ENCICLOPEDIA PORTATILE O SIA KO «0 KO KO KO COLLEZIONE COMPLETA '%f COMPENDJ SEPARATI κο «ο KO iutte «aewxe, jPettaie et) ciotti» METEORO KO KO KO KO KO KO KO KO KO KO KO MILANO presso l'Editore dell'EHCICIOPEDM ΡΟΒΤΑΤΠ.Ε e d e l l a B I B L I O T E C A tjj) ■—*- ■ ACBAKIA, KO *§§§§§§§S§§§§§§§§§§§§§§§§§5§§§§§§§* ο su r COLLEZIONE COMPLETA D I COMPENDI S E P A R A T I 4uU« dcietu*, J r l l * » «d *nptk COMPILATA DA UNA SOCIETÀ DI DOTTI •OTTO LA D i u r n o » ^'•"tia Mt «mie» w n » » « * ^YÎOROLOC;^ _-^s/ ,?ην///// ////^//'///////'. >s ///////re cta e/i/■/'/'///// //W/y/>///·/■ ///'/'/'////<),*// COMPENDIO METEOROLOGIA. OSSIA ESPOSIZIONE D E' FENOMENI ATMOSFERICI PRECEDUTO DA UN'INTRODUZIONE STQpjg. E SEGUITO DA UN VOCABOLARIO DE' TEIlÀl TECNICI BAILLY I f MERLIEUSÌ­O ■­ ÎW h SPESE D ELt'ED IIOR| »>■* ­ " ? ί κ Λ Λ - f - '833 5^21135%, Γϊ ♦ ΐί 1 ' » Ç.­.C0i;1riPID EL D OTT. G. FERRARIO I N D I C E COMPENDIO DI METEOROLOGIA. Introduzione storica. Pag. i NOZIONI PRELIMINARI. Articolo I. Della Meteorologia in generale. " 4^ — II. Nozioni generali sull'atmosfera. » 48 Divisione dell* òpera. " 56 [y D I N I C E PARTE PRIMA DELLE METEORE ' IN PARTICOLARE. Capitolo I. D elle meteore aeree. Pag. Sezione Prima· D egli effetti del ca­ lore suir atmosfera. » Sezione Seconda. D ei movimenti del­ l' atmosfera 0 dei venti. » §. I. Venti generali. » §. II. Venti periodici. » §. III. Venti irregolari. » Sezione Terza, D ei diversi fenomeni dovuti alla costituzione ti­ sica ο chimica dell'aria.» §. I. D e'suoni. » g. II. D elle alterazioni chimiche dell' aria. » Capitolo II. D elle meteore acquee. » Sezione Prima. D ei vapori e delle nubi. » g. I. D ei vapori invisibili. » §. II. D ei vapori visibili, 0 nubi. » Sezione Seconda. D ei vapori conden­ sati, » §. I. D elle nebbie. » 58 59 79 82 86 88 96 ivi 101 112 u3 ivi 121 i3o ι3·! I N D I C E V §. IL D ella pioggia. Pag. 136 §. III. D ella neve e della gra­ gnuola. » i5o §. IV. D ella rugiada. « i55 §. V. D ell' acqua solida e del ghiaccio. » i63 Capitolo III. D elle meteore ignee. » 170 Sezione Prima. D elle meteore elet­ triche. » 171 Sezione Seconda. D elle meteore ma­ gnetiche. » 189 Sezione Terza. D elle meteore lumi­ nose. » 195 g. I. D ell' arco baleno. » 197 §. II. D egli aloni ο corone, e dei parelii e paraseleni. » 200 §. HI. D ella Fata Morgana. » 206 §. IV. D ella refrazione atmosfe­ rica. » 208 Capitolo IV. D elle diverse meteo­ re. » 211 §. I. D ei ^vulcani e dei terre­ moti. « aia §. II. D elle maree. » ai4 §. III. D egli aereoliti, 0 meteo· roiiti. '» 217 VI 1 Κ D I C E g. IV. D elle piogge di diverse so­ stanze. Pag. 2li) PARTE SECOND A DEGLI STRUMEHTI, DEI SEGHI E DELLE OSSERVAZI0KI METEOROLOGICHE. Capitolo I. D egli strumenti meteoro­ logici. „ a27 Sezione Prima. D egli strumenti indi­ catori e delle misure delle meteore aeree. » 228 §. I. D ei termometri. » 229 §. II. D ei barometri. „ 2 35 • §. III. D egli anemometri, e delle ventaline. „ 2 4g Sezione Seconda. D egli strumenti per misurare le meteore ac­ quee. „ 2 55 §. I. D ell' igrometro. » ivi §. II. D ell'atmometro od evapo­ rometro. „ ^ 1 §. III. D ell' udometro 0 pluvio­ 1 ^ metro. „ a65 S· IV. D ell' etrioscopo ο droso­ metro. „ 2c7 I N D I C E VU Sezione Terza. D egli strumenti di mi­ sura delle meteore ignee. Pag. 371 §. I. D egli elettrometri. » ivi §■ II. D ell' ago calamitato. « 277 §. III. D el fotometro, » 278 Capitolo II. D ei segni indicatori e pronostici delle meteore. » 280 §. I. Indizii del tempo in gene­ rale. » 281 §. II. Indizii delle meteore ae­ ree. Segni dei venti. » 289 Segni di freddo e di gelo. " 29 a Segni del disgelo. » 293 Segni di siccità. » ivi Segni delle stagioni mal­ sane. » 294 §. III. Segni di meteore acquee. Segni di pioggia e di bel tempo. » ivi Segni di gragnuola ο di ' neve. » 307 §. IV. Indizii di meteore aeree. « 3o8 Capitolo III. D elle osservazioni me­ teorologiche, η 309 §. I. Maniera di fare ìe osserva­ zioni. „ JV,­ Vin I N D I C E §. II. Misure, correzione precauzioni da prendersi. Pag. §. III. Del modo di tenere i Giornali di meteorologia. » Piano di un Giornale meteorologico proposto dal signor Forster. » Piano di un Giornale meteorologico proposto dal signor Moriu. » Tavola Botanico-Meteorolo?s gica. §. IV. Almanacchi meteorologici. » in 3i2 3i5 3i6 ^20 322 COMPENDIO DI ■ί»..ιΛ ' .■Ti·,·.-·.- METEOROLOGIA INTRODUZIONE STORICA ■ί> L ­­T;:',­".it u ./·ιΓί.":.'ο··!'ί■ ·;ί : ui'.j »·!.'ί;ρ .'; i ' ï r ' i A Meteorologia (cîa pirec/fà, meteora, sublime, e da λογίς, loyas discorso) è la scienza che tratta dei fenomeni dell'atmosfera. La parola Meteora, limitata nella nostra linMETEOBOtOGIA. ' 2 INTRODUZIONE. gua all' indicazione dei corpi lumi­ nosi che compajono accidentalmente nel cielo, è stata, corrispondente­ mente all' etimologia greca, indistin­ tamente applicata a tutti i fenomeni aerei. La Meteorologia abbraccia dunque lo studio non solo di quelle rare e istantanee apparazioni che vengono più particolarmente chia­ mate meteore, ma anche de'diversi cangiamenti cui va soggetto lo stato dell'atmosfera. Anche in questo senso più lato, il soggetto di cui ci occupiamo parrà esso forse poco degno d'interesse? Egli è certo che la natura dei fatti di cui si occupa la meteorologia di­ mostra che in tutti i tempi, formar dovettero Γ attenzione degli uomini ed in oggi il loro studio diviene an­ cor più importante, per Γ avanza­ INTRODUZIONE. 3 mento progressivo delle scienze fi­ siche che, ponendo a nostra dispo­ sizione gran numero di strumenti diversi, ci permettono di apprezzare più esattamente ligi effetti, e ci la­ sciano lusinga di pervenire un giorno alla spiegazione delle cause. ■' Sino dai secoli più remoti i di­ versi aspetti del cielo, i cangiamenti di temperatura dell'aria, e le altre vicissitudini del tempo , non hanno potuto mancare di colpire Γ osser­ vatore anche il meno abile; non vi occorreva un grande sviluppamento dell'intelletto per riconoscere che questi fenomeni esercitano un" in­ fluenza potente ed immediata, non solo sulle sensazioni e sulla salute degli esseri viventi ^ a ben anche sui prodotti vegetabili e sulla rie­ scita e_d abbondanza delle raccolte. \ 4 INTRODUZIONE. Edanzi si è per uomini posti in una condizione sociale poco elevata, che questi fenomeni sono particolarmente interessanti, e si manifestano in tutta la loro evidenza; costretti essi pei loro lavori e pel modo di loro vita, di passare una grande parte del giorno a cielo scoperto, hanno molte occasioni di osservare i diTersi segni che precedono certi cangiamenti nello stato dell'atmosfera; e nello stesso tempo, non avendo quelle comodità che ci danno i raffinamenti della vita incivilita, il desiderio del loro ben essere unito alla loro curiosità, ha dovuto condurli a notare tutte le circostanze che sembrano annunciare l'avvicinamento di questi cangiamenti dai quali sono essi più immediatamente colpiti. Noi reggiamo in fatti, che INTRODUZIONE. 5 sino dalla più remota antichità, i fenomini meteorologici hanno ec­ citato l'interessamento generale,in tutti i paesi, e in tutte le diverse condizioni dei popoli; per cui non avvi alcun soggetto sul quale sianvi delle massime altrettanto numerose e generalmente diffuse. Il primo tentativo di ridurre ad una forma sistematica le diverse pre­ dizioni , del tempo sembra essere stato fatto da Aristotile, e dal suo discepolo Teofrasto. Senza dubbio molto tempo prima gli Egiziani ed altri popoli dell'Oriente, avevano di già raccolto dei fatti interessanti re­ lativi ai fenomeni atmosferici; ma sembra che essi li abbiano conside­ rati solo come un ramo dell'Astro­ nomia ο dell'Astrologia. Aristotile nella sua opera delle Meteore se ne 6 INTRODUZIONE. occupa comedi.una scienza distinta, ed aggiunge alle osservazioni de'suoi predecessori quelle che gli sono proprie, dando anche qui delle prove evidenti del genio e della perspicacia che lo hanno così eminentemente distinto. Per tutto ciò che dipende dalla osservazione, le sue, ricerche meteorologiche richieggono pochi cangiamenti, e basta prendere cognizione delle sue osservazioni sulla rugiada,per ritenere che su questo soggetto si è avvicinato molto alle scoperte dei secoli i più illuminati; ciò non ostante, ignorando esso la costituzione chimica e meccanica dell'" atmosfera le sue idee sono necessariamente vaghe, bizzarre, incerte ; e, malgrado tutti i talenti di quest'uomo straordinario, si può dire che la meteorologia non l'ormava INTRODUZIONE. η a que' tempi una scienza. Le viste di Aristotile vennero seguite dal suo allievo Teofrasto, il quale ha raccol­ to e classificato le opinioni general­ mente ammesse sui fenomeni me­ teorologici; espone egli successiva­ mente i segni indicatori della pioggia, del vento, delle tempeste, e del bel tempo; questo'ne dimostra che il trattato di Teofrasto, meno scien­ tifico di quello del suo istitutore, aveva per iscopo l'istruzione del popolo. L' oscurità delle scienze fi­ siche, in tale epoca, non permet­ teva di gettare un colpo d'occhio filosofico sulle cause de'fenomeni così variati e così irregolari, ma si volevano conoscere le massime e le regole enpiriche, col mezzo delle quali si credeva di poter predire ad un di presso tale ο tale altro feno­> meno. 8 INTRODUZIONE. Gli scritti di Teofrasto divennero dunque una guida nella Meteorologia , e gli scrittori che gli succedettero non fecero alla sua opera che delle aggiunte poco numerose e poco importanti. Formano essi specialmente la base dei Pronostici d'Arato,c\ìe coi Fenomeni dello stesso autore, furono tradotti in versi latini da Cicerone; un frammento di questo saggio dell'autore Roman o , conservatoci nelle sué opere, non ci offre una grande idea né dei talenti poetici di Cicerone, né delle cognizioni meteorologiche degli antichi. Anassimeno ed Anassimandro per quauto sembra si occuparono ancor essi di Meteorologia, quest'ultimo attribuiva i venti alla rarefazlon dell'aria prodotta dal calore, e \ tem- INTKODUZIONE. g potali a violenti esplosioni delle nubi, le quali sembra che fossero consi­ derate siccome una specie di sacchi gonfiati per un miscuglio di vento e di acqua. Sarebbe inutile cosa il voler ten­ tare di indicare i progressi di questo ramo delle scienze fìsiche durante Γ ultimo periodo della storia Roma­ na. Negli scritti di Virgilio e di di­ versi autori classici ο geoponici noi troviamo numerose allusioni al sog­ getto che ci occupa; ma, mentre i pronostici popolari si moltiplicano, la Meteorologia, come scienza, ri­ mane stazionaria. Un grande nume­ ro di fattitrovansi citati da Plinio, e Lucrezio ha tentato di indicarne le cause; ma questi fatti sono cir­ condati da tante assurdità e da su­ perstizioni, che offrono un soggetto IO INTBODUZIONE. di studio più al moralista che al fisico. Questa scienza non fece alcun sensibile progresso nei secoli che si succedettero sino alla caduta dell'impero Romano, secoli di ignoranza duranti i quali non solo i lumi della letteratura e delle scienze di già acquistati si estinguevano, ma anzi il cammino dello spirito umano sembrava retrogrado; ciò non ostante la Meteorologia ebbe poco a soffrire nella universale rovina per riguardo alle scienze degli antichi occasionata dalla distruzione dell'impero romano ; come scienza in fatti, essa aveva poco a perdere, e in quanto alle predizioni, avendo esse presa origine nel popolo, vennero adottate e conservate lauto dai barbari conquistatori del nord, quanto dai loro predecessori più inciviliti. IXTRODUZIOÎtB. I I Con un colpo d'occhio sulle opinioni generalmente ricevute in meteorologia si abbraccerebbe dunque tutto ciò che la scienza, se pure si può dargli questo nome, ha offerto di più importante sino all' introduzione dell'uso degli strumenti, che è quanto dire siuo alla metà del secolo scorso. 11 nostro piano non ci permette di entrare nelle particolarità di queste credenze volgari, ed esse non hanno una sufficiente importanza per esigere un simile esame; d'altronde, come abbiamo già detto, i presagi ammessi dagli antichi sono ad un di presso quelli di tutti i tempi. Noi ritorneremo su di essi al capitolo che tratta degli indir/ delle meteore. Un'altra classe di pronostici comprende quelli che £ li abitanti delle 12 ÌKTRODUZIONE. campagne pretendono di ricavare dall'atmosfera in certi giorni dell'anno^per prevedere il tempo che regnerà per tutta una stagione, oppure a certe epoche die trovanst spesso separate di più mesi dal preteso presagio. Tra queste credenze grossolane trovansi pochi fatti che sembrino connessi con fenomeni naturali bene osservati. Egli è con predizioni di questo genere alle quali si aggiungono quelle degli avvenimenti politici e di più con racconti rozzi od osceni, che i redattori di almanacchi hanno acquistato quella grande rinomanza che ha resistito più secoli, e che impone ancora ai troppo creduli una cieca confidenza nei loro stupidi lavori. I principali di questi pronosticatori sono il Proveniate Nostradamus e Mathieu iaèns- INTRODUZIONE. l3 berg, canonico ed astronomo di Liegi inFrancia,il Vesta Verde il Casamia ed altri in Italia i cui almanacchi^ rifatti tutti gli anni dai loro successori^ senza dispendio di spirito, uè di calcoli, né di ricerche, non hanno cessato di ingannare il pubblico, e di diffondersi per -niglioni su tutta l'Europa. Non evvi popolo che sia stato maggiormente la vittima dei redattoli di almanacchi del popolo inglese, malgrado i lumi che possied e : Galbury, Partridge, i cui almanacchi datauo dal i633. Francesco Moore che verso il 1698 vi aggiunse gli annuncj degli avvenimenti politici, il Bonohomme Robin, che si distinse in queste composizioni pelle sue oscenità, hanno continuato a fare le delizie degli abitanti dell'Inghilterra sino al 1828 in cui la 14 INTRODUZIONE. società per la propagazione delle utili cognizioni, diffuse dovunque il suo eccellente British Almanac. In Francia, il tentativo di una simile sostituzione venne fatto sino dal 1820 ma per mancanza del necessario appoggio , e per conseguenza dei cangiamenti sopraggiunti nel ministero , gli Almanacchi di Liegi, dei Pastori, le Messager Poiteux, ec. hanno di nuovo usurpato la loro rinomanza già vicina a cadere. I presagi popolari però per bizzarri ed assurdi che essi sembrino, e quantunque siano legati il più delle volte a ridicole superstizioni, debbono trovar luogo nei registri di osservazioni meteorologiche; e l'ommetterli sarebbe un rigettare i mezzi che la natura stessa pare che ne offra per giungere alla scoperta della INTKODUZIONE. 15 sua maniera d'agire in una classe molto interessante di fenomeni. Si ha in oggi troppa tendenza nella fisica moderna a rigettare le opinio­ ni volgari e a non attaccare molta importanza alle osservazioni fatte dai non scienziati; si dee però con­ fessare che ciò che è stato conside­ rato come un fatto certo da mi­ gliaja di persone di tutti i tempi e di tutti i paesi, come è accaduto per riguardo ai nostri pronostici del tempo, non può essere rigettato per titolo di bizzarria né di assurdità, che in luogo di disprezzarli sarebbe più saggia cosa di procurare di ve­ rificare l'esattezza ο la falsità del fenomeno; poiché bisogna aver pre­ sente che un fatto dee sempre es­ sere ammesso sia ο no possibile di assegnare la causa. Egli è certo quan­ 16 D ISTBO UZIONE. tunque sia forse un poco umiliante, che i pastori, che ignorano intiera­ mente la costituzione e le proprietà dell'atmosfera, non che le leggi che regolano la distribuzione del calore e dell'umidità, col solo soccorso delle loro osservazioni, e della loro espe­ rienza personale, predicono i cangia­ menti del tempo molto prima, e con molta maggior esattezza di quello che potrebbe fare un fisico col sussi­ dio delle scoperte della scienza. Dob­ biamo quindi astenerci dallo sprez­ zare intieramente le loro credenze. Noi dobbiamo confessare ancora che reca sorpresa il vedere a quale grado di perfezione gli antichi siano giunti nella conoscenza empirica del tempo. Ma nelle contrade che essi abitavano come Γ Egitto , la Gre­ cia, questo studio differisce molto INTRODUZIONE. 1η da quello dei nostri climi; egli è facile di prevedere il tempo nei paesi in cui passano intieri mesi senza pioggia né nubi, ed in cui alcune settimane in epoche fìsse formano sempre la stagione piovosa. Egli è certo che a Londra il tempo soffre maggiori variazioni durante una set­ timana che durante tre mesi a Pie­ troburgo, a Roma, e specialmente ad Alessandria. La causa della nostra inferiorità in questa scienza in con­ fronto degli antichi dipende dunque dalla nostra particolare posizione. Lesuddette osservazioni lungi dal­ l'allontanarci dallo studio della Me­ teorologia, debbono mostrarcene tutta Γ importanza, e ne fanno ve­ dere che un certo numero di cre­ denze popolari in questa materia può essere basato sopra fatti, econtene­ METEOBOLOGU. 2 18 INTRODUZIONE. re in realtà delle lezioni prese dalla ! scuola della natura. Non crediamo però con queste riflessioni di diminuire il valore delle ricerche della Fisica sperimentale, né di conchiudere che lo studio della Meteorologia debba limitarsi a raccogliere ed a classificare i fenomini del genere dei suindicati. Noi crediamo al contrario, che questi fenomeni non possano dare alcuna nozione esatta sulla natura od estensione delle modificazioni atmosferiche; essi indicano queste modificazioni, ma non sono suscettibili di farlo misurare esaltamente, ne di descriverli con precisione. Sono essi il risultamelo di certe influenze esercitate dall' atmosfera in certe circostanze, ma le denotano vaga*. mente, e il dovere della scienza si INTRODUZIONE. IC) è di colpirli, e di fissarli col mezzo di strumenti j che essendo influen­ zati dalle stesse cause, possano dar­ ne la misura esatta. Osserveremo però che la scienza non dee riget­ tare alcuno strumento né alcuna classe di fenomeni, specialmente se sono noti da lungo tempo e gene­ ralmente; poiché la Meteorologia dee a molti di questi fenomeni volgari la scoperta dei migliori strumenti che essa possiede, e nulla ci toglie di sperare che con un esame piìi at­ tento non si possano ottenere degli strumenti più delicati ο più importan­ ti di quelli che abbiamo attualmente. ■ La Meteorologia, frammischiata sempre colle superstizioni e con pregiudizj innumerevoli , trovossi specialmente nel medio evo legata intimamente colla Astrologia,even­ 20 INTRODUZIONE. ne anco designata col nome di Metcorornanzia, cioè arie di predir l'avvenire,dedotta dalle Meteore,specialmente dal tuono e dai lampi ; questa specie di divinazione era anco molto antica, poiché Seneca ci insegna che i Romani, che vi avevano graude confidenza, l'avevano ricevuta dai Toscani. Checché ne sia però, coltivata essa in tutti i tempi a spese della credulità puLhlica^dallefatucchiere e dai ciarlatani d'ogni specie^di cui i nostri compilatori di almanacchi sono i degni successori, la Meteorologia non ha principiato a costituirsi come scienza che in seguito dei progressi recenti della Fisica e della Chimica. Dopo le scoperte della proprietà della bussola, la cui direzione verso il polo, già indicata in alcune linee dal poeta Francese Guyot nel 1180 INTRODUZIONE. 21 venne applicata alla navigazione da Gioja d'Amalfi verso l'anno 1260, e la cui declinazione avvertita da Pie­ tro Adsìger autore di un manuscritto che porta la data del 1269, e de­ terminata da Burrows nel i58o, è stata riconosciuta variabile di Gille­ brand nel 1625, e forse da Gunter nel 1622 ο da Mair ο da alcun al­ tro verso il 1612 ; quando l'Accade­ mia del Cimento dì Firenze incomin­ ciò ad occuparsi di strumenti; quando il termometro , inventato da Drebbel e perfezionato da Fahreinheit e da Reaumur ne permise di misurare con esattezza le variazioni della tempera­ tura atmosferica; quando il barome­ tro dovuto a Torricelli, diede la mi. sura del peso degli strati dell'aria, e Cartesio ebbe scoperto la variazio­ ne della pressione atmosferica, men­ 22 D INTRO UZIONE. tre Pascal con più esperimenti sulla differenza di elevazione del baro­ metro in diversi luoghi, fa condotto al principio su cui è fondato il me­ todo per determinare le altezze colle osservazioni barometriche', e Ma­ riotte istituì le sue ricerche sul gas e sull'acqua; si inventò ο si rese meno imperfetto l'igrometro a bu­ della, e gli strumenti proprj per indicare la quantità d'acqua che cade sopra un luogo determinato della terra, la forza, la direzione, e la rapidità del vento, l'iutensità e la natura della elettricità e del ma­ gnetismo, ecc. ; si fu allora soltanto «he la scienza nacque e cessò d'es­ sere una semplice raccolta di mas­ sime empiriche. Ma egli è al momento che fu sta­ bilita Y accademia delle scienze e la INTRODUZIONE. 23 Società Reale di Londra che incominciarono in Francia ed in Inghilterra ad istituirsi delle osservazioni meteorologiche regolari. In Francia si fu Picard che se ne occupò pel primo nel 1666. Nella stessa epoca versoli mezzo del 17.0 secolo, il Dottore Moria compilò un giornale di osservazioni che secondo Fontanelle « contiene tutta la storia dell'aria da 33 anni. «Nel 1688 l'Accademia regolarizzò il modo di tenere i registri meteorologici, e dopo questo tempo uno de'suoi membri ebbe sempre l'incarico di farne le osservazioni; in tale occupazione si succedettero Sedileau, Lahire padre e figlio_, Maraldizio, e nipote, Cassini, Fouchy, e l'Abbate Chappe. Dopo la fondazione âe\V Osservatori» Reale di Parigi, queste raccolte d'os- 24 INTRODUZIONE. servazioni vennero sempre tenute colla maggior cura dai membri del Bureau delle Longitudini. La nuova costruzione dei termometri dovuta a Reaumur divenne un'epoca memorabile per la Meteorologia ; si è allo zelo di questo scienziato che si dee quella serie di interessanti osservazioni sulla temperatura fatte in tutte le parti del mondo dal 1733 al 1740. Nello stesso tempo dobbiamo citare tra gli Scienziati .che si sono occupati di raccogliere osservazioni meteorologiche , Mairan, Musschembroek , Gautier, medico a Quebec, De Lalande, Delisle, Messier, Dampier, Lamanon, Duhamel, du Monceau, che pubblicò le sue nel 1741, sotto il titolo d'Osservazioni Botanico' Meteorologiche; Toalclo, professore INTRODUZIONE. 25 di Fisica a Pisa, che si è distinto specialmente coi suoi lavori relativi alla meteorologia, e finalmente l'Olandese Vati Swinden. A quest'epoca in cui era data la spinta in favore degli studj di meteorologia , si formò anche una Società di medicina e di meteorologia, all'Aja, ed una Società meteorologica nel Palatinato. Verso la metà dell' ultimo secolo, l'elettricità venne studiata con molto zelo da Du fay , Musschentbroek, Nollet, Franklin, ed altri ; verso il 1735 Gray notò che la scintilla elettrica sembrava di eguul natura del fulmine; questa identità venne confermata più positivamente da Winkler e finalmente dimostrata con esperimenti da Franklin. Diversi altri stimabilissimi scienziati hanno contribuito molto all' avanzamento 26 INTRODUZIONE. della scienza, specialmente il P.Colta colle numerose memorie che ha pubblicate sulla scienza, e eoi metodo esatto che ha insegnato di seguire nel fare osservazioni di meteorologia ; e gli Astronomi dell' Osservatorio Reale di Parigi, e del Bureau delle longitudini, cosi ben coperto attualmente dai signori Bouvard, virago, e Mathieu, per la lunga serie di fatti raccolti senza interruzione dal 1670 in avanti con tutta la precisione che si può ottenere col possesso dei migliori strumenti, e colla sorveglianza d'uomini tanto distinti. La scoperta fatta da Lavoisier della vera composizione dell' aria atmosferica; il riconoscimento degli effetti del movimento di rotazione della terra sulla direzione di certi venti INTRODUZIONE. 27 generali e periodici, principalmente dovuti ad Halley ; gli scritti di De Lac e di Saussure, sull'evaporazione e l'igrometria, e Γ invenzione dovuta loro degli igrometri ad osso di ba­ lena ed a capello ; i lavori di Pic­ tet sulla natura e sulla costituzione dei vapori, e quelli del signor Pré­ vost, di Ginevra; i viaggi intrapresi in tutte le'parti del mondo da uo­ mini distinti, e le raccolte di osser­ vazioni meteorologiche , formate da molti di essi con tutta la necessaria esattezza e precisione; finalmente i progressi delle diverse scienze colle quali la Meteorologia ha dei nume­ rosi punti di contatto, le hanno aperto delle vie che non pò ssono .mancare di condurla verso un mag­ gior perfezionamento. Molti dotti contemporanei, per 28 INTRODUZIONE. non far parola degli illustri fisici che nelle loro opere hanno parlato di meteorologia, hanno pure contribuito a questo perfezionamento, e stanno occupandosi anco attualmente dei progressi di essa. 11 signor C. /FeWscoll'appIicazione delle leggi dell'irradiazione del calore alla spiegazione della rugiada, e di diversi altri fenomeni analoghi; il signor De Humboldt coi suoi prospetti della natura, coi suoi viaggi in America, e le sue ricerche sulla geografi delle piante; Monge colle sue ricerlie sulla Pala Morgana, ili Egitto; Raymond colle sue osservazioni sul Picco del mezzogiorno nei Pirenei ; il signor Leslie colle numerose applicazioni del suo termometro tlisferenziale diversamente modificato, e coi suoi scrini; i si- INTRODUZIONE. 2Q gnori Ballon e Gay-Lussac , colle determinazioni delle leggi dei vapori; il signor Howard colla sua classificazione delle nubi; il signor Danieli col suo igrometro e le sue applicazioni dei principi della Meteorologia all' orticultura; / . Yong i signori Brewster e Forster colle loro opere; il signor Arrago coll'applicazione delle leggi della luce alla spiegazione di diversi fenomeni, e i suoi lavori svili' ago calamitato; il signor Bouvard coi nume-rosi suoi calcoli sulle oscillazioni barometriche ecc. Il signor Pouillel colle sue esperienze sulle sorgenti dell'elettricità naturale; il signor Babinet con diverse osservazioni, e coi suoi corsi ; il signor Moreau de Jonnes, coi suoi esami statistici e le sue ricerche sugli oragani, sui terremoti e sugli ef- 3θ IfîTBODUZIONE. fetti della distruzione dei boschi; fi­ nalmente i signori Freycinet, Du­ perrey, A'Urville, Subìne, Scorcsby, Party, Franklin, colle loro raccolte di osservazioni fatte nei loro nume­ ròsi, e dotti viaggi.. Molti dei nomi qui indicati provano che l'Inghilter­ ra si è distinta nelle ricerche me­ teorologiche. La Germania non ha lasciato di prendervi parte, e da più anni un fisico di Berlino tenia, ma con un successo che può venire an­ cora contestatoci calcolare in pre­ venzione il tempo che dominerà per una gran parte dell'anno; ed inoltre si debbono molte ricerche sugli ae­ roliti, e sui corpi caduti dal cielo a Chladni, e molte osservazioni sulle stelle cadenti, al signor Βrande s , sulle aurore boreali al signor Han­ stein sugli aloni j a l signor Frauhe.n­ hoffer, ecc. INTRODUZIONE. 3I Ad onta della favorevole direzione inpressa alla scienza dai lavori di questi distinti nomini, la meteorolo­ gia è lungi dalla perfezione cui sono giunte le altre scienze naturali. Essa è composta di fenomeni sommamen­ te variabili sempre complicati per molte circostanze, alla cui influenza è quasi impossibile di sottrarli, le quali trovansi modificate all'infinito in ragione dei climi, delia costitu­ zione locale, della configurazione, della esposizione, della natura, della elevazione ο dalla bellezza del suolo. La Meteorologia,come tuttele scien­ ze di applicazione, se essanoli pre­ senta maggior difficoltà delle altre scienze elementari quando si voglia costituirla sopra basi solide, esige almeno maggior pena nel riunire i fenomeni che la compongono ad un 32 INTRODUZIONE. piccol numero di principj le cui conseguenze servono a risolvere tutte le quistioni relative. Non è che col moltiplicare le osservazioni in cosi gran numero quante sono le variazioni dei fenomeni che trattasi di spiegare, col ripeterle in moltissimi luoghi diversi, che si giungerà a dedurne delle leggi generali che si travedono ora dal complesso dei fenomeni, la cui applicazione però sfugge ancora in molte circostanze particolari. Sotto questo rapporto una corrispondenza meteorologica convenientemente stabilita sopra diversi punti del globo od anche solo in Europa potrebbe senza dubbio condurre a felici risultamenti, e si dee saper buon grado al signor Morin d'averne concepito l'idea e di facilitarne l'esecuzione colle sue memorie. 