2002
periodico
di informazione
tecnica
per l’elettrotecnica
e l'elettronica
Anno 2 - n° 2 - maggio 2002
Poste Italiane
Tariffa Pagata P.D.I. - Aut. nr.
DC/DC1/TO/PDI/0294/2002
valido dal 02-01-2002
n questo
numero
3
Norma
CEI EN 60439-2
per condotti sbarre
5
Protezione
dalle sovratensioni
7
Gli sganciatori
elettronici in B.T.
10 Il riscaldamento
nei quadri elettrici
14 Tecnologie
moderne per
l'edificio d'epoca
16 ISO 9000 Vision 2000
20 Librio e Kaedra:
sinergia ad alta
tecnologia
21 Scatole
di derivazione
e industriali...
22 Softstarter
LH4-N e
Altistart 48,
Altivar Tool,
G125
23 Infra+ progress,
Misura digitale,
Sicurezza macchine
24 Voltimum il portale
dell'installazione
elettrica
Building a New Electric World
2
e
d i t o r i a l e
Professione Installatore:
dare sempre di più
Forte dei consensi acquisiti, Schneider Electric
propone il secondo numero di questa
pubblicazione in una veste ancora più ampia e
completa. Per fornire il migliore servizio a tutti
gli installatori e per contribuire alla loro
valorizzazione professionale.
E siamo al “due”. Il primo numero di “Professione Installatore” è stato
accolto con ampi consensi e gradite manifestazioni di fiducia, per
le quali ringraziamo tutti i lettori, che ci premiano per l’impegno confermando gli obiettivi del progetto: realizzare un
utile e qualificato strumento di lavoro per gli operatori del settore; grande soddisfazione, uno stimolo
in più che ci induce a dare sempre il meglio.
Se l’impostazione di partenza è stata
quella di fornire un panorama completo di tutto quanto fa parte della distribuzione elettrica e dell’automazione industriale nel pianeta Schneider Electric, l’esito con cui è stata accolta la pubblicazione
inaugurale ci spinge a rispondere nella maniera sempre più
completa, dettagliata e puntuale alle esigenze dei lettori.
Infatti, di fronte ad un’offerta sempre più vasta e specializzata, per avere il quadro complessivo ed allo stesso tempo particolareggiato dei progetti esistenti sul
mercato, è fondamentale un elevato livello di conoscenza e di aggiornamento
professionale.
La capacità di saper cogliere le esigenze dei lettori è stata sicuramente la chiave
del successo di “Professione Installatore”: chiarezza di contenuti accompagnata
alla completezza delle informazioni. In questo modo, crediamo di proseguire un
rapporto duraturo e privilegiato con chi ci segue, lavora con i nostri prodotti e ora,
si può aggiornare attraverso questo periodico.
Direttore responsabile:
Gianna Boetti
Sistemi di installazione e Prese e
spine industriali 2001
Il catalogo che raggruppa tutte le soluzioni Merlin Gerin per realizzare le installazioni elettriche in assoluta sicurezza: tubi, guaine, scatole di derivazione
ed industriali, centralini e quadri modulari, prese e spine industriali e quadri di
distribuzione stagni.
Cod. LEESCAB260AI
Panorama di scelta apparecchiature
modulari per la protezione dei circuiti e differenziale
Suddiviso in 4 zone secondo le caratteristiche dei prodotti (interruttori automatici per uso domestico e similare, interruttori automatici per uso industriale, interruttori e apparecchiature per la
protezione differenziale, ausiliari e accessori) è possibile individuare in tempi rapidissimi il codice di interesse.
Cod. LEESCAB250BI
Catalogo/panorama Compact, Masterpact, Interpact
Propone i dati fondamentali di tutti gli
apparecchi delle gamme d’interruttori
scatolati Compact NS e aperti Masterpact NT/NW, nonché dei sezionatori Interpact INS. Permette una visione d’insieme anche in termini d’accessori e sganciatori. Tutte le voci sono riportate in italiano, inglese e francese.
Cod. LEESDPB340AI
Per questo, già la seconda uscita di “Professione Installatore” si amplia in
numero di pagine e di contenuti.
periodico di informazione
tecnica per l’elettrotecnica
e l’elettronica
Tariffa pagata P.D.I.
Aut. nr. DC/DC1/TO/PDI0294/2002
valido dal 02/01/2002
Autorizzazione
del Tribunale di Torino
n. 5509 del 9/5/2001
iblioteca
Panorama di scelta apparecchiature
modulari di controllo e comando
Per semplificare la scelta delle
apparecchiature di controllo e comando: suddiviso in 5 zone secondo la
tipologia di prodotto (protezione apparecchi utilizzatori, telecomando, programmazione e regolazione, comando
e segnalazione, misura) consente
l’individuazione rapida del codice di
interesse.
Cod. LEESCAB219BI
L’intenzione è di presentare
ancora maggiori informazioni sui prodotti, sulle novità e
sulle più recenti tecnologie ed
approfondire le iniziative e le
problematiche rilevanti per gli
addetti ai lavori, che, avendo a disposizione uno strumento di consultazione così aggiornato, possono svolgere con la massima serenità e competenza la propria attività.
In redazione:
Luca Bruna
Gabriele Colombo
Silvano Compagnoni
Roberto Conterio
Marco Facchinetti
Paolo Fiore
Matteo Frassetto
Giorgio Furlanetto
Alessandro Marina
Walter Nova
Stefano Pani
Alberto Siani
Vincenzo Velardi
Pierangelo Vismara
Fiorella Zoia
b
Redazione:
Via Colleoni 7
20041 Agrate Brianza (MI)
Tel. 039.655.81.11
Fax 039.634.31.99
Progetto grafico:
Creativa s.r.l.
Via Tiziano, 8 - 10126 Torino
Stampa:
Garabello arte grafica srl
Via Domodossola, 29
S. Mauro (To)
Prodotti e soluzioni per l’installatore
elettrico 2002
Uno strumento di lavoro che permetta
all’installatore elettrico di: avere una visione dei principali prodotti e soluzioni che
Schneider Electric rende disponibili per
la sua professione; effettuare una ricerca
rapida dei prodotti e dei relativi prezzi secondo un criterio logico d’utilizzo e d’applicazione; verificare le possibilità di sinergie e integrazioni delle diverse offerte.
Cod. LEESLPS080DI
Sistema apparecchiature modulari
2001
Il catalogo dell’offerta di apparecchiature modulari Multi 9, dove è possibile trovare la giusta soluzione per ogni esigenza applicativa.
Cod. LEESCAB200DI
Guida al Sistema Bassa Tensione
È il complemento ai cataloghi di bassa
tensione per aiutare il progettista e
l’utilizzatore di reti elettriche a scegliere le apparecchiature più adatte all’impianto. La guida presenta, con tabelle
esemplificative, i problemi che si pongono in fase di installazione
Cod. LEESGTB120CI
Contenitori universali SAREL
Il catalogo presenta un’ampia gamma di
cassette, armadi, pulpiti e apparecchi per
il condizionamento, utilizzabili in ambienti
di automazione industriale e di distribuzione elettrica. Tra le novità, la nuova serie
di cassette in lamiera 58000, le cassette e
armadi per il cablaggio strutturato.
Cod. CAB630AI
3
t
ec nica
e
norme
Condotti sbarre
la n o r ma C E I E N 6 0 4 3 9 -2
I condotti sbarre sono utilizzati non solo per l’alimentazione e la distribuzione
dell’energia in edifici residenziali, commerciali, pubblici, agricoli ed industriali ma
possono anche essere utilizzati per alimentare sistemi d’illuminazione.
La nuova Norma CEI EN 60439-2 è stata modificata in
maniera significativa e di seguito si riporta una sintesi
delle novità:
• Le unità di derivazione dei condotti sbarre possono essere apparecchiature
parzialmente soggette a prove di tipo (ANS). Esse possono contenere componenti come dispositivi di protezione (come fusibili, interruttore-fusibile, interruttori
automatici, interruttori differenziali, ecc,), apparati elettronici per comunicazione
o per comando a distanza, contattori, prese a spina ed altri dispositivi di connessione come connettori precablati, morsetti a vite o senza vite, ecc...
• Valori di resistenza, reattanza e impedenza del sistema
Il costruttore deve dichiarare, oltre ai valori di resistenza, reattanza ed impedenza
in condizioni ordinarie (a 20°C), anche i valori dell’impedenza dell’anello di guasto in modo da consentire al progettista di calcolare le correnti di corto circuito e
di guasto in ogni punto dell’impianto elettrico che comprende anche un condotto
sbarre.
Per calcolare le correnti di guasto la norma consente di usare uno dei seguenti
metodi:
a) metodo delle componenti simmetriche (con riferimento alla IEC 909):
b) metodo delle impedenze
Questi valori vanno dichiarati sui documenti del costruttore (cataloghi, istruzioni,
manuali, ecc.)
• Condizioni di servizio
Poiché un condotto sbarre può essere usato in differenti condizioni di posa (ad
esempio i conduttori possono essere messi in maniera verticale oppure orizzontale) , il costruttore deve stabilire il corrispondente coefficiente di posa (K2) che
serve per determinare la corrente ammissibile del sistema.
I Condotti Sbarre Canalis
Un impianto elettrico, oltre alla sicurezza deve fornire
affidabilità, semplicità nell’installazione nonché flessibilità
di impiego per l’utilizzatore finale.
L’utilizzo dei condotto sbarre prefabbricati, al posto del
sistema di distribuzione tradizionale in cavi, consente di
soddisfare tutti i bisogni del mercato per assicurare il
Trasporto o la Distribuzione di energia elettrica negli edifici,
nelle applicazioni industriali, del terziario, e nelle
infrastrutture.
Schneider Electric, costruttore di condotti sbarre Canalis
ha sviluppato una serie di prodotti versatili, aventi come
caratteristiche fondamentali la facilità di montaggio e di
impiego, il tutto mantenendo elevato il grado di sicurezza
dell’impianto.
In particolari applicazioni il rischio di un incendio deve
essere ridotto il più possibile in modo che il pubblico possa
evacuare in tutta sicurezza, che i danni ai beni siano ridotti
e che il funzionamento dei sistemi di sicurezza installati
negli edifici sia sempre efficace.
Un aspetto importante, per la riduzione del rischio contro
l’incendio, consiste nel buon comportamento dei materiali
isolanti al fuoco ed i Condotti Sbarre Canalis,
realizzati in conformità con la nuova
Norma
IEC
60439-2,
assicurano ottime
prestazioni
al
fuoco, fino ad oggi
considerato solo
per i cavi.
• Comportamento al fuoco
❶ Resistenza dei materiali al calore anormale
Le norme che trattano l’aspetto del comportamento al fuoco sono molteplici e
soprattutto sono rivolte alle soluzioni in cavo; ora la nuova norma CEI EN 60439-2
integra le prescrizioni per il comportamento al fuoco anche per i condotti sbarre
prefabbricati.
Qui a lato si riportano le principali prescrizioni della norma per quanto riguarda il
comportamento al fuoco.
I materiali isolanti che entrano nella composizione dei
condotti devono effettuare la prova, denominata “del
filo incandescente” in conformità alla norma IEC
60695.2.1”.
La prova deve essere effettuata su un campione al
quale viene applicato il filo incandescente per un tempo di 30 secondi. Il risultato è positivo quando nessuna fiamma visibile o alcun prolungamento d’incandescenza appare sul campione 30 secondi dopo la rimozione del filo e quando questo non ha provocato
né l’accensione, né la bruciatura di una tavola posta
a contatto durante la prova.
Legenda:
a,b larghezza e lunghezza
dell’apertura
del pavimento in prova
❷ Non propagazione dell’incendio
c
Spessore del pavimento
in prova
d
Lunghezza della parte
sottoposta all’incendio
e
Sistemazione delle
termocoppie nella parte
non esposta all’incendio
h
Lunghezza del lato
esposto del condotto
sbarre
H
Lunghezza di tutto
il condotto sbarre
in prova
Nel caso in cui un condotto sbarre è sottoposto al
fuoco, si verifica il suo comportamento realizzando
una prova che si avvicina maggiormente alle condizioni reali di un incendio.
La prova, effettuata secondo la norma IEC 60332-3,
consiste nel sottoporre uno spezzone di condotto di
almeno 3 m alla fiamma di un bruciatore e l’esito della prova è soddisfacente se la parte carbonizzata o
bruciata per effetto della fiamma non raggiunge un’altezza superiore a 2,5 metri dall’estremità della bruciatura.
❸ Segregazione dell’incendio
Fig. 1 Pavimento di prova per la verifica alla penetrazione del fuoco in barriere tagliafuoco dell’edificio (ISO 834)
I condotti sbarre vanno sottoposti alle prove descritte
dall’ISO 834, (vedi Fig 1) verificando la loro capacità
di tenuta alle fiamme ed ai gas ed alla penetrazione
del fuoco di un barriera tagliafuoco per una durata
minima di 2 ore. Le condizioni di prova della parete
sono richiamate nella norma in appendice M.
4
t
ec nica
e
n o rme
• Prova di riscaldamento
Oltre alle unità rettilinee di condotto sbarre, la prova di sovratemperatura deve
essere effettuata su ciascuna taglia di unità di derivazione, prevista per essere
collegata al condotto sbarre.
Per questa prova l’unità di derivazione deve essere caricata alla sua corrente
nominale con il condotto sbarre alimentato.
L’unità di derivazione in prova deve essere posizionata centralmente al condotto
e vanno registrate le sovratemperature dei conduttori e dell’involucro dell’unità di
derivazione che devono essere conformi alla tabella 2 della CEI EN 60439-1.
Le sovratemperature dei componenti incorporati nell’unità di derivazione (esempio: dispositivi di protezione, apparecchiature elettroniche, ecc.) devono essere
conformi alle rispettive norme.
La norma dei condotti sbarre è stata modificata per rendere i prodotti conformi
alla regola dell’arte e idonei all’utilizzo anche in determinate applicazioni di rischio d’incendio dove condotti sbarre assicurano ottime prestazioni nel comportamento al fuoco che fino ad ora erano stati attribuiti solo ai cavi.
n
ovità normative
Le guide CEI per gli impianti
elettrici utilizzatori
Le guide del CEI per gli impianti elettrici utilizzatori.
