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COLLEZIONE COMPLETA
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COMPENDJ SEPARATI
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iutte «aewxe, jPettaie et) ciotti»
METEORO
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MILANO
presso l'Editore dell'EHCICIOPEDM
ΡΟΒΤΑΤΠ.Ε e d e l l a B I B L I O T E C A
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ACBAKIA,
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COLLEZIONE COMPLETA
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COMPENDI S E P A R A T I
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COMPILATA
DA UNA SOCIETÀ DI DOTTI
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COMPENDIO
METEOROLOGIA.
OSSIA
ESPOSIZIONE D E' FENOMENI ATMOSFERICI
PRECEDUTO
DA UN'INTRODUZIONE STQpjg.
E SEGUITO
DA UN VOCABOLARIO
DE' TEIlÀl TECNICI
BAILLY I f MERLIEUSÌ­O ■­
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h SPESE D ELt'ED IIOR| »>■* ­ " ? ί κ Λ Λ -
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» Ç.­.C0i;1riPID EL D OTT. G. FERRARIO
I N D I C E
COMPENDIO DI METEOROLOGIA.
Introduzione storica.
Pag.
i
NOZIONI PRELIMINARI.
Articolo I. Della Meteorologia in generale.
" 4^
— II. Nozioni generali sull'atmosfera.
» 48
Divisione dell* òpera.
" 56
[y
D
I N
I C E
PARTE PRIMA
DELLE METEORE
'
IN PARTICOLARE.
Capitolo I. D elle meteore aeree. Pag.
Sezione Prima· D egli effetti del ca­
lore suir atmosfera.
»
Sezione Seconda. D ei movimenti del­
l' atmosfera 0 dei venti. »
§. I. Venti generali.
»
§. II. Venti periodici.
»
§. III. Venti irregolari.
»
Sezione Terza, D ei diversi fenomeni
dovuti alla costituzione ti­
sica ο chimica dell'aria.»
§. I. D e'suoni.
»
g. II. D elle alterazioni chimiche
dell' aria.
»
Capitolo II. D elle meteore acquee. »
Sezione Prima. D ei vapori e delle
nubi.
»
g. I. D ei vapori invisibili.
»
§. II. D ei vapori visibili, 0 nubi. »
Sezione Seconda. D ei vapori conden­
sati,
»
§. I. D elle nebbie.
»
58
59
79
82
86
88
96
ivi
101
112
u3
ivi
121
i3o
ι3·!
I N D I C E
V
§. IL D ella pioggia.
Pag. 136
§. III. D ella neve e della gra­
gnuola.
» i5o
§. IV. D ella rugiada.
« i55
§. V. D ell' acqua solida e del
ghiaccio.
» i63
Capitolo III. D elle meteore ignee. » 170
Sezione Prima. D elle meteore elet­
triche.
» 171
Sezione Seconda. D elle meteore ma­
gnetiche.
» 189
Sezione Terza. D elle meteore lumi­
nose.
» 195
g. I. D ell' arco baleno.
» 197
§. II. D egli aloni ο corone, e dei
parelii e paraseleni.
» 200
§. HI. D ella Fata Morgana.
» 206
§. IV. D ella refrazione atmosfe­
rica.
» 208
Capitolo IV. D elle diverse meteo­
re.
» 211
§. I. D ei ^vulcani e dei terre­
moti.
« aia
§. II. D elle maree.
» ai4
§. III. D egli aereoliti, 0 meteo·
roiiti.
'» 217
VI
1 Κ D I C E
g. IV. D elle piogge di diverse so­
stanze.
Pag.
2li)
PARTE SECOND A
DEGLI STRUMEHTI, DEI SEGHI E DELLE OSSERVAZI0KI
METEOROLOGICHE.
Capitolo I. D egli strumenti meteoro­
logici.
„ a27
Sezione Prima. D egli strumenti indi­
catori e delle misure delle
meteore aeree.
» 228
§. I. D ei termometri.
» 229
§. II. D ei barometri.
„ 2 35
• §. III. D egli anemometri, e delle
ventaline.
„ 2 4g
Sezione Seconda. D egli strumenti per
misurare le meteore ac­
quee.
„ 2 55
§. I. D ell' igrometro.
» ivi
§. II. D ell'atmometro od evapo­
rometro.
„
^
1
§. III. D ell' udometro 0 pluvio­
1
^
metro.
„ a65
S· IV. D ell' etrioscopo ο droso­
metro.
„ 2c7
I N D I C E
VU
Sezione Terza. D egli strumenti di mi­
sura delle meteore ignee. Pag. 371
§. I. D egli elettrometri.
» ivi
§■ II. D ell' ago calamitato.
« 277
§. III. D el fotometro,
» 278
Capitolo II. D ei segni indicatori e
pronostici delle meteore. » 280
§. I. Indizii del tempo in gene­
rale.
» 281
§. II. Indizii delle meteore ae­
ree. Segni dei venti.
» 289
Segni di freddo e di gelo. " 29 a
Segni del disgelo.
» 293
Segni di siccità.
» ivi
Segni delle stagioni mal­
sane.
» 294
§. III. Segni di meteore acquee.
Segni di pioggia e di bel
tempo.
» ivi
Segni di gragnuola ο di
'
neve.
» 307
§. IV. Indizii di meteore aeree. « 3o8
Capitolo III. D elle osservazioni me­
teorologiche,
η 309
§. I. Maniera di fare ìe osserva­
zioni.
„ JV,­
Vin
I N D I C E
§. II. Misure, correzione precauzioni da prendersi. Pag.
§. III. Del modo di tenere i Giornali di meteorologia.
»
Piano di un Giornale meteorologico proposto dal
signor Forster.
»
Piano di un Giornale meteorologico proposto dal
signor Moriu.
»
Tavola Botanico-Meteorolo?s
gica.
§. IV. Almanacchi meteorologici. »
in
3i2
3i5
3i6
^20
322
COMPENDIO
DI
■ί»..ιΛ ' .■Ti·,·.-·.-
METEOROLOGIA
INTRODUZIONE STORICA
■ί>
L
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./·ιΓί.":.'ο··!'ί■ ·;ί
:
ui'.j »·!.'ί;ρ .'; i ' ï r ' i
A Meteorologia (cîa pirec/fà,
meteora, sublime, e da λογίς, loyas
discorso) è la scienza che tratta dei
fenomeni dell'atmosfera. La parola
Meteora, limitata nella nostra linMETEOBOtOGIA.
'
2
INTRODUZIONE.
gua all' indicazione dei corpi lumi­
nosi che compajono accidentalmente
nel cielo, è stata, corrispondente­
mente all' etimologia greca, indistin­
tamente applicata a tutti i fenomeni
aerei. La Meteorologia abbraccia
dunque lo studio non solo di quelle
rare e istantanee apparazioni che
vengono più particolarmente chia­
mate meteore, ma anche de'diversi
cangiamenti cui va soggetto lo stato
dell'atmosfera.
Anche in questo senso più lato,
il soggetto di cui ci occupiamo parrà
esso forse poco degno d'interesse?
Egli è certo che la natura dei fatti
di cui si occupa la meteorologia di­
mostra che in tutti i tempi, formar
dovettero Γ attenzione degli uomini
ed in oggi il loro studio diviene an­
cor più importante, per Γ avanza­
INTRODUZIONE.
3
mento progressivo delle scienze fi­
siche che, ponendo a nostra dispo­
sizione gran numero di strumenti
diversi, ci permettono di apprezzare
più esattamente ligi effetti, e ci la­
sciano lusinga di pervenire un giorno
alla spiegazione delle cause.
■'
Sino dai secoli più remoti i di­
versi aspetti del cielo, i cangiamenti
di temperatura dell'aria, e le altre
vicissitudini del tempo , non hanno
potuto mancare di colpire Γ osser­
vatore anche il meno abile; non vi
occorreva un grande sviluppamento
dell'intelletto per riconoscere che
questi fenomeni esercitano un" in­
fluenza potente ed immediata, non
solo sulle sensazioni e sulla salute
degli esseri viventi ^ a ben anche
sui prodotti vegetabili e sulla rie­
scita e_d abbondanza delle raccolte.
\
4
INTRODUZIONE.
Edanzi si è per uomini posti in una
condizione sociale poco elevata, che
questi fenomeni sono particolarmente interessanti, e si manifestano in
tutta la loro evidenza; costretti essi
pei loro lavori e pel modo di loro
vita, di passare una grande parte
del giorno a cielo scoperto, hanno
molte occasioni di osservare i diTersi segni che precedono certi cangiamenti nello stato dell'atmosfera;
e nello stesso tempo, non avendo
quelle comodità che ci danno i raffinamenti della vita incivilita, il desiderio del loro ben essere unito
alla loro curiosità, ha dovuto condurli a notare tutte le circostanze
che sembrano annunciare l'avvicinamento di questi cangiamenti dai
quali sono essi più immediatamente
colpiti. Noi reggiamo in fatti, che
INTRODUZIONE.
5
sino dalla più remota antichità, i
fenomini meteorologici hanno ec­
citato l'interessamento generale,in
tutti i paesi, e in tutte le diverse
condizioni dei popoli; per cui non
avvi alcun soggetto sul quale sianvi
delle massime altrettanto numerose
e generalmente diffuse.
Il primo tentativo di ridurre ad
una forma sistematica le diverse pre­
dizioni , del tempo sembra essere
stato fatto da Aristotile, e dal suo
discepolo Teofrasto. Senza dubbio
molto tempo prima gli Egiziani ed
altri popoli dell'Oriente, avevano di
già raccolto dei fatti interessanti re­
lativi ai fenomeni atmosferici; ma
sembra che essi li abbiano conside­
rati solo come un ramo dell'Astro­
nomia ο dell'Astrologia. Aristotile
nella sua opera delle Meteore se ne
6
INTRODUZIONE.
occupa comedi.una scienza distinta,
ed aggiunge alle osservazioni de'suoi
predecessori quelle che gli sono proprie, dando anche qui delle prove
evidenti del genio e della perspicacia che lo hanno così eminentemente distinto. Per tutto ciò che dipende
dalla osservazione, le sue, ricerche
meteorologiche richieggono pochi
cangiamenti, e basta prendere cognizione delle sue osservazioni sulla
rugiada,per ritenere che su questo
soggetto si è avvicinato molto alle
scoperte dei secoli i più illuminati;
ciò non ostante, ignorando esso la
costituzione chimica e meccanica dell'" atmosfera le sue idee sono necessariamente vaghe, bizzarre, incerte ;
e, malgrado tutti i talenti di quest'uomo straordinario, si può dire
che la meteorologia non l'ormava
INTRODUZIONE.
η
a que' tempi una scienza. Le viste
di Aristotile vennero seguite dal suo
allievo Teofrasto, il quale ha raccol­
to e classificato le opinioni general­
mente ammesse sui fenomeni me­
teorologici; espone egli successiva­
mente i segni indicatori della pioggia,
del vento, delle tempeste, e del bel
tempo; questo'ne dimostra che il
trattato di Teofrasto, meno scien­
tifico di quello del suo istitutore,
aveva per iscopo l'istruzione del
popolo. L' oscurità delle scienze fi­
siche, in tale epoca, non permet­
teva di gettare un colpo d'occhio
filosofico sulle cause de'fenomeni
così variati e così irregolari, ma si
volevano conoscere le massime e le
regole enpiriche, col mezzo delle
quali si credeva di poter predire ad
un di presso tale ο tale altro feno­>
meno.
8
INTRODUZIONE.
Gli scritti di Teofrasto divennero
dunque una guida nella Meteorologia , e gli scrittori che gli succedettero non fecero alla sua opera
che delle aggiunte poco numerose
e poco importanti. Formano essi
specialmente la base dei Pronostici
d'Arato,c\ìe coi Fenomeni dello stesso autore, furono tradotti in versi
latini da Cicerone; un frammento
di questo saggio dell'autore Roman o , conservatoci nelle sué opere,
non ci offre una grande idea né dei
talenti poetici di Cicerone, né delle
cognizioni meteorologiche degli antichi.
Anassimeno ed Anassimandro per
quauto sembra si occuparono ancor
essi di Meteorologia, quest'ultimo
attribuiva i venti alla rarefazlon dell'aria prodotta dal calore, e \ tem-
INTKODUZIONE.
g
potali a violenti esplosioni delle nubi,
le quali sembra che fossero consi­
derate siccome una specie di sacchi
gonfiati per un miscuglio di vento
e di acqua.
Sarebbe inutile cosa il voler ten­
tare di indicare i progressi di questo
ramo delle scienze fìsiche durante
Γ ultimo periodo della storia Roma­
na. Negli scritti di Virgilio e di di­
versi autori classici ο geoponici noi
troviamo numerose allusioni al sog­
getto che ci occupa; ma, mentre i
pronostici popolari si moltiplicano,
la Meteorologia, come scienza, ri­
mane stazionaria. Un grande nume­
ro di fattitrovansi citati da Plinio,
e Lucrezio ha tentato di indicarne
le cause; ma questi fatti sono cir­
condati da tante assurdità e da su­
perstizioni, che offrono un soggetto
IO
INTBODUZIONE.
di studio più al moralista che al
fisico.
Questa scienza non fece alcun
sensibile progresso nei secoli che si
succedettero sino alla caduta dell'impero Romano, secoli di ignoranza
duranti i quali non solo i lumi della
letteratura e delle scienze di già
acquistati si estinguevano, ma anzi
il cammino dello spirito umano sembrava retrogrado; ciò non ostante
la Meteorologia ebbe poco a soffrire
nella universale rovina per riguardo
alle scienze degli antichi occasionata
dalla distruzione dell'impero romano ; come scienza in fatti, essa aveva
poco a perdere, e in quanto alle
predizioni, avendo esse presa origine nel popolo, vennero adottate
e conservate lauto dai barbari conquistatori del nord, quanto dai loro
predecessori più inciviliti.
IXTRODUZIOÎtB.
I I
Con un colpo d'occhio sulle opinioni generalmente ricevute in meteorologia si abbraccerebbe dunque
tutto ciò che la scienza, se pure si
può dargli questo nome, ha offerto
di più importante sino all' introduzione dell'uso degli strumenti, che
è quanto dire siuo alla metà del
secolo scorso. 11 nostro piano non
ci permette di entrare nelle particolarità di queste credenze volgari,
ed esse non hanno una sufficiente
importanza per esigere un simile
esame; d'altronde, come abbiamo
già detto, i presagi ammessi dagli
antichi sono ad un di presso quelli
di tutti i tempi. Noi ritorneremo su
di essi al capitolo che tratta degli
indir/ delle meteore.
Un'altra classe di pronostici comprende quelli che £ li abitanti delle
12
ÌKTRODUZIONE.
campagne pretendono di ricavare
dall'atmosfera in certi giorni dell'anno^per prevedere il tempo che
regnerà per tutta una stagione, oppure a certe epoche die trovanst
spesso separate di più mesi dal preteso presagio. Tra queste credenze
grossolane trovansi pochi fatti che
sembrino connessi con fenomeni naturali bene osservati. Egli è con predizioni di questo genere alle quali
si aggiungono quelle degli avvenimenti politici e di più con racconti
rozzi od osceni, che i redattori di
almanacchi hanno acquistato quella
grande rinomanza che ha resistito
più secoli, e che impone ancora ai
troppo creduli una cieca confidenza
nei loro stupidi lavori. I principali di
questi pronosticatori sono il Proveniate Nostradamus e Mathieu iaèns-
INTRODUZIONE.
l3
berg, canonico ed astronomo di Liegi
inFrancia,il Vesta Verde il Casamia
ed altri in Italia i cui almanacchi^
rifatti tutti gli anni dai loro successori^ senza dispendio di spirito, uè
di calcoli, né di ricerche, non hanno
cessato di ingannare il pubblico, e
di diffondersi per -niglioni su tutta
l'Europa. Non evvi popolo che sia
stato maggiormente la vittima dei
redattoli di almanacchi del popolo
inglese, malgrado i lumi che possied e : Galbury, Partridge, i cui almanacchi datauo dal i633. Francesco
Moore che verso il 1698 vi aggiunse
gli annuncj degli avvenimenti politici, il Bonohomme Robin, che si
distinse in queste composizioni pelle sue oscenità, hanno continuato
a fare le delizie degli abitanti dell'Inghilterra sino al 1828 in cui la
14
INTRODUZIONE.
società per la propagazione delle
utili cognizioni, diffuse dovunque
il suo eccellente British Almanac.
In Francia, il tentativo di una simile sostituzione venne fatto sino
dal 1820 ma per mancanza del necessario appoggio , e per conseguenza dei cangiamenti sopraggiunti nel
ministero , gli Almanacchi di Liegi,
dei Pastori, le Messager Poiteux, ec.
hanno di nuovo usurpato la loro
rinomanza già vicina a cadere.
I presagi popolari però per bizzarri ed assurdi che essi sembrino,
e quantunque siano legati il più delle
volte a ridicole superstizioni, debbono trovar luogo nei registri di osservazioni meteorologiche; e l'ommetterli sarebbe un rigettare i mezzi
che la natura stessa pare che ne
offra per giungere alla scoperta della
INTKODUZIONE.
15
sua maniera d'agire in una classe
molto interessante di fenomeni. Si
ha in oggi troppa tendenza nella
fisica moderna a rigettare le opinio­
ni volgari e a non attaccare molta
importanza alle osservazioni fatte
dai non scienziati; si dee però con­
fessare che ciò che è stato conside­
rato come un fatto certo da mi­
gliaja di persone di tutti i tempi e
di tutti i paesi, come è accaduto
per riguardo ai nostri pronostici del
tempo, non può essere rigettato per
titolo di bizzarria né di assurdità,
che in luogo di disprezzarli sarebbe
più saggia cosa di procurare di ve­
rificare l'esattezza ο la falsità del
fenomeno; poiché bisogna aver pre­
sente che un fatto dee sempre es­
sere ammesso sia ο no possibile di
assegnare la causa. Egli è certo quan­
16
D
ISTBO UZIONE.
tunque sia forse un poco umiliante,
che i pastori, che ignorano intiera­
mente la costituzione e le proprietà
dell'atmosfera, non che le leggi che
regolano la distribuzione del calore
e dell'umidità, col solo soccorso delle
loro osservazioni, e della loro espe­
rienza personale, predicono i cangia­
menti del tempo molto prima, e con
molta maggior esattezza di quello
che potrebbe fare un fisico col sussi­
dio delle scoperte della scienza. Dob­
biamo quindi astenerci dallo sprez­
zare intieramente le loro credenze.
Noi dobbiamo confessare ancora
che reca sorpresa il vedere a quale
grado di perfezione gli antichi siano
giunti nella conoscenza empirica del
tempo. Ma nelle contrade che essi
abitavano come Γ Egitto , la Gre­
cia, questo studio differisce molto
INTRODUZIONE.
1η
da quello dei nostri climi; egli è
facile di prevedere il tempo nei paesi
in cui passano intieri mesi senza
pioggia né nubi, ed in cui alcune
settimane in epoche fìsse formano
sempre la stagione piovosa. Egli è
certo che a Londra il tempo soffre
maggiori variazioni durante una set­
timana che durante tre mesi a Pie­
troburgo, a Roma, e specialmente
ad Alessandria. La causa della nostra
inferiorità in questa scienza in con­
fronto degli antichi dipende dunque
dalla nostra particolare posizione.
Lesuddette osservazioni lungi dal­
l'allontanarci dallo studio della Me­
teorologia, debbono mostrarcene
tutta Γ importanza, e ne fanno ve­
dere che un certo numero di cre­
denze popolari in questa materia può
essere basato sopra fatti, econtene­
METEOBOLOGU.
2
18
INTRODUZIONE.
re in realtà delle lezioni prese dalla !
scuola della natura.
Non crediamo però con queste
riflessioni di diminuire il valore delle
ricerche della Fisica sperimentale,
né di conchiudere che lo studio della Meteorologia debba limitarsi a
raccogliere ed a classificare i fenomini del genere dei suindicati. Noi
crediamo al contrario, che questi
fenomeni non possano dare alcuna
nozione esatta sulla natura od estensione delle modificazioni atmosferiche; essi indicano queste modificazioni, ma non sono suscettibili di
farlo misurare esaltamente, ne di
descriverli con precisione. Sono essi
il risultamelo di certe influenze
esercitate dall' atmosfera in certe
circostanze, ma le denotano vaga*.
mente, e il dovere della scienza si
INTRODUZIONE.
IC)
è di colpirli, e di fissarli col mezzo
di strumenti j che essendo influen­
zati dalle stesse cause, possano dar­
ne la misura esatta. Osserveremo
però che la scienza non dee riget­
tare alcuno strumento né alcuna
classe di fenomeni, specialmente se
sono noti da lungo tempo e gene­
ralmente; poiché la Meteorologia dee
a molti di questi fenomeni volgari
la scoperta dei migliori strumenti
che essa possiede, e nulla ci toglie
di sperare che con un esame piìi at­
tento non si possano ottenere degli
strumenti più delicati ο più importan­
ti di quelli che abbiamo attualmente.
■ La Meteorologia, frammischiata
sempre colle superstizioni e con
pregiudizj innumerevoli , trovossi
specialmente nel medio evo legata
intimamente colla Astrologia,even­
20
INTRODUZIONE.
ne anco designata col nome di Metcorornanzia, cioè arie di predir l'avvenire,dedotta dalle Meteore,specialmente dal tuono e dai lampi ; questa
specie di divinazione era anco molto
antica, poiché Seneca ci insegna che
i Romani, che vi avevano graude confidenza, l'avevano ricevuta dai Toscani. Checché ne sia però, coltivata
essa in tutti i tempi a spese della credulità puLhlica^dallefatucchiere e dai
ciarlatani d'ogni specie^di cui i nostri compilatori di almanacchi sono i
degni successori, la Meteorologia non
ha principiato a costituirsi come
scienza che in seguito dei progressi
recenti della Fisica e della Chimica.
Dopo le scoperte della proprietà
della bussola, la cui direzione verso
il polo, già indicata in alcune linee
dal poeta Francese Guyot nel 1180
INTRODUZIONE.
21
venne applicata alla navigazione da
Gioja d'Amalfi verso l'anno 1260, e
la cui declinazione avvertita da Pie­
tro Adsìger autore di un manuscritto
che porta la data del 1269, e de­
terminata da Burrows nel i58o, è
stata riconosciuta variabile di Gille­
brand nel 1625, e forse da Gunter
nel 1622 ο da Mair ο da alcun al­
tro verso il 1612 ; quando l'Accade­
mia del Cimento dì Firenze incomin­
ciò ad occuparsi di strumenti; quando
il termometro , inventato da Drebbel
e perfezionato da Fahreinheit e da
Reaumur ne permise di misurare con
esattezza le variazioni della tempera­
tura atmosferica; quando il barome­
tro dovuto a Torricelli, diede la mi.
sura del peso degli strati dell'aria, e
Cartesio ebbe scoperto la variazio­
ne della pressione atmosferica, men­
22
D
INTRO UZIONE.
tre Pascal con più esperimenti sulla
differenza di elevazione del baro­
metro in diversi luoghi, fa condotto
al principio su cui è fondato il me­
todo per determinare le altezze colle
osservazioni barometriche', e Ma­
riotte istituì le sue ricerche sul gas
e sull'acqua; si inventò ο si rese
meno imperfetto l'igrometro a bu­
della, e gli strumenti proprj per
indicare la quantità d'acqua che cade
sopra un luogo determinato della
terra, la forza, la direzione, e la
rapidità del vento, l'iutensità e la
natura della elettricità e del ma­
gnetismo, ecc. ; si fu allora soltanto
«he la scienza nacque e cessò d'es­
sere una semplice raccolta di mas­
sime empiriche.
Ma egli è al momento che fu sta­
bilita Y accademia delle scienze e la
INTRODUZIONE.
23
Società Reale di Londra che incominciarono in Francia ed in Inghilterra ad istituirsi delle osservazioni
meteorologiche regolari. In Francia
si fu Picard che se ne occupò pel
primo nel 1666. Nella stessa epoca
versoli mezzo del 17.0 secolo, il Dottore Moria compilò un giornale di
osservazioni che secondo Fontanelle
« contiene tutta la storia dell'aria
da 33 anni. «Nel 1688 l'Accademia
regolarizzò il modo di tenere i registri meteorologici, e dopo questo
tempo uno de'suoi membri ebbe
sempre l'incarico di farne le osservazioni; in tale occupazione si
succedettero Sedileau, Lahire padre e figlio_, Maraldizio, e nipote,
Cassini, Fouchy, e l'Abbate Chappe.
Dopo la fondazione âe\V Osservatori»
Reale di Parigi, queste raccolte d'os-
24
INTRODUZIONE.
servazioni vennero sempre tenute
colla maggior cura dai membri del
Bureau delle Longitudini.
La nuova costruzione dei termometri dovuta a Reaumur divenne
un'epoca memorabile per la Meteorologia ; si è allo zelo di questo scienziato che si dee quella serie di interessanti osservazioni sulla temperatura fatte in tutte le parti del
mondo dal 1733 al 1740. Nello stesso tempo dobbiamo citare tra gli
Scienziati .che si sono occupati di
raccogliere osservazioni meteorologiche , Mairan,
Musschembroek ,
Gautier, medico a Quebec, De Lalande, Delisle, Messier,
Dampier,
Lamanon, Duhamel, du Monceau,
che pubblicò le sue nel 1741, sotto
il titolo d'Osservazioni Botanico'
Meteorologiche; Toalclo, professore
INTRODUZIONE.
25
di Fisica a Pisa, che si è distinto
specialmente coi suoi lavori relativi
alla meteorologia, e finalmente l'Olandese Vati Swinden. A quest'epoca
in cui era data la spinta in favore
degli studj di meteorologia , si formò
anche una Società di medicina e di
meteorologia, all'Aja, ed una Società meteorologica nel Palatinato.
Verso la metà dell' ultimo secolo,
l'elettricità venne studiata con molto
zelo da Du fay , Musschentbroek,
Nollet, Franklin, ed altri ; verso il
1735 Gray notò che la scintilla elettrica sembrava di eguul natura del
fulmine; questa identità venne confermata più positivamente da Winkler e finalmente dimostrata con
esperimenti da Franklin. Diversi altri stimabilissimi scienziati hanno
contribuito molto all' avanzamento
26
INTRODUZIONE.
della scienza, specialmente il P.Colta
colle numerose memorie che ha
pubblicate sulla scienza, e eoi metodo esatto che ha insegnato di seguire nel fare osservazioni di meteorologia ; e gli Astronomi dell' Osservatorio Reale di Parigi, e del
Bureau delle longitudini, cosi ben
coperto attualmente dai signori Bouvard, virago, e Mathieu, per la lunga serie di fatti raccolti senza interruzione dal 1670 in avanti con
tutta la precisione che si può ottenere col possesso dei migliori strumenti, e colla sorveglianza d'uomini
tanto distinti.
La scoperta fatta da Lavoisier della
vera composizione dell' aria atmosferica; il riconoscimento degli effetti
del movimento di rotazione della
terra sulla direzione di certi venti
INTRODUZIONE.
27
generali e periodici, principalmente
dovuti ad Halley ; gli scritti di De
Lac e di Saussure, sull'evaporazione
e l'igrometria, e Γ invenzione dovuta
loro degli igrometri ad osso di ba­
lena ed a capello ; i lavori di Pic­
tet sulla natura e sulla costituzione
dei vapori, e quelli del signor Pré­
vost, di Ginevra; i viaggi intrapresi
in tutte le'parti del mondo da uo­
mini distinti, e le raccolte di osser­
vazioni meteorologiche , formate da
molti di essi con tutta la necessaria
esattezza e precisione; finalmente i
progressi delle diverse scienze colle
quali la Meteorologia ha dei nume­
rosi punti di contatto, le hanno
aperto delle vie che non pò ssono
.mancare di condurla verso un mag­
gior perfezionamento.
Molti dotti contemporanei, per
28
INTRODUZIONE.
non far parola degli illustri fisici
che nelle loro opere hanno parlato
di meteorologia, hanno pure contribuito a questo perfezionamento,
e stanno occupandosi anco attualmente dei progressi di essa. 11 signor C. /FeWscoll'appIicazione delle
leggi dell'irradiazione del calore alla
spiegazione della rugiada, e di diversi altri fenomeni analoghi; il signor De Humboldt coi suoi prospetti
della natura, coi suoi viaggi in America, e le sue ricerche sulla geografi delle piante; Monge colle
sue ricerlie sulla Pala Morgana, ili
Egitto; Raymond colle sue osservazioni sul Picco del mezzogiorno
nei Pirenei ; il signor Leslie colle
numerose applicazioni del suo termometro tlisferenziale diversamente
modificato, e coi suoi scrini; i si-
INTRODUZIONE.
2Q
gnori Ballon e Gay-Lussac , colle
determinazioni delle leggi dei vapori; il signor Howard colla sua
classificazione delle nubi; il signor
Danieli col suo igrometro e le sue
applicazioni dei principi della Meteorologia all' orticultura; / . Yong i signori Brewster e Forster colle loro
opere; il signor Arrago coll'applicazione delle leggi della luce alla spiegazione di diversi fenomeni, e i suoi
lavori svili' ago calamitato; il signor Bouvard coi nume-rosi suoi calcoli sulle oscillazioni barometriche
ecc. Il signor Pouillel colle sue esperienze sulle sorgenti dell'elettricità
naturale; il signor Babinet con diverse osservazioni, e coi suoi corsi ;
il signor Moreau de Jonnes, coi suoi
esami statistici e le sue ricerche sugli oragani, sui terremoti e sugli ef-
3θ
IfîTBODUZIONE.
fetti della distruzione dei boschi; fi­
nalmente i signori Freycinet, Du­
perrey, A'Urville, Subìne, Scorcsby,
Party, Franklin, colle loro raccolte
di osservazioni fatte nei loro nume­
ròsi, e dotti viaggi.. Molti dei nomi
qui indicati provano che l'Inghilter­
ra si è distinta nelle ricerche me­
teorologiche. La Germania non ha
lasciato di prendervi parte, e da più
anni un fisico di Berlino tenia, ma
con un successo che può venire an­
cora contestatoci calcolare in pre­
venzione il tempo che dominerà per
una gran parte dell'anno; ed inoltre
si debbono molte ricerche sugli ae­
roliti, e sui corpi caduti dal cielo
a Chladni, e molte osservazioni sulle
stelle cadenti, al signor Βrande s ,
sulle aurore boreali al signor Han­
stein sugli aloni j a l signor Frauhe.n­
hoffer, ecc.
INTRODUZIONE.
3I
Ad onta della favorevole direzione
inpressa alla scienza dai lavori di
questi distinti nomini, la meteorolo­
gia è lungi dalla perfezione cui sono
giunte le altre scienze naturali. Essa
è composta di fenomeni sommamen­
te variabili sempre complicati per
molte circostanze, alla cui influenza
è quasi impossibile di sottrarli, le
quali trovansi modificate all'infinito
in ragione dei climi, delia costitu­
zione locale, della configurazione,
della esposizione, della natura, della
elevazione ο dalla bellezza del suolo.
La Meteorologia,come tuttele scien­
ze di applicazione, se essanoli pre­
senta maggior difficoltà delle altre
scienze elementari quando si voglia
costituirla sopra basi solide, esige
almeno maggior pena nel riunire i
fenomeni che la compongono ad un
32
INTRODUZIONE.
piccol numero di principj le cui conseguenze servono a risolvere tutte
le quistioni relative. Non è che col
moltiplicare le osservazioni in cosi
gran numero quante sono le variazioni dei fenomeni che trattasi di
spiegare, col ripeterle in moltissimi
luoghi diversi, che si giungerà a dedurne delle leggi generali che si travedono ora dal complesso dei fenomeni, la cui applicazione però sfugge
ancora in molte circostanze particolari. Sotto questo rapporto una corrispondenza meteorologica convenientemente stabilita sopra diversi
punti del globo od anche solo in
Europa potrebbe senza dubbio condurre a felici risultamenti, e si dee
saper buon grado al signor Morin
d'averne concepito l'idea e di facilitarne l'esecuzione colle sue memorie.
1
INTRODUZIONE.
33
Le proposizioni fatte nel 1825,
all'Jecaaemia delle scienze dal si­
gnor De Laplace avev ano pure molta
importanza; riunendo i principali
elementi della costituz ione del globo,
proponeva di determ i naie Γ intensità
attuale del magnetismo terrestre,le
proporzioni precise dei gas clic co­
stituiscono la nostra atmosfera, la
pressione esatta di questa atmosfe­
ra alla superficie del mare, il ca­
lore del globo a diverse profondità.
« Noi sappiamo, diceva questo scien­
ziato, quanto simili ricerche ci sa­
rebbero utili se ci fos sero state tra­
mandate dai secoli trasc orsi; faccia­
mo ora noi pei nostri posteri ciò
che i nostri padri no η hanno potuto
fare per noi. Il signor Cordier nel
1827, in alcune mera orie di grande
interesse, lette tAV Accademia delle
ΜΕΤΕ0ΚΟΤΟΠΙΑ.
3
34
D
INTRO UZIONE.
scienze, ha del pari chiamata l'at­
tenzione sopra questioni affatto nuo­
v e , di somma importanza, relative
al calore centrale del nostro globo ;
vorrebbe egli che divenissero Γ og­
getto di un concorso e per la loro
natura, vi sono poche ricerche scien­
tifiche suscettive di riceverne mag*
giore avanzamento.
he società meteorologiche che sono
state di recente fondate a Londra
ed a Berlino si proporranno senza
dubbio il nobile scopo di occuparsi
con tutti i loro mezzi di raccogliere
i fatti che debbono preparare la so­
luzione di queste grandi quistioni.
In tutti i casi, queste associazioni
di dotti, destinate ad occuparsi dei
progressi della meteorologia, dando
una novella prova del grado d'im­
portanza e di considerazione che
ÏSTRODUZIONE.
35
Merita, non possono rimanere senza
influenza sul suo avanzamento, e
sarebbe a desiderarsi che la Francia
non tardasse a possedere un egual
sorgente d'istruzione.
I vantaggi che sarebbero per l'uomo la conseguenza necessaria della
possibilità di prevedere il tempo
molto prima, sono talmente importanti che un simile risultamento è
senza dubbio uno dei problemi i più
utili di cui le scienze possano procurarsi la soluzione. Quasi tutte le
classi della società vi hanno grande
interesse. Prima di tutto si dee porre
l'Agricoltura e l'Orticoltura, le due
arti nutrici della specie umana, e
produttrici di un grande numero di
materie prime, che vengono adoperate nelle arti e nelle manifatture
d'ogni genere. Se l'inclemenza delie
36
D
irïTEO UZIOSE.
stagioni, se la loro successione ir­
regolare potesse essere preveduta
con un certo grado di precisione,
l'agricoltore, il giardiniere prende­
rebbero le misure per preservare
i loro prodotti, modificherebbero le
loro operazioni di coltura, solleci­
terebbero ο ritarderebbero le loro
raccolte, giusta la natura del tempo
preveduto. Si può dire, senza esa­
gerazione che tale cognizione au­
menterebbe di più di un quarto i
prodotti di questa specie di indu­
stria; poiché egli è al di sotto della
"verità il calcolare in tale limite le
avarie di ogni genere prodotte da
sfavorevoli meteore. Ma in quante
altre industrie, in quante circostan­
ze della vita sociale, economica ο
domestica, non si ha egualmente
interesse di prevedere il tempo ? Si
INTRODUZIONE.
3j
sceglierà forse per iseoprire un'abi­
tazione, per ripararla ο ricostruirla,
il momento in cui si saprà che deb­
bono regnare continue piogge? Si
spediranno battelli sui fiumi se si
potrà prevedere che debbono essere
sorpresi dal ghiaccio? Si intrapren­
deranno forse viaggi di lungo corso
quando si potrà prevedere che venti
violenti, e tempeste minacceranno
le navi? Si fisserà forse anche per
una partita di caccia, di passeggio,
di piacere, un giorno che dovrà esse­
re tormentato da oragani, da piogge,
ο che sarà coperto da dense nebbie,
ecc.? Non evvi dunque alcuna cir­
costanza della vita, alcuna azione
dalle più importanti alle più futili,
che non abbia bisogno di prender
consiglio dalla meteorologia. Ci ba­
sti l'aggiungere che la salute, qùe­
38
INTSODUZIONB.
sto bene tanto prezioso, non cessa
mai dall'aver relazione coi fenomeni atmosferici.
Ma elevandoci a considerazioni di
un ordine ancor più elevato., vedremo coll'avvenire dei grandissimi interessi confidati alle nozioni meteorologiche. La mano dell'uomo mostra da per tutto la sua possa; là
trasforma in campagne deliziose paludi infette; altrove spopolando la
sommità delle montagne delle loro
antiche foreste, rompe l'equilibrio
delle correnti atmosferiche ; i venti
scatenati versano dei torrenti di pioggia sulle cime snudate, d J onde discendono a devastare le pianure;
l'elettricità non viene più sottratta
dalle cime conduttrici degli alberi;
i rapporti tra i diversi elementi che
costituiscono il clima di un paese
INTRODUZ IONE.
3ç)
sono cangiati. Queste importanti que­
stioni che sono stato l'oggetto d'un
premio proposto alcuni anni sono
dall'Accademia di Bruxelles, che fu
conceduto al signor Moreau deJonnés,
hanno relazione con miglioramenti
immensi nello stato attuale delle
cose. Se non è punto permesso di
negare, dietro i numerosi rapporti,
giunti da tutte le nostre province,
e dietro il confronto dello stato at­
tuale delle paludi Pontine,o di quelle
della Francia con ciò che era una
■volta la campagna di Roma ο le
antiche Gallie, quanto sia grande
l'influenza che il taglio de'boschi,
e gli asciugamenti hanno esercitato
sulla costituzione fisica del suolo e
■sulle variazioni atmosferiche che vi
si fanno sentire, si vedrà che queste
ricerche potrebbero insegnarci afor­
4»
D
I.VTR0 UZI0NE.
mare col mezzo di piantagioni e di
ripari saviamente combinati, un cli­
ma che presenterebbe minori irre­
golarità, e maggiori vantaggi di quel­
lo di cui godiamo.
Se si pervenisse a ridurre in un
piccol numero di leggi fondamentali
i fenomeni numerosi di cui si com­
pongono, ad apprezzare in un modo
sufficientemente preciso l'influenza
delle circostanze locali, a calcolare
le modificazioni che ne sono la con­
seguenza, si potrebbe forse giun­
gere a prevedere il corso delle sta­
gioni, con un certo grado di sicu­
rezza j e molto tempo prima. Ben
si vede ad un tratto tutta l'impor­
tanza di tale risultamento il quale
permetterebbe al coltivatore di com­
binare! suoi lavori e le sue raccol­
te col tempo che dovrebbe ο favo­
INTRODUZIONE.
4 '
l'irle, o arrecar loro nocumento; al
marinajo di scegliere per un passo
pericoloso l'epoca in cui la sere­
nità dell' atmosfera fosse assicurata.
Tali perfezionamenti sarebbero
dunque da aggiungersi alle più belle
conquiste dello spirito umano , e da
annoverarsi tra le più utili applica­
zioni delle scienze fisiche. E, senza
dubbio, non si dee punto dispera­
re di giungervi un giorno; poiché
per Γ uomo che ignorasse queste
due scoperte, non gli sembrerebbe
forse di maggior difficoltà il pre­
dire l'istante preciso d'un eclisse e
il calcolare rigorosamente la distan­
za degli astri che non il prevedere
il tempo? Prenda dunque ciascuno
interesse a questa importante con­
quista delle scienze e vi contri­
buisca con ogni possa; in questo
4a
INTRODUZIONE.
genere di ricerche tutte le osserva­
zioni sono preziose, non e w i do­
cumento che debba essere rigetta­
to; ciascuno infine vede davanti a
se un vasto campo dove un ampia
messe di risultamenti utili ο gloriosi
rimane a raccogliersi.
NOZIONI PRELIMINARI
ARTICOLO PRIMO
D E L L A METEOROLOGIA
IH GENEIÌALE.
A ANTO nell'ordine fisico quanto nel·
l'ordine morale e politico é assai più facile
di stabilire delle tcoricbe e di riunire dei
principj c l l e (li dedurne delle applicazioni
più ο meno immediate. Cosi, mentre la fi­
sica generale riposa sopra fondamenti per
cosi dire inconcussi, si incontrano molte
quistioni ardue tosto che si richieda alle
sue leggi la spiegazione dello stato fisico
del globo , stato il quale ne è pure una
conseguenza necessaria.La geologia del pari
clic la meteorologia sono lungi dal presen­
tare lo stesso grado di certezza della fisica.
La Meteorologi^ escluso ciò che appari
44
MM'EOKOLOGIA.
tiene alla geografia fisica ed alla geologia,
abbraccia le cognizioni della natura, delle
proprietà, degli effetti, dell'influenza e
delle modificazioni dell'atmosfera. Questa
definizione più estesa di quel che l'indichi
l'etimologia, più ristretta di quella adottata da alcuni autori, ci sembra circoscrivere la scienza in una mauiera precisa, e
determinare isuoi veri limiti. In fatti nello
stato attuale delle nostre cognizioni, i vulcani, ed i terremoti non possono far parte
della meteorologia; le ricerche delle laro
cause e dei loro prodotti appartengono alla
geologia ;quella della loro posizione e dei
loro effetti forma una parte interessante
della geografia fisica. Alcuni altri fenomeni
meno importanti sono pure del dominio
di questa ultima scienza, oppure appartengono all'astronomia.
La meteorologia, così definita, è una
scienza di applicazione che riceve i principi e le leggi da più scienze elementari.
h'Astvonomia, facendo conoscere i movimenti dei corpi celesti e le forze della
gravitazione, ne indica la loro azione sulFatmotfera e sulle acque; la teorica delle
MPTEOHOLOGIA.
45
m a r e e , quella dei v e n l i generali e p e r i o ­
dici ne deriva n e c e s s a r i a m e n t e . La Chimica,
i n d i c a n d o la n a t u r a l a p r o p r i e t à e le com­
binazioni dei gas che c o m p o n g o n o abitual­
m e n t e l'atmosfera ο vi si i n c o n t r a n o acci­
d e n t a l m e n t e , offre degli elementi preziosi
p e r la soluzione d ' a l l r e q u i s t i o n i , come
sono quelle della n a t u r a delle mofele, dei
fochi fatui, degli o r a g a n i , e e c . I movimenti
t a n t o variabili, t a n t o fuggitivi, e si com­
plicati dei v e n t i , delle n u b i , delle m e t e o r e
d'ogni specie, sono tuttavia retti dalle leggi
invariabili della meccanica, ed egli è n e ­
cessario di conoscere qw*sfeleggi p e r cer­
care di scoprirne gli effetti in mezzo di
circostanze e di effetti t a n t o diversi. Ma non
avvi forse alcun r a m o della fisica che n o n
trovi delle applicazioni nella scienza che
n e occupa : le leggi dejla c a d u t a dei corpi
e gli effetti d e l l ' u r t o e dello sfregamento
spiegano i guasti della pioggia, della gran­
d i n e , e c c . ; le leggi della formazione dei
vapori e della loro condensazione ci d a n n o
la causa delle n u b i , delle n e b b i e , della
p i o g g i a , ecc. Gli effetti dell'irradiazione
del calorico ci h a n n o fornito u n a teorica
X(5
METEOROLOGIA.
Completa della rugiada e della brina. Si é
ritrovato nelle leggi della distribuzione del
calorico alla superfìcie del globo, la spie­
gazione delle variazioni di temperatura di
diversi luoghi, della elevazione e dell'ab­
bassamento di questa temperatura in ra­
gione delle stagioni e delle diverse espo­
sizionijdellc modificazioni che ne risultano
nei fenomeni atmosferici. Col sussidio dei
principj dell'ottica, si è potuto scoprire
la causa di quelle apparenze luminose che,
sotto la denominazione di arco baleno, di
aloni, di parelii, ecc. si manifestano nel­
Γ atmosfera. L' elettricità ha fatto meglio
conoscere i temporali e tutti i fenomeni
che ne dipendono.
L'elettro­magnetismo ha lasciato trave­
dere la causa delle aurore boreali, ecc. ecc.
D'altra parte la fisi· a cogli strumenti de­
licati e precisi che ha fornito alla meteo­
rologia, le ha reso dei servigi non meno
importanti; il termometro, il barometro,
l'igrometro, gli clettroscopj, e molti altri
strumenti sono ad essa dovuti, ed hanno
trovato delle felici applicazioni, ai feno­
meni che ci occupano.
METEOROLOGIA.
47
Diverse altre scienze hanno del pari dei
punti di contatto colla meteorologia d'un
genere diverso. Le varie ramificazioni della
storia naturale, la Mineralogia, la Bota­
nica, la Zoologia, offrono effetti che sono
il risultamento dell'influenza dei fenomeni
atmosferici; servono spesso a farceli cono­
scere, prevedere, apprezzare in una ma­
niera più ο meno esatta. La geologia d'una
parte ci illumina sullo stato presunto del­
l'atmosfera nelle età le più rimote, e d'al­
tra parte, ci insegna a tener conto delle
azioni sotterranee i cui effetti sembrano
certi quantunque siano ancora male detcr­
minati. La Geografia fisica finalmente dee
essere indispensabilmente consultata; essa
fornisce molti dati senza dei quali le mo­
dificazioni dei fenomeni atmosferici sfug­
girebbero alle nostre investigazioni ; tali
sonolecorrenti aeree e quelle dell'Oceano,
i venti particolari e locali, le tempeste,
le trombe, le maree, ecc. La conoscenza
del nostro globo, tanto nella sua costitu­
zione geognostica quanto nella descrizione
fisica della sua superficie, è dunque spe­
cialmente utile al meteorologo.
48
METEOIÌOLOGU.
ARTICOLO SECOND O
NOZIONI GENERALI
S O M . 'ATMOSFERA.
L'atmosfera è quell'inviluppo aereo ο
gazoso che circonda la terra da tutte le
parti; la sua forma è sferica come quella
del globo che essa circonda, e al par di
esso è rigonfiata all' equatore in conse­
guenza dellaforza centrifuga prodotta dal
movimento di rotazione della terra, e de­
pressa ai poli.
Si sa che il peso dell'atmosfera al li­
vello delmareed alla temperatura di o. e
è eguale a quello di una colonna d'acqua
di 3s piedi (io metri e 36 centimetri in­
circa) ο di 28 pollici (76 centimetri) d!
mercurio; questo peso è misurato nel
barometro dall' elevazione di questa co­
lonna. A misura diesi ascende nell'atmosfe­
ra, il peso degli strati inferiori dell'aria
trovandosi sottraiti, si concepisce come la
pressione dee diminuire e con essa l'ele­
vazione della colonna barometrica; questo
è appunto ciò che accade, ed è su questo
METEOIIOtOGIA.
49
principio che riposa la determinazione delle
altezze col mezzo del b a r o m e t r o . Si è cal­
colato che l'atmosfera esercita su t u t t a la
superficie del corpo di un uomo di statura
m e d i a u n a pressione di circa 3^ mila l i b ­
b r e ο i8oo chilo;;, e che u n cangiamento di
una linea nell'altezza del b a r o m e t r o fa v a ­
r i a r e questa pressione di i4o l i b b r e ; ma
questo peso è insensibile poiché si c o m ­
pensa coll'agire in t u t t i i sensi,e la forza
elastica dei nostri organi v i e proporzio­
nata; ne risulta anco che quan do si ascende
nell'atmosfera sia sulle alte m o n t a g n e , sia
nei b a l l o n i , d i m i n u e n d o di peso la colonna
d ' a r i a , la respirazione diviene penosa , ci
s e n t i a m o spossati, e se si continuasse ad
ascendere,il sangue sfuggirebbe tosto dai
pori della p e l l e .
La densità dell' aria atmosferica che si
p r e n d e p e r u n i t à d i misura del peso specifico
degli altri gas e dei v a p o r i , sta a quella
d e l l ' a c q u a nella proporzione di 0,0010790,
a d i , vale a d i r e che un litro (1 decimetro)
cubico d'aria a o.°e sotto la pressione media
di 7IÌ n. m. di m e r c u r i o , pesa ι g. metrico
2936, m e n t r e unlitrod'acqua ne pesa 1000.
METEOROLOGIA.
4
5o
METEOROLOGIA.
