Bottoniere
antideflagranti
PROTEZIONE CONTRO LE ESPLOSIONI
Esplosione
Si definisce esplosione una reazione improvvisa che genera una rapida
ossidazione fisica o chimica. Questa reazione o corrosione genera un
aumento della temperatura o della pressione o di queste due variabili
contemporaneamente. Le reazioni più familiari sono quelle dei gas
infiammabili, dei vapori o delle polveri con l’ossigeno contenuto nell’aria.
Condizioni per un’esplosione
In principio, affinché un’esplosione possa prodursi nell’aria atmosferica, tre
fattori devono essere presenti contemporaneamente:
ossigeno
3
fattori
ESPLOSIONE
sorgente di ignizione
sostanza infiammabile
sostanza infiammabile
ossigeno (aria)
sorgente di ignizione
Sui posti di lavoro e di produzione, le due prime condizioni preventive per
un’esplosione sono sufficienti per creare delle zone pericolose. Le zone
pericolose tipiche si formano generalmente: negli stabilimenti chimici,
nelle raffinerie, negli impianti di smaltatura, negli atelier di pittura, negli
impianti di pulizia, nei prodotti macinati e nei luoghi di immagazzinamento
di prodotti macinati e altre polveri combustibili, nei depositi e nelle aree di
caricamento di solidi, liquidi e gas infiammabili.
I primi due fattori (sostanza infiammabile e aria) devono essere presenti
in quantità sufficienti per formare un’atmosfera esplosiva. Le definizioni
regolamentari della protezione contro le esplosioni, connesse alle norme
d’igiene e di sicurezza al lavoro, trattano del caso dei posti di lavoro. Per
questo motivo, la protezione contro le esplosioni si limita generalmente
ad una descrizione delle reazioni con l’ossigeno dell’aria. Le reazioni
d’ossidazione devono implicare di norma un aumento del calore e della
pressione per rispondere ai criteri di un’esplosione.
Si presume generalmente che un volume di 10 l di una miscela esplosiva
contenuta in uno spazio chiuso sia suscettibile di provocare danni, in
particolare alle persone. In questo modo, ogni zona contenente un tale volume
di miscela esplosiva è definita come un’atmosfera potenzialmente esplosiva.
Altri composti quali il cloro in reazione con l’idrogeno sono anch’essi capaci
di formare delle miscele esplosive e hanno già provocato delle esplosioni,
nel passato. Tuttavia, nella misura in cui queste reazioni sopraggiungono
generalmente all’interno di recipienti o di reattori, esse non portano alcun
pregiudizio alla sicurezza di questi impianti e non hanno alcun effetto
sull’ambiente. Queste reazioni sono pertanto oggetto della Direttiva europea
relativa alle macchine e all’analisi degli incidenti.
Zona d’esplosività
In un motore a combustione interna, i tre fattori (benzina, aria / ossigeno
e scintilla d’accensione) funzionano in maniera congiunta e con efficacia,
per produrre un’esplosione all’interno del cilindro chiuso. Per questo motivo,
il rapporto benzina / aria deve essere corretto. Se il serbatoio a carburante
è vuoto, se il filtro ad aria è bloccato o in assenza di scintilla, manca un
componente per innescare l’esplosione e il motore non si accende.
Le materie combustibili miscelate con l’aria hanno un limite d’esplosività
inferiore e superiore, entro le quali si situa la zona d’esplosività. Per quel che
riguarda la sicurezza dei posti di lavoro, il limite d’esplosività inferiore è il
valore più importante, e una concentrazione inferiore di almeno il 20 % a
questo valore è spesso considerata come un valore sicuro.
III
7.2
Prevenzione dell’esplosione
Le attrezzature protette contro le esplosioni possono eliminare una delle
condizioni preventive ad un’esplosione, la sorgente di ignizione, contribuendo
così in maniera significativa alla protezione contro le esplosioni. Negli
ambienti domestici, le misure di costruzione impediscono la formazione di
un’atmosfera esplosiva. La restrizione cosciente di queste misure (ad es.,
l’emissione volontaria ed illimitata di gas infiammabili o la riduzione della
ventilazione può causare esplosioni in presenza di una sorgente di ignizione).
Il modo più semplice per capire le piccole esplosioni senza pericolo consiste
nell’esaminare il funzionamento di un accendino a gas. Quando la valvola
dell’accendino è aperta, essa libera una scarsa quantità di gas infiammabile.
Questo gas si miscela con l’aria ambiente, la scintilla scaturita dal selce mette
fuoco alla miscela e si potrà udire un debole suono - la fiamma. Ad una certa
distanza dalla valvola, la proporzione di gas infiammabile è già così scarsa che
l’esplosione e la fiamma sono limitate alle vicinanze immediate della valvola.
In altri termini, la progettazione dell’accendino a gas ha permesso un uso
sicuro.
L’effetto di un’esplosione in uno spazio chiuso, in condizioni non atmosferiche
(ad es.: con una pressione aumentata) è spesso più importante. Basti pensare
alle applicazioni utili che possono essere fatte sui motori di veicoli.
Per una protezione efficace contro il rischio di esplosioni non controllate e
non volontarie che provocano delle conseguenze disastrose, occorre eliminare
uno dei tre fattori.
Protezione contro le esplosioni primarie
La protezione contro le esplosioni primarie mira a sostituire le sostanze
infiammabili o l’ossigeno contenuto nell’atmosfera con un altro elemento o a
ridurre la loro quantità fino alla rimozione del pericolo di formazione di una
miscela esplosiva. Una più grande circolazione dell’aria ed un rinnovo dell’aria
tramite la ventilazione, possono essere ottenuti prendendo delle misure
strutturali, come ad esempio una struttura aperta per le stazioni di servizio
sulle quali i rischi di atmosfera esplosiva sono molto scarsi.
La sostituzione dell’ossigeno contenuto nell’atmosfera non è una soluzione
per le zone dove lavorano delle persone. Per questo motivo, le misure
disponibili in questi posti si limitano a:

evitare o limitare le sostanze infiammabili suscettibili di formare
un’atmosfera esplosiva

evitare o limitare l’emissione di sostanze infiammabili e, dunque
la formazione di miscele esplosive, nello stesso tempo all’interno ed
intorno agli impianti, adottando ad esempio le seguenti misure:
-
limitare la loro concentrazione
usare recinti contenendo una sostanza inerte
praticare una ventilazione naturale o artificiale
monitorare la concentrazione tramite un dispositivo di rivelazione
del gas, che azionerà un allarme o un’estinzione del sistema
III
7.3
3
fattori
Sostanze infiammabili
Le sostanze infiammabili possono essere gassosi,
liquidi o solidi. Nell’ambito di uno studio generale sui
posti di lavoro, la loro reattività con l’ossigeno
contenuto nell’atmosfera è presa in conto.
