezione, la classe d'isolamento prescritta e che comunque non diminuiscano il livello di tensione d'isolamento dei cavi. Guarnizioni cassette Saranno del tipo anti-invecchiante al neoprene o al silicone. Coperchi cassette Saranno rimovibili a mezzo di attrezzo, fissati per mezzo di viti imperdibili in nylon a passo lungo, con testa sferica per consentire l'apertura a cerniera del coperchio, ovvero in acciaio inox o in ottone, salvo deroghe concesse dalla DL, disposti in maniera idonea ad assicurare una compressione uniforme su tutti i lati del coperchio. Morsettiere di derivazione All'interno delle cassette poste lungo le dorsali le morsettiere saranno in poliammide, di tipo fisso e componibili, mentre nelle cassette poste all'interno dei vari locali saranno in policarbonato, di tipo "compatto", unipolari a più vie. Il serraggio dei conduttori sarà di tipo indiretto. La suddivisione tra gruppi di morsetti di tipo componibile appartenenti a fasi diverse dovrà avvenire mediante separatori. Ove espressamente richiesto le derivazioni potranno essere effettuate all'esterno di cassette a mezzo di morsetti a perforazione dell'isolante, ovvero con morsetti a guscio del tipo specificato nella parte nel presente documento. Per ogni tipologia di morsettiera la tensione di isolamento dovrà comunque essere coerente con quelle dei cavi che ivi saranno attestati. Montaggio e fissaggio cassette Le cassette dovranno essere montate in posizione accessibile; il fissaggio dovrà essere effettuato tramite tasselli ad espansione e bulloneria in acciaio zincato o chiodatura a sparo, in modo comunque da non trasmettere sollecitazioni al tubi o ai cavi che vi fanno capo. Lo stesso dicasi per i telai in profilati metallici, staffe, zanche dimensionati per sostenere la cassetta. Marcatura I canali e le cassette dovranno essere contrassegnati in modo visibile con le sigle indicate negli elaborati grafici di progetto o da concordare con la DL; i contrassegni saranno di materiale inalterabile nel tempo e applicati con sistemi che ne garantiscano un fissaggio permanente. Tutte le cassette dovranno essere contrassegnate in maniera ben visibile con etichette in tela plastificata (dim. 14x 19 mm, ovvero 22x40 mm) indicanti il circuito di appartenenza e poste per quanto possibile sul dorso della cassetta, in linea o in prossimità delle condutture in ingresso, diversamente dovranno essere contrassegnate sul retro del coperchio qualora sussistano fattori estetici o finiture delle superfici che rivestano carattere artistico. I pozzetti dovranno essere contrassegnati in modo visibile, con simboli o numeri indicati negli elaborati grafici di progetto o definiti in sede di DL; la marcatura dovrà essere effettuata a mezzo di vernice ad elevate caratteristiche di resistenza agli agenti atmosferici, ovvero con contrassegni, targhette o altro definito in sede di DL, fissati con tasselli ad espansione. Impianti di distribuzione luce e fm Componenti I vari componenti da utilizzare per la realizzazione dei punti equivalenti, dovranno avere le caratteristiche delle rispettive voci descritte negli articoli precedenti. Cassette e scatole Le scatole e cassette di derivazione dovranno essere equipaggiate con tutti gli accessori (raccordi per tubo, pressacavi, ecc.) necessari a garantire all'impianto il grado di protezione richiesto. Le dimensioni minime dovranno essere pari a 150 x 110 mm o equivalente (le cassette di derivazione installate su canale posacavi o destinate a condutture dorsali) e pari a 100 x 100 mm o equivalente (cassette di derivazione, di transito o di attestazione all’interno dei locali). Morsettiere di derivazione All'interno delle cassette poste lungo le dorsali le morsettiere saranno in poliammide, di tipo fisso e componibili, mentre nelle cassette poste all'interno dei vari locali saranno in policarbonato, di tipo "compatto", unipolari a più vie, con esclusione, di derivazioni eseguite con nastro isolante o con morsetti del tipo "a mammouth". Il serraggio dei conduttori sarà di tipo indiretto. La suddivisione tra gruppi di morsetti di tipo componibile appartenenti a linee diverse dovrà avvenire mediante separatori. Per ogni tipologia di morsettiera la tensione di isolamento dovrà comunque essere coe rente con quelle dei cavi che ivi saranno attestati. Tubazioni Il rapporto tra il diametro interno dei tubi e il diametro del cerchio circoscritto ai cavi ivi contenuti, sarà > 1,3 per gli ambienti ordinari e > 1,4 per gli ambienti speciali. Le tabelle che seguono riportano il diametro minimo delle tubazioni in base alla sezione e al numero dei cavi in esse previsti. In ogni caso il diametro minimo delle tubazioni da utilizzare è 20 mm. I cavi da installare entro tubi dovranno poter essere agevolmente sfilati e reinfilati; quelli da installare su canali o cunicoli dovranno poter essere facilmente posati e rimossi. Nella posa in vista la distanza fra due punti di fissaggio successivi non dovrà essere superiore a 1 m; i fissaggi dovranno essere sempre previsti sia prima che dopo ogni cambiamento di direzione. I cambiamenti di direzione potranno essere ottenuti sia con curve di tipo ampio con estremità a bicchiere o filettate a seconda dei tipi e dei gradi di protezione richiesti, sia per piegatura a caldo con esclusione delle curve di tipo "ispezionabile". Qualora si dovessero usare sistemi di canalizzazione in materiale termoplastico ci si dovrà riferire, per la realizzazione, alle norme CEI di prodotto. Per quanto riguarda i cavi per telecomunicazioni le guaine dei conduttori dovranno avere le colorazioni conformi alle tabelle CEI-UNEL 00712 e 00724. DIAMETRI MINIMI DELLE TUBAZIONI PER I CIRCUITI TERMINALI IN FUNZIONE DEL NUMERO DI CAVI UNIPOLARI TIPO N07V-K O N07G9-K CONTENUTI sezione nominale cavo 1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240 tubo PVC flessibile 20 7 4 3 1 1 25 9 8 5 3 1 1 1 1 32 9 9 5 4 2 1 1 1 1 40 tubo PVC rigido 50 9 9 7 5 3 1 1 1 1 1 1 20 9 7 5 2 1 1 1 1 9 9 8 5 4 2 1 1 1 1 1 1 25 9 8 4 3 1 1 1 1 32 9 8 5 4 1 1 1 1 1 1 tubo PVC filettabile 40 50 9 8 7 4 3 1 1 1 1 1 1 20 8 5 4 1 1 1 1 9 8 5 4 2 1 1 1 1 1 1 25 9 8 7 3 1 1 1 1 1 32 40 9 9 7 5 3 1 1 1 1 1 50 9 9 8 5 3 2 1 1 1 1 1 9 9 5 4 3 1 1 1 1 1 1 DIAMETRI MINIMI DELLE TUBAZIONI PER I CIRCUITI TERMINALI IN FUNZIONE DEL NUMERO DI CAVI MULTIPOLARI TIPO FG7OR 0.6/1kV CONTENUTI sezione nominale cavo 2x1,5 3x1,5 4x1,5 5x1,5 2x2,5 3x2,5 4x2,5 5x2,5 2x4 3x4 4x4 5x4 2x6 3x6 4x6 5x6 2x10 3x10 4x10 5x10 tubo PVC flessibile 20 25 1 1 1 1 1 1 1 1 32 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 40 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 50 4 4 3 2 3 3 2 1 3 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 tubo PVC rigido 20 1 1 1 25 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 32 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 40 3 3 2 1 2 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 tubo PVC filettabile 50 5 5 4 3 4 4 3 3 4 3 2 1 3 2 1 1 1 1 1 1 20 25 1 1 1 1 1 1 1 1 1 32 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 40 2 2 1 1 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 50 5 4 4 3 4 4 3 2 3 3 2 1 2 1 1 1 1 1 1 1 tubo PVC metallico 20 1 1 1 25 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 32 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 40 3 3 2 1 2 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 50 5 5 4 3 3 3 3 3 3 3 2 1 2 2 1 1 1 1 1 1 DIAMETRI MINIMI DELLE TUBAZIONI PER I CIRCUITI TERMINALI CAVI UNIPOLARI ISOLATI IN GOMMA - TIPO FG7R 0.6/1kV sezione nominale cavo 1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240 tubo PVC flessibile 20 1 1 1 1 1 25 1 1 1 1 1 1 1 32 3 3 2 1 1 1 1 1 1 40 7 5 4 4 3 1 1 1 1 1 1 50 9 9 8 7 5 4 3 2 1 1 1 1 1 1 tubo PVC rigido 20 1 1 1 1 1 1 25 2 1 1 1 1 1 1 1 32 5 4 3 3 1 1 1 1 1 1 40 8 7 7 5 4 3 1 1 1 1 1 1 1 tubo PVC filettabile 50 9 9 9 8 7 5 4 3 1 1 1 1 1 1 1 20 1 1 1 1 1 25 1 1 1 1 1 1 1 32 4 4 3 2 1 1 1 1 1 1 40 7 7 5 4 3 2 1 1 1 1 1 1 50 9 9 9 8 7 5 3 3 1 1 1 1 1 1 1 tubo PVC metallico 20 1 1 1 1 1 1 25 2 1 1 1 1 1 1 1 32 4 4 3 3 1 1 1 1 1 1 40 8 7 5 5 4 3 1 1 1 1 1 1 1 50 9 9 9 8 7 5 4 3 1 1 1 1 1 1 1 Cavi e conduttori Generalmente per la posa entro tubazioni si utilizzeranno conduttori con tensione nominale 450/750V, mentre per la posa entro canali si utilizzeranno cavi con tensione nominale 600/1000V. Nel limiti del possibile le guaine dei conduttori dovranno avere le seguenti colorazioni conformi alle tabelle CEI-UNEL 00722: conduttore di protezione giallo/ver de conduttore neutro blu chiaro conduttore di fase linee punti luce: grigio conduttore di fase linee prese alimentate da UPS marrone conduttore di fase linee prese nero conduttori per circuiti a 12-24-48V rosso, o verde o altri. Il dimensionamento dei conduttori attivi dovrà essere effettuato in modo da soddisfare soprattutto le esigenze dì portata, dì resistenza ai cortocircuiti e i limiti massimi ammissibili per le cadute di tensione (CEI 64-8); in ogni caso le sezioni minime dei conduttori per le alimentazioni alle singole utenze non dovranno essere inferiori a quelle della tabella che segue. Per quanto riguarda i cavi per telecomunicazioni le guaine dei conduttori dovranno avere le colorazioni conformi alle tabelle CEI-UNEL 00712 e 00724. SEZIONI MINIME CONDUTTORI DEI CAVI DI CIRCUITI TERMINALI cavi isolati in PVC cavi isolati in gomma Derivazioni a singolo punto luce 1.5 mm2 1.5 mm2 2 Derivazioni a più di un punto luce 2.5 mm 2.5 mm2 2 Derivazioni a singoli punti presa da 16A 2.5 mm 2.5 mm2 derivazioni a più punti presa da 16A 4 mm2 4 mm2 2 derivazioni a singoli punti presa fino a 32A 6 mm 4 mm2 2 derivazioni a più punti presa fino a 32A 10 mm 6 mm2 Nota: solo per cavi di circuiti singolarmente installati in tubo a vista o ad incasso nella muratura. Modalità di realizzazione degli impianti luce e fm Indicazioni generali Le derivazioni per l'alimentazione di più apparecchi utilizzatori dovranno essere realizzate all'esterno degli apparecchi stessi in apposite cassette di derivazione, si esclude la derivazione tra centri luminosi senza transitare attraverso una scatola di derivazione; nel caso di soffitti in laterocemento la cassetta di derivazione dovrà essere posta a parete, salvo diversa indicazione della DL. E' consentito il cavallotto tra le prese e gli interruttori di una stessa scatola (deviatori, ecc.) solo se questi frutti sono predisposti allo scopo. E' altresì consentita la derivazione tra centri luminosi attraverso gli stessi apparecchi illuminanti alla sola condizione che gli stessi siano predisposti per tale modalità dal Costruttore. Le cassette di transito saranno obbligatorie su tracciati comprendenti curve, in modo che tra due cassette di transito non si riscontri mai più di una curva o comunque curve con angoli minori di 90°. Nei tratti in rettifilo le cassette di transito saranno comunque obbligatorie almeno ogni 5 m. Per ogni locale dovrà essere prevista una cassetta di derivazione posta lungo la dorsale salvo il caso di locali adiacenti o affacciati, nel qual caso si potrà utilizzare un'unica cassetta di derivazione. Ogni cassetta di derivazione dovrà essere dedicata ad un solo circuito (non saranno ammesse cassette promiscue per più circuiti in partenza dai quadri di piano o di zona). Il posizionamento degli apparecchi di comando e delle prese dovrà rispettare le seguenti quote, salvo diversa indicazione nei disegni o nei paragrafi precedenti o dal parte della DL: Apparecchiatura altezza dal pavimento o dal piano di calpestio all’asse della cassetta (cm) 160 distanza dalle porte dell’asse della cassetta (cm) 90 20 3. prese in genere 30 (45) 20 4. pulsante a tirante (sopra vasca o doccia) 5. termostati, sonde di temperatura in genere 6. apparecchi di segnalazione ottica > 225 1. centralino di locale 2. interruttori, deviatori, pulsanti 150 160 250 300 20 I valori tra parentesi si riferiscono a locali fruibili da persone disabili. Impianti sottotraccia Nell'esecuzione incassata, a parete o a pavimento, i vari punti di utilizzazione dovranno essere realizzati con: tubazioni in PVC tipo medio, flessibile o rigido, secondo quanto specificato nella parte II del presente documento e nelle tavole grafiche; cassette in resina autoestinguente e antiurto; conduttori del tipo specificato nel presente documeto e nelle tavole grafiche, con le sezioni indicate negli articoli precedenti. Impianti "in vista" di tipo isolante Nell'esecuzione "in vista" di tipo isolante, i vari punti di utilizzazione dovranno essere realizzati con: tubazioni in PVC tipo medio rigido, ovvero di tipo molto pesante filettabile, secondo quanto specificato nel presente documento e nelle tavole grafiche; raccordi tipo "blitz" e accessori vari per conseguire il grado di protezione richiesto nel presente documento e nelle tavole grafiche; cassette in PVC autoestinguente; conduttori del tipo specificato nel presente documento e nelle tavole grafiche, con le sezioni indicate negli articoli precedenti, canaline in PVC autoestinguente (ove necessario ed ove previsto); guaina flessibile in PVC plastificato per il raccordo agli apparecchi utilizzatori. Punti luce con cavo unipolare Punto utilizzo luce, completo di: tubo in PVC, flessibile, marchiato, pesante, corrugato, Ø => 20mm, posto sottointonaco, sottopavimento, entro pareti in cartongesso o controsoffittature, o tubo in PVC rigido marchiato pesante, o canalina in PVC della sezione minima (15x17) mm; conduttori del tipo N07G9-K, sezione 1.5÷2.5mmq e conduttore di protezione, lunghezza massima 12 m. Punti luce con cavo multipolare Punto utilizzo luce, completo di: conduttori del tipo FG7OM1 0,6/1 kV, sezione 1.5÷2.5mmq con conduttore di protezione, e, ove necessario, tubo in PVC rigido per installazione a vista; conduttori del tipo FG7OM1 0,6/1 kV, sezione 1.5÷2.5mmq con conduttore di protezione. Punti comando Punto comando o punto presa, completo di: tubo in PVC, flessibile, marchiato, pesante, corrugato, Ø >= 20mm, posto sottointonaco, sottopavimento, entro pareti in cartongesso, pareti attrezzate o entro controsoffittatura o tubazioni a vista IP55; conduttori tipo N07G9-K, sezione 1.5÷2.5 mmq, o di progetto e comunque di portata non inferiore a 16A, conduttore di protezione; scatola portafrutto rettangolare in polistirolo antiurto per frutti componibili da incasso da 3÷7 moduli, in funzione del numero di frutti; supporto isolante in policarbonato infrangibile ed autoestinguente con possibilità di compensazione degli errori di posa della scatola; apparecchi di comando e prese di sicurezza con grado di protezione minimo IP 21, tipo modulare largo con eventuale indicazione di funzione, tensione nominale 250V, 50Hz, corrente nominale 10÷16A, resistenza di isolamento a 500V > 5 Mohm, viti di serraggio dei morsetti imperdibili ad intaglio universale, morsetti doppi con piastrina antiallentamento, sistema di fissaggio al supporto a scatto; placca di copertura in materiale plastico antiurto o in alluminio anodizzato a sviluppo orizzontale. Dovrà essere presente almeno una scatola di derivazione principale per ogni locale, alla quale faranno capo tutti i dispositivi installati. Tutte le scatole principali facenti parte di uno stesso reparto dovranno essere alimentate dalla relativa dorsale. 3.12 Apparecchi illuminanti per interno Componenti elettrici Il fissaggio delle apparecchiature interne dovrà essere effettuato esclusivamente a mezzo viti, con guarnizioni o rosette anti-vibranti; è escluso l'uso di rivettature o fissaggi a pressione o a scatto. Le parti metalliche dovranno essere collegate a terra tramite appositi morsetti o bulloni di messa a terra. Il cablaggio interno dovrà essere effettuato con conduttori termoresistenti fino ad una temperatura di 105 °C e di sezione non inferiore a 1 mm2. L'alimentazione per gli apparecchi dovrà essere protetta con fusibile di tipo rapido, installato in posizione facilmente accessibile o con protezione incorporata nel reattore/alimentatore. Le connessioni dei cavi di alimentazione dovranno essere realizzate con capicorda pre-isolati del tipo a compressione. Gli apparecchi illuminanti predisposti per le file luminose dovranno essere completi di cablaggio lungo tutta la lunghezza della linea fino alla relativa morsettiera di attestazione. Il cablaggio passante tra le lampade dovrà essere eseguito con apposite guaine di protezione dei conduttori. Gli apparecchi di illuminazione dovranno essere completi di lampade; ove non altrimenti previsto, saranno tutte a LED, temperatura di colore pari a 4.000 °K e IRC (indice di resa cromatica > 80 o 90 a seconda dell’ambiente). Reattore elettronico I reattori elettronici saranno idonei al funzionamento con tensione di alimentazione Vn ( 10% e con frequenza f = 50 Hz (o in corrente continua ove richiesto dai tipi). Il sistema dovrà garantire: la disinserzione automatica delle lampade esaurite; la protezione contro le sovratensioni impulsive secondo le norme CEI 12-13; accensione della lampada entro 0,3 s; potenza costante e indipendente dalla tensione di rete; protezione contro i radiodisturbi secondo le norme CEI 110-2, VDE 0875, EN 55015; contenuto armonico secondo le norme. CEI 34-4, VDE 0712, IEC 929, EN 60929; temperatura limite di funzionamento -20 - +50 °C. la dimmerazione con tecnologia DALI, ove prevista. Installazione Tutti gli apparecchi dovranno essere montati in maniera che sia agevole la manutenzione. Il fissaggio di apparecchi illuminanti sui canali dovrà essere realizzato in modo da consentire lo smontaggio degli apparecchi indipendentemente dal cavidotti. L'uscita del cavo di alimentazione dell'apparecchio illuminante dovrà avvenire tramite pressacavo e/o pressatubo, con il grado di protezione richiesto. Impianto di illuminazione esterna L’impianto sarà conforme alla Legge della Regione Veneto n. 17/2009 e alla normativa specifica del CEI (CEI 64-8 e CEI 64-7). Esso sarà costituito dagli apparecchi illuminanti indicati negli elaborati grafici. La ditta dovrà fornire alla Direzione Lavori, per ciascuno degli apparecchi da installare per illuminazione esterna, idonea documentazione relativa alle misurazioni fotometriche, sia in forma tabellare numerica su supporto cartaceo, sia sotto forma di file standard normalizzato, in formato commerciale “Eulumdat” o analogo verificabile, emesso in regime di sistema di qualità aziendale certificato o rilasciato da ente terzo quale l’IMQ. Detta documentazione deve riportare la posizione di misura del corpo illuminante, il tipo di sorgente, l’identificazione del laboratorio di misura, il nominativo del responsabile tecnico del laboratorio e la sua dichiarazione circa la veridicità delle misure effettuate. La ditta dovrà fornire, altresì, alla Direzione Lavori, per ciascuno degli apparecchi, le istruzioni di installazione e di uso corretto in conformità alla legge. Gli apparecchi illuminanti saranno distribuiti sui circuiti come previsto dagli schemi elettrici di progetto; gli spegnimenti saranno programmati in modo che dalle ore 24 in poi si possa ridurre automaticamente il flusso luminoso di non meno del 30% rispetto al flusso emesso in condizioni di pieno regime di funzionamento. Si allega alla presente la certificazione di rispondenza del progetto illuminotecnico (allegato A) Apparecchi illuminanti di sicurezza autonomi Sarà costituito da contenitore in materiale isolante o in lamiera di acciaio (verniciato e collegato a terra) di tipo sporgente o da incasso secondo le esigenze di installazione o quanto richiesto in altro elaborato con grado di protezione a seconda delle tipologie indicate nei vari ambienti di progetto. Sarà realizzato con schermo anteriore in materiale acrilico autoestinguente, resistente agli urti e conforme alle norme CEI 34.21/22 EN 598-1 e 598-2-22; sarà dotato di batteria di accumulatori al Ni-Cd di tipo ermetico ricaricabili adatti alla carica a corrente costante e di capacità sufficiente a mantenere accesa la lampada per almeno due ore e con temperatura di esercizio massima di 50°C. Sarà fornito con carica batterie di tipo a corrente costante, adatto alla ricarica automatica della batteria in un tempo non superiore a 24 ore e alla carica di mantenimento, di dispositivo elettronico per la commutazione automatica su batterie in caso di mancanza di tensione di rete e viceversa al ritorno dell’alimentazione, sarà completo di dispositivo per evitare la completa scarica della batteria (controllo della soglia minima di tensione e della carica automatica) e di convertitore c.c./c.a. di tipo elettronico per l’alimentazione della lampada completo dei dispositivi di innesco e di stabilizzazione della corrente della lampada e di protezione nel caso di funzionamento a vuoto. Sarà completo, ove richiesto, di pittogrammi normalizzati da concordare con la D.L., saranno dotati della lampada spia di segnalazione del funzionamento e predisposti per il comando a distanza di inibizione. L’apparecchio sarà completo di morsettiera per l’attestazione dei