Untitled - ACER Reggio Emilia

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COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTI ELETTRICI
INDICE
1
REQUISITI DI RISPONDENZA A NORME, LEGGI E REGOLAMENTI ........................ 4
2
QUALITÀ DEI MATERIALI UTILIZZATI ......................................................................... 4
3
MODO DI ESECUZIONE DELLE OPERE ...................................................................... 4
4
POSA IN OPERA DELLE CONDUTTURE ..................................................................... 5
5
TUBI PROTETTIVI E CANALETTE.............................................................................. 10
6
SCATOLE E POZZETTI DI DERIVAZIONE ................................................................. 13
7
DERIVAZIONI ............................................................................................................... 15
8
APPARECCHIATURA DI SERVIZIO (PRESE A SPINA E FRUTTI) ............................ 15
9
ZONA DI RISPETTO NEI LOCALI CONTENENTI BAGNI E DOCCE ......................... 16
10 COORDINAMENTO DELL’ IMPIANTO DI MESSA A TERRA CON I DISPOSITIVI DI
PROTEZIONE ............................................................................................................... 18
11 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI ...................................................... 18
12 PROTEZIONE MEDIANTE DOPPIO ISOLAMENTO ................................................... 18
13 PROTEZIONE DEI CONDUTTORI ............................................................................... 19
14 PROTEZIONE DA SOVRATENSIONI PER FULMINAZIONE INDIRETTA E DI
MANOVRA .................................................................................................................... 19
14.1
Protezione d'impianto ........................................................................................ 19
14.2
Protezione d'utenza ........................................................................................... 20
15 CADUTA DI TENSIONE ............................................................................................... 20
16 QUADRI ELETTRICI DA APPARTAMENTO, PARTI CONDOMINIALI O SIMILARI .. 20
17 APPARECCHIATURE MODULARI .............................................................................. 22
18 QUADRI ELETTRICI IN LAMIERA ............................................................................... 23
19 DISTRIBUZIONE CIRCUITI ILLUMINAZIONE E FORZA MOTRICE .......................... 23
20 IMPIANTI MONOFASI .................................................................................................. 24
21 IMPIANTI TRIFASI ........................................................................................................ 24
22 APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE PER INTERNI ED ESTERNI............................... 25
22.1
Assegnazioni dei valori di illuminazione ............................................................ 25
22.2
Apparecchi di illuminazione ............................................................................... 26
22.3
Ubicazione e disposizioni delle sorgenti ............................................................ 26
22.4
Flusso luminoso emesso ................................................................................... 26
23 ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA ................................................................................ 26
24 IMPIANTO TELEFONICO............................................................................................. 27
25 DISPERSORI PER LA MESSA A TERRA.................................................................... 27
26 VERIFICA INIZIALE, CONSEGNA E NORME PER IL COLLAUDO DEGLI IMPIANTI29
26.1
Verifica iniziale e consegna degli impianti ......................................................... 29
26.2
Collaudo definitivo degli impianti ....................................................................... 29
26.3
Esame a vista .................................................................................................... 30
26.4
Verifica
del
tipo
e
dimensionamento
dei
componenti
dell'impianto e
dell'apposizione dei contrassegni di identificazione ......................................................... 30
26.5
2
Verifica della sfilabilità dei cavi .......................................................................... 31
REQUISITI DI RISPONDENZA A NORME, LEGGI E REGOLAMENTI
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTO ELETTRICO
26.6
Misura della resistenza di isolamento ............................................................... 31
26.7
Misura delle cadute di tensione ......................................................................... 31
26.8
Verifica delle protezioni contro i cortocircuiti e i sovraccarichi .......................... 32
26.9
Verifica delle protezioni contro i contatti indiretti ............................................... 32
26.10
Norme generali comuni per le verifiche in corso d'opera, per la verifica iniziale e
per il collaudo definitivo degli impianti.............................................................................. 33
26.11
Garanzia degli impianti ...................................................................................... 33
REQUISITI DI RISPONDENZA A NORME, LEGGI E REGOLAMENTI
3
COMUNE DI REGGIO EMILIA
1
CAPITOLATO IMPIANTI ELETTRICI
REQUISITI DI RISPONDENZA A NORME, LEGGI E REGOLAMENTI
Gli impianti e i componenti devono essere realizzati a regola d'arte. Sono da considerare
eseguiti a regola d'arte gli impianti realizzati sulla base delle norme CEI, secondo l'Articolo
2 della Legge 1 marzo 1968, n. 186, del Decreto 22/1/08, n.37 Regolamento concernente
l’attuazione della Legge n.248 del 2 Dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in
materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici.
Le caratteristiche tecniche degli impianti previsti, nonché dei loro componenti, devono
corrispondere alle norme di legge e di regolamento vigenti alla data di presentazione del
progetto-offerta e in particolare essere conformi:
- alle prescrizioni delle norme CEI;
- alle prescrizioni e indicazioni dell'ENEL o dell'Azienda locale distributrice dell'energia
elettrica;
- alle prescrizioni e indicazioni della TELECOM;
- alle prescrizioni delle Autorità locali e in particolare dei Vigili del fuoco.
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QUALITÀ DEI MATERIALI UTILIZZATI
I materiali, gli apparecchi e la messa in opera degli impianti elettrici saranno conformi al
progetto, alla normativa vigente ed a quanto disposto dal presente capitolato; in tal senso si
ricorda, in particolare, che la posizione dei terminali (interruttori, pulsanti, prese, centralini,
etc.) dovrà rispettare quanto stabilito dal punto 8.1.5 del decreto ministeriale 14 giugno
1989, n. 286 emanato in attuazione dell’art. 1 della legge 9 gennaio 1989, n. 13 recante
prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli
edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata ed agevolata.
Prima dell’inizio lavori relativi all’installazione dell’impianto, l’appaltatore è tenuto a
presentare un’adeguata campionatura, tutte le informazioni, note tecniche ed integrazioni al
progetto eventualmente richieste.
Il collaudo degli impianti avverrà sia in corso d’opera che a lavori ultimati ed interesserà
parte degli impianti o tutta la rete installata
3
MODO DI ESECUZIONE DELLE OPERE
Gli impianti sono di regola, a vista o da incasso con conduttori del tipo non propagante
l’incendio, a norma CEI 20-22 II , ricambiabili, posati in tubi o in canalette isolate o
metalliche in conformità alle norme CEI , nonché alle prescrizioni del disciplinare tecnico e
della direzione lavori.
4
REQUISITI DI RISPONDENZA A NORME, LEGGI E REGOLAMENTI
COMUNE DI REGGIO EMILIA
4
CAPITOLATO IMPIANTO ELETTRICO
POSA IN OPERA DELLE CONDUTTURE
Le condutture dovranno essere messe in opera in modo che sia possibile il controllo del
loro isolamento, la localizzazione di eventuali guasti e la realizzazione di operazioni di
manutenzione, in particolare quindi è vietato annegarle direttamente sotto intonaco e/o
nelle strutture, salvo esplicita autorizzazione della Direzione Lavori, in questo caso dovrà
essere eseguito un rilievo della posa della conduttura in modo che si possa facilmente
risalire con precisione al punto di posa.
Questa prescrizione vale anche per i conduttori di terra, con la sola esclusione dei
collegamenti di equipotenzialità delle strutture.
Cavi appartenenti a sistemi diversi devono essere posati in modo da risultare facilmente
distinguibili, inoltre le pose dovranno essere separate.
In particolare essi non dovranno essere collocati negli stessi tubi, ne far capo alle stesse
cassette a meno che non siano isolati per la tensione nominale del sistema più elevata e
che le singole cassette siano internamente munite di diaframmii inamovibili fra i morsetti
destinati a serrare conduttori appartenenti a sistemi diversi.
Le condutture installate in cunicoli comuni a canalizzazioni di altri impianti tecnologici,
devono essere disposte in modo da non essere soggette ad influenze dannose in relazione
a sovrariscaldamenti, sgocciolamenti, formazioni di condensa.
I cavi dovranno essere opportunamente siglati.
Ogni anima dei singoli cavi dovrà essere contrassegnato in modo leggibile e permanente
come sopra detto in corrispondenza della terminazione dei cavi stessi.
Il raggio di curvatura dei cavi rigidi e semirigidi non deve mai essere inferiore a dieci volte
la loro massima dimensione trasversale, detto raggio di curvatura è opportuno venga
rispettato anche per i cavi flessibili.
Le giunzioni dei conduttori devono essere effettuate solo mediante morsettire alloggiate
entro cassette , non sono mai ammesse giunzioni lungo le dorsali di posa , le stesse
potranno essere consentite solamente nel caso di pose che superino la lunghezza
massima delle pezzature dei cavi normalmente reperibili in commercio , comunque la
conducibilita’, l’isolamento e la sicurezza dell’impianto, non devono venire alterate da tali
giunzioni, che dovranno essere riportate sui disegni esecutivi.
Per la posa in cunicoli, tubi interrati e passerelle e tubazioni metalliche si dovranno
utilizzare cavi con grado di isolamento non inferiore 0,6/1 Kv cavo unipolare , o multipolare,
isolato in gomma di qualità G7 con guaina in doppio isolamento.
tensione nominale uo/u : 0,6/1kv
tensione massima um : 1200v
temperatura massima di esercizio: +90°c per sezioni fino a 240mm²:
temperatura massima di corto circuito: +250°c per sezioni oltre 240mm²:
Per la posa in canalette e tubazioni in pvc (rigidi o flessibili) si dovranno utilizzare cavi con
grado di isolamento non inferiore 450/750V ( es.FROR o N07V/K) per circuiti a tensione
230/400V.e non inferiore a 300/500V (es.H05)per circuiti di categoria 0 o segnalazioni.
POSA IN OPERA DELLE CONDUTTURE
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COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTI ELETTRICI
- tensione nominale uo/u: 450/750 v
- temperatura massima di esercizio: +70°c
- temperatura massima di corto circuito: +160°c
- tensione nominale uo/u: 300/500 v
- temperatura massima di esercizio: +70°c
- temperatura massima di corto circuito: +160°c
Per il conduttore di neutro si dovranno utilizzare solo conduttori di colore blu chiaro; per i
conduttori di protezione si dovranno utilizzare solo conduttori di colore giallo-verde(CEI 64/8
paragrafo514.3)
Dovranno essere rispettate le sezioni dei conduttori come indicato sugli schemi elettrici,
comunque le sezioni minime per i conduttori saranno le seguenti :
- 0,75 mmq
per i conduttori ausiliari o di segnalazione
- 1,5 mmq
per i punti luce e le prese da 10A
- 2,5 mmq
per le prese da 16A ed utenza di Forza Motrice
Date le piccole potenze in gioco, per i conduttori di neutro e protezione (PE) si dovranno
utilizzare sezioni uguali al conduttore di fase; e solo per sezione dei conduttori di fase
maggiore di 16 mmq si potranno utilizzare conduttori di neutro e di protezione di sezione
pari alla metà del conduttore di fase, approssimando per eccesso alla sezione
commerciale immediatamente superiore.