Gli impianti elettrici si progettano seguendo le indicazioni della normativa tecnica CEI 64-8 e restano
il riferimento di base per qualsiasi attività progettuale, di installazione o di manutenzione degli impianti. Pertanto, le guide sono un valido aiuto nella
interpretazione ed attuazione delle norme tecniche.
Le Guide CEI finora pubblicate.
La Guida CEI 64-50 fornisce le informazioni di carattere generale relative alla realizzazione degli impianti
elettrici utilizzatori, degli impianti ausiliari e degli
impianti telefonici negli edifici destinati ad uso residenziale e terziario, con particolare riferimento alla
loro integrazione nella parte edile ed alla loro coesistenza con gli altri impianti tecnici.
Le informazioni aggiuntive per i vari tipi di edifici,
sono fornite da specifiche Guide:
• La guida CEI 64-14 “Per le verifiche degli
impianti elettrici utilizzatori”
• La Guida CEI 64-17 Relativa agli impianti
elettrici nei cantieri edili
• La Guida CEI 64-51 “Guida all’esecuzione
degli impianti nei centri commerciali”
• La Guida CEI 64-52 “Guida alla esecuzione
degli impianti negli edifici scolastici”
La Guida CEI 64-53 Per gli edifici ad uso prevalentemente residenziale
Lo scopo di questa Guida è quello di completare le
informazioni contenute nella Guida CEI 64-50 e di
fornire informazioni relative alla realizzazione degli
impianti elettrici utilizzatori, degli impianti ausiliari
e degli impianti telefonici negli edifici ad uso prevalentemente residenziale.
La Guida riporta le dotazioni consigliate per tipi diversi di appartamenti.
Guida CEI 64-54 per l’esecuzione di impianti
elettrici nei locali di pubblico spettacolo
La Guida fornisce le informazioni relative alla realizzazione degli impianti elettrici utilizzatori, degli
impianti ausiliari e degli impianti telefonici nei luoghi di pubblico spettacolo e d’intrattenimento.
Di seguito abbiamo messo a confronto differenti soluzioni con i condotti sbarre e
con i cavi in funzione delle rispettive prestazioni all’incendio e da questo si evince
come i condotti sbarre, provati con la nuova norma CEI EN 60439-2 reggono
bene il confronto anche con i migliori tipi di cavi
Cavo Pirelli
Tipo:H05V-K,
H07RN-F
Resistenza alla fiamma
Non propagazione della fiamma
Non propagazione dell’incendio
Ridotta emissione
di gas tossici e corrosivi
Ridottissima emissione di fumi
opachi e assenza di gas tossici
e di gas corrosivi
Resistenza al fuoco per circuiti
che richiedono i max requisiti
di sicurezza
■ Proprietà verificata
Cavo Pirelli
Tipo: FROR,
N07V-K,
N1VV-K
Condotto
Sbarre
Canalis
Tipo KT
Cavo Pirelli
Tipo:
FG10(O)M1
Guida CEI 64-55 per l’esecuzione di impianti
elettrici nelle strutture alberghiere
La Guida riguarda le strutture alberghiere definite
dal DM del Ministero dell’interno del 9 aprile 1994
e rappresenta un valido strumento per committenti,
progettisti ed installatori che operano nel settore
alberghiero aiutandoli nella scelta della tipologia degli
impianti.
5
a
p p l i c a z i o n i
Protezioni
d a l l e s ovra ten sio n i
Nella progettazione di un impianto elettrico si dedica particolare attenzione alla scelta delle
protezioni elettriche al fine di garantire un’adeguata “Sicurezza alle cose e alle persone”.
Tuttavia, si è ormai consolidata nella sensibilità del progettista la scelta del corretto interruttore
automatico per la protezione dalle sovracorrenti e dei dispositivi di protezione contro i contatti
elettrici diretti e indiretti, oggi rimane troppo spesso disattesa la necessità di porre l’adeguata
cura al problema delle sovratensioni
Infatti, sovente si assiste a danni all’impianto stesso, alla struttura che lo
ospita ed anche alle apparecchiature che esso alimenta per fenomeni di
sovratensione quali:
Sovratensioni dovute a scariche atmosferiche: sono provocate
da fulmini che colpiscono direttamente la struttura contenente l’impianto, da fulmini che cadono sul terreno in prossimità della struttura,
o da fulmini a terra che colpiscono la linea elettrica che alimenta l’impianto o strutture vicine. Tali scariche provocano onde di correnti di
dispersione di ampiezza elevata (da qualche kA a qualche decina di
kA) e di durata da qualche decina di ms a qualche centinaio di ms.
Sovratensioni di manovra: sono provocate dall’apertura e chiusura di circuiti capacitivi o induttivi, dall’interruzione di correnti di cortocircuito. Tali sovratensioni hanno frequenze da 1 kHz a 100 kHz e
ampiezza inferiore alle sovratensioni atmosferiche.
Sovratensioni a frequenza industriale: sono provocate dalla rottura del neutro con conseguente squilibrio delle tensioni di fase, dall’intervento di scaricatori su linee MT con conseguente innalzamento
del potenziale di terra dell’installazione (e quindi delle masse collegate), da guasti MT/BT in cabina, o guasti d’isolamento in reti IT.
Leggi dello Stato e Norme Tecniche mettono in luce la necessità di adottare adeguate protezioni: il DPR 547/55 sulla prevenzione sugli infortuni del Lavoro, in
particolare, all’art. 286 afferma: “Gli impianti elettrici devono, in quanto necessario ai fini della sicurezza ed in quanto tecnicamente possibile, essere provvisti di
idonei dispositivi di protezione contro gli effetti delle scariche atmosferiche”.
Per garantire la protezione dalle sovratensioni dovute alle scariche atmosferiche, si
forniscono qui alcuni spunti sulle caratteristiche, sulla scelta e sull’utilizzo dei limitatori
di sovratensioni (SPD, Surge Protective Device) conformi alla norma IEC 61643-1, di
recente recepimento CENELEC. In particolare, si fa riferimento alla recente Guida
CEI 81-8 Prima edizione 2002 (Guida d’Applicazione all’Utilizzo di Limitatori di Sovratensioni sugli Impianti Elettrici Utilizzatori di Bassa Tensione).
La Guida CEI 81-8 definisce inizialmente una configurazione di riferimento dell’impianto BT all’interno di una struttura (edificio di civile abitazione, edificio industriale, o manufatti o contenitori metallici di apparecchiature remote) nella quale
si trovano lato utente elementi quali il quadro elettrico principale (Q), eventuali
prese elettriche (P), gli utilizzatori generici (U) e le apparecchiature elettroniche
(A), con differenti categorie d’installazione. La Guida CEI 81-8 riprende i tipi di
danni causati dai fulmini (Tipo 1: perdita di vite umane; Tipo 2: perdita inaccettabile di servizi pubblici essenziali; Tipo 3: perdita di un patrimonio culturale insostituibile; Tipo 4: perdite economiche), il rischio tollerabile in funzione del tipo di
danno e il rischio considerato R. La valutazione del rischio Ra deriva dall’applicazione della Norma CEI 81-4 prima edizione (protezione delle strutture contro i
fulmini-valutazione del rischio dovuto al fulmine). Secondo tale Norma, il rischio
viene identificato dalle componenti di rischio in funzione del tipo di danno; il rischio associato all’impianto BT è identificato dalle componenti di rischio A, C, D,
G e M.
O
P
O: origine
dell’installazione
U
Q
A
Wh
P
Installazione:
Categoria IV (6 KV)
Installazione:
Categoria III (4 KV)
Installazione:
Installazione:
Categoria II (2.5 KV) Categoria I (1.5 KV)
Componente
di rischio
Definizione
A
Incendi all’interno della struttura
per fulminazione diretta della
struttura
C
Incendi all’interno della struttura
per fulminazione diretta della
linea elettrica
D
Sovratensioni sugli impianti interni
ed esterni della struttura per
fulminazione diretta della struttura
(tale componente è composta di
due parti: una dovuta
all’accoppiamento resistivo e l’altra
all’accoppiamento induttivo causati
dalla corrente del fulmine
che colpisce la struttura)
G
Sovratensioni sugli impianti interni
della struttura per fulminazione
indiretta della linea elettrica
M
Sovratensioni sugli impianti interni
della struttura per fulmini a terra
in prossimità della struttura
Identificati rischio considerato e rischio tollerabile, tra
le misure di protezione previste dalla Norma CEI 81-4,
per ogni componente di rischio associata alla linea
elettrica, è indicato l’utilizzo di SPD all’arrivo della linea e all’ingresso delle apparecchiature interne.
L’efficacia degli SPD è misurata dal fattore di riduzione, così indicato dalla Norma CEI 81-4:
• k3: è il fattore di riduzione di SPD vicino alle apparecchiature interne, attribuibile agli SPD di Classe
di Prova I, II o III in quanto installati vicino alle apparecchiature da proteggere o nei quadri di distribuzione secondari o intermedi.
• k5: è il fattore di riduzione di SPD all’arrivo linea,
attribuibile agli SPD di Classe di Prova I e II in quanto installabili all’origine dell’impianto BT;
La Norma CEI 81-4 attribuisce agli SPD, se adeguatamente scelti e correttamente installati, il valore del
fattore di riduzione (del rischio considerato) k3 = k5 =
0.01. Tale fattore riduce la probabilità “p” che un fulmine possa causare danni, p è la probabilità relativa
alla struttura non protetta; si ha infatti P = k x p, ove la
probabilità P è quella relativa alle varie componenti
di rischio.
La Norma CEI 81-4 non indica come scegliere, installare e dimensionare gli SPD. La Guida CEI 81-8,
per il momento solo italiana, fornisce indicazioni per
scegliere ed installare correttamente gli SPD sull’impianto BT. Gli SPD devono essere conformi ai requisiti della norma di prodotto IEC 61643-1.
6
a
p p l i c a z i o n i
Nella tabella sottostante è evidenziata la correlazione fra la Classe di prova, i
criteri di scelta, la funzione svolta e i parametri di scelta degli SPD.
Classe
di prova
Criteri di scelta
Classe I
• Ingressi di linee di alimentazione delle strutture
dotate di LPS esterno (impianto di parafulmine).
• Sui quadri elettrici secondari, delle stesse
strutture di cui sopra, collegati attraverso i PE
direttamente all’LPS esterno (calate, dispersori).
• Linee aeree entranti nelle strutture
con tratto interrato minore di 150 m.
• Sulle strutture senza LPS esterno
sulle quali è stato necessario ridurre
le componenti di rischio A – D – C
previste dalla Norma CEI 81-4.
Classe II
Classe III
Funzione
svolta
Parametro
di scelta
Scarica la corrente
del fulmine
Iimp (10/350 (µs) [kA]
• Ingresso di linee di alimentazione
delle strutture senza LPS esterno nel quadro
principale di distribuzione.
• Nei quadri secondari quando la distanza
dal quadro principale è maggiore
della distanza di protezione.
• Nei quadri delle strutture senza LPS esterno
sulle quali è stato necessario ridurre
le componenti di rischio D – M – G previste
dalla Norma CEI 81-4.
Elimina
le sovratensioni
generate
dal fulmine
deviando
la corrente
In (8/20 (µs) [kA]
• In prossimità delle utenze finali,
nelle prese fisse o mobili multiple,
o nei quadri intermedi.
Protegge gli
apparecchi dalle
sovratensioni
Uoc (1,2/50 (µs) [kV]
In particolare le caratteristiche degli SPD di Classe I e II, generalmente i più
utilizzati nei quadri di BT, sono:
• Corrente a impulso Iimp: è il valore di picco della corrente che circola nel SPD
e che ha una forma d’onda 10/350 µs. Tale è utilizzata per classificare spd nella
classe di Prova I.
• Corrente nominale di scarica In: è il valore di picco della corrente che circola
nell’SPD e che ha una forma d’onda 8/20 µs. La corrente nominale di scarica viene
utilizzata per classificare l’SPD nella Classe di Prova II. Il valore di In del SPD di
Classe di Prova II, all’origine dell’impianto, deve essere maggiore o uguale a 10 kA
per attribuire al fattore di riduzione k5 il valore 0.01 definito dalla Norma CEI 81-4.
• Livello di protezione Up: è il valore di tensione che caratterizza il comportamento dell’SPD nel limitare la tensione tra i suoi terminali e che è scelto da una
serie di valori preferenziali.
• Tensione massima continuativa Uc: è il massimo valore della tensione efficace o continua che può essere applicata permanentemente all’SPD, equivale
alla sua tensione nominale.
All’interno di un impianto BT, spesso vengono inseriti due o più SPD in cascata
ad una certa distanza “d”; tali SPD interagiscono inevitabilmente tra di loro. L’obiettivo del coordinamento degli SPD è di assicurare che non sia superata la corrente
nominale di scarica In e/o la corrente ad impulso Iimp (è il valore di picco della corrente
che circola nell’SPD e che ha una forma d’onda 10/350 (µs; la corrente ad impulso
viene utilizzata per classificare l’SPD nella Classe di Prova I) d’ogni SPD. Il coordinamento di due SPD collegati in parallelo (SPD1 e SPD2), separati da un elemento
di disaccoppiamento, rappresentabile da un’induttanza installata ad hoc oppure
dall’induttanza dei conduttori della linea elettrica, è conseguito se, per5 ogni livello e forma d’onda di corrente impulsiva da considerare, l’energia dissipata attraverso l’SPD2 è inferiore o uguale alla sua massima energia sopportabile. È evidente che due SPD, aventi lo stesso livello di protezione e lo stesso valore della In
o Iimp, sono coordinati indipendentemente dal valore dell’elemento di disaccoppiamento. Nell’effettuare il coordinamento occorre considerare tutti i fattori che influenzano la ripartizione delle correnti tra i due SPD della corrente Imax1 o Iimp1
all’origine dell’impianto BT, in particolare:
• la distanza “d” tra i due SPD: più aumenta d più diminuisce la corrente I2, cioè
più aumenta l’impedenza del collegamento tra i due SPD più il secondo SPD è
indipendente dal primo;
• il livello di protezione, Up2, del secondo SPD2: più il livello di protezione Up2 è
piccolo rispetto al livello di protezione Up1 del primo SPD più aumenta la corrente I2, cioè più diminuisce il rapporto Up2/Up1 più aumenta la distanza necessaria
per coordinare i due SPD;
• la corrente nominale di scarica, In2, o la corrente ad impulso, Iimp2, del secondo
SPD2: più In2 o Iimp2 è piccola rispetto alla corrente nominale di scarica In1 o alla
corrente ad impulso Iimp1 del primo SPD più aumenta la distanza necessaria al
coordinamento.