1 INTRODUZIONE. 33 Le proposizioni fatte nel 1825, all'Jecaaemia delle scienze dal si­ gnor De Laplace avev ano pure molta importanza; riunendo i principali elementi della costituz ione del globo, proponeva di determ i naie Γ intensità attuale del magnetismo terrestre,le proporzioni precise dei gas clic co­ stituiscono la nostra atmosfera, la pressione esatta di questa atmosfe­ ra alla superficie del mare, il ca­ lore del globo a diverse profondità. « Noi sappiamo, diceva questo scien­ ziato, quanto simili ricerche ci sa­ rebbero utili se ci fos sero state tra­ mandate dai secoli trasc orsi; faccia­ mo ora noi pei nostri posteri ciò che i nostri padri no η hanno potuto fare per noi. Il signor Cordier nel 1827, in alcune mera orie di grande interesse, lette tAV Accademia delle ΜΕΤΕ0ΚΟΤΟΠΙΑ. 3 34 D INTRO UZIONE. scienze, ha del pari chiamata l'at­ tenzione sopra questioni affatto nuo­ v e , di somma importanza, relative al calore centrale del nostro globo ; vorrebbe egli che divenissero Γ og­ getto di un concorso e per la loro natura, vi sono poche ricerche scien­ tifiche suscettive di riceverne mag* giore avanzamento. he società meteorologiche che sono state di recente fondate a Londra ed a Berlino si proporranno senza dubbio il nobile scopo di occuparsi con tutti i loro mezzi di raccogliere i fatti che debbono preparare la so­ luzione di queste grandi quistioni. In tutti i casi, queste associazioni di dotti, destinate ad occuparsi dei progressi della meteorologia, dando una novella prova del grado d'im­ portanza e di considerazione che ÏSTRODUZIONE. 35 Merita, non possono rimanere senza influenza sul suo avanzamento, e sarebbe a desiderarsi che la Francia non tardasse a possedere un egual sorgente d'istruzione. I vantaggi che sarebbero per l'uomo la conseguenza necessaria della possibilità di prevedere il tempo molto prima, sono talmente importanti che un simile risultamento è senza dubbio uno dei problemi i più utili di cui le scienze possano procurarsi la soluzione. Quasi tutte le classi della società vi hanno grande interesse. Prima di tutto si dee porre l'Agricoltura e l'Orticoltura, le due arti nutrici della specie umana, e produttrici di un grande numero di materie prime, che vengono adoperate nelle arti e nelle manifatture d'ogni genere. Se l'inclemenza delie 36 D irïTEO UZIOSE. stagioni, se la loro successione ir­ regolare potesse essere preveduta con un certo grado di precisione, l'agricoltore, il giardiniere prende­ rebbero le misure per preservare i loro prodotti, modificherebbero le loro operazioni di coltura, solleci­ terebbero ο ritarderebbero le loro raccolte, giusta la natura del tempo preveduto. Si può dire, senza esa­ gerazione che tale cognizione au­ menterebbe di più di un quarto i prodotti di questa specie di indu­ stria; poiché egli è al di sotto della "verità il calcolare in tale limite le avarie di ogni genere prodotte da sfavorevoli meteore. Ma in quante altre industrie, in quante circostan­ ze della vita sociale, economica ο domestica, non si ha egualmente interesse di prevedere il tempo ? Si INTRODUZIONE. 3j sceglierà forse per iseoprire un'abi­ tazione, per ripararla ο ricostruirla, il momento in cui si saprà che deb­ bono regnare continue piogge? Si spediranno battelli sui fiumi se si potrà prevedere che debbono essere sorpresi dal ghiaccio? Si intrapren­ deranno forse viaggi di lungo corso quando si potrà prevedere che venti violenti, e tempeste minacceranno le navi? Si fisserà forse anche per una partita di caccia, di passeggio, di piacere, un giorno che dovrà esse­ re tormentato da oragani, da piogge, ο che sarà coperto da dense nebbie, ecc.? Non evvi dunque alcuna cir­ costanza della vita, alcuna azione dalle più importanti alle più futili, che non abbia bisogno di prender consiglio dalla meteorologia. Ci ba­ sti l'aggiungere che la salute, qùe­ 38 INTSODUZIONB. sto bene tanto prezioso, non cessa mai dall'aver relazione coi fenomeni atmosferici. Ma elevandoci a considerazioni di un ordine ancor più elevato., vedremo coll'avvenire dei grandissimi interessi confidati alle nozioni meteorologiche. La mano dell'uomo mostra da per tutto la sua possa; là trasforma in campagne deliziose paludi infette; altrove spopolando la sommità delle montagne delle loro antiche foreste, rompe l'equilibrio delle correnti atmosferiche ; i venti scatenati versano dei torrenti di pioggia sulle cime snudate, d J onde discendono a devastare le pianure; l'elettricità non viene più sottratta dalle cime conduttrici degli alberi; i rapporti tra i diversi elementi che costituiscono il clima di un paese INTRODUZ IONE. 3ç) sono cangiati. Queste importanti que­ stioni che sono stato l'oggetto d'un premio proposto alcuni anni sono dall'Accademia di Bruxelles, che fu conceduto al signor Moreau deJonnés, hanno relazione con miglioramenti immensi nello stato attuale delle cose. Se non è punto permesso di negare, dietro i numerosi rapporti, giunti da tutte le nostre province, e dietro il confronto dello stato at­ tuale delle paludi Pontine,o di quelle della Francia con ciò che era una ■volta la campagna di Roma ο le antiche Gallie, quanto sia grande l'influenza che il taglio de'boschi, e gli asciugamenti hanno esercitato sulla costituzione fisica del suolo e ■sulle variazioni atmosferiche che vi si fanno sentire, si vedrà che queste ricerche potrebbero insegnarci afor­ 4» D I.VTR0 UZI0NE. mare col mezzo di piantagioni e di ripari saviamente combinati, un cli­ ma che presenterebbe minori irre­ golarità, e maggiori vantaggi di quel­ lo di cui godiamo. Se si pervenisse a ridurre in un piccol numero di leggi fondamentali i fenomeni numerosi di cui si com­ pongono, ad apprezzare in un modo sufficientemente preciso l'influenza delle circostanze locali, a calcolare le modificazioni che ne sono la con­ seguenza, si potrebbe forse giun­ gere a prevedere il corso delle sta­ gioni, con un certo grado di sicu­ rezza j e molto tempo prima. Ben si vede ad un tratto tutta l'impor­ tanza di tale risultamento il quale permetterebbe al coltivatore di com­ binare! suoi lavori e le sue raccol­ te col tempo che dovrebbe ο favo­ INTRODUZIONE. 4 ' l'irle, o arrecar loro nocumento; al marinajo di scegliere per un passo pericoloso l'epoca in cui la sere­ nità dell' atmosfera fosse assicurata. Tali perfezionamenti sarebbero dunque da aggiungersi alle più belle conquiste dello spirito umano , e da annoverarsi tra le più utili applica­ zioni delle scienze fisiche. E, senza dubbio, non si dee punto dispera­ re di giungervi un giorno; poiché per Γ uomo che ignorasse queste due scoperte, non gli sembrerebbe forse di maggior difficoltà il pre­ dire l'istante preciso d'un eclisse e il calcolare rigorosamente la distan­ za degli astri che non il prevedere il tempo? Prenda dunque ciascuno interesse a questa importante con­ quista delle scienze e vi contri­ buisca con ogni possa; in questo 4a INTRODUZIONE. genere di ricerche tutte le osserva­ zioni sono preziose, non e w i do­ cumento che debba essere rigetta­ to; ciascuno infine vede davanti a se un vasto campo dove un ampia messe di risultamenti utili ο gloriosi rimane a raccogliersi. NOZIONI PRELIMINARI ARTICOLO PRIMO D E L L A METEOROLOGIA IH GENEIÌALE. A ANTO nell'ordine fisico quanto nel· l'ordine morale e politico é assai più facile di stabilire delle tcoricbe e di riunire dei principj c l l e (li dedurne delle applicazioni più ο meno immediate. Cosi, mentre la fi­ sica generale riposa sopra fondamenti per cosi dire inconcussi, si incontrano molte quistioni ardue tosto che si richieda alle sue leggi la spiegazione dello stato fisico del globo , stato il quale ne è pure una conseguenza necessaria.La geologia del pari clic la meteorologia sono lungi dal presen­ tare lo stesso grado di certezza della fisica. La Meteorologi^ escluso ciò che appari 44 MM'EOKOLOGIA. tiene alla geografia fisica ed alla geologia, abbraccia le cognizioni della natura, delle proprietà, degli effetti, dell'influenza e delle modificazioni dell'atmosfera. Questa definizione più estesa di quel che l'indichi l'etimologia, più ristretta di quella adottata da alcuni autori, ci sembra circoscrivere la scienza in una mauiera precisa, e determinare isuoi veri limiti. In fatti nello stato attuale delle nostre cognizioni, i vulcani, ed i terremoti non possono far parte della meteorologia; le ricerche delle laro cause e dei loro prodotti appartengono alla geologia ;quella della loro posizione e dei loro effetti forma una parte interessante della geografia fisica. Alcuni altri fenomeni meno importanti sono pure del dominio di questa ultima scienza, oppure appartengono all'astronomia. La meteorologia, così definita, è una scienza di applicazione che riceve i principi e le leggi da più scienze elementari. h'Astvonomia, facendo conoscere i movimenti dei corpi celesti e le forze della gravitazione, ne indica la loro azione sulFatmotfera e sulle acque; la teorica delle MPTEOHOLOGIA. 45 m a r e e , quella dei v e n l i generali e p e r i o ­ dici ne deriva n e c e s s a r i a m e n t e . La Chimica, i n d i c a n d o la n a t u r a l a p r o p r i e t à e le com­ binazioni dei gas che c o m p o n g o n o abitual­ m e n t e l'atmosfera ο vi si i n c o n t r a n o acci­ d e n t a l m e n t e , offre degli elementi preziosi p e r la soluzione d ' a l l r e q u i s t i o n i , come sono quelle della n a t u r a delle mofele, dei fochi fatui, degli o r a g a n i , e e c . I movimenti t a n t o variabili, t a n t o fuggitivi, e si com­ plicati dei v e n t i , delle n u b i , delle m e t e o r e d'ogni specie, sono tuttavia retti dalle leggi invariabili della meccanica, ed egli è n e ­ cessario di conoscere qw*sfeleggi p e r cer­ care di scoprirne gli effetti in mezzo di circostanze e di effetti t a n t o diversi. Ma non avvi forse alcun r a m o della fisica che n o n trovi delle applicazioni nella scienza che n e occupa : le leggi dejla c a d u t a dei corpi e gli effetti d e l l ' u r t o e dello sfregamento spiegano i guasti della pioggia, della gran­ d i n e , e c c . ; le leggi della formazione dei vapori e della loro condensazione ci d a n n o la causa delle n u b i , delle n e b b i e , della p i o g g i a , ecc. Gli effetti dell'irradiazione del calorico ci h a n n o fornito u n a teorica X(5 METEOROLOGIA. Completa della rugiada e della brina. Si é ritrovato nelle leggi della distribuzione del calorico alla superfìcie del globo, la spie­ gazione delle variazioni di temperatura di diversi luoghi, della elevazione e dell'ab­ bassamento di questa temperatura in ra­ gione delle stagioni e delle diverse espo­ sizionijdellc modificazioni che ne risultano nei fenomeni atmosferici. Col sussidio dei principj dell'ottica, si è potuto scoprire la causa di quelle apparenze luminose che, sotto la denominazione di arco baleno, di aloni, di parelii, ecc. si manifestano nel­ Γ atmosfera. L' elettricità ha fatto meglio conoscere i temporali e tutti i fenomeni che ne dipendono. L'elettro­magnetismo ha lasciato trave­ dere la causa delle aurore boreali, ecc. ecc. D'altra parte la fisi· a cogli strumenti de­ licati e precisi che ha fornito alla meteo­ rologia, le ha reso dei servigi non meno importanti; il termometro, il barometro, l'igrometro, gli clettroscopj, e molti altri strumenti sono ad essa dovuti, ed hanno trovato delle felici applicazioni, ai feno­ meni che ci occupano. METEOROLOGIA. 47 Diverse altre scienze hanno del pari dei punti di contatto colla meteorologia d'un genere diverso. Le varie ramificazioni della storia naturale, la Mineralogia, la Bota­ nica, la Zoologia, offrono effetti che sono il risultamento dell'influenza dei fenomeni atmosferici; servono spesso a farceli cono­ scere, prevedere, apprezzare in una ma­ niera più ο meno esatta. La geologia d'una parte ci illumina sullo stato presunto del­ l'atmosfera nelle età le più rimote, e d'al­ tra parte, ci insegna a tener conto delle azioni sotterranee i cui effetti sembrano certi quantunque siano ancora male detcr­ minati. La Geografia fisica finalmente dee essere indispensabilmente consultata; essa fornisce molti dati senza dei quali le mo­ dificazioni dei fenomeni atmosferici sfug­ girebbero alle nostre investigazioni ; tali sonolecorrenti aeree e quelle dell'Oceano, i venti particolari e locali, le tempeste, le trombe, le maree, ecc. La conoscenza del nostro globo, tanto nella sua costitu­ zione geognostica quanto nella descrizione fisica della sua superficie, è dunque spe­ cialmente utile al meteorologo. 48 METEOIÌOLOGU. ARTICOLO SECOND O NOZIONI GENERALI S O M . 'ATMOSFERA. L'atmosfera è quell'inviluppo aereo ο gazoso che circonda la terra da tutte le parti; la sua forma è sferica come quella del globo che essa circonda, e al par di esso è rigonfiata all' equatore in conse­ guenza dellaforza centrifuga prodotta dal movimento di rotazione della terra, e de­ pressa ai poli. Si sa che il peso dell'atmosfera al li­ vello delmareed alla temperatura di o. e è eguale a quello di una colonna d'acqua di 3s piedi (io metri e 36 centimetri in­ circa) ο di 28 pollici (76 centimetri) d! mercurio; questo peso è misurato nel barometro dall' elevazione di questa co­ lonna. A misura diesi ascende nell'atmosfe­ ra, il peso degli strati inferiori dell'aria trovandosi sottraiti, si concepisce come la pressione dee diminuire e con essa l'ele­ vazione della colonna barometrica; questo è appunto ciò che accade, ed è su questo METEOIIOtOGIA. 49 principio che riposa la determinazione delle altezze col mezzo del b a r o m e t r o . Si è cal­ colato che l'atmosfera esercita su t u t t a la superficie del corpo di un uomo di statura m e d i a u n a pressione di circa 3^ mila l i b ­ b r e ο i8oo chilo;;, e che u n cangiamento di una linea nell'altezza del b a r o m e t r o fa v a ­ r i a r e questa pressione di i4o l i b b r e ; ma questo peso è insensibile poiché si c o m ­ pensa coll'agire in t u t t i i sensi,e la forza elastica dei nostri organi v i e proporzio­ nata; ne risulta anco che quan do si ascende nell'atmosfera sia sulle alte m o n t a g n e , sia nei b a l l o n i , d i m i n u e n d o di peso la colonna d ' a r i a , la respirazione diviene penosa , ci s e n t i a m o spossati, e se si continuasse ad ascendere,il sangue sfuggirebbe tosto dai pori della p e l l e . La densità dell' aria atmosferica che si p r e n d e p e r u n i t à d i misura del peso specifico degli altri gas e dei v a p o r i , sta a quella d e l l ' a c q u a nella proporzione di 0,0010790, a d i , vale a d i r e che un litro (1 decimetro) cubico d'aria a o.°e sotto la pressione media di 7IÌ n. m. di m e r c u r i o , pesa ι g. metrico 2936, m e n t r e unlitrod'acqua ne pesa 1000. METEOROLOGIA. 4 5o METEOROLOGIA. Egli è evidente che la densità dell'at­ mosfera è minore all'equatore che ai poli; poiché la forza centrifuga, la distanza dal centro del globo, ed il calore, cause tutte che tendono a diminuire la densità dei­ Varia, trovatisi al massimo all'equatore ed al minimo ai poli ; ma la media altezza del barometro al livello del mare, essendo la stessa per tutto il globo, il peso del­ l'atmosfera è del pari lo stesso; ora questo peso dipende dalla densità e dall' altezza della colonna d'aria, e poiché la densità è minore, bisogna che l'elevazione sia più considerevole. V atmosfera forma dunque due piani inclinati la cui sommità è al­ l'equatore, che alternativamente si ele­ vano ο si abbassano secondo che l'estate ο il verno regnano sopra l'uno ο sopra l'altro emisfero. La sola infl uenza che i corpi celesti pos­ sano esercitare sul nostro globo dipende dalla loro forza di attrazione; le marce dell'atmosfera che debbono risultarne sono però quasi insensibili, e D e Laplace ha calcolato che l'azione combinata del sole e della luna noa poteva punto produrre un METEOROLOGIA. 5Ι Vento fiel t r o p i c o capane di far p e r c o r r e r e all' aria uno spazio di più di ι i / 3 lega p e r giorno , q u a n t i t à t r o p p o piccola p e r essere a p p r e z z a b i l e . In q u a n t o all'azione di Giove ο di V e n e r e , si può calcolare che q u a n d o questi p i a n e t i ci si avvicinano di p i ù agiscono con u n a forza 76 a 82 mille volte m i n o r e di quella del sole. Nulla pare q u i n d i più mal fondato dell'opinione clic attribuisce le variazioni ordinarie del tempo a questa specie d'influenza della l u n a , del s o l e , ed a maggior ragione dei p i a n e t i e delle s t e l l e . L'estensione d e l l ' atmosfera, se la dila­ tazione degli strali n o n variasse p o t r e b ­ b e , d i e t r o il suo peso n o t o , venir d e t e r ­ minata in un modo rigoroso. M a g l i s t r a t i superiori, scaricati dal peso di quelli che trovansi posti pressola superficie della ter­ r a , s i dilatano di più, e, p e r un peso eguale, occupano u n o s p a z i o maggióre. Questa di­ latazione ciò nulla m e n o , non può essere supposta indefinita, p e r c h è l'aria essendo un corpo p e s a n t e , è sottoposta come tutti gli altri corpi, alle leggi dell' attrazione, ed evvi necessariamente un limite in cui Si METEOKOLOOU. l'attrazione dec vincerla sulla forzi di di­ latazione dei gas; ivi dee trovarsi il limile dell'atmosfera. Checché ne sia, i fisici va­ lutano generalmente Valtezza dell'atmosfe­ ra a ι5 ο i6 leghe. l e proprietà fìsiche dell'atmosfera sono generalmente noie, e non evvi alcuno che non sappia, anco senza avervi fatto attenzio­ ne,che é trasparente ad un grado sommo; incolora, quando non trattisi di strati molto densi, poiché in questo caso affetta il bel colore azzurro indicato col nome di az­ zurro celeste; e finalmente inodora. La trasparenza dell'aria divien tanto più grande quanto pi u si ascende nell'atmosfera; e il signor Ramondhadimostrato che essa aumenta notabilmente la forza calorifica dei raggi della luce; cosi nei Pirenei, sul Picco de! mezzogiorno, questo scienziato infiammava i corpi con piccolissime lenti; sopra queste sommità elevate la traspira­ zione degli animali è maggiore a causa della diminuzione del peso dell'aria ; ed ha os­ servato inoltre che lo sriluppamento degli uomini vi è più pronto, che sono più at­ tivi degli abitanti delle pianure basse ed MUTEOnOLOGIA. 5Î umide, ma che il termine della loro esi­ stenza vi è molto accelerato. In tal modo tutto si incatena. Mentre non si crede di ritrovare nell'altezza del barometro che la misura del peso dell'atmosfera, sarebbe inai possibile che si giungesse a misurare con esso il grado di energia, e d'attività dei popoli e della durata media della vita ? In quanto alle proprietà cltimiche. del­ 1' atmosfera, non sono molti anni che Γ analisi é giunta a far conoscere la sua composizione; infatti si sa attualmente che l'aria é essenzialmente formata di due gas considerati sino al presente come elemen­ tari od indecomponibili, cioè ; Γ ossigeno, principio di vita,di combustione, di atti­ vità,che fa parte dell'atmosfera nella pro­ porzione di 2i centesimi ; e 1'αζοίο, prin­ cipio in qualche maniera negativo,e la cui funzione sembra essere quella di temperare l'azione troppo forte del primo; l'atmosfera ne contiene nella proporzione di 79 cen* tesimi.L'unione intima di questi due gas forma Γ aria nella quale ci troviamo im­ mersi, che respiriamo, che mantiene la vita degli ammali e 1* combu«lienc. J/ METEOl'.OLOGU. L'atmosfera contiene inoltre ma in pro» porzioni variabili, diversi altri corpi, cioè i.° Il gas acido carbonico prodotto dalla combustione e dalla respirazione degli ani' mali, indispensabile all'esistenza dei vege­ tabili ; entra di rado nell' atmosfera per più di un centesimo; — a." Il vapor d'acqua, la cui debole quantità è causa di siccità v, la cui abbondanza produce l'umidità e la pioggia; null'evvi di più variabile nel, l'atmosfera della proporzionr,e delle forme dei vapori d'acqua, cui si debbono le nubi e le nebbie, le quali sotto un altro stato danno all'aria quella inusitata trasparenza che annuncia un cangiamento di tempo ; e finalmente quando sono condensati per diverse cause , si precipitano sulla terra sotto forma di pioggia, di neve, di gran­ dine. Essendo il calore Γ agente che da origine al vapore e lo conserva sotto queste forme , ne risulta che, tutte le cose d'al­ tronde eguali , esso si discioglie nell' at­ mosfera in tanto maggior quantità, quanto più elevata è la temperatura, ma in questo Caso la sua condensazione è anco altret­ tanto più difficile. — 3.9 I gas ed i vapori METEOROLOGIA. 55 diffusi accidentalmente nell'aria in conse­ guenza della decomposizione delle sostanze vegetali ed animali e p e r certe azioni c h i ­ m i c h e , come i miasmi e le emanazioni d'ogni g e n e r e ; gli strumenti i più perfetti della chimica non h a n n o ancora potuto fornire il mezzo di raccogliere questi corpi nei luoghi stessi,dove i loro effetti m a n i ­ festano la loro esistenza in una m a n i e r a sgraziatamente t r o p p o evidente. — 4·° I " fine, in alcune circostanze p a r t i c o l a r i , ο secondo alcuni autori, l'atmosfera contiene quasi p e r p e t u a m e n t e , specialmente presso della superficie della terra, diversi corpi solidi tenuti in s o s p e n s i o n e , come la pol­ vere, alcune parti saline, e secondo t u t t a / l'apparenza anche dei germi di produzioni vegetali ed animali. La somma facilità colla quale l'atmosfera si contrae e si dilata, la grande elasticità che possedono tutti i gas e la loro flui­ dità, sono causa che vi si stabilisce facil­ m e n t e delle c o r r e n t i in diversi sensi ; i movimeli li dell'alia ο i venti sono d u n q u e una conseguenza necessaria delle proprie­ tà fisiche d e l l ' a t m o s f e r a . Questi movi­ 56 METEOROLOGIA. menti vengono ad essa impressi dall' ac­ cumulazione ο dalla precipitazione dei vapori acquei; dall'influenza dei corpi celesti che agiscono sull'atmos/'era nella stessa maniera clie sull'Oceano e vi pro­ ducono degli effetti analoghi alle maree; dal calore solare che secondo le stagioni e le ore del giorno, dilata inegualmente gli strati aerei; dalla forma e dalla na­ tura dei continenti e dei mari che fer­ mano od accelerano , in una parola mo­ dificano questi movimenti in mille modi. Finalmente, anche dall'azione dell' elet­ tricità e del magnetismo. DIVISIONE D ELL' OPERA. L'indicazione da noi fatta delle pro­ prietà dell'atmosfera fornirebbe forse delle divisioni più scientifiche della Meteoro­ logia , il cui studio diverrebbe completo colla descrizione degli strumenti e col­ Γ indicazione dei segni che annunciano tale ο tale altra predisposizione dell' at­ mosfera, ma nello stato attuale della scien­ za tenza. abbandonare questo piano iulie­ METEOIIOLOGIA. 5^ ramente,crediamo più opportuno di adot­ tare le divisioni generalmente ammesse, le quali d'altronde offrono il vantaggio di classificare con sufficiente metodo i fenomeni atmosferici e di ravvicinare quelli che hanno tra loro il maggior rapporto. I fenomeni meteorici si dividono quasi universalmente in Meteore aeree _, acquee ed ignee, cui si aggiunge una divisione delle meteore terrestri quando si crede di dover collocare colla meteorologia i vul­ cani ed i terremoti; ma noi non faremo che accennarle in quest' operetta ; in quan­ to alle meteore aeree, acquee ed ignee, principieremo dal far conoscere i feno­ meni che appartengono a ciascuna di que­ ste divisioni. Nella seconda parte descri­ veremo gli strumenti stati inventali per osservare ο calcolare questi fenomeni ; indicheremo anche i segni diversi che ne dinotano le apparizioni più ο meno anticipatamente; ed in fine farem cono­ scere le principali operazioni degli Osser­ vatori, la maniera di eseguirle, quella di formare e di studiare le raccolte, le ta­ vole e gli almanacchi meteorologici ecc. F A R T E FRIMA '''■' D ELLE î ' METEORE IN PARTICOLARE. S * Uftit ■ il. .lo CAPITOLO J'KIMO DELLE METEORE AEREE. -'Τ''' 1 '' X J E meteore aeree le più notabili sono _ senza d u b b i o i venti , ma 1' i m p o r t a n z a ­.­.. degli effètti del calore sull' atmosfera ci costringe a t r a t t a r n e nella p r i m a sezione : (.[(lesto capitolo t r a t t e r à in oltre eli alcuni fenomeni che vengono prodotti dalla co­ stituzione fisica , ο dalle modificazioni chimiche dell'aria, come gli echi, i fuochi Ì 4 t u i , gli effluvi ' l e " " p a l u d i e c c ^ DELLE METEOltE AEREE. 59 SEZIONE PRIMA Degli effetti del calore siili' atmosfera. Le variazioni della temperatura nelle diverse parti della superficie della terra m e r i t a n o la nostra attenzione p r i m a di ogni altra cosa , poiché non solo questi fenomeni sono p e r loro stessi di grande i m p o r t a n z a , ma influiscono inoltre pot e n t e m e n t e sugli altri cangiamenti nello slato del t e m p o . Questi cangiamenti vengono osservati col mezzo dei termometri c h e descriveremo in seguito. Temperatimi media. La cosa la più essenziale da conoscersi si è la temperatili» media del giorno in un d e t e r m i n a t o luogo. Il metodo il più esatto per giungere allo scopo si e di osservare il t e r m o m e t r o a b r e v i intervalli regolari, di sommar e t u t t e queste t e m p e r a t u r e e di d i r i d e r e pel n u m e r o delle osservazioni ; il queziente darà p e r r i s u l t a m e n t o la media t e m p e r a t u r a del giorno , del mese, d e l . l ' a n n o j 0 di q u a l u n q u e altro p e r i o d o d l 6θ DELLE METEORE AEREE. tempo duraute il quale si saranno con­ tinuate le osservazioni. Quanto più gli in­ tervalli delle osservazioni saranno brevi, tanto più esatto ne sarà il risultamento. Essendo questo metodo assai incomodo , si è proposto di sostituirvi altri espedienti; si riconobbe la necessità di limitare le osservazioni a due ο tre nello spazio di 24 ore , poiché qualunque siano i van­ taggi di moltiplicarle molto , poche sono Je persone che abbiano il comodo e la pazienza di eseguirle. Questo però non è applicabile che alle osservazioni termometriche, nel modo che vengono eseguite ordinariamente ; poiché si sco­ prirà forse un metodo di conoscere colla più grande esattezza la vera temperatura media con una sola osservazione ; e il Dott. Brewster ha di già proposto per giungervi uno strumento al quale ha dato la denominazione di orologio atmosferico. Del resto , passeremo ad indicare quali siano le osservazioni le più proprie per dare la più grande approssimazione possi­ bile nella ricerca della temperatura media. Si é ritrovato che il mezzo il più sicu­ DELLE METEORE AEREE. 