Gas infiammabili
Un gas infiammabile può essere un elemento come l’idrogeno, suscettibile
di reagire con l’ossigeno con una quantità molto scarsa di energia
supplementare. I gas infiammabili sono spesso dei composti di carbonio e
d’idrogeno. Questi gas richiedono soltanto scarse quantità di energia per
reagire con l’ossigeno contenuto nell’atmosfera.
Un vapore è la parte di un liquido, nel caso di protezione contro l’esplosione
dei liquidi infiammabili, che si è evaporato nell’aria ambiente, a causa della
pressione del vapore alla superficie del liquido, intorno ad un getto di liquido
o anche intorno a goccioline del liquido. La nebulizzazione costituisce un
tipo speciale, a causa del suo comportamento esplosivo, che può essere
paragonato ai vapori, per soddisfare le considerazioni di sicurezza.
carbonio
idrogeno
Liquidi infiammabili
I liquidi infiammabili sono spesso degli idrocarburi quali l’etere, l’acetone
o il white-spirit. Anche a temperatura ambiente, delle quantità sufficienti
di questi liquidi possono trasformarsi in vapore formando un’atmosfera
esplosiva nelle vicinanze della loro superficie. Altri liquidi formano una
tale atmosfera nelle vicinanze della loro superficie soltanto quando le
temperature crescono. In condizioni atmosferiche, questo processo è
fortemente influenzato dalla temperatura del liquido.
Per questo motivo, il punto d’infiammazione, o piuttosto la temperatura del
punto d’infiammazione, costituisce un fattore importante durante l’utilizzo
di liquidi infiammabili. Il punto d’infiammazione designa la temperatura più
bassa alla quale un liquido infiammabile, in certe condizioni di prova, forma
una quantità sufficiente di vapore alla propria superficie per consentire ad
una sorgente di ignizione efficace di mettere fuoco alla miscela vapore-aria.
etere
III
7.4
benzina
acetone
ossigeno
azoto
Il punto d’infiammazione è importante per la classificazione delle atmosfere
potenzialmente esplosive. Dato che i liquidi infiammabili hanno un punto di
infiammazione elevato, essi sono meno pericolosi che quelli il cui punto di
infiammazione si situa in corrispondenza della temperatura ambiente o al di
sotto.
Durante la polverizzazione di un liquido infiammabile, potrebbe formarsi
una nebulizzazione consistente di goccioline molto piccole su una superficie
totale importante. Questo fenomeno è frequente con gli atomizzatori o con
le postazioni di metallizzazione delle automobili. Questa nebulizzazione è
suscettibile di esplodere. In questo caso, il punto di infiammazione è meno
importante. Nei casi di nebulizzazioni fini, formati a partire da liquidi
infiammabili, il comportamento da adottare in materia di sicurezza può
essere determinato a partire dal comportamento conosciuto di fronte al
vapore.
Solidi infiammabili
polvere di legno
polvere di farina
polvere di zucchero
ossigeno
O2
I solidi infiammabili sotto forma di polvere, fibre o fiocchi possono reagire
all’ossigeno contenuto nell’atmosfera e produrre esplosioni catastrofiche.
Normalmente una quantità superiore di energia è richiesta per innescare
l’esplosione con l’aria rispetto ai gas e ai vapori. Tuttavia, non appena la
combustione è innescata, l’energia liberata dalla reazione produce delle
temperature e delle pressioni elevate. Senza dimenticare le proprietà chimiche
proprie al solido stesso, e la finezza di queste particelle. La superficie totale,
che aumenta secondo la finezza delle particelle, gioca un ruolo importante.
Le proprietà sono dei processi che sopraggiungono immediatamente alla
superficie del solido come lo dimostra ad esempio il fatto di accendere e
spegnere una candela in paraffina. Si tratta di una serie di processi alla quale
viene sottoposto un materiale solido durante una breve durata e che non può
essere facilmente presentata in modo semplificato.
Un’esperienza permette di verificare che quando si accende lo stoppino di
una candela, la paraffina si scioglie e il vapore che forma alimenta la fiamma.
Dopo aver spento la candela si continua a sentire l’odore di vapori della
paraffina. La paraffina sciolta si solidifica e i vapori di paraffina si disperdono.
La candela in paraffina è di nuovo inoffensiva.
La polvere reagisce molto diversamente, secondo che si tratti di uno strato
di depositi o di una nuvola di polvere in sospensione. Gli strati di polvere
sono responsabili dell’incandescenza delle superfici calde, mentre una
nuvola di polvere accesa localmente o a contatto con una superficie calda
può esplodere immediatamente. In generale, le esplosioni di polvere sono
la conseguenza dell’incandescenza degli strati di polvere che sono smossi
e che causano l’inizio dell’infiammazione. Un‘esplosione di polvere può
prodursi quando questo strato è smosso, ad esempio tramite metodi di pulizia
meccanici durante il trasporto o durante tentativi di estinzione inadeguati.
Un’esplosione di vapore / aria o gas può anch’essa smuovere la polvere, e
questo provoca in generale un’esplosione di gas poi un’esplosione di polvere.
Nelle miniere di carbone in profondità, le esplosioni di grisù / metano
innescano spesso dei colpi di polvere le cui conseguenze sono più gravi che
quelle dei colpi di grisù.
O2
Ossigeno
La quantità di ossigeno disponibile nell’aria può
ossidare / bruciare soltanto una certa quantità di
materiale infiammabile. Questo indice può essere
determinato in modo teorico: porta il nome di miscela
stechiometrica. Quando la quantità di materiale
infiammabile e di ossigeno contenuto nell’atmosfera è vicina o uguale a
questo indice, l’effetto dell’esplosione (aumento della temperatura e della
pressione) è più violento. Se la quantità di materiale infiammabile è troppo
scarsa, la combustione si propaga con difficoltà o cessa completamente. La
situazione è identica quando la quantità di materiale infiammabile è troppo
elevata rispetto alla quantità di ossigeno disponibile nell’aria.