Il coordinamento tra due SPD può essere ottenuto seguendo diversi approcci, quali: la scelta di SPD abbinati derivanti da coordinamenti già verificati dal costruttore,
la simulazione all’elaboratore della ripartizione della corrente nei diversi SPD installati sull’impianto BT, l’esecuzione di prove di laboratorio per verificare la ripartizione della corrente nei diversi SPD installati sull’impianto BT, l’utilizzo di tabelle di
coordinamento che indicano l’induttanza di disaccoppiamento fra due SPD installati in parallelo (in pratica la distanza minima tra i due SPD), in funzione della corrente nominale di scarica (In) oppure della corrente ad impulso (Iimp) e dei loro livelli
di protezione. La Guida CEI 81-8 evidenzia che il primo approccio visto sia da
preferirsi per l’utilizzatore, in quanto il costruttore degli SPD ha già determinato le
condizioni necessarie per conseguire il coordinamento dei due SPD abbinati.
n
ovità normative
Guida d’applicazione all’utilizzo
di limitatori di sovratensioni
sugli impianti elettrici utilizzatori
di bassa tensione
Negli impianti elettrici alimentati in bassa tensione
(BT) le conseguenze delle interruzioni di servizio
della rete BT, per danneggiamento della rete
elettrica o delle apparecchiature ad essa collegate,
sono inferiori rispetto a quelle che si hanno sulle
reti AT o MT.
In alcune situazioni impiantistiche, il livello di tenuta
alle sovratensioni delle apparecchiature, previsto
dalle norme, non è adeguato al rischio tollerabile
dall’utilizzatore. In questi casi il rischio può essere
ridotto con l’installazione sull’impianto elettrico BT
di limitatori di sovratensioni (SPD).
Inoltre, gli impianti elettrici in bassa tensione (BT)
possono innescare incendi, quando la fulminazione
diretta della struttura e/o della linea elettrica BT
causa scariche pericolose tra la linea elettrica e gli
elementi metallici della struttura e/o dell’eventuale
LPS della struttura. In questo caso si può ridurre il
rischio d’incendio con l’installazione sull’impianto
elettrico BT d’adeguati SPD.
L’impianto elettrico utilizzatore, definito come la
parte d’impianto che si estende nella struttura a
partire dal punto di consegna del gestore della linea
BT è l’oggetto della guida.
Questa Guida fornisce le indicazioni per valutare,
con riferimento alle Norme CEI 81-1 e 81-4, la
necessità dell’impiego di SPD, per effettuare la
scelta, l’installazione e il dimensionamento degli
SPD, per coordinare gli SPD installati sull’impianto
elettrico BT tra loro e gli SPD e i dispositivi di
protezione contro la sovracorrente. L’Appendice A
illustra come utilizzare questa Guida.
Vengono inoltre presentati i criteri che permettono
di scegliere ed installare i limitatori di sovratensioni
(SPD, Surge Protective Device) per proteggere
l’impianto elettrico utilizzatore di bassa tensione
(BT), e le apparecchiature ad esso collegate dalle
scariche pericolose e dalle sovratensioni e
sovracorrenti impulsive che possono essere presenti
sull’impianto elettrico BT.
Il CEI pubblica contemporaneamente il “Software
per la scelta di limitatori di sovratensione negli
impianti in bassa tensione” SURGE, utilissimo per
la corretta applicazione della Norma CEI 81-4
(Prima edizione – 1996): “ Protezione delle strutture
contro i fulmini – Valutazione del rischio dovuto al
fulmine” e della nuova Guida CEI 81-8, citata
precedentemente.
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e c n o i m p i a n t i
Gli sganciatori elettronici
in Bassa Tensione:
p e c u l ia rit à e va n tagg i
L’interruttore è l’elemento principale di protezione preposto a salvaguardia della
sicurezza dell’impianto elettrico. Possiamo considerarlo composto da due parti
distinte che agiscono “in collaborazione”: il blocco di interruzione e lo sganciatore.
Il blocco di interruzione è la parte percorsa dalla corrente dell’impianto e contiene
il meccanismo che realizza fisicamente l’interruzione della corrente anche in caso
di corto circuito (camere d’arco, contatto mobile, contatto fisso, molle di chiusura,
ecc…). Lo sganciatore invece ha lo scopo di monitorare la corrente che percorre
l’interruttore, comandandone l’apertura quando la corrente supera i valori limite
fissati tramite le regolazioni per sovraccarico e il corto circuito.
L’interruzione di una corrente pari alla corrente nominale (In) dell’apparecchio o a
qualche suo multiplo non è un problema (lo fanno anche i sezionatori…), viceversa per interrompere correnti molto più elevate (corto circuito) sganciatore e blocco interruzione devono agire in perfetta sinergia affinché l’apparecchio non subisca danni a causa delle forti sollecitazioni provocate dall’arco elettrico, che raggiunge temperature estremamente elevate.
In Bassa Tensione lo sganciatore “tradizionale” è di tipo magnetotermico e comanda lo sgancio dell’interruttore mediante attuatori meccanici (grazie ad un sistema a solenoide magnetico in caso di corto circuito e ad un sistema a lamina
bimetallica ad effetto termico in caso di sovraccarico).
Gli sganciatori elettronici invece sono costituiti da trasformatori amperometrici
che comunicano alla scheda elettronica il valore delle correnti in gioco; se la
corrente nell’impianto supera le soglie prefissate, la logica integrata nella scheda
comanda lo sgancio dell’interruttore attraverso una bobina (diversa dalla bobina
di sgancio “di servizio”).
A fronte di un costo maggiore rispetto allo sganciatore magnetotermico, quello
elettronico offre però molteplici vantaggi:
• regolazioni più flessibili e più precise
• disponibilità di protezioni e funzionalità aggiuntive
• migliore comportamento termico (minore sensibilità nei confronti della temperatura e minore dissipazione per effetto Joule).
Regolazioni più flessibili e più precise
La funzionalità più importante dell’interruttore è la protezione della parte di impianto “affidatagli” (quella a valle dei suoi morsetti), ed è qui che gli sganciatori
elettronici offrono i maggiori vantaggi: regolazioni più ampie e precise, per una
protezione più flessibile e sicura.
Un tipico sganciatore magnetotermico permette regolazioni tra 0,7In e In per il
sovraccarico, tra 5In e 10In per il corto circuito; uno sganciatore elettronico tra
0,4In e In per il sovraccarico, tra 1,5In e 10In per il corto circuito.
Gli sganciatori elettronici permettono inoltre di modificare il tempo di intervento
per sovraccarico e, per interruttori di classe B (quelli con Icw>5kA), anche il tempo di intervento per corto circuito; normalmente gli sganciatori magnetotermici
invece non permettono la regolazione dei tempi di intervento.
a
genda
10-12 maggio
MEDIEL - Napoli
17-19 ottobre
ELETTRO - Firenze
Salone internazionale dell’elettronica,
elettrotecnica ed illuminotecnica
Mostra di apparecchiature
e materiale elettrico, elettrotecnico,
elettronico, illuminotecnico
04-05 giugno
CABLING - Roma
c/o Sheraton Hotel
24-28 ottobre
SMAU - Milano
Esposizioni, contenuti, new media
per la società digitale
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e c n o i m p i a n t i
L’offerta Schneider Electric
Schneider Electric, con la gamma di interruttori
scatolati Compact NS, è stata la prima ad offrire
lo sganciatore elettronico, anche sui calibri di base
(100/250A), nella stessa dimensione del magnetotermico; Compact NS è ancora oggi l’unica gamma sul mercato che permette di montare gli sganciatori elettronici indifferentemente su tutti gli interruttori che la compongono, senza dover ricor-
La maggiore ampiezza dei campi di regolazione è un vantaggio molto importante: permette di avere maggiore flessibilità d’utilizzo ottenendo comunque una protezione ottimale delle condutture (cavi /sbarre) e delle utenze.
Disponibilità di protezioni e funzionalità aggiuntive
Gli sganciatori elettronici più completi integrano ulteriori protezioni e funzionalità
aggiuntive molto importanti per la gestione dell’impianto e per la semplificazione
della realizzazione del quadro elettrico. Tali funzioni fanno crescere ulteriormente
il gap tra le protezioni elettroniche e quelle magnetotermiche standard.
In termini di funzionalità aggiuntive, si rilevano le seguenti peculiarità:
- possibilità di visualizzare la corrente dell’impianto, e quindi di evitare l’installazione di amperometri con i relativi TA e cablaggi accessori che spesso sono fonte
di errore e comunque “appesantiscono” la realizzazione del quadro;
- possibilità di avere un’indicazione visibile che discrimina la causa dell’intervento
dell’interruttore (sovraccarico, corto circuito, guasto a terra): l’utente è quindi in
grado di capire se può semplicemente riarmare l’interruttore (sovraccarico) o se
deve prima individuare ed eliminare la causa dello sgancio (corto circuito).
- possibilità di memorizzare la massima corrente che ha percorso l’interruttore: in
caso di corto circuito si può valutare lo sforzo meccanico che hanno dovuto sopportare i supporti dei cavi e delle sbarre e decidere se è il caso di controllare la
loro tenuta prima di riarmare l’interruttore;
- possibilità di comunicare a distanza ad un sistema di supervisione il valore delle
correnti rilevate e il valore delle regolazioni impostate: questo permette di centralizzare le informazioni per avere sotto controllo tutto l’impianto da parte di un
unico operatore.
rere a versioni dedicate.
I Compact NS 160/250 offrono lo sganciatore magnetotermico TMD e lo sganciatore elettronico
STR22 (mutuamente intercambiabili): l’STR22 in
pratica è l’equivalente del TMD come protezioni
espletate, con però tutti i vantaggi propri dell’elettronica (la maggior flessibilità e precisione delle
regolazioni, la minore sensibilità termica e la minore dissipazione per effetto Joule).
A partire dalla taglia 400A i Compact NS offrono
solo sganciatori elettronici proprio per i loro innegabili vantaggi: STR23 e STR53 per i Compact NS
400/630, Micrologic e Micrologic A per i Compact
NS 630b/1600 e per i Compact NS 2000/3200.
STR53 e Micrologic A
offrono già, in standard
o in opzione, molte delle funzioni aggiuntive
permesse dagli sganciatori elettronici: temporizzazioni, funzione
“I2t on/off”, amperometro, protezione di terra,
indicazione della causa
di guasto, ecc.
Nel caso sia necessario utilizzare queste funzioni
a protezione di utenze particolari che hanno bassi
assorbimenti di corrente, è possibile utilizzare il
Compact NS 400 nella versione con TA da 150A:
si possono proteggere carichi con corrente nominale fino a 63A e sfruttare tutte le potenzialità dell’STR53.
Con gli interruttori aperti Masterpact NT/NW anche la dotazione di protezioni fa un salto in avanti:
il Micrologic A diventa lo standard ed è poi possibile passare alle versioni P e H, che hanno un insieme di funzioni ancora più ampio.
L’interruttore aperto normalmente è posto a protezione di tutto l’impianto BT, quindi ha una grave
“responsabilità”: eventuali sue carenze in termini
di protezione o sganci intempestivi si ripercuoterebbero sull’intero impianto.
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Migliore comportamento termico (minore sensibilità nei confronti della temperatura ambiente e minore dissipazione per effetto Joule)
Gli sganciatori magnetotermici intervengono per sovraccarico sfruttando il riscaldamento della lamina bimetallica che viene percorsa dalla corrente di carico: la
soglia e il tempo di intervento sono quindi influenzati dalla temperatura ambiente:
infatti al crescere della temperatura l’intervento per sovraccarico avviene per valori di corrente via via più bassi.
L’intervento degli sganciatori elettronici invece non dipende dalla temperatura
poiché si basa su algoritmi elaborati dal microprocessore: le soglie di intervento
si mantengono inalterate. Tale caratteristica è un’ulteriore garanzia di sicurezza
per le utenze protette.
La dissipazione per effetto Joule costituisce un altro punto a favore dello sganciatore elettronico: il magnetotermico è percorso dalla corrente di carico per il suo
principio stesso di funzionamento e a causa delle resistenze interne, contribuisce
ad aumentare la dissipazione dell’interruttore; l’ elettronico invece non è percorso
da corrente e dunque nel complesso l’insieme interruttore-sganciatore elettronico ha una dissipazione inferiore.
Ciò è molto evidente soprattutto sugli scatolati dotati di sganciatore di piccolo
calibro: un Compact NS160 con sganciatore TMD da 40A dissipa 4,6W/polo, lo
stesso interruttore con STR22SE da 40A dissipa 1,1W/polo.
La potenza dissipata in un quadro in cui ci siano diversi scatolati di piccola taglia
diminuisce quindi sensibilmente nel caso si scelgano sganciatori elettronici.
Conclusioni
Tutte queste considerazioni permettono di capire i molteplici vantaggi dello sganciatore elettronico rispetto a quello magnetotermico.
Le funzionalità disponibili sugli sganciatori elettronici sono via via più ricche al
crescere della taglia dell’interruttore su cui vanno montati: tutte queste funzionalità hanno un costo e il valore dell’interruttore deve essere commisurato al valore
delle apparecchiature da proteggere.
Al crescere della taglia dell’interruttore cresce anche la porzione di impianto protetta direttamente: il costo delle funzionalità aggiuntive (protezione di terra, selettività logica, indicazione del tipo di guasto, ecc…) è motivato dal maggior valore
globale delle utenze protette e ripagato dal raggiungimento di una maggiore continuità di servizio.
Normalmente gli sganciatori più completi sono quelli che equipaggiano gli interruttori aperti, che proteggono l’intero impianto BT: devono offrire una protezione
rigorosa ed essere assolutamente esenti da sganci intempestivi.