6l ro è quello di osservare il grado il più elevato ed il più basso e di prender la media di questi due numeri; questo metodo dà la temperatura media con tanta esattezza quanto con i44° osservazioni fatte ciascun giorno. Il punto il più elevato del termometro si osserva generalmente a 2 ore dopo mezzogiorno, e il più basso nel momento della levala del sole; del resto, tutte queste incertezze scompajono quando si fa uso del lermometro a maximum et a minimum, che ne spiace di vedere così poco diffuso. Evvi anche un altro motivo che dee far accordare la preferenza a questo mezzo ; ed è che la legge della distribuzione del calore sul nostro globo non può essere scoperta che coll'esperienza, e che le ore delle osservazioni che debbono fornire la temperatura media, variando secondo i luoghi , le epoche ed i climi, ne risulterebbe dall'adottamento generale del proposto modo di osservazione, che tutte le raccolte meteorologiche farebbero uso di una stessa lingua, e porrebbero in piena luce uno stesso fatto tìsico diversamente modificato. 62 DELLE METEORE ΛΕΓ.ΕΕ. L ' esperienza ha dimostrato che la tfrrt» p e r a t u r a indicata dalle osservazioui di io ore del mattino e di i o ore della sera,for­ nisce anche con bastante asattezza la tem­ p e r a t u r a media del giorno. Q u e l l a del­ l ' a n n o viene ottenuta con bastante esat­ tezza dalla osservazione della t e m p e r a t u r a massima e minima di ciascun giorno del mese d ' o t t o b r e . Se si vuol limitare le os­ servazioni ad una sola p e r giorno, si dee eseguirla alle ore 8 1/2, della m a t t i n a . Ma il mezzo il più sicuro ed il migliore si é quello di esaminare la t e m p e r a t u r a delle ricche sorgenti difese dal s o l e , e non m i n e r a l i ; p r e n d e n d o una sola volta con precisione la t e m p e r a t u r a di una sorgente che proceda da grande profondità, 0 d'un pozzo le cui acque si rinnovino s p e s s o , ei ottiene con molta esattezza la t e m p e ­ r a t u r a inedia di un luogo. Variazioni di temperatura. È chiaro che ad una certa profondità la t e m p e r a t u r a non d o v r e b b e variare q u a n d o il r a l o r c e n ­ trale della terra non vi avesse azione· ma la t e m p e r a t u r a cresce a misura elicsi p e ­ n e t r a più a d d e n t r o nel nostro g l o b o ; ed BELLE METEORE AEREE. 63 è slato riconosciuto dal signor Cordier nel suo bel lavoro su questo soggetto, che tale aumentazione è di un grado per ogni i3 metri in certi luoghi e per ogni 5y metri in altre località. Egli è provato die nelle cantine dell'osservatorio di Parigi, cioè a dire a 86 piedi al di sotto della superficie del suolo, la temperatura non varia punto durante l'anno di i/ioo, di grado, quantunque siasuperiore alla temperatura media di Parigi di 8/ìo, di grado. Si può dunqueritenere chela temperatura di una profondità di 25 piedi al di sotto della superficie delsuolo coincide con sufficiente precisione colla temperatura media del luogo. Si é riconosciuto col mezzo del termometro posto a diverse profondità da un piede sino ad otto die regna nel suolo una corrente regolare di calore durante l'estate pel tempo in cui la temperatura media dell'atmosfera è più elevata di quella dell'interno; ed al contrario, durante il verno la corrente si dirige verso la superficie per compensare il difetto di calore prodotto dal freddo esterno. In questa (3ί DELLE METEORE AEREE. maniera ad una certa profondità, 1'equi­ librio di temperatura della terra si stabi­ lisce gradatamente edlialuogo due volle all' anno nel maggio e nel!' ottobre. Ciò che noi sappiamo della natura e della pro­ pagazione del calore non ci permette di dubitare dell' esistenza di una tale cor­ rente.; ma, per calcolarla, bisogna ancora tener calcolo della influenza della pioggia che trasmette essa pure il calore ed il freddo nell'interno della terra. Il calore in­ tenso dell'estate del i8a5, si è fatto sentire a grandissime profonditàjsi sa che la tempe­ ratura delle cantine, che è pure la tempera­ tura media dell'anno, è a Parigi di circa n . Q i/â centigradi; il termometro a 25 piedi al di sotto del suolo ha segnato n . ° 5 a i5 p. i5 a 5 p. i8 a 3 p. 22 ; nella sabbia della superficie 53 e nella terra nera 55. Risulta da osservazioni fatte che il ter­ mometro garantito dai riverberi non può in alcun luogo oltreppassare il grado 46 sulle terre e il grado 3o i n f i m o mare, e che il maggior grado di freddo che siasi osservato sul nostro globo è stato di 5o al di sotto di o. DELLE METEOKE AEREE. 65 Temperatura dei climi. I diversi climi d e ' varj paesi del globo d i p e n d o n o spec i a l m e n t e dalla loro posizione riguardo al sole. All'equatore dove q u e s t o astro vibra p e r p e n d i c o l a r m e n t e i suoi raggi, una eguale superfìcie d i suolo riceve u n a maggior q u a n t i t à di calore e di l u c e , che non i paesi posti verso i p o l i ; questo effetto dei raggi verticali è p u r a n c h e a u m e n t a t o da ciò, ebe il loro c a m m i n o a traverso gli strati atmosferici che n e assorbono una p a r t e , è m e n o considerevole di quello dei raggi o b b l i q u i . B o u g u e r ha calcolato, s u p p o n e n do c h e la luce ed il calore agiscano n e l l'egual modo, che alla l a t i t u d i n e di 4-r>° 8 ° parli sopra too sono trasmessi al mezzogiorno nel mese di luglio e soltanto 55 in dicembre. Il calore i n t e r c e t t a t o dall'atmosfera è spesso, non già i n t i e r a m e n t e , ma in gran parte p e r d u t o pel clima delle regioni vicine, a motivo della dispersione che subisce in causa degli strati a t m o sferici. Si vede poi che pei paesi temp e r a t i , il clima si avvicina a quello d e l l ' e q u a t o r e d u r a n t e l ' e s t a t e , poiché l'altezza del sole vi è più g r a n d e , e a MF.TEOTinr.OGIA. : "' 66 DELLE METEORE ABKEE. quello delle regioni polari durante il verno. Temperatura delle stagioni. Quantunque la parte della terra che noi abitiamo sia più vicina al sole di i/3a nell' inverno che nell'estate, di maniera che la quantità del calore che noi riceviamo è come IO'Î a 96; pure vi jonodiver.se cause che spiegano perfettamente le ineguaglianze di temperatura delle nostre stagioni. La prima si è l'inegual durata del giorno e libila notte; tutte le volte che la terra riceverà maggior calore durante il giorno di quello che non perderà durante la notte, la temperatura aumenterà ; nel caso contrario diminuera. La seconda causa si è la direzione sotto la quale i raggi del sole ci pervengono ; nel verno , in cui giungono obbliquamentc, hanno ad attraversare una maggiore estenzione di atmosfera, ed in oltre degli strati più densi; l'aria ne assorbe dunque assai più che d'estate. Una terza eausa si è che una superficie data riceve tanto maggior numerodi raggi e ne riflette tanto meno quanto più essi giungono perpendicolarmente; ed DELLE ΜΕΤΕΟΓ.Ε AEREE. 6^ il calore è proporzionato ai raggi assor­ biti. Le stagioni, d'un auno all'altro, sem­ brano molto irregolari perl'influenza delle cause variabili, quali sono i venti, i ghiacci polari, le piogge, e c ; ma quando si riu­ nisce un seguito di osservazioni bastante­ mente lungo, si rileva che la temperatura è "costantemente crescente e decrescente durante tutto l'anno, in forza delle cause che abbiamo indicate. Linee isotermiche_, isotere e isochimenc. Sotto la zona torrida la temperatura è uniforme in tutti i luoghi, ma a ij8° essa varia molto secondo certe circostanze lo­ cali, e specialmente in ragione della espo­ sizione. Questo è il motivo per cui si sono tracciate le linee isoter/niciie ossia di egual temperatura. Appartiene alla geografia fì­ sica il tener dietro alla particolarilà ; a noi basterà qui il dire clic nei climi tem­ perati le coste orientali di tutti i conti­ nenti e delle isole considerevoli hanno una temperatura inferiore a quella delle coste occidentali; come si osserva spe­ cialmente agli Stati­Uniti d'America β alla China. Questa differenza iucomin­ 6 8 D ELLE METEORE ΛΕΠΕΕ. eia ad essere sensibile a 23° 27 m. i/à; Dia rssa aumenta a misura che si procede verso ilnoril, e diviene assai più notevole .Ê a 48° 5.0 m. Così a Quebec, che è alla 1 stessa latitudine di La Rochelle, il freddo | vi cassai più forte; si verifica lo stesso a Pekin, la cui latitudine è eguale a quella di Napoli e la cui temperatura è più fredda di quella di Parigi. La stessa causa che innalza le linee isotermiche, diminuisce le i| ineguaglianze di temperatura delle sta­ J gioni; così esse presentano miuori varia­ | zioni a Parigi che a Pekin ed agli Stati­ * Uniti. Le località influiscono pure grandemen­ te sulle linee di egual calore d' estate e di egual freddo d' inverno, le quali non coincidono punto colle linee isotermiche, ed hanno ricevuto il nome di Linee Isolere e lsoclùmcne. La geografia fisica farà egualmente co­ noscere la loro situazione. In quanto alle cause di queste varia­ zioni di temperatura, esse sono ancora Cfu.isi ignote; la spiegazione la più sod­ .disfacente le attribuisce ai venti d'ouest DELLE METEORE AEREE. 6Q die dominano nei climi temperali, e che, dopo d'aver attraversalo una grande esten, sione di mare, quando colpiscono le co­ ste occidentali dei continenti, debbono produrvi un deposito di umidità, e per conseguenza render libera una grande quantità di calorico latente. Del resto il signor Cordier nel suo bel lavoro sul calorico centrale del globo ter­ restre, attribuisce la maggior parte delle anomalie di temperatura, osservate in mol­ tissimi luoglii e che non permettono punto di calcolare il clima di un paese dietro la sua latitudine , alla minore densità ο alla più perfetta conducibilità degli strati geologici che inviluppano il liquido in­ terno allo stato d' incandescenza; il che deve produrre in queste località una temperatura costantemente più elevata di quello che corrisponderebbe alla loro la­ titudine. Diversi fisici hanno supposto che la ter­ ra divenisse progressivamente più calda nel decorrer dei secoli, mentre altri cre­ dono che il calore si esaurisca. Queste due opinioni, e specialmente la prima, ^O D E L L E METKOliiì ΛΕΙ1ΕΕ. sembrano poco probabili : alcune circo­ stanze particolari bastano per ispiegare Je variazioni locali: si è infatti potuto no­ tare che il clima dell'America diviene as­ sai pili caldo da che una gran parte della sua superficie è stata spogliata dall'uomo delle sue fìtte foreste , ed a giudicarne dalle descrizioni degli antichi, sembra che altre volte in Europa i verni fossero as­ sai più freddi che attualmente. Temperatura dei mari. limare si riscalda meno delle terre, a causa della maggior ([unititi di acqua che si evapora, e a motivo che i raggi del sole vi penetrano a grandi profondità e producono per con­ seguenza minore effetto sulla sua superi ficie. Il mare si raffredda anco più lenta, mente, perché quando la temperatura degli strati superiori diminuisce , essi diven­ gono più pesanti e cadono al fondo. Que­ sto è ciò che spiega il perchè un termo­ metro si abbassa in generale a misura che lo si immerge a maggiori profondità; ma se ne era conchiuso a torlo che il fondo dei mari fosse agghiacciato, poiché que­ sta diminuzione di temperatura sembra DELLE METEORE ΛΕΓ.ΕΕ. ηΐ die non oltrepassi il maximum di densità dell'acqua, vale adire 4° 4 ·*«*"' ■ ' < slessa ragione il mare è più freddo della terra nei climi caldi e durante il giorno, men­ tre esso è più cajdo nei climi freddi e durante la notte. Ciò non ostante que­ ste circostanze si bilanciano, di maniera cite la sua temperatura media e la stessa; ne risulta solo che il mare soffro minori variazioni di temperatura. Le coste e le isole partecipano di questa condizione ; la temperatura media si è la stessa die noli' interno delle terre, ma gli estremi «•variano spesso in modo assai sensibile , ciò che produce nella vegetazione delle grandi differenze; l'Inghilterra, l'isola di Guernesey , la costa di Cherborug , ec. ne offrono degli esempi rimarchevoli, poi­ ché vi si osservalo prosperare in piena terra senza ripari molti vegetabili che al centro della Francia debbonsi custo­ dire nelle serre. In quanto all' evapora­ zione che dovrebbe raffreddare il mare, accade che i vapori nel condensarsi in pioggia su di esso , gli restituiscono uà egual quantità di calore· ,i»^.~y ,,-4-' yZ DKLDE METEOKE AEUEE. Influenza del gelo e del disgelo. L'alternativa del gelo e del disgelo è forse ancor essa una delle cause che contribuisce ad aumentare il freddo nei climi temperati. Il signor Prévost ha osservato che il gelo procede avanti più ceJeremente del disgelo, e che per ciò una data quantità di calore dee esser renduto libera nel primo caso più presto di quello che venga assorbita nel secondo caso ; e siccome il calore reso libero in tal maniera si disperde in tutti i sensi, mentre una picciolissirna parte ne è ritenuta dai corpi circostanti, ne risulta che nelle alternative di gelo e di disgelo vi è più perdita che guadagno di calore, di maniera che dove il gelo si è già formato, esso dee aumentarsi per questo stesso motivo. Tale effetto si manifesta dovunque geli, cioè sino verso il grado 35 di latitudine. Temperatura delle alte regioni dell'aria. L' atmosfera viene pochissimo riscaldata dal passaggio dei raggi solari : essa dee dunque essere più fredda della superficie della terra, e per la stessa ragione le alte DELLE METEORE AEREE, "jì montagne e le terrete più esposte all'azione dell'atmosfera debbono sempre essere più fredde delle località poste più· vicine al livello del mare. L' atmosfera dee pure, come viene provato dall' esperienza, essere tanto più fredda quanto più si va in alto; in fatti lutti i corpi contengono una certa quantità di calorico reso latente od invisibile ; il grande calore emesso dai vapori d! acqua che si condensano ne è una prova evidente ; ora, l'aria contiene tanto più di calorico latente quanto più è rarefatta ; ciò che è dimostrato anche dall'acciarino pneumatico che rende libero, quando lo si comprime, un calor sufficiente per accendere l'esca; assorbendo l'aria poco calore per irradiazione, e al contrario assorbendone molto per contatto,ne risulta che sidee stabilire una corrente d'aria ascendente che si dilata quando è giunta ad una certa altezza, e produce del freddo assorbendo la quantità di calorico necessario per mantenere questo stato di dilatazione. Nel caso dunque"che incontrinsi in queste re·* gioni elevate dei corpi più caldi . dovrà •j4 DELLE ΜΕΤΕΟΠΕ AE1ÌEE, raffreddarli molto togliendo loro il calo­ rico elle le manca. Questa spiegazione, do­ vuta al signor Arago, rende conto in modo soddisfacente delle nevi perpetue e del raffreddamento che si prova coll'innalzarsi nell'ai mosfera. Temperatura dei due emisfèri. L'emisfero settentrionale è un poco più caldo dell'emi­ sfero australe, forse a causadella maggiore estensione dei continenti clie l'occupano, ed anche della maggior durata della state di questo emisfero; poiché quantunque sia stato osservato da lungo tempo da Simpson che le diversità di distanza dal sole sono esattamente compensate dalle variazioni di celerità della terra nella sua orbita, per ciò che concerne la quantità totale del calore ricevutoda un lato dei punti equi­ noziali; pure è stato dimostrato da Pré­ vost che, secondo tutte le probabilità, la stessa quantità di calore produce maggiore effetto quando viene ricevuto più lenta­ mente, perchè la porzione di calore per­ duta dall'irradiazione è tanto più grande quanto più elevata é la temperatura. Egli è perchè l'excentricità dell' orbita terre­ ΒΕΜ,Ε METEORE AEIÌEE. 73 stre espone Γ emisfero boreale verso il sole per sette od otto giorni di più che l'altro emisfero, che i verni del primo deb­ bono essere più dolci di quelli del se­ condo , ciò che compensa il maggior ca­ lore fornito a questo emisfero durante una stale più breve, ο dovuto ad una mag­ gior prossimità al sole. Ma rimane sem­ pre senza compensazione la causa del mag­ gior freddo prodotto dall' estensione dei mari, ciò che produce durante la state una più considerevole evaporazione d'acqua, e quindi un assorbimento maggiore di ca­ lorico, e durante il verno una formazione di ghiaccio del pari maggiore, dal che ri­ sulta un' effetto analogo quando esso si discioglie. Il confronto di questa differenza di temperatura dei due emisferi non e esattamente nota. 1 ghiacci polari si stendono a 9 0 circa dal polo nord e a 18 ο 20 e in al­ cune parti a 3o dal polo sud. I ghiacci natanti giungono accidental nirnte n o due emisferi sino a 4o a dai poli, e talvolta se ne sono incontrati sotto la latitudine di 4i 0 42 e sino a 48 nel!' emisfero ^6 DELLE METEORE AEREE. australe. Tra il 54 e il 60 di latitudine sud, la neve sulle spiagge del mare copre il suolo anche durante l'estate. Egli è importante, per valutare la temperatura media di un luogo, di conoscere la sua elevazione al di sopra del livello del mare. In generale il termometro si abbassa di un grado per 170 metri di elevazione ; si può in tal modo calcolare a quale altezza il gelo continui sempre, e dedurne la linea delle nevi perpetue. All'equatore questa linea trovasi ad una lega oaa4oo tese (4,677 m. 68) aldi sopra della superficie del mare; a Teneriffa a gradi 28 di latitudine a due miglia; ne' Pirenei a Circa i4ootese ;sotto la latitudine di Londraedi Parigi ad un poco più di un miglio, eda8o di latitudine nord soltanto a 1200 piedi. Diverse osservazioni danno per temperatura media, a Londra io al di sopra di 0 ; a Parigi 11° 1/2, a Roma ed a Montpellier i5° 1/2, all' isola di Madera 2 1 0 , ed alla Giammaica 26 p . Dietro le osservazioni del capitano Parry, la temperatura delle regioni polari sarebbe assai fredda; poiché quella dell'isola Melville a 75? di DELLE ΜΕΤΕΟΓ.Ε ΑΕΓ.ΕΕ. JJ latitudine, è di 19e al di solto di 0, vale a dire ad un di presso eguale a quella del grado estremo di freddo che si sof­ fre a Parigi ; per cinque mesi il mercu­ rio esposto all' aria si congela natural­ mente , e ciò non ostante sussistono in questi climi aghiacciati moltissimi esseri viventi. Non si conosce ancora per espe­ rienza la temperatura propria detlo stesse polo, al quale non si é potuto giungere; ma il signor Arago crede che si possa fis­ sarne la media a 20° al di sotto di o. Quanto mai, dietro queste osservazioni e questi calcoli erano erronee le singolari opinioni degli antichi meteorologi che so­ stenevano che un estale universale, cioè a dire una temperatura media regnava da per lutto durante i mesi di giugno , lu­ glio ed agosto ; oppure che una prima­ vera perpetua regnava al polo; od infine che la sua temperatura media era cir­ ca a o° .' Cause particolari di variazioni di tempe­ ratura. Sonvi diverse cause di calore e di freddoindipendcnli dall'azione immediata del sole. Laonde si e osservato che quando. »iS DELLE METEORE AEREE. il tempo è chiaro e che una nube passa al di sopra del luogo dell' osservatore, il termometro s'innalza spesso e quasi su­ bitamente di uno 0 due gradi. Si è spie­ gato questo fatto col paragonare la nube ad una veste clic conserva il calore im­ pedendo I' irradiazione della terra, e che anzi la riverbera ; la nube può anco es­ sere stata condensala e trovarsi ad una temperatura più elevata di quella della terra. Il signor Six ha osservato che con un cielo senza nubi l'aria che giace sul suolo é più fredda durante la notte e più calda durante il giorno di più gradi del­ l' aria che trovasi a qualche piede al di sotto della terra. Questa circostanza ed altre modificazioni analoghe dipendono da fenomeni d'irradiazioni del calore, e for­ se anco dalle differenze dell'evaporazione alla superficie della terra, le quali pro­ ducono delle variazioni nel raffreddamen­ to in ragione dello stato dell' atmosfera. Finalmente, da un certo numero di anni, gli astronomi osservano con diligenza e con impegno le macchie che si vedono nel disco solare, si spera, dietro Γ opinione DELLE METEORE ΛΕΠΕΕ. 79 d'Herschel, di trovare qualche relazione tra queste macchie e la temperatura che possiede il nostro globo nei diversi anni. Sembra che il mese di marzo sia quello nel quale se ne osservino in maggior numero. SEZIONE SECOND A Dei movimenti dell' atmosfera ο dei l'cnli. I movimenti dell'aria che costituiscono i venli ricevono la loro denominazione dalla parte dell'orizzonte da cui giungono. Per distinguerli, si è tonnata la Rota dei venti (T. 1 fig. ι), la quale è divisa in un maggiore ο minor numero di arie ο di rombi. I principali coincidono coi quat­ tro punti cardinali, il Nord, il Sud, l'Ouest, e l'Est; gli spazj intermedi ricevono i no­ mi di Nord­Ouest, Nord­Est, Sud­Ouest Sud­Est; i punti tra queste divisioni se­ condarie hanno essi pure ricevuto dei no­ mi composti, coinè Nord­Nord­Est, N.­N.­E. Est­Nord­Est, E.­N. E., ec. È inutile di spingere più oltre questa suddivisione che non giova che alle persone di mure. " "­ ' ■ ■«'­.­,V' ■ ' ■ ' · ' ' ' So « DELLE METEORE AEREE. I venti o, p e r indicarli con una espressione che ne dà u n ' i d r a molto esatta, le c o r r e n t i d' aria , p r e n d o n o origine dalle condensazioni e dalle rarefazioni nella massa d e l l ' atmosfera. Si è verificato d i e i venti violenti sono dovuti ad una r a r e fazione analoga a quella che v e r r e b b e p r o d o t t a in una massa liquida dall'apertura di una c a t e r a t t a ; in fatti q u e s t i v e n t i , se spirano dal n o r d , p e r e s e m p i o , non si p r o p a g a n o p u n t o dal n o r d al s u d , ma al c o n t r a r i o i n c o m i n c e r a n n o a soffiare dal sud al n o r d . Le cause principali dei venti è certam e n t e la variata distribuzione del calore n e i r a t m o s f e r a , la q u a l e modifica contin u a m e n t e la sua d e n s i t à , e sconcerta l'equilibrio della sua massa; quindi la p r e s e n za del sole agisce alla superficie del globo riscaldando e dilatando gli strati inferiori d e l l ' a r i a ; la sua azione calorifica v i e n e c o n s i d e r a b i l m e n t e d i m i n u i t a dalla obliquità dei r a g g i ; il calore si accumula, assai più p r o n t a m e n t e sulle t e r r e che sullo a c q u e ; l ' e s i s t e n z a dei c o n t i n e n t i e dei m a r i , le alternative del giorno e della DELIE MIÏTEOKE AEBEE. 8[ n o t t e , la successione delle stagioni, sono d u n q u e le principali sorgenti p e r p e t u e delle correnti atmosferiche. I venti sono t a l m e n t e variabili, che n o n sembrano al p r i n c i p i o sottoposti ad alcuna legge g e n e r a l e ; ciò non ostante Is osservazione di u n a certa regolarità •nel loro r i t o r n o , ha c o n d o t t o a d a r n e i n p i ù casi u n a spiegazione soddisfa­ cente. Si può dividerli in generali ο costatiti, e periodici ed in irregolari ο variabili; e ■ridurli in sette classi distinte; i. Q la ten­ denza generale dei movimenti d e l l ' aria, dal n o r d e s t e dal sud­est verso l ' e q u a ­ t o r e , nelle latitudini al di sotto di 3 o ; 2. t t la non coincidenza di questo movi­ : m e n t o generale colla linea d e l l ' e q u a t o r e ; 3. Q i monsoni che v a r i a n o , d u e volte al­ l' a n n o ; 4 ° i deboli venti regolari di terra e di mare ; 5.° la preminenza dei venti d' ouest tra il 3 o " ed il 4 o ° , spe­ z i a l m e n t e n e l l ' e m i s f e r o a u s t r a l e ; 6.° le modificazioni locali a cui sono sottoposti questi effetti generali; 7." finalmente gli oragani e le t e m p e s t e . ; .>' METEOIÌOLOUIA. 6 82 DELLE METEORE ΑΕΓ,ΕΕ. §. Ι. Penti generali. Penti alisei. Questa corrente atmosfe­ rica costante, che regna nelle vicinanze dell'equatore e la sua tendenza generale verso l'ouest, vengono perfettamente spie­ gate dalla teorica d'Halley relativa alla differenza del movimento di rotazione delle diverse parti dell' atmosfera , combinata colle correnti prodotte dalla temperatura più notevole all' equatore (fìg. 2). In fatti i raggi del sole, dilatando 1' aria nelle vicinanze dell' equatore ed obbli­ gandola per conseguenza ad innalzarsi , producono nelle regioni inferiori dell'at­ mosferaunacorrente che affluisce dal nord e dal mezzogiorno verso Γ equatore, per prendere il posto dell'aria riscaldata; sic­ come il movimento di rotazione della terra é più grande all' equatore ed è diretto verso l'est, ne risulta che l'aria che giunge dai poli pare che si porti verso l'ouest, e che per la combinazione dei due mo­ vimenti, la corrente si dirige nell' emi­ sfero boreale dal nord est al sud­ouest, DELLE METEORE AEREE. 83 e nell'emisfero australe dal sud­est al nord­ ouest. Veneticlo tosto le due correnti ad incontrarsi , le loro impulsioni dal nord e dal sud si combinano, e riunite, sof­ fiano direttamente verso l'ouest colla loro forza accumulata. Questa forza fatta dedu­ zione dell'attrito sulle terree sulle acque, e delle diverse cause di ritardo, può es­ sere valutata corrispondente ad una ce­ lerità di 6 leghe all' ora prima dell' in­ contro e di i l leghe 1/2 dopo la riunio­ ne delle due correnti. Questo incontro ha luogo ora al nord ed ora al sud dell' equatore in conse­ guenza dell'andamento delle stagioni, il che è causa che alternativamente l'emi­ sfero boreale ed australe sono Γ uno pia dell' altro riscaldati; e siccome l'emisfero che noi abitiamo offre una maggior su­ perfìcie di terre dell'altra e si riscalda di più, così ne risulta che la media dire­ zione dei venti alisei non coincide punto colla linea dell'equatore, ma si piega a 3 gradi di latitudine nord. Questa non coincidenza del vento aliseo colla li­ nea dell' equatore costituisce la secon­. 84. D ELLE ΜΕΤΕΟΓ.Ε ΑΕΓ.ΕΕ. ria modificazione delle correnti atmosfe­ riche. Corrente supcriore verso ì poli. L'afflusso dell'aria del nord e del sud verso l'equa­ tore, che produce il vento aliseo e che va a prendere il posto dell'aria innalzata dal calore nelle alte regioni dell' atmo­ sfera, dee necessariamente essere compen­ sata da una corrente superiore che tras­ porti l'aria verso i poli. L' esistenza di questa grande corrente d'aria superiore dall'equatore ai poli, è stata confermata dal signor Ramond, che ha riconosciuto che sul picco del Mez­ zogiorno, sommità la più elevata de' Pi­ renei, il vento soffia quasi costantemente dal sud. 11 signor D e Humboldt ha fatto un'eguale osservazione sul picco di Te­ neritTa. ■>* I venti alisei sono la causa della grande corrente del golfo del Messico, designata col nome di Golf Strem, la quale esiste nel­ l'Oceano Atlantico, e che trasporta le acque del mare con tanta rapidità sulle coste orientali d'America. La forma del conti­ nente e delle coste modifica la sua dire­ DELLE METEOHE AEREE. 85 zione, e fa che non segua sempre le rive; varia anco molto di larghezza, ma arriva a Terra­Nuova con una temperatura diao a talmente costante che la si consulta per riconoscere approssimativamente la po­ sizione in mare. Questa corrente si di­ rige in seguito da una parte verso l'Is­ landa e Terso la Norvegia, e dall' altra verso la Spagna, e si prolunga sino al Capo Verde. Sulle coste di questi diversi paesi s' incontrano spesso degli oggetti slati trasportati da lontanissime contrade. L' aria spinta dalle coste d'Affrica dal vento aliseo forma nell' atmosfera una si­ mile corrente; trattenuta dal continente d'America e specialmente dalle Ande ο Gordiliere, si rivolge verso il nord; giunta nel golfo del Messico, diviene nord­ouest, e spira "verso l'Europa ad una latitudine di 4o a 5pQ, perritornare tosto verso l'Af­ frica per l'influenza del vento del nord; così le acque deir Oceano e l'aria at­ mosferica, obbedendo ai venti alisei, for­ mano una specie di gran circolo che ri­ mescola le masse e tende a stabilire un equilibnu di temperatura. . . ·,, , 86 BELLE METEORE AEREE. §. il.