Egli è evidente che la densità dell'at­
mosfera è minore all'equatore che ai poli;
poiché la forza centrifuga, la distanza dal
centro del globo, ed il calore, cause tutte
che tendono a diminuire la densità dei­
Varia, trovatisi al massimo all'equatore ed
al minimo ai poli ; ma la media altezza
del barometro al livello del mare, essendo
la stessa per tutto il globo, il peso del­
l'atmosfera è del pari lo stesso; ora questo
peso dipende dalla densità e dall' altezza
della colonna d'aria, e poiché la densità
è minore, bisogna che l'elevazione sia più
considerevole. V atmosfera forma dunque
due piani inclinati la cui sommità è al­
l'equatore, che alternativamente si ele­
vano ο si abbassano secondo che l'estate
ο il verno regnano sopra l'uno ο sopra
l'altro emisfero.
La sola infl uenza che i corpi celesti pos­
sano esercitare sul nostro globo dipende
dalla loro forza di attrazione; le marce
dell'atmosfera che debbono risultarne sono
però quasi insensibili, e D e Laplace ha
calcolato che l'azione combinata del sole
e della luna noa poteva punto produrre un
METEOROLOGIA.
5Ι
Vento fiel t r o p i c o capane di far p e r c o r r e r e
all' aria uno spazio di più di ι i / 3 lega
p e r giorno , q u a n t i t à t r o p p o piccola p e r
essere a p p r e z z a b i l e . In q u a n t o all'azione
di Giove ο di V e n e r e , si può calcolare che
q u a n d o questi p i a n e t i ci si avvicinano di
p i ù agiscono con u n a forza 76 a 82 mille
volte m i n o r e di quella del sole. Nulla pare
q u i n d i più mal fondato dell'opinione clic
attribuisce le variazioni ordinarie del tempo
a questa specie d'influenza della l u n a , del
s o l e , ed a maggior ragione dei p i a n e t i e
delle s t e l l e .
L'estensione d e l l ' atmosfera, se la dila­
tazione degli strali n o n variasse p o t r e b ­
b e , d i e t r o il suo peso n o t o , venir d e t e r ­
minata in un modo rigoroso. M a g l i s t r a t i
superiori, scaricati dal peso di quelli che
trovansi posti pressola superficie della ter­
r a , s i dilatano di più, e, p e r un peso eguale,
occupano u n o s p a z i o maggióre. Questa di­
latazione ciò nulla m e n o , non può essere
supposta indefinita, p e r c h è l'aria essendo
un corpo p e s a n t e , è sottoposta come tutti
gli altri corpi, alle leggi dell' attrazione,
ed evvi necessariamente un limite in cui
Si
METEOKOLOOU.
l'attrazione dec vincerla sulla forzi di di­
latazione dei gas; ivi dee trovarsi il limile
dell'atmosfera. Checché ne sia, i fisici va­
lutano generalmente Valtezza dell'atmosfe­
ra a ι5 ο i6 leghe.
l e proprietà fìsiche dell'atmosfera sono
generalmente noie, e non evvi alcuno che
non sappia, anco senza avervi fatto attenzio­
ne,che é trasparente ad un grado sommo;
incolora, quando non trattisi di strati molto
densi, poiché in questo caso affetta il bel
colore azzurro indicato col nome di az­
zurro celeste; e finalmente inodora.
La trasparenza dell'aria divien tanto più
grande quanto pi u si ascende nell'atmosfera;
e il signor Ramondhadimostrato che essa
aumenta notabilmente la forza calorifica
dei raggi della luce; cosi nei Pirenei, sul
Picco de! mezzogiorno, questo scienziato
infiammava i corpi con piccolissime lenti;
sopra queste sommità elevate la traspira­
zione degli animali è maggiore a causa della
diminuzione del peso dell'aria ; ed ha os­
servato inoltre che lo sriluppamento degli
uomini vi è più pronto, che sono più at­
tivi degli abitanti delle pianure basse ed
MUTEOnOLOGIA.
5Î
umide, ma che il termine della loro esi­
stenza vi è molto accelerato. In tal modo
tutto si incatena. Mentre non si crede di
ritrovare nell'altezza del barometro che la
misura del peso dell'atmosfera, sarebbe inai
possibile che si giungesse a misurare con
esso il grado di energia, e d'attività dei
popoli e della durata media della vita ?
In quanto alle proprietà cltimiche. del­
1' atmosfera, non sono molti anni che
Γ analisi é giunta a far conoscere la sua
composizione; infatti si sa attualmente che
l'aria é essenzialmente formata di due gas
considerati sino al presente come elemen­
tari od indecomponibili, cioè ; Γ ossigeno,
principio di vita,di combustione, di atti­
vità,che fa parte dell'atmosfera nella pro­
porzione di 2i centesimi ; e 1'αζοίο, prin­
cipio in qualche maniera negativo,e la cui
funzione sembra essere quella di temperare
l'azione troppo forte del primo; l'atmosfera
ne contiene nella proporzione di 79 cen*
tesimi.L'unione intima di questi due gas
forma Γ aria nella quale ci troviamo im­
mersi, che respiriamo, che mantiene la
vita degli ammali e 1* combu«lienc.
J/
METEOl'.OLOGU.
L'atmosfera contiene inoltre ma in pro»
porzioni variabili, diversi altri corpi, cioè
i.° Il gas acido carbonico prodotto dalla
combustione e dalla respirazione degli ani'
mali, indispensabile all'esistenza dei vege­
tabili ; entra di rado nell' atmosfera per
più di un centesimo; — a." Il vapor d'acqua,
la cui debole quantità è causa di siccità
v, la cui abbondanza produce l'umidità e
la pioggia; null'evvi di più variabile nel,
l'atmosfera della proporzionr,e delle forme
dei vapori d'acqua, cui si debbono le nubi
e le nebbie, le quali sotto un altro stato
danno all'aria quella inusitata trasparenza
che annuncia un cangiamento di tempo ;
e finalmente quando sono condensati per
diverse cause , si precipitano sulla terra
sotto forma di pioggia, di neve, di gran­
dine. Essendo il calore Γ agente che da
origine al vapore e lo conserva sotto queste
forme , ne risulta che, tutte le cose d'al­
tronde eguali , esso si discioglie nell' at­
mosfera in tanto maggior quantità, quanto
più elevata è la temperatura, ma in questo
Caso la sua condensazione è anco altret­
tanto più difficile. — 3.9 I gas ed i vapori
METEOROLOGIA.
55
diffusi accidentalmente nell'aria in conse­
guenza della decomposizione delle sostanze
vegetali ed animali e p e r certe azioni c h i ­
m i c h e , come i miasmi e le emanazioni
d'ogni g e n e r e ; gli strumenti i più perfetti
della chimica non h a n n o ancora potuto
fornire il mezzo di raccogliere questi corpi
nei luoghi stessi,dove i loro effetti m a n i ­
festano la loro esistenza in una m a n i e r a
sgraziatamente t r o p p o evidente. — 4·° I "
fine, in alcune circostanze p a r t i c o l a r i , ο
secondo alcuni autori, l'atmosfera contiene
quasi p e r p e t u a m e n t e , specialmente presso
della superficie della terra, diversi corpi
solidi tenuti in s o s p e n s i o n e , come la pol­
vere, alcune parti saline, e secondo t u t t a
/ l'apparenza anche dei germi di produzioni
vegetali ed animali.
La somma facilità colla quale l'atmosfera
si contrae e si dilata, la grande elasticità
che possedono tutti i gas e la loro flui­
dità, sono causa che vi si stabilisce facil­
m e n t e delle c o r r e n t i in diversi sensi ; i
movimeli li dell'alia ο i venti sono d u n q u e
una conseguenza necessaria delle proprie­
tà fisiche d e l l ' a t m o s f e r a . Questi movi­
56
METEOROLOGIA.
menti vengono ad essa impressi dall' ac­
cumulazione ο dalla precipitazione dei
vapori acquei; dall'influenza dei corpi
celesti che agiscono sull'atmos/'era nella
stessa maniera clie sull'Oceano e vi pro­
ducono degli effetti analoghi alle maree;
dal calore solare che secondo le stagioni
e le ore del giorno, dilata inegualmente
gli strati aerei; dalla forma e dalla na­
tura dei continenti e dei mari che fer­
mano od accelerano , in una parola mo­
dificano questi movimenti in mille modi.
Finalmente, anche dall'azione dell' elet­
tricità e del magnetismo.
DIVISIONE D ELL' OPERA.
L'indicazione da noi fatta delle pro­
prietà dell'atmosfera fornirebbe forse delle
divisioni più scientifiche della Meteoro­
logia , il cui studio diverrebbe completo
colla descrizione degli strumenti e col­
Γ indicazione dei segni che annunciano
tale ο tale altra predisposizione dell' at­
mosfera, ma nello stato attuale della scien­
za tenza. abbandonare questo piano iulie­
METEOIIOLOGIA.
5^
ramente,crediamo più opportuno di adot­
tare le divisioni generalmente ammesse,
le quali d'altronde offrono il vantaggio
di classificare con sufficiente metodo i
fenomeni atmosferici e di ravvicinare quelli
che hanno tra loro il maggior rapporto.
I fenomeni meteorici si dividono quasi
universalmente in Meteore aeree _, acquee
ed ignee, cui si aggiunge una divisione
delle meteore terrestri quando si crede di
dover collocare colla meteorologia i vul­
cani ed i terremoti; ma noi non faremo
che accennarle in quest' operetta ; in quan­
to alle meteore aeree, acquee ed ignee,
principieremo dal far conoscere i feno­
meni che appartengono a ciascuna di que­
ste divisioni. Nella seconda parte descri­
veremo gli strumenti stati inventali per
osservare ο calcolare questi fenomeni ;
indicheremo anche i segni diversi che
ne dinotano le apparizioni più ο meno
anticipatamente; ed in fine farem cono­
scere le principali operazioni degli Osser­
vatori, la maniera di eseguirle, quella di
formare e di studiare le raccolte, le ta­
vole e gli almanacchi meteorologici ecc.
F A R T E FRIMA
'''■'
D
ELLE
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METEORE IN PARTICOLARE.
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Uftit ■
il.
.lo
CAPITOLO J'KIMO
DELLE
METEORE
AEREE.
-'Τ''' 1 ''
X J E meteore aeree le più notabili sono _
senza d u b b i o i venti , ma 1' i m p o r t a n z a ­.­..
degli effètti del calore sull' atmosfera ci
costringe a t r a t t a r n e nella p r i m a sezione :
(.[(lesto capitolo t r a t t e r à in oltre eli alcuni
fenomeni che vengono prodotti dalla co­
stituzione fisica , ο dalle modificazioni
chimiche dell'aria, come gli echi, i fuochi
Ì 4 t u i , gli effluvi ' l e " " p a l u d i e c c ^
DELLE
METEOltE
AEREE.
59
SEZIONE PRIMA
Degli effetti del calore siili'
atmosfera.
Le variazioni della temperatura
nelle
diverse parti della superficie della terra
m e r i t a n o la nostra attenzione p r i m a di
ogni altra cosa , poiché non solo questi
fenomeni sono p e r loro stessi di grande
i m p o r t a n z a , ma influiscono inoltre pot e n t e m e n t e sugli altri cangiamenti nello
slato del t e m p o . Questi cangiamenti vengono osservati col mezzo dei termometri
c h e descriveremo in seguito.
Temperatimi media. La cosa la più essenziale da conoscersi si è la temperatili»
media del giorno in un d e t e r m i n a t o luogo. Il metodo il più esatto per giungere
allo scopo si e di osservare il t e r m o m e t r o a b r e v i intervalli regolari, di sommar e t u t t e queste t e m p e r a t u r e e di d i r i d e r e
pel n u m e r o delle osservazioni ; il queziente darà p e r r i s u l t a m e n t o la media
t e m p e r a t u r a del giorno , del mese, d e l .
l ' a n n o j 0 di q u a l u n q u e altro p e r i o d o d l
6θ
DELLE METEORE AEREE.
tempo duraute il quale si saranno con­
tinuate le osservazioni. Quanto più gli in­
tervalli delle osservazioni saranno brevi,
tanto più esatto ne sarà il risultamento.
Essendo questo metodo assai incomodo ,
si è proposto di sostituirvi altri espedienti;
si riconobbe la necessità di limitare le
osservazioni a due ο tre nello spazio di
24 ore , poiché qualunque siano i van­
taggi di moltiplicarle molto , poche sono
Je persone che abbiano il comodo e
la pazienza di eseguirle. Questo però
non è applicabile che alle osservazioni
termometriche, nel modo che vengono
eseguite ordinariamente ; poiché si sco­
prirà forse un metodo di conoscere colla
più grande esattezza la vera temperatura
media con una sola osservazione ; e il
Dott. Brewster ha di già proposto per
giungervi uno strumento al quale ha dato
la denominazione di orologio atmosferico.
Del resto , passeremo ad indicare quali
siano le osservazioni le più proprie per
dare la più grande approssimazione possi­
bile nella ricerca della temperatura media.
Si é ritrovato che il mezzo il più sicu­
DELLE METEORE AEREE.
6l
ro è quello di osservare il grado il più
elevato ed il più basso e di prender la
media di questi due numeri; questo metodo dà la temperatura media con tanta
esattezza quanto con i44° osservazioni
fatte ciascun giorno. Il punto il più elevato del termometro si osserva generalmente a 2 ore dopo mezzogiorno, e il
più basso nel momento della levala del
sole; del resto, tutte queste incertezze
scompajono quando si fa uso del lermometro a maximum et a minimum, che ne
spiace di vedere così poco diffuso. Evvi
anche un altro motivo che dee far accordare la preferenza a questo mezzo ; ed è
che la legge della distribuzione del calore sul nostro globo non può essere scoperta che coll'esperienza, e che le ore delle
osservazioni che debbono fornire la temperatura media, variando secondo i luoghi , le epoche ed i climi, ne risulterebbe dall'adottamento generale del proposto
modo di osservazione, che tutte le raccolte
meteorologiche farebbero uso di una stessa
lingua, e porrebbero in piena luce uno
stesso fatto tìsico diversamente modificato.
62
DELLE METEORE ΛΕΓ.ΕΕ.
L ' esperienza ha dimostrato che la tfrrt»
p e r a t u r a indicata dalle osservazioui di io
ore del mattino e di i o ore della sera,for­
nisce anche con bastante asattezza la tem­
p e r a t u r a media del giorno. Q u e l l a del­
l ' a n n o viene ottenuta con bastante esat­
tezza dalla osservazione della t e m p e r a t u r a
massima e minima di ciascun giorno del
mese d ' o t t o b r e . Se si vuol limitare le os­
servazioni ad una sola p e r giorno, si dee
eseguirla alle ore 8 1/2, della m a t t i n a . Ma
il mezzo il più sicuro ed il migliore si
é quello di esaminare la t e m p e r a t u r a delle
ricche sorgenti difese dal s o l e , e non
m i n e r a l i ; p r e n d e n d o una sola volta con
precisione la t e m p e r a t u r a di una sorgente
che proceda da grande profondità, 0 d'un
pozzo le cui acque si rinnovino s p e s s o ,
ei ottiene con molta esattezza la t e m p e ­
r a t u r a inedia di un luogo.
Variazioni di temperatura. È chiaro che
ad una certa profondità la t e m p e r a t u r a
non d o v r e b b e variare q u a n d o il r a l o r c e n ­
trale della terra non vi avesse azione· ma
la t e m p e r a t u r a cresce a misura elicsi p e ­
n e t r a più a d d e n t r o nel nostro g l o b o ; ed
BELLE METEORE AEREE.
63
è slato riconosciuto dal signor Cordier
nel suo bel lavoro su questo soggetto, che
tale aumentazione è di un grado per ogni
i3 metri in certi luoghi e per ogni 5y
metri in altre località. Egli è provato die
nelle cantine dell'osservatorio di Parigi,
cioè a dire a 86 piedi al di sotto della superficie del suolo, la temperatura non varia
punto durante l'anno di i/ioo, di grado,
quantunque siasuperiore alla temperatura
media di Parigi di 8/ìo, di grado. Si può
dunqueritenere chela temperatura di una
profondità di 25 piedi al di sotto della
superficie delsuolo coincide con sufficiente precisione colla temperatura media
del luogo.
Si é riconosciuto col mezzo del termometro posto a diverse profondità da un
piede sino ad otto die regna nel suolo
una corrente regolare di calore durante
l'estate pel tempo in cui la temperatura
media dell'atmosfera è più elevata di quella
dell'interno; ed al contrario, durante il
verno la corrente si dirige verso la superficie per compensare il difetto di calore prodotto dal freddo esterno. In questa
(3ί
DELLE METEORE AEREE.
maniera ad una certa profondità, 1'equi­
librio di temperatura della terra si stabi­
lisce gradatamente edlialuogo due volle
all' anno nel maggio e nel!' ottobre. Ciò
che noi sappiamo della natura e della pro­
pagazione del calore non ci permette di
dubitare dell' esistenza di una tale cor­
rente.; ma, per calcolarla, bisogna ancora
tener calcolo della influenza della pioggia
che trasmette essa pure il calore ed il
freddo nell'interno della terra. Il calore in­
tenso dell'estate del i8a5, si è fatto sentire
a grandissime profonditàjsi sa che la tempe­
ratura delle cantine, che è pure la tempera­
tura media dell'anno, è a Parigi di circa
n . Q i/â centigradi; il termometro a 25 piedi
al di sotto del suolo ha segnato n . ° 5 a
i5 p. i5 a 5 p. i8 a 3 p. 22 ; nella sabbia
della superficie 53 e nella terra nera 55.
Risulta da osservazioni fatte che il ter­
mometro garantito dai riverberi non può
in alcun luogo oltreppassare il grado 46
sulle terre e il grado 3o i n f i m o mare,
e che il maggior grado di freddo che siasi
osservato sul nostro globo è stato di 5o
al di sotto di o.
DELLE METEOKE AEREE.
65
Temperatura dei climi. I diversi climi
d e ' varj paesi del globo d i p e n d o n o spec i a l m e n t e dalla loro posizione riguardo al
sole. All'equatore dove q u e s t o astro vibra
p e r p e n d i c o l a r m e n t e i suoi raggi, una eguale superfìcie d i suolo riceve u n a maggior
q u a n t i t à di calore e di l u c e , che non i
paesi posti verso i p o l i ; questo effetto dei
raggi verticali è p u r a n c h e a u m e n t a t o da
ciò, ebe il loro c a m m i n o a traverso gli strati
atmosferici che n e assorbono una p a r t e ,
è m e n o considerevole di quello dei raggi
o b b l i q u i . B o u g u e r ha calcolato, s u p p o n e n do c h e la luce ed il calore agiscano n e l l'egual modo, che alla l a t i t u d i n e di 4-r>° 8 °
parli sopra too sono trasmessi al mezzogiorno nel mese di luglio e soltanto 55
in dicembre. Il calore i n t e r c e t t a t o dall'atmosfera è spesso, non già i n t i e r a m e n t e ,
ma in gran parte p e r d u t o pel clima delle
regioni vicine, a motivo della dispersione
che subisce in causa degli strati a t m o sferici. Si vede poi che pei paesi temp e r a t i , il clima si avvicina a quello
d e l l ' e q u a t o r e d u r a n t e l ' e s t a t e , poiché
l'altezza del sole vi è più g r a n d e , e a
MF.TEOTinr.OGIA.
:
"'
66
DELLE METEORE ABKEE.
quello delle regioni polari durante il
verno.
Temperatura delle stagioni. Quantunque
la parte della terra che noi abitiamo sia
più vicina al sole di i/3a nell' inverno
che nell'estate, di maniera che la quantità del calore che noi riceviamo è come
IO'Î a 96; pure vi jonodiver.se cause che
spiegano perfettamente le ineguaglianze
di temperatura delle nostre stagioni. La
prima si è l'inegual durata del giorno e
libila notte; tutte le volte che la terra riceverà maggior calore durante il giorno
di quello che non perderà durante la notte,
la temperatura aumenterà ; nel caso contrario diminuera. La seconda causa si è
la direzione sotto la quale i raggi del sole
ci pervengono ; nel verno , in cui giungono obbliquamentc, hanno ad attraversare una maggiore estenzione di atmosfera, ed in oltre degli strati più densi;
l'aria ne assorbe dunque assai più che d'estate. Una terza eausa si è che una superficie data riceve tanto maggior numerodi raggi e ne riflette tanto meno quanto
più essi giungono perpendicolarmente; ed
DELLE ΜΕΤΕΟΓ.Ε AEREE.
6^
il calore è proporzionato ai raggi assor­
biti. Le stagioni, d'un auno all'altro, sem­
brano molto irregolari perl'influenza delle
cause variabili, quali sono i venti, i ghiacci
polari, le piogge, e c ; ma quando si riu­
nisce un seguito di osservazioni bastante­
mente lungo, si rileva che la temperatura
è "costantemente crescente e decrescente
durante tutto l'anno, in forza delle cause
che abbiamo indicate.
Linee isotermiche_, isotere e isochimenc.
Sotto la zona torrida la temperatura è
uniforme in tutti i luoghi, ma a ij8° essa
varia molto secondo certe circostanze lo­
cali, e specialmente in ragione della espo­
sizione. Questo è il motivo per cui si sono
tracciate le linee isoter/niciie ossia di egual
temperatura. Appartiene alla geografia fì­
sica il tener dietro alla particolarilà ; a
noi basterà qui il dire clic nei climi tem­
perati le coste orientali di tutti i conti­
nenti e delle isole considerevoli hanno
una temperatura inferiore a quella delle
coste occidentali; come si osserva spe­
cialmente agli Stati­Uniti d'America β
alla China. Questa differenza iucomin­
6 8 D ELLE METEORE ΛΕΠΕΕ.
eia ad essere sensibile a 23° 27 m. i/à;
Dia rssa aumenta a misura che si procede
verso ilnoril, e diviene assai più notevole .Ê
a 48° 5.0 m. Così a Quebec, che è alla 1
stessa latitudine di La Rochelle, il freddo
|
vi cassai più forte; si verifica lo stesso
a Pekin, la cui latitudine è eguale a quella
di Napoli e la cui temperatura è più fredda
di quella di Parigi. La stessa causa che
innalza le linee isotermiche, diminuisce le
i|
ineguaglianze di temperatura delle sta­
J
gioni; così esse presentano miuori varia­
|
zioni a Parigi che a Pekin ed agli Stati­ *
Uniti.
Le località influiscono pure grandemen­
te sulle linee di egual calore d' estate e
di egual freddo d' inverno, le quali non
coincidono punto colle linee isotermiche,
ed hanno ricevuto il nome di Linee Isolere
e lsoclùmcne.
La geografia fisica farà egualmente co­
noscere la loro situazione.
In quanto alle cause di queste varia­
zioni di temperatura, esse sono ancora
Cfu.isi ignote; la spiegazione la più sod­
.disfacente le attribuisce ai venti d'ouest
DELLE METEORE AEREE.
6Q
die dominano nei climi temperali, e che,
dopo d'aver attraversalo una grande esten,
sione di mare, quando colpiscono le co­
ste occidentali dei continenti, debbono
produrvi un deposito di umidità, e per
conseguenza render libera una grande
quantità di calorico latente.
Del resto il signor Cordier nel suo bel
lavoro sul calorico centrale del globo ter­
restre, attribuisce la maggior parte delle
anomalie di temperatura, osservate in mol­
tissimi luoglii e che non permettono punto
di calcolare il clima di un paese dietro
la sua latitudine , alla minore densità ο
alla più perfetta conducibilità degli strati
geologici che inviluppano il liquido in­
terno allo stato d' incandescenza; il che
deve produrre in queste località una
temperatura costantemente più elevata di
quello che corrisponderebbe alla loro la­
titudine.
Diversi fisici hanno supposto che la ter­
ra divenisse progressivamente più calda
nel decorrer dei secoli, mentre altri cre­
dono che il calore si esaurisca. Queste
due opinioni, e specialmente la prima,
^O
D E L L E METKOliiì
ΛΕΙ1ΕΕ.
sembrano poco probabili : alcune circo­
stanze particolari bastano per ispiegare
Je variazioni locali: si è infatti potuto no­
tare che il clima dell'America diviene as­
sai pili caldo da che una gran parte della
sua superficie è stata spogliata dall'uomo
delle sue fìtte foreste , ed a giudicarne
dalle descrizioni degli antichi, sembra che
altre volte in Europa i verni fossero as­
sai più freddi che attualmente.
Temperatura dei mari. limare si riscalda
meno delle terre, a causa della maggior
([unititi di acqua che si evapora, e a
motivo che i raggi del sole vi penetrano
a grandi profondità e producono per con­
seguenza minore effetto sulla sua superi
ficie. Il mare si raffredda anco più lenta,
mente, perché quando la temperatura degli
strati superiori diminuisce , essi diven­
gono più pesanti e cadono al fondo. Que­
sto è ciò che spiega il perchè un termo­
metro si abbassa in generale a misura che
lo si immerge a maggiori profondità; ma
se ne era conchiuso a torlo che il fondo
dei mari fosse agghiacciato, poiché que­
sta diminuzione di temperatura sembra
DELLE METEORE ΛΕΓ.ΕΕ.
ηΐ
die non oltrepassi il maximum di densità
dell'acqua, vale adire 4° 4 ·*«*"' ■
' < slessa
ragione il mare è più freddo della terra
nei climi caldi e durante il giorno, men­
tre esso è più cajdo nei climi freddi e
durante la notte. Ciò non ostante que­
ste circostanze si bilanciano, di maniera
cite la sua temperatura media e la stessa;
ne risulta solo che il mare soffro minori
variazioni di temperatura. Le coste e le
isole partecipano di questa condizione ;
la temperatura media si è la stessa die
noli' interno delle terre, ma gli estremi
«•variano spesso in modo assai sensibile ,
ciò che produce nella vegetazione delle
grandi differenze; l'Inghilterra, l'isola di
Guernesey , la costa di Cherborug , ec.
ne offrono degli esempi rimarchevoli, poi­
ché vi si osservalo prosperare in piena
terra senza ripari molti vegetabili che
al centro della Francia debbonsi custo­
dire nelle serre. In quanto all' evapora­
zione che dovrebbe raffreddare il mare,
accade che i vapori nel condensarsi in
pioggia su di esso , gli restituiscono uà
egual quantità di calore· ,i»^.~y ,,-4-'
yZ
DKLDE METEOKE
AEUEE.
Influenza del gelo e del disgelo. L'alternativa del gelo e del disgelo è forse
ancor essa una delle cause che contribuisce ad aumentare il freddo nei climi temperati. Il signor Prévost ha osservato che il gelo procede avanti più ceJeremente del disgelo, e che per ciò una
data quantità di calore dee esser renduto
libera nel primo caso più presto di quello
che venga assorbita nel secondo caso ; e
siccome il calore reso libero in tal maniera si disperde in tutti i sensi, mentre
una picciolissirna parte ne è ritenuta dai
corpi circostanti, ne risulta che nelle alternative di gelo e di disgelo vi è più
perdita che guadagno di calore, di maniera che dove il gelo si è già formato,
esso dee aumentarsi per questo stesso motivo. Tale effetto si manifesta dovunque
geli, cioè sino verso il grado 35 di latitudine.
Temperatura delle alte regioni dell'aria.
L' atmosfera viene pochissimo riscaldata
dal passaggio dei raggi solari : essa dee
dunque essere più fredda della superficie
della terra, e per la stessa ragione le alte
DELLE METEORE AEREE,
"jì
montagne e le terrete più esposte all'azione
dell'atmosfera debbono sempre essere più
fredde delle località poste più· vicine al
livello del mare. L' atmosfera dee pure,
come viene provato dall' esperienza, essere tanto più fredda quanto più si va
in alto; in fatti lutti i corpi contengono una certa quantità di calorico reso
latente od invisibile ; il grande calore
emesso dai vapori d! acqua che si condensano ne è una prova evidente ; ora,
l'aria contiene tanto più di calorico latente quanto più è rarefatta ; ciò che è
dimostrato anche dall'acciarino pneumatico che rende libero, quando lo si comprime, un calor sufficiente per accendere
l'esca; assorbendo l'aria poco calore per
irradiazione, e al contrario assorbendone
molto per contatto,ne risulta che sidee
stabilire una corrente d'aria ascendente
che si dilata quando è giunta ad una certa
altezza, e produce del freddo assorbendo
la quantità di calorico necessario per mantenere questo stato di dilatazione. Nel
caso dunque"che incontrinsi in queste re·*
gioni elevate dei corpi più caldi . dovrà
•j4
DELLE ΜΕΤΕΟΠΕ AE1ÌEE,
raffreddarli molto togliendo loro il calo­
rico elle le manca. Questa spiegazione, do­
vuta al signor Arago, rende conto in modo
soddisfacente delle nevi perpetue e del
raffreddamento che si prova coll'innalzarsi
nell'ai mosfera.
Temperatura dei due emisfèri. L'emisfero
settentrionale è un poco più caldo dell'emi­
sfero australe, forse a causadella maggiore
estensione dei continenti clie l'occupano,
ed anche della maggior durata della state
di questo emisfero; poiché quantunque sia
stato osservato da lungo tempo da Simpson
che le diversità di distanza dal sole sono
esattamente compensate dalle variazioni
di celerità della terra nella sua orbita, per
ciò che concerne la quantità totale del
calore ricevutoda un lato dei punti equi­
noziali; pure è stato dimostrato da Pré­
vost che, secondo tutte le probabilità, la
stessa quantità di calore produce maggiore
effetto quando viene ricevuto più lenta­
mente, perchè la porzione di calore per­
duta dall'irradiazione è tanto più grande
quanto più elevata é la temperatura. Egli
è perchè l'excentricità dell' orbita terre­
ΒΕΜ,Ε METEORE AEIÌEE.
73
stre espone Γ emisfero boreale verso il
sole per sette od otto giorni di più che
l'altro emisfero, che i verni del primo deb­
bono essere più dolci di quelli del se­
condo , ciò che compensa il maggior ca­
lore fornito a questo emisfero durante una
stale più breve, ο dovuto ad una mag­
gior prossimità al sole. Ma rimane sem­
pre senza compensazione la causa del mag­
gior freddo prodotto dall' estensione dei
mari, ciò che produce durante la state una
più considerevole evaporazione d'acqua,
e quindi un assorbimento maggiore di ca­
lorico, e durante il verno una formazione
di ghiaccio del pari maggiore, dal che ri­
sulta un' effetto analogo quando esso si
discioglie. Il confronto di questa differenza
di temperatura dei due emisferi non e
esattamente nota.
1 ghiacci polari si stendono a 9 0 circa
dal polo nord e a 18 ο 20 e in al­
cune parti a 3o dal polo sud. I ghiacci
natanti giungono accidental nirnte n o due
emisferi sino a 4o a dai poli, e talvolta
se ne sono incontrati sotto la latitudine
di 4i 0 42 e sino a 48 nel!' emisfero
^6
DELLE METEORE AEREE.
australe. Tra il 54 e il 60 di latitudine
sud, la neve sulle spiagge del mare copre il suolo anche durante l'estate.
Egli è importante, per valutare la temperatura media di un luogo, di conoscere
la sua elevazione al di sopra del livello
del mare. In generale il termometro si
abbassa di un grado per 170 metri di
elevazione ; si può in tal modo calcolare
a quale altezza il gelo continui sempre, e
dedurne la linea delle nevi perpetue. All'equatore questa linea trovasi ad una lega
oaa4oo tese (4,677 m. 68) aldi sopra della
superficie del mare; a Teneriffa a gradi 28
di latitudine a due miglia; ne' Pirenei a
Circa i4ootese ;sotto la latitudine di Londraedi Parigi ad un poco più di un miglio,
eda8o di latitudine nord soltanto a 1200
piedi. Diverse osservazioni danno per temperatura media, a Londra io al di sopra
di 0 ; a Parigi 11° 1/2, a Roma ed a Montpellier i5° 1/2, all' isola di Madera 2 1 0 ,
ed alla Giammaica 26 p . Dietro le osservazioni del capitano Parry, la temperatura
delle regioni polari sarebbe assai fredda;
poiché quella dell'isola Melville a 75? di
DELLE ΜΕΤΕΟΓ.Ε ΑΕΓ.ΕΕ.
JJ
latitudine, è di 19e al di solto di 0, vale
a dire ad un di presso eguale a quella
del grado estremo di freddo che si sof­
fre a Parigi ; per cinque mesi il mercu­
rio esposto all' aria si congela natural­
mente , e ciò non ostante sussistono in
questi climi aghiacciati moltissimi esseri
viventi. Non si conosce ancora per espe­
rienza la temperatura propria detlo stesse
polo, al quale non si é potuto giungere;
ma il signor Arago crede che si possa fis­
sarne la media a 20° al di sotto di o.
Quanto mai, dietro queste osservazioni e
questi calcoli erano erronee le singolari
opinioni degli antichi meteorologi che so­
stenevano che un estale universale, cioè
a dire una temperatura media regnava da
per lutto durante i mesi di giugno , lu­
glio ed agosto ; oppure che una prima­
vera perpetua regnava al polo; od infine
che la sua temperatura media era cir­
ca a o° .'
Cause particolari di variazioni di tempe­
ratura. Sonvi diverse cause di calore e di
freddoindipendcnli dall'azione immediata
del sole. Laonde si e osservato che quando.
»iS
DELLE METEORE AEREE.
il tempo è chiaro e che una nube passa
al di sopra del luogo dell' osservatore, il
termometro s'innalza spesso e quasi su­
bitamente di uno 0 due gradi. Si è spie­
gato questo fatto col paragonare la nube
ad una veste clic conserva il calore im­
pedendo I' irradiazione della terra, e che
anzi la riverbera ; la nube può anco es­
sere stata condensala e trovarsi ad una
temperatura più elevata di quella della
terra. Il signor Six ha osservato che con
un cielo senza nubi l'aria che giace sul
suolo é più fredda durante la notte e più
calda durante il giorno di più gradi del­
l' aria che trovasi a qualche piede al di
sotto della terra. Questa circostanza ed
altre modificazioni analoghe dipendono da
fenomeni d'irradiazioni del calore, e for­
se anco dalle differenze dell'evaporazione
alla superficie della terra, le quali pro­
ducono delle variazioni nel raffreddamen­
to in ragione dello stato dell' atmosfera.
Finalmente, da un certo numero di
anni, gli astronomi osservano con diligenza
e con impegno le macchie che si vedono
nel disco solare, si spera, dietro Γ opinione
DELLE METEORE ΛΕΠΕΕ.
79
d'Herschel, di trovare qualche relazione
tra queste macchie e la temperatura che
possiede il nostro globo nei diversi anni.
Sembra che il mese di marzo sia quello nel
quale se ne osservino in maggior numero.
SEZIONE SECOND A
Dei movimenti dell' atmosfera ο dei l'cnli.
I movimenti dell'aria che costituiscono
i venli ricevono la loro denominazione
dalla parte dell'orizzonte da cui giungono.
Per distinguerli, si è tonnata la Rota dei
venti (T. 1 fig. ι), la quale è divisa in un
maggiore ο minor numero di arie ο di
rombi. I principali coincidono coi quat­
tro punti cardinali, il Nord, il Sud, l'Ouest,
e l'Est; gli spazj intermedi ricevono i no­
mi di Nord­Ouest, Nord­Est, Sud­Ouest
Sud­Est; i punti tra queste divisioni se­
condarie hanno essi pure ricevuto dei no­
mi composti, coinè Nord­Nord­Est, N.­N.­E.
Est­Nord­Est, E.­N. E., ec. È inutile di
spingere più oltre questa suddivisione che
non giova che alle persone di mure.
" "­
'
■ ■«'­.­,V' ■ ' ■ ' · ' ' '
So
«
DELLE METEORE AEREE.
I venti o, p e r indicarli con una espressione che ne dà u n ' i d r a molto esatta, le
c o r r e n t i d' aria , p r e n d o n o origine dalle
condensazioni e dalle rarefazioni nella
massa d e l l ' atmosfera. Si è verificato d i e
i venti violenti sono dovuti ad una r a r e fazione analoga a quella che v e r r e b b e
p r o d o t t a in una massa liquida dall'apertura di una c a t e r a t t a ; in fatti q u e s t i v e n t i ,
se spirano dal n o r d , p e r e s e m p i o , non si
p r o p a g a n o p u n t o dal n o r d al s u d , ma al
c o n t r a r i o i n c o m i n c e r a n n o a soffiare dal
sud al n o r d .
Le cause principali dei venti è certam e n t e la variata distribuzione del calore
n e i r a t m o s f e r a , la q u a l e modifica contin u a m e n t e la sua d e n s i t à , e sconcerta l'equilibrio della sua massa; quindi la p r e s e n za del sole agisce alla superficie del globo
riscaldando e dilatando gli strati inferiori
d e l l ' a r i a ; la sua azione calorifica v i e n e
c o n s i d e r a b i l m e n t e d i m i n u i t a dalla obliquità dei r a g g i ; il calore si accumula,
assai più p r o n t a m e n t e sulle t e r r e che sullo
a c q u e ; l ' e s i s t e n z a dei c o n t i n e n t i e dei
m a r i , le alternative del giorno e della
DELIE MIÏTEOKE AEBEE.
8[
n o t t e , la successione delle stagioni, sono
d u n q u e le principali sorgenti p e r p e t u e
delle correnti atmosferiche.
I venti sono t a l m e n t e variabili, che
n o n sembrano al p r i n c i p i o sottoposti
ad alcuna legge g e n e r a l e ; ciò non ostante
Is osservazione di u n a certa regolarità
•nel loro r i t o r n o , ha c o n d o t t o a d a r n e
i n p i ù casi u n a spiegazione soddisfa­
cente.
Si può dividerli in generali ο costatiti,
e periodici ed in irregolari ο variabili; e
■ridurli in sette classi distinte; i. Q la ten­
denza generale dei movimenti d e l l ' aria,
dal n o r d e s t e dal sud­est verso l ' e q u a ­
t o r e , nelle latitudini al di sotto di 3 o ;
2. t t la non coincidenza di questo movi­
:
m e n t o generale colla linea d e l l ' e q u a t o r e ;
3. Q i monsoni che v a r i a n o , d u e volte al­
l' a n n o ; 4 ° i deboli venti regolari di
terra e di mare ; 5.° la preminenza dei
venti d' ouest tra il 3 o " ed il 4 o ° , spe­
z i a l m e n t e n e l l ' e m i s f e r o a u s t r a l e ; 6.° le
modificazioni locali a cui sono sottoposti
questi effetti generali; 7." finalmente gli
oragani e le t e m p e s t e .
; .>'
METEOIÌOLOUIA.
6
82
DELLE METEORE ΑΕΓ,ΕΕ.
§. Ι. Penti generali.
Penti alisei. Questa corrente atmosfe­
rica costante, che regna nelle vicinanze
dell'equatore e la sua tendenza generale
verso l'ouest, vengono perfettamente spie­
gate dalla teorica d'Halley relativa alla
differenza del movimento di rotazione delle
diverse parti dell' atmosfera , combinata
colle correnti prodotte dalla temperatura
più notevole all' equatore (fìg. 2). In
fatti i raggi del sole, dilatando 1' aria
nelle vicinanze dell' equatore ed obbli­
gandola per conseguenza ad innalzarsi ,
producono nelle regioni inferiori dell'at­
mosferaunacorrente che affluisce dal nord
e dal mezzogiorno verso Γ equatore, per
prendere il posto dell'aria riscaldata; sic­
come il movimento di rotazione della terra
é più grande all' equatore ed è diretto
verso l'est, ne risulta che l'aria che giunge
dai poli pare che si porti verso l'ouest,
e che per la combinazione dei due mo­
vimenti, la corrente si dirige nell' emi­
sfero boreale dal nord est al sud­ouest,
DELLE METEORE AEREE.
83
e nell'emisfero australe dal sud­est al nord­
ouest. Veneticlo tosto le due correnti ad
incontrarsi , le loro impulsioni dal nord
e dal sud si combinano, e riunite, sof­
fiano direttamente verso l'ouest colla loro
forza accumulata. Questa forza fatta dedu­
zione dell'attrito sulle terree sulle acque,
e delle diverse cause di ritardo, può es­
sere valutata corrispondente ad una ce­
lerità di 6 leghe all' ora prima dell' in­
contro e di i l leghe 1/2 dopo la riunio­
ne delle due correnti.
Questo incontro ha luogo ora al nord
ed ora al sud dell' equatore in conse­
guenza dell'andamento delle stagioni, il
che è causa che alternativamente l'emi­
sfero boreale ed australe sono Γ uno pia
dell' altro riscaldati; e siccome l'emisfero
che noi abitiamo offre una maggior su­
perfìcie di terre dell'altra e si riscalda di
più, così ne risulta che la media dire­
zione dei venti alisei non coincide punto
colla linea dell'equatore, ma si piega a
3 gradi di latitudine nord. Questa non
coincidenza del vento aliseo colla li­
nea dell' equatore costituisce la secon­.
84. D ELLE ΜΕΤΕΟΓ.Ε ΑΕΓ.ΕΕ.
ria modificazione delle correnti atmosfe­
riche.
Corrente supcriore verso ì poli. L'afflusso
dell'aria del nord e del sud verso l'equa­
tore, che produce il vento aliseo e che
va a prendere il posto dell'aria innalzata
dal calore nelle alte regioni dell' atmo­
sfera, dee necessariamente essere compen­
sata da una corrente superiore che tras­
porti l'aria verso i poli.
L' esistenza di questa grande corrente
d'aria superiore dall'equatore ai poli, è
stata confermata dal signor Ramond, che
ha riconosciuto che sul picco del Mez­
zogiorno, sommità la più elevata de' Pi­
renei, il vento soffia quasi costantemente
dal sud. 11 signor D e Humboldt ha fatto
un'eguale osservazione sul picco di Te­
neritTa.
■>*
I venti alisei sono la causa della grande
corrente del golfo del Messico, designata
col nome di Golf Strem, la quale esiste nel­
l'Oceano Atlantico, e che trasporta le acque
del mare con tanta rapidità sulle coste
orientali d'America. La forma del conti­
nente e delle coste modifica la sua dire­
DELLE METEOHE AEREE.
85
zione, e fa che non segua sempre le rive;
varia anco molto di larghezza, ma arriva
a Terra­Nuova con una temperatura diao a
talmente costante che la si consulta per
riconoscere approssimativamente la po­
sizione in mare. Questa corrente si di­
rige in seguito da una parte verso l'Is­
landa e Terso la Norvegia, e dall' altra
verso la Spagna, e si prolunga sino al Capo
Verde. Sulle coste di questi diversi paesi
s' incontrano spesso degli oggetti slati
trasportati da lontanissime contrade.
L' aria spinta dalle coste d'Affrica dal
vento aliseo forma nell' atmosfera una si­
mile corrente; trattenuta dal continente
d'America e specialmente dalle Ande ο
Gordiliere, si rivolge verso il nord; giunta
nel golfo del Messico, diviene nord­ouest,
e spira "verso l'Europa ad una latitudine
di 4o a 5pQ, perritornare tosto verso l'Af­
frica per l'influenza del vento del nord;
così le acque deir Oceano e l'aria at­
mosferica, obbedendo ai venti alisei, for­
mano una specie di gran circolo che ri­
mescola le masse e tende a stabilire un
equilibnu di temperatura. .
. ·,, ,
86
BELLE METEORE AEREE.
§. il.­Venti
periodici.
Monsoni. Queste correnti, che costitui­
scono il terzo fenomeno notabile dei mo­
vimenti dell'atmosfera, hanno ricevuto il
nome di Monsoni da una parola malese
che indica le stagioni. Esse riconoscono
per causa la situazione particolare del
continente d'Asia al nord dell' equatore,
e costituiscono una modificazione essen­
ziale ai venti alisei, prodotta da questo
còntiriertle. Accumulandosi il calore sulle
tèrre 'ih quantità assai maggiore che sui
mari, si manifesta la sua azione in ragio­
ne della rivoluzione delie stagioni, al­
ternativamente dall' uno e dall'altro lato
dell'equatore; il centro di questo calore
in estate si avanza dunque verso il nord,
e verso il sud nell'inverno; e ne risulta
che in quelle regioni che sono sotto il
dominio dei monsoni υ venti periodici di
sei mesi, dal mese d'aprile sino al mese
d" ottobre, un grande vento soffia conti­
nuamente dal sud­ouest, e, durante il re­
sto dell'anno, un vento secco e piacevole
DELLE METEORE ΑΐΙΙΕΕ.
87
procede dal nord­est. Il cangiamento dei
monsoni si fa gradatamente, ed è d'or­
dinario accompagnato da tempeste e da
uragani.
Questi due venti sono però modificati
in diverse maniere dalla posizione par­
ticolare delle isole e dei continenti; cosi»
sullo coste dell'Arcipelago indiano, i mon·
soni soffiano quasi direttamente nord e
sud. D el resto queste correnti non sem­
brano punto assai elevate nell'atmosfera,
poiché vengono trattenute anche dalle
montagne di media elevazione.
Brezze di terra e di mare. Questa aU
tra specie di venti periodici riceve una
spiegazione assai semplice; sono essi pro­
dotti dall' ascensione dell'aria sulle terre
durante il giorno, perchè la terra e al­
lora più calda delle acque , e dalla sua
discesa durante la notte quando la terra
è divenuta più fredda del mare; e ne ri­
sulta che le òrezze spirano dal mare du­
rante il giorno, e dalla terra durante la
notte ; il loro e ire Ito è dunque di tem­
perare continuamente il clima di queste
contrade.
·
88
DELLE METEORE AEREE.
Questa rarefazione dell'aria sulle terre
ha luogo con maggior effetto sui con­
tinenti , e contribuisce ad aumenta­
re 1' irregolarità dei venti variabili, ed
anco modifica la direzione dei venti
alisei.
§. III. Venti irregolari.
Venti d'ouest. Il quinto fenomeno dei
movimenti aerei, che consiste nella fre­
quenza dei venti d'ouest tra il 3o e il 4o°
<li latitudine, non lia pur anche avuta
mia spiegazione completa. La sua causa
più probabile si è che la grande cor­
i­ente d'aria'calda che va nelle regioni
superiori dell'atmosfera dall'equatore ver­
so i poli, e che, favorendo la conlinua­
zione dei venti alisei , dee essere in un
emisfero un vento del sud­ouest, e ncl­
J'altro emisfero un vento del nord­ouest,
è divenuta, al 3o ο 4°° bastantemente
fredda per discendere e mescolarsi cogli
strati inferiori dell'atmosfera, oppure può
trascinarli secocolsuo strofinamento late­
rale. Quando discende per compiere il cirr.
DELLE ΜΕΤΕΟΠΕ AUREE.
89
. colo della sua corsa , e per tener luogo
della corrente dell'equatore, il suo mo­
vimento rapporto all' orizzonte dee es­
sere esattamente dall'ouest per un certo
tempo, poiebé la causa che trattiene i
suoi progressi verso il nord, non ha ten­
denza alcuna ad impedire che si diriga
verso 1' est. Questo é il motivo per cui i
bastimenti che fanno il viaggio delle Indie
orientali si dirigono in generale verso
l'est al grado 36" di latitudine sud. Egli
è probabile ancora che sia in ragione
del movimento di rotazione della terra
che i venti del sud­ouest sono più co­
muni nelle nostre latitudini di quelli del
sud­est, ed i venti del noed­estdi quelli
del nord­oucst.
Penti variabili. In quanto alle modifi­
cazioni locali dei movimenti atmosferici
che si designano col nome di venti va­
riabili, egli e certo, del pari che pel fe­
nomeno di cui ci siamo occupati, che è
ben più difficile di distinguerli nell'emi­
sfero settentrionale che nell'emisfero me­
ridionale, circostanza che si spiega colla
ditiribuzume assai più irregolare delie ter­
QO
DELLE METEORE AEREE.
re e dei mari ; in fatti D ell'emisfero au­
strale 1' Oceano domina quasi senza in­,
tcrruzione sotto la lit i I inline di 3o a
4o p . In quanto alle latitudini più hasse,
presso delle coste occidentali dell'Affrica,:
i venti sono talmente sviati verso la terra,
che spirano generalmente dalPouest inve­
ce di soffiare dall' est.
Nei nostri climi il signor Bouvard, die­
tro una lunga serie di osservazioni, lia
calcolato che il vento soffia 63 giorni
dal S., 67 dal S­O., 70 dall' O., 34 dal
N O . , 45 dal N., 4o dal N­E., e a3 dal­
l' E. ο dal S.­E. 11 signor D anieli stima
che in Inghilterra i venti d'ouest siano
a quelli dell'est nella proporzione di 225
a i4o ed i vc^ti del nord a quelli del
sud come iga a 173. D a osservazioni
fatte in 86 luoghi diversi, e raccolte da
Cotte, risulta che la direzione dei venli
sulle coste meridionali della Francia, è
generalmente dal N.­JV.­O. e N.­E. ; che
sulle occidentali è O.­S.­O. e N.­O·, e che
sulle coste del nord il vento spira dal
S.­O. ; nell'interno della Francia il vento
di S.­O. domina in t8 luoghi, il vento
DW.LE
METEORE AEilEE.