conduttori entranti, fusibile di protezione nonché di tutti gli accessori per l’installazione. Apparecchi illuminanti di sicurezza alimentati da soccorritore Generalità Saranno conformi a quanto indicato negli elaborati grafici di progetto, montati secondo le istruzioni del costruttore e nelle posizioni che assicurano gli illuminamenti di progetto. Verranno alimentati, in caso di assenza della tensione di rete, da un gruppo soccorritore di emergenza conforme alle norme EN 50171. Saranno conformi alle norme CEI 34.21/22 EN 598-1 e 598-2-22. Sarà completo, ove richiesto, di pittogrammi normalizzati autoadesivi conformi alle vigenti norme e comunque da concordare con la D.L.. L’apparecchio sarà completo di morsettiera per l’attestazione dei conduttori entranti, fusibile di protezione nonché di tutti gli accessori per l’installazione. Sistema di alimentazione Gli apparecchi di illuminazione di emergenza dovranno essere alimentati tramite linee in cavo resistente al fuoco, tipo FTG10OM1 0,6/1kV di formazione, provenienti dal quadro – gruppo soccorritore di emergenza. Si dovranno prevedere: linee di alimentazione impianto luci di emergenza; suddivise in piani e zone come da indicazione elaborati grafici di progetto; nei corridoi e nei locali con di maggiori dimensioni si dovranno prevedere almeno due circuiti di alimentazione da soccorritore e gli apparecchi di illuminazione di emergenza dovranno essere collegati alternativamente ai due circuiti in modo che lampade adiacenti appartengano a circuiti di alimentazione diversi; si dovranno limitare al minimo le derivazioni da dorsale; se necessarie dovranno essere eseguite in opportune scatole di derivazione da esterno con grado di protezione minimo IP55 utilizzando morsetti in ceramica e prevedendo il riempimento della scatola con opportuni prodotti antincendio REI 180; Gli apparecchi di illuminazione dovranno essere alimentati dalla dorsale in entra e esci; se questo non potrà essere possibile si dovrà derivare il cavo di alimentazione dalla dorsale prevedendo un sistema costituito da scatola di derivazione IP55, morsetto in ceramiche e prodotti REI come descritto al punto precedente. Quadro gestione luci di emergenza e soccorritore L'impianto di illuminazione di emergenza, uscite di sicurezza, dispositivi di manovra principali, ecc., verrà alimentato da apposito quadro gestione - soccorritore con potenza indicata negli elaborati progettuali, con uscita in tensione continua costituito da apparecchiatura in grado di alimentare circuiti utilizzatori in assenza dell'alimentazione ordinaria, prelevando l'energia precedentemente accumulata in una batteria. L'alimentazione in presenza di rete viene by-passata in uscita; qualora essa manchi, ovvero scenda al di sotto del -20% del suo valore nominale, entra in funzione il soccorritore fornendo tensione all’uscita, con autonomia minima non inferiore ad un ora. La ricarica delle batterie avverrà in 12 ore. Soccorritore INPUT=230Vac‐Trifase/OUTPUT=216Vdc • Tipo alimentazione e sorveglianza centralizzata su Circuito di Uscita • Sistema conforme EN50171 ‐ EN50272‐2 ‐ EN50172 • (N°1) Controller SC‐CPU per la gestione moduli INTERNI/ESTERNI • (N°1) Modulo I/O interface per 8 ingressi digitali • (N°1) Modulo Carica batterie 220V 28Ah/C10 • (N°7) Modulo SC/CTRL per la gestione di 28 Circui ti di Uscita • Max N°20 Apparecchi o 650W di carico per ogni circuito di uscita • (N°1) Set batterie 18 x 12V 17Ah • al Pb tipo OgiV Aspettativa di vita 10 anni • Carico Applicabile 2000W + 25% di riserva • Autonomia 1h • (N°1) Combi Cabinet per SISTEMA F6709 1800x600x465mm • Peso Cabinet 112kg • Peso Batterie 116Kg • Funzione sgancio con pulsante per VV.F. Gruppi di alimentazione in continuità assoluta Descrizione del sistema Il sistema di alimentazione in continuità assoluta di tipo statico, nel seguito indicato col termine UPS, sarà destinato ad alimentare, con energia elettrica ad alta qualità, le centrali degli impianti speciali e i personal computer del locale centrali tecnologiche. L'UPS sarà costituito dai seguenti sottoinsiemi: un raddrizzatore/carica-batteria totalmente controllato che converta la tensione alternata trifase in tensione continua; un inverter statico che riconverta la tensione continua ottenuta dal raddrizzatore in una tensione alternata di elevata qualità alimentante permanentemente i carichi; un commutatore statico che, attraverso la rete di soccorso, provveda ad assicurare la continuità ai carichi in caso di sovraccarico dell'inverter o di arresto dello stesso; un by-pass manuale costituito da un insieme di sezionatori sottocarico, che consenta l'esclusione dell'UPS in caso di manutenzione assicurando la continuità dell'utenza. Questo complesso dovrà garantire l'alimentazione dei carichi nelle tolleranze specificate e senza interruzione, quando si verificano mancanze o deteriorazioni nella sorgente elettrica primaria, per la durata consentita dalla capacità delle batterie in stand-by. Le specifiche dei paragrafi successivi descrivono i requisiti di un sistema di continuità (UPS) digitale parallelabile costituito da uno o più moduli UPS collegati in parallelo senza avere l’esigenza di un sistema aggiuntivo di controllo o di un commutatore statico centralizzato. L’UPS manterrà automaticamente l’alimentazione in CA all’interno di specifiche tolleranze al carico critico, senza interruzioni ( per il tempo stabilito con l’autonomia della batteria ), in caso di guasto o deterioramento della rete di alimentazione. L’UPS sarà espandibile con l’aggiunta in parallelo di moduli, della stessa taglia per fornire moduli ridondanti o esigenze dovute all’ aumento del carico. UPS MEDICALE 40 KVA 60 MINUTI Le caratteristiche del gruppo di continuità medicale sono le seguenti: Sistema Statico di Continuità in configurazione singola, composto da: N° 1 UPS Potenza Nominale 40 KVA a norma EN 50171 Tensione Ingresso 400 V Tensione Uscita trifase 380/400/415 V Frequenza 50/60 Hz selezionabile L’UPS è caratterizzato dalle seguenti prestazioni: - On Line a doppia conversione (VFI-SS-111 secondo IEC/EN 62040-3) - Rendimento AC/AC > 94% - Rendimento AC/AC in modalità Eco Mode: > 98% - Fattore di potenza nominale di uscita: 0,9 - Capacità di alimentare carichi sia di tipo induttivo che capacitivo senza declassamento tra i fattori di potenza 0,5 induttivo e 0,9 capacitivo. - Fattore di potenza in ingresso al 100% del carico applicato> 0,99 - Fattore di potenza in ingresso al 50% del carico applicato> 0,98 - Fattore di distorsione armonica in corrente in ingresso (THDi%) < 4% BATTERIA ERMETICA IN ARMADIO DIM 800X900X1900 PESO 1600KG COMPLETA DI ORGANI DI MANOVRA E PROTEZIONE IN GRADO DI GARANTIRE UNA AUTONOMIA DI 60 MINUTI A 40 KVA. Scheda relè (preallarmi e allarmi) e scheda circuito sgancio (di emergenza) incorporate nella macchina. Il primo avviamento e la messa in servizio dell’unità dovranno essere effettuate da parte di personale del costruttore o centro assistenza specializzato autorizzato dal costruttore. Contestualmente al primo avviamento e alla messa in servizio dovrà essere rilasciato apposito verbale. UPS NON MEDICALE 60 KVA 15 MINUTI Il sistema Statico di Continuità in configurazione singola non per uso medicale sarà composto da: N° 1 UPS modello 80-NET - CODICE CH80060AA040BA2 Potenza Nominale 60 KVA Potenza Attiva Nominale 54 kW Potenza Attiva Massima 60 kW Tensione Ingresso 400V trifase+N Frequenza ingresso 50-60 Hz Tensione Uscita 400V trifase+N. Frequenza uscita 50-60 Hz L’UPS è caratterizzato dalle seguenti prestazioni: - On Line a doppia conversione (VFI-SS-111 secondo IEC/EN 62040-3) - Rendimento AC/AC in modalità Doppia Conversione al carico nominale: > 94.5% - Rendimento AC/AC in modalità Interattivo Digitale: > 98% La sua capacità di alimentazione permette di: - alimentare carichi sia di tipo induttivo che capacitivo senza declassamento - rendere disponibile in uscita, in determinate condizioni operative, il valore massimo di potenza attiva (kW) uguale al valore nominale di potenza apparente (kVA), ovvero possedere un fattore di potenza in uscita pari ad 1; - compensare la potenza in uscita in funzione della temperatura ambiente Condizionamento attivo di ingresso che consente le seguenti prestazioni in condizione di carico nominale: - Fattore di potenza in ingresso: ≥0,99 - Distorsione di corrente in ingresso (THDi): <3% L’UPS è accessoriato di BATTERIE ERMETICHE IN ARMADIO DIM 650X800X1600 PESO 950 KG COMPLETE DI ORGANI DI MANOVRA E PROTEZIONE IN GRADO DI GARANTIRE UNA AUTONOMIA DI 15 MINUTI alla potenza nominale. Compreso n. 1 ManageUPS Net Interno (scheda slot in) + B INTERNO - CODICE AMB-P3-CN. Scheda relè (preallarmi e allarmi) e scheda circuito sgancio (di emergenza) incorporate nella macchina. Il primo avviamento e la messa in servizio dell’unità dovranno essere effettuate da parte di personale del costruttore o centro assistenza specializzato autorizzato dal costruttore. Contestualmente al primo avviamento e alla messa in servizio dovrà essere rilasciato apposito verbale. Requisiti Standard L’UPS e tutti i dispositivi associati e i componenti saranno costruiti in accordo con le seguenti norme standard applicabili: requisiti di sicurezza IEC 62040-1-1, EN 50091-1-1 compatibilità elettromagnetica (EMC) IEC 620240-2 ( classe A ), EN 50091-2 ( classe A ) prove e collaudi IEC 62040-3 (VFI SS 111) EN50091-3 Gli standard produttivi sopra menzionati comprendono rilevanti adesioni alle norme standard IEC ed EN riguardanti la sicurezza (60950) compatibilità elettromagnetica (serie 61000) e costruzione (serie 60146 e 60529). Per maggiori dettagli vedere IEC 61000-3-4 IEC 61000-3-2,4,5,6,8,11 EN 60950 EN 60529 IEC 60146-1-1 L’UPS sarà marcato CE in accordo con la direttiva EEC 73/23 “bassa tensione” e 89/336 “compatibilità elettromagnetica” Il sistema di qualità per la progettazione e la costruzione saranno conformi al Sistema di Qualità Standard ISO 9001 per la progettazione e costruzione di sistemi di potenza per la protezione di computers ed altri apparati elettronici sensibili. Modo di Funzionamento L’UPS sarà progettato per funzionare on line – doppia conversione, sistema con trasferimento nei seguenti modi: - Normale: Il carico critico CA è costantemente alimentato tramite l’ UPS dall’inverter. Il raddrizzatore /carica batteria riceve l’alimentazione dalla rete C.A. convertendola in C.C. per alimentare l’inverter e contemporaneamente mantenere in carica di mantenimento/ricarica della batteria .L’alimentazione degli inverters dell’ UPS è mantenuta in specifici valori di tolleranza sia in frequenza che in tensione. - Batteria: Al mancare della rete di alimentazione il carico critico in CA è alimentato dall’inverter il quale senza interruzione preleva l’ alimentazione del sistema batteria. In caso di mancanza o ritorno della sorgente di alimentazione in CA non ci sarà interruzione di alimentazione al carico Al ritorno della sorgente in C.A. verrà ristabilita l’alimentazione al raddrizzatore fornendola gradatamente (Power Walk-In). Successivamente il raddrizzatore alimenterà l’inverter e contemporaneamente ricaricherà la batteria attraverso il battery converter. Questa sarà una funzione automatica e non causerà alcuna interruzione al carico critico. - Modo Congiunto: Una parte del carico è alimentato dalla rete di ingresso, mentre la rimanete parte del carico viene alimentato dalla batteria. La proporzione dell’alimentazione della rete CA in ingresso impiegata è selezionabile dal 20% all’80% del pieno carico della potenza attiva. Questo sistema di funzionamento è largamente utilizzato in presenza di un gruppo elettrogeno di non grosse dimensioni. - Batteria Assente o Convertitore di Frequenza: se la batteria necessita di manutenzione o l’UPS è utilizzato come convertitore di frequenza è possibile sconnettere la batteria stessa dal battery converter e dall’inverter per mezzo di un interruttore batteria esterno. L’UPS continuerà a funzionare e a soddisfare tutte le condizioni stabilite dal progetto in uscita , con l’eccezione del mantenimento della alimentazione al carico per mancanza rete. (back-up) - By Pass: In caso di guasto dell’inverter, sovraccarico, o spegnimento manuale dell’inverter, se quest’ultimo è in sincronismo con il by pass, il carico, per mezzo dell’interruttore statico sarà trasferito dall’inverter all’alimentazione del by pass senza interruzione dell’alimentazione in CA al carico. Se l’inverter non è sincronizzato con il by pass, il commutatore statico eseguirà il trasferimento del carico dall’inverter al by pass con interruzione dell’alimentazione in CA.Il tempo di interruzione dell’alimentazione dovrà essere minore di 15ms (a 50Hz) o minore di 13,33ms( a 60Hz). - Eco: In funzione modalità Eco Mode , il by pass è l’alimentazione preferenziale sull’inverter, quando si guasta il by pass il carico in CA sarà trasferito sotto l’inverter Questo modo di funzionamento consente di aumentare il rendimento del sistema, ed è selezionabile dall’operatore. - Con il funzionamento ECO mode i carichi sono alimentati attraverso il commutatore statico del by pass sino a quando la tensione di alimentazione in CA del by pass è all’interno di una finestra di tensione accettabile ( la gamma di sincronizzazione della frequenza sarà selezionata fra ±0,5 Hz, ± 1 Hz, ± 2 Hz e ± 3Hz il valore di taratura standard sarà di ± 2 Hz; l’angolo di fase sarà minore di 3°; la gamma di oscillazione sarà fissata al ± 10% - della tensione nominale del by pass.). Un guasto/ mancanza della tensione di alimentazione in CA del by pass causerà il trasferimento del carico all’inverter dell’UPS. In entrambi i casi il raddrizzatore e il carica batteria manterranno la batteria in carica di mantenimento sempre che sia presente la tensione in CA in ingresso al raddrizzatore. - Manutenzione: Ogni UPS ha all’interno un by pass di manutenzione ( un by pass di manutenzione esterno può essere montato nel Maintenance By Pass Cabinet – [MCB]). Se l’UPS necessità di manutenzione e/o riparazione dopo che l’inverter è stato spento e il carico è stato trasferito sul by pass, il by pass di manutenzione interno o esterno può essere chiuso e l’UPS può essere fermato e la batteria disconnessa. - Parallelo: Per aumentare la capacità o l’affidabilità dell’UPS l’uscita (3 fasi _ 4 fili) può essere collegata direttamente in parallelo; la scheda di parallelo distribuirà automaticamente il carico su ogni UPS. La massima possibilità di parallelo è sino a 6 volte il valore del carico nominale di ogni unità componente il sistema. I_Master/Slave – Ridondanza Passiva ( Hot Stand-By) : L’unità master è collegata al carico e l’unità slave è collegata al by pass dell’unità master. Caratteristiche Elettriche L’UPS è classificato VFI (in accordo con la IEC62040-3) e fornisce una forma d’onda in uscita indipendentemente della frequenza della tensione dell’alimentazione in ingresso. Ingresso CA modulo UPS - Gamma di tensione: 305 a 477V - Gamma di frequenza: 40 70 Hz - Power Walk In 30 secondi al pieno carico massima corrente in ingresso; campo selezionabile da 5 a 30 secondi incrementabili di 5 secondi. - Fattore di partenza: minimo 0,99 senza altre opzioni a piena potenza in uscita dell’UPS. - Adattabilità con gruppo elettrogeno: la limitazione della corrente in ingresso dell’UPS per essere adeguata alla potenza richiesta dal G.E deve essere consentita un’ampia gamma di - frequenza in ingresso. Distorsione della Corrente Minore del 3% alla piena potenza dell’UPS con carico in uscita al 100% bilanciato non lineare (con THDdella tensione in ingresso <=2% ) Uscita CA Modulo UPS - trifase, 4 fili più terra - Carico: 100% continuativo del carico nominale a 40°C con carico lineare e non lineare. - Stabilità della tensione: 1% costante per carico bilanciato; 2% per carico sbilanciato del - 100%. Gamma di sincronizzazione con la linea di by pass: campo selezionabile da ± 1 a 3 Hz; con incremento di 1 Hz. Taratura standard ± 3 Hz. - Stabilità di frequenza: regolazione della frequenza in funzionamento libero su batteria sarà di ± 0,05Hz. Se il by pass è disponibile ed entro i limiti e l’UPS lavora su batteria in questo caso l’uscita sarà sincronizzata con il by pass. La frequenza nominale sarà ± 0,05% in funzionamento con modulo singolo e 0,25% in funzionamento parallelo. - velocità di variazione della frequenza : per il modulo singolo la velocità di variazione della frequenza sarà tarabile da 0,1 Hz/s a 3Hz/s ( taratura standard 0,1 Hz/s ). Per modulo parallelo la velocità di variazione della frequenza sarà stabilito ad un valore appropriato ( taratura standard 0,1 Hz/s). - Rendimento: è definito come rapporto tra KW in uscità su KW in ingresso a un fattore di potenza 0,8 in ritardo 90,5% a pieno carico , valori nominali in ingresso. 96 % a pieno carico - quando l’alimentazione è attraverso il by pass statico. Sbilanciamento della fasi: 120°± 1°el al 100% del carico bilanciato o sbilanciato. - stabilità dinamica della tensione : ±5% per presa o rilascio del carico da 0 al 100%.e viceversa - Tempo di ristabilimento: rientro all’interno del 5% della tensione in uscita entro mezzo ciclo - Distorsione della tensione( al 100% del carico con fattore di cresta 3:1) Minore dell’1% distorsione armonica totale (THD) a carico lineare 4 % distorsione armonica totale (THD ) con carico 100% bilanciato non lineare ( fattore di cresta 3:1 ) 5 % distorsione armonica totale (THD ) con carico al 100% sbilanciato non lineare ( fattore di cresta 3:1 ) - capacità di sovraccarico alla tensione nominale in uscita 150% piena potenza in uscita carico resistivo per 1 minuto125% piena potenza in uscita carico resistivo per 10 minuti. L’UPS dovrà raggiungere la capacità sopra menzionata alle condizioni di 40°C, tensione nominale in ingresso e con la batteria a pieno carico 110% piena potenza in uscita carico resistivo per 1 ora . L’UPS dovrà raggiungere la capacità sopra menzionata con tensione nominale in ingresso e in uscita a 400/415Ve con la batteria a pieno carico a 415V in ingresso e in uscita l’UPS fornirà 4 5.