­Venti periodici. Monsoni. Queste correnti, che costitui­ scono il terzo fenomeno notabile dei mo­ vimenti dell'atmosfera, hanno ricevuto il nome di Monsoni da una parola malese che indica le stagioni. Esse riconoscono per causa la situazione particolare del continente d'Asia al nord dell' equatore, e costituiscono una modificazione essen­ ziale ai venti alisei, prodotta da questo còntiriertle. Accumulandosi il calore sulle tèrre 'ih quantità assai maggiore che sui mari, si manifesta la sua azione in ragio­ ne della rivoluzione delie stagioni, al­ ternativamente dall' uno e dall'altro lato dell'equatore; il centro di questo calore in estate si avanza dunque verso il nord, e verso il sud nell'inverno; e ne risulta che in quelle regioni che sono sotto il dominio dei monsoni υ venti periodici di sei mesi, dal mese d'aprile sino al mese d" ottobre, un grande vento soffia conti­ nuamente dal sud­ouest, e, durante il re­ sto dell'anno, un vento secco e piacevole DELLE METEORE ΑΐΙΙΕΕ. 87 procede dal nord­est. Il cangiamento dei monsoni si fa gradatamente, ed è d'or­ dinario accompagnato da tempeste e da uragani. Questi due venti sono però modificati in diverse maniere dalla posizione par­ ticolare delle isole e dei continenti; cosi» sullo coste dell'Arcipelago indiano, i mon· soni soffiano quasi direttamente nord e sud. D el resto queste correnti non sem­ brano punto assai elevate nell'atmosfera, poiché vengono trattenute anche dalle montagne di media elevazione. Brezze di terra e di mare. Questa aU tra specie di venti periodici riceve una spiegazione assai semplice; sono essi pro­ dotti dall' ascensione dell'aria sulle terre durante il giorno, perchè la terra e al­ lora più calda delle acque , e dalla sua discesa durante la notte quando la terra è divenuta più fredda del mare; e ne ri­ sulta che le òrezze spirano dal mare du­ rante il giorno, e dalla terra durante la notte ; il loro e ire Ito è dunque di tem­ perare continuamente il clima di queste contrade. · 88 DELLE METEORE AEREE. Questa rarefazione dell'aria sulle terre ha luogo con maggior effetto sui con­ tinenti , e contribuisce ad aumenta­ re 1' irregolarità dei venti variabili, ed anco modifica la direzione dei venti alisei. §. III. Venti irregolari. Venti d'ouest. Il quinto fenomeno dei movimenti aerei, che consiste nella fre­ quenza dei venti d'ouest tra il 3o e il 4o° <li latitudine, non lia pur anche avuta mia spiegazione completa. La sua causa più probabile si è che la grande cor­ i­ente d'aria'calda che va nelle regioni superiori dell'atmosfera dall'equatore ver­ so i poli, e che, favorendo la conlinua­ zione dei venti alisei , dee essere in un emisfero un vento del sud­ouest, e ncl­ J'altro emisfero un vento del nord­ouest, è divenuta, al 3o ο 4°° bastantemente fredda per discendere e mescolarsi cogli strati inferiori dell'atmosfera, oppure può trascinarli secocolsuo strofinamento late­ rale. Quando discende per compiere il cirr. DELLE ΜΕΤΕΟΠΕ AUREE. 89 . colo della sua corsa , e per tener luogo della corrente dell'equatore, il suo mo­ vimento rapporto all' orizzonte dee es­ sere esattamente dall'ouest per un certo tempo, poiebé la causa che trattiene i suoi progressi verso il nord, non ha ten­ denza alcuna ad impedire che si diriga verso 1' est. Questo é il motivo per cui i bastimenti che fanno il viaggio delle Indie orientali si dirigono in generale verso l'est al grado 36" di latitudine sud. Egli è probabile ancora che sia in ragione del movimento di rotazione della terra che i venti del sud­ouest sono più co­ muni nelle nostre latitudini di quelli del sud­est, ed i venti del noed­estdi quelli del nord­oucst. Penti variabili. In quanto alle modifi­ cazioni locali dei movimenti atmosferici che si designano col nome di venti va­ riabili, egli e certo, del pari che pel fe­ nomeno di cui ci siamo occupati, che è ben più difficile di distinguerli nell'emi­ sfero settentrionale che nell'emisfero me­ ridionale, circostanza che si spiega colla ditiribuzume assai più irregolare delie ter­ QO DELLE METEORE AEREE. re e dei mari ; in fatti D ell'emisfero au­ strale 1' Oceano domina quasi senza in­, tcrruzione sotto la lit i I inline di 3o a 4o p . In quanto alle latitudini più hasse, presso delle coste occidentali dell'Affrica,: i venti sono talmente sviati verso la terra, che spirano generalmente dalPouest inve­ ce di soffiare dall' est. Nei nostri climi il signor Bouvard, die­ tro una lunga serie di osservazioni, lia calcolato che il vento soffia 63 giorni dal S., 67 dal S­O., 70 dall' O., 34 dal N O . , 45 dal N., 4o dal N­E., e a3 dal­ l' E. ο dal S.­E. 11 signor D anieli stima che in Inghilterra i venti d'ouest siano a quelli dell'est nella proporzione di 225 a i4o ed i vc^ti del nord a quelli del sud come iga a 173. D a osservazioni fatte in 86 luoghi diversi, e raccolte da Cotte, risulta che la direzione dei venli sulle coste meridionali della Francia, è generalmente dal N.­JV.­O. e N.­E. ; che sulle occidentali è O.­S.­O. e N.­O·, e che sulle coste del nord il vento spira dal S.­O. ; nell'interno della Francia il vento di S.­O. domina in t8 luoghi, il vento DW.LE METEORE AEilEE. <J I (VO. in ι/}, il vento del N. in i3, il vento del S. in 6, il vento del N.­E. in 4, il vento di S.­E. in s, il vento di E. e di N.­O. ciascuno in un luogo. Sembra certo die quanto più si pro­ cede dall'equatore verso i poli, tanto maggiore è l'irregolaritk dei venti e delle piogge. Nei nostri climi i venti d' ouest e del sud sono in generale apportatori di pioggia, e senza che si possa assegnarne esattamente la causa, fanno essi anche abbassare il barometro. Dagli effetti del calore sull'atmosfera il signor Morin deduce come conseguenza « che in un tempo quieto, nella regione temperala e verso il nord, un vento d'est regna in generale nel mattino, un vento me­ ridionale un poco prima di mezzogiorno, un vento d' ouest verso il declinare del sole, e un vento del nord nella notte. Si osserverà lo stesso anco nell'emisfero me­ ridionale, eccetto che sarà un vento del nord che regnerà durante il giorno e un vento di mezzogiorno durante la notte. » Nelle ricerche dei movimenti dell' at­ mosfera bisogna aver presente che si 9^ DELLE METEORE AEREE. dee tener conto di questa tendenza ge­ nerale. . Venti locali. D urante i temporali si os­ servano quasi costantemente dei venti conlrarj nei diversi strati dell'atmosfera, e nel momento della pioggia nasce d'or­ dinario un vento die ha la nube per centro, e da questa si propaga in lutti i sensi; esso è prodotto dalla caduta del­ l'acqua che trasporta seco grande quantità d'aria, e di un'aria più fredda, poiché procede dagli strati superiori dall' atino­ sf'e ra. Si è dato il nome di Bise ad un vento freddo e pungente che si fa sen­ tire nelle vicinanze^ delle alte montagne. Il Scirocco è un vento caldo, umido, che snerva : soffia nel mezzogiorno dell' Ila­ Jia, sulle coste del Mediterraneo, L'Har­ mattan sembra essere un vento freddo, essiccante, che agisce frequentemente in Affrica ed in alcune contrade orientali... Il Samiel ο Simoon è un vento a soffi in­ termittenti di una natura pestilenziale, sommamente arido; si fa sentire di tempo in tempo con tuia furia spaventevole, e BELLE lVtETEORÈ AMlEE Ç)3 sollevando delle colonne di sabbia nei va­ sti deserti dell'Arabia, Trovatisi anche in Francia dei venti locali assai rimarchevoli; tali sono il Mi­ 'strai, vento di grande violenza che soffia d'ordinario per l\, 7 ο 9 giorni nella Provenza e nella Linguadoca ; la Tramon­ tana, nel D elfinato, i Vaccarions ο Cava­ liers, a Montpellier, ec. Tempeste, oraganì, ec. Le violenti agi­ tazioni dell'aria che costituiscono gli ora­ ganì, le tempeste, i turbini, sono più co­ muni sotto i tropici che nei nostri climi; le loro cause sono ancora mal n o t e ; si è creduto di osservare che la.loro dire­ zione è in generale opposta a qaella dei venti alisei; mai turbini, che sono i più irregolari tra gli oragani, hanno indislin­ tamente la loro origine in un punto qua­ lunque' dell'orizzonte. La spiegazione Ja più soddisfacente che ne sia stata data é quella rappresentata dalle fig. 3 e (. Se si suppone una e orrente d' aria che ne incontri un'altra spirante in un senso op­ posto, e che qualche ostacolo si trovi sulla linea di separazione, ne risulterà neccs­i g4 DELLE METEORE AEREE. sanamente un vortice più ο meno vio­ lento, che potrà nello stesso tempo avere un movimento di progressione, se 1' un* delle due correnti ha più forza e mag­ gior celerità dell'altra. Nei tropici que­ sti oragani sono talvolta spaventevoli, e producono immensi guasti. Nel i!> luglio ì8x5 , la Guadaluppa e le Antille sono state devastate da un terribile oragano, il quale diede occasione di fare sulla forza del vento le seguenti curiose os­ servazioni. Il vento trasportò con tanta violenza delle tegole che penetrarono nei magazzini a traverso di grosse porte ; un pezzo di legno di io centimetri di qua­ dro penetrò quasi un metro nel suolo di una strada battuta; tre cannoni di 24 vennero smossi dal suo posto. Questo vento nei momenti della sua maggiore intensità apparve luminoso; una fiamma argenlea, che scorgevasi dalle fessure dei muri, dai buchi della serratura, e dagli altri per­ tugi, faceva credere, nella oscurila delle case, che il cielo fosse in fuoco. Non si pos­ sono tacciare questi fatti di esagerazione, essendo stati ricavati dalle minute rclazio­ DELIE METl'.Or.E ΛΕΜΕ. ifi ni del signor Generale del Genio Bau­ drand. Del resto, il prospetto seguente darà «n'idea molto esatta della diversa cele­ riti dei venti ; esso venne estratto dal­ l'Annuario dell' Ufficio delle longitu­ dini. Per secondo. i n m e t r i. o , 5. I, o, 2 , 0. Per ora. in1 m e t r i. i n l e g h e . h 800. 3, 6 0 0 . 200. i o , o. 7. '9» 36, 000. 2 0 , 0. 72- 22, 5. 2 7 , 5. 97» 5, 5. 3 6 , 0. 4 5 , 0. 800. 0 , i o . vento appensa «eus. 0. 81. sensibile. '!. 6 2 . 4, 4 5 . moderato. forte alquanto. 000. 8, .6, 2 0 . assai f o r t e . 8 1 , 000. '7> 3.5. l e m p i e t o s o . 200. i<>4> 4oo. 162, 000. 16. forle. 22, 04. grande tempesta. 9.Ì), 33. oragano. 36, 62. oragano r h e alter- ragli edifici e svelle gli alberi. Parleremo delle trombe nell'articolo delle meteore elettriche. A6 D ELLE METEORE ΛΕΚΕΕ. SEZIONE TERZA Dei diversi fenomeni dovuti alla costituzione fisica ο chimica dell' aria. §. I. De' suoni. Una specie di movimento «VII' aria ili un ordine assai diverso da q u e l l o di cui ci siamo occupati, dà luogo alla produ­ zione dei suoni. Impresso alle molecole d e l ­ l' aria, non consiste p u n t o in uno s p o ­ s t a m e n t o degli strati atmosferici, ma bensì in oscillazioni i n s e n s i b i l i , se n o n fosse p e r gli effetti che p r o d u c o n o , ed i m p e r ­ cettibili, ove non si facesse uso di apparati destinati a t e n e r n e calcolo. A p p a r t i e n e alla fisica d i studiare i suoni in loro stessi, come a n c h e nella loro natura e nella loro p r o d u z i o n e ; noi d o b b i a m o qui dire sol­ t a n t o in qual modo si formino, e si t r a ­ s m e t t a n o n e l l ' a r i a , e quali modificazioni subiscano in ragione delle l o c a l i t à . L ' a r i a è un fluido e m i n e n t e m e n t e ela­ stico; q u a l u n q u e scossa che gli venga co­ DELLE METEO UE AF .UEE. 9^ municata si propagherà dunque in tulli i sensi, uella stessa maniera che si os­ serva il circolo prodotto dalla caduta di un corpo in uno serbatoio d'acqua, for­ mare attorno a questo punto sulla su­ perficie del liquido una moltitudini! di cerchi concentrici, i quali, a misura che si allontanano dal punto di partenza, au­ mentano in estensione e diminuiscono in intensità. Accade lo stesso dei rumori e di tutti i suoni di cui Γ aria è il vei­ colo. Ma l'estensione e la celerità della loro trasmissione sono influenzate dai fé· romeni atmosferici. La celerità ordinaria di trasmissione dei suoni, in un tempo quieto od in una direzione perpendico­ lare al movimento dei venti, è ­valutata dai fisici a 337 metri per secondo ; la loro intensità e la distanza alla quale si fanno udire sono considerabilmente au­ mentali nella direzione del vento la cui celerità si aggiunge a quella della trasmis­ sione ordinaria del suono. La cognizione della celerità del suono è utile in me­ teorologia, a motivo che pel numero dei secondi che passa tra l'apparizione di on METEOr.OI.OGiA. Γ)8 DEU.E METEORE AEREE. l a m p o od il r u m o r e del tuono , si p u ò calcolare molto approssimativamente 1.1 distanza (li nn t e m p o r a l e . Ma vi sono altri fenomeni che sono con­ nessi senza d u b b i o con alcune modifica­ zioni atmosferiche, la eni spiegazione non è p e r anche stata data in una maniera soddisfacente. Si è infalli osservalo che in eerte circostanze, negli stessi luoghi, i suoni sembrano ora più forti, ora più de­ boli, ο dotati di caratteri diversi. In oc­ casione di dense n e b b i e specialmente sono più c u p i , e p r o d u c o n o una sensazione par­ ticolare; si sa che nella notte i suoni si odono d i s t i n t a m e n t e a molto maggior distanza, e non s e m b r a p u n t o che si possa a t t r i b u i r e questo effetto semplicemente al maggior silenzio di questo periodo del giorno. Nelle foreste vergini dell'Ame­ rica e nelle sauanne si è del pari osser­ vato, senza che si possa indicarne la causa·, r h e il r u m o r e vi si propagava a mollo maggiori distanze. Il selvaggio od il cac­ ciatore i n d i a n o , s e p a r a t o dal suo inimico ο d a l l ' a n i m a l e che perseguita da spazi i m m e n s i , m e t t e n d o l'orecchio a terra , DSLLE METEORE AEREE . Ç)Ç) riceve Γ avvertimento certo f!el suo ac­ costarsi. La configurazione del suolo influisce senza dubbio grandemente nella produ­ zione di questo fenomeno, combinandosi colla direzione de' venti e con quella dei suoni, ora favorendo la loro trasmissione, ora modificandola ο trattenendola. Que­ sta disposizione dei luoghi, in casi parti­ colari, dà origine ai rimbombi ed agli echi. Il rimbombo, preso in questo senso, è il risultameuto d'un lungo seguito di echi indeterminati che non trasportano punto dei suoni distinti, perchè essi non giun­ gono direttamente, ο si mischiano tra loro nel passaggio. In quanto agli echi, si sa che essi sono prodotti dalla ripercussione dei suoni sui corpi suscettivi di rifletterli. Per avere la percezione dei suoni mandati dagli echi, bisogna trovarsi ad una disianza sufficiente perchè il suono riflesso non si confonda punto col suono diretto. Questa distanza dee essere almeno di 17 metri, ciò che dà circa i/io di secondo d' intervallo. L'allontanamento dovrà essere tanto più 100 D ELT.E ΜΒΤΕΟΚΕ ΛΕΙ1Γ.Ε. considerevole q u a n t o maggior t e m p o vi vorrà a p r o n u n c i a r e il suono, la parola ο la frase. Le circostanze locali modificano m o l t o gli echi; così una costa coperta (li boschi riflelte meglio i suoni di u n a mon­ tagna nuda; un colpo di fucile viene r i ­ p e t u t o nelle foreste e nelle valli con ispa­ ventevole r u m o r e , m e n t r e nelle p i a n u r e p r o d u c e un r u m o r e c u p o c h e cessa tosto. In tutti i paesi si citano degli echi più ο m e n o rimarchevoli , s p e c i a l m e n t e gli echi moltiplicati; tale è quello che udivasi tra due torri poste a i5G piedi di distanza tra loro presso di V e r d u n ; il suono vi era r i p e t u t o ι a ο 13 volte s e m p r e i n d e b o ­ lendosi. Si cita nn eco presso di W o o d ­ stock in I n g h i l t e r r a , clic r i p e t e distinta­ m e n t e ιη sillabe d u r a n t e il giorno, e 20 d u r a n t e la n o t t e . Sulle rive del Reno, presso di Coblentz, Barthius indica u n eco rlie ripeteva p u r e i suoni 17 v o l t e , m a col far loro subire delle variazioni s o r ­ p r e n d e n t i di i n t e n s i t à . Sonvi altri fenomeni di r i p e r c u s s i o n e di s u o n i , la cui spiegazione è m e n o fa­ c i l e , siccome p . es. q u e l l a che p r o d a ­ DELIE ΜΕΤΕΟΓ.Ε AEREE. ΙΟΙ cevano le granili coppe di cui parlano gli antichi , che aumentavano i suoui e gli facevano udire a grandissime distanze. Ma basta esaminare la disposizione degli edilìzi per rendersi ragione di molti al­ tri fatti analoghi ; in una delle sale del Conservatorio delle arti e dei mestieri a Parigi, in cui i quattro angoli s'intersecano al centro della volta , se due persone si collocano a' due angoli opposti, esse po­ tranno conversare tra loro a voce bassa senza essere uditi dagli altri spettatori. In una chiesa di Agrigento in Sicilia , quando si parla di dietro dell'aitar mag­ giore, si è uditi distintamente presso la porta, mentre chi trovasi per tutta la lun­ ghezza della nave non ode nemmeno una parola. Si potrebbero indicare mille esempi di questo genere. §. II. Delle alterazioni chi/diche dell' aria. Noi abbiamo fatto conoscere preceden­ temente la composi/ione dell' atmosfera, ed abbiamo detto che vi si mischiava con­ tinuamente una quantità di sostanze la 102 D ELLE ΜΕΤΕΟΓιΕ ΑΕΓ.ΕΕ. cui analisi c h i m i c i non ne tiinot η la pre­ senza m e n t r e la loro esistenza è resa ma­ nifesta dai loro effetti. Le principali modificazioni di q u e s t o g e n e r e sono dovute a l l ' a z i o n e i l e ' c o r p i organizzati, che ricevono dall' atmosfera la maggior parte dei loro principii n u t r i ­ tivi. La chimica ha dimostrato che tutti gli animali che h a n n o bisogno di respirare p e r vivere, c o n s u m a n o , n e l l ' a t t o della r e ­ spirazione, una q u a n t i t à n o t a b i l e di ossi­ g e n o , che essij­estituiscono tosto in parte allo stato di c o m b i n a z i o n e col c a r b o n i o e sotto forma di acido carbonico. La stessa scienza ha scoperto che sotto l'influenza dei raggi del sole, le parti verdi dei ve­ g e t a b i l i , al c o n t r a r i o , assorbono Γ acido carboìiico dell'aria di cui ritengono il carbo­ nio p e r r e s t i i u i r e l'ossigeno. Q u i n d i i due regni organici h a n n o dovuto esistere si­ m u l t a n e a m e n t e sul nostro gIobo 3 poiché ciascuno di essi è essenziale al sostenta­ m e n t o dell'altro. Q u e s t o fenomeno mostra Γ importanza dei miscugli continui operati nell'aria dai venti; conduce anche a p e n ­ sare che Γ atmosfera sia spesso in certe ■ DELLE METEORE ΛΕΏΕΕ. 1θ3 località modificata fortemente (la questa causa , quando il predominio «l'azione degli animali ode'vegetabili coincide eolla stagnazione dell'aria. I luoghi chiusi, dove si riunisce un g r a n d e concorso di gente, n e sono un esempio ed uua prova. La decomposizione delle sostanze vege­ tali ed animali è un J altra causa che al· tera la purezza d e l l ' a r i a , q u a n d o le ema­ nazioni, c i l e n e sono il p r o d o t t o , giacciono c o n c e n t r a t e nel luogo della loro origine, ο vengono t r a s p o r t a t e in c e r t e direzioni costanti da venti locali. Questa d e c o m p o ­ sizione sembra essere la causa d e i fuochi folletti , e quella dei miasmi d'ogni ge­ n e r e che producono la maggior parte delle m a l a t t i e pestilenziali ed epidemiche. FuochiJOlUtti.\fiwcliiJ'olL'tU^\it: i super­ stiziosi abitanti di alcune province consi­ d e r a n o ancora come trapassati che escono dalle tombe p e r t o r m e n t a r e ì viventi, si manifestano specialmente nei cimiteri, il che avrà p r o b a b i l m e n t e dato peso a q u e ­ sta credenza. Si sviluppano anche sulle spiagge dei fiumi e degli stagni e nei luo­ ghi paludosi. Constano di una fiamma leg­ lOi DELLE METEOKE AEREE. géra che pare innalzarsi dalla t e r r a e c h e abbrucia agitandosi, e seguendo diverse direzioni. E stato verificato che i fuochi folletti sono prodotti da sviluppamenti di gas idrogeno fosforalo, risultamento ac­ cidentale della decomposizione delle so­ stanze animali,e che hanno la proprietà di infiammarsi al contatto dell'aria atmosferi­ ca. Ne deriva che questi gas prendono fuoco subito che, dopo di aver attraversato gli 6trati della terra ο delle acque giungono a mescolarsi coll'aria. Luci molto simili ven­ gono anche prodotte da diverse sostanze spiritose,e specialmente dalle ceneri nere, ο dalle ligniti zolforose. Esplosioni delle miniere. Il fuoco detto dai Francesi goubre, diesi manifesta nelle miniere di carbon fossile, e vi produce sì spesso spaventevoli accidenti, viene pro­ dotto da unosviluppamento analogo d'idro­ gene carbonato; ma questo gas non pren­ dendo fuoco che in contatto di un corpo in­ candescente, gli accidenti d'accensione non hanno luogo che quando trovasi accumu­ lato nelle galerie che vengono attraver­ sato dalle lampade dei minatori. Egli è DECLE METEORE ΑΕΓ.ΕΕ. Ιθ5 p u r e per questa ragione d i e si può sem­ p r e preservarsi dai pericoli di queste esplo­ s i o n i , col mezzo delle l a m p a d e di sicu­ rezza di D avy , c h e , m u n i t e di tele me­ talliche, isolano in qualche maniera la fiamma e non le p e r m e t t o n o di escire dalla rete metlalica che la r i n c h i u d e . Fosforescenza. La maggior parte dei fe­ n o m e n i Ai fosforescenza hanno una causa analoga a quella dei fuochi folletti, vale à dire un certo grado di decomposizione delle sostanze vegetali ed animali ; tali sono le carni de' p e s c i , i pezzi di legno fracidi, che divengono luminosi. Si sa che sulla terra e sul mare avvi un grandissimo n u m e r o di esseri viventi più ο m e n o fo­ sforescenti: non è del nostro scopo di qui indicarli, ma osserveremo che la causa del­ la loro luce è affatto ignorata. Fuoco di S. Elmo. Un fenomeno che offre egualmente molta analogia coi fuo­ chi folletti, si è il fuoco di S . E l m o , in­ dicato dagli antichi sotto il nome di Ca­ store e Polluce, ο dai marinai di S. Ni­ cola, e di S. Elena. Q u e s t o è formato da luci che si vedono in mare aggirarsi at­ Ιθ6 DELLE METEOBE AEREE. torno agli alberi, ai cordaggi,ed in ge­ nerale attaccarsi alle parti sporgenti delle navi. Gli uomini di mare le considerano come indizi di tempesta. Affettano qual­ che volta l'apparenza di un pennacchio lu­ minoso, e in questo caso non si può punto dubitare che l'elettricità che esce od è ricevuta dalle punte non sia la causa del fenomeno. Ma altre volte il fuoco di S.EImo rassomiglia ad un corpo leggero che ab­ bruci sulla tolda: la spiegazione di esso pare più difficile. Checché ne sia , luci analoghe sono state vedute anche alla estre­ mità delle picche de'soldali, e si dee ri­ ferire alla stessa classe di fenomeni, le scintille checompaiono sulla testa dei fan­ ciulli, sulla chioma'dei cavalli, sul dorso dei cani, e specialmente dei gatti quan­ do vengono strofinati ; non si può dubi­ tar punto della natura elettrica di que­ sti ultimi effetti. Emanazioni putride. I miasmi putridi che eotto tante forine e in tanti luoghi de­ notano in tante maniere la loro cattiva influenza sul corpo umano , hanno sino ad ora sfuggito alle investigazioni le pi" DELLE METEORE AEREE. 10*y delicate della chimica. Guiton de Mor­ veau ed altri chimici guidati dalla ana­ logia che conduceva a credere che questi miasmi fossero parli celle di sostanze pu­ trefatte disseminate nell'atmosfera, hanno impiegato con molto successo per distrug­ gerli il cloro ed il cloruro di calce, ma non riesci loro di analizzarli. Ciò non ostante quando si osserva l'aspetto cadaverico de­ gli abitanti di certe contrade paludose, ed al contrario la tinta florida dei po­ poli delle montagne; quando si confronta la longevità della popolazione delle paludi Pontine e di quella delle Alpi; quando si veggono febbri intermittenti, continue ed ostinale desolare la metà della popo­ lazione e decimare tutti gli anni gli abi­ tanti delle contrade dove trovansi delle vaste paludi periodicamente asciugate nelle stagioni calde ; quando le città intiere vengonospopolate dalla peste, dalla febbre gialla e c ; quando un tifo, una malattia endemica od epizootica qualunque si ma­ nifesta in uno spedale, in un quartiere, in una città, in un paese, ed attacca ο gii uomini ο gli animali; quando soltanto !θ8 BELLE METEORE AEKEE-. si respira l'aria balsamica di un giardino, ο quella di una prigione, di un teatro op­ pure l'atmosfera eccitante di una campa­ gna ventilata , in confronto dell'aria pe­ sante delle contrade strette di una città popolosa; in tutti questi casi, in cui la chimica non indica punto delle differenze nella composizione atmosferica, si potrà forse ritenere identica la composizione stessa? non si dee dunque credere, e l'os­ servazione attenta dei fenomeni ha in fatti condotto a riconoscerlo, che effluvi [ria ο meno deleUrii,emanati da diverse sostanze putrefatte od in decomposizione,si mischia­ xio in diverse circostanze abitualmente od accidentalmente coll'aria atmosferica, ne viziano le qualità , e portano la debo­ lezza, le malattie e la morte tra gli es­ seri animati che respirano quest'aria im­ pura? Dietro i dati i più positivi che siansi potuti raccogliere, sembra che le malat­ tie cagionate dai miasmi deleteri! siano epidemiche, vale a dire che regnino gene­ ralmente sulla popolazione di una con­ trada, ma non siano punto contagiose nel DET.r.E ΜΕΤΕΟΓ.Κ AF.HEE. mg comune signiticate della parola, cioè non si trasmettono col c o n l a t t o degli indi­ vidui ο degli oggetti che hanno loro ap­ p a r t e n u t o , se n o n n e l caso in cui esista già, nei luoghi ove v a n n o questi indivi­ dui ο vengono trasportati questi oggetti, delle condizioni favorevoli allo sviluppa­ m e n t o di u n a malattia analoga. E ne r i ­ sulta che è un destinare alla m o r t e in un modo tanto b a r b a r o q u a n l o inutile la popolazione che si r i t i e n e nei luoghi in­ fetti coi cordoni sanitari!