relazione tecnica specialistica impianti elettrici

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RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA IMPIANTI ELETTRICI
OGGETTO: Relazione tecnica specialistica sul progetto degli impianti elettrici nella
ristrutturazione dei locali dell’Ospedale di Teramo destinati allo spostamento del
reparto di otorino-laringoiatra, lotto I 4° piano Ala B
La seguente relazione tecnica specialistica è parte integrante del progetto definitivo dell’impianto
elettrico per l'attività in oggetto .
I lavori dovranno essere realizzati in conformità agli elaborati grafici, alle indicazioni progettuali ed
ai suggerimenti di buona tecnica nel proseguo riportati.
Il progetto è stato realizzato sulla base delle informazioni ricevute dal personale medico,
dall’ufficio tecnico della Asl e dal personale addetto alla manutenzione degli impianti della
struttura ospedaliera.
1. DESCRIZIONE SOMMARIA IMPIANTO
Le opere di cui si tratta nella presente relazione consistono nella realizzazione degli impianti
elettrici e speciali di servizio (impianti di : forza motrice , illuminazione , alimentazione dei servizi
di sicurezza , fonia e trasmissione dati , TV , chiamata, rilevazione incendi) nei locali dell’Ospedale
di Teramo posti al Piano Quarto Lotto I Ala B, già occupati dal reparto Terapia del Dolore , e
destinati alla collocazione del nuovo reparto di otorino-laringoiatra.
In particolare si fa riferimento ai criteri adottati nella alimentazione delle apparecchiature
elettromedicali necessarie alla esecuzione dei trattamenti sanitari previsti , per la alimentazione
dei servizi generali e per l’illuminazione ordinaria e di sicurezza, la rete telefonica e di trasmissione
dati, il sistema di rilevazione incendi, l’impianto tv, il sistema di chiamata e di controllo accessi in
ordine alla modificata destinazione d’uso e disposizione dei locali.
Il sistema sarà alimentato e protetto da un nuovo quadro di reparto , ad uso esclusivo , a sua volta
derivato dal quadro di distribuzione generale sito nel Piano Quarto Corridoio G.
Verranno più avanti meglio specificate le tipologie impiantistiche, le applicazioni dei
provvedimenti protettivi da adottate e le relative norme di riferimento.
Sostanzialmente l’intervento prevede la messa in opera di :


Realizzazione della nuova distribuzione dorsale principale e secondaria per alimentazione
dell’intero reparto mediante l’impiego di nuove vie cavo e nuove linee elettriche;
Realizzazione quadro elettrico generale di reparto (QGEN)
1



Nuova ridistribuzione elettrica interna delle varie stanze / spazi comuni e nuovi apparecchi
di illuminazione, punti prese.
Esecuzione degli impianti di equipotenzializzazione supplementare in ogni ambulatorio e
degenza, morsettiere e contenitori per nodi equipotenziali
Alimentazione dei nuovi impianti di estrazione dell’aria.
• Apparecchi illuminanti a led, da incasso in pannellatura di cartongesso e a plafone
• Illuminazione notturna con sensore crepuscolare
• Dispositivi di comando per illuminazione
• Apparecchi autonomi per l’illuminazione di emergenza: si fa presente che lungo il corridoio del
reparto tali apparecchi risultano già installati nel rispetto delle scadenze imposte del D.M. 19
marzo 2015. Si prevede con il presente progetto il riutilizzo delle lampade nella posizione già
determinata con la sola realizzazione della nuova linea di alimentazione dedicata
• Prese elettriche 10/16 A per locali di servizio
• Nuovo impianto per trasmissione dati\fonia
• Punti presa rete telefonica e TD
• Nuovo impianto per antenna TV
• Punti presa TV
• Impianto di alimentazione per dispositivi per chiamata e segnalazione ottico-acustica
• impianto di alimentazione per dispositivi di rilevazione incendi
• Contenitori ed accessori per apparecchi modulari in materiale plastico autoestinguente
• Apparecchi elettrici di genere diverso su supporti per scatole da incasso e da parete con grado
protezione adeguato ai relativi locali
• Canali e tubazioni portacavi di vario tipo e dimensioni adeguate
• Cavi per energia , rete telefonica e trasmissione dati
Prima di procedere con la realizzazione del nuovo impianto si renderà necessario smantellare gli
impianti esistenti.
2. DATI TECNICI GENERALI DI PROGETTO
L’impianto elettrico esistente all’interno del reparto sarà interamente rimosso e verrà realizzato un
impianto ex novo in tutte le sue componenti.
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In generale, trattasi di ambienti di assistenza specialistica in regime ambulatoriale di superficie superiore a
500 mq e pertanto il reparto è a tutti gli effetti classificato come Luogo a maggior rischio in caso di
incendio. Per tutte le prescrizioni specifiche vedi paragrafi successivi.
Dati principali dell'alimentazione elettrica :
Il reparto sarà alimentato tramite una fornitura generale ospedaliera ed avrà origine dal quadro elettrico di
piano sito nel locale tecnico del corridoio G.
E’ prevista la realizzazione di un solo quadro generale di reparto che, pertanto, costituirà il quadro generale
(QG). Esso sarà ubicato nell’area banco accoglienza.
Tutte le linee saranno protette da opportuno interruttore magnetotermico differenziale.
Il nuovo impianto elettrico sarà cosi articolato:
-
LINEE DI ALIMENTAZIONE GENERALI: l’impianto elettrico del reparto sarà suddiviso in N. 03 linee
dorsali principali alimentate dal quadro generale di piano esistente.
Le linee saranno: LINEA LUCI, LINEA FM e LINEA UPS.
Nello specifico, la LINEA UPS non è presente allo stato attuale nel quadro di piano e pertanto si
prevede, con il presente progetto, la realizzazione della linea ex novo a partire dai locali tecnici
generali siti al piano seminterrato della struttura ospedaliera.
Le tre dorsali principali partiranno dal quadro generale e verranno condotte verso il corridoio del
reparto mediante una canalizzazione esterna esistente e non oggetto di sostituzione, passante per
l’atrio comune. Da quel punto le dorsali verranno distribuite parallelamente, attraverso passerelle
con separatori, lungo il connettivo dove è prevista la realizzazione di una controsoffittatura CSP
GYPTONE per l’ottimizzazione del percorso impianti.
Le tre dorsali principali andranno ad alimentare il quadro elettrico generale di reparto posto
nell’area del banco accoglienza.
La dorsale principale luci sarà trifase
La dorsale principale fm sarà trifase
La dorsale principale UPS sarà monofase
-
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
QUADRO ELETTRICO DI REPARTO: sarà di tipo ad armadietto ed accoglierà tre linee principali oltre
tutto quanto occorrente per il corretto funzionamento del quadro stesso e dell’impianto elettrico
generale.
Le tre linee generali a loro volta verranno sezionate con un numero di linee trifase e monofase
interne come ben visibile negli schemi di progetto allegati. Nel dettaglio:
LINEA LUCI:
Linea luci degenza 1-2-3
Linea luci testaletto 1-2-3
Linea luci bagni degenza 1-2-3
Linea luci degenza 4-5-6
Linea luci testaletto 4-5-6
Linea luci bagni degenza 4-5-6
Linea luci medicheria 1-2
Linea luci medicheria 3
Linea luci corridoio A
3
10.
11.
12.
13.
14.
15.
Linea luci corridoio B
Linea luci stanze 1-2-5-8-9-10
Linea luci stanze 3-4-6
Linea luci wc
Linea luci emergenza
Linea luci segnapasso
LINEA FM:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
Linea prese degenza 1-2-3
Linea prese degenza 4-5-6
Linea prese testaletto 1-2-3
Linea prese testaletto 4-5-6
Linea prese medicheria 1-2
Linea prese medicheria 3
Linea prese stanze 1-2-5-8-9-10
Linea prese stanze 3-4-6
Linea prese corridoio
Linea prese reception
Linea prese wc
Linea alimentazione estrattore d’aria wc
riserva
LINEA UPS:
1. Linea alimentazione impianto chiamata
2. Linea alimetazione controllo accessi
3. Linea alimetazione gas medicali
4. Riserva
Fanno parte della linea UPS quelle linee per le quali è necessario garantire la continuità del funzionamento
al fine di non interrompere il servizio.
3. NORME DI RIFERIMENTO
Norma CEI 0-2 “Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici”
[2] Norma CEI 64-8 “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente
alternata e a 1500 V in corrente continua”
[3] Norma CEI 3-19/7 “Segni grafici per schemi (Apparecchiature e dispositivi di comando e protezione)”
[4] Norma CEI 23-51 “Prescrizioni per la realizzazione , le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per
installazioni fisse per uso domestico e similare”
[5] Norma CEI 17-13 “Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT)
[6] Legge n° 186 del 01/03/1968 “Disposizioni per la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari e
impianti elettrici ed elettronici”
[7] Norma CEI 81-10 (1/2/3/4) “Protezione contro i fulmini”
[8] Decreto Legislativo 9 Aprile 2008, n. 81 “Attuazione dell’art. 1 della legge 3 Agosto
2007, n. 123 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” e s.m.i.
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[9] Decreto Ministeriale 22 gennaio 2008 n. 37 “Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle
disposizioni in materia di attività di installazione degli
impianti all’interno degli edifici”
[10] DM 18 settembre 2002 “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione,
costruzione ed l’esercizio delle strutture sanitarie.
[11] Prescrizioni e raccomandazioni della competente USL o ISPESL
4. CLASSIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI
CLASSIFICAZIONE GENERICA: I locali medici sono classificati in tre gruppi, in base ai tipi di apparecchi
elettromedicali impiegati e all’attività medica svolta.
Locali medici di gruppo 0: Locali medici nei quali non si utilizzano apparecchi elettromedicali con parti
applicate. Norma CEI 64-8/7 art. 710.2.5
Locali medici di gruppo 1: Locali medici in cui si fa uso di apparecchi elettromedicali con parti applicate.
Le parti applicate sono destinate ad essere utilizzate esternamente, oppure invasivamente entro
qualsiasi parte del corpo, ad eccezione della zona cardiaca. Norma CEI 64-8/7 art. 710.2.6
Locali medici di gruppo 2: Locali medici dove si fa uso di apparecchi elettromedicali con parti applicate
destinate ad essere utilizzate in interventi intercardiaci o in operazioni chirurgiche. Norma CEI 64-8/7
art. 710.2.7
I locali in oggetto sono locali ad uso medico e stanze degenza quindi in essi è necessario garantire la
sicurezza dei pazienti che vengono sottoposti all’applicazione di apparecchi elettromedicali con o senza
sedazione.
La norma CEI di riferimento 64-8/710 prevede per questo tipo di attività la appartenenza dei locali al
gruppo 1.
Non sono locali medici i locali di servizio come ad esempio i corridoi di accesso alle camere di degenza,
magazzini, uffici, spogliatoi, sala mensa, locali per il personale, servizi igienici, etc. Questi possono
classificarsi in locali di gruppo 0, rientranti nella tipologia di ambienti ordinari.
La suddivisione dei locali del reparto e la loro denominazione è indicata nella planimetria generale allegata.
Cosi come concordato con il personale medico di riferimento ed in particolare con Direttore sanitario, il
reparto sarà diviso nei seguenti ambienti in relazione alla attività svolta:
• AMBULATORI , SALE DI OSSERVAZIONE E TRATTAMENTO , DIAGNOSTICHE E MEDICHERIE : Locali ad
uso medico Gruppo 1 , CEI 64-8 sez. 710
• STANZE DEGENZA: Locali ad uso medico del Gruppo 1 , CEI 64-8 sez. 710
• DEPOSITI , ZONE DI ATTESA , SERVIZI IGIENICI : Locali non ad uso medico non contenenti bagni con
docce , CEI 64-8 sez. 701. In maggiore dettaglio :
• attesa / accettazione : Locali classificati come ordinari e per il quale si applica quanto previsto dalla
norma generale per impianti elettrici utilizzatori CEI 64-8 .
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• servizi igienici e spogliatoi : Locali classificati come ordinari e per i quali si applica quanto previsto
dalla norma generale per impianti elettrici utilizzatori CEI 64-8/Sez. 701 ;
• locali medici, coordinamento personale infermieristico, etc : Locali classificati come ordinari.
Tale classificazione è stata dedotta delle attività elencate dal personale medico. Nello specifico è stato
altresì precisato quanto segue:
-
Non si tratta di locali dove si eseguono interventi intracardiaci od altre operazioni chirurgiche con
pericolo di microschock;
Non si tratta di locali ed attività mediche dove esiste la possibilità che la mancanza di alimentazione
elettrica comporti pericolo di vita per il paziente, per esempio, anestesia generale;
Non sono locali dove si eseguono le attività di preparazione alle operazioni, ingessature chirurgiche,
risveglio postoperatorio e viene praticata l’anestesia generale
all’interno dei locali non sono previsti materiali combustibili e/o infiammabili
non si utilizzeranno gas anestetici infiammabili;
gli apparecchi elettromedicali utilizzati non generano e non ricevono interferenze che possono
alterare il funzionamento proprio e di altre apparecchiature conformi agli standard di sicurezza
(marcatura CE)
5. DATI DEL SISTEMA DI DISTRIBUZIONE E DI UTILIZZAZIONE DELL’ ENERGIA ELETTRICA
5.1. IMPIANTO DI DISTRIBUZIONE
Le linee elettriche principali saranno realizzate in cavo per energia isolati in gomma G10 , sotto guaina in
materiale termoplastico, resistente al fuoco secondo CEI 20-45 / IEC 331 / CEI 20-36 EN 50200 non
propagante incendio (CEI 20-22/3) e a ridottissima emissione di gas tossici e a totale assenza di gas corrosivi
(CEI 20-37/parti 2-5-7, CEI 20-38/1), tipo FTG1(O)M1, tensione nominale 0,6/1 kV ;
all’interno dei locali sarà prevista la posa in opera di cavi in corda di rame ricotto stagnato isolato in gomma
elastomerico di qualità G9, N07 G9-K , non propagante di incendio ( CEI 20-22 II), non propagante di fiamma
( CEI 20-35), contenuta emissione di gas corrosivi (CEI 20-37 I, CEI 20-38), ridottissima emissione di gas
tossici e di fumi opachi in caso di incendio (CEI 20-37 II, CEI 20-37 III e CEI 20-38) per tensioni nominali
450/750 V.