% in più di potenza , in particolari condizioni limitazione di corrente: I di picco è uguale a 3,4xIn sino a 200 ms commutatore statico di by pass - limiti di tensione - Limite superiore: + 10% , +15% o + 20%, taratura a + 15% - Limite inferiore : - 10% , -20% , -30% o - 40%, taratura a - 20% - limiti di frequenza : ±10%, ±20% campo selezionabile - capacità di sovraccarico: ( senza fusibili ) - Al di sotto del 135% della corrente nominale in uscita , funzionamento indefinito ( senza limitazione di tempo ) Dal 135% al 170% della corrente nominale in uscita , 10 minuti - Sino al 1000% della corrente nominale in uscita , 100 millisecondi - dimensionamento del conduttore di neutro: 1,7 volte del valore della corrente nominal Messa a terra Il neutro in uscita della CA sarà elettricamente isolato dalla carpenteria dell’UPS . L’armadio UPS avrà una sbarra terminale di terra assicurata alla struttura posta vicino ai punti di collegamento di potenza ingresso/uscita e disponibile per la connessione di ogni unità. condizioni ambientali temperatura ambiente per il funzionamento - UPS : da 0°C a 40°C senza declassamento - Batteria:25°C ± 5 °C per ottimizzare le caratteristiche delle batterie. Temperatura ambiente per trasporto/immagazzinamento UPS : da -20°C a 70°C Batteria: da -20°C a 30°C ,20°C per ottimizzare le caratteristiche di immagazzinamento Umidità relativa da 0 al 95%, senza condensa Altitudine IEC 62040-3 In funzionamento: 1000metri sul livello del mare senza declassamento Immagazzinamento : 1000 metri sul livello del mare per immagazzinamento continuativo Immunità - conduzione IEC 62040-2 classe A - irraggiamento IEC 62040-2 classe A - armoniche EC 61000-3-4 - immunità EN 61000-4-2.3.4.6.8.9.11 livello III, EN 61000-4-5 livello IV IEC 61000-3-4 documentazione a corredo dell’UPS L’UPS sarà corredato all’atto della spedizione con un manuale di uso e manutenzione che includerà i seguenti dettagli. A_ descrizione del funzionamento dell’apparato con diagrammi a blocchi B_ disegni di dettaglio ,sia dell’UPS che della batteria, per la installazione inclusi la disposizione dei morsetti di potenza e di segnale C_ precauzioni per la sicurezza D_ procedura di attivazione step- by- step E_ guida generale per la manutenzione L’UPS sarà fornito con un bolletino di collaudo finale in fabbrica .. garanzia Garanzia UPS il costruttore dell’UPS garantirà le apparechiature contro difetti di fabbricazione e di materiali per 12 mesi dopo il primo avviamento o dopo 15X mesi dalla data di spedizione. Garanzia batteria la garanzia standard del costruttore delle batterie verrà trasferita direttamente al cliente finale. Costruzione Materiali Tutti i materiali dell’UPS saranno nuovi, di produzione corrente, alta qualità e non saranno già stati utilizzati con la sola eccezione dei requisiti richiesti dal collaudo in fabbrica. Tutti i dispositivi elettronici attivi saranno allo stato solido. Le logiche di controllo e i fusibili saranno isolati fisicamente dall’insieme dei componenti di potenza per assicurare protezione e sicurezza dai pericoli all’operatore. Tutti i componenti elettronici saranno accessibili dal fronte quadro. Cablaggio Cablaggi, materiali e segnalazioni, dovranno essere in accordo con i requisiti previsti dalla normativa IEC: tutte le connessioni elettriche di potenza allo stesso potenziale saranno serrate con una targhetta identificativa ( contrassegno inglese ). e identificate Sarà prevista la costruzione di un armadio per consentire l’ammaraggio e il controllo dei cablaggi in ingresso e in uscita. L’ ingresso dei cavi sarà previsto dal basso ad altezza adeguata per consentire una corretta curvatura dei cavi di collegamento di potenza in ingresso ed in uscita Costruzione l’UPS sarà racchiuso in un armadio con grado di protezione IP 20 progettato per montaggio a pavimento. L’UPS sarà strutturalmente adeguato per la movimentazione con carrelli manuali La massima altezza dell’armadio da 30/40/60/80 KVA sarà di 1,6 metri. Ventilazione Sarà prevista una adeguata ventilazione per mantenere tutti i componenti entro il range temperatura operativa. Sarà previsto la possibilità di alloggiare (all’interno dell’UPS) la completa ridondanza dei ventilatori. Saranno previsti sensori di temperatura che monitoreranno costantemente la temperatura interna dell’ UPS. Se verrà rilevata una temperatura superiore a quella raccomandata dal costruttore dell’UPS, verrà attivato un allarme acustico e visivo presente sul pannello di controllo dell’UPS. Un sensore separato di temperatura ambiente consentirà di adeguare la tensione di ricarica della batteria in funzione della temperatura. L’aria provvederà ad aerare l’apparecchiatura entrando dal fronte ed espellendola dall’alto. Sul retro dell’UPS, per il solo scopo della ventilazione o manutenzione , non è richiesta alcuna distanza dalle pareti. Apparato Sistema UPS Il sistema UPS sarà costituito da un adeguato numero di unità modulo singolo per fronteggiare i requisiti di capacità e ridondanza richiesti. Ogni modulo UPS sarà, come da specifica, costituito da un raddrizzatore, un battery converter, un inverter trifase, un interruttore statico di inverter, un interruttore statico di rete, dispositivi di protezione e accessori vari. Ogni modulo UPS comprenderà anche un interruttore di batteria e una batteria Configurazione il sistema UPS sarà costituto da un singolo modulo o da due o più unità ( sino a un massimo di 6 ) della stessa taglia in KVA. I sistemi essendo più grandi del modulo singolo lavoreranno contemporaneamente in un sistema parallelo distribuendo equamente il carico fra le singole unità connesse in parallelo. Con l’eccezione delle configurazione a modulo singolo, il sistema sarà di tipo ridondante o non ridondante come specificato in altro luogo. A_ sistema non ridondante :Tutti i moduli UPS del sistema potranno alimentare a piena potenza il carico. Se un modulo risulterà difettoso, il carico sarà trasferito automaticamente e senza soluzione di continuità dall’interruttore statico di inverter all’interruttore statico di rete. B- sistema ridondante Il sistema UPS sarà costituito da uno o più moduli che garantiranno l’alimentazione la piena potenza al carico. Il malfunzionamento di uno dei moduli causerà la disconnessione del modulo dal carico critico ed i rimanenti moduli continueranno ad alimentare il carico. Dopo la riparazione il modulo, sarà ricollegato al carico ripristinando così le condizioni di ridondanza. Ogni modulo sarà anche in grado di supportare il carico nelle manutenzioni senza arrecare disturbo alle sbarre di alimentazione del carico. Il livello di ridondanza dei moduli sarà un numero predefinito di moduli che sono richiesti per alimentare il pieno carico. Con un numero di moduli collegati uguale a questo valore, un malfunzionamento di un modulo causerà il trasferimento automatico e senza soluzione di continuità dall’interruttore statico di inverter all’interruttore statico di rete. Protezione del sistema L’UPS sarà costruito con protezioni contro: picchi, abbassamenti,e sovracorrenti della sorgente di alimentazione in CA in ingresso al raddrizzatore, sovratensioni, picchi di tensione dalla alimentazione parallela dei morsetti d’uscita , commutazioni del carico e operazioni sugli interruttori del sistema di distribuzione. L’UPS sarà inoltre protetto contro bruschi cambiamenti di carico e corto circuiti ai terminali di uscita. L’UPS sarà costruito con protezioni contro i propri guasti permanenti e da tutti i tipi di malfunzionamenti del carico collegato. Saranno previsti dispositivi limitatori di corrente ad azione rapida per proteggersi da guasti in cascata dei dispositivi allo stato solido. Malfunzionamenti interni dell’UPS, causeranno lo spegnimento del modulo stesso causandogli il minor danno possibile e fornendo il massimo delle informazioni sulla causa del guasto al personale della manutenzione. In questa condizione comunque il carico verrà trasferito senza soluzione di continuità al by pass di rete. La situazione dei dispositivi di protezione sarà indicata su uno schermo grafico sul fronte dell’unità. componenti standard Raddrizzatore il termine raddrizzatore identificherà componenti allo stato solido e relativi controlli necessari a convertire la CA in ingresso in una tensione in CC regolata per alimentare l’inverter.Il raddrizzatore sarà del tipo controllo DSP ( Digital Signal Processor) e utilizzerà transitori tipo IGBT. A_ distorsione armonica totale di corrente in ingresso: minore del 3% a pieno carico dell’UPS con carico al 100% bilanciato non lineare. B_ correzione del fattore di potenza : il raddrizzatore ha anche la funzione PFC. Il fattore di potenza in ingresso sara maggiore di 0,99 XX. C_ limitazione corrente in ingresso CA La limitazione della massima corrente in ingresso può essere ridotta al 100% con funzionamento da gruppo elettrogeno D_ inserimento lento della alimentazione ( Power Walk-in): il raddrizzatore carica batteria fornirà una caratteristica che limita la richiesta di potenza all’avviamento; la potenza la raddrizzatore incrementerà gradatamente e il tempo di questa partenza soffice può essere tarato da 5 secondi a 30 secondi ( standard sarà di 10 secondi ). E_ protezione inversione sequenza di fase in ingresso del raddrizzatore: prima dell’avviamento del raddrizzatore, se la sequenza delle fasi in ingresso dell’alimentazione in CA sono invertite, il raddrizzatore non si avvierà e comparirà un allarme sul pannello LCD. F_ protezione contro le sovracorrenti in ingresso: per gli UPS da 60 e da 80 KVA ogni fase in corrente alternata CA è protetta con fusile individuale così che il guasto di un semiconduttore non causerà guasti in cascata . Per ottenere lo stesso risultato sugli UPS da 30 e da 40 KVA è stato aggiunto un interruttore in ingresso. Battery converter le batterie possono essere del tipo VRLA, NI-CD stazionarie . Per tutti i tipi di batteria saranno disponibili: ricarica a corrente costante, a tensione costante, carica di mantenimento, (compensazione della carica di mantenimento) e protezione per differenti tipi di batteria ( EOD.) A_ carica : in aggiunta alla potenza necessaria al carico, il battery converter sarà in grado di fornire una corrente necessaria alla ricarica della batteria riportandola al 95 % della capacità entro 10 volte del tempo di scarica. Il residuo della tensione alternata ( ripple ) ( RMS) ai terminali della batteria dovrà essere minore dell’ 1% e il residuo alternato di corrente non dovrà superare il 5% ( C10 Ah) della corrente nominale di scarica. ( il numero di batterie è di 40 monoblocchi, alla tensione nominale per monoblocco di 12 V ). B_ scarica: il battery converter alimenterà alla piena potenza l’inverter quando il raddrizzatore è spento, e in caso di che il raddrizzatore sia in limitazione. Inverter il termine inverter identificherà componenti allo stato solido e relativi controlli necessari a convertire la CC del raddrizzatore o del battery converter in CA per alimentare il carico. L’inverter sarà allo stato solido in grado di alimentare alla piena potenza il carico. L’inverter sarà del tipo progettato a controllo vettoriale e utilizzerà transistors bipolari con gate isolato commutando ad alta frequenza così da limitare la distorsione della tensione in uscita. A_ capacità di sovraccarico : 150% piena potenza in uscita carico resistivo per 1 minuto 125% piena potenza in uscita carico resistivo per 10 minuti. L’UPS dovrà raggiungere la capacità sopra menzionata alle condizioni di 40°C, tensione nominale in ingresso e con la batteria a pieno carico 110% piena potenza in uscita carico resistivo per 1 ora . L’UPS dovrà raggiungere la capacità sopra menzionata con tensione nominale in ingresso e in uscita a 400/415Ve con la batteria a pieno carico. Con 415V in ingresso e in uscita l’UPS fornirà 4 5% in più di potenza , in particolari condizioni B_ frequenza in uscita: l’inverter inseguirà continuamente la frequenza della rete di alimentazione del by pass rimanendo entro dati di targa ( sia a 50 Hz che a 60 Hz ). L’inverter cambierà la sua frequenza di 0,1 Hz al secondo per mantenere il sincronismo con il by pass. Questo consentirà il trasferimento del carico senza soluzione di continuità dall’inverter al by pass. Se la frequenza della rete di alimentazione del by pass va al di fuori dei limiti, l’inverter tornerà su un oscillatore digitale interno che manterrà la frequenza in uscita dall’inverter entro il ±0,05 % della frequenza nominale per i moduli singoli e del 0,25% per moduli in parallelo. C_ bilanciamentro fase-fase : la logica di controllo fornirà una compensazione individuale su ogni fase così da ottenere un bilanciamento di fase del ± 1% in ogni condizione compreso il caso di carichi non lineari sbilanciati del 100% D_ dispositivo di guasto e di isolamento: sarà fornito un dispositivo di guasto per isolare un malfunzionamento dell’inverter dalle sbarre di alimentazione del carico prevenendo disturbi alla tensione di alimentazione al di fuori dei limiti stabiliti. E_ protezione della batteria: l’inverter sarà corredato di un circuito di monitoraggio e controllo di protezione della batteria per guasti dovuti a scariche eccessive. Il fermo dell’inverter sarà comandato quando la batteria avrà raggiunto la tensione di fine scarica ( EOD ): la tensione di fine scarica della batteria (EOD) della batteria sarà calcolata e automaticamente regolata ( incrementata ) per riduzioni del carico così da ottenere un maggior tempo di autonomia della batteria ed evitare danni alla batteria stessa. Commutatore statico quando è richiesta la manutenzione o quando l’inverter non è in grado di mantenere la tensione di alimentazione al carico in caso di sovraccarichi, limitazione di corrente o malfunzionamenti,sarà fornito un circuito di by pass per ogni modulo singolo che diviene parte integrante del sistema UPS. Il modulo circuito di by pass provvederà ad isolare l’inverter fornendo una via alternativa di alimentazione in CA. Le logiche di controllo dell’UPS monitoreranno costantemente la disponibilità dell’interruttore statico di inverter ad eseguire questo trasferimento. l’interruttore statico di inverter di ogni modulo sarà formato da un commutatore statico di trasferimento, operante congiuntamente con il commutatore di uscita inverter. Il commutatore statico identifica dispositivi allo stato solido che operando simultaneamente, possono istantaneamente collegare il carico alla sorgente di alimentazione in CA. A _ trasferimento manuale del carico : sarà possibile eseguire il trasferimento del carico dall’uscita inverter alla sorgente di alimentazione in alternata direttamente dal pannello di controllo. B_ trasferimento automatico del carico: il trasferimento automatico del carico tra l’uscita inverter e la sorgente di alimentazione in CA potrà essere eseguita in caso di sovraccarico, corto circuito per un periodo eccedente la capacità di tenuta dell’inverter o per malfunzionamenti che potrebbero avere effetti sulla tensione in uscita. I trasferimenti dovuti a sovraccarichi produrranno un ritorno sotto inverter solo dopo che il livello del carico è ritornato entro i dati di targa dell’inverter. C protezione contro il ritorno di energia : sarà possibile utilizzando un contattore opzionale ( alimentato dal cliente ) posizionato a monte dell’ingresso del by pass di manutenzione controllare la linea di alimentazione in ingresso al by pass. L’UPS fornirà un contatto normalmente chiuso da utilizzare per isolare la sorgente del by pass. al fine di proteggere l’operatore da ritorni di energia causati da corto circuito sugli SCR del by pass. Quando l’UPS lavora da batteria e non vi è presenza della tensione di alimentazione ( raddrizzatore e by pass ) il contattore non può essere chiuso. Così se gli SCR del by pass sono in corto circuito, l’UPS sarà disconnesso dall’alimentazione del by pass By pass di manutenzione interno in ogni singolo modulo sarà montato un circuito di by pass dimensionato per la piena potenza per fornire una via alternativa al flusso della corrente alternata CA al carico critico quando per manutenzione necessita spegnere completamente l’UPS.Sarà fornito un by pass di manutenzione; sarà attivato quando l’interruttore del by pass di manutenzione e stato chiuso dopo che l’inverter è stato fermato. Interfaccia di macchina (MMI) A_ pannello di visualizzazione e controllo UPS: ogni modulo UPS sarà equipaggiato con un pannello a LCD 320 x 240 punti grafici ( dimensioni meccaniche [ L x H ]= 160x 109 mm ) Questi sarà in grado automaticamente di fornire le informazioni relative allo stato di funzionamento dell’UPS e visualizzare le misure. Il visualizzatore sarà dotato di un menu guida che consentirà di navigare agevolmente attraverso lo schermo operatore B_ valori misurati : Un MCU o DSP controllerà le funzioni visualizzate dal sistema di monitoraggio. Saranno visualizzate simultaneamente i parametri relativi alle tre fasi. I parametri di tensione e corrente. Saranno misurati attraverso il sistema di misura RMS con un livello di precisione del ±1% tipico di una forma d’onda non sinusoidale dei computer o di altri carichi critici sensibili Saranno visualizzati i seguenti parametri: rete in ingresso - rete in ingresso trifase tensione fase neutro - rete in ingresso trifase tensione fase fase - corrente rete di ingresso trifase - frequenza di rete in ingresso - fattore di potenza in ingresso trifase by pass - tensione ingresso del by pass fase - neutro - tensione in ingresso del by pass fase fase - frequenza in ingresso del by pass uscita UPS - tensione in uscita dall’UPS ogni fase - corrente in uscita dall’UPS ogni fase - tensione di uscita dell’UPS fase fase - fattore di potenza di ogni fase - frequenza in uscita dall’UPS carico - carico su ogni fase ( % del carico totale ) - potenza attiva, reattiva e apparente di ogni singola fase in uscita - fattore di cresta del carico batteria - tensione alle sbarre della batteria - corrente di batteria - adeguamento del back up della batteria ( tempo residuo ) - temperatura della batteria ( in gradi centigradi ) - capacità della batteria (in Ah ) carico in parallelo - potenza apparente di ogni singola fase ( per sistemi funzionanti in parallelo) - potenza attiva di ogni singola fase ( per sistemi funzionanti in parallelo) - potenza reattiva di ogni singola fase ( per sistemi funzionanti in parallelo) C_ mimico flusso di alimentazione Ogni UPS sarà corredato di un mimico per indicare il flusso della alimentazione al carico critico e da una indicazione sulla disponibilità del raddrizzatore/carica batteria, batteria, by pass automatico, inverter e carico. Il mimico fornirà una semplice e veloce indicazione del livello del carico comprese le condizioni di sovraccarico ( visualizzato sul pannello LCD ). D_ informazioni di allarme e di stato : le condizioni di allarme e di stato saranno riportate sul modulo singolo o sul modulo in parallelo o su entrambi. Le condizioni di allarme e di stato che saranno visualizzate sono qui di seguito elencate. Ogni allarme sarà visualizzato sul display in formato testo accompagnato da un allarme acustico che suonerà ad ogni allarme visualizzato ( vedere la seguente tabella ) E. ON/OFF INVERTER: ogni UPS sarà fornito con un interruttore On/Off inverter il quale trasferirà il carico dai moduli UPS all’alimentazione del by pass, se diponibile. La commutazione On/off inverter sarà protetta da un menu di conferma della protezione se non è disponibile la rete del by pass. Porte di comunicazione l’UPS avrà la possibilità di montare 3 intellislot e operare simultaneamente con 3 schede in opzione. Vedere la sezione 2.4 per una maggiore informazione sui requisiti di queste opzioni. Software compatibili l’UPS avrà la disponibilità di un software per monitorare, e controllare gli eventi da parte del gestore. Le soluzioni disponibili saranno : - visualizzazione dello stato operativo di base dell’UPS con fermo automatico del sistema operativo dei computers in caso di mancanza prolungata della alimentazione. - Riduzione dei costi, centralizzando gli eventi dell’UPS, dell’ambiente e del sistema di alimentazione utilizzando una rete esistente all’interno della struttura opzioni Sistemi di comunicazione opzionali A_ scheda interfaccia di rete SNMP/HTTP: l’UPS. avrà in opzione una scheda interfaccia di rete da assemblare all’interno che consentirà in tempo reale di avere le informazioni attraverso una rete base T ethernet da e per l’utilizzatore. La scheda interfaccia di rete supporterà SNMP v1, v2c e sarà compatibile con MIB II per integrazione all’interno di un sistema di monitoraggio o una NMS ( Network Management System ). La scheda di supporto SNMP intercetta sino a 20 destinazioni e supporta definizioni LGP e RFC1628 MIB .Le informazioni sull’UPS saranno anche disponibili attraverso la rete su una pagina HTTP con un web browser. La scheda di supporto potrà lavorare sia in DHCP e BootP, in entrambi i casi l’installazione avviene con il sitema plug-and-play.La scheda è anche configurabile attraverso la rete utilizzando la pagina web HTTP, sessione telnet o una interfaccia seriale. Le proprietà di configurazione comprendono la scelta dei dispositivi, specifica dei servizi e dei controlli disponibili e non disponibili. La scheda fornisce configurazioni e controlli di sicurezza attraverso l’utilizzo del nome dell’operatore e della password. Il sistema operativo della scheda può anche essere aggiornato successivamente così da incrementare le funzioni della scheda stessa. B_ scheda interfaccia RS-485 : l’UPS avrà in opzione, montata all’interno una scheda interfaccia RS-485 che fornirà in tempo reale le informazioni di stato attraverso connessioni RS-485 su 2 o 4 fili. La scheda RS-485 supporterà anche il sistema ModBus RTU e Jbus. C Scheda rele : l’UPS avrà, in opzione, montata al suo interno la scheda relè che in tempo reale fornirà le seguenti condizioni dell’UPS: - ups on / ups guasto - ups su batteria - ups su by pass - batteria bassa Attraverso contatti in chiusura ( contatti relè a 24V, 1°) la scheda consentirà di interfacciarsi con un sistema AS400 o inviare gli allarmi su un pannello sinottico remoto Avviamento da batteria sarà possibile avviare e far lavorare il gruppo di continuità direttamente dalla batteria anche senza la presenza della rete di alimentazione . Questa funzione sarà disponibile anche con UPS collegati in parallelo ( sino a sei unita). ( parallelo ridondante o di potenza). Sensore di temperatura batteria esterno per assicurare la compensazione della tensione di ricarica della batteria per proteggerne la vita, necessita un sensore di temperatura nell’armadio batteria al fine di monitorarne la temperatura il cui innalzamento causa perdita di potenza della rete di alimentazione e della resistenza interna . Questo dispositivo è costituito da una sonda per la batteria e una sonda per il trasporto. Arresto di emergenza dell’UPS Nella posizione indicata negli elaborati grafici di progetto sarà installato un pulsante di emergenza in cassetta con vetro a rompere. L’azionamento del pulsante, ad esempio in caso di incendio, interdirà l’intervento dell’UPS e non ne permetterà l’entrata in servizio, evitando di avere parti di impianto in tensione non appartenenti all’impianto di illuminazione di sicurezza. Uscita a relè per gestione allarmi La macchina (per qualsiasi taglia di potenza) dovrà essere equipaggiata di apposito modulo di uscita a relè per contatti puliti in scambio per gestione a distanza di: - allarme guasto; - batterie basse - UPS in isola (uscita alimentata da batterie). Rifasatori automatici Armadio L’armadio del rifasatore automatico sarà realizzato in robusta lamiera d'acciaio, protetta contro la corrosione mediante trattamento di fosfatazione e successiva verniciatura a polveri RAL 7032 (altre a richiesta). Munito