Foliage, tutto di rosso mi voglio vestire

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Foliage, tutto di rosso mi voglio vestire
Il perché di questo fenomeno naturale e dove è possibile osservarlo in Abruzzo
Nel periodo autunnale, in alcuni boschi, le chiome degli alberi progressivamente si tingono di giallo e di arancio,
oppure virano in sfumature rosso vermiglie e caldi marroni. Con l’avvicinarsi del gelo invernale, poi, una parte di
queste foglie cade inesorabilmente a terra. Negli Stati Uniti, questo fenomeno naturale è diventato ormai un evento,
il fall - foliage (in inglese foliage significa chioma), cioè l’osservazione e lo studio della caduta autunnale delle foglie.
Ogni anno, i viaggiatori affollano le zone della regione del New England per “catturare” le foglie d'autunno. È nata
persino una Network Foliage, una rete per fornire informazioni accurate sul fall - foliage nelle varie località degli
Stati Uniti. Durante i mesi di settembre, ottobre e novembre, la rete raccoglie i dati dai foliage spotters due volte a
settimana; questi dati vengono raccolti, tracciati e analizzati dalla rete e il risultato finale è un report utilizzato dai
viaggiatori per trovare le migliori condizioni del foliage.
Questo fenomeno, fortunatamente, non è visibile solo negli Stati Uniti ma, essendo tipico delle foreste decidue
(foreste composte da alberi e arbusti che perdono le foglie nel periodo invernale) dei climi temperati è possibile
ammirarlo anche in Europa e in Abruzzo. Bisogna considerare, però, che non tutte le piante decidue presentano i
colori autunnali tipici del foliage. Nella maggior parte delle caducifoglie, infatti, la foglia verde schiarisce
progressivamente ed eventualmente diventa bruna prima di cadere, non diventa rossa o totalmente gialla. In altre
specie, invece, il colore delle foglie cambia completamente: da verde può virare verso il giallo o l’arancione, oppure
puntare decisamente al rosso brillante, al porpora o al marrone.
Qual è la spiegazione alla base di questo fenomeno?
Anche se l’ambiente (temperatura e fotoperiodo) influisce sull’innesco e la durata del foliage, la manifestazione di
questo carattere dipende soprattutto dal patrimonio genetico delle diverse specie, tanto che non necessariamente
specie strettamente imparentate si comportano allo stesso modo da questo punto di vista. Ad esempio, di 85 specie
di acero, circa un terzo non presenta il foliage, mentre altre specie all’interno del genere Acer diventano gialle e/o
rosse in autunno.
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Da che cosa dipende questo viraggio di colore?
Le foglie, durante la buona stagione, sono verdi per la preponderante presenza di un importante pigmento, la
clorofilla, che ha un’elevata capacità di assorbire alcune componenti della luce visibile, proprietà fondamentale per
la fotosintesi. La clorofilla assorbe solo una parte delle radiazioni solari, prevalentemente le componenti blu e rossa,
mentre la luce verde, che non viene assorbita, si riflette fino ad arrivare ai nostri occhi. Così noi percepiamo verde il
colore delle foglie. La clorofilla è continuamente prodotta dalla pianta per rimpiazzare quella che è stata distrutta; la
produzione di clorofilla richiede forte illuminazione e alta temperatura. Ecco perché quando arrivano i primi freddi
autunnali le foglie mostrano colori diversi dal verde: cessa la produzione di clorofilla e le foglie appaiono colorate da
altri pigmenti, quali i caroteni e gli antociani, che sempre presenti nella foglia, ma non si percepiscono poiché
"mascherati" dal verde della clorofilla. In autunno, quando la clorofilla si riduce, compaiono le tonalità più calde, nei
toni del giallo (caroteni) e del rosso.
I colori dei diversi tipi di carotenoidi spaziano dal giallo, all’arancione e al rosso. La funzione dei carotenoidi è sia di
supporto alla fotosintesi, perché assorbono parte della luce che non viene assorbita dalla clorofilla, sia di
fotoprotezione: la fotosintesi stessa può essere, infatti, fonte di stress ossidativo e i carotenoidi sono importanti
antiossidanti naturali. A differenza di clorofilla e carotenoidi, le antocianine non hanno un ruolo nella fotosintesi e
non sono normalmente presenti nelle foglie. Vengono prodotte in condizioni di stress, per esempio a causa del
freddo, e in alcune specie anche durante l’invecchiamento delle foglie (senescenza). Inoltre, le antocianine svolgono
un ruolo schermante perché assorbono luce senza trasmetterla agli apparati fotosintetici.
Cosa significa nella vita di una pianta il viraggio del colore e perché non tutte le caducifogli lo manifestano?