*, ο con q u a l u n ­ que altro mezzo repressivo; o p p u r e quella che si riunisce n e i lazaretti, ο che si ri­ t i e n e in q u a r a n t e n a sopra u n a nave in­ fetta. T u t t e le volte che non regnano in u n luogo condizioni di e p i d e m i e analoghe, l'opinione la più accrediiata dei medici si è che il miglior mezzo d ' e v i t a r e le stra­ gi delle malattie pestilenziali, si è di al­ l o n t a n a r e la popolazione dai luoghi infet­ ti ; ma d o b b i a m o confessare che questa dottrina non offre ancora un tal grado di certezza p e r biasimare le misure repres­ sive che i magistrali adoperano in tali circostanze. HO BELtE METEORE AEREE. Una ventilazione attiva; larghe e numerose aperture in senso opposto nelle navi, nelle case, nelle stalle; piantagioni disposte in modo da facilitare anziché da impedire la circolazione dell'aria, e l'azione delle correnti atmosferiche; l'asciugamento delle acque stagnanti delle paludi, e dei luoghi alternativamente innondati; il sotterramento di sostanze animali e vegetali suscettive di entrare in putrefazione, tali sono i principali mezzi di prevenire lo sviluppamento dei miasmi in un paese. Per' preservarsene il meglio che si può., gli abitanti dei luoghi dove si sviluppano questi miasmi, se non possono abbandonare il paese, debbono avere grande cura di non respirare l'aria delle paludi durante la notte, poiché l'assenza del sole, diminuendo i movimenti dell'aria, è causa che i miasmi che si sviluppano, si accumulino in molto maggiore abbondanza che durante il giorno negli strati inferiori dell' atmosfera; debbono anco seguire un regime regolare e fortificante, e specialmente conservare una grande nettezza lan- DELLE ΜΕΤΕΟΤΐΕ ΑΕβΕΒ. I I I to su di essi clie nelle loro abitazioni , n e ' cortili e nelle strade*"' P e r distruggere ΐ ' m i a s m i , q u a n d o sono formati, e per disinfettare i luoghi dove esistevano, l'uso del cloruro di calce sem­ bra preferibile a q u a l u n q u e altro mezzo; da alcuni anni se ne fa grande uso negli o s p i t a l i , ec. , e r e c e n t e m e n t e i medici F r a n c e s i , che si sono recati a Gibillerra p e r esaminarvi la febbre gialla, se n e sono serviti, a q u a n t o s e m b r a , col più grande successo, p e r disinfettare la città ( i ) . ­*fcLe modificazioni dell'aria che danno luo­ go agli orforz sfuggono egualmente alle i n ­ vestigazioni d e ' c h i m i c i ; ciò che congiunto alla osservazione che le sostanze odorose conservano talvolta questa p r o p r i e t à per degli anni senza alterazione, ne d i m i n u ­ zione di peso sensibile, ha fatto credere ad alcuni fisici che gli odori non fossero dovuti ad una emanazione di particelle ( i ) Vedi il Tremato ,e di Medicina legale. I d' giene pubblica 1 12 PELLE ΜΕΤΕΟΜ! AEREE. d e l corpo odoroso, ma bensì ad u n o stato particolare di m o v i m e n t o che essi i m p r i ­ mono all' aria , e queste agli organi del­ l ' o d o r a t o , come accade coi suoni. Checche n e sia del grado d'i probabilità di questa opinione, essa e a p p e n a nota, q u a n t u n q u e l'opinione contraria non riposi sopra latti meglio verilieati. CAPITOLO SECOND O SELLE ΜE Τ E Ο HE ACQUEE. Τ ' lu IMPORTANTE sezione delle meteore acque c o m p r e n d e quella moltitudine di fenomeni atmosferici che sono il risulta­ m e n l o dei cangiamenti di stato dell'acqua; questo corpo esiste sotto forma di vapori, di liquido, ο di g h i a c c i o ; i principali di questi fenomeni sono le n u b i , le n e b b i e , la pioggia, la n e v e , la gragnuola , la ru­ giada, ec. Essi vengono molto modiGcati dalle variazioni dei climi e dei venti , già da noi esaminati, e s e m b r a n o contri­ b u i r e ai c a n g i a m e n t i elettrici c h e f o r m a n o n E t l E METEORE ACQt'EE. I 13 una sezione importante delle meteore ignee di cui parleremo nel capitolo seguente. ψ*» ­': ' SEZIONE PRIMA. Dei vapori e delle nubi. ­ §. I. Dei vapori invisibili. Formazione dei vapori. — L'umidità so­ spesa nell' atmosfera è fornita dall' eva­ porazione che ha luogo sulle terre , ma specialmente sulle vaste estenzioni dei mari. La superficie di un lago, di un prato, di un campo di cereali, d'una foresta, su­ bisce una evaporazione continua aumen­ tata dalla secchezza dell' aria, e dalle ra­ pidità del suo rinnovamento ; una terra lavorata esala quasi tanta umidità quanto una superficie liquida di eguale estensione; ma quando il suolo è duro e disseccato, conserva con forzala sua umidità interna. Si è l'azione del calore che sembra stac­ care cosi continuamente dalla superficie dell'acqua ed anche di tutti i corpi liqui­ di ο solidi una certa quantità di vapori, METEOHOLOGIÀ. 8 , I4 DELLE METEORE ACQUEE. sotto la forma di un gas invisibile. Ma quando lo spazio al di sopra di un li­ quido contiene di già tutto il vapore clic può trovarvisi in ragione della sua tem­ peratura momentanea, quello che si for­ ma in seguito rimane sospeso sotto forma di particelle visibili , ο cade immediata­ mente sotto forma di pioggia. Deluc, Volta e D alton hanno stabilito che la quantità di vapori che può trovarsi in uno spazio posto al di sopra di un li­ quido , è affatto indipendente dalla na­ tura, dalla densità , ed anche dalla pre­ senza dell'aria ο del gas contenuto in que­ sto spazio: possiamo in fatti concepire che i piccoli intervalli che separano le parti­ celle constitutive del vapore d'acqna, nei limiti della loro tensione , non variano punto, sia che altre particelle vadano ο no ad interporsi in questi intervalli. Ciò non ostante sembra più conforme ad un grande numero di esperienze, di supporre che la presenza d e l l ' a r i a , alla sua den­ sità abituale, permetta alle particelle di vapore di accostarsi alquanto di più senza riunirsi, di maniera che la quantità to­ DELLE METEORE ACQUEE. I I 5 tale d'umidità elio può essere contenuta in un metro cubico d'aria ad una tempe­ ratura data, non sia punto la stessa di quella contenuta in un metro cubico di vapore puro. Quantità d' umidità nell' aria. Quando l'aria, nella vicinanza della superficie del­ l' acqua, è saturata di umidità, 1' eva­ porazione diviene lentissima, precipi­ tandosi il vapore quasi appena formato ; ma se 1' aria è continuamente rinnova­ t a , di maniera che la porzione carica d'umidità sia trasportata via e vi suben­ tri dell' aria secca, 1' evaporazione viene considerabilmente aumentata. Questo è ciò che accade per effetto del vento, ο della circolazione dell'aria che produce l'ele­ vazione della temperatura dell' acqua ο del suolo al di sopra di quella dell'aria ambiente. Quando s'impedisce questa cir­ colazione, l'evaporazione è diminuita di molto anche quando l'i temperatura si in­ nalza. D ietro le sperienze di D alton, nei casi ordinarli, la quantità d'acqua che si evapora da una superficie in ventiquat­ tro ore, è misurata dall'altezza di una co­ Ι 16 D ELLE METE0HE ACQUEE. lonna di mercurio corrispondente alla tensione del vapore alla data temperatura, deducendo però l'effetto dell'elasticità del vapore di già esistente nell' aria. Poiché la quantità d'umidità che l'aria può contenere è in proporzione della tem­ peratura, noi possiamo misurarla col ri­ condurla alla temperatura in cui il vapore incomincia a deporsi. Se in un.bicchie­ re A' acqua fredda aggiungiamo del sale comune ο del muriato di calce, noi ra­ fredderemo abbastanzal'aria ambiente per far deporre sul vetro una parte dell' u­ midità; prendendola temperatura dell'ac­ qua al momento in cui la pricipitazione comincia ad aver luogo, Dalton ha determi­ nato il vero stato dell'aria per rapporto al­ l'umidità. Laonde incominciando il vetro a bagnarsi quando l'acqua segna 4 Φ> si dee conchindere dalla elasticità nota del vapore a questa temperatura, che la quantità d'umidità contenuta nell'aria equi­ vale alla pressione di una colonna di mer­ curio di circa 6 millimetri 6 d' altezza ; e se la temperatura dell' aria è di io, l'elasticità corrispondente del vapore es­ DELLE Μ Ε ΐ Ε Ο Β Ε ACQUEE. I I^ sendo di 9 mill, ^η, Γ evaporazione gior­ naliera in q u e s t ' aria sarebbe di ciré:* 2 mill. 8 1 , c o r r i s p o n d e n t e ad un metro 025 p e r tutto l ' a n n o . Ciò non ostante l ' a r i a e in fatto c o m u n e m e n t e più umida, e la evaporazione media , in I n g h i l t e r r a , se­ condo lo stesso D a l t o n , non è che di 25 pollici (o m. 635) p e r a n n o , al che si p u ò aggiungere p e r la r u g i a d a 5 p . (o rn. 127). Dietro di ciò, se si valuta a 35 pollici (o m. 889) la m e d i a evaporazione a n n u a l e c h e ha luogo su t u t t a la superficie d e l globo per ciascun pollice (o millim.) q u a ­ d r a t o di superficie, la massa d ' a c q u a eva­ p o r a t a a n n u a l m e n t e sopra t u l t a la I e n a sarà eguale a 94,45 > miglia (3498 leghe c o m u n i , ο I 5 I , 9 7 0 kilom.) c u b i c i ; se q u e ­ sta massa prodigiosa d ' a c q u a dimorasse « e l i ' atmosfera , essa l ' a u m e n t e r e b b e d i ι / ι 2 0 , e farebbe innalzare il b a r o m e t r o di 3 pollici (o m. 076); ma questo è i m ­ possibile, ed a n c h e Saussure e D eluc han­ n o provato che le alte regioni dell' aria c o n t e n g o n o m e n o vapori degli strati che sono vicini alla superficie d'ella terra, i! , [ 8 D ELLE ΜΠΤΕΟΙΙΕ ACQUEE. signor Leslie ha inoltre calcolato che un Dietro cubico d'aria a 20, che pesa circa 1295 gramme, non può ritenere che 6, 3a d'umidità; dal che osserva che se l'atmo­ sfera passasse da una estrema umidità ad ima estrema secchezza, si deporrebbe sulla terra meno di i3 centimetri d'ac­ qua; in conseguenza, perfornire alla massa assai più considerabile delle piogge , bi­ sogna che l'acqua venga ripresa nel corso dell'anno daifrequenti passaggi dell'aria dalla siccità alla umidità; ciò che accade in fatti. Nei climi caldi ed in certe esposizio­ ni particolari, l'evaporazione è assai più forte. Il mare Mediterraneo essen­ ' ;«U> circondato di terre , viene riscalda­ to di più dell'Oceano, ed i venti che vi spirano sono più secchi ; ne risulta quin­ di che l'evaporazione vi è più grande che sull'atlantico, e che la densità delle sue acque è aumentata per una quantità più notabile di sale; di maniera che allo stretto di Gibilterra regna una corrente supe­ riore chi; si dirige uri Mediterraneo ed . una coi ìen­te iulcrioie iu senso contrai lOj DELLE METEORE ACQUEE. I J 9 per la stessa ragione che Γ aria quando è più densa in una camera che in un'al­ tra vicina, fa inclinare verso la prima la fiamma di un lume che venga collocato al basso della porta, e la dirige verso la seconda quando il lume trovisi in vece alla parte superiore di questa porta. Se la corrente che penetra nel Mediterraneo avesse abbracciato tutta l'altezza dello­ stretto, questo mare avrebbe dovuto, nel corso dei secoli, divenire uno solo masso­ di sale. È ben rimarchevole che tutti i laghi nei quali si gettano dei fiumi, m» che non hanno escita, sono più ο meno, salati, al pari di quelli che trovansi in vicinanza del mare; mentre i laghi che sì scaricano nel mare non sono punto sa­ lati, perchè l'acqua dei fiumi ha dovuto­ necessariamente , nel corso dei secoli , trasportar via il sale di questi laghi, se­ mai ne avessero contenuto. Il vapore che alla temperatura di ioo, e sotto la pressione di 76 e. m. di mer­ curio, occupa uuo spazio quasi di 1700. volte maggiore dell'acqua, assorbe, per mantenerti in queslo i t a l o , una quanti­ 1 2 0 D ELLE METEORE λΟΟΕΕΕ. tà di calore capace d'innalzar 1' acqua a 55o in circa. Questa quantità di calo­ rico latente viene restituita nella con­ densazione del vapore, donde risulta che iaformazione della pioggia innalza la tem­ peratura dell'aria, come la evaporazione la diminuisce. La quantità di vapore che esiste nel­ l'atmosfera essendo in proporzione della temperatura, varia in ragione del clima , «Ielle stagioni e della elevazione; cosi essa (decresce dal basso all'alto e dall'equatore ïerso i poli, e segue il corso delie sta­ gioni. Dalle leggi dell'evaporazione nell' aria al signor D anieli deduce le seguenti con­ fusioni: si dee considerare la terra co­ me circondata da due atmosfere distinte quantunque mescolate, e le cui relazioni «ol calore, come lo stato d'equilibrio, sono diverse; l'ima consta di un gas perma­ nente che si stende in proporzioni arit­ metiche, in ragione della temperatura, ed il cui equilibrio verrebbe mantenuto da un sistema regolare di correnti opposte; Γ altro consta di un vapore clastico, che DELtE METEORE ACQUEE. 12Ï sii condensa pel freddo con isviluppamenlo di c a l o r i c o , di cui la t e m p e r a t u r a au­ m e n t a la forza in p r o p o r z i o n e geometrica, e f i n a l m e n t e , c h e si mescola nel p r i m o gas, e si muove nei suoi i n t e r s t i z i . Q u a n d o questa filtrazione è r i t a r d a t a in u n a cor­ r e n t e per l'inerzia del mezzo gasoso, allora le particelle si c o m p r i m o n o t r a l o r o , vi è ravvicinamento , r i u n i o n e e precipita­ zione di vapore; tale è l'origine della piog­ gia. Il signor D anieli a m m e t i e anclie due grandi principi! d ' a z i o n e s u l l ' a t m o s f e r a , l ' e l e t t r i c i t à ed il globo l u n a r e ; crede che l'elasticità del vapore venga a u m e n ­ tata dalla e l e t t r i c i t à ; e a m m e t t e che la luna agisca d i m i n u e n d o la forza di gravità delle colonne d'aria, ciò che diminuisce la loro densità, e p r o d u c e l'afflusso d e l l e c o r r e n t i laterali ; d o n d e risulta un effetto simile a q u e l l o di u n a espansione eguale p r o ­ d o t t a dal calore. §. I I . Dei vapori visibili, ο nubi. Passaggio dei vapori allo slato vescicu­ lare e formazione delle nubi. Abbiamo detto 1 2 3 D ELLE METEORE ACQUEE. precedentemente che i vapori esistono nell'aria sotto due stati diversi: ora invi­ sibili, ed ora visibili. Nel primo caso essi costituiscono Vumidità propriamente detta, e la loro presenza è indicata dall' igro­ metro, dal loro deposito su diversi corpi e dalla rugiada. Lungi dall'intorbidare in questo stato la trasparenza dell'atmosfera, il vapore sembra aumentarla in più cir­ costanze; di maniera che si può conside­ rare questa più grande trasparenza come un segno di umidità. Il vapore passa allo stato visibile, quando diviene vapore vesciculare, cioè forma delle piccole vescichette cave il cui peso è ad un di presso eguale a quello dell'aria. Intor­ bida iti questo caso la trasparenza del­ l'aria, a causa delle refrazioni moltipli­ cate che fa subire alla luce , e dimora generalmente in sospensione per qualche tempo sotto la forma di nebbie ο di nubi. Queste a causa del loro peso specifico maggiore hanno tendenza a cadere, e quan­ do gli strati inferiori dell'atmosfera sono alla stessa temperatura di esse , e sono «turali d'umiditi, le nubi continuano a DELIE METEORE ACQUEE. 123 discendere sino a che si risolvono in pioggia alla superficie della terra, oppure vi formano ciò che si chiama nebbia. D'ordinario le nubi nel cadere incontrano degli strati più caldi in cui l'umidità ripassa in parte allo stato di vapore invisibile, ciò che le fa risalire sino a che esse trovano una temperatura abbastanza bassa per condensare di nuovo i vapori e per farli ancora discendere un' altra volta. Queste oscillazioni continuano sino a che la nube arriva in un punto ove la temperatura e l'umidità sono tali che i vapori condensati incominciano a dissiparsi, ciò che ha luogo d' ordinario a 2000 od a s4oo tese (4, a 43°o n) ·) a ' J ' supra della superficie della terra,oppure a ridisciogliersi iu pioggia, comeabbiam detto. Sotto la latitudine di 45 le nubi hanno una elevazione media ordinaria di 5oo tese (974 ni.) Al nord e durante la notte si abbassano, e le nebbie sono in fatti in questi casi più frequenti ; al mezzogiorno e durante la giornata esse ascendono. 11 signor De Humboldt ha osservato che la zona delle nubi è sempre più calda di 1^4 DELLE METEORE ACQUEE. quella che dovrebbe essere, senza dubbio a causa del calore che rende libera la trasformazione del vapore in acqua. Sonvi spesso più strati di nubi sovrapposte le une alle altre, e che camminano talvolta in direzioni opposte. In generale questi strati sono tanto più elevati quanto più bianchi ; essi allettano anco l'aspetto indicato sotto il nome di scopature, piccole pomellature, e c , mentre le nubi inferiori sono piuttosto a grandi pomellati! re , a montagne, ec. Nulla evvi di più fugace, di più difficile a fissarsi e a descriversi delle nubi ; le loro forme ed i loro colori variano continuamente e presentano spesso le figure le più bizzarre ; ciò non ostante i colori dominanti , specialmente nella giornata, sono il bianco, il grigio ed il nero; ma alla mattina e alla sera, ed anco quando trovansi ad una altezza media, le nubi riflettono diverse gradazioni di tinte e affettano tulli i colori.Non si è per anche potuto riconoscere le relazioni di queste apparenze collo stalo dell'atmosfera. Classificazione delle nubi. Il signor Ilo- DEIT.E METEORE ACQUEE. 19.5 Ward è il primo fisico che abbia tentato con qualche successo di dare una descri­ zione esatta ed una classificazione delle nubi ; noi le riferiremo. Il signor Howard definisce la nube, essere una aggregazione visibile di piccole gocce d' acqua in so­ spensione nell'atmosfera; e in questa de­ finizione abbraccia le nebbie, perchè ad una grande distanza ο ad una grande ele­ vazione hanno precisamente un stesso aspetto e le stesse proprietà delle nubi. Egli le divide in sette classi diverse, di cui dà le forme e le modificazioni e fa conoscere le indicazioni ; queste sono. i.° Cirrus. Nuberassomigliante ad una ciocca di capelli ο di piume, a linee pa­ rallele, ondulate ο divergenti, male ter­ minate nella direzione del loro movimen­ to. Questa specie di nubi è sempre la meno densa ed occupa le regioni le più elevate; qualche volta copre il discodel sole di un velo trasparente, ed altre volte forma dei gruppi distinti di strisce pa­ rallele ο di linee sinuose. L'altezza di queste nubi, secondo D alton, è di 3 a 5 miglia (4827 a 8o45 m.) al di sopra della 126 DELLE METEORE ACQtIEE. superficie della t e t r a . I n d i c a n o g e n e r a l ­ m e n t e i! v e n t o ; ma q u a n d o formano delle fasce orizzontali con liste dirette all'ingiù, a n n u n c i a n o la pioggia, m e n t r e si è os­ servalo che p r e c e d o n o il bel t e m p o q u a n ­ do le linee sono formate da una specie di frange. a.° Cumulus. N u b e p r o c e d e n t e dall'alto in ammassi s p e s s i , convessi e conici. An­ nuncia della densità nella sua s l r u t t u r a , affettando verso l'alto una forma conves­ sa, ed offrendo nella sua maggior d i m e n ­ sione un amasso emisferico irregolari* Nasce g e n e r a l m e n t e dopo mezzogiorno , al m o m e n t o del maggior c a l o r e , e dimi­ nuisce g r a d a t a m e n t e sino a s e r a , q u a n d o s c o m p a r e . In q u e s t o c a s o indica bel t e m p o . 3.° Stratus. Fascie di nubi estese con­ t i n u a t e , u n i t e , innalzantisi dal basso. Q u e ­ sta n u b e è di una densità media ; com­ p r e n d e quelle n e b b i e basse che si i n n a l ­ zano dalle valli e dagli slagni nelle s e r e q u i e t e . Scompare spesso alla m a t t i n a , ed è questo un indizio di bellissimo t e m p o . Il signor Howard chiama specie di nubi , modificazioni queste t r e sempiici ο DELLE METEOBE ACQUEE. I2J distinte, costituenti, come si vedrà, gli elementi delle specie seguenti, di cui le due prime vengono considerate dall'au­ tore come di natura intermediaria , e le due ultime come dotate di una struttura composta. 4·° Cirro­cumulus. Sistema di piccole nubi rotonde, serrate le une contro le altre ed in conlatto. Queste nubi sem­ brano formate dalla caduta dei cirrus, i cui gruppi prendono la forma sferica , quando le nubi assumono l'aspetto di una palla di cotone con una parte libera od ondeggiante.il cirro­cumulus consta qual­ che volta di strati distinti, che galleggia­ no a diverse altezze, sembrando le nubi sempre di mano in mano più piccole sin& a che si perdono nell' azzurro dei cieli. Mostrasi spesso in estate, e quando dura, fornisce uno degli indizi più certi di un calore crescente e di bel tempo. 5.° Cirro­stratus. Fascia orizzontale ο lievemente inclinata, meno visibile nella circonferenza, concava dal basso ο ondu­ losa. Gruppi ο ammassi aventi questo ca­ rattere. Queste nubi prendono diversi î?.8 DELLE METEOBE ACQDEE. aspetti p e r la loro frequente unione con a l t r e modificazioni. D a solo forma sem­ p r e u n a fascia che va d i m i n u e n d o , op­ p u r e un ammasso simile ad un n e b b i o n e u n i f o r m e , c o n t i n u a q u a n d o la si osservi verso l'alio, ed in apparenza di u n a g r a n ­ dissima densità verso l'orizzonte. In que­ sto stato dà luogo ai fenomeni degli alo­ ni, e c , ed Ìndica un abbassamento nella t e m p e r a t u r a , del v e n t o e della pioggia. Q u a n d o alterna col cirro­cumulus, il pro­ nostico è d u b b i o . Si v e d e spesso r i m a n e ­ r e alla sommità delle m o n t a g n e e l e v a t e , e, in questo stato, v e n n e p e r lungo t e m p o considerato come un pronostico di t e m p o piovoso. Cumulo­stratus. N u b e nella quale l a s t r u t t u r a del cumulus e mescolata con quella del cirro­stratus ο dpi cirro­cumulus, appianandosi il cumulus all'alto, e facen­ do incurvare la sua b a s e . Il cumulo­stratus è quella n u b e di un aspetto lanoso d i e si mostra talvolta alla sommità del cumu­ lus, q u a n d o questo si a u m e n t a p e r la p a r t e inferiore ; domina a" o r d i n a r i o q u a n d o il cielo ê c o m p i u t a m e n t e c o p e r t o , e s e m b r a BELLE METEORE ACQUEE. 129 che non dipenda dalla temperatura,poiché precede ora la neve ed ora i temporali. In quest'ultimo caso lo si vede spesso sopra diversi punti dell'orizzonte giun­ gere rapidamente ad un grandissimo vo­ lume. Gli indizi che esso ne somministra sono assai dubbii, e debbono essere de­ dotti dalla predominanza deile altre mo­ dificazioni che l'accompagnano. η.° Nimbus. Nube spessa, che si stende al di fuori in corona di cwn/s, e cangian­ tesi inferiormente in pioggia gelata. Si mo­ stra d'ordinario sotto la forma di un cono capovolto, la cui parte superiore si pro­ ­ lunga in una fascia continua di cirrus ad ­ .una grande distanza dal luogo ove cade la pioggia. Quando l'evaporazione della nube che rimane dopo di questahaluogo per intiero, viene riguardato come un pronostico di bel tempo. Quando il nim­ bus si mostra da solo, si move in gene­ rale col vento; ma quando è formato nel mezzo del cumulus , cammina talvolta in una direzione contraria ; questo è il caso ordinario degli acquazzoni temporaleschi. Quanto abbiam detto basterà per in­ aiETF.OEOLOCIA. C) Ι3θ SELLE METEORE ACQUEE. vegliare il lettore ad osservare le appa­ renze delle nubi , tentando di ricou­ durlo alla classificazione del signor Ho­ ward j od a qualunque altra. SEZIONE SECOND A Dei vapori condensati. La quantità di acqua contenuta in un piede cubico d'aria saturata d' umidità , sembra essere di circa 129 milligrammi a o u , 258 a 9°, 38 7 a i 5 ° , e 5iG a 180; la densità del vapore mescolato cosi col­ l'aria, è, dietro le esperienze di Saussure, eguale ai 3/5 di quella dell'aria stessa; di maniera che l'aria umida è sempre un poco più leggera dell'aria secca, e tanlo più leggera quanto è più calda, purché sia saturata d'umidità. Risulta da questa proprietà dell'umidità che se le due por­ zioni d'aria saturata ed a temperature diverse vanno a mescolarsi insieme , do­ vrà accadere una precipitazione; peresero­ pio, se un piede cubico d'aria a o ° e m e ­ «coIa^Lcon un piede cubico a i 5 ° , ' " DELLE MÌSTEOBE ACQUEE. l3l media temperatura sarà η i/i° : se erano saturate di umidità, dovevano contenere prima del loro miscuglio 5i6milligrammi d'acqua; ma dopo questo miscuglio sa­ ranno troppo fredde di un poco più di i.° per contenerne la stessa quantità : perciò dovrà accadere precipitazioni. Sembra in fatti che simili miscugli siano, in natura, una delle cause della pioggia. Il che ne spiega anche il perche l'aria espirata dal petto d'un animale, e che è naturalmente trasparente, diviene visibile quando si mescola con una atmosfera fredda ; altri fenomeni analoghi vengono pure ­prodotti dalla stessa causa. Quando noi ci troviamo immersi nei vapori 'lescicolari,diamo alle nubili no­ me di nebbie ; quando i globetti delle nebbie ο delle nubi si riuniscono in goc­ ce capaci di cadere con una certa cele­ rità, costituiscono la pioggia; se questi globetti si agghiacciano al momento della loro condensazione, si cristallizzano e for­ mano la neve; ma se in vece sono le gocce d'acqua di già formate che si ag­ ghiacciano, sia per Γ azione tU) .un'aria l32 DELLE ΜΕΤΕΟΠΕ ACQUEE. fredda esterna , ο per l'effetto di una grande evaporazione, prodotta da una rapida eadula a traverso di un' aria sec­ chissima, producesi lagragnuola, che cade quasi sempre nelle stagioni troppo calde perchè possa formarsi la neve ; l'umidità si depone anco sotto forma di rugiada ; finalmente , essa passa allo stato solido sotto forma di ghiaccio. §. I. Delle nebbie. '■ Abbiamo di già detto che le nebbie non sono altro che nubi nel mezzo delle quali l'osservatore trovasi collocato. Laon­ de, quanto più si procede verso i paesi caldi, tanto più sono r a r e , e verso i poli non si hanno che nebbie, perchè la pre­ cipitazione dei vapori ha luogo quasi im­ mediatamente, e le nubi si mantengono sempre assai basse. Le particelle delle nebbie sono di un volume assai notabile, poiché altrimenti sarebbero affatto invisibili ; ora, la mini­ ma goccia d'acqua visibile adocchio nudo avrebbe'una grossezza chela farebbe ca­ BELLE ΜΕΤΕΟΓ.Ε ACQUEE. l53 dere con una celerità d'un piede per se­ condo, se l'aria si trovasse intieramente in riposo. Ma da una parte egli è possi­ bile che la resistenza che si oppone al movimento di particelle così piccole sia molto più considerevole di quello che fu calcolata , e in conseguenza la loro ca­ duta assai meno rapida ; ed in oltre D e Saussure ha dimostrato che il vapore diviene nebbia passando allo stato di bolle vescicolari, e formando come dei piccoli palloncini vuoti nel mezzo, ciò che li rende più leggeri , ed anco più visibili per la dispersione che fanno subire ai raggi di luce. Questo effetto è analogo a quello che rende visibile il vapore che noi espiriamo, ο che si innalza da un le­ tamaio, il quale si manifesta quando l'ab­ bassamento della temperatura induce un principio di deposizione d' umidità. Le nebbie che si formano alla sera, quando il tempo è sereno , alle rive dei laghi e dei fiumi , vengono prodotti dal raffreddamento dovuto all'irradiazione del calore. Lo strato supcriore del liquido , divenuto allora più freddo, cade alfondo, l34 DELLE METEORE ACQUEE. e vi s u b e n t r a n o gli strati più caldi ; ma i corpi solidi delle spiagge clic non pos­ sono cangiar posto , si raffreddano assai di p i ù ; ne risulta che non possono più r i t e n e r e la stessa q u a n t i t à di vapori in s o s p e n s i o n e ; e se una circostanza qua­ l u n q u e , come una piccola inclinazione del suolo, un legger soffio di vento, tras­ porta l'aria d e l h spiaggia a mescolarsi con quella che giace sul lago ο sul (iume, la p r i m a , che è più fredda , fa raffreddare la seconda ; questa depone tosto una parte della sua u m i d i t à , che dapprima non alterava p u n t o la sua t r a s p a r e n z a , ma c h e , passando allo stato di vapore v e ­ scicolare, intorbida l ' a r i a , e forma tosto della nebbia. Si è creduto che le n e b b i e venissero qualche volta formate da molecole di­ verse da quelle d e l l ' a c q u a , ed in questo caso h a n n o ricevuto il nome di nebbie séc­ che; si attribuisce a queste nebbie l'ab­ b r u c i a t u r a dei vegetabili. Queste n e b b i e vengono spesso accompagnate da un o d o r e molto simile a ([nello prodotto dalla scin­ tilla elettrica. F u anco asserito che la BELLE METEORE ACQUEE. l35 debbia del 1783 che fu sì considerevole da inviluppare per più mesi Γ Europa intiera, fosse un poco luminosa ; alcuni assicurano di aver potufo leggere alla sua luce. Venne essa attribuito, ma à torto, alla coda di una cometa; poiché non esisteva punto ad una cèlta distanza in mare. Forse si potrebbe con più fonda­ mento attribuire queste nebbie ad ema­ nazioni particolari del suolo, oppure a meteoroìiti. L'atmosfera è ingombrata talvolta an­ che da altre nebbie assai difficili a spiegarsi ; queste rendono talvolta cosi profonda l'oscurità che non si può più riconoscere la via che col tatto ; tale è stata quella del 12 novembre 1797 a Pa­ rigi e del 16 gennaio 1836 a Londra; tutte le botteghe vennero illuminate in pien meriggio; le vetture erano obbli­ gate a fermarsi. Si è notato ohe nei con­ torni di Londra il tempo era nello slesso momento di una bellezza notabile. Il si­ gnor D efiance, che ritiene per certo che queste nebbie non si manifestino che nelle grandi cittì,, opina diesi debba at­ !36 DELIE METEORE ACQUEE. tribuirle ai fumi ed ai vapori delle case, che in luogo di innalzarsi nell'aria e di dissiparsi, si abbassano sulla terra, e vanne a lambire il suolo. Il signor Arago non saprebbe ammettere questa causa, perchè tali nebbie si formano talvolta in pochi minuti, e spesso non ve n' è iraccia alcuna nei tempi i più quieti. §., II. Della pioggia. Cause della pioggia. Quando la condensazione dell' umidità e considerevole e rapida, si dee credere che la pioggia si formi immediatamente, quantunque alcuni scienziati abbiano opinato che debba sempre formarsi da prima la nube. Il ravvicinamento delle nubi prodotto da una causa qualunque, e l'abbassamento della temperatura degli strati atmosferici pregni d'umidità , sono le cause principali della pioggia. L'elettricità ne é pure una forte e frequente causa, come viene provato dal fallo, che la pioggia che accompar gna i temporali è più copiosa. Questo fenomeno e tutto ciò che si può dire di certo ΒΕΙΙ,Ε METEORE ACQUEE. 