Ai fini della scelta del tipo di posa in opera e delle portate ci si atterrà a quanto previsto dalle CEI 64-8 e
tabelle CEI-UNEL 35024/1 .
L’impianto elettrico sarà suddiviso in diversi circuiti , tali da garantire la massima flessibilità dell’impianto e
continuità di servizio in caso di guasto .
Ulteriori dati relativi alle grandezze elettriche pertinenti i vari circuiti sono desumibili dagli schemi dei
quadri e dalle planimetrie che costituiscono parte integrante della presente documentazione di progetto .
I colori distintivi dei conduttori sono i seguenti:
- GIALLO / VERDE : Conduttore di terra, conduttori di protezione e conduttori di protezione equipotenziali.
- BLU : Conduttore di neutro.
Per quanto riguarda i conduttori di fase, questi devono essere contraddistinti in modo univoco per tutto
l'impianto dai colori nero, grigio (cenere) e marrone.
La modalità di posa e di installazione delle condutture saranno conformi alle prescrizioni per i locali a
maggior rischio in caso d’incendio (64-8/751) , le giunzioni dovranno essere eseguite solo nelle apposite
cassette di derivazione e per mezzo esclusivo di idonei morsetti o sistemi di giunzione .
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5.2. DESCRIZIONE DEI CARICHI ELETTRICI
I carichi di rilevanza maggiore da alimentare consistono essenzialmente in :
• Apparecchi elettromedicali di modesta potenza da alimentare mediante gruppi di presa e spina.
Secondo le informazioni ricevute dal personale medico, gli apparecchi elettromedicali utilizzati
normalmente sono aspiratori salivari, elettrobisturi per ambulatori medici e fotoforo, con assorbimenti
molto ridotti;
• Prese a spina per servizi generali
• Circuiti illuminazione ordinaria e di sicurezza
• Circuiti alimentazione chiamata , porta automatica e altri servizi ausiliari
• Circuito alimentazione impianto di estrazione d’aria
• Circuito alimentazione impianto stanze di servizio dove sono collocati tritapadelle ed eventuale
sterilizzatrice ed altri apparecchi di servizio quali frigoriferi etc...
5.3. DIMENSIONAMENTO CAVI
Il dimensionamento degli impianti è stato effettuato in relazione alle caratteristiche del sistema di
distribuzione dell'energia elettrica, ai dati forniti dal personale sanitario circa l’entità e dislocazione dei
carichi, alle attività che saranno svolte nei singoli locali e nel rispetto della normativa vigente.
I carichi convenzionali di ogni unità di impianto sono stati valutati facendo riferimento alle potenze effettive
degli utilizzatori fissi ed alle potenze corrispondenti alle correnti nominali delle prese a spina applicando
degli opportuni coefficienti di riduzione per tener conto della contemporaneità di funzionamento e
dell'effettiva utilizzazione dei carichi.
I cavi sono stati dimensionati in modo tale che risultino soddisfatte le relazioni:
− Ib ≤ Iz
− DV% ≤ 4%,
dove:
- Ib è la corrente di impiego del cavo;
- Iz è la portata del cavo, calcolata tenendo conto del tipo di cavo e delle condizioni di posa;
- DV% è la caduta di tensione percentuale lungo il cavo.
Le portate dei cavi elettrici sono state ricavate dalle tabelle CEI-UNEL 35024 tenendo conto delle condizioni
di posa.
Il dimensionamento dei cavi e la conoscenza delle loro caratteristiche elettriche ha consentito di verificare
che le cadute di tensione, con correnti non superiori alle correnti di impiego, sono inferiori al 4% della
tensione nominale del sistema.
Indipendentemente dai valori ricavati con le precedenti indicazioni, le sezioni minime ammesse per i
conduttori di rame sono:
0,75 mm2 per i circuiti di segnalazione e telecomando;
1,5 mm2 per illuminazione di base, derivazione per prese a spina per altri apparecchi di illuminazione e per
apparecchi con potenza unitaria inferiore o uguale a 2,2 kW;
2,5 mm2 per derivazione con o senza prese a spina per utilizzatori con potenza unitaria superiore a 2,2 kW
e inferiore o uguale a 3,6 kW.
La sezione dei conduttori neutri non deve essere inferiore a quella dei corrispondenti conduttori di fase.
Se il conduttore di fase ha sezione superiore ai 16 mm2, il neutro può avere sezione inferiore se vengono
rispettate entrambe le seguenti condizioni:
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- la corrente massima, comprese le eventuali armoniche, che si prevede possa percorrere il conduttore di
neutro durante il servizio ordinario, non sia superiore alla corrente ammissibile corrispondente alla sezione
ridotta del conduttore di neutro;
- la sezione del conduttore di neutro sia almeno uguale a 16 mm2 se in rame od a 25 mm2 se in alluminio.
5.4 PROPAGAZIONE DEL FUOCO LUNGO I CAVI:
I cavi in aria installati individualmente, cioè distanziati fra loro di almeno 250 mm, devono rispondere alla
prova di non propagazione della norma CEI 20-35. Quando i cavi sono raggruppati in ambiente chiuso, nel
quale sia da contenere il pericolo di propagazione di un eventuale incendio, essi devono avere i requisiti di
non propagazione dell'incendio in conformità alla norma CEI 20-22.
5.5 MODALITA’ DI POSA
Per la distribuzione principale e secondaria degli impianti dovranno essere posate lungo il corridoio, al di
sopra del controsoffitto, delle nuove passerelle metalliche.
Le dorsali principali e le dorsali secondarie lungo il connettivo verranno condotte all’interno del
controsoffitto. Da questo punto le derivazioni secondarie verso i locali saranno realizzate mediante tubi
pieghevoli in PVC, con posa mista: in parte sopra il controsoffitto ed in traccia fino alle scatole di
derivazione sotto il controsoffitto.
Il sistema dovrà essere realizzato nel rispetto delle indicazioni riportate nella “linea guida per la riduzione
della vulnerabilità di elementi non strutturali, arredi ed impianti, emessa dalla Presidenza del Consiglio dei
ministri-Protezione Civile nel giugno 2009”
Le passerelle saranno distinte per permettere la separazione fisica degli impianti:
1. Energia luce e fm
2. Trasmissione dati\telefono
3. Rilevazione incendi\diffusione sonora\Impianto chiamata, tv
La posa deve avvenire evitando di danneggiare l'isolamento, utilizzando protezioni in plastica in tutti i
punti delle canalizzazioni metalliche che possono presentare sbavature od angoli taglienti.
Gli sforzi di trazione per la posa dei cavi devono essere esercitati sull'anima in rame del conduttore e non
sull'isolamento, con uno sforzo massimo comunque non superiore ai 50 Newton per mmq.
I cavi vengono contrassegnati con apposite fascette riportanti la numerazione del cavo stesso alle estremità
in riferimento alle apparecchiature alle quali sono collegati ed inoltre vengono contrassegnati durante il
loro percorso.
In generale i tubi saranno posati in quantità e tipologia sufficiente a garantire la separazione degli impianti
e la necessaria disponibilità di spazio all’interno del tubo stesso.
Per ogni servizio (prese, illuminazione, Tv, TD, ecc) saranno previste tubazioni distinte che faranno capo alle
rispettive scatole e compartimentazioni, posate nei punti indicati negli elaborati grafici allegati.
Per ogni servizio sarà lasciato almeno un tubo a completa disposizione per futuri ampliamenti, il cui
diametro non sarà inferiore a quello delle tubazioni utilizzate.
Si raccomanda la massima cura nella posa delle tubazioni al fine di evitare inutili accavallamenti, curva a
raggio stretto di curvatura oppure transiti all’interno di scomparti diversi nelle scatole.
Le derivazioni dalla linea dovranno essere realizzate entro apposite casette di derivazione, utilizzando
morsetti provvisti di riconoscimento IMQ e che consentano il collegamento (o scollegamento) singolo di
ogni conduttore, interessato alla derivazione, senza necessariamente scollegare gli altri.
Le giunzioni saranno realizzate impiegando idonei morsetti volanti in materiale plastico autoestinguente
per sezioni fino a 6 mm2, mentre per sezioni superiori dovranno essere impiegate morsettiere fissate sul
fondo della casetta stessa.
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Le casette saranno in PVC autoestinguente con coperchi removibili solo con idonei attrezzi, inoltre,
dovranno garantire il grado di protezione almeno IP43.
Al termine dei lavori la ditta appaltatrice dovrà presentare certificazione di idoneità e corretta posa.
5.6 DIMENSIONAMENTO DELLE CANALIZZAZIONI E DISTRIBUZIONE
I conduttori devono essere sempre protetti e salvaguardati meccanicamente. Tali protezioni possono
essere costituite da: tubazioni, canalette porta cavi, passerelle, condotti o cunicoli ricavati nella struttura
edile, ecc. Le canalizzazioni per l’alloggio dei conduttori ( tubi, passerelle, canaline ) devono essere scelte
valutando le esigenze dettate dalle condizioni ambientali, della tipologia dell’ambiente e dalle esigenze
derivanti dalle caratteristiche della distribuzione ed in modo adeguato per fornire garanzia di resistenza
meccanica alle sollecitazioni sia in fase di posa che di esercizio dell’impianto.
I tubi installati sotto pavimento o posati a vista ad una altezza inferiore a 250 cm., devono essere di tipo
pesante.
Tubi e canali in materiale plastico devono essere di tipo autoestinguente, approvazione IMQ.
I tubi saranno posati in opera rispettando i raggi di curvatura massimi indicati dalle case costruttrici.
All’interno dei tubi non devono essere eseguite giunzioni di conduttori o pose di morsetti. Il grado di
protezione garantito dall’installazione deve essere adeguato all’ambiente di posa.
La distribuzione dei nuovi circuiti avverrà con l’utilizzo di tubazioni in PVC serie flessibile e serie rigida di
adeguato diametro oltre che di opportune cassette di derivazione.
La distribuzione dorsale sarà realizzata in un primo tratto, dal locale tecnico all’ingresso del reparto,
mediante canalizzazioni esterne esistenti. Dall’ingresso del reparto le dorsali principali e secondarie
saranno realizzate con passaggioin passerella in controssoffitto.
Le calate fino alle scatole di derivazione avverranno in traccia sotto intonaco.
Le scatole di derivazione saranno installate principalmente lungo il connettivo.
Dalle scatole di derivazione partiranno le canalizzazioni verso l’interno delle stanze assicurando il passaggio
sotto la trave in cls armato che delimita il corridoio.
In alcune stanze saranno realizzate scatole di derivazione interne come da planimetria allegata.
Le tubazioni e le canalizzazioni saranno dimensionate al fine di garantire la sfilabilità dei cavi, secondo
quanto raccomandato dalle Norme CEI 64-8/5 ed in particolare:
- il diametro interno delle tubazioni è stato assunto pari a 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto al
fascio dei cavi che sono destinati a contenere, con un minimo di 10 mm;
- la sezione utile di canali e passerelle è stata assunta pari a 2 volte l’area della sezione retta occupata dai
cavi.
I diametri minimi dei tubi da impiegare nei vari circuiti saranno i seguenti.
25/32 mm. Per le dorsali dei circuiti prese F.M;
20/25 mm. Per le dorsali dei circuiti luce;
20 mm. Per le derivazioni dalle dorsali alle prese.
16 mm. Per derivazione ai comandi funzionali, ai punti luce ed ai punti luce in derivazione.
20 mm. Per gli impianti speciali.
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5.7 CASSETTE DI DERIVAZIONE
Saranno in materiale isolante ed autoestinguente. Dotate di approvazione IMQ. Dotate di coperchio fissato
con viti. Le viti dovranno essere rese imperdibili,essere in acciaio inossidabili o in ottone o comunque con
Trattamento superficiale contro la corrosione.
Tutte le tubazioni dovranno entrare dai fianchi o dal fondo delle cassette.
L’ingresso dovrà avvenire esclusivamente attraverso i fori o gli indebolimenti sfondabili previsti dal
costruttore, senza praticare allargamenti o rotture sulle pareti.
Nelle cassette stagne il taglio dei passatubi in plastica morbida dovrà avvenire in modo che risulti un foro
Circolare e non sia abbassato il grado di protezione.
Tali passatubi non dovranno essere asportati per introdurre tubazioni di diametro superiore a quello
previsto dal costruttore.
Le tubazioni dovranno sporgere all’interno della cassetta per circa 0.5 cm.
Le parti sporgenti dovranno essere tagliate prima dell’infilaggio dei cavi.
Le cassette del tipo da incasso dovranno essere opportunamente protette in modo da non venire
Riempite durante la fase di intonacatura delle pareti.
Tutte le parti di malta eventualmente entrate dovranno essere asportate con cura prima dell’infilaggio
dei conduttori.
Le derivazioni avverranno mediante morsetterie fisse oppure di tipo componibile,montate su guida di
tipo unificato.
Il serraggio dei conduttori sarà a vite con l’interposizione di una piastrina metallica.
Non sono ammessi collegamenti eseguiti con nastrature o con morsetti a cappuccio.
In nessun caso le cassette destinate all’impianto telefonico o segnale televisivo, possono essere
Utilizzate per gli altri tipo di impianti.
6. CARATTERISTICHE GENERALI DELL’IMPIANTO, QUALI LE CONDIZIONI DISICUREZZA, LA
DISPONIBILITÀ DEL SERVIZIO, LA FLESSIBILITÀ E LA MANUTENIBILITÀ
Gli impianti elettrici da installarsi, oltre ai requisiti di funzionalità , flessibilità, manutenibilità e garanzia di
continuità di servizio, avranno anche i requisiti di sicurezza previsti dalla normativa antinfortunistica
vigente. Quest’ultima sarà raggiunta assicurando:
• la protezione contro i contatti diretti ed indiretti, contro gli effetti termici, contro le sovracorrenti, contro
le correnti di corto circuito e contro le sovratensioni;
• la stabilità delle strutture portanti e di sostegno dei componenti elettrici;
• la possibilità di porre fuori tensione l’impianto ;
• la limitata produzione e propagazione dei fumi e del fuoco causata dai componenti elettrici installati,
utilizzando all’uopo materiali idonei;
• installazione di apparecchi autonomi di tipo SE, di adeguate caratteristiche, per l’illuminazione di
sicurezza .