di sportelli con chiusura a chiave o attrezzo equivalente, con struttura portante in lamiera 20/10. La protezione contro i contatti diretti verrà assicurata da un grado di protezione meccanico esterno pari a IP 40 o IP 54, a seconda delle caratteristiche indicate negli elaborati progettuali. Tutte le superfici metalliche saranno opportunamente isolate dalle parti in tensione; con prova verso massa effettuata a 2500 V per 60" (come da normative CEI EN 60439-1 / 17-13-1) garantisce gli isolamenti del quadro. Alimentazione e cablaggio Tutti i quadri saranno dotati di sezionatore tripolare sottocarico con bloccoporta con ingresso cavi dal basso o dall’alto. I cavi di collegamento interno saranno antifiamma del tipo N07VK o N07G9-K e con sezione minima pari a 1.5 mmq. Sui capicorda non preisolati il punto di connessione dovrà essere ricoperto con una guaina termorestringente a lunga durata. I circuiti ausiliari presenteranno la numerazione a caldo sul cavo stesso come da schemi elettrici costruttivi che dovranno essere forniti. Il circuito ausiliario dei rifasatori (230 Vac) dovrà essere alimentato tramite trasformatore monofase, presente nelle varie tipologie. Modularità Per i rifasatori automatici costruiti in armadio, le batterie verranno collocate su cassetti estraibili tipo rack. Quando previsto, ciascun armadio può essere ampliato fino al massimo della potenza, con la semplice aggiunta di nuovi rack. Ulteriori incrementi di potenza rifasante, potranno essere ottenuti predisponendo una unità principale per il comando di una futura unità satellite, meccanicamente separata dalla prima. Contattori tripolari Ogni batteria sarà controllata da un contattore tripolare dimensionato in modo ottimale per offrire una elevata affidabilità. La limitazione dei picchi di corrente determinati dall'inserzione delle batterie capacitive, sarà ottenuta tramite l'impiego di induttanze in aria di idoneo valore induttivo oppure tramite resistenze di precarica. Le bobine saranno a 240 V - 50 Hz. Fusibili Il sistema di protezione sia dei circuiti di potenza (fusibili taglia NH00 curva gG) che di quelli ausiliari (portafusibili sezionabili e fusibili di taglia 10.3x38) prevederà l'impiego di fusibili ad alto potere di interruzione (100 kA) su tutti le tipologie che verranno scelte. In particolare, ogni batteria capacitiva sarà protetta da una terna di fusibili opportunamente dimensionata. Tenuta al corto circuito Sui rifasatori automatici, le barre di collegamento per l'alimentazione serie dei rack saranno in rame elettrolitico a spigoli arrotondati e non isolate. La tenuta al corto circuito, del sistema di barratura adottato, sarà pari a 50 kA 0.5 secondi (termica) e pari a 105 kA (versione rinforzata). Condensatori I condensatori saranno costruiti secondo i più recenti standard normativi CEI EN 60831-1 60831-2 (IEC 831-1 831-2); dotati di dispositivo antiscoppio e resistenza di scarica, e la loro conformità alle norme sarà attestata dalle omologazioni IMQ. Saranno impregnati in olio biodegradabile oppure con resina (DRY type). L'intervallo dei valori di temperatura entro i quali i condensatori possono lavorare in modo ottimale è il seguente: temperatura minima: - 25 °C temperatura massima: + 50 °C (massimo giornaliero) temperatura media: + 40 °C (media giornaliera) temperatura media: + 30 °C (media complessiva annuale) (normative CEI EN 60831-1). Regolatore della potenza reattiva Dovrà operare misurando la reale potenza reattiva e potrà comandare più batterie di condensatori in base al modello utilizzato; su tutti i regolatori saranno presenti i led di indicazione carico (IND/CAP), il selettore di funzionamento Automatico/Manuale, e i controlli per la regolazione della sensibilità (C/K) e del cosfi medio voluto. In caso di mancanza tensione, il regolatore ritorna sullo zero al fine di evitare pericolose reinserzioni in blocco delle batterie di rifasamento. I modelli a microprocessore saranno equipaggiati con display visualizzatore della tensione di rete, corrente al secondario del T.A., temperatura interna al quadro, fattore di potenza; forniranno la segnalazione di allarme per basso cosfi e mancato rifasamento. Segnalazioni e comandi Sul fronte di ogni quadro sarà posizionato il regolatore elettronico, una segnalazione luminosa indicante quadro sotto tensione, le segnalazioni luminose per l'indicazione delle batterie inserite, i deviatori a tre posizioni, automatico-zero-manuale (AUT-0-MAN). Protezione antiarmoniche Tutti i quadri modello saranno dotati di una scheda di protezione in grado di controllare, con continuità, la corrente assorbita dai gruppi di rifasamento. Al superamento della soglia di taratura si ha l'attivazione di un segnale di allarme ed il distacco del quadro dalla rete. Protezione per sovraccarico Verrà realizzata tramite una scheda elettronica, in grado di controllare istante per istante la corrente assorbita dai gruppi di rifasamento. Al superamento della soglia di taratura si ha l'attivazione di un segnale di allarme e il distacco del quadro dalla rete. La reinserzione si ottiene manualmente. L’Impresa, prima dell’acquisto e dell’installazione dei gruppi di rifasamento automatici previsti, dovrà verificare le reali necessità in termini di potenza reattiva da installare, che sarà fortemente condizionata dalle caratteristiche elettriche degli apparecchi utilizzatori che verranno installati (in modo particolare per quanto riguarda le pompe di calore del residence, i gruppi frigoriferi dell’hotel, ecc.). Dopo tale verifica verrà scelto, in accordo con la D.L., la potenza reattiva di tali gruppi, tenendo conto degli sviluppi futuri di potenza. Strumenti di misura multifunzione da quadro Generalità I quadri elettrici dell’edificio saranno equipaggiati di opportuni strumenti multifunzione in grado di misurare le grandezze elettriche di rete come corrente, tensione, potenza, energia, fattore di potenza, armoniche, ecc. e inoltre, per alcuni di essi (multifunzione installati sul quadro generale di bassa tensione QGBT), capaci di comandare, tramite contatto pulito, un allarme in caso di superamento di valori di grandezze elettriche misurate (fattore di potenza, potenza, ecc.). Gli strumenti (alcuni dovranno essere solo predisposti) inoltre dovranno essere collegati tra loro e all’impianto di supervisione generale di edificio tramite linea bus con protocollo MODBUS RTU in modo da poter visualizzare le misure anche dal PC di supervisione. Le apparecchiature previste sono tipo IME serie Nemo. Multifunzione da fronte quadro collegato al BMS Misuratore di grandezze elettriche tipo IME serie NEMO96 HD adatto per rete bassa tensione su TA dedicati Linea monofase e trifase 3 e 4 fili con corrente d'ingresso da TA /5 A /1 A rapporti programmabili e tensione d'ingresso diretta 80/690V HD+(fase-fase) o da TV. Avente le seguenti caratteristiche: programmabile Misure effettuate monofase trifase 3 fili trifase 4 fili : Punti di lettura 10.000 4 cifre con altezza 12mm Programmazione protetta da codice di abilitazione Visualizza :tensione di fase ,tensione di fase min e max ,THD tensione di fase, tensione concatenata, tensione concatenata min e max , THD tensione concatenata ,corrente di fase ,corrente media di fase , picco corrente media di fase , THD corrente di fase, corrente di neutro e somma correnti corrente di fase min e max , potenza attiva, reattiva, apparente ,potenza attiva, reattiva, apparente di fase , potenza media attiva, reattiva, apparente , picco potenza media attiva, reattiva, apparente , fattore di potenza , fattore di potenza di fase , frequenza , contaore, energia attiva positiva in classe 0,5s (EN62053-22) e negativa, energia reattiva positiva classe 2 (EN62053-23) e negativa, energia attiva parziale, energia reattiva parziale isolamento 6kv impulso 1,2/50us tra tutti gli ingressi e alimentazione 4KV verso massa 50 Hz. Dimensioni frontali 96x96 foratura 92x92 profondità 61 mm , con moduli massima 81mm Grado di protezione frontale IP 54 morsetti IP 20 PROVE DI COMPATIBILITA' ELETTROMAGNETICA Prova di emissione in accordo con EN 62052-11 Prove di immunità in accordo con EN 62052-11 CARATTERISTICHE OPZIONALI CON I MODULI PLUG-IN Nemo MD Funzione inseribili con apposito modulo sul posteriore : 1)Comunicazione :collegamento RS485 con protocollo JBUS/MODBUS 1 2)Comunicazione :collegamento RS485 con protocollo Profibus 3)Comunicazione :collegamento RS485 con protocollo Lonworks 4)Comunicazione :collegamento RS485 con protocollo Bacnet 5)Comunicazione :collegamento RS485 con protocollo Mbus 6)collegamento RS232 con protocollo JBUS/MODBUS 1 7)Uscite ad impulsi 2 optorelè con contatto SPST-NO libero da potenziale 8)Uscite analogiche 2 uscite 0,20 e/o 4,20mA 9)Allarmi 2 uscite a relè con contatto SPST libero da potenziale 10)I/O 2 ingressi SPST - 2 uscite 11)/O 2 ingressi SPST 12-24Vcc - 2 uscite 12 )Modulo di memoria che consente la memorizzazione di più parametri dello strumento. Multifunzione da guida DIN collegato a BMS Misuratore di grandezze elettriche tipo IME serie NEMO D4-L o equivalente (4 moduli) misuratore di grandezze elettriche per linee monofase o trifase 3 o 4 fili carico squilibrato o equilibrato in vero valore efficace. Visualizza tramite display retroilluminato: Conteggio energia attiva: classe 2 (EN62053-21), tensione di fase e concatenata, corrente di fase e neutro, frequenza, potenza attiva, reattiva, apparente, potenza media, Tempo di media: selezionabile 5/8/10/15/20/30/60 minuti, valore massimo della potenza media (azzerabile), fattore di potenza, contaore e minuti di lavoro (azzerabile). Rilevazione sequenza fasi con segnalazione inserzione errata. ingresso diretto fino a 450V (fase-fase), fino 260V (fase-neutro) e TA/1A-5° ( portate programmabili). Opzione: impulsi energia optorelè con contatto SPST-NO libero da potenziale Portata contatti: 110Vcc/ca - 50Ma Peso impulsi: selezionabile 1 imp/10Wh - 100Wh 1kWh - 10kWh - 100kWh Durata impulso: selezionabile 50 - 100 - 200 - 300ms Opzione: comunicazione RS485 Isolata galvanicamente da ingresso e ausiliaria Dati trasferiti: tutte le misure effettuate Standard: RS485 - 3 fili Trasmissione: asincrona seriale dimensioni 4 moduli su custodia normalizzata DIN. PROVE DI COMPATIBILITA' ELETTROMAGNETICA Prova di emissione in accordo con EN 61000-6-3 Prove di immunità in accordo con EN 61000-6-2 adatto ad utilizzo in climi tropicali. Rivelazione e segnalazione incendi Premessa Il sistema di rivelazione d'incendio, di segnalazione manuale e di allarme è costituito dai seguenti componenti e parti: una centrale di rivelazione incendi; loop di rivelazione, distribuiti, ai quali allacciare i rivelatori ed i dispositivi di segnalazione, e da una rete di interconnessione, come indicata nello schema dell’impianto; rivelatori puntiformi di fumo e dispositivi ottici ripetitori (per i rivelatori nascosti); da pulsanti di allarme incendio, dislocati come da elaborati grafici, direttamente allacciati al loop, di tipo indirizzato; da targhe ottico-acustiche di allarme, che si attivano in caso di rivelazione di incendio. La progettazione ed il dimensionamento del sistema sono eseguiti con riferimento alla vigente norma UNI 9795 "Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione manuale d'incendio". La norma UNI 9795 stabilisce i criteri per la realizzazione di detti impianti, i requisiti funzionali dei componenti, i criteri di dimensionamento e di installazione. Nel seguito vengono descritti i criteri per la scelta, l'ubicazione, le modalità di posa ed installazione dei rivelatori, dei pulsanti manuali, dei segnalatori di allarme, della centrale di controllo e segnalazione e delle relative reti. Finalità Il sistema di rivelazione automatica ha la funzione di rivelare automaticamente un principio d’incendio e segnalarlo nel minore tempo possibile. Il sistema di rivelazione manuale permette la segnalazione nel caso l’incendio sia rivelato dalle persone. In entrambe i casi lo scopo è di: segnalare prontamente l'inizio di un incendio in ambienti presidiati o non presidiati; avviare un tempestivo sfollamento delle persone, e lo sgombero dei beni; attivare i piani di intervento dei soccorritori, rendendo di conseguenza più rapida ed efficace la loro opera; attivare i sistemi di protezione contro l'incendio ed eventuali altre misure di sicurezza. L'impianto deve evitare di generare il panico nelle persone presenti ed i falsi allarmi. Termini e definizioni Alimentazione Sorgenti di alimentazione per la centrale di controllo e segnalazione e le apparecchiature da essa alimentate. Essa comprende 2 fonti di alimentazione (elettricità da rete e da batteria tampone). Altezza di un locale Distanza tra il pavimento ed il punto più alto dell’intradosso del soffitto o della copertura, quando questa costituisce il soffitto. Area Una o più zone protette dal sistema. Area specifica sorvegliata Superficie a pavimento sorvegliata da un rivelatore automatico d’incendio determinata utilizzando il raggio di copertura del rivelatore. Centrale di controllo e di segnalazione: Dispositivo attraverso il quale il rivelatore può essere alimentato e che: è utilizzato per ricevere il segnale dei rivelatori, per indicare l'allarme in modo visibile e udibile, per indicare la zona in pericolo; se richiesto, può trasferire il segnale ad un organismo esterno o azionare un dispositivo di protezione antincendio; è utilizzato per sorvegliare il corretto funzionamento del sistema e dare una segnalazione ottica ed acustica di guasto, corto circuito, interruzione della linea e guasti del sistema di alimentazione. Compartimento Parte di edificio delimitata da elementi costruttivi di resistenza al fuoco predeterminata e organizzata per rispondere alle esigenze della prevenzione incendi. Dispositivo di allarme di incendio Apparecchio acustico e/o visivo, non contenuto nella centrale di controllo e di segnalazione, utilizzato per dare un allarme di incendio (per esempio: sirena o indicatore visivo). Interconnessioni Tutti gli elementi che formano i collegamenti tra le apparecchiature sopra definite ed eventuali apparecchiature accessorie. Normalmente sono costituite da una rete di linee elettriche. Punto Componente connesso al circuito di rivelazione, in grado di trasmettere o ricevere informazioni relative alla rivelazione d’incendio. Punto manuale di segnalazione: Apparecchio che dà luogo manualmente ad allarme (pulsante). Raggio di copertura Distanza massima in aria libera senza ostacoli che può esserci fra un qualsiasi punto del locale, soffitto e/o sovrastruttura sorvegliato e il rivelatore più vicino. Nel caso di soffitti inclinati tale distanza viene riferita al piano orizzontale. Rivelatore automatico d'incendio: Parte di un sistema di rivelazione automatica d'incendio che in continuazione o a frequenti intervalli controlla i fenomeni fisici e/o chimici idonei a rivelare l'incendio nell'area sorvegliata. Sorveglianza di ambiente Sorveglianza estesa a un intero locale o ambiente. Sorveglianza di oggetto Sorveglianza limitata ad un macchinario, impianto o oggetto. Zona Suddivisione geografica dei locali o degli ambienti sorvegliati, in cui sono installati uno o più punti e per la quale è prevista una propria segnalazione. Normative di riferimento UNI 9795 Sistemi fissi automatici di rivelazioni e di segnalazione manuale d’incendio UNI EN 54 Componenti dei sistemi di rivelazione automatica d’incendio CEI 20-36 Prova di resistenza al fuoco dei cavi elettrici. Cavi resistenti al fuoco CEI 64-8 Impianti elettrici utilizzatori a tensione normale non superiore a 1000 V in corrente continua e a 1500 V in corrente alternata CEI 79-2 Impianti antieffrazione, antintrusione, antifurto e antiaggressione CEI EN 50200 Metodo di prova di piccoli cavi non protetti per l’uso in circuiti di emergenza Componenti del sistema La rivelazione dell’incendio è attivata mediante il controllo dei valori di grandezze caratteristiche quali fumo o calore; al superamento di un valore predeterminato di soglia si origina la segnalazione di allarme d’incendio. Il sistema fisso automatico di rivelazione di incendio previsto comprende i seguenti componenti: a) i rivelatori automatici di incendio; b) la centrale di controllo e segnalazione; c) i dispositivi di allarme incendio; d) i punti di segnalazione manuale; e) i dispositivi di trasmissione dell’allarme incendio; f) la stazione di ricevimento dell’allarme incendio; g) le interconnessioni; h) le apparecchiature di alimentazione. Estensione della sorveglianza Le aree sorvegliate sono individuate in sede di redazione del progetto esecutivo. All’interno delle aree sorvegliate, interamente sotto il controllo dell’impianto di rivelazione, sono direttamente sorvegliate dai rivelatori anche le seguenti parti: - i locali tecnici di elevatori, ascensori e montacarichi; - i vani corsa di elevatori, ascensori e montacarichi; - i cortili interni coperti; - i cunicoli, i cavedi, i canali e le passerelle per cavi elettrici; - i condotti di condizionamento dell’aria; - i condotti di aerazione e ventilazione; - gli spazi nascosti sopra i controsoffitti; - gli spazi nascosti sotto i pavimenti sopraelevati. Non essendo contenute sostanze infiammabili, rifiuti, materiali combustibili e cavi (ad eccezione di quelli strettamente necessari per l’utilizzazione dei locali), i seguenti spazi/parti non sono direttamente sorvegliati: - piccoli locali destinati a servizi igienici; - condotti e cunicoli di sezione minore di 1 mq, in quanto correttamente protetti dall’incendio ed opportunamente compartimentati; - banchine di carico scoperte (senza tetto); - gli spazi nascosti sopra i controsoffitti e sotto i pavimenti sopraelevati in quanto soddisfano tutte le seguenti condizioni - hanno altezza minore di 800 mm - hanno superficie non maggiore di 100 mq - hanno superfici lineari non maggiori di 25 m - sono totalmente rivestiti all’interno con materiale di classe A1 e A1FL secondo norma UNI EN 13501-1; - non contengono cavi che hanno a che fare con sistemi di emergenza oppure contengono cavi, che hanno a che fare con sistemi di emergenza, aventi resistenza al fuoco almeno 30 minuti secondo la CEI EN 500200; - i vani scale compartimentati; - i vani corsa di elevatori, ascensori e montacarichi facenti parte di compartimenti sorvegliati dal sistema. Suddivisione dell’area in zone Le aree sorvegliate saranno suddivise in zone, secondo quanto di seguito specificato, in modo che, quando un rivelatore interviene, sia possibile individuarne facilmente la zona di appartenenza. Ogni zona è delimitata, in modo che sia possibile localizzare rapidamente e senza incertezze il focolaio d’incendio. Ogni zona comprende al massimo un piano del fabbricato; fanno eccezione i vani scala, i vani ascensori e montacarichi. Ogni zona ha una superficie a pavimento sorvegliata non superiore a 1600 mq. Le zone in cui le aree vengono suddivise sono definite in sede di redazione del progetto esecutivo. Ogni zona può comprendere più locali, ma nell’insieme soddisfano le seguenti condizioni: - i locali sono contigui, il loro numero non è maggiore di 20, la loro superficie complessiva non è maggiore di 1000 mq e in prossimità degli accessi sono installati segnalatori ottici di allarme chiaramente visibili, che consentono l’immediata individuazione del locale dal quale proviene l’allarme; - i locali sono contigui, il loro numero non è maggiore di 10, la loro superficie complessiva non è maggiore di 600 mq e gli accessi danno sul medesimo disimpegno. I rivelatori previsti negli spazi nascosti (sopra controsoffitti), nei cunicoli, nei canali per cavi elettrici, nelle condotte di condizionamento dell’aria, nelle condotte di aerazione e ventilazione, ecc., appartengono a zone distinte. Per questi rivelatori e comunque per tutti i rivelatori non direttamente visibili, inoltre, è possibile individuare in modo semplice e senza incertezze il punto in cui i rivelatori sono intervenuti in quanto è prevista localmente una segnalazione luminosa visibile. Per le linee di rivelazione che servono più zone o che connettono più di 32 rivelatori è prevista la configurazione ad anello chiuso ed inoltre ogni linea viene dotata di opportuni dispositivi di isolamento, in grado di assicurare che un corto circuito o una interruzione della linea medesima non impedisca la segnalazione di allarme incendio per più di una zona. Alle linee dei rivelatori sono collegati anche i pulsanti manuali in quanto i rispettivi segnali sono univocamente identificabili alla centrale di controllo e segnalazione. Inoltre, i guasti o le esclusioni dei rivelatori automatici non compromettono il funzionamento dei pulsanti manuali. Criteri di scelta dei rivelatori I rivelatori previsti sono conformi alla UNI EN 54. Nella scelta dei rivelatori sono stati presi in considerazione i seguenti elementi di base: - le condizioni ambientali (moti dell’aria, umidità, temperatura, vibrazioni, presenza di sostanze corrosive, presenza di sostanze