Per i conduttori di terra, usando conduttori di rame, si dovranno utilizzare sezioni minime di
16 mmq se isolati e posati in tubo, 35mmq se corde nude posate direttamente nel terreno
con diametro minimo del filo elementare costituente la corda pari a 1.8mm.
Ove tale pericolo sussista, occorre fare ricorso all'impiego di cavi aventi la caratteristica di
non sviluppare gas tossici o corrosivi ad alte temperature, secondo le norme CEI EN 50267
(varie parti), CEI 20-38 (varie parti).La sezione del conduttore di terra non deve essere
inferiore a quella del conduttore di protezione suddetta con i minimi indicati nel prospetto
seguente:
propagazione del fuoco lungo i cavi:
i cavi in aria, installati individualmente, cioè distanziati tra loro di almeno 250 mm, devono
rispondere alla prova di non propagazione del fuoco di cui alle norme CEI EN 50265 (varie
parti).
Quando i cavi sono raggruppati in ambiente chiuso in cui sia da contenere il pericolo di
propagazione di un eventuale incendio, essi devono rispondere ai requisiti di cui alla norma
CEI 20-22/1;
provvedimenti contro il fumo:
6
POSA IN OPERA DELLE CONDUTTURE
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTO ELETTRICO
allorché i cavi siano installati, in notevole quantità, in ambienti chiusi frequentati dal
pubblico e di difficile e lenta evacuazione, si devono adottare sistemi di posa in grado di
impedire il dilagare del fumo negli ambienti stessi o, in alternativa, si deve ricorrere
all'impiego di cavi di bassa emissione di fumo secondo le norme CEI EN 50267 (varie
parti), CEI 20-38 (varie parti).
problemi connessi allo sviluppo di gas tossici e corrosivi: qualora i cavi, in quantità rilevanti,
siano installati in ambienti chiusi frequentati dal pubblico, oppure si trovino a coesistere in
ambiente chiuso, con apparecchiature particolarmente vulnerabili da agenti corrosivi, deve
essere tenuto presente il pericolo che i cavi stessi, bruciando, sviluppino gas tossici o
corrosivi.
Per l'interramento dei cavi elettrici, si dovrà procedere nel modo seguente:
sul fondo dello scavo, sufficiente per la profondità di posa prevista in progetto e privo di
qualsiasi sporgenza o spigolo di roccia o di sassi, si dovrà costituire, in primo luogo, un
letto di sabbia di fiume, vagliata e lavata, o di cava, vagliata dello spessore di almeno 10
cm, sul quale si dovrà distendere successivamente il cavo (o i cavi), senza premere e
senza farlo affondare artificialmente nella sabbia;
si dovrà, quindi, stendere un altro strato di sabbia come sopra, dello spessore di almeno 5
cm, in corrispondenza della generatrice superiore del cavo (o dei cavi); pertanto, lo
spessore finale complessivo della sabbia dovrà risultare di almeno 15 cm più il diametro
del cavo (quello maggiore, avendo più cavi);sulla sabbia così posta in opera, si dovrà,
infine, disporre una fila continua di mattoni pieni, bene accostati fra loro e con il lato
maggiore disposto secondo l'andamento del cavo (o dei cavi), se questo avrà il diametro (o
questi comporranno una striscia) non superiore a 5 cm o, al contrario, in senso trasversale
(generalmente con più cavi);
sistemati i mattoni, si dovrà procedere al rinterro dello scavo, pigiando sino al limite del
possibile e trasportando a rifiuto il materiale eccedente dall'iniziale scavo.
Ovviamente, l'asse del cavo (o quello centrale di più cavi) dovrà, trovarsi in uno stesso
piano verticale con l'asse della fila di mattoni.
Per la profondità di posa sarà seguito il concetto di avere il cavo (o i cavi) posti
sufficientemente al sicuro da possibili scavi di superficie per riparazioni ai manti stradali o
cunette eventualmente soprastanti, o movimenti di terra nei tratti a prato o giardino.
La profondità di posa dovrà essere almeno 0,5 m, ai sensi della norma CEI 11-17.
Tutta la sabbia ed i mattoni occorrenti saranno forniti dall'Impresa aggiudicataria.
I cavi saranno posati:
entro scanalature esistenti sui piedritti dei cunicoli (appoggio continuo), fatte predisporre a
tale scopo dall'Amministrazione appaltante;
entro canalette di materiale idoneo, come cemento, ecc. (appoggio egualmente continuo),
tenute in sito da mensoline di calcestruzzo armato;
POSA IN OPERA DELLE CONDUTTURE
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COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTI ELETTRICI
direttamente sui ganci, grappe, staffe, o mensoline (appoggio discontinuo) in piatto o
profilato di acciaio zincato, ovvero di materiali plastici resistenti all'umidità, ovvero ancora
su mensoline di calcestruzzo armato.
Dovendo disporre i cavi in più strati, si assicurerà un distanziamento fra strato e strato pari
ad almeno 1,5 volte il diametro del cavo maggiore nello strato sottostante, con un minimo
di 3 cm, onde assicurare la libera circolazione dell'aria.
A
questo
riguardo
l'Impresa
aggiudicataria
dovrà
tempestivamente
indicare
le
caratteristiche secondo cui dovranno essere dimensionate e conformate le eventuali
canalette di cui sopra, e sarà altresì di competenza dell'Impresa soddisfare a tutto il
fabbisogno di mensole, staffe, grappe e ganci di ogni altro tipo, che potranno anche
formare rastrelliere di conveniente altezza.
Per il dimensionamento e mezzi di fissaggio in opera (grappe murate, chiodi sparati, ecc.)
dovrà essere tenuto conto del peso dei cavi da sostenere in rapporto al distanziamento dei
supporti, che dovrà essere stabilito, di massima, intorno a 70 cm. In particolare, le parti in
acciaio dovranno essere zincate a caldo.
Ogni 150÷200 m di percorso, i cavi dovranno essere provvisti di fascetta distintiva in
materiale inossidabile.
Per la posa in opera delle tubazioni a parete od a soffitto, ecc., in cunicoli, intercapedini,
sotterranei, ecc., valgono le prescrizioni precedenti per la posa dei cavi in cunicoli
praticabili, con i dovuti adattamenti.
Per la posa interrata delle tubazioni non idonee a proteggere meccanicamente i cavi,
valgono le prescrizioni precedenti circa l'interramento dei cavi elettrici, le modalità di scavo,
la preparazione del fondo di posa (naturalmente senza la sabbia ed i mattoni), il reinterro,
ecc. Per le tubazioni adatte a fornire protezione meccanica ai cavi, non è prescritta una
profondità minima di posa.
Le tubazioni dovranno risultare coi singoli tratti uniti tra loro o stretti da collari o flange, onde
evitare discontinuità nella loro superficie interna.
Il diametro interno della tubazione dovrà essere in rapporto non inferiore ad 1,3 rispetto al
diametro del cavo o del cerchio circoscrivente i cavi, sistemati a fascia.
Per l'infilaggio dei cavi, si dovranno avere adeguati pozzetti sulle tubazioni interrate e
apposite cassette sulle tubazioni non interrate.
Il distanziamento fra tali pozzetti e cassette sarà da stabilirsi in rapporto alla natura ed alla
grandezza dei cavi da infilare. Tuttavia, per cavi in condizioni medie di scorrimento e
grandezza, il distanziamento resta stabilito di massima:
- ogni 30 m circa, se in rettilineo;
- ogni 15 m circa, se è interposta una curva.
I cavi non dovranno subire curvature di raggio inferiore a 15 volte il loro diametro.
In sede di aggiudicazione dell'appalto verrà precisato se spetti all'Amministrazione
appaltante la costituzione dei pozzetti o delle cassette. In tal caso, per il loro
dimensionamento, formazione, raccordi, ecc. l'Impresa aggiudicataria dovrà fornire tutte le
indicazioni necessarie.
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POSA IN OPERA DELLE CONDUTTURE
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTO ELETTRICO
Analogamente avverrà per l'eventuale posa aerea di cavi elettrici, isolati, che, se prevista,
dovrà essere eseguita conformemente alle norme CEI 11-4 e CEI EN 6128
NUMERO MASSIMO DI CAVI DA INTRODURRE IN TUBI PROTETTIVI FLESSIBILI
CAVI
SEZIONE (mmq)
TIPO
Cavo
unipolare
NUM.
1,5
2,5
4
6
10
1
16
16
16
16
16
2
16
20
20
25
32
3
16
20
25
32
32
4
20
20
25
32
32
5
20
25
25
32
40
6
20
25
32
32
40
7
20
25
32
32
40
8
25
32
32
40
50
9
25
32
32
40
50
1
20
25
25
32
40
2
32
40
50
50
63
3
40
50
50
63
---
1
20
25
25
32
40
2
40
40
50
63
63
3
40
50
50
63
---
1
25
25
32
32
50
quadripolar 2
40
50
50
63
---
40
50
50
---
---
PVC
(senza guaina)
bipolare
Cavo
tripolare
multipolare PVC
e
3
POSA IN OPERA DELLE CONDUTTURE
9
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTI ELETTRICI
NUMERO MASSIMO DI CAVI DA INTRODURRE IN TUBI PROTETTIVI RIGIDI
CAVI
SEZIONE (mmq)
TIPO
Cavo
unipolare
NUM.
1,5
2,5
4
6
10
1
16
16
16
16
16
2
16
16
16
20
25
3
16
16
20
25
32
4
16
20
20
25
32
5
20
20
20
32
32
6
20
20
25
32
40
7
20
20
25
32
40
8
25
25
32
40
50
9
25
25
32
40
50
1
16
20
20
25
32
2
32
40
40
50
---
3
40
40
50
50
---
1
16
20
20
25
32
2
32
40
40
50
---
3
40
50
50
---
---
1
20
20
25
32
40
quadripolar 2
40
40
50
50
---
40
50
50
---
---
PVC
(senza guaina)
bipolare
Cavo
tripolare
multipolare PVC
e
3
5
TUBI PROTETTIVI E CANALETTE
I tubi per il contenimento e la protezione dei conduttori dovranno essere opportunamente
marcati ed essere o in materiale plastico pvc autoestinguente o in acciaio zincato della
serie leggera.