In definitiva, i vantaggi dell’ elettronica sono evidenti, ma, volta per volta, bisogna
fare un’analisi tecnico-economica per scegliere il tipo di sganciatore più adatto
alla protezione dell’impianto, che in concreto significa ottenere la sicurezza delle
persone che vi lavorano e la salvaguardia delle utenze e dei componenti attivi
dell’impianto stesso (sbarre/cavi), garantendo al contempo la massima continuità
di servizio.
p
ianeta Schneider
Per r ispondere alle
esigenze di disponibilità dei
prodotti più performanti delle
apparecchiature
Compact
e
Masterpact, Schneider Electric ha formato
i tecnici di alcuni rivenditori, rendendo così
autonomi i rivenditori stessi, alla gestione di
apparecchiature, il cui contenuto tecnologico richiedeva,
fino ad oggi, il montaggio e il collaudo diretto del personale
di Schneider Electric.
Questo servizio è stato denominato con un nome e un
marchio ben preciso, che permetterà a tutti i professionisti
del settore di ricercare, richiedere e ottenere tali
apparecchiature, nei tempi di approvvigionamento dei
normali prodotti di flusso.
Schneider Electric si è sempre dimostrata attenta alla
realizzazione dei prodotti, secondo una “logica distributiva”.
L’esempio più evidente è rappresentato dagli interruttori
scatolati Compact NS, il sistema a blocchi componibili,
una gamma che da 8 anni è il punto di riferimento per il
mercato e che ancora oggi differenzia Schneider Electric
rispetto agli altri costruttori di apparecchiature scatolate.
In particolar modo il progetto riguarda i sistemi di
protezione dei circuiti affidati agli sganciatori elettronici,
per offrire a tutti e nei giusti tempi, i vantaggi che la
protezione elettronica comporta.
Inoltre, rientrano nel progetto, anche i componenti necessari
alla realizzazione di commutazioni di rete, manuali o
automatiche, in modo che attraverso la loro gestione presso
il magazzino dei rivenditori, siano immediatamente
reperibili.
Infine Schneider Electric ha previsto anche un primo livello
di “accessoriamento locale”, relativamente ai prodotti di
forte potenza, vale a dire i Compact NS630b-3200 e
Masterpact NT-NW:
· gli attacchi di collegamento ai sistemi di sbarre,
· la parte fissa delle versioni estraibili,
· gli accessori e gli ausiliari elettrici delle apparecchiature
(contatti, bobine, ecc.)
Questi rivenditori sono da oggi autonomi anche nella
gestione delle modifiche e degli interventi sui quadri elettrici
o sugli impianti in cui sono installate le apparecchiature
sopra descritte, riducendo sensibilmente i tempi che fino
ad oggi invece occorrevano per interventi spesso di semplice
esecuzione.
Per realizzare il progetto top Assembling, Schneider
Electric si è impegnata con i propri rivenditori a fornire in
via continuativa:
· la formazione del personale tecnico,
· l’assistenza nella realizzazione di un’area montaggi
presso i loro spazi,
· le istruzioni di montaggio di tutti i prodotti coinvolti,
· l’assistenza tecnica e gli aggiornamenti periodici
relativa ai prodotti stessi,
· visite ispettive, atte a mantenere al massimo il livello
di qualità inerente alle operazioni da eseguire
da parte dei rivenditori.
Ricercate e richiedete il marchio top Assembling
direttamente al personale Schneider Electric.
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t
ec nica
e
n o rme
Il fenomeno
del riscaldamento
n e i q ua d ri ele ttric i
Le esigenze dell’utente del quadro elettrico, oggi, sono mutate profondamente.
In particolare è nata la richiesta e la conseguente diffusione di un prodotto “quadro
industrializzato” che risponda meglio agli accresciuti bisogni di sicurezza, che sia
sempre più affidabile, che funzioni senza discontinuità e che possa rapidamente
essere messo in funzione dopo un guasto.
Il quadro, che è un componente dell’impianto elettrico tra i più delicati ed essenziali, deve essere
progettato, costruito e verificato sempre secondo le regole della buona tecnica, ovvero, nella
maggior parte dei casi, secondo le norme applicabili; diverse sono le tipologie di “quadro elettrico”
alle quali ci si riferisce per la progettazione, la costruzione e la verifica nei differenti campi di
applicazione, verso cui la normativa tecnica e l’offerta dei costruttori si indirizza.
Si offre qui una breve panoramica di risoluzione del problema termico, uno dei temi più critici e non
sempre facilmente risolvibili relativi ai quadri elettrici.
I problemi termici di un quadro
La conoscenza del comportamento termico è importante soprattutto per le seguenti ragioni:
• utilizzo e diffusione di quadri realizzati in materiale isolante, in generale di modesta efficacia nella dissipazione del calore verso l’esterno;
• evoluzione tecnologica degli apparecchi, con componentistica elettronica e dimensioni sempre più ridotte;
• applicazione in esercizio di coefficienti di contemporaneità sempre più elevati e
conseguente riempimento termico elevato dei quadri.
Cause, effetti e soluzioni
La temperatura che un apparecchio elettrico raggiunge in condizioni di regime
dipende principalmente da due fattori:
• riscaldamento per effetto Joule (P = R x I2), dovuto al passaggio della corrente
attraverso la sua resistenza;
• temperatura ambiente.
Fig. 2 Prove quadro
Fig. 1 Modello Termico del quadro
Le prescrizioni per gli apparecchi elettrici sono contenute nelle relative norme di prodotto, che definiscono le sovratemperature massime ammissibili (rispetto alla temperatura ambiente media, considerata pari
a 35°C per gli usi industriali) per la sicurezza delle
persone e per il corretto funzionamento degli apparecchi stessi, in particolare per:
• la scatola e gli organi di manovra;
• i terminali.
Tutto ciò è verificato dal costruttore dei singoli apparecchi mediante l’effettuazione di prove di tipo (in area
libera); l’installazione dei prodotti in quadro comporta
per essi altre cause di riscaldamento (e quindi di sovratemperatura), dovute a condizioni di utilizzo molto
variabili. Fig. 1
Oltre all’obiettivo primario di sicurezza per le persone e i beni, occorre raggiungere altri due obiettivi importanti:
• disponibilità dell’impianto (nessun funzionamento
intempestivo o “non funzionamento”);
• mantenimento della durata di vita dei componenti.
Gli strumenti utilizzabili a questo scopo sono essenzialmente:
• l’esperienza del costruttore;
• le prove eseguite sui quadri in esecuzione ripetitiva (industrializzazione del prodotto) Fig. 2
• l’utilizzazione di metodi matematici per determinare, in funzione delle caratteristiche dell’involucro, la
coppia corrente/temperatura per ognuna delle sorgenti di calore a partire dalla loro posizione e dalla
temperatura dell’aria che le circonda o, in alternativa, e come soluzione di ragionevole e sufficiente
approssimazione, i valori di temperatura media all’interno del quadro in uno o più punti significativi.
11
Le norme prese in considerazione
Vengono prese qui in considerazione le norme europee armonizzate CENELEC
della serie CEI EN 60439 (con esempi per la Parte 1 “Regole Generali”) e la
norma CEI 23-51 per i quadri per uso domestico e similare, applicabili ai fini della
“Direttiva Bassa Tensione (73/23/CEE)” e della “Direttiva Compatibilità Elettromagnetica (89/336/CEE)”; inoltre si ricorda la Norma Europea CEI EN 50298: “Involucri destinati alle apparecchiature a bassa tensione. Regole generali per gli involucri vuoti”.
La Norma CEI EN 60439-1 – Il Sistema Funzionale Prisma
La prova del tipo di verifica del riscaldamento non è sempre obbligatoria, ma è
necessario in ogni caso verificare che il quadro non superi i limiti di sovratemperatura ammissibili; va stabilito quali siano i metodi e con quali vincoli e limiti sia
consentito verificare il quadro senza effettuare prove di laboratorio.
Ecco la definizione presente nella Norma:
Par. 2.1.1.1: Apparecchiatura di protezione e manovra conforme ad un tipo o ad
un sistema costruttivo prestabilito senza scostamenti tali da modificarne in modo
determinante le prestazioni rispetto all’apparecchiatura tipo provata secondo quanto prescritto nella presente Norma.
Note:
1 - ... omissis ...
2 - Per varie ragioni, per esempio di trasporto o di produzione, alcune fasi del montaggio possono essere eseguite al di fuori dell’officina del costruttore della AS.
Tale apparecchiatura è considerata come apparecchiatura di serie, purché il montaggio venga effettuato secondo le istruzioni del costruttore, in maniera tale che sia
assicurata la conformità del tipo o “sistema stabilito” con la presente Norma, ivi
inclusa l’esecuzione delle prove individuali previste.
Si è riportata la definizione di Apparecchiatura di Serie (AS) data nella Norma
CEI EN 60439-1 per meglio sottolineare il fatto che il Sistema Funzionale PRISMA rientri nella definizione di AS riportata nella norma: infatti coincide con un
“sistema costruttivo prestabilito”, progettato, realizzato e provato dallo stesso costruttore.
Sulla base di questa prerogativa, il costruttore ha effettuato tutte le prove di tipo
previste dalla norma, su un numero e su una tipologia di prototipi, tali da rappresentare in maniera significativa le configurazioni dei quadri elettrici (cassette e
armadi), ottenibili effettuando le scelte di struttura, carpenteria, accessoristica
etc. proposte all’interno del catalogo, installando all’interno dei quadri stessi apparecchi e componenti del sistema Bassa Tensione Merlin Gerin (interruttori
modulari Multi9, interruttori scatolati COMPACT, interruttori aperti MASTERPACT,
etc.).
I quadri elettrici Prisma e il loro contenuto sopra descritto sono, a tutti gli effetti il
“sistema costruttivo prestabilito AS” prima definito e non necessitano di ulteriori verifiche ai fini del rispetto delle prescrizioni normative, fatta eccezione per le
prove individuali che sono a carico del quadrista responsabile del prodotto finito.
L’assemblatore del quadro ha però la responsabilità del prodotto finito, soprattutto, per ciò che riguarda i suoi aspetti funzionali e di sicurezza. Risulta quindi
opportuno e conveniente fare delle verifiche (anche solo in fase di progettazione
termica del quadro) per garantirsi e garantire la conformità del quadro di prototipi
verificati da Merlin Gerin.
Il vantaggio dell’utilizzo del SW consiste nel fatto che,
in automatico e durante la costruzione del fronte quadro, esso guida alla scelta e alla realizzazione di un
quadro verificato dal punto di vista termico basandosi sulle numerose prove di tipo eseguite sulle diverse
configurazioni di quadri e cassette (Fig. 4 pag. 12).
b) CEI 17-43
Il metodo stabilito dalla pubblicazione CEI 17-43 calcola la sovratemperatura dell’aria all’interno del quadro a metà altezza e all’estremità superiore come differenza tra la temperatura calcolata all’interno (in base
ai dati di progetto del quadro) e la temperatura ambiente esterna al quadro.
Se si dispone di una prova su un prototipo, il risultato
del calcolo permette di giudicare per confronto diretto se l’esemplare al quale si è applicato il calcolo è
conforme. In assenza di un prototipo di riferimento, il
calcolo diventa più complicato e, in ogni caso, meno
significativo.
La Norma CEI 23-51 – I piccoli quadri
di distribuzione e i quadri per prese
a) I piccoli quadri di distribuzione.
La norma stabilisce le prescrizioni per la realizzazione e il montaggio del quadro e copre le applicazioni
civili più comuni che vanno dai centralini di appartamento, con In < 32 A monofase, fino ai quadri alimentati da sistemi trifase con corrente del dispositivo di
protezione in entrata non superiore a 125 A.
In Italia, per questi quadri, la norma CEI 23-51 rappresenta la regola dell’arte ed ha valore uguale alle
norme della famiglia CEI EN 60439; con la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica
Italiana (G.U.R.I. n. 170 del 23.07.97) la norma può
essere usata ai fini della “Direttiva Bassa Tensione” e
risponde ai requisiti essenziali di sicurezza per la
marcatura CE.
E’ destinata all’assemblatore del quadro, che coincide generalmente con l’installatore.
Le verifiche sono assimilabili a prove individuali: devono essere eseguite su ogni esemplare.
Al contrario le prove per gli involucri, assimilabili a
prove di tipo, sono di competenza del costruttore dell’involucro e devono essere effettuate secondo la norma CEI 23-49.
La caratteristica del quadro conforme alla CEI 23-51
che richiede una verifica coordinata è quella della
sovratemperatura, per la quale:
Questi i metodi di calcolo ed estrapolazione, validi per la verifica dell’apparecchiatura:
• verifica termica mediante l’utilizzo del SW “Exteem 3.0”
• utilizzo della Pubblicazione CEI 17-43
I risultati ottenuti dalla verifica effettuata utilizzando uno dei due metodi devono
successivamente essere riportati al prototipo di riferimento adeguato, per conoscere i dati utili ad apportare le azioni correttive opportune per realizzare un quadro conforme alla Norma CEI EN 60439-1 Fig. 3
a) Exteem® 3.0
La nuova versione del SW di preventivazione Schneider contiene la procedura di
calcolo per la verifica termica dei quadri elettrici, basata sugli stessi principi del
precedente Prisma Watt, ovvero mediante estensione dei risultati ottenuti sul prototipo, verificando che la potenza dissipata dagli apparecchi e dai conduttori sia
minore o al massimo uguale a quella dissipata all’interno del prototipo durante
l’effettuazione della prova di tipo, nelle condizioni più gravose di esercizio; in pratica:
• se Wr < Wt il quadro è conforme,
• se Wr > Wt il quadro è da verificare.
dove: Wr = potenza dissipata all’interno del quadro da realizzare;
Wt = potenza dissipata all’interno del prototipo di riferimento.
Fig. 3 Norma CEI EN 60439-1
12
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ec nica
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n o rme
• il costruttore dell’involucro fornisce il valore della potenza massima dissipabile
dall’involucro senza che le varie parti superino i limiti di sovratemperatura ammessi dalla norma CEI 23-49;
• l’assemblatore del quadro deve verificare che la potenza dissipata dai componenti calcolata secondo le indicazioni della norma CEI 23-51 non superi il limite
fornito dal costruttore dell’involucro.