Tutti i materiali infiammabili hanno la propria zona di esplosività, che dipende
anche dell’energia di attivazione disponibile. Si determina generalmente
mettendo il fuoco alla miscela con una scintilla elettrica. La zona di
esplosività è compresa tra il limite di esplosività inferiore e il limite di
esplosività superiore. Questo significa che al di sotto e al di sopra di questi
limiti, nessuna esplosione può sopraggiungere. Questo può essere utilizzato
diluendo sufficientemente le sostanze infiammabili nell’aria o impedendo
l’ingresso di aria / di ossigeno nelle sale delle attrezzature.
Tuttavia, l’ultima opzione non può essere realizzata con delle restrizioni negli
ambienti che accolgono del personale e deve dunque essere riservata alle
attrezzature tecnologiche.
III
7.5
Sorgenti di ignizione
Fermo restando il fatto di poter disporre di attrezzature
tecniche, la scelta di sorgenti di ignizione è ampia.
Nel seguente riassunto, i numeri indicati dopo le
sorgenti di ignizione indicano le sezioni corrispondenti
della norma:
EN 1127-1 : 1997 “Atmosfere esplosive – Prevenzione dell’esplosione
e protezione contro l’esplosione – Parte 1: Nozioni fondamentali e
metodologia”
Le superfici calde derivano da perdite di energia nei sistemi, i dispositivi e i
componenti in funzionamento normale. Nel caso di radiatori, sono preferite
queste superfici. Queste temperature possono di regola essere monitorate.
In caso di guasto ad esempio, in caso di sovraccarico o di cuscinetti stretti,
la perdita di energia e quindi la temperatura aumenta in modo inevitabile.
Per quanto riguarda le attrezzature tecniche, occorrerà valutare, in
ogni circostanza, la loro stabilizzazione, per poter verificare se possono
raggiungere una temperatura finale o se sono possibili degli aumenti non
ammissibili di temperature il che dovrà essere evitato prendendo le misure
appropriate.
Esempi:
bobine, resistenze o lampadine, superfici di attrezzature calde,
freni o cuscinetti surriscaldati
Le scintille meccaniche si producono, ad esempio, mentre si sta affilando o
tagliando dispositivi in funzionamento normale, ed esse sono quindi vietate
nelle atmosfere potenzialmente esplosive. Le fessure dei pezzi mobili, i pezzi
scorrevoli non sufficientemente lubrificati e le situazioni similari possono
generare questo tipo di scintille. In caso di guasto, si consiglia di analizzare
con attenzione la situazione, tenendo conto dei difetti. La definizione di
esigenze speciali a proposito dei materiali utilizzati per realizzare dei recinti
permette di ridurre i rischi derivanti da queste sorgenti di ignizione.
Esempi:
utensili quali i martelli arrugginiti e le forbici a contatto con
leghe leggere o la forca metallica di un carrello elevatore
Le scintille elettriche visibili - lampi devono normalmente essere considerate
come un sorgente di ignizione sufficiente. Soltanto le scintille la cui intensità
è di qualche microwatt-secondi possono essere considerate come troppo
deboli per innescare un’esplosione. Si devono prendere, per questo motivo,
delle misure adeguate per impedire la formazione di queste sorgenti di ignizione.
Esempi:
scintille da contatto elettrico, scintille in corrispondenza
di collettori o di anelli collettori
In presenza o meno di tensione elettrica, delle scintille elettriche possono
prodursi per elettricità statica (5.3.7). L’energia immagazzinata può
essere liberata sotto forma di scintille e giocare il ruolo di sorgente di
ignizione. Nella misura in cui la sorgente di ignizione può sopraggiungere
indipendentemente dalla tensione elettrica, essa deve essere considerata
tramite dispositivi e componenti non elettrici. È collegata alle operazioni
esterne e di conseguenza questi parametri devono essere valutati ogni volta
che questa sorgente di ignizione viene presa in considerazione.
Le cariche elettrostatiche possono essere causate dagli attriti che
intervengono durante un funzionamento normale. Ad esempio, i dispositivi
portatili, a causa della loro natura, non possono essere collegati a terra o
ad un collegamento equipotenziale. Le cariche statiche possono prodursi
in interazione con gli abiti dell’utilizzatore. Sarà necessario prendere delle
misure adeguate per impedire che l’elettricità statica non si trasformi in
sorgente di ignizione.
Esempi:
III
7.6
cinghie di trasmissione di plastica, scatole di dispositivi portatili,
abiti sintetici. Processo di separazione al momento di avvolgere
carta, un film di plastica o tubi di plastica
Le rotaie elettriche e gli altri ingressi di tensione di terra (come, ad
esempio, per la protezione elettrica contro la corrosione delle attrezzature)
possono generare correnti elettriche vaganti (protezione catodica contro
la corrosione (5.3.6) suscettibili di sfociare in una differenza di potenziale
tra i punti di messa a terra. Per questo motivo, raccomandiamo di realizzare
una connessione altamente conduttrice tra tutti i pezzi elettrici conduttori
dell’attrezzatura, allo scopo di mantenere la differenza di potenziale ad un
livello sicuro. Non è molto importante il fatto che l’attrezzatura conduttrice
comprenda parti elettriche o non elettriche, in corrispondenza dell’impianto,
poiché la causa della corrente può essere prodotta fuori dall’attrezzatura.
Un collegamento equipotenziale deve sempre essere installato,
indipendentemente dal fatto che queste correnti sopraggiungono o meno o
che le loro sorgenti siano conosciute o meno.
Fiamme, gas caldi e particelle (5.3.3) possono apparire all’interno dei motori
a combustione o nei dispositivi di analisi durante un funzionamento normale
o dopo un guasto. Occorre prendere delle misure di protezione per fare in
modo che questi fenomeni succedano sempre all’interno del recinto, in ogni
circostanza.
Esempi:
gas di scarico dei motori a combustione interna o particelle
formate a partire da scintille di commutazione degli interruttori
di corrente a causa di un’usura del materiale dei contatti
Le sorgenti di ignizione poiché emettono un’energia di irraggiamento nella
miscela esplosiva, includono in particolare le seguenti sorgenti:
gli ultrasuoni
gli
le radiazioni elettromagnetiche – le onde radio
le
le
le radiazioni elettromagnetiche – le radiazioni infrarosse, la luce visibile
le
le radiazioni ionizzanti – le radiazioni ultraviolette
I sistemi, dispositivi e componenti che utilizzano le radiazioni possono essere
installati ed utilizzati nell’area Ex, finché i loro parametri siano limitati in
permanenza e l’affidabilità dell’attrezzatura sia verificata.