Per la posa incassata nei pavimenti e/o nelle pareti le tubazioni dovranno essere in
materiale plastico del tipo pesante ad elevata resistenza meccanica e autoestinguenti.
Nelle pose a vista essi dovranno essere fissati alle strutture od alle pareti con sostegni
costituti da profilati in acciaio o con fascette , collari, staffe , ecc…
Non è ammesso il fissaggio dei tubi metallici mediante saldatura.
Dovranno essere presi opportuni provvedimenti per impedire che dalle parti terminali delle
tubazioni sia convogliata acqua alle cassette od ai quadri contenenti morsettiere od
apparecchiature.
10
TUBI PROTETTIVI E CANALETTE
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTO ELETTRICO
Le tubazioni metalliche dovranno essere posate in opera in modo da realizzare la continuità
elettrica per l’intero percorso
I tubi sia nel caso di posa a vista come nel caso di posa sottotraccia, con la sola esclusione
delle pose sottopavimento, dovranno avere un percorso verticale od orizzontale, dovranno
essere escluse le pose oblique.
Il tracciato dei tubi protettivi deve consentire un andamento rettilineo orizzontale (con
minima pendenza per favorire lo scarico di eventuale condensa) o verticale. Le curve
devono essere effettuate con raccordi o con piegature che non danneggino il tubo e non
pregiudichino la sfilabilità dei cavi.
Il diametro dei tubi non dovrà essere inferiore ad 1,3 volte il diametro del cerchio
circoscritto al fascio di cavi in esso contenuti, con un minimo di 11 mm e con un
coefficiente di riempimento uguale a 0,4.
Le canalette o le passerelle portacavi, se sono di plastica, dovranno essere di tipo pesante
(pvc
autoestinguente
o
resina
caricata
a
vetro),
oppure
saranno
metalliche(zincate,verniciate od in acciaio inox) complete di collegamento a terra; la messa
in opera dovrà garantire la continuità elettrica lungo tutto il percorso..
Si dovrà utilizzare un coefficiente di riempimento non superiore al 70% .
laddove si presenti rischi di abrasione delle condutture dovranno essere presi
provvedimenti tramite opportuni ripari, per evitate dei rischi.
Per il grado di protezione contro i contatti diretti, si applica quanto richiesto dalle norme CEI
64-8 (varie parti), utilizzando i necessari accessori (angoli, derivazioni, ecc.); opportune
barriere che devono separare cavi a tensioni nominali differenti.
I cavi vanno utilizzati secondo le indicazioni della norma CEI 20-21.
Per i canali metallici devono essere previsti i necessari collegamenti di terra ed
equipotenziali, secondo quanto previsto dalle norme CEI 64-8 (varie parti).
Nei passaggi di parete devono essere previste opportune barriere tagliafiamma che non
degradino i livelli di segregazione assicurati dalle pareti.
I materiali utilizzati devono avere caratteristiche di resistenza al calore anormale e al fuoco
che soddisfino quanto richiesto dalle norme CEI 64-8 (varie parti)
Tubazione flessibile in PVC autoestinguente serie pesante con marchio IMQ da incassare
sotto traccia, sotto pavimento, all’interno di intercapedini e porre in opera con tutti gli
interventi murari di scasso e ripristino delle parti interessate, completa dei collegamenti alle
scatole di derivazione e con diametro esterno di 16-20-25-32-40-50 mm.
EN 50267-2-2
Classificazione: 3422
Colore: bianco naturale, nero, verde, azzurro, marrone, lilla
Materiale: PVC
Lunghezza di fornitura: in base al diametro
Normativa: EN 50086-1 (CEI 23-39), EN 50086-2-2 (CEI 23-55) e
IEC EN 61386-1; IEC EN 61386-22
Classificazione: 3321
TUBI PROTETTIVI E CANALETTE
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COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTI ELETTRICI
Resistenza alla compressione: 750 N
Resistenza all’urto: 2 kg da 100 mm (2 J)
Temperatura di applicazione permanente e installazione: -5°C/+60°C
Resistenza di isolamento: > 100 M. a 500 V per 1 minuto
Rigidità dielettrica: > 2000 V a 50 Hz per 15 minuti
Resistenza alla propagazione della fiamma: autoestinguente in meno di 30 secondi
Campo di impiego: impianti elettrici e/o trasmissione dati
in ambienti ordinari e particolari
Tipo di posa: prevalentemente incassati a pavimento, parete e soffitto.
Idonei nelle applicazioni all’interno di controsoffitti e pavimenti
flottanti.
Tubo rigido pesante in PVC piegabile a freddo da installare all’interno di controsoffitti,
intercapedini o a vista e porre in opera completo di tutti i manicotti, giunzioni, curve,
cavallotti di fissaggio e collegamenti alle scatole di derivazione e con diametro esterno di
16-20-25-32-40-50 mm.
Tubo rigido filettato in PVC autoestinguente da installare all’interno di controsoffitti,
intercapedini o a vista e porre in opera completo di tutti i fissaggi, giunzioni, curve e
collegamenti alle scatole di derivazione e con diametro esterno di 16-20-25-32-40-50 mm.
Colore: grigio RAL 7035
Materiale: PVC
Lunghezza di fornitura: verghe da 2 e 3 metri (± 0,5%)
Normativa: EN 50086-1 (CEI 23-39), EN 50086-2-1 (CEI 23-54) e
IEC EN 61386-1; IEC EN 61386-21
Classificazione: medio - 3321
Resistenza alla compressione: 750N
Resistenza all’urto: 2 kg da 100 mm (2 J)
Temperatura di applicazione permanente e installazione: -5°C/+60°C
Resistenza di isolamento: > 100 M. a 500 V per 1 minuto
Rigidità dielettrica: > 2000 V a 50 Hz per 15 minuti
Resistenza alla propagazione della fiamma:
autoestinguente in meno di 30 secondi
Campo di impiego: impianti elettrici e/o trasmissione dati in ambienti
ordinari e particolari
Tipo di posa: prevalentemente in vista a parete e soffitto.
Idonei nelle applicazioni all’interno di controsoffitti e pavimenti flottanti.
Incassati a pavimento, parete e/o soffitto
Guaina flessibile in PVC con raccordi ad alta resistenza chimica e meccanica da installare
a vista e porre in opera completa di tutti i fissaggi, giunzioni, curve filettate e collegamenti
alle scatole di derivazione con un grado complessivo di protezione IP55 e con diametro
interno di 12-16-22-28 mm.
12
TUBI PROTETTIVI E CANALETTE
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTO ELETTRICO
Colore: grigio RAL 7035
Materiale: PVC Rigido per la spirale interna - Plastificato per la
copertura
Lunghezza di fornitura: rotoli da 30 metri
Normativa: EN 50086-1 (CEI 23-39), EN 50086-2-3 (CEI 23-56)
e IEC EN 61386-1; IEC EN 61386-23 (per quanto applicabile)
Classificazione: 1311
Resistenza alla compressione: 125 N
Canale a sezione rettangolare in PVC (con o senza separazioni interne) da installare
all’interno di controsoffitti, intercapedini o a vista e porre in opera completo di tutti i fissaggi,
giunzioni, curve e collegamenti alle scatole di derivazione e con dimensioni mm 150×75150×50-200×75-200×50-300x75-300x50 (con un divisorio).
IP 40 per installazione a parete
IP 20 per installazione a sospensione
Rispondenza Normativa: CEI 23-32
Materiale: PVC
Caratteristiche: Coperchio rimovibile solo con l’uso di un attrezzo
Temperatura d’installazione: da –5 a +60 °C
Resistenza d’isolam canali multifunzionali portacavi e portapparecchi in pvc
entro: 100 MO
Autoestinguenza: in meno di 30 secondi
Resistenza agli urti: 6 J
Campo d’impiego: Nel terziario per la distribuzione dell’energia
elettrica e dei segnali (telefoni, reti LAN).
Tipo di posa: a parete e a sospensione
Tubazione metallica rigida tipo elios zincato, filettabile da porre in opera completa di tutti i
fissaggi, giunzioni, curve e collegamenti alle scatole di derivazione e con diametro esterno
di 16-22-28-32-38-50 mm.
Guaina metallica flessibile ricoperta in PVC autoestinguente da porre in opera completa di
tutti i fissaggi, giunti non girevoli, curve, e collegamenti alle scatole di derivazione e con
diametro interno di 12-15-20-25 mm
6
SCATOLE E POZZETTI DI DERIVAZIONE
Le scatole e le cassette di derivazione dovranno essere impiegate ogni volta che verrà
eseguita una derivazione od uno smistamento di conduttori e tutte le volte che lo richiedano
le dimensioni , la forma, e la lunghezza del tratto di tubazione , questo affinché sia garantita
la sfilabilità dei conduttori.
SCATOLE E POZZETTI DI DERIVAZIONE
13
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTI ELETTRICI
Nelle scatole e cassette i conduttori verranno raggruppati circuito per circuito avranno una
lunghezza tale da permettere eventuali controlli ogni scatola dovrà essere opportunamente
contrassegnata in modo da identificare il tipo di circuito elettrico che in esso transita.
Negli impianti incassati, le altezze di dette scatole da pavimento dovranno avere i seguenti
valori:
- 30cm
per le scatole di derivazione
- 30cm
per la scatole porta prese
- 110cm
per le scatole porta interruttori in locali normali
- 90cm
per le scatole porta interruttori posizionate in locali accessibili a persone
disabili (art.16 D.P.R. 384 del 27/04/78)
Per le scatole di derivazione poste in alto, la distanza da soffitto dovrà essere di 30 cm.
Scatola di derivazione in plastica di incasso da porre in opera completa di opere murarie
per il fissaggio su forati o mattoni, coperchio a vista e collegamenti delle dimensioni di mm
92×92×45-118×96×50-118×96×70-152×98×70-160×130×70-196×152×70-294×152×70392×152×70.