Ogni quadro deve essere fornito di propria targa, che può essere posta anche
dietro la portella e su cui devono essere riportate le caratteristiche indicate dalla
norma; la targa può essere metallica, in plastica o autoadesiva, purché sia leggibile ed indelebile.
b) I quadri per prese.
Il costruttore di un quadro AS, secondo la norma, deve eseguire tutte le prove di
tipo previste e, come per il Sistema Funzionale Prisma (conforme alla CEI EN
60439-1), anche per la gamma di quadri prese l’installatore dovrebbe comporre
correttamente il quadro adatto, e poi verificarlo secondo tutte le prescrizioni normative.
In particolare, per la prova di riscaldamento la norma CEI EN 60439-3 (che, in
questo caso, sarebbe la parte della Norma applicabile per quadri da installare in
luoghi dove personale “non addestrato” ha accesso al loro utilizzo) richiede che il
quadro sia percorso dalla propria corrente nominale, tenendo in considerazione i
valori del fattore di contemporaneità per i circuiti di uscita, e che, al termine della
prova condotta in laboratorio, le parti del quadro non abbiano superato i valori di
sovratemperatura prescritti nella Tabella 3 della Norma e che gli apparecchi funzionino in modo soddisfacente.
Per facilitare il lavoro dell’installatore, anche in questo caso il costruttore degli
involucri viene incontro a questa esigenza, provando tutte le caratteristiche dell’involucro secondo la Norma CEI 23-49, dichiarandone quindi anche la potenza
massima dissipabile; a questo punto, la verifica termica del quadro da parte dell’installatore può essere effettuata in maniera semplice ed immediata in accordo
con la procedura di calcolo prescritta dalla Norma CEI 23-51.
Se nella verifica termica il quadro da realizzare non risultasse conforme, si do-
Fig. 4 Esempio estratto di stampa dal software eXteem® 3.0 “Verifica Termica”
vranno eventualmente modificare i dati di progetto
prendendo in considerazione altre ipotesi come:
• cambiare la configurazione del contenitore (utilizzandone uno più grande);
• un apparecchio può realizzare la protezione di più
prese, con la stessa corrente nominale delle prese;
• declassare la corrente nominale degli apparecchi
di protezione.
c) eXteem® 3.0.
Anche il calcolo previsto dalla norma CEI 23-51 è
contenuto all’interno del software “eXteem® 3.0” e consente quindi la verifica termica della gamma di quadri per uso domestico e similare e di quadri per prese, realizzati utilizzando involucri ed apparecchi Merlin Gerin Fig. 4
La Norma CEI EN 50298 – Involucri
vuoti (I quadri universali SAREL)
E’ di recente pubblicazione la norma europea CEI
EN 50298 (CEI 17-71) “Involucri destinati alle apparecchiature a bassa tensione. Regole generali per
gli involucri vuoti”; questa norma si applica ad involucri da utilizzare per la realizzazione di quadri conformi alla norma CEI EN 60439-1 e può essere utilizzata anche come base per altri Comitati Tecnici
(ad esempio, CT44 “Equipaggiamento elettrico delle
macchine”).
13
il software per la
preventivazione
eXteem® è il nuovo applicativo software che Schneider Electric rende disponibile per la sua clientela,
come supporto per la preventivazione tecnica e commerciale di
impianti di distribuzione elettrica
MT-BT.
Anche la gestione economica è semplificata dalla possibilità di applicare
alle singole apparecchiature, all’impianto e al quadro elettrico, differenti
sconti su acquisto e su vendita.
L’interfaccia grafica è del tipo
“Gestione Risorse” di Windows, e assicura
un facile utilizzo di tutti i vari menù.
Come tutti i supporti Schneider Electric,
eXteem® può essere richiesto direttamente
presso i Rivenditori o all’Organizzazione
Commerciale Schneider.
Cod. LEES SWB 160 BI
Con eXteem® è possibile realizzare preventivi attraverso database specifici di prodotti gestibili singolarmente o attraverso la definizione completa
dell’installazione.
Il database comprende la gamma completa dei
prodotti Schneider Electric disponendo di collegamenti al catalogo e listino elettronico, con aggiornamenti tramite Internet.
eXteem® assicurata inoltre la massima modularità nella gestione tecnica dell’offerta consentendo la composizione di quadri elettrici attraverso
scelte guidate che escludono immediatamente
le opzioni incompatibili e fornendo in automatico
la verifica termica dei quadri realizzati secondo
le norme CEI EN 60439-1e CEI 23-51.
La norma si applica agli involucri vuoti, prima che l’apparecchiatura sia installata
al loro interno, e nello stato in cui questi sono consegnati dal fornitore; la conformità alle prescrizioni di sicurezza della norma di prodotto applicabile è responsabilità del costruttore finale del quadro. Questa norma inoltre richiede che il costruttore dell’involucro fornisca informazioni specifiche relative al potere di dissipazione termica della superficie effettiva di raffreddamento, al fine di dare all’utilizzatore dati corretti per la scelta del materiale elettrico da installare; la temperatura dell’aria all’interno dello “spazio protetto” (spazio interno o parte di spazio
interno dell’involucro, specificato dal costruttore, destinato al montaggio dell’apparecchiatura e per il quale è garantita la protezione dell’involucro) è ottenuta
ipotizzando una distribuzione uniforme della potenza dissipata all’interno dell’involucro.
Conclusione
La conoscenza termica dei quadri elettrici è un obiettivo fondamentale.
Le norme che riguardano gli involucri ed i componenti precisano i limiti termici che non devono essere
superati; i costruttori devono svolgere il ruolo di “architetto termico” del progetto degli involucri e dei quadri, mettendo a disposizione degli utilizzatori l’esperienza e le informazioni in proprio possesso derivanti
dalla conoscenza dei materiali, dei fenomeni termici
e dalle tecnologie consolidate per la soluzione dei
differenti problemi.
La norma specifica anche che i dati relativi al comportamento termico dovranno
essere presentati secondo un metodo di calcolo appropriato (Tra gli esempi, cita
la CEI 17-43 Pubblicazione IEC 60890 e, in Europa, HD 528 S1:1989) Fig. 4
Il costruttore ha però la possibilità di utilizzare criteri o metodi di calcolo differenti,
correlati ai fenomeni fisici di distribuzione e dissipazione del calore, e fornisce
all’utilizzatore gli strumenti per dimensionare correttamente il quadro dal punto di
vista termico; in particolare, Schneider ha sviluppato un metodo di calcolo per la
determinazione del regime termico di un quadro elettrico e la successiva individuazione del sistema di condizionamento termico (raffreddamento e/o riscaldamento del quadro), che meglio risolva i problemi di esercizio del quadro soddisfacendo ai requisiti tecnici e ottimizzando anche i costi d’installazione.
I limiti essenziali di questo metodo risiedono nel fatto che:
• si applica bene ad involucri non compartimentati di tipo armadio, cassette e,
quindi, non ad applicazioni di quadri di potenza fortemente segregati, dove la
localizzazione delle sorgenti di calore e gli scambi tra le diverse zone influenzano molto il riscaldamento;
• in ogni caso, non tiene conto della posizione delle sorgenti di calore, spesso
non ripartite in modo uniforme.
In particolare, il metodo trova applicazione su una gamma di involucri per la realizzazione di quadri “universali” (bordo macchina, automazione,...), per i quali le
norme di prodotto applicabili (CEI EN 60439-1, CEI EN 60204-1,...) non sempre
definiscono con chiarezza le modalità di verifica termica e, comunque, non forniscono elementi ulteriori di prescrizione Fig. 5
Fig 5 Involucro “Quadro Universale”
14
i
nsta lla t ori
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Tecnologie moderne
p e r l ’ ed ific io d ’ep o c a
Strutture d’epoca e moderne tecnologie, insieme,
per risultati eccellenti. Ad unire la ricerca più
avanzata con le opere del passato, l’edificio
milanese, situato in zona Fiera, oggi sede della
Banca AKROS S.p.A. - Gruppo BPM e della S.p.A.
Egidio Galbani, costruito negli anni ’20 e rimasto
inutilizzato per molto tempo, è diventato oggi
un classico esempio di recupero edilizio, in cui
lavori quasi d’inizio secolo si affiancano alle più
recenti innovazioni nel campo della realizzazione
degli impianti elettrici e tecnologici.
L’attività d’installazione è stata affidata dalla proprietà, la società Hines
uno dei maggiori operatori immobiliari a livello mondiale, alla Landi Impianti
Tecnologici S.p.A., di Ciserano, in provincia di Bergamo, che, grazie alla sua
flessibilità, è in grado di adattarsi rapidamente alle richieste del mercato.
L’ingegnere Alfredo Ravasio, direttore tecnico della Landi S.p.A. ci presenta i tratti
salienti dell’azienda e le specifiche caratteristiche dei lavori eseguiti a Milano.
Ingegner Ravasio, come avete impostato la Vostra attività nell’edificio di
Milano?
“Nel caso dell’edificio di Milano, abbiamo lavorato in base ad un progetto che la
proprietà aveva commissionato allo Studio Tekne di Milano, realizzato quando
ancora non si sapeva chi fossero gli affittuari dei locali.
Questo ha comportato da parte del nostro ufficio tecnico, una volta definite le
esigenze delle aziende che avrebbero occupato l’edificio, un intervento d’adeguamento degli impianti, concordato con lo studio di progettazione, per soddisfare le specifiche richieste nate nel frattempo”.
Di solito, a chi viene affidata la scelta delle apparecchiature da installare?
“Molto dipende dalla tipologia d’impianto che dobbiamo realizzare e dal progetto
che ci viene presentato dal committente. Quando gli studi di progettazione indicano in maniera esplicita tipo e marca delle apparecchiature da utilizzare, siamo
vincolati a queste scelte. Quando, invece, vengono fornite solo le caratteristiche
dei prodotti, siamo noi a fare le scelte in base sia a considerazioni tecniche, sia,
qualche volta, anche a motivazioni commerciali: comunque, queste ultime sono
secondarie rispetto alla necessità di rispettare le prestazioni di qualità ed affidabilità che prodotti ed impianto devono garantire”.
Quali altri fattori possono influenzare le Vostre
scelte?
“E’ molto importante la reperibilità e la disponibilità
del materiale: per noi è infatti fondamentale rispettare i tempi di realizzazione e di consegna dei lavori.
Per questo, ed anche per alleggerire la struttura del
nostro ufficio acquisti, abbiamo deciso di non rivolgerci direttamente ai costruttori, ma di approvvigionarci attraverso i rivenditori con un unico interlocutore è più facile trovare il prodotto giusto al momento
giusto.
Inoltre, possiamo contare sul supporto dei tecnici
specializzati dei rivenditori, che sono in grado di fornirci una consulenza mirata su ogni problematica applicativa”.
Nel caso specifico di Milano, vista la complessità
del progetto, come è avvenuto l’approvvigionamento dei materiali?
“Come sempre, il responsabile tecnico della commessa ha pianificato con i fornitori la consegna dei materiali in funzione del programma d’avanzamento dei
lavori.
Siamo soddisfatti dei riscontri che abbiamo avuto da
chi doveva fornire le apparecchiature, considerato la
grande varietà e quantità di prodotti utilizzati nell’impianto.
Ad esempio, per quanto riguarda la fornitura dei condotti sbarre di potenza che collegano i trasformatori
ed i quadri generali, che non sono prodotti standard,
ma sono stati realizzati su nostro disegno, Schneider
Electric e il rivenditore hanno gestito in modo flessibile l’approvigionamento dei materiali”.
Grazie dunque a tecnologie altamente sofisticate,
l’edificio della Hines si pone ora tra le soluzioni più
all’avanguardia. Il Signor Mario Morelli, responsabile
tecnico della commessa, illustra in particolare le caratteristiche dell’impianto realizzato a Milano.
Signor Morelli, quali sono i tratti salienti dell’impianto elettrico che avete realizzato nella zona
Fiera?
“Inizialmente, il progetto prevedeva la realizzazione
di un solo complesso direzionale-uffici, per un totale
di circa 18.000 m2. In seguito, la proprietà ha deciso
di suddividere il complesso in due lotti: uno occupato
dalla sede centrale della Banca AkrosS.p.A., l’altro
15
dagli uffici della S.p.A. Egidio Galbani.
Si tratta, quindi, di due impianti gemelli, alimentati da una fornitura a 23 kV dell’AEM di Milano. La trasformazione MT/BT avviene attraverso 2 cabine equipaggiate con celle Magrini SM6 e trasformatori in resina, sempre Schneider Electric,
da 1.600 kVA per la Banca e da 1.250 kVA per l’altra ala dell’edificio.
Dal quadro generale di ogni cabina partono 2 linee d’alimentazione: una normale, per le utenze di minor rilievo (alimentazione dei fan coil, del gruppo frigo, ecc.),
ed una privilegiata per le utenze critiche. In caso di guasto di una delle due linee,
è stata prevista la possibilità di effettuare la commutazione tra le due sezioni per
assicurare, in ogni caso, l’energia alle utenze.
In caso di black out totale, la linea privilegiata viene alimentata da un gruppo
elettrogeno da 1.400 kVA, che soddisfa le esigenze di continuità delle apparecchiature critiche.
La sezione informatica della Banca, inoltre, è protetta anche da due gruppi di
continuità in parallelo da 400 kVA, con la possibilità di inserirne un terzo in futuro,
con un interruttore automatico di by-pass da 1.200 kVA.
Su ogni piano sono stati installati due quadri di distribuzione Prisma, equipaggiati
sia con interruttori scatolati Compact, sia con modulari Multi9, da cui partono le
linee di alimentazione che servono le singole postazioni di lavoro.
Ancora, per garantire la massima flessibilità degli ambienti, per la distribuzione,
sotto pavimento e nel controsoffitto, abbiamo scelto di utilizzare condotti sbarre
Canalis al posto dei normali cavi”.
Come sono avanzati i lavori?