137 a questo riguardo; e non si saprebbe an­ cora considerare che come im' ipotesi l'opinione che le particelle umide di una nube siano tenute in distanza dall'azione di una certa forza elettrica , e che si è quando cessa di agire, chele particelle si uniscono e formano delle gocce di pioggia. Checché ne sia però, il vapore , dopo di essersi innalzato e d'aver formato le nubi, viene indicato dai movimenti del­ l'igrometro; bentosto esso si raffredda, si condensa e cade in pioggia tranquilla ed uniforme. Il dott. Hulton nel 1587 ne ha dato pel primo una teorica soddisfacente. Egli è evidente che il miscuglio di di­ versi strati dell'atmosfera che abbinmoiu­ dicato come una delle cause della forma­ zione della pioggia, dee essere secondato fortemente dalle correnti opposte dei venti. Questa specie di pioggia ptr tras­ porlo d'aria, ο con vento, ha luogo quan­ do i vapori arrivano da un luogo più caldo in uno più freddo. Queste correnti vengono esse stesse prodotte specialmen­ te dall' ineguale distribuzione del calore che sconcerta Γ equilibrio dell'atmosfera. 138 BELLE METEORE ACQUEE. Quando una colonna d'aria viene riscaldata , dee innalzarsi,e vi dee subentrare dell'aria più fredda: abbiamo veduto ebe questo è ciò che accade alla superficie della terra , e che tale è la causa dei venti alisei, dei venti periodici, e senza dubbio anco di diversi venti locali. Questo fenomeno produce il felice effetto di moderare il calore ed il freddo estremo dei diversi climi , come anche di fornire la pioggia necessaria per la vegetazione. Se la superficie del globo fosse perfettamente piana, e ciascuna delle sue parti egualmente suscettiva delle impressioni del calore e del freddo, è probabile che la circolazione degli strati dell' atmosfera avrebbe luogo senza interruzione e senza irregolarità; le variazioni del barometro sarebbero in questocasopiccolissime, come accade nelle regioni equatoriali, e la pioggia, secondo tutte le probabilità, non cadrebbe che a certi periodi ed a lunghi intervalli. Ma nella costituzione attuale del globo, le ineguaglianze della sua superficie, le diverse capacità di questa superficie DELLE ΜΕΤΕΟΠΕ ACQUEE. I 3g per assorbire ο comunicare il calore, ed altre cause di sconcerto, producono gran­ di irregolarità nella direzione e nella forza della principale corrente atmosferica, e danno luogo a quelle variazioni di vento che si osservano partendo dal 3o grado di latitudine. La corrente superiore ο che parte dall'equatore , dirigendosi verso un solo punto, il polo, dee aumentare di ce­ lerità a misura che vi si avvicina, e con­ seguentemente le cause di sconcerto deb­ bono avervi maggiore azione. Questo ό pure ciò che viene confermato dall'os­ servazione. Le variazioni del barometro, che si possono considerare come l'espres­ sione di queste forze perturbatrici. au­ mentano a misura che ci scostiamo dal­ l'equatore ; ma la sua altezza, quando si tiene conto delle differenze di tempera­ tura e di elevazione, essendo sensibil­ mente la stessa in tutte le latitudini, sem­ bra che la quantità d'aria trasportata dalle due correnti sia la stessa. Si dee supporre per conseguenza, che il piano che separa le due correnti è a questa elevazione al di sopra del livello del mare ΐ£θ DELLE METEORE ACQUEE. ove il barometro si terrebbe alla metà dell' altezza media , e che si è a tale al­ tezza che si formano le nubi, al punto di contatto dei due strati d'aria che hanno temperature diverse. Questo viene anco confermato dall' osservazione ; poiché il punto dell'atmosfera al quale il barome­ tro si terrebbe a 38 centimetri.è a circa ι ο ι \fi lega, ed è anco Γ altezza media delle nubi. L'influenza dei venti nella produzione della pioggia è dimostrata da un grande numero di fenomeni. Nei nostri climi, il tempo secco domina generalmente, tanto che l'atmosfera sia tranquilla, quanto al­ lorché il vento spira costantemente dal medesimo punto ; al contrario i cangia­ menti dei venti sono molto spesso accom­ pagnati da pioggia, e quando sono celeri e frequenti ne risultano gli acquazzoni.I venti d'ouest che ci giungono carichi d'una grande quantità di vapori, dopo di avere attraversato la vasta estensione dell'Ocea­ no , ci conducono pure quasi costante­ mente la pioggia. Il vento periodico di mare, che è prodotto dalla sopraggiunta DELLE METEOF.E ACCOTE. l4 ' di un' aria più fredda e più pesante che spinge via un'aria più leggera e più calda, depone bene spesso dell'umidità. Ί venti che spingono l'aria nella gola delle mon­ tagne alquanto elevate , obbligandola a passare al di sopra della loro cima , la fanno giungere in uno stato più freddo ; formasi quindi una nube, e vi si depone dell' umidità, specialmente se gli alberi d' una foresta si congiungano a favorire il miscuglio delle due masse atmosferiche. Le nubi si risolvono dunque in pioggia sui fianchi delle montagne e nei luoghi coperti di vegetazione ; il signor D e Hum­ boldt ha in fatti osservato che la man­ canza di pioggiain luoghi privi di piante sono due fenomeni che reagiscono 1' uno sull'altro : non piove punto perchè la su­ perficie di un suolo sabbioso, nudo e pri­ vo di vegetazione , si riscalda di più e spinge via le nubi in luogo di trattener­ le ; ed il deserto non diviene punto una steppa od una foresta, perchè essendo pri­ vo d'acqua, non può esservi alcuno svi­ luppamento organico. I venti del nord sono secchi perchè sono freddi, e diven­ l42 DELLE METEORE ACQUEE. gemo , giungendo in contrade più calde , capaci di contenere maggior quantità di vapori; il contrario accade di quelli del sud. I venti del deserto, essendo molto secchi e molto caldi , sono assai perico­ losi; e quelli dell'est, essendo molto sec­ chi, sono nocivi specialmente a quelli clic vanno soggetti a mali di petto, i quali soffro­ no molto quando l'aria toglie loro l'umidità dei polmoni. Sembra elle quando l'umi­ dità è ridotta al di sotto dalla metà del punto di saturazione, l'aria incominci ad essere nociva alla salute. Nei climi dei tropici, la stagione delle piogge può venire annunciata con gran­ de precisione, poiebè giunge sempre quan­ do il sole arriva al zenit, epoca nella quale i venti sono variabili ο quando i monsoni cangiano. Λ queste grandi piog­ ge regolari si dà il nome di piogge equi­ noziali ; esse cadono alternativamente al nord ed al sud dell' equatore, e si sten­ dono a υ ο i5 gradi da questa linea. La grande corrente d'aria dell'equa­ tore verso i poli e pure una delle cause di pioggia , che lia per effetto di auiuen­ BEILE METEORE ACQUEE. 143 tare i ghiacci polari, sino a che sopraggiunga un grande disgelo che conduca questi ghiacci nell' Oceano, come é accaduto nel 181G; ivi essi divengono una grande causa di raffreddamento. Nei vasti piani dei continenti, dove non avvi alcuna azione che tenda a mescolare gli strati dell'aria, e dove l'evaporazione non può fornire bastante umidità per saturare l'atmosfera, piove di rado; mentre ne'paesi montuosi, specialmente nelle vicinanze dei mari e nell'isole, piove spesso. Quantità dilla pioggia. Nei paesi in cui regnano tali irregolarità, é impossibile di calcolare con qualche precisione la quantità di pioggia che dee cadere nel corso di un anno· Questa quantità dee essere in relazione colla umidità che alla temperatura media dell'anno può essere contenuta nell'atmosfera, confrontata coll'evaporazione annuale. Dietro questa relazione la quantità media di pioggia per l'Inghilterra sarebbe di 23 pollici (o m. 58) all'anno; ma dietro un grande numero tli osservazioni, ilsignor Dalton l'ha por- l44 DELLE METEORE ACQUEE. tata a 35 ο 3ι pollici (o m.89a 0 m.79), ed anche altre osservazioni si avvicinano a quest' ullirao termine. La quantità inedia di pioggia per anno è maggiore all' equatore e decresce a mi­ sura che si procede verso ­i poli; così ad anno comune, secondo il prospetto com­ pilato dal I mrcau delle longitudini dietro osservazioni ripetute per più di 5o anni, essa è : Al Capo Francese (S. Domingo)di 3,08 m. Alla Grenada (Anliilc) 2,84 A Calcutta 2,o5 (Bengala) A Ivendal (Ingldllerra) !,56 A Liverpool (idem) o,8S A Londra (idem) o,53 A Parigi (Francia) o,53 (idem) A Lione 0,89 Λ Lilla (idem} o,jG A Genova (Italia) i,4o A Napoli (idem) 0,95 A Venezia (idem) 0,81 A Utrecht (Paesi Bassi) 0,73 A Pietroburgo (Bussia) o,46 Ad Upsal (Svezia) o,43 (Quindi cadono pressoché dieci piedi d'acqua DELLE METEORE ACQUEE. 1^5 a S. D omingo, ed a Parigi soltanto 18 ο ' 9 pollici; vale a dire se si ricevesse in uno strumento tutta la pioggia che cade, tenendo conto dell'evaporazione, si otter­ rebbero queste quantità nei detti luoghi diversi. Le circostanze locali influiscono molto sulla quantità della pioggia; cosi a Ken­ dal, città che non è distante da Londra che di 60 leghe , ma che trovasi in una vallata aperta verso il mare , ed ove le nubi si ingolfano con facilità, la differen­ za dell' acqua che cade annualmente é grandissima. In altre contrade,come in Ara­ bia, nell' Egitto, in Barbarla, nei deserti dell'Affrica, al Perù , non piove quasi mai. Egli è certo che, quanto più si prolun­ ga in una contrada ο in una stagione la pioggia ο la siccità, tanto più è probabile che durino ancora, per la ragione che nel primo caso l'evaporazione viene continua­ tamente alimentata, e nel secondo non lo è pressoché mai. Del resto, gli anni che forniscono una grande quantità d'acqua non sono sempre METEOROLOGIA. IO l46 DELLE METEORE ACQUEE. i più umidi ; si potrebbe anche qualche volta porlinel numerodegli anni asciutti, se si paragoni la temperatura dei diversi mesi collo stato corrispondente delle produzioni della terra. Questo è ciò che accade: i.° quando la quantità d'acqua che cade non è egualmente ripartita su tutti i mesi, di maniera che un solo mese e qualche volta anche un solo giorno fornisce tanl'acqua quanto ne forniscono più altri mesi; 2.° se le piogge sono frequenti, ma minute, l'anno sembrerà essere stato piovoso senza che sia caduta molt'acqua; 3 . e finalmente se cade pochissima acqua nei mesi di giugno e di luglio, e la quantità che questi mesi avrebbero dovuto fornire trovisi distribuita negli altri mesi, 1' anno sembrerà che sia stato asciutto, quantunque realmente sia stato umido. Tutto dipende dunque dalla maniera con cui le piogge furono distri-, buite nei diversi mesi dell' anno. , Il numero dei giorni piovosi è in ra-s gione inversa della quantità d'acqua che c a d e , cioè è minore all'equatore ed aumentaamisura che cene scostiamo. Egual- DELLE METEORE ACQUEE. 147 mente, il numero dei giorni di pioggia è d'ordiuario maggiore nei verno che d'e­ state , e ciò non ostante cade più acqua in quest J ultima stagione che durante la prima; se gli straripamenti hanno luogo durante il verno, ciò dipende dall'esservi stata minore evaporazione. La pioggia cade in tutte le stagioni ed a tutte le ore del giorno ; ma, secondo Toaldo,cade maggior quantità di pioggia durante il giorno che durante la notte. Se, dietro i calcoli di Cotte, si porta a 34 pollici (o m. 863) la quantità media d'acqua che cade durante l'anno, si avran­ no per tuttala terra 917οι miglia (147627 kilom.) cubiche di acqua. Se questi dati sono esatti, cadrebbe annualmente 2699 miglia (4343 kil.) cubiche d'acqua di meno di quella che si evaporerebbe. (Vedi più sopra.) Il confronto tra la quantità di pioggia che cade alla sommità d'una montagna e alla sua base, è una questione importan­ te. Risulta da esperienze fatte da lungo tempo all'Osservatorio di Parigi, che il pluviometro posto presso della superficie ' f l48 DELLE METEOHE ACQUEE. del suòlo riceve maggior quantità di piog­ gia (li quello posto sulla piattaforma del­ l'edifìcio; la differenza dei due livelli è di 24 metri ; ora , nel 1826, la quantità d' arqua raccolta è stata di 4o, φ centi­ metri nel recipiente del terrazzo, e di 47, 20 in quello della corte. La inedia dei prospetti del signor Bouvard dà per la prima quantità 48. 2 e per la seconda 56, 5, cioè circa 1/7 di più. Si attribuisce questa diversità all'azione del vento, o, con maggiore probabilità, alla circostanza che le gocce cadendo si accrescono a spese dell'umidità dell'aria che esse at­ traversano ; ciò che può accadere tanto che l'atmosfera sia saturata, quanto al­ lorché la pioggia sia fredda a segnò da condurre l'aria con cui si pone in con­ tatto al punto in cui 1'umidità si depone. Non sembra però che queste circostanze si incontrino sempre; ma, qualunque sia la causa della diversità nella quantità di pioggia caduta indicata dai due pluvio­ metri posti nello stesso luogo, ma a di­ verse altezze, essa pone dell' incertezza sulle osservazioni dietro le quali cadreb­ DELLE METEORE ACQUEE. I 4<) be maggior quantità d'acqua sulla sommi­ tà di una montagna clic nelle vallate; ciò che si spiega d'altronde col fatto ben noto che le nubi e le nebbie vengono spesso attratte dalle montagne e vi rimangono, mentre al basso piove poco ο nulla. Que­ sto però non si osserva che nelle mon­ tagne di una elevazione e di una esten­ sione alquanto notabile. Si può dire lo stesso delle foreste che attraggono pure le nubi. La quantità d'acqua che cade sui con­ tinenti è maggiore della quantità che si evapora ; il di più è fornito dai mari i cui venti ci apportano le nubi ; la piccola quantità d'acqua, comparativamente alla massa totale delle piogge, che è traspor­ tata ai mari dai fiumi , dai torrenti e dalle sorgenti sotterranee, serve a stabi­ lire l'equilibrio. Questo cangiamento tra la terra ed i mari sembra un punto essen­ ziale dell'economia della natura.Ma noi non siamo punto ancora a portata di de­ terminare se il livello dei mari si abbassi in certi luoghi in conseguenza di eleva­ zioni corrispondenti, ο se la massatotale 1 5 θ D ELLE METEORE ACQUEE. delle acque diminuisca. I frantumi solidi che i fiumi ed i torrenti trasportano con­ tinuamente all' Oceano, non dovrebbero essi innalzarne il livello? e, poiché si crede di aver osservati , come in Italia , ed agli Stati­Uniti, dei luoghi piuttosto abbandonati che usurpati dal mare ( ι ) , non si dee egli credere che ia massa delle acque diminuisca, venendo essa fissata senza dubbio negli innumerevoli corpi organizzati che si formano continuamente alla superfìcie della terra, e che, decom­ ponendosi in seguito, non la restituisco­ no punto per intiero? g. III. Della neve e della graffatola. Quando le nubi si formano ad un'al­ tezza ove la temperatura è al di sotto di o°, i globetti d'umidità si congelano e cadono sotto forma di neve ο di graffinola. Accade spesso che quando le regioni in­ teriori dell'aria sono ad una temperatura (ι) Vedi la <>"■■ " ""rea. DELLE METEORE ACQUEE. IJl più elevata; la neve si scioglie prima di giungere a terra e cade sotto forma di pioggia, od anco si discioglie nell'atmo­ sfera. La neve forma dei cristalli a 3 ο 6pun­ te, di rado a 12, oppure delle stelle a 3 ο G raggi ora ramificate , ed ora senza ramificazioni. Si e osservato che questi raggi sono tanto più ramificati quanto più intenso è il freddo. Negli anni in cui la neve tiene coperto il suolo a lungo, le fontane sono più abbondanti , il che ha fatto dire che le nevi abbondanti annun­ ciano una buona raccolta; in fatti esse bagnano la terra meglio delle piogge, a motivo che la loro evaporazione è tenue. Le nevi producono anco il buon effetto di impedire che il gelo discenda profonda­ mente nella terra che esse coprono; pare che la diversità possa giungere ad un piede. Questo effetto viene prodotto dalla debole forza conduttrice della neve, da che ne ri­ sulla ch'essa è un ostacolo quasi insuperabi­ le al passaggiodelfreddo atmosferico, ed al raffreddamento prodotto dall'irradiazione verso lo spazio quando il ciclo è sereno. 152 DELLE METEORE ACQUEE. La gragnuola, per la sua maggior solidità e per la sua caduta più rapida, giunge quasi sempre alla superficie del suolo allo stato di congelazione, anco duranti i inesi i più caldi ; del resto 1' osservazione fatta che non grandina quasi mai che di giorno , nelle stagioni calde e in occasione di temporali, lia indotto a credere che l'elettricità avesse gran parte nella formazione di questa meteora. Si dee confessare che anche l'ipotesi di Volta, la sola che renda conto del fenomeno, ha pur bisogno d'appoggio ; checché ne iia, esso pensa che laformazione dei noccioli delle gragnuole risuiti da una abbondante evaporazione provocata dalla grande intensità dei raggi solari, dall'estrema secchezza delle regioni dove il fenomeno ha luogo e dallo stato fortemente elettrico dei vapori vescicolari ; evaporazione sufficiente per produrre la congelazione di questi vapori. In quanlo all' ingrossamento di queste grairnuole , ammette per ispiegarlo un saltellamento dei grani di tempesta tra le nubi, simile alla danza elettrica, e clic jiuò pro- DELLE METEORE ACQUEE. 103 lungarsi forse per più ore, sino a clic il peso delle gragnuole lovinca sulla ener­ gia elettrica delle nubi. Ma, come mai questa forza potrebbe essere sufficiente per sostenere in aria delle gragnuole della grossezza talvolta di un bicchiere, e del peso di mezza libbra ? come mai il ca­ lore solare potrebbe divenire una causa di raffreddamento? D el resto sembra die Γ acqua die forma la gragnnola siasi da prima trovata nello stato di gocce di piog­ gia; ed il signor Leslie ha proposta la spiegazione della loro congelazione nei seguenti termini. « S e siesamina lastrut­ tura di un grano di gragnuola, vi si tro­ verà un nocciolo D ello stato di neve cir­ condalo da una crosta molto più dura ; esso ha intieramente l'apparenza di una goc­ cia d'acqua agghiacciata istantaneamente, ciò che ha dovuto respingere le particelle d'aria dalla superficie al centro, il quale ha per conseguenza una struttura spon­ gosa. Questa circostanza può far pensare che la gragnuola si forma dalla pioggia cadente a travçrsouno strato d'aria secco e freddo ». ..,..„„... l5+ BELLE METEORE ACQUEE. Checché ne sia però, ecco le principali circostanze del fenomeno, quali vengono indicate dal signor Arago nella sua me­ moria in cui combatte la teorica di Volta e i paragrandini. La grandine precede d'ordinario le piogge temporalesche, essa le accompagna talvolta; ma accade bea di rado che la grandine vi tenga dietro. Le nubi cariche di gragnuola sembrano essere molto voluminose, e si distinguono dalle altre nubi temporalesche per una tinta cenericcia assai notabile. I loro lembi veggnnsi molto lacerati ; la loro superfi­ cie offre qua e là molte protuberanze ir­ regolari , e sembra rigontiata. Queste nubi sono generalmente pochissimo ele­ vate ! All'accostarsi della grandine, l'elet­ trometro indica che 1' elettricità varia molto spesso di intensità e di natura : non è raro di vedere in queste circo­ stanze i passaggi del positivo al negativo, e vice versa, ripetersi dieci ο dodici volte per minuto. Prima della caduta della gran­ dine si ode spesso un romore che non si può paragonare meglio che con quello che si fa udire nel vuotare un sacco di DELLE ΜΕΤΕΟΓ,Ε ACQUEE. 1Χ> noci. La grandine affetta diverse forme ; ma si è osservato che le gragnuole d'uno stesso temporale offrono in generale una figura simile. Si da il nome di neve ghiacciata alla piccola gragnuola , poco consistente , la cui superficie sembra come infarinata. « Questa è come una specie di mezzo tra la gragnuola propriamente detta e la neve. Essa non cade che durante i tempora­ li passeggeri e poco forti; non ne cade mai in estate, almeno nei paesi meridionali ». Accade spesso che lo strato superiore delle nubi si co­igeli, del che siamo av­ vertiti dai grandi aloni, i quali vengono prodotti dal riflesso della luce sopra i prismi di ghiaccio ; e siccome appaiono degli aloni in tutte le stagioni, si dee conchiudere che possono esservi sempre delle nubi gelate , e della neve che si forma; ma questa neve nel cadere si fon­ de spesso ο si vaporizza. §. IV. Della rugiada. La formazione della rugiada è uji feno­ l56 DELLE METEOKE ACQUEE. meno intimamente connesso con quello che forma Γ oggetto di questo capitolo , e clic ha fermato l'attenzione dei fisici. Si era osservato da lungo tempo che la rugiada è sempre più abbondante quan­ do le notti sono quiete e serene ; ma il signor doit. C. Wells è il primo che abbia proposto una teorica soddisfacente per la spiegazione di questa meteora. Egli ha dimostrato con molte esperienze ingegno­ se e variati? che la rugiada non si depo­ ne giammai sopra una sostanza che allor­ quando la sua temperatura e divenuta in­ feriore a quella dell'aria ambiente. Ha provato inoltre che la superficie della terra e di tutti i corpi si raffredda a mo­ tivo che trovasi liberamente esposta ad un ciclo senza nubi , mentre un riparo qualunque che la difenda da questa espo­ sizione, si oppone alla diminuzione della sua temperatura. Si è in fatti osservato che, duruute le notti serene e quiete, un termometro posto sull'erba si abbassa spesso di 4> 6 e ( ' anco di io gradi,men­ tre l'aria che irradia poco, ed un termo­ metro posto a quattro piedi al di sojira DELLE METEORE ACQUEE. l5? della superficie del suolo, non variano punto; e mentre di due termometri posti sull'erba, l'uno a cielo scoperto, e l'altro coperto da un cartone, il primo indica spesso una temperatura più bassa di io." Quando il tempo è nuvoloso ο che spira del vento , si osserva di rado molta dif­ ferenza tra la temperatura della superfi­ cie del suolo e quella dell'aria, e non ve n'è giammai sotto le influenze riunite di un cielo coperto e del vento ; ma se si ras­ serena il cielo, si manifesta un grande ab­ bassamento di temperatura, mentre all'op­ posto se una nube sopragginnge a copri­ re il cielo sereno, fa ascendere di più gradi il termometro posto sul suolo. Il dott. Wels ha riconosciuto in olire che i corpi che si raffreddano di più , ­sono anche quelli sui quali si depone una mag­ gior quantità di rugiada. Da tutte queste esperienze ripetute in mille modi si è dedotta la teorica della rugiada. Il fisico che abbiamo citato,dal fatto ben noto che i corpi si trasmettono a vicenda continuamente il loro calori­ co mediante l'irradiazione per sino a che » · . » » . . . . ■ ' ■ ■ 1 vu 1 5 8 D ELLE METEORE ACQUEE. non siansi portati ad una temperatura uniforme, ha conchiuso che la terra manda continuamente il suo calorenelle regioni elevate e fredde dell'atmosfera; che du­ rante il giorno gli effetti di questa ir­ radiazione vengono compensati dalla gran­ de quantità di calore che proviene dal­ l' influenza diretta del sole; ma che nella notte, questi effetti divengono sensibili e producono un grande abbassamento di temperatura, a meno che le nubi, facen­ do Γ ufficio di ripari, non intercettino l'irradiazione del calore. Questa teorica rende conto perfetta­ mente di tutti i fenomeni della rugiada e della brina; in fatti quando questa ir­ radiazione ha luogo e laterra, si raffred­ da, giunge un termine in cui la porzione d'aria, in contatto colla superficie del suo­ l o , dee deporre l' umidità che essa con­ tiene: la quantità di questo deposito,che forma la rugiada quando la temperatura non discende punto al di sotto dio, e la brina nel caso contrario, è dunque pro­ porzionale alla diminuzione della tempe­ ratura, allo stato igrometrico dell'aria ο # DELLE METEORE ACQUEE. 1 !>g alla quantità di umidità die contiene, fi­ nalmente alla porzione più ο meno gran­ de d'un cielo libero sotto cui giacciono i corpi esposti, come lo dimostra la fig. 5. Diversi fenomeni confermano questa spie­ gazione della rugiada. Si sa in falli che non tutti i corpi possiedono ad uno stesso grado la proprietà di emettere il calori­ co per irradiazione, proprietà che dipen­ de dalla natura particolare del corpo e dallo stato della sua superfìcie; e si é ri­ conosciuto che le sostanze, come per es. i metalli che sono buoni conduttori del calorico, ma che hanno una facoltà di irra­ diazione ο d'emissione assai debole(i),tro­ vansi, a cose del resto pari, meno cariche di rugiada dei corpi che pussedono pro­ prietà contraria. Si è anche osservato che l'erba si carica di rugiada più abbondan­ temente che non un vialecoperto di sab­ bia , il che si attribuisce alle quantità differenti di calore che vengono trasmesse dall'interno della terra, e specialmente (i) Vedi la Fisica. 1 β ο D ELLE METEORE ACQUEE. al facile raffreddamento delle sostanze fi­ lamentose , la cui facoltà emissiva è assai grande. Ciò non ostante il raffreddamento è egualmente molto notabile nelle sabbie de'deserti, come in Affrica , ove le notti sono quasi sempre perfettamente serene, perchè in questi luoghi si incontra una causa che dee aumentare il freddo; ed è che l'aria essendo assai asciutta, non vi si condensa alcun vapore il quale abban­ doni al suolo il suo calorico. Si fu in fatti il freddo delle notti che ha fatto pe­ rire il dolt. Oudney in questi climi co­ cenli. 1/ influenza del vento che impedi­ see l'abbassamento dellatemperatura, an­ cor quando il cielo è sereno, non agisce punto col diminuire 1' irradiazione, ma procede da ciò, che gli strati d' aria più caldi vengono successivamente posti al contatto col suolo,di maniera che la ru­ giada non può fermarsi che quando tutta l'aria cosi agitata è bastantemente fred­ da perchè possa deporre la sua umidità ; lo stesso accade quando il vento è secco, durante il quale non vi e precipitazione di umidità, ma un eguale abbassamento ' ! \ ; I ! '. ! ; ! ; ­ \ \ \ DELLE METEOBE ACÇDEE. l6l di temperatura. La stessa causa spiega pure il perche la rugiada si depone in minor quantità sulle montagne che nelle pianure, e incomincia a formarsi all'ombra appena sia trascorso il momento più caldo della giornata. Abbiamo di già detto che quando la temperatura del suolo, dopo la condensazione dell'umidità, cade a o, la rugiada si congela e diviene brina. La teorica del doit. Wells spiega compiutamente questi fenomeni, e dimostra l'utilità de'ripari che i giardinieri collocano al disopra od al davanti delle piante delicate , e che, quantunque assai sottili e rari, li preservano dalle brine. Prima che il dott. Wells desse la spiegazione de'fenomeni di cui parliamo, le opinioni sulla causa della rugiada erano vaghe e poco solide ; si supponeva che la rugiada venisse intieramente prodotta dal vapore fornito dalla terra e dai vegetabili j il che trovasi confutato dal fatto che essa proviene dalla deposizione dell'umidità dell'aria. Alcuni tisici hanno attribuito il raffreddamento della superficie METEOROLOGIA. II l62 DELLE METEORE ACQUEE. della terra all' evaporazione ; ma se una considerabile diminuzione di temperatura può, in alcune circostanze,come durante un forte vento, attribuirsi a questa causa , non può essere quella che forma la rugiada , poiché la condensazione de' vapori che ha luogo in questo caso rende al contrario sensibile una parte del calorico che era latente. Finalmente il signor Leslie, in luogo di ammettere l'irradiazione come causa di raffreddamento della superficie della terra, l'attribuisce alle ondulazioni fredde delle regioni elevate, spiegando la diffusione del calore nell'atmosfera nello stesso modo della propagazione del suono. Formazione artificiale del ghiaccio a Jictigala. 