Al fine di assicurare nel tempo condizioni di sicurezza, efficienza e funzionalità di servizio dell’impianto, sarà
cura dell’ Ente appaltante provvedere ad affidare a personale qualificato il compito di eseguire gli interventi
di manutenzione ordinaria, straordinaria e correttiva mirata al :
• controllo periodico dei componenti e materiali elettrici per verificarne lo stato di efficienza e di
manutenzione;
• informazione al personale interno incaricato alla manutenzione e gestione sulle modalità di
funzionamento dell’impianto e sulle operazioni da eseguirsi in caso di emergenza, nonché esporre le
procedure di sicurezza da utilizzarsi nelle operazioni di manutenzione di macchinari, impianti e componenti
elettrici.
• formazione del personale addetto a mansioni specifiche inerenti la manovra di parti e componenti
elettrici;
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6.1. PROTEZIONE DA SOVRACCARICO
La protezione delle condutture contro il sovraccarico sarà assicurata dall’interruttore magnetotermico,
installato sul quadro in partenza di ciascuna conduttura. Tale interruttore avrà una caratteristica a tempo
inverso di tipo “C” standard, in quanto non vi sono ragioni particolari per adottare caratteristiche di tipo
diverso.
Tale protezione garantirà il rispetto delle seguenti condizioni:
Ib ≤ In ≤ Iz
dove Iz è la portata della linea da proteggere, In la corrente nominale dell’interruttore Ib è la corrente di
impiego delle condutture.
Nel dettaglio per la protezione dei cavi da sovraccarico sono stati scelti interruttori aventi correnti nominali
IN e correnti convenzionali di funzionamento IF che soddisfino le seguenti condizioni:
IB ≤ IN ≤ IZ
IF ≤ 1.45× IZ
in ottemperanza all'art. 433.2 della Norma CEI 64-8.
6.2. PROTEZIONE DA CORTOCIRCUITO
Il potere di interruzione è stato determinato in modo che sia sempre superiore alla corrente di corto
circuito presunta ai morsetti dell’interruttore stesso.
Inoltre l’interruttore sarà tale da garantire il rispetto della condizione:
− I2t ≤ K2S2,
dove:
- I2t è l’energia specifica lasciata passare dall’interruttore (I corrente di corto circuito effettiva);
- K =è una costante caratteristica dei cavi che dipende sia dal materiale del conduttore che dal tipo di
isolante;
- S è la sezione del cavo in mm2.
Il valore di I2t deve essere fornito dal costruttore per gli interruttori di tipo limitatore.
Avendo assicurato la protezione da sovraccarico tramite l’installazione di un interruttore magnetotermico
avente potere di interruzione non inferiore al valore della corrente di cortocircuito presunta nel suo punto
di installazione, la relazione sopramenzionata è senz'altro soddisfatta per corto circuito al termine della
conduttura indipendentemente dalla lunghezza della stessa.
6.3. PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI
La protezione contro i contatti diretti sarà realizzata mediante isolamento completo delle parti attive
dell’impianto che ne impedisca il contatto e possa essere rimosso solo mediante distruzione ed in grado di
resistere agli sforzi meccanici, termici ed elettrici cui può essere soggetto nell'esercizio. Sono adottati gradi
di protezione non inferiori ad IP XXB per le parti non a portata di mano e gradi di protezione non inferiori
ad IPXXD, per le parti a portata di mano .
Nei locali tecnici il grado di protezione sarà non inferiore a IP44.
Le custodie, le cassette, i tubi protettivi , gli involucri ed i quadri, saranno tutti dotati del grado di
protezione almeno IP4X , inoltre la loro apertura sarà possibile solo mediante chiave o attrezzo idoneo.
Inoltre l’impiego di dispositivi differenziali con corrente differenziale d’intervento non superiore a 30 mA, è
riconosciuto come protezione addizionale contro i contatti diretti in caso di insuccesso delle altre misure di
protezione.
11
Si sottolinea che le linee prese nei locali di gruppo 1 saranno tutte protette attraverso interruttori
differenziali di tipo A, così come imposto dalla normativa vigente.
Tali prescrizioni si applicano limitatamente ai componenti che si trovano, o si possono trovare, fino a 2,5 m
di altezza dal piano di calpestio nella ragionevole assunzione che il paziente non acceda oltre questo limite
(norma CEI 64-8\7 art. 710.410)
6.4. PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI
Il contatto indiretto si verifica quando una persona " tocca " una parte conduttrice normalmente non in
tensione, ma che può trovarsi in tensione a causa di cedimento dell'isolamento principale. La protezione si
ottiene tramite la realizzazione di un impianto di terra e tramite l'interruzione automatica del circuito.
In generale, la protezione contro i contatti indiretti sarà assicurata mediante messa a terra delle masse e
masse estranee, presenti all’interno dei locali, e mediante intervento automatico del dispositivo
differenziale (Idn=0,03A) posto a monte di ciascuna linea di alimentazione uscente dal quadro.
Le protezioni attive dovranno essere coordinate in modo tale da assicurare la tempestiva interruzione del
circuito, nel caso la tensione di contatto vada ad assumere valori tali da compromettere la sicurezza.
Per l'attivazione di tale protezione ottenuta mediante dispositivi di massima corrente (interruttori
magnetotermici ) e / o con interruttori differenziali, dovrà essere rispettata la condizione:
Rt x I < = 50
dove Rt è la resistenza in ohm impianto di terra nelle condizioni più sfavorevoli
I è il valore della corrente di intervento del dispositivo di protezione nel tempo di 5 secondi.
I valori massimi di resistenza di terra per ottenere l'adeguato coordinamento, sono indicati nella tabella che
segue:
In alternativa al coordinamento fra impianto di messa a terra e dispositivi di protezione attiva, la protezione
contro i contatti indiretti può essere realizzata adottando macchine e apparecchi con isolamento doppio o
rinforzato per costruzione o installazione, vale a dire apparecchi di Classe II. In uno stesso impianto la
protezione con apparecchi di Classe II può coesistere con la protezione attuata mediante messa a terra;
tuttavia è vietato collegare intenzionalmente a terra le parti metalliche accessibili delle macchine, degli
apparecchi e delle altre parti dell'impianto di Classe II.
Per quanto specifico per i locali medici di gruppo 1, al fine di soddisfare le prescrizioni della Norma CEI 648/7 art. 710.413.1.3, le prese sono protette con interruttore differenziale di tipo A.
La tensione di contatto limite convenzionale è UL = 25 V (CEI 64-8\7 art. 710.413.1.1.1)
Di conseguenza nei sistemi TT deve essere soddisfatta la relazione
12
RE Idn ≤ 25
Dove RE è la resistenza di terra del dispersore, in ohm;
Idn è la corrente differenziale nominale di intervento più elevata degli interruttori differenziali posti a
protezione dell’impianto, in ampere.
6.5 COORDINAMENTI SELETTIVI DELLE PROTEZIONI DI MASSIMA CORRENTE
Per garantire la continuità dell’esercizio dei circuiti viene adottato il sistema del coordinamento selettivo
tra le protezioni di massima corrente, così da poter isolare la parte dell’impianto interessata da guasto, solo
dall’interruttore posto immediatamente a monte del punto di guasto. Vengono quindi adottate soglie di
corrente e di tempo di intervento di valore crescente a partire dagli utilizzatori verso la sorgente di
alimentazione. La selettività può essere totale o parziale.
Per una corretta e precisa realizzazione di un coordinamento selettivo, tutti gli interruttori devono
possedere un potere di interruzione corrispondente alla massima corrente di corto circuito presunta nel
punto di installazione e che tutti i componenti siano dimensionati per sopportare l’energia specifica
passante che li può interessare.
7. IMPIANTO DI TERRA
E’ prevista la realizzazione di un impianto di terra ex novo per l’intero reparto. Il nuovo impianto verrà
collegato alla linea montante principale ubicata nel locale tecnico generale di piano nel corridoio G.
La linea montante esistente, che a sua volta fa parte della messa a terra generale dell’intero complesso
ospedaliero, è di diametro 70 mmq.
Tutte le masse degli apparecchi utilizzatori, tutte le masse estranee dovranno essere collegati all’impianto
di terra.
Le masse verranno collegate a terra tramite il conduttore di protezione. Per impianti di I categoria le sezioni
minime da impiegare per il conduttore di protezione sono quelle indicate in tabella.
7.1 COLLEGAMENTO EQUIPOTENZIALE SUPPLEMENTARE – NODO EQUIPOTENZIALE
Nei locali medici di gruppo 1 bisogna collegare le masse e le masse estranee ad un nodo locale, in modo da
migliorare l’equipotenzialità (nodo equipotenziale).
13
Tale collegamento prende il nome di collegamento equipotenziale supplementare. L’aggettivo
“supplementare” sta a ricordare che alla base dell’edificio è richiesto un primo collegamento
equipotenziale detto “collegamento equipotenziale principale”.
Devono essere collegati al nodo equipotenziale:



Le masse e masse estranee che sono o si possono trovare nella zona paziente. Si precisa che in detti
locali le masse estranee sono tutte le parti metalliche non facenti parte dell’impianto elettrico che
presentano un valore di resistenza verso terra inferiore od uguale a 200 Ὼ
I contatti di terra di tutte le prese del locale, perchè possono alimentare apparecchi che possono
essere portati nella zona paziente. Non è necessario collegare al nodo il contatto di terra delle
prese poste al di sopra di 2,5 metri destinate in genere all’alimetazione degli apparecchi di
illuminazione
Eventuali griglie conduttrici nel pavimento
I conduttori che collegano le masse al nodo equipotenziale sono gli stessi conduttori di protezione (PE); la
loro sezione va stabilita in base alla normativa generale (CEI 64-8\5 art. 543.1)
I conduttori che collegano le masse estranee al nodo equipotenziale prendono il nome di conduttori
equipotenziali supplementari e devono avere una sezione non inferiore a 6 mmq (rame) (CEI 64-8\7 art.
710 413.1.2.2.1)
Il nodo equipotenziale deve essere facilmente accessibile ed ispezionabile. I conduttori devono essere
singolarmente scollegabili e chiaramente identificabili per funzione e provenienza, in modo da facilitare
l’effettuazione delle verifiche.
Il nodo deve essere posto entro o vicino al locale medico ed essere collegato a terra con un conduttore di
sezione almeno uguale a quella del conduttore di sezione più elevata connessa al nodo.
7.2 SUB – NODI
Nei locali medici di gruppo 1 i conduttori di protezione e i conduttori equipotenziali devono confluire
direttamente al nodo equipotenziale.
E’ tuttavia consentito inserire un sub-nodo (nodo intermedio) tra una massa, o massa estranea, e il nodo
equipotenziale.
Il sub nodo può unire tra loro: masse, masse estranee, masse e masse estranee. Tra una massa, o massa
estranea, e il nodo equipotenziale, può essere interposto però un solo sub nodo.
Per le prese od altri componenti di classe I che fanno parte di un testaletto, il collegamento comune dei
relativi conduttori PE è da considerarsi interno all’apparecchio e non è quindi da considerare un sub nodo
dell’impianto elettrico, come del resto può avvenire all’interno degli apparecchi elettromedicali.
La sezione del conduttore che collega il sub nodo al nodo equipotenziale deve essere almeno uguale a
quella del conduttore di sezione più elevata connessa al sub nodo.
Il collegamento entra-esci su più di due prese non è ammesso nei locali medici in quanto corrisponde a più
di un sub nodo.
14
7.3 PRESCRIZIONI PARTICOLARI PER I LOCALI DI GRUPPO 1 ALL’INTERNO DEL REPARTO
Negli ambulatori e nelle stanze degenza, tutti di gruppo 1 in base alla classificazione fatta dalla Direzione
Sanitaria, si provvederà a proteggere i circuiti che alimentano le prese a spina dell’intero locale mediante
interruttore differenziale ad alta sensibilità di classe “A”.
La “zona paziente” nella quale l’impianto elettrico deve possedere requisiti particolari è stabilita dalle
norme fino ad una distanza da 1,5 m dal paziente per un’altezza di 2,5 m dal pavimento.
L’estensione delle varie “zone paziente” è riportata nell’apposita tavola planimetrica.
In corrispondenza di ciascun ambulatorio e stanza degenza si provvederà a realizzare un nodo
equipotenziale supplementare al quale saranno collegati tutti i conduttori di protezione delle masse situate
in “zona paziente” , il conduttore di protezione delle prese a spina del locale e le masse estranee.
Inoltre è prevista a realizzazione di un nodo equipotenziale nel wc assistito in quanto si tratta di servizio
igienico dotato di piatto doccia e doccia barellati.
I nodi equipotenziali saranno collegati all’impianto di dispersione mediante cavi di sezione non inferiore a
quella del conduttore di sezione maggiore che si deriva dal nodo stesso.
Non necessita nessun nodo per i locali ad uso medico che presentano una sola presa a spina e nei quali non
vi sono masse estranee in zona paziente.
All’interno della “zona paziente” sono da considerarsi masse estranee (e pertanto da collegarsi al nodo) le
parti metalliche che presentano verso terra una resistenza inferiore a 200 ohm.
Nella realizzazione dei collegamenti equipotenziali è possibile solo un sub-nodo tra masse e/o massa
estranea e nodo equipotenziale locale.
Tutti i conduttori facenti capo al nodo equipotenziale dovranno essere staccabili singolarmente e
identificabili mediante appositi cartellini segnafili. La numerazione è indicata nelle tavole grafiche.
Nessun requisito particolare è necessario per gli impianti e le masse estranee posti fuori dalla “zona
paziente”.