infiammabili che possono determinare rischi di esplosione, ecc.) e la natura dell'incendio nella sua fase iniziale, mettendole in relazione con le caratteristiche di funzionamento dei rivelatori, dichiarate dal fabbricante e attestate dalle prove; - la configurazione geometrica dell'ambiente in cui i rivelatori operano, tenendo presente i limiti specificati nella norma di riferimento; - le funzioni particolari richieste al sistema (per esempio: azionamento di una installazione di estinzione d’incendio, esodo di persone, ecc.). Generalità sui criteri di installazione dei rivelatori I rivelatori devono essere installati in modo che possano individuare ogni tipo d'incendio prevedibile nell'area sorvegliata, fin dal suo stadio iniziale e in modo da evitare falsi allarmi. La determinazione del numero di rivelatori necessari e della loro posizione è stata effettuata in funzione di quanto segue: - tipo di rivelatori; - superficie e altezza del locale; - forma del soffitto o della copertura quando questa costituisce il soffitto; - condizioni di aerazione e di ventilazione naturale o meccanica del locale. In ciascun locale facente parte dell'area sorvegliata, con le sole eccezioni specificate nel seguito, deve essere installato almeno un rivelatore. Ai fini del presente documento, sono considerate come locali anche le seguenti parti: - locali tecnici di elevatori, ascensori e montacarichi, condotti di trasporto e comunicazione, nonché vani corsa degli elevatori, ascensori e montacarichi; - cortili interni coperti; - cunicoli, cavedii e passerelle per cavi elettrici; - condotti di condizionamento dell’aria, condotti di aerazione e di ventilazione; - spazi nascosti sopra i controsoffitti e sotto i pavimenti sopraelevati. Le eccezioni sopra dette, nelle quali non sono previsti rivelatori, sono le seguenti, in quanto non contengono sostanze infiammabili, rifiuti, materiali combustibili e cavi elettrici, ad eccezione, per questi ultimi, di quelli strettamente indispensabili all’utilizzazione delle parti medesime che costituiscono eccezione: - piccoli locali utilizzati per servizi igienici, che non sono utilizzati per il deposito di materiali combustibili o rifiuti; - condotti e cunicoli con sezione minore di 1 mq, in quanto correttamente protetti contro l’incendio e opportunamente compartimentati; - banchine di carico scoperte (senza tetto); - spazi nascosti, compresi quelli sopra i controsoffitti e sotto i pavimenti sopraelevati, che: - hanno altezza minore di 800 mm e superficie non maggiore di 100 mq e dimensioni lineari non maggiori di 25 m e sono totalmente rivestiti all’interno con materiale di classe A1 e A1FL secondo la UNI EN 13501-1 - non contengono cavi aventi a che fare con sistemi di emergenza che non siano resistenti al fuoco per almeno 30 min secondo la CEI EN 50200; - vani scale compartimentati; - vani corsa di elevatori, ascensori e montacarichi che fanno parte di un compartimento sorvegliato dal sistema di rivelazione. Criteri di installazione dei rivelatori puntiformi di fumo I rivelatori puntiformi di fumo devono essere conformi alla UNI EN 54-7. Il soffitto ha inclinazione non maggiore di 20°, pertanto il numero di rivelatori è stato determinato considerando un raggio di copertura R = 6,5 m, con altezze dei locali h <= 12 m. Il criterio di corretta installazione per locali aventi lati di dimensioni tra loro simili è riportato nella Figura 1, mentre per locali aventi dimensioni tra loro diverse è riportato nella Figura 2. 1 – Area protetta da ciascun rivelatore 2 – Locale protetto 3 – Rivelatore R = raggio di copertura Figura 1 - Corretta installazione di rivelatori in locali aventi lati tra loro simili. 1 – Area protetta da ciascun rivelatore 2 – Locale protetto 3 – Rivelatore R = raggio di copertura Figura 2 - Corretta installazione di rivelatori in locali aventi lati tra loro diversi. La distanza tra i rivelatori e le pareti del locale sorvegliato non deve essere minore di 0,5 m, a meno che siano installati in corridoi, cunicoli, condotti tecnici o comunque ambienti a venti larghezza minore di 1 m. Parimenti devono esserci almeno 0,5 m tra i rivelatori e la superficie laterale di correnti o travi, posti al di sotto del soffitto, oppure di elementi sospesi (per esempio: condotti di ventilazione, cortine, ecc.), se lo spazio compreso tra il soffitto e tali strutture o elementi è minore di 15 cm. L’altezza massima di montaggio dei rivelatori rispetto al pavimento deve essere<= 12 m. Nessuna parte di macchinario e/o impianto e l’eventuale materiale in deposito deve trovarsi a meno di 0,5 m a fianco e al di sotto di ogni rivelatore. I rivelatori, ad eccezione di quelli posti a sorveglianza di oggetto, non devono essere installati dove possono venire investiti direttamente dal flusso d’aria immesso dagli impianti di condizionamento, aerazione e ventilazione. I rivelatori destinati ad essere installati dove la temperatura ambiente, per cause naturali o legate all’attività esercitata, può essere maggiore di 50 °C, devono essere del tipo atto a funzionare in tali condizioni. Di conseguenza, in fase di installazione, occorre non trascurare la possibilità di irraggiamento solare e la presenza di eventuali macchinari che sono, o possono essere, fonti di irraggiamento termico, d’aria calda, di vapore, ecc. Nei locali dove si possono avere forti correnti d’aria, è possibile che turbini di polvere investano i rivelatori causando falsi allarmi. Per ridurre tale pericolo si devono installare apposite protezioni per i rivelatori (per esempio schermi), a meno che i rivelatori siano adatti a funzionare in tali condizioni. Nei locali in cui il fumo può in certe condizioni stratificarsi a distanza dall’intradosso del soffitto (o copertura) i rivelatori devono essere posti alternati su 2 livelli: metà a soffitto (o copertura) e metà ad almeno 1 m al di sotto del soffitto (o della copertura). Il raggio di copertura di ciascun rivelatore rimane comunque conforme a quanto sopra riportato. Ubicazione della centrale di controllo e segnalazione La centrale di controllo e segnalazione è ubicata al piano primo entro il locale CED lato destro. La centrale è ubicata in un luogo permanentemente e facilmente accessibile, protetto, per quanto possibile, dal pericolo di incendio diretto, da danneggiamenti meccanici e manomissioni, esente da atmosfera corrosiva, tale da consentire il continuo controllo in loco della centrale da parte del personale di sorveglianza. Il locale scelto come ubicazione ha le seguenti caratteristiche: è sorvegliato da rivelatori automatici di incendio; è dotato di illuminazione di emergenza ad intervento immediato ed automatico in caso di assenza di energia elettrica di rete; le condizioni ambientali sono compatibili con le caratteristiche costruttive della centrale. Caratteristiche della centrale di controllo e segnalazione La centrale di controllo e segnalazione deve essere conforme alla UNI EN 54-2. Ad essa fanno capo sia i rivelatori automatici sia i punti di segnalazione manuale. La centrale è compatibile con il tipo di rivelatori installati ed in grado di espletare le funzioni supplementari ad essa richieste, come la trasmissione di allarmi a distanza. Nella centrale devono essere individuabili i segnali provenienti da punti di segnalazione manuale separatamente da quelli provenienti da i rivelatori automatici. La centrale sarà installata in modo tale che tutte le apparecchiature componenti saranno facilmente accessibili per le operazioni di manutenzione e sostituzione. Tutte le operazioni di manutenzione e sostituzione dovranno poter essere eseguite in loco. A fianco della centrale di controllo saranno presenti: la planimetria dell’area di rischio con indicazione dei settori dai quali può provenire l'allarme; accessi ai locali ed ubicazione dei mezzi di intervento; istruzioni da seguire in caso di allarme; descrizione e caratteristiche di funzionamento ed operazioni di manutenzione; registro di controllo con annotate prove di verifica eseguite; interventi di manutenzione; allarmi ricevuti e loro natura e causa. Dispositivi di allarme acustici e luminosi Gli avvisatori di allarme si distinguono in: a) dispositivi di allarme di incendio e di guasto, acustici e luminosi, della centrale di controllo e segnalazione percepibile nelle immediate vicinanze della centrale stessa; b) dispositivi di allarme di incendio acustici e luminosi distribuiti, all’interno e/o all’esterno dell’area sorvegliata. I dispositivi acustici che fanno parte della centrale di controllo e segnalazione devono essere conformi alla UNI EN 54-2 I dispositivi acustici distribuiti devono essere conformi alla UNI EN 54-3. Le segnalazioni acustiche e luminose dei dispositivi di allarme di incendio devono essere chiaramente riconoscibili come tali e non confuse con altre: - il livello acustico percepibile deve essere maggiore di 5 dB (A) al di sopra del rumore ambientale; - la percezione acustica da parte degli occupanti dei locali deve essere compresa fra 65 dB(A) e 120 dB(A); - negli ambienti dove è previsto che gli occupanti dormano, la percezione alla testata del letto deve essere di 75 dB(A). Alimentazioni Il sistema di rivelazione sarà dotato di almeno 2 fonti di energia elettrica, primaria e di riserva, ciascuna delle quali in grado di assicurare da sola il corretto funzionamento dell’intero sistema, in conformità alla Norma UNI EN 54-4. L’alimentazione primaria del sistema sarà derivata dalla rete di distribuzione pubblica. L'alimentazione secondaria è costituita da una batteria di accumulatori elettrici. Quando l'alimentazione primaria va fuori servizio, l'alimentazione secondaria è in grado di sostituirla automaticamente entro 15 s. Al ripristino dell'alimentazione primaria, questa si sostituisce nell'alimentazione del sistema alla secondaria. L'alimentazione primaria sarà effettuata tramite una linea esclusivamente riservata a tale scopo, dotata di propri organi di sezionamento, di manovra e di protezione. L’alimentazione di riserva sarà conforme alla norma CEI 64-8 per gli impianti di sicurezza. Essa sarà in grado di assicurare il corretto funzionamento dell’intero sistema ininterrottamente per almeno 72 ore, nonché il contemporaneo funzionamento dei segnalatori di allarme interno ed esterno per almeno 30 minuti a partire dall’emissione degli allarmi stessi. L'alimentazione di riserva è costituita da batterie di accumulatori installate all'interno della centrale di controllo. Sistema fisso manuale di segnalazione d’incendio Il sistema di rivelazione d'incendio è completato con un sistema di segnalazione manuale d'incendio costituito da punti manuali di segnalazione, conformi alla UNI EN 54-11. Il numero di punti manuali è tale che almeno uno possa essere raggiunto da ogni punto della zona sorvegliata con un percorso non maggiore di 30 m (attività a rischio di incendio medio o basso). Alcuni dei punti di allarme manuali di segnalazione saranno installati lungo le vie di uscita, mentre risultano installati in corrispondenza di tutte le uscite di sicurezza. Tutti i punti di segnalazione manuale saranno installati in posizione chiaramente visibile e facilmente accessibile, ad una altezza compresa tra 1,0 e 1,6 m. Essi saranno alloggiati entro apposite custodie dotate di protezione contro l'azionamento accidentale, i danni meccanici e la corrosione. In caso di azionamento sarà possibile individuare sul posto il punto manuale di segnalazione azionato, per mezzo della rottura della protezione frangibile o di un sigillo. Presso tutti i punti manuali di segnalazione saranno riportate, su un apposito avviso chiaro e intellegibile, le istruzioni per l'uso. Ciascun punto di segnalazione manuale deve essere indicato con apposito cartello (UNI 7546-16). Elementi di connessione via cavo Le interconnessioni comprendono i collegamenti tra i rivelatori, i punti manuali, la centrale di controllo, gli avvisatori di allarme esterno acustici e/o luminosi, le alimentazioni, le eventuali stazioni ricevitrici remote di allarme, gli eventuali azionamenti di installazioni fisse antincendio, le eventuali apparecchiature accessorie. I cavi devono essere del tipo utilizzato per gli impianti elettrici ed avranno caratteristiche come indicate dal fabbricante del sistema di rivelazione incendi. La sezione minima di ogni conduttore di alimentazione dei componenti (rivelatori, punti manuali, ecc.) deve essere di 0,5 mmq. I cavi utilizzati nel sistema rivelazione incendio devono essere resistenti al fuoco per almeno 30 minuti secondo la norma CEI EN 50200, a bassa emissione di fumo e zero alogeni o comunque protetti per tale periodo. Nei casi in cui venga utilizzato un sistema di connessione ad anello chiuso, il percorso dei cavi deve essere realizzato in modo tale che possa essere danneggiato un solo ramo dell'anello. Pertanto per uno stesso anello il percorso cavi in uscita dalla centrale deve essere differenziato rispetto al percorso di ritorno in modo tale che il danneggiamento (per esempio fuoco) di uno dei due rami non coinvolga anche l’altro ramo. Le interconnessioni devono essere eseguite: a) con cavi in tubo sotto strato di malta o sotto pavimento (fermo restando quanto previsto dalla CEI6 4-8 per quanto riguarda il tracciato di posa dei tubi, la sfilatura dei cavi, l’esecuzione di giunzioni e derivazioni in apposite scatole); oppure b) con cavi posati in tubi a vista [valgono le stesse prescrizioni di a)]; oppure c) con cavi a vista. I cavi devono essere con guaina; la posa deve garantire i cavi contro i danneggiamenti accidentali. I cavi, se posati insieme ad altri conduttori non facenti parte del sistema, devono essere riconoscibili almeno in corrispondenza dei punti ispezionabili. Devono essere adottate particolari protezioni nel caso in cui le interconnessioni si trovino in ambienti umidi o in presenza di vapori o gas infiammabili o esplosivi. Le linee di interconnessione, per quanto possibile, devono correre all’interno di ambienti sorvegliati da sistemi di rivelazione di incendio. Esse devono comunque essere installate e protette in modo da ridurre al minimo il loro danneggiamento in caso di incendio. Non sono ammesse linee volanti. Le interconnessioni tra la centrale di controllo e segnalazione e l’alimentazione di riserva, quando questa non è all’interno della centrale stessa o nelle sue immediate vicinanze, devono avere percorso indipendente da altri circuiti elettrici, in particolare da quello dell’alimentazione primaria; è tuttavia ammesso che tale percorso sia utilizzato anche da altri circuiti di sicurezza. Rivelatori di fumo nelle condotte per il convogliamento dell’aria negli impianti di condizionamento e ventilazione I rivelatori di fumo nelle condotte d’aria devono essere conformi alla norma UNI EN54. Essi devono essere collocati: nei canali di mandata, a valle dei ventilatori e filtri e a monte di qualsiasi derivazione, con portata d’aria maggiore di 3500 mc/h • non sono necessari rivelatori nei canali di ricircolo (ritorno) m quanto l'edificio è completamente protetto da un sistema di rivelazione. Essi devono essere collocati come riportato nella seguente tabella: lunghezza della condotta L (in orizzontale L <=900mm Altezza della condotta H (in verticale) H <= 900mm 900mm< L <=1800mm H <= 900mm 900mm< L <=1800mm 900mm< H <=1800mm Posizione rivelatore n.1 rivelatore nella mezzaria di uno dei due lati n.2 rivelatori su uno dei due lati orizzontali della condotta uniformemente distribuiti, oppure n.1 rivelatore su ciascun dei due lati verticali, in mezzaria n.4 rivelatori posti a due a due su due lati opposti della condotta, uniformemente distribuiti Operazioni di verifica del sistema e documentazione Al momento della consegna dell'impianto, al termine dei lavori, saranno eseguite le prove atte a dimostrare il buon funzionamento del sistema e verrà rilasciato un resoconto di prova e di conformità dell'installazione alla UNI 9795 ed al progetto. Sarà rilasciata la dichiarazione di conformità di esecuzione a regola d’arte, completa di allegati obbligatori e manuali. Saranno consegnati al Committente anche i seguenti documenti: le istruzioni di funzionamento; le istruzioni di manutenzione; la dichiarazione che l'intera installazione è stata dimensionata in conformità alla UNI 9795; la dichiarazione del produttore delle apparecchiature sulla conformità delle stesse alla UNI EN 54 ed ai requisiti della UNI 9795. La verifica comprende le seguenti operazioni: accertamento della rispondenza del sistema al progetto esecutivo ed alla norma UNI 9795; controllo che i componenti siano conformi alla UNI EN 54; controllo che la posa in opera sia stata eseguita in conformità al progetto esecutivo ed alla norma UNI 9795; esecuzione delle prove di funzionamento, attivando uno per uno tutti i rivelatori ed i punti manuali ed alimentando il sistema tramite la sola alimentazione elettrica secondaria; controllo dell'azionamento degli avvisatori di allarme esterno, delle stazioni ricevitrici remote di allarme, delle installazioni fisse antincendio; controllo della funzionalità della centrale di controllo e segnalazione e delle alimentazioni conformemente a quanto specificato nell'apposito capitolo. Impianto di cablaggio strutturato Generalità Sarà realizzato in conformità alla norma ISO/IEC 11801 e si svilupperà su tre livelli logici: - livello di centro stella “CD” (Campus Distributor) - livello di edificio o armadio di edificio “BD” (Building Distributor) - livello di accesso o armadio di piano/zona “FD” (Floor Distributor) I collegamenti tra i vari livelli avverrà generalmente con fibra ottica mentre il collegamento terminale ai singoli punti presa sarà realizzato con cavi UTP in categoria 6. Si dovrà prevedere un sistema a doppia stella partente dai rack principali posti nei due locali CED al piano primo dell’edifico a loro volta interconnessi tra loro. Verrà inoltre creata una rete di interconnessione in rame di back up di emergenza tra i vari rack dell’edificio. Gli armadi previsti avranno lo scopo di contenere le apparecchiature elettroniche e i componenti passivi di permutazione; essi avranno facile accessibilità dal fronte e saranno previsti con una riserva di spazio di almeno il 30 % per consentire eventuali ampliamenti futuri. Gli armadi saranno forniti completi di: - pannelli di permutazione adatti all’installazione di prese UTP, capacità 24 prese con ingombro pari a 2 unità rack - piani di fissaggio prese di tipo rientrato, per ottimizzare la curvatura delle patch-cord targhette identificative delle singole prese cordoni di permutazione (patch-cord) per collegamento dati cassetti ottici per l’attestazione di cavi in fibra ottica mediante connettori MT-RJ, SC o LC attestati sul pannello frontale mediante appositi accoppiatori (bussole) cordoni di permutazione (bretelle ottiche) moduli di permutazione per linee di telefonia, a contatto autodenudante, con 10 moduli ciascuno, in grado di gestire l’ingresso del cavo principale tramite passafili in coppia e permettere la connessione rapida dei cordoni di permutazione telefonica - cordoni di permutazione (patch-cord) per collegamento linee telefonia mensole per il posizionamento degli apparati attivi (quest’ultimi non forniti). Norme di riferimento Norma CEI 64 8 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in c.a. e a 1500V in cc, Tutta la normativa specifica sulle apparecchiature e sui materiali utilizzati, Legge n. 109 del 28 marzo 1991 – Nuove disposizioni in materia di allacciamenti e collaudi degli impianti telefonici interni, DPR 341/92 – Regolamento di attuazione della legge 109/91; EIA/TIA 568 ed ISO/IEC 11801. Rete cablata strutturata I cablaggi rientranti nel presente progetto, come definiti dagli standard EIA/TIA 568A ed ISO/IEC 11801, sono: cablaggio di distribuzione orizzontale che partendo dall’armadio di zona raggiunge i posti di lavoro; cablaggio di dorsale che nel caso specifico interconnetterà l’armadio centro stella alla centrale telefonica. La rete dovrà essere rispondente agli standard identificati dalla categoria 6, pertanto tutti i materiali impiegati saranno dotati di caratteristiche rispondenti a tale standard (patch-panel, patch-cord, prese terminali, accessori di connessione, ecc.). Cablaggio di distribuzione orizzontale La distribuzione orizzontale identifica quella parte di cablaggio che partendo da un armadio raggiunge il posto di lavoro. Le normative per i cablaggi stabiliscono che il cablaggio orizzontale, denominato anche cablaggio di piano, risponda ai seguenti requisiti: 90 m di distanza massima ammessa tra il rack ed il posto lavoro; 10 m massimi a disposizione per i cavetti di patch. Tutti i componenti passivi, quali: cavi UTP (doppino non schermato), cavetti di permutazione e prese RJ45, devono avere come minimo le caratteristiche di categoria 6. Verranno accettati due schemi di collegamento dei cavi UTP, ma una volta scelto uno dei due, questo deve essere mantenuto sia dal lato placchetta utente che