Cassette di derivazione e connessione
Normativa: IEC 60670-1; IEC 60670-22; CEI 23-48
Grado di protezione: IP 40
Protezione contro i contatti indiretti: doppio isolamento (•)
Temperatura di installazione: Max +60°C; Min -15°C
Resistenza al calore anormale al fuoco: termopressione con biglia 70°C
Materiale: PLAST
Resistenza agli urti: IK 07 (coperchio standard, alto e per pareti in cartongesso)
IK 10 (coperchio antiurto)
Glow wire test 650°C (coperchio standard, alto e antiurto)
850°C (per scatole per pareti in cartongesso)
Cassette di derivazione e connessione di grande capacità
Normativa: IEC 60670-1; IEC 60670-22; CEI 23-48
Grado IP: IP 40; IP 44
Protezione contro i contatti indiretti: Doppio isolamento (•)
Temperatura di installazione: Max +60° Min -25°
Materiale: PLAST
Resistenza agli urti: IK 07 (cassetta IP 40) IK 10 (coperchio IP 44)
Resistenza al calore anormale al fuoco:Termopressione con biglia 70°C
Glow wire test 650°C
Scatola di derivazione stagna IP55 in pvc autoestinguente con pareti lisce o passacavi
completa di raccordi installati in modo idoneo a garantire il grado di protezione da porre in
opera in vista con fissaggi, collegamenti e giunzioni.
14
SCATOLE E POZZETTI DI DERIVAZIONE
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTO ELETTRICO
Cassette da parete caratteristiche tecniche
normativa: iec 60670-1; iec 60670-22; cei 23-48
grado ip: ip 44; ip 55; ip 56
protezione contro i contatti indiretti: doppio isolamento - (•)
temperatura di installazione: max +60° min -25°
materiale: plast 75
resistenza agli urti: ik 07 (cassetta ip 44) ik 08 (cassetta ip 55 e ip 56)
resistenza al calore anormale al fuoco:termopressione con biglia 85°c
glow wire test 650°c
Per i tratti sotto pavimento in luogo delle cassette dovranno essere utilizzati pozzetti
prefabbricati in cls
di opportune dimensioni completi di coperchio atti a resistere alle
sollecitazioni meccaniche cui possono essere sottoposti in tratti carrabili o pedonali.
I pozzetti di norma dovranno essere utilizzati solamente per il transito e lo smistamento dei
conduttori, non dovranno salvo casi eccezionali essere effettuate derivazioni.
7
DERIVAZIONI
All’ interno delle scatole di derivazione le morsettiere dovranno avere
i morsetti per i
conduttori di neutro e per i conduttori di terra chiaramente contraddistinti da quelli di fase; le
derivazioni dovranno essere realizzate con morsetti isolati e con serraggio a vite.
Nel caso si dovessero realizzare delle derivazioni all’interno dei pozzetti interrati , le stesse
dovranno essere realizzate con morsetti a pressione (pinzatura) opportunamente nastrati
con nastro vulcanizzante e con ricopertura esterna mediante termorestringente, il tutto
dovrà assicurare il ripristino delle originarie condizioni di isolamento e di tenuta del cavo
nei confronti nei confronti dell’acqua.
8
APPARECCHIATURA DI SERVIZIO (PRESE A SPINA E FRUTTI)
Sono da impiegarsi apparecchi da incasso modulari e componibili.
Gli interruttori devono avere portata 16 A; è ammesso negli edifici residenziali, l’uso di
interruttori con portata 10 A; le prese devono essere di sicurezza, con alveoli schermati e
far parte di una serie completa di apparecchi atti a realizzare impianti di segnalazione,
impianti di distribuzione sonora negli ambienti ecc.
La serie deve consentire l’installazione di almeno 3 apparecchi nella scatola rettangolare
normalizzata, ove richiesto, possono essere installate torrette a pavimento.
I comandi e le prese devono essere installati sopra scatole da parete con un grado di
protezione IP 40 e/o IP 55.
DERIVAZIONI
15
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTI ELETTRICI
Le prese a spina per uso domestico devono essere scelte in relazione all’ambiente e
all’uso per evitare premature rotture o danneggiamenti.
Le prese a spina più diffuse sono le seguenti:
2P+T 10A
a poli allineati con alveoli schermati
2P+T 16A
a poli allineati con alveoli schermati
2P+T 10/16A
a poli allineati con alveoli schermati (presa a ricettivita’ multipla ,detta
ripasso)
2P+T 10/16A P30
2P+T 16A
con terra laterale e centrale ed alveoli schermati
con terra laterale schuko
Le prese di corrente che alimentano utilizzatori elettrici con forte assorbimento (lavatrice,
lavastoviglie, cucina ecc.) devono avere un proprio dispositivo di protezione di
sovracorrente, interruttore bipolare con fusibile sulla fase o interruttore magnetotermico.
Nel caso si utilizzino prese a tensione diversa si dorrà fare in modo che le spine dei due
circuiti non risultino intercambiabili.
La corrente nominale dell’ apparecchiatura di protezione del circuito dal quale sono
alimentate le prese dovrà essere uguale alla corrente nominale delle prese alimentate.
Nel caso in l’apparecchiatura di protezione avesse una corrente nominale superiore a
quella delle prese alimentate, queste dovranno essere protette localmente con interruttore
magnetotermico o fusibile.
I vari frutti da installare negli impianti sottotraccia (interruttori,deviatori,prese,ecc) dovranno
essere di tipo modulare componibile di elevata qualità mentre tutti i locali che richiedono
impianti stagni dovranno essere da esterno con grado di protezione non inferiore a IP55.
Le prese uso industriale dovranno essere della seria CEE e idonee al tipo tensione di
alimentazione.
9
ZONA DI RISPETTO NEI LOCALI CONTENENTI BAGNI E DOCCE
Nei locali contenenti bagni e docce nessun elemento dell’impianto elettrico (lampade,
apparecchiature, di manovra ,conduttori,ecc) deve essere installato in posizione tale da
poter essere toccato da chi sia nella vasca o sotto la doccia (vedi zone zero,uno e due
definite nella norma CEI 64-8 parte 7).
E’ ammesso in ogni caso portare l’organo di comando degli interruttori entro la zona di
rispetto, purché ciò sia fatto a mezzo di elementi (cordoni e tiranti) di materiale isolante.
L’esecuzione degli impianti in questi locali sarà quindi realizzata solo nella zone 3, stante
l’esistenza di una protezione differenziale con soglia d’intervento < 30mA.
Nel locale destinato a bagno dovranno essere effettuati i collegamenti equipotenziali fra
tutte le tubazioni metalliche nel punto di entrata del locale , utilizzando il conduttore di
protezione.
16
ZONA DI RISPETTO NEI LOCALI CONTENENTI BAGNI E DOCCE
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTO ELETTRICO
Per evitare tensioni particolari provenienti dall’esterno del locale da bagno, è richiesto un
conduttore equipotenziale, che colleghi fra loro tutte le masse estranee alle zone 1-2-3 con
il conduttore di protezione; in particolare, per le tubazioni metalliche, è sufficiente che le
stesse siano collegate con il conduttore di protezione all’ingresso dei locali da bagno.
Le giunzioni devono essere realizzate conformemente a quanto prescritto dalle norme CEI
64-8; in particolare, devono essere protette contro eventuali allentamenti o corrosioni.
Devono essere impiegate fascette che stringano il metallo vivo. Il collegamento non va
eseguito su tubazioni di scarico in PVC. Il collegamento equipotenziale deve raggiungere il
più vicino conduttore di protezione, ad esempio, nella scatola dove è installata la presa a
spina protetta dell’interruttore differenziale.
È vietata l’inserzione di interruttori o di fusibili sui conduttori di protezione.
Per i conduttori, si devono rispettare le seguenti sezioni minime:
- 2,5 mm2 (rame) per collegamenti protetti meccanicamente, cioè posati entro tubi o sotto
intonaco;
- 4 mm2 (rame) per collegamenti non protetti meccanicamente e fissati direttamente a
parete.
Alimentazione nei locali da bagno può essere effettuata come per il resto dell’appartamento
(o dell’edificio, per i bagni in edifici non residenziali).
Se esistono 2 circuiti distinti per i centri luce e le prese, entrambi questi circuiti si devono
estendere ai locali da bagno.
La protezione delle prese del bagno con interruttore differenziale può essere affidata
all’interruttore generale (con In 30 mA) o a un differenziale locale che può servire anche
per diversi bagni attigui.
Condutture elettriche nei locali da bagno debbono essere usati cavi isolati in classe II nelle
zone 1 e 2 in tubo di plastica incassato a parete o nel pavimento, a meno che la profondità
di incasso non sia superiore a 5 cm.
Per il collegamento dello scaldabagno, il tubo, di tipo flessibile, deve essere prolungato per
coprire il tratto esterno, oppure deve essere usato un cavetto tripolare con guaina (fase +
neutro + conduttore di protezione) per tutto il tratto dall’interruttore allo scaldabagno,
uscendo, senza morsetti, da una scatoletta passacordone.
Protezioni contro i contatti diretti in ambienti pericolosi negli ambienti come per esempio:
cantine, garage, portici, giardini ecc., in cui il pericolo di elettroconduzione è maggiore, sia
per condizioni ambientali (umidità), sia per particolari utilizzatori elettrici usati (apparecchi
portatili, tagliaerba ecc.), le prese a spina devono essere alimentate come prescritto per la
zona 3 dei bagni.
Coordinamento dell’impianto di terra con dispositivi di interruzione una volta attuato
l’impianto di messa a terra, la protezione contro i contatti diretti può essere realizzata con
uno dei seguenti sistemi.
ZONA DI RISPETTO NEI LOCALI CONTENENTI BAGNI E DOCCE
17
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTI ELETTRICI
10 COORDINAMENTO DELL’ IMPIANTO DI MESSA A TERRA CON I DISPOSITIVI DI
PROTEZIONE
Questo tipo di protezione richiede l’installazione di un impianto di terra coordinato con un
interruttore con relè differenziale, che assicuri l’apertura dei circuiti da proteggere non
appena eventuali cor¬renti di guasto creino situazioni di pericolo.
Affinché detto coordinamento sia efficiente, deve essere osservata la seguente relazione:
Rt < 50/Is
(sistemi TT)
Dove
Rt=
il valore in Ohm della resistenza dell’impianto di terra, nelle condizioni più
sfavorevoli
Is=
il valore, in Ampère, della corrente di intervento del dispositivo di protezione;
11 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI
Devono essere protette contro i contatti indiretti tutte le parti metalliche accessibili
dell’impianto elettrico e degli apparecchi utilizzatori, normalmente non in tensione, ma che,
per cedimento dell’isolamento principale o per altre cause accidentali, potrebbero trovarsi
sotto tensione (masse).
Per la protezione contro i contatti indiretti, ogni impianto elettrico utilizzatore, o
raggruppamento di impianti contenuti in uno stesso edificio o nelle sue dipendenze deve
avere un proprio impianto di terra.