Nello specifico si prescrive il collegamento al nodo delle seguenti masse estranee:
4. Radiatori facenti parte dell’impianto termico esistente non oggetto di modifica, collegati a
tubazioni metalliche entranti nella zona paziente;
5. Tubazioni idrauliche acqua fredda\ calda per i lavabi e lavaferri nei locali medici e nel wc assistito
6. Infissi esterni in quanto saranno oggetto di sostituzione con altri in materiale metallico delle
medesime dimensioni (non è possibile ad oggi verificare la resistenza di terra degli infissi). Sarà
discrezione della D.L. valutare la necessità o meno del collegamento previa misura della resistenza
7. Infissi interni in quanto saranno oggetto di sostituzione con altri in materiale metallico delle
medesime dimensioni (non è possibile ad oggi verificare la resistenza di terra degli infissi interni).
Sarà discrezione della D.L. valutare la necessità o meno del collegamento previa misura della
resistenza
8. Split unità interna poichè installati ad una altezza inferiore di 2,5 m
Nello specifico si prescrivono le seguenti caratteristiche dei materiali:
- Letti elettrici per degenze e ambulatori e poltrone mediche di classe II
- Tavoli, utensili e altre apparecchiature quanto più possibile di classe II
Tutte le altre masse estranee presenti nella zona paziente devono essere ricondotte ai nodi equipotenziali
ad eccezione delle lampade a led che sono installate ad una altezza maggiore di m 2,5.
Non è prevista la realizzazione di un nodo equipotenziale specifico per i servizi igienici ( ad eccezione del wc
assistito) in quanto gli stessi sono tutti privi di doccia e vasca da bagno. E’ prevista per questi ambienti la
messa a terra ordinaria prevista dalle norme per locali bagno (senza doccia).
15
Non è previsto il collegamento al nodo della controsoffittatura interna alle stanze a copertura del passaggio
della canalizzazione dell’estrattore d’aria in quanto tale controsoffitto sarà realizzato ad una altezza
maggiore di 2,5 m da terra.
Sezione dei cavi, numero dei nodi e prescrizioni particolari sono riportati dettagliatamente nelle tavole
grafiche di progetto allegate.
8. QUADRI ELETTRICI
Quadro elettrico generale (QGEN)
Il quadro elettrico generale sarà installato nella posizione indicata nello schema planimetrico e verrà
alimentato dalle tre linee derivate dal quadro generale di piano.
Il quadro elettrico verrà realizzato con armadietto di metallo, dotato di portella con chiusura a chiave.
Avrà un grado di protezione pari ad IP 55 e sarà completo degli accessori per l'installazione delle
apparecchiature di tipo DIN e per l'esecuzione dei cablaggi.
Nel quadro elettrico si dovrà mantenere disponibile una riserva di moduli per l’eventuale installazione
futura di altre apparecchiature.
Nel quadro saranno installate le apparecchiature per la protezione ed il sezionamento dei circuiti elettrici.
Le caratteristiche elettriche delle apparecchiature e delle linee sono descritte negli schemi allegati.
Tutte le apparecchiature installate dovranno essere contrassegnate da una targhetta indicante la funzione
dell’apparecchiatura stessa.
Per la protezione ed il sezionamento delle linee dei circuiti elettrici, all'interno dei quadri vengono installati
interruttori magnetotermici e differenziali con caratteristiche di corrente nominale, di potere di
interruzione adeguate e di soglia di intervento differenziale adeguate. Si impiegheranno apparecchiature di
tipo modulare e scatolato.
Tutte le caratteristiche specifiche delle apparecchiature relativamente alla corrente nominale ed al numero
di poli, alla curva, al potere di interruzione, alle caratteristiche degli sganciatori differenziali, sono riportati
nella documentazione specifica relativa ai quadri elettrici.
Il quadro sarà dotato di un nodo di terra realizzato con morsettiera modulare al quale si attesteranno i
conduttori di protezione, facenti parte della linea di alimentazione e aventi la stessa sezione di fase delle
rispettive utenze.
9. PRESE A SPINA – CARATTERISTICHE, INSTALLAZIONE
L’impianto prese sarà costituito da prese 2P+T/10-16A bipasso e da prese 2P+T/10- 16A UNEL , nella stanza
n. 7 sarà utilizzata una presa Cee interbloccata 2P+T/16A.
Le prese a spina vengono posate sotto traccia entro contenitore da incasso in materiale plastico
autoestinguente, completo di supporto e placca a scelta della D.L.
A seconda delle esigenze dell'impianto sarà impiegato il tipo adatto di presa.
Esso comprenderà:
- Linea in conduttori unipolari sezione 2,5 mmq tipo N07 G9-K posati entro tubi predisposti
16
-
Tubo in pvc pesante, rigido, autoestinguente avente diametro non inferiore a 20 mm in opera
sottotraccia.
Nella scelta e nell’installazione delle apparecchiature relativamente agli aspetti normativi relativi agli
ambienti a maggiore rischio in caso di incendio, si dovrà fare riferimento a quanto riportato nei capitoli
precedenti.
Le prese a spina dovranno essere scelte ed installate in modo da prevenire i danneggiamenti che possono
presumibilmente derivare dalle condizioni d’uso. Devono essere installati su pareti verticali per evitare
l'ingresso di corpi estranei. L'altezza minima dal dovrà essere pari a :
175 mm se a parete (con montaggio incassato o sporgente);
- 70 mm se su canalizzazioni (zoccoli);
- 40 mm se su torrette o calotte a pavimento.
Dovranno essere del tipo con schermi di protezione degli alveoli e distribuite come indicato nello schema
planimetrico.
Il grado di protezione minimo sarà IP4X
10 COMANDI FUNZIONALI – CARATTERISTICHE, INSTALLAZIONE
Punto luce in esecuzione sotto traccia. Esso comprenderà:
- Linea in conduttori unipolari sezione 1,5 mmq tipo N07 G9-K posati entro tubi predisposti
- Tubo in pvc pesante, rigido, autoestinguente avente diametro non inferiore a 16 mm in opera
sottotraccia.
Punto di comando luce in esecuzione sotto traccia. Esso comprenderà:
- Linea in conduttori unipolari sezione 1,5 mmq tipo N07 G9-K posati entro tubi predisposti
- Tubo in pvc corrugato, rigido, autoestinguente avente diametro non inferiore a 16 mm in opera
sottotraccia.
I comandi funzionali vengono scelti ed installati in modo da evitare danneggiamenti derivanti dalle
condizioni d’uso.
Per il posizionamento delle apparecchiature di comando l’altezza si dovranno rispettare le altezze di:
-90 cm negli ambienti normali;
-150 cm nelle zone di lavorazione.
Il grado di protezione minimo sarà IP4X
11 CORPI ILLUMINANTI – CARATTERISTICHE, INSTALLAZIONE
E’ prevista l’installazione di lampade a LED di dimensione quadrata da fissare a soffitto, direttamente al
solaio oppure da incasso nel controsoffitto che verrà montato nel corridoio.
Il numero delle lampade è riportato nelle tavole planimetriche.
E’ stata eseguita una verifica illuminotecnica di tutti gli ambienti per verificare l’adeguatezza dei livelli di
illuminazione in base alle seguenti tabelle:
17
Per i valori completi e specifici si rimanda agli allegati calcoli illuminotecnici.
La verifica è stata effettuata considerando un’altezza dei locali pari a 3,20 m per tutti gli ambienti ad
eccezione del corridoio dove l’altezza è stata stimata di 2,90 m per la presenza del controsoffitto. Inoltre
sono state considerate pareti di colore chiaro, con colori pastello di gradazione tenue.
E’ prevista in ultimo l’installazione di illuminazione segnapasso nel corridoio e nelle stanze degenza.
All’interno delle stanze la luce segnapasso a LED verrà installata nei pressi della porta del locale wc.
Tali luci saranno gestite autonomamente da un sensore crepuscolare e saranno a supporto della luce di
cortesia già prevista nelle travi testaletto.
11.1 ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA
L’illuminazione di sicurezza ha lo scopo di consentire, quando manchi l’energia all’impianto di illuminazione
ordinaria l’evacuazione delle persone, le manovre necessarie alla sicurezza e l’intervento dei soccorsi.
- L’alimentazione di sicurezza dovrà essere automatica ad interruzione breve (tempo di intervento < 0.5
sec)
18
- Il dispositivo di carica degli accumulatori deve essere di tipo automatico e tale da consentire la ricarica
completa entro 12 ore.
- L’autonomia minima dell’impianto di illuminazione di sicurezza deve essere di 2 ore.
- L’impianto di illuminazione di sicurezza deve assicurare un livello di illuminazione lungo le vie di uscita .
In tutti gli ambienti si farà quindi ricorso ad un GRUPPO AUTONOMO DI EMERGENZA da inserire su
plafoniera con lampade a led atto a garantire la permanenza dell'accensione della lampada per una durata
superiore ad un'ora. E’ previsto un gruppo in ogni stanza nei pressi dell’uscita.
Le lampade saranno con isolamento in classe II, grado di protezione IP 40 con tempo d’intervento ≤ 0.5sec
e autonomia min. 2 ora, (SA= sempre accesi: la stessa lampada che normalmente viene alimentata da rete,
al mancare di questa deriva l’energia dell’inverter alimentato dalla batteria SE=solo emergenza). Gli
apparecchi saranno installati in modo da favorire un esodo ordinato dei presenti.
In particolare si ricorda che:
- I circuiti di alimentazione devono essere indipendenti dagli altri circuiti.
- E` consigliato non proteggere contro i sovraccarichi i circuiti di sicurezza e perciò verranno usati
interruttori automatici solo magnetici o fusibili opportunamente dimensionati.
In ultimo, per l’illuminazione di sicurezza, per l’indicazione delle vie di fuga verranno installate luci di
emergenza lungo il corridoio in conformità altresi al DM 18\09\2002.
Secondo le indicazioni ricevute dalla Stazione Appaltante tali lampade risultano già installate nel connettivo
del reparto.
Nel progetto è prevista la realizzazione di linee di alimentazione dedicate all’emergenza che alimenterà le
lampade. Tipo di lampada, numero e posizione resta invariato.
12. LOCALI PARTICOLARI E A MAGGIORE RISCHIO
BAGNO – DOCCIA
I locali da bagno e doccia sono da considerasi a maggior rischio elettrico. Per queste tipologie di locali le
norme individuano 4 zone di pericolosità:
Zona 0 : delimitata dal volume interno della vasca da bagno o piatto doccia. Per docce senza piatto,
l’altezza della zona 0 è di 10cm la sua superficie ha la stessa estensione orizzontale della zona 1.
Zona 1 delimitata:
a) dal livello del pavimento finito e dal piano orizzontale posto a 2,25m al di sopra del livello del pavimento
finito; se tuttavia il fondo della vasca da bagno o del piatto doccia si trova a più di 15cm al di sopra del
pavimento, il piano orizzontale viene situato a 2,25m al di sopra di questo fondo.
b) dalla superficie verticale circoscritta alla vasca da bagno o al piatto doccia, oppure, per le docce senza
piatto, dalla superficie posta a 1,20m dal punto centrale del soffione agganciato posto sulla parete o sul
soffitto.
La zona 1 non include la zona 0. Lo spazio sotto la vasca da bagno o la doccia è considerato zona 1.
19
Zona 2 delimitata:
a) dal livello dal pavimento finito e dal piano orizzontale situato a 2,25m al di sopra del livello del
pavimento finito;
b) dalla superficie verticale al bordo della zona 1 e dalla superficie verticale posta alla distanza di 0,60m
dalla superficie verticale precedente e parallela ad essa.
Per le docce senza piatto, non esiste una zona 2 m a una zona 1 aumentata a 1,20m.
Zona 3 delimitata:
a) dal livello del pavimento finito e dal piano situato a 2,25m sopra il pavimento
b) dalla superficie verticale al bordo della zona 2, o della zona 1 in caso di mancanza del piatto doccia, e
dalla superficie posta alla distanza di 2,40m dalla superficie verticale precedente e parallela ad essa.
Le dimensioni sono misurate tenendo conto della presenza di pareti e di ripari fissi.
L'installazione di componenti elettrici nei bagni-doccia è limitata allo stretto necessario per ridurre nelle
zone più pericolose il rischio di elettrocuzione.
Per questo motivo nella zona 0 è vietata l'installazione di qualsiasi componente elettrico, anche se a
bassissima tensione di sicurezza, mentre nelle altre zone si seguono i seguenti criteri:
• Protezione contro i contatti diretti
o Zona 1 - Vietati i sistemi di protezione ottenuti mediante distanziamento, ostacoli, collegamenti
equipotenziali non collegati a terra
o Zona 2 - Vietati i sistemi di protezione ottenuti mediante distanziamento, ostacoli, collegamenti
equipotenziali non collegati a terra
o Zona 3 -Vietati i sistemi di protezione ottenuti mediante distanziamento, ostacoli, collegamenti
equipotenziali non collegati a terra
• Condutture incassate ad una profondità di almeno 15 cm
o Zona 1 - Ammesse
o Zona 2 - Ammesse
o Zona 3 - Ammesse
• Condutture in vista o incassate a meno di 15 cm
o Zona 1 - Ammesse se presentano un isolamento di classe II è sono limitate al tratto necessario ad
alimentare gli apparecchi utilizzatori che possono essere installati in quella zona
o Zona 2 - Ammesse se presentano un isolamento di classe II è sono limitate al tratto necessario ad
alimentare gli apparecchi utilizzatori che possono essere installati in quella zona
o Zona 3 - Ammesse
• Cassette di derivazione
Zona 1 - Non ammesse se impiegate per la connessione dei conduttori, ammesse se utilizzate per facilitare
la connessione agli apparecchi utilizzatori installati in questa zona
20
o Zona 2 - Non ammesse se impiegate per la connessione dei conduttori, ammesse se utilizzate per
facilitare la connessione agli apparecchi utilizzatori installati in questa zona
o Zona 3 - Ammesse
• Dispositivi di comando, protezione, sezionamento
o Zona 1 - Vietati gli apparecchi e le prese a spina ad esclusione di:
- interruttori di circuiti SELV alimentati con una tensione non superiore a 12 V c.a. o non superiori a 30 V
c.c. con sorgenti di alimentazione situate fuori dalle zone 2 e 1.