Esempi:
le attrezzature di trasmissione e di ricezione, i telefoni portatili,
gli scanner e le barriere fotoelettriche
Infine, la compressione adiabatica e le onde d’urto (5.3.13) delle strutture a
forma di tubo che funzionano in depressione possono anch’esse diventare una
sorgente di ignizione.
Esempi:
rottura di un lungo tubo fluorescente in un’atmosfera di
idrogeno / aria
Fonte: BARTEC
III
7.7
BOTTONIERA
Topologia delle bottoniere di cabina
Caratteristiche
Materiale della piastra da incasso inox, grana 180
Spessore della piastra da incasso 3 mm
Dimensione preferenziale della
piastra da incasso
110 mm x 448 mm
(sei da incasso al massimo)
Fissaggio dell’incasso
fissaggio su piastra da incasso
Dimensione della trama
56 mm
Montaggio della bottoniera
viti,
vite a testa bombata fresata con
Torx e coppiglia inox M4 x 10,
viti mediane supplementari
opzione
box in lamiera FLEXIBLE
III.
2. 14 - III. 2. 15
opzione DB EX
(bottoniera di distribuzione)
III. 7. 20 - III. 7. 21
opzione marcatura
Label/Inlay Label/incisione
III. 7. 18 - III. 7. 19
Caratteristiche
Materiale della piastra da incasso inox, grana 180
Spessore della piastra da incasso 3 mm
Dimensione preferenziale della
piastra da incasso
185 mm x 448 mm
(dodici da incasso al massimo)
Fissaggio dell’incasso
fissaggio su piastra da incasso
Dimensione della trama
56 mm
Montaggio della bottoniera
viti,
vite a testa bombata fresata con
Torx e coppiglia inox M4 x 10,
viti mediane supplementari
opzione
box in lamiera FLEXIBLE
III. 2. 14 - III. 2. 15
III
7.8
opzione DB EX
(bottoniera di distribuzione)
III. 7. 20 - III. 7. 21
opzione marcatura
Label/Inlay Label/incisione
III. 7. 18 - III. 7. 19
!
Design individuali su richiesta.
BOTTONIERA
Topologia delle bottoniere di piano/bottoniere di indicazione della corsa
Caratteristiche
Materiale della piastra da incasso inox, grana 180
Spessore della piastra da incasso 3 mm
Dimensione preferenziale della
piastra da incasso
110 mm x 308 mm
(quattro da incasso al massimo)
Fissaggio dell’incasso
fissaggio su piastra da incasso
Dimensione della trama
56 mm
Montaggio della bottoniera
viti, vite a testa bombata fresata
con Torx e coppiglia inox M4 x 10,
a partire da una lunghezza di
piastra da incasso di 448 mm
viti mediane supplementari
opzione
box in lamiera FLEXIBLE
III. 4. 12 - III. 4. 13
opzione DB EX
(bottoniera di distribuzione)
III. 7. 20 - III. 7. 21
opzione marcatura
Label/Inlay Label/incisione
III. 7. 18 - III. 7. 19
Caratteristiche
Materiale della piastra da incasso inox, grana 180
Spessore della piastra da incasso 3 mm
Dimensione preferenziale della
piastra da incasso
110 mm x 308 mm
(tre da incasso al massimo)
Fissaggio dell’incasso
fissaggio su piastra da incasso
Dimensione della trama
56 mm
Montaggio della bottoniera
viti, vite a testa bombata fresata
con Torx e coppiglia inox M4 x 10,
a partire da una lunghezza di
piastra da incasso di 448 mm
viti mediane supplementari
opzione
box in lamiera FLEXIBLE
III. 5. 8 - III. 5. 9
opzione DB EX
(bottoniera di distribuzione)
opzione
!
Design individuali su richiesta.
III. 7. 20 - III. 7. 21
marcatura annerita con laser
III
7.9
IB EX
Pulsante luminoso
Illuminated Button Ex-proof
Caratteristiche
Opzioni di fissaggio
IB EX, rosso
fissaggio a baionetta
(fissaggio su piastra da incasso)
Spessore della piastra da incasso
1 mm ... 6 mm
Materiale
box termoplastico
Cavo di connessione
4 x 0.75 mm², lunghezza 3 m
Elemento di commutazione
contatto NO
categoria d’uso AC-15
tensione di commutazione = 230 V
corrente di commutazione = 1 A
categoria d’uso DC-13
tensione di commutazione = 24 V
corrente di commutazione = 0.25 A
Tensione di isolamento nominale
Ui =
Temperatura ambiente
-40 °C ... +50 °C
Registro luminoso
300 V
LED
U=
U=
P=
Categoria di protezione
12 V ... 250 V AC
12 V ... 60 V DC
1W
IP 66/67 con A-IB EX
(testa per pulsante luminoso)
IB EX, blu
Dimensioni
37
88
46
ø 38
35.5
Disponibile come pezzo
di ricambio.
A-IB EX
1-6
testa per pulsante luminoso
14
Schema di connessione
BK (nero)
Identificazione
Scasso
II 2G EEx d IIC T6
33 +0.05
0
BN (bruno)
112
Class 1, Div. 2 - Class 1, Zone 1
II 2GD EEx e II
3 +0.05
0
A-IB EX
GY (grigio)
BU (blu)
ø3
0.3
Class 1, Div. 2 - Class 1, Zone 1
Rapporto di test
+0
0 .05
PTB 97 ATEX 1065 X
A-IB EX
III
7.10
PTB 00 ATEX 3114 U
Modulo luminoso
IB EX
IM EX
Illuminated Module Ex-proof
Caratteristiche
IM EX, rosso
fissaggio a baionetta
(fissaggio su piastra da incasso)
Spessore della piastra da incasso
1 mm ... 6 mm
Materiale
box termoplastico
Cavo di connessione
2 x 0.75 mm², lunghezza 3 m
Tensione di isolamento nominale
Ui = 300 V
Temperatura ambiente
-40 °C ... +50 °C
Registro luminoso
IM EX
Opzioni di fissaggio
LED
U = 12 V ... 250 V AC
U = 12 V ... 60 V DC
P=1W
Categoria di protezione
IP 67 insieme con A-IM EX
(testa per modulo luminoso)
IM EX, blu
Dimensioni
37
88
46
ø 38
35.5
Disponibile come pezzo
di ricambio.