A tale impianto di terra devono essere collegati tutti i sistemi di tubazioni metalliche
accessibili di acqua, gas e altre tubazioni entranti nell’edificio, nonché tutte le masse
metalliche accessibili, di notevole estensione, esistenti nell’area dell’impianto elettrico
utilizzatore stesso.
12 PROTEZIONE MEDIANTE DOPPIO ISOLAMENTO
In alternativa al coordinamento fra impianto di messa a terra e dispositivi di protezione
attiva, la protezione contro i contatti diretti può essere realizzata adottando apparecchi di
classe II.
In uno stesso impianto, la protezione con apparecchi di classe II può coesistere con la
protezione mediante messa a terra; tuttavia è vietato collegare intenzionalmente a terra le
parti metalliche degli apparecchi e delle altre parti dell’impianto di classe II.
18
COORDINAMENTO DELL’ IMPIANTO DI MESSA A TERRA CON I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTO ELETTRICO
13 PROTEZIONE DEI CONDUTTORI
Tutte le linee dovranno risultare protette dagli effetti dei cortocircuiti e dei sovraccarichi con
idoneo interruttore magnetotermico.
Pertanto dovranno essere tassativamente rispettate le sezioni dei conduttori indicate negli
schemi elettrici di progetto.
Nella verifica delle protezioni si è tenuto conto e, a seguito di eventuali modifiche, si dovrà
tener conto delle sezioni minime componenti la linea delle sezioni minime componenti la
linea, se queste non dispongono di un proprio dispositivo di protezione.
In particolare, i conduttori devono essere scelti in modo che la loro portata (Iz) sia superiore
o almeno uguale alla corrente di impiego (Ib) (valore di corrente calcolato in funzione della
massima potenza da trasmettere in regime permanente). Gli interruttori automatici
magnetotermici, da installare a loro protezione, devono avere una corrente nominale (In)
compresa fra la corrente di impiego del conduttore (Ib) e la sua portata nominale (Iz) e una
corrente di funzionamento (If) minore o uguale a 1,45 volte la portata (Iz).
In tutti i casi devono essere soddisfatte le seguenti relazioni:
Ib < I n <I z
If = 1,45 Iz
La seconda delle due disuguaglianze sopra indicate è automaticamente soddisfatta nel
caso di impiego di interruttori automatici conformi alle norme CEI EN 60898, 60947-2 e
60947-2/A1.
Gli interruttori automatici magnetotermici devono interrompere le correnti di corto circuito
che possono verificarsi nell'impianto, in modo tale da garantire che, nel conduttore protetto,
non si raggiungano temperature pericolose secondo la relazione:
Iq = I Ks2
conforme alle norme CEI 64-8 (varie parti).
14 PROTEZIONE DA SOVRATENSIONI PER FULMINAZIONE INDIRETTA E DI
MANOVRA
14.1 Protezione d'impianto
Al fine di proteggere l'impianto e le apparecchiature elettriche ed elettroniche ad esso
collegate contro le sovratensioni di origine atmosferica (fulminazione indiretta) e le
sovratensioni transitorie di manovra e per limitare scatti intempestivi degli interruttori
differenziali, all'inizio dell'impianto deve essere installato un limitatore di sovratensioni, che
garantisca la separazione galvanica tra conduttori attivi e terra. Tale limitatore deve essere
PROTEZIONE DEI CONDUTTORI
19
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTI ELETTRICI
modulare e componibile e avere il dispositivo di fissaggio a scatto incorporato per profilato
unificato.
14.2 Protezione d'utenza
Per la protezione di particolari utenze molto sensibili alle sovratensioni, quali ad esempio,
computer, videoterminali, registratori di cassa, centraline elettroniche in genere e dispositivi
elettronici a memoria programmabile, le prese di corrente dedicate alla loro inserzione
nell'impianto
devono
essere
alimentate
attraverso
un
dispositivo
limitatore
di
sovratensione, in aggiunta al dispositivo di cui al punto a).
Tale dispositivo deve essere componibile con le prese, e montabile a scatto sulla stessa
armatura; esso deve poter essere installato nelle normali scatole di incasso.
15 CADUTA DI TENSIONE
In presenza di massimo carico ai capi di ogni utenza si dovranno avere cadute di tensione
inferiori al 4%.
16 QUADRI ELETTRICI DA APPARTAMENTO, PARTI CONDOMINIALI O SIMILARI
I quadri a seconda del tipo di esecuzione dovranno avere le seguenti caratteristiche:
Quadri elettrici tipici per impianti di tipo civile
Dovranno essere del tipo per impianti civili in esecuzione da incasso in materiale
termoplastico autoestinguente munito di telai porta apparecchi con guida Din per il
fissaggio degli interruttori.
Tutti i centralini dovranno essere di tipo modulare con portella ambrata e pannelli di
chiusura per evitare il contatto con le apparecchiature in tensione senza l’uso di attrezzo.
Le varie apparecchiature devono essere disposte ordinatamente all’interno dei centralini a
facilmente accessibili per agevolare le operazioni di manutenzione.
I collegamenti di potenza a monte dei dispositivi di sezionamento e protezione dovranno
essere realizzati mediante conduttori unipolari flessibili di tipo NO7V-K con sezione non
inferiore a 4mmq.
I conduttori saranno opportunamente contrassegnati in modo da consentire una facile
individuazione dei circuiti.
La fornitura dovrà comprendere tutti gli accessori necessari al buon funzionamento del
centralino, come filetterie, morsettiere e quant’altro, anche se non esplicitamente detto
20
CADUTA DI TENSIONE
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTO ELETTRICO
nella presente relazione., in modo da consegnare i centralini completi e funzionanti in ogni
loro parte e rispondenti alle norme CEI ed antinfortunistiche attualmente in vigore.
Da installare all’interno degli alloggi;
Centralini e quadri di distribuzione da incasso componibili protetti
Normativa: IEC 60670-1; CEI 23-48; CEI 23-49
Grado di protezione: IP 40
Protezione contro i contatti indiretti: doppio isolamento - (•)
Temperatura di installazione: Max +60°C; Min -15°C
Materiale: PLAST
Resistenza agli urti: IK 08
Resistenza al calore anormale al fuoco:termopressione con biglia 70°C
Glow wire test 650°C
Da installare negli edifici residenziali nelle parti comuni;
Centralini e quadri di distribuzione a parete componibili stagni
Normativa: IEC 60670-1; CEI 23-48; CEI 23-49
Grado di protezione: IP 65
Protezione contro i contatti indiretti: doppio isolamento - (•)
Temperatura di installazione: Max +60°C; Min -25°C
Materiale: PLAST
Resistenza agli urti: IK 09
Resistenza al calore anormale al fuoco:termopressione con biglia 70°C
Glow wire test 650°C
Da installare negli edifici residenziali nelle parti comuni;
Quadri in poliestere
Normativa: CEI EN 60439-1; CEI EN 62208; CEI 23-48; CEI 23-49
Grado di protezione: IP 65
Protezione contro i contatti indiretti: doppio isolamento - (•)
Temperatura di installazione: Max +60°C; Min -25°C
Tensione nominale massima di impiego: 690V
Materiale: Poliestere rinforzato con fibra di vetro, Halogen Free secondo
CEI EN 50267 - 2 - 2
Resistenza agli urti: IK 10
Resistenza al calore anormale al fuoco: Termopressione con biglia 200°C
Glow wire test 960°C versioni porta cieca
Glow wire test 650°C versioni porta trasparente
Da installare negli edifici residenziali nelle parti comuni;
Quadri in metallo
Normativa: CEI EN 60439-1; CEI EN 62208; CEI 23-48; CEI 23-49.
QUADRI ELETTRICI DA APPARTAMENTO, PARTI CONDOMINIALI O SIMILARI
21
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTI ELETTRICI
Grado di protezione: IP 55.
Protezione contro i contatti indiretti:
involucro metallico predisposto con morsetto di terra.
Tensione nominale massima di impiego: 690V.
Materiale: lamiera con verniciatura a polvere epossi – poliestere.
Resistenza agli urti: IK 10.
Temperatura di installazione: Max +60°C; Min -25°C.
17 APPARECCHIATURE MODULARI
Le apparecchiature installate nei quadri di comando e negli armadi devono essere del tipo
modulare e componibile, con fissaggio a scatto sul profilato, preferibilmente normalizzato
EN 50022 (norme CEI 17–18).
In particolare:
- gli interruttori automatici magnetotermici fino a 100 A devono essere modulari e
componibili con potere di interruzione fino a 6.000 A, salvo casi particolari;
- tutte le apparecchiature necessarie per rendere efficiente e funzionale l’impianto (ad
esempio trasformatori, suonerie, portafusibili, lampade di segnalazione, interruttori
programmatori, prese di corrente CEE ecc.) devono essere modulari e accoppiabili nello
stesso quadro con gli interruttori automatici sopra ripotati).
- gli interruttori con relè differenziali fino a 63 A devono essere modulari e appartenere alla
stessa serie di cui ai punti precedenti, devono essere del tipo ad azione diretta;
- Gli interruttori magnetotermici differenziali tetrapolari, con 3 poli protetti fino a 63 A
devono essere modulari dotati di un dispositivo che consenta la visualizzazione
dell’avvenuto intervento e permetta, preferibilmente, di distinguere se detto intervento è
provocato dalla protezione differenziale; è ammesso l’impiego di interruttori differenziali
puri, perché abbiano un potere di interruzione con dispositivo associato di almeno 4.500
A;
Il potere di interruzione degli interruttori automatici deve essere garantito sia in caso di
alimentazione dai morsetti superiori (alimentazione dall’alto), sia in caso di alimentazione
dai morsetti inferiori (alimentazione dal basso).
Interruttore differenziale puro sprovvisto di protezione magnetotermica per correnti
nominali, differenziali, pulsanti e componenti continue, da porre in opera perfettamente
funzionante compresa la quota di cablaggio, gli accessori da inserire all’interno del quadro.
Interruttore differenziale magnetotermico bipolare, tripolare, tetrapolare, caratteristica C,
potere di interruzione 6kA compresa la quota di cablaggio, gli accessori da inserire
all’interno del quadro, da porre in opera perfettamente funzionante.
22
APPARECCHIATURE MODULARI
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTO ELETTRICO
Interruttore differenziale magnetotermico bipolare, tripolare, tetrapolare, caratteristica C,
potere di interruzione 10kA compresa la quota di cablaggio, gli accessori da inserire
all’interno del quadro, da porre in opera perfettamente funzionante.
Interruttore differenziale magnetotermico bipolare, tetrapolare, caratteristica C, potere di
interruzione 10kA per correnti pulsanti e continue compresa la quota di cablaggio, gli
accessori da inserire all’interno del quadro, da porre in opera perfettamente funzionante.