- tiranti isolanti purché si utilizzino apparecchi conformi a specifiche normative tecniche
o Zona 2 - Vietati gli apparecchi e le prese a spina ad esclusione di:
- interruttori di circuiti SELV alimentati con una tensione non superiore a 12 V c.a. o non superiori a 30 V
c.c. con sorgenti di alimentazione situate fuori dalle zone 2 e 1.
- tiranti isolanti purché si utilizzino apparecchi conformi a specifiche normative tecniche
- prese a spina alimentate da trasformatore di isolamento a bassa potenza incorporato nella spina stessa
- interruttori incorporati negli apparecchi utilizzatori ammessi per l'installazione nella zona 2
o Zona 3 - Sono ammessi tutti i componenti purché la protezione contro i contatti indiretti sia ottenuta per
mezzo di:
- protezione di ogni singolo componente mediante separazione elettrica
- alimentazione tramite circuiti SELV
- protezione mediante interruttore differenziale con Idn non superiore a 30 mA
• Apparecchi utilizzatori
o Zona 1
_ Apparecchi alimentati tramite circuiti SELV
_ Scaldacqua
_ Vasche da bagno per idromassaggi conformi alle relative norme purché sia previsto un collegamento
equipotenziale che colleghi le masse estranee con il conduttore di protezione dell'apparecchiatura e la
parte sottostante la vasca sia accessibile solo mediante l'uso di attrezzo.
_ Elementi riscaldanti annegati nel pavimento se coperti da una griglia metallica collegata a terra e
connessa al collegamento equipotenziale supplementare del locale
Protezione contro i contatti indiretti. E’ previsto un collegamento equipotenziale supplementare per il wc
assistito che colleghi tutte le masse estranee accessibili delle zone 0, 1, 2 e 3 con i conduttori di protezione
di tutte le masse situate in queste zone. (non è necessario che le tubazioni metalliche con guaina in
21
materiale plastico siano collegate al collegamento equipotenziale supplementare, se non accessibili e se
non sono connesse a parti conduttrici accessibili non collegate al collegamento equipotenziale
supplementare).
In alternativa al coordinamento fra impianto di messa a terra e dispositivi di protezione attiva, la
protezione contro i contatti indiretti può essere realizzata adottando macchine e apparecchi con
isolamento doppio o rinforzato per costruzione o installazione, vale a dire apparecchi di Classe II. In uno
stesso impianto la protezione con apparecchi di Classe II può coesistere con la protezione attuata mediante
messa a terra; tuttavia è vietato collegare intenzionalmente a terra le parti metalliche accessibili delle
macchine, degli apparecchi e delle altre parti dell'impianto di Classe II.
Scelta ed installazione dei componenti elettrici I componenti elettrici devono avere almeno i seguenti
gradi di protezione:
- nella zona 0: IPX7;
- nella zona1: IPX4;
- nella zona 2: IPX4.
Queste prescrizioni non si applicano alle unità di alimentazione dei rasoi conformi alla Norma CEI EN 615582-5 installate in zona 2 purchè siano improbabili spruzzi d’acqua. (Nei bagni pubblici o destinati a comunità,
quando sia prevista per la pulizia l’uso di getti d’acqua, i componenti elettrici devono avere almeno il grado
di protezione IPX5).
13. LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO DI INCENDIO
La causa più comune dell'innesco di un incendio è senz'altro l'energia termica prodotta dalla corrente
elettrica; cariche elettrostatiche, superfici calde di macchine o forni, scintille ecc.. Le principali cause
elettriche d'innesco sono:
·
le correnti di guasto a terra ;
·
i sovraccarichi non eliminati tempestivamente;
·
·
·
i corto circuiti;
gli archi elettrici;
i surriscaldamenti dovuti al cattivo contatto nei morsetti, nelle prese o negli adattatori delle prese;
·
le correnti superficiali dovute al deposito di polvere conduttrice o di umidità su superfici isolanti che
sorreggono parti in tensione.
Le condutture devono pertanto essere costruite e protette in modo da non essere ne causa d'innesco ne di
propagazione di incendi, indipendentemente dai fattori che li hanno provocati.
Indipendentemente dalla tipologia di appartenenza la norma indica una serie di prescrizioni da osservare
per i luoghi a maggior rischio in caso d'incendio.
22
13.1 Componenti
Negli ambienti a maggior rischio in caso d'incendio si possono installare solo i componenti elettrici
strettamente necessari, ad eccezione delle condutture che possono anche transitare nell'ambiente; il
combustibile costituente gli impianti deve, infatti, essere limitato allo stretto necessario per rendere
minima la possibilità di innesco e propagazione dell'incendio e quello presente deve possedere idonee
caratteristiche di reazione al fuoco. Tutti i componenti elettrici non devono assumere temperature
superiori a quelle indicate nella seguente tabella sia in funzionamento ordinario dell'impianto, sia in
situazione di guasto dell'impianto stesso, tenuto conto dei dispositivi di protezione:
Materiale delle Temperatura
parti accessibili massima (°C)
Parti accessibili
metallico
non metallico
Organi di comando da impugnare
Parti previste per essere toccate metallico
durante il funzionamento ordinario ma metallico
che non necessitano di essere
impugnate
55
65
non 70
Parti che non necessitano di essere metallico
toccate durante il funzionamento
non metallico
ordinario
80
80
90
Inoltre tutti i componenti utilizzati, in funzionamento sia ordinario sia durante un guasto dell'impianto,
devono aver superato le prove di comportamento relativamente al pericolo d'innesco e propagazione degli
incendi, previste dalle specifiche norme CEI ; in mancanza di norme specifiche per i componenti elettrici
costruiti con materiali isolanti, i criteri da seguire sono quelli della tabella seguente:
Componenti elettrici (scatole, cassette,
quadretti, placche e coperchi nelle diverse
condizioni d'installazione)
Resistenza al riscaldamento in Attitudine a non
funzionamento ordinario e
innescare
incendi in caso
nelle fasi d'installazione
di riscaldamento
eccessivo dovuto
a guasti
Prova in stufa Termopressione Prova al filo
per 60 min. con biglia
incandescente
(°C)
(°C)
(°C)
Componenti da incasso sotto intonaco (pareti 60
in muratura tradizionale e prefabbricate
Componenti da incasso per pareti vuote
70
(pareti in truciolato, tramezze di legno, ecc.)
---
550
---
850
23
Componenti applicati a parete
70
---
550
Torrette sporgenti dal pavimento o scatole
affioranti, anche per uso telefonico
60
---
650
Passerelle e canali esterni (non incassati)
Parti dei componenti di cui sopra che
tengono in posizione parti sotto tensione
(escluse le parti relative al conduttore di
protezione)
60
100
---
125
650
850
Nelle vie d'uscita non si devono installare apparecchi elettrici contenenti liquidi infiammabili.
Devono essere ridotte al minimo le superfici riscaldanti oppure devono essere tenute a debita distanza
dagli oggetti illuminati se sono costruiti con materiale combustibile.
In particolare le lampade ad alogeni o simili devono essere dotate di schermo di sicurezza onde evitare, in
caso di rottura delle lampade, la proiezione di materiale incandescente che potrebbe innescare l'incendio.
Devono essere installate, secondo le istruzioni del costruttore.
I dispositivi di manovra controllo e protezione devono essere installati in luoghi inaccessibili al pubblico
oppure essere posti entro involucri apribili con chiave o attrezzo (ad esclusione dei dispositivi destinati a
facilitare l'evacuazione del pubblico).
E' vietato l'uso dei conduttori PEN (sistema TN-C con unico conduttore con funzioni sia di protezione PE
che di neutro N - tale prescrizione non riguarda le condutture che transitano nel luogo) ad evitare che la
corrente dovuta ai normali squilibri dei carichi vada ad interessare le masse e le masse estranee collegate
al PEN creando in parallelo a tale conduttore dei circuiti di ritorno, col pericolo che tale corrente possa dar
luogo a pericolosi riscaldamenti nei punti di maggior resistenza o addirittura scintillii nei punti che
presentano discontinuità.
13.2 CAVI - COMPORTAMENTO E CLASSIFICAZIONE NEI CONFRONTI DELL'INCENDIO
Nei cavi utilizzati in bassa tensione a causa del cedimento dell'isolante, dovuto a cause meccaniche,
chimiche e termiche, si possono stabilire deboli correnti di dispersione tra fase-fase o fase-terra. Questo,
evolvendosi nel tempo, può aumentare d'intensità innescando un arco, probabile causa d'innesco
d'incendio. L'invecchiamento dell'isolante è strettamente legato ai valori di sovraccarico ai quali è
sottoposto e quindi alla temperatura che il cavo assume durante la sua vita (ad esempio nei cavi in PVC una
corrente pari a 10 volte la portata del cavo provoca la perdita di un millesimo di vita del cavo se permane
per un tempo compreso tra tre e cinquanta secondi). Quando si devono dimensionare i conduttori sarà
quindi necessario prendere in considerazione un eventuale sovradimensionamento dei conduttori. In
relazione al loro comportamento nei confronti del fuoco i cavi possono essere distinti in :
·
Cavi non propaganti la fiamma - (CEI 20-35) Sono cavi per i quali è stata eseguita una prova di
accettabilità su un singolo cavo verticale e quindi non offrono alcuna garanzia contro la propagazione
dell'incendio se sono installati in fasci o vicini meno di 250 mm poiché lo scambio di calore con l'ambiente
esterno avviene in condizioni più difficili di quelle di prova ;
24
·
Cavi non propaganti l'incendio - Hanno superato prove più restrittive in fasci verticali in cunicoli a
tiraggio naturale e in quantitativi ben definiti (il fascio non deve essere superiore a quello di prova
altrimenti la non propagazione dell'incendio non è più assicurata - CEI 20-22). I cavi che portano il
contrassegno CEI 20-22 cat. II hanno superato una prova a maggior severità che simula un incendio allo
stadio generalizzato mentre i cavi che riportano la sigla CEI 20-22 cat. III hanno superato una prova che
simula un incendio alle fasi iniziali. Un impianto che impiega questo tipo di cavi assicura la non
propagazione dell'incendio ma non è affidabile in condizioni d'emergenza;
·
Cavi resistenti all'incendio (al fuoco) - Sono conformi alle Norme CEI 20-36 e sono stati provati per
assicurare il funzionamento per un certo tempo durante e dopo l'incendio. Questi cavi sono adatti per i
circuiti d'emergenza, di segnale, comando e di informazioni ( impianto antincendio, luci di sicurezza,
ventilazione artificiale, controllo esplosività ecc..) sono ad esempio indispensabili per consentire al pubblico
di evacuare con sicurezza da un edificio interessato da un incendio;
·
Cavi a bassa emissione di fumo e di gas - Rispondono alle Norme CEI 20-38 non propagano l'incendio e
sono a limitato sviluppo di fumi opachi, di gas tossici e gas corrosivi (non sono obbligatori, è una scelta che
effettua il progettista seguendo criteri analoghi a quelli stabiliti per le altre sostanze combustibili dalle
autorità competenti per lo specifico caso. Sono richiesti per le metropolitane - DM 11/01/88). Negli
ambienti a maggior rischio in caso d'incendio, infatti, la principale causa di decessi è proprio la presenza di
fumi o gas. In considerazione dei dati piuttosto contrastanti sui materiali che producono gas tossici la
norma consiglia generalmente di impiegare cavi conformi alle norme 20-38.
13.3 PROTEZIONI DA ADOTTARE CONTRO IL PERICOLO D'INNESCO DELL'INCENDIO
I provvedimenti che sono stati adottati nei gruppi di condutture sono finalizzati ad ottenere una protezione
meccanica contro il danneggiamento dei cavi, alla limitazione dell'apporto di comburente e ad evitare che
si depositino particelle infiammabili sui cavi (utilizzo del grado di protezione IP4X) e ad assicurare un
elevato valore delle correnti di corto circuito. Se si adottano tali misure si possono realizzare le protezioni
contro le sovracorrenti secondo i criteri generali indicati dalle norme CEI 64/8.
Le condutture che hanno origine nei luoghi a maggior rischio in caso d'incendio devono essere protette
contro i sovraccarichi ed i cortocircuiti tramite apparecchi di protezione posti all'origine dei circuiti sia quelli
che attraversano i luoghi in oggetto sia quelli che hanno origine nei luoghi stessi (i dispositivi di protezione
dei circuiti che hanno inizio all'interno del luogo può essere attuata installando i quadri anche all'interno di
questi particolari ambienti). La norma 64/8 per i luoghi ordinari prevede l'installazione del dispositivo di
protezione dalle sovracorrenti in un qualsiasi punto della linea se non ci sono derivazioni né prese a spina; il
dispositivo interviene in ogni caso correttamente anche se si deve accettare il rischio di non intervento per
un guasto non franco a monte del dispositivo. Questa soluzione non è però accettabile per gli ambienti
maggior rischio in caso d'incendio che, infatti, richiede sempre il dispositivo di protezione dalle
sovracorrenti all'inizio della linea. La protezione delle condutture dalle sovracorrenti assume in questo caso
un ruolo fondamentale. La conduttura, protetta secondo la Norma CEI 64-8, può essere percorsa da una
corrente di valore appena inferiore a 1,45 IZ raggiungendo temperature inferiori a 114 C° per il PVC (riferito
ad una temperatura iniziale di cortocircuito pari a quella massima di servizio 70 C°) e a 145 C° per l'EPR
(riferito ad una temperatura iniziale di cortocircuito pari a quella massima di servizio 85 C°). Queste
temperature, anche se riducono la vita convenzionale del cavo, non sono in genere causa di innesco
d'incendio. In ogni caso, per ottenere un margine di sicurezza maggiore, la protezione da sovraccarico può
essere ottenuta stabilendo come condizione ed imponendo in tal modo che il cavo non sia mai percorso da
una corrente superiore alla sua portata, essendo If la corrente convenzionale di intervento del dispositivo di
protezione. Rimane naturalmente valido quanto indicato dalla 64/8 che sconsiglia l'installazione di
25
protezioni contro i sovraccarichi nei casi in cui un'improvvisa interruzione può causare pericolo, ad esempio
sull'illuminazione di sicurezza, e che indica i casi in cui si può omettere la protezione contro il corto circuito
come ad esempio per il tratto che collega il trasformatore al primo quadro.