dal lato rack. Gli schemi di collegamento accettati sono EIAT/TIA 568A oppure EIAT/TIA 568B. I cavetti di permutazione devono essere di categoria 6 ed è preferibile che siano del tipo precablato realizzato in fabbrica con processi produttivi che garantiscano il rispetto dei limiti di categoria 6. I cavetti di permutazione devono essere composti da conduttori da 24 AWG (specifica TIA/EIA 568A). I cavi UTP, costituenti il cablaggio orizzontale, vanno identificati con una numerazione progressiva che deve essere presente alle due estremità del cavo. Specifiche dei cavi UTP Il cavo in rame richiesto è del tipo UTP (Unshielded Twisted Pair) le cui caratteristiche eccedano le caratteristiche minime previste dalla categoria 6. La scelta di usare un cavo che ecceda le caratteristiche di categoria 6 permette di avere più margini sui valori di attenuazione e soprattutto sul NEXT (paradiafonia) e quindi è più facile compensare problemi d’installazione quali: parziale stiramento del cavo o segmenti di lunghezza leggermente superiore a 90 m. Costruttivamente il cavo è a 4 coppie ritorte (twisted) costituite da conduttori di rame di tipo solido da 24 AWG. Il cavo usato dovrà essere tassativamente del tipo Halogen Free LS0H conforme alle norme CEI 20-37 parte I, II e III. Ogni coppia sarà contraddistinta da differente colorazione dell’isolante secondo gli standard EIA/TIA 568A. Cablaggio di dorsale Il cablaggio di dorsale si suddivide in: dorsale fonia; dorsale dati. Solo il primo tipo sarà considerato ai fini del presente progetto. Dorsale fonia La dorsale fonia sarà costituita da cavi multicoppie HLO da 100 ohm e 24 AWG che saranno intestati alle due estremità, rispettivamente sui permutatori telefonici (lato rack) e ai morsetti di connessione (lato centrale). I permutatori saranno collocati all’interno dell’armadio rack previsto. Il cavo previsto è da 50 coppie. Specifiche sistema di permutazione Il sistema di permutazione previsto è riferito al solo cablaggio orizzontale e alla dorsale fonia. Permutazione cablaggio orizzontale e dorsale fonia I cavi del cablaggio orizzontale e delle dorsali telefoniche devono essere terminati all’interno degli armadi su permutatori di tipo telefonico. In particolare, per quanto riguarda la permutazione dei cavi dati e fonia, si devono utilizzare testine di categoria 6. Impianto registrazione audio video Generalità Si dovrà prevedere ad un’ impianto di registrazione audio video in corrispondenza degli ambulatori posti al piano terra della clinica. La registrazione audio video sarà attivata tramite sistema Motion Detection gestita dalle telecamere e videoregistratori d’impianto; ogni qualvolta nel locale sorvegliato verrà visualizzato un movimento di persone e/ o animali dovrà essere attivata la registrazione. Il sistema di gestione dovrà permettere di poter temporizzare il tempo di registrazione audio – video. L’impianto dovrà essere in grado di registrate per almeno una settimana l’audio e video dei vari locali con un minimo di 12 frame al secondo. L’impianto dovrà essere costituito da: telecamere da interno a colori miniaturizzate; microfono da soffitto ad incasso ad alta definizione; videoregistratori digitali audio – video con sistema Motion Detection a 16 ingressi adatti per essere interfacciati, tramite rete ethernet di edificio, all’impianto di supervisione dell’edificio tipo Siemens; hard disk supplementare per videoregistratore con estensione di memoria fino a 4TB di registrazione. monitor di sistema per visualizzazione in diretta delle telecamere e del registrato a tutto schermo o in multi visione. E' facoltà del Concorrente offrire un sistema professionale di definizione video almeno fullHD in fase di gara. Impianto di controllo accessi Generalità Si dovrà prevedere ad un impianto di controllo degli accessi rispondente alle norme di settore e che sia in grado di gestire l’accesso, attraverso determinati varchi, solo a persone autorizzate. In particolare l’impianto si compone di: - Lettori di prossimità; - Alimentatori con controller; - Contatti magnetici; - Software di controllo accessi; - Tessere di accesso. Il sistema dovrà rispondere risponde alle norme CEI CT 79. Lettore di prossimità Il Lettore di Prossimità per controllo accessi (EM 125 KHz modulazione ASK) da interno IP10 garantisce un range di lettura di 10 cm e consente un comodo e rapido accesso al varco tramite Card a RF. Il lettore IP10 è dotato di uscita Wiegand 26bit ed utilizzandolo in abbinamento ad un Controller permette la gestione in rete di ulteriori unità IP10. L’immediatezza del check di stato operativo è garantita dalla visione tramite LED. L’ampio range di temperatura operativa (da -35°C a +65°C) garantisce una sicurezza di funzionamento dell’unità in svariate condizioni termiche e una maggiore flessibilità di installazione, grazie anche alle sue compatte dimensioni (L 87mm x H 100mm x P 31mm). IP10 può essere installato su qualsiasi superficie piatta in muratura o porte metalliche. Caratteristiche tecniche - Range di Lettura: IPC80P / IPC70 fino a 10 cm - Tempo di lettura tessere: 30 ms - Modalità di funzionamento: Solo RF - Indicatori LED/acustico: 2 LED (rosso, verde) / Piezo Buzzer - Ingressi: 2 (controllo LED esterno, controllo Buzzer esterno) - Formato Uscita: 26 bit Wiegand, 4 / 8bit Burst per PIN (selezionabile), RS232C opzionale - Alimentazione/Assorbimento: 12Vcc/Max 150 mA - Temperatura di funzionamento: da -35°C a +65°C ; umidità da 10% a 90% no condensa - Dimensioni: L 46mm x H 122mm x P 23mm - Colore: Grigio perla scuro e corpo in policarbonato - Peso: 160g - Certificazioni: UL, FCC, CE, MIC Controller ICON100AVR è un controller in scheda per il controllo degli accessi di una singola porta (1 lettore IN e 1 lettore OUT) o di 2 porte (2 lettori solo in ingresso con gli stessi permessi). È compatibile con le centrali antintrusione serie ETR e TITANIAPLUS. Ha una capacità di memorizzazione da 10.000 a 50.000 utenti e storico da 10.000 a 50.000 eventi in memoria flash. Inoltre le centrali serie ETR e TITANIAPLUS sono in grado di gestire fino a 16 controller ICON100AVR, inseribili sul BUS seriale. Dotato di scheda modulo TCP-IP per controller iTDC. Dim 30x50 mm. Connessione in rete TCP/IP. Alimentatore Gruppo di alimentazione completo di alimentatore switching da 13,8Vcc/3A e circuito di controllo batteria/rete marca EL.MO. mod. C10SW, in contenitore metallico per applicazioni in ambito antintrusione e controllo accessi; contiene un alimentatore da rete AL3SWJST di tipo switching da 13,8Vcc/3A ed è dotato di una sofisticata circuitazione di controllo per alimentazione di apparati in campo e ricarica di sirene autoalimentate compatibili. Il pannello frontale presenta 3 LED di segnalazione per controllo batteria (colore rosso), tensione di uscita (colore verde) e presenza di rete (colore verde). Presenta uscite a relè per GUASTO ALIMENTAZIONE PRIMARIA, GUASTO BATTERIA e un’uscita TAMPER. È possibile allocare una batteria da 12V/7Ah mod. B712G o da 12V/18Ah B1812G Il contenitore metallico di ridotte dimensioni è dotato di protezione tamper contro l’apertura mentre per la protezione contro lo strappo dal muro è necessario il kit opzionale MSW. C10SW è conforme alla norma EN 50131-6 livello 1 e 2 e classe ambientale II. Caratteristiche tecniche C10SW: - Uscita VOUT: 10,0÷14,0Vc.c. - con batteria a tampone - Uscita 14V SIR: 11,0÷14,0Vc.c. max 0,25A - presente solo con alimentazione primaria. - Corrente uscita: per grado di sicurezza 1÷2 autonomia 12h: Iout = 1,48A con batteria tampone 18Ah Iout = 0,56A con batteria tampone 7Ah Per uso generale: Iout = 2,5A + 0,2A per carica batteria + 0,25A uscita 14V SIR Iout = 2,1A + 0,6A per carica batteria + 0,25A uscita 14V SIR - Corrente erogabile complessiva: 3A. - Ripple: 25mV picco-picco (max 200mV picco-picco). - Corrente di consumo della scheda di controllo: 30mA@12V - in assenza di alimentazione primaria. - Corrente carica batteria: 0,6A÷0,8A - limitazione da PTC - Indicazione di batteria bassa: Ubat < 10,5V - in assenza alimentazione primaria, ripristino > 12V. - Protezione dai cortocircuiti / sovraccarichi VOUT: 150%÷200% dell'alimentatore-limitazione in corrente e/o guasto del fusibile T5A (richiesto sostituzione del fusibile), segnalato dallo spegnimento del LED TENSIONE DI USCITA. - Protezione da cortocircuito/inversione batteria: limitazione corrente da PTC auto ripristinante, segnalato dall'accensione del LED di CONTROLLO BATTERIA. - Protezione cortocircuito/sovraccarichi uscita 14V SIR: limitazione corrente da PTC auto ripristinante, segnalato dal lampeggio del LED TENSIONE DI USCITA - GUASTO ALIMENTAZIONE PRIMARIA (l'uscita segnala la presenza rete alimentazione): uscita a relè, contatto privo di tensione C-NC-NA max [email protected]., la perdita totale di funzioni dell'alimentatore é riconosciuta come condizione di guasto. Tempo intervento ritardato di 45s. (+/10%) con ripristino immediato al termine del guasto. - GUASTO BATTERIA (l'uscita segnala batteria scarica, in cortocircuito o inversione polarità): uscita a relè, contatto privo di tensione C-NC-NA max [email protected]., la perdita totale di funzioni dell'alimentatore é riconosciuta come condizione di guasto. Tempo intervento ritardato di 45s. (+/10%) con ripristino immediato al termine del guasto - TAMPER (l'uscita segnala l'apertura o la rimozione del contenitore dalla superficie di montaggio): contatti di uscita del microswitch di protezione, contatto privo di tensione NC max 0,[email protected]. (contenitore chiuso e fissato sulla superficie di montaggio). - Segnalazioni a led su pannello frontale: Presenza rete 230Vca, presenza tensione ai morsetti VOUT, presenza tensione ai morsetti 14V SIR, controllo tensione di batteria. - Protezioni: fusibile VOUT da T5A / 250V - Tempo di carica batteria: 27h00m per batteria da 18Ah (tempo di carica fino a 0,8*C), 10h30m per batteria da 7Ah (tempo di carica fino a 0,8*C) - Batteria alloggiabile: minimo 7Ah / 12V - massimo 18Ah / 12V (SLA) - Temperatura di funzionamento: da -10°C a +55°C - Umidità relativa: da 20% a 90% senza condensa. - Dimensioni: L 260 x H 305 x P 125 mm - Peso: 3,2Kg - Ingresso rete: 230Vca 50Hz (range: 100÷240Vc.a. 50÷60 Hz) - Assorbimento da rete @ 230Vac: 0,51A con carico applicato di 3A. - Potenza: 51,8W - Efficienza: 70% - Dotazione di serie: Alimentatore AL3SWJST, staffa e viti di fissaggio per alimentatore, microswitch, Tamper antiapertura, gommino passacavo, manuale tecnico. - Batteria AGM 7Ah 12V Contatto magnetico Contatto magnetico a vista da interno di grande portata per installazione su serramenti in ferro. Contatto di tipo N.A. / N.C., contenitore ad alta resistenza in alluminio pressofuso. Collegamento con 4 fili di uscita di lunghezza 120cm. Certificato IMQ-Allarme I° Livello. Caratteristiche tecniche contatto mod. K107S: - Distanza funzionale: 12mm. - Contatto di scambio N.A. / N.C. - Materiale: ABS di colore bianco - Dimensioni: L32 x F9mm - Connessione: 4 fili 0,22mmq - Temperatura di funzionamento: -5°C / 50°C - Certificato: IMQ-Allarme I° Livello – CEI79/2 EN50131-2-6: Grado 2 classe 3, Software di controllo accessi Software per il controllo accessi e la gestione presenze max 1.000 utenti marca EL.MO. mod. STANDARDSERVER1000. STANDRADSERVER1000 è un software professionale per il controllo accessi e si propone come soluzione avanzata per l’integrazione di una molteplicità di hardware in un’unica piattaforma di gestione. Nel dettaglio, il punto fondante di STANDARDSERVER1000 consiste nella capacità di integrare e di gestire tramite reti TCP/IP o linee seriali un’ampia gamma di dispositivi per il controllo degli accessi come i controller ICON100AVR e ITDC e i lettori delle serie LX, FINGER007 e 505R. In virtù di queste potenzialità, STANDARDSERVER1000 può integrarsi efficacemente anche in impianti già esistenti, consentendo un abbattimento dei costi e una consistente riduzione della complessità dell’impianto stesso. La flessibilità e la scalabilità dell’architettura del software STANDARDSERVER1000 si manifestano nella possibilità di creare strutture server-client a seconda delle esigenze e delle dimensioni del sistema di controllo accessi in cui è inserito. In questo modo è possibile disporre di un massimo di 20 postazioni client via LAN/WAN, tutte facenti capo ad un unico server centrale, consentendo ad una molteplicità di utenti l’operatività all’interno del sistema. L’operabilità e la gestione del software risultano, infine, notevolmente facilitate grazie ad un’interfaccia estremamente semplice ed intuitiva, progettata per agevolare l’interazione anche agli utenti meno esperti. STANDARDSERVER1000 è costituito da 1 licenza server con funzionalità di client incluse che supporta fino ad un massimo di 1.000 utenti e fino ad un massimo di 20 client per server (licenze STANDARDCLIENT opzionali). Al fine di sfruttare in modo ottimale le potenzialità offerte dal software STANDARDSERVER1000, è disponibile anche l’applicazione opzionale STANDARDREPORT, ossia un’applicazione WEB molto versatile per la realizzazione di report e analisi presenze, esportabili in Excel e PDF, basato sul database di STANDARDSERVER1000 e compatibile con i browser Internet Explorer, Google Chrome e Mozilla Firefox. Caratteristiche tecniche STANDARDSERVER1000 - Compatibilità hardware: ITDC, ICON100AVR, serie FINGER007, serie 505R, serie LX. - Compatibilità sistema operativo: Windows 7 64bit e 32bit. - Client massimi: 20 client (Licenze STANDARDCLIENT opzionali) - Numero Utenti massimi: 1.000 - Livelli Accesso: Illimitati - Numero Lettori massimi: 99 x 255 x 4 (ITDC) ((Numero max di porte di comunicazione seriali) x (Numero max di controller gestiti per ciascuna porta seriale) x (Numero max di lettori gestiti da ciascun controller ITDC). - Punti Ingresso max: 99 x 255 x 15 (ITDC) ((Numero max di porte di comunicazione seriali) x (Numero max di controller gestiti per ciascuna porta seriale) x (Numero max ingressi di ciascun controller ITDC con la scheda di espansione opzionale EI088) - Punti Uscita max: 99 x 255 x 15 (ITDC) (Numero max di porte di comunicazione seriali) x (Numero max di controller gestiti per ciascuna porta seriale) x (Numero max di uscite a relè di ciascun controller ITDC con la scheda di espansione opzionale EI088) - Gestione ferie: 15 x 100 (ITDC) - Protocolli Network: Si - Diagnostica auto: Si - Processore incluso: Si - Numero Eventi max.: 14000 (ITDC) - Flash memory: Si - Lettori max: 4 (ITDC) - Ethernet: LX007 e LX505 a bordo. ITDC e ICON100AVR con modulo opzionale interno TCPIPMOD o convertitore opzionale esterno ILAN422. IP505R e FINGER007 con convertitore opzionale esterno ILAN422 - Caratteristiche resoconto: • Evento/Allarme: Sì • Resoconto Excel&PDF: Sì • Formato HTML: Sì • ID giornaliero: Sì • Rappresentazione mese/anno: Sì • Anteprima T&A: Sì - Caratteristiche Controllo Accessi • Modalità Duress: Sì • Anti-passback: Sì • Ascensore • Gestione 2 utenti: Sì • Sistema Intercom: Sì • Incendio: Sì • Multi accesso: Sì • Potenza OUT: Sì • Orientamento display: Sì - Database utente • Database RDMS: Microsoft SQL Server 2008 • Database IMP/ESP: Sì • Partizione database: Sì • Cerca ogni campo: Sì • Tessera attivazione: Sì • Stato tessera: Sì • Supporto altre tessere: Sì • Apertura porte per disabili: Sì • Audit Trail: Sì - Gestione allarme • Notifica allarme: Sì • Mappa grafica: Sì • Allarme audio: Sì • E-Mail: Sì • Stato eventi: Sì • Servizio SMS: Sì - Gestione Presenze (Per applicazioni di gestione presenze è vivamente consigliato l’uso dell’applicazione web STANDARDREPORT in abbinamento al software STANDARD.) • Settaggio tempo lavoro: Sì • Definizione lavoro: Sì • Definizione ferie: Sì • Lettore T&A: Sì • Gestione straordinari: Sì Licenza software di supervisione GLOBALPRO per la gestione di 1000 punti. Modello GPRO2 La fornitura di GLOBALPRO e del STANDARD1000 è subordinata ad un corso di formazione gratuito presso la sede EL.MO. Tessere di accesso La Tessera di tipo passivo IPC80P è il modello standard di tessere di prossimità RF 125 KHz modulazione ASK della linea IPASS. Presenta un range di lettura di 10 cm ed è realizzata in PVC bianco con superficie personalizzabile a richiesta con logo aziendale e foto di riconoscimento dell’utente. Le dimensioni della tessera sono uguali a quelle di una comune carta di credito. Caratteristiche tecniche IPC80P - Frequenza: 125 KHz - Range di lettura IP-RFL200: fino a 10 cm, IP-RFL200C: fino a 10 cm, IP100R: fino a 10 cm - Dimensioni: L 54mm x H 86mm x P 0.8mm - Encoding: Compatibile ASK (EM) 125 KHz - Colore: Bianco - Personalizzazione grafica con foto e logo aziendale - Temperatura di funzionamento: da -30°C a +65°C e da 10% a 90% di umidità - Peso: 5,5g - Materiale PVC bianco - Confezione da 50 pezzi Punti uscita Punto uscita da incasso o da parete, per impianto controllo accessi, comprendente cavetto schermato formazione come da specifiche del costruttore delle apparecchiature, cavetti di alimentazione, tubazione in PVC Ø 20mm minimo per la derivazione, tubazione di dorsale o quota parte, scatola frutto, frutto, connessioni e quanto altro necessario per la messa in servizio regolare. Impianto videocitofonico Si dovrà prevedere ad un impianto videocitofonico digitale a colori a due fili tipo Bticino. L’impianto sarà costituito da: - Posti esterni videocitofonici e citofonici; - Posti interni videocitofonici; - Apparati di gestione e alimentatore di sistema. L’impianto dovrà poter essere ampliato senza la sostituzione o l’ampliamento delle linee di collegamento degli apparati in campo previsti in progetto. Impianto TV-SAT L’ impianto di ricezione TV terrestre di tipo digitale e da satellite sarà di tipo Fracarro e dovrà essere costituito dalle seguenti apparecchiature: - centralino di ricezione TV per canali digitali di tipo centralizzato con opportuno amplificatore; - parabola di ricezione da satellite a un fuoco con quattro uscite; antenne terrestri UHF e VHF; multiswitch 4 ingressi SAT, n.1 ingresso TV e 8 uscite alle prese terminali; modulo audio video programmabile predisposto per dedicare un canale a sorgenti esterne come DVD o DVX - Prese terminali TV SAT con demiscelatore. L’impianto dovrà essere collegato tramite opportuno cavo coassiale adatto per trasmissione satellitare. Building Management System Impianto di supervisione generale degli impianti tecnologici presenti nell’edificio in grado di visualizzare e gestire tramite pagine grafiche da PC di sistema gli impianti elettrici e speciali presenti nell’edificio. Il sistema dovrà essere dotato di software di supervisione. Il sistema dovrà gestire e integrare quanto previsto nello schema generale di progetto ed essere aperto per ulteriori integrazioni. Sistema di automazione BACS (building automation e control system) con lo scopo di combinare fra loro i diversi tecnologici dell’edificio e di semplificare l’implementazione delle esigenze del cliente. Si tratta di un sistema in grado di dialogare con qualsiasi piattaforma. La soluzione prevista pertanto consente la supervisione dei seguenti sottosistemi: • HVAC, • Elettrici, • Rivelazione incendi • Illuminazione • Antintrusione • Misure di energia elettrica e grandezze elettriche • Integrazione di alcune apparecchiature • Terze Parti Consistenza della soluzione L’architettura della soluzione prevede il controllo del parco tecnologico e security, esclusi videosorveglianza e controllo accessi. Nel seguito vengono elencati, in maniera indicativa e non esaustiva, alcuni tra i più importanti obiettivi che il sistema dovrà garantire: • massima integrazione tra le diverse aree funzionali, che non devono essere viste come impianti indipendenti, ma come aree applicative dello stesso sistema globale sia in ottica trasmissiva che gestionale e manutentiva, con particolare riferimento alle problematiche di sorveglianza; • massima “intelligenza distribuita”, quindi periferiche intelligenti in grado di assicurare una elevata capacità elaborativa locale e conseguente riduzione del traffico sulla rete di comunicazione con garanzia di “back-up” di tipo locale; • massima sorveglianza remota delle aree, direttamente da parte del sistema centrale di controllo, ogni qualvolta ne sorga l'esigenza a seguito di situazioni di allarme; • massima integrazione della sorveglianza elettronica con quella degli operatori preposti, con l’approntamento di adeguati supporti finalizzati a fornire indicazioni precise e tempestive tali da comportare interventi essenziali ed efficaci. • massima integrazione dei supporti trasmissivi, allo scopo di ridurre da un lato il peso della posa di reti distinte di comunicazione, dall’altro di aumentare il livello di integrazione e standardizzazione; • • massima interoperabilità tra le periferiche intelligenti del medesimo costruttore o di terzi; massima integrazione a livello centrale tra informazioni provenienti da diversi database secondo standard di diritto o di fatto (OPC) • massimo supporto alle funzioni