<J I
(VO. in ι/}, il vento del N. in i3, il vento
del S. in 6, il vento del N.­E. in 4, il vento
di S.­E. in s, il vento di E. e di N.­O.
ciascuno in un luogo.
Sembra certo die quanto più si pro­
cede dall'equatore verso i poli, tanto
maggiore è l'irregolaritk dei venti e delle
piogge. Nei nostri climi i venti d' ouest
e del sud sono in generale apportatori di
pioggia, e senza che si possa assegnarne
esattamente la causa, fanno essi anche
abbassare il barometro.
Dagli effetti del calore sull'atmosfera
il signor Morin deduce come conseguenza
« che in un tempo quieto, nella regione
temperala e verso il nord, un vento d'est
regna in generale nel mattino, un vento me­
ridionale un poco prima di mezzogiorno,
un vento d' ouest verso il declinare del
sole, e un vento del nord nella notte. Si
osserverà lo stesso anco nell'emisfero me­
ridionale, eccetto che sarà un vento del
nord che regnerà durante il giorno e un
vento di mezzogiorno durante la notte. »
Nelle ricerche dei movimenti dell' at­
mosfera bisogna aver presente che si
9^
DELLE METEORE AEREE.
dee tener conto di questa tendenza ge­
nerale.
. Venti locali. D urante i temporali si os­
servano quasi costantemente dei venti
conlrarj nei diversi strati dell'atmosfera,
e nel momento della pioggia nasce d'or­
dinario un vento die ha la nube per
centro, e da questa si propaga in lutti i
sensi; esso è prodotto dalla caduta del­
l'acqua che trasporta seco grande quantità
d'aria, e di un'aria più fredda, poiché
procede dagli strati superiori dall' atino­
sf'e ra.
Si è dato il nome di Bise ad un
vento freddo e pungente che si fa sen­
tire nelle vicinanze^ delle alte montagne.
Il Scirocco è un vento caldo, umido, che
snerva : soffia nel mezzogiorno dell' Ila­
Jia, sulle coste del Mediterraneo, L'Har­
mattan sembra essere un vento freddo,
essiccante, che agisce frequentemente in
Affrica ed in alcune contrade orientali...
Il Samiel ο Simoon è un vento a soffi in­
termittenti di una natura pestilenziale,
sommamente arido; si fa sentire di tempo
in tempo con tuia furia spaventevole, e
BELLE lVtETEORÈ AMlEE
Ç)3
sollevando delle colonne di sabbia nei va­
sti deserti dell'Arabia,
Trovatisi anche in Francia dei venti
locali assai rimarchevoli; tali sono il Mi­
'strai, vento di grande violenza che soffia
d'ordinario per l\, 7 ο 9 giorni nella
Provenza e nella Linguadoca ; la Tramon­
tana, nel D elfinato, i Vaccarions ο Cava­
liers, a Montpellier, ec.
Tempeste, oraganì, ec. Le violenti agi­
tazioni dell'aria che costituiscono gli ora­
ganì, le tempeste, i turbini, sono più co­
muni sotto i tropici che nei nostri climi;
le loro cause sono ancora mal n o t e ; si
è creduto di osservare che la.loro dire­
zione è in generale opposta a qaella dei
venti alisei; mai turbini, che sono i più
irregolari tra gli oragani, hanno indislin­
tamente la loro origine in un punto qua­
lunque' dell'orizzonte. La spiegazione Ja
più soddisfacente che ne sia stata data é
quella rappresentata dalle fig. 3 e (. Se
si suppone una e orrente d' aria che ne
incontri un'altra spirante in un senso op­
posto, e che qualche ostacolo si trovi sulla
linea di separazione, ne risulterà neccs­i
g4
DELLE METEORE AEREE.
sanamente un vortice più ο meno vio­
lento, che potrà nello stesso tempo avere
un movimento di progressione, se 1' un*
delle due correnti ha più forza e mag­
gior celerità dell'altra. Nei tropici que­
sti oragani sono talvolta spaventevoli, e
producono immensi guasti. Nel i!> luglio
ì8x5 , la Guadaluppa e le Antille sono
state devastate da un terribile oragano,
il quale diede occasione di fare sulla
forza del vento le seguenti curiose os­
servazioni. Il vento trasportò con tanta
violenza delle tegole che penetrarono nei
magazzini a traverso di grosse porte ; un
pezzo di legno di io centimetri di qua­
dro penetrò quasi un metro nel suolo di
una strada battuta; tre cannoni di 24
vennero smossi dal suo posto. Questo vento
nei momenti della sua maggiore intensità
apparve luminoso; una fiamma argenlea,
che scorgevasi dalle fessure dei muri, dai
buchi della serratura, e dagli altri per­
tugi, faceva credere, nella oscurila delle
case, che il cielo fosse in fuoco. Non si pos­
sono tacciare questi fatti di esagerazione,
essendo stati ricavati dalle minute rclazio­
DELIE METl'.Or.E ΛΕΜΕ.
ifi
ni del signor Generale del Genio Bau­
drand.
Del resto, il prospetto seguente darà
«n'idea molto esatta della diversa cele­
riti dei venti ; esso venne estratto dal­
l'Annuario dell' Ufficio delle longitu­
dini.
Per secondo.
i n m e t r i.
o , 5.
I,
o,
2 , 0.
Per ora.
in1 m e t r i. i n l e g h e .
h 800.
3, 6 0 0 .
200.
i o , o.
7.
'9»
36,
000.
2 0 , 0.
72-
22, 5.
2 7 , 5.
97»
5, 5.
3 6 , 0.
4 5 , 0.
800.
0 , i o . vento appensa «eus.
0. 81. sensibile.
'!. 6 2 .
4, 4 5 .
moderato.
forte
alquanto.
000.
8,
.6,
2 0 . assai f o r t e .
8 1 , 000.
'7>
3.5. l e m p i e t o s o .
200.
i<>4> 4oo.
162, 000.
16.
forle.
22, 04. grande
tempesta.
9.Ì),
33.
oragano.
36,
62. oragano r h e alter-
ragli edifici e svelle
gli alberi.
Parleremo delle trombe nell'articolo
delle meteore elettriche.
A6
D
ELLE
METEORE
ΛΕΚΕΕ.
SEZIONE TERZA
Dei diversi fenomeni dovuti alla costituzione
fisica ο chimica dell' aria.
§. I. De'
suoni.
Una specie di movimento «VII' aria ili
un ordine assai diverso da q u e l l o di cui
ci siamo occupati, dà luogo alla produ­
zione dei suoni. Impresso alle molecole d e l ­
l' aria, non consiste p u n t o in uno s p o ­
s t a m e n t o degli strati atmosferici, ma bensì
in oscillazioni i n s e n s i b i l i , se n o n fosse
p e r gli effetti che p r o d u c o n o , ed i m p e r ­
cettibili, ove non si facesse uso di apparati
destinati a t e n e r n e calcolo. A p p a r t i e n e
alla fisica d i studiare i suoni in loro stessi,
come a n c h e nella loro natura e nella loro
p r o d u z i o n e ; noi d o b b i a m o qui dire sol­
t a n t o in qual modo si formino, e si t r a ­
s m e t t a n o n e l l ' a r i a , e quali modificazioni
subiscano in ragione delle l o c a l i t à .
L ' a r i a è un fluido e m i n e n t e m e n t e ela­
stico; q u a l u n q u e scossa che gli venga co­
DELLE METEO UE AF .UEE.
9^
municata si propagherà dunque in tulli
i sensi, uella stessa maniera che si os­
serva il circolo prodotto dalla caduta di
un corpo in uno serbatoio d'acqua, for­
mare attorno a questo punto sulla su­
perficie del liquido una moltitudini! di
cerchi concentrici, i quali, a misura che
si allontanano dal punto di partenza, au­
mentano in estensione e diminuiscono
in intensità. Accade lo stesso dei rumori
e di tutti i suoni di cui Γ aria è il vei­
colo. Ma l'estensione e la celerità della
loro trasmissione sono influenzate dai fé·
romeni atmosferici. La celerità ordinaria
di trasmissione dei suoni, in un tempo
quieto od in una direzione perpendico­
lare al movimento dei venti, è ­valutata
dai fisici a 337 metri per secondo ; la
loro intensità e la distanza alla quale si
fanno udire sono considerabilmente au­
mentali nella direzione del vento la cui
celerità si aggiunge a quella della trasmis­
sione ordinaria del suono. La cognizione
della celerità del suono è utile in me­
teorologia, a motivo che pel numero dei
secondi che passa tra l'apparizione di on
METEOr.OI.OGiA.
Γ)8
DEU.E
METEORE AEREE.
l a m p o od il r u m o r e del tuono , si p u ò
calcolare molto approssimativamente 1.1
distanza (li nn t e m p o r a l e .
Ma vi sono altri fenomeni che sono con­
nessi senza d u b b i o con alcune modifica­
zioni atmosferiche, la eni spiegazione non
è p e r anche stata data in una maniera
soddisfacente. Si è infalli osservalo che
in eerte circostanze, negli stessi luoghi, i
suoni sembrano ora più forti, ora più de­
boli, ο dotati di caratteri diversi. In oc­
casione di dense n e b b i e specialmente sono
più c u p i , e p r o d u c o n o una sensazione par­
ticolare; si sa che nella notte i suoni
si odono d i s t i n t a m e n t e a molto maggior
distanza, e non s e m b r a p u n t o che si possa
a t t r i b u i r e questo effetto semplicemente
al maggior silenzio di questo periodo del
giorno. Nelle foreste vergini dell'Ame­
rica e nelle sauanne si è del pari osser­
vato, senza che si possa indicarne la causa·,
r h e il r u m o r e vi si propagava a mollo
maggiori distanze. Il selvaggio od il cac­
ciatore i n d i a n o , s e p a r a t o dal suo inimico
ο d a l l ' a n i m a l e che perseguita da spazi
i m m e n s i , m e t t e n d o l'orecchio a terra ,
DSLLE METEORE AEREE .
Ç)Ç)
riceve Γ avvertimento certo f!el suo ac­
costarsi.
La configurazione del suolo influisce
senza dubbio grandemente nella produ­
zione di questo fenomeno, combinandosi
colla direzione de' venti e con quella dei
suoni, ora favorendo la loro trasmissione,
ora modificandola ο trattenendola. Que­
sta disposizione dei luoghi, in casi parti­
colari, dà origine ai rimbombi ed agli echi.
Il rimbombo, preso in questo senso, è il
risultameuto d'un lungo seguito di echi
indeterminati che non trasportano punto
dei suoni distinti, perchè essi non giun­
gono direttamente, ο si mischiano tra loro
nel passaggio.
In quanto agli echi, si sa che essi sono
prodotti dalla ripercussione dei suoni sui
corpi suscettivi di rifletterli. Per avere
la percezione dei suoni mandati dagli echi,
bisogna trovarsi ad una disianza sufficiente
perchè il suono riflesso non si confonda
punto col suono diretto. Questa distanza
dee essere almeno di 17 metri, ciò che
dà circa i/io di secondo d' intervallo.
L'allontanamento dovrà essere tanto più
100
D ELT.E ΜΒΤΕΟΚΕ
ΛΕΙ1Γ.Ε.
considerevole q u a n t o maggior t e m p o vi
vorrà a p r o n u n c i a r e il suono, la parola ο
la frase. Le circostanze locali modificano
m o l t o gli echi; così una costa coperta (li
boschi riflelte meglio i suoni di u n a mon­
tagna nuda; un colpo di fucile viene r i ­
p e t u t o nelle foreste e nelle valli con ispa­
ventevole r u m o r e , m e n t r e nelle p i a n u r e
p r o d u c e un r u m o r e c u p o c h e cessa tosto.
In tutti i paesi si citano degli echi più
ο m e n o rimarchevoli , s p e c i a l m e n t e gli
echi moltiplicati; tale è quello che udivasi
tra due torri poste a i5G piedi di distanza
tra loro presso di V e r d u n ; il suono vi era
r i p e t u t o ι a ο 13 volte s e m p r e i n d e b o ­
lendosi. Si cita nn eco presso di W o o d ­
stock in I n g h i l t e r r a , clic r i p e t e distinta­
m e n t e ιη sillabe d u r a n t e il giorno, e 20
d u r a n t e la n o t t e . Sulle rive del Reno,
presso di Coblentz, Barthius indica u n eco
rlie ripeteva p u r e i suoni 17 v o l t e , m a
col far loro subire delle variazioni s o r ­
p r e n d e n t i di i n t e n s i t à .
Sonvi altri fenomeni di r i p e r c u s s i o n e
di s u o n i , la cui spiegazione è m e n o fa­
c i l e , siccome p . es. q u e l l a che p r o d a ­
DELIE
ΜΕΤΕΟΓ.Ε AEREE.
ΙΟΙ
cevano le granili coppe di cui parlano
gli antichi , che aumentavano i suoui e
gli facevano udire a grandissime distanze.
Ma basta esaminare la disposizione degli
edilìzi per rendersi ragione di molti al­
tri fatti analoghi ; in una delle sale del
Conservatorio delle arti e dei mestieri a
Parigi, in cui i quattro angoli s'intersecano
al centro della volta , se due persone si
collocano a' due angoli opposti, esse po­
tranno conversare tra loro a voce bassa
senza essere uditi dagli altri spettatori.
In una chiesa di Agrigento in Sicilia ,
quando si parla di dietro dell'aitar mag­
giore, si è uditi distintamente presso la
porta, mentre chi trovasi per tutta la lun­
ghezza della nave non ode nemmeno una
parola. Si potrebbero indicare mille esempi
di questo genere.
§. II. Delle alterazioni chi/diche dell' aria.
Noi abbiamo fatto conoscere preceden­
temente la composi/ione dell' atmosfera,
ed abbiamo detto che vi si mischiava con­
tinuamente una quantità di sostanze la
102
D ELLE
ΜΕΤΕΟΓιΕ
ΑΕΓ.ΕΕ.
cui analisi c h i m i c i non ne tiinot η la pre­
senza m e n t r e la loro esistenza è resa ma­
nifesta dai loro effetti.
Le principali modificazioni di q u e s t o
g e n e r e sono dovute a l l ' a z i o n e i l e ' c o r p i
organizzati, che ricevono dall' atmosfera
la maggior parte dei loro principii n u t r i ­
tivi. La chimica ha dimostrato che tutti
gli animali che h a n n o bisogno di respirare
p e r vivere, c o n s u m a n o , n e l l ' a t t o della r e ­
spirazione, una q u a n t i t à n o t a b i l e di ossi­
g e n o , che essij­estituiscono tosto in parte
allo stato di c o m b i n a z i o n e col c a r b o n i o
e sotto forma di acido carbonico. La stessa
scienza ha scoperto che sotto l'influenza
dei raggi del sole, le parti verdi dei ve­
g e t a b i l i , al c o n t r a r i o , assorbono Γ acido
carboìiico dell'aria di cui ritengono il carbo­
nio p e r r e s t i i u i r e l'ossigeno. Q u i n d i i due
regni organici h a n n o dovuto esistere si­
m u l t a n e a m e n t e sul nostro gIobo 3 poiché
ciascuno di essi è essenziale al sostenta­
m e n t o dell'altro. Q u e s t o fenomeno mostra
Γ importanza dei miscugli continui operati
nell'aria dai venti; conduce anche a p e n ­
sare che Γ atmosfera sia spesso in certe ■
DELLE METEORE ΛΕΏΕΕ.
1θ3
località modificata fortemente (la questa
causa , quando il predominio «l'azione
degli animali ode'vegetabili coincide eolla
stagnazione dell'aria. I luoghi chiusi, dove
si riunisce un g r a n d e concorso di gente,
n e sono un esempio ed uua prova.
La decomposizione delle sostanze vege­
tali ed animali è un J altra causa che al·
tera la purezza d e l l ' a r i a , q u a n d o le ema­
nazioni, c i l e n e sono il p r o d o t t o , giacciono
c o n c e n t r a t e nel luogo della loro origine,
ο vengono t r a s p o r t a t e in c e r t e direzioni
costanti da venti locali. Questa d e c o m p o ­
sizione sembra essere la causa d e i fuochi
folletti , e quella dei miasmi d'ogni ge­
n e r e che producono la maggior parte delle
m a l a t t i e pestilenziali ed epidemiche.
FuochiJOlUtti.\fiwcliiJ'olL'tU^\it:
i super­
stiziosi abitanti di alcune province consi­
d e r a n o ancora come trapassati che escono
dalle tombe p e r t o r m e n t a r e ì viventi, si
manifestano specialmente nei cimiteri, il
che avrà p r o b a b i l m e n t e dato peso a q u e ­
sta credenza. Si sviluppano anche sulle
spiagge dei fiumi e degli stagni e nei luo­
ghi paludosi. Constano di una fiamma leg­
lOi
DELLE METEOKE AEREE.
géra che pare innalzarsi dalla t e r r a e c h e
abbrucia agitandosi, e seguendo diverse
direzioni. E stato verificato che i fuochi
folletti sono prodotti da sviluppamenti di
gas idrogeno fosforalo, risultamento ac­
cidentale della decomposizione delle so­
stanze animali,e che hanno la proprietà di
infiammarsi al contatto dell'aria atmosferi­
ca. Ne deriva che questi gas prendono fuoco
subito che, dopo di aver attraversato gli
6trati della terra ο delle acque giungono a
mescolarsi coll'aria. Luci molto simili ven­
gono anche prodotte da diverse sostanze
spiritose,e specialmente dalle ceneri nere,
ο dalle ligniti zolforose.
Esplosioni delle miniere. Il fuoco detto
dai Francesi goubre, diesi manifesta nelle
miniere di carbon fossile, e vi produce sì
spesso spaventevoli accidenti, viene pro­
dotto da unosviluppamento analogo d'idro­
gene carbonato; ma questo gas non pren­
dendo fuoco che in contatto di un corpo in­
candescente, gli accidenti d'accensione non
hanno luogo che quando trovasi accumu­
lato nelle galerie che vengono attraver­
sato dalle lampade dei minatori. Egli è
DECLE METEORE ΑΕΓ.ΕΕ.
Ιθ5
p u r e per questa ragione d i e si può sem­
p r e preservarsi dai pericoli di queste esplo­
s i o n i , col mezzo delle l a m p a d e di sicu­
rezza di D avy , c h e , m u n i t e di tele me­
talliche, isolano in qualche maniera la
fiamma e non le p e r m e t t o n o di escire
dalla rete metlalica che la r i n c h i u d e .
Fosforescenza.
La maggior parte dei fe­
n o m e n i Ai fosforescenza
hanno una causa
analoga a quella dei fuochi folletti, vale
à dire un certo grado di decomposizione
delle sostanze vegetali ed animali ; tali
sono le carni de' p e s c i , i pezzi di legno
fracidi, che divengono luminosi. Si sa che
sulla terra e sul mare avvi un grandissimo
n u m e r o di esseri viventi più ο m e n o fo­
sforescenti: non è del nostro scopo di qui
indicarli, ma osserveremo che la causa del­
la loro luce è affatto ignorata.
Fuoco di S. Elmo.
Un fenomeno che
offre egualmente molta analogia coi fuo­
chi folletti, si è il fuoco di S . E l m o , in­
dicato dagli antichi sotto il nome di Ca­
store e Polluce, ο dai marinai di S. Ni­
cola, e di S. Elena. Q u e s t o è formato da
luci che si vedono in mare aggirarsi at­
Ιθ6
DELLE METEOBE AEREE.
torno agli alberi, ai cordaggi,ed in ge­
nerale attaccarsi alle parti sporgenti delle
navi. Gli uomini di mare le considerano
come indizi di tempesta. Affettano qual­
che volta l'apparenza di un pennacchio lu­
minoso, e in questo caso non si può punto
dubitare che l'elettricità che esce od è
ricevuta dalle punte non sia la causa del
fenomeno. Ma altre volte il fuoco di S.EImo
rassomiglia ad un corpo leggero che ab­
bruci sulla tolda: la spiegazione di esso
pare più difficile. Checché ne sia , luci
analoghe sono state vedute anche alla estre­
mità delle picche de'soldali, e si dee ri­
ferire alla stessa classe di fenomeni, le
scintille checompaiono sulla testa dei fan­
ciulli, sulla chioma'dei cavalli, sul dorso
dei cani, e specialmente dei gatti quan­
do vengono strofinati ; non si può dubi­
tar punto della natura elettrica di que­
sti ultimi effetti.
Emanazioni putride. I miasmi putridi che
eotto tante forine e in tanti luoghi de­
notano in tante maniere la loro cattiva
influenza sul corpo umano , hanno sino
ad ora sfuggito alle investigazioni le pi"
DELLE METEORE AEREE.
10*y
delicate della chimica. Guiton de Mor­
veau ed altri chimici guidati dalla ana­
logia che conduceva a credere che questi
miasmi fossero parli celle di sostanze pu­
trefatte disseminate nell'atmosfera, hanno
impiegato con molto successo per distrug­
gerli il cloro ed il cloruro di calce, ma non
riesci loro di analizzarli. Ciò non ostante
quando si osserva l'aspetto cadaverico de­
gli abitanti di certe contrade paludose,
ed al contrario la tinta florida dei po­
poli delle montagne; quando si confronta
la longevità della popolazione delle paludi
Pontine e di quella delle Alpi; quando
si veggono febbri intermittenti, continue
ed ostinale desolare la metà della popo­
lazione e decimare tutti gli anni gli abi­
tanti delle contrade dove trovansi delle
vaste paludi periodicamente asciugate nelle
stagioni calde ; quando le città intiere
vengonospopolate dalla peste, dalla febbre
gialla e c ; quando un tifo, una malattia
endemica od epizootica qualunque si ma­
nifesta in uno spedale, in un quartiere,
in una città, in un paese, ed attacca ο
gii uomini ο gli animali; quando soltanto
!θ8
BELLE METEORE AEKEE-.
si respira l'aria balsamica di un giardino,
ο quella di una prigione, di un teatro op­
pure l'atmosfera eccitante di una campa­
gna ventilata , in confronto dell'aria pe­
sante delle contrade strette di una città
popolosa; in tutti questi casi, in cui la
chimica non indica punto delle differenze
nella composizione atmosferica, si potrà
forse ritenere identica la composizione
stessa? non si dee dunque credere, e l'os­
servazione attenta dei fenomeni ha in fatti
condotto a riconoscerlo, che effluvi [ria ο
meno deleUrii,emanati da diverse sostanze
putrefatte od in decomposizione,si mischia­
xio in diverse circostanze abitualmente od
accidentalmente coll'aria atmosferica, ne
viziano le qualità , e portano la debo­
lezza, le malattie e la morte tra gli es­
seri animati che respirano quest'aria im­
pura?
Dietro i dati i più positivi che siansi
potuti raccogliere, sembra che le malat­
tie cagionate dai miasmi deleteri! siano
epidemiche, vale a dire che regnino gene­
ralmente sulla popolazione di una con­
trada, ma non siano punto contagiose nel
DET.r.E ΜΕΤΕΟΓ.Κ AF.HEE.
mg
comune signiticate della parola, cioè non
si trasmettono col c o n l a t t o degli indi­
vidui ο degli oggetti che hanno loro ap­
p a r t e n u t o , se n o n n e l caso in cui esista
già, nei luoghi ove v a n n o questi indivi­
dui ο vengono trasportati questi oggetti,
delle condizioni favorevoli allo sviluppa­
m e n t o di u n a malattia analoga. E ne r i ­
sulta che è un destinare alla m o r t e in un
modo tanto b a r b a r o q u a n l o inutile la
popolazione che si r i t i e n e nei luoghi in­
fetti coi cordoni sanitari!*, ο con q u a l u n ­
que altro mezzo repressivo; o p p u r e quella
che si riunisce n e i lazaretti, ο che si ri­
t i e n e in q u a r a n t e n a sopra u n a nave in­
fetta. T u t t e le volte che non regnano in
u n luogo condizioni di e p i d e m i e analoghe,
l'opinione la più accrediiata dei medici
si è che il miglior mezzo d ' e v i t a r e le stra­
gi delle malattie pestilenziali, si è di al­
l o n t a n a r e la popolazione dai luoghi infet­
ti ; ma d o b b i a m o confessare che questa
dottrina non offre ancora un tal grado di
certezza p e r biasimare le misure repres­
sive che i magistrali adoperano in tali
circostanze.
HO
BELtE METEORE AEREE.
Una ventilazione attiva; larghe e numerose aperture in senso opposto nelle navi,
nelle case, nelle stalle; piantagioni disposte in modo da facilitare anziché da impedire la circolazione dell'aria, e l'azione
delle correnti atmosferiche; l'asciugamento
delle acque stagnanti delle paludi, e dei
luoghi alternativamente innondati; il sotterramento di sostanze animali e vegetali suscettive di entrare in putrefazione, tali sono i principali mezzi di prevenire lo sviluppamento dei miasmi in un
paese.
Per' preservarsene il meglio che si può.,
gli abitanti dei luoghi dove si sviluppano
questi miasmi, se non possono abbandonare il paese, debbono avere grande cura
di non respirare l'aria delle paludi durante
la notte, poiché l'assenza del sole, diminuendo i movimenti dell'aria, è causa
che i miasmi che si sviluppano, si accumulino in molto maggiore abbondanza
che durante il giorno negli strati inferiori
dell' atmosfera; debbono anco seguire un
regime regolare e fortificante, e specialmente conservare una grande nettezza lan-
DELLE ΜΕΤΕΟΤΐΕ
ΑΕβΕΒ.
I I I
to su di essi clie nelle loro abitazioni ,
n e ' cortili e nelle strade*"'
P e r distruggere ΐ ' m i a s m i , q u a n d o sono
formati, e per disinfettare i luoghi dove
esistevano, l'uso del cloruro di calce sem­
bra preferibile a q u a l u n q u e altro mezzo;
da alcuni anni se ne fa grande uso negli
o s p i t a l i , ec. , e r e c e n t e m e n t e i medici
F r a n c e s i , che si sono recati a Gibillerra
p e r esaminarvi la febbre gialla, se n e sono
serviti, a q u a n t o s e m b r a , col più grande
successo, p e r disinfettare la città ( i ) .
­*fcLe modificazioni dell'aria che danno luo­
go agli orforz sfuggono egualmente alle i n ­
vestigazioni d e ' c h i m i c i ; ciò che congiunto
alla osservazione che le sostanze odorose
conservano talvolta questa p r o p r i e t à per
degli anni senza alterazione, ne d i m i n u ­
zione di peso sensibile, ha fatto credere
ad alcuni fisici che gli odori non fossero
dovuti ad una emanazione di particelle
( i ) Vedi il Tremato
,e di Medicina
legale.
I
d' giene
pubblica
1 12
PELLE ΜΕΤΕΟΜ! AEREE.
d e l corpo odoroso, ma bensì ad u n o stato
particolare di m o v i m e n t o che essi i m p r i ­
mono all' aria , e queste agli organi del­
l ' o d o r a t o , come accade coi suoni. Checche
n e sia del grado d'i probabilità di questa
opinione, essa e a p p e n a nota, q u a n t u n q u e
l'opinione contraria non riposi sopra latti
meglio verilieati.
CAPITOLO SECOND O
SELLE
ΜE Τ E Ο HE
ACQUEE.
Τ '
lu IMPORTANTE sezione delle meteore
acque c o m p r e n d e quella moltitudine di
fenomeni atmosferici che sono il risulta­
m e n l o dei cangiamenti di stato dell'acqua;
questo corpo esiste sotto forma di vapori,
di liquido, ο di g h i a c c i o ; i principali di
questi fenomeni sono le n u b i , le n e b b i e ,
la pioggia, la n e v e , la gragnuola , la ru­
giada, ec. Essi vengono molto modiGcati
dalle variazioni dei climi e dei venti ,
già da noi esaminati, e s e m b r a n o contri­
b u i r e ai c a n g i a m e n t i elettrici c h e f o r m a n o
n E t l E METEORE ACQt'EE.
I 13
una sezione importante delle meteore ignee
di cui parleremo nel capitolo seguente.
ψ*» ­': '
SEZIONE PRIMA.
Dei vapori e delle nubi. ­
§. I. Dei vapori invisibili.
Formazione dei vapori. — L'umidità so­
spesa nell' atmosfera è fornita dall' eva­
porazione che ha luogo sulle terre , ma
specialmente sulle vaste estenzioni dei
mari. La superficie di un lago, di un prato,
di un campo di cereali, d'una foresta, su­
bisce una evaporazione continua aumen­
tata dalla secchezza dell' aria, e dalle ra­
pidità del suo rinnovamento ; una terra
lavorata esala quasi tanta umidità quanto
una superficie liquida di eguale estensione;
ma quando il suolo è duro e disseccato,
conserva con forzala sua umidità interna.
Si è l'azione del calore che sembra stac­
care cosi continuamente dalla superficie
dell'acqua ed anche di tutti i corpi liqui­
di ο solidi una certa quantità di vapori,
METEOHOLOGIÀ.
8
, I4
DELLE METEORE ACQUEE.
sotto la forma di un gas invisibile. Ma
quando lo spazio al di sopra di un li­
quido contiene di già tutto il vapore clic
può trovarvisi in ragione della sua tem­
peratura momentanea, quello che si for­
ma in seguito rimane sospeso sotto forma
di particelle visibili , ο cade immediata­
mente sotto forma di pioggia.
Deluc, Volta e D alton hanno stabilito
che la quantità di vapori che può trovarsi
in uno spazio posto al di sopra di un li­
quido , è affatto indipendente dalla na­
tura, dalla densità , ed anche dalla pre­
senza dell'aria ο del gas contenuto in que­
sto spazio: possiamo in fatti concepire che
i piccoli intervalli che separano le parti­
celle constitutive del vapore d'acqna, nei
limiti della loro tensione , non variano
punto, sia che altre particelle vadano ο
no ad interporsi in questi intervalli. Ciò
non ostante sembra più conforme ad un
grande numero di esperienze, di supporre
che la presenza d e l l ' a r i a , alla sua den­
sità abituale, permetta alle particelle di
vapore di accostarsi alquanto di più senza
riunirsi, di maniera che la quantità to­
DELLE METEORE ACQUEE.
I I 5
tale d'umidità elio può essere contenuta
in un metro cubico d'aria ad una tempe­
ratura data, non sia punto la stessa di
quella contenuta in un metro cubico di
vapore puro.
Quantità d' umidità nell' aria. Quando
l'aria, nella vicinanza della superficie del­
l' acqua, è saturata di umidità, 1' eva­
porazione diviene lentissima, precipi­
tandosi il vapore quasi appena formato ;
ma se 1' aria è continuamente rinnova­
t a , di maniera che la porzione carica
d'umidità sia trasportata via e vi suben­
tri dell' aria secca, 1' evaporazione viene
considerabilmente aumentata. Questo è ciò
che accade per effetto del vento, ο della
circolazione dell'aria che produce l'ele­
vazione della temperatura dell' acqua ο
del suolo al di sopra di quella dell'aria
ambiente. Quando s'impedisce questa cir­
colazione, l'evaporazione è diminuita di
molto anche quando l'i temperatura si in­
nalza. D ietro le sperienze di D alton, nei
casi ordinarli, la quantità d'acqua che si
evapora da una superficie in ventiquat­
tro ore, è misurata dall'altezza di una co­
Ι 16 D ELLE METE0HE ACQUEE.
lonna di mercurio corrispondente alla
tensione del vapore alla data temperatura,
deducendo però l'effetto dell'elasticità del
vapore di già esistente nell' aria.
Poiché la quantità d'umidità che l'aria
può contenere è in proporzione della tem­
peratura, noi possiamo misurarla col ri­
condurla alla temperatura in cui il vapore
incomincia a deporsi. Se in un.bicchie­
re A' acqua fredda aggiungiamo del sale
comune ο del muriato di calce, noi ra­
fredderemo abbastanzal'aria ambiente per
far deporre sul vetro una parte dell' u­
midità; prendendola temperatura dell'ac­
qua al momento in cui la pricipitazione
comincia ad aver luogo, Dalton ha determi­
nato il vero stato dell'aria per rapporto al­
l'umidità. Laonde incominciando il vetro
a bagnarsi quando l'acqua segna 4 Φ>
si dee conchindere dalla elasticità nota
del vapore a questa temperatura, che la
quantità d'umidità contenuta nell'aria equi­
vale alla pressione di una colonna di mer­
curio di circa 6 millimetri 6 d' altezza ;
e se la temperatura dell' aria è di io,
l'elasticità corrispondente del vapore es­
DELLE Μ Ε ΐ Ε Ο Β Ε
ACQUEE.
I I^
sendo di 9 mill, ^η, Γ evaporazione gior­
naliera in q u e s t ' aria sarebbe di ciré:* 2
mill. 8 1 , c o r r i s p o n d e n t e ad un metro 025
p e r tutto l ' a n n o . Ciò non ostante l ' a r i a
e in fatto c o m u n e m e n t e più umida, e la
evaporazione media , in I n g h i l t e r r a , se­
condo lo stesso D a l t o n , non è che di 25
pollici (o m. 635) p e r a n n o , al che si
p u ò aggiungere p e r la r u g i a d a 5 p . (o
rn. 127).
Dietro di ciò, se si valuta a 35 pollici
(o m. 889) la m e d i a evaporazione a n n u a l e
c h e ha luogo su t u t t a la superficie d e l
globo per ciascun pollice (o millim.) q u a ­
d r a t o di superficie, la massa d ' a c q u a eva­
p o r a t a a n n u a l m e n t e sopra t u l t a la I e n a
sarà eguale a 94,45 > miglia (3498 leghe
c o m u n i , ο I 5 I , 9 7 0 kilom.) c u b i c i ; se q u e ­
sta massa prodigiosa d ' a c q u a dimorasse
« e l i ' atmosfera , essa l ' a u m e n t e r e b b e d i
ι / ι 2 0 , e farebbe innalzare il b a r o m e t r o
di 3 pollici (o m. 076); ma questo è i m ­
possibile, ed a n c h e Saussure e D eluc han­
n o provato che le alte regioni dell' aria
c o n t e n g o n o m e n o vapori degli strati che
sono vicini alla superficie d'ella terra, i!
, [ 8 D ELLE ΜΠΤΕΟΙΙΕ ACQUEE.
signor Leslie ha inoltre calcolato che un
Dietro cubico d'aria a 20, che pesa circa
1295 gramme, non può ritenere che 6, 3a
d'umidità; dal che osserva che se l'atmo­
sfera passasse da una estrema umidità ad
ima estrema secchezza, si deporrebbe
sulla terra meno di i3 centimetri d'ac­
qua; in conseguenza, perfornire alla massa
assai più considerabile delle piogge , bi­
sogna che l'acqua venga ripresa nel corso
dell'anno daifrequenti passaggi dell'aria
dalla siccità alla umidità; ciò che accade
in fatti.
Nei climi caldi ed in certe esposizio­
ni particolari, l'evaporazione è assai
più forte. Il mare Mediterraneo essen­
' ;«U> circondato di terre , viene riscalda­
to di più dell'Oceano, ed i venti che vi
spirano sono più secchi ; ne risulta quin­
di che l'evaporazione vi è più grande che
sull'atlantico, e che la densità delle sue
acque è aumentata per una quantità più
notabile di sale; di maniera che allo stretto
di Gibilterra regna una corrente supe­
riore chi; si dirige uri Mediterraneo ed
. una coi ìen­te iulcrioie iu senso contrai lOj
DELLE METEORE ACQUEE.
I J
9
per la stessa ragione che Γ aria quando
è più densa in una camera che in un'al­
tra vicina, fa inclinare verso la prima la
fiamma di un lume che venga collocato
al basso della porta, e la dirige verso la
seconda quando il lume trovisi in vece alla
parte superiore di questa porta. Se la
corrente che penetra nel Mediterraneo
avesse abbracciato tutta l'altezza dello­
stretto, questo mare avrebbe dovuto, nel
corso dei secoli, divenire uno solo masso­
di sale. È ben rimarchevole che tutti
i laghi nei quali si gettano dei fiumi, m»
che non hanno escita, sono più ο meno,
salati, al pari di quelli che trovansi in
vicinanza del mare; mentre i laghi che sì
scaricano nel mare non sono punto sa­
lati, perchè l'acqua dei fiumi ha dovuto­
necessariamente , nel corso dei secoli ,
trasportar via il sale di questi laghi, se­
mai ne avessero contenuto.
Il vapore che alla temperatura di ioo,
e sotto la pressione di 76 e. m. di mer­
curio, occupa uuo spazio quasi di 1700.
volte maggiore dell'acqua, assorbe, per
mantenerti in queslo i t a l o , una quanti­
1 2 0 D ELLE METEORE λΟΟΕΕΕ.
tà di calore capace d'innalzar 1' acqua
a 55o in circa. Questa quantità di calo­
rico latente viene restituita nella con­
densazione del vapore, donde risulta che
iaformazione della pioggia innalza la tem­
peratura dell'aria, come la evaporazione
la diminuisce.
La quantità di vapore che esiste nel­
l'atmosfera essendo in proporzione della
temperatura, varia in ragione del clima ,
«Ielle stagioni e della elevazione; cosi essa
(decresce dal basso all'alto e dall'equatore
ïerso i poli, e segue il corso delie sta­
gioni.
Dalle leggi dell'evaporazione nell' aria
al signor D anieli deduce le seguenti con­
fusioni: si dee considerare la terra co­
me circondata da due atmosfere distinte
quantunque mescolate, e le cui relazioni
«ol calore, come lo stato d'equilibrio, sono
diverse; l'ima consta di un gas perma­
nente che si stende in proporzioni arit­
metiche, in ragione della temperatura, ed
il cui equilibrio verrebbe mantenuto da
un sistema regolare di correnti opposte;
Γ altro consta di un vapore clastico, che
DELtE METEORE ACQUEE.
12Ï
sii condensa pel freddo con isviluppamenlo
di c a l o r i c o , di cui la t e m p e r a t u r a au­
m e n t a la forza in p r o p o r z i o n e geometrica,
e f i n a l m e n t e , c h e si mescola nel p r i m o
gas, e si muove nei suoi i n t e r s t i z i . Q u a n d o
questa filtrazione è r i t a r d a t a in u n a cor­
r e n t e per l'inerzia del mezzo gasoso, allora
le particelle si c o m p r i m o n o t r a l o r o , vi
è ravvicinamento , r i u n i o n e e precipita­
zione di vapore; tale è l'origine della piog­
gia. Il signor D anieli a m m e t i e anclie due
grandi principi! d ' a z i o n e s u l l ' a t m o s f e r a ,
l ' e l e t t r i c i t à ed il globo l u n a r e ; crede
che l'elasticità del vapore venga a u m e n ­
tata dalla e l e t t r i c i t à ; e a m m e t t e che la luna
agisca d i m i n u e n d o la forza di gravità delle
colonne d'aria, ciò che diminuisce la loro
densità, e p r o d u c e l'afflusso d e l l e c o r r e n t i
laterali ; d o n d e risulta un effetto simile
a q u e l l o di u n a espansione eguale p r o ­
d o t t a dal calore.
§. I I . Dei vapori
visibili, ο
nubi.
Passaggio dei vapori allo slato
vescicu­
lare e formazione delle nubi. Abbiamo detto
1 2 3 D ELLE METEORE ACQUEE.
precedentemente che i vapori esistono
nell'aria sotto due stati diversi: ora invi­
sibili, ed ora visibili. Nel primo caso essi
costituiscono Vumidità propriamente detta,
e la loro presenza è indicata dall' igro­
metro, dal loro deposito su diversi corpi
e dalla rugiada. Lungi dall'intorbidare in
questo stato la trasparenza dell'atmosfera,
il vapore sembra aumentarla in più cir­
costanze; di maniera che si può conside­
rare questa più grande trasparenza come
un segno di umidità.
Il vapore passa allo stato visibile, quando
diviene vapore vesciculare, cioè forma delle
piccole vescichette cave il cui peso è ad un
di presso eguale a quello dell'aria. Intor­
bida iti questo caso la trasparenza del­
l'aria, a causa delle refrazioni moltipli­
cate che fa subire alla luce , e dimora
generalmente in sospensione per qualche
tempo sotto la forma di nebbie ο di nubi.
Queste a causa del loro peso specifico
maggiore hanno tendenza a cadere, e quan­
do gli strati inferiori dell'atmosfera sono
alla stessa temperatura di esse , e sono
«turali d'umiditi, le nubi continuano a
DELIE METEORE ACQUEE.
123
discendere sino a che si risolvono in pioggia alla superficie della terra, oppure vi
formano ciò che si chiama nebbia. D'ordinario le nubi nel cadere incontrano
degli strati più caldi in cui l'umidità ripassa in parte allo stato di vapore invisibile, ciò che le fa risalire sino a che esse
trovano una temperatura abbastanza bassa
per condensare di nuovo i vapori e per
farli ancora discendere un' altra volta.
Queste oscillazioni continuano sino a che
la nube arriva in un punto ove la temperatura e l'umidità sono tali che i vapori condensati incominciano a dissiparsi,
ciò che ha luogo d' ordinario a 2000 od
a s4oo tese (4, a 43°o n) ·) a ' J ' supra
della superficie della terra,oppure a ridisciogliersi iu pioggia, comeabbiam detto.
Sotto la latitudine di 45 le nubi hanno
una elevazione media ordinaria di 5oo
tese (974 ni.) Al nord e durante la notte
si abbassano, e le nebbie sono in fatti in
questi casi più frequenti ; al mezzogiorno
e durante la giornata esse ascendono. 11
signor De Humboldt ha osservato che la
zona delle nubi è sempre più calda di
1^4
DELLE METEORE ACQUEE.
quella che dovrebbe essere, senza dubbio
a causa del calore che rende libera la
trasformazione del vapore in acqua.
Sonvi spesso più strati di nubi sovrapposte le une alle altre, e che camminano
talvolta in direzioni opposte. In generale
questi strati sono tanto più elevati quanto
più bianchi ; essi allettano anco l'aspetto
indicato sotto il nome di scopature, piccole pomellature, e c , mentre le nubi inferiori sono piuttosto a grandi pomellati! re , a montagne, ec.
Nulla evvi di più fugace, di più difficile
a fissarsi e a descriversi delle nubi ; le
loro forme ed i loro colori variano continuamente e presentano spesso le figure
le più bizzarre ; ciò non ostante i colori
dominanti , specialmente nella giornata,
sono il bianco, il grigio ed il nero; ma
alla mattina e alla sera, ed anco quando
trovansi ad una altezza media, le nubi
riflettono diverse gradazioni di tinte e affettano tulli i colori.Non si è per anche
potuto riconoscere le relazioni di queste
apparenze collo stalo dell'atmosfera.
Classificazione delle nubi. Il signor Ilo-
DEIT.E METEORE ACQUEE.
19.5
Ward è il primo fisico che abbia tentato
con qualche successo di dare una descri­
zione esatta ed una classificazione delle
nubi ; noi le riferiremo. Il signor Howard
definisce la nube, essere una aggregazione
visibile di piccole gocce d' acqua in so­
spensione nell'atmosfera; e in questa de­
finizione abbraccia le nebbie, perchè ad
una grande distanza ο ad una grande ele­
vazione hanno precisamente un stesso
aspetto e le stesse proprietà delle nubi.
Egli le divide in sette classi diverse, di
cui dà le forme e le modificazioni e fa
conoscere le indicazioni ; queste sono.
i.° Cirrus. Nuberassomigliante ad una
ciocca di capelli ο di piume, a linee pa­
rallele, ondulate ο divergenti, male ter­
minate nella direzione del loro movimen­
to. Questa specie di nubi è sempre la
meno densa ed occupa le regioni le più
elevate; qualche volta copre il discodel
sole di un velo trasparente, ed altre volte
forma dei gruppi distinti di strisce pa­
rallele ο di linee sinuose. L'altezza di
queste nubi, secondo D alton, è di 3 a 5
miglia (4827 a 8o45 m.) al di sopra della
126
DELLE METEORE ACQtIEE.
superficie della t e t r a . I n d i c a n o g e n e r a l ­
m e n t e i! v e n t o ; ma q u a n d o formano delle
fasce orizzontali con liste dirette all'ingiù,
a n n u n c i a n o la pioggia, m e n t r e si è os­
servalo che p r e c e d o n o il bel t e m p o q u a n ­
do le linee sono formate da una specie di
frange.
a.° Cumulus. N u b e p r o c e d e n t e dall'alto
in ammassi s p e s s i , convessi e conici. An­
nuncia della densità nella sua s l r u t t u r a ,
affettando verso l'alto una forma conves­
sa, ed offrendo nella sua maggior d i m e n ­
sione un amasso emisferico irregolari*
Nasce g e n e r a l m e n t e dopo mezzogiorno ,
al m o m e n t o del maggior c a l o r e , e dimi­
nuisce g r a d a t a m e n t e sino a s e r a , q u a n d o
s c o m p a r e . In q u e s t o c a s o indica bel t e m p o .
3.° Stratus. Fascie di nubi estese con­
t i n u a t e , u n i t e , innalzantisi dal basso. Q u e ­
sta n u b e è di una densità media ; com­
p r e n d e quelle n e b b i e basse che si i n n a l ­
zano dalle valli e dagli slagni nelle s e r e
q u i e t e . Scompare spesso alla m a t t i n a , ed
è questo un indizio di bellissimo t e m p o .
Il signor Howard chiama
specie di nubi , modificazioni
queste t r e
sempiici ο
DELLE METEOBE
ACQUEE.
I2J
distinte, costituenti, come si vedrà, gli
elementi delle specie seguenti, di cui le
due prime vengono considerate dall'au­
tore come di natura intermediaria , e le
due ultime come dotate di una struttura
composta.
4·° Cirro­cumulus. Sistema di piccole
nubi rotonde, serrate le une contro le
altre ed in conlatto. Queste nubi sem­
brano formate dalla caduta dei cirrus, i
cui gruppi prendono la forma sferica ,
quando le nubi assumono l'aspetto di una
palla di cotone con una parte libera od
ondeggiante.il cirro­cumulus consta qual­
che volta di strati distinti, che galleggia­
no a diverse altezze, sembrando le nubi
sempre di mano in mano più piccole sin&
a che si perdono nell' azzurro dei cieli.
Mostrasi spesso in estate, e quando dura,
fornisce uno degli indizi più certi di un
calore crescente e di bel tempo.
5.° Cirro­stratus. Fascia orizzontale ο
lievemente inclinata, meno visibile nella
circonferenza, concava dal basso ο ondu­
losa. Gruppi ο ammassi aventi questo ca­
rattere. Queste nubi prendono diversi
î?.8
DELLE METEOBE ACQDEE.
aspetti p e r la loro frequente unione con
a l t r e modificazioni. D a solo forma sem­
p r e u n a fascia che va d i m i n u e n d o , op­
p u r e un ammasso simile ad un n e b b i o n e
u n i f o r m e , c o n t i n u a q u a n d o la si osservi
verso l'alio, ed in apparenza di u n a g r a n ­
dissima densità verso l'orizzonte. In que­
sto stato dà luogo ai fenomeni degli alo­
ni, e c , ed Ìndica un abbassamento nella
t e m p e r a t u r a , del v e n t o e della pioggia.
Q u a n d o alterna col cirro­cumulus,
il pro­
nostico è d u b b i o . Si v e d e spesso r i m a n e ­
r e alla sommità delle m o n t a g n e e l e v a t e ,
e, in questo stato, v e n n e p e r lungo t e m p o
considerato come un pronostico di t e m p o
piovoso.
Cumulo­stratus.
N u b e nella quale l a
s t r u t t u r a del cumulus
e mescolata con
quella del cirro­stratus ο dpi
cirro­cumulus,
appianandosi il cumulus all'alto, e facen­
do incurvare la sua b a s e . Il
cumulo­stratus
è quella n u b e di un aspetto lanoso d i e
si mostra talvolta alla sommità del cumu­
lus, q u a n d o questo si a u m e n t a p e r la p a r t e
inferiore ; domina a" o r d i n a r i o q u a n d o il
cielo ê c o m p i u t a m e n t e c o p e r t o , e s e m b r a
BELLE METEORE ACQUEE.
129
che non dipenda dalla temperatura,poiché
precede ora la neve ed ora i temporali.
In quest'ultimo caso lo si vede spesso
sopra diversi punti dell'orizzonte giun­
gere rapidamente ad un grandissimo vo­
lume. Gli indizi che esso ne somministra
sono assai dubbii, e debbono essere de­
dotti dalla predominanza deile altre mo­
dificazioni che l'accompagnano.