Sono state avanzate diverse teorie per spiegare il fenomeno. L’idea di fondo è che la colorazione autunnale
sviluppata da alcune piante debba rappresentare una forma avanzata di protezione nei confronti di stress fisici o nei
confronti di insetti parassiti.
La teoria della protezione da stress fisici si basa sul fatto che le piante decidue hanno foglie troppo delicate per
resistere alle fredde temperature invernali e non adatte a sopportare eventuali gelate. Temperature basse e molta
luce, tipiche in una bella giornata d’inverno, rappresentano delle condizioni difficili per queste piante: l’apparato
fotosintetico può, infatti, trasformarsi in una fonte di molecole molto aggressive che possono danneggiare le foglie e
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renderle facile preda di patogeni. Insomma, per molte specie arboree la perdita delle foglie in autunno può essere
intesa come una forma di difesa preventiva, non troppo costosa per il bilancio globale della pianta visto che gran
parte dei nutrienti sono recuperati prima che la foglia sia abbandonata al suo destino.
La teoria della protezione dagli insetti ha la sua base nella coevoluzione pianta-insetto. Molte specie di insetti, come
gli afidi, cercano rifugio negli alberi in autunno per svernare. Da alcuni studi sembrerebbe che gli afidi siano più
attratti dalle foglie verdi rispetto a quelle rosse questo probabilmente perché il colore acceso del fogliame autunnale,
soprattutto le tonalità del rosso, verrebbero interpretate dagli insetti come un segnale di pericolo. Quindi si ritiene
che alcune specie vegetali avrebbero evoluto la colorazione rossa autunnale per evitare di esser colonizzate dagli
afidi e altri insetti durante l’inverno.
Da cosa dipende, invece, il distacco delle foglie?
Il distacco delle foglie (abscissione fogliare) è un processo attivo che la pianta regola in modo accurato. Prima di
procedere al distacco della foglia, la pianta recupera le sostanze nutritive presenti all’interno delle foglie che entrano
in fase senescente. Dalla degradazione della clorofilla si liberano gli aminoacidi che verranno immagazzinati per
tutto l'inverno nelle radici dell'albero, nei rami e in fusti e tronchi, fino alla primavera successiva, quando saranno
riutilizzati per la produzione delle nuove foglie. Terminata la fase di recupero, può iniziare l’abscissione. Il distacco
del picciolo avviene in corrispondenza di uno o più strati di cellule modificate che costituiscono la zona di
abscissione. L’auxina, l’etilene e l’acido abscissico sono i principali ormoni coinvolti nell’abscissione. Il loro effetto è
antagonistico: mentre l’auxina (ormone della crescita) contrasta l’abscissione, l’etilene e l’acido abscissico (ormoni
inibitori della crescita) la promuovono. Prima dell’autunno, i livelli di auxina nelle foglie sono sufficienti a impedire
l’effetto dell’etilene e dell’acido abscissico, ma l’innesco del processo di abscissione avviene proprio quando, nella
foglia senescente, l’auxina inizia a mancare. Gli ormoni inibitori della crescita attivano i geni che codificano degli
enzimi capaci di attaccare la parete cellulare, ma solo nelle cellule della zona di abscissione. Il risultato è un
distacco netto della foglia in un punto ben preciso.
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I 10 luoghi dove è possibile osservare questo fenomeno in Abruzzo
Il fenomeno in Abruzzo è osservabile nelle zone caratterizzate da boschi mesofili dominati dal faggio e con presenza
di altre latifoglie mesofile e submediterranee come l’acero montano, l’acero riccio, l’acero campestre, il frassino
maggiore, i tigli, il carpino bianco, il ciliegio, il carpino nero, l’acero opalo, l’orniello.
Se interessati al fall foliage abruzzese questi sono solo alcuni dei luoghi che vi consigliamo di visitare
Parco Naturale Regionale Sirente Velino:

Sentiero anello della Val d’Arano

Sentiero per il Lago di Tempra

Sentiero delle Pagliare
Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise:

Sentiero della Camosciara

Sentiero della Val Fondillo

Sentiero per la Difesa di Pescasseroli
Parco Nazionale della Majella:

Sentiero per Lama Bianca

Bosco di Sant’Antonio

Sentiero per l’Eremo di San Pietro da Sulmona
Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga:

Sentiero per l’Abetina da Cortino

Sentiero per il Rifugio del Monte da Fano Adriano

Sentiero della Val Chiarino
Se poi volete venire con noi a vivere l’esperienza del fall folliage abruzzese contattateci o visitate il calendario delle
attività sul sito www.abruzzomountainswild.com
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