di gestione dei sottosistemi da parte del personale preposto, e/o dei componenti intelligenti sopra menzionati, in modo da presentare agli operatori informazioni significative, già assoggettate ai corretti livelli di elaborazione, filtraggio ed identificazione di situazioni di anomalia o allarme; • massima flessibilità operativa da parte del personale di gestione e sorveglianza, con possibilità di predisporre più postazioni di controllo, liberamente allocabili alle diverse esigenze di controllo, in funzione degli orari di esercizio del complesso, della turnazione del personale o di altri parametri gestionali; • supervisione costante 24 ore su 24 dell'intero sistema e di tutte le apparecchiature ad esso connesse, sia in ottica di corretto funzionamento che di eventuali tentativi di manomissione, con garanzia di piena funzionalità e senza interruzioni; • semplificazione delle problematiche manutentive, con lo scopo di limitare gli interventi in loco dei tecnici di manutenzione, mediante l’utilizzo di applicativi diagnostici operanti nell’ambito dei vari sottosistemi; • predisposizione di strategie in grado di garantire un livello adeguato di controllo anche in caso di guasto effettivo o manomissione; • • centralizzazione di tutte le operazioni di controllo e di gestione operativa dei sistemi adozione per tutti i sistemi di soluzioni innovative avanzate, aderenti a standard informatici di diritto o di fatto, in grado di garantire attualità tecnologica ed evoluzione nel tempo; • creazione di un archivio di tutte le informazioni registrate ed aperto a ricerche in linea ed elaborazioni a posteriori; • comunicazione, elaborazione e memorizzazione dati secondo standard di diritto o di fatto accettati dal mondo dell’Information Technology. L'architettura proposta prevede più livelli operativi che, partendo dal campo ed attraverso i concentratori periferici, consentano da parte del sistema centrale il controllo e la supervisione, in totale trasparenza funzionale dei sistemi sottesi. L'architettura globale del sistema periferia/centro è concepita con lo scopo di costituire un elemento di facilitazione e di semplificazione della manutenzione e della gestione operativa. Il singolo sottosistema “vive” di propria funzionalità Il sistema centrale raccoglie le informazioni provenienti dai diversi sottosistemi/edifici e le presenta in un’unica interfaccia. Obbiettivo del sistema Il sistema di supervisione, grazie alle tecnologie aperte standard utilizzate, consentirà di integrare riscaldamento e raffrescamento, incendi e impianti elettrici/di illuminazione in tutto l’edificio. Il sistema di supervisione sfrutterà in modo completo i servizi di condivisione dati, tendenze, programmazione, allarmi e gestione delle periferiche. Dalla postazione dell’operatore, al controllore dell’edificio, al più semplice controllore dei terminali, il sistema di supervisione fornirà il livello massimo di interoperabilità a ogni livello. I sistemi aperti forniranno anche la possibilità di creare soluzioni nuove e innovative. Utilizzando tecnologie standard non proprietarie come Ethernet, TCP/IP, BACnet®, LONmark®, Modbus le soluzioni proposte sono virtualmente compatibili con tutti i sistemi presenti nel mercato e si integrano completamente in una sola rete. Ciò consente un numero maggiore di opzioni ed evita l’obbligo di utilizzo esclusivo della tecnologia di un solo fornitore. Tutti i componenti del sistema - workstation, server, controllori, ecc. comunicheranno utilizzando il protocollo BACnet, come definito da ASHRAE Standard 135-2007, o EIA standard di 709,1, il protocollo LonTalk ™ o il protocollo Modbus. Nessun gateway sarà utilizzato per la comunicazione con i controllori. Descrizione del sistema Il sistema fornirà una grafica web-based, interfaccia operatore che consente l'accesso immediato a qualsiasi sistema tramite un browser standard. Saranno fornite workstation di programmazione basate su PC, workstation operatore e controllori con design modulare che dispongono di capacità di elaborazione distribuita, e consentano l'espansione futura di punti di ingresso/uscita e funzioni di elaborazione/controllo. Il sistema sarà composto dai seguenti componenti: 1. Workstation di amministrazione e programmazione: è prevista una Workstation di amministrazione e programmazione, dotata di software standard sviluppato e testato. 2. Postazioni Operatore Web-Based: il sistema comprenderà licenze per il collegamento web al sistema BAS. Tramite Web gli utenti avranno accesso a tutti i punti del sistema ed alla grafica, saranno in grado di ricevere e riconoscere gli allarmi, e saranno in grado di controllare i valori di riferimento ed altri parametri. Tutto il lavoro di ingegneria, come ad esempio tendenze, rapporti, grafici, ecc, che vengono eseguite dal posto di lavoro saranno disponibile per la visualizzazione tramite il web-browser senza ulteriori modifiche. Non sarà necessario alcun hardware aggiuntivo per supportare l’interfaccia utente web. 3. Automation Server basato su rete Ethernet: Saranno previsti degli automation Server basati su rete Ethernet. Questi AS si collegheranno direttamente al server ed alle workstation operatore tramite Ethernet ad un minimo di 100 Mbps, e forniranno la comunicazione alle unità autonome di controllo (DDC) Gli AS saranno conformi al profilo B-BC del dispositivo BACnet. 4. Non saranno utilizzati controllori di rete che utilizzano la comunicazione seriale RS232 per comunicare con le stazioni di lavoro. 5. I Controllori di rete sono testati e certificati dal BACnet Testing Laboratory (BTL), in qualità di titolari del server di rete (B-BC). La rete locale (LAN) sarà una Ethernet 10-100-1000 Mpbs, supporterà BACnet, Modbus, Java, XML, HTTP, e CORBA IIOP per avere la massima flessibilità di integrazione di dati con i sistemi informativi aziendali fornirà supporto per più Automation Server (AS), workstation utente ed un local host computer system. L'Enterprise Ethernet (IEEE 802.3) LAN utilizzerà Carrier Sense Multiple/Access/Collision Detect (CSMA/CD), Address Resolution Protocol (ARP) e User Datagram Protocol (UDP) operante a 10 o 100 Mbps. Il sistema inoltre disporrà di un'architettura aperta che utilizza lo standard EIA 709.1, il protocollo LonTalk ™ e/o ANSI/ASHRAE 135-2007™ standard, le funzionalità BACnet per assicurare l'interoperabilità tra tutti i componenti del sistema. Saranno previsti supporti nativi per i protocolli LonTalk ™ e BACnet, per garantire che il progetto supporti pienamente i protocolli aperti per HVAC ed elettrici. Il sistema consentirà un'architettura che utilizza un protocollo MS/TP selezionabile 9,6-76,8 KBaud, per i DDC BACnet per assicurare l'interoperabilità tra tutti i componenti del sistema. Gli strumenti software necessari per la gestione di rete del protocollo LonTalk ™ e ANSI/ASHRAE 135-2008 ™ standard, il protocollo BACnet saranno forniti con il sistema. Il collegamento fisico dei dispositivi BACnet sarà Ethernet IP o MS/TP. Il collegamento fisico dei dispositivi LonWorks sarà Ethernet IP o FTT-10A. Il sistema supporterà i protocolli TCP e Modbus RTU in modo nativo, senza richiedere l'uso di gateway. Architettura del sistema Il sistema di supervisione sarà costruito sia come sistema di controllo del clima sia come sistema di controllo impianti elettrici e sicurezza; questo fornisce al tempo stesso una soluzione per i requisiti sempre maggiori di integrazione completa tramite strategie di controllo coordinate. Aspetti generali Il BMS sarà costituito da Automation Server (AS), una famiglia di unità autonome di controllo digitali (DDCs), indifferentemente LON o BACnet, workstation di amministrazione e programmazione (WS), e workstation operatore Web (WebS). Il BMS fornirà il controllo, l’allarme di rilevamento, la pianificazione, il reporting e la gestione delle informazioni per l'intera struttura. Il Livello Enterprise BMS sarà composto da un Enterprise Server, che consentirà la gestione di diversi AS (includendo i grafici, gli allarmi, gli orari, le tendenze, la programmazione e la configurazione) ciò consentirà l’accessibilità da una singola workstation per tutte le operazioni e le attività di ingegneria. Il sistema sarà progettato con una rete Ethernet, utilizzando i protocolli BACnet/IP, IP LonWorks, e/o Modbus TCP. Tutti i protocolli saranno nativi contemporaneamente in tutti gli AS. Non sarà necessario fornire un AS per supportare ciascun protocollo di rete, e non sarà necessario fornire software aggiuntivi per consentire a tutti e tre i protocolli di essere supportati in modo nativo. Una sotto-rete di controllori autonomi digitali (SDCU) sarà collegata agli AS, utilizzando i protocolli BACnet MS/TP, LonTalk FTT-10A, e/o Modbus RTU. Livello TCP/IP Il livello TCP/IP collegherà tutti gli i locali/reparti interessati su una singola rete WAN (Wide Area Network) protetta dai firewall di campo. Saranno utilizzati indirizzi IP fissi per ogni dispositivo collegato alla rete WAN. Livello di bus di campo con unità autonome di controllo digitali (DDC) BACnet DDC: Il sistema potrà essere composto da uno o più bus BACnet MS/TP, gestiti dall’Automation Server (AS). La velocità minima dovrà essere di 76.8 kbps. Il livello di bus di campo sarà costituito da un bus RS485, token passing che supporta fino a 50 unità autonome di controllo digitali (DDC) per il funzionamento dei sistemi HVAC e di illuminazione. Questi dispositivi saranno conformi allo standard BACnet 135-2007 LonWorks DDC: Il sistema potrà essere composto da uno o più bus LonWorks, gestiti dall’Automation Server (AS). La velocità minima dovrà essere di 76.8 kbps. Il livello di bus di campo sarà costituito da un massimo di 64 unità autonome di controllo digitali (DDC) Lonworks con comunicazione peer-topeer, comunicazione ad evento per il funzionamento dei sistemi HVAC e di illuminazione. Sarà possibile l'aggiunta di un massimo di 30 controllori. Moddbus DDC: Il sistema sarà composto da uno o più bus Modbus RTU (RS-485 o RS-232), gestiti dall’Automation Server (AS). Il livello di bus di campo sarà costituito da un massimo di 62 unità autonome suddivise su due bus per il funzionamento di HVAC, misuratori di energia elettrica, ed apparecchi di illuminazione. Se si utilizza Modbus TCP, il livello di bus di campo sarà costituito da un massimo di 100 DDC per il funzionamento di HVAC, misuratori di energia elettrica, e apparecchi di illuminazione. BMS Suddivisione LAN Il BMS potrà essere segmentato, tramite software, in più reti locali (LAN) distribuite su una rete geografica (WAN). Le Workstation potranno gestire una singola LAN (o edificio), e/o l'intero sistema con tutte le parti di LAN, mantenendo il proprio database corrente. Supporto standard di rete Tutti gli AS, le Workstation ed i Server saranno in grado di risiedere direttamente sulla rete Ethernet TCP/IP LAN/WAN senza richiedere l’uso di gateway. Inoltre, AS, Workstation, e Server saranno in grado di utilizzare componenti infrastrutturali Ethernet standard disponibili in commercio, quali router, switch e hub. Con questo sistema, il proprietario potrà utilizzare la rete aziendale esistente o un nuovo sistema di cablaggio strutturato. Espansione del Sistema Il BMS sarà scalabile ed espandibile a tutti i livelli del sistema utilizzando la stessa interfaccia software, lo stesso livello TCP/IP e regolatori del livello di bus di campo. Non saranno adottati sistemi che richiedono la sostituzione sia del software per workstation o controllori di campo, al fine di espandere il sistema. La funzionalità Web sarà supportata direttamente dagli AS senza richiedere software aggiuntivo, diverso da un browser Java. Il sistema sarà in grado di utilizzare grafica e/o l'applicazione del linguaggio di programmazione in linea per gli AS. Supporto per Sistemi con protocolli aperti Tutti gli AS supporteranno nativamente e contemporaneamente i protocolli BACnet IP, BACnet MS/TP, IP LonWorks, LonWorks FTT-10, Modbus TCP, Modbus RTU (RS-485 e RS-232), e Modbus ASCII. Caratteristiche del Software L'architettura del sistema sarà Client/Server, dove la Postazione Operatore opererà come client, mentre gli AS opereranno come server. Il Client sarà responsabile per la presentazione e validazione dei dati in ingresso, mentre il server sarà responsabile per la raccolta e consegna dei dati. Le funzioni della postazione operatore comprenderanno il monitoraggio e la programmazione di tutti i controllori DDC. Il monitoraggio sarà costituito da allarmi, report, pagine grafiche, conservazione a lungo termine dei dati, raccolta automatica dei dati, ed azioni di controllo operatore come schedule e setpoint adjustment. La programmazione delle unità DDC sarà fatta sia off-line che on-line da qualsiasi postazione operatore. Tutte le informazioni saranno disponibili nelle pagine grafiche o di testo memorizzati negli AS. Le pagine grafiche saranno caratterizzate da effetti di animazione per migliorare la presentazione dei dati, per avvisare gli operatori di problemi, e per facilitare la localizzazione delle informazioni in tutto il sistema DDC. Tutte le funzioni operatore saranno selezionata tramite un mouse. Requisiti Postazione Operatore La Postazione Operatore del BMS sarà costituita da una o più postazioni operatore di configurazione e programmazione, e da una o più postazioni operatore web-based. Il software della postazione operatore di configurazione e programmazione permetterà ad ogni utente autorizzato, di creare e/o modificare qualsiasi parte del database degli AS e/o Enterprise Server. Le postazioni operatore di configurazione, saranno personal computer che operano con il sistema operativo Microsoft Windows. Il software applicativo sarà in grado di comunicare con tutti gli AS che saranno dotati di grafica ad alta risoluzione a colori, allarmi, grafici di tendenza. Sarà configurabile dall'utente per tutta la raccolta dei dati e le funzioni di presentazione di essi. In questa configurazione client/server, eventuali modifiche o aggiunte apportate da una postazione operatore dovranno apparire automaticamente su tutte le altre postazioni operatore, in quanto le modifiche vengono effettuate nei database degli AS. Interfaccia Utente Il software per workstation BAS consentirà la creazione di una interfaccia browser per l'utente durante l'accesso in qualsiasi postazione di lavoro. Inoltre, sarà possibile creare aree di lavoro personalizzate che possono essere assegnati a gruppi di utenti. Questa interfaccia supporterà la creazione di "hot-spot" cosi che l'utente può collegarsi per visualizzare / modificare qualsiasi oggetto nel sistema o eseguire qualsiasi editor di oggetto o strumento di configurazione contenute nel software. Inoltre, questa interfaccia sarà in grado di essere configurata per diventare un utente "desktop PC". Quanto sopra consentirà ad un amministratore di sistema di impostare gli account workstation che non solo limitano le capacità degli utenti all'interno del software BAS, ma può anche limitare ciò che un utente può fare sul PC e / o LAN / WAN. Questo potrebbe essere utilizzato per garantire, ad esempio, che l'utente di una workstation di monitoraggio e allarme sia in grado di arrestare il visualizzatore allarme attivo e / o in grado di caricare software sul PC. Il software della postazione operatore userà una interfaccia in stile Windows Explorer per programmare, visualizzare e/o modificare qualsiasi oggetto (controllore, punto, allarme, rapporto, orario, ecc.), in tutto il sistema. Inoltre, questa interfaccia presenterà una "mappa di rete" di tutti i controllori ed i punti a loro associati, programmi, grafici, allarmi, e report in una struttura di facile comprensione. Tutti i nomi degli oggetti saranno alfanumerici ed utilizzeranno la lunghezza del filename convenzionale di Windows. L'interfaccia di configurazione comprenderà anche il supporto per i tipi di oggetti definiti dall'utente. Questi tipi di oggetto potranno essere utilizzati come elementi di base per la creazione del database del BAS. Essi sono creati per formare i tipici di base di oggetti all'interno del sistema di input, output, variabili stringa, valori di riferimento, ecc., gli algoritmi di allarme, oggetti di notifica di allarme, segnalazioni, display grafici, orari e programmi. Gruppi di tipici di oggetti definiti dall'utente potranno essere impostati come un aggregato predefinito di sottosistemi e sistemi. Sicurezza Utente Il software sarà progettato in modo che ogni utente possa avere un nome utente e una password univoci. Questa combinazione username/password sarà legata ad una serie di funzionalità all'interno del software, impostabile e modificabile solo da un amministratore di sistema. Le varie funzionalità dovranno comprendere dalla sola visualizzazione, alla tacitazione degli allarmi, attivare/disattivare e modificare i valori, programmare, ed amministrare. Il sistema deve consentire le funzionalità di cui sopra devono essere applicati in modo indipendente per ogni classe di oggetti nel sistema. Il sistema dovrà consentire un minimo di 256 utenti per ogni postazione operatore. Inoltre, il software dovrà consentire la possibilità di aggiungere/rimuovere gli utenti basati su Microsoft Windows domini di protezione che consentono al reparto IT del cliente per facilitare l'accesso degli utenti. Web Services Il sistema di supervisione previsto sarà in grado di utilizzare servizi web denominati web services, e di gestire quindi le informazioni sia come “serve”, sia come “Consume”. I Web services possono essere resi disponibili sia alle Automation Server, sia alle Workstation previste. I dati dei Web Services saranno gestiti in due modalità: In modalità “consume” all’interno del sistema di supervisione di Building Atumation, utilizzando protocollo web quali SOAP e REST. a) b) In modalità “serve” e “consume” da e verso altri sistemi quali Ecostruxure: StruxureWare per Data Center StruxureWare per monitoraggio elettrico Interfaccia uomo macchina L’interfaccia operatore garantirà una interazione immediata ed efficiente con le funzioni operative in caso di anomalia. Inoltre fornirà, attraverso icone e aree dinamiche dello schermo, tutte le informazioni necessarie al controllo degli impianti. Aree critiche (come icone per allarmi) sono visibili permanentemente. Un’area predefinita dello schermo fornisce i messaggi all’operatore ed è visibile costantemente. Saranno disponibili un insieme di visualizzazioni standard per la configurazione e la navigazione nel Sistema e quest’ultime saranno personalizzabili, per esempio, per la rappresentazione di processi specifici. L’interfaccia per l’operatore sarà interattiva e totalmente grafica. L’interfaccia per l’operatore è basata su finestre e impiega le convenzioni standard di Windows in modo da ridurre l’addestramento necessario per il personale. In modo particolare sono disponibili le icone delle barre degli strumenti standard ed i menu a tendina per tutte le visualizzazioni standard e personalizzate per consentire un facile accesso alla funzioni comuni. Tali funzione sono comunque disponibili tramite un insieme standard di tasti di funzione senza necessità di configurazione. Visualizzazione e controllo delle apparecchiature in campo La visualizzazione dello stato corrente delle apparecchiature in campo e la capacità di operare su di esse è assicurata attraverso pagine grafiche, completamente personalizzabili, in funzione della propria tipologia di impianto e del lay-out del complesso e degli impianti in esso presenti. Interfaccia utente intuitiva; i menù, le barre, le finestre e le funzioni possono essere completamente personalizzabili da ciascun utente. Grafica vettoriale, in modo che le videate siano scalabili e si adattano a display di qualsiasi formato. E’ possibile ingrandire e ridurre le immagini senza comprometterne la qualità su qualsiasi tipo di periferica. Saranno inoltre possibili: • Collegamenti delle immagini in chiave gerarchica • Visualizzazione simultanea di più pagine grafiche sullo schermo • Presentazione dinamica dei dati in tempo reale • Lettura e modifica dei parametri • Gestione di videate con parti grafiche animate • Lettura dati storicizzati in formato tabellare o grafico impostabile • Navigazione diretta nel database Trattamento degli allarmi All’identificazione di una situazione di allarme per un punto il sistema automaticamente eseguirà le seguenti azioni: • L’allarme, completo dell’ora, con la risoluzione del secondo successivo al rilievo, sarà registrato nel database degli Eventi con il Nome del Punto, il tipo di Allarme, la Priorità dell’Allarme, la Descrizione del Punto, il Valore e l’Unità di Misura. • • Il Valore del Punto sarà visualizzato in rosso nell’area dedicata agli allarmi Il Valore del Punto in allarme sarà visualizzato dinamicamente in rosso, se richiesto, su ogni visualizzazione standard o personalizzata da chi utilizzi il punto. • • • Sarà inserito l’allarme tra i Non Riconosciuti nel