14. IMPIANTO CHIAMATA E CONTROLLO ACCESSI
14.1 IMPIANTO DI CHIAMATA INFERMIERA
E’ prevista la realizzazione di un nuovo impianto chiamata centralizzato tra degenti e personale di servizio a
microprocessori collegati con linea Bus.
La linea sarà derivata dalla linea UPS del quadro al fine di garantire la continuità di funzionamento anche in
caso di temporanea sospensione della forrnitura elettrica.
Il sistema sarà alimentato da :
- un modulo di alimentazione per alimentare l’intero sistema
- Modulo Rigenerazione Bus. E’ l’unità preposta all’interfacciamento tra la dorsale principale e la
dorsale secondaria. Tale modulo deve essere fornito in contenitore predisposto per installazione
su barra omega (DIN EN 50022) e deve essere inserito in una scatola installata in luogo facilmente
ispezionabile.
- N. 03 Modulo di Connessione e Segnalazione. E’ un’unità intelligente, e viene collegato
direttamente sul bus secondario di sistema. A questo apparato sono collegate tutte le unità di
camera / bagno:
Moduli presa e relative minitastiere pensili, moduli di chiamata e reset di camera, tiranti e reset
bagno (fino a 8 per ogni MCS) Lampade fuori porta
Tale modulo viene fornito completo di morsetto a 8 poli e di supporto per barra omega (DIN EN
50022).Deve essere inserito in una scatola (Misure minime 200x150x80 mm), installata in luogo
facilmente ispezionabile.
Tutto il sistema sarà infine cosi composto:
 N. 06 Lampada fuori porta a quattro sezioni, con tecnologia a led. Le lampade saranno installate
fuori alle camere di degenza
L’utilizzo di led ad alta efficienza garantisce elevata luminosità, basso consumo e lunga durata nel
tempo. Sono presenti predisposizioni per montaggio su scatola 503 orizzontale.
 N. 12 Tirante bagno. Il Modulo Tirante Bagno è uno degli apparati di bagno e viene collegato
direttamente agli ingressi di chiamata dei moduli del sistema preposti a tale funzione.
Saranno installati nei wc a servizio delle camere degenza ed in tutti gli altri wc presenti nel reparto.
Equipaggiamento:
• N° 1 Pulsante Rosso retroilluminato con led di tranquillizzazione
• N° 1 cordoncino di colore rosso completo di sfere di sicurezza
La chiamata può essere effettuata anche mediante trazione del cordoncino di colore rosso.
Il cordoncino è dotato di due sfere di sicurezza che hanno lo scopo di garantire il suo
distanziamento dalla parete e una facile presa da parte del paziente.
Con presenza attivata l’unità può essere utilizzata anche per chiamate di assistenza e di emergenza.
Il modulo viene montato su un telaio, che a sua volta è fissato a parete tramite viti.
 N. 12 Unità di Reset. Il Modulo Reset è uno degli apparati di camera/bagno non intelligenti e viene
collegato direttamente agli ingressi di chiamata dei moduli del sistema preposti a tale funzione.
Saranno installati nei wc a servizio delle camere degenza ed in tutti gli altri wc presenti nel reparto.
Equipaggiamento:
26
• N° 1 Pulsante Verde retroilluminato con led di tranquillizzazione
• N° 1buzzer
Il pulsante verde esegue l’ annullamento della chiamata e l’ attivazione/cancellazione dell presenze.
Il modulo viene montato su un telaio che a sua volta è fissato a parete o trave testaletto tramite
viti. (Scatola standard 503 montata orizzontalmente)
 N. 06 Modulo Display e Connessioni (MDC) per camere degenze + N.03 per locale personale
infermieristico e banco accoglienza.
E’ un’unità intelligente e come tale viene collegato direttamente sul bus di sistema.
Questo modulo è installato solitamente all’ingresso delle camere di degenza e nei locali di presidio
e viene utilizzato dal personale per: visualizzare / effettuare / annullare le chiamate e segnalare la
presenza.
Il display visualizza:
o ll numero di reparto/camera in cui è installato
o Il livello di chiamata (Normale, Assistenza, Emergenza e Diagnostico)
o Il numero di letto (bagno)/camera/reparto da cui proviene la chiamata
o La coda di chiamate/presenze
o La presenza di personale
o L’orario
I tre pulsanti retroilluminati svolgono le seguenti funzioni:
o Rosso: Chiamata;
o Giallo: Scorrimento chiamate e presenze;
o Verde: Annullamento chiamata attivazione / cancellazione presenza.
Questo modulo è dotato di Buzzer che segnala la presenza di una chiamata differenziandone la
ritmatura in funzione del livello e viene montato su un telaio che a sua volta è fissato a parete
tramite viti (Scatola standard 503 montata orizzontalmente)
 N. 13 minitastiera pensile installata nelle camere di degenza, una ogni posto letto.
La Minitastiera pensile dotata di:
o Pulsante rosso retroilluminato con led di tranquillizzazione.
o Pulsanti gialli retroilluminati per comando luci
Completa di Adattatore per unità pensili con spina DIN8 poli. Oltre a consentire l’uso di tali unità
con prese di tipo RJ45, evita possibili danneggiamenti agli apparati nel caso di trazione eccessiva del
cavo. Nel caso si verifichi tale evento si avrà lo sgancio dell’unità pensile senza causare alcun danno
al sistema. Deve essere garantito lo sgancio in tutte le direzioni.
Completa altresi Il modulo presa si collega direttamente agli ingressi di chiamata dei moduli del
sistema preposti a tale funzione.
La chiamata da parte del paziente può avvenire:
• premendo il pulsante di colore rosso retroilluminato.
• tramite la tastiera pensile inserita nell’apposita presa.
A chiamata avvenuta il pulsante rosso si illumina (solo con tastiera pensile inserita).
In presenza di personale l’unità può essere utilizzata anche per chiamate di assistenza e di
emergenza.
Equipaggiamento:
• presa RJ45 per tastiera pensile
• N° 1 Pulsante Rosso
• N° 2 relè per comandi luci
Il modulo viene montato su testaletto tramite viti
14. 2 IMPIANTO DI CONTROLLO ACCESSI
E’ prevista la realizzazione di un sistema di controllo accessi nonchè di un sistema citofonico.
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La linea sarà derivata dalla linea UPS del quadro al fine di garantire la continuità di funzionamento anche in
caso di temporanea sospensione della fornitura elettrica.
Il controllo degli accessi verrà installato nei due ingressi al reparto. Uno prima dell’ingresso al corridoio
generale ed il secondo prima dell’ingresso alla stanza medicheria-dh.
Il controllo avverrà tramite gestione elettronica di accesso tramite digitazione codice segreto su tastiera.
La Tastiera a codice dovà avere corpo scatola in ABS c on Tastiera a 10 tasti numerici più un pulsante di
Enter, pellicola a membrana in policarbonato tasti a cupola, alimentazione e comandi da elettronica remota
Led rosso/verde per la visualizzazione degli stati operativi, contatto tamper di anti-manomissione.
Il sisitema sarà alimentato da apposito alimentatore da trasformatore esterno a 230 V.
La porta di accesso al corridoio del reparto sarà altresì gestita mediante impianto citofonico.
L’impianto sarà gestito da una postazione esterna e da una postazione interna sita nel banco accoglienza.
15. TESTALETTO E GAS MEDICALI
15.1
TRAVI TESTALETTO
Nelle stanze degenza è prevista l’installazione di travi testaletto da installare in prossimità dei letti per i
pazienti.
Il testaletto è un dispositivo che svolge le seguenti funzioni:
• Illuminazione di lettura (illuminazione diretta della zona superiore del letto) con azionamento tramite
pulsante manipolatore.
• Illuminazione ambiente (illuminazione indiretta della zona sovrastante la testiera del letto) con
azionamento tramite comando locale (da punto luce nella stanza) e da pulsante manipolatore.
• Illuminazione visita (illuminazione diretta + indiretta) con azionamento tramite pulsante sul testaletto.
• Luce di cortesia con azionamento da tasto sul dispositivo.
• Distribuzione di energia elettrica tramite prese elettriche (da rete di distribuzione).
• Distribuzione dati tramite prese RJ45.
• Presa per connettività sistema di chiamata.
Nel presente progetto è prevista l’alimentazione necessaria per il funzionamento di tale apparecchio e di
quanto in esso contenuto. Nello specifico sono previste due linee di alimentazione per ogni singolo
testaletto, una linea luci ed una linea Fm.
Trattasi di un apparecchio elettromedicale di Classe I alimentato da sorgente elettrica esterna e per evitare
il rischio di shock elettrico, questo apparecchio deve essere collegato esclusivamente al nodo
equipotenziale presente all’interno delle stanze degenza.
La distanza tra le prese elettriche e le unità terminali dei gas o liquidi medicali deve essere almeno di 20 cm.
15.2
LINEA GAS MEDICALI
All’interno delle stanze degenza è prevista l’installazione di barre per l’erogazione dei gas medicali.
E’ previsto un canale gas per ogni posto letto.
Tali apparecchi non necessitano direttamente di alimentazione elettrica. Tuttavia essendo masse estranee
all’interno della zona paziente è previsto il collegamento al nodo equipotenziale con cavi di sezione 6 mmq.
E’ prevista altresì una linea dedicata all’alimentazione dei centralini per gas medicali situati nel corridoio e
nell’atrio generale di fronte all’ingresso al reparto.
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Tale linea sarà derivata dalla linea UPS del quadro al fine di garantire la continuità di funzionamento anche
in caso di temporanea sospensione della forrnitura elettrica.
Nel corridoio e nell’atrio esterno al reparto saranno posizionati i tre centralini modulari con esecuzione ad
incasso a parete, contenete il fusibile di protezione e le apparecchiature di allarme gas medicali (il tutto
fornito e gestito dalla ditta esecutrice dei gas medicali).
Dal quadro generale di reparto occorrerà posare un Cavo FTG1(0)M1 2 x 2,5 + PE mmq per l’alimentazione
dei centralini stessi.
La posizione dei componenti dell’impianto saranno indicate negli elaborati.
16. ESTRATTORE D’ARIA
E’ prevista la fornitura e posa in opera di Estrattore d'aria tipo cassonato a trasmissione, realizzato con
pannelli coibentati in lamiera zincata con profili in acciaio e ventilatore centrifugo, per i bagni ciechi di
futura realizzazione all’interno del reparto.
E’ prevista nel presente progetto elettrico il cavo per l’alimentazione del motore di estrazione d’aria che
verrà installato in copertura.
La linea dorsale partirà dal quadro elettrico di reparto fino al raggiungmento del motore stesso.
Tale linea è stata dimensionata per un assorbimento stimato di 1000 w.
17 IMPIANTO ANTINCENDIO
Il presente progetto prevede la sola alimentazione delle apparecchiature facenti parte del sistema
anticendio, in base alla distribuzione, numero e tipologia di apparecchi cosi come indicati nelle planimetrie
fornite dall’ufficio tecnico.
Tutte le linee di alimentazione vengono gestite dalla centrale di controllo e segnalazione sita al piano terra
del complesso ospedaliero.
L’impianto si compone di n. 04 linee alimentate direttamente dalla centrale:
1- Collegamento in serie di rilevatori di fumo presenti in tutte le stanze e dei pulsanti di allarme
collocati nel corridoio mediante cavi tipo FG10(O)M 0,6/1 kV di sezione 2 x 1,5 mmq.
2- Collegamento in parallelo dei segnalatori ottico\acustici di incendio collocati nel corridoio mediante
cavi FG10(O)M 0,6/1 kV di sezione 2 x 2,5 mmq;
3- Linea elettrocalamite\porte REI mediante cavi FG10(O)M 0,6/1 kV di sezione 2 x 1,5 mmq.
4- Linea quadro di ripetizione allarmi da collocare nei pressi del banco accoglienza con cavi FG10(O)M
0,6/1 kV di sezione 7 x 1,5 mmq
Le linee montanti dal piano terra raggiungono il locale tecnico sito nel corridoio G del quarto piano. Dal
locale tecnico, passando per le canaline esterne esistenti, le linee vengono condotte all’interno del reparto
con passaggio attraverso il controsoffitto del connettivo e da qui in traccia verso gli apparati in oggetto.
29
L’impianto è inoltre composto da un sistema di diffusione sonora che ha origine dagli armadi Rack
predisposti all’interno della centrale al piano terra ed è cosi articolato:
1- Collegamento in serie dei segnalatori acustici, installati in ogni stanza del reparto ad eccezione del
corridoio centrale e dei bagni, mediante cavi FG10(O)M 0,6/1 kV di sezione 2 x 2,5 mmq
2- Base microfonica sita nei pressi del banco accoglienza mediante cavi di sezione 5 x 1,5 mmq
La posizione dei componenti dell’impianto e gli schemi unifilari sono meglio indicati negli elaborati grafici
allegati.
NOTA: E’ PREVISTA LA REALIZZAZIONE DI IMPIANTO DI RAFFRESCAMENTO NON OGGETTO DEL PRESENTE
PROGETTO
18.CABLAGGIO STRUTTURATO
PREMESSA, CARATTERISTICHE GENERALI DEL CABLAGGIO STRUTTURATO
E’ prevista la realizzazione di una nuova rete di cablaggio strutturato per la telematica e la telefonia al
servizio del reparto che metterà altresi in collegamento il reparto con l’intero sistema dati della struttura
ospedaliera.
La posizione dal quale si dirameranno tulle le linee principali della rete è identificata nella stanza locale
tecnico del corridoio G all’interno della quale si trova un armadio Rack esistente.
Dalle informazioni ricevute dal personale addetto, tutto il sistema sarà realizzato in categoria 5E.
Il cablaggio orizzontale (collegamento tra l’armadio di permutazione e le singole prese negli uffici) verrà
realizzato con cavo FTP a 4 coppie che si attesterà sulle prese del posto di lavoro.
Per il collegamento delle apparecchiature della rete telematica e telefonica si utilizzeranno prese tipo RJ45.
Il cablaggio verrà realizzato in modo che le “ postazioni di lavoro “ che possano essere servite siano
ridondanti rispetto alle esistenti, al fine di poter espandere il cablaggio orizzontale, a tal proposito
l’armadio permutatore è stato dimensionato prevedendo una congrua riserva di spazio.
NORMATIVE DI RIFERIMENTO
Tutti i materiali saranno di primaria marca e qualora richiesto e concesso dalle Norme vigenti, saranno
provvisti del marchio IMQ.
Il cablaggio offerto dovrà essere conforme alla normativa Internazionale ISO/IEC 11801 e Europea EN
50173,EIA/TIA 568A, e ad esse si farà riferimento per quanto riguarda le norme di installazione, la
topologia, i mezzi trasmissivi, le tecniche di identificazione dei cavi, la documentazione e le caratteristiche
tecniche dei prodotti impiegati, al TSB 67 per il collaudo dell’impianto e all’EIA/TIA569 per le infrastrutture
di supporto.
Per quanto sopra l’impianto dovrà essere realizzato dove applicabile, in ossequio alle Norme, Leggi, Decreti
e Circolari Ministeriali Integrative vigenti in materia, con particolare riferimento, ma non limitatamente a:
EN 60439-1 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (CEI 17-13);
CEI 20-22 Prova dei cavi non propaganti l’incendio;
CEI 20-36 Prova di resistenza al fuoco dei cavi elettrici;
CEI 20-37 Cavi elettrici - Prove dei gas emessi durante la combustione;
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CEI 64-8 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a
1500V in corrente continua;
CEI 23-8 Tubi protettivi rigidi in polivinilcloruro e accessori;
CEI 23-14 Tubi protettivi flessibili in PVC e loro accessori;
CEI 23-17 Tubi protettivi pieghevoli auto-rinvenenti di materiale termoplastico non autoestinguente;
CEI 23-19 Canali portacavi in materiale plastico e loro accessori ad uso battiscopa;
CEI 23-22 Canalette portacavi di materiale plastico per quadri elettrici;
CEI 23-25 Tubi per installazioni elettriche – Parte 1: Prescrizioni generali;
CEI 23-26 Diametro esterno dei tubi per installazioni elettriche e filettature per tubi e accessori;
CEI 23-28 Tubi per installazioni elettriche – Parte 2: Norme particolari per tubi. Sezione 1 – Tubi metallici;
CEI 23-29 Cavidotti in materiale plastico rigido;
CEI EN 50086-1 Sistemi di tubi per installazioni elettriche – Parte 1: Prescrizioni generali (CEI 23-39);
CEI EN 50086-2-1 Sistemi di tubi per installazioni elettriche – Parte 2-1: Prescrizioni particolari per sistemi di
tubi rigidi;
CEI EN 50086-2-2 Sistemi di tubi per installazioni elettriche – Parte 2-2: Prescrizioni particolari per sistemi di
tubi pieghevoli;
CEI EN 50086-2-3 Sistemi di tubi per installazioni elettriche – Parte 2-3: Prescrizioni particolari per sistemi di
tubi flessibili;
CEI EN 50086-2-4 Sistemi di tubi per installazioni elettriche – Parte 2-4: Prescrizioni particolari per sistemi di
tubi interrati nel suolo (CEI 23-46);
CEI 23-31 Sistemi di canali metallici e loro accessori ad uso portacavi e porta-apparecchi;
CEI 23-32 Sistemi di canali di materiale plastico isolante e loro accessori ad uso portacavi e porta-apparecchi
per soffitto e parete;
CEI 74-2 Apparecchiature per la tecnologia dell’informazione comprese le apparecchiature elettriche per
ufficio (sicurezza);
CEI EN 50098-1 Cablaggi nei locali degli utilizzatori per le tecnologie dell’informazione Accesso Base ISDN;
EN 50098-2 Customer premises cabling for information Technology - Part.2: 2048 Kbit/s ISDN primary
access and leased line network interface;
EN 60603-7 Connector for frequencies below 3 MHz - Part.7: Detail specification for connectors, 8 way,
including fixed and free connectors with common mating features (IEC 603-7);
EIA/TIA 568A - 568B: Definizione e classificazione del cablaggio strutturato e dei componenti.
EIA/TIA 569: Regole e procedure d’installazione.
EIA/TIA 606: Regole per l’amministrazione di sistemi di cablaggio.
31
EIA/TIA 607: Regole per la messa a terra di cablaggi di tipo schermato.
EIA/TIA TSB67: Test dei sistemi di cablaggio.
ISO/IEC 11801: Regole per il cablaggio strutturato, emesso in ambito internazionale (Comitato ISO).
EN 50173: Definizione e classificazione del cablaggio strutturato e dei componenti, emessa in ambito
europeo dal CENELEC.
EN 50174-1/-2/-3: Regole e procedure d’installazione, emessa in ambito europeo dal CENELEC.
Per quanto sopra, onde evitare che il sistema di cablaggio degradi le caratteristiche del sistema, si farà
inoltre riferimento alla rispondenza delle direttive emesse dalla Comunità Europea in termini di
Compatibilità Elettromagnetica [normative CEI EN 50081-1 (CEI 110-7), EN 50082-1 (CEI 110-8), EN 55022,
EN 55024], anche se il cablaggio di edificio, viene considerato come un sistema passivo e quindi non
soggetto ad essere testato individualmente sulle EMC.
Per tutti gli aspetti non esplicitamente citati verrà rispettata l’aderenza a tutte le direttive comunitarie
europee in vigore, anche se non ancora recepite e/o perfezionate nelle normative nazionali (Circolare
Funzione Pubblica n°51223 del 21 Maggio 1990).
COMPOSIZIONE DELLA RETE
ARCHITETTURA GENERALE DELLA RETE
Dal centro stella si diramano, tramite cavi, i collegamenti verso le postazioni utente. Tutti i cavi verranno
completamente connettorizzati ed attestati ai rispettivi pannelli di permutazione.
Le rete è costituita:
Distribuzione orizzontale.
Comprenderà tutta la componentistica necessaria ad equipaggiare ed ad interconnettere le postazioni
utente fonia/dati complete prese RJ45 (maschio/femmina) 8 pin in policarbonato FTP di Cat.5E con relativa
piastrina 503, conformi norme CEI 48-22 adatti per cavi AWG 22-24 ed i rispettivi cavi 4cp FTP di Cat.5e di
dorsale orizzontale, per collegarla direttamente al Centro Stella.
Ogni diramazione verrà corredata delle rispettive bretelle di permutazione (patch cord) per tutti i punti da
attivare, in modo da rendere l’infrastruttura completa in ogni sua parte.
Le distinte diramazioni orizzontali utilizzeranno le tubazioni/canalizzazioni e scatole portafrutto che
verranno appositamente installate a parete per il loro contenimento (EIA/TIA 569). Tutti i cavi sopra citati
verranno completamente connettorizzati ed attestati ai rispettivi pannelli di permutazione che verranno
posizionati all’interno di ogni Nodo e alle prese RJ45 FTP di cat.5e delle Postazioni d’utente.
Tutta la infrastruttura proposta dovrà rispondere pienamente alla Cat.5e dello Standard ISO/IEC 11801 e EN
50173, garantendo la capacità di trasporto di informazioni richiesta dallo standard.
Qualsiasi tipo di applicazione potrà essere utilizzata senza effettuare nessuna modifica architetturale o di
riconnettorizzazione. Ogni cavo a 4cp FTP di Cat.5e sarà completamente connesso ai pin della presa RJ45 di
Cat.5e. Pertanto sarà l’applicazione che utilizzerà i pin di cui necessita per il corretto funzionamento.
32
POSTAZIONE UTENTE
Il sistema di interconnessione dovrà essere di tipo modulare, costituito da inserti RJ45 ( in schema
universale 568 A/B ) in tecnologia Lead Frame, aventi il contatto di tipo IDC disposto a 45° rispetto all’asse
longitudinale del conduttore in lega di ottone con placcatura in argento. Mentre la sua conformazione
meccanica sarà atta a garantire una tenuta di connessione sicura nel tempo contro le forze torsionali ed
assiali. Ciascuna postazione d’utente sarà quindi equipaggiata con prese RJ45 FTP di Cat.5, montate sulle
placche tipo 503. Essa si presenterà in maniera univoca all’utilizzatore ed indipendente dal tipo di
applicazione a cui può essere destinato ogni singolo frutto RJ45.
L’inserto (frutto RJ45) impiegato è identico elettromeccanicamente a quello installato sui patch panel
posizionati all’interno del rack. Ad ogni presa sarà attestato un distinto cavo a 4cp FTP di Cat.5E.
Le connessioni verranno effettuate, in modo tale che la lunghezza non binata di una coppia verso i pin della
presa RJ45, sia la più breve possibile e la lunghezza della guaina rimossa a protezione del cavo, sarà quella
strettamente necessaria alla connettorizzazione, garantendo in ogni caso che la parte sbinata delle coppie
non sia superiore a 13mm, al fine di minimizzare l’impatto delle terminazioni sulle caratteristiche di
trasmissione. Il cavo verrà sguainato ed attestato tramite apposito attrezzo, al fine di evitare qualsiasi
degrado dell’isolante delle coppie. Per garantire la continuità di schermo, rigirare sulla parte non sguainata
la parte di schermo necessario e poi inserire a chiusura lo schermo fissandolo al frutto e girando la ghiera in
senso orario per garantire una perfetta tenuta meccanica ed elettrica di continuità.
PATCH PANEL
I due pannelli di permutazione dovranno essere installati all’interno del quadro rete dati, per l’attestazione
di cavi a 4cp FTP di Cat.5e provenienti dalle Postazioni d’utente e la sua relativa permutazione verso gli
apparati.
I pannelli avranno una struttura in lamiera metallica verniciata di spessore 10/10mm, parte frontale in UL
94V – 0 di colore nero provvista di supporto per rack 19”, altezza da 1U da 24 prese RJ45 FTP di Cat.5e dello
stesso tipo di quelle utilizzate per la postazione utente.
Le connessioni, verranno effettuate, in modo che la lunghezza non binata di una coppia verso i pin della
presa RJ45 FTP sia la più breve possibile. La lunghezza della guaina rimossa a protezione del cavo, sarà
quella strettamente necessaria alla connettorizzazione, garantendo in ogni caso che la parte sbinata delle
coppie non sia superiore a 13mm, al fine di minimizzare l’impatto delle terminazioni sulle caratteristiche di
trasmissione. I cavi saranno posati e fascettati nella parte posteriore del permutatore (sull’apposito
supporto) dividendoli a gruppi fino al raggiungimento del punto di attestazione, onde evitare che il cavo
degradi le sue caratteristiche a causa di eccessive curvature. Il permutatore sarà dotato di etichette
identificative di ogni singola utenza, univoca per l'intero edificio. La stessa dicitura sarà riportata anche sui
due estremi del cavo, e sul connettore installato sulla borchia d’utente.
A corredo dei permutatori dovranno essere forniti dei pannelli guida permute in tecnica 19”, per il corretto
incanalamento delle relative bretelle necessarie all’attestazione dei cavi all’apparato attivo o ad altra tratta
di cavo secondo la configurazione di apparecchi/apparati da attivare. Il pannello guida permute sarà
realizzato in lamiera metallica verniciata, adatto per essere installato su struttura rack 19”, altezza 1U
nonché completo di un minimo di quattro occhielli guida cavi. Verrà installato parallelamente al
permutatore per il corretto incanalamento delle bretelle di raccordo.
CAVI
I cavi saranno posati nelle tubazioni e/o canalizzazioni di distribuzione dedicate, all’interno dei locali, fino
all’armadio di attestazione (secondo quanto previsto dalla EIA/TIA 569).Durante la posa dei cavi si avrà la
massima cura di non superare sia la tensione di tiro sia il raggio di curvatura minimo, onde evitare il
degradamento delle loro caratteristiche tecniche. All’interno dell’armadio i cavi saranno fascettati e legati
ai montanti del rack, dal basso verso l’alto, preferibilmente dalla parte posteriore, provvedendo inoltre a
dividerli a gruppi (tanti quanti ne può attestare un permutatore), fino a raggiungere il permutatore di
attestazione.
All’interno della struttura di cablaggio verranno utilizzati:
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cavo in rame schermato di Cat.5 da 4cp FTP, per la distribuzione verticale e orizzontale verso la Postazione
d’Utente;
Cavo 4cp FTP di Cat.5E
Per l’interconnessione tra il permutatore completo, posto all’interno di ciascun armadio, e le prese RJ45
FTP inserite sulla Postazione d’Utente (distribuzione orizzontale), verranno utilizzati dei distinti cavi a 4
coppie twistate in filo di rame FTP di Cat.5 guaina esterna LSZH. Grado di protezione min. di tutti i
componenti: IP40.
PERMUTATORE TELEFONICO
Il permutatore telefonico dovrà contenere strisce/moduli a connessione e a seconda delle necessità
installative. Il dimensionamento del permutatore di edificio sarà realizzato con strisce alloggiate in apposito
supporto di contenimento a Rack 19”.
QUADRO RETE DATI
Il quadro rete dati avrà la funzione di contenimento dei componenti dei nodi di concentrazione (dagli
apparati attivi ai patch panel di permutazione della rete di distribuzione fisica, sia dati che fonia).
Il quadro è già esistente, posizionato nel locale tecncio del corridoio G ed è composto da telaio in lamiera
d’acciaio, porta frontale con telaio in acciaio e vetro con serratura a chiave.
INSTALLAZIONE DEI MATERIALI
Utilizzare componenti certificati dal costruttore come di una determinata categoria non è sufficiente
affinché l’intero sistema sia conforme ai parametri della categoria voluta.
E’ altresì necessario il rispetto di determinate norme d’installazione, nonché di eventuali specifiche
indicazioni del costruttore dei materiali. Alcune regole d’installazione che assicurano la realizzazione a
regola d’arte dell’impianto, con particolare riferimento alla parte di cablaggio in rame, sono:
- Durante la posa, i cavi devono essere srotolati ed accompagnati al fine di evitare rotture, torsioni, trazioni
e deformazioni alle coppie interne. Evitare tassativamente di calpestare i cavi.
- Nel fissaggio di cavi o fasci di cavi, evitare di strozzare gli stessi con collari o fascette, ma lasciare sempre
del gioco.