11 fenomeno della rugiada, combinato col raffreddamento dovuto all'evaporazione, ha avuto a Bengala un'applicazione interessante, quella cioè della formazione artificiale del ghiaccio. A questo effetto, duranti le notti quiete e senza nubi, in un piano ben liscio, si pone sopra un letto di gambi di maizo di canne da zucchero, delle terrine molto espanse, non DELIE METEORE ACQUEE. lui verniciate, sottili e di due pollici di pro­ fondità, che si riempiono d'acqua. L'irra­ diazione considerevole di questi vasi du­ rante la notte, ed il freddo prodotto dal­ l'evaporazione lenta attraverso i vasi, ope­ rano la congelazione dell'acqua, che si raccoglie alla mattina allo stato di ghiac­ cio. L'opinione che l'evaporazione a tra­ verso dei pori delle terrine, come per gli Alcwazas (ι) , contribuisce alla congela­ zione , é combattuta dal signor Arago , che, dietro la relazione di una visita fatta dal signor Williams d'una di queste ma­ nifatture che occupa 3oo persone, annun­ cia che si usa di ugnere l'interno delle terrine; in conseguenza, egli attribuisce la congelazione al solo effetto dell' irra­ diazione. §. V. Dell' acqua solida e del ghiaccio. Secondo i diversi climi, il vapore viene abitualmente condensalo eliostato liquido, (ι) Vedila Fisica. l64 BEILE METEOIiE ACQUEE. e cade sotto forma ili pioggia.o allo sla­ to solido e cade sotto forma di nove. Nei nostri climi temperati dell'Europa, la neve ed il ghiaccio non si mostrano punto che nel verno e durante un periodo di tempo più ο meno lungo. Spelta alla geografia fisica d' indicare i limiti delle nevi perpetue nei diversi paesi, di far co­ noscere le principali ghiacciaie, t e , e non occorre qui di dire die il ghiaccio si forma quando la temperatura dell'aria discende al di sotto di o. È chiaro che il raffred­ damento dovuto all' irradiazione, quando ei unisce alla diminuzione di temperatu­ ra, si è negli amassi d'acqua stagnante ed esposta all' aspetto del cielo sereno che il ghiaccio incomincia a formarsi. I fiumi non si congelano che più lardi in ragione della massa d'acqua che conducono, della rapidità del loro corso, e della lontananza delle loro sorgenti; poiché le acque di queste sorgenti, che indicano quasi sempre la temperatura media dell'anno,scorrono niolto paese prima di raffreddarsi quanto basta per agghiacciarsi. Si fa menzione di vatii fauni clic non gelano mai per que­ DELLE MEIEOKE ACQUEE. l65 sia sola causa, ο per uua di quelle indi­ cate qui sopra ;la quantità di materie ete­ rogenee tenute in soluzione od in so­ spensione nelle acque, contribuiscono a far ritardare il momento della loro con­ gelazione. I fiumi cUe hanno un corso rapido ed esteso, come la Senna p. cs., non si con­ gelano mai in grandi massi di ghiaccio, ma vi si forma attorno ai rottami solidi che galleggiano sull'acqua, dei ghiacci che au­ mentano a poco a poco continuando a se­ guire il corso dpi fiumi stessi,e che, trat­ tenuti quindi dai ponti, dai mulini, dalle anfrattuosita delle rive, ed anco dal loro stesso grande numero, giungono in fine a formare una crosta solida molto irregolare. Questi ghiacci si accumulano spesso in alcuni luoghi in notabile mole, mentre in altri luoghi sonvi dei vuoti ove il ghiaccio è appena formato; e questo e il motivo per cui riesce pericoloso il loro passaggio. Sui piccoli fiumi, il ghiaccio trovasi il più delle volte sospeso, quando l'acqua si diminuisce dopo il gelo ο per evaporazione od altrimenti. Sui laghi e , 6 6 D ELLE METEORE ACQUEE. s»"li stagni, il ghiaccio formasi in un solo pezzo, di grossezza in generale uni­ forme , e spesso di trasparenza perfetta, che rende ancor più piacevole il percor­ rerli coi patini ; ma qui si presenta un altro pericolo , dipendente dalle sorgenti, le quali, quando l'acqua non e molto pro­ fonda , impediscono che il ghiaccio si in­ grossi molto, senza che ciò possa appa­ rire all'occhio del patinante. La terra non si consolida in masse pel gelo che a causa della porzione d'acqua «■lie contiene; dal che si può conchiudere che i vegetabili delicati debbono soffrire di più pel gelo in un terreno umido che in suolo asciutto. In tutti i casi, la terra si rigonfia per l'aumento di volume che acquista l'acqua col consolidarsi, effetto utile nelle terre grasse che perciò si di­ vidono , ma assai nocevole per le radici carnose della maggior parte de'vegetabili. La forza che acquista il ghiaccio è enor­ me ; si esperimento a sotloporre un tubo di ferro grosso un pollice e ripieno d'acqua ad un freddo straordinario; rnppesi il tubo, e si riconobbe che il ghiaccio aveva DELLE METEOIIE A.CQDEE. 167 dovuto agire con una forza eguale ad un peso eli 27.720 libbre ( 13,.fi66 kil. 9): non dee recar quindi meraviglia se il gelo fa rompere i vasi che contengono dell'acqua, sconnetta i muri delle vasche , rompa i tubi de'condotti d'acqua, sollevi i pavi­ menti, fenda gli alberi e le pietre, ce. II gelo penetra nel suolo a profondità di­ versa, in ragione dell'acqua che esso con­ tiene , ma specialmente in ragione del­ l'intensità e della durata del freddo, co­ me anche della mancanza od esistenza della neve; poiché questa, che, al mo­ mento della sua caduta, trovasi quasi sem­ pre ad una temperatura poco inferiore a o, essendo caltivissima conduttrice del ca­ lorico, serve di copertura alla terra. In quanto ai vegetabili ed agli animali, ci manca una serie di esperienze ben falle sugli effetti che il freddo produce su di essi. Perchè mai certi vegetabili sono essi sensibili al più piccolo gelo, mentre altri Io sopportano senza pregiudizio ? D ipende forse questa differenza dalla loro organiz­ zazione interna, ο dagli inviluppi che pro­ teggono i loro germogli, e dalla loro for· . ' ■ ' / ■ |68 DELLE ΜΕΤΕΟΠΕ ACQUEE. za ïitale ? In quai modo agisce il gelo quando giunge a colpirli ? Egli è forse nel disorganizzare il loro tessuto direttamente ο colla contrazione prodotta dall'accre­ scimento di volume dei fluidi contenuti nel loro interno ? In quanto agli animali si sa che ve ne sono molti i quali, dopo d' essere stati agghiacciali,hanno ripreso col disgelarsi la vita e l'uso delle loro membra, mentre il più delle volte per­ dono l'una e l'altro per sempre; un gran­ de numero di essi vengono immersi pel freddo in un torpore ο letargo cui fu dato il nome di ibernazione, equestostato le­ targico offre molte anomalie singolari. Un leggero inviluppo di paglia è per molli vegetabili un sicuro riparo controia dan­ nosa influenza del gelo; e ciò non ostante se continua a lungo , è impossibile che l'inviluppo stesso conservi alla pianta una temperatura più elevata di quella del­ l'atmosfera, e può solo preservarla dalle rapide variazioni di temperatura. Noi non faremo che indicarealcunedelle quistioni che questo soggetto offre alle investiga­ zioni dei fisici, dei naturalisti e degli or. DELLE METEOUE ACQUEE. tGp, ticnltori; questioni il cui scioglimento non sembra punto ancora facile , malgrado il grande numero di fatti raccolti. La durata e la grossezza del ghiaccio aumenta col freddo, e divengono talvolta considerevoli. Nei paesi vicini al polo si lia difficoltà ad intaccarlo con mazze le più pesanti. A Pietroburgo nel 174°) >n cui il verno fu assai rigido, si costrusse con pezzi di ghiaccio un intiero palazzo, e dei cannoni che furono caricati di circa una libbra di polvere, e resistettero alla scarica. Il capitano Parry riferisce che i contorni dell' isola Jugloolik sono abitati da Esquinesi che alloggiano in capanne costrutte di pezzi di neve,e dove la luce penetra per una apertura chiusa con un frammento diafano di ghiaccio. Il gelicidio ha luogo quando l'atmosfera è ad una temperatura al di sopra di 0, e nello stesso tempo è carica d' umidità , ο quando una legger pioggia cade sul suo­ lo ancora agghiacciato. Il disgelo ha quasi sempre luogo lenta­ mente. Si fa sentire in questo caso un'u­ midità fredda molto , perché il ghiaccio, Ι­Ο BELLE METEORE ACQUEE. per passare allo stato liquido, ha bisogno di assorbire una quantità di calorico che sa­ rebbe bastante per innalzare quest'acqua, te non fosse agghiacciata, ad una tempe­ ratura di 75. Il ghiaccio scompare anche a poco a poco senza disgelo, poiché si evapora, quantunque più lentamente del­ l' acqua. Si e nei disgeli rapidi , dopo grandi nevi, dopo un freddo continuato a lungo, che i torrenti producono dei gran­ di guasti. La massa d'acqua solida che passa celeremente allo stato liquido , e che non può penetrare in parte nella terra che trovasi ancora gelata, produce terribili straripamenti, e,rompendo i ghiacci dei fiu­ mi e trascinandoli nel loro corso divenuto impetuoso,li accumula,contro gli ostacoli rhe si oppongono al loro passaggio, spesso in amassi enormi, cui nulla può resistere. CAPITOLO TERZO D E L L E M E T E O R E I G N E E . L J E modificazioni che l'atmosfera subi­ sce per riguardo alla temperatura sono DELLE METEORE 1C.KEE. I7 I state descritte nel tratiare delle meteore aeree , perchè era importante di conoscere, prima di tutto, questi fenomeni, la cui influenza si fa sentire in moltissime circostanze. In questo capitolo, che avrebbe pure potuto compi elidere gli accennati effetti sotto il titolo di meteore ignee propriamente dette, si tratterà delle meteore elettriche , delle meteore magnetiche e delle meteore luminose. ;-· SEZIONE PIUMA - i Delle meteore elettriche. Formazione dell' elettricità naturale. Le evaporazioni e le condensazioni d'acqua, e probabilmente anche le condensazioni e le dilatazioni che hanno luogo sì spesso nel!' atmosfera e nelle nubi, non possono a meno di produrre dei cangiamenti nelle loro proprietà elettrirbe.il signor Pouillet ha riconosciuto che, nell' evaporazione dell'acqua, tutte le volte chenon è perfeltamente pura, ciò che ha luogo frequentemente in natura, vi è sviluppamento di j , j 3 D ELLE METEORE IGNEE. elettricità. La combinazione dei gas , e specialmente quella dell'ossigeno dell'aria eoi carbonio delle piante, sviluppa an­ ch' essa l'elettricità : ecco dunque due sorgenti abbondanti e sempre attive,che versano a poco a poco nell'atmosfera il fluido elettrico, che le scariche del fulmine restituiscono in massa alla terra. Questi cangiamenti sembrano in fatti le principali cause dei temporali, e dei loro fenomeni. Essendo le nubi, quando sono elettri­ zate, più ο meno isolate per l'interpo­ sizione d e l l ' a r i a , manifestano degli ef­ fetti d'attrazione ο di ripulsione, e si scaricano con esplosioni tanto sulle nu­ bi vicine, quanto col porsi in comuni­ cazione colla terra, nella stessa manie­ ra dei corpi che vengono elettrizzati coi processi artificiali, ma agiscono con molto maggiore energia. Queste esplosioni co­ atituiscono i lampi ed i tuoni, che tro­ vane! sempre accompagnati; il che ne per­ mette di giudicare approssimativamente della lontananza di un temporale dal tempo che scorre tra la comparsa del lampo ed i! rumore del tuono , a causa DELLE METEOHE IGKEE. I7J della differenza di celerità della trasmis­ sione deliri l u c e , e di quella del s n o n o ; si può calcolare ad un di presso la di­ stanza di 337 metri per ogni minuto se­ condo d'intervallo. Qualche volta le nubi elettrizzate ο i temporali producono nelle parti vicine al suolo,e negli animali che trovansi alla sua superficie, un'accumulazione conside­ revole di elettricità contraria alla loro, e in questo caso , il celere ristabilimento d'equilibrio che ha luogo quando la nube la più vicina si è scaricata sopra una più lontana, può essere fatale e produrre gra­ vi accidenti senza alcuna apparenza di esplosione nel luogo dove accadono. Non possiamo punto ancora dire con precisione in quale maniera si producono tutti i fenomeni atmosferici che hanno relazione colla elettricità. Dalle esperienze di Beccaria e di Cavallo, risulta che l'aria è in generale allo stato elettrico positivo, specialmente quando il tempo è freddo e sereno; quando il cielo è nuvoloso, que­ sto stalo elettrico diminuisce, e durante la pioggia l'aria ù allo stato elettrico ne­ 1^4- DELLE METEORE IG-NEE. gativo. L'elettricità si comunica più prontamente ad un elettrometro in una posizione elevata e durante le nebbie, die in qualunque altra circostanza. Quando si unisce un filo metallico ad un cervo volante in modo che segua la corda, si possono ottenere spesso delle scintille di un quarto di pollice di lunghezza, ancorché il cielo non annunci alcun temporale. Dui temporali. La temperatura sembra che sia direttamente od indirettamente la causa principale della produzione dei temporali; si sa che sono assai rari nei climi settentrionali, mentre sotto i tropici, specialmente in vicinanza dei mari , sono frequenti e terribili. Nei nostri climi durante il verno si ode appena qualche lieve colpo di tuono, mentre duranti i grandi calori, e specialmente quando un sole ardente succede ad un'abbondante rugiada, od a rovesci d'acqua frequenti , non passa quasi mai giorno senza temporale. La quantità dell'elettricità aumenta a misura che si va più in alto. Quando vi abbiano delle vescichette d'acqua I DELIE METEORE IGNEE. 175 conlenenti dell' aria, Γ elettricità, per le sue proprietà, dovrà tenere lontani que 1 sti balloncini, e il vapore potrà sem­ pre più accumularvi»· ; ma tosto che con una scintilla si sarà scaricata questa elet­ tricità sulla terra ο sopra una nube, i va­ pori si precipiteranno, e quindi cadranno quelle grandi piogge indicate col nome di piogge tempora/escile. Esse sono dirottis­ sime specialmente npi climi caldi dove può accumularsi nell'aria atmosferica molto maggiore elettricità. Sembra che il vapore possa essere tenuto Miniano, per me/20 della elettricità, anche allo stato traspa­ rente , di modo che i temporali si for­ mano spesso con una rapidità spavente­ vole, e che il tuono e seguilo talvolta da un rovescio di pioggia senza che si scor­ gessero da prima delle nubi. Non avvi alcuno che non abbia spesso osservato dei temporali più 0 meno vio­ lenti, e che non abbia udito mille volle raccontare gli effetti bizzarri dei fulmini, tanto all'esterno che all'interno delle abi­ tazioni. Siccome non è ancora possibile di render conto di questi fenomeni clic I76 DELLE ΜΕΤΕΟΠΕ ΚίΚΕΕ. variano all'infinito, sarebbe inutile (li de­ scriverli. La maggior parte deriva dalla facoltà conduttrice più e meno perfetta dei corpi per l'elettricità.Il fulmine col­ pisce di preferenza i metalli, gli animali, i corpi bagnati, che sono i migliori con­ duttori, anziché il vetro, la paglia, i corpi secchi, ec. ; cadrà sopra le roveri, e lascerà illesi gli alberi resinosi, come i pini, ec. Daremo qui la descrizione d'un tempo­ rale ricavata dall'annuario delle longitu­ dini, che fu estratta dalla relazione pub­ blicata dal signor Tessier nel 1790 ; non si spiegò forsein nessun paese né un tem­ porale più notabile per le sue circostan­ z e , né una grandine più spaventevole. « il temporale incomincio al mezzogiorno della Francia nel mattino del i3 luglio 1788, attraversi) in breve tempo tutto il regno, e si stese in seguito nei Paesi­Bassi e nell'Olan­ da. Tutti i terreni colpiti dallagragnuola formavano due zone parallele dirette dal sud­ouest al nord­est. Una di queste zone era lunga 17.5 leghe, e l'altra circa 200. Si riconobbe che la lunghezza media della zona percossa la più occidentale era di DELLE METEORE 1GHEE. 177 4 leghe; quella dell'altra di due leghe soltanto. L'intervallo compreso tra queste <lue zone, di una lunghezza media di 5 leghe, non fu soggetto che a copiose piog­ ge. Cadde pure mol t'acqua tanto all'orien­ te della zona percossa dell'est, quanto all'ouest della zona occidentale. La ca­ duta della grandine fu preceduta da una profonda oscurità che si estese ben oltre dei paesi colpiti da questo flagello. Col porre a confronto le ore in cui cadde la gragnuola nei differenti luoghi, si trova che il temporale percorse dal mezzogior­ no al nord 16 leghe e 1/2 all'ora, e che la celerità era precisamente eguale nelle due zone. Le gragnuole non erano tutte di eguale forma; alcune erano rotonde, altre lunghe ed a punta ; le più grosse pesavano mezza libbra. I guasti prodotti in Francia nelle 1039 parrocchie colpite dalla grandine del i3 luglio si fecero ascen­ dere, dietro indagini ufficiali, 824,962,000 franchi ». Il fulmine produce assai di frequente, nelle sabbie e nelle lande, dei fulgoriti, ο tubi fulminarli : questi tubi vetrificati, METEOROLOGIA. 13 ΐπ8 DELLE METEORE IGNEE. scoperti du H e r m a n n nel 171 ί, ritrovatisi a n c h e in seguito di t e m p o in t e m p o , s o n o , stati osservali a t t e n t a m e n t e dai signorTìran­ des, e recentissimamente il signor H a c h e t t e " lia dimostrato la loro origine col p r o d u r r re dei tubi analoghi colla scarica di forti b a t t e r i e elettriche. Dei parafulmini e dei paragrandini. La notabile invenzione dei c o n d u t t o r i me­ tallici 0 dei parcijulmini, dovuta al ce­ j b ' b r e F r a n k l i n , n e ha fornito il mezzo di preservarci dai terribili effetti del ful­ m i n e ; poiché, q u a n d o siano stati disposti c o n v e n i e n t e m e n t e , m e r i t a n o t u t t a la fiducia di sicurezza.Si s a c h e questi a p p a r a t i con­ stano di una verga di metallo più ο m e n o l u n g a , posta sulla sommità degli edifici, che comunica m e d i a n t e altre verghe m e ­ talliche, 0 corde di filo di f e r r o , ο d'ot­ t o n e , al suolo ο serbatoio c o m u n e . E di molta importanza che il c o n d u t t o r e p e ­ n e t r i profondamente n e l l a t e r r a (circa i o metri) 0 meglio ancora che vada a pe­ scare in un pozzo ; che non sia i n t e r r o t t o , e che sia di sufficiente d i m e n s i o n e . Se si volesse avere il c o n d u t t o r e sottile, biso­ DELLE MttïEORE IGNEE. Ι^ί) gnerebbe farlo di rame, il qua! metallo conduce l'elettricità meglio del ferro; la sua estremità inferiore dee anco dividersi in più p a r t i , all'oggetto che il fluido possa scaricarsi più facilmente. Tutti i parafulmini in Francia sono formati di ferrò con una punta di rame giallo, che termina in un piccolo ago di platino ; ma i fisici inglesi non sono punto d'accordo sulla quislione di sapere se sia più con­ veniente di far terminare i parafulmini con una punta, oppure con una palla, ed in Inghilterra si adotta generalmente la palla. Prima di Franklin, dice il signor Jung, la superstizione aveva immaginato molti mezzi, gli uni più bizzarri degli a l t r i , affine di preservarsi dal flagello distrut­ tore dei temporali. Dopo la scoperta del­ lo scienziato Americano, la fisica, pren­ dendo il posto della superstizione , fece nascere diversi progetti diretti allo stesso scopo. Alcuni fisici si proposero unica­ mente di dirigere la caduta della grandi­ ne sopra un dato luogo, dove non arre­ casse danno ; come fecero da prima Ber­ ΐ8θ DELLE MEÏE0BIÎ ICKEE. tholon, ed in seguito D itlmar , i quali fondati sopra l'osservazione che i tempo­ rali seguono d'ordinario le catene dei monti , ο il corso dei grandi fiumi, e conoscendo la facoltà conduttrice delle punte, speravano, collo stabilire una li­ nea di pertiche dal luogo dove si for­ mano le nubi grandinose , di poter se­ gnare il cammino alla procella, e fissar­ le il luogo di scaricarsi. Altri ebbero l'idea di costringere i temporali che minacciano grandine, a scaricarsi prima che i loro terribili elementi si riunissero in masse troppo forti; per ottenere questo effetto, Parrot voleva che si gettassero in aria delle bombe e dei razzi. Ma la maggior parte ebbero per iscopo d'impedire com­ piutamente la formazione della grandine, ο scuotendo violentemente l'aria con de­ tonazioni, ο col tocco delle campane, al­ l'oggetto di dividere le nubi ammassate; oppure, come propose Leopoldo de Buch, col coprire di piantagioni i luoghi incolti Ρ n u d i , dove giusta l'esperienza si for­ mano la maggior parte delle tempeste che desolano tale ο tale altra cpntrada ; op· DELLE METE0BE IGNEE. |8( pure, come fu immaginato da Prechtel, isolando dalla terra le nubi elettriche coll'ascensione di grandi correnti di fumo, che egli considerava come sostanza non conduttrice; ο finalmente sottraendo l'elet­ tricità accumulata nell'atmosfera; e que­ sto ο col mezzo di grandi fuochi (i quali, secondo Volta, sono le migliori sostanze anelettriche), ο con forti evaporazioni, ο finalmente coli'erezione di paragrandini propriamente detti. I paragrandini, stati lodati e biasimati oltre misura , sono una specie di para­ fulmini semplicissimi e molto economici. Il loro inventore, il signor Lapostolle d'A­ miens , li componeva soltanto con una pertica e con un cordone di paglia desti­ nata a condurre il fluido elettrico ; ma accordandosi i fisici generalmente nel considerare la paglia come un cattivo con­ duttore, visi è aggiunto in seguito untilo di lino, ed in ultimo untilo di ottone al qua­ le si fa passare l'estremità superiore della pertica, e sia piantato nel suolo. Nei dipar­ timenti degli Alti Pirenei, di D oubs, del Jura, nella IWgogua, e fuori di Frauda, t 8:i D ELLG ΜΕΓΕΟΓ.Ε iGJNEE. nella Lombardia , nella Savoia, nel can­ lone di Vaud, si sono coperte vaste esten­ sioni di terreni di queste pertiche poste aiia distanza le une dalle altre da i5o a 200 metri. Si sostenne al principio che le nubi grandinose girassero da per tutto attorno ai luoghi muniti di paragrandini, senza che questi stessi luoghi soffrissero per la grandine; ma si ha motivo di cre­ dere in vece che sia caduta grandine su diversi vigneti del Beaujolais ed in Ba­ viera, a malgrado dei paragrandini che vi furono eretti, e che lo stesso sia accaduto liei cantone di Vaud nel 22 luglio 1826. Del resto l'Accademia delle Scienze, dietro relazione del signor Fresnel, ha deciso che l'azione dei paragrandini e la teorica della formazione della grandine erano an­ cora troppo incerte per poter indurre il governo a far eseguire delle esperien­ ze in grande, come si domandava da di­ verse società d'agricoltura , e che, nello stalo attuale delle cose, era più sicuro e meuo dispendioso il ricorrere alle com­ pagnie d'assicurazione contro i danni del­ ia ^l'UlulillC. , ..._ DELLE METEORE IGNEE. 183 De'pericoìi e delle precauzioni da usarsi ili occasione di temporali. Sembra cerio che il suono agisce sul corso dell'elettricità, condensando e rarefaci ndo l'aria, e facilitando per conseguenza il suo miscuglio ; deriva forse da ciò l'uso di suonare le campane duranti i temporali , e di scaricare un cannone contro le nubi. Ma si dee pur dire che migliori ragioni ne vietano di suonare le campane in queste circostanze ; in fatti, l'elevatezza dei campanili, la corrente d'aria prodotta dal movimento delle campane , la proprietà conduttrice delle corde, sono tutte cause che espongono a gravi pericoli tanto gli ediiì/.i che i campanai. Per evitarli, bisognerebbe almeno che il campanile avesse il parafulmine accompagnato da un buon conduttore. Le migliori precauzioni da prendersi per garantirsi dai pericoli dei temporali, sono di evitare le prominenze e tutti i luoghi in cui trovinsi dei corpi buoni conduttori , specialmente le finestre , gli specchi , i cammini , gli alberi; i metalli parlicoluriiirnir sono i corpi su cui il fui- l84 DELLE METEORE IGNEE. mine va a cadere di preferenza, perchè sono i migliori conduttori ; si dee allontanarsi dalle finestre aperte e dai cammini, poiché formando talvolta delle correnti d'aria, attirano il fluido elettrico ; si vede ancora che per la stessa ragione è pericoloso il correre durante un temporale. In questo caso il miglior partito da prendersi, quando si è sopraggiunti dal temporale fuori di casa, si è di porsi in un luogo scoperto , con un ombrello di seta e costrutto con poco metallo, oppure anco di lasciarsi bagnare compiutamente; poiché l'acqua essendo buona conduttrice del fluido elettrico, è probabile che ilcorj)o stesso serva di conduttore senza che accada alcun sinistro accidente, quando la nube venisse a scaricarsi in questo sito. Havvi molte persone che si spaventano talmente pei temporali, che credono op. portuno di ritirarsi nelle cantine, ec. Basta di osservare quanto siano rari gli accidenti prodotti dal fulmine per guarire da questi terrori, da cui però anche uomini di merilo distinto non hanno sapulo guarentirsi ; egli è certo però che questo BELLE METEORE IGNEE. 185 pericolo è analogo a quello che si corre dall'essere colpiti da una tegola, ο da qua­ lunque altro oggetto. D el resto questi ter­ rori dipendono in parte dalla organizza­ zione; alcune persone, molto sensibili all'azione dell'elettricità, si trovano real­ mente indisposte in causa dell' influenza dei temporali. Si sa pure che l'effetto dell'elettricità temporalesca èmolto vario sugli uomini; alcuni divengono in queste occasioni più animati, più inquieti e più irritabili ; gli altri divengono in vece tor­ pidi e sonnolenti. Lampi di calore, ec. Fuvvi chi credette chelarapida condensazione dell'aria, pro­ dotta dal freddo ed accompagnata da un deposito di umidità , producesse spesso il rumore del tuono senza lampi, e senza alcuna disposizione elettrica ; ma questa opinione non è bastantemente stabilita. Cliiamansi poi lampi di calore quelli che non sono accompagnati da alcun tuono e talvolta nemmeno da nubi. Si dee però considerarli come procedenti da tempo­ rali molto lontani; in fatti durante la notte lo splendor del lampo che solca l'aria ,86 BELLE METEORE IGNEE. all'altezza d'una inezia lega nell'atmosfe­ ra può essere veduto anche alla distanza di 45 leghe ; mentre il rumore del tuono «ou può stendersi aldi la di 5 ο G leghe. L'atmosfera qualche volta e talmente carica di elettricità, clic le gocce di piog­ gia che cadono divengono fosforescenti per lo sviluppamene di questa elettricità all' accostarsi della terra. Cliladni crede che lo stesso fosse accaduto della pretesa caduta di metallo che dicesi essere occorsa a Lessay nel ι^3ι. Delle trombe. 11 fenomeno delle trombe 0 sifoni, che diversi autori attribuiscono all'azione dei venti,se non sono di origine elettrica, sembrano almeno avere alcuni rapporti coli'elettricità. Si possono divi­ dere le trombe in marine e in terrestri. Le prime sono in generale composte di grosse gocce d'acqua, simili ad una densa pioggia , molto agitate , e che salgono e discendono con un moto a spira , nello stesso tempo che tutta la colonna viene trasportala da un moto orizzontale ; esse sono d'ordinario accompagnate da rumori simili a quelli piodutìi dalle onde. TlELUJ METEORE ΙΓ,ΚΕΕ. iR^ In generale si osservano le, trombe sulle acque, e principalmente in mare. Quan­ tunque nessuna parte del globo trovisi garantita dai loro guasti , esse sono più frequenti nei climi caldi e nei mari della Cliiua e del Giappone. Il più delle volte sono più larghe che alte ; ma talvollasono formate da due coni che hanno origine, l'uno da una nube, l'altro dal marc, i quali si avvicinano , e in seguito si uni­ scono per un colpo di tuono. Si può cre­ dere in questo caso che la tromba serve a condurre Γ elettricità della nube nel mare. Alcune particolarità di questo feno­ meno si spiegano meglio coll'attribuire le trombe ad un vortice di vento che si impos­ sessa delle gocce dacqua.allorche vennero innalzate dalla superficie ^del mare dalle onde; le altre particolarità possono essere attribuite alla coopcrazione dell'elettricità che esisterebbe nello slesso tempo in una nube vicina. Checche ne sia , ecco la descrizione che ne dà il dolt. Mercer di una di queste trombe state osservate presso di Antigoa: (•Apparve, dite egli, a piccola disianza del­ 188 DELLE METEORE IGKEE. Γ imboccatura del porto di Saint­Jean due ο tre trombe, una delle quali dirigeva il suo corso sul porto; il suo moto progres­ sivo era lento ed ineguale, non già in li­ nea dritta, ma per slanci e per balzi. Quando fu giunta direttamente sopra il porto , io mi trovava alla lontananza di circa trecento piedi ; apparve nell'acqua un circolo di circa sessanta piedi di dia­ metro , che mi presentò uno spettacolo ad un tempo dilettevole e terribile. L'ac­ qua era violentemente agitata in questo circolo, dove era scossa ed innalzata con molta rapidità e strepilo,e rifletteva uno splendore come se il sole avesse dardeg­ giato i suoi raggi più vivi su questo luo­ go : ciò che era tanto più rimarchevole in quanto che appariva circondato da una zona tenebrosa. Tosto che ebbe raggiunta la spiaggia, trasportò seco colla stessa vio­ lenza dei travicelli , dei grandi pezzi di legno, e c , ed una piccola casa che svelse per intiero dalle sua fondamenta, e la trasportò alla distanza di quaranta piedi dal suo primo luogo, lasciandola colà sen­ za romperla uè rovesciai laj ciò che è molto DEI-LE METEORE IGSEE. I 8<) notabile si è, che quantunque il vortice si avanzasse dall'ouest all'esala casa venne trasportata dall'est all'ouest. D ue ο tre negri ed una donna bianca rimasero vit­ tima della caduta di questa casa, che era stata levata in alto, e che cadde su di essi ». Le trombe si formano qualche volta anco sulla terra, ma assai più di rado, almeno con una violenza notabile ; esse si mani­ festano allora sotto la forma dì una im­ mensa colonna d'aria, aggirandosi con grande celerità. Quando sono assai forti, possono asciugare i laghi e gli stagni, rompere gli alberi, ed innalzare lutto ciò che si trova sul loro passaggio. SEZIONE SECOND A ,,­Ì Delle meteore magnetiche. Del magnetismo terrestre. La forza ancor poco notanella sua essenza, che si indica col nome di magnetismo terrestre, sem­ bra che non agisca in modo molto im­ mediato sui fenomeni atmosferici, perchè % IC>|( D E L L E MSTEOi'.E IGKEE. appartenga alla meteorologia di farne uno studio esatto. Spetta alla fisica l'indicare quali sostanze trovansi soggette all'influenza magnetica, ed in quali circostanze essa la manifestino. Ï1 principale fenomeno magnetico che ne risguarda, si è l'aurora boreale ; diremo però qualche cosa dei fenomeni di declinazione e dinclinazione dall'ago calamitalo, e delle variazioni che subiscono in diversi luoghi; i quali oggetti verranno trattati più diffusamente dalla Geografia fisica. La declinazione è attualmente di 22 gradi a Parigi, di 24 a Londra ; essa varia secondo i tempi; quindi nel 1666 era nulla a Parigi, ed era stata nulla alcun tempo prima a Londra, e qualche tempo dopo a Vienna in Austria. Dopo si è sempre aumentata; ma in questo momento sembra che sia al suo massimo, e che anzi incominci aretrogradare. Avvi sempre in qualche parte del globo delle linee senza declinazione, ma non si conosce bene la loro situazione. La declinazione soffre delle variazioni giornaliere; di maniera che l'ago si avanza in generale verso l'ouest DELLE METE0KE ICKEE. ÏÇ)! il mattino per giungere al suo massimo ad un di presso ad un' ora dopo mezzogiorno,e in seguito retrocede verso l'est per giungere al suo minimo ad 8 ore della sera ; queste variazioni aumentano colla temperatura. L' inclinazione viene indicata da una spranga calamitata sospesa al centro di gravità; a Parigi é di 68°. Ma non è maggiormente costante della declinazione, e diminuisce in questo momento. E più forte a Londra, ma vi sono dei luoghi dove è nulla ; questi luoghi trovansi nella vicinanza dell'equatore , ed ora al nord, ora al sud di questa linea ; formano essi l'equatore magnetico, nella cui posizione il capitano Duperrey ha recentemente riconosciuto alcuni cangiamenti che rendono assai probabile un movimento di trasposizione , e condurranno forse alla cognizione delle variazioni periodiche di declinazione e d'inclinazione. Aurora boixale. Non si è potuto ancora determinare positivamente se la luce dell'aurora boreale sia di natura elettrica; ma sembra certo che questo fenomeno 10,2 DELLE METEORE IGKBB. sia legato colla causa generale del magnetismo, poiché agisce sugli aghi d'inclinazione e di declinazione, e fa pure aberrare quest'ultima, anche quando l'aurora boreale non è visibile. Si suppone che i primi raggi di luce trovinsi ad una elevazione almeno di i5 a 3o leghe al di sopra della terra; dirigonsi essi verso lo stesso punto del cielo verso cui si dirige l'ago calamitato; perciò nel 1666 il punto il più elevato di questi raggi era al meridiano, mentre attualmente t'orma un angolo considerevole. Nel 25 settembre 1827 ad undici ore della sera questa splendida meteora si mostrò a Parigi, e nello stesso tempo alla stessa ora a Londra, a Copenaghen, in Baviera, ec. Si è annunciato alle otto ore con uno sconcerto assai sensibile nell'ago calamitato orizzontale, e per tutto il tempo'che essa durò, tanto quest'ago, quanto quello d' inclinazione cangiavano tanto spesso di direzione che si aveva appena tempo di scrivere le osservazioni. Si calcolò che questa aurora boreale giungesse a circa trecento leghe di elevazione ; non era stata osservata al- DELLE METEOBE IGNEE. ί(β cuna aurora a Parigi da oltre venti anni. Il signor Arago lia recentemente comu­ nicato all'Accademia delle Scienze un prospetto del signor Kuppfer, dal quale risulta che a Cazan l'ago calamitato che si suppone trovarsi sotto l'azione di un secondo polo magnetico posto in Sibe­ ria, è stato deviato come a Parigi dalle aurore boreali; ed è noto che queste due città trovansi discoste l'una dall'altra oltre 900 leghe. L'aurora boreale è una specie di nube bianca e luminosa che appare verso il nord, e rimane per alcune ore immobile e come stazionaria ; onde luminose si diffondono spesso attorno a questa nube, e si manifestano in diversi punti della sua estensione, dei fasci splendidi, delle vive scintillazioni, delle frazioni di circolo più luminosi ο più oscuri; questa luce è talvolta di color rossastro , ο di color di fuoco, e in questo caso, il ciclo offre l'aspetto di un vasto lontano incendio. Credesi generalmente nel Nord, dove le aurore boreali sono assai frequenti, che esse siano accompagnate da un fra­ Mli'l COROLOGIA. l3 ig4 DELLE 1MBTE0HE IGNEE. gore rapido che coincide coi movimenti dei raggi luminosi. Sembra che diversi nomini distinti siansi accertati di questo fragore, i quali lo paragonano a quello di un vento violento; si sente anche un odo­ re simile a quello del sale abbruciato ο del fumo, il signor Hansteen, che riferisce questi fatti, dice inoltre che l'aspetto delle aurore boreali dimostra che i raggi di questa luce si innalzano dalla superficie della terra, in una direzione inclinata verso il sud colla verticale di circa ηΖ"; se essa occupa tutta la parte nord del cielo, e oltrepassati nostro zenit d i i 7 ° , i raggi debbono avere origine alla superfi­ cie stessa che trovasi sotto i piedi del­ l'osservatore j ciò non ostante non sem­ brano luminosi che a grandi altezze, forse anche al di là dell'atmosfera. Talvolta però la luce si ravvicina tal­ mente alla superficie della terra, che sem­ bra toccarla. Alcune persone che hanno viaggiato in Norvegia, dicono che sulle alte montagne si sono esse ritrovate tal­ volta avviluppate da una nebbia leggera che rassomigliava alla luce boreale, e DELLE ΜΕΤΕΟΠΕ IGNEE. Ip,5 comunicava all'aria un movimento; essa produceva un effetto analogo a quello del vento sul viso di chi 6 in cammino, im­ pediva la respirazione , ed era accompa­ gnato da un freddo intenso. Queste per­ sone riferiscono anche di avere incontrato una nebbia freddissima, grigio­biancastra, con una tinta verde, che senza togliere la vista delle montagne, oscurava un poco il cielo inalzandosi dalla terra, e termi­ nando col Irasformarsi in aurora boreale; qualche volta anche la precedeva. SEZIONE TERZA Delle meteore luminose. Dobbiamo ora far conoscere le diverse apparenze che i fenomeni ottici produco­ no sull'atmosfera. Quando i raggi del sole vanno a col­ pire sopra una nube, essi vengono in gran parte riflessi ; una parte è assorbita da piccoli globi di vapore in sospensione ; un'altra parte passa a traverso la massa di vapori; ina i raggi eoffrono una gran­ 1 θ β D ELLE METEORE IGNEE. de diminuzione in questo passaggio. La quantità Hi luce ohe viene definitivamente assorbita dipende dalla densità della nube e del la sua grossezza; essa è sempre più con­ siderevole che per la luce che attraversa una massa eguale d'aria pura. Si può cre­ dere che, nei casi estremi, i raggi solari, per le riflessioni ripetute in grande nu­ mero in una nube densa, soffrono una perdila maggiore che se passassero a tra­ verso di una atmosfera chiara cinquanta volte più estesa ; queste nubi sembrano in tal caso cupe e nere, a motivo della difficoltà colla quale trasmettono i raggi solari. La bianchezza delle nubi risulta dalla trasmissione di una quantità di raggi frammischiati; essa è quindi la caratteristi­ ca di leggerissime nubi. D el resto, l'aria non è priva di colore,ciò che indica che essa slessa trattiene in parte dei raggi di luce ; e quanto più grande è la sua tras­ parenza , tanto più 1'' azzurro della volta del cielo è intenso. Le apparenze luminose che si manife­ stano più ο menoraramente nel cielo, e die non dipendono né dalle forme , né DELIE METEOIIE IGNEE. I97 dai colori delle n u b i , hanno recentemen­ t e avuto delle spiegazioni soddisfacenti dell'applicazione delle leggi della rifles­ sione e della refrazione della luce. L e p r i n c i p a l i di queste a p p a r e n z e sono l'arco bahnd, gli aloni, i partili, ec. ; fenomeni ai quali bisogna aggiungere la refaziane atmosferica ordinaria. §. I. Dell' arco baleno. ■·■ > L ' eccessiva piccolezza dei globi d' ac­ q u a che costituiscono le n u b i , é causa che i raggi di luce sono soltanto riflessi od assorbiti alla loro superficie e s t e r n a , e non p e n e t r a n o p u n t o nel loro i n t e r n o . Ma q u a n d o questi globetti trovatisi r i u ­ n i t i in m a n i e r a da formare delle gocce d ' a c q u a , il raggio luminoso cjje vi p e n e ­ tra sotto un certo angolo, è diviso dalla refrazionCj e va a colpire in un p u n t o della superficie posteriore della goccia ; ivi, viene riflesso u n a ο più volte nel suo i n t e r n o , ed esce in seguito diviso nei suoi colori p r i m i t i v i , ο nei sette colori dello spettro. (Fig. 6.) T a l e è la causa della Ì Q 8 D ELLE METEORE 1GHEE. formazione dell' arco baleno , ossia del­ l'Iride degli antichi, che è stato ridotto da Cartesio ad un calcolo matematico , ed ebbe delle scoperte in ottica di Newton una compiuta spiegazione. Il fenomeno ha luogo quando il sole vibra i suoi raggi sopra gocce di pioggia procedenti da una nubp posta davanti al­ l'osservatore che volga la schiena al sole; l'arco colorato forma una porzione di cer­ rhio i! cui centro è un punto di cielo direttamente opposto a (juesto astro. Il primo arco, ο quello che trovasi posto al di dentro, è formato da una soia rifles­ sione , e si mostra a 45 9 dal c e n t r o ; il suo splendore è sempre assai più vivo, ed il color rosso vi è posto all'esterno,men­ tre il violetto vi compare all'interno; la larghezza della fascia colorata è di i ° 4 5 . ' Il secondo arco, ο quello che trovasi al­ l'esterno, è prodotto da una doppia re­ frazione, e si mostra coi colori rovesciati, a 56° dal centro. c La sua larghezza è di 3 9 i o ' e la sua distanza da! primo arco di 8° 5"."5Può esservi anche un terzo arco baleno, ma la sua i e è di tanto iode­ DELLE METEORE 1GMÏE. IQg bolita dalle refrazioni ripetute tre volte, che riesce visibile di rado. Talvolta an­ cora l'arco non ha colori, e questa specie di arco venne da Foster chiamata I ride unicolore. In tutti i casi, gli archi baleni sono tanto più appariscenti quanto più cupo è il colore del cielo dietro di essi. Da alcuni dati geometrici del fenome­ no risulta che gli archi baleni non sono visibili che quando Γ altezza del sole è inferiore a 45° e 56°; questo èil motivo per cui nell' estate non si vedono nei nostri climi che verso la metà del giorno. Per la stessa ragione non si vede che di rado compiuto il semicerchio; ma veduto dall'alto d'una torre, ο da qualche altro luogo elevato, l'arco abbraccia spesso la circonferenza quasi intiera. Gli archi baleni, ο I ridi lunari possono vedersi di frequente ; ma la debolezza della loro tinta li rende assai meno in­ teressanti ; non si veggono punto che du­ rante la luna piena, e non offrono che l'aspetto di una fascia circolare di luce bianca. Finalmente quando il mare è molto 2 0 0 D ELLS METEORE 1GKEE. agitato, si scorge sulla sua superficie u n a specie di arco b a l e n o prodotto dalle par­ ticelle d'acqua che s'innalzano: osservasi lo slesso fenomeno a n c h e sulle p r a t e r i e a motivo delle gocce d'acqua che giaccio­ n o sulla sommità delle erbe. Scorgesi que­ elo stesso fenomeno q u a n d o si osservano le cadute d'acqua voluminose avendo il eole dietro le spalle. §. II. Degli aloni ο corone, e paraseli:ni. e dei parclii La spiegazione data da Newton degli aloni è inammissibile, poiché egli p r e t e n ­ deva di assegnar loro , come agli archi b a l e n i , certi limiti, m e n t r e ne furono os­ servati di tutte le dimensioni. Il signor Les­ lie crede di dover considerarli come un fenomeno di diffrazione della luce ; vale a d i r e , egli li attribuisce alla proprietà dei raggi di inflettersi e di dividersi q u a n d o passano presso il lembo di un c o r p o ; si è p e r tal modo che la luce che si fa p e ­ n e t r a r e pel foro di u n a carta fatto con u n ago, si divide in anelli colorati. Q u e ­ DELLE METEOKE lUSEE. 201 sto scienziato concinnile, dietro diver­ s e esperienze ed osservazioni fatte con uno s t r u m e n t o di sua invenzione, che i globelti di vapore che danno luogo alla produzione dei cerchi colorati attorno al sole ed alla luna, h a n n o una dimensione clic varia tra i/5ooo° e i/ooogo 0 di pollice. Q u a n d o l'alone è vicino molto al corpo luminoso, ciò indica che sono grossi i glo­ belti che ondeggiano nell'atmosfera, e per conseguenza che essa e carica d'umidità; ed è in fatti volgare opinione che il cer­ chio attorno alla luna a n n u n c i a l a pioggia. Si debbono porre in questa classe di m e t e o r e , q u a n t u n q u e loro non si dia il nome di aloni, anche i archi che circon­ dano si spesso il sole e la l u n a , e che indicano s e m p l i c e m e n t e che l'atmosfera è velata da vapori più ο m e n o abbon­ danti ; l'aspetto rossastro del sole che ne p e r m e t t e di osservarlo ad occhio nudo , è un fenomeno simile ; lo stesso può dirsi dei raggi divergenti che mostratisi a tra­ verso delle n u b i . I n q u a n t o ai varii aloni, noi li divide­ r e m o , seguendo il signor Frauenhofcrj., in a 0 3 D ELLE METEORE IGNEE. aloni di piccola e di grande specie. I pri­ mi consistono in due ο più anelli di dia­ metro variabile contigui tra loro e vicini al corpo luminoso, offrendo i colori del­ l'arcobaleno, e trovandosi il rosso all'ester­ no di ciascuno ; vengono essi prodotti dalle inflessioni che i raggi di luce sof­ frono attorno alle vescichette di cui l'aria è piena, ed i diametri degli anelli di­ pende dalla grossezza delle vescichette. Chi conosce la legge della diffrazione, potrà tosto concepire questa spiegazio­ ne degli aloni di piccola specie, e potrà pure riconoscere tutte le circostanze del fenomeno. E evidente che questa teori­ ca è eguale a quella del dott. Leslie, e può ritenersi confermata anche dalle ri­ cerche del dott. T. Young, distintissimo scienziato. In quanto poi agli aloni di grande specie, essi sono formati di due anelli concen­ trici al corpo luminoso, l'unodi 45°, l'al­ tro di circa 90 0 di diametro : sono bian­ chi , 0 colorati in modo che il rosso trovasi nel centro; ma il secondo ha sem­ pre i colori più deboli. T. Younge l'rauen­ DELLE METE0BE IGKEE. 2θ3 bofer attribuiscono questi aloni alla re­ frazione che i raggi soffrono per parte delle faccette degli aghi di ghiaccio cri­ stallizzati (fig. 7) che ondeggiano in ab­ bondanza nell'aria. Si sa che l'angolo co­ stante dei cristalli el croentari della neve òdi 6o°, per cui formatisi dei prismi trian­ golari ο esagoni ; la deviazione prodotta nel passaggio dei raggi per tali prismi , si accorda assai sensibilmente coll'angolo necessario per dar luogo ai due anelli con­ centrici, come si osservano abitualmente. Nei .parelii e nei paraseleni, chiamati anco falsi soli e false lune, si vede d'or­ dinario un cerchio bianco parallelo all'o­ rizzonte, chiamato esso pure alone, e delle parti più splendenti 0 immagini dell' a­ stro che portano il nome di parelii quan­ do trattisi del sole, e di paraseleni (\uam\o si tratta della luna. Trovansi essi posti ai luoghi di intersezione col detto cerchio e con porzioni di arco rovesciate e di diverse curve ; il cerchio porta anche qualche volta un antelio, ο macchia luminosa po­ sta dicjntro al sole. Huygens aveva im­ maginato, per dar ragione di questofeno­ 2θ4 DELLE METEORE 1GSEE. meno, un'ipotesi assai complicata, che non acconlavasi coli'osservazione; la spie­ gazione data da Young e, che era di già stata proposta da Mariott.e,ma poscia di­ menticata intieramente, le attribuisce alla slessa causa degli aloni della grande spe­ cie. L'autore tedesco qui sopra citato le riferisce ai fenomeni di diffrazione, e crede che abbiano luogo quando i raggi lumi­ nosi penetrano assai obbliquamente nello strato dille vescichette uniformemente distribuite nell'atmosfera , e concentriche alla superficie del globo; di maniera che vi si debbono modificare come a traverso delle fascie parallele che producono! fe­ nomeni delle interferenze. iVella teorica di T. Young, tutti i principali fenomeni che accompagnano i parelii si spiegano col supporre che l'asse dei piccoli cristalli di ghiaccio prenda una posizione vertica­ le od orizzontale in ragione dell' azione del peso; quindi i parelii che sono talvolta un poco più lontani dal sole degli aloni, vengono attribuiti, come aveva già pro­ posto Mariotte, alla refrazionc de* prismi posti verticalmente, e debbono produrre DELLE METEORE IGNEE. So5 una maggior deviazione in ragione dcl­ l'obbliqnità dei raggi di luce per rappor­ to al loro asse ; il cerchio parallelo all'o­ rizzonte può provenire dalla riflessione ο dalle rifrazioni ripetute delle facce verti­ cali ; l'antelio è il risultamento di due refrazioni con una riflessione intermedia­ ria, e l'arco rovesciato lo è dell'aumento di deviazione sofferto dalla luce nel pas­ sare obbliquamente a traverso dei prismi posti in una situazione orizzontale; final­ mente, il cerchio esterno può essere at­ tribuito a due refrazioni successive a tra­ verso di prismi diversi, e più probabil­ mente, come fu indicalo da Cavendish , agli effetti degli spigoli rettangolari dei cristalli semplici. La Eg. 8 rappresenta l'aspetto ordinario degli aloni e dei parelii. L'apparenza dei colori negli aloni è ad un di presso la stessa che nell'arco ba­ leno, ma essi vi si vedono meno distinti; tutto l'alone è d'ordinario malissimo di­ segnalo all'esterno. Qualche volta le figure degli aloni e dei parelii sono talmente complicate, che Hon si può tentare di spiegare la forma­ 2 θ 6 D EILE ΜΕΤΕΟΓ,Ε ΙΟΝΕΕ. zione delle loro diverse parti , (fig. g, rappresenta' quello stato osservato a Dan­ zica nel i66i, uno dei più rimarchevoli di cui si possieda il disegno); ma se si fa attenzione alla moltitudine di forme diverse che sono state attribuite dagli au­ tori ai fiocchi di neve (fig. 7), non farà più specie di vederli produrre queste ap­ parenze. Tutti questi fenomeni vcggonsi frequen­ tissimamente nelle regioni polari ; osser­ vane! anche in altri climi, specialmente d' inverno, e quando rare nubi ondeg­ giano nelle alte regioni dell'aria. §. III. Della Fata Morgana. La Fata Morgana è un'altra illusione ottica assai rimarchevole. Questo feno­ meno, che è prodotto dalla rarefazione dell'aria presso la superficie di un corpo riscaldato, si manifesta all'orizzonte in diverse contrade , ma specialmente nei paesi caldi, sulle pianure eguali, 0 sulle rive dei laghi e dei fiumi, ο sulle spiag­ ge del mare. Gli oggetti lontani sembrano DELLE ΜΕΤΕΟΠΕ IOKEE. 20^ tassi in vece di essere elevati, e fa giu­ dicare il limite dell'orizzonte più basso e più vicino di quello che lo sia realmente (fig. ι ο). Se qualche oggetto , come gli alberi, i villaggi, trovatisi in questa dire­ zione, presentano l'aspetto di isole poste nel mezzo di un grande lago, sembrando il terreno ad una lega di distanza circo­ scritto da una inondazione generale; l'im­ magine riflessa del cielo sembra in que­ sto caso una superficie d'acqua riflettente; e gli alberi ed i villaggi che tramandano dei raggi che sono riflessi come lo sareb­ bero stati i raggi giunti dalla parte del cielo intercettata da essi, offrono un' im­ magine rovesciata al disotto degli oggetti veduti nella loro posizione naturale pei raggi diretti. Questi fenomeni possono es­ sere compiutamente imitati, come fu di­ mostrato da Wollaston , col guardare un oggetto lontano lungo un corpo ri­ scaldato. Nella spedizione d'Egitto, la fata mor­ gana produsse pei soldati una illusione crudele. Arsi della sete in queste aride contrade, gli oggetti prominenti mostra­ 2θ8 DELLE METEORE IGNEE. vansi ad una corta distanza come circoli, dati d'acqua; ma a misura che essi vi si accostavano, sembrava che il lago si al­ lontanasse, e sul finire del giorno ­ε­som­ pariva intieramente. Si osserva lo stesso fenomeno in estate nella pianura di Crau. in Provenza, la quale offre in tale stagio­ ne l'aspetto di una grande cascata d'acqua. È molto probabile che ifenomeni della fata morgana od altri analoghi abbiano dato luogo a queste pretese apparizioni fantastiche che la superstizione ha ideato esistere nell'aria e alla superficie della terra, come agli scogli che si innalzano dal fondo delle acque ed ai mostri gi­ ganteschi dei pescatori norvegi. §. IV. Della re/razione atmosferica. La refrazione atmosfericaordinaria, cioè la quantità di cui i corpi celesti, veduti a traverso degli strati dell'atmosfera,tro­ vami spostati dalla loro vera situazione per l'inflessione che questi strati fanno subire ai raggi di luce che li attraversa­ no, non può essere determinata dalla sola. DELLE METEOIÌE IGKEB. 2<κ) cognizione della densità dell'aria, né da quella della direzione angolare della luce incidente ο refratta ; in fatti, la costitu­ zione dell'atmosfera è tale chela sua den­ sità varia continuamente colla sua altez­ za, e la curva della superficie terrestre è la causa per cui l'inclinazione degli strati a traverso ai quali passano i raggi, cangia continuamente; la differenza della temperatura a diverse altezze aumenta ancora la difficoltà del calcolo delle re­ fi­azioni atmosferiche, e non è che da poco tempo che La Place col confronto delle osservazioni astronomiche e meteo­ rologiche è giunto a risolvere il proble­ ma in modo pienamente soddisfacente. Ma per gli usi pratici della meteorologia con una facile approssimazione si può de­ terminare la refrazionecon bastante esat­ tezza. Basta di sapere che la deviazione a tutte le altezze è la sesta parte di ciò che il raggio sarebbe rifratto alla super­ ficie orizzontale di un mezzo sei volte più denso dell'aria, perchè si possa, quando iin corpo celeste sembra esattamente al­ l'orizzonte, calcolare che si ritrovi an­ METEOROLOGIA. l4 210 DISIU METIiOnE ICNEE. cora a più di un mezzo grado al di sotto, stantechè la retrazione eguaglia 33 minuti quando il barometro è a 76 m. ed il termometro a 10. Aggiungeremo poi che uno degli effetti della refrazione atmosferica è di innalzare e di avvicinare a noi gli oggetti terrestri veduti da lungi; ma il fenomeno meteorologico di questo genere il più singolare si è la- figura ovale e molto ingrandita che la refrazione dà al sole ed alla luna, al momento del loro levare : l'orlo inferiore del disco essendo più elevato del superiore perchè i suoi raggi attraversano uno strato più denso , l'astro appare schiaccialo nel senso del suo diametro verticale. Gli è pure alla refrazione che sono dovuti i crepuscoli e l'aurora, 0 quella luce che riceviamo alla sera ed alla mattina quando il sole è ancora sotto l'orizzonte;essa obbliga iraggi che si sarebbero perduti per l'aria, a ripiegarsi sulla terra. Quanto maggiore è la densità degli strati atmosferici , tanto più grande è la refrazione, e più lunghi sono i crepuscoli: nei paesi freddi, come DELLE M E Ï E O U E IGHEE. 211 ai p o l i , dove r e g n a n o delle notti di sci mesi, i crepuscoli nono di lunga d u r a t a , ciò che abbrevia a l q u a n t o il t e m p o dell'oscurità. La refrazione è p u r e causa che gli astri si mostrino all'orizzonte prima che vi siano r e a l m e n t e giunti. La differenza di t e m p e r a t u r a dell'aria e dell'acqua p r o d u c e essa p u r e dei fenomeni di refrazione curiosi ; q u a n d o il mare ha una t e m p e r a t u r a più elevata di quella dell'aria, l'orizzonte a p p a r e n t e s ! abbassa di più gradi, m e n t r e nel caso opposto si innalza ; q u a n d o un b a s t i m e n t o passa da u n ' a r i a pura ad una atmosfera vaporosa, acquista i n un m o m e n t o delle dimensioni p r o d i g i o s e ; finalmente, alcuni oggelli lontani sembrano talvolta sospesi in aria. I» CAPITOLO QUARTO DE I L E DIVERSE METEOHE. A B B I A M O di già d e t t o che vi sono diverse classi di fenomeni che parecchi dotti assegnarono alla Meteorologia, ma 212 I I E L L E D 1VEI1SE METEORE. clie ci sembfano appartenere ad allre scienze; tali sono i vulcani, i terremoti, le maree , gli aeroliti, ο meteoriti; noi ne tratteremo però qui succintamen­ te. Sonvi altri fenomeni che non appar­ tengono ad alcuna delle divisioni che ab­ biamo indicato, e quindi noi ne parle­ remo in questo capitolo; tali sono le piogge di fuoco, di zolfo, di sangue, ce. ec. §. I. Dei vulcani e dei terremoti. L'opinione la più generalmente adot­ tata sulla origine dei vulcani, li attribuisce a combinazioni chimiche determinate dal miscuglio delle acque del mare colle di­ verse sostanze sepolte nel seno della ter­ r a ; ma, dopo che alcune esperienze de­ cisive, e l'autoritàdi grandi uomini hanno diretta l'attenzione sull'ipotesi del fuoco centrale, i terremoti ed i vulcani vengono spiegati in modo da sembrare una fe­ dele traduzione dei fatti della natura. In questa ipotesi, la terra era, al mo­ mento della sua formazione,in uno stato completo d'incandescenza. Λ misura che DELLE DIVERSE Λ1ΕΤΕ0Ι1Ε. 2l3 l'irradiazione a traverso gli spazi le ha fatto portiere il suo calore primitivo, la sua superficie si è ricoperta di una crosta solida che lia dovuto sempre andare ad aumentarsi col raffreddamento del globo; questa crosta forma i continenti che noi abitiamoed il letto de' mari cheli bagna­ no· Osserveremo poi che da questa dispo­ sizione ne risulta necessariamente che i vulcani dovevano essere tanto più nume­ rosi ed attivi quanto più si risale ad epo­ che maggiormente lontane, perché la cor­ teccia della terra era più sottile , ed è pure ciò che le osservazioni geologiche ci insegnano; e d'altra parte, chela tempe­ ratura della superfìcie della terra doveva essere molto più elevata ; e in fatti i ve­ getabili e gli animali fossili che vennero scoperti negli strati i più antichi, appar­ tengono a generi ο che non esistono più, ο che non hanno i loro rappresentanti che nei climi attuali i più caldi. La diminuzione di volume della massa dee essere stata un'altra causa del raffred­ damento del globo ;la quale diminuzione produsse Io sconcertamento e l'innalza· 2l4 DELLE DIVERSE METEORE. monto di alcuni strati, non che gli squar­ ciamenti che possono comunