2002 periodico di informazione tecnica per l’elettrotecnica e l'elettronica Anno 2 - n° 2 - maggio 2002 Poste Italiane Tariffa Pagata P.D.I. - Aut. nr. DC/DC1/TO/PDI/0294/2002 valido dal 02-01-2002 n questo numero 3 Norma CEI EN 60439-2 per condotti sbarre 5 Protezione dalle sovratensioni 7 Gli sganciatori elettronici in B.T. 10 Il riscaldamento nei quadri elettrici 14 Tecnologie moderne per l'edificio d'epoca 16 ISO 9000 Vision 2000 20 Librio e Kaedra: sinergia ad alta tecnologia 21 Scatole di derivazione e industriali... 22 Softstarter LH4-N e Altistart 48, Altivar Tool, G125 23 Infra+ progress, Misura digitale, Sicurezza macchine 24 Voltimum il portale dell'installazione elettrica Building a New Electric World 2 e d i t o r i a l e Professione Installatore: dare sempre di più Forte dei consensi acquisiti, Schneider Electric propone il secondo numero di questa pubblicazione in una veste ancora più ampia e completa. Per fornire il migliore servizio a tutti gli installatori e per contribuire alla loro valorizzazione professionale. E siamo al “due”. Il primo numero di “Professione Installatore” è stato accolto con ampi consensi e gradite manifestazioni di fiducia, per le quali ringraziamo tutti i lettori, che ci premiano per l’impegno confermando gli obiettivi del progetto: realizzare un utile e qualificato strumento di lavoro per gli operatori del settore; grande soddisfazione, uno stimolo in più che ci induce a dare sempre il meglio. Se l’impostazione di partenza è stata quella di fornire un panorama completo di tutto quanto fa parte della distribuzione elettrica e dell’automazione industriale nel pianeta Schneider Electric, l’esito con cui è stata accolta la pubblicazione inaugurale ci spinge a rispondere nella maniera sempre più completa, dettagliata e puntuale alle esigenze dei lettori. Infatti, di fronte ad un’offerta sempre più vasta e specializzata, per avere il quadro complessivo ed allo stesso tempo particolareggiato dei progetti esistenti sul mercato, è fondamentale un elevato livello di conoscenza e di aggiornamento professionale. La capacità di saper cogliere le esigenze dei lettori è stata sicuramente la chiave del successo di “Professione Installatore”: chiarezza di contenuti accompagnata alla completezza delle informazioni. In questo modo, crediamo di proseguire un rapporto duraturo e privilegiato con chi ci segue, lavora con i nostri prodotti e ora, si può aggiornare attraverso questo periodico. Direttore responsabile: Gianna Boetti Sistemi di installazione e Prese e spine industriali 2001 Il catalogo che raggruppa tutte le soluzioni Merlin Gerin per realizzare le installazioni elettriche in assoluta sicurezza: tubi, guaine, scatole di derivazione ed industriali, centralini e quadri modulari, prese e spine industriali e quadri di distribuzione stagni. Cod. LEESCAB260AI Panorama di scelta apparecchiature modulari per la protezione dei circuiti e differenziale Suddiviso in 4 zone secondo le caratteristiche dei prodotti (interruttori automatici per uso domestico e similare, interruttori automatici per uso industriale, interruttori e apparecchiature per la protezione differenziale, ausiliari e accessori) è possibile individuare in tempi rapidissimi il codice di interesse. Cod. LEESCAB250BI Catalogo/panorama Compact, Masterpact, Interpact Propone i dati fondamentali di tutti gli apparecchi delle gamme d’interruttori scatolati Compact NS e aperti Masterpact NT/NW, nonché dei sezionatori Interpact INS. Permette una visione d’insieme anche in termini d’accessori e sganciatori. Tutte le voci sono riportate in italiano, inglese e francese. Cod. LEESDPB340AI Per questo, già la seconda uscita di “Professione Installatore” si amplia in numero di pagine e di contenuti. periodico di informazione tecnica per l’elettrotecnica e l’elettronica Tariffa pagata P.D.I. Aut. nr. DC/DC1/TO/PDI0294/2002 valido dal 02/01/2002 Autorizzazione del Tribunale di Torino n. 5509 del 9/5/2001 iblioteca Panorama di scelta apparecchiature modulari di controllo e comando Per semplificare la scelta delle apparecchiature di controllo e comando: suddiviso in 5 zone secondo la tipologia di prodotto (protezione apparecchi utilizzatori, telecomando, programmazione e regolazione, comando e segnalazione, misura) consente l’individuazione rapida del codice di interesse. Cod. LEESCAB219BI L’intenzione è di presentare ancora maggiori informazioni sui prodotti, sulle novità e sulle più recenti tecnologie ed approfondire le iniziative e le problematiche rilevanti per gli addetti ai lavori, che, avendo a disposizione uno strumento di consultazione così aggiornato, possono svolgere con la massima serenità e competenza la propria attività. In redazione: Luca Bruna Gabriele Colombo Silvano Compagnoni Roberto Conterio Marco Facchinetti Paolo Fiore Matteo Frassetto Giorgio Furlanetto Alessandro Marina Walter Nova Stefano Pani Alberto Siani Vincenzo Velardi Pierangelo Vismara Fiorella Zoia b Redazione: Via Colleoni 7 20041 Agrate Brianza (MI) Tel. 039.655.81.11 Fax 039.634.31.99 Progetto grafico: Creativa s.r.l. Via Tiziano, 8 - 10126 Torino Stampa: Garabello arte grafica srl Via Domodossola, 29 S. Mauro (To) Prodotti e soluzioni per l’installatore elettrico 2002 Uno strumento di lavoro che permetta all’installatore elettrico di: avere una visione dei principali prodotti e soluzioni che Schneider Electric rende disponibili per la sua professione; effettuare una ricerca rapida dei prodotti e dei relativi prezzi secondo un criterio logico d’utilizzo e d’applicazione; verificare le possibilità di sinergie e integrazioni delle diverse offerte. Cod. LEESLPS080DI Sistema apparecchiature modulari 2001 Il catalogo dell’offerta di apparecchiature modulari Multi 9, dove è possibile trovare la giusta soluzione per ogni esigenza applicativa. Cod. LEESCAB200DI Guida al Sistema Bassa Tensione È il complemento ai cataloghi di bassa tensione per aiutare il progettista e l’utilizzatore di reti elettriche a scegliere le apparecchiature più adatte all’impianto. La guida presenta, con tabelle esemplificative, i problemi che si pongono in fase di installazione Cod. LEESGTB120CI Contenitori universali SAREL Il catalogo presenta un’ampia gamma di cassette, armadi, pulpiti e apparecchi per il condizionamento, utilizzabili in ambienti di automazione industriale e di distribuzione elettrica. Tra le novità, la nuova serie di cassette in lamiera 58000, le cassette e armadi per il cablaggio strutturato. Cod. CAB630AI 3 t ec nica e norme Condotti sbarre la n o r ma C E I E N 6 0 4 3 9 -2 I condotti sbarre sono utilizzati non solo per l’alimentazione e la distribuzione dell’energia in edifici residenziali, commerciali, pubblici, agricoli ed industriali ma possono anche essere utilizzati per alimentare sistemi d’illuminazione. La nuova Norma CEI EN 60439-2 è stata modificata in maniera significativa e di seguito si riporta una sintesi delle novità: • Le unità di derivazione dei condotti sbarre possono essere apparecchiature parzialmente soggette a prove di tipo (ANS). Esse possono contenere componenti come dispositivi di protezione (come fusibili, interruttore-fusibile, interruttori automatici, interruttori differenziali, ecc,), apparati elettronici per comunicazione o per comando a distanza, contattori, prese a spina ed altri dispositivi di connessione come connettori precablati, morsetti a vite o senza vite, ecc... • Valori di resistenza, reattanza e impedenza del sistema Il costruttore deve dichiarare, oltre ai valori di resistenza, reattanza ed impedenza in condizioni ordinarie (a 20°C), anche i valori dell’impedenza dell’anello di guasto in modo da consentire al progettista di calcolare le correnti di corto circuito e di guasto in ogni punto dell’impianto elettrico che comprende anche un condotto sbarre. Per calcolare le correnti di guasto la norma consente di usare uno dei seguenti metodi: a) metodo delle componenti simmetriche (con riferimento alla IEC 909): b) metodo delle impedenze Questi valori vanno dichiarati sui documenti del costruttore (cataloghi, istruzioni, manuali, ecc.) • Condizioni di servizio Poiché un condotto sbarre può essere usato in differenti condizioni di posa (ad esempio i conduttori possono essere messi in maniera verticale oppure orizzontale) , il costruttore deve stabilire il corrispondente coefficiente di posa (K2) che serve per determinare la corrente ammissibile del sistema. I Condotti Sbarre Canalis Un impianto elettrico, oltre alla sicurezza deve fornire affidabilità, semplicità nell’installazione nonché flessibilità di impiego per l’utilizzatore finale. L’utilizzo dei condotto sbarre prefabbricati, al posto del sistema di distribuzione tradizionale in cavi, consente di soddisfare tutti i bisogni del mercato per assicurare il Trasporto o la Distribuzione di energia elettrica negli edifici, nelle applicazioni industriali, del terziario, e nelle infrastrutture. Schneider Electric, costruttore di condotti sbarre Canalis ha sviluppato una serie di prodotti versatili, aventi come caratteristiche fondamentali la facilità di montaggio e di impiego, il tutto mantenendo elevato il grado di sicurezza dell’impianto. In particolari applicazioni il rischio di un incendio deve essere ridotto il più possibile in modo che il pubblico possa evacuare in tutta sicurezza, che i danni ai beni siano ridotti e che il funzionamento dei sistemi di sicurezza installati negli edifici sia sempre efficace. Un aspetto importante, per la riduzione del rischio contro l’incendio, consiste nel buon comportamento dei materiali isolanti al fuoco ed i Condotti Sbarre Canalis, realizzati in conformità con la nuova Norma IEC 60439-2, assicurano ottime prestazioni al fuoco, fino ad oggi considerato solo per i cavi. • Comportamento al fuoco ❶ Resistenza dei materiali al calore anormale Le norme che trattano l’aspetto del comportamento al fuoco sono molteplici e soprattutto sono rivolte alle soluzioni in cavo; ora la nuova norma CEI EN 60439-2 integra le prescrizioni per il comportamento al fuoco anche per i condotti sbarre prefabbricati. Qui a lato si riportano le principali prescrizioni della norma per quanto riguarda il comportamento al fuoco. I materiali isolanti che entrano nella composizione dei condotti devono effettuare la prova, denominata “del filo incandescente” in conformità alla norma IEC 60695.2.1”. La prova deve essere effettuata su un campione al quale viene applicato il filo incandescente per un tempo di 30 secondi. Il risultato è positivo quando nessuna fiamma visibile o alcun prolungamento d’incandescenza appare sul campione 30 secondi dopo la rimozione del filo e quando questo non ha provocato né l’accensione, né la bruciatura di una tavola posta a contatto durante la prova. Legenda: a,b larghezza e lunghezza dell’apertura del pavimento in prova ❷ Non propagazione dell’incendio c Spessore del pavimento in prova d Lunghezza della parte sottoposta all’incendio e Sistemazione delle termocoppie nella parte non esposta all’incendio h Lunghezza del lato esposto del condotto sbarre H Lunghezza di tutto il condotto sbarre in prova Nel caso in cui un condotto sbarre è sottoposto al fuoco, si verifica il suo comportamento realizzando una prova che si avvicina maggiormente alle condizioni reali di un incendio. La prova, effettuata secondo la norma IEC 60332-3, consiste nel sottoporre uno spezzone di condotto di almeno 3 m alla fiamma di un bruciatore e l’esito della prova è soddisfacente se la parte carbonizzata o bruciata per effetto della fiamma non raggiunge un’altezza superiore a 2,5 metri dall’estremità della bruciatura. ❸ Segregazione dell’incendio Fig. 1 Pavimento di prova per la verifica alla penetrazione del fuoco in barriere tagliafuoco dell’edificio (ISO 834) I condotti sbarre vanno sottoposti alle prove descritte dall’ISO 834, (vedi Fig 1) verificando la loro capacità di tenuta alle fiamme ed ai gas ed alla penetrazione del fuoco di un barriera tagliafuoco per una durata minima di 2 ore. Le condizioni di prova della parete sono richiamate nella norma in appendice M. 4 t ec nica e n o rme • Prova di riscaldamento Oltre alle unità rettilinee di condotto sbarre, la prova di sovratemperatura deve essere effettuata su ciascuna taglia di unità di derivazione, prevista per essere collegata al condotto sbarre. Per questa prova l’unità di derivazione deve essere caricata alla sua corrente nominale con il condotto sbarre alimentato. L’unità di derivazione in prova deve essere posizionata centralmente al condotto e vanno registrate le sovratemperature dei conduttori e dell’involucro dell’unità di derivazione che devono essere conformi alla tabella 2 della CEI EN 60439-1. Le sovratemperature dei componenti incorporati nell’unità di derivazione (esempio: dispositivi di protezione, apparecchiature elettroniche, ecc.) devono essere conformi alle rispettive norme. La norma dei condotti sbarre è stata modificata per rendere i prodotti conformi alla regola dell’arte e idonei all’utilizzo anche in determinate applicazioni di rischio d’incendio dove condotti sbarre assicurano ottime prestazioni nel comportamento al fuoco che fino ad ora erano stati attribuiti solo ai cavi. n ovità normative Le guide CEI per gli impianti elettrici utilizzatori Le guide del CEI per gli impianti elettrici utilizzatori. Gli impianti elettrici si progettano seguendo le indicazioni della normativa tecnica CEI 64-8 e restano il riferimento di base per qualsiasi attività progettuale, di installazione o di manutenzione degli impianti. Pertanto, le guide sono un valido aiuto nella interpretazione ed attuazione delle norme tecniche. Le Guide CEI finora pubblicate. La Guida CEI 64-50 fornisce le informazioni di carattere generale relative alla realizzazione degli impianti elettrici utilizzatori, degli impianti ausiliari e degli impianti telefonici negli edifici destinati ad uso residenziale e terziario, con particolare riferimento alla loro integrazione nella parte edile ed alla loro coesistenza con gli altri impianti tecnici. Le informazioni aggiuntive per i vari tipi di edifici, sono fornite da specifiche Guide: • La guida CEI 64-14 “Per le verifiche degli impianti elettrici utilizzatori” • La Guida CEI 64-17 Relativa agli impianti elettrici nei cantieri edili • La Guida CEI 64-51 “Guida all’esecuzione degli impianti nei centri commerciali” • La Guida CEI 64-52 “Guida alla esecuzione degli impianti negli edifici scolastici” La Guida CEI 64-53 Per gli edifici ad uso prevalentemente residenziale Lo scopo di questa Guida è quello di completare le informazioni contenute nella Guida CEI 64-50 e di fornire informazioni relative alla realizzazione degli impianti elettrici utilizzatori, degli impianti ausiliari e degli impianti telefonici negli edifici ad uso prevalentemente residenziale. La Guida riporta le dotazioni consigliate per tipi diversi di appartamenti. Guida CEI 64-54 per l’esecuzione di impianti elettrici nei locali di pubblico spettacolo La Guida fornisce le informazioni relative alla realizzazione degli impianti elettrici utilizzatori, degli impianti ausiliari e degli impianti telefonici nei luoghi di pubblico spettacolo e d’intrattenimento. Di seguito abbiamo messo a confronto differenti soluzioni con i condotti sbarre e con i cavi in funzione delle rispettive prestazioni all’incendio e da questo si evince come i condotti sbarre, provati con la nuova norma CEI EN 60439-2 reggono bene il confronto anche con i migliori tipi di cavi Cavo Pirelli Tipo:H05V-K, H07RN-F Resistenza alla fiamma Non propagazione della fiamma Non propagazione dell’incendio Ridotta emissione di gas tossici e corrosivi Ridottissima emissione di fumi opachi e assenza di gas tossici e di gas corrosivi Resistenza al fuoco per circuiti che richiedono i max requisiti di sicurezza ■ Proprietà verificata Cavo Pirelli Tipo: FROR, N07V-K, N1VV-K Condotto Sbarre Canalis Tipo KT Cavo Pirelli Tipo: FG10(O)M1 Guida CEI 64-55 per l’esecuzione di impianti elettrici nelle strutture alberghiere La Guida riguarda le strutture alberghiere definite dal DM del Ministero dell’interno del 9 aprile 1994 e rappresenta un valido strumento per committenti, progettisti ed installatori che operano nel settore alberghiero aiutandoli nella scelta della tipologia degli impianti. 5 a p p l i c a z i o n i Protezioni d a l l e s ovra ten sio n i Nella progettazione di un impianto elettrico si dedica particolare attenzione alla scelta delle protezioni elettriche al fine di garantire un’adeguata “Sicurezza alle cose e alle persone”. Tuttavia, si è ormai consolidata nella sensibilità del progettista la scelta del corretto interruttore automatico per la protezione dalle sovracorrenti e dei dispositivi di protezione contro i contatti elettrici diretti e indiretti, oggi rimane troppo spesso disattesa la necessità di porre l’adeguata cura al problema delle sovratensioni Infatti, sovente si assiste a danni all’impianto stesso, alla struttura che lo ospita ed anche alle apparecchiature che esso alimenta per fenomeni di sovratensione quali: Sovratensioni dovute a scariche atmosferiche: sono provocate da fulmini che colpiscono direttamente la struttura contenente l’impianto, da fulmini che cadono sul terreno in prossimità della struttura, o da fulmini a terra che colpiscono la linea elettrica che alimenta l’impianto o strutture vicine. Tali scariche provocano onde di correnti di dispersione di ampiezza elevata (da qualche kA a qualche decina di kA) e di durata da qualche decina di ms a qualche centinaio di ms. Sovratensioni di manovra: sono provocate dall’apertura e chiusura di circuiti capacitivi o induttivi, dall’interruzione di correnti di cortocircuito. Tali sovratensioni hanno frequenze da 1 kHz a 100 kHz e ampiezza inferiore alle sovratensioni atmosferiche. Sovratensioni a frequenza industriale: sono provocate dalla rottura del neutro con conseguente squilibrio delle tensioni di fase, dall’intervento di scaricatori su linee MT con conseguente innalzamento del potenziale di terra dell’installazione (e quindi delle masse collegate), da guasti MT/BT in cabina, o guasti d’isolamento in reti IT. Leggi dello Stato e Norme Tecniche mettono in luce la necessità di adottare adeguate protezioni: il DPR 547/55 sulla prevenzione sugli infortuni del Lavoro, in particolare, all’art. 286 afferma: “Gli impianti elettrici devono, in quanto necessario ai fini della sicurezza ed in quanto tecnicamente possibile, essere provvisti di idonei dispositivi di protezione contro gli effetti delle scariche atmosferiche”. Per garantire la protezione dalle sovratensioni dovute alle scariche atmosferiche, si forniscono qui alcuni spunti sulle caratteristiche, sulla scelta e sull’utilizzo dei limitatori di sovratensioni (SPD, Surge Protective Device) conformi alla norma IEC 61643-1, di recente recepimento CENELEC. In particolare, si fa riferimento alla recente Guida CEI 81-8 Prima edizione 2002 (Guida d’Applicazione all’Utilizzo di Limitatori di Sovratensioni sugli Impianti Elettrici Utilizzatori di Bassa Tensione). La Guida CEI 81-8 definisce inizialmente una configurazione di riferimento dell’impianto BT all’interno di una struttura (edificio di civile abitazione, edificio industriale, o manufatti o contenitori metallici di apparecchiature remote) nella quale si trovano lato utente elementi quali il quadro elettrico principale (Q), eventuali prese elettriche (P), gli utilizzatori generici (U) e le apparecchiature elettroniche (A), con differenti categorie d’installazione. La Guida CEI 81-8 riprende i tipi di danni causati dai fulmini (Tipo 1: perdita di vite umane; Tipo 2: perdita inaccettabile di servizi pubblici essenziali; Tipo 3: perdita di un patrimonio culturale insostituibile; Tipo 4: perdite economiche), il rischio tollerabile in funzione del tipo di danno e il rischio considerato R. La valutazione del rischio Ra deriva dall’applicazione della Norma CEI 81-4 prima edizione (protezione delle strutture contro i fulmini-valutazione del rischio dovuto al fulmine). Secondo tale Norma, il rischio viene identificato dalle componenti di rischio in funzione del tipo di danno; il rischio associato all’impianto BT è identificato dalle componenti di rischio A, C, D, G e M. O P O: origine dell’installazione U Q A Wh P Installazione: Categoria IV (6 KV) Installazione: Categoria III (4 KV) Installazione: Installazione: Categoria II (2.5 KV) Categoria I (1.5 KV) Componente di rischio Definizione A Incendi all’interno della struttura per fulminazione diretta della struttura C Incendi all’interno della struttura per fulminazione diretta della linea elettrica D Sovratensioni sugli impianti interni ed esterni della struttura per fulminazione diretta della struttura (tale componente è composta di due parti: una dovuta all’accoppiamento resistivo e l’altra all’accoppiamento induttivo causati dalla corrente del fulmine che colpisce la struttura) G Sovratensioni sugli impianti interni della struttura per fulminazione indiretta della linea elettrica M Sovratensioni sugli impianti interni della struttura per fulmini a terra in prossimità della struttura Identificati rischio considerato e rischio tollerabile, tra le misure di protezione previste dalla Norma CEI 81-4, per ogni componente di rischio associata alla linea elettrica, è indicato l’utilizzo di SPD all’arrivo della linea e all’ingresso delle apparecchiature interne. L’efficacia degli SPD è misurata dal fattore di riduzione, così indicato dalla Norma CEI 81-4: • k3: è il fattore di riduzione di SPD vicino alle apparecchiature interne, attribuibile agli SPD di Classe di Prova I, II o III in quanto installati vicino alle apparecchiature da proteggere o nei quadri di distribuzione secondari o intermedi. • k5: è il fattore di riduzione di SPD all’arrivo linea, attribuibile agli SPD di Classe di Prova I e II in quanto installabili all’origine dell’impianto BT; La Norma CEI 81-4 attribuisce agli SPD, se adeguatamente scelti e correttamente installati, il valore del fattore di riduzione (del rischio considerato) k3 = k5 = 0.01. Tale fattore riduce la probabilità “p” che un fulmine possa causare danni, p è la probabilità relativa alla struttura non protetta; si ha infatti P = k x p, ove la probabilità P è quella relativa alle varie componenti di rischio. La Norma CEI 81-4 non indica come scegliere, installare e dimensionare gli SPD. La Guida CEI 81-8, per il momento solo italiana, fornisce indicazioni per scegliere ed installare correttamente gli SPD sull’impianto BT. Gli SPD devono essere conformi ai requisiti della norma di prodotto IEC 61643-1. 6 a p p l i c a z i o n i Nella tabella sottostante è evidenziata la correlazione fra la Classe di prova, i criteri di scelta, la funzione svolta e i parametri di scelta degli SPD. Classe di prova Criteri di scelta Classe I • Ingressi di linee di alimentazione delle strutture dotate di LPS esterno (impianto di parafulmine). • Sui quadri elettrici secondari, delle stesse strutture di cui sopra, collegati attraverso i PE direttamente all’LPS esterno (calate, dispersori). • Linee aeree entranti nelle strutture con tratto interrato minore di 150 m. • Sulle strutture senza LPS esterno sulle quali è stato necessario ridurre le componenti di rischio A – D – C previste dalla Norma CEI 81-4. Classe II Classe III Funzione svolta Parametro di scelta Scarica la corrente del fulmine Iimp (10/350 (µs) [kA] • Ingresso di linee di alimentazione delle strutture senza LPS esterno nel quadro principale di distribuzione. • Nei quadri secondari quando la distanza dal quadro principale è maggiore della distanza di protezione. • Nei quadri delle strutture senza LPS esterno sulle quali è stato necessario ridurre le componenti di rischio D – M – G previste dalla Norma CEI 81-4. Elimina le sovratensioni generate dal fulmine deviando la corrente In (8/20 (µs) [kA] • In prossimità delle utenze finali, nelle prese fisse o mobili multiple, o nei quadri intermedi. Protegge gli apparecchi dalle sovratensioni Uoc (1,2/50 (µs) [kV] In particolare le caratteristiche degli SPD di Classe I e II, generalmente i più utilizzati nei quadri di BT, sono: • Corrente a impulso Iimp: è il valore di picco della corrente che circola nel SPD e che ha una forma d’onda 10/350 µs. Tale è utilizzata per classificare spd nella classe di Prova I. • Corrente nominale di scarica In: è il valore di picco della corrente che circola nell’SPD e che ha una forma d’onda 8/20 µs. La corrente nominale di scarica viene utilizzata per classificare l’SPD nella Classe di Prova II. Il valore di In del SPD di Classe di Prova II, all’origine dell’impianto, deve essere maggiore o uguale a 10 kA per attribuire al fattore di riduzione k5 il valore 0.01 definito dalla Norma CEI 81-4. • Livello di protezione Up: è il valore di tensione che caratterizza il comportamento dell’SPD nel limitare la tensione tra i suoi terminali e che è scelto da una serie di valori preferenziali. • Tensione massima continuativa Uc: è il massimo valore della tensione efficace o continua che può essere applicata permanentemente all’SPD, equivale alla sua tensione nominale. All’interno di un impianto BT, spesso vengono inseriti due o più SPD in cascata ad una certa distanza “d”; tali SPD interagiscono inevitabilmente tra di loro. L’obiettivo del coordinamento degli SPD è di assicurare che non sia superata la corrente nominale di scarica In e/o la corrente ad impulso Iimp (è il valore di picco della corrente che circola nell’SPD e che ha una forma d’onda 10/350 (µs; la corrente ad impulso viene utilizzata per classificare l’SPD nella Classe di Prova I) d’ogni SPD. Il coordinamento di due SPD collegati in parallelo (SPD1 e SPD2), separati da un elemento di disaccoppiamento, rappresentabile da un’induttanza installata ad hoc oppure dall’induttanza dei conduttori della linea elettrica, è conseguito se, per5 ogni livello e forma d’onda di corrente impulsiva da considerare, l’energia dissipata attraverso l’SPD2 è inferiore o uguale alla sua massima energia sopportabile. È evidente che due SPD, aventi lo stesso livello di protezione e lo stesso valore della In o Iimp, sono coordinati indipendentemente dal valore dell’elemento di disaccoppiamento. Nell’effettuare il coordinamento occorre considerare tutti i fattori che influenzano la ripartizione delle correnti tra i due SPD della corrente Imax1 o Iimp1 all’origine dell’impianto BT, in particolare: • la distanza “d” tra i due SPD: più aumenta d più diminuisce la corrente I2, cioè più aumenta l’impedenza del collegamento tra i due SPD più il secondo SPD è indipendente dal primo; • il livello di protezione, Up2, del secondo SPD2: più il livello di protezione Up2 è piccolo rispetto al livello di protezione Up1 del primo SPD più aumenta la corrente I2, cioè più diminuisce il rapporto Up2/Up1 più aumenta la distanza necessaria per coordinare i due SPD; • la corrente nominale di scarica, In2, o la corrente ad impulso, Iimp2, del secondo SPD2: più In2 o Iimp2 è piccola rispetto alla corrente nominale di scarica In1 o alla corrente ad impulso Iimp1 del primo SPD più aumenta la distanza necessaria al coordinamento. Il coordinamento tra due SPD può essere ottenuto seguendo diversi approcci, quali: la scelta di SPD abbinati derivanti da coordinamenti già verificati dal costruttore, la simulazione all’elaboratore della ripartizione della corrente nei diversi SPD installati sull’impianto BT, l’esecuzione di prove di laboratorio per verificare la ripartizione della corrente nei diversi SPD installati sull’impianto BT, l’utilizzo di tabelle di coordinamento che indicano l’induttanza di disaccoppiamento fra due SPD installati in parallelo (in pratica la distanza minima tra i due SPD), in funzione della corrente nominale di scarica (In) oppure della corrente ad impulso (Iimp) e dei loro livelli di protezione. La Guida CEI 81-8 evidenzia che il primo approccio visto sia da preferirsi per l’utilizzatore, in quanto il costruttore degli SPD ha già determinato le condizioni necessarie per conseguire il coordinamento dei due SPD abbinati. n ovità normative Guida d’applicazione all’utilizzo di limitatori di sovratensioni sugli impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione Negli impianti elettrici alimentati in bassa tensione (BT) le conseguenze delle interruzioni di servizio della rete BT, per danneggiamento della rete elettrica o delle apparecchiature ad essa collegate, sono inferiori rispetto a quelle che si hanno sulle reti AT o MT. In alcune situazioni impiantistiche, il livello di tenuta alle sovratensioni delle apparecchiature, previsto dalle norme, non è adeguato al rischio tollerabile dall’utilizzatore. In questi casi il rischio può essere ridotto con l’installazione sull’impianto elettrico BT di limitatori di sovratensioni (SPD). Inoltre, gli impianti elettrici in bassa tensione (BT) possono innescare incendi, quando la fulminazione diretta della struttura e/o della linea elettrica BT causa scariche pericolose tra la linea elettrica e gli elementi metallici della struttura e/o dell’eventuale LPS della struttura. In questo caso si può ridurre il rischio d’incendio con l’installazione sull’impianto elettrico BT d’adeguati SPD. L’impianto elettrico utilizzatore, definito come la parte d’impianto che si estende nella struttura a partire dal punto di consegna del gestore della linea BT è l’oggetto della guida. Questa Guida fornisce le indicazioni per valutare, con riferimento alle Norme CEI 81-1 e 81-4, la necessità dell’impiego di SPD, per effettuare la scelta, l’installazione e il dimensionamento degli SPD, per coordinare gli SPD installati sull’impianto elettrico BT tra loro e gli SPD e i dispositivi di protezione contro la sovracorrente. L’Appendice A illustra come utilizzare questa Guida. Vengono inoltre presentati i criteri che permettono di scegliere ed installare i limitatori di sovratensioni (SPD, Surge Protective Device) per proteggere l’impianto elettrico utilizzatore di bassa tensione (BT), e le apparecchiature ad esso collegate dalle scariche pericolose e dalle sovratensioni e sovracorrenti impulsive che possono essere presenti sull’impianto elettrico BT. Il CEI pubblica contemporaneamente il “Software per la scelta di limitatori di sovratensione negli impianti in bassa tensione” SURGE, utilissimo per la corretta applicazione della Norma CEI 81-4 (Prima edizione – 1996): “ Protezione delle strutture contro i fulmini – Valutazione del rischio dovuto al fulmine” e della nuova Guida CEI 81-8, citata precedentemente. 7 t e c n o i m p i a n t i Gli sganciatori elettronici in Bassa Tensione: p e c u l ia rit à e va n tagg i L’interruttore è l’elemento principale di protezione preposto a salvaguardia della sicurezza dell’impianto elettrico. Possiamo considerarlo composto da due parti distinte che agiscono “in collaborazione”: il blocco di interruzione e lo sganciatore. Il blocco di interruzione è la parte percorsa dalla corrente dell’impianto e contiene il meccanismo che realizza fisicamente l’interruzione della corrente anche in caso di corto circuito (camere d’arco, contatto mobile, contatto fisso, molle di chiusura, ecc…). Lo sganciatore invece ha lo scopo di monitorare la corrente che percorre l’interruttore, comandandone l’apertura quando la corrente supera i valori limite fissati tramite le regolazioni per sovraccarico e il corto circuito. L’interruzione di una corrente pari alla corrente nominale (In) dell’apparecchio o a qualche suo multiplo non è un problema (lo fanno anche i sezionatori…), viceversa per interrompere correnti molto più elevate (corto circuito) sganciatore e blocco interruzione devono agire in perfetta sinergia affinché l’apparecchio non subisca danni a causa delle forti sollecitazioni provocate dall’arco elettrico, che raggiunge temperature estremamente elevate. In Bassa Tensione lo sganciatore “tradizionale” è di tipo magnetotermico e comanda lo sgancio dell’interruttore mediante attuatori meccanici (grazie ad un sistema a solenoide magnetico in caso di corto circuito e ad un sistema a lamina bimetallica ad effetto termico in caso di sovraccarico). Gli sganciatori elettronici invece sono costituiti da trasformatori amperometrici che comunicano alla scheda elettronica il valore delle correnti in gioco; se la corrente nell’impianto supera le soglie prefissate, la logica integrata nella scheda comanda lo sgancio dell’interruttore attraverso una bobina (diversa dalla bobina di sgancio “di servizio”). A fronte di un costo maggiore rispetto allo sganciatore magnetotermico, quello elettronico offre però molteplici vantaggi: • regolazioni più flessibili e più precise • disponibilità di protezioni e funzionalità aggiuntive • migliore comportamento termico (minore sensibilità nei confronti della temperatura e minore dissipazione per effetto Joule). Regolazioni più flessibili e più precise La funzionalità più importante dell’interruttore è la protezione della parte di impianto “affidatagli” (quella a valle dei suoi morsetti), ed è qui che gli sganciatori elettronici offrono i maggiori vantaggi: regolazioni più ampie e precise, per una protezione più flessibile e sicura. Un tipico sganciatore magnetotermico permette regolazioni tra 0,7In e In per il sovraccarico, tra 5In e 10In per il corto circuito; uno sganciatore elettronico tra 0,4In e In per il sovraccarico, tra 1,5In e 10In per il corto circuito. Gli sganciatori elettronici permettono inoltre di modificare il tempo di intervento per sovraccarico e, per interruttori di classe B (quelli con Icw>5kA), anche il tempo di intervento per corto circuito; normalmente gli sganciatori magnetotermici invece non permettono la regolazione dei tempi di intervento. a genda 10-12 maggio MEDIEL - Napoli 17-19 ottobre ELETTRO - Firenze Salone internazionale dell’elettronica, elettrotecnica ed illuminotecnica Mostra di apparecchiature e materiale elettrico, elettrotecnico, elettronico, illuminotecnico 04-05 giugno CABLING - Roma c/o Sheraton Hotel 24-28 ottobre SMAU - Milano Esposizioni, contenuti, new media per la società digitale 8 t e c n o i m p i a n t i L’offerta Schneider Electric Schneider Electric, con la gamma di interruttori scatolati Compact NS, è stata la prima ad offrire lo sganciatore elettronico, anche sui calibri di base (100/250A), nella stessa dimensione del magnetotermico; Compact NS è ancora oggi l’unica gamma sul mercato che permette di montare gli sganciatori elettronici indifferentemente su tutti gli interruttori che la compongono, senza dover ricor- La maggiore ampiezza dei campi di regolazione è un vantaggio molto importante: permette di avere maggiore flessibilità d’utilizzo ottenendo comunque una protezione ottimale delle condutture (cavi /sbarre) e delle utenze. Disponibilità di protezioni e funzionalità aggiuntive Gli sganciatori elettronici più completi integrano ulteriori protezioni e funzionalità aggiuntive molto importanti per la gestione dell’impianto e per la semplificazione della realizzazione del quadro elettrico. Tali funzioni fanno crescere ulteriormente il gap tra le protezioni elettroniche e quelle magnetotermiche standard. In termini di funzionalità aggiuntive, si rilevano le seguenti peculiarità: - possibilità di visualizzare la corrente dell’impianto, e quindi di evitare l’installazione di amperometri con i relativi TA e cablaggi accessori che spesso sono fonte di errore e comunque “appesantiscono” la realizzazione del quadro; - possibilità di avere un’indicazione visibile che discrimina la causa dell’intervento dell’interruttore (sovraccarico, corto circuito, guasto a terra): l’utente è quindi in grado di capire se può semplicemente riarmare l’interruttore (sovraccarico) o se deve prima individuare ed eliminare la causa dello sgancio (corto circuito). - possibilità di memorizzare la massima corrente che ha percorso l’interruttore: in caso di corto circuito si può valutare lo sforzo meccanico che hanno dovuto sopportare i supporti dei cavi e delle sbarre e decidere se è il caso di controllare la loro tenuta prima di riarmare l’interruttore; - possibilità di comunicare a distanza ad un sistema di supervisione il valore delle correnti rilevate e il valore delle regolazioni impostate: questo permette di centralizzare le informazioni per avere sotto controllo tutto l’impianto da parte di un unico operatore. rere a versioni dedicate. I Compact NS 160/250 offrono lo sganciatore magnetotermico TMD e lo sganciatore elettronico STR22 (mutuamente intercambiabili): l’STR22 in pratica è l’equivalente del TMD come protezioni espletate, con però tutti i vantaggi propri dell’elettronica (la maggior flessibilità e precisione delle regolazioni, la minore sensibilità termica e la minore dissipazione per effetto Joule). A partire dalla taglia 400A i Compact NS offrono solo sganciatori elettronici proprio per i loro innegabili vantaggi: STR23 e STR53 per i Compact NS 400/630, Micrologic e Micrologic A per i Compact NS 630b/1600 e per i Compact NS 2000/3200. STR53 e Micrologic A offrono già, in standard o in opzione, molte delle funzioni aggiuntive permesse dagli sganciatori elettronici: temporizzazioni, funzione “I2t on/off”, amperometro, protezione di terra, indicazione della causa di guasto, ecc. Nel caso sia necessario utilizzare queste funzioni a protezione di utenze particolari che hanno bassi assorbimenti di corrente, è possibile utilizzare il Compact NS 400 nella versione con TA da 150A: si possono proteggere carichi con corrente nominale fino a 63A e sfruttare tutte le potenzialità dell’STR53. Con gli interruttori aperti Masterpact NT/NW anche la dotazione di protezioni fa un salto in avanti: il Micrologic A diventa lo standard ed è poi possibile passare alle versioni P e H, che hanno un insieme di funzioni ancora più ampio. L’interruttore aperto normalmente è posto a protezione di tutto l’impianto BT, quindi ha una grave “responsabilità”: eventuali sue carenze in termini di protezione o sganci intempestivi si ripercuoterebbero sull’intero impianto. 9 Migliore comportamento termico (minore sensibilità nei confronti della temperatura ambiente e minore dissipazione per effetto Joule) Gli sganciatori magnetotermici intervengono per sovraccarico sfruttando il riscaldamento della lamina bimetallica che viene percorsa dalla corrente di carico: la soglia e il tempo di intervento sono quindi influenzati dalla temperatura ambiente: infatti al crescere della temperatura l’intervento per sovraccarico avviene per valori di corrente via via più bassi. L’intervento degli sganciatori elettronici invece non dipende dalla temperatura poiché si basa su algoritmi elaborati dal microprocessore: le soglie di intervento si mantengono inalterate. Tale caratteristica è un’ulteriore garanzia di sicurezza per le utenze protette. La dissipazione per effetto Joule costituisce un altro punto a favore dello sganciatore elettronico: il magnetotermico è percorso dalla corrente di carico per il suo principio stesso di funzionamento e a causa delle resistenze interne, contribuisce ad aumentare la dissipazione dell’interruttore; l’ elettronico invece non è percorso da corrente e dunque nel complesso l’insieme interruttore-sganciatore elettronico ha una dissipazione inferiore. Ciò è molto evidente soprattutto sugli scatolati dotati di sganciatore di piccolo calibro: un Compact NS160 con sganciatore TMD da 40A dissipa 4,6W/polo, lo stesso interruttore con STR22SE da 40A dissipa 1,1W/polo. La potenza dissipata in un quadro in cui ci siano diversi scatolati di piccola taglia diminuisce quindi sensibilmente nel caso si scelgano sganciatori elettronici. Conclusioni Tutte queste considerazioni permettono di capire i molteplici vantaggi dello sganciatore elettronico rispetto a quello magnetotermico. Le funzionalità disponibili sugli sganciatori elettronici sono via via più ricche al crescere della taglia dell’interruttore su cui vanno montati: tutte queste funzionalità hanno un costo e il valore dell’interruttore deve essere commisurato al valore delle apparecchiature da proteggere. Al crescere della taglia dell’interruttore cresce anche la porzione di impianto protetta direttamente: il costo delle funzionalità aggiuntive (protezione di terra, selettività logica, indicazione del tipo di guasto, ecc…) è motivato dal maggior valore globale delle utenze protette e ripagato dal raggiungimento di una maggiore continuità di servizio. Normalmente gli sganciatori più completi sono quelli che equipaggiano gli interruttori aperti, che proteggono l’intero impianto BT: devono offrire una protezione rigorosa ed essere assolutamente esenti da sganci intempestivi. In definitiva, i vantaggi dell’ elettronica sono evidenti, ma, volta per volta, bisogna fare un’analisi tecnico-economica per scegliere il tipo di sganciatore più adatto alla protezione dell’impianto, che in concreto significa ottenere la sicurezza delle persone che vi lavorano e la salvaguardia delle utenze e dei componenti attivi dell’impianto stesso (sbarre/cavi), garantendo al contempo la massima continuità di servizio. p ianeta Schneider Per r ispondere alle esigenze di disponibilità dei prodotti più performanti delle apparecchiature Compact e Masterpact, Schneider Electric ha formato i tecnici di alcuni rivenditori, rendendo così autonomi i rivenditori stessi, alla gestione di apparecchiature, il cui contenuto tecnologico richiedeva, fino ad oggi, il montaggio e il collaudo diretto del personale di Schneider Electric. Questo servizio è stato denominato con un nome e un marchio ben preciso, che permetterà a tutti i professionisti del settore di ricercare, richiedere e ottenere tali apparecchiature, nei tempi di approvvigionamento dei normali prodotti di flusso. Schneider Electric si è sempre dimostrata attenta alla realizzazione dei prodotti, secondo una “logica distributiva”. L’esempio più evidente è rappresentato dagli interruttori scatolati Compact NS, il sistema a blocchi componibili, una gamma che da 8 anni è il punto di riferimento per il mercato e che ancora oggi differenzia Schneider Electric rispetto agli altri costruttori di apparecchiature scatolate. In particolar modo il progetto riguarda i sistemi di protezione dei circuiti affidati agli sganciatori elettronici, per offrire a tutti e nei giusti tempi, i vantaggi che la protezione elettronica comporta. Inoltre, rientrano nel progetto, anche i componenti necessari alla realizzazione di commutazioni di rete, manuali o automatiche, in modo che attraverso la loro gestione presso il magazzino dei rivenditori, siano immediatamente reperibili. Infine Schneider Electric ha previsto anche un primo livello di “accessoriamento locale”, relativamente ai prodotti di forte potenza, vale a dire i Compact NS630b-3200 e Masterpact NT-NW: · gli attacchi di collegamento ai sistemi di sbarre, · la parte fissa delle versioni estraibili, · gli accessori e gli ausiliari elettrici delle apparecchiature (contatti, bobine, ecc.) Questi rivenditori sono da oggi autonomi anche nella gestione delle modifiche e degli interventi sui quadri elettrici o sugli impianti in cui sono installate le apparecchiature sopra descritte, riducendo sensibilmente i tempi che fino ad oggi invece occorrevano per interventi spesso di semplice esecuzione. Per realizzare il progetto top Assembling, Schneider Electric si è impegnata con i propri rivenditori a fornire in via continuativa: · la formazione del personale tecnico, · l’assistenza nella realizzazione di un’area montaggi presso i loro spazi, · le istruzioni di montaggio di tutti i prodotti coinvolti, · l’assistenza tecnica e gli aggiornamenti periodici relativa ai prodotti stessi, · visite ispettive, atte a mantenere al massimo il livello di qualità inerente alle operazioni da eseguire da parte dei rivenditori. Ricercate e richiedete il marchio top Assembling direttamente al personale Schneider Electric. 10 t ec nica e n o rme Il fenomeno del riscaldamento n e i q ua d ri ele ttric i Le esigenze dell’utente del quadro elettrico, oggi, sono mutate profondamente. In particolare è nata la richiesta e la conseguente diffusione di un prodotto “quadro industrializzato” che risponda meglio agli accresciuti bisogni di sicurezza, che sia sempre più affidabile, che funzioni senza discontinuità e che possa rapidamente essere messo in funzione dopo un guasto. Il quadro, che è un componente dell’impianto elettrico tra i più delicati ed essenziali, deve essere progettato, costruito e verificato sempre secondo le regole della buona tecnica, ovvero, nella maggior parte dei casi, secondo le norme applicabili; diverse sono le tipologie di “quadro elettrico” alle quali ci si riferisce per la progettazione, la costruzione e la verifica nei differenti campi di applicazione, verso cui la normativa tecnica e l’offerta dei costruttori si indirizza. Si offre qui una breve panoramica di risoluzione del problema termico, uno dei temi più critici e non sempre facilmente risolvibili relativi ai quadri elettrici. I problemi termici di un quadro La conoscenza del comportamento termico è importante soprattutto per le seguenti ragioni: • utilizzo e diffusione di quadri realizzati in materiale isolante, in generale di modesta efficacia nella dissipazione del calore verso l’esterno; • evoluzione tecnologica degli apparecchi, con componentistica elettronica e dimensioni sempre più ridotte; • applicazione in esercizio di coefficienti di contemporaneità sempre più elevati e conseguente riempimento termico elevato dei quadri. Cause, effetti e soluzioni La temperatura che un apparecchio elettrico raggiunge in condizioni di regime dipende principalmente da due fattori: • riscaldamento per effetto Joule (P = R x I2), dovuto al passaggio della corrente attraverso la sua resistenza; • temperatura ambiente. Fig. 2 Prove quadro Fig. 1 Modello Termico del quadro Le prescrizioni per gli apparecchi elettrici sono contenute nelle relative norme di prodotto, che definiscono le sovratemperature massime ammissibili (rispetto alla temperatura ambiente media, considerata pari a 35°C per gli usi industriali) per la sicurezza delle persone e per il corretto funzionamento degli apparecchi stessi, in particolare per: • la scatola e gli organi di manovra; • i terminali. Tutto ciò è verificato dal costruttore dei singoli apparecchi mediante l’effettuazione di prove di tipo (in area libera); l’installazione dei prodotti in quadro comporta per essi altre cause di riscaldamento (e quindi di sovratemperatura), dovute a condizioni di utilizzo molto variabili. Fig. 1 Oltre all’obiettivo primario di sicurezza per le persone e i beni, occorre raggiungere altri due obiettivi importanti: • disponibilità dell’impianto (nessun funzionamento intempestivo o “non funzionamento”); • mantenimento della durata di vita dei componenti. Gli strumenti utilizzabili a questo scopo sono essenzialmente: • l’esperienza del costruttore; • le prove eseguite sui quadri in esecuzione ripetitiva (industrializzazione del prodotto) Fig. 2 • l’utilizzazione di metodi matematici per determinare, in funzione delle caratteristiche dell’involucro, la coppia corrente/temperatura per ognuna delle sorgenti di calore a partire dalla loro posizione e dalla temperatura dell’aria che le circonda o, in alternativa, e come soluzione di ragionevole e sufficiente approssimazione, i valori di temperatura media all’interno del quadro in uno o più punti significativi. 11 Le norme prese in considerazione Vengono prese qui in considerazione le norme europee armonizzate CENELEC della serie CEI EN 60439 (con esempi per la Parte 1 “Regole Generali”) e la norma CEI 23-51 per i quadri per uso domestico e similare, applicabili ai fini della “Direttiva Bassa Tensione (73/23/CEE)” e della “Direttiva Compatibilità Elettromagnetica (89/336/CEE)”; inoltre si ricorda la Norma Europea CEI EN 50298: “Involucri destinati alle apparecchiature a bassa tensione. Regole generali per gli involucri vuoti”. La Norma CEI EN 60439-1 – Il Sistema Funzionale Prisma La prova del tipo di verifica del riscaldamento non è sempre obbligatoria, ma è necessario in ogni caso verificare che il quadro non superi i limiti di sovratemperatura ammissibili; va stabilito quali siano i metodi e con quali vincoli e limiti sia consentito verificare il quadro senza effettuare prove di laboratorio. Ecco la definizione presente nella Norma: Par. 2.1.1.1: Apparecchiatura di protezione e manovra conforme ad un tipo o ad un sistema costruttivo prestabilito senza scostamenti tali da modificarne in modo determinante le prestazioni rispetto all’apparecchiatura tipo provata secondo quanto prescritto nella presente Norma. Note: 1 - ... omissis ... 2 - Per varie ragioni, per esempio di trasporto o di produzione, alcune fasi del montaggio possono essere eseguite al di fuori dell’officina del costruttore della AS. Tale apparecchiatura è considerata come apparecchiatura di serie, purché il montaggio venga effettuato secondo le istruzioni del costruttore, in maniera tale che sia assicurata la conformità del tipo o “sistema stabilito” con la presente Norma, ivi inclusa l’esecuzione delle prove individuali previste. Si è riportata la definizione di Apparecchiatura di Serie (AS) data nella Norma CEI EN 60439-1 per meglio sottolineare il fatto che il Sistema Funzionale PRISMA rientri nella definizione di AS riportata nella norma: infatti coincide con un “sistema costruttivo prestabilito”, progettato, realizzato e provato dallo stesso costruttore. Sulla base di questa prerogativa, il costruttore ha effettuato tutte le prove di tipo previste dalla norma, su un numero e su una tipologia di prototipi, tali da rappresentare in maniera significativa le configurazioni dei quadri elettrici (cassette e armadi), ottenibili effettuando le scelte di struttura, carpenteria, accessoristica etc. proposte all’interno del catalogo, installando all’interno dei quadri stessi apparecchi e componenti del sistema Bassa Tensione Merlin Gerin (interruttori modulari Multi9, interruttori scatolati COMPACT, interruttori aperti MASTERPACT, etc.). I quadri elettrici Prisma e il loro contenuto sopra descritto sono, a tutti gli effetti il “sistema costruttivo prestabilito AS” prima definito e non necessitano di ulteriori verifiche ai fini del rispetto delle prescrizioni normative, fatta eccezione per le prove individuali che sono a carico del quadrista responsabile del prodotto finito. L’assemblatore del quadro ha però la responsabilità del prodotto finito, soprattutto, per ciò che riguarda i suoi aspetti funzionali e di sicurezza. Risulta quindi opportuno e conveniente fare delle verifiche (anche solo in fase di progettazione termica del quadro) per garantirsi e garantire la conformità del quadro di prototipi verificati da Merlin Gerin. Il vantaggio dell’utilizzo del SW consiste nel fatto che, in automatico e durante la costruzione del fronte quadro, esso guida alla scelta e alla realizzazione di un quadro verificato dal punto di vista termico basandosi sulle numerose prove di tipo eseguite sulle diverse configurazioni di quadri e cassette (Fig. 4 pag. 12). b) CEI 17-43 Il metodo stabilito dalla pubblicazione CEI 17-43 calcola la sovratemperatura dell’aria all’interno del quadro a metà altezza e all’estremità superiore come differenza tra la temperatura calcolata all’interno (in base ai dati di progetto del quadro) e la temperatura ambiente esterna al quadro. Se si dispone di una prova su un prototipo, il risultato del calcolo permette di giudicare per confronto diretto se l’esemplare al quale si è applicato il calcolo è conforme. In assenza di un prototipo di riferimento, il calcolo diventa più complicato e, in ogni caso, meno significativo. La Norma CEI 23-51 – I piccoli quadri di distribuzione e i quadri per prese a) I piccoli quadri di distribuzione. La norma stabilisce le prescrizioni per la realizzazione e il montaggio del quadro e copre le applicazioni civili più comuni che vanno dai centralini di appartamento, con In < 32 A monofase, fino ai quadri alimentati da sistemi trifase con corrente del dispositivo di protezione in entrata non superiore a 125 A. In Italia, per questi quadri, la norma CEI 23-51 rappresenta la regola dell’arte ed ha valore uguale alle norme della famiglia CEI EN 60439; con la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (G.U.R.I. n. 170 del 23.07.97) la norma può essere usata ai fini della “Direttiva Bassa Tensione” e risponde ai requisiti essenziali di sicurezza per la marcatura CE. E’ destinata all’assemblatore del quadro, che coincide generalmente con l’installatore. Le verifiche sono assimilabili a prove individuali: devono essere eseguite su ogni esemplare. Al contrario le prove per gli involucri, assimilabili a prove di tipo, sono di competenza del costruttore dell’involucro e devono essere effettuate secondo la norma CEI 23-49. La caratteristica del quadro conforme alla CEI 23-51 che richiede una verifica coordinata è quella della sovratemperatura, per la quale: Questi i metodi di calcolo ed estrapolazione, validi per la verifica dell’apparecchiatura: • verifica termica mediante l’utilizzo del SW “Exteem 3.0” • utilizzo della Pubblicazione CEI 17-43 I risultati ottenuti dalla verifica effettuata utilizzando uno dei due metodi devono successivamente essere riportati al prototipo di riferimento adeguato, per conoscere i dati utili ad apportare le azioni correttive opportune per realizzare un quadro conforme alla Norma CEI EN 60439-1 Fig. 3 a) Exteem® 3.0 La nuova versione del SW di preventivazione Schneider contiene la procedura di calcolo per la verifica termica dei quadri elettrici, basata sugli stessi principi del precedente Prisma Watt, ovvero mediante estensione dei risultati ottenuti sul prototipo, verificando che la potenza dissipata dagli apparecchi e dai conduttori sia minore o al massimo uguale a quella dissipata all’interno del prototipo durante l’effettuazione della prova di tipo, nelle condizioni più gravose di esercizio; in pratica: • se Wr < Wt il quadro è conforme, • se Wr > Wt il quadro è da verificare. dove: Wr = potenza dissipata all’interno del quadro da realizzare; Wt = potenza dissipata all’interno del prototipo di riferimento. Fig. 3 Norma CEI EN 60439-1 12 t ec nica e n o rme • il costruttore dell’involucro fornisce il valore della potenza massima dissipabile dall’involucro senza che le varie parti superino i limiti di sovratemperatura ammessi dalla norma CEI 23-49; • l’assemblatore del quadro deve verificare che la potenza dissipata dai componenti calcolata secondo le indicazioni della norma CEI 23-51 non superi il limite fornito dal costruttore dell’involucro. Ogni quadro deve essere fornito di propria targa, che può essere posta anche dietro la portella e su cui devono essere riportate le caratteristiche indicate dalla norma; la targa può essere metallica, in plastica o autoadesiva, purché sia leggibile ed indelebile. b) I quadri per prese. Il costruttore di un quadro AS, secondo la norma, deve eseguire tutte le prove di tipo previste e, come per il Sistema Funzionale Prisma (conforme alla CEI EN 60439-1), anche per la gamma di quadri prese l’installatore dovrebbe comporre correttamente il quadro adatto, e poi verificarlo secondo tutte le prescrizioni normative. In particolare, per la prova di riscaldamento la norma CEI EN 60439-3 (che, in questo caso, sarebbe la parte della Norma applicabile per quadri da installare in luoghi dove personale “non addestrato” ha accesso al loro utilizzo) richiede che il quadro sia percorso dalla propria corrente nominale, tenendo in considerazione i valori del fattore di contemporaneità per i circuiti di uscita, e che, al termine della prova condotta in laboratorio, le parti del quadro non abbiano superato i valori di sovratemperatura prescritti nella Tabella 3 della Norma e che gli apparecchi funzionino in modo soddisfacente. Per facilitare il lavoro dell’installatore, anche in questo caso il costruttore degli involucri viene incontro a questa esigenza, provando tutte le caratteristiche dell’involucro secondo la Norma CEI 23-49, dichiarandone quindi anche la potenza massima dissipabile; a questo punto, la verifica termica del quadro da parte dell’installatore può essere effettuata in maniera semplice ed immediata in accordo con la procedura di calcolo prescritta dalla Norma CEI 23-51. Se nella verifica termica il quadro da realizzare non risultasse conforme, si do- Fig. 4 Esempio estratto di stampa dal software eXteem® 3.0 “Verifica Termica” vranno eventualmente modificare i dati di progetto prendendo in considerazione altre ipotesi come: • cambiare la configurazione del contenitore (utilizzandone uno più grande); • un apparecchio può realizzare la protezione di più prese, con la stessa corrente nominale delle prese; • declassare la corrente nominale degli apparecchi di protezione. c) eXteem® 3.0. Anche il calcolo previsto dalla norma CEI 23-51 è contenuto all’interno del software “eXteem® 3.0” e consente quindi la verifica termica della gamma di quadri per uso domestico e similare e di quadri per prese, realizzati utilizzando involucri ed apparecchi Merlin Gerin Fig. 4 La Norma CEI EN 50298 – Involucri vuoti (I quadri universali SAREL) E’ di recente pubblicazione la norma europea CEI EN 50298 (CEI 17-71) “Involucri destinati alle apparecchiature a bassa tensione. Regole generali per gli involucri vuoti”; questa norma si applica ad involucri da utilizzare per la realizzazione di quadri conformi alla norma CEI EN 60439-1 e può essere utilizzata anche come base per altri Comitati Tecnici (ad esempio, CT44 “Equipaggiamento elettrico delle macchine”). 13 il software per la preventivazione eXteem® è il nuovo applicativo software che Schneider Electric rende disponibile per la sua clientela, come supporto per la preventivazione tecnica e commerciale di impianti di distribuzione elettrica MT-BT. Anche la gestione economica è semplificata dalla possibilità di applicare alle singole apparecchiature, all’impianto e al quadro elettrico, differenti sconti su acquisto e su vendita. L’interfaccia grafica è del tipo “Gestione Risorse” di Windows, e assicura un facile utilizzo di tutti i vari menù. Come tutti i supporti Schneider Electric, eXteem® può essere richiesto direttamente presso i Rivenditori o all’Organizzazione Commerciale Schneider. Cod. LEES SWB 160 BI Con eXteem® è possibile realizzare preventivi attraverso database specifici di prodotti gestibili singolarmente o attraverso la definizione completa dell’installazione. Il database comprende la gamma completa dei prodotti Schneider Electric disponendo di collegamenti al catalogo e listino elettronico, con aggiornamenti tramite Internet. eXteem® assicurata inoltre la massima modularità nella gestione tecnica dell’offerta consentendo la composizione di quadri elettrici attraverso scelte guidate che escludono immediatamente le opzioni incompatibili e fornendo in automatico la verifica termica dei quadri realizzati secondo le norme CEI EN 60439-1e CEI 23-51. La norma si applica agli involucri vuoti, prima che l’apparecchiatura sia installata al loro interno, e nello stato in cui questi sono consegnati dal fornitore; la conformità alle prescrizioni di sicurezza della norma di prodotto applicabile è responsabilità del costruttore finale del quadro. Questa norma inoltre richiede che il costruttore dell’involucro fornisca informazioni specifiche relative al potere di dissipazione termica della superficie effettiva di raffreddamento, al fine di dare all’utilizzatore dati corretti per la scelta del materiale elettrico da installare; la temperatura dell’aria all’interno dello “spazio protetto” (spazio interno o parte di spazio interno dell’involucro, specificato dal costruttore, destinato al montaggio dell’apparecchiatura e per il quale è garantita la protezione dell’involucro) è ottenuta ipotizzando una distribuzione uniforme della potenza dissipata all’interno dell’involucro. Conclusione La conoscenza termica dei quadri elettrici è un obiettivo fondamentale. Le norme che riguardano gli involucri ed i componenti precisano i limiti termici che non devono essere superati; i costruttori devono svolgere il ruolo di “architetto termico” del progetto degli involucri e dei quadri, mettendo a disposizione degli utilizzatori l’esperienza e le informazioni in proprio possesso derivanti dalla conoscenza dei materiali, dei fenomeni termici e dalle tecnologie consolidate per la soluzione dei differenti problemi. La norma specifica anche che i dati relativi al comportamento termico dovranno essere presentati secondo un metodo di calcolo appropriato (Tra gli esempi, cita la CEI 17-43 Pubblicazione IEC 60890 e, in Europa, HD 528 S1:1989) Fig. 4 Il costruttore ha però la possibilità di utilizzare criteri o metodi di calcolo differenti, correlati ai fenomeni fisici di distribuzione e dissipazione del calore, e fornisce all’utilizzatore gli strumenti per dimensionare correttamente il quadro dal punto di vista termico; in particolare, Schneider ha sviluppato un metodo di calcolo per la determinazione del regime termico di un quadro elettrico e la successiva individuazione del sistema di condizionamento termico (raffreddamento e/o riscaldamento del quadro), che meglio risolva i problemi di esercizio del quadro soddisfacendo ai requisiti tecnici e ottimizzando anche i costi d’installazione. I limiti essenziali di questo metodo risiedono nel fatto che: • si applica bene ad involucri non compartimentati di tipo armadio, cassette e, quindi, non ad applicazioni di quadri di potenza fortemente segregati, dove la localizzazione delle sorgenti di calore e gli scambi tra le diverse zone influenzano molto il riscaldamento; • in ogni caso, non tiene conto della posizione delle sorgenti di calore, spesso non ripartite in modo uniforme. In particolare, il metodo trova applicazione su una gamma di involucri per la realizzazione di quadri “universali” (bordo macchina, automazione,...), per i quali le norme di prodotto applicabili (CEI EN 60439-1, CEI EN 60204-1,...) non sempre definiscono con chiarezza le modalità di verifica termica e, comunque, non forniscono elementi ulteriori di prescrizione Fig. 5 Fig 5 Involucro “Quadro Universale” 14 i nsta lla t ori a l l avoro Tecnologie moderne p e r l ’ ed ific io d ’ep o c a Strutture d’epoca e moderne tecnologie, insieme, per risultati eccellenti. Ad unire la ricerca più avanzata con le opere del passato, l’edificio milanese, situato in zona Fiera, oggi sede della Banca AKROS S.p.A. - Gruppo BPM e della S.p.A. Egidio Galbani, costruito negli anni ’20 e rimasto inutilizzato per molto tempo, è diventato oggi un classico esempio di recupero edilizio, in cui lavori quasi d’inizio secolo si affiancano alle più recenti innovazioni nel campo della realizzazione degli impianti elettrici e tecnologici. L’attività d’installazione è stata affidata dalla proprietà, la società Hines uno dei maggiori operatori immobiliari a livello mondiale, alla Landi Impianti Tecnologici S.p.A., di Ciserano, in provincia di Bergamo, che, grazie alla sua flessibilità, è in grado di adattarsi rapidamente alle richieste del mercato. L’ingegnere Alfredo Ravasio, direttore tecnico della Landi S.p.A. ci presenta i tratti salienti dell’azienda e le specifiche caratteristiche dei lavori eseguiti a Milano. Ingegner Ravasio, come avete impostato la Vostra attività nell’edificio di Milano? “Nel caso dell’edificio di Milano, abbiamo lavorato in base ad un progetto che la proprietà aveva commissionato allo Studio Tekne di Milano, realizzato quando ancora non si sapeva chi fossero gli affittuari dei locali. Questo ha comportato da parte del nostro ufficio tecnico, una volta definite le esigenze delle aziende che avrebbero occupato l’edificio, un intervento d’adeguamento degli impianti, concordato con lo studio di progettazione, per soddisfare le specifiche richieste nate nel frattempo”. Di solito, a chi viene affidata la scelta delle apparecchiature da installare? “Molto dipende dalla tipologia d’impianto che dobbiamo realizzare e dal progetto che ci viene presentato dal committente. Quando gli studi di progettazione indicano in maniera esplicita tipo e marca delle apparecchiature da utilizzare, siamo vincolati a queste scelte. Quando, invece, vengono fornite solo le caratteristiche dei prodotti, siamo noi a fare le scelte in base sia a considerazioni tecniche, sia, qualche volta, anche a motivazioni commerciali: comunque, queste ultime sono secondarie rispetto alla necessità di rispettare le prestazioni di qualità ed affidabilità che prodotti ed impianto devono garantire”. Quali altri fattori possono influenzare le Vostre scelte? “E’ molto importante la reperibilità e la disponibilità del materiale: per noi è infatti fondamentale rispettare i tempi di realizzazione e di consegna dei lavori. Per questo, ed anche per alleggerire la struttura del nostro ufficio acquisti, abbiamo deciso di non rivolgerci direttamente ai costruttori, ma di approvvigionarci attraverso i rivenditori con un unico interlocutore è più facile trovare il prodotto giusto al momento giusto. Inoltre, possiamo contare sul supporto dei tecnici specializzati dei rivenditori, che sono in grado di fornirci una consulenza mirata su ogni problematica applicativa”. Nel caso specifico di Milano, vista la complessità del progetto, come è avvenuto l’approvvigionamento dei materiali? “Come sempre, il responsabile tecnico della commessa ha pianificato con i fornitori la consegna dei materiali in funzione del programma d’avanzamento dei lavori. Siamo soddisfatti dei riscontri che abbiamo avuto da chi doveva fornire le apparecchiature, considerato la grande varietà e quantità di prodotti utilizzati nell’impianto. Ad esempio, per quanto riguarda la fornitura dei condotti sbarre di potenza che collegano i trasformatori ed i quadri generali, che non sono prodotti standard, ma sono stati realizzati su nostro disegno, Schneider Electric e il rivenditore hanno gestito in modo flessibile l’approvigionamento dei materiali”. Grazie dunque a tecnologie altamente sofisticate, l’edificio della Hines si pone ora tra le soluzioni più all’avanguardia. Il Signor Mario Morelli, responsabile tecnico della commessa, illustra in particolare le caratteristiche dell’impianto realizzato a Milano. Signor Morelli, quali sono i tratti salienti dell’impianto elettrico che avete realizzato nella zona Fiera? “Inizialmente, il progetto prevedeva la realizzazione di un solo complesso direzionale-uffici, per un totale di circa 18.000 m2. In seguito, la proprietà ha deciso di suddividere il complesso in due lotti: uno occupato dalla sede centrale della Banca AkrosS.p.A., l’altro 15 dagli uffici della S.p.A. Egidio Galbani. Si tratta, quindi, di due impianti gemelli, alimentati da una fornitura a 23 kV dell’AEM di Milano. La trasformazione MT/BT avviene attraverso 2 cabine equipaggiate con celle Magrini SM6 e trasformatori in resina, sempre Schneider Electric, da 1.600 kVA per la Banca e da 1.250 kVA per l’altra ala dell’edificio. Dal quadro generale di ogni cabina partono 2 linee d’alimentazione: una normale, per le utenze di minor rilievo (alimentazione dei fan coil, del gruppo frigo, ecc.), ed una privilegiata per le utenze critiche. In caso di guasto di una delle due linee, è stata prevista la possibilità di effettuare la commutazione tra le due sezioni per assicurare, in ogni caso, l’energia alle utenze. In caso di black out totale, la linea privilegiata viene alimentata da un gruppo elettrogeno da 1.400 kVA, che soddisfa le esigenze di continuità delle apparecchiature critiche. La sezione informatica della Banca, inoltre, è protetta anche da due gruppi di continuità in parallelo da 400 kVA, con la possibilità di inserirne un terzo in futuro, con un interruttore automatico di by-pass da 1.200 kVA. Su ogni piano sono stati installati due quadri di distribuzione Prisma, equipaggiati sia con interruttori scatolati Compact, sia con modulari Multi9, da cui partono le linee di alimentazione che servono le singole postazioni di lavoro. Ancora, per garantire la massima flessibilità degli ambienti, per la distribuzione, sotto pavimento e nel controsoffitto, abbiamo scelto di utilizzare condotti sbarre Canalis al posto dei normali cavi”. Come sono avanzati i lavori? “A differenza di altre realizzazioni, in questo caso gli architetti avevano previsto locali tecnologici abbastanza ampi e questo ci ha permesso di lavorare con una certa tranquillità. I problemi maggiori sono venuti dai passaggi verticali ed orizzontali, dove, come sempre, gli spazi utili sotto pavimento o dei controsoffitti sono limitati. A ciò si è aggiunta la notevole presenza di impianti tecnologici, necessari per assicurare l’ottimale climatizzazione dei locali informatici della Banca. L’unica particolarità impiantistica è costituita da una particolare esigenza degli uffici della Banca: per garantire la massima funzionalità dell’impianto, anche in caso di guasto di una singola postazione di lavoro, è stata studiata un’elevata selettività dei circuiti. Infatti, per ottenere la giusta selettività degli interruttori, abbiamo dovuto aumentare le sezioni di linea ed il volume dei quadri, seguendo, per la scelta delle protezioni, le tabelle della guida tecnica approntata dalla Schneider Electric, che ci ha fornito una preziosa collaborazione diretta”. ’’ Landi Impianti Tecnologici S.p.A. Flessibilità, massima efficienza, risposte immediate Da oltre 25 anni nel campo dell’impiantistica elettrica, termotecnica e nella produzione di quadri elettrici, nel 2001 Landi S.p.A. ha registrato un fatturato intorno ai 20 milioni di euro (40 miliardi di lire). Dotata di una struttura aziendale molto snella, garantisce la massima flessibilità: una quarantina di dipendenti, distribuiti tra direzione tecnica, commerciale ed ufficio acquisti sono in grado di rispondere rapidamente alle esigenze del mercato. Per alcune realizzazioni Landi S.p.A. segue direttamente anche la fase di progettazione dell’impianto, ma per la maggior parte dei lavori si appoggia a progetti commissionati dal cliente a studi di progettazione. In ogni caso, è poi l’ufficio tecnico che provvede a rendere esecutivo il progetto ed a redigere la necessaria documentazione per procedere alla fase d’installazione. Ogni commessa viene gestita da un responsabile tecnico, che può seguire anche più commesse contemporaneamente, e da un capo cantiere, che coordina l’attività degli installatori, a cui è affidata la realizzazione dei lavori. Interamente realizzati nello stabilimento della Landi S.p.A., i quadri elettrici vengono controllati e collaudati seguendo le procedure del Sistema di Qualità, certificato ISO 9001 dal CSQ, e quindi inviati al cantiere per il montaggio. Molto attiva la collaborazione con Schneider Electric. Tutti i componenti dell’ufficio tecnico partecipano annualmente ai suoi corsi di formazione, importanti momenti di approfondimento pratico di tutta l’attività d’aggiornamento che i componenti della Landi S.p.A. svolgono già a livello personale. In particolare, è sempre di grande interesse la documentazione che viene distribuita dopo i corsi, che completa la preparazione già acquisita dal personale dell’azienda. 16 g es tire l ’a z i e nda ISO 9000 - Vision 2000 innovazioni nel mondo dei sistemi qualità La nuova coppia di norme ISO 9001:2000 e ISO 9004:2000, presentate nell’anno 2000 e conosciute anche comeVision 2000, hanno introdotto una serie di innovazioni nel mondo dei sistemi qualità. La prima differenza tra vecchie e nuove norme è già nel titolo: da “Modello per l’Assicurazione della Qualità” si passa ad un “Sistema di Gestione per la Qualità”. Il cambiamento del titolo rispecchia la significativa modifica degli obiettivi delle due norme. Da una norma mirata a garantire la conformità di prodotti e/o servizi ai requisiti prestabiliti, si passa ad un’altra che pone l’accento anche sul modo con cui gestire l’obiettivo qualità, che viene ora ampliato alla soddisfazione dei clienti ed alla logica del miglioramento continuativo. Queste le principali innovazioni inserite nelle nuove norme: • Il sostanziale riferimento ai clienti e alla loro soddisfazione. • misure per la qualità, analisi, e miglioramento delle varie prestazioni. • l’orientamento ai processi essenziali (tra cui anche quelli verso i clienti e la comunicazione con i clienti) • il miglioramento continuo come un requisito del Sistema • l’esplicitazione di obiettivi per la qualità per ogni funzione/livello significativo nella realtà aziendale. • le Risorse Umane e la loro competenza. • la Semplificazione della documentazione necessaria • la possibilità di ‘escludere’ le attività non praticate (ma solo per i processi non pertinenti) anche per meglio adattarsi alla realtà delle piccole aziende. Gli otto principi Prima le norme si basavano essenzialmente sull’origine contrattuale: i requisiti erano formulati come prescrizioni che il fornitore era tenuto ad osservare. Da qui la difficoltà del fornitore a comprendere ed apprezzare le motivazioni alla base di tali requisiti. Ora le norme danno invece gli orientamenti per gestire in qualità un sistema orientato a raggiungere determinati obiettivi di miglioramento. Alla base della elaborazione delle nuove norme, vi sono i seguenti principi conduttori dei quali riportiamo per esteso i più significativi: Principio ➊ Organizzazione orientata al cliente Le organizzazioni dipendono dai propri clienti e dovrebbero pertanto capire le loro esigenze presenti e future, ottemperare ai loro requisiti e mirare a superare le loro stesse aspettative. Benefici principali: Aumento del reddito e delle quote di mercato, attraverso una risposta flessibile e rapida alle opportunità offerte dal mercato. Miglior efficacia, nell’uso delle risorse di un’organizzazione, nel perseguire la soddisfazione dei clienti. Maggior fidelizzazione dei clienti, che porta continuità di affari e stimola il passa parola. Principio ➋ Leadership I capi stabiliscono unità di intenti e di indirizzo dell’organizzazione. Essi dovrebbero creare e mantenere un ambiente interno che coinvolga pienamente il personale nel perseguimento degli obiettivi dell’organizzazione. Benefici principali: Il personale comprenderà e sarà motivato nel perseguimento degli obiettivi e dei traguardi dell’organizzazione. Le attività verranno valutate, rese coerenti e messe in atto in modo unificato. Saranno ridotti i disguidi di comunicazione tra i diversi livelli dell’organizzazione. Principio ➌ Coinvolgimento del personale Le persone, a tutti i livelli, costituiscono l’essenza di un’organizzazione ed il loro pieno coinvolgimento permette di porre le loro capacità al servizio dell’organizzazione. Benefici principali: Motivazione, rispondenza e coinvolgimento del personale nell’ambito dell’organizzazione. Innovazione e creatività nel raggiungimento degli obiettivi dell’organizzazione. Responsabilizzazione del personale per le proprie prestazioni. Desiderio del personale di partecipare e contribuire al miglioramento continuativo. Discussione aperta di problemi e situazioni. Modello di un SGQ basato sui processi (tratto dalla ISO 9001:2000) 17 Principio ➍ Approccio per processi Principio ➑ Rapporti di reciproco beneficio con i fornitori Un risultato desiderato si ottiene con maggior efficienza quando le relative risorse ed attività sono gestite come un processo. Una organizzazione ed i suoi fornitori sono interdipendenti ed un rapporto di reciproco beneficio migliora, per entrambi, la capacità di creare valore. Principio ➎ Approccio sistemico alla gestione Identificare, capire e gestire un sistema di processi interconnessi, mirati a determinati obiettivi, migliora l’efficacia e l’efficienza dell’organizzazione. Principio ➏ Miglioramento continuativo Benefici principali: • Maggior capacità di creare valore, per entrambe le parti. • Flessibilità e prontezza nel dare risposte congiunte al mutare del mercato o delle esigenze e aspettative dei clienti. • Ottimizzazione di costi e risorse. Il miglioramento continuativo dovrebbe essere un obiettivo permanente dell’organizzazione. Principio ➐ Decisioni basate su dati di fatto Le decisioni efficaci si basano sull’analisi di dati ed informazioni. Modello di un SGQ basato sui processi (tratto dalla ISO 9001:2000) Approccio per processi Il principio è fondamentale perché un sistema di gestione per la qualità deve essere impostato in modo da raggiungere gli obiettivi che l’azienda si pone, soprattutto da parte della sua direzione . Il modello ripreso dalle norme si riferisce un “sistema” in cui tutto è estremamente coeso: il legame iniziale con il cliente, gli input ai processi interni aziendali, la loro efficace gestione, la valutazione dei clienti attraverso le misurazioni e l’analisi dei risultati, il miglioramento complessivo del sistema. Un’altra metodologia che può essere utilizzata per documentare i processi di una organizzazione è quella di adottare metodi immediatamente recepibili, tipo presentazioni grafiche, liste di riscontro, diagrammi di flusso, mezzi audiovisivi ed elettronici. Una metodologia opportuna e consigliata è quella di definire i processi mediante diagrammi di flusso, che riportino l’indicazione dei dati di input, dei documenti prescrittivi utilizzati, delle attività effettuate, delle funzioni addette all’operazione e dei documenti di registrazione dei dati di output. 18 g es tire l ’a z i e nda Impatto sulla documentazione Tutto ciò ha inevitabili implicazioni sulla documentazione, che deve essere funzionale allo scopo. Se prima la documentazione era il fine, e non il mezzo per ottenere le cose, le nuove norme prevedono la sua semplificazione. Così le aziende possono “assottigliare e/o consolidare” i documenti esistenti, per semplificare il proprio sistema ed anche per renderlo più “efficace”. “Dev’essere sottolineato che la ISO 9001 richiede (ma ha sempre richiesto) un sistema documentato di gestione per la qualità e non un “ sistema di documenti “. L’intero aspetto della documentazione non deve essere considerato un vincolo: non si deve cambiare la documentazione per riallinearla alla nuova norma; va bene qualunque tabella di conversione, purché ci sia la sostanza voluta; per le aziende già certificate potrebbe essere vista come una grande opportunità per riesaminare in quale misura la documentazione esistente è funzionale allo scopo. Le procedure documentate prescritte dalla Norma sono ridotte a sei e descritte nell’elenco che segue; queste vanno definite e tenute sotto controllo nel senso che devono essere reperibili, facilmente identificabili, disponibili sui luoghi di utilizzazione, aggiornate e approvate dalle funzioni competenti. Procedure relative a diverse attività possono essere accorpate in una singola procedura documentata (ad esempio per le azioni correttive e preventive). Elenco delle procedure documentate prescritte dalla norma Tenuta sotto controllo dei documenti Tenuta sotto controllo dei documenti di registrazione Verifiche ispettive interne Controllo del prodotto non conforme Azioni correttive Azioni preventive In aggiunta all’elenco precedente, riportiamo, per chi gestisce abitualmente quadri di bassa tensione, un elenco di procedure operative o istruzioni di lavoro, utilizzano documenti già in uso comune: Elenco indicativo delle procedure e istruzioni integrative per la gestione aziendale Requisito Documenti e mezzi Addestramento del personale Organigramma e mansionario Partecipazione a corsi e seminari Identificazione delle persone addette ai collaudi Riesame dei requisiti del prodotto Applicazione delle norme di prodotto e delle direttive CE Registrazione sull’ordine cliente con firma dell’esaminatore e data Progettazione (se applicabile) Schemi elettrici Disegno del fronte quadro Verifica termica Valutazione dei fornitori e emissione degli ordini di acquisto Elenco principali fornitori (critici e non) Valutazione annuale ( tempi, sconto, qualità, ecc.) Controllo del prodotto al ricevimento Registrazione sulle bolle di consegna, firmata dal dipendente Gestione e controllo del processo di produzione Checklist delle prove con l’indicazione degli strumenti di collaudo Guide di montaggio e collaudo Copia delle norme di prodotto Verbale di collaudo Gestione degli apparecchi di misura e controllo Elenco degli apparecchi principali con data di scadenza Certificati di taratura degli istituti esterni Misurazione della soddisfazione del cliente Analisi pagamenti a scadenza Indagine o questionario di clienti soddisfatti o non Controllo dei prodotti consegnati al cliente Dichiarazione di conformità Dossier tecnico per la marcatura CE Controllo dei prodotti non conformi Zona contrassegnata in officina o marchiatura degli stessi Criteri per la raccolta e l’analisi dei dati Tenuta sotto controllo dei documenti utilizzati Aggiornamento annuale degli stessi Criteri per il riesame della direzione e per l’attuazione sistematica del miglioramento Valutazione dei margini di commessa 19 p Bibliografia edita da UNI Ente Nazionale Italiano di Unificazione • UNI EN ISO 9000:2000 “SISTEMI DI GESTIONE PER LA QUALITÀ - FONDAMENTI E TERMINOLOGIA” che descrive i fondamenti dei sistemi di gestione per la qualità e ne specifica i contenuti • UNI EN ISO 9001:2000 “SISTEMI DI GESTIONE PER LA QUALITÀ - REQUISITI” che specifica i requisiti di un sistema di gestione per la qualità che possono essere utilizzati sia in ambito interno all’organizzazione, sia per la certificazione, sia nell’ambito di rapporti contrattuali (per dimostrare la capacità di fornire con regolarità prodotti che ottemperano ai requisiti dei clienti ed a quelli cogenti) ianeta Schneider Da qualche anno Schneider Electric ha avviato un preciso progetto: attraverso la formazione tecnica di professionisti che già si avvalevano del Sistema Bassa Tensione, costituire un gruppo selezionato di quadristi/installatori capaci di differenziarsi sul mercato per le loro competenze e per l’alta qualità del prodotto finito ed in grado di fornire quadri elettrici montati, cablati e certificati in conformità alle vigenti norme in materia. Da allora, Schneider Electric, mettendo in campo le proprie competenze, ha qualificato più di 100 società, ovvero soci Sistem Club, distribuiti in tutto il territorio nazionale e capaci di rispondere alle più esigenti necessità di installazione. Al fine di perseguire gli alti standard qualitativi e di sicurezza del quadro cablato, Schneider Electric sottopone i propri soci a periodici AUDIT di QUALITA’, che attraverso un percorso qualitativo che ha le basi nell’attuale norma ISO9000, sono tenuti a perseguire le migliorie evidenziate durante le visite. • UNI EN ISO 9004:2000 “SISTEMI DI GESTIONE PER LA QUALITÀ - LINEE GUIDA PER IL MIGLIORAMENTO DELLE PRESTAZIONI” che fornisce orientamenti per il miglioramento delle prestazioni complessive, l’efficienza e l’efficacia • CONOSCERE LE ISO 9000:2000 MANUALE PRATICO PER LE PICCOLE IMPRESE • CONOSCERE LE ISO 9000:2000 COSA CAMBIA PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE Indirizzi web utili: • Ente Nazionale Italiano di Unificazione sito www.uni.com • Associazione Italiana Cultura Qualità sito www.aicq.it Una grande attenzione è dedicata ai seguenti aspetti: - L’esecuzione delle prove di collaudo - Aggiornamento e gestione dei documenti - Gestione delle attività - Addestramento del personale Attraverso un programma formativo personalizzato, le società selezionate hanno via via approfondito tematiche appositamente studiate per il personale delle officine e degli uffici tecnici. Schneider Electric, particolarmente sensibile ai temi formativi, ai soci Sistem Club assicura una formazione tecnico/normativa che evolve nel tempo, garantendo ogni anno momenti di incontro e confronto sempre attuali. In 4 anni di attività, sono state investite centinaia di ore nella formazione tecnica e nella ricerca di una qualità aziendale che devono fare del socio Sistem Club, uno specialista capace di proporsi sul mercato con esperienza e competenza. 20 p rodotti e s e r v i z i Librio e Kaedra: una sinergia ad alta tecnologia Sofisticate, innovative, curate fin nei minimi dettagli, Schneider Electric propone Librio, la risposta emergente per i quadri di distribuzione e Kaedra, il sistema d’installazione stagno versatile e funzionale. Due gamme di prodotti da utilizzare per installazioni altamente professionali. E con la garanzia della massima sicurezza. Due importanti novità in casa Schneider Electric per il settore dell’installazione. La prima si chiama Librio ed è il nuovo sistema di cablaggio e di apparecchiature modulari Merin Gerin, nato da un’idea semplice ma allo stesso tempo rivoluzionaria: la particolare disposizione dei morsetti e il ripartitore con un terminale di neutro in corrispondenza di ogni terminale di fase. Pensato per imporsi come nuovo standard per i quadri di distribuzione nel piccolo e medio terziario, Librio risponde nella maniera più efficace ad ogni esigenza, grazie alla facilità di combinazione dei diversi apparecchi, alla rapidità d’installazione, all’ampia gamma di soluzioni per la protezione, il comando e la segnalazione. Con Librio è possibile ridurre al massimo il lavoro di cablaggio all’interno del quadro ed è garantita la più semplice e rapida installazione dei prodotti modulari. Tutte le apparecchiature del sistema Librio possono essere collegate tra loro tramite lo stesso ripartitore; grazie alla perfetta compatibilità con i ripartitori RP C40, le apparecchiature di comando, segnalazione e misura del sistema Librio possono essere posizionate al fianco del proprio interruttore di protezione. Per la prima volta, la protezione differenziale è disponibile come blocco separato anche per gli interruttori a modulo ridotto: un modo per ridurre al minimo i codici. L’essenzialità è assicurata anche dall’integrazione con G 125, la nuova cassetta da parete per la realizzazione di quadri di distribuzione terminale, disponibile anche nella versione da incasso: un solo codice identifica l’insieme dei componenti necessari per la realizzazione del quadro. Inoltre, grazie al telaio estraibile ed al ripartitore del sistema Librio, con G 125 si può cablare il quadro al banco. Grande attenzione anche all’estetica: le forme moderne ed arrotondate permettono alle cassette modulari G 125 ed ai nuovi centralini modulari stagni di integrarsi con l’ambiente circostante e di essere inserite anche in locali accessibili al pubblico. La seconda, innovativa proposta di Schneider Electric è il sistema d’installazione stagno Kaedra che, con una vasta serie di contenitori per la posa di apparecchiature e prese industriali, offre la gamma più completa di soluzioni per la realizzazione di quadri per la protezione, il comando e la distribuzione terminale. Realizzata rispettando le più severe regole di sicurezza, Kaedra garantisce prestazioni eccellenti in termini di grado di protezione, robustezza, per l’alta resistenza agli urti, tutela delle persone, grazie all’uso di materiali isolanti che permettono interventi in totale sicurezza. Cinque le tipologie disponibili: centralini e quadri, disponibili nelle esecuzioni da 3 a 72 moduli, assolutamente “versatili”: permettono non solo la posa di tutte le apparecchiature modulari dell’offerta Multi9 Merlin Gerin fino a 125A, ma possono anche essere combinati con altre apparecchiature di tipo non modulare; quadri per apparecchi modulari con interfaccia e vano cavi integrato offrono la diverse possibilità. Oltre alla posa di tutte le apparecchiature modulari, grazie alle placche funzionali, permettono di posare in fronte quadro gli apparecchi di comando e di protezione generale e di prese di corrente, consentendo la manovra in qualsiasi momento. Sono disponibili nelle esecuzioni da 12, 24 e 36 moduli. Con i moduli d’interfaccia e vano cavi è possibile posare frontalmente apparecchi di comando e segnalazione e prese industriali: è essenziale che vengano associati ai quadri a 2 e 3 file di guide DIN e ai quadri prese. Il loro volume interno permette una comoda ripartizione dei cavi del quadro. Una nuova funzionalità delle aperture: è la particolare caratteristica dei quadri per prese industriali. Per questo è possibile la posa, con sole 4 viti, di tutte le prese da quadro da 16 a 32 A serie PK Merlin Gerin o l’integrazione, mediante le apposite placche, delle funzioni di comando e segnalazione. Disponibili in esecuzione da 2 a 8 prese, hanno anche versioni adatte a ricevere le nuove prese interbloccate serie PK Unika senza o con fusibili di protezione, le prese con trasformatore di sicurezza e placche con frontale cieco per usi universali. I quadri polivalenti sono destinati alla realizzazione di quadri comando e controllo con apparecchiature di tipo non modulare. Fissati sul fondo con profilati o piastre, sono disponibili in diverse dimensioni. Si possono combinare tutti i quadri serie Kaedra per realizzare batterie complete per il comando, la protezione e la derivazione con prese industriali. PK UNIKA: misure unificate per montaggi rapidi e combinati Caratteristica principale della nuova gamma di prese interbloccate serie PK Unika le dimensioni unificate: per questo, è possibile il montaggio rapido e combinato su quadri, prese e basi modulari dotati di un’apertura standardizzata di 103x225 mm. Realizzate secondo le fondamentali esigenze di sicurezza, sono disponibili in diverse esecuzioni da 16 e 32A: versione interbloccata protetta con fusibili 10,3x38; versione con solo interruttore di blocco; versione per bassissima tensione con trasformatore di sicurezza da 160VA. Grazie alla modernità delle forme, si inseriscono perfettamente, in modo discreto ed elegante, in qualunque ambiente. Quanto agli involucri, offrono un grado di protezione IP44 e IP65 contro la penetrazione dei solidi e dei liquidi, mentre la resistenza agli urti corrisponde a IK9 secondo la norma CEI EN 50102. La gamma PK Unika comprende una vasta serie di contenitori per la loro installazione, sia a vista che incassate, a parete o su quadro di distribuzione. Sono a disposizione: • cassette di fondo singole per posa incassata in pareti; • cassette di fondo singole per montaggio a vista; • basi modulari predisposte per 1,2 o 3 prese complete di scatola di derivazione, per permettere l’interconnessione delle prese, la loro alimentazione e la derivazione di altri circuiti; • quadri prese disponibili nelle versioni per 1,2,3 e 4 prese interbloccate, provvisti di vano modulare da 5 a 19 moduli per le diverse protezioni. Tutti i quadri prese possono essere usati sia singolarmente sia combinati con tutti gli altri contenitori della serie Kaedra, per costituire complessi di alimentazione compatti, stagni e facilmente ampliabili. 21 Scatole di derivazione e industriali prestazioni versatili con affidabilità e robustezza Garantiscono grandi prestazioni e possono essere impiegate nelle più diverse situazioni: le scatole di derivazione EVABOX, Pilote e le scatole industriali TecnoPilote presentano caratteristiche che le rendono altamente competitive. Elevate doti di affidabilità anche per le scatole stagne e di sicurezza serie 24300 e per le cassette stagne componibili e modulari serie 67: robustezza, tenuta agli aggressivi chimici e all’umidità per risultati sempre eccellenti. Adatte per rispondere alle più diverse esigenze con notevoli possibilità di utilizzo e grandi prestazioni, queste le caratteristiche delle scatole di derivazione e industriali, appositamente studiate per soddisfare tutte le necessità di connessione di linee elettriche, protezione di apparecchiature, realizzazione di piccole apparecchiature di controllo e comando e posa di apparecchi di segnalazione o di arresto d’emergenza. Un’importante proprietà che le contraddistingue è la loro versatilità: infatti tutte le scatole sono perfettamente compatibili con i tubi serie Tubaforid e Filettabile e con le guaine serie Tubaflex. Non solo: sono anche rapidamente equipaggiabili, secondo le specifiche richieste, con i diversi raccordi serie IRIS e Tubaflex per agevolarne l’installazione e garantire il grado di protezione richiesto dall’impianto. Prodotti di alta tecnologia e in grado di fornire eccellenti risultati, le scatole di derivazione e industriali di Schneider Electric presentano caratteristiche che le rendono altamente competitive. Le scatole di derivazione serie EVABOX e Pilote si distinguono per la specificità dei materiali utilizzati. Per la loro realizzazione sono infatti impiegati materiali termoplastici, che presentano elevate caratteristiche meccaniche, di isolamento, di autoestinguenza e di tenuta agli agenti chimici. Grazie a queste scatole è possibile realizzare la giunzione e la derivazione di linee elettriche in cavi posati in aria libera o in tubi rigidi o flessibili, in tutti gli impianti di distribuzione terminale. La serie EVABOX è disponibile con grado di protezione IP55 ed è corredata di entrate stagne tipo E.V.A. (Easy Valve Access). Questa serie è dotata di coperchio con chiusura a scatto senza viti e presenta anche un collare di tenuta per evitarne la caduta. Per quanto riguarda le possibilità di fissaggio, due sono le soluzioni: una, tramite i tradizionali fori di fissaggio, l’altra attraverso un foro centrale, resa possibile grazie all’utilizzo di tasselli di fissaggio con testa filettata. La serie Pilote è invece disponibile con due diversi gradi di protezione, IP55 e IP56 e presenta diverse caratteristiche: le dimensioni più grandi, le viti di fissaggio in plastica a passo rapido, il coperchio provvisto di cerniere, ecc. Grazie ad una serie di piastre di fondo in lamiera zincata si può installare sul fondo qualunque tipo di apparecchiatura elettrica. Le scatole industriali serie TecnoPilote presentano eccellenti qualità che le rendono utilizzabili nelle più diverse situazioni. Innanzitutto, l’ampiezza della gamma permette di rispondere ad ogni specifica richiesta. Quanto ai materiali, tutti quelli impiegati sono autoestinguenti e sono in grado di garantire le più elevate prestazioni tecniche, sia dal punto di vista dell’isolamento che della resistenza meccanica. Le scatole di questa serie sono caratterizzate da una moderna linea estetica, che permette il loro inserimento discreto in qualunque ambiente. Con il grado di protezione IP55 sono la soluzione ideale per meglio alloggiare piccole apparecchiature di controllo, comando e regolazione. Nella serie TecnoPilote sono disponibili anche cassette in esecuzione con coperchio trasparente: una soluzione sicuramente interessante, che permette di effettuare dei rapidi controlli delle apparecchiature installate all’interno. Quando si parla di resistenza, stabilità, sicurezza, i prodotti Schneider Electric si pongono all’avanguardia sul mercato. In questa direzione, le scatole e le cassette stagne sono state studiate appositamente per rispondere alle più specifiche esigenze di installazione. Le scatole stagne e di sicurezza serie 24300 presentano un grado di protezione IP55. Sono realizzate in lamiera d’acciaio 10/10 con un particolare processo: l’imbutitura a freddo, un procedimento che determina elevate caratteristiche di resistenza, stabilità e robustezza meccanica. Grande particolarità di questa serie, la garanzia della sua assoluta sicurezza: un aspetto fondamentale, reso possibile dalla chiusura del coperchio con vite in acciaio inox oppure con serratura a chiave. La versione di cassette di sicurezza, in colore rosso per l’immediata identificazione, è corredata di portella con vetro frangibile in caso d’emergenza. Le cassette stagne componibili e modulari serie 67 si presentano come i contenitori ideali per la posa di apparecchiature elettriche di protezione e comando in tutti gli ambienti più a rischio. Questo, grazie all’impiego di materiali ad elevate caratteristiche di tenuta agli aggressivi chimici e all’umidità. Significative anche le caratteristiche delle cassette serie 67. Tra gli elementi principali di questa serie, figura il grado di protezione IP65. Fondamentale anche la totale assenza di gas alogeni e la ridotta opacità dei fumi in caso di combustione indotta. Per questa serie, spicca anche un’elevata versatilità: le dimensioni modulari consentono la combinabilità in batterie di distribuzione complete e facilmente ampliabili anche durante l’esercizio. 22 p rodotti e s e r v i z i Softstarter Telemecanique Dall’esperienza Schneider Electric nel settore della partenza motore nasce un’ampia gamma di prodotti che rispondono nel modo migliore alle esigenze delle più complesse applicazioni. LH4-N - Tutta la dolcezza... di cui avete bisogno Per motori da 0,75 a 75 kW 230 – 690V Avviatori statici a rampa di tensione, con by-pass integrato, per l’avviamento e la decelerazione di motori monofase e trifase con potenze da 0,75 a 75 kW e tensioni da 230 a 690 V. La gamma LH7 è la versione in cassetta stagna IP 65 e comprende avviatore statico LH4N, salvamotore e contattore. Altistart 48 - Domare l’energia Grazie al sistema di controllo di coppia brevettato TCS,l’Altistart 48 è il partner ideale per i vostri motori per avviamenti e rallentamenti perfettamente controllati. Avviatore-rallentatore per motori asincroni da 4 a 1200 kW 400 – 690V Leader in performances: • Sistema brevettato Schneider - TCS, controllo di coppia in accelerazione e decelerazione, il miglior controllo del mercato. • Robustezza e affidabilità anche su reti perturbate. • Per applicazioni in avviamento pesante e leggero. Installazione facilitata: • Volumi di ingombro ridotti al minimo. • Collegamento verticale su tutti i calibri. • Predisposizione per il collegamento del bypass su tutti i calibri per la protezione del motore e dell’applicazione anche dopo l’avviamento, in condizione di bypass. • Morsettiere controllo estraibili. Una copertura mondiale: • Marcatura CE a titolo direttiva Bassa Tensione e compatibilità elettromagnetica EMC. • Rispondenza a normativa UL e CSA. • Marcato a norme DNV, per le applicazioni nel settore marina. • Apertura a tutti i principali protocolli di comunicazione. Scelta semplificata: • Un calibro Altistart 48 per ogni calibro motore normalizzato. • Possibilità di collegamento nel triangolo motore, con notevole risparmio sul calibro avviatore. Facilità della messa in servizio : • Prodotto preconfigurato di base. • Ottimizzazione dei menu di configurazione. • Terminale di programmazione e visualizzazione integrato. • Visualizzazione in chiaro dei parametri e delle grandezze elettriche per la supervi sione tramite tastierino deportabile in opzione. • Configurazione, regolazione e manutenzione tramite ambiente software PowerSuite, utilizzabile su personal computer o su Pocket PC PowerSuitePack. • Alimentazione della sezione controllo separata. • Doppia configurazione motore impostabile, con gestione da ingresso logico. • Ingressi / uscite configurabili, uscita analogica PWM per la supervisione delle grandezze. Sicurezza ai massimi livelli: • Protezione della parametrizzazione tramite password. • Preriscaldamento motore anticondensa. • Protezione contro il bloccaggio del rotore per la salvaguardia del motore e dell’applicazione. • Rilevamento sotto corrente per applicazioni pompaggi o protezione da cavitazione. G125: centralini in metallo sporgenti e da incasso IP40 Con il nuovo centralino G125, la nuova cassetta da parete o da incasso per realizzazione di quadri di distribuzione terminale, un solo codice identifica l’insieme dei componenti necessari per la realizzazione del quadro. Con G125, grazie al telaio estraibile ed al ripartitore del sistema Librio, si può cablare il quadro al banco ed estrarlo in cantiere per facilitare le operazioni di collegamento alle linee esterne. Centralini da parete in metallo con porta trasparente colore bianco RAL9001 - IP40 secondo norme CEI 23-48 – CEI 23-49 Codice Articolo N° mod N° file Dimensioni HxLxP Pdiss W 05002 36 2 365x515x160 65 05003 54 3 515x515x160 78 05004 72 4 665x515x160 92 05023 72 3 515x615x160 87 05024 96 4 665x615x160 103 05025 120 5 815x615x160 120 05026 144 6 965x615x160 139 Centralini da incasso in metallo con porta trasparente colore bianco RAL9001 - IP40 secondo norme CEI 23-48 – CEI 23-49 Codice Articolo N° mod N° file Dimensioni HxLxP Pdiss W 05012 36 2 415x565x131 70 05013 54 3 565x565x131 83 05014 72 4 715x565x131 65 05033 72 3 565x665x131 94 05034 96 4 715x665x131 117 05035 120 5 865x665x131 139 05036 144 6 1015x665x131 162 Altivar Multimedia Tool Altivar Multimedia Tool è un CDrom che tratta argomenti legati ai variatori di velocità per motori asincroni trifase a gabbia. Grazie all’ausilio della grafica 3D presenta l’offerta prodotti, accessori e servizi in una maniera nuova e accattivante. Offerta prodotti In modo organico ed attraverso delle semplici animazioni dà una completa panoramica sull’offerta prodotti, sull’uso delle opzioni e sui servizi a supporto, sia in fase di “pre” che “post” vendita. Guida all’impiego In alternativa al classico manuale in formato cartaceo, ma senza la pretesa di sostituirsi ad esso, fornisce tutte le indicazioni di massima legate all’impiego ed all’applicazione dei prodotti attraverso delle animazioni che guidano passo passo l’utente. Autoformazione Stimola l’apprendimento attraverso la visione piuttosto che la lettura, assicurando una facile comprensione di tutti gli argomenti trattati e fornendo delle ottime basi per un loro ulteriore approfondimento. Una sezione dedicata consente una simulazione interattiva che permette di apprendere il funzionamento del prodotto in configurazione base, in modo assolutamente realistico, manipolando sull’inverter “virtuale” mediante ingressi logici e potenziometro. E’ disponibile presso ogni Area Commerciale Schneider Electric; da richiedere direttamente agli Specialisti VVD incaricati della sua diffusione. 23 p Due giornate di seminario per crescere professionalmente L’iniziativa, denominata Infra+ progress, nasce come ulteriore strumento di crescita professionale per gli operatori del settore e si suddivide in due sessioni, non consecutive, ciascuna della durata di un giorno. La prima giornata (seminario di primo livello) è dedicata agli aspetti teorici e pratici del cablaggio strutturato in categoria 5e e 6. Nella seconda (seminario di secondo livello) si trattano argomenti come il cablaggio in fibra ottica e le peculiarità della categoria 7. Al termine di ogni giornata viene rilasciato un attestato di partecipazione. Per il seminario di primo livello, il partecipante viene identificato come installatore qualificato per la realizzazione di impianti di cablaggio strutturato con prodotti Merlin Gerin, limitatamente alle categorie 5e e 6; nel caso di seminario di secondo livello, più in generale, come installatore qualificato per impianti di cablaggio in rame e fibra ottica. Entrambi gli attestati sono requisiti indispensabili per le aziende che intendono usufruire della garanzia di 15 anni che Merlin Gerin rilascia sugli impianti realizzati interamente con i suoi prodotti. Sicurezza delle macchine nuove ed usate Se la sicurezza delle macchine e degli impianti è stata trascurata per anni, con l’inevitabile conseguenza di un numero elevato di incidenti sul lavoro, oggi invece è tra le maggiori preoccupazioni dei legislatori e dei costruttori di dispositivi di protezione. In particolare, la Direttiva Macchine fissa i requisiti essenziali in materia di sicurezza e di tutela della salute relativi alla progettazione ed alla costruzione delle macchine e degli impianti automatizzati. Si tratta di obblighi resi particolarmente gravosi, sia per gli utenti sia per i costruttori. In loro aiuto arriva il manuale “La sicurezza delle macchine nuove ed usate”, pubblicato in collaborazione da Schneider Electric e TuttoNormel, suddiviso in tre parti. Nella prima sono indicati i doveri e le responsabilità degli operatori del settore; nella seconda vi sono esempi della messa in conformità di alcune tipologie di macchine, nella terza si trovano verifiche e prove che devono essere effettuate sull’equipaggiamento elettrico delle macchine in base alla norma CEI EN 60204-1. L’evoluzione della famiglia di misura digitale VLT, FRE, AMP Gamma altamente performante, nello spazio di soli 2 moduli. In questa famiglia, gli strumenti digitali classici quali voltmetri e frequenzimetri, sono affiancati dal nuovo amperometro a scala regolabile, che copre una gamma di soluzioni estremamente vasta, grazie alla possibilità di selezionare la scala da 5 a 5000A. ME, la nuova gamma di contatori di energia Visualizzando il valore in kWh o MWh su di uno schermo a cristalli liquidi, i nuovi contatori di energia modulari serie ME, concepiti per essere utilizzati nei settori terziario e industriale, permettono di verificare il reale consumo di una installazione elettrica. Con i nuovi articoli, che si affiancano alla gamma di contatori elettromeccanici serie CE, la misura si effettua con inserzione diretta fino a 63 A sia in monofase che in trifase oppure, per la versione con inserzione tramite TA, fino a 6000A. Dotati di un contatore generale e, secondo le versioni, di uno parziale resettabile localmente, i contatori della serie ME sono di dimensioni estremamente contenute. E’ anche possibile riportare a distanza la lettura. PM9 lo strumento di misura multifunzionale Nato per agevolare il lavoro dell’installatore elettrico, il multimetro modulare PM9 è uno strumento che assolve la funzione di più apparecchi. Con questo semplice apparecchio si può realizzare una vera e propria centrale di misura, con cui monitorare continuamente i valori delle principali grandezze elettriche di un circuito monofase o trifase con o senza neutro. Sul grande display a cristalli liquidi e retroilluminabile si possono far scorrere, in sequenza, i valori di • tensione, • corrente, • potenza attiva, reattiva e apparente, • fattore di potenza, • angolo di sfasamento tra tensione e corrente • energia attiva e reattiva • frequenza. Per i circuiti trifase i valori delle tre fasi compaiono contemporaneamente sulla stessa videata, offrendo così la possibilità di controllare che i carichi siano ben equilibrati. Gli ingressi di misura possono funzionare con valori di corrente fino a 7500A (con TA secondario 5A) e di tensione fino a 230V (fase/neutro)/ 400V (fase/fase) in diretta oppure fino a 4600V (con TV secondario 230V). 24 i n re te Voltimum, il primo portale europeo dell’installazione elettrica, sarà on-line a partire da maggio 2002. Abbiamo intervistato Marco Achilli, Amministratore Delegato di Voltimum Italia, per capire cosa può offrire il portale agli operatori del settore. mento con la rete distributiva. Altri servizi verranno aggiunti progressivamente con lo sviluppo delle applicazioni di Voltimum. L’accesso ai cataloghi consente anche di acquistare i prodotti? Non direttamente: gli utilizzatori non possono acquistare prodotti sul portale. Possono selezionare i prodotti, basandosi sui prezzi di listino del produttore indicati, inviare la lista ad un distributore di loro scelta, che selezionano sempre sul portale, per ricevere un preventivo. Qual è l’obiettivo di Voltimum? Il principale obiettivo di Voltimum è colmare una lacuna nel mercato dell’installazione elettrica: un luogo in cui gli operatori del settore possano trovare informazioni e servizi di utilità per il loro lavoro. Ci piace pensare a Voltimum come al più grande “consulente virtuale” per i professionisti del mercato elettrico. In concreto, cosa offre Voltimum ai suoi utenti? I contenuti del portale sono estremamente ricchi. In primo luogo abbiamo un catalogo tecnico multiprodotto con strumenti di ricerca on-line che rendono possibile la migliore scelta di prodotti e soluzioni. L’ utente può infatti accedere ai cataloghi dei partner di Voltimum, che sono, oltre a Schneider Electric, ABB, LegrandBTicino, Nexans, Osram, Philips Lighting, Pirelli Cavi e Sistemi e Vimar. Voltimum è ricco di informazioni. L’utente troverà dati riguardanti il fisco, le normative del comparto elettrico e la sicurezza. A queste si aggiungono notizie sui Distributori, i Consorzi, i Gruppi di acquisto e la FNGDME. Un’altra sezione informa su guide e direttive da parte di Enti, Associazioni e Istituzioni del settore elettrico. Completano l’area informativa le notizie di carattere locale, i casi di successo e la sezione delle domande più frequenti. Voltimum ha anche messo a punto per i suoi utenti uno strumento particolarmente innovativo per la gestione del credito al consumo. E’ previsto inoltre un collega- Come è regolato l’accesso al portale? Voltimum prevede tre modalità di fruizione. L’accesso libero al portale consente di vederne la struttura generale. Mediante la registrazione gratuita il visitatore può sfogliare il catalogo ed ottenere l’accesso ad alcune informazioni tecniche. Di maggiore utilità è l’abbonamento mediante il pagamento di una quota annuale. L’abbonato ha accesso illimitato alle funzioni, ai servizi e alle informazioni di Voltimum, dai dati sui progetti ai servizi per la comunità professionale, all’area della formazione. Informazioni e servizi aggiornati su www.voltimum.com Voltimum.com è stato fondato il 3 ottobre 2000 per promuovere prodotti e servizi per l’impiantistica grazie alla partnership europea di sette leader del settore elettrico:, ABB, Legrand-BTicino, Nexans, Osram, Philips Lighting, Pirelli Cavi e Sistemi e Schneider Electric. La missione del portale è di diventare il riferimento per i professionisti del mercato degli impianti elettrici aiutando gli installatori, i progettisti e i grossisti a risparmiare tempo e a lavorare con più efficienza. Il portale sarà messo a punto progressivamente paese per paese in 14 nazioni europee, attraverso l’istituzione di società nazionali. In Italia il team è composto da Marco Achilli, General Manager, Alberto Viscardi, Marketing & Sales Manager, Alessandro Peretti, Web Content Manager e Francesca Corti, Office manager. Per ulteriori informazioni potete telefonare al numero 0224142982, inviare un fax al numero 0224149559 o inviare una e-mail all’indirizzo [email protected] LEES PIS 400 BI 1-0302-3C