A-IM EX
1-6
testa per modulo luminoso
22
Schema di connessione
Identificazione
Scasso
II 2G EEx d IIC T6
33 +0.05
0
BN (bruno)
112
Class 1, Div. 2 - Class 1, Zone 1
II 2GD EEx e II
3 +0.05
0
A-IM EX
BU (blu)
ø3
0.3
Class 1, Div. 2 - Class 1, Zone 1
Rapporto di test
+0
0 .05
PTB 97 ATEX 1065 X
A-IM EX
PTB 00 ATEX 3114 U
III
7.11
MS EX
Interruttore a fungo
Mushroom Switch Ex-proof
Caratteristiche
Opzioni di fissaggio
fissaggio a baionetta
(fissaggio su piastra da incasso)
Spessore della piastra da incasso
1 mm ... 6 mm
Materiale
box termoplastico
Cavo di connessione
4 x 0.75 mm², lunghezza 3 m
Elemento di commutazione
contatto NO
categoria d’uso AC-15
tensione di commutazione = 250 V
corrente di commutazione = 10 A
categoria d’uso DC-13
tensione di commutazione = 24 V / 110 V
corrente di commutazione = 1 A / 0.5 A
Tensione di isolamento nominale
Ui =
Temperatura ambiente
-40 °C ... +50 °C
Categoria di protezione
IP 67 con A-MS EX
(testa per interruttore a fungo)
A-MS EX
Disponibile come pezzo
di ricambio.
A-MS EX
testa per interruttore a fungo
DIN EN 60204 T1/VDE 0113 T1 e
EN 60947-5-1/DIN VDE 0660 T200
Marcatura su fungo
testa per interruttore a fungo
300 V
„NOT AUS EMERGENCY STOP“
„PULL TO RELEASE“
Dimensioni
37
88
46
ø 38
ø 40
35.5
PULL
TO
RELEASE
1-6
112
38
Schema di connessione
BK (nero)
Identificazione
Scasso
II 2G EEx d IIC T6
33 +0.05
0
BU (blu)
Class 1, Div. 2 - Class 1, Zone 1
II 2GD EEx e II
GY (grigio)
BN (bruno)
3 +0.05
0
A-MS EX
ø3
0.3
Class 1, Div. 2 - Class 1, Zone 1
Rapporto di test
+0
0 .05
PTB 00 ATEX 1092 X
A-MS EX
III
7.12
PTB 00 ATEX 3114 U
KS EX
Interruttore a chiave
Key Switch Ex-proof
Caratteristiche
fissaggio a baionetta
(fissaggio su piastra da incasso)
Spessore della piastra da incasso
1 mm ... 6 mm
Materiale
box termoplastico
Cavo di connessione
4 x 0.75 mm², lunghezza 3 m
Elemento di commutazione
contatto NO
categoria d’uso AC-15
tensione di commutazione = 250 V
corrente di commutazione = 10 A
categoria d’uso DC-13
tensione di commutazione = 24 V / 110 V
corrente di commutazione = 1 A / 0.5 A
Tensione di isolamento nominale
Ui =
Temperatura ambiente
-40 °C ... +50 °C
Categoria di protezione
IP 67 insieme con A-KS EX
(testa per interruttore a chiave)
testa per interruttore a chiave (chiusura DOM)
interruttore a chiave che chiude nelle
due posizioni, ritiro della chiave nelle due
posizioni, chiusura 4 A 185
A-KS EX
Disponibile come pezzo
di ricambio.
300 V
MS EX
Opzioni di fissaggio
A-KS EX
testa per interruttore a chiave
Altre chiusure su richiesta.
KS EX
Dimensioni
37
88
46
ø 38
35.5
1-6
13
112
26
Schema di connessione
BK (nero)
Identificazione
Scasso
II 2G EEx d IIC T6
33 +0.05
0
BU (blu)
Class 1, Div. 2 - Class 1, Zone 1
II 2GD EEx e II
GY (grigio)
BN (bruno)
3 +0.05
0
A-KS EX
ø3
0.3
Class 1, Div. 2 - Class 1, Zone 1
Rapporto di test
+0
0 .05
PTB 00 ATEX 1092 X
A-KS EX
PTB 00 ATEX 3114 U
III
7.13
PS EX
Selettore di posizione
Position Selector Ex-proof
Caratteristiche
Opzioni di fissaggio
fissaggio a baionetta
(fissaggio su piastra da incasso)
Spessore della piastra da incasso
1 mm ... 6 mm
Materiale
box termoplastico
Cavo di connessione
4 x 0.75 mm², lunghezza 3 m
Elemento di commutazione
contatto NO
categoria d’uso AC-15
tensione di commutazione = 250 V
corrente di commutazione = 10 A
categoria d’uso DC-13
tensione di commutazione = 24 V / 110 V
corrente di commutazione = 1 A / 0.5 A
Tensione di isolamento nominale
Ui =
Temperatura ambiente
-40 °C ... +50 °C
Categoria di protezione
IP 67 insieme con A-PS EX
(testa selettore di posizione)
testa per selettore di posizione
3 posizioni di commutazione I – 0 – II, nero,
I – impulsione, II – commutazione, per
cassetta di comando
A-PS EX
Disponibile come pezzo
di ricambio.
300 V
A-PS EX
testa per selettore di posizione
Altre posizioni di commutazione su richiesta.
Dimensioni
37
88
35.5
°
60
60
°
0
II
46
ø 38
I
1-6
13
28
112
Schema di connessione
BK (nero)
Identificazione
Scasso
II 2G EEx d IIC T6
33 +0.05
0
BU (blu)
Class 1, Div. 2 - Class 1, Zone 1
II 2GD EEx e II
GY (grigio)
BN (bruno)
3 +0.05
0
A-PS EX
ø3
0.3
Class 1, Div. 2 - Class 1, Zone 1
Rapporto di test
+0
0 .05
PTB 00 ATEX 1092 X
A-PS EX
III
7.14
PTB 00 ATEX 3114 U
DD 10 EX
Display
Digital Display Ex-proof
Caratteristiche
Il display antideflagrante permette una presentazione numerica in luoghi protetti
dal gas e dalla polvere secondo la categoria 2 (= zona 1 e 2 così come le zone 21
e 22). Il display con un’altezza di caratteri a 7 segmenti di 10 mm dotato di LED
molto chiari e a lunga durata è ben visibile, anche da lontano. Ogni segmento e il
punto decimale sono collegati individualmente e possono essere dunque facilmente pilotati con un codice a 7 segmenti. La scarsa profondità richiesta permette
un’installazione in alloggiamenti piatti, ad esempio negli ascensori. La categoria
di protezione IP 68 permette un utilizzo anche in posti esposti alle inondazioni.