- Nella posa dei cavi in canalizzazioni, evitare gli spigoli vivi e mantenere raggi di curvatura generosi (6 - 8
volte il diametro del cavo).
- In caso il cavo si danneggi durante la posa (torsioni, rotture, tagli, etc.), DEVE ESSERE SOSTITUITO, MAI
RIPARATO!
- Installare i cavi il più lontano possibile da sorgenti di disturbo elettromagnetico.
- Separare fisicamente i cavi di segnale da quelli di alimentazione (utilizzando tubazioni separate o canaline
a due scomparti).
- Rispettare tassativamente la massima lunghezza ammessa di 90m per il link (tratta tra la presa RJ45 del
PdL e la rispettiva presa sul quadro ripartitore).
In corso d’opera dovranno essere etichettati con criterio logico e razionale tutti i link realizzati. Detta
etichettatura dovrà essere riportata su ogni presa sia lato PdL che lato ripartitori. La numerazione adottata
sarà la stessa riportata sui report di certificazione che saranno rilasciati alla Committente ad impianto
ultimato.
Patch Cord
Sono previste corde per collegamenti utenze terminali e per i pannelli di permutazione di varie lunghezze
da 1 a 3 metri costituiti da cavo FTP cat. 5e AWG24 completi di connettori RJ 45 8pin.
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Router - Modem
E’ prevista la fornitura di apparati tipo Router o modem da parte della ditta appaltatrice. Fornitura di router
wireless ADSL2+ AC1900 all-in-one che consente l'accesso ad Internet ad alta velocità attraverso la rete
cablata e wireless, dotato di Wi-Fi standard. Numero di porte banda larga (RJ-45)1 - Numero di porte di rete
(RJ-45)3 - Porta PoE (RJ-45)No USBSì
Supporto VPNSì- Tecnologia ethernetGigabit Ethernet
Banda UNIISì - Frequenza massima ISM2,40 GHz - Frequenza massima UNII5 GHz- ISM bandSì
Numero di antenne esterne3 - Numero totale di antenne3 - Tecnologia trasmissione banda largaEthernet
ADSL Velocità di trasmissione wireless1300 Mbps Wireless LAN standardIEEE 802.11ac
Switch
E’ prevista la fornitura di apparati tipo swicth da parte della ditta appaltatrice. Connettività Quantità di
porte RJ-45: 48 - Tipo di porte RJ-45: Gigabit Ethernet (10/100/1000). Gestione energetica Tensione di
ingresso AC: 100-240 V - Frequenza di ingresso AC: 50/60 Hz - Consumi: 150 W - Corrente ingresso: 1.8
Standard di rete: IEEE 802.3, IEEE 802.3ab, IEEE 802.3af, IEEE 802.3at, IEEE 802.3az, IEEE 802.3u, IEEE
802.3x Trasmissione dati Dimensioni tavola MAC: 8000 voci
Power over Ethernet (PoE) Supporto Power over Ethernet (PoE): Si
Quantità porte Power over Ethernet (PoE): 8
CERTIFICAZIONE E GARANZIA
CERTIFICAZIONE PARTE IN RAME
Per ogni link L’impresa assuntrice dei lavori deve essere iscritta all’Albo Nazionale delle imprese autorizzate
alla installazione, al collaudo, all'allacciamento ed alla manutenzione degli impianti di telecomunicazioni, ai
sensi del DM 23 maggio 1992, n.314 - Regolamento recante disposizioni di attuazione della legge 28.3.1991,
n.109 -( Direttiva 88/301/CEE del 26 maggio 1988).
Al termine delle opere e prima della messa in esercizio dell'impianto, l'installatore dovrà effettuare le prove
e misure previste nella norma 303-14 e EIA/TIA 568. Si ricorda che la misura va effettuata per ogni
collegamento dalla presa postazione al quadro principale “permanet link”, senza considerare i cordoni di
collegamento ai componenti attivi.
L’impresa, dopo aver eseguito le misure con gli appositi strumenti e verificato che i risultati rientrino nei
limiti imposti, dovrà allegarli alla dichiarazione che l’impianto soddisfa i requisiti della norma e dovrà essere
consegnata al committente unitamente alla relazione con le tipologie dei materiali utilizzati e al certificato
di riconoscimento dei requisiti tecnicoprofessionali.
Dovrà essere rilasciata, alla Committente, la stampa originale delle misure e rispettivi valori misurati, per
ogni singolo punto del sistema.
GARANZIA
Al fine di assicurare il mantenimento delle prestazioni del sistema nel tempo, tutto il sistema di cablaggio
strutturato dovrà essere garantito direttamente dal costruttore per un totale di anni 25 (venticinque)
21.3 VIE CAVI E OPERE MURARIE
Si considerano comprese nell’offerta tutte le opere murarie necessarie alla corretta realizzazione dell’intero
impianto
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19. IMPIANTO D'ANTENNA TV
Nelle stanze degenza, nel soggiorno\attesa ed in alcuni locali saranno installate delle prese televisive il cui
segnale proverrà da un’antenna centralizzata esistente la cui linea montante corre verticalmente nei pressi
del vano scala.
In prossimità di tale antenna sarà posizionato il derivatore direzionale e nelle relative cassette di
derivazione, saranno installati opportuni partitori di segnale a 2\3 uscite.
L’impianto televisivo sarà predisposto per la ricezione della TV digitale terrestre. L'impianto interno sarà
realizzato con le seguenti caratteristiche:
- linea principale orizzontale con passaggio in controsoffitto
- linea discese verticali e fino al raggiungimento dei punti presa incassata sottotraccia con tubazioni pvc
flessibile serie pesante e cassette di derivazione in resina
- cassette di derivazione indipendenti o con setti separatori;
- scatole 503 porta prese TV indipendenti
- prese con impendenza caratteristica 75 ohm e dimensioni secondo la tabella CEI-UNEL 84601-71;
- cavi coassiali RG a norma MIL C 17-F con guaina termoplastica LSZH isolamento 1000V.
I cavi saranno conformi alle norme CEI 20-22 III - CEI 20-35 - CEI 20-37/2/4/6/7 - MIL C-17
20. SUPERAMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE
In tutti gli ambienti in cui è richiesto per legge l’abbattimento o il superamento delle barriere
architettoniche (Legge n. 13 del 09/01/1989 e s.m.i.), i componenti elettrici (quadri elettrici, interruttori,
prese campanelli, pulsanti, citofoni) necessari alla libera fruizione degli spazi e delle attrezzature in essi
contenute, devono essere accessibili anche a persone su sedia a rotelle.
Nella tabella seguente sono evidenziate le fasce di altezza (espresse in cm) prescritte dal DM n. 236 del
14/06/1989 e che dovranno essere osservate ed applicate durante la realizzazione degli impianti elettrici
del presente progetto.
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21. CONSEGNA E MESSA IN FUNZIONE DELL’IMPIANTO E VERIFICHE
Prima della messa in funzione dell'impianto, l'installatore deve procedere alle misure e alle verifiche atte a
stabilirne la corrispondenza normativa. Le verifiche iniziali dell’impianto devono essere effettuate da una
persona esperta, competente in lavori di verifica, anche se non è necessaria nessuna particolare qualifica
entro 30 giorni dalla fine dei lavori.
È bene che i risultati delle verifiche iniziali, qui di seguito elencate, siano riportate su un apposito registro:
• Esame a vista
• Verifica della continuità dei conduttori di protezione e dei collegamenti equipotenziali principali e
supplementari
• Misura della resistenza di isolamento dell’impianto elettrico
• Verifica della protezione per separazione nel caso di circuiti SELV o PELV e nel caso di separazione
elettrica
• Verifica della protezione mediante interruzione automatica dell’alimentazione
• Prove di polarità
• Prove di funzionamento
• Misura della resistenza dell’impianto di terra
• Misura della resistenza verso terra delle masse estranee (per individuare se una parte
metallica è una massa estranea, per i locali di gruppo 1 lo è se ha resistenza verso terra inferiore a 200
ohm)
Le verifiche periodiche, atte ad accertare il mantenimento dei requisiti tecnici iniziali dell’impianto,devono
essere effettuate da una persona esperta, competente in lavori di verifica, anche se non è necessaria
nessuna particolare qualifica.
È bene che i risultati delle verifiche periodiche effettuate ad intervalli di tempo tali da non compromettere
la sicurezza d'uso dell'impianto, qui di seguito elencate, siano riportate su un apposito registro:
• Se il locale è classificato di gruppo 0:
o Esame a vista
o Misura della resistenza di isolamento
o Prova della continuità dei conduttori di protezione
o Prove per la protezione contro i contatti indiretti, incluse le prove di funzionamento dei dispositivi
differenziali
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• Se il locale è classificato di gruppo 1:
o Esame a vista
o Misura della resistenza di isolamento
o Prova della continuità dei conduttori di protezione
o Prove per la protezione contro i contatti indiretti
o Ogni 3 anni – Verifica della continuità dei collegamenti equipotenziali supplementari
o Ogni anno – Prova di intervento a Idn dei dispositivi differenziali
Per tutti i lavori realizzati l’impresa esecutrice dovrà fornire dichiarazione di conformità.
Tutti gli oneri relativi alle verifiche, documentazione e certificazioni citati nel presente articolo sono a carico
dell’impresa aggiudicataria e devono intendersi remunerati già all’interno dei prezzi del capitolato.
I Tecnici
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INDICE:
1. DESCRIZIONE SOMMARIA IMPIANTO......................................…………………………………………………………………………….pag.1
2. DATI TECNICI GENERALI DI PROGETTO......................................…………………………………………………………………………..pag.2
3. NORME DI RIFERIMENTO......................................……………………………………………………………………………………………….pag.4
4. CLASSIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI..………………………………………………………………………………......................................pag.5
5. DATI DEL SISTEMA DI DISTRIBUZIONE E DI UTILIZZAZIONE DELL’ ENERGIA ELETTRICA......................................…..pag.6
5.1. IMPIANTO DI DISTRIBUZIONE.............................………………………………………………………………………………………………pag.6
5.2. DESCRIZIONE DEI CARICHI ELETTRICI..............................…………………………………………………………………………………..pag.7
5.3. DIMENSIONAMENTO CAVI................................………………………………………………………………………………………………..pag.7
5.4. PROPAGAZIONE DEL FUOCO LUNGO I CAVI.............................………………………………………………………………………...pag.8
5.5. MODALITA’ DI POSA...............................………………………………………………………………………………………………………… pag. 8
5.6 DIMENSIONAMENTO DELLE CANALIZZAZIONI E DISTRIBUZIONE..........................…………….……………………………….pag.9
5.7 CASSETTE DI DERIVAZIONE............................………………………………………………………………………………………………...pag.10
6. CARATTERISTICHE GENERALI DELL’IMPIANTO, QUALI LE CONDIZIONI DI SICUREZZA, LA DISPONIBILITÀ DEL SERVIZIO
,LAFLESSIBILITÀ E LA MANUTENIBILITÀ....................................................................................……………………………….pag.10
6.1. PROTEZIONE DA SOVRACCARICO.............................……………………………………………………………………………………….pag.11
6.2. PROTEZIONE DA CORTOCIRCUITO............................………………………………………………………………………………………pag.11
6.3. PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI......................……………………………………………………………………………..pag.11
6.4. PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI......................…………………………………………………………………………..pag.12
6.5.COORDINAMENTI SELETTIVI DELLE PROTEZIONI DI MASSIMA CORRENTE.....................………………………………….pag.13
7. IMPIANTO DI TERRA....................................…..………………………………………………………………………………………………….pag.13
7.1. COLLEGAMENTO EQUIPOTENZIALE SUPPLEMENTARE – NODO EQUIPOTENZIALE.......................……………………pag.13
7.2 SUB – NODI……………………………………………………………………………………………………………………………….......................pag.14
7.3 PRESCRIZIONI PARTICOLARI PER I LOCALI DI GRUPPO 1 ALL’INTERNO DEL REPARTO……………….......................pag.15
8 QUADRI ELETTRICI.………………………..………………………………………………………………………………....................................pag.16
9 PRESE A SPINA – CARATTERISTICHE, INSTALLAZIONE....................................……………………………………………………..pag.16
11. COMANDI FUNZIONALI – CARATTERISTICHE, INSTALLAZIONE....................................………………………………………pag.17
12. CORPI ILLUMINANTI – CARATTERISTICHE, INSTALLAZIONE....................................…………………………………………..pag.17
11.1ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA.........................……………………………………………………………………………………………pag.18
12. LOCALI PARTICOLARI E A MAGGIORE RISCHIO...................................……………………………………………………………...pag.19
13. LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO DI INCENDIO...................................………………………………………………………………….pag.22
13.1 COMPONENTI.............................………………………………………………………………………………………………………………….pag. 23
13.2 CAVI - COMPORTAMENTO E CLASSIFICAZIONE NEI CONFRONTI DELL'INCENDIO............................................pag. 24
13.3 PROTEZIONI DA ADOTTARE CONTRO IL PERICOLO D'INNESCO DELL'INCENDIO..............................................pag. 25
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14. IMPIANTO CHIAMATA E CONTROLLO ACCESSI....................................................................................................pag. 26
14.1 IMPIANTO DI CHIAMATA INFERMIERA..............................................................................................................pag. 26
14.2 IMPIANTO DI CONTROLLO ACCESSI...................................................................................................................pag. 27
15. TESTALETTO E GAS MEDICALI..............................................................................................................................pag. 28
15.1TRAVI TESTALETTO.............................................................................................................................................pag. 28
15.2 LINEA GAS MEDICALI.........................................................................................................................................pag. 28
16. ESTRATTORE D’ARIA............................................................................................................................................pag. 29
17 IMPIANTO ANTINCENDIO.....................................................................................................................................pag. 29
18.CABLAGGIO STRUTTURATO..................................................................................................................................pag. 30
19. IMPIANTO D'ANTENNA TV..................................................................................................................................pag. 36
20.SUPERAMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE..........................................................................................pag. 36
21.CONSEGNA E MESSA IN FUNZIONE DELL’IMPIANTO E VERIFICHE.......................................................................pag. 37
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