18 QUADRI ELETTRICI IN LAMIERA
Carpenteria o box metallico per quadro elettrico in lamiera metallica verniciata a fuoco min.
12/10, costituita da elementi componibili preforati o chiusi, barrature di sostegno per le
apparecchiature, sportello in vetro o in lamiera provvisto di serratura con chiave, pannelli,
zoccolo e tutte le opere murarie necessarie alla completa installazione.
Carpenteria o box metallico per quadro elettrico in lamiera metallica verniciata a fuoco min.
12/10, profondità 400 mm, con grado di protezione IP55, costituita da elementi componibili
preforati o chiusi, barrature di sostegno per le apparecchiature, sportello in vetro o in
lamiera provvisto di serratura con chiave, pannelli, guarnizioni di tenuta, zoccolo e tutte le
opere murarie necessarie alla completa installazione.
Centralino in resina da parete con grado di protezione IP55 completo di sportello, realizzato
in doppio isolamento per tensioni fino a 415 Volt da porre in opera con tutti i collegamenti
necessari al perfetto funzionamento e l’ancoraggio ai supporti predisposti.
Quadro elettrico da esterno a struttura modulare con grado di protezione minimo IP 30 o a
struttura monoblocco con grado di protezione minimo IP44, in lamiera, di spessore minimo
20/10, elettrosaldata e pressopiegata, verniciata a fuoco con polvere epossidica o con
vernice nitromartellata, previo ciclo di sgrassatura e decapaggio. Il quadro dovrà essere
corredato da un pannello di manovra asolato, da uno sportello in struttura metallica con
una lastra in materiale trasparente, incernierato e munito di serratura a chiave e, all’interno,
dovranno essere installate tutte le carpenterie atte a contenere le apparecchiature e quanto
altro occorre, nel pieno rispetto delle normative CEI, al perfetto funzionamento comprese le
targhette pantografate da porre sotto ogni asola porta interruttori e lo schema unifilare di
dotazione.
19 DISTRIBUZIONE CIRCUITI ILLUMINAZIONE E FORZA MOTRICE
Punto luce e punto di comando da predisporre sottotraccia da porre in opera con linea
dorsale di alimentazione (realizzata sottotraccia), tutti i collegamenti elettrici necessari al
funzionamento, comprese le scatole di derivazione e morsetti a mantello, conduttori del tipo
N07V-K 450/750 o FROR 450/750 con sezione minima sia per la fase che per la terra non
QUADRI ELETTRICI IN LAMIERA
23
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTI ELETTRICI
inferiore a mmq 1,5, scatola portafrutto incassata a muro, frutto, tubazione in pvc
autoestinguente incassata sotto l’intonaco.
Punto presa FM (presa di forza motrice) sottotraccia da porre in opera con la linea dorsale
completo di scatola di derivazione incassata a muro, tutti i collegamenti elettrici necessari
al funzionamento, morsetti di derivazione a mantello, conduttori del tipo N07V-K 450/750 o
FROR 450/750 di sezione minima di fase e di terra di mmq 2,5 (per prese fino a 16A), 6
mmq (per prese fino a 32A), scatola portafrutto, frutto, tubazione in pvc autoestinguente
incassata sotto l’intonaco.
Punto presa CEE trifase da 63A da realizzare con conduttore N07V-K 450/750 o FROR
450/750 di sezione non inferiore a 16 mmq per la fase e la terra da installare in tubazione
in pvc filettata raccordabile su scatole in pvc o in tubazione in ferro zincata filettata
raccordabile su scatole di ferro inclusi i collegamenti richiesti; tutti i componenti dovranno
avere un grado di protezione IP44 o IP55.
20 IMPIANTI MONOFASI
In mancanza di indicazioni, per gli impianti elettrici monofase si fa riferimento al carico
convenzionale dell’impianto. Detto carico verrà calcolato sommando tutti i valori ottenuti
applicando alla potenza nominale degli apparecchi utilizzatori fissi e a quella
corrispondente alla corrente nominale della presa a spina, i coefficienti che si deducono
dalle tabelle CEI riportate nei paragrafi seguenti.
21 IMPIANTI TRIFASI
Negli impianti trifasi (per i quali non è prevista una limitazione della potenza contrattuale da
parte del Distributore) non è possibile applicare il criterio di dimensionamento dell’impianto
di
cui
all’articolo
“Potenza
impegnata
e
dimensionamento degli impianti”; tale
dimensionamento dell’impianto sarà determinato, di volta in volta, secondo i criteri della
buona tecnica, tenendo conto delle norme CEI. In particolare, le condutture devono essere
calcolate in funzione della potenza impegnata, che si ricava nel seguente modo:
-potenza assorbita da ogni singolo utilizzatore (P1-P2-P3- ecc.), intesa come la potenza di
ogni singolo utilizzatore (Pu), moltiplicata per un coefficiente di utilizzazione (Cu):
P1 = Pu × Cu
-potenza totale per la quale devono essere proporzionati gli impianti (Pt), intesa come la
somma delle potenze assorbite da ogni singolo utilizzatore (P1-P2-P3- ecc.), moltiplicata
per il coefficiente di contemporaneità (Cc):
24
IMPIANTI MONOFASI
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTO ELETTRICO
Pt = (P1 + P2 + P3 + P4 + … + Pn) × Cc
Le condutture e le relative protezioni, che alimentano i motori per ascensori e montacarichi,
devono essere dimensionate per una corrente pari a 3 volte quella nominale del servizio
continuativo; se i motori sono più di uno (alimentati dalla stessa conduttura), i coefficienti
sono 1 per il successivo ascensore e 0,7 per tutti gli altri.
La sezione dei conduttori sarà, quindi, scelta in relazione alla potenza da trasportare,
tenuto conto del fattore di potenza, e alla distanza da coprire.
Si definisce corrente d’impiego di un circuito (Ib) il valore della corrente da prendere in
considerazione per la determinazione delle caratteristiche degli elementi di un circuito.
Essa si calcola in base alla potenza totale ricavata dalle precedenti Tabelle, alla tensione
nominale e al fattore di potenza.
Si definisce portata a regime di un conduttore (Iz) il massimo valore della corrente che, in
regime permanente e in condizioni specificate, il conduttore può trasmettere senza che la
sua temperatura superi un valore predefinito. Essa dipende dal tipo di cavo e dalle
condizioni di posa ed è indicata nella Tabella UNEL 35024-70.
Il potere d’interruzione degli interruttori automatici deve essere di al¬meno 4.500 A, salvo
diversa comunicazione dell’Ente distributore dell’ener¬gia elettrica.
Gli interruttori automatici devono essere tripolari o quadripolari, con 3 poli protetti.
22 APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE PER INTERNI ED ESTERNI
22.1 Assegnazioni dei valori di illuminazione
I valori medi di illuminazione, da conseguire e da misurare, entro 60 giorni dall'ultimazione
dei lavori, su un piano orizzontale posto a 0,85 m dal pavimento, in condizioni di
alimentazione normali, saranno desunti dai prospetti della norma UNI 10380. Se non
altrimenti indicato, dei tre valori indicati dovrà essere preso quello centrale. A titolo
orientativo, si riportano i valori raccomandati nel prospetto I per gli uffici.
TIPO DI LOCALE
ILLUMINAZIONE DI ESERCIZIO
(lux)
Aree di passaggio corridoio
50-110-150
Scale e ascensori
100-150-200
Magazzini e depositi
100-150-200
Servizi igienici (illuminazione generale)
50-100-200
Nella progettazione dovranno essere assunti valori di illuminazione pari a 1,25 volte quelli
di esercizio richiesti per tenere conto del fattore di deprezzamento ordinario.
APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE PER INTERNI ED ESTERNI
25
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTI ELETTRICI
22.2 Apparecchi di illuminazione
Gli apparecchi saranno dotati di schermi che possono avere compito di protezione e
chiusura e/o controllo ottico del flusso luminoso emesso dalla lampada.
Gli apparecchi saranno, in genere, a flusso luminoso diretto, per un migliore sfruttamento
della luce emessa dalle lampade; per installazioni particolari, potranno essere adottati
anche apparecchi a flusso luminoso diretto-indiretto o totalmente indiretto.
22.3 Ubicazione e disposizioni delle sorgenti
Particolare cura si dovrà porre all'altezza ed al posizionamento di installazione, nonché alla
schermatura delle sorgenti luminose, per eliminare qualsiasi pericolo di abbagliamento,
diretto o indiretto, secondo quanto indicato nella norma UNI 12464-1.
In mancanza di indicazioni, gli apparecchi di illuminazione si intendono ubicati a soffitto,
con disposizione simmetrica, e distanziati in modo da soddisfare il coefficiente di
disuniformità consentito.
In locali di abitazione è tuttavia consentita la disposizione di apparecchi a parete (applique),
per esempio, nelle seguenti circostanze: sopra i lavabi, a circa 1,80 m dal pavimento, e
sopra la porta, in disimpegni di piccole e medie dimensioni.
22.4 Flusso luminoso emesso
Con tutte le condizioni imposte, per ogni ambiente sarà calcolato il flusso totale emesso, in
lumen, delle sorgenti luminose, necessario per ottenere i valori di illuminazione, in lux,
prescritti; per ottenere ciò, si utilizzeranno le Tabelle dei coefficienti di utilizzazione
dell'apparecchio di illuminazione previsto.
In base al flusso totale emesso, si ricaverà il numero e il tipo delle sorgenti luminose;
quindi, il numero degli apparecchi di illuminazione.
23 ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA
L’impianto per l’illuminazione di sicurezza dovrà garantire la completa illuminazione di tutte
le vie di uscita, i luoghi di transito e di raccordo nel caso di interruzione dell’energia elettrica
in modo da consentire un veloce e sicuro deflusso delle persone presenti negli ambienti o
edifici interessati dalla disfunzione. Tutti i componenti dovranno rispondere ai seguenti
requisiti:
Punto luce per l’illuminazione di sicurezza per pianerottoli e vani scale eseguito con
conduttori di rame di adeguata sezione, posti a sfilamento entro tubi protettivi di materiale
isolante già previsti per l’impianto di illuminazione generale e derivati da proprio interruttore
automatico con sola protezione magnetica, da inserire nel quadro elettrico dei servizi
comuni;
26
ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTO ELETTRICO
Apparecchio per l’illuminazione di sicurezza per posa a parete mediante slitta per attacco
rapido in materiale plastico autoestinguente CEI 34-21/22 con circuito elettronico di
controllo, batterie ermetiche al Pb, classe isolamento III, spia rete/ricarica, grado di
protezione IP40, alimentazione ordinaria 220V, autonomia non inferiore a 120' con
lampada fluorescente da 8, 18, 22W;
Apparecchi di illuminazione di sicurezza per edifici residenziali CEI 64-50 del tipo a incasso
su scatola rettangolare, serie componibile, completi di placca con diffusore opalino,
lampada fluorescente da 4W, batterie al NiCd 2×1,2V- 1,2Ah, autonomia 60'.
24 IMPIANTO TELEFONICO
Dall’armadio centralizzato, posto in un locale idoneo, partiranno le distribuzioni verticali, con
cavi protetti da tubazioni in materiale plastico, fino alle scatole di derivazione; da queste
avranno inizio le ulteriori distribuzioni orizzontali con le diramazioni per le scatole dei singoli
ambienti, dalle quali partiranno le linee di distribuzione per le prese telefoniche.
Tutti i cavi, i tubi e le parti dell’impianto dovranno avere distanze di protezione ed essere
totalmente separati da qualsiasi altro impianto realizzato nell’edificio e, per quanto riguarda
i locali, essere in conformità con le caratteristiche di sicurezza, accessibilità ed aereazione
richieste dalla normativa vigente.
25 DISPERSORI PER LA MESSA A TERRA
Corda flessibile o tondo in rame nudo per impianti di dispersione e di messa a terra della
sezione di mmq 16-25-35-50, da porre in opera dentro uno scavo predisposto ad una
profondità di ca. cm 50 compreso il rinterro e tutti i collegamenti necessari alla chiusura
dell’anello.
Tondino zincato a fuoco per impianti di dispersione e di messa a terra del diametro mm 8
(sezione mmq 50), mm 10 (sezione mmq 75), da porre in opera dentro uno scavo
predisposto ad una profondità di ca. cm 50 compreso il rinterro e tutti i collegamenti
necessari alla chiusura dell’anello.
Bandella di acciaio zincato a fuoco per impianti di parafulmine delle dimensioni mm 25×330×2,5-30×3 da porre in opera su tetti praticabili, in buono stato di manutenzione, e su
calate da installare lungo le pareti degli edifici interessati compresi i supporti di sostegno, le
giunzioni ed i collegamenti agli apparecchi di captazione.
Bandella in rame per impianti di parafulmine delle dimensioni di mm 20×2-20×3, da porre in
opera su tetti praticabili, in buono stato di manutenzione, e su calate da installare lungo le
pareti degli edifici interessati compresi i supporti di sostegno, le giunzioni ed i collegamenti
agli apparecchi di captazione.
IMPIANTO TELEFONICO
27
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTI ELETTRICI
Dispersore per infissione nel terreno della lunghezza di m 2 da porre in opera completo di
collare per l’attacco del conduttore di terra, inserito in apposito pozzetto ispezionabile nel
quale dovrà confluire il cavo dell’anello di messa a terra compresa la misurazione, ad
installazione effettuata, della effettiva resistenza di terra, tutte le opere di scavo e ripristino
per la posa del pozzetto; tale dispersore potrà essere realizzato in:
- picchetto a tubo in acciaio zincato a caldo, del diametro esterno mm 40 e spessore della
parete mm 2;
- picchetto massiccio in acciaio zincato a caldo, diametro esterno mm 20;
- picchetto in profilato in acciaio zincato a caldo, spessore mm 5 e dimensione trasversale
mm 50;
- picchetto massiccio in acciaio rivestito di rame (rivestimento per deposito elettrolitico 100
micron, rivestimento per trafilatura 500 micron) di diametro mm 15;
- picchetto a tubo di rame di diametro esterno mm 30 e spessore mm 3;
- picchetto massiccio in rame di diametro mm 15;
- picchetto in profilato di rame di spessore mm 5 e dimensione trasversale mm 50.
Dispersore per posa nel terreno a quota minima m 0,50 al di sotto della sistemazione
definitiva del terreno, costituito da piastra delle dimensioni di m 1,00×1,00 (da realizzare in
acciaio zincato a caldo dello spessore di mm 3 oppure in rame dello spessore di mm 3),
completo di collare per l’attaco del conduttore di terra, inserito in apposito pozzetto
ispezionabile nel quale dovrà confluire il cavo dell’anello di messa a terra compresa la
misurazione, ad installazione effettuata, della effettiva resistenza di terra, tutte le opere di
scavo e ripristino per la posa del pozzetto.
Dispersore per posa nel terreno per costituire un anello di dispersione da porre in opera ad
una quota non inferiore a 0,50 m al di sotto della sistemazione definitiva del terreno
compresi i collegamenti, la misurazione, ad installazione effettuata, della effettiva
resistenza di terra, tutte le opere di scavo e ripristino; tale dispersore potrà essere
realizzato in:
- nastro di acciaio zincato a caldo di spessore mm 3 e sezione mmq 100;
- nastro di rame di spessore mm 3 e sezione mmq 50;
- tondino o conduttore in acciaio zincato a caldo, sezione mmq 50;
- tondino o conduttore massiccio di rame di sezione mmq 35;
- conduttore cordato in acciaio zincato a caldo, di sezione complessiva mmq 50 e
diametro di ciascun filo mm 1,8;
- conduttore cordato in rame di sezione complessiva mmq 35 e diametro di ciascun filo
mm 1,8.
Canalina di protezione delle calate fino a m 2,5 di altezza dalla massima quota praticabile
esterna, per impianti di terra o dispersione scariche atmosferiche, da realizzare in lamiera
bordata verniciata compresi gli oneri di fissaggio, giunti ed eventuali raccordi.
Scaricatori di tensione da installare come apparecchi integrati agli impianti per la
captazione delle scariche atmosferiche per proteggere da eventuali sovratensioni di origine
atmosferica o interna gli impianti elettrici alimentati a 200/380 V.
28
DISPERSORI PER LA MESSA A TERRA
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTO ELETTRICO
26 VERIFICA INIZIALE, CONSEGNA E NORME PER IL COLLAUDO DEGLI IMPIANTI
26.1 Verifica iniziale e consegna degli impianti
Dopo l'ultimazione dei lavori e il rilascio del relativo certificato da parte dell'Amministrazione
appaltante, questa ha la facoltà di prendere in consegna gli impianti, anche se il collaudo
definitivo degli stessi non abbia ancora avuto luogo.
In tal caso, però, la presa in consegna degli impianti da parte dell'Amministrazione
appaltante dovrà essere preceduta da una verifica provvisoria degli stessi che abbia avuto
esito favorevole.
Anche qualora l'Amministrazione appaltante non intenda avvalersi della facoltà di prendere
in consegna gli impianti ultimati prima del collaudo definitivo, essa può disporre, affinché
dopo il rilascio del certificato di ultimazione dei lavori, si proceda alla verifica provvisoria
degli impianti.
È pure facoltà dell'Impresa di chiedere che, nelle medesime circostanze, la verifica
provvisoria degli impianti abbia luogo.
La verifica provvisoria accerterà che gli impianti siano in condizione di poter funzionare
normalmente, che siano state rispettate le vigenti norme di legge per la prevenzione degli
infortuni e in particolare dovrà controllare:
- lo stato di isolamento dei circuiti;
- la continuità elettrica dei circuiti;
- il grado di isolamento e le sezioni dei conduttori;
- l'efficienza dei comandi e delle protezioni nelle condizioni del massimo carico previsto;
- l'efficienza delle protezioni contro i contatti indiretti.
La verifica provvisoria ha lo scopo di consentire, in caso di esito favorevole, l'esito del
funzionamento degli impianti ad uso degli utenti a cui sono destinati.
Ad ultimazione della verifica provvisoria, l'Amministrazione appaltante prenderà in
consegna gli impianti con regolare verbale.
26.2 Collaudo definitivo degli impianti
Il collaudo definitivo deve iniziarsi entro il termine stabilito di numero <...> giorni solari dalla
consegna degli impianti e, in difetto, non oltre 6 mesi dalla data del certificato di ultimazione
dei lavori.
Il collaudo definitivo dovrà accertare che gli impianti e i lavori, per quanto riguarda i
materiali impiegati, l'esecuzione e la funzionalità, siano in tutto corrispondenti a quanto
precisato nel Capitolato speciale d'appalto, tenuto conto di eventuali modifiche concordate
in sede di aggiudicazione dell'appalto stesso.
Ad impianto ultimato, si deve provvedere alle seguenti verifiche di collaudo:
- rispondenza alle disposizioni di legge;
- rispondenza alle prescrizioni dei Vigili del Fuoco
- rispondenza a prescrizioni particolari concordate in sede di offerta;
- rispondenza alle norme CEI relative al tipo di impianto, come di seguito descritto.
VERIFICA INIZIALE, CONSEGNA E NORME PER IL COLLAUDO DEGLI IMPIANTI
29
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTI ELETTRICI
In particolare, nel collaudo definitivo, dovranno effettuarsi le seguenti verifiche:
- che siano state osservate le norme tecniche generali.
- che gli impianti e i lavori siano corrispondenti a tutte le richieste e le preventive
indicazioni, inerenti allo specifico appalto, precisate dall'Amministrazione appaltante
nella lettera di invito alla gara o nel disciplinare tecnico a base della gara, purché risultino
confermate nel progetto-offerta dell'Impresa aggiudicataria e purché non siano state
concordate delle modifiche in sede di aggiudicazione dell'appalto;
- che gli impianti e i lavori siano in tutto corrispondenti alle indicazioni contenute nel
progetto-offerta, purché non siano state concordate delle modifiche in sede di
aggiudicazione dell'appalto;
- che gli impianti e i lavori corrispondano inoltre a tutte quelle eventuali modifiche
concordate in sede di aggiudicazione dell'appalto.
Anche del collaudo definitivo verrà redatto regolare verbale.
26.3 Esame a vista
Deve essere eseguita un'ispezione visiva per accertarsi che gli impianti siano realizzati nel
rispetto delle prescrizioni delle norme generali, delle norme degli impianti di terra e delle
norme particolari riferentesi all'impianto installato. Tale controllo deve accertare che il
materiale elettrico, che costituisce l'impianto fisso, sia conforme alle relative norme, sia
scelto correttamente e installato in modo conforme alle prescrizioni normative e non
presenti danni visibili che possano compromettere la sicurezza.
Tra i controlli a vista devono essere effettuati i controlli relativi a:
- protezioni e misura di distanze nel caso di protezione con barriera,
- presenza di adeguati dispositivi di sezionamenti e interruzioni di polarità, scelta del tipo
di apparecchi e misure di protezione adeguate alle influenze esterne, identificazione dei
conduttori di neutro e di protezione, fornitura di schemi, cartelli ammonitori,
identificazione di comandi e protezioni, collegamenti dei conduttori.
Inoltre è opportuno che questi esami inizino durante il corso dei lavori.
26.4 Verifica del tipo e dimensionamento dei componenti dell'impianto e
dell'apposizione dei contrassegni di identificazione
Si deve verificare che tutti i componenti dei circuiti messi in opera nell'impianto utilizzatore
siano del tipo adatto alle condizioni di posa e alle caratteristiche dell'ambiente, nonché
correttamente dimensionati in relazione ai carichi reali di funzionamento contemporaneo, o
in mancanza di questi, in relazione a quelli convenzionali.
Per cavi e conduttori si deve controllare che il dimensionamento sia fatto in base alle
portate indicate nelle tabelle CEI-UNEL; inoltre si deve verificare che i componenti siano
dotati dei dovuti contrassegni di identificazione, ove prescritti.
30
VERIFICA INIZIALE, CONSEGNA E NORME PER IL COLLAUDO DEGLI IMPIANTI
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTO ELETTRICO
26.5 Verifica della sfilabilità dei cavi
Si devono estrarre uno o più cavi dal tratto di tubo o di condotto compreso tra due cassette
o scatole successive e controllare che quest'operazione non abbia provocato
danneggiamento agli stessi.
La verifica va eseguita su tratti di tubo o di condotto per una lunghezza pari
complessivamente ad una percentuale tra l'1% e il 5% della lunghezza totale.
A questa verifica si aggiungono, per gli impianti elettrici negli edifici prefabbricati e
costruzioni modulari, anche quelle relative al rapporto tra il diametro interno del tubo o del
condotto e quello del cerchio circoscritto al fascio di cavi in questi contenuto e al
dimensionamento dei tubi o dei condotti.
Quest'ultima verifica si deve effettuare a mezzo di apposita sfera come descritto nelle
norme CEI per gli impianti sopraddetti.
26.6 Misura della resistenza di isolamento
Si deve eseguire con l'impiego di un Ohmmetro, la cui tensione continua sia 250 V, nel
caso di misura su parti di impianto di categoria 0 oppure su parti di impianto alimentate a
bassissima tensione di sicurezza, oppure di 500 V, in caso di misura su parti di impianto di
prima categoria.
La misura si deve effettuare tra ogni conduttore attivo e il circuito di terra e fra ogni coppia
di conduttori tra loro.
Durante la misura, gli apparecchi utilizzatori devono essere disinseriti; la misura è relativa
ad ogni circuito, intendendosi per tale la parte di impianto elettrico protetto dallo stesso
dispositivo di protezione.
I valori minimi ammessi per costruzioni tradizionali sono:
- 500.000 Ohm per sistemi a tensione nominale > a 50 V;
- 250.000 Ohm per sistemi a tensione nominale = a 50 V.
I valori minimi ammessi per costruzioni prefabbricate sono:
- 250.000 Ohm per sistemi a tensione nominale > a 50 V;
- 150.000 Ohm per sistemi a tensione nominale = a 50 V.
26.7 Misura delle cadute di tensione
La misura delle cadute di tensione deve essere eseguita tra il punto di inizio dell'impianto e
il punto scelto per la prova; si inseriscono un Voltmetro nel punto iniziale e un altro nel
secondo punto (i due strumenti devono avere la stessa classe di precisione).
Devono essere alimentati tutti gli apparecchi utilizzatori che possono funzionare
contemporaneamente; nel caso di apparecchiature con assorbimento istantaneo, di
corrente si fa riferimento al carico convenzionale scelto come base per la determinazione
della sezione delle condutture.
Le letture dei due Voltmetri si devono eseguire contemporaneamente e si deve procedere
poi alla determinazione della caduta di tensione percentuale.
VERIFICA INIZIALE, CONSEGNA E NORME PER IL COLLAUDO DEGLI IMPIANTI
31
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTI ELETTRICI
26.8 Verifica delle protezioni contro i cortocircuiti e i sovraccarichi
Si deve controllare che:
il potere di interruzione degli apparecchi di protezione contro i cortocircuiti sia adeguato alle
condizioni dell'impianto e della sua alimentazione;
la taratura degli apparecchi di protezione contro sovraccarichi sia correlata alla portata dei
conduttori protetti dagli stessi.
26.9 Verifica delle protezioni contro i contatti indiretti
Devono essere eseguite le verifiche dell'impianto di terra descritte nelle norme per gli
impianti di messa a terra (vedere le norme CEI 64-8 (varie parti).
Per gli impianti soggetti alla disciplina del D.P.R. 27 aprile 1955, n. 547 e successive
modifiche, va effettuata la denuncia degli stessi alle Unità Sanitarie Locali (USL) a mezzo
dell'apposito modulo, fornendo gli elementi richiesti e cioè i risultati delle misure della
resistenza di terra.
Si devono effettuare le seguenti verifiche:
- esame a vista dei conduttori di terra e protezione. Si intende che andranno controllate
sezioni, materiali e modalità di posa, nonché lo stato di conservazione, sia dei conduttori
stessi, sia delle giunzioni. Si devono, inoltre, controllare i conduttori di terra, il morsetto di
terra degli utilizzatori fissi e il contatto di terra delle prese a spina;
- si deve eseguire la misura del valore di resistenza di terra dell'impianto, utilizzando un
dispersore ausiliario e una sonda di tensione con appositi strumenti di misura o con il
metodo voltamperometrico. La sonda di tensione e il dispersore ausiliario vanno posti ad
una sufficiente distanza dall'impianto di terra e tra di loro; si possono ritenere ubicati in
modo corretto quando siano sistemati ad una distanza dal loro contorno pari a 5 volte la
dimensione massima dell'impianto stesso; quest'ultima, nel caso di semplice dispersore
a picchetto, può assumersi pari alla sua lunghezza. Una pari distanza va mantenuta tra
la sonda di tensione e il dispersore ausiliario;
- deve essere controllato in base ai valori misurati, il coordinamento degli stessi con
l'intervento nei tempi previsti dei dispositivi di massima corrente o differenziali; per gli
impianti con fornitura in media tensione, tale valore va controllato in base a quello della
corrente convenzionale di terra, da richiedersi all'ENEL;
- quando occorre, sono da effettuare le misure delle tensioni di contatto e di passo.
Queste sono di regola eseguite da professionisti, Imprese o enti specializzati. Le norme
CEI 64-8 (varie parti) forniscono le istruzioni per le suddette misure;
- nei locali da bagno deve essere eseguita la verifica delle continuità del collegamento
equipotenziale tra le tubazioni metalliche di adduzione e di scarico delle acque, tra le
tubazioni e gli apparecchi sanitari, tra il collegamento equipotenziale e il conduttore di
protezione. Tale controllo è da eseguirsi prima della muratura degli apparecchi sanitari.
32
VERIFICA INIZIALE, CONSEGNA E NORME PER IL COLLAUDO DEGLI IMPIANTI
COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTO ELETTRICO
26.10 Norme generali comuni per le verifiche in corso d'opera, per la verifica iniziale
e per il collaudo definitivo degli impianti
Prima di iniziare le prove di funzionamento e di rendimento delle apparecchiature e degli
impianti, il collaudatore dovrà verificare che le caratteristiche della corrente di
alimentazione, disponibile al punto di consegna (specialmente tensione, frequenza e
potenza disponibile), siano conformi a quelle previste nel Capitolato speciale d'appalto e
cioè quelle in base alle quali furono progettati ed eseguiti gli impianti.
Qualora le anzidette caratteristiche della corrente di alimentazione (se non prodotta da
centrale facente parte dell'appalto), all'atto delle verifiche o del collaudo, non fossero
conformi a quelle contrattualmente previste, le prove dovranno essere rinviate a quando sia
possibile disporre di correnti di alimentazione delle caratteristiche contrattualmente
previste, purché ciò non implichi una dilazione della verifica provvisoria o del collaudo
definitivo superiore ad un massimo di 15 giorni.
Nel caso vi sia al riguardo impossibilità da parte dell'Azienda elettrica distributrice o qualora
l'Amministrazione appaltante non intenda disporre per modifiche atte a garantire un
normale funzionamento degli impianti con la corrente di alimentazione disponibile, le
verifiche in corso d'opera, la verifica provvisoria ad ultimazione dei lavori, nonché il
collaudo definitivo potranno ugualmente aver luogo, ma il collaudatore dovrà tenere conto,
nelle verifiche di funzionamento e nella determinazione dei rendimenti, delle variazioni delle
caratteristiche della corrente disponibile per l'alimentazione che spetta a quelle
contrattualmente previste e secondo le quali gli impianti sono stati progettati ed eseguiti.
Per le verifiche in corso d'opera, per la verifica provvisoria e per il collaudo definitivo,
l'Impresa è tenuta, a richiesta dell'Amministrazione appaltante, a mettere a disposizione
normali apparecchiature e strumenti adatti per le misure necessarie, muniti di apposito
certificato di taratura, senza poter perciò accampare diritti a maggiori compensi.
Se in tutto o in parte gli apparecchi utilizzatori e le sorgenti di energia non sono inclusi nelle
forniture comprese nell'Appalto, spetterà all'Amministrazione appaltante di provvedere a
quelli di propria spettanza, qualora essa desideri che le verifiche in corso d'opera, quella
provvisoria e quella di collaudo definitivo, ne accertino la funzionalità.
26.11 Garanzia degli impianti
Se non diversamente disposto nel Capitolato speciale di appalto, la garanzia è fissata entro
12 mesi dalla data di approvazione del certificato di collaudo.
Per garanzia degli impianti entro il termine precisato, si intende, l'obbligo che incombe
all'Impresa di riparare tempestivamente, a sue spese, comprese quelle di verifica, tutti i
guasti e le imperfezioni che si manifestino negli impianti per effetto della non buona qualità
dei materiali o per difetto di montaggio, escluse soltanto le riparazioni dei danni che non
possono attribuirsi all'ordinario esercizio dell'impianto, ma ad evidente imperizia o
VERIFICA INIZIALE, CONSEGNA E NORME PER IL COLLAUDO DEGLI IMPIANTI
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COMUNE DI REGGIO EMILIA
CAPITOLATO IMPIANTI ELETTRICI
negligenza del personale dell'Amministrazione appaltante stessa che ne fa uso, oppure a
normale usura.
34
VERIFICA INIZIALE, CONSEGNA E NORME PER IL COLLAUDO DEGLI IMPIANTI
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