Un anello a forma di O inserito in un solco funge da giunto contro la piastra da
incasso. La piastra da incasso può anch’essa raggiungere la categoria IP 68.
Tutti i fili del cavo di connessione sono isolati contro l’alloggiamento.
Opzioni di fissaggio
Spessore della piastra da incasso
dado in plastica (Ø 29,5 mm max.)
(fissaggio su piastra da incasso)
1 mm ... 10 mm
Materiale dell’alloggiamento
inox
Materiale della finestra
plastica
Cavo di connessione
10 x 0.5 mm², lunghezza 3 m
Tensione di funzionamento
U = 24 V ... 30 V
Corrente dei segmenti
I = 3 mA circa a 24 V
Altezza dei caratteri DD 10 (1 cifra) 10 mm
Colore luminoso
Dimensioni
rosso
Temperatura ambiente
-20 °C ... +55 °C
Categoria di protezione
IP 68 (IEC 60529)
10 max.
M22 x 1
g
c
e
d
DP
41.5
Identificazione
Segmento
Colore del filo
insieme di catodi
bruno
A
bianco
EEx d IIC T6/T5
B
grigio
CE 0044 II 2 GD T 80°C IP 68
C
nero
D
arancione
E
rosa
F
lilla
G
rosso
DP
blu
Scasso
ø 22.5
DD 10 EX
12
b
PS EX
f
10
ø 20.5
ø 26.5
10 x 0.5 mm²
ø 10
a
Rapporto di test
PTB 02 ATEX 1152 X
III
7.15
DD 15 EX / DD 9 EX
Display
Digital Display Ex-proof
Caratteristiche
I display a due o a tre cifre richiedono soltanto un foro per il fissaggio. Gli sforzi
di cablaggio sono notevolmente ridotti grazie al servizio multiplex; per il display
a tre cifre, sono necessari soltanto 12 fili.
La connessione può effettuarsi direttamente sulle uscite 24 V di un SPS. Grazie
ai box dotati di fili ermetici e resistenti, non è necessario alcun circuito sicuro.
I display a 7 segmenti con LED molto chiari sono leggibili facilmente anche in
ambienti chiari grazie ad un filtro con un colore particolare.
Opzioni di fissaggio
dado (fissaggio su piastra da incasso)
Spessore della piastra da incasso
1 mm ... 10 mm
Materiale dell’alloggiamento
ottone nichelato
Materiale della finestra
plastica
Cavo di connessione
12 x 0.5 mm², lunghezza 3 m
Tensione di funzionamento
U = 24 V
Resistenza interna
R = 2.2 kOhm
Perdita di potenza
P = max. 2.6 W
Altezza dei caratteri DD 15 (2 cifre) 15 mm
Altezza dei caratteri DD 9 (3 cifre)
9 mm
Colore luminoso
rosso
Temperatura ambiente
-20 °C ... +40 °C
Categoria di protezione
IP 68 (IEC 144)
Dimensioni
4
17
30
DD 15 EX
DD 9 EX
f
g
b
9
15
ø 40
12 x 0.5 mm²
ø 11
ø 45
a
c
e
d
DP
1 - 10
Schema di
connessione
(quadro di
controllo)
catodo
diecina
blu
catodo
unità
rosa
Identificazione
catodo
centinaia
rosso
catodo
decina
bruno
EEx d IIC T6
a b c d e f g DP
transparente
arancione
rosso
grigio
bruno
beige
bianco
lilla
nero (libero)
Scasso
CE 0044 II 2 GD T 80°C IP 68
catodo
unità
bianco
Rapporto di test
ø 37
III
7.16
arancione
nero
beige
grigio
blu
lilla
rosa
transparente
a b c d e f g DP
PTB 03 ATEX 1130
DD 25 EX
Display
Digital Display Ex-proof
Caratteristiche
Il display antideflagrante DD 25 EX permette una presentazione numerica in
luoghi protetti dal gas e dalla polvere secondo le categorie 2 e 3 (= zona 1 e 2
così come le zone 21 e 22).
Il display con un’altezza di caratteri a 7 segmenti di 25 mm dotato di LED molto
chiari e a lunga durata è ben visibile, anche da lontano. Oltre alla designazione
del piano possono essere visualizzati una freccia “salita” e “discesa” così come un
segno meno. Ogni carattere ed ogni segmento possono essere pilotati con 24 V
DC. Il catodo (meno) è comune a tutti i caratteri. La scarsa profondità permette
un’installazione in alloggiamenti piatti, ad esempio negli ascensori. La categoria
di protezione IP 68 permette un utilizzo anche in posti esposti alle inondazioni.
L’alto grado di protezione è garantito grazie ad una sigillatura ermetica.
Opzioni di fissaggio
Materiale della finestra
fissaggio a vite (fissaggio su piastra da incasso)
4 x vite a testa fresata M3 x 12
indifferente
alluminio, box anodizzato, argentato
faccia anodizzata, nera
plastica
Cavo di connessione
Tensione di funzionamento
Consumo di corrente
Corrente dei segmenti
Freccia / segno meno
12 x 0.5 mm², lunghezza 5 m
U = 24 V ± 15 %
fino a 70 mA
7.5 mA
5 mA
Altezza dei caratteri DD 25 (1 cifra)
Colore luminoso
Temperatura ambiente
Categoria di protezione
25 mm
rosso
-20 °C ... +50 °C
IP 68 (EN 60529)
Spessore della piastra da incasso
Materiale dell’alloggiamento
!
Si prega di ordinare gli elementi di fissaggio separatamente.
Dimensioni
3
vite a testa fresata
M3 x 12
62
50
50
dado autobloccante
serpress M3
f
g
b
25
ø 57.9
12 x 0.5 mm²
ø 11
a
c
e
c
Colore del filo
insieme di catodi
blu
segno meno
beige
freccia salita
bianco
freccia discesa
nero
A
lilla
B
trasparente
C
rosso
D
grigio
E
bruno
F
rosa
G
arancione
Identificazione
Scasso
EEx d IIC T6/T5
50
ø 3.5
8
ø5
50
Segmento
CE 0044 II 2 GD T 80°/95°C IP 68
Rapporto di test
DD 15 EX/DD 9 EX/DD 25 EX
indifferente
PTB 03 ATEX 1131
III
7.17
LABEL
Caratteristiche
Label L, opaco
Opzioni di fissaggio
fissaggio a vite
Label L/R, opaco
inox, opaco, bordo in plastica, grigio
incisione in rilievo
(marcatura annerita con laser)
incisione
(nera, opzione: colore, tonalità RAL)
marcatura annerita con laser
Marcatura
Label L/R, nero
Label L, nero
altezza dei caratteri 15 mm, con/senza Braille
altezza dei simboli 18 mm, senza Braille
inox, nero, bordo in plastica, grigio
incisione in rilievo (lucido)
Label R, opaco
incisione (colore, tonalità RAL)
Marcatura
altezza dei caratteri 15 mm, con/senza Braille
altezza dei simboli 18 mm, senza Braille
3
Dimensioni
1 x vite a testa fresata
M3 x 8
48
dado autobloccante
serpress M3 (incluso)
Label R, nero
41
Label G/D
disponibile
anche in
bianco
16.5
74
Scasso
48
33 +0.05
0
.5
3 +0.05
0
ø5
III
7.188
7.18
Marcatura Style 42
I. 2. 89
ø3
0.3
+0
0 .05
INLAY LABEL
Caratteristiche
Opzioni di fissaggio
perni di saldatura M3 x 8
Inlay Label L/R, opaco
inox, opaco
incisione in rilievo
(marcatura annerita con laser)
incisione
(nera, opzione: colore, tonalità RAL)
marcatura annerita con laser
altezza dei caratteri 15 mm, con/senza Braille
altezza dei simboli 18 mm, senza Braille
Marcatura
Inlay Label L/R, nero
inox, nero
incisione in rilievo (lucido)
incisione (colore, tonalità RAL)
altezza dei caratteri 15 mm, con/senza Braille
altezza dei simboli 18 mm, senza Braille
Marcatura
2
Dimensioni
1 x vite a testa fresata
M3 x 8
dado autobloccante
serpress M3 (incluso)
74
Label integrato G/D, colore
disponibile su richiesta.
50
Scasso
33 +0.05
0
R 20.5
34
R 19
3 +0.05
0
R 2
38
!
34
41.5
20.5
ø3
0.3
+0
0 .05
perni di saldatura
M3 x 8
33
Marcatura Style 42
I. 2. 89
50
III
7.19
DB EX
Bottoniera di distribuzione
Distribution Box Ex-proof
Caratteristiche
Opzioni di fissaggio
fissaggio a vite
Materiale dell’alloggiamento poliestere
Categoria di protezione
EExe
IP 65
Gamma delle
temperature ambienti
-20 °C ... +40 °C con T6
-20 °C ... +55 °C con T5
Identificazione
II 2G EEx e II T6 / T5
II 2G EEx e ia IIC T6 / T5
II 2D IP 6x T 80°C
Rapporto di test
PTB 01 ATEX 1104
IBEx U00 ATEX 1081
(zona 1 e 2)
(zona 21 e 22)
Dimensioni
faccia A = quadro di controllo
L
morsettiere
3
morsettiere PA/PE
4
barra verticale
5
barra trasversale
6
collegamento a vite
del cavo/tappo
B
PE
2
faccia B = pulsante luminoso/modulo luminoso
III
7.20
DB EX
Bottoniera di distribuzione
Distribution Box Ex-proof
Destinatario:
SCHAEFER GmbH
Winterlinger Str. 4
72488 Sigmaringen
Germany
telefono +49 7571 722-0
fax +49 7571 722-99
[email protected]
www.ws-schaefer.de
Mittente:
azienda
nome
via
codice postale/città
telefono
e-mail
Specifiche di proiezione
Specifiche tecniche
categoria di protezione
EEx e
materiale dell’alloggiamento poliestere, nero
dimensioni
lunghezza e larghezza
risulta dal numero di collegamenti a vite dei cavi
2
morsettiere
numero
sezione 2,5 mm² max.
3
PA-/PE-Klemmen
numero
sezione 2,5 mm² max.
barre del conduttore di protezione
tensione nominale
4 barra verticale
5 barra trasversale
mm²
30 V DC
220 V AC
collegamento a vite del cavo M25 x 1.5
M20 x 1.5
M16 x 1.5
M12 x 1.5
numero
6
tappo
M20 x 1.5
M16 x 1.5
M12 x 1.5
numero
M25 x 1.5
faccia B = pulsante luminoso/modulo luminoso
6
collegamento a vite del cavo M20 x 1.5
numero
6
tappo
numero
M20 x 1.5
REVISIONE a
6
Attualizzazione / 2015
faccia A = quadro di controllo
III
7.21
EP EX
Telefono di soccorso
Emergency Phone Ex-proof
Il telefono di soccorso EP EX permette di stabilire una comunicazione
(di soccorso) tra la cabina e un posto esterno. La configurazione esatta del
dispositivo così come i relativi dati tecnici dipendono di gran lunga dalle
condizioni del sito. Saremo lieti di fornirvi delle informazioni più precise
sulla base di una richiesta dettagliata.
III
7.22
ANTIDEFLAGRANTE
Componenti e bottoniere antideflagranti:
I pulsanti luminosi, i moduli luminosi, gli interruttori a
chiave, i display e molti altri elementi costituiscono delle
bottoniere dal design straordinario.
I Label o le altre opzioni di marcatura, le varianti pratiche
di montaggio ed altri accessori complementari
completano la gamma di prodotti antideflagranti.
Bottoniere di cabina, bottoniere di piano, bottoniere
analogiche o digitali di indicazione della corsa: anche
in condizioni particolari, SCHAEFER propone la soluzione
più adatta.
III
7.23
STYLE
TESTA/PEZZO DI RICAMBIO
TIPO
IB EX
A-IB EX
Pulsante
luminoso
testa per pulsante luminoso
rosso
blu
pagina JJJ. 7. 10
ESEMPIO D’ORDINE
IM EX
IB EX, blu
A-IM EX
Modulo luminoso
testa per modulo luminoso
rosso
blu
pagina JJJ. 7. 11
ESEMPIO D’ORDINE
MS EX
IM EX, rosso
Interruttore
a fungo
A-MS EX
testa per interruttore a fungo
A-KS EX
testa per interruttore a chiave
pagina JJJ. 7. 12
ESEMPIO D’ORDINE
KS EX
MS EX
Interruttore a
chiave
pagina JJJ. 7. 13
ESEMPIO D’ORDINE
PS EX
KS EX
A-PS EX
Selettore di
posizione
pagina JJJ. 7. 14
ESEMPIO D’ORDINE
DD 10 EX
Display
DD 15 EX
DD 9 EX
Display
Display
DD 25 EX
Display
PS EX
pagine JJJ. 7. 15 - 17
ESEMPIO D’ORDINE
DB EX
DD 15 EX
Bottoniera di distribuzione
dettagli di proiezione pagine JJJ. 7. 20 e JJJ. 7. 21
testa per selettore di posizione
Identificazione di materiale antideflagrante
Marcatura del materiale
per un uso in atmosfere
potenzialmente esplosive
Bedingungen
im explosionsgefährdeten
Bereich
Suscettibile di
accadere in modo
occasionale in condizioni di funzionamento normali
zona 20
II
1D
Suscettibile di accadere in
condizioni di funzionamento
normali ma, in caso contrario,
potrà durare soltanto per un
breve periodo
zona 21
II
2D
o 1D
É presente
continuamente,
per lunghi periodi,
o in modo
frequente
zona 22
II
II
3G
o 2G o 1G
IIC
3D
o 2D o 1D
IIB
IIC
acetaldeide
benzina,
n-esano
senza limitazione
–
condizioni
speciali d’uso
da osservare
X
Componente
antideflagrante
non destinato ad
essere utilizzato da
solo e che richiede
una certificazione
supplementare.
Conformità CE dichiarata dal fabbricante
se il pezzo è adattato
ad un dispositivo
completo
Etere etilico
zona 2
IIB
Glicol etilenico,
solfuro
É presente
continuamente,
per lunghi periodi,
o in modo
frequente
IIA
Alcol etilico,
cicloesano, nbutano
II
2G
o 1G
IIA
Solfuro di
carbonio
polveri
zona 1
1G
etilene, ossido
Suscettibile di accadere in
condizioni di funzionamento
normali ma, in caso contrario,
potrà durare soltanto per un
breve periodo
II
etino (acetilene)
zona 0
Marcatura
Gas e vapori
Ammoniaca,
metano, etano,
propano
Suscettibile di
accadere in modo
occasionale in condizioni di funzionamento normali
Gruppo
Categoria
d’attrezzatura d’attrezzatura
Limitazione d’uso del dispositivo
Esigenze
gas di città,
nitrile acrilica
gas
vapori
Classifica dei gas e vapori
Marcatura richiesta per
l’installazione
idrogeno
Classifica
dei luoghi
pericolosi
Sottogruppo
d’esplosione
Comportamento
temporaneo delle
sostanze infiammabili in luoghi
pericolosi
Il dispositivo
può essere
utilizzato
Condizioni
di zone
pericolose
U
Gamma temperature
Classifica dei gas e vapori secondo la temperatura di accensione
T1 > 450 °C
300°C < T2 200°C < T3 135°C < T4 100°C < T5 < 85°C < T6 <
< 450°C
< 450°C
< 200°C
135°C
100°C
Dispositivo che può essere utilizzato
T1
T2
metano
polveri
–
mine
I
M1
–
mine
I
M2 o M1
T3
T4
T5
T6
II 2G EExd IIB T4
0044
LCI
Francia
0081
INERI
Francia
0080
BA
Germania
0589
DMT
Germania
0158
DQS
Germania
0297
FSA
Germania
0588
IBExU
Germania
0637
PTB
Germania
0102
TÜV (NordCert)
Germania
0044
SEE
Lussemburgo
0499
KEMA
Olanda
0344
SP
Svezia
0402
LOM
Spagna
0163
EECS (BASEEFA)
R.U.
0600
SCS
R.U.
0518
Organismi
notificati
Paesi
Codice
Centro di test accreditato
qualsiasi applicazioni
stazioni di comando,
motori, fusibili, dispositivo
di commutazione, elettronica di potenza
Materiali d’installazione,
motori, apparecchi di
illuminazione
misura e comando,
tecnologia d’automazione,
sensori, attuatori
quadri di comando e di
commutazione, dispositivi di
analisi, computer
bobine di motori o relè,
valvole a solenoide
NB 99 ATEX 1234
X
–
Recinto antideflagrante
–
–
EN 50014
IEC 60079-0
La propagazione
dell’esplosione dall’interno
verso l’esterno è esclusa
Recinto
antideflagrante
EEx d
1o2
EN 50018
IEC 60079-1
Evitare gli archi, le scintille
e le temperature eccessive
Sicurezza
accresciuta
EEx e
1o2
EN 50019
IEC 60079-7
Sicurezza
intrinseca
EEx i
0,1 o 2***
EN 50020*
EN 50039**
IEC 60079-11
Pressurizzazione
EEx p
1o2
EN 50016**
IEC 60079-2
incapsulamento
EEx m
1o2
EN 50028
IEC 60079-18
limitazione dell‘energia
così come degli archi e
della temperatura
atmosfera esplosiva –
Tenersi distanti dalla fonte
d’accensione
atmosfera esplosiva –
Tenersi distanti dalla fonte
d’accensione
trasformatori, relè, stazioni atmosfera esplosiva –
di comando, contattori
Tenersi distanti dalla fonte
magnetici
d’accensione
La propagazione
condensatori, trasformatori dell’esplosione dall’interno
verso l’esterno è esclusa
Immersione
nell’olio
EEx o
1o2
EN 50015
IEC 60079-6
Riempimento di
polvere
EEx q
1o2
EN 50017
IEC 60079-5
vedi parte superiore –
soltanto per zona 2
vedi parte superiore –
soltanto per zona 2
“antiscintilla”
EEx n
2
EN 50021
IEC 60079-15
Applicazione
Principio di protezione
Tipo di
protezione
Codice
Il dispositivo
può essere
utilizzato
CENELEC
IEC
Simbolo
Principio di protezione
* Geräte ** sistemi sicuri dal punto di vista intrinseco *** Dispositivi usati nelle zone 0, 1, 2 / IB: per uso nelle zone 1, 2
Fonte: BARTEC