η.° Nimbus. Nube spessa, che si stende
al di fuori in corona di cwn/s, e cangian­
tesi inferiormente in pioggia gelata. Si mo­
stra d'ordinario sotto la forma di un cono
capovolto, la cui parte superiore si pro­ ­
lunga in una fascia continua di cirrus ad ­
.una grande distanza dal luogo ove cade
la pioggia. Quando l'evaporazione della
nube che rimane dopo di questahaluogo
per intiero, viene riguardato come un
pronostico di bel tempo. Quando il nim­
bus si mostra da solo, si move in gene­
rale col vento; ma quando è formato nel
mezzo del cumulus , cammina talvolta in
una direzione contraria ; questo è il caso
ordinario degli acquazzoni temporaleschi.
Quanto abbiam detto basterà per in­
aiETF.OEOLOCIA.
C)
Ι3θ
SELLE METEORE ACQUEE.
vegliare il lettore ad osservare le appa­
renze delle nubi , tentando di ricou­
durlo alla classificazione del signor Ho­
ward j od a qualunque altra.
SEZIONE SECOND A
Dei vapori condensati.
La quantità di acqua contenuta in un
piede cubico d'aria saturata d' umidità ,
sembra essere di circa 129 milligrammi
a o u , 258 a 9°, 38 7 a i 5 ° , e 5iG a 180;
la densità del vapore mescolato cosi col­
l'aria, è, dietro le esperienze di Saussure,
eguale ai 3/5 di quella dell'aria stessa;
di maniera che l'aria umida è sempre un
poco più leggera dell'aria secca, e tanlo
più leggera quanto è più calda, purché
sia saturata d'umidità. Risulta da questa
proprietà dell'umidità che se le due por­
zioni d'aria saturata ed a temperature
diverse vanno a mescolarsi insieme , do­
vrà accadere una precipitazione; peresero­
pio, se un piede cubico d'aria a o ° e m e ­
«coIa^Lcon un piede cubico a i 5 ° , ' "
DELLE MÌSTEOBE ACQUEE.
l3l
media temperatura sarà η i/i° : se erano
saturate di umidità, dovevano contenere
prima del loro miscuglio 5i6milligrammi
d'acqua; ma dopo questo miscuglio sa­
ranno troppo fredde di un poco più di
i.° per contenerne la stessa quantità :
perciò dovrà accadere precipitazioni.
Sembra in fatti che simili miscugli siano,
in natura, una delle cause della pioggia.
Il che ne spiega anche il perche l'aria
espirata dal petto d'un animale, e che è
naturalmente trasparente, diviene visibile
quando si mescola con una atmosfera
fredda ; altri fenomeni analoghi vengono
pure ­prodotti dalla stessa causa.
Quando noi ci troviamo immersi nei
vapori 'lescicolari,diamo alle nubili no­
me di nebbie ; quando i globetti delle
nebbie ο delle nubi si riuniscono in goc­
ce capaci di cadere con una certa cele­
rità, costituiscono la pioggia; se questi
globetti si agghiacciano al momento della
loro condensazione, si cristallizzano e for­
mano la neve; ma se in vece sono le
gocce d'acqua di già formate che si ag­
ghiacciano, sia per Γ azione tU) .un'aria
l32
DELLE ΜΕΤΕΟΠΕ ACQUEE.
fredda esterna , ο per l'effetto di una
grande evaporazione, prodotta da una
rapida eadula a traverso di un' aria sec­
chissima, producesi lagragnuola, che cade
quasi sempre nelle stagioni troppo calde
perchè possa formarsi la neve ; l'umidità
si depone anco sotto forma di rugiada ;
finalmente , essa passa allo stato solido
sotto forma di ghiaccio.
§. I. Delle nebbie.
'■ Abbiamo di già detto che le nebbie
non sono altro che nubi nel mezzo delle
quali l'osservatore trovasi collocato. Laon­
de, quanto più si procede verso i paesi
caldi, tanto più sono r a r e , e verso i poli
non si hanno che nebbie, perchè la pre­
cipitazione dei vapori ha luogo quasi im­
mediatamente, e le nubi si mantengono
sempre assai basse.
Le particelle delle nebbie sono di un
volume assai notabile, poiché altrimenti
sarebbero affatto invisibili ; ora, la mini­
ma goccia d'acqua visibile adocchio nudo
avrebbe'una grossezza chela farebbe ca­
BELLE ΜΕΤΕΟΓ.Ε ACQUEE.
l53
dere con una celerità d'un piede per se­
condo, se l'aria si trovasse intieramente
in riposo. Ma da una parte egli è possi­
bile che la resistenza che si oppone al
movimento di particelle così piccole sia
molto più considerevole di quello che fu
calcolata , e in conseguenza la loro ca­
duta assai meno rapida ; ed in oltre D e
Saussure ha dimostrato che il vapore
diviene nebbia passando allo stato di bolle
vescicolari, e formando come dei piccoli
palloncini vuoti nel mezzo, ciò che li
rende più leggeri , ed anco più visibili
per la dispersione che fanno subire ai
raggi di luce. Questo effetto è analogo a
quello che rende visibile il vapore che
noi espiriamo, ο che si innalza da un le­
tamaio, il quale si manifesta quando l'ab­
bassamento della temperatura induce un
principio di deposizione d' umidità.
Le nebbie che si formano alla sera,
quando il tempo è sereno , alle rive dei
laghi e dei fiumi , vengono prodotti dal
raffreddamento dovuto all'irradiazione del
calore. Lo strato supcriore del liquido ,
divenuto allora più freddo, cade alfondo,
l34
DELLE METEORE ACQUEE.
e vi s u b e n t r a n o gli strati più caldi ; ma
i corpi solidi delle spiagge clic non pos­
sono cangiar posto , si raffreddano assai
di p i ù ; ne risulta che non possono più
r i t e n e r e la stessa q u a n t i t à di vapori in
s o s p e n s i o n e ; e se una circostanza qua­
l u n q u e , come una piccola inclinazione
del suolo, un legger soffio di vento, tras­
porta l'aria d e l h spiaggia a mescolarsi con
quella che giace sul lago ο sul (iume, la
p r i m a , che è più fredda , fa raffreddare
la seconda ; questa depone tosto una
parte della sua u m i d i t à , che dapprima
non alterava p u n t o la sua t r a s p a r e n z a ,
ma c h e , passando allo stato di vapore v e ­
scicolare, intorbida l ' a r i a , e forma tosto
della nebbia.
Si è creduto che le n e b b i e venissero
qualche volta formate da molecole di­
verse da quelle d e l l ' a c q u a , ed in questo
caso h a n n o ricevuto il nome di nebbie séc­
che; si attribuisce a queste nebbie l'ab­
b r u c i a t u r a dei vegetabili. Queste n e b b i e
vengono spesso accompagnate da un o d o r e
molto simile a ([nello prodotto dalla scin­
tilla elettrica. F u anco asserito che la
BELLE METEORE ACQUEE.
l35
debbia del 1783 che fu sì considerevole
da inviluppare per più mesi Γ Europa
intiera, fosse un poco luminosa ; alcuni
assicurano di aver potufo leggere alla sua
luce. Venne essa attribuito, ma à torto,
alla coda di una cometa; poiché non
esisteva punto ad una cèlta distanza in
mare. Forse si potrebbe con più fonda­
mento attribuire queste nebbie ad ema­
nazioni particolari del suolo, oppure a
meteoroìiti.
L'atmosfera è ingombrata talvolta an­
che da altre nebbie assai difficili a
spiegarsi ; queste rendono talvolta cosi
profonda l'oscurità che non si può più
riconoscere la via che col tatto ; tale è
stata quella del 12 novembre 1797 a Pa­
rigi e del 16 gennaio 1836 a Londra;
tutte le botteghe vennero illuminate in
pien meriggio; le vetture erano obbli­
gate a fermarsi. Si è notato ohe nei con­
torni di Londra il tempo era nello slesso
momento di una bellezza notabile. Il si­
gnor D efiance, che ritiene per certo che
queste nebbie non si manifestino che
nelle grandi cittì,, opina diesi debba at­
!36
DELIE METEORE ACQUEE.
tribuirle ai fumi ed ai vapori delle case,
che in luogo di innalzarsi nell'aria e di
dissiparsi, si abbassano sulla terra, e vanne
a lambire il suolo. Il signor Arago non
saprebbe ammettere questa causa, perchè
tali nebbie si formano talvolta in pochi
minuti, e spesso non ve n' è iraccia alcuna nei tempi i più quieti.
§., II. Della pioggia.
Cause della pioggia. Quando la condensazione dell' umidità e considerevole e
rapida, si dee credere che la pioggia si
formi immediatamente, quantunque alcuni
scienziati abbiano opinato che debba sempre formarsi da prima la nube. Il ravvicinamento delle nubi prodotto da una
causa qualunque, e l'abbassamento della
temperatura degli strati atmosferici pregni d'umidità , sono le cause principali
della pioggia. L'elettricità ne é pure una
forte e frequente causa, come viene provato dal fallo, che la pioggia che accompar
gna i temporali è più copiosa. Questo fenomeno e tutto ciò che si può dire di certo
ΒΕΙΙ,Ε METEORE ACQUEE.
137
a questo riguardo; e non si saprebbe an­
cora considerare che come im' ipotesi
l'opinione che le particelle umide di una
nube siano tenute in distanza dall'azione
di una certa forza elettrica , e che si è
quando cessa di agire, chele particelle si
uniscono e formano delle gocce di pioggia.
Checché ne sia però, il vapore , dopo
di essersi innalzato e d'aver formato le
nubi, viene indicato dai movimenti del­
l'igrometro; bentosto esso si raffredda, si
condensa e cade in pioggia tranquilla ed
uniforme. Il dott. Hulton nel 1587 ne ha
dato pel primo una teorica soddisfacente.
Egli è evidente che il miscuglio di di­
versi strati dell'atmosfera che abbinmoiu­
dicato come una delle cause della forma­
zione della pioggia, dee essere secondato
fortemente dalle correnti opposte dei
venti. Questa specie di pioggia ptr tras­
porlo d'aria, ο con vento, ha luogo quan­
do i vapori arrivano da un luogo più
caldo in uno più freddo. Queste correnti
vengono esse stesse prodotte specialmen­
te dall' ineguale distribuzione del calore
che sconcerta Γ equilibrio dell'atmosfera.
138
BELLE METEORE ACQUEE.
Quando una colonna d'aria viene riscaldata , dee innalzarsi,e vi dee subentrare
dell'aria più fredda: abbiamo veduto ebe
questo è ciò che accade alla superficie
della terra , e che tale è la causa dei venti
alisei, dei venti periodici, e senza dubbio anco di diversi venti locali. Questo
fenomeno produce il felice effetto di moderare il calore ed il freddo estremo dei
diversi climi , come anche di fornire la
pioggia necessaria per la vegetazione. Se
la superficie del globo fosse perfettamente piana, e ciascuna delle sue parti egualmente suscettiva delle impressioni del
calore e del freddo, è probabile che la
circolazione degli strati dell' atmosfera
avrebbe luogo senza interruzione e senza
irregolarità; le variazioni del barometro
sarebbero in questocasopiccolissime, come accade nelle regioni equatoriali, e la
pioggia, secondo tutte le probabilità, non
cadrebbe che a certi periodi ed a lunghi
intervalli.
Ma nella costituzione attuale del globo, le ineguaglianze della sua superficie,
le diverse capacità di questa superficie
DELLE ΜΕΤΕΟΠΕ ACQUEE.
I 3g
per assorbire ο comunicare il calore, ed
altre cause di sconcerto, producono gran­
di irregolarità nella direzione e nella forza
della principale corrente atmosferica, e
danno luogo a quelle variazioni di vento
che si osservano partendo dal 3o grado
di latitudine. La corrente superiore ο che
parte dall'equatore , dirigendosi verso un
solo punto, il polo, dee aumentare di ce­
lerità a misura che vi si avvicina, e con­
seguentemente le cause di sconcerto deb­
bono avervi maggiore azione. Questo ό
pure ciò che viene confermato dall'os­
servazione. Le variazioni del barometro,
che si possono considerare come l'espres­
sione di queste forze perturbatrici. au­
mentano a misura che ci scostiamo dal­
l'equatore ; ma la sua altezza, quando si
tiene conto delle differenze di tempera­
tura e di elevazione, essendo sensibil­
mente la stessa in tutte le latitudini, sem­
bra che la quantità d'aria trasportata
dalle due correnti sia la stessa. Si dee
supporre per conseguenza, che il piano
che separa le due correnti è a questa
elevazione al di sopra del livello del mare
ΐ£θ
DELLE METEORE ACQUEE.
ove il barometro si terrebbe alla metà
dell' altezza media , e che si è a tale al­
tezza che si formano le nubi, al punto di
contatto dei due strati d'aria che hanno
temperature diverse. Questo viene anco
confermato dall' osservazione ; poiché il
punto dell'atmosfera al quale il barome­
tro si terrebbe a 38 centimetri.è a circa
ι ο ι \fi lega, ed è anco Γ altezza media
delle nubi.
L'influenza dei venti nella produzione
della pioggia è dimostrata da un grande
numero di fenomeni. Nei nostri climi, il
tempo secco domina generalmente, tanto
che l'atmosfera sia tranquilla, quanto al­
lorché il vento spira costantemente dal
medesimo punto ; al contrario i cangia­
menti dei venti sono molto spesso accom­
pagnati da pioggia, e quando sono celeri
e frequenti ne risultano gli acquazzoni.I
venti d'ouest che ci giungono carichi d'una
grande quantità di vapori, dopo di avere
attraversato la vasta estensione dell'Ocea­
no , ci conducono pure quasi costante­
mente la pioggia. Il vento periodico di
mare, che è prodotto dalla sopraggiunta
DELLE METEOF.E ACCOTE.
l4 '
di un' aria più fredda e più pesante che
spinge via un'aria più leggera e più calda,
depone bene spesso dell'umidità. Ί venti
che spingono l'aria nella gola delle mon­
tagne alquanto elevate , obbligandola a
passare al di sopra della loro cima , la
fanno giungere in uno stato più freddo ;
formasi quindi una nube, e vi si depone
dell' umidità, specialmente se gli alberi
d' una foresta si congiungano a favorire
il miscuglio delle due masse atmosferiche.
Le nubi si risolvono dunque in pioggia
sui fianchi delle montagne e nei luoghi
coperti di vegetazione ; il signor D e Hum­
boldt ha in fatti osservato che la man­
canza di pioggiain luoghi privi di piante
sono due fenomeni che reagiscono 1' uno
sull'altro : non piove punto perchè la su­
perficie di un suolo sabbioso, nudo e pri­
vo di vegetazione , si riscalda di più e
spinge via le nubi in luogo di trattener­
le ; ed il deserto non diviene punto una
steppa od una foresta, perchè essendo pri­
vo d'acqua, non può esservi alcuno svi­
luppamento organico. I venti del nord
sono secchi perchè sono freddi, e diven­
l42
DELLE METEORE ACQUEE.
gemo , giungendo in contrade più calde ,
capaci di contenere maggior quantità di
vapori; il contrario accade di quelli del
sud. I venti del deserto, essendo molto
secchi e molto caldi , sono assai perico­
losi; e quelli dell'est, essendo molto sec­
chi, sono nocivi specialmente a quelli clic
vanno soggetti a mali di petto, i quali soffro­
no molto quando l'aria toglie loro l'umidità
dei polmoni. Sembra elle quando l'umi­
dità è ridotta al di sotto dalla metà del
punto di saturazione, l'aria incominci ad
essere nociva alla salute.
Nei climi dei tropici, la stagione delle
piogge può venire annunciata con gran­
de precisione, poiebè giunge sempre quan­
do il sole arriva al zenit, epoca nella
quale i venti sono variabili ο quando i
monsoni cangiano. Λ queste grandi piog­
ge regolari si dà il nome di piogge equi­
noziali ; esse cadono alternativamente al
nord ed al sud dell' equatore, e si sten­
dono a υ ο i5 gradi da questa linea.
La grande corrente d'aria dell'equa­
tore verso i poli e pure una delle cause
di pioggia , che lia per effetto di auiuen­
BEILE METEORE ACQUEE.
143
tare i ghiacci polari, sino a che sopraggiunga un grande disgelo che conduca
questi ghiacci nell' Oceano, come é accaduto nel 181G; ivi essi divengono una
grande causa di raffreddamento.
Nei vasti piani dei continenti, dove non
avvi alcuna azione che tenda a mescolare gli strati dell'aria, e dove l'evaporazione non può fornire bastante umidità
per saturare l'atmosfera, piove di rado;
mentre ne'paesi montuosi, specialmente
nelle vicinanze dei mari e nell'isole, piove spesso.
Quantità dilla pioggia. Nei paesi in cui
regnano tali irregolarità, é impossibile di
calcolare con qualche precisione la quantità di pioggia che dee cadere nel corso
di un anno· Questa quantità dee essere
in relazione colla umidità che alla temperatura media dell'anno può essere contenuta nell'atmosfera, confrontata coll'evaporazione annuale. Dietro questa relazione la quantità media di pioggia per
l'Inghilterra sarebbe di 23 pollici (o m. 58)
all'anno; ma dietro un grande numero
tli osservazioni, ilsignor Dalton l'ha por-
l44
DELLE METEORE ACQUEE.
tata a 35 ο 3ι pollici (o m.89a 0 m.79),
ed anche altre osservazioni si avvicinano
a quest' ullirao termine.
La quantità inedia di pioggia per anno
è maggiore all' equatore e decresce a mi­
sura che si procede verso ­i poli; così ad
anno comune, secondo il prospetto com­
pilato dal I mrcau delle longitudini dietro
osservazioni ripetute per più di 5o anni,
essa è :
Al Capo Francese (S. Domingo)di 3,08 m.
Alla Grenada
(Anliilc)
2,84
A Calcutta
2,o5
(Bengala)
A Ivendal
(Ingldllerra)
!,56
A Liverpool
(idem)
o,8S
A Londra
(idem)
o,53
A Parigi
(Francia)
o,53
(idem)
A Lione
0,89
Λ Lilla
(idem}
o,jG
A Genova
(Italia)
i,4o
A Napoli
(idem)
0,95
A Venezia
(idem)
0,81
A Utrecht
(Paesi Bassi)
0,73
A Pietroburgo
(Bussia)
o,46
Ad Upsal
(Svezia)
o,43
(Quindi cadono pressoché dieci piedi d'acqua
DELLE METEORE ACQUEE.
1^5
a S. D omingo, ed a Parigi soltanto 18 ο
' 9 pollici; vale a dire se si ricevesse in
uno strumento tutta la pioggia che cade,
tenendo conto dell'evaporazione, si otter­
rebbero queste quantità nei detti luoghi
diversi.
Le circostanze locali influiscono molto
sulla quantità della pioggia; cosi a Ken­
dal, città che non è distante da Londra
che di 60 leghe , ma che trovasi in una
vallata aperta verso il mare , ed ove le
nubi si ingolfano con facilità, la differen­
za dell' acqua che cade annualmente é
grandissima. In altre contrade,come in Ara­
bia, nell' Egitto, in Barbarla, nei deserti
dell'Affrica, al Perù , non piove quasi
mai.
Egli è certo che, quanto più si prolun­
ga in una contrada ο in una stagione la
pioggia ο la siccità, tanto più è probabile
che durino ancora, per la ragione che nel
primo caso l'evaporazione viene continua­
tamente alimentata, e nel secondo non
lo è pressoché mai.
Del resto, gli anni che forniscono una
grande quantità d'acqua non sono sempre
METEOROLOGIA.
IO
l46
DELLE METEORE ACQUEE.
i più umidi ; si potrebbe anche qualche
volta porlinel numerodegli anni asciutti,
se si paragoni la temperatura dei diversi mesi collo stato corrispondente delle
produzioni della terra. Questo è ciò che
accade: i.° quando la quantità d'acqua
che cade non è egualmente ripartita su
tutti i mesi, di maniera che un solo mese
e qualche volta anche un solo giorno fornisce tanl'acqua quanto ne forniscono più
altri mesi; 2.° se le piogge sono frequenti, ma minute, l'anno sembrerà essere stato piovoso senza che sia caduta molt'acqua; 3 . e finalmente se cade
pochissima acqua nei mesi di giugno e di
luglio, e la quantità che questi mesi avrebbero dovuto fornire trovisi distribuita negli altri mesi, 1' anno sembrerà che sia
stato asciutto, quantunque realmente sia
stato umido. Tutto dipende dunque dalla
maniera con cui le piogge furono distri-,
buite nei diversi mesi dell' anno.
,
Il numero dei giorni piovosi è in ra-s
gione inversa della quantità d'acqua che
c a d e , cioè è minore all'equatore ed aumentaamisura che cene scostiamo. Egual-
DELLE METEORE ACQUEE.
147
mente, il numero dei giorni di pioggia è
d'ordiuario maggiore nei verno che d'e­
state , e ciò non ostante cade più acqua
in quest J ultima stagione che durante la
prima; se gli straripamenti hanno luogo
durante il verno, ciò dipende dall'esservi
stata minore evaporazione.
La pioggia cade in tutte le stagioni ed
a tutte le ore del giorno ; ma, secondo
Toaldo,cade maggior quantità di pioggia
durante il giorno che durante la notte.
Se, dietro i calcoli di Cotte, si porta a
34 pollici (o m. 863) la quantità media
d'acqua che cade durante l'anno, si avran­
no per tuttala terra 917οι miglia (147627
kilom.) cubiche di acqua. Se questi dati
sono esatti, cadrebbe annualmente 2699
miglia (4343 kil.) cubiche d'acqua di meno
di quella che si evaporerebbe. (Vedi più
sopra.)
Il confronto tra la quantità di pioggia
che cade alla sommità d'una montagna e
alla sua base, è una questione importan­
te. Risulta da esperienze fatte da lungo
tempo all'Osservatorio di Parigi, che il
pluviometro posto presso della superficie
' f
l48
DELLE METEOHE ACQUEE.
del suòlo riceve maggior quantità di piog­
gia (li quello posto sulla piattaforma del­
l'edifìcio; la differenza dei due livelli è
di 24 metri ; ora , nel 1826, la quantità
d' arqua raccolta è stata di 4o, φ centi­
metri nel recipiente del terrazzo, e di
47, 20 in quello della corte. La inedia
dei prospetti del signor Bouvard dà per
la prima quantità 48. 2 e per la seconda
56, 5, cioè circa 1/7 di più. Si attribuisce
questa diversità all'azione del vento, o,
con maggiore probabilità, alla circostanza
che le gocce cadendo si accrescono a
spese dell'umidità dell'aria che esse at­
traversano ; ciò che può accadere tanto
che l'atmosfera sia saturata, quanto al­
lorché la pioggia sia fredda a segnò da
condurre l'aria con cui si pone in con­
tatto al punto in cui 1'umidità si depone.
Non sembra però che queste circostanze
si incontrino sempre; ma, qualunque sia
la causa della diversità nella quantità di
pioggia caduta indicata dai due pluvio­
metri posti nello stesso luogo, ma a di­
verse altezze, essa pone dell' incertezza
sulle osservazioni dietro le quali cadreb­
DELLE METEORE ACQUEE.
I 4<)
be maggior quantità d'acqua sulla sommi­
tà di una montagna clic nelle vallate; ciò
che si spiega d'altronde col fatto ben noto
che le nubi e le nebbie vengono spesso
attratte dalle montagne e vi rimangono,
mentre al basso piove poco ο nulla. Que­
sto però non si osserva che nelle mon­
tagne di una elevazione e di una esten­
sione alquanto notabile. Si può dire lo
stesso delle foreste che attraggono pure
le nubi.
La quantità d'acqua che cade sui con­
tinenti è maggiore della quantità che si
evapora ; il di più è fornito dai mari i
cui venti ci apportano le nubi ; la piccola
quantità d'acqua, comparativamente alla
massa totale delle piogge, che è traspor­
tata ai mari dai fiumi , dai torrenti e
dalle sorgenti sotterranee, serve a stabi­
lire l'equilibrio. Questo cangiamento tra
la terra ed i mari sembra un punto essen­
ziale dell'economia della natura.Ma noi
non siamo punto ancora a portata di de­
terminare se il livello dei mari si abbassi
in certi luoghi in conseguenza di eleva­
zioni corrispondenti, ο se la massatotale
1 5 θ D ELLE METEORE ACQUEE.
delle acque diminuisca. I frantumi solidi
che i fiumi ed i torrenti trasportano con­
tinuamente all' Oceano, non dovrebbero
essi innalzarne il livello? e, poiché si
crede di aver osservati , come in Italia ,
ed agli Stati­Uniti, dei luoghi piuttosto
abbandonati che usurpati dal mare ( ι ) ,
non si dee egli credere che ia massa delle
acque diminuisca, venendo essa fissata
senza dubbio negli innumerevoli corpi
organizzati che si formano continuamente
alla superfìcie della terra, e che, decom­
ponendosi in seguito, non la restituisco­
no punto per intiero?
g. III. Della neve e della graffatola.
Quando le nubi si formano ad un'al­
tezza ove la temperatura è al di sotto di
o°, i globetti d'umidità si congelano e
cadono sotto forma di neve ο di graffinola.
Accade spesso che quando le regioni in­
teriori dell'aria sono ad una temperatura
(ι) Vedi la <>"■■ "
""rea.
DELLE METEORE ACQUEE.
IJl
più elevata; la neve si scioglie prima di
giungere a terra e cade sotto forma di
pioggia, od anco si discioglie nell'atmo­
sfera.
La neve forma dei cristalli a 3 ο 6pun­
te, di rado a 12, oppure delle stelle a 3
ο G raggi ora ramificate , ed ora senza
ramificazioni. Si e osservato che questi
raggi sono tanto più ramificati quanto più
intenso è il freddo. Negli anni in cui la
neve tiene coperto il suolo a lungo, le
fontane sono più abbondanti , il che ha
fatto dire che le nevi abbondanti annun­
ciano una buona raccolta; in fatti esse
bagnano la terra meglio delle piogge, a
motivo che la loro evaporazione è tenue.
Le nevi producono anco il buon effetto
di impedire che il gelo discenda profonda­
mente nella terra che esse coprono; pare
che la diversità possa giungere ad un piede.
Questo effetto viene prodotto dalla debole
forza conduttrice della neve, da che ne ri­
sulla ch'essa è un ostacolo quasi insuperabi­
le al passaggiodelfreddo atmosferico, ed al
raffreddamento prodotto dall'irradiazione
verso lo spazio quando il ciclo è sereno.
152
DELLE METEORE ACQUEE.
La gragnuola, per la sua maggior solidità e per la sua caduta più rapida, giunge quasi sempre alla superficie del suolo allo stato di congelazione, anco duranti i inesi i più caldi ; del resto 1' osservazione fatta che non grandina quasi
mai che di giorno , nelle stagioni calde
e in occasione di temporali, lia indotto a
credere che l'elettricità avesse gran parte
nella formazione di questa meteora. Si dee
confessare che anche l'ipotesi di Volta,
la sola che renda conto del fenomeno,
ha pur bisogno d'appoggio ; checché ne
iia, esso pensa che laformazione dei noccioli delle gragnuole risuiti da una abbondante evaporazione provocata dalla
grande intensità dei raggi solari, dall'estrema secchezza delle regioni dove il
fenomeno ha luogo e dallo stato fortemente elettrico dei vapori vescicolari ; evaporazione sufficiente per produrre la congelazione di questi vapori. In
quanlo all' ingrossamento di queste grairnuole , ammette per ispiegarlo un saltellamento dei grani di tempesta tra le nubi,
simile alla danza elettrica, e clic jiuò pro-
DELLE METEORE ACQUEE.
103
lungarsi forse per più ore, sino a clic il
peso delle gragnuole lovinca sulla ener­
gia elettrica delle nubi. Ma, come mai
questa forza potrebbe essere sufficiente
per sostenere in aria delle gragnuole della
grossezza talvolta di un bicchiere, e del
peso di mezza libbra ? come mai il ca­
lore solare potrebbe divenire una causa
di raffreddamento? D el resto sembra die
Γ acqua die forma la gragnnola siasi da
prima trovata nello stato di gocce di piog­
gia; ed il signor Leslie ha proposta la
spiegazione della loro congelazione nei
seguenti termini. « S e siesamina lastrut­
tura di un grano di gragnuola, vi si tro­
verà un nocciolo D ello stato di neve cir­
condalo da una crosta molto più dura ; esso
ha intieramente l'apparenza di una goc­
cia d'acqua agghiacciata istantaneamente,
ciò che ha dovuto respingere le particelle
d'aria dalla superficie al centro, il quale
ha per conseguenza una struttura spon­
gosa. Questa circostanza può far pensare
che la gragnuola si forma dalla pioggia
cadente a travçrsouno strato d'aria secco
e freddo ».
..,..„„...
l5+
BELLE METEORE ACQUEE.
Checché ne sia però, ecco le principali
circostanze del fenomeno, quali vengono
indicate dal signor Arago nella sua me­
moria in cui combatte la teorica di Volta
e i paragrandini. La grandine precede
d'ordinario le piogge temporalesche, essa
le accompagna talvolta; ma accade bea
di rado che la grandine vi tenga dietro.
Le nubi cariche di gragnuola sembrano
essere molto voluminose, e si distinguono
dalle altre nubi temporalesche per una
tinta cenericcia assai notabile. I loro lembi
veggnnsi molto lacerati ; la loro superfi­
cie offre qua e là molte protuberanze ir­
regolari , e sembra rigontiata. Queste
nubi sono generalmente pochissimo ele­
vate ! All'accostarsi della grandine, l'elet­
trometro indica che 1' elettricità varia
molto spesso di intensità e di natura :
non è raro di vedere in queste circo­
stanze i passaggi del positivo al negativo,
e vice versa, ripetersi dieci ο dodici volte
per minuto. Prima della caduta della gran­
dine si ode spesso un romore che non si
può paragonare meglio che con quello
che si fa udire nel vuotare un sacco di
DELLE ΜΕΤΕΟΓ,Ε ACQUEE.
1Χ>
noci. La grandine affetta diverse forme ;
ma si è osservato che le gragnuole d'uno
stesso temporale offrono in generale una
figura simile.
Si da il nome di neve ghiacciata alla
piccola gragnuola , poco consistente , la
cui superficie sembra come infarinata.
« Questa è come una specie di mezzo
tra la gragnuola propriamente detta e la
neve. Essa non cade che durante i tempora­
li passeggeri e poco forti; non ne cade mai
in estate, almeno nei paesi meridionali ».
Accade spesso che lo strato superiore
delle nubi si co­igeli, del che siamo av­
vertiti dai grandi aloni, i quali vengono
prodotti dal riflesso della luce sopra i
prismi di ghiaccio ; e siccome appaiono
degli aloni in tutte le stagioni, si dee
conchiudere che possono esservi sempre
delle nubi gelate , e della neve che si
forma; ma questa neve nel cadere si fon­
de spesso ο si vaporizza.
§. IV. Della rugiada.
La formazione della rugiada è uji feno­
l56
DELLE METEOKE ACQUEE.
meno intimamente connesso con quello
che forma Γ oggetto di questo capitolo ,
e clic ha fermato l'attenzione dei fisici.
Si era osservato da lungo tempo che la
rugiada è sempre più abbondante quan­
do le notti sono quiete e serene ; ma il
signor doit. C. Wells è il primo che abbia
proposto una teorica soddisfacente per la
spiegazione di questa meteora. Egli ha
dimostrato con molte esperienze ingegno­
se e variati? che la rugiada non si depo­
ne giammai sopra una sostanza che allor­
quando la sua temperatura e divenuta in­
feriore a quella dell'aria ambiente. Ha
provato inoltre che la superficie della
terra e di tutti i corpi si raffredda a mo­
tivo che trovasi liberamente esposta ad
un ciclo senza nubi , mentre un riparo
qualunque che la difenda da questa espo­
sizione, si oppone alla diminuzione della
sua temperatura. Si è in fatti osservato
che, duruute le notti serene e quiete, un
termometro posto sull'erba si abbassa
spesso di 4> 6 e ( ' anco di io gradi,men­
tre l'aria che irradia poco, ed un termo­
metro posto a quattro piedi al di sojira
DELLE METEORE ACQUEE.
l5?
della superficie del suolo, non variano
punto; e mentre di due termometri posti
sull'erba, l'uno a cielo scoperto, e l'altro
coperto da un cartone, il primo indica
spesso una temperatura più bassa di io."
Quando il tempo è nuvoloso ο che spira
del vento , si osserva di rado molta dif­
ferenza tra la temperatura della superfi­
cie del suolo e quella dell'aria, e non ve
n'è giammai sotto le influenze riunite di
un cielo coperto e del vento ; ma se si ras­
serena il cielo, si manifesta un grande ab­
bassamento di temperatura, mentre all'op­
posto se una nube sopragginnge a copri­
re il cielo sereno, fa ascendere di più
gradi il termometro posto sul suolo. Il
dott. Wels ha riconosciuto in olire che
i corpi che si raffreddano di più , ­sono
anche quelli sui quali si depone una mag­
gior quantità di rugiada.
Da tutte queste esperienze ripetute in
mille modi si è dedotta la teorica della
rugiada. Il fisico che abbiamo citato,dal
fatto ben noto che i corpi si trasmettono
a vicenda continuamente il loro calori­
co mediante l'irradiazione per sino a che
»
· . » »
. . . . ■ ' ■ ■
1
vu
1 5 8 D ELLE METEORE ACQUEE.
non siansi portati ad una temperatura
uniforme, ha conchiuso che la terra manda
continuamente il suo calorenelle regioni
elevate e fredde dell'atmosfera; che du­
rante il giorno gli effetti di questa ir­
radiazione vengono compensati dalla gran­
de quantità di calore che proviene dal­
l' influenza diretta del sole; ma che nella
notte, questi effetti divengono sensibili e
producono un grande abbassamento di
temperatura, a meno che le nubi, facen­
do Γ ufficio di ripari, non intercettino
l'irradiazione del calore.
Questa teorica rende conto perfetta­
mente di tutti i fenomeni della rugiada
e della brina; in fatti quando questa ir­
radiazione ha luogo e laterra, si raffred­
da, giunge un termine in cui la porzione
d'aria, in contatto colla superficie del suo­
l o , dee deporre l' umidità che essa con­
tiene: la quantità di questo deposito,che
forma la rugiada quando la temperatura
non discende punto al di sotto dio, e la
brina nel caso contrario, è dunque pro­
porzionale alla diminuzione della tempe­
ratura, allo stato igrometrico dell'aria ο
#
DELLE METEORE ACQUEE.
1 !>g
alla quantità di umidità die contiene, fi­
nalmente alla porzione più ο meno gran­
de d'un cielo libero sotto cui giacciono i
corpi esposti, come lo dimostra la fig. 5.
Diversi fenomeni confermano questa spie­
gazione della rugiada. Si sa in falli che
non tutti i corpi possiedono ad uno stesso
grado la proprietà di emettere il calori­
co per irradiazione, proprietà che dipen­
de dalla natura particolare del corpo e
dallo stato della sua superfìcie; e si é ri­
conosciuto che le sostanze, come per es.
i metalli che sono buoni conduttori del
calorico, ma che hanno una facoltà di irra­
diazione ο d'emissione assai debole(i),tro­
vansi, a cose del resto pari, meno cariche
di rugiada dei corpi che pussedono pro­
prietà contraria. Si è anche osservato che
l'erba si carica di rugiada più abbondan­
temente che non un vialecoperto di sab­
bia , il che si attribuisce alle quantità
differenti di calore che vengono trasmesse
dall'interno della terra, e specialmente
(i) Vedi la Fisica.
1 β ο D ELLE METEORE ACQUEE.
al facile raffreddamento delle sostanze fi­
lamentose , la cui facoltà emissiva è assai
grande. Ciò non ostante il raffreddamento
è egualmente molto notabile nelle sabbie
de'deserti, come in Affrica , ove le notti
sono quasi sempre perfettamente serene,
perchè in questi luoghi si incontra una
causa che dee aumentare il freddo; ed è
che l'aria essendo assai asciutta, non vi
si condensa alcun vapore il quale abban­
doni al suolo il suo calorico. Si fu in
fatti il freddo delle notti che ha fatto pe­
rire il dolt. Oudney in questi climi co­
cenli. 1/ influenza del vento che impedi­
see l'abbassamento dellatemperatura, an­
cor quando il cielo è sereno, non agisce
punto col diminuire 1' irradiazione, ma
procede da ciò, che gli strati d' aria più
caldi vengono successivamente posti al
contatto col suolo,di maniera che la ru­
giada non può fermarsi che quando tutta
l'aria cosi agitata è bastantemente fred­
da perchè possa deporre la sua umidità ;
lo stesso accade quando il vento è secco,
durante il quale non vi e precipitazione
di umidità, ma un eguale abbassamento
'
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DELLE METEOBE ACÇDEE.
l6l
di temperatura. La stessa causa spiega
pure il perche la rugiada si depone in
minor quantità sulle montagne che nelle
pianure, e incomincia a formarsi all'ombra appena sia trascorso il momento più
caldo della giornata.
Abbiamo di già detto che quando la
temperatura del suolo, dopo la condensazione dell'umidità, cade a o, la rugiada si
congela e diviene brina. La teorica del
doit. Wells spiega compiutamente questi
fenomeni, e dimostra l'utilità de'ripari
che i giardinieri collocano al disopra od
al davanti delle piante delicate , e che,
quantunque assai sottili e rari, li preservano dalle brine.
Prima che il dott. Wells desse la spiegazione de'fenomeni di cui parliamo, le
opinioni sulla causa della rugiada erano
vaghe e poco solide ; si supponeva che
la rugiada venisse intieramente prodotta
dal vapore fornito dalla terra e dai vegetabili j il che trovasi confutato dal fatto
che essa proviene dalla deposizione dell'umidità dell'aria. Alcuni tisici hanno attribuito il raffreddamento della superficie
METEOROLOGIA.
II
l62
DELLE METEORE ACQUEE.
della terra all' evaporazione ; ma se una
considerabile diminuzione di temperatura
può, in alcune circostanze,come durante
un forte vento, attribuirsi a questa causa , non può essere quella che forma la
rugiada , poiché la condensazione de' vapori che ha luogo in questo caso rende
al contrario sensibile una parte del calorico che era latente. Finalmente il signor Leslie, in luogo di ammettere l'irradiazione come causa di raffreddamento
della superficie della terra, l'attribuisce
alle ondulazioni fredde delle regioni elevate, spiegando la diffusione del calore
nell'atmosfera nello stesso modo della propagazione del suono.
Formazione artificiale del ghiaccio a Jictigala. 11 fenomeno della rugiada, combinato
col raffreddamento dovuto all'evaporazione, ha avuto a Bengala un'applicazione interessante, quella cioè della formazione artificiale del ghiaccio. A questo effetto, duranti le notti quiete e senza nubi,
in un piano ben liscio, si pone sopra un
letto di gambi di maizo di canne da zucchero, delle terrine molto espanse, non
DELIE METEORE ACQUEE.
lui
verniciate, sottili e di due pollici di pro­
fondità, che si riempiono d'acqua. L'irra­
diazione considerevole di questi vasi du­
rante la notte, ed il freddo prodotto dal­
l'evaporazione lenta attraverso i vasi, ope­
rano la congelazione dell'acqua, che si
raccoglie alla mattina allo stato di ghiac­
cio. L'opinione che l'evaporazione a tra­
verso dei pori delle terrine, come per gli
Alcwazas (ι) , contribuisce alla congela­
zione , é combattuta dal signor Arago ,
che, dietro la relazione di una visita fatta
dal signor Williams d'una di queste ma­
nifatture che occupa 3oo persone, annun­
cia che si usa di ugnere l'interno delle
terrine; in conseguenza, egli attribuisce
la congelazione al solo effetto dell' irra­
diazione.
§. V. Dell' acqua solida e del ghiaccio.
Secondo i diversi climi, il vapore viene
abitualmente condensalo eliostato liquido,
(ι) Vedila
Fisica.
l64
BEILE METEOIiE ACQUEE.
e cade sotto forma ili pioggia.o allo sla­
to solido e cade sotto forma di nove. Nei
nostri climi temperati dell'Europa, la
neve ed il ghiaccio non si mostrano punto
che nel verno e durante un periodo di
tempo più ο meno lungo. Spelta alla
geografia fisica d' indicare i limiti delle
nevi perpetue nei diversi paesi, di far co­
noscere le principali ghiacciaie, t e , e non
occorre qui di dire die il ghiaccio si forma
quando la temperatura dell'aria discende
al di sotto di o. È chiaro che il raffred­
damento dovuto all' irradiazione, quando
ei unisce alla diminuzione di temperatu­
ra, si è negli amassi d'acqua stagnante ed
esposta all' aspetto del cielo sereno che
il ghiaccio incomincia a formarsi. I fiumi
non si congelano che più lardi in ragione
della massa d'acqua che conducono, della
rapidità del loro corso, e della lontananza
delle loro sorgenti; poiché le acque di
queste sorgenti, che indicano quasi sempre
la temperatura media dell'anno,scorrono
niolto paese prima di raffreddarsi quanto
basta per agghiacciarsi. Si fa menzione di
vatii fauni clic non gelano mai per que­
DELLE MEIEOKE ACQUEE.
l65
sia sola causa, ο per uua di quelle indi­
cate qui sopra ;la quantità di materie ete­
rogenee tenute in soluzione od in so­
spensione nelle acque, contribuiscono a
far ritardare il momento della loro con­
gelazione.
I fiumi cUe hanno un corso rapido ed
esteso, come la Senna p. cs., non si con­
gelano mai in grandi massi di ghiaccio, ma
vi si forma attorno ai rottami solidi che
galleggiano sull'acqua, dei ghiacci che au­
mentano a poco a poco continuando a se­
guire il corso dpi fiumi stessi,e che, trat­
tenuti quindi dai ponti, dai mulini, dalle
anfrattuosita delle rive, ed anco dal loro
stesso grande numero, giungono in fine a
formare una crosta solida molto irregolare.
Questi ghiacci si accumulano spesso in
alcuni luoghi in notabile mole, mentre
in altri luoghi sonvi dei vuoti ove il
ghiaccio è appena formato; e questo e il
motivo per cui riesce pericoloso il loro
passaggio. Sui piccoli fiumi, il ghiaccio
trovasi il più delle volte sospeso, quando
l'acqua si diminuisce dopo il gelo ο per
evaporazione od altrimenti. Sui laghi e
, 6 6 D ELLE METEORE ACQUEE.
s»"li stagni, il ghiaccio formasi in un
solo pezzo, di grossezza in generale uni­
forme , e spesso di trasparenza perfetta,
che rende ancor più piacevole il percor­
rerli coi patini ; ma qui si presenta un
altro pericolo , dipendente dalle sorgenti,
le quali, quando l'acqua non e molto pro­
fonda , impediscono che il ghiaccio si in­
grossi molto, senza che ciò possa appa­
rire all'occhio del patinante.
La terra non si consolida in masse pel
gelo che a causa della porzione d'acqua
«■lie contiene; dal che si può conchiudere
che i vegetabili delicati debbono soffrire
di più pel gelo in un terreno umido che
in suolo asciutto. In tutti i casi, la terra
si rigonfia per l'aumento di volume che
acquista l'acqua col consolidarsi, effetto
utile nelle terre grasse che perciò si di­
vidono , ma assai nocevole per le radici
carnose della maggior parte de'vegetabili.
La forza che acquista il ghiaccio è enor­
me ; si esperimento a sotloporre un tubo
di ferro grosso un pollice e ripieno d'acqua
ad un freddo straordinario; rnppesi il
tubo, e si riconobbe che il ghiaccio aveva
DELLE METEOIIE A.CQDEE.
167
dovuto agire con una forza eguale ad un
peso eli 27.720 libbre ( 13,.fi66 kil. 9): non
dee recar quindi meraviglia se il gelo fa
rompere i vasi che contengono dell'acqua,
sconnetta i muri delle vasche , rompa i
tubi de'condotti d'acqua, sollevi i pavi­
menti, fenda gli alberi e le pietre, ce. II
gelo penetra nel suolo a profondità di­
versa, in ragione dell'acqua che esso con­
tiene , ma specialmente in ragione del­
l'intensità e della durata del freddo, co­
me anche della mancanza od esistenza
della neve; poiché questa, che, al mo­
mento della sua caduta, trovasi quasi sem­
pre ad una temperatura poco inferiore a
o, essendo caltivissima conduttrice del ca­
lorico, serve di copertura alla terra.
In quanto ai vegetabili ed agli animali,
ci manca una serie di esperienze ben falle
sugli effetti che il freddo produce su di
essi. Perchè mai certi vegetabili sono essi
sensibili al più piccolo gelo, mentre altri
Io sopportano senza pregiudizio ? D ipende
forse questa differenza dalla loro organiz­
zazione interna, ο dagli inviluppi che pro­
teggono i loro germogli, e dalla loro for·
.
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|68
DELLE ΜΕΤΕΟΠΕ ACQUEE.
za ïitale ? In quai modo agisce il gelo
quando giunge a colpirli ? Egli è forse nel
disorganizzare il loro tessuto direttamente
ο colla contrazione prodotta dall'accre­
scimento di volume dei fluidi contenuti
nel loro interno ? In quanto agli animali
si sa che ve ne sono molti i quali, dopo
d' essere stati agghiacciali,hanno ripreso
col disgelarsi la vita e l'uso delle loro
membra, mentre il più delle volte per­
dono l'una e l'altro per sempre; un gran­
de numero di essi vengono immersi pel
freddo in un torpore ο letargo cui fu dato
il nome di ibernazione, equestostato le­
targico offre molte anomalie singolari. Un
leggero inviluppo di paglia è per molli
vegetabili un sicuro riparo controia dan­
nosa influenza del gelo; e ciò non ostante
se continua a lungo , è impossibile che
l'inviluppo stesso conservi alla pianta una
temperatura più elevata di quella del­
l'atmosfera, e può solo preservarla dalle
rapide variazioni di temperatura. Noi non
faremo che indicarealcunedelle quistioni
che questo soggetto offre alle investiga­
zioni dei fisici, dei naturalisti e degli or.
DELLE METEOUE ACQUEE.
tGp,
ticnltori; questioni il cui scioglimento non
sembra punto ancora facile , malgrado il
grande numero di fatti raccolti.
La durata e la grossezza del ghiaccio
aumenta col freddo, e divengono talvolta
considerevoli. Nei paesi vicini al polo si
lia difficoltà ad intaccarlo con mazze le
più pesanti. A Pietroburgo nel 174°) >n
cui il verno fu assai rigido, si costrusse
con pezzi di ghiaccio un intiero palazzo,
e dei cannoni che furono caricati di circa
una libbra di polvere, e resistettero alla
scarica. Il capitano Parry riferisce che i
contorni dell' isola Jugloolik sono abitati
da Esquinesi che alloggiano in capanne
costrutte di pezzi di neve,e dove la luce
penetra per una apertura chiusa con un
frammento diafano di ghiaccio.
Il gelicidio ha luogo quando l'atmosfera
è ad una temperatura al di sopra di 0, e
nello stesso tempo è carica d' umidità ,
ο quando una legger pioggia cade sul suo­
lo ancora agghiacciato.
Il disgelo ha quasi sempre luogo lenta­
mente. Si fa sentire in questo caso un'u­
midità fredda molto , perché il ghiaccio,
Ι­Ο
BELLE METEORE
ACQUEE.
per passare allo stato liquido, ha bisogno
di assorbire una quantità di calorico che sa­
rebbe bastante per innalzare quest'acqua,
te non fosse agghiacciata, ad una tempe­
ratura di 75. Il ghiaccio scompare anche
a poco a poco senza disgelo, poiché si
evapora, quantunque più lentamente del­
l' acqua. Si e nei disgeli rapidi , dopo
grandi nevi, dopo un freddo continuato
a lungo, che i torrenti producono dei gran­
di guasti. La massa d'acqua solida che
passa celeremente allo stato liquido , e
che non può penetrare in parte nella terra
che trovasi ancora gelata, produce terribili
straripamenti, e,rompendo i ghiacci dei fiu­
mi e trascinandoli nel loro corso divenuto
impetuoso,li accumula,contro gli ostacoli
rhe si oppongono al loro passaggio, spesso
in amassi enormi, cui nulla può resistere.
CAPITOLO TERZO
D E L L E
M E T E O R E
I G N E E .
L J E modificazioni che l'atmosfera subi­
sce per riguardo alla temperatura sono
DELLE METEORE
1C.KEE.
I7 I
state descritte nel tratiare delle meteore
aeree , perchè era importante di conoscere, prima di tutto, questi fenomeni, la
cui influenza si fa sentire in moltissime
circostanze. In questo capitolo, che avrebbe pure potuto compi elidere gli accennati effetti sotto il titolo di meteore ignee
propriamente dette, si tratterà delle meteore elettriche , delle meteore magnetiche e delle meteore luminose.
;-·
SEZIONE PIUMA
- i
Delle meteore elettriche.
Formazione dell' elettricità naturale. Le
evaporazioni e le condensazioni d'acqua,
e probabilmente anche le condensazioni
e le dilatazioni che hanno luogo sì spesso
nel!' atmosfera e nelle nubi, non possono
a meno di produrre dei cangiamenti nelle
loro proprietà elettrirbe.il signor Pouillet ha riconosciuto che, nell' evaporazione dell'acqua, tutte le volte chenon è perfeltamente pura, ciò che ha luogo frequentemente in natura, vi è sviluppamento di
j , j 3 D ELLE METEORE IGNEE.
elettricità. La combinazione dei gas , e
specialmente quella dell'ossigeno dell'aria
eoi carbonio delle piante, sviluppa an­
ch' essa l'elettricità : ecco dunque due
sorgenti abbondanti e sempre attive,che
versano a poco a poco nell'atmosfera il
fluido elettrico, che le scariche del fulmine
restituiscono in massa alla terra. Questi
cangiamenti sembrano in fatti le principali
cause dei temporali, e dei loro fenomeni.
Essendo le nubi, quando sono elettri­
zate, più ο meno isolate per l'interpo­
sizione d e l l ' a r i a , manifestano degli ef­
fetti d'attrazione ο di ripulsione, e si
scaricano con esplosioni tanto sulle nu­
bi vicine, quanto col porsi in comuni­
cazione colla terra, nella stessa manie­
ra dei corpi che vengono elettrizzati coi
processi artificiali, ma agiscono con molto
maggiore energia. Queste esplosioni co­
atituiscono i lampi ed i tuoni, che tro­
vane! sempre accompagnati; il che ne per­
mette di giudicare approssimativamente
della lontananza di un temporale dal
tempo che scorre tra la comparsa del
lampo ed i! rumore del tuono , a causa
DELLE METEOHE IGKEE.
I7J
della differenza di celerità della trasmis­
sione deliri l u c e , e di quella del s n o n o ;
si può calcolare ad un di presso la di­
stanza di 337 metri per ogni minuto se­
condo d'intervallo.
Qualche volta le nubi elettrizzate ο i
temporali producono nelle parti vicine
al suolo,e negli animali che trovansi alla
sua superficie, un'accumulazione conside­
revole di elettricità contraria alla loro, e
in questo caso , il celere ristabilimento
d'equilibrio che ha luogo quando la nube
la più vicina si è scaricata sopra una più
lontana, può essere fatale e produrre gra­
vi accidenti senza alcuna apparenza di
esplosione nel luogo dove accadono.
Non possiamo punto ancora dire con
precisione in quale maniera si producono
tutti i fenomeni atmosferici che hanno
relazione colla elettricità. Dalle esperienze
di Beccaria e di Cavallo, risulta che l'aria
è in generale allo stato elettrico positivo,
specialmente quando il tempo è freddo e
sereno; quando il cielo è nuvoloso, que­
sto stalo elettrico diminuisce, e durante
la pioggia l'aria ù allo stato elettrico ne­
1^4-
DELLE METEORE IG-NEE.
gativo. L'elettricità si comunica più prontamente ad un elettrometro in una posizione elevata e durante le nebbie, die
in qualunque altra circostanza. Quando
si unisce un filo metallico ad un cervo
volante in modo che segua la corda, si
possono ottenere spesso delle scintille di
un quarto di pollice di lunghezza, ancorché il cielo non annunci alcun temporale.
Dui temporali. La temperatura sembra
che sia direttamente od indirettamente
la causa principale della produzione dei
temporali; si sa che sono assai rari nei
climi settentrionali, mentre sotto i tropici, specialmente in vicinanza dei mari ,
sono frequenti e terribili. Nei nostri climi durante il verno si ode appena qualche lieve colpo di tuono, mentre duranti
i grandi calori, e specialmente quando un
sole ardente succede ad un'abbondante
rugiada, od a rovesci d'acqua frequenti ,
non passa quasi mai giorno senza temporale.
La quantità dell'elettricità aumenta
a misura che si va più in alto. Quando vi abbiano delle vescichette d'acqua
I
DELIE METEORE IGNEE.
175
conlenenti dell' aria, Γ elettricità, per le
sue proprietà, dovrà tenere lontani que 1
sti balloncini, e il vapore potrà sem­
pre più accumularvi»· ; ma tosto che con
una scintilla si sarà scaricata questa elet­
tricità sulla terra ο sopra una nube, i va­
pori si precipiteranno, e quindi cadranno
quelle grandi piogge indicate col nome
di piogge tempora/escile. Esse sono dirottis­
sime specialmente npi climi caldi dove
può accumularsi nell'aria atmosferica molto
maggiore elettricità. Sembra che il vapore
possa essere tenuto Miniano, per me/20
della elettricità, anche allo stato traspa­
rente , di modo che i temporali si for­
mano spesso con una rapidità spavente­
vole, e che il tuono e seguilo talvolta da
un rovescio di pioggia senza che si scor­
gessero da prima delle nubi.
Non avvi alcuno che non abbia spesso
osservato dei temporali più 0 meno vio­
lenti, e che non abbia udito mille volle
raccontare gli effetti bizzarri dei fulmini,
tanto all'esterno che all'interno delle abi­
tazioni. Siccome non è ancora possibile
di render conto di questi fenomeni clic
I76
DELLE ΜΕΤΕΟΠΕ ΚίΚΕΕ.
variano all'infinito, sarebbe inutile (li de­
scriverli. La maggior parte deriva dalla
facoltà conduttrice più e meno perfetta
dei corpi per l'elettricità.Il fulmine col­
pisce di preferenza i metalli, gli animali,
i corpi bagnati, che sono i migliori con­
duttori, anziché il vetro, la paglia, i corpi
secchi, ec. ; cadrà sopra le roveri, e lascerà
illesi gli alberi resinosi, come i pini, ec.
Daremo qui la descrizione d'un tempo­
rale ricavata dall'annuario delle longitu­
dini, che fu estratta dalla relazione pub­
blicata dal signor Tessier nel 1790 ; non
si spiegò forsein nessun paese né un tem­
porale più notabile per le sue circostan­
z e , né una grandine più spaventevole. « il
temporale incomincio al mezzogiorno della
Francia nel mattino del i3 luglio 1788,
attraversi) in breve tempo tutto il regno, e si
stese in seguito nei Paesi­Bassi e nell'Olan­
da. Tutti i terreni colpiti dallagragnuola
formavano due zone parallele dirette dal
sud­ouest al nord­est. Una di queste zone
era lunga 17.5 leghe, e l'altra circa 200.
Si riconobbe che la lunghezza media della
zona percossa la più occidentale era di
DELLE METEORE 1GHEE.
177
4 leghe; quella dell'altra di due leghe
soltanto. L'intervallo compreso tra queste
<lue zone, di una lunghezza media di 5
leghe, non fu soggetto che a copiose piog­
ge. Cadde pure mol t'acqua tanto all'orien­
te della zona percossa dell'est, quanto
all'ouest della zona occidentale. La ca­
duta della grandine fu preceduta da una
profonda oscurità che si estese ben oltre
dei paesi colpiti da questo flagello. Col
porre a confronto le ore in cui cadde la
gragnuola nei differenti luoghi, si trova
che il temporale percorse dal mezzogior­
no al nord 16 leghe e 1/2 all'ora, e che
la celerità era precisamente eguale nelle
due zone. Le gragnuole non erano tutte
di eguale forma; alcune erano rotonde,
altre lunghe ed a punta ; le più grosse
pesavano mezza libbra. I guasti prodotti
in Francia nelle 1039 parrocchie colpite
dalla grandine del i3 luglio si fecero ascen­
dere, dietro indagini ufficiali, 824,962,000
franchi ».
Il fulmine produce assai di frequente,
nelle sabbie e nelle lande, dei fulgoriti,
ο tubi fulminarli : questi tubi vetrificati,
METEOROLOGIA.
13
ΐπ8
DELLE METEORE IGNEE.
scoperti du H e r m a n n nel 171 ί, ritrovatisi
a n c h e in seguito di t e m p o in t e m p o , s o n o
,
stati osservali a t t e n t a m e n t e dai signorTìran­
des, e recentissimamente il signor H a c h e t t e "
lia dimostrato la loro origine col p r o d u r r
re dei tubi analoghi colla scarica di forti
b a t t e r i e elettriche.
Dei parafulmini
e dei paragrandini.
La
notabile invenzione dei c o n d u t t o r i me­
tallici 0 dei parcijulmini,
dovuta al ce­
j
b ' b r e F r a n k l i n , n e ha fornito il mezzo
di preservarci dai terribili effetti del ful­
m i n e ; poiché, q u a n d o siano stati disposti
c o n v e n i e n t e m e n t e , m e r i t a n o t u t t a la fiducia
di sicurezza.Si s a c h e questi a p p a r a t i con­
stano di una verga di metallo più ο m e n o
l u n g a , posta sulla sommità degli edifici,
che comunica m e d i a n t e altre verghe m e ­
talliche, 0 corde di filo di f e r r o , ο d'ot­
t o n e , al suolo ο serbatoio c o m u n e . E di
molta importanza che il c o n d u t t o r e p e ­
n e t r i profondamente n e l l a t e r r a (circa i o
metri) 0 meglio ancora che vada a pe­
scare in un pozzo ; che non sia i n t e r r o t t o ,
e che sia di sufficiente d i m e n s i o n e . Se si
volesse avere il c o n d u t t o r e sottile, biso­
DELLE MttïEORE IGNEE.
Ι^ί)
gnerebbe farlo di rame, il qua! metallo
conduce l'elettricità meglio del ferro; la
sua estremità inferiore dee anco dividersi
in più p a r t i , all'oggetto che il fluido
possa scaricarsi più facilmente. Tutti i
parafulmini in Francia sono formati di
ferrò con una punta di rame giallo, che
termina in un piccolo ago di platino ; ma
i fisici inglesi non sono punto d'accordo
sulla quislione di sapere se sia più con­
veniente di far terminare i parafulmini
con una punta, oppure con una palla, ed
in Inghilterra si adotta generalmente la
palla.
Prima di Franklin, dice il signor Jung,
la superstizione aveva immaginato molti
mezzi, gli uni più bizzarri degli a l t r i ,
affine di preservarsi dal flagello distrut­
tore dei temporali. Dopo la scoperta del­
lo scienziato Americano, la fisica, pren­
dendo il posto della superstizione , fece
nascere diversi progetti diretti allo stesso
scopo. Alcuni fisici si proposero unica­
mente di dirigere la caduta della grandi­
ne sopra un dato luogo, dove non arre­
casse danno ; come fecero da prima Ber­
ΐ8θ
DELLE MEÏE0BIÎ ICKEE.
tholon, ed in seguito D itlmar , i quali
fondati sopra l'osservazione che i tempo­
rali seguono d'ordinario le catene dei
monti , ο il corso dei grandi fiumi, e
conoscendo la facoltà conduttrice delle
punte, speravano, collo stabilire una li­
nea di pertiche dal luogo dove si for­
mano le nubi grandinose , di poter se­
gnare il cammino alla procella, e fissar­
le il luogo di scaricarsi. Altri ebbero l'idea
di costringere i temporali che minacciano
grandine, a scaricarsi prima che i loro
terribili elementi si riunissero in masse
troppo forti; per ottenere questo effetto,
Parrot voleva che si gettassero in aria
delle bombe e dei razzi. Ma la maggior
parte ebbero per iscopo d'impedire com­
piutamente la formazione della grandine,
ο scuotendo violentemente l'aria con de­
tonazioni, ο col tocco delle campane, al­
l'oggetto di dividere le nubi ammassate;
oppure, come propose Leopoldo de Buch,
col coprire di piantagioni i luoghi incolti
Ρ n u d i , dove giusta l'esperienza si for­
mano la maggior parte delle tempeste che
desolano tale ο tale altra cpntrada ; op·
DELLE METE0BE IGNEE.
|8(
pure, come fu immaginato da Prechtel,
isolando dalla terra le nubi elettriche
coll'ascensione di grandi correnti di fumo,
che egli considerava come sostanza non
conduttrice; ο finalmente sottraendo l'elet­
tricità accumulata nell'atmosfera; e que­
sto ο col mezzo di grandi fuochi (i quali,
secondo Volta, sono le migliori sostanze
anelettriche), ο con forti evaporazioni, ο
finalmente coli'erezione di paragrandini
propriamente detti.
I paragrandini, stati lodati e biasimati
oltre misura , sono una specie di para­
fulmini semplicissimi e molto economici.
Il loro inventore, il signor Lapostolle d'A­
miens , li componeva soltanto con una
pertica e con un cordone di paglia desti­
nata a condurre il fluido elettrico ; ma
accordandosi i fisici generalmente nel
considerare la paglia come un cattivo con­
duttore, visi è aggiunto in seguito untilo
di lino, ed in ultimo untilo di ottone al qua­
le si fa passare l'estremità superiore della
pertica, e sia piantato nel suolo. Nei dipar­
timenti degli Alti Pirenei, di D oubs, del
Jura, nella IWgogua, e fuori di Frauda,
t
8:i
D ELLG ΜΕΓΕΟΓ.Ε
iGJNEE.
nella Lombardia , nella Savoia, nel can­
lone di Vaud, si sono coperte vaste esten­
sioni di terreni di queste pertiche poste
aiia distanza le une dalle altre da i5o a
200 metri. Si sostenne al principio che
le nubi grandinose girassero da per tutto
attorno ai luoghi muniti di paragrandini,
senza che questi stessi luoghi soffrissero
per la grandine; ma si ha motivo di cre­
dere in vece che sia caduta grandine su
diversi vigneti del Beaujolais ed in Ba­
viera, a malgrado dei paragrandini che vi
furono eretti, e che lo stesso sia accaduto
liei cantone di Vaud nel 22 luglio 1826.
Del resto l'Accademia delle Scienze, dietro
relazione del signor Fresnel, ha deciso che
l'azione dei paragrandini e la teorica
della formazione della grandine erano an­
cora troppo incerte per poter indurre
il governo a far eseguire delle esperien­
ze in grande, come si domandava da di­
verse società d'agricoltura , e che, nello
stalo attuale delle cose, era più sicuro e
meuo dispendioso il ricorrere alle com­
pagnie d'assicurazione contro i danni del­
ia ^l'UlulillC.
,
..._
DELLE METEORE IGNEE.
183
De'pericoìi e delle precauzioni da usarsi
ili occasione di temporali. Sembra cerio
che il suono agisce sul corso dell'elettricità, condensando e rarefaci ndo l'aria,
e facilitando per conseguenza il suo miscuglio ; deriva forse da ciò l'uso di suonare le campane duranti i temporali , e
di scaricare un cannone contro le nubi.
Ma si dee pur dire che migliori ragioni
ne vietano di suonare le campane in queste circostanze ; in fatti, l'elevatezza dei
campanili, la corrente d'aria prodotta dal
movimento delle campane , la proprietà
conduttrice delle corde, sono tutte cause che espongono a gravi pericoli tanto
gli ediiì/.i che i campanai. Per evitarli,
bisognerebbe almeno che il campanile
avesse il parafulmine accompagnato da
un buon conduttore.
Le migliori precauzioni da prendersi
per garantirsi dai pericoli dei temporali,
sono di evitare le prominenze e tutti i
luoghi in cui trovinsi dei corpi buoni
conduttori , specialmente le finestre , gli
specchi , i cammini , gli alberi; i metalli
parlicoluriiirnir sono i corpi su cui il fui-
l84
DELLE METEORE IGNEE.
mine va a cadere di preferenza, perchè
sono i migliori conduttori ; si dee allontanarsi dalle finestre aperte e dai cammini, poiché formando talvolta delle correnti
d'aria, attirano il fluido elettrico ; si vede
ancora che per la stessa ragione è pericoloso il correre durante un temporale.
In questo caso il miglior partito da prendersi, quando si è sopraggiunti dal temporale fuori di casa, si è di porsi in un
luogo scoperto , con un ombrello di seta
e costrutto con poco metallo, oppure anco
di lasciarsi bagnare compiutamente; poiché l'acqua essendo buona conduttrice
del fluido elettrico, è probabile che ilcorj)o stesso serva di conduttore senza che
accada alcun sinistro accidente, quando
la nube venisse a scaricarsi in questo sito.
Havvi molte persone che si spaventano
talmente pei temporali, che credono op.
portuno di ritirarsi nelle cantine, ec. Basta di osservare quanto siano rari gli accidenti prodotti dal fulmine per guarire
da questi terrori, da cui però anche uomini di merilo distinto non hanno sapulo
guarentirsi ; egli è certo però che questo
BELLE METEORE IGNEE.
185
pericolo è analogo a quello che si corre
dall'essere colpiti da una tegola, ο da qua­
lunque altro oggetto. D el resto questi ter­
rori dipendono in parte dalla organizza­
zione; alcune persone, molto sensibili
all'azione dell'elettricità, si trovano real­
mente indisposte in causa dell' influenza
dei temporali. Si sa pure che l'effetto
dell'elettricità temporalesca èmolto vario
sugli uomini; alcuni divengono in queste
occasioni più animati, più inquieti e più
irritabili ; gli altri divengono in vece tor­
pidi e sonnolenti.
Lampi di calore, ec. Fuvvi chi credette
chelarapida condensazione dell'aria, pro­
dotta dal freddo ed accompagnata da un
deposito di umidità , producesse spesso il
rumore del tuono senza lampi, e senza
alcuna disposizione elettrica ; ma questa
opinione non è bastantemente stabilita.
Cliiamansi poi lampi di calore quelli che
non sono accompagnati da alcun tuono e
talvolta nemmeno da nubi. Si dee però
considerarli come procedenti da tempo­
rali molto lontani; in fatti durante la
notte lo splendor del lampo che solca l'aria
,86
BELLE METEORE IGNEE.
all'altezza d'una inezia lega nell'atmosfe­
ra può essere veduto anche alla distanza
di 45 leghe ; mentre il rumore del tuono
«ou può stendersi aldi la di 5 ο G leghe.
L'atmosfera qualche volta e talmente
carica di elettricità, clic le gocce di piog­
gia che cadono divengono fosforescenti
per lo sviluppamene di questa elettricità
all' accostarsi della terra. Cliladni crede
che lo stesso fosse accaduto della pretesa
caduta di metallo che dicesi essere occorsa
a Lessay nel ι^3ι.
Delle trombe. 11 fenomeno delle trombe
0 sifoni, che diversi autori attribuiscono
all'azione dei venti,se non sono di origine
elettrica, sembrano almeno avere alcuni
rapporti coli'elettricità. Si possono divi­
dere le trombe in marine e in terrestri.
Le prime sono in generale composte di
grosse gocce d'acqua, simili ad una densa
pioggia , molto agitate , e che salgono e
discendono con un moto a spira , nello
stesso tempo che tutta la colonna viene
trasportala da un moto orizzontale ; esse
sono d'ordinario accompagnate da rumori
simili a quelli piodutìi dalle onde.
TlELUJ METEORE
ΙΓ,ΚΕΕ.
iR^
In generale si osservano le, trombe sulle
acque, e principalmente in mare. Quan­
tunque nessuna parte del globo trovisi
garantita dai loro guasti , esse sono più
frequenti nei climi caldi e nei mari della
Cliiua e del Giappone. Il più delle volte
sono più larghe che alte ; ma talvollasono
formate da due coni che hanno origine,
l'uno da una nube, l'altro dal marc, i
quali si avvicinano , e in seguito si uni­
scono per un colpo di tuono. Si può cre­
dere in questo caso che la tromba serve
a condurre Γ elettricità della nube nel
mare. Alcune particolarità di questo feno­
meno si spiegano meglio coll'attribuire le
trombe ad un vortice di vento che si impos­
sessa delle gocce dacqua.allorche vennero
innalzate dalla superficie ^del mare dalle
onde; le altre particolarità possono essere
attribuite alla coopcrazione dell'elettricità
che esisterebbe nello slesso tempo in una
nube vicina.
Checche ne sia , ecco la descrizione che
ne dà il dolt. Mercer di una di queste
trombe state osservate presso di Antigoa:
(•Apparve, dite egli, a piccola disianza del­
188
DELLE METEORE IGKEE.
Γ imboccatura del porto di Saint­Jean due
ο tre trombe, una delle quali dirigeva il
suo corso sul porto; il suo moto progres­
sivo era lento ed ineguale, non già in li­
nea dritta, ma per slanci e per balzi.
Quando fu giunta direttamente sopra il
porto , io mi trovava alla lontananza di
circa trecento piedi ; apparve nell'acqua
un circolo di circa sessanta piedi di dia­
metro , che mi presentò uno spettacolo
ad un tempo dilettevole e terribile. L'ac­
qua era violentemente agitata in questo
circolo, dove era scossa ed innalzata con
molta rapidità e strepilo,e rifletteva uno
splendore come se il sole avesse dardeg­
giato i suoi raggi più vivi su questo luo­
go : ciò che era tanto più rimarchevole
in quanto che appariva circondato da una
zona tenebrosa. Tosto che ebbe raggiunta
la spiaggia, trasportò seco colla stessa vio­
lenza dei travicelli , dei grandi pezzi di
legno, e c , ed una piccola casa che svelse
per intiero dalle sua fondamenta, e la
trasportò alla distanza di quaranta piedi
dal suo primo luogo, lasciandola colà sen­
za romperla uè rovesciai laj ciò che è molto
DEI-LE METEORE IGSEE.
I 8<)
notabile si è, che quantunque il vortice
si avanzasse dall'ouest all'esala casa venne
trasportata dall'est all'ouest. D ue ο tre
negri ed una donna bianca rimasero vit­
tima della caduta di questa casa, che era
stata levata in alto, e che cadde su di
essi ».
Le trombe si formano qualche volta anco
sulla terra, ma assai più di rado, almeno
con una violenza notabile ; esse si mani­
festano allora sotto la forma dì una im­
mensa colonna d'aria, aggirandosi con
grande celerità. Quando sono assai forti,
possono asciugare i laghi e gli stagni,
rompere gli alberi, ed innalzare lutto ciò
che si trova sul loro passaggio.
SEZIONE SECOND A
,,­Ì
Delle meteore magnetiche.
Del magnetismo terrestre. La forza ancor
poco notanella sua essenza, che si indica
col nome di magnetismo terrestre, sem­
bra che non agisca in modo molto im­
mediato sui fenomeni atmosferici, perchè
%
IC>|(
D E L L E MSTEOi'.E
IGKEE.
appartenga alla meteorologia di farne
uno studio esatto. Spetta alla fisica l'indicare quali sostanze trovansi soggette
all'influenza magnetica, ed in quali circostanze essa la manifestino. Ï1 principale
fenomeno magnetico che ne risguarda, si
è l'aurora boreale ; diremo però qualche
cosa dei fenomeni di declinazione e dinclinazione dall'ago calamitalo, e delle variazioni che subiscono in diversi luoghi;
i quali oggetti verranno trattati più diffusamente dalla Geografia fisica.
La declinazione è attualmente di 22 gradi a Parigi, di 24 a Londra ; essa varia
secondo i tempi; quindi nel 1666 era nulla
a Parigi, ed era stata nulla alcun tempo
prima a Londra, e qualche tempo dopo a
Vienna in Austria. Dopo si è sempre aumentata; ma in questo momento sembra
che sia al suo massimo, e che anzi incominci aretrogradare. Avvi sempre in qualche parte del globo delle linee senza
declinazione, ma non si conosce bene la
loro situazione. La declinazione soffre delle
variazioni giornaliere; di maniera che
l'ago si avanza in generale verso l'ouest
DELLE METE0KE ICKEE.
ÏÇ)!
il mattino per giungere al suo massimo
ad un di presso ad un' ora dopo mezzogiorno,e in seguito retrocede verso l'est
per giungere al suo minimo ad 8 ore della
sera ; queste variazioni aumentano colla
temperatura.
L' inclinazione viene indicata da una
spranga calamitata sospesa al centro di
gravità; a Parigi é di 68°. Ma non è maggiormente costante della declinazione, e
diminuisce in questo momento. E più forte
a Londra, ma vi sono dei luoghi dove è
nulla ; questi luoghi trovansi nella vicinanza dell'equatore , ed ora al nord, ora
al sud di questa linea ; formano essi l'equatore magnetico, nella cui posizione il
capitano Duperrey ha recentemente riconosciuto alcuni cangiamenti che rendono
assai probabile un movimento di trasposizione , e condurranno forse alla cognizione delle variazioni periodiche di declinazione e d'inclinazione.
Aurora boixale. Non si è potuto ancora
determinare positivamente se la luce dell'aurora boreale sia di natura elettrica;
ma sembra certo che questo fenomeno
10,2
DELLE METEORE IGKBB.
sia legato colla causa generale del magnetismo, poiché agisce sugli aghi d'inclinazione e di declinazione, e fa pure
aberrare quest'ultima, anche quando l'aurora boreale non è visibile. Si suppone
che i primi raggi di luce trovinsi ad una
elevazione almeno di i5 a 3o leghe al di
sopra della terra; dirigonsi essi verso lo
stesso punto del cielo verso cui si dirige
l'ago calamitato; perciò nel 1666 il punto il
più elevato di questi raggi era al meridiano,
mentre attualmente t'orma un angolo considerevole. Nel 25 settembre 1827 ad undici ore della sera questa splendida meteora si mostrò a Parigi, e nello stesso
tempo alla stessa ora a Londra, a Copenaghen, in Baviera, ec. Si è annunciato
alle otto ore con uno sconcerto assai sensibile nell'ago calamitato orizzontale, e
per tutto il tempo'che essa durò, tanto
quest'ago, quanto quello d' inclinazione
cangiavano tanto spesso di direzione che
si aveva appena tempo di scrivere le osservazioni. Si calcolò che questa aurora
boreale giungesse a circa trecento leghe
di elevazione ; non era stata osservata al-
DELLE METEOBE IGNEE.
ί(β
cuna aurora a Parigi da oltre venti anni.
Il signor Arago lia recentemente comu­
nicato all'Accademia delle Scienze un
prospetto del signor Kuppfer, dal quale
risulta che a Cazan l'ago calamitato che
si suppone trovarsi sotto l'azione di un
secondo polo magnetico posto in Sibe­
ria, è stato deviato come a Parigi dalle
aurore boreali; ed è noto che queste due
città trovansi discoste l'una dall'altra
oltre 900 leghe.
L'aurora boreale è una specie di nube
bianca e luminosa che appare verso il
nord, e rimane per alcune ore immobile
e come stazionaria ; onde luminose si
diffondono spesso attorno a questa nube,
e si manifestano in diversi punti della
sua estensione, dei fasci splendidi, delle
vive scintillazioni, delle frazioni di circolo
più luminosi ο più oscuri; questa luce
è talvolta di color rossastro , ο di color
di fuoco, e in questo caso, il ciclo offre
l'aspetto di un vasto lontano incendio.
Credesi generalmente nel Nord, dove
le aurore boreali sono assai frequenti,
che esse siano accompagnate da un fra­
Mli'l COROLOGIA.
l3
ig4
DELLE 1MBTE0HE IGNEE.
gore rapido che coincide coi movimenti
dei raggi luminosi. Sembra che diversi
nomini distinti siansi accertati di questo
fragore, i quali lo paragonano a quello di
un vento violento; si sente anche un odo­
re simile a quello del sale abbruciato ο
del fumo, il signor Hansteen, che riferisce
questi fatti, dice inoltre che l'aspetto delle
aurore boreali dimostra che i raggi di
questa luce si innalzano dalla superficie
della terra, in una direzione inclinata
verso il sud colla verticale di circa ηΖ";
se essa occupa tutta la parte nord del
cielo, e oltrepassati nostro zenit d i i 7 ° , i
raggi debbono avere origine alla superfi­
cie stessa che trovasi sotto i piedi del­
l'osservatore j ciò non ostante non sem­
brano luminosi che a grandi altezze, forse
anche al di là dell'atmosfera.
Talvolta però la luce si ravvicina tal­
mente alla superficie della terra, che sem­
bra toccarla. Alcune persone che hanno
viaggiato in Norvegia, dicono che sulle
alte montagne si sono esse ritrovate tal­
volta avviluppate da una nebbia leggera
che rassomigliava alla luce boreale, e
DELLE ΜΕΤΕΟΠΕ IGNEE.
Ip,5
comunicava all'aria un movimento; essa
produceva un effetto analogo a quello del
vento sul viso di chi 6 in cammino, im­
pediva la respirazione , ed era accompa­
gnato da un freddo intenso. Queste per­
sone riferiscono anche di avere incontrato
una nebbia freddissima, grigio­biancastra,
con una tinta verde, che senza togliere
la vista delle montagne, oscurava un poco
il cielo inalzandosi dalla terra, e termi­
nando col Irasformarsi in aurora boreale;
qualche volta anche la precedeva.
SEZIONE TERZA
Delle meteore luminose.
Dobbiamo ora far conoscere le diverse
apparenze che i fenomeni ottici produco­
no sull'atmosfera.
Quando i raggi del sole vanno a col­
pire sopra una nube, essi vengono in gran
parte riflessi ; una parte è assorbita da
piccoli globi di vapore in sospensione ;
un'altra parte passa a traverso la massa
di vapori; ina i raggi eoffrono una gran­
1 θ β D ELLE METEORE IGNEE.
de diminuzione in questo passaggio. La
quantità Hi luce ohe viene definitivamente
assorbita dipende dalla densità della nube
e del la sua grossezza; essa è sempre più con­
siderevole che per la luce che attraversa
una massa eguale d'aria pura. Si può cre­
dere che, nei casi estremi, i raggi solari,
per le riflessioni ripetute in grande nu­
mero in una nube densa, soffrono una
perdila maggiore che se passassero a tra­
verso di una atmosfera chiara cinquanta
volte più estesa ; queste nubi sembrano
in tal caso cupe e nere, a motivo della
difficoltà colla quale trasmettono i raggi
solari. La bianchezza delle nubi risulta
dalla trasmissione di una quantità di raggi
frammischiati; essa è quindi la caratteristi­
ca di leggerissime nubi. D el resto, l'aria
non è priva di colore,ciò che indica che
essa slessa trattiene in parte dei raggi di
luce ; e quanto più grande è la sua tras­
parenza , tanto più 1'' azzurro della volta
del cielo è intenso.
Le apparenze luminose che si manife­
stano più ο menoraramente nel cielo, e
die non dipendono né dalle forme , né
DELIE METEOIIE IGNEE.
I97
dai colori delle n u b i , hanno recentemen­
t e avuto delle spiegazioni soddisfacenti
dell'applicazione delle leggi della rifles­
sione e della refrazione della luce. L e
p r i n c i p a l i di queste a p p a r e n z e sono l'arco
bahnd, gli aloni, i partili, ec. ; fenomeni
ai quali bisogna aggiungere la refaziane
atmosferica
ordinaria.
§. I. Dell' arco baleno.
■·■ >
L ' eccessiva piccolezza dei globi d' ac­
q u a che costituiscono le n u b i , é causa
che i raggi di luce sono soltanto riflessi
od assorbiti alla loro superficie e s t e r n a ,
e non p e n e t r a n o p u n t o nel loro i n t e r n o .
Ma q u a n d o questi globetti trovatisi r i u ­
n i t i in m a n i e r a da formare delle gocce
d ' a c q u a , il raggio luminoso cjje vi p e n e ­
tra sotto un certo angolo, è diviso dalla
refrazionCj e va a colpire in un p u n t o
della superficie posteriore della goccia ;
ivi, viene riflesso u n a ο più volte nel suo
i n t e r n o , ed esce in seguito diviso nei suoi
colori p r i m i t i v i , ο nei sette colori dello
spettro. (Fig. 6.) T a l e è la causa della
Ì Q 8 D ELLE METEORE 1GHEE.
formazione dell' arco baleno , ossia del­
l'Iride degli antichi, che è stato ridotto
da Cartesio ad un calcolo matematico ,
ed ebbe delle scoperte in ottica di
Newton una compiuta spiegazione.
Il fenomeno ha luogo quando il sole
vibra i suoi raggi sopra gocce di pioggia
procedenti da una nubp posta davanti al­
l'osservatore che volga la schiena al sole;
l'arco colorato forma una porzione di cer­
rhio i! cui centro è un punto di cielo
direttamente opposto a (juesto astro. Il
primo arco, ο quello che trovasi posto al
di dentro, è formato da una soia rifles­
sione , e si mostra a 45 9 dal c e n t r o ; il
suo splendore è sempre assai più vivo, ed
il color rosso vi è posto all'esterno,men­
tre il violetto vi compare all'interno; la
larghezza della fascia colorata è di i ° 4 5 . '
Il secondo arco, ο quello che trovasi al­
l'esterno, è prodotto da una doppia re­
frazione, e si mostra coi colori rovesciati,
a 56° dal centro. c La sua larghezza è di
3 9 i o ' e la sua distanza da! primo arco
di 8° 5"."5Può esservi anche un terzo arco
baleno, ma la sua i e è di tanto iode­
DELLE METEORE 1GMÏE.
IQg
bolita dalle refrazioni ripetute tre volte,
che riesce visibile di rado. Talvolta an­
cora l'arco non ha colori, e questa specie
di arco venne da Foster chiamata I ride
unicolore. In tutti i casi, gli archi baleni
sono tanto più appariscenti quanto più
cupo è il colore del cielo dietro di essi.
Da alcuni dati geometrici del fenome­
no risulta che gli archi baleni non sono
visibili che quando Γ altezza del sole è
inferiore a 45° e 56°; questo èil motivo
per cui nell' estate non si vedono nei
nostri climi che verso la metà del giorno.
Per la stessa ragione non si vede che di
rado compiuto il semicerchio; ma veduto
dall'alto d'una torre, ο da qualche altro
luogo elevato, l'arco abbraccia spesso la
circonferenza quasi intiera.
Gli archi baleni, ο I ridi lunari possono
vedersi di frequente ; ma la debolezza
della loro tinta li rende assai meno in­
teressanti ; non si veggono punto che du­
rante la luna piena, e non offrono che
l'aspetto di una fascia circolare di luce
bianca.
Finalmente quando il mare è molto
2 0 0
D ELLS METEORE
1GKEE.
agitato, si scorge sulla sua superficie u n a
specie di arco b a l e n o prodotto dalle par­
ticelle d'acqua che s'innalzano: osservasi
lo slesso fenomeno a n c h e sulle p r a t e r i e
a motivo delle gocce d'acqua che giaccio­
n o sulla sommità delle erbe. Scorgesi que­
elo stesso fenomeno q u a n d o si osservano
le cadute d'acqua voluminose avendo il
eole dietro le spalle.
§. II. Degli aloni ο corone,
e paraseli:ni.
e dei
parclii
La spiegazione data da Newton degli
aloni è inammissibile, poiché egli p r e t e n ­
deva di assegnar loro , come agli archi
b a l e n i , certi limiti, m e n t r e ne furono os­
servati di tutte le dimensioni. Il signor Les­
lie crede di dover considerarli come un
fenomeno di diffrazione della luce ; vale
a d i r e , egli li attribuisce alla proprietà dei
raggi di inflettersi e di dividersi q u a n d o
passano presso il lembo di un c o r p o ; si
è p e r tal modo che la luce che si fa p e ­
n e t r a r e pel foro di u n a carta fatto con
u n ago, si divide in anelli colorati. Q u e ­
DELLE METEOKE lUSEE.
201
sto scienziato concinnile, dietro diver­
s e esperienze ed osservazioni fatte con
uno s t r u m e n t o di sua invenzione, che i
globelti di vapore che danno luogo alla
produzione dei cerchi colorati attorno al
sole ed alla luna, h a n n o una dimensione
clic varia tra i/5ooo° e i/ooogo 0 di pollice.
Q u a n d o l'alone è vicino molto al corpo
luminoso, ciò indica che sono grossi i glo­
belti che ondeggiano nell'atmosfera, e per
conseguenza che essa e carica d'umidità;
ed è in fatti volgare opinione che il cer­
chio attorno alla luna a n n u n c i a l a pioggia.
Si debbono porre in questa classe di
m e t e o r e , q u a n t u n q u e loro non si dia il
nome di aloni, anche i archi che circon­
dano si spesso il sole e la l u n a , e che
indicano s e m p l i c e m e n t e che l'atmosfera
è velata da vapori più ο m e n o abbon­
danti ; l'aspetto rossastro del sole che ne
p e r m e t t e di osservarlo ad occhio nudo ,
è un fenomeno simile ; lo stesso può dirsi
dei raggi divergenti che mostratisi a tra­
verso delle n u b i .
I n q u a n t o ai varii aloni, noi li divide­
r e m o , seguendo il signor Frauenhofcrj., in
a 0 3
D ELLE METEORE
IGNEE.
aloni di piccola e di grande specie. I pri­
mi consistono in due ο più anelli di dia­
metro variabile contigui tra loro e vicini
al corpo luminoso, offrendo i colori del­
l'arcobaleno, e trovandosi il rosso all'ester­
no di ciascuno ; vengono essi prodotti
dalle inflessioni che i raggi di luce sof­
frono attorno alle vescichette di cui l'aria
è piena, ed i diametri degli anelli di­
pende dalla grossezza delle vescichette.
Chi conosce la legge della diffrazione,
potrà tosto concepire questa spiegazio­
ne degli aloni di piccola specie, e potrà
pure riconoscere tutte le circostanze del
fenomeno. E evidente che questa teori­
ca è eguale a quella del dott. Leslie, e
può ritenersi confermata anche dalle ri­
cerche del dott. T. Young, distintissimo
scienziato.
In quanto poi agli aloni di grande specie,
essi sono formati di due anelli concen­
trici al corpo luminoso, l'unodi 45°, l'al­
tro di circa 90 0 di diametro : sono bian­
chi , 0 colorati in modo che il rosso
trovasi nel centro; ma il secondo ha sem­
pre i colori più deboli. T. Younge l'rauen­
DELLE METE0BE IGKEE.
2θ3
bofer attribuiscono questi aloni alla re­
frazione che i raggi soffrono per parte
delle faccette degli aghi di ghiaccio cri­
stallizzati (fig. 7) che ondeggiano in ab­
bondanza nell'aria. Si sa che l'angolo co­
stante dei cristalli el croentari della neve
òdi 6o°, per cui formatisi dei prismi trian­
golari ο esagoni ; la deviazione prodotta
nel passaggio dei raggi per tali prismi ,
si accorda assai sensibilmente coll'angolo
necessario per dar luogo ai due anelli con­
centrici, come si osservano abitualmente.
Nei .parelii e nei paraseleni, chiamati
anco falsi soli e false lune, si vede d'or­
dinario un cerchio bianco parallelo all'o­
rizzonte, chiamato esso pure alone, e delle
parti più splendenti 0 immagini dell' a­
stro che portano il nome di parelii quan­
do trattisi del sole, e di paraseleni (\uam\o
si tratta della luna. Trovansi essi posti ai
luoghi di intersezione col detto cerchio e
con porzioni di arco rovesciate e di diverse
curve ; il cerchio porta anche qualche
volta un antelio, ο macchia luminosa po­
sta dicjntro al sole. Huygens aveva im­
maginato, per dar ragione di questofeno­
2θ4
DELLE METEORE 1GSEE.
meno, un'ipotesi assai complicata, che
non acconlavasi coli'osservazione; la spie­
gazione data da Young e, che era di già
stata proposta da Mariott.e,ma poscia di­
menticata intieramente, le attribuisce alla
slessa causa degli aloni della grande spe­
cie. L'autore tedesco qui sopra citato le
riferisce ai fenomeni di diffrazione, e crede
che abbiano luogo quando i raggi lumi­
nosi penetrano assai obbliquamente nello
strato dille vescichette uniformemente
distribuite nell'atmosfera , e concentriche
alla superficie del globo; di maniera che
vi si debbono modificare come a traverso
delle fascie parallele che producono! fe­
nomeni delle interferenze. iVella teorica
di T. Young, tutti i principali fenomeni
che accompagnano i parelii si spiegano
col supporre che l'asse dei piccoli cristalli
di ghiaccio prenda una posizione vertica­
le od orizzontale in ragione dell' azione
del peso; quindi i parelii che sono talvolta
un poco più lontani dal sole degli aloni,
vengono attribuiti, come aveva già pro­
posto Mariotte, alla refrazionc de* prismi
posti verticalmente, e debbono produrre
DELLE METEORE IGNEE.
So5
una maggior deviazione in ragione dcl­
l'obbliqnità dei raggi di luce per rappor­
to al loro asse ; il cerchio parallelo all'o­
rizzonte può provenire dalla riflessione ο
dalle rifrazioni ripetute delle facce verti­
cali ; l'antelio è il risultamento di due
refrazioni con una riflessione intermedia­
ria, e l'arco rovesciato lo è dell'aumento
di deviazione sofferto dalla luce nel pas­
sare obbliquamente a traverso dei prismi
posti in una situazione orizzontale; final­
mente, il cerchio esterno può essere at­
tribuito a due refrazioni successive a tra­
verso di prismi diversi, e più probabil­
mente, come fu indicalo da Cavendish ,
agli effetti degli spigoli rettangolari dei
cristalli semplici. La Eg. 8 rappresenta
l'aspetto ordinario degli aloni e dei parelii.
L'apparenza dei colori negli aloni è ad
un di presso la stessa che nell'arco ba­
leno, ma essi vi si vedono meno distinti;
tutto l'alone è d'ordinario malissimo di­
segnalo all'esterno.
Qualche volta le figure degli aloni e
dei parelii sono talmente complicate, che
Hon si può tentare di spiegare la forma­
2 θ 6 D EILE ΜΕΤΕΟΓ,Ε ΙΟΝΕΕ.
zione delle loro diverse parti , (fig. g,
rappresenta' quello stato osservato a Dan­
zica nel i66i, uno dei più rimarchevoli
di cui si possieda il disegno); ma se si
fa attenzione alla moltitudine di forme
diverse che sono state attribuite dagli au­
tori ai fiocchi di neve (fig. 7), non farà
più specie di vederli produrre queste ap­
parenze.
Tutti questi fenomeni vcggonsi frequen­
tissimamente nelle regioni polari ; osser­
vane! anche in altri climi, specialmente
d' inverno, e quando rare nubi ondeg­
giano nelle alte regioni dell'aria.
§. III. Della Fata Morgana.
La Fata Morgana è un'altra illusione
ottica assai rimarchevole. Questo feno­
meno, che è prodotto dalla rarefazione
dell'aria presso la superficie di un corpo
riscaldato, si manifesta all'orizzonte in
diverse contrade , ma specialmente nei
paesi caldi, sulle pianure eguali, 0 sulle
rive dei laghi e dei fiumi, ο sulle spiag­
ge del mare. Gli oggetti lontani sembrano
DELLE ΜΕΤΕΟΠΕ IOKEE.
20^
tassi in vece di essere elevati, e fa giu­
dicare il limite dell'orizzonte più basso e
più vicino di quello che lo sia realmente
(fig. ι ο). Se qualche oggetto , come gli
alberi, i villaggi, trovatisi in questa dire­
zione, presentano l'aspetto di isole poste
nel mezzo di un grande lago, sembrando
il terreno ad una lega di distanza circo­
scritto da una inondazione generale; l'im­
magine riflessa del cielo sembra in que­
sto caso una superficie d'acqua riflettente;
e gli alberi ed i villaggi che tramandano
dei raggi che sono riflessi come lo sareb­
bero stati i raggi giunti dalla parte del
cielo intercettata da essi, offrono un' im­
magine rovesciata al disotto degli oggetti
veduti nella loro posizione naturale pei
raggi diretti. Questi fenomeni possono es­
sere compiutamente imitati, come fu di­
mostrato da Wollaston , col guardare
un oggetto lontano lungo un corpo ri­
scaldato.
Nella spedizione d'Egitto, la fata mor­
gana produsse pei soldati una illusione
crudele. Arsi della sete in queste aride
contrade, gli oggetti prominenti mostra­
2θ8
DELLE METEORE IGNEE.
vansi ad una corta distanza come circoli,
dati d'acqua; ma a misura che essi vi si
accostavano, sembrava che il lago si al­
lontanasse, e sul finire del giorno ­ε­som­
pariva intieramente. Si osserva lo stesso
fenomeno in estate nella pianura di Crau.
in Provenza, la quale offre in tale stagio­
ne l'aspetto di una grande cascata d'acqua.
È molto probabile che ifenomeni della
fata morgana od altri analoghi abbiano
dato luogo a queste pretese apparizioni
fantastiche che la superstizione ha ideato
esistere nell'aria e alla superficie della
terra, come agli scogli che si innalzano
dal fondo delle acque ed ai mostri gi­
ganteschi dei pescatori norvegi.
§. IV. Della re/razione atmosferica.
La refrazione atmosfericaordinaria, cioè
la quantità di cui i corpi celesti, veduti
a traverso degli strati dell'atmosfera,tro­
vami spostati dalla loro vera situazione
per l'inflessione che questi strati fanno
subire ai raggi di luce che li attraversa­
no, non può essere determinata dalla sola.
DELLE METEOIÌE IGKEB.
2<κ)
cognizione della densità dell'aria, né da
quella della direzione angolare della luce
incidente ο refratta ; in fatti, la costitu­
zione dell'atmosfera è tale chela sua den­
sità varia continuamente colla sua altez­
za, e la curva della superficie terrestre
è la causa per cui l'inclinazione degli
strati a traverso ai quali passano i raggi,
cangia continuamente; la differenza della
temperatura a diverse altezze aumenta
ancora la difficoltà del calcolo delle re­
fi­azioni atmosferiche, e non è che da
poco tempo che La Place col confronto
delle osservazioni astronomiche e meteo­
rologiche è giunto a risolvere il proble­
ma in modo pienamente soddisfacente.
Ma per gli usi pratici della meteorologia
con una facile approssimazione si può de­
terminare la refrazionecon bastante esat­
tezza. Basta di sapere che la deviazione
a tutte le altezze è la sesta parte di ciò
che il raggio sarebbe rifratto alla super­
ficie orizzontale di un mezzo sei volte più
denso dell'aria, perchè si possa, quando
iin corpo celeste sembra esattamente al­
l'orizzonte, calcolare che si ritrovi an­
METEOROLOGIA.
l4
210
DISIU METIiOnE ICNEE.
cora a più di un mezzo grado al di sotto,
stantechè la retrazione eguaglia 33 minuti
quando il barometro è a 76 m. ed il termometro a 10.
Aggiungeremo poi che uno degli effetti
della refrazione atmosferica è di innalzare e di avvicinare a noi gli oggetti terrestri veduti da lungi; ma il fenomeno
meteorologico di questo genere il più singolare si è la- figura ovale e molto ingrandita che la refrazione dà al sole ed alla
luna, al momento del loro levare : l'orlo
inferiore del disco essendo più elevato
del superiore perchè i suoi raggi attraversano uno strato più denso , l'astro appare schiaccialo nel senso del suo diametro verticale. Gli è pure alla refrazione che sono dovuti i crepuscoli e l'aurora, 0 quella luce che riceviamo alla
sera ed alla mattina quando il sole è ancora sotto l'orizzonte;essa obbliga iraggi
che si sarebbero perduti per l'aria, a ripiegarsi sulla terra. Quanto maggiore è
la densità degli strati atmosferici , tanto
più grande è la refrazione, e più lunghi
sono i crepuscoli: nei paesi freddi, come
DELLE M E Ï E O U E IGHEE.
211
ai p o l i , dove r e g n a n o delle notti di sci
mesi, i crepuscoli nono di lunga d u r a t a ,
ciò che abbrevia a l q u a n t o il t e m p o dell'oscurità. La refrazione è p u r e causa che
gli astri si mostrino all'orizzonte prima
che vi siano r e a l m e n t e giunti.
La differenza di t e m p e r a t u r a dell'aria
e dell'acqua p r o d u c e essa p u r e dei fenomeni di refrazione curiosi ; q u a n d o il mare
ha una t e m p e r a t u r a più elevata di quella
dell'aria, l'orizzonte a p p a r e n t e s ! abbassa
di più gradi, m e n t r e nel caso opposto si
innalza ; q u a n d o un b a s t i m e n t o passa da
u n ' a r i a pura ad una atmosfera vaporosa,
acquista i n un m o m e n t o delle dimensioni p r o d i g i o s e ; finalmente, alcuni oggelli
lontani sembrano talvolta sospesi in aria.
I»
CAPITOLO QUARTO
DE I L E
DIVERSE
METEOHE.
A B B I A M O di già d e t t o che vi sono diverse classi di fenomeni che parecchi
dotti assegnarono alla Meteorologia, ma
212
I I E L L E D 1VEI1SE
METEORE.
clie ci sembfano appartenere ad allre
scienze; tali sono i vulcani, i terremoti,
le maree , gli aeroliti, ο meteoriti; noi
ne tratteremo però qui succintamen­
te. Sonvi altri fenomeni che non appar­
tengono ad alcuna delle divisioni che ab­
biamo indicato, e quindi noi ne parle­
remo in questo capitolo; tali sono le
piogge di fuoco, di zolfo, di sangue, ce. ec.
§. I. Dei vulcani e dei terremoti.
L'opinione la più generalmente adot­
tata sulla origine dei vulcani, li attribuisce
a combinazioni chimiche determinate dal
miscuglio delle acque del mare colle di­
verse sostanze sepolte nel seno della ter­
r a ; ma, dopo che alcune esperienze de­
cisive, e l'autoritàdi grandi uomini hanno
diretta l'attenzione sull'ipotesi del fuoco
centrale, i terremoti ed i vulcani vengono
spiegati in modo da sembrare una fe­
dele traduzione dei fatti della natura.
In questa ipotesi, la terra era, al mo­
mento della sua formazione,in uno stato
completo d'incandescenza. Λ misura che
DELLE DIVERSE Λ1ΕΤΕ0Ι1Ε.
2l3
l'irradiazione a traverso gli spazi le ha
fatto portiere il suo calore primitivo, la
sua superficie si è ricoperta di una crosta
solida che lia dovuto sempre andare ad
aumentarsi col raffreddamento del globo;
questa crosta forma i continenti che noi
abitiamoed il letto de' mari cheli bagna­
no· Osserveremo poi che da questa dispo­
sizione ne risulta necessariamente che i
vulcani dovevano essere tanto più nume­
rosi ed attivi quanto più si risale ad epo­
che maggiormente lontane, perché la cor­
teccia della terra era più sottile , ed è
pure ciò che le osservazioni geologiche ci
insegnano; e d'altra parte, chela tempe­
ratura della superfìcie della terra doveva
essere molto più elevata ; e in fatti i ve­
getabili e gli animali fossili che vennero
scoperti negli strati i più antichi, appar­
tengono a generi ο che non esistono più,
ο che non hanno i loro rappresentanti
che nei climi attuali i più caldi.
La diminuzione di volume della massa
dee essere stata un'altra causa del raffred­
damento del globo ;la quale diminuzione
produsse Io sconcertamento e l'innalza·
2l4
DELLE DIVERSE METEORE.
monto di alcuni strati, non che gli squar­
ciamenti che possono comunicarsi a gran­
dissime distanze e che danno origine ai
terremoti ; e in fine le aperture,gli spira­
gli che trovansi tra gli interstizi di que­
sti strati, e che, quando comunicano sino
al nocciolo centrale ancora in fusione
ignea, debbono produrre le eruzioni dei
vulcani.
A noi non ispetta né di sviluppare que­
sto sistema, né di combattere il piccol
numero di obbiezioni che gli si fanno.
Appartiene alla Geologia lo sviluppare la
teorica e le applicazioni alla costituzio­
ne della terra. Spelta alla Geografia fisi­
ca ad esporre i fenomeni particolari e la
posizione attuale dei vulcani in attività (i).
g. II. Delle maree.
Gli effetti della gravitazione universale
sulla massa mobile delle acque, sono la
vera causa delle maree;poiché il calcolo
(ι) Vedila Geologia e la Geografia fisica.
DELLE DIVERSE ΜΕΤΕΟΓ.Ε.
ai 5
della posizione relativa del sole e della
luna e della loro azione sull'Oceano, ne
dà l'altezza delle maree colla maggior pre­
cisione; è dunque inutile di ricercare
un'altra origine di esse. Il flusso e riflusso
delle acque dell'Oceano, che costituiscono
il fenomeno delle maree, si ripetono en­
trambi due volte al giorno a circa 12 ore
di intervallo, ma adistanti che cariano a
seconda della posizione della luna e del
sole. Le maggiori maree hanno sempre
luogo nelle sisigie, cioè quando i due
astri sono in congiunzione ed in oppo­
sizione.
I fenomeni delle maree sono ad un di
presso insensibili nei mari interni e me­
diterranei; nei golfi, negli istmi, negli
stretti , il moto delle acquee spesso im­
pedito ο ritardato ; e ne risultano delle
anomalie più ο meno singolari nei mo­
vimenti dell'acqua. I cavalloni che si os­
servano nei fiumi ad una certa distanza
della loro foce, sono dovuti alle maree le
cui acque che rimontano a grandi di­
stanze nel fiume, incontrando, sotto l'in­
fluenza di alcune circostanze locali, le
2l6
DELLE DIVEnSE ΜΕΤΕΟΓ.Ε.
acque stesse ilei fiume che scorre in senso
opposto, danno luogo ad urti, ad accu­
mulazioni d'acqua i cui effetti sono qual­
che volta assai terribili , come accade in
Francia nella Senna e nella D ordogna.
Non può dubitarsi che non sia stato l'ef­
fetto di questi cavalloni lo sconcerto, de­
scritto da Quinto­Curzio, che le navi di
Alessandro soffersero sull'Indo nel mo­
mento in cui egli discendeva per questo
fiume per recarsi a contemplare sulle
spiagge dell'Oceano il fenomeno, sì nuovo
pei Greci, del flusso e del riflusso del
dare.
Abbiamo già detto che l'atmosfera è
.sottoposta ad una azione analoga a quella
«he produce le maree, ma che gli effetti
ne sono quasi insensibili. Parecchi scien­
ziati , partigiani del fuoco centrale, cre­
dono che il liquido interno incandescente
«ubisca pure l'influenza degli astri, e deb­
ba comunicare i suoi movimenti al suolo,
e quindi conchiudono che vi sono anco
delle mryee terrestri; il signor Cabinet
ei è dedicato su questo soggetto ad osser­
vazioni delicatissime.
DELLE DIVERSE METEOHE.
21J
A noi dee bastare <li aver solo indicate
le maree, appartenendo all'Astronomia il
farne conoscere le leggi, ed alla Geogra­
fia fisica il descriverne le particolarità.
§. III. Degli aereoliti, ο meteorolili.
Le pietre che cadono dal cielo, trovami
registrate in tutti i cataloghi meteorolo­
gici, ma la loro natura m'ha obbligato a
trattarne con tutta l'estensione conve­
niente ncìl'Astronomia. Non ripeteremo qui
minutamente ciò che trovasi ivi esposto,
ma ne daremo solo un sunto, e riserbc­
remo al §. seguente il trattare della ca­
duta dei diversi corpi la cui origine è
poco nota.
La caduta delle pietre, narrata in tutti
i tempi e presso tutti i popoli, era stata
rivocata in dubbio dopo la restaurazione
delle scienze, sino a che alcuni fatti in­
contrastabili ne diedero la prova. D iverse
supposizioni furono fatte per ispiegare la
loro origine ; alcuni pretesero che si for­
massero nell'atmosfera, altri che proce­
dessero dai vulcani della luna , (inaimeli­
2
18
DEILE DIVERSE METEOKE.
te una terza opinione, che sembra prevalerein oggi,considera gli aeroliti coinè piccoli corpi planetari) die vagano negli spazi
secondo le leggi dell'attrazione, clie non
sono visibili d'ordinario a causa della loro
piccolezza, e che cadono sul nostro globo
attraversando l'atmosfera, quando accade
che essi siano colpiti dalla sfera di attrazione della terra con una forza superiore
a quella del loro movimento proprio. La
grande distanza di quelli dei globi di
fuoco che si potevano osservare con precisione, la loro direzione in diversi sensi,
lo studio fattosi con cura da Brandes ,
delle circostanze che accompagnano l'apparizione delle stelle cadenti) e nelle quali
ha riconosciuto che la loro caduta è in
generale opposta al moto della terra, dal
che risulta che la loro celerità procede
ia parte dal movimento di transazione
del nostro globo ; il grande numero che
ne fu osservato dal capitano Parry nei
suoi viaggi al Polo, ed a temperature le
più basse ; la spiegazione soddisfacente
che si dà in questo sistema, della luce
zodiacale prodotta dalla riflessione di tutti
DELLE DIVERSE METEORE.
2 IO,
questi piccoli corpi ondeggianti negli spazi celesti, e la cui riunione da luogo ad
una luce diffusa, visibile quando per la
nostra posizione nel piano dell'equatore
solare, dobbiamo vederli sullo stesso raggio visuale : tutti questi fenomeni appoggiano la nostra opinione di dover lasciare all'Astronomia lo studio degli aeroliti,
chiamati anco Meteoriti, Meteoroliti, Bolidi, Uranolili, globi di fuoco, ec.
In quanto alle comete, che alcuni autori a causa della irregolarità della loro
comparsa solevano classificare nei cataloghi meteorologici, trovansi già da qualche tempo annoverate tra i corpi celesti.
§. IV. Delle piogge di diverse sostanze.
La raccolta la più completa che si possa
consultare sulle sostanze cadute dal cielo,
si è il Catalogo di Chiodai·, avendo questo autore impiegato molto discernimento
ncir esame delle fonti da cui ha attinte
le notizie, noi lo piglieremo per guida ,
onde evitare gli errori che si possono facilmente commettere in questa materia ;
3 2 0 D ELLE D IVERSE METEOBE.
ma prima dì percorrere questo catalogo,
spiegheremo che cosa siano le piogge di
fuoco, di sangue, di zolfo, di ranocchi, ne.
Le piogge di fuoco sono prodotte dagli
aeroliti che spesso scoppiano prima di
giungere alla superficie della terra, e di­
sperdono i loro frantumi nell'aria in par­
ticelle infiammate.
La denominazione di piogge di sangue,
di gragnuola, e nevi rosse, deriva dalla
tinta rossastra che si osserva talvolta sulla
terra, sugli edilizi, ο sulla neve, special­
mente nelle montagne elevate delle Alpi.
Si è discusso molto sulla loro origine che
sembra dovuta, in quanto alle prime, al
liquore che emettono certe farfalle al­
l' escire dallo stato di crisalide, e in quan­
to alle altre ai germi di una pianta pa­
rassita trasportati dal vento in abbondan­
za. La neve rassaraccoltasulle Alpi e nelle
regioni polari è stata ritrovata di eguale
natura dal signor D e Candolle, il quale
1' attribuisce in tutti i casi ad un vege­
tabile che ha ricevuto i nomi di Uicd·'
nivalis e di Lepraria Kermesina ; il si­
gnor Agardh, che le attribuisce la sto»sa
DELLE DIVERSE METEOnS.
221
origine, colloca questa pianta nella fami­
glia delle Alche sotto il nome di Protico­
c'uts Kcrmcsinus.
Le piogge di zolfo, cioè di una sostanza
gialla e polverosa , sono p r o d o t t e dalla
dispersione del polline degli alberi, e spe­
cialmente dei coniferi. Q u e s t a polvere
f e c o n d a n t e , clic molto abbonda sui pini
e sugli abeti , viene talvolta trasportata
in q u a n t i t à notabile a grandissime distan­
ze dalle foreste da cui p r o c e d e , ed ha
dato luogo all'opinione che piovesse zolfo.
In q u a n t o alle piogge di ranocchi
e
d'altri animali, non si dee p r e n d e r e que­
sta espressione in senso stretto, ma bensì
come una metafora. Si danno talvolta al­
cune circostanze atmosferiche molto favo­
revoli allo sviluppamento di certi animali
ο di certi v e g e t a b i l i , i cui germi sono
n a t u r a i n r e n t e assai n u m e r o s i : in q u e s t i
casi, vedesi il suolò t a l m e n t e coperto di
questi esseri viventi, che si è creduto che
fossero caduti dal cielo.
F i n a l m e n t e , sono state indicate anche
delle piogge di grani, di biade, di sabbia,
di paglia, e c : esse sono prodotte senza
2 2 2 D ELLE D IVERSE METEOBE.
alcun dubbio da trombe che trasportano
queste sostanze in lontananze più ο meno
grandi. Si dà pine il nome di piogge di
cotone a quei (ili tanto abbondanti in
primavera ed in autunno che coprono i
campi e si aggirano nell'aria, i quali por­
tano il nome di fili della tergine, e sono
prodotti da una specie di ragno.
L'enumerazione fatta da Chladni delle
sostanze cadute dal cielo in tutti i tempi
e per tutta la terra, comprende special­
mente le pietre e le masse di ferro cui
si attribuisce un' origine meteorica. Tra
le diverse sostanze ivi indicate trovar.si
delle piogge nere , delle piogge rosse ,
delle piogge di sangue ο di materie si­
mili al sangue coagulato. Nel 1686 al 3i
di gennaio cadde nella Curlandia in Nor­
vegia e nella Pomerania grande quantità
di una sostanza membranosa, friabile e
nerastra, simile a carta mezzo abbruciata.
Nel i3 novembre 1^55 apparve rosso il
cielo, e caddero delle piogge rosse in di­
versi paesi. Nel 1792 alla fine d' agosto
cadde per tre giorni senza interruzione
una pioggia di urrà sostanza simile a ce·
DELLE DIVERSE METEOBB.
223
nere nella città di Paz nel Perù : cesa
produsse dei grandi dolori di testa e delle
febbri. « Nel novembre 1819 a Montreal
e nella parte'settentrionale degli Stati­
Uniti caddero piogge e nevi nere, accom­
pagnate da oscuramento nel cielo straor­
dinario, da scosse come durante un terre·,
moto, da detonazionisimili ad esplosioni
di artiglieria, e da apparizioni ignee che
furono prese per fortissimi lampi : alcuni
hanno attribuito questo fenomeno all'in­
cendio di una foresta ; ma i rumori, le
scosse, ec. dimostrano che questa era una
vera meteora (aerolito) come quelle del
472, del 1637, del 1762, e nel Canada nel
1814 ; sembra che le pietre nere e fria­
bili, cadute ad Alais nel 1806, fossero ad
un di presso della stessa sostanza, ma in
uno stato di coagulazione più inoltrato».
Finalmente il catalogo indica diverse ca­
dute di sostanze gelatinose, membranose
ο filamentose.
Ecco l'opinione generale che Chladni
manifesta per riguardo a queste diverse
sostanze : « Tutto ciò che si è osservato
in queste cadute ci fa presumere che non
2 a
4
DELLE D1VEESE METEORE.
differiscano punto dalle cadute di pietre.
Qualche voltasono state accompagnate da
cadute di pietre, ed anco da meteore ignee.
Le polveri sembrano contenere ad un di
presso le stesse sostanze delle pietre me­
teoriche. Sembra che non vi sia altra dif­ '
fprenzache nella lapidila colla quale que­
sti ammassi di materia caotica dispersa nel­
l'universo giungono nella nostra atmosfera;
ma a quest'epoca dette sostanze deb­
bono subire maggiori ο minori cangia­
menti, secondo Γ intensità del calore che
la compressione sviluppa nell'aria.Proba­
bilmente nella polvere rossa e nera, l'os­
sido di ferro è la sostanza principale co­
lorante; nella polvere nera si troverà senza
dubbio anco del carbonio. Io considero le
pietre nere e molto friabili, cadute ad
Alais nel 1806, come formanti il passaggio
dalle polveri nere ai méteoroliti ordina­
rli, non essendo il calore stato sufficiente
per abbruciare il carbonio di queste pie­
tre, e per fondere le altre sostanze.
225
PARTE SECONDA
j DEGLI STRUMENTI, DEI SEGNI,
E DELLE
OSSERVAZIONI METEOROLOGICHE.
iu ESPOSIZIONE da noi fatta della scienza meteorologica ha mostrato quanto
siano numerose le sue applicazioni; ha
fatto anche conoscere in molte circostanze l'incertezza de'suoi principile il piccolo sussidio che ottiene essa dalle sue
teoriche, non già per la spiegazione dei
fenomeni, ma per l'antiveggenza dei
dati casi nei quali debbono prodursi. Questa parte della scienza è dunque ancora
quasi intieramente empirica , e ad onta
MEIKOnoLOGiA.
là
aa6
DEGLI STKDMESTI , DEI SEGHI ,
dei validi soccorsi che si ottengono dagli
strumenti, le osservazioni sole possono
ora guidarci nella ricerca dei suoi risuì­
tamenti pratici. Se l'osservatore che abiia
un luogo qualunque del globo, e molto
interessato a studiare con diligenza la suc­
cessione dei fenomeni meteorologici , le
circostanze ebe li precedono, li accompa­
gnano ο li seguono, i rapporli che pare
che essi abbiano tra loro , i pregressi
della scienza dipendono pure dal numero,
dall'esattezza e dalla serie di queste os­
servazioni. Nello stalo attuale delle scien­
ze fisiche, una corrispondtnza meteorologi­
ca regolarmente stabilii a per tutto il globo
ο sopra una vasta parte della terra,
non condurrebbe certamente ad impor­
tanti risultamenti, dando i mezzi di sta­
bilire in poco" tempo la meteorologia so­
pra basi solide.Nella prima parte di que­
st' opera abbiamo descritto i fenomeni
meteorologici ed indicate le loro cause;
in questa seconda parte faremo cono­
scere: i.° gli strumenti che servono a mi­
surare 0 a valutare i fenomeni meteoro­
logici ; 2." i stg'ii indicalcri delle diverse
I
E C E L L E OSSEHVAZIONI METEOIIOLOGICBE.
'il'}
m e t e o r e ; 3.° la m a u i e r a di fare le ossei··
vazioni meteorologiche;
quella di consul­
t a r e gli s t r u m e n t i ; le ore delle osserva­
z i o n i ; le p r e c a u z i o n i , le m i s u r e , le cor­
rezioni che si d e b b o n o farvi; finalmente
il modo di t e n e r e i p r o s p e t t i , i registri
ed i cataloghi m e t e o r o l o g i c i , e di forma­
r e gli almanacchi.
CAPITOLO PRIMO
DEGLI
ST&UME2ÌTI METEOKOLOOICI.
ΟΑΙΦΙΛΜΟ che l'atmosfera e un fluido
invisibile che circonda la terra da t u l l e
le p a r t i , e che diverse esperienze ci h a n n o
dimostrato essere p e s a n t e , compressibile,
ed clastico. Abbiamo veduto che ί prin­
cipali cangiamenti che visopraggiuligono
d i p e n d o n o dalla sua t e m p e r a t u r a , dai suo
. p e s o , dalla sua u m i d i t à , dalla sua elet­
tricità. I principali s t r u m e n t i che ci fa­
r a n n o conoscere queste modificazioni sono
.il termometro , il barometro,
Γ igrometro,
VekUromctro. I l j i s u l t a u i e u t o di queste u;o­
228
DEGLI STKl'MEETI KIETEOr.OLOGlCI,
dificazioni è in a l c u n e circostanze la formazione del vento ; in altre quella della
pioggia, della n e v e , della rugiada, c e ; la
misura di questi fenomeni ci verrà indicala dagli anemometri,
dai
pluviometri,
dai fotametii,
dagli etrioscopi, ec. Nella
descrizione di questi s t r u m e n t i , siccome
a b b i a m o f a t t o n e l l ' e s p o s i z i o n e della scienza
meteorologica, ci siamo sforzati di r e n d e r c i
intelligibili a tutti i l e t t o r i , persuasi come
siamo dell' i m p o r t a n z a che i principii della
meteorologia e l'uso de'suoi s t r u m e n t i possano divenire popolari.
SEZIONE ÎEIMA
Degli strumenti indicatori e delle
delle meteore aeree.
misure
Gli s t r u m e n t i i n v e n t a t i p e r o t t e n e r e
u n a indicazione esatta delle m e t e o r e aeree
sono i termometri, i barometri, gli anemometri ed alcuni a l t r i ; essi h a n n o per oggetto di m i s u r a r e la t e m p e r a t u r a , il peso,
la forza, la direzione dei m o v i m e n t i , fin a l m e n t e la composizione dell'atmosfera.
DEGLI STRUMENTI METE0110L0G1CI.
220,
%. I. Dei termometri.
Appartiene più specialmente alla fisica
di far conoscere la teorica e le partico­
larità di costruzione ilei termometri; noi
ricorderemo soltanto: i.° che il calore
dilata tutti i corpi e clic il freddo li con­
densa, ma in modo variabile; che incon­
seguenza se si rinchiudano entro tubi di
vetro le cui dimensioni vengono pochis­
simo alterate dai cangiamenti di tempe­
ratura, dei liquidi ο dei gas che subiscono,
in questi cosi, grandi variazioni, si o t ­
terrà in tal maniera un mezzo di misurare '­.
questi cangiamenti; a.0 che si adotta ge­
neralmente l'uso dell'alcool incoloro, dello
spirito di vino colorato di rosso , e spe­
cialmente il mercurio ; 3.° che la scala
di divisione di tutti questi termometri
è stabilita dietro i due punti fissi del
ghiaccio che si fonde e dell'acquabollen­ ­,*_
te; 4·° c n e non si fa uso, specialmente
in Europa, che di tre specie di termome­
tii (fig. ii); il primo è quello AìRéaumur,
nei quale il termine il più basso, quello
2
3 θ D EGÙ STRUMENTI JIETEOBOLOGICI.
del ghiaccio che si fonde, è segnato o°, e
quello dell'acqua bollente 80; a.0 il ter­
mometro centigrado, nel quale lo stesso
intervallo è diviso in 100 parti ; in questi
due strumentasi prolunga indefinitamente
la graduazione al di sopra ed al di sotto
di questi due termini con divisioni eguali
segnate —o°al di sotto del punto del ghiac­
cio che si fonde, e 81 ο ι ο ί , re. al di
sopra di quello dell'acqua bollente; 3.° il
T. di Fahrenheit, nel quale la scala è di­
visa in 212 parti , ma in cui lo o° degli
altri strumenti è segnato 3:>. ° — Perpara­
gonare tra loro questi strumenti, bnsta
aver presente clie i gradi del T. centi­
grado valgono 4/5 di quelli del termo­
metro di Re'aurnur, e9/5 di quelli di Fah­
renheit. Per conseguenza, onde convertire
in gradi del T. centigrado un numero di
gradi del T. tìi Reaumur, bisogna molti­
plicare questo numero per 4/5, e pei gradi
del T. di Fahrenheit si dee prima de­
durre 32, quindi moltiplicare il reliquato
per 5/ç).
I soccorsi che la Meteorologia ottiene
dal Termometro sono assai importanti ;
DECLI STM'MEKTI METK0R0L0G1C.1.
231
ma per poter calcolare sui risultamenti
die si hanno, è necessario di usare alcune
precauzioni. Laonde , senza parlare di
cjnelle che risguardano la costruzione degli strumenti, come la purezza del mercurio, il calibro esatto del tubo , e c , le
quali spettano alla fisica, osserveremo qui
che lo strumento dee avere un tubo fino,
ed essere di un vetro abbastanza sottile
perchè possa far conoscere subito anche
le pili lievi variazioni ; che non si dee
collocare il termometro troppo vicino al
enolo , né metterlo a! contatto dei muri
né dei vetri,poiché questi corpi irradiano,
e quindi lo strumento non può indicare
la vera temperatura dell'aria, ec.
Essendo i gas assai più dilatabili dei
liquidi, il termometro ad aria offrirebbe,
sotto questo rapporto, dei grandi vantaggi;
ma questi vantaggi, quando le variazioni
sono considerevoli, divengono un inconveniente, poiché siamo costretti di dare
allo strumento delle dimensioni enormi;
un altro inconveniente più grave si è che
il gas di questo termometro è soltoposto
alla pressione atmosferica, onde farebbe
■?3a
DEGLI STItBMEtiTI METEOROLOGICI.
d'uopo di farne sempre lacorrezione. lisi­
gnor Leslie ha proposto per la misura delle
picciole differenze di temperatura, il suo
termometro differenziale (fig. n ) . Questo è
fatto di un tubo ricurvo in forma di U,
alle cui estremità si soffiano due bolle di
eguale capacità. La parte orizzontale del
tubo, ed una certa altezza dei rami ver­
ticali, sono occupati dall'alcool, ο meglio
dall'acido zolforico tinto in rosso, e che
intercetta la comunicazione dell'aria da
una bolla all'altra. Quando le due bolle
sono ad una stessa temperatura, il liquido
conserva il suo livello nei due rami; ma
la più piccola variazione di temperatura
di una d'essi, vi dilata l'aria e respinge
il liquido nell'altra colonna. La scala di
misura,corrispondente all'intervallo com­
preso t r a i p u n t i d e l ghiaccio che si fonde
e dell'acqua bollente, è d'ordinario di­
viso in mille parti ο gradi.
Per misurare le variazioni lievi ο su­
bite di temperatura, il signor Breguet lia
pure inventato un termometro metallico
molto ingegnoso (fig. 12). Esso è fondato
sulla ineguale dilatubilità del platino e
DEGLI STHOMENTI METEOHOLOGICI.
a33
dell'argento, col quale si formano delle
lamine di meno d'un centesimo di linea
di grossezza, che contengono tra il platino
e l'argento una laminad'oro destinata ad
impedire le lacerazioni nelle grandi variazioni; queste lamine sono disposte a
spirale, e dilatandosi di più l'argento, fa
incurvare le lamine, e fa ristringere la
spirale che sostiene dalla estremila inferiore un'ago che indica le variazioni sopra un circolo graduato; con questo strumento si rilevano tosto delle variazioni di
6o° facendo il vuoto in una boccia.
Il termometro che si dee preferire per
le osservazioni meteorologiche, e che ne
spiaee di vedere sì poco diffuso si è quello
a maximum, ed a minimum (fìg. i4) inventato dal doti. J. Rutherford nel 1794;
esso è un' istruiuento orizzontale composto di due termometri ordinarli , l'uno a
mercurio, l'altro ad alcool; si aggiunge solo
al primo> destinato a segnare il massimo della temperatura mantenutasi in assenza dell'osservatore, un piccolo cilindro d'acciaio
che dee posare sulla colonna di mercurio;
questo liquido, dilatandosi per effetto della
α34
DEGLI STRUMENTI METKOItOLOGlCI.
temperatura, spinge avanti questo piccolo
cilindro; e se in seguito il mercurio si ri­
tira,lo lascia al suo luogo, essendo l'istru­
nicnto orizzontale ; nell'alcool del termo­
metro destinato a segnare il minimo della
temperatura, si immerge un piccolo ci­
lindro di smalto leggerissimo, che vi resta
come sospeso. L'alcool abbassandosi per
effetto della diminuzione della tempera­
tura, trasporta seco il piccolo cilindro
di smalto; ma quando l'alcool sale, lascia
ii cilindro al suo posto. Si vede dunque
che la parte inferiore del cilindro d'ac­
ciaio clic posava sul mercurio indica il
massimo di temperatura, e la parte supe­
riore del cilindro di smalto che galleg­
giava sul!' alcool, dinota la temperatura
minimum conservatasi dopo 1' ultima os­
servazione. Questi due termometri deb­
bono essere collocali in senso contrario
sulla tavola che li sostiene, di maniera
che dopo l'osservazione basta df innalzarli
verticalmente per far ridiscendere il ci­
lindro d' acciaio e far risalire quello di
smalto; in seguito si torna a collocarli
orizzontalmente. Questo ingegnoso *tru>
DEULI STItUMENTl METEOBOtOOtCl.
235
mento ύ stalo inventato dall'Accademia
del Cimento di Firenze. L'idea dei ter­
mometri che segnino essi stessi la tempe­
ratura cui vengono esposti, erastata con­
cepita anco da Giovanni Bernoulli!) che
ha descritto uno di questi strumenti in
una lettera a Leibnitz. Col mezzo di un
apparato assai semplice può ottenersi un
T. a maximum, ed a minimum molto esat­
to, col termometro metallico diBrcguet;
Lasta porre in una incavatura al di sotto
dell'ago, e concentrica alla sua punì a, dei
piccoli corsoi sommamente leggeri dispo­
sti contro l'ago da ciascun lato; egli è
evidente che col moversi in un senso ο
nell'altro, l'ago moverà alternativamente
l'uno ο l'altro corsoio.
La spiegazione delle variazioni termo­
metriche non offre alcuna incertezza: esse
dipendono dai cangiamenti di tempera­
tura prodotti principalmente dal calore
solare.
■■
§. II. Dei Earometri.
­■.
Dopo il termometro, lo strumento più
interessante per la mineralogia si ù sen­
a36
n s o t i sTniiMEKTi METEOROLOOICI.
za d u b b i o il barometro , q u a n t u n q u e la
scienza non sia ancora in istato di ridur­
r e a leggi positive le sue variazioni gior­
n a l i e r e così u n i v e r s a l m e n t e consultate p e r
p r e v e d e r e il t e m p o qualche ora ο q u a l ­
c h e giorno p r i m a . Senza p r e t e n d e r e di
spiegare l'abbassamento del mercurio verso
il p u n t o segnalo tempesta q u a n d o si è alla
vigilia di violenti oiagani, od un abbas­
samento un poco m e n o forte q u a n d o il
t e m p o si dispone alla pioggia, o p p u r e al
c o n t r a r i o la sua elevazione q u a n d o il tem­
po s e m b r a fisso αϊ bello ; senza
pre­
t e n d e r e di spiegare questi fenomeni sia
colle correnti atmosferiche che li p r o ­
d u c o n o , e che p o t r e b b e r o diminuire il
peso dell'atmosfera nei luoghi dell'osserva­
zione, sia coU'aumento del vapore d'acqua
n e l l ' a r i a , che d i m i n u i r e b b e la pressione
col t e n e r disgiunte le sue molecole, come
alcuni scienziati h a n n o p e n s a t o , noi con­
siglieremo di ricavar p a r t i t o da questa
indicazione vaga come di un mezzo e m ­
pirico f r e q u e n t e m e n t e u t i l e , e di t e u e r n e
esatta nota , nella speranza che si possa
«n seguito o t t e n e r e da un g r a n d e n u m e r o
DEGLI ST!U:MENTI ΜΕΤΕΓ/IÏOLOGlCf.
s37
di osservazioni precise, dei dati più celti.
Il vero uso del barometro si limila dun­
que a misurare il peso dell'atmosfera, e ad
indicare per conseguenza l'elevatezza del
luogo in cui si è al disopra del livello
del mare.
Scelta dì un barometro. Spelta alla fi­
sica di descrivere minutamente Je diverse
specie di barometri, e le precauzioni da
prendersi nella loro costruzione; ci basti
il dire che i barometri di Torricelli 0 a
quadrante, i più generalmente usati per
segnare il tempo, sono i più difettosi, a
causa dello stroânamento delle girelle che
rende inesatto il risultamento. Lo stesso
motivo ha fatto rigettare i barometri a
maximum ed a nrinimitm, inventati in In­
ghilterra, e che segnano in assenza dell'os.
servatore i punti estremi delle variazioni
barometriche. Gli strumenti che si deb­
bono preferire sono il barometro a poz­
zette di Fortin (fig. 15) quando si dee
rimanere in casa, ed il barometro a sifone
•del signor Gay­Lussac quando se ne vuole
far uso in viaggio, a motivo che questo ulti­
mo non ti sconcerta nel trasporto qualora
2 Î 8 D Ei.,.i STHUME5T' HulEOHOLOGlCl.
ai usi la precauzione di rovesciarlo , ed
in oltre si presta subito all'osservazione.
Questo barometro può essere collocato in
una canna chiusa a cerniera (fig. 16). I
signori D ourches, Bunlen e Bedani hanno
inventato dei mezzi proprii ad impedire
che l'aria penetri nel grande braccio del­
l'istrumento, i quali possono essere ag­
giunti con vantaggio al termometro por­
tatile, dandovi un grado notabile di per­
fezione.
Correzioni delle indicazioni del barome­
tro. Le osservazioni barometriche, per es­
sere esatte, richiedono molte precauzioni;
dopo di essersi accertati che Γ istruraento
sia ben graduato e ben disposto; che il
mercurio sia ben purgato dall'aria, e che
il vuoto sia perfetto; che il livello coni,
sponda esattamente collo 0° della scala,
bisogna eseguire le osservazioni alle stesse
o r e , onde possano essere paragonabili. Si
dee specialmente Icner conio dell'eleva­
zione e della temperatura del luogo, che
modificano potentemente l'altezza della
.Colonna barometrica. Per allontanare que­
ste' irregolariiu , bisogna dunque ridurre
DEGLI ST8UMEKT1 METEOttOLOGICI.
'j3<)
Ogni osservazione a termini uniformi di
confronto. Si ottiene Γ i n t e n t o con molta
semplicità, per la t e m p e r a t u r a , coll'ag­
giungere ο d i m i n u i r e all'altezza della co­
l o n n a di mercurio ι / 5 4 ' s p e r ogni grado
c e n t i g r a d o , e si l i d u c e così ogni osserva­
zione alla t e m p e r a t u r a di a0. Un'altra cor­
rezione analoga fa poi scomparire le dif­
ferenze che risultano dalia elevazione al
di sopra del livello del mare ; in fatti si
sa che l'aria, scaricata del peso degli strati
inferiori, a misura che si va in alto è
m e n o p e s a n t e , e che p e r le altezze me­
die , la colonna b a r o m e t r i c a si abbassa
circa I / I O di pollice (o m. 0027) per 90
piedi (59 m. 2355). Si r i d u r r à d u n q u e
l'osservazione alla pressione m e d i a di 76
c e n t i m e t r i , alla quale il mei­curio pesa
io463 volte più dell'aria, levando 1/1000
di pollice (n m. 0000027) per ogni piede
(0 in. 3a48) d'elevazione al di sopra del
livello del m a r e . Q u e s t e due correzioni
non sono che approssimative, mapossono
bastare per le osservazioni meteorologi­
che o r d i n a r i e . Si t r o v a n o nei t r a t t a t i di
fisica delle formole p e r calcolare queste
a4o
DEGLI STHtlMEHTl METEOH0LOCICt.
correzioni ed anche alcune altre colla
maggior precisione : si sono inoltre forniate delle tavole di riduzione pel calcolo delle altezze mediante le osservazioni
barometriche.
Oscillazioni barometriche. Le oscillazioni
dei barometri notate con tutta la conveniente precisione ed in uno stesso momento, in molli luoghi, hanno fatto riconoscere che esse sono ad un di presso
eguali e simultanee per una grande estensione di paese. Il professore Pictet di Ginevra, che ha rappresentalo con linee
curve per ogni giorno dell'anno le oscillazioni barometriche osservate a Ginevra,
a Parigi ed a Londra, ha dimostralo che
le elevazioni e le depressioni del mercurio hanno avuto luogo in queste tre citta
nello stesso tempo e ad un di presso egualmente. Lord Gray ha creduto di riconoscere che questa legge non è esente da
eccezioni, e che i cangiamenti di densità si manifestano dapprima al sud ; ma
forse questi risultamene procedano da errori d'osservazione assai difficili ad evitarsi.
Alcune variazioni périodicité sono pure
'DEGLI STEUMEKTI METEOIiOtOGICt.
2^1
state osservate nella colonna barometrica
a certe ore del giorno , ed a certe fasi
della luna. Queste sembrano dipendere da
un'azione sull'atmosfera, analoga ai fe­
nomeni delle maree. Il signor Howard ha
stabilito, dietro una serie di osservazioni
fatte uer dieci anni, che il barometro si
abbassa di ι/Ίο di pollice quaudola luna
diviene nuova ο piena, e si innalza nella
stessa proporzione quando questo astro
entra nel primo ο nell'ultimo quarto. Se­
condo i calcoli di Laplace e di Bouvard
le oscillazioni dell'atmosfera , dovute al­
l'azione della luna,sarebbero debolissime.
Le variazioni diurne periodiche del ba­
rometro, state osservate dapprima nelle
vicinanze dei tropici, ed in seguito messe
in piena luce dal signor Bouvard anche
pei nostri climi, col confronto di moltis­
sime osservazioni, non sembrano dipen­
dere dalla posizione della luna; risulta
dai prospetti formati da questo scienziato
che il barometro giunge colla sua mag­
giore altezza a 9 ore del mattino, che di­
scende in seguito sino a 3 ore ; dopo il
qual tempo risale, e giunge al 2. 0 massi­
MSTE0KOLOGIA.
l6
•χΐ^ΐ
DEGtl STBBMENTI METEOHOLOOlei.
mo di elevazione a g ore della sera , e
ridiscende di nuovo per offrire nel giorno
appresso lo stesso fenomeno.L'estensione
dell'oscillazione, per risullamento medio di
undici anni di osservazioni,jpel periodo ba­
rometrico di 9 ore del mattino a 3 ore della
sera, è eguale a ο m. ^56, e per quello
da 3 ore a 9 ore della sera non è che di
ο m. 3j3, cioè di circa la metà della pri­
ma. Alcune osservazioni meno numerose
hanno però lasciato travedere che simili
periodi esistono dalle 9 ore di sera alle 3
del mattino, e dalle 3 alle 9 ore del mat­
tino. Il primo periodo è al suo massimo
nel mese di febbraio, marzo ed aprile, ed al
suo minimo durante i tre mesi precedenti :
vi è dunque una causa annua che diminui­
sce la variazione diurna nei mesi di novem­
bre, dicembre e gennaio, l'aumenta durante
i tre mesi successivi, e la mantiene elevata
negli altri sei mesi ad un valore medio.
Finalmente il signor Bouvard dal suo
bel lavoro sulle oscillazioni barometriche
deduce le conclusioni seguenti : i.° che
verso gli equinoziiil barometro arriva al
suo massimo ad 8 ore 5o mimili del mat?
DECL1 STIIUMEBTI METEOROLOGICI.
243
tino, ed a io ore 3o minuti della sera ; e
al suo minimo a 3 ore 4o minuti della
fera, e ad un di presso alla stessa ora dei
mattino ; — i.° che nell'estate il massi­
mo giunge ad 8 ore 3o minuti del mat­
tino, e nel verno a 9 ore e 20 minuti ;
gli altri momenti d'oscillazioni del ba­
rometro variano colle stagioni — 3.° che
i periodi del giorno sono più lunghi di
quelli della notte, e che variano ad un
di presso come le temperature corrispon­
denti ; — 4·° c lie sotto l'equatore, coll'c­
levarsi a grandissime altezze, questi pe­
riodi diminuiscono egualmente come le
temperature corrispondenti ; — 5.° final­
mente che andando dall'equatore verso
l'uno ο l'altro polo , i periodi diminui­
scono egualmente come le temperature
corri.pondenti, e ad un di presso come
il quadrato del coseno della latitudine.
La regolarità delle variazioni del ba­
rometro non ci permcHe punto di dubi­
tare che non dipendano da una causa
costante, ma sembra difficile di poterla
scoprire : il signor Bouvard crede che le
leggi che le reggono dipendano special­
244
DEGÙ STBtJMEKTT METEOROLOGICI.
mente dalla rotazione diurna della terra,
poiché i periodi si ristabiliscono tutti i
giorni ; ma il suo movimento annuale ha
pure una influenza sensibile; di maniera
che queste variazioni sono sottoposte ad
un tempo a questi due movimenti com­
binati coli'azione del sole considerato,
non come corpo attraente , ma come cor­
po riscaldante; egli è dunque pel suo ca­
lore che il sole farebbe salire e discen­
dere regolarmente il barometro due volte
al giorno. La moltiplicazione dei registri
meteorologici tenuti esattamente nei paesi
de' tropici in cui le oscillazioni del mer­
curio non oltrepassano punto un mezzo
pollice (o m. oi3) darà senza dubbio i
mezzi di risolvere in seguito tale que­
stione, ed anco altre relative alla pres­
sione atmosferica.
Le oscillazioni variabili del barometro
nei nostri climi sembrano dipendere prin­
cipalmente dalla direzione della forza del
vento, ed esse annunciano in generale ο
la pioggia, od un cangiamento nel vento.
Quando soffia dal nord est,dall'est e spe­
cialmente dal nord, il mercurio ollrepas­
DEGLI STRUMENTI METEOBOtOOlCI.
245
sa generalmente la sua altezza media , e
scende al di sotto di essa quando il vento
viene dal sud ο dal sud­oucst. Ciò non
ostante questa regola, come tutte quelle
che concernono le fluttuazioni del baro­
metro, è soggetta a molte eccezioni.
Nei climi dei tropici, in cui il vento è
dolce e regolare, il livello del mercurio
non varia che di alcuni centimetri, e que­
ste variazioni aumentano molto colTavan­
zarsi verso i poli, ove i venti sono i n e ­ ,
golarissinii e più violenti. D el pari le eie­,
vazioni e le depressioni del mercurio,,
sotto alte latitudini, sono più grandi e,
più frequenti d'inverno che d'estate. Sem­:
bra che il valore di questi movimenti, du­
ranti i sei mesi dall'aprile al settembre,
stia a quelli degli altri sei mesi come 5i
sta ad 8. La stessa proporzione esi­
ste , in queste due stagioni, pei moviv
menti giornalieri. Sembra ancora che i>
grandi abbassamenti del barometro siano·
accompagnati da una temperatura supe­ :
riore a quella della stagione, ed al con­
trario le elevazioni considerevoli del mer­
curio, da una temperatura inferiore. Il;
346
DELGl STMJMKNT1 METE0H0L0GIC1.
signor D anieli conchiude tanto da ciò, co­
me anche dal fatto che il barometro si
abbassa colla pioggia, che la sua caduta
procede dall'accumulazione del vapore e
dal decremento della densità delle cor­
renti atmosferiche, che produce pure un
decremento di resistenza al passaggio del
vapore. La maggior parte dei fisici am­
mettono col signor Ramond, che la prin­
cipal causa delle variazioni barometriche
si é il calore dpi sole, a cagione del quale
ilpeso dell'atmosfera viene aumentato ο di­
minuito per la pressione dipendente dalle
correnti discendenti od ascendenti del­
l'aria. Questa spiegazione, dice il signor Ra­
mond, semplicissima e naturale, si applica
anche alle più minute circostanze del fe­
nomeno.
Da molti fatti ben osservati risulta che
vi sono delle relazioni tra le variazioni
del barometro e lo stato del tempo, spe­
cialmente per ciò che concerne il vento.
Non ne segue però che quest'ulliino pos­
sa esserne considerato come la causa. II
dire che esiste questa relazione , e am­
mettere che i due fenomeni si man ile·
DEGLI STntIMEKTl METE0HO1001C1.
247
stano allo stesso tempo ,- ma non è uno
scoprire la vera causa né dell'uno né dell'altro. Il vento stesso è prodotto da alcuni sconcerti nell'equilibrio dell'atmosfera, che dee necessariamente anche influire sul barometro; ma rimane sempre "a
scoprirsi la causa di questi sconcerti. Checché ne sia però, l'uso del barometro per
predire il tempo può con esatte osservazioni condurre a conclusioni di grande
importanza in molte circostanze, e può
esso specialmente essere impiegato con vantaggio dai navigatori per prevedere i cangiamenti del vento , quando altre circostanze non possono servir loro d'indizio.
Del simpiesomctro. Ilsimpiesomctro del
signor Adie (fig. in) è uno strumento pori
talile che in alcuni casi può essere sostituito al barometro con vantaggio; esso
dà la misura del peso dell'atmosfera colla
compressione di una colonna di gas. Consiste in un tubo di vetro di circa 18 pollici di
lunghezza, che termina nella parte superiore in un globo D, che si riempie di
gas idrogeno, e nella inferiore che è rii
curva in un pozzetto A aperto al di so*
2^8
DEGÙ STRUMENTI METEOROLOGICI.
pra e ripieno, come il tubo Β C, in parte
eon olio di mandorle colorato; il gas rin­
chiuso, cangiando di volume in ragione
della pressione dell'aria esterna sull'olio,
produce un' elevazione od una depres­
sione corrispondente di questo liquido
nel tubo, ed indica con ciò le variazioni
di densità dell'atmosfera. La scala del­
l'istrumento viene formata col porlo con
un barometro e con un termometro mol­
to esatto, in un apparato iu cui l'aria
può essere successivamente condensata ο
rarefatta, ed in cui il barometro si man­
tiene successivamente a diverse altezze;
le elevazioni dell'olio nel tubo del sim­
piesometro e che corrispondono ai gradi
del barometro, per esempio, a ciascun pol­
lice, sono segnate sulla scala E F, ed in
seguito divise in ioo parti; laonde le di­
visioni di questo strumento corrispondo­
no a centesimi di pollice della scala del
barometro a mercurio. Per correggere
l'errore procedente dallevariazioni di ten­
sione prodotti nel gas pei cangiamenti
di temperatura, la scala principale E F à
disposta in modo da potere scorrere so­
DEGLI STRUMENTI METEOROLOGICI.
249
pra un'altra scala G H, in tal modo gra­
duata, che essa rappresenta questi can­
giamenti e corrisponde coi gradi di un
termometro ordinario 1 K, attaccato al­
l' ietrumer/to. Per servirsene basta osser­
vare la temperatura segnata dal termo­
metro, e porre l'indice A, attaccato alla
scala mobile, dirimpetto al grado di tem­
peratura corrispondente sulla scala fissa;
l'altezza dell' olio indicata allora dalla
scala mobile sarà la richiesta pressio­
ne dell'aria. Sembra dietro i rapporti
di diversi capitani di nave , che i sim­
piesometri siano ancor più sensibili dei
barometri alle influenze del vento.
§. Ili, D egii anemometri, e delle ventatine.
L'azione importante dei venti in molti
fenomeni meteorologici, rende cssenzialis­
simo il tener calcolo della loro forza e
della loro direzione. Quest'ultima viene
detcrminata colle ventatine d'ogni specie
comunemente note, e la forza ο la cele­
rilà del vento viene determinata cogli
anemometri, alcuni dei quali indicano ad
,
ϊ5θ
DECL1 STRUMENTI METEOROLOGICI.
un tempo la direzione e la forza. Questi
strumenti, di cui vi hanno molti modelli >
sono ancora poco diffusi.
L'anemometro di Lind misura la forza
del vento coll'altezza a cui incalza una
colonna d'acqua iu un tubo inclinato al
quale è unita una scala graduata ; ma
sembra che questo strumento sia ine­
satto, a meno che la celerilà del vento
non sia di circa 4 leghe all'ora.
\i'A. di Leslie è fondato sul principio
che la facoltà di raffreddare di una cor­
rente d'aria sia proporzionale alla sua ce­
lerità. Esso è formalo soltanto di un ter­
mometro ordinario a spirito di vino con
una grossa bolla. Si calcola facilmente la
forza del vento dal tempo necessario per
far discendere lo spirito divino alla metà
del numero dei gradi ai quali venne fatto
ascendere col calor della mano. Questo
strumento è stato impiegato di rado , β
non può essere esatto.
i>
L'anemometro vihe segna la direzione
del vento, 0 piuttosto la ventalina de­
scritta da Cotte, trovasi rappreseti tata alla
fig. 18, e non occulte di descriverlo. Si
DEGLI STnt'MEKT! METEOROLOGICI.
251
vede che quando la ventalina gira, essa
fa girare seco la ruota orizzontale, che
fa eseguire alla ruota verticale tante rivo­
luzioni quante ne fa essa stessa, e l'ago le
indica fedelmente sul quadrante.
L'anemometro il più semplice per se­
gnare la forza del vento, è quello rappre­
sentalo dalla fig. 19. Consiste esso in una
cassetta lunga C D. chiusa in D e conte­
nente una molla spirale. In questa cas­
setta penetra liberamente un fusto Β cui
è imita una tavola A di un piede qua­
drato : finalmente evvi un ferro dentato
che serve a trattenere il fusto col mezzo
di un piccolo ritegno a molla debole ,
onde si possa aver tempo di far l'osser­
vazione. Se si espone la tavola A per­
pendicolarmente alla direzione del vento,
la quantità del fusto che entra nella cas­
setta indicherà la sua forza. Si gradua lo
strumento col porre successivamente sulla
tavola i pesi coi quali si vuol confrontare
la forza del vento, e si segnano sul fusto.
UÀ. diBouguer è dello stesso genere;
consiste esso in un disco di latta, rite­
nuto di una stadera che misura la cai
332
DEGLI
STIWMEICrl
METEOROLOGICI.
rica sostenuta, e quindi la forza del
vento.
VA. di Wolf (Gg. 20) è un piccolomulino a vento che, girando facilmente sul
suo asse e col sussidio di un remo che
fa l'ufficio di ventalina, si orienta da se
stesso, e dirige le ali contro il vento;
queste ali fanno girare un asse orizzontale con una vite perpetua che si ingrana in una ruota verticale ; sull'asse
di questa trovasi una specie di pendolo,
a i r estremità del cui fusto evvi un peso
che può scorrere sulla sua lunghezza ; a
misura che il molino gira per lo sforzo del
vento, l'albero, facendo girare la ruota,
innalza il peso e sviluppa in tal modo
una resistenza crescente ; ne risulta che
quando il peso si è scostato sotto lo sforzo del vento, l'angolo del pendolo colla
verticale , indicato da un quarto di cerchio, dà la misura della forza del vento.
TJA. a pendolo inventato da Ons-enBray indica nello stesso tempo la direzione e la forza del vento ; esso e composto di due parti i cui diversi pezzi sono
posti in moto dalla ruota delle ore di un
Tir.r.u sTnuMEKTi METEOBOLOGLCI.
253
pendolo posto ha le cine parti, e che sia
ciricato per 3o ore. « Ciò cbe vi è di
singolare in questo anemometro, dice l'au­
tore, si è ohe non si ha bisogno di starvi
appresso per osservarlo, e che si ritro­
vano segnati sulla carta lutti i cangia­
menti che sono sopraggiunti sia nella di­
rezione che nella celerità del vento, ed
indicate anche le ore in cui accaddero
questi cangiamenti, e la durala di cia­
scun vento... Non occorre di tenere que­
sto strumento esposto all'aria, ma può
essere posto in un gabinetto dove servi­
rà anco di ornamento ». L'impossibilità
di descrivere ο di rappresentare con suf­
ficiente esattezza un apparato così com­
plicato ne obbliga a rimettere i lettori
alla memoria d'Ons­en­Bray registrata tra
le Memorie dell'Accademia delle Scienze
per l'anno 1^34, pag. 19.4· È evidente che
questa macchina è costosa, e richiede
molte cure per ben dirigerla.
Finalmente, D e Lamanon aveva pro­
posto un A musicale ; questo era com­
posto di una serie di tubi che man­
davano il suono in ragione della ior­
254
DEGLI STMJMEHTI METEOROLOGICI.
za del vento , e ne davano la mi­
sura.
Abbiamo detto, nel trattare dei venti,
che essi hanno spesso una direzione ed
una intensità diversa a diverse altezze del­
l'atmosfera. Gli istrumenti qui sopra de­
scritti non possono indicare queste varia­
zioni ; masi può determinarle più ο meno
esattamente col sussidio dei cervi volutili
e dei palloni. È chiaro che gettando iu
allo questi strumenti , la direzione che
essi prenderanno indicherà la direzione
delle correnti atmosferiche, e la tensione
della corda che li ritiene , attaccata ad
un peso, indicherà con sufficiente esat­
tezza la forza di queste correnti.
Evvi un'altra specie di correnti aeree
che in più circostanze gioverebbe di poter
conoscere ; e sono quelle che hanno luogo
in una direzione vertieale,esono prodotte
dal riscaldamento e dal raffreddamento
della superficie della terra ; ina non fu
per anco proposto alcun istrumento per
misurare queste correnti.
.
.
.
'-Λ*.,
>1
DEGLI S TRUMENTI METEOKOIOGICI.
205
SEZIONE SECOND A
Degli strumenti per misurare le meteore
acquee.
Si può dire che le sostanze proprie per
misurare, ο piuttosto per liticare le me­
teore acquee,sono innumerevoli; faremo
conoscere le principali nel trattare dei se­
gni indicatori di queste meteore ; ma i
veri strumenti sono in piccol numero e
non hanno punto ancora tutti i gradi di
perfezione desiderabile.
§. I. Dell' igrometro.
Il più importante di questi strumenti
li è Vibrometro, destinato ad indicare la
quantità d'umidità invisibile contenuta
nell'aria. La prima idea ne fu al certo
suggerita dalle dilatazioni e dalle contra­
zioni cui si trovano soggette le sostanze
vegetabili ed animali quando vengono
esposte a diversi gradi di umidita. La
spugna, la potassa caustica, l'acido solfo­
256
DEGLI STRUMENTI METEOROLOGICI.
rico, una specie di pietra vennero impie­
gate per determinare i diversi gradi di
umidità dell'aria dietro l'aumento del loro
peso. Una corda bagnata nella salamoia
ο una barba aavcna, servono allo stesso
uso, per la loro proprietà di storcersi in
ragione del grado di umidità, che Tiene
indicato da Un indice. Le corde di budella
hanno per molto tempo fornito gli igro­
metri i meno cattivi; sono essi fondati
sulla proprietà di allungarsi in propor­
zione dell' umidità cui trovansi esposte
queste corde ; attaccandole da una parte
ad un punto fisso, e dall'altra ad un in­
dice qualunque, è chiaro che le varia­
zioni dell'umidità verranno indicate dal
movimento dell' indice prodotto dall'al­
lungamento ο dall'accorciamento del bu­
dello. Le piccole figure che segnano la
pioggia od il bel tempo colla mano, ο col
coprirsi ο collo scoprirsi, oppure con qua­
lunque altro movimento, sono igrometri
di questa specie.
Il meno imperfetto di questi strumenti
è l'igrometro a capelli del D e Saussure,
e quello d'osso di balena di D eluc. Il
DEGLI STBCMEIiTI METEOROLOGICI.
25j
primo acquista più prontamente il grado
che corrisponde allo stato igrometrico
dell'aria, ma pare che giunga al suo mag­
giore sviluppamento prima di giungere al­
l'umidità perfetta, mentre l'igrometro ad
osso di balena pare che soffra maggiore
alterazione coll'immersione nell'acqua che
per l'azione dell'aria saturata d'umidità,
il che è pure un difetto. Questi due stru­
menti si alterano col tempo ed acquista­
no dei difetti opposti, di maniera che la
media indicazione di essi è più esatta di
quella di un solo, presa separatamente.
L'igrometro a capello di Saussure (fig. 21)
consta di un capello spogliato della sua
untuosità, assicurato da un capo ad un
luogo fisso, e ravvolto per l'altro capo
sopra una puleggia alla quale va unito
un ago, portante un piccolo peso all'og­
getto di tener teso il capello. L'effetto
dell'umidità odella siccità è di allungare
ο di accorciare il capello, e per conse­
guenza di far girare la puleggia per uno
spazio che viene misurato dal movimento
dell'ago sopra un cerchio graduato. Il
punto segnalo dall'ago (piandosi pone lo
MEJEOKOLOGIA.
17
­
r
'
'
25S
DEGLI STRUMENTI METEOROLOGICI.
strumento sotto il recipiente della mac­
china pneumatica con un corpo molto
avido d'umidità, come il carbonato di po­
tassa, è il grado estremo di secchezza, ed
è segnato o.° Il punto d'umidità estremo
viene determinato col porre l'igrometro
sotto una campana le cui pareti siano ba­
gnate, e che riposi sopra un vaso pieno
d'acqua; questo pnntoé segnato 100; l'in­
tervallo è diriso in 100 parti eguali. Que­
sto strumento non indica die la maggiore
ο minore umidità dell'aria, ma non già la
quantità totale del vapore, die varia
molto in ragione della temperatura.
Il signor Leslie impiega por igrometro
o n termometro differenziale molto sensi­
bile, bagnandone la bolla; il freddo pro­
dotto per l'evaporazione, che è tanto più
attiva quanto maggiore è la secchezza del­
l'aria, si comunica alla bolla, quindi al
liquido del termometro, che Io indica
colla sua contrazione. Nella Enciclopedia
di Edimburgo si propose una modifica­
ïione a questo strumento, col cui mezzo
indica da se stesso il grado maggiore ο
minore d'umidità, come nel termometro
DUOLI STRUMENTI METEOnOLOOICI.
Sap,
a maximum ed a minimum ; gli inconve­
nienti di questa specie d'igrometro ci
fanno giudicare inutile l'occuparci di de­
scriverne il perfezionamento.
L'igrometro di Daniell((ig. 2a)è fondato
su questo principio di fisica, che abbas­
sandola temperatura di un'aria carica anco
di pochissima umidità, giungerà necessa­
riamente al punto di saturazione, e dovrà
deporre la sua umidità sul corpo circon­
dante; ora, siccome tutti i liquidi, col­
l'evaporarsi, assorbono una grande quan*
tità di calore, è chiaro che questo mezzo
può essere impiegato per produrre del
freddo. Nello strumento di D anieli, la
bolla di vetro b è riempiuta a due terzi
d'etere, s quando, col farlabollire.il suo
vapore ha espulso l'aria dal tubo ricurvo
e dalla bolla a, si chiude l'apparato alla
lucerna; un termometro destinato a mi­
surare la temperatura reale , dee essere
posto nel fusto destinato a sostenere lo
strumento ; un altro termometro immerso
nel bulbo b e nel tubo di vetro , è de­
stinato ad indicare l'abbassamento della
temperatura ; finalmente la bolla, α e ri­
26θ
DEGLI STRUMEKTl METEOROLOGICI.
coperta di mussolina. Quando si vuole
far uso dello stromcnto, si versa un poco
d'etere sulla sfera eoperta di mussolina;
losto clie il liquido si evapora, prqducesi
un freddo che condensa l'etere interno ,
e lo fa scorrere nella sfera la più bassa
dove il termometro interno segna il gra­
do d'abbassamento della temperatura ; non
rimane altro che di colpire Γ istante in
cui l'umidità dell'aria incomincia a de­
porsi sulla bolla b, formandovi una lieve
nube, e di notare i gradi dei due termo­
metri in questo momento. La differenza
indica il grado di secchezza ο di umidità
dell'atmosfera.
Perchè la scala di graduazione d'un
igrometro sia perfetta, bisogna che in­
dichi, a tutte le temperature, il rapporto
tra la quantità d'umidità dell'aria col
punto di saturazione: per esempio a ioo
la più piccola diminuzione della tempe­
ratura dee far deporre l'umidità; a 5o
l'aria dee contenere la metà dell'acqua
che essa contiene quando e saturata.
È noto che i gradi dell' igrometro in­
dicano non già la quantità assoluta àe\­
DEGLI STRUMEMTi METB0E0L0G1CI.
2(61
l'umidità dell'aria, ma bensì Io stato più
ο meno avanzato di saturazione della
parte dell'atmosfera in cui questo stru­
mento è collocato ; ed anche per questo
esso è utilissimo per Γ indicazione dei
cangiamenti del tempo ; poiché può se­
gnare l'umidità ο la secchezza senza che
la quantità di vapore sia variata, pel mo­
tivo che in ragione dell'abbassamento ο
dell'elevazione della temperatura, il suo
punto di saturazione, cioè di precipita­
zione , si è avvicinato ο allontanato.
§. II. Dell'almomelro od evaporomtlro.
Questo strumento e destinalo a misura­
re la quantità di acqua che si evapora
in un dato tempo. Il più semplice di
questi strumenti ha la forma d'un vaso
circolare di una dimensione eguale dal
labbro al fondo, che si riempie d'acqua ;
la quantità evaporata viene misurata con
una scala graduata. Ma nell'uso di que­
sto strumento incontransi molle difficoltà
che rendono assai incerta Γ indicazione
della quantità assoluta dell' evaporazione
2G2
D EGLI
STRUMENTI
METEOROLOGICI.
che si desidera Hi ottenere : in fatti se
un tal vaso viene esposto liberamente al
sole ed al v e n t o , il calore che acqui­
sterà e l'agitazione aumenteranno l'eva­
porazione di cui non darà più la misura
esatta.
Il signor Leslie ha proposto un atmo­
metro formato di una bolla di terra po­
rosa, di due ο tre pollici di diametro,
unita ad un tubo stretto di vetro, por­
tante una scala graduata le cui divisioni
corrispondono alla quantità di liquido
necessaria per ricoprire la superficie ester­
na della bolla di uno strato d'acqua che
avrebbe un millimetro di pollice di gros­
sezza. Anche il signor Anderson ha pro­
posto un atmometro (fig. ς φ che pare
molto ingegnoso, le cui indicazioni però
sembrano dipendere troppo dalla tempe­
ratura perchè siano esatte. Quello del
signor de Lamark è un tubo nel quale
pesca un pesa­liquore sostenuto sopra
una puleggia col mezzo di un contrap­
peso; a misura che l'evaporazione fa ab­
bassare il liquido del tubo, il pesa­li­
quore discende e fa girare la puleggia
DEGLI STIICMEKTI METEOBOLOOICI.
2f>3
al cui centro é assicurato un indice che
gira sopra un quadrante.
Quando si vuole adoperare l'istrumcnto del signor Leslie, si riempie la bolla
ed il tubo d'acqua, si chiude il tubo con
un piccolo cappello di rame che si fa
andare a vite sopra un collare di rame,
e si pone 1' istrumenlo in un luogo dove
possa avere il libero contatto dell'aria.
L'aequa trasuda a traverso la bolla porosa
in quantità eguale a quella che può evaporarsi, e che trovasi cosi misurata dall'abbassamento del liquido nel detto tubo.
Le applicazioni di questo strumento
sono numerose ed interessanti ; se si riconosce, dietro le sue indicazioni, la quantità d'acqua che si evapora giornalmente
in un luogo e per una data supcrficie,si
potrà anche calcolare se l'acqua di un
ruscello col quale si vuol formare uno
stagno, e quella di una palude , d'un
fiume, colla quale si vuole alimentare un
canale navigabile, potrà bastaio nelle
diverse stagioni, e sotto le diverse influenze atmosferiche; la più potente di queste
influenze è l'azione del vento che aumenta
jR4
DBCLI STIiCMEKTl METEOKOLOGICI.
talvolta la dispersione dell' umidità in
una proporzione considerevolissima. 11
signor Leslie calcola la forza d'evapora­
zione dell'acqua tranquilla, eguale aquella
d'una corrente d'aria che percorresse otto
miglia all'ora; questo mezzo può dunque
indicarne la celerità del vento, col con­
fronto di un atmometro con un igrome»!
tro, ο piuttosto con quello di due atmo­
metii, l'uno difeso e l'altro esposto alla
corrente dell'aria. Le arti e l'agricoltu­
ra, che hanno al pari della meteorologia
un grande interesse di determinare esat­
tamente il valore dell'evaporazione, pos­
sono ricavar grande partito da questo
strumento ; in fatti, questa valutazione è
quasi tanto importante quanto la cogni­
zione della quantità di pioggia che cade,
specialmente pel giardiniere e per l'agri­
coltore , onde possano avere una dire­
zione nelle loro operazioni. Si può ancora,
con questo mezzo conoscere la manie­
ra di giungere a far evaporare pron­
tamente l'umidità, ciò che condurrà a
costruire dei buoni asciugatoi;
DEGLI SXMIMEHTI METEOROLOGICI.
265
§. III. Dell'udometro ο pluviometro.
Sotto il nome di udometro, pluviometro,
idrometro, ombrometro , ietometro , cono­
scensi molti strumenti destinati ad indi­
care la quantità d'acqua che cade in un
dato luogo. D uhamel ne aveva stabilito
uno a D enainvilliers, che conduceva l'ac­
qua della pioggia in una fontana posta
nel suo gabinetto. Pasumot e Cotte ne
' Jianno inventati di diverse forme , ina tutti
consistono in imbuti che ricevono l'acqua,
e la conducono in un vaso inferiore de­
stinato a diminuirne l'evaporazione ed a
misurarla. Ecco quello che trovasi de­
scritto nella Enciclopedia d' Edimburgo
come il più semplice e nello stesso tempo
il più esatto (fig. a5). Consiste in un im­
buto di rame di 5 pollici di diametro
all'apertura, il quale comunica con un
tubo dello stesso metallo di 3o pollici
di lunghezza e di mezzo pollice di dia­
metro, munito di un rubinetto alla estre­
mità inferiore. Si esamina l'istrumento
• tutti i giorni a dieci ore, e se è caduta
366
DEGt! STBOMEHTI METEOROLOGICI.
della pioggia nelle ili, ore, se ne misura
'la quantità facendola passare pel rubinetto in un tubo di vetro di un quinto
ili pollice di diametro, e provveduto di
una scala divisa in pollici ed in un io. 0 di
pollice: in tal maniera la pioggia caduta
sopra un'aja circolare di 5 pollici di diametro trovandosi raccolta in uno spazio
di un quinto di pollice, i pollici ed i decimi di pollice d'acqua del tubo corrispondono a ioo.° ed a iooo.° di pollice di
pioggia caduta sulla superficie della terra.
Il pluviometro rappresentalo dallaGg. 26
é pure semplicissimo. Consiste esso in un
vaso cilindrico di piccola dimensione,
provveduto all'orifìcio di un imbuto, nel
quale trovasi immerso un pezzo di sovero
attaccato ad un'asta di legno ; tosto che
lo strumento contiene dell'acqua, il sovero galleggia su di essa, ed innalzandosi
a misura che l'acqua aumenta, fa escire
il tubo del vaso, e permette in tal modo
di osservare sulla scala graduatala quantità d'acqua caduta.
Il signor Samuel Crosley di Londra,
ha recentemente inventato nnliain-Gauge
DEGLI STRUMENTI METIOBOLOGtCI.
2(>7
che ha il vantaggio disegnare da se stesso
la quantità di pioggia caduta (fig. ο.η).
Per evitare perquanto è possibile l'eva­
porazione , la comunicazione dell'imbuto
coi tubi dee essere assai angusta. Chec­
ché ne sia però, questi strumenti non
sono perfetti; non danno che approssi­
mativamente la misura della quantità
d'acqua caduta in certe circostanze, e
non indicano mai le piccole piogge a
motivo della perdita prodotta dall'evapo­
razione sulle pareti dell'imbuto prima che
l'acqua possa giungere nel tubo. E poi
assolutamente necessario che l'imbuto sia
disposto parallelamente all'orizzonte, e
che lo strumento sia lontano da ogni og­
getto che possa guarantirlo dalla pioggia.
§. IV. Dell'etrioscopo ο drosometro.
Questo strumento, inventato da Leslie
per misurare le quantità variabili di fred­
do prodotto dalle cause che danno luogo
ai fenomeni· della rugiada, noli è altro che
un termometro differenziale, ο piroscopo
leggermente modificato.
.»,.».
268
DEGÙ STRUMEHTI METEOROLOGICI.
Questa modificazione (fig. 28) consiste
nel porre il bulbo sensibile nel fuoco di
una coppa di ottone ο d'argento liscio,
di forma sferoidale allungata ; esso tro­
vasi in tal modo garantito dall'influenza
perturbatrice del vento e della luce , e
non indica precisamente che il freddo
prodotto dalla sua irradiazione verso lo
spazio celeste. « Le dimensioni le più
vantaggiose assegnate da Leslie sono quel­
le in cui l'excentricità è eguale alla metà
del piccolo asse, ciò che dee far riescire
il fuoco al terzo dell'altezza totale della
cavità, essendo il diametro della bolla
sensibile egualmente situato verso il terzo
di questa altezza, ma partendo dall'ori­
ficio della coppa. « La bolla inferiore, che
può avere una maggior dimensione della
bolla sensibile,il cui diametro è di circa
2 pollici, è rinchiuso in una sfera vuota
di rame.
i
Questo strumento, posto in piena aria,
indicherà ad ogni istante, sì di giorno che
di n o t t e , l'impressione dei­freddo che
giunge dalle regioni superiori. Leslie ag­
giunge « che questi effetti sono assai va­
BEGLI STHTOIENTI METEOHOLOGICI.
26g
riabili , trovandosi al loro maximum quan­
do il cielo é d'un bleu d'azzurro puris­
simo; essi diminuiscono a misura die
l'atmosfera si carica di nubi , e sono al
loro minimum quando le nebbie si acco­
stano alla superficie terrestre. In talicir­
costanze le impressioni frigorificlic sono
generalmente un poco maggiori di giorno
die di notte , e considerabilmente più
forti d' estate che nel verno. Alcuni
venti che spirano ad altezze diverse do­
vrebbero pure modificarne i risultamen­
ti ». « La sensibilità di questo strumento
e sorprendente ; poiché il liquore si ab­
bassa e si innalza nel tubo tutte le volte
che si manifesta una nube nel cielo se­
reno e chiaro ».
tt Quando si ponga in qualunque mo­
mento il coperchio di metallo sull'elrio­
scopo , l'effetto è intieramente distrutto,
ed il liquido discende a zero. La più pic­
cola carta ο la più lieve pellicola di so­
stanza animale diminuisce l'azione esat­
tamente della metà. Un coperchio di car­
tone fa a! principio esattamente l'ufficio
di un perfetto riparo; ma dopo, che la
2 ^ 0 D EGLI «TRUMEHTI MBTEOUOLOCIil.
superficie supcriore è stata raffreddata
dall' aspetto de' cieli , eccita però esso
slesso una lieve influenza secondaria sulla
bolla sensibile, in cui il liquido non sale
però clic ad un decimo dell' elevazione
cui giungerebbe se non fosse coperto ».
Eguale effetto si manifesta quando il
cielo è velato da nubi. Leslie, che attri­
buisce tutti questi fenomeni ad ondula­
zioni frigorifiche emesse dagli strati su­
periori dell'atmosfera, dice che, in questo
caso « Γ etrioscopo non indica se non
che il grado parziale del freddo a tra­
verso lo strato inferiore dell'aria, ο del­
la differenza di temperatura tra il suo­
lo e il riparo umido (le nubi), differenza
che dee essere ad un di presso propor­
zionale alla sua elevazione. Questo stru­
mento potrebbe dunque servire a valu­
tare l'altezza di uno strato di nubi al di
sopra della superficie della terra ».
Si sono pure proposti sotto il nome di
drosometri diversi strumenti destinati a
misurare la quantità di rugiada deposta.
W e i d l e r , professore tedesco, nel 1727
poneva a questo effetto sopra un bacino
DEGLI STRUMENTI METEOROLOGICI.
9.ηΐ
d'una bilancia un pezzo di vetro esposto
all'aspetto del c i e l o , il cui aumento
di peso per l'aderenza e la deposizione
della rugiada veniva valutato dall'aggiunta
dei pesi nell'altro bacino. Il signor Leslie
ha inventalo un altro drosometro che
diversifica poco dal suo ombrometro.
■
t.
SEZIONE TERZA
Degli strumenti di misura delle meteore ignee.
Nel primo capitolo abbiamo già de­
scritte le diverse specie di termometri,
ed i loro usi ; ed ora non ci rimane che
di trattare degli strumenti per le meteo­
re elettriche , magnetiche e luminose. »
. / . · ■
§. I. Degli elettrometri.
,
. i.rf.. ·
Gli strumenti destinati a tener calcolo
dell' intensità e della natura della elet­
tricità atmosferica, sono fondati sulla pro­
prietà che affettano i corpi elettrizzati di
attrarsi ο di respingersi. Si sa che per
riconoscere se un corpo è elettrizzalo,
3^2
DEGLI STHIJMENTI HtììTEOROLOOICI.
basta di presentarlo ad un corpo mobile
allo stato naturale, e di osservare se lo
attrae ; per determinare la natura ο la
specie di elettricità, basta di osservare
se attrae ο se respinge un corpo mobile
cui si abbia precedentemente comunicato
uno stato elettrico noto; finalmente per
valutare Γ intensità della elettricità , si
debbono misurare i gradi d'attrazione ο
di ripulsione che si manifestano.
I primi strumenti applicabili per de­
terminare l'elettricità atmosferica sono
gli elettrometri di Deluc _, di Franklin,, e
di Nollct; ma generalmente viene prefe­
rito quello di Cavallo (fig. 29). Consta
esso di una bottiglia di vetro che riposa
sopra un pezzo di legno ; dall'orificio di
questa bottiglia, che è coperto da un glo­
bo di rame alquanto grosso , penetrano
due piccole palle di sovero sospese con
capelli , 0 fili di lino 0 di lana, che co­
municano col globo di rame. Se l'appa­
rato in tal modo disposto viene collocato
all'aria libera, sopra un luogo elevato, od
anche sopra una finestra, sulla testa, men­
tre l'aria sia elettrizzata j e che passi al
DEGLI STRUMENTI METEOROLOGICI.
2n3
di sopra una nube temporalesca , oppure
che una tal nube compaia all'orizzonte,
le piccole palle col separarsi indicheran­
no la presenza dell'elettricità ; e se si
presenta loro un corpo elettrizzato arti­
ficialmente , di cui si conosca Io stato
elettrico, per esempio un bastone di cera
lacca strofinato , si vedrà tosto quale spe­
cie di elettricità trovisi nell'atmosfera.
Bisogna notare che , in questo caso, lo
stato elettrico dell'aria é contrario a quel­
lo dell'elettrometro ; mentre se è elet­
trizzato dalla pioggia ο dalla neve che
sia caduta su di csso> Γ elettricità sarebbe
della stessa specie.
Quando si vogliono «apere le più pic­
cole quantità dell'elettricità, oppure co­
noscere lo stato degli strati più elevali
dell'atmosfera, si mette l'apparato in co­
municazione con una verga conduttrice
più ο meno elevata che termini in una
punta metallica, e accompagnata da un
filo conduttore; oppure si dispongono
nello stesso modo i cervi volanti, ο pal­
loni d'osservazione.
Col sussidio degli elettrometri si sono
MEÏEOHOLOGIA.
l8
ST4
DEGLI STRÏMEKTI METEOnOLOGICI.
ottenuti dei risultamenticuriosi ; pare
che siavi sempre nell'atmosfera una certa
quantità d'elettricità, e che questa elet­
tricità dell'aria sia quasi sempre positiva.
È dessa più forte nelle nebbie dense e
nei tempi di gelo, e leggerissima quando
il tempo è nuvoloso, caldo, e che an­
nunci pioggia ; essa non sembra minore
di notte che di giorno, l'elettricità in
generale mostrasi più forte nei luoghi
alti che nei bassi. La pioggia , la neve
e la grngnuola sono sempre più ο meno
elettrizzate, e più spesso d'elettricità ne­
gativa che di positiva. In occasione di
temporali, le nubi tramandano alternativa­
mente dell'elettricità positiva e negativa,
e queste due specie si succedono d'or­
dinario con molta rapidità. D uranti le
piogge temporalesche si vede quasi sem­
pre l'azione dell'elettrometro crescere e
decrescere secondo che la pioggia au­ 's
menta ο diminuisce. Finalmente, la pre· *
senza delle nubi diminuisce d'ordinario,
e di raro aumenta l'azione dell'elettro­
metro ; qualche volta non produce alcun
effetto.
BEGLI STRUMENTI METEOROLOGICI.
2^5
II signor Colladon ha di recente ado­
peralo il Galvanometro per misurare la
quantità dell' elettricità sottratta dalle nu­
bi, e sino ad un certo punto dell'ener­
gia elettrica dei temporali. D urante la
presenza di queste terribili meteore nelle
vicinanze ο al di sopra dell'apparato, ha
osservato delle deviazioni dell'ago che
sono state qualche volta di 87 , variando
spesso , e cangiando tutto ad un tratto
di senso, aumentando ad ogni colpo di
vento, e passando sempre ad ogni colpo
di tuono dalla deviazione positiva alla
deviazione negativa , e viceversa.
Un altro apparato destinato a valutare
l'elettricità si è il molo perpetuo che si
ottiene colle pile a secco. Il signor D onné
si è occupato recentemente con cura del
loro studio , e dell' influenza dei fenomeni
atmosferici sopra questi apparati. Le pile
secche sono in generale composte di dischi
di carta stagnata da una parte e inve­
stiti dall'altra di uno strato di perossido
di manganese bene stacciato,che si stem­
pera nel latte in poltiglia scorrevole; que­
sti dischi vengono in seguito uniti insie­
2"G
DEGLI S T I l t M E N T I
METEOROLOGICI.
me, premendoli gli "ni sugli altri nello
stesso verso e tenendoli uniti con fili di
seta. La tensione delle pile secche è quasi
sempre in relazione colle variazioni della
temperatura; ma quando si pongono con
uno deiloro poli in comunicazione col serbatoio comune , il signor Donne' crede
che siano influenzate dallo stato elettrico
della terra, poiché, in occasione di temporale , si ottiene dell'elettricità dal suolo
nello stesso tempo che dalle nubi temporalesche. Potrebbe essere anche che
regnassero nell'interno del globo dei
temporali come nell'atmosfera, e che nei
terremoti di lerra specialmente si operi
una grande decomposizione di fluido elettrico; alcuni in fatti credettero già di
osservare l'azione dei terremoti sui moti
pcj-petia. Il signor Donné ha costrutti
di questi strumenti di varie sorti , alcuni destinati a misurare la tensione
elettrica (fig. 3o) non potendo gli altri
servire che ad inviarla , formando però
un giuoco fisico elegantissimo (fig. 3i).
In quest'ultimo si producono ad un tratto
tre movimenti, l'uno di oscillazione al
DEGLI STIUÏMENTI METEOROLOGICI.
2^7
basso, Tallio di equilibrio nel mezzo, ed
jl terzo di rotazione io alto.
§. II. Dell'ago calamitato.
,
L'ago calamitato, ο la bussola è uno
strumento di meteorologia secondario ;
ciò non ostante le variazioni di declina­
zione e d'inclinazione riconosciute da che
il magnetismo è divenuto l'oggetto di osser­
vazioni regolari e precise, l'influenza che
questo agente sembra esercitare nella costi­
tuzionegenerale del globo,finalmente,il le­
game intimo degli effetti elettrici e magne­
tici non permette, punto al meteorologo
di trascurare questa classe di fenonicnj.
GIT aghi di declinazione e d'inclina­
zione sono apparati assai complicati e
dispendiosi; ma non sono punto indispen­
sabili. Una buona bussola ordinariaesatta
e sufficientemente sensibile può bastare,
quando non si voglia completare la col­
lezione degli strumenti con un ago di in­
clinazione. Sarebbe superfluo il descrive­
re questi strumenti che si trovano presso
tutti i fabbricatori d'oggetti d' ottica.
2^8
D EGM
STOOMBKTI
METEOROLOGICI.
§. HI. Del fotometro.
Questo strumento, inventato da Leslie,
è destinato a calcolare la facoltà illumi­
nante, è fondato sul principio del lieve
innalzamento di temperatura prodotto
dalla luce. Esso non è altro che un ter­
mometro differenziale di cui una bolla è
formata di vetro n e r o , mentre l'altra è
di vetro trasparente. Accade clic i raggi
di luce, assorbiti dal globo nero, gli co­
municano del calore che fa abbassare il
liquido nel tubo sino tanto che questo
accrescimento di calore non è esattamente
compensato dalla perdita che ha luogo
nell'aria. Questo abbassamento di liquido
misura dunque Γ intensità momentanea
della luce , poiché le due bolle non di­
versificano tra loro che in ciò, che l'una
assorbe la luce , mentre l'altra la lascia
passare liberamente. Per prevenire gli ef­
fetti dell'agitazione dell'aria che acce­
lererebbero la perdita di calore della
bolla nera, è utile di coprire tutto l'ap­
p arato con ima cassa di vetro trasparente.
/
DEGLI STRUMENTI METEOROLOGICI.
2JQ
Di fotometri se ne costruiscono di di­
versa specie, come quelli cui si dà il no­
■ ine di ρ orlatili (fig. 3a) e di stazionarli
; (fig· 33).
c
Questi strumenti indicano regolarmen­
te i progressi della luce dalìo spuntar
dell'aurora sino a mezzogiorno, ed il suo
decremento graduato sino a notte. Ci di­
mostrano essi che Γ intensità della luce
aumenta a partire dal solstizio d'inver­
no sino ai calori più intensi dell'estate,
e che in seguito decresce. Ci lascia mi­
surare lo splendor del giorno nelle di­
verse regioni ; per es. il cielo splendido
dell'Italia, e lJatmosfera nebbiosa del­
l'Inghilterra; e ne permette di tener cal­
colo della quantità variabile di luce in.
diretta ο diffusa che ci giunge dall'atmo­
sfera, quantitàche aumenta molto quando
il cielo è coperto da rare nubi e fioc­
cose, e diminuisce quando i raggi vengo­
no assorbiti da dense nebbie, ο quando
l'aria è perfettamente chiara e di un az­
zurro carico. II fotometro sulla sommila
delle Alpi e delle Ande per es. riparato
dall'azione del sole, ed esposto solo alla
2δθ
DEGLI STRUMENTI
METEOROLOGICI.
luce diffusa mandata dalla volta celeste,
rimane quasi stazionario.
CAPITOLO SECOND O
DEI SEGNI INDICATORI E PRONOSTICI
DELLE METEORE.
VTLI strumenti meteorologici servono
ad esaminare esattamente i fenomeni ,
ma non si può sempre consultarli, e d'al­
tronde misurano piuttosto lo stato at­
tuale del tempo, di quello che lo faccia­
ilo prevedere; bisogna dunque ricavare
il miglior partito possibile dai segni em­
pirici, e conoscerei pronostici volgari del
tempo quando non siano assolutamente
assurdi, ο non sienofondali sopra super­
stizioni ο sopra antichi pregiudizii.
Questi indizi del tempo possono essere
dedotti dai segni generali forniti dalle
meteore stesse, ο dall'atmosfera, ο dai se­
gni particolari datici dagli strumenti e
dagli apparati destinati a questo uso, ο
somministrati dal regno minerale e vege­
DÈI SEGHI INDICATORI E PRONOSTICI DELLE M E T . 2 8 1
tabiIe od animale ; bisogna anche aggiungervi le predizioni popolari; e quantunque la loro origine non sia immediatamente riconosciuta, meritano esse talvolta qualche considerazione.
Questi fenomeni possono essere classificati come le meteore che essi indicano.
§. I. Indizii del tempo in generale.
Begole del tempo dietro il calcolo delle
probabilità. Il doti. Kirwan ha tentato recentemente di stabilire delle regole di probabilità per predire il tempo in diverse
stagioni. Confrontandole tavole d'osservazione formate in Inghilterra dal 1677 al
1789, egli ha trovato :
i.° Che quando non si sono manifestati temporali né prima né dopo l'equinozio di primavera, l'estate successivo è
generalmente asciutto, al meno cinque
volte sopra sei :
a.0 Che quando un temporale arriva
dall'est il 19, 20 e 21 maggio, l'estate successivo è asciutto 4 volte sopra
cinque.
α3?.
DEI SEGNI INDICATO»!
3.° Che quando cvvi temporale nel aC>,
αη ο 29 maggio (e non pi ima) Testalo
successivo è egualmente asciutto quattro
volte sopra cinque.
4·° Che quando un temporale giunge
dall'ouest, dal 19 al 22 marzo, l'estate è
generalmente umido cinque volle sopra
sci.
Noi alleghiamo questi esempi senza
prestarvi gran fede ; poiché da una parte
debbono variare giusta i diversi luoghi,
e d' altra parte non reggiamo alcuna
connessione Ira il fenomeno prodotto e
la predizione ; ma questo dimostra che
non si dee rigettare inconsideratamente
i pronostici in apparenza arbitrarli, ma
che si dee procurare di dilucidarli colla
discussione di molte osservazioni.
Kirwan stabilisce eziandio che in Inghil­
terra (e le stagioni seguono in Francia
in generale Io stesso corso , se non che
l'umidita vi domina meno) se i verni e
le primavere sono asciutte, sono ordina­
riamente fredde; se sono umide, sono
calde, gli estati umidi sono freddi. D i
modo che conoscendosi l'umidita ο la
E PRONOSTICI DELLE METEOHE.
283
secchezza d'una stagione, possiamo con
bastante esattezza giudicale della sua temperatura.
Dietro un prospetto del tempo, formatosi a Dublino dm-ante lo spazio di 4 1
a n n i , il dott. Kirnan ha ritrovato clic
in questo periodo vi furono
6 primavere umide , in asciutte e i3
variabili.
20 estati umide, 16 asciutte e 5 variabili.
il autunni umidi, i l asciutti e 19 variabili.
Esso chiama umide le stagioni che hanno
due mesi di umidità. In generatela qua»,
tità di pioggia che cade nelle stagioni
asciutte è minore di 5 pollici , e nelle
umide oltrepassa questo limite.
All'oggetto di spargere la maggior luce
possibile sopra questo importante oggetto , indicheremo alcune massime, la cui
esattezza venne confermata da lunghe osservazioni , oppure e fondata sopra basi
che possono ritenersi solide dietro ciò che
noi sappiamo delle cause che agiscono
sul cangiamento del tempo.
SS4
DEI SEGNI INDICATORI
i.° Gii autunni umidi ed i verni dolci
sono d'ordinario susseguiti da primavere
fredde ed asciutte che fanno ritardare molto la vegetazione, come avvenne nel 174··
2. 0 Se l'estate è molto piovoso, dee aspettarsi un verno rigido ; poiché l'evaporazione eccessiva che ha avuto luogo, ha
dovuto togliere alla terra mollo calorico;
gli estati umidi fanno produrre molti grani
alla spina bianca, e ad altre piante; il
che ha dato luogo all'opinione che la fecondità di queste piante annuncia un
verno rigido.
3.°La comparsa delle gru, e d'altri uccelli di passaggio molto per tempo nell'autunno, indica un verno rigido; poiché è una prova che esso è di già principiato nelle contrade del nord.
4·° Quando piove abbondantemente in
maggio, pioverà, ma non molto, nel settembre , e viceversa.
5.° Quando il vento spira dal nord-ovest
durante la slate 0 durante l'autunno , e la
temperatura è assai fredda avuto riguardo alla stagione, ed il barometro si abbassa, dee attendersi ad aver molta pioggia.
E PKOKOSTICI CELLE METEORE.
285
6.° Le tempeste violenti, i temporali ,
ο le grandi piogge producono una specie
di crisi nell'atmosfera, la quale fa stabi­
lire il tempo in bello ο cattivo per più
giorni ed anche per più mesi.
η.° Un inverno piovoso annuncia un
anno sterile ; un autunno rigido presagi­
sce un verno ventoso.
Segni del tempo ricavati dal barometro.
Il barometro è il solo strumento che ci
sveli i cangiamenti ancor lontani nello
stato dell'atmosfera. Ma siccome queste
fluttuazioni non ci indicano realmente
che le variazioni del peso di questo flui­
do, esse non ci presagiscono necessaria­
mente la pioggia né il bel tempo, come
lo si crede generalmente. In fatti la sola
informazione checi da questo strumento,
si è l'intensità dello sconcerto che ha
luogo nell'equilibrio dell'atmosfera. Quan­
do la colonna del mercurio discende al
di sotto dell'altezza media, non possia­
mo dedurne direttamente altro, se non
che giunge oche giungerà tosto qualche
cangiamento nella forza ο nella direzio­
ne del venlo ; ma siccome ne risulta che
2
8β
DEI SEGHI INDICATO»!
diverse correnti ο correnti opposte si
troveranno in contatto, dobbiamo con­
chiwlerne naturalmente che vi terrà die­
tro la pioggia;egli è solo in questomodo
che l'abbassamento del barometro è un
indizio di pioggia. D el resto, si è creduto
di osservare che il miscuglio di diversi
strati dell'atmosfera non produce pioggia
al primo sconcerto che ne risulta, ma al
ristabilimento susseguente dell'equilibrio;
di maniera che, in questo caso, il baro­
metro, dopo d'essersi abbassato, inco­
mincia a salire prima della pioggia. Ecco
i pronostici principali che l'esperienza
ne ha insegnato esserci indicati dal ba­
rometro.
Per un tempo quieto, quando Vatmosfè­
ra si dispone alla pioggia , il mercurio di­
scende ; quando il tempo si volga al bello,
il mercurio sale ; quando il barometro
si abbassa mentre fa cablo, annuncia un
temporale; se si innalza d'inverno indica
freddo ; ma se si abbassa durante il fred­
do, indica disgelo ; se continua ad innal­
zarsi col freddo, indica della neve; se un
tempo piovoso è accompagnato* da rapido
Β PRONOSTICI DELLE METEORE*
aB^
abbassamento del b a r o m e t r o , esso non
sarà di lunga durata; lo stesso accoderà del
bel tempo a c c o m p a g n a t o da un abbassa­
m e n t o r a p i d o ; e g u a l m e n t e se l'ascensione
ha luogo col cattivo t e m p o , e continua
con questo cattivo t e m p o p e r due ο tre
giorni , dee aspettarsi un bel tempo con­
tinualo. Ma se d u r a n t e il b e l t e m p o il
m e r c u r i o cade e c o n t i n u a a c a d e r e per
2 ο 3 g i o r n i , presagisce
molta pioggia e
p r o b a b i l m e n t e un gran vento. In gene­
rale il b a r o m e t r o si t e r r à assai basso negli
anni e nelle stagioni umide , e molto ele­
vato negli anni e nelle stagioni asciutte·,
sarà più elevato d ' i n v e r n o ohe d'estate ;
le sue variazioni s a r a n n o maggiori nel
passaggio d'una stagione asciutta
ad una
stagione umida,e quelle s a r a n n o tanto p i "
considerevoli q u a n t o più questa stagione
sarà tempestosa ο soggetta a temporali.
Segni del tempo ricavati dagli
animali.
Diversi animali possono servire di p r o ­
nostico del t e m p o . J n G e r m a n i a si fa uso
a questo scopo della r a n a v e r d e . Si p u ò
anche far uso di u n a sanguisuga , posta
in un boccale di mezza libbra d'acqua
,88
DEI SEGNI INDICATORI
di capacità , riempiuto a tre quarti , e
coperto con un pezzo di tela. Bisogna
cangiar l'acqua tutte le settimane in estate, ed ogni quindici giorni in inverno. Se
la sanguisuga rimane al fondo , senza
moto , e contorta in spirale, indica essa
bel tempo ; se si tiene in alto, annuncia
pioggia ; se pare inquieta, presagisce vento;
se pare molto agitata , e si tiene fuori
dell'acqua, annuncia temporale; se nel
verno rimane al fondo, presagisce freddo;
ma se nella stessa stagione, si tiene all'apertura del boccale, è un segno dineve.
Dol resto questi indizi non meritano che
una fiducia assai limitata.
Segni del tempo ricavali dalla luna. Da
lungo tempo è opinione generalmente ricevuta che le fasi della luna hanno influenza sul tempo. Dietro le leggi fisiche,
l'atmosfera soffre delle modificazioni analoghe a quelle dell'Oceano, secondo la
diversa posizione del sole e della luna
per rapporto alla terra; ma queste^ modificazioni sono si lievi che non si conosce se possa risultarne, in certe circostanze, un cangiamento di tempo. Que-
\
E PtlOMOSTlCl PELLE METEOKE.
389
sto soggetto offre dunque ancor molta
■^ incertezza ; e ciò che sembrerebbe offrire
maggior fondamento , sono i calcoli di
Toaldo sulle probabilità del cangiamento
di tempo alle fasi della l u n a , poiché le
ha dedotte dal penoso confronto dei gior­
nali meteorologici tenuti per 4o anni.
Egli ha ritrovato che questa probabi­
lità di cangiamento è
Per la nuova luna come 6 ad ι ;
piena luna come 5 ad ι ;
primo quarto come 2 1/2: I ;
ultimo quarto come 2 1/2: ι ;
Toaldo ha spinti questi calcoli molto
più lungi, continuando l'esame degli altri
punii lunari relativamente alle variazioni
del tempo, e combinandole insieme; ma
basta citare queste circostanze le più sem­
plici, per ricavarne partito all'occasione.
§. II. I ndìzi delle meteore aeree.
ι
ι'
' '■'
Segni dei venti.
I.° Ricavali dal sole. Quando il sole si
leva pallido,e rimaner osso; quando il suo
METEOROLOGIA.
]()
,
2<)α
D EI
SEGHI
IND ICATORI
disco è assai grande; quando compare con /
un cielo rosso al nord; quando conserva un
color di sangue; quando rimane pallido,
con uno ο più cerclii oscuri ο strisce
rosse; quando pare concavo: tutti que­
sti segni indicano vento. Quando il sole
sembra diviso, ο quando é accompagnato
da un parelio, è indizio di grande tempesta.
II. 0 Ricavali dalla luna. Quando la luna
pare molto grande ; di un color rossa­
stro ; quando i suoi corni sono acuti e
nerastri ; quando è circondata di un ccr^
chio chiaro e rossastro, sono indizi di
vento. Se il cerchio appare doppio , od
anche rotto , è un segno di tempesta ;
quandola luna si rinnuova, cambiasi quasi
sempre la direzione del vento.
HI."RicavalidaU atmosfera.}*?, nubi quan­
doscompaiono leggermente ο si mostrano
repentinamente al sud ed all'ovest, ο sono
ross­e, e lo sia anche il cielo, specialmente
alla mattina, indicano esse dei vento ; uà
rovescio d'acqua rapido, dopo un gran
vento , è indizio certo che la tempesta
è vicina al suo fine. Si può anche con­
siderare come segni certi della fine d'uà
<-.
\
Β PHOKOSÏICI DELLE METEORE.
2<)t
grande vento,gli acquazzoni conturbine.
Njl pastori e quelli che hanno sposso oc­
casione di osservare il cielo , assicurano
che la tempesta è indicata dagli aloni,
dalle corone; ecc., e che giunge in ge­
nerale dal punto dell'orizzonte verso il
quale si dirige la parte della circonfe­
renza del cerchio che è meno distinta
del resto, ciò che è senza dubbio dovuto
al contatto di una nube più densa.
IV.° Bicavati dagli animali.S'i può con­
siderare come indizio dì vento i seguenti
fenomeni della natura animata: quando
gli uccelli acquatici si raccolgono sulle
spiagge e scuotono le ale, specialmente
di mattino ; quando le oche selvatiche
volano molto alto e in truppe, dirigendo
il loro corso verso l'est; quando le fola­
glie sono inquiete e garrule ; quando i
corvi si slanciano nell'aria , ο scherzano
sulle rive.
Il ritorno dell'alcione al mare mentre
il vento dura ancora, l'cscire delle talpe
dalle loro tane, il canto ordinario dei
passeri , ecc. indicano la fine, di un gran
vento. I pesci di mare e d'acqua dolce^
3Q3
D EI SEGR1
IKIJICATORl
quando saltano spesso alla superficie del­
l'acqua, presagiscono un temporale; ma t
delfini particolarmente quando scherzano
sull'acqua durante una burrasca, annuncia­
no la calma.
Segni di freddo e di gelo.
Diversi indizi possono servire per pre­
vedere il freddo ed il gelo; tali sono : l'ap­
parizione prematura delle oche selvatiche,
e di alili uccelli di passaggio; la riunio­
ne in bande degli altri piccoli uccelli ;
la splendidezza del disco della l u n a , e
l'aspetto acuto delle corna dopo la sua
rinnovazione; se il vento soffia dal nord
ο dall'est dopo il cangiamento di luna ;
se il cielo splende di stelle ; se picco­
le nubi basse si aggirano verso il nord ;
se la neve cade fina mentre le nubi si
ammonticchiano come scogli. Si­é osser­
vato che il freddo d'autunno è sempre
susseguito da piogge.
Gli estali umidi e freddi e gli autunni
dolci sono indizi certi di un verno rigido;
Io stesso dicasi dell'abbondanza dei frutti
E PRONOSTICI DEILK METEORE.
2Q3
^ d e l biancospino, della fioritura dei noc­
'ciuoli, dell'assenza d'insetti^nelle ghian­
de , ecc.
Segni del disgelo.
Questi sono : la caduta della neve in.
grossi fiocchi mentre il vento spira dal
sud; gli scricchii che si fanno udire nel
ghiaccio; se il sole sembra umido, e le
corna della luna smussate ; se il vento si
cambia molto, ο si volge al sud ο all'est ;
questi indizi sono in generale eguali a
quelli che prodicano l'umidità. Si è os­
servato che se l'ottobre ed il novembre
sono freddi e nevosi, il gennaio ed il
febbraio sono dolci.
Segni dì siccità.
Il bel tempo per tutta una settimana,
se il vento non cessa durante questo tem­
po di essere del mezzogiorno, é general­
mente seguito da una grande siccità. Quan­
do il mese di febbraio è molto piovoso,
. accade Io stesso della primavera e della
2θ4
DE1
SEO
f" INDICATOR!
t.tatc ; ma se il t e m p o è bellissimo, dee
a t t e n d e r s i la siccità. Se a p p a r e un l a m p o
dopo 24 ore di t e m p o bello ed asciutto,
si avrà siccità;
se a p p a r e p r i m a delle
24 o r e , cadrà molta pioggia.
Segni delle stagioni
malsane.
Gli inverni secchi e freddi con venti
del sud, le p r i m a v e r e piovose, sono d ' o r ­
dinario susseguite da malattie n e l l a state ;
accade lo stesso dei grandi calori senza
venti nella p r i m a v e r a ; o p p u r e , s e !e r a ­
dici dei legumi h a n n o un sapore scipito,
dopo d'avere d o m i n a t o per molto t e m p o
un vento del sud senza pioggia, ο q u a n d o
i v v i nell'aria molti atomi i n f e t t i ; ο final­
m e n t e , se si scorgono degli animali e degli
insetti in q u a n t i t à , quali sono i l e t t i l i ,
le r a n e , le m o s c h e , le locuste, ecc.
§ . I I I . Segni di meteore acquee.
pioggia e di bel tempo.
Segni
di
I.° Ricavati dall'atmosfera.
La sorgente
la più feconda dei pronostici m e t e o r o ­
E PRONOSTICI DELLE METEORE .
2()5
logici è sempre stato l'apparenza diversa
)ed il cangiamento d'aspetto delle nubi,
causa prossima della pioggia ο della neve;
vennero sempre considerati siccome quelli
che forniscono gli indici i più certi ed
i più diretti del cangiamento di tempo;
e vi sono forse poche persone che non ab­
biano osservato le nubi,anche per puro
istinto , nello scopo di congetturare il
tempo a venire. D 'altro lato, vi sono pochi
individui, nei quali le opinioni siano più
vaghe e più diverse. Gli indizi ricavati
dallo stesso aspetto delle nubi sono in­
certissimi, a meno che altre circostanze
più precise non l'accompagnino, come il
color del cielo, allevare ed al cadere del
sole, ecc.; e quantunque alcune forme e
modificazioni particolari delle nubi per­
mettano forse a nove persone sopra dieci
d'affermare senza esitanza,che cadrà della
pioggia ο della neve, pure sesi domanda
loro il motivo di tale opinione, forse non
ve ne saranno due sole che sappiano in­
dicarlo con precisione. Questa incertezza
procede necessariamente dai cangiamenti
rapidi delle «ubi, dalla varietà infinita
ag6
DEt SEGHI INDICATORI
delle forme che esse affettano, circostan­
ze che rendono assai difficile la loro clas­ /
sificazione e la loro esalta descrizione.
Checché ne sia però, noi citeremo i prin­
cipali indizi che possano somministrare.
Quando il tempo è nuvoloso, ed il vento
spira, la pioggia dee tenervi dietro ; le
nubi sono ancora indizi di pioggia quando
esse si ammoticchiano, e rassomigliano a
scogli od a montagne che si addossino
le une sulle altre: quando giungono dal
6ud ο cangiano spesso di direzione; quan­
do sono numerose al nord est alla sera;
quando sono nere e procedono dall' est,
annunciano pioggia per la nolte; se giun­
gono dall'ovest, l'annunciano per la sus­
seguente mattina; quando rassomigliano
a fiocchi di lana, sono indizio di pioggia
dopo due ο tre giorni;se si accumulano
verso la metà del giorno al sud­ovest,
ciò denota una grande burrasca di vento
e di pioggia per la notte.
Quando ha piovuto molto in un luogo
vicino a quello ove noi ci troviamo,
specialmente d'estate, si formano diversi
strati di nubi; si dee dunque aspettarsi
E
PBOKOSTICI DELLB METEORE.
297
ideila pioggia, ma di poca durata, perchè
^'umidità che l'ha prodotta non era sover­
chia. Si avrà quindi quella pioggia che chia­
masi di temporale. La pioggia è di poca
durata quando il cielo é coperto di nubi
alla mattina, e mentre l'aria è tranquilla, i
raggi del sole penetrano le nubi; poiché
il calore, dilatando allora l'aria superio­
r e , rende l'aria capace di contenere mag­
giore umidità, ed iltempo diviene allora
sereno. Ma se diversi strati di nubi tro­
vansi nell'aria, e regnino nello stesso
tempo dei venti umidi , la pioggia sarà
di lunga durata. Accadrà lo stesso, ma
con acquazzoni, se questi punti si muo­
vono con celerità diverse , di modo da
lasciare degli intervalli passando Γ uno
sull'altro.
Quando al cader del sole le nubi sem­
brano indorate, e quando pare che scom­
paiono; che piccole nubi mostrino di di­
scendere ο di andare contro il vento;
che esse siano bianche ο che il cielo ab­
bia un aspetto pomellato, trovandosi U sole
elevato sull'orizzonte, tutti questi sono
segni di bel tempo. Si é osservato che il
20,8
DEI SEGNI INDICATOSI
cielo pomellato che dinota bel tempo pel
giorno in cui esso appare, è in generale '
seguito da pioggia due ο tre giorni dopo.
Se la pioggia incomincia un'ora ο due
prima del levar del sole , dee credersi
che farà bel tempo a mezzogiorno; ma se
piove un'ora ο due dopo il levar del sole,
in generale continuerà a piovere per tutto
il giorno, e in seguito la pioggia cesserà.
Quando la pioggia giunge dal sud cou
un gran vento per 2 ο 3 ore, che il vento
cessa e che continua a piovere , in que­
sto caso, la pioggia si prolungherà per 12
ore, od anco di più, e cesserà in seguito.
Queste lunghe piogge durano di rado di
più di 24 ore, e non giungono che una
volta all'anno.
I I . · Bicanali dall'arco baleno. Dopo una
lunga siccità, l'arco baleno annuncia
delle piogge foni e subite ; se il color
verde vi domina, è indizio di pioggia ; se
vi domina il rosso, di pioggia e divento,
e l'arco pare r o t t o , presagisce violenti
temporali; se compare a mezzogiorno, an­
nuncia molta pioggia; se si mostra all'ovest,
è segno di grandi piogge con tuoni. Si è
E pnONOSTICI D EU.E M E T E O R E .
399
creduto di osservare c h e , se nell'ultima
Settimana di febbraio e nella prima di
marzo piove molto, e l'arco si mostri
frequentemente ,si dee aspettare una pri­
mavera ed un'estate umidi.
L'arco baleno che appare dopo la piog­
gia indica bel tempo. Se i suoi colori sono
vivi, se l'arco scompare tosto , Java bel
tempo; se compare alla mattina, è segno
di piccole piogge seguite da bel tempo;
se compare in vece alla sera,Jarà bel
tempo ; se l'arco è doppio, indica bel tem­
po pel momento; ma presagisce pioggia fra
pochi giorni; nell'autunno, esso prolunga
il bel tempo per due giorni: dopo l'appari­
zione di un'aurora boreale,si puòritcncre
che farà bel tempo per otto giorni almeno.
ΙΠ.° Ricavali dalle nebbie. Quando le
nebbie sembrano attratte verso la sommità
dei luoghi elevati, si avrà piogga tra un
giorno ο due ; se in un tempo asciutto
le nebbie sembrano salire in alto più
dell'ordinario, si dee attendere la pioggia
in breve tempo; le nebbie a luna nuova
annunciano pioggia per l'ultimo quarto, e
viceversa.
3θΟ
DEI SEGNI INDICATORI
Se le nebbie si dissipano ο discendono
poco dopo la pioggia, è un segno certo"
di bel tempo ; una nebbia completa prima
del levar del sole e in prossimità della
luna piena, dinota bel tempo per una set­
timana ad un di presso ; se dopo il tra­
monto ο prima del levare del sole si in­
nalza dalle acque ο dalle praterie una
nebbia biancastra , indica pel giorno se·
guaite del caldo e bel tempo. Il deposito
d'umidità ne!!' interno dei vetri delle fi­
nestre è segno di bel tempo per la gior­
nata.
IV. 0 Ricavali dal sole. V aspetto dei
corpi celesti può indicare il tempo in
modo sicuro j quindi è che dee attendersi
della pioggia, quando il sole è oscuro β
come bagnato d'acqua ; quanto leva di
color rosso, e con fasce nere frammi­
schiate co'suoi raggi, ο quando divien ne­
rastro; quando è coperto da una densa
n u b e , e quando è circondato da un cielo
rosso verso l'est. Le piogge subitanee non
sono mai di lunga durata; ma quando
il cielo si carica a poco a poco, mentre
il sole, la luna o l e stelle si oscurano gra­
E pnOEOSTICI DELLE METEORE.
3θΙ
datamente , piove generalmente durante
sei ore.
Il sole indica lellempo : quando si leva
chiaro, essendo stato limpido il cielo du­
rante la notte; quando le nubi che lo
circondano al suo levarsi si dirigono verso
l'ovest, od è circondato da un cerchio,
purché questo cerchio trovisi lontano da
lui egualmente per tulle le parti ; si può
in questi casi aspettarsi un tempo co­
stantemente bello; finalmente, se il sole
tramonta in mezzo a nubi rosse, è pure
i ndizio di bel tempo.
V.° Ricavali dalla luna. In tutti i tem­
pi si è attribuito alla luna molta impor­
tanza né pronostici del tempo. Sembra di­
mostrato che se questa influenza è reale,
non procede punto dall'azione della luce
che ci manda la luna, ma probabilmente
dal suo peso , che agisce sull'aria come
sulle acquo dell'Oceano. In fatti questa
luce non agisce punto sui termoscopi e
sui reattivi chimici i più sensibili, ed il
confronto della sua intensità con quella
del sole ha provato che non ne ha punto
la 3oo,ooo a p a r t e ; non si saprebbe du­
3θ
ORI SEGKI INDICATORI
bilarc che essa non possa agire di più di
quelle nubi biancastre , molto simili al
suo disco, che veggonsi circolare nel cie­
lo ; essa non ha punto maggiore azione
sul muriato d'ai gento, reattivo tanto sen­
sibile alla azione della luce. Essa è dun­
que straniera allo scoloramento dei corpi;
essa non può intaccare i vetri né le pietre ;
e gliantichi,checredevanoche sollecitasse
la putrefazione delle sostanze, confonde­
vano la sua azione con quella della rugiada.
Quando il suo disco è pallido, prono­
stica pioggia; lo stesso dee dirsi quando
l'estremità delle sue eorna appaiono smus­
sate alla prima comparsa, oppure due ο
tre giorni dopoil cangiamento dellaluna;
questo è un segno di pioggia nel primo
quarto, ma di bel tempo negli altri tre
quarti; il circolo attorno alla luna , ac­
compagnato da un vento di mezzodì,
annuncia pioggia pel giorno successivo.
Quando il vento è sud, e la luna non è
visibile che la quarta notte, questo an­
nuncia molla pioggia nel mese. La luna
piena d'aprile, la nuova eia piena d'ago­
sto apportano quasi sempre pioggia.
E PEONOSTICI DELLE METEORE.
3o3
. Si ritengono come segni di liei tempo ;
le macchie della luna molto visibili ; il
cerchio splendente che la circonda quan­
do è piena; quando le sue corna sono
acute nel 4·° giorno, e segno di bel tem­
po sino alla luna piena ; il disco lunare
splendentissimo tre giorni dopo il suo can­
giamento, e prima che sia piena, denota
sempre bel tempo. D opo ogni luna nuo­
va, ο piena, si ha quasi sempre della
pioggia susseguita da bel tempo.
VI.° Ricavati dalle stelle. Le stelle for­
niscono pure degli indizi ; quando sem­
brano ingrossate e pallide, ed il loro
scintillare è impercettibile, ο quando sono
circondate da un cerchio _, sono questi
un indizio di pioggia. Nell'estate, quando
il vento soffia dall'est, e le stelle sem­
brano più grandi dell'ordinario, deesi at­
tendere una subita pioggia.
Allorché le stelle mostransi in grande
numero, sono splendenti e scintillano
vivamente, si avrà bel tempo d'estate e
freddo A' inverno.
Vii. Ricavati dagli esseri organizzati.
I pronostici di questa classe sono di vario
Î04
DEI
SEGSI INDICATOM
gènere : siccome la espansione e contra­
zione dei fiori, i movimenti ed i gridi di
certi animali , le doglie in varie parti
del corpo umano, ecc. Quantunque di­
versi di questi pronostici sembrano biz­
zarri , pure ve ne sono alcuni che meri­
tano tutta l'attenzione del meteorologo;
in fatti, tra quelli specialmente forniti
dal regno vegetale, se ne trovano alcuni
suscettibili di una spiegazione filosofica
e soddisfacente.
Vegetabili. Il vilucchio dei eampi, l'ana­
gallide dei campi, il fiorrancio pluviale, e
molle altre piante chiudono i loro fiori al­
l'avvicinarsi della pioggia. Evvi pure una
pianta del Perù (parliera hygromètre!)che
ristringe le sue foglie regolarmente al­
l'accostarsi della pioggia , che essa an­
nuncia con sicurezza. In questo ed in al­
tri casi simili, si vede che 1' irritabilità
della pianta è messa in moto da un can­
giamento nello stato dell'atmosfera, can­
giamento che e la causa immediata ο
concomitante della pioggia.
Animali. I fenomeni analoghi manife­
stati dagli animali sono senza dubbio do­
)
E PRONOSTICI D ELIE ΜΕΤΕΟΠΕ.
3θ!>
vuti a qualche influenza atmosferica dello
ν slesso g e n e r e ; si è osservato in fatti c h e
i l o r o gridi particolari od alcuni de'loro
movimenti indicano mutazione di t e m p o ,
q u a n t u n q u e sia assai difficile, nello stato
a t t u a l e della s c i e n z a , ed anche impossi­
b i l e , di r e n d e r conto di questi fenomeni.
I segni dì una pioggia vicina forniti dagli
animali sono assai n u m e r o s i ; ma indiche­
r e m o soltanto i seguenti : alcuni uccelli
d ' a c q u a a b b a n d o n a n o il mare p e r recarsi
a t e r r a ; gli uccelli di t e r r a , s p e c i a l m e n t e
le o c h e , le a n i t r e v a n n o n e l l ' a c q u a e vi
fanno molti movimenti accompagnati d a
gridi ; i corvi e le c o r n a c c h i e si raccol­
gono insieme , e q u i n d i scompaiono su­
b i t o ; le piche e le gazze si uniscono in
frotte e gettano torli g r i d i ; le cornacchie
g r a c c h i a n o alla m a t t i n a i n l e r r o t t a m e n t e ,
ο più d e l l ' o r d i n a r i o ; gli aironi e i bozzagri
volano b a s s o ; le rondini volano r a d e n d o
la superficie d e l l ' a c q u a ; i piccoli uccelli
a b b a n d o n a n o la p a s t u r a , e volano al loro
n i d o ; i polli ed i piccioni r i m a n g o n o ai
loro p o l l a i ; gli uccelli addomesticati si
avvolgono nella sabbia e scuotono l e a l i ;
METEnnoi.nr.iA.
2°
3oG
DEI SEGUI
INDICATORI
il gallo canta alla sera e alla mattina, e
batte le ali ; l'allodola e le passere can­
tano assai per tempo; il fringuello fa udire
il suo grido di buon' ora presso le ca­
se; ecc. ecc. Gli asini ragliano più del­
l'ordinario;! buoi aprono le loro narici,
guardano dal lato del sud , si sdraiano
ο si leccano; i cavalli nitriscono con vio­
lenza, e calpestano il suolo; i gatti pu­
liscono le loro orecchie ed il loro muso;
i cani graffiano la terra con forza , e si
fa udire nel loro ventre un forte rumore;
i ratti ed i sorci fanno maggior rumore
del solito , ecc. le rane ed i rospi gra­
cidano nelle fosse ;i vermi escono di terra
in copia; i ragni cadono dalle loro tele;
le mosche sono più pesanti e più pun­
genti ; le formiche si ritirano sollecite
nelle loro t a n e , al pari delle api; le
zanzare cantano più dell'ordinario; ma
se vedonsi aggirare per l'aria, ο pure se i
calabroni e le vespe compaiono alla mat­
tina in gran numero, e se i ragni mo­
slransi nell' aria, ο sulle piante , questo è
un indizio di bel tempo.
Si considera ancora come certo che le
E PftOKOSTICl D EILE ΜΠΤΕΟΓ.Ε.
3θ^
persone che sono soggette a r e u m i , ο ad
altro simili affezioni , come anco lincile
che hanno ricevute delle ferite , soffrono
di più nelle m e m b r a affette q u a n d o il
t e m p o sta p e r cangiarsi, e si è osservato
che i dolori si fanno s e n t i r e assai pi»
fortemente p r i m a ο d u r a n t e u n rapido
abbassamento del b a r o m e t r o .
\lll.Q
Ricavali dai corpi inanimali. Gli
' ihtlizi di pioggia che essi forniscono sono
i n n u m e r e v o l i ; si p u ò indicare il rigon­
fiamento del l e g n o , il deposito di umi­
dità sullo pietre e sul ferro. L e curile
degli s t r u m e n t i di musica si r o m p o n o ;
le tele deicpiadri e le carte perdono della
loro t e n s i o n e ; il sale diviene u m i d o ; si
osserva attorno ai lumi un cerchio assai
visibile ; gli stagni si i n t o r b i d a n o , ecc.
Segni eli gragnuola
ο di
neve.
La neve e la gragnuola vengono p u r e
a n n u n c i a t e d i indizi. Le nubi di color
bianco giallastro, che si muovono lenta­
m e n t e , q u a n t u n q u e il vento sia forte ,
sono un segno certo di grandine. Se, pri­
3o8
DEI SEGHI IKDICATORI
nia del levar del sole , il cielo all'est è
pallido, e se i raggi rifratti si mostrano '
entro nubi dense , si debbono aspettare
grandi temporali con gragnuola. Le nubi
bianche, nell'estate , sono segni di gra­
gnuola , ma nel verno , di neve , spe­
cialmente quando l'aria siasi raddolcita
alquanto. D i primavera e nel verno, quan­
do le nubi sono di color bianco azzurro­
gnolo , e si stendono molto, deesi aspet­
tare la caduta di lieve ghiacciata.
§. VI. I ndizi di meteore aeree.
Quando il tempo è soffocante ed il
suolo si fende , è segno che il temporale
è vicino; nell'estate, quando il vento lia
spirato dal sud per due ο tre giorni, che il
termometro si è innalzato , e le nubi
formano dei grandi amassi bianchi, come
montagne che si ammucchiano le une
sulle altre , accompagnate da nubi nere
a! di sotto, dee aspettarsi la pioggia con
tuono; se due nubi di questa specie com­
paiono da due lati , ciò indica che il
temporale si avvicina. Si é osservato che
E PRONOSTICI DELLE METEORE.
3θρ,
il vento del sud arreca il maggior nu­
mero di temporali, ed il vento d'est il
minor numero.
Troppo lungo sarrbbe il voler indicare
tutti i pronostici diversi cui si accorda
in ciascun luogo maggiore ο minor fi­
ducia; e ne sembra che non occorra di
indicarne maggior numero.
CAPITOLO SESTO
DELLE OSSERVAZIONI METEOROLOGICHE.
\JTLI strumenti che abbiamo fatto co­
noscere formano l'apparato completo di
un Osservatorio meteorologico : non ci
* rimane che indicare la maniera di ado­
perarli, di tenere i giornali, e di formare
gli almanacchi.
§. I. Maniera di fare le osservazioni.
La bontà di un registro meteorologico
dipende essenzialmente dalla diligenza con
cui viene tenuto. Le osservazioni debbo­
3lO
DELLE
OSSERVAZIONI
MHTEOItOLOGIClIE.
no, per quanto è possibile , essere fatte
in un luogo elevato e liberamente esposto da tutte le parti all'aspettoHel cielo,
e specialmente essere ripetute ad intervalli sufficientemente vicini, simili e bene
scelti.
Gli uomini istrutti che abitano in campagna renderebbero un grande servizio alle
scienze.se si dedicassero a questo genere
di osservazioni importantissime, e che
non esigono che diligenza , esattezza ed
ordine. In queste osservazioni fatte regolarmente troverebbero spesso delle indicazioni che sarebbero utili immediatamente
nella direzione dei loro lavori campestri.
Aggiungiamo poi che per eseguirle non
si richiede che piccol numero di strumenti pochissimo dispendiosi ; non obbligano a sacrificare la libera disposizione
del Umpo , poiché si possono scegliere
le ore che sconcertano meno , come il
mattino, il mezzogiorno e la sera; finalmente, non occorrono che pochi minuti
per giorno: in fatti una volta che i prospetti meteorologici siano adottati e formati, non occorrono che pochi istanti
DELLE OSSERVAZIONI METEOROLOGICHE.
3 II
per osservare le indicazioni degli strumenti e dell'atmosfera , e notarle nelle
colonne apposite. Quando tali prospetti
fossero a stampa, si risparmierebbe il lavoro preliminare , e si otterrebbe una
maggiore uniformità di annotazioni.
§. II. Misure , correzioni, precauzioni
da prendersi.
Affinchè le indicazioni degli strumenti
meteorologici possano meritare piena riduciate necessario prima di tutto di far conoscere in testa del Giornale quali siano le
loro posizioni,le altezze,le esposizioni loro,
la loro natura, la scala della loro misura,
e se siano stati preventivamente ed esattamente verificati. Nel misurare i gradi
della loro scala , bisogna usar molta diligenza^ specialmente aver l'occhio ad un'altezza eguale alla loro, poiché altrimenti si
potrebbe incorrere in errore. Noi abbiamo
indicato per ogni strumento le precauzioni
particolari che si debbono usare, e le correzioni da farsi per ridurre tutte le osservazioni ad un eguul termine di confronto.
3|2
DELLE OSSEUV AZIONI
METEOROLOGICHE.
§. III. Del modo eli tenere ί Giornali
di meteorologia.
I prospetti, i registri ο i cataloghi di
osservazione, tenuti giorno per giorno, co­
stituiscono un Giornale meteorologico. Deb­
bono essi contenere per una ο più volte
al giorno, una più, oppure tutte le os­
servazioni indicate nei prospetti qui sotto
riportali per modello ; poiché non sidee
credere che sia inutile di dedicarsi al­
l'osservazione di alcuni soltanto degli og­
getti della meteorologia , quando non si
abbia la volontà ο la possibilità di ab­
bracciarli tutti. L'osservatore sceglierà
dunque, nei prospetti, quei generi di os­
servazioni che più gli piaceranno.
Ciascun prospetto abbraccia d' ordina­
rio un mese, e si divide in tante linee
orizzontali quanti sono i giorni, e in tante
linee verticali quante sono le osserva­
zioni che si vogliono fare tanto per la
diversa loro natura , quanto per la diversa
ora in cui si vogliono eseguire. Al finire
di ciascun mese, tutte le colonne deb­
DELLE OSSERVATORI METEOnOLOOlCHE.
313
bono essere sommate, e nei transunti si
dee presentare la media di ciascuna di
esse, come anco il loro maximum ed il
loro minimum. Alla fine dell'anno si dee
fare un riassunto analogo, ed anzi sarà
opportuno di eseguirlo anche per ogni
stagione. In tutti i casi l'osservatore
vi dee aggiungere le sue osservazioni particolari , e le conseguenze che gli sembrano defluire dalle osservazioni riportate
nel suo prospetto.
In luogo di dare le indicazioni in numeri, l'osservatore potrà darle conmetoda
grafico, il quale non richiede maggior
tempo, ed ha il vantaggio di far vedere
a primo colpo le relazioni e le opposizioni il maxima ed il minimo delle osservazioni. In questo caso si dee rovesciare la
colonna, vale a dire si debbono formare
tante colonne verticali quanti sono i giorni del mese , suddividendole in tante altre quando si vogliono fare più osservazioni in uno stesso giorno, e tante coloune orizzontali quanti sono i soggetti
sui quali si vogliono fare delle annotazioni grafiche; ciascuna di queste ultime
3l4
DELIE 0S9ERVÀZI0KI METEOROLOGICHE.
colonne elee essere divisa in linee che
corrispondano alle divisioni dell' istru­
na e η to , di cui servono esse a ricevere le
indicazioni, e che sono segnate all'estre­
mità di ciascuna linea. La fìg. 34 ci por<*e
un esempio di questo modo di eseguire
le annotazioni pel termometro osservato
due volte al giorno per una settimana.
Il modo di tenere i registri meteoro­
logici varia all' infinito, e ciascun osser­
vatore ha proposto il suo, più ο meno
semplice e complicato. Faremo conoscere
due dei più completi, onde si possa riem­
piere il quadro di un Giornale meteorolo­
gico, ο scegliere il genere di osservazio­
ni, che tornerà meglio.
D E L I E !)SSK»VAZIONI
3i5
METEOROLOGICHE.
cuaa/.ioiu jjieuoan natiti uegtl ^
uomini e negli animali ; indizi
offerti dai vegetabili.
I irrivo e partenza degli uccelli
di passaggio.
[Diosemcia ο indicazione dei
pronostici popolari, ec.
jTemporali, meteore, aloni , ed
altri fenomeni accidentali.
■Aspetto generale del tempo ;
temporalesco , quieto , ec.
Modificazione delle nubi.
iStato del vento; uniforme, ο
burrascoso, ecc.
[[Forza del vento, indicata dal­
l' anemometro.
. C U
J
-3 y
\£\
| —'
a
a
iDirezione delle correnti supe­ S - . S .
riori indicata dalle nubi ο ω «
dai palloni.
•ο ··> «._
Direzione del vento.
U
■Quantità di pioggia caduta dopo
Γ ultima osservazione.
Stalo dell' igrometro.
Altezza del barometro.
Altezza del termometro.
«Ore e minuti dell' oss ervazione
i n n i , mesi e giorni dell'os­
servazione.
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DELIE OSSERVATOSI METEOROLOGICHE.
3 17
Il principale motivo che ne ha determinati a dare quest'ultimo prospetto ,
si è che il signor Morin avendo di già organizzata una Corrispondenza meteorologica estesa fondata sopra questo piano, sperando con osservazioni più moltiplicato
di arrivare tra breve a poter predire il
tempo, con sufficiente esattezza, moltissimo tempo prima, e non trascurando nulla
per estendere questa corrispondenza all'oggetto di raggiungere lo scopo desiderato, ci è sembrato che il suo zelo non
potrebbe essere di troppo incoraggiato,
e nello stesso tempo che con ciò si presentasse alle persone vogliose di dedicarsi ad osservazioni meteorologiche, un
forte motivo di eccitamento, poiché qualora indirizzassero al signor Morin le loro
osservazioni, le vedrebbero al certo impiegate utilmente pei progressi della
scienza.
Il signor Bouvard, membro dell'Accademia delle scienze e dell'Ufficio delle
longitudini, astronomo dell' Osservatorio
reale di Parigi, impiega esso pure molto
zelò nel raccogliere dovunque documenti
3l8
Bït.TiE
OSBERVAZIOSl
METEOSOLOOJCHE.
m e t e o r o l o g i c i , ed a ricavarli dai diversi
p r o s p e t t i che lo h a n n o di già c o n d o t t o
ad i m p o r t a n t i r i s u l t a m e n t i . I n un viaggio
da lui r e c e n t e m e n t e eseguito, ha procu­
rato di organizzare sopra u n a scala più
g r a n d e una corrispondenza altiva ed uni­
forme p e r l ' i n t e r e s s e della scienza.
Le osservazioni indicate nei p r o s p e t t i
s u p e r i o r m e n t e proposti saranno ad un ili
presso compilile , se d a r a n n o con esat­
tezza e per diverse ore del giorno : lo
stato del b a r o m e t r o , del t e r m o m e t r o al­
l ' o m b r a e all'aria a p e r t a , d e l l ' i g r o m e t r o ,
d c l l ' e l e l l r o m c t r o , d e H ' a g o di inclinazione
e di declinazione ; la direzione e la forza
dei v e n t i ; la qualità di evaporazione data
da una superficie costante di acqua, espo­
sta a l l ' o m b r a ο a cielo a p e r t o ; la q u a n ­
tità d'acqua c a d u t a ; l'altezza al di sopra
delle maggiori magre di un fiume; si do­
vrà aggiungervi circostanziatamente la
descrizione dello stalo del c i e l o , quello
nel q u a l e si ritrova la superficie della
t e r r a , indicando se essa è gelata ο co­
p e r t a ili neve, secca od umida, coi con­
fronti comparativi di ciascuna di queste
DELLE OSSERVAZIONI METEOH0LO01CHE.
3l9
indicazioni ; i fenomeni particolari che
sono occorsi durante la giornata, come i
temporali, gli aloni, gli archi baleni , ed
altri fenomeni luminosi; l'epoca della
fioritura e della fruttificazione degli al­
beri e delle piante indigene ο coltivate
naturalmente , indicando se le raccolte
degli uni e delle altre sono slate buone,
ordinarie ο cattive; l'apparizione ο la
scomparsa degli uccelli di passaggio e
degli insetti; le epidemie e le malattie
regnanti presso gli uomini e presso gli
animali ; finalmente i pronostici popolari
generalmente diffusi nel paese.
Il prospetto seguente servirà d' esem­
pio del modo con cui si possano racco­
gliere e registrare le osservazioni del­
l'ultima classe :
DELLE OSSERVAZIONI METEOROLOGICHE.
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DELLE
OSSERVAZIONI METEOItOLOOICHE.
321
E evidente che le Osservazioni Botanico
% e Medico­Meteorologiche, cioè a dire l'esa­
me delle influenze del tempo e delle me­
teore sulle piante, sugli animali e sullo
stato di salute ο di malattia dell'uomo,
non appartengono alla Meteorologia che
in quanto esse forniscono degli indizi atti
a far discernere la successione 0 le va­
riazioni dei fenomeni atmosferici. I ri­
sujtamenti di queste influenze sugli esseri
animati, e le conseguenze che ne deri­
vano per la coltivazione delle piante,le
cure da darsi agli animali, il regime igie­
nico e sanitario da seguirsi, appartengono
evidentemente allaBOTANICA, alla STO­
MA NATURALE, allJAGRTCOLTURA ,
airORTICULTURA, all'IGIENE ed alla
MEDICINA. D obbiamo dunque dirigere
ι nostri lettori a questi diversi trattati ;
e chi desiderasse trovare riuniti e avvi­
cinati un copioso numero di queste os­
servazioni, noi lo consiglieremmo a pren­
dere cognizione della Meteorologia del
P. Colte.
METEOnOLOCIA.
2Γ
•.iustàw.
322
DELLE OSSEnVAZlONI METEOROLOGICHE.
§. IV. Almanacchi meteorologici.
La principale riuscita degli Almanacchi,
che si distribuiscono in copioso numero,
è fondata sull'opinione invalsa generalmente nelle campagne , che vi si trovi
l'indicazione del tempo che dee regnare.
Ora, l'ignoranza di coloro che li compilano, la sicurezza con cui essi pronosticano la pioggia od il bel tempo , dimostrano abbastanza 1' assurdità di prestar
la menoma fede alle predizioni di codesti
ciarlatani; ma non si può veramente concepire che si spinga l'assurdità fino a non
voler ammettere se non che quello ch'esce
da una città straniera, ove il tempo differisce essenzialmente da quello che è
quasi in tutti i luoghi ne'quali si spargono gli Almanacchi di Liegi.
Il primo miglioramento nella composizione degli Almanacchi consisterebbe adunque in ciò , che ciascuna provincia , e
spesso ciascun distretto , dovrebbe avere
il proprio. Inollre, nellostato attuale delle
nostre cognizioni , pretender non si do-
DELLE OSSERVAZIONI METEOROLOGICHE.
jì3
vrebbc di trovarvi il tempo che, dovrà
fare precisamente quel giorno, ma baste­
rebbe die vi fosse quel genere d'indica­
zioni di cui abbiamo fatto parola nel
precedente capitolo; indicazioni più molti­
plicate e più circostanziate; e se il com·
pilalore crede di averne la capacità, do­
vrebbero contenere gli Almanacchi alcuni
saggi di predizioni per alcune epoche, ma
non inai per giorni fissi. Vi si potrebbe
sovrattutto porgere un'istruzione profit­
tevolissima mediante Io spoglio ragionato
degli avvenimenti meteorologici durante
l'anno che sta per trascorrere, afferrando
quest' occasione per indicare la condotta
che il previdente agricoltore avrebbe do­
vuto tenere in queste circostanze , e le
norme die dee trarne per l'avvenire. Cia­
scun lettore,capace di giudicare, persila
propria esperienza, della verità dell'os­
servazione e dell' efficacia del rimedio
proposto , non inlralascierebbe ο di te­
nerne ricordo, ο di farne il saggio.
Noi aggiungeremo, per incoraggiare ad
imprendere siffatto lavoro il nostro secolo
essenzialmente speculativo : i.° che Io
3 ? 4 D ELLE OSSERVAZIONI METEOROLOGICHE.
scienziato che vi si applicasse con assi­
duità, yi troverebbe a prima giunta un
utile e dilettevole passatempo nella vita
campestre; 2. 0 che potrebbe pure ottenere
un compenso adeguato del suo tempo ;
finalmente che sarebbe per contribuire
nel modo più cfGcace ai progressi della
Meteorologia.
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325
VOCABOLARIO
DE' T E R M I N I
κ
TECNICI
TAVOLA
ANALITICA ED ALFABETICA
DELLA
METEOROLOGIA.
A
ÌÌ­CIDO carbonico dell'atmosfera , 54·
Acqua gazosa. V. Vapori, n3.—Liquida.
y. Pioggia, i3G. —Solida. V. Ghiac­
cio , i63.
Ago calamitato. D i declinazione, 277. —
D'inclinazione , ivi.
3:ì(>
VOCABOLARIO D E ' ΤΞΙίΜΙΓίΐ
TECNICI
Alcarazas. Vasi p o r o s i , a traverso la cui
sostanza l'acqua t r a s u d a e svapora, 163.
Alise· V e n t o c o s t a n t e , 82.
Alone. Meteora l u m i n o s a , 200. — D ella
picciola specie , 202. — D ella grande
s p e c i e , ivi. F i g u r e , 2o5.
Alterazioni chimiche dell'aria. Azione de­
gli a n i m a l i , J e ' v o g c t a b i l i , 1 0 1 . — Mias­
mi , i o 3 .
Anemomelro da (anemos v e n t o , e metron,
misura), 2 4 9 — D i L i n d , di Leslie. 25c>.
— D i B o u g u e r , di C o i t e , ivi. — D i
W o l f , 2S2. — A p e n d o l o , ivi. — Mu­
s i c a l e , 2Ó3.
Animali (segni ricavali d a g l i ) , 2 8 7 , 291.
Antelio. Sorta di parelio , ao3.
Arco b a l e n o . Meteora luminosa, 197. Lu­
n a r e , 199.
Areoliti (opinione sugli). Spiegazione, 217.
Alia. Gas ohe c o m p o n e l'atmosfera.
V.
Atmosfera.
A t m o m e l r o (da almos, v a p o r e , ce.), 2G1.
— D ' A n d e r s o n , di L e s l i e , 262.
Atmosfera (da almos, v a p o r e ,
sjihaira,
sfera). F o r m a , peso, 48. — D e n s i l à , 49·
—■ Estensione . altezza, 5 i . — P r o p r i e ­
E ff AVOLA. ANALITICA ED ALF ABETICA EC.
327
/ t à fisiche, colore, trasparenza, 5a. —
/ Proprietà chimiche , 53. — Movimenti
1
e correnti,. 55, 79. — È segno di piog­
gia 0 di bel tempo , 294.
Aurora. Effetto della refrazione atmosfe­
rica, 210. Aurora boreale, ig3.
Azoto dell'atmosfera, 53.
Β
Banderuole. V. Anemometri, 249·
Barometri (da laros, peso, e c ) , 235. — A
quadrante ο di Torricelli, 23;. — A
pozzette, a sifoni, ivi. — Correzione ,
238. — Oscillazioni e variazioni , 2^0.
Bise. Vento locale , 92.
Bolidi. V. Areoliti , 217.
Bolle vescicolari. V. Vapore vescicolare.
Brezza di terra e di mare. Venti perio­
dici, 86.
Brine bianche, 158. — Effetti, ivi. — Se­
gni , 288 , 29a.
Bussola. V. Ago calamitato , 277.
c
Calore (effetti del) sull'atmosfera, 59.
3'j8
VÛCAB0LA1U0 D E ' TEKMltil
TECK1CI
Cantine (Temperatura delle), 63.
Castore e Polluce, y. Fuoco S. Elmol
ι o5.
Catalogo meteorologico. V. Giornale 3i2,
Cavalieri. V. Vaccarions , g3.
Cerchi solari e lunari , 2 0 1 ,
Cervi volanti. Servono a indicare i venti
superiori , 254. — L'elettricità atmos­
ferica, 273.
Cianometro (da cyanos, azzurro, ec.) V,
Fotometro , 218.
Climi (Temperatura de'), 65. — Pioggie
dei climi, 143.
Comete. Appartengono ali'Astronomiapiç,.
Corone. V. Aloni , 200.
Corpi inanimati (Segni ricavati dai), 307.
Correnti (d'aria). Superiore verso i p o l i ,
84.
Correzioni delle osservazioni, 3 u .
Corrispondenza meteorologica (Utilità del­
la) , 3 i 7 .
Crepuscolo. Effetto della refrazione at­
mosferica , 2 1 0 .
D
Declinazione dell'ago calamitato, 190.
s
ΤΑ/OLA. ANALITICA ED
A L F A B E T I C A EC.
329
Dis/elo (Influenza del) , 72. — Effetti,
rtîf). — Segni , 286, 293.
Dwsoinetro (da drosos, rugiada, e c ) , 270.
E
'.
Eco. Semplici , multiplici. Ripercussione
de' suoni, 99­
Elettricità atmosferico!. Origine , 172. —
Cagiona i temporali , ivi.
Elettrometro (da electron, ambra , e c ) ,
272. — D i Cavallo , ec. , ivi.
Emanazioni. V. Miasmi.
Emisferi (Temperatura dei due), 74·
Esseri organizzati (Segni ricavati dagli),
3o3.
Ehioscopo (da aelhrios, chiaro, e scopeo,
io riguardo), 267. — D i Leslie , ivi. —
Di Weidler , e c . , 2 7 0 .
Evaporazione. Causa dell'umidità, de'Ta­
" p o r i , 113.
Evaporometro. V. Atmometro , 261.
F'
Fata Morgana, 206.
33θ
VOCABOLARIO DE' TEBMIKl TECXIC1
Fili della Vergine. Sostanza filamento­
sa prodotta da un ragno de'campi,
222.
Fosforescenza. D i diversi corpi, io5.
Fotometro (da phos, l u c e , ec.), 278. —
Di Leslie: portatile, stazionario , 279.
Fulgorili. Tubi vetrificati prodotti dal
fulmine , 177.
Fuochi folletti. Causa, descrizione , io3.
— Goubrc. Esplosione delle mine, 104.
— S. Elmo, io5. — Pare un effetto
elettrico , ivi.
G
Galvanometro, aj5.
Gas dell'atmosfera , 54·
Gelo (Influenza del), 72.
Ghiacci polari e galleggianti, 75.
Ghiacciai , ι64·
Ghiaccio al Bengala (Formazione artifi­
ciale del), 162. — Formazione, ivi.—
De' fiumi, i65.
Giornale Meteorologico. Sua tenuta, 3 u .
— D i Forster, 3i.r>. — D i Moiin, 3iG.
Globi di fuoco. V. Areoliti, 217.
E TAVOLA ANALITICA ED ALFABETICA EC.
33 I
Gulf-slrcm. Corrente m a r i n a prodotta dal
vento aliso , 84.
G r a g n u o l a . Causa , formazione , i5o. —
Aspetto delle n u b i , 154- — Rossa,
220. — Segni , 3o8.
H
H a r m a t t a n . V e n t o d'Africa, 92.
I
I d r o m e t r o , i c l o m e l r o . V.
Udometro,
2OS.
Igrometro (da hrgros , u m i d o , e c ) , 255.
Di diverse s o s t a n z e , di corde di budella , 256. — A capello d'osso di balena , ivi. — Di Leslie, 2 5 8 . — Di Danieli , 259.
Inclinazione dell'ago c a l a m i t a t o , 19t.
Indizi delle m e t e o r e . V. Segni , 280.
Iride. V. Arco b a l e n o , 197. — D ' u n sol
c o l o r e , 199. — L u n a r i , ivi.
I s l r u m c n l i m e t e o r o l o g i c i . 227. — P e r le
m e t e o r e : Aeree, 228. — Acquose, 257.
— Ignee , 27t.
332
VOCABOLARIO D E ' TEKM1H1 TECBiCl
L
Lampo. Luce elettrica de'temporali, 172.
— Di calore , 179.
Linee isotermiche , isotere ed isochimene , 67.
Luce zodiacale. Si spiega per 1' esistenza
degli areolili, come corpi planetarii ,
218.
Luna (Segni ricavali dalla), 287, 3oi.
M
Magnetismo terrestre , 189.
Malattie epidemiche, contagiose, 108.
Maree. Dell'atmosfera, 5o. — Dell'Oceano , 2i5. — Terrestri, 216.
Mari (Temperatura dei mari),70. —Evaporazione, 118. — Quantità d'acqua,
'49·
Meteoriti, Meteoroloti. V. Areoliti, 217.
Meteorologia, Meteore, Etimologia, 1. —·
Degli antichi, 8. — Definizione, 44· —
Rapporti colle altre scienze, 44· — Divisione , 56. — Meteore aeree , 58. —
Acquose, 112. — Ignee, 170. — ElctI
E TAVOLA AKALITICA ED ALF ABETICA EC.
333
trichej 171. — Magnetiche, 189. — Lu­
minose, 195. — D iverse, 211.
Metodo grafico, 3i3.
Miasmi. Nell'atmosfera , 55. — Putridi :
Origine , 106. — Azione, 107. — D i­
struzione, n o .
Mistral. Vento della Provenza, 93.
Misure delle osservazioni meteorologi­
che , 3 n .
Monsone. Vento periodico, 86.
Moto perpetuo. Apparato del signor D on­
ne' , 275·
Ν
Nebbie. Sorta di nubi, 122, r3a. —D elle
serate, i33. — Secche , 134­ — D elle
città, i35. — Segni , 299.
Neve. Sua causa. Sua cristallizzazione,
I 5 I . — Rossa , 220. — Segni , 307.
Neve ghiacciata. Specie di minuta gra­
gnuola , i55.
Nevi perpetue. Loro limiti , 76.
Nicola (S.) Fuoco di S. Elmo, io5.
Nubi. Amasso di vapore vescicolare, 121.
— ClassiGcazione, i25. — Apparenze
334
VOCABOLARIO DE' TEKMLVI
TECNICI
e forine, 129. — Fenomeni ottici ,
195.
Ο
Odori. (Natura degli), i l i .
Ombrometro (da ombras, pioggia, ec.)
V, Udometro , 260.
Orologio atmosferico di Brewster , 60.
Oscillazioni barometriche. Periodiche ,
240. — D iurne, 241. — Variabili,
244­
Osservazioni meteorologiche. Maniera di
farle, 309. — Correzioni, 3 u . — B o ­
tanico­Meteorologiche, mediche, 3ai.
Ossigeno dell'atmosfera, 53.
Ρ
Palloni. Servono ad indicare i venti su­
periori, e c . , 254. — L'elettricità at­
mosferica, 3j3.
Parafulmini , 178.
Paragrandini, i8(.
Paraselene (da para, presso, e selene,
luna). Apparenze ottiche della luna ,
2o3.
E TAVOLA /AKAL1T1CA ED ALF ABETICA EC.
335
Parelio (da para, presso,ed helios, sole).
Apparenze ottiche del sole , ao3.
Pile a seeco. Mettono in azione il moto
perpetuo, 273.
Pioggia. Cause, i36. — Calma, 137. —
Per trasporto d' aria , ivi. — Equino­
ziali, 142. — Quantità secondo i paesi,
143. — D i temporali, 174. Segni, 286.
— D i fuoco , di sangue , rossa , 220.
— D i solfo , di rospi, 221. — D i gra­
n i , di paglia, ec. , di cotone, 221.
Piroscopo (da pyros, fuoco, e c ) . D i Les­
lie, ο Termometro differenziale, 267.
Pluviometro. V. Udometro , 265.
Polveri. Nell'atmosfera, 55.
Pronostici degli antichi, io. — D elle
meteore, 280.
R
Eaggi divergenti , 201.
Regioni (alte) dell'aria. Temperatura, 72.
Registro meteorologico. V· Giornale, 309.
Rifrazione atmosferica , 208.
Risonanza. D e' suoni, 99.
Rombi. V. Rosa de'vrnEi» 79·
336
VOCABOt*r,!0 DE'TERMINI TECNICI
Rosa dei venti. Divisione in rombi, 79.
Rugiada. Teoria, i56.
S
Samicl, vento d'Arabia, 92.
Scirocco. Vento delle spiagge del Mediterraneo , 92.
Segni delle meteore, 380. — Del tempo
dietro le probabilità , 281. — Cavati
dal barometro, 9.85. — Dagli animali,
287. — Dalla luna, 288. — Dalle meteore : Aeree , 289. — Acquose , 294.
— Ignee, 3o8.
Siccità , 293.
Sifoni. V. Trombe, 186.
Simoon, vento d'Arabia, 92.
Simpiesometro. Sorta di Barometro, 247»
Società meteorologiche , 25, 34·
Sole. Segni ricavati da esso, 3oo.
Stagioni. Temperatura, 66. — Segni,
283. — Stagioni malsane, 294.
Stelle cadenti. Piccioli areoliti, 218.
Stelle. (Segni ricavati dalle stelle), 3oo.
Suolo. Temperatura , 62.
Suoni. Sorta di movimento dell'ari? , 96*
,
J
;
\
E TAVOLA ANALITICA ED ALT?ACETICA EC.
337
— Celerità, 97. — Modificazioni, 98.
— Risonanza, 99. — E c o , ivi.
Τ
Tavola meteorologica. V. Giornale, 3i2.
Modello di Forster, 3iG. — D i Morin,
320. — D elle osservazioni botanico­
meteorologiche di D uhamel, 3­21.
Temperatura inedia, 59. — Variazioni
delle cantine , del suolo, della super­
ficie , 62. — D e'climi, 65. — D elle
stagioni. —T)e'mari,6G. — D elle alte
regioni, 72. — D ei due emisferi, 74.
Tempeste. Violenti agitazioni dell'aria, 93.
Tempi. Stato meteorico dell'atmosfera.
Segni , /281.
Temporali. Fenomeni prodotti dall'elet­
tricità, 172.— Effetti dei segni, 175.
— Precauzioni a prendersi , 183. —
Segni, 3o8.
Termometro (da ihcrme , calore, ec.). D i
Réaumur , centigrado di Fahrenheit,
rapporti, 22g. — Ad aria , differenzia­
le, a3i. — Metallico, 23a. — A maxi­
mum e minimum , ivi.
METEOROLOGIA.
23
338
VOCABOLARIO DE' TERMINI TECNICI
Terremoto. Opinioni , 214.
Torrenti. Prodotti dai disgeli, ino.
Tramontana. Vento del D elfinato , 92.
Trombe. Marine, terrestri, 186.
Tuono. Esplosione elettrica de' tempora­
li , 172.
Turbini, 93.
,,,,,*,, -U
Udometro (da udor, acqua, e c ) , 265. —
Di D uhamel, dell'Enciclopedia d'Edim­
burgo , ivi. — D i Samuele Croslci, ec.,
266.
Umidità. V. Vapori invisibili , I I 3 .
Uragani. V. Tempeste, 93.
Uranoliti. V. Areoliti, 217.
V
Vaccarions. Venti dei dintorni di ; Mont­
pellier, 93.
Vapori. Neil' atmosfera , 55. — Forma­
zione, π 3. — Quantità, 115. —Visi­
bile ο vescicolare, 121.
Variazioni barometriche. V. Oscillazio­
ni , a4o.
E TAVOLA ANALITICA EB ALF ABETICA EC.
339
Vegetabili. Segni ricavati da essi, 3ο/μ
Venti (Rosa de'), 79. — Generali, 82.
— Periodici, 86. — Irregolari, 88. —
Tavola della celerità e della forza dei
venti , 95. — Segni, 289. — Venti
d'ouest, 88. —■ Variabili: D el nostro
clima , 90. — Locali , 92.
Vento d'Arabia, 92.
Vescicolari (Vapori). Costituiscono le neb­
bie e le nubi , 122.
Vulcani (Spiegazione dei). Opinione in­
torno ad essi , 212.
JUnricIopetfiiV Îortatue.
jtfêicorohtfia Tav. JT­
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PHIKCIPALI TRATTATI D ELLA COLLEZIONE.
Ι. β Scie nte
fisiche
2.° Scie nze
3 . * Scie nze
razionali e
e
le
tt rari
•Commercio^
•Meccanica
•Mammalogia *S(ken«e F i l .
Atlante
•Scienze Occ.
•Fisica
Aritmetica
'Astronomia Matematica
•Botanica
Geometrìa
•igiene privata Filosofia
•Mineralogia Fisionomia
•Patologia
Relig. e Mor.
•Fisiologia
Legislazione
•Meteorologìa Politica
Chimica
Econom. pub.
Geologia
Navigazione
Agricoltura
G u e r r a , ec.
Zoologia
*Storia, e c
"Pittura
'Letteratura
*Cronologia
Teorica delle
lingue
Scrittura
Ketorica
Poetica
Musica
Coreografia
Archeologia
Araldica ­
Geogra6a*
/ Trattati segnati coWaste risco
quelli già pubblicati.
sono
Sotto al Torchia.
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CHIMICA, torn. ϊ . β
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