riepilogo allarmi presenti L’allarme acustico sarà attivato (se configurato). L’icona relativa alla gestione allarmi lampeggierà nella barra di menù della Workstation. Riconoscimento Allarme Il sistema fornisce un’efficiente procedura di riconoscimento dell’allarme, tale da garantire una tempestiva presa in carico dell’anomalia da parte dell’operatore. Il riconoscimento si può effettuare selezionando l’allarme nella zona di allarme del sistema e premendo il tasto del mouse in corrispondenza della stringa identificativa dell’allarme medesimo. Il riconoscimento è registrato nel database degli Eventi identificando l’operatore o la postazione che ha riconosciuto l’allarme. Se la condizione di allarme del punto dovesse cessare prima del riconoscimento da parte dell’operatore, l’allarme è evidenziato a video e rimanere nella lista fino a quando l’operatore non lo avrà specificatamente riconosciuto Segnalazione Allarmi Gli allarmi sono annunciati da: • Messaggio di allarme che appare su una linea dedicata all’allarme sull’interfaccia dell’operatore • • • • Messaggio di allarme che appare sul display del riepilogo degli allarmi Tono acustico (utilizzando l’altoparlante del PC o una scheda sonora) Messaggio di allarme stampato sulla stampante per gli allarmi L’annuncio dell’allarme si avvantaggerà della tecnologia multimediale fornendo realistici suoni di allarme (mediante files .wav). Registrazione Allarmi Gli allarmi, oltre ad essere stampati con stampante, sono registrati anche in un file di eventi per una ricerca successiva o per creare report di allarmi o per archiviazione su supporti esterni. Filtro su Allarmi Il Riepilogo Allarmi è in grado di filtrare gli allarmi presentati all’operatore. Il criterio di filtratura dovrà, come minimo, comprendere: • • • • Priorità Individuali Priorità Classificate Solo Allarmi Non Riconosciuti Solo Aree Individuali Informazioni Addizionali di Allarme Il sistema provvede al supporto di un messaggio addizionale da allegare all’allarme. Questo messaggio fornisce all’operatore informazioni aggiuntive sull’allarme ma non mette confusione nel riepilogo degli allarmi. Appare in un riepilogo separato per messaggi, contemporaneamente all’apparizione dell’allarme nel riepilogo allarmi. E’ possibile collegare, su richiesta, alla registrazione ed presentazione allarme l’apertura automatica della pagina grafica dinamica corrispondente al punto in allarme o stampare report dedicato riportante ad esempio dati tecnici degli organi controllati o procedure manutentive da eseguire. Programmazione Oraria Saranno possibili: • Programmazione oraria su base giornaliera, settimanale, annuale e festività • Numero di start-stop giornalieri impostabili • Salvataggio automatico delle modifiche apportate • Impostazione automatica dell'ora legale • Gestione automatica dell’anno bisestile • Sincronizzazione con l'orario di sistema Controllo impianto di illuminazione Saranno utilizzati componenti per il controllo dell’illuminazione basati su KNX L’illuminazione sarà controllata localmente e centralmente. Le logiche di accensione e spegnimento saranno predeterminate in base ad un programma orario o ad evento (es. azionamento di un pulsante, di un contatto, blackout rete ordinaria, ecc.). Possono essere impostati scenari di illuminazioni che vengono azionanti o attraverso i pulsanti collegati al bus. Nel dettaglio si prevede l’installazione di terminali di uscita a più canali digitali e terminali con uscite DALI, installati all’interno dei quadri di zona, con i quali verranno comandati sia i contatori di potenza dedicati ai vari circuiti di accensione e sia direttamente gli apparecchi con reattori DALI. Negli ambienti si prevede l’installazione di appositi dispositivi di interfaccia (ingressi digitali) dedicati al collegamento dei pulsanti di comando dell’illuminazione. Tutti i vari componenti in quadro ed in ambiente saranno collegati tramite cavo bus e verranno interfacciati al sistema generale BMS tramite apposito Gateway KNX/BACnet e KNX/DALI. Le funzionalità principali che il sistema potrà eseguire sono le seguenti: • Comando on/off dei vari circuiti di illuminazione da pulsanti in ambiente; • Comando on/off dei vari circuiti di illuminazione da postazione remota e/o touch pannel; • Comando on/off dei vari circuiti di illuminazione ad orari pre-impostati; • Accensione dell’illuminazione della zona in cui viene rilevata un’intrusione ad impianto attivato. In fase di programmazione dell’impianto dovranno essere concordate con la DL e la committenza l’esatta logica di funzionamento del sistema Prime indicazioni sulla gestione illuminazione e degli allarmi / impianti elettrici La gestione delle segnalazioni di stato, allarme ed i comandi dell’impianto di illuminazione dell’edificio verrà realizzata mediante un sotto-sistema del BMS, allo scopo costituito da moduli di ingresso per contatti puliti e moduli KNX/DALI per il controllo dell’illuminazione, bus KNX e bus DALI distribuiti. I contatti di segnalazione, allarme e i comandi, verranno rilevati dai vari quadri e dai componenti d’impianto quali gli UPS, il soccorritore, le centrali di rivelazione incendi, antintrusione, ecc., collegati ad appositi moduli in/out KNX. Gli apparecchi illuminanti con reattore DALI saranno collegati al bus DALI. Il comando dell’illuminazione, relativamente agli apparecchi con reattore DALI, sarà attuato mediante pulsanti connessi ai rispettivi moduli d’ingresso, distribuiti secondo necessità, e collegati al bus KNX. L’impianto di illuminazione dell’edificio dovrà essere gestito dal BMS nel modo seguente: • Corridoi vetrati: presenza di apparecchi illuminati con regolazione del flusso luminoso tipo DALI comandati da pulsanti interfacciati a bus KNX e ad orari/evento; la gestione dell’impianto nelle ore notturne (sempre accesso) prevede l’attenuazione del flusso; l’azionamento di un pulsante riporta il flusso luminoso al valore massimo; • Corridoi non vetrati e vani scale: funzionamento on/off degli apparecchi di illuminazione comandati da pulsante; ciascun circuito luce, nelle ore notturne, sarà sempre acceso e dimmerato ove presenti reattori DALI; • bagni e spogliatoi parti comuni: funzionamento on/off degli apparecchi di illuminazione con comando locale indipendente da sensore di presenza; per i WC e bagni si prevede un impianto dedicato e non collegato al sistema, con comando da sensore di presenza locale; • ambulatori, locali medici, ecc.: presenza di apparecchi illuminanti con regolazione del flusso luminoso DALI comandati da pulsante locale interfacciato al sistema; • sala formazione e relativa hall: apparecchi illuminanti con regolazione del flusso luminoso tipo DALI comandati da pulsanti locali interfacciati al sistema; • magazzini, locali tecnici, depositi, ecc.: accensione on/off degli apparecchi di illuminazione non interfacciata a sistema; • impianto di illuminazione esterna perimetrale e su piazzale d’ingresso principale: con accensione on/off degli apparecchi di illuminazione con gestione da programma astronomico e parzializzazione nelle ore notturne. Controllo impianti elettrici Il sottosistema di controllo e gestione degli impianti elettrici consentirà di realizzare le seguenti operazioni: • • • il telecontrollo degli stati dei principali componenti; il trattamento degli allarmi; la datazione e l’archiviazione degli eventi; La consistenza del sistema da controllare si desume dai documenti contrattuali e dagli schemi e tavole relativi agli impianti elettrici sia di fornitura dell’impiantista elettrico che meccanico. In particolare si prevede, nei vari quadri, l’installazione di moduli di acquisizione di punti elettrici con quali sarà possibile acquisire gli stati e/o scattati delle seguenti protezioni: • Stato generale sezione ordinaria; • Stato generale sezione continuità assoluta; • Scattato protezioni linee quadri di zona; • Scattato cumulativo protezioni circuiti di illuminazione; • Scattato cumulativo protezioni circuiti forza motrice ordinaria; • Scattato cumulativo protezioni circuiti forza motrice continuità assoluta; • Scattato protezioni centrali impianti speciali. Per i collegamenti si rimanda alle tavole grafiche allegate. Dalle pagine grafiche sopra descritte si evincerà lo stato dell’impianto con indicazione grafica di: • interruttore aperto; • interruttore chiuso; • allarme guasto (tramite colore identificativo). Controllo impianto audio Il sistema sarà in grado di gestire gli allarmi provenienti dall’impianto audio EVAC direttamente o tramite la centrale di rivelazione incendi. Controllo e regolazione impianto HVAC Si rimanda alla relazione impianti meccanici. Generalità per la protezione interna Le varie norme e la "Buona Tecnica" precisano, come protezione dalle sovratensioni, un' equipotenzialità sistematica di tutti i corpi metallici entranti nel volume da proteggere, sia di quelli passivi (p.es. le tubazioni dell'acqua e gas, schermatura di cavi, ecc.), che di quelli attivi (p.es. cavi elettrici di energia, telecomunicazione, ecc.) tramite scaricatori (chiamati dalle ultime norme CEI “SPD” – Surge Protective Device). Quest' equipotenzialità si compone da normali collegamenti equipotenziali, i più corti e rettilinei possibili, verso un punto centrale di riferimento tra SPD e impianto o apparecchio da proteggere: il nodo equipotenziale. Solo con le connessioni effettuate in questo modo si possono evitare alte cadute di tensione che possono provocare delle differenze di potenziale tra vari punti dell'impianto con i conseguenti danneggiamenti agli isolamenti. SPD interni Come evidenziato in precedenza la protezione da sovratensioni viene ottenuta mediante un’equipotenzialità di tutti i corpi metallici, integrando i conduttori attivi attraverso gli SPD. Un SPD è un dispositivo passivo che deve essere in grado di collegare, in caso di fulminazione, due potenziali normalmente isolati fra di loro (come p.es. l’alimentazione elettrica e la terra). Questo collegamento deve avvenire in tempi brevissimi (entro qualche nanosecondo) ed è l’unica soluzione per poter evitare danneggiamenti all’isolamento degli elementi da proteggere, visto che non può essere evitata la formazione del fulmine e conseguentemente il verificarsi di queste sovratensioni. Visto che un SPD ha sempre un funzionamento “bidirezionale”, esso realizza la protezione sia da sovratensioni entranti lungo i conduttori attivi che anche in arrivo dal collegamento a terra. Indicazioni generali per il dimensionamento degli SPD (scaricatori) in reti elettriche Per la protezione da guasti negli impianti è da prevedere, secondo la norma CEI 81-10/1 (CEI EN 62305-1) e la “Regola dell’Arte”, un sistema di SPD, che viene descritto nella norma CEI 81-10/4 (CEI EN 62305-4) come “Sistema coordinato di protezione interna”. Esso viene realizzato con scaricatori per corrente di fulmine (SPD Tipo 1) a monte dell’impianto, limitatori di sovratensione (SPD Tipo 2) nella distribuzione secondaria e protezioni finali (SPD Tipo 3) per i circuiti terminali. Questo tipo di installazione serve per poter scaricare a terra, a monte dell’impianto, correnti impulsive da scariche dirette (impulsi di corrente con forma d’onda 10/350 s), provenienti p.es. come correnti parziali di fulmine per l’accoppiamento dell’impianto di terra con il sistema di parafulmine esterno. Il secondo intervento consiste nella limitazione delle sovratensioni residue (impulsi con forma d’onda 8/20 s) a livello dei quadri di distribuzione in modo tale che le apparecchiature elettroniche non subiscano danneggiamenti. La protezione finale (SPD Tipo 3) è necessaria, se la linea elettrica tra quadro di distribuzione, anche se già protetto con SPD Tipo 2, e quadro terminale supera la lunghezza di ca. 15 m, perché a causa dell’induttanza del conduttore con lunghezza superiore, aumenta il rischio per eventuali ulteriori accoppiamenti di sovratensione e riflessioni di linea, che sono in grado di distruggere l’isolamento di apparecchiature terminali. SPD per linee di energia classe I per correnti da fulmine Scaricatore modulare combinato quadripolare per sistemi TN-S a 230/400 V composto da elemento di base e moduli di protezione ad innesto con contatto di telesegnalamento (contatto di scambio pulito) con le seguenti caratteristiche: Scaricatore Tipo 1 secondo CEI EN 61643-11 (CEI 37-8) Tecnologia spinterometro RADAX-Flow per limitazione di correnti susseguenti Sostituzione semplice del modulo di protezione senza attrezzi mediante sistema di bloccaggio modulo con tasto di sblocco Segnalazione di funzionamento/guasto mediante marcatura nella finestrella incapsulato, senza effluvio Tensione massima continuativa: 255 V ac Livello di protezione: <= 1,5 kV Corrente impulsiva di fulmine (10/350): 100 kA Estinzione corrente susseguente: 50 kAeff Selettività di disattivazione fino a 50 kAeff: verso fusibile da 20 A gL/gG Testato contro vibrazioni e urti secondo EN 60068-2 Vibrazioni sinusoidali: 5 g (11 Hz - 200 Hz) 4 g (200 Hz - 500 Hz) Vibrazioni random: 1,9 g (5 Hz - 500 Hz) Urto: 30 g Coordinamento energetico secondo CEI EN 62305-4 (CEI 81-10/4) verso scaricatore di tipo 2 e 3 della famiglia Red/Line, e direttamente all'apparecchio finale Apparecchio a incasso in serie secondo DIN 43880, 8 unità Morsetti passanti per tutti i collegamenti dei conduttori fino a 125 A Tipo DEHNventil TNS 255 FM SPD per linee di energia classe II per sovratensioni Scaricatore di sovratensione quadripolare per sistemi TN-S a 230/400 V con contatto di telesegnalamento (contatto di scambio pulito) con le seguenti caratteristiche: Scaricatore tipo 2 secondo CEI EN 61643-11 (CEI 37-8) Tecnologia a varistore ad alta efficienza elemento di base con moduli di protezione ad innesto Sostituzione semplice del modulo di protezione senza attrezzi mediante sistema di bloccaggio modulo con tasto di sblocco Tensione massima continuativa: protezione: 275 V ac Livello di <= 1,25 kV Corrente impulsiva nominale di scarica: 20 kA Resistenza a cortocircuiti: 50 kAeff Testato contro vibrazioni e urti secondo EN 60068-2 Vibrazioni sinusoidali: 5 g (11 Hz - 200 Hz) 4 g (200 Hz - 500 Hz) Vibrazioni random: 1,9 g (5 Hz - 500 Hz) Urto: 30 g Coordinamento energetico secondo CEI EN 62305-4 (CEI 81-10/4) con scaricatore tipo 1 e tipo 3 della famiglia Red/Line Dispositivo di controllo: Thermo-Dynamik-Control Segnalazione di funzionamento/guasto Codifica del modulo di protezione Morsetti plurifunzionali per collegamenti a conduttori e pettini Apparecchio a incasso in serie secondo DIN 43880, 4 unità Tipo DEHNguard TNS 275 FM SPD per linee di segnale Si dovranno prevedere opportuni sistemi di protezione dalle sovratensione per le linee di segnale presenti all’interno dell’edificio o entranti in esso. In particolare: Per le linee entranti nell’edificio di tipo telefoniche; per le linee telefoniche interne relative ai rack fonia dati della zona sale operatorie, per le linee impianto TV – Sat entranti nell’edificio; per le linee dell’impianto bus di supervisione o impianto videocitofonico entranti nell’edificio zona copertura e piano terra. Le apparecchiature da prevedere sono indicate nei paragrafi che seguono. LPS per linee telefoniche/dati Limitatore di sovratensione SPD quale protezione delle linee di segnale telefonico analogiche, ISDN o ADSL entranti nell'edificio, per edifici con LPS esterno, da porre sulle linee telefoniche in arrivo (la Ditta deve richiedere ed ottenere autorizzazione dal gestore della linea telefonica) o in uscita dalle borchie ADSL o ISDN, con le seguenti caratteristiche: cartuccia tipo modulare con apposita base con morsetto passante universale a 4 fili da guida DIN; Tensione nominale Uo 180V; Tensione max continuativa Uc 180V c.c. e 127V a.c.; Corrente nominale a 45 C IL= 0,75A Corrente max. continuativa Ic 1 A; Corrente massima impulsiva da fulmine (10/360) complessiva / per filo:10kA / 2,5kA; Corrente nominale di scarica (8/20) In= 20 kA; Livello di protezione con Iimp/In filo-filo Up < 270 V; Livello di protezione con Iimp/In filo-PG Up < 550 V; Classi scaricatore secondo CEI EN 61643-21 e EN 61000-4-5: tipo 1, P2; impedenza longitudinale per filo 1,8 ohm frequenza limite filo - PG 25 MHz; impedenza in serie per filo L 100 micro Henry; grado di protezione IP20; temperatura di funzionamento -40 C ... + 80 C. Compreso collegamenti a monte e a valle delle apparecchiature linee da proteggere e collegamento al collettore di terra. Da installare su guida DIN entro apposita cassetta di contenimento, rack o quadro elettrico. Tipo DEHN art.92300+920247 o 920300+920375 LPS per impianto TV-SAT Limitatore di sovratensione SPD quale protezione delle linee di segnale coassiali TV analogiche, digitali, canali di riserva LAN o da satellite entranti nell'edificio, per edifici con LPS esterno, da porre sulle linee in cavo coassiale dell'impianto TV - SAT, con le seguenti caratteristiche: Tensione max continuativa Uc 24V; Corrente nominale IL= 2A Corrente massima impulsiva da fulmine (10/360): 2,5kA; Corrente nominale di scarica (8/20) In= 10 kA; Livello di protezione con Iimp/In Up < 230 V; Livello di protezione con Iimp/In 1kV/micros Up < 60 V; Classi scaricatore secondo CEI EN 61643-21 e EN 61000-4-5: combinato tipo 1+3, P1; campo di frequenza: dc, 5-2400 MHz; attenuazione tipica da 5-862 Mhz: 1,7dB attenuazione tipica da 862-2400 Mhz: 1,9dB resistenza d'onda Z: 75 ohm grado di protezione IP30; temperatura di funzionamento -20 C ... + 55 C; con connettori di collegamento tipo F per montaggio a parete o su guida DIN. Compreso collegamenti a monte e a valle delle apparecchiature linee da proteggere e collegamento al collettore di terra. Da instalalre su guda DIN entro apposita cassetta di contenimento, rack o quadro elettrico. Tipo DEHN tipo DEHNgate GFF TV LPS per impianto dati categoria 6 Fornitura e posa in opera di limitatore di sovratensione SPD combinato quale protezione delle linee di segnale a 4 fili per rete ethernet categoria 5 - 6 per linee entranti o uscienti dall'edificio, per edifici con LPS esterno, da porre sulle linee in ingresso con le seguenti caratteristiche: blocco di protezione per corrente da fulmine a 10 ingressi con le seguenti caratteristiche: stricia di sezioanmento e di innesto scaricatori con apposita base da guida DIN; Tensione nominale Uo 180V; Tensione max continuativa Uc 180V c.c. e 127V a.c.; Corrente nominale IL= 0,4°; Corrente massima impulsiva da fulmine (10/360) complessiva / per filo: 5kA / 2,5kA; Corrente nominale di scarica (8/20) complessiva / per filo In= 10/5 kA; Livello di protezione con Iimp/In filo-filo Up < 500 V; Livello di protezione con Iimp/In filo-PG Up < 500 V; Classi scaricatore secondo CEI EN 61643-21 e EN 61000-4-5: tipo 1, P1; grado di protezione IP10; temperatura di funzionamento -40 C ... + 80 C. blocco di protezione per sovratensione costituito da telaio di messa a terra e di innesto scaricatori con apposita base per innesto su stricia scaricatori di corrente da fumnine di cui sopra con n.10 cartucce di protezione con le seguenti caratteristiche: Tensione nominale Uo 24V; Tensione max continuativa Uc 28V c.c. e 19,5V a.c.; Corrente nominale IL= 0,4A Corrente massima impulsiva da fulmine (10/360) complessiva / per filo: 5kA / 2,5kA; Corrente nominale di scarica (8/20) complessiva / per filo In= 10/5 kA; Livello di protezione con Iimp/In filo-PG Up < 500 V; Livello di protezione con Iimp/In filo - filo con 1kV/micros Up < 46 V; Classi scaricatore secondo CEI EN 61643-21 e EN 61000-4-5: tipo 3, P1; impedenza longitudinale per filo 4,7 Ohm grado di protezione IP20; temperatura di funzionamento -40 C ... + 80 C. Compreso di collegamenti a monte e a valle delle apparecchiature linee da proteggere e collegamento al collettore di terra. Da installare su guida DIN entro apposita cassetta di contenimento, rack o quadro elettrico. Tipo DEHN tipo DEHNpatch M CAT6 RJ45 S) LPS per rete di segnale bus Limitatore di sovratensione SPD quale protezione delle linee di segnale a 2 fili per linee BUS entranti o uscienti dall'edificio, per edifici con LPS esterno, da porre sulle linee in ingresso con le seguenti caratteristiche: cartuccia tipo modulare da guida DIN; Tensione nominale Uo 24V; Tensione max continuativa Uc 33V c.c. e 23V a.c.; Corrente nominale a 45 C IL= 0,75 A Corrente massima impulsiva da fulmine (10/360) complessiva / per filo: 10kA / 2,5kA; Corrente nominale di scarica (8/20) In= 20 kA; Livello di protezione con Iimp/In filo-filo Up < 102 V; Livello di protezione con Iimp/In filo-PG Up < 66 V; Classi scaricatore secondo CEI EN 61643-21 e EN 61000-4-5: tipo 1, P1; impedenza longitudinale per filo 1,8 ohm frequenza limite filo - PG 6,8MHz; grado di protezione IP20; temperatura di funzionamento -40 C ... + 80 C. Compreso collegamenti a monte e a valle delle apparecchiature linee da proteggere e collegamento al collettore di terra. Da installare su guida DIN entro apposita cassetta di contenimento, rack o quadro elettrico. Tipo DEHN tipo BT24.