“A differenza di altre realizzazioni, in questo caso gli architetti avevano previsto
locali tecnologici abbastanza ampi e questo ci ha permesso di lavorare con una
certa tranquillità. I problemi maggiori sono venuti dai passaggi verticali ed orizzontali, dove, come sempre, gli spazi utili sotto pavimento o dei controsoffitti sono
limitati. A ciò si è aggiunta la notevole presenza di impianti tecnologici, necessari
per assicurare l’ottimale climatizzazione dei locali informatici della Banca.
L’unica particolarità impiantistica è costituita da
una particolare esigenza
degli uffici della Banca:
per garantire la massima
funzionalità dell’impianto,
anche in caso di guasto
di una singola postazione di lavoro, è stata studiata un’elevata selettività dei circuiti. Infatti, per
ottenere la giusta selettività degli interruttori, abbiamo dovuto aumentare le sezioni di linea ed il
volume dei quadri, seguendo, per la scelta delle protezioni, le tabelle
della guida tecnica approntata dalla Schneider
Electric, che ci ha fornito
una preziosa collaborazione diretta”.
’’
Landi Impianti Tecnologici S.p.A.
Flessibilità, massima efficienza, risposte
immediate
Da oltre 25 anni nel campo dell’impiantistica
elettrica, termotecnica e nella produzione di
quadri elettrici, nel 2001 Landi S.p.A. ha registrato un fatturato intorno ai 20 milioni di euro
(40 miliardi di lire).
Dotata di una struttura aziendale molto snella,
garantisce la massima flessibilità: una quarantina di dipendenti, distribuiti tra direzione tecnica, commerciale ed ufficio acquisti sono in
grado di rispondere rapidamente alle esigenze del mercato.
Per alcune realizzazioni Landi S.p.A. segue direttamente anche la fase di progettazione dell’impianto, ma per la maggior parte dei lavori
si appoggia a progetti commissionati dal cliente
a studi di progettazione. In ogni caso, è poi
l’ufficio tecnico che provvede a rendere esecutivo il progetto ed a redigere la necessaria
documentazione per procedere alla fase d’installazione. Ogni commessa viene gestita da
un responsabile tecnico, che può seguire anche più commesse contemporaneamente, e da
un capo cantiere, che coordina l’attività degli
installatori, a cui è affidata la realizzazione dei
lavori. Interamente realizzati nello stabilimento della Landi S.p.A., i quadri elettrici vengono
controllati e collaudati seguendo le procedure
del Sistema di Qualità, certificato ISO 9001 dal
CSQ, e quindi inviati al cantiere per il montaggio. Molto attiva la collaborazione con Schneider Electric. Tutti i componenti dell’ufficio tecnico partecipano annualmente ai suoi corsi di
formazione, importanti momenti di approfondimento pratico di tutta l’attività d’aggiornamento che i componenti della Landi S.p.A. svolgono già a livello personale. In particolare, è sempre di grande interesse la documentazione che
viene distribuita dopo i corsi, che completa la
preparazione già acquisita dal personale dell’azienda.
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es tire
l ’a z i e nda
ISO 9000 - Vision 2000
innovazioni nel mondo dei sistemi qualità
La nuova coppia di norme ISO 9001:2000 e ISO 9004:2000, presentate nell’anno 2000
e conosciute anche comeVision 2000, hanno introdotto una serie di innovazioni nel
mondo dei sistemi qualità. La prima differenza tra vecchie e nuove norme è già nel
titolo: da “Modello per l’Assicurazione della Qualità” si passa ad un “Sistema
di Gestione per la Qualità”. Il cambiamento del titolo rispecchia la significativa
modifica degli obiettivi delle due norme. Da una norma mirata a garantire la
conformità di prodotti e/o servizi ai requisiti prestabiliti, si passa ad un’altra che pone
l’accento anche sul modo con cui gestire l’obiettivo qualità, che viene ora ampliato
alla soddisfazione dei clienti ed alla logica del miglioramento continuativo.
Queste le principali innovazioni inserite nelle nuove
norme:
• Il sostanziale riferimento ai clienti e alla loro soddisfazione.
• misure per la qualità, analisi, e miglioramento delle varie prestazioni.
• l’orientamento ai processi essenziali (tra cui anche quelli verso i clienti e la comunicazione con i
clienti)
• il miglioramento continuo come un requisito del
Sistema
• l’esplicitazione di obiettivi per la qualità per ogni
funzione/livello significativo nella realtà aziendale.
• le Risorse Umane e la loro competenza.
• la Semplificazione della documentazione necessaria
• la possibilità di ‘escludere’ le attività non praticate
(ma solo per i processi non pertinenti) anche per
meglio adattarsi alla realtà delle piccole aziende.
Gli otto principi
Prima le norme si basavano essenzialmente sull’origine contrattuale: i requisiti erano formulati come prescrizioni che il fornitore era tenuto ad osservare. Da
qui la difficoltà del fornitore a comprendere ed apprezzare le motivazioni alla base di tali requisiti. Ora
le norme danno invece gli orientamenti per gestire in
qualità un sistema orientato a raggiungere determinati obiettivi di miglioramento.
Alla base della elaborazione delle nuove norme, vi
sono i seguenti principi conduttori dei quali riportiamo per esteso i più significativi:
Principio ➊
Organizzazione orientata al cliente
Le organizzazioni dipendono dai propri clienti e dovrebbero pertanto capire le loro esigenze presenti e
future, ottemperare ai loro requisiti e mirare a superare le loro stesse aspettative.
Benefici principali:
Aumento del reddito e delle quote di mercato, attraverso una risposta flessibile e rapida alle opportunità
offerte dal mercato.
Miglior efficacia, nell’uso delle risorse di un’organizzazione, nel perseguire la soddisfazione dei clienti.
Maggior fidelizzazione dei clienti, che porta continuità di affari e stimola il passa parola.
Principio ➋
Leadership
I capi stabiliscono unità di intenti e di indirizzo dell’organizzazione.
Essi dovrebbero creare e mantenere un ambiente
interno che coinvolga pienamente il personale nel
perseguimento degli obiettivi dell’organizzazione.
Benefici principali:
Il personale comprenderà e sarà motivato nel perseguimento degli obiettivi e dei traguardi dell’organizzazione.
Le attività verranno valutate, rese coerenti e messe
in atto in modo unificato.
Saranno ridotti i disguidi di comunicazione tra i diversi livelli dell’organizzazione.
Principio ➌
Coinvolgimento del personale
Le persone, a tutti i livelli, costituiscono l’essenza di
un’organizzazione ed il loro pieno coinvolgimento
permette di porre le loro capacità al servizio dell’organizzazione.
Benefici principali:
Motivazione, rispondenza e coinvolgimento del personale nell’ambito dell’organizzazione.
Innovazione e creatività nel raggiungimento degli
obiettivi dell’organizzazione.
Responsabilizzazione del personale per le proprie
prestazioni.
Desiderio del personale di partecipare e contribuire
al miglioramento continuativo.
Discussione aperta di problemi e situazioni.
Modello di un SGQ basato sui processi (tratto dalla ISO 9001:2000)
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Principio ➍
Approccio per processi
Principio ➑
Rapporti di reciproco beneficio con i fornitori
Un risultato desiderato si ottiene con maggior efficienza quando le relative risorse ed attività sono gestite come un processo.
Una organizzazione ed i suoi fornitori sono interdipendenti ed un rapporto di reciproco beneficio migliora, per entrambi, la capacità di creare valore.
Principio ➎
Approccio sistemico alla gestione
Identificare, capire e gestire un sistema di processi interconnessi, mirati a determinati obiettivi, migliora l’efficacia e l’efficienza dell’organizzazione.
Principio ➏
Miglioramento continuativo
Benefici principali:
• Maggior capacità di creare valore, per entrambe
le parti.
• Flessibilità e prontezza nel dare risposte congiunte
al mutare del mercato o delle esigenze
e aspettative dei clienti.
• Ottimizzazione di costi e risorse.
Il miglioramento continuativo dovrebbe essere un obiettivo permanente dell’organizzazione.
Principio ➐
Decisioni basate su dati di fatto
Le decisioni efficaci si basano sull’analisi di dati ed informazioni.
Modello di un SGQ basato sui processi (tratto dalla ISO 9001:2000)
Approccio per processi
Il principio è fondamentale perché un sistema di gestione per la qualità deve essere impostato in modo
da raggiungere gli obiettivi che l’azienda si pone, soprattutto da parte della sua direzione .
Il modello ripreso dalle norme si riferisce un “sistema” in cui tutto è estremamente coeso: il legame iniziale con il cliente, gli input ai processi interni aziendali, la loro efficace gestione, la valutazione dei clienti attraverso le misurazioni e l’analisi dei risultati, il
miglioramento complessivo del sistema.
Un’altra metodologia che può essere utilizzata per
documentare i processi di una organizzazione è quella
di adottare metodi immediatamente recepibili, tipo presentazioni grafiche, liste di riscontro, diagrammi di flusso, mezzi audiovisivi ed elettronici.
Una metodologia opportuna e consigliata è quella di
definire i processi mediante diagrammi di flusso, che
riportino l’indicazione dei dati di input, dei documenti
prescrittivi utilizzati, delle attività effettuate, delle funzioni addette all’operazione e dei documenti di registrazione dei dati di output.
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l ’a z i e nda
Impatto sulla documentazione
Tutto ciò ha inevitabili implicazioni sulla documentazione, che deve essere funzionale allo scopo. Se prima la documentazione era il fine, e non il mezzo per
ottenere le cose, le nuove norme prevedono la sua
semplificazione. Così le aziende possono “assottigliare e/o consolidare” i documenti esistenti, per semplificare il proprio sistema ed anche per renderlo più
“efficace”.
“Dev’essere sottolineato che la ISO 9001 richiede (ma ha sempre richiesto) un sistema documentato di gestione per la qualità e non un “ sistema di documenti “.
L’intero aspetto della documentazione non deve essere considerato un vincolo:
non si deve cambiare la documentazione per riallinearla alla nuova norma; va
bene qualunque tabella di conversione, purché ci sia la sostanza voluta; per le
aziende già certificate potrebbe essere vista come una grande opportunità per
riesaminare in quale misura la documentazione esistente è funzionale allo scopo.
Le procedure documentate prescritte dalla Norma sono ridotte a sei e descritte nell’elenco che segue;
queste vanno definite e tenute sotto controllo nel senso che devono essere reperibili, facilmente identificabili, disponibili sui luoghi di utilizzazione, aggiornate e
approvate dalle funzioni competenti. Procedure relative a diverse attività possono essere accorpate in una singola procedura documentata (ad esempio per le
azioni correttive e preventive).
Elenco delle procedure documentate prescritte dalla norma
Tenuta sotto controllo dei documenti
Tenuta sotto controllo dei documenti di registrazione
Verifiche ispettive interne
Controllo del prodotto non conforme
Azioni correttive
Azioni preventive
In aggiunta all’elenco precedente, riportiamo, per chi gestisce abitualmente quadri di bassa tensione, un elenco di procedure operative o istruzioni di lavoro, utilizzano
documenti già in uso comune:
Elenco indicativo delle procedure e istruzioni integrative per la gestione aziendale
Requisito
Documenti e mezzi
Addestramento del personale
Organigramma e mansionario
Partecipazione a corsi e seminari
Identificazione delle persone addette ai collaudi
Riesame dei requisiti del prodotto
Applicazione delle norme di prodotto e delle direttive CE
Registrazione sull’ordine cliente con firma dell’esaminatore e data
Progettazione (se applicabile)
Schemi elettrici
Disegno del fronte quadro
Verifica termica
Valutazione dei fornitori e emissione
degli ordini di acquisto
Elenco principali fornitori (critici e non)
Valutazione annuale ( tempi, sconto, qualità, ecc.)
Controllo del prodotto al ricevimento
Registrazione sulle bolle di consegna, firmata dal dipendente
Gestione e controllo del processo di produzione
Checklist delle prove con l’indicazione degli strumenti di collaudo
Guide di montaggio e collaudo
Copia delle norme di prodotto
Verbale di collaudo
Gestione degli apparecchi di misura e controllo
Elenco degli apparecchi principali con data di scadenza
Certificati di taratura degli istituti esterni
Misurazione della soddisfazione del cliente
Analisi pagamenti a scadenza
Indagine o questionario di clienti soddisfatti o non
Controllo dei prodotti consegnati al cliente
Dichiarazione di conformità
Dossier tecnico per la marcatura CE
Controllo dei prodotti non conformi
Zona contrassegnata in officina o marchiatura degli stessi
Criteri per la raccolta e l’analisi dei dati
Tenuta sotto controllo dei documenti utilizzati
Aggiornamento annuale degli stessi
Criteri per il riesame della direzione
e per l’attuazione sistematica del miglioramento
Valutazione dei margini di commessa
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p
Bibliografia edita da UNI Ente Nazionale Italiano di Unificazione
• UNI EN ISO 9000:2000 “SISTEMI DI GESTIONE
PER LA QUALITÀ - FONDAMENTI E TERMINOLOGIA” che descrive i fondamenti dei sistemi di gestione per la qualità e ne specifica i contenuti
• UNI EN ISO 9001:2000 “SISTEMI DI GESTIONE
PER LA QUALITÀ - REQUISITI” che specifica i requisiti di un sistema di gestione per la qualità che
possono essere utilizzati sia in ambito interno all’organizzazione, sia per la certificazione, sia nell’ambito di rapporti contrattuali (per dimostrare la capacità
di fornire con regolarità prodotti che ottemperano ai
requisiti dei clienti ed a quelli cogenti)
ianeta Schneider
Da qualche anno Schneider Electric ha avviato un preciso progetto:
attraverso la formazione tecnica di professionisti che già si
avvalevano del Sistema Bassa Tensione, costituire un gruppo
selezionato di quadristi/installatori capaci di differenziarsi sul
mercato per le loro competenze e per l’alta qualità del prodotto
finito ed in grado di fornire quadri elettrici montati, cablati e certificati
in conformità alle vigenti norme in materia.
Da allora, Schneider Electric, mettendo in campo le proprie competenze,
ha qualificato più di 100 società, ovvero soci Sistem Club, distribuiti in
tutto il territorio nazionale e capaci di rispondere alle più esigenti necessità
di installazione.
Al fine di perseguire gli alti standard qualitativi e di sicurezza del quadro
cablato, Schneider Electric sottopone i propri soci a periodici AUDIT di
QUALITA’, che attraverso un percorso qualitativo che ha le basi
nell’attuale norma ISO9000, sono tenuti a perseguire le migliorie
evidenziate durante le visite.
• UNI EN ISO 9004:2000 “SISTEMI DI GESTIONE
PER LA QUALITÀ - LINEE GUIDA PER IL MIGLIORAMENTO DELLE PRESTAZIONI” che fornisce
orientamenti per il miglioramento delle prestazioni
complessive, l’efficienza e l’efficacia
• CONOSCERE LE ISO 9000:2000
MANUALE
PRATICO PER LE PICCOLE IMPRESE
• CONOSCERE LE ISO 9000:2000 COSA CAMBIA
PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE
Indirizzi web utili:
• Ente Nazionale Italiano di Unificazione
sito www.uni.com
• Associazione Italiana Cultura Qualità
sito www.aicq.it
Una grande attenzione è dedicata ai seguenti aspetti:
- L’esecuzione delle prove di collaudo
- Aggiornamento e gestione dei documenti
- Gestione delle attività
- Addestramento del personale
Attraverso un programma formativo personalizzato, le società selezionate
hanno via via approfondito tematiche appositamente studiate per il
personale delle officine e degli uffici tecnici.
Schneider Electric, particolarmente sensibile ai temi formativi, ai soci
Sistem Club assicura una formazione tecnico/normativa che evolve nel
tempo, garantendo ogni anno momenti di incontro e confronto sempre
attuali.
In 4 anni di attività, sono state investite centinaia di ore nella formazione
tecnica e nella ricerca di una qualità aziendale che devono fare del socio
Sistem Club, uno specialista capace di proporsi sul mercato con
esperienza e competenza.
20
p
rodotti
e
s e r v i z i
Librio e Kaedra:
una sinergia ad alta tecnologia
Sofisticate, innovative, curate fin nei minimi dettagli, Schneider Electric propone Librio,
la risposta emergente per i quadri di distribuzione e Kaedra, il sistema d’installazione stagno
versatile e funzionale. Due gamme di prodotti da utilizzare per installazioni altamente
professionali. E con la garanzia della massima sicurezza.
Due importanti novità in casa Schneider Electric per il settore dell’installazione.
La prima si chiama Librio ed è il nuovo sistema di cablaggio e di apparecchiature
modulari Merin Gerin, nato da un’idea semplice ma allo stesso tempo rivoluzionaria: la particolare disposizione dei morsetti e il ripartitore con un terminale di
neutro in corrispondenza di ogni terminale di fase. Pensato per imporsi come
nuovo standard per i quadri di distribuzione nel piccolo e medio terziario, Librio
risponde nella maniera più efficace ad ogni esigenza, grazie alla facilità di combinazione dei diversi apparecchi, alla rapidità d’installazione, all’ampia gamma di
soluzioni per la protezione, il comando e la segnalazione.
Con Librio è possibile ridurre al massimo il lavoro di cablaggio all’interno del
quadro ed è garantita la più semplice e rapida installazione dei prodotti modulari. Tutte le apparecchiature del sistema Librio possono essere collegate tra loro
tramite lo stesso ripartitore; grazie alla perfetta compatibilità con i ripartitori RP
C40, le apparecchiature di comando, segnalazione e misura del sistema Librio
possono essere posizionate al fianco del proprio interruttore di protezione. Per la
prima volta, la protezione differenziale è disponibile come blocco separato anche
per gli interruttori a modulo ridotto: un modo per ridurre al minimo i codici.
L’essenzialità è assicurata anche dall’integrazione con G 125, la nuova cassetta
da parete per la realizzazione di quadri di distribuzione terminale, disponibile
anche nella versione da incasso: un solo codice identifica l’insieme dei componenti necessari per la realizzazione del quadro. Inoltre, grazie al telaio estraibile
ed al ripartitore del sistema Librio, con G 125 si può cablare il quadro al banco.
Grande attenzione anche all’estetica: le forme moderne ed arrotondate
permettono alle cassette modulari G 125 ed ai nuovi centralini modulari stagni di
integrarsi con l’ambiente circostante e di essere inserite anche in locali accessibili al pubblico.
La seconda, innovativa proposta di Schneider
Electric è il sistema d’installazione stagno Kaedra
che, con una vasta serie di contenitori per la posa
di apparecchiature e prese industriali, offre la gamma più completa di soluzioni per la realizzazione
di quadri per la protezione, il comando e la distribuzione terminale.
Realizzata rispettando le più severe regole di sicurezza, Kaedra garantisce prestazioni eccellenti
in termini di grado di protezione, robustezza, per
l’alta resistenza agli urti, tutela delle persone, grazie all’uso di materiali isolanti che permettono interventi in totale sicurezza.
Cinque le tipologie disponibili:
centralini e quadri, disponibili nelle esecuzioni da 3 a 72 moduli, assolutamente
“versatili”: permettono non solo la posa di tutte le apparecchiature modulari dell’offerta Multi9 Merlin Gerin fino a 125A, ma possono anche essere combinati
con altre apparecchiature di tipo non modulare;
quadri per apparecchi modulari con interfaccia e vano cavi integrato offrono
la diverse possibilità. Oltre alla posa di tutte le apparecchiature modulari, grazie
alle placche funzionali, permettono di posare in fronte quadro gli apparecchi di
comando e di protezione generale e di prese di corrente, consentendo la manovra
in qualsiasi momento. Sono disponibili nelle esecuzioni da 12, 24 e 36 moduli.
Con i moduli d’interfaccia e vano cavi è possibile posare frontalmente apparecchi di comando e segnalazione e prese industriali: è essenziale che vengano
associati ai quadri a 2 e 3 file di guide DIN e ai quadri prese. Il loro volume interno
permette una comoda ripartizione dei cavi del quadro.
Una nuova funzionalità delle aperture: è la particolare caratteristica dei quadri
per prese industriali. Per questo è possibile la posa, con sole 4 viti, di tutte le
prese da quadro da 16 a 32 A serie PK Merlin Gerin o l’integrazione, mediante le
apposite placche, delle funzioni di comando e segnalazione. Disponibili in
esecuzione da 2 a 8 prese, hanno anche versioni adatte a ricevere le nuove
prese interbloccate serie PK Unika senza o con fusibili di protezione, le prese con
trasformatore di sicurezza e placche con frontale cieco per usi universali.
I quadri polivalenti sono destinati alla realizzazione di quadri comando e controllo con apparecchiature di tipo non modulare. Fissati sul fondo con profilati o
piastre, sono disponibili in diverse dimensioni. Si possono combinare tutti i quadri
serie Kaedra per realizzare batterie complete per il comando, la protezione e la
derivazione con prese industriali.
PK UNIKA: misure unificate
per montaggi rapidi e combinati
Caratteristica principale della nuova gamma di prese interbloccate serie PK Unika le dimensioni
unificate: per questo, è possibile il montaggio
rapido e combinato su quadri, prese e basi modulari dotati di un’apertura standardizzata di 103x225
mm.
Realizzate secondo le fondamentali esigenze di
sicurezza, sono disponibili in diverse esecuzioni
da 16 e 32A: versione interbloccata protetta con
fusibili 10,3x38; versione con solo interruttore di
blocco; versione per bassissima tensione con
trasformatore di sicurezza da 160VA.
Grazie alla modernità delle forme, si inseriscono
perfettamente, in modo discreto ed elegante, in
qualunque ambiente.
Quanto agli involucri, offrono un grado di protezione IP44 e IP65 contro la penetrazione dei solidi e dei liquidi, mentre la resistenza agli urti corrisponde a IK9 secondo la norma CEI EN 50102.
La gamma PK Unika comprende una vasta serie
di contenitori per la loro installazione, sia a vista
che incassate, a parete o su quadro di distribuzione. Sono a disposizione:
• cassette di fondo singole per posa incassata
in pareti;
• cassette di fondo singole per montaggio a
vista;
• basi modulari predisposte per 1,2 o 3 prese complete di scatola di derivazione, per permettere l’interconnessione delle prese, la loro alimentazione
e la derivazione di altri circuiti;
• quadri prese disponibili nelle versioni per 1,2,3
e 4 prese interbloccate, provvisti di vano modulare
da 5 a 19 moduli per le diverse protezioni.
Tutti i quadri prese possono
essere usati sia singolarmente sia combinati con tutti gli
altri contenitori della serie Kaedra, per costituire complessi
di alimentazione compatti, stagni e facilmente ampliabili.
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Scatole di derivazione e industriali
prestazioni versatili con affidabilità e robustezza
Garantiscono grandi prestazioni e possono essere impiegate nelle più diverse situazioni:
le scatole di derivazione EVABOX, Pilote e le scatole industriali TecnoPilote presentano
caratteristiche che le rendono altamente competitive.
Elevate doti di affidabilità anche per le scatole stagne e di sicurezza serie 24300 e per le cassette
stagne componibili e modulari serie 67: robustezza, tenuta agli aggressivi chimici e all’umidità
per risultati sempre eccellenti.
Adatte per rispondere alle più diverse esigenze con notevoli possibilità di
utilizzo e grandi prestazioni, queste le caratteristiche delle scatole di derivazione e industriali, appositamente studiate per soddisfare tutte le necessità di connessione di linee elettriche, protezione di apparecchiature, realizzazione di piccole apparecchiature di controllo e comando e posa di
apparecchi di segnalazione o di arresto d’emergenza.
Un’importante proprietà che le contraddistingue è la loro versatilità: infatti tutte le
scatole sono perfettamente compatibili con i tubi serie Tubaforid e Filettabile e
con le guaine serie Tubaflex. Non solo: sono anche rapidamente equipaggiabili,
secondo le specifiche richieste, con i diversi raccordi serie IRIS e Tubaflex per
agevolarne l’installazione e garantire il grado di protezione richiesto dall’impianto.
Prodotti di alta tecnologia e in grado di fornire eccellenti risultati, le scatole di
derivazione e industriali di Schneider Electric presentano caratteristiche che le
rendono altamente competitive.
Le scatole di derivazione serie EVABOX e Pilote si distinguono per la specificità dei materiali utilizzati. Per la loro realizzazione sono infatti impiegati materiali
termoplastici, che presentano elevate caratteristiche meccaniche, di isolamento,
di autoestinguenza e di tenuta agli agenti chimici. Grazie a queste scatole è
possibile realizzare la giunzione e la derivazione di linee elettriche in cavi posati
in aria libera o in tubi rigidi o flessibili, in tutti gli impianti di distribuzione terminale.
La serie EVABOX è disponibile con grado di protezione IP55 ed è corredata di
entrate stagne tipo E.V.A. (Easy Valve Access). Questa serie è dotata di coperchio con chiusura a scatto senza viti e presenta anche un collare di tenuta per
evitarne la caduta. Per quanto riguarda le possibilità di fissaggio, due sono le
soluzioni: una, tramite i tradizionali fori di fissaggio, l’altra attraverso un foro centrale, resa possibile grazie all’utilizzo di tasselli di fissaggio con testa filettata.
La serie Pilote è invece disponibile con due diversi gradi di protezione, IP55 e
IP56 e presenta diverse caratteristiche: le dimensioni più grandi, le viti di fissaggio in plastica a passo rapido, il coperchio provvisto di cerniere, ecc. Grazie ad
una serie di piastre di fondo in lamiera zincata si può installare sul fondo qualunque tipo di apparecchiatura elettrica.
Le scatole industriali serie TecnoPilote presentano eccellenti qualità che le
rendono utilizzabili nelle più diverse situazioni. Innanzitutto, l’ampiezza della
gamma permette di rispondere ad ogni specifica richiesta. Quanto ai materiali,
tutti quelli impiegati sono autoestinguenti e sono in grado di garantire le più elevate
prestazioni tecniche, sia dal punto di vista dell’isolamento che della resistenza
meccanica. Le scatole di questa serie sono caratterizzate da una moderna linea
estetica, che permette il loro inserimento discreto in qualunque ambiente.
Con il grado di protezione IP55 sono la soluzione ideale per meglio alloggiare
piccole apparecchiature di controllo, comando e regolazione.
Nella serie TecnoPilote sono disponibili anche cassette in esecuzione con coperchio trasparente: una
soluzione sicuramente interessante, che permette di
effettuare dei rapidi controlli delle apparecchiature installate all’interno.
Quando si parla di resistenza, stabilità, sicurezza, i
prodotti Schneider Electric si pongono all’avanguardia sul mercato. In questa direzione, le scatole e le
cassette stagne sono state studiate appositamente
per rispondere alle più specifiche esigenze di installazione.
Le scatole stagne e di sicurezza serie 24300 presentano un grado di protezione IP55. Sono realizzate in lamiera d’acciaio 10/10 con un particolare processo: l’imbutitura a freddo, un procedimento che
determina elevate caratteristiche di resistenza,
stabilità e robustezza meccanica.
Grande particolarità di questa serie, la garanzia della
sua assoluta sicurezza: un aspetto fondamentale, reso
possibile dalla chiusura del coperchio con vite in
acciaio inox oppure con serratura a chiave.
La versione di cassette di sicurezza, in colore rosso
per l’immediata identificazione, è corredata di portella con vetro frangibile in caso d’emergenza.
Le cassette stagne componibili e modulari serie 67
si presentano come i contenitori ideali per la posa di
apparecchiature elettriche di protezione e comando
in tutti gli ambienti più a rischio. Questo, grazie all’impiego di materiali ad elevate caratteristiche di tenuta
agli aggressivi chimici e all’umidità.
Significative anche le caratteristiche delle cassette
serie 67. Tra gli elementi principali di questa serie,
figura il grado di protezione IP65. Fondamentale
anche la totale assenza di gas alogeni e la ridotta
opacità dei fumi in caso di combustione indotta.
Per questa serie, spicca anche un’elevata versatilità:
le dimensioni modulari consentono la combinabilità
in batterie di distribuzione complete e facilmente
ampliabili anche durante l’esercizio.
22
p
rodotti
e
s e r v i z i
Softstarter
Telemecanique
Dall’esperienza Schneider Electric nel settore della
partenza motore nasce un’ampia gamma di prodotti
che rispondono nel modo migliore alle esigenze delle
più complesse applicazioni.
LH4-N - Tutta la dolcezza... di cui avete bisogno
Per motori da 0,75 a 75 kW 230 – 690V
Avviatori statici a rampa di tensione, con by-pass integrato, per l’avviamento e la decelerazione di motori monofase e trifase con potenze da 0,75 a 75 kW e tensioni da 230 a 690 V. La gamma LH7 è la
versione in cassetta stagna IP 65 e comprende avviatore statico
LH4N, salvamotore e contattore.
Altistart 48 - Domare l’energia
Grazie al sistema di controllo di coppia
brevettato TCS,l’Altistart 48 è il partner
ideale per i vostri motori per avviamenti
e rallentamenti perfettamente controllati.
Avviatore-rallentatore per motori
asincroni da 4 a 1200
kW 400 – 690V
Leader in performances:
• Sistema brevettato
Schneider - TCS, controllo
di coppia in accelerazione
e decelerazione, il miglior
controllo del mercato.
• Robustezza e affidabilità anche
su reti perturbate.
• Per applicazioni in avviamento
pesante e leggero.
Installazione facilitata:
• Volumi di ingombro ridotti al minimo.
• Collegamento verticale su tutti i calibri.
• Predisposizione per il collegamento del bypass su tutti i calibri per la protezione
del motore e dell’applicazione anche dopo l’avviamento, in condizione di bypass.
• Morsettiere controllo estraibili.
Una copertura mondiale:
• Marcatura CE a titolo direttiva
Bassa Tensione e compatibilità elettromagnetica EMC.
• Rispondenza a normativa UL e CSA.
• Marcato a norme DNV, per le applicazioni nel settore marina.
• Apertura a tutti i principali protocolli di comunicazione.
Scelta semplificata:
• Un calibro Altistart 48 per ogni calibro motore normalizzato.
• Possibilità di collegamento nel triangolo motore, con notevole risparmio
sul calibro avviatore.
Facilità della messa in servizio :
• Prodotto preconfigurato di base.
• Ottimizzazione dei menu di configurazione.
• Terminale di programmazione e visualizzazione integrato.
• Visualizzazione in chiaro dei parametri e delle grandezze elettriche per la supervi
sione tramite tastierino deportabile in opzione.
• Configurazione, regolazione e manutenzione tramite ambiente software
PowerSuite, utilizzabile su personal computer o su Pocket PC PowerSuitePack.
• Alimentazione della sezione controllo separata.
• Doppia configurazione motore impostabile, con gestione da ingresso logico.
• Ingressi / uscite configurabili, uscita analogica PWM per la supervisione
delle grandezze.
Sicurezza ai massimi livelli:
• Protezione della parametrizzazione tramite password.
• Preriscaldamento motore anticondensa.
• Protezione contro il bloccaggio del rotore per la salvaguardia del motore
e dell’applicazione.
• Rilevamento sotto corrente per applicazioni pompaggi o protezione da cavitazione.
G125: centralini in metallo
sporgenti e da incasso IP40
Con il nuovo centralino G125, la nuova cassetta da parete o da incasso per realizzazione di quadri di distribuzione terminale, un solo codice identifica l’insieme dei
componenti necessari per la realizzazione del quadro.
Con G125, grazie al telaio estraibile ed al ripartitore del
sistema Librio, si può cablare il quadro al banco ed estrarlo in cantiere per facilitare le operazioni di collegamento
alle linee esterne.
Centralini da parete in metallo con porta trasparente
colore bianco RAL9001 - IP40
secondo norme CEI 23-48 – CEI 23-49
Codice
Articolo
N°
mod
N°
file
Dimensioni
HxLxP
Pdiss
W
05002
36
2
365x515x160
65
05003
54
3
515x515x160
78
05004
72
4
665x515x160
92
05023
72
3
515x615x160
87
05024
96
4
665x615x160
103
05025
120
5
815x615x160
120
05026
144
6
965x615x160
139
Centralini da incasso in metallo con porta trasparente
colore bianco RAL9001 - IP40
secondo norme CEI 23-48 – CEI 23-49
Codice
Articolo
N°
mod
N°
file
Dimensioni
HxLxP
Pdiss
W
05012
36
2
415x565x131
70
05013
54
3
565x565x131
83
05014
72
4
715x565x131
65
05033
72
3
565x665x131
94
05034
96
4
715x665x131
117
05035
120
5
865x665x131
139
05036
144
6
1015x665x131
162
Altivar Multimedia Tool
Altivar Multimedia Tool è un CDrom che tratta argomenti legati ai variatori di velocità per motori
asincroni trifase a gabbia.
Grazie all’ausilio della grafica 3D presenta l’offerta prodotti, accessori e servizi in una maniera nuova e accattivante.
Offerta prodotti
In modo organico ed attraverso delle semplici animazioni dà una completa panoramica sull’offerta
prodotti, sull’uso delle opzioni e sui servizi a supporto, sia in fase di “pre” che “post” vendita.
Guida all’impiego
In alternativa al classico manuale in formato cartaceo, ma senza la pretesa di sostituirsi ad esso, fornisce tutte le indicazioni di massima legate all’impiego ed all’applicazione dei prodotti attraverso delle
animazioni che guidano passo passo l’utente.
Autoformazione
Stimola l’apprendimento attraverso la visione piuttosto che la lettura, assicurando una facile comprensione di tutti gli argomenti trattati e fornendo delle
ottime basi per un loro ulteriore approfondimento.
Una sezione dedicata consente una simulazione interattiva che permette di apprendere il funzionamento del prodotto in configurazione base, in modo assolutamente realistico, manipolando sull’inverter
“virtuale” mediante ingressi logici e potenziometro.
E’ disponibile presso ogni
Area Commerciale Schneider Electric; da richiedere direttamente agli
Specialisti VVD incaricati
della sua diffusione.
23
p
Due giornate
di seminario
per crescere
professionalmente
L’iniziativa, denominata Infra+ progress, nasce come
ulteriore strumento di crescita professionale per gli
operatori del settore e si suddivide in due sessioni, non
consecutive, ciascuna della durata di un giorno.
La prima giornata (seminario di primo livello) è dedicata agli aspetti teorici e pratici del cablaggio strutturato in categoria 5e e 6. Nella seconda (seminario di secondo livello) si trattano argomenti come il cablaggio in fibra ottica e le peculiarità
della categoria 7.
Al termine di ogni giornata viene rilasciato un attestato di partecipazione. Per il
seminario di primo livello, il partecipante viene identificato come installatore qualificato per la realizzazione di impianti di cablaggio strutturato con prodotti Merlin
Gerin, limitatamente alle categorie 5e e 6; nel caso di seminario di secondo livello, più in generale, come installatore qualificato per impianti di cablaggio in rame
e fibra ottica.
Entrambi gli attestati sono requisiti indispensabili per le aziende che intendono
usufruire della garanzia di 15 anni che Merlin Gerin rilascia sugli impianti realizzati interamente con i suoi prodotti.
Sicurezza delle macchine
nuove ed usate
Se la sicurezza delle macchine e degli impianti è stata trascurata per anni, con l’inevitabile
conseguenza di un numero elevato di incidenti sul lavoro, oggi invece è tra le maggiori
preoccupazioni dei legislatori e dei costruttori di dispositivi di protezione.
In particolare, la Direttiva Macchine fissa i requisiti essenziali in materia di sicurezza e di
tutela della salute relativi alla progettazione ed alla costruzione delle macchine e degli
impianti automatizzati. Si tratta di obblighi resi particolarmente gravosi, sia per gli utenti
sia per i costruttori.
In loro aiuto arriva il manuale “La sicurezza delle
macchine nuove ed usate”, pubblicato in collaborazione da Schneider Electric e TuttoNormel, suddiviso in tre parti. Nella prima sono indicati i doveri e le
responsabilità degli operatori del settore; nella seconda vi sono esempi della messa in conformità di
alcune tipologie di macchine, nella terza si trovano
verifiche e prove che devono essere effettuate
sull’equipaggiamento elettrico delle macchine in
base alla norma CEI EN 60204-1.
L’evoluzione
della famiglia
di misura digitale
VLT, FRE, AMP
Gamma altamente performante, nello spazio di soli
2 moduli. In questa famiglia, gli strumenti digitali
classici quali voltmetri e
frequenzimetri, sono affiancati dal nuovo amperometro a scala regolabile, che copre una gamma
di soluzioni estremamente vasta, grazie alla possibilità di selezionare la
scala da 5 a 5000A.
ME, la nuova gamma di contatori di energia
Visualizzando il valore in kWh o MWh su di uno
schermo a cristalli liquidi, i nuovi contatori di energia modulari serie ME, concepiti per essere utilizzati nei settori terziario e industriale, permettono
di verificare il reale consumo di una installazione
elettrica. Con i nuovi articoli, che si affiancano alla
gamma di contatori elettromeccanici serie CE, la
misura si effettua con inserzione diretta fino a 63
A sia in monofase che in trifase oppure, per la versione con inserzione tramite TA, fino a 6000A.
Dotati di un contatore generale e, secondo le versioni, di uno parziale resettabile localmente, i
contatori della serie ME
sono di dimensioni estremamente contenute. E’
anche possibile riportare
a distanza la lettura.
PM9 lo strumento di misura multifunzionale
Nato per agevolare il lavoro dell’installatore elettrico, il multimetro modulare PM9 è uno strumento
che assolve la funzione di più apparecchi. Con questo semplice apparecchio si può realizzare una
vera e propria centrale di misura, con cui monitorare continuamente i valori delle principali grandezze elettriche di un circuito monofase o trifase
con o senza neutro.
Sul grande display a cristalli liquidi e retroilluminabile si possono far scorrere, in sequenza, i valori di
• tensione,
• corrente,
• potenza attiva, reattiva e apparente,
• fattore di potenza,
• angolo di sfasamento tra tensione e corrente
• energia attiva e reattiva
• frequenza.
Per i circuiti trifase i valori delle tre fasi compaiono contemporaneamente sulla stessa videata,
offrendo così la possibilità di controllare che i
carichi siano ben equilibrati.
Gli ingressi di misura possono funzionare con valori di
corrente fino a
7500A (con TA secondario 5A) e di
tensione fino a
230V (fase/neutro)/
400V (fase/fase) in
diretta oppure fino a
4600V (con TV secondario 230V).
24
i
n
re te
Voltimum, il primo portale europeo
dell’installazione elettrica,
sarà on-line a partire da maggio 2002.
Abbiamo intervistato Marco Achilli, Amministratore Delegato di Voltimum Italia,
per capire cosa può offrire il portale agli operatori del settore.
mento con la rete distributiva.
Altri servizi verranno aggiunti progressivamente con
lo sviluppo delle applicazioni di Voltimum.
L’accesso ai cataloghi consente anche di acquistare i prodotti?
Non direttamente: gli utilizzatori non possono acquistare prodotti sul portale. Possono selezionare i prodotti, basandosi sui prezzi di listino del produttore indicati, inviare la lista ad un distributore di loro scelta,
che selezionano sempre sul portale, per ricevere un
preventivo.
Qual è l’obiettivo di Voltimum?
Il principale obiettivo di Voltimum è colmare una lacuna nel mercato dell’installazione elettrica: un luogo in cui gli operatori del settore possano trovare informazioni e servizi di utilità per il loro lavoro. Ci piace pensare a Voltimum come al più
grande “consulente virtuale” per i professionisti del mercato elettrico.
In concreto, cosa offre Voltimum ai suoi utenti?
I contenuti del portale sono estremamente ricchi. In primo luogo abbiamo un catalogo tecnico multiprodotto con strumenti di ricerca on-line che rendono possibile la migliore scelta di prodotti e soluzioni. L’ utente può infatti accedere ai cataloghi dei partner di Voltimum, che sono, oltre a Schneider Electric, ABB, LegrandBTicino, Nexans, Osram, Philips Lighting, Pirelli Cavi e Sistemi e Vimar.
Voltimum è ricco di informazioni. L’utente troverà dati riguardanti il fisco, le normative del comparto elettrico e la sicurezza. A queste si aggiungono notizie sui Distributori, i Consorzi, i Gruppi di acquisto e la FNGDME. Un’altra sezione informa
su guide e direttive da parte di Enti, Associazioni e Istituzioni del settore elettrico.
Completano l’area informativa le notizie di carattere locale, i casi di successo e la
sezione delle domande più frequenti.
Voltimum ha anche messo a punto per i suoi utenti uno strumento particolarmente innovativo per la gestione del credito al consumo. E’ previsto inoltre un collega-
Come è regolato l’accesso al portale?
Voltimum prevede tre modalità di fruizione.
L’accesso libero al portale consente di vederne la
struttura generale.
Mediante la registrazione gratuita il visitatore può sfogliare il catalogo ed ottenere l’accesso ad alcune informazioni tecniche.
Di maggiore utilità è l’abbonamento mediante il pagamento di una quota annuale. L’abbonato ha accesso illimitato alle funzioni, ai servizi e alle informazioni
di Voltimum, dai dati sui progetti ai servizi per la comunità professionale, all’area della formazione.
Informazioni e servizi aggiornati
su www.voltimum.com
Voltimum.com è stato fondato il 3 ottobre 2000
per promuovere prodotti e servizi per l’impiantistica grazie alla partnership europea di sette
leader del settore elettrico:, ABB, Legrand-BTicino, Nexans, Osram, Philips Lighting, Pirelli
Cavi e Sistemi e Schneider Electric.
La missione del portale è di diventare il riferimento per i professionisti del mercato degli impianti elettrici aiutando gli installatori, i progettisti e i grossisti a risparmiare tempo e a lavorare con più efficienza.
Il portale sarà messo a punto progressivamente paese per paese in 14 nazioni europee, attraverso l’istituzione di società nazionali.
In Italia il team è composto da Marco Achilli,
General Manager, Alberto Viscardi, Marketing
& Sales Manager, Alessandro Peretti, Web
Content Manager e Francesca Corti, Office
manager.
Per ulteriori informazioni potete telefonare al
numero 0224142982, inviare un fax al numero
0224149559 o inviare una e-mail all’indirizzo
[email protected]
LEES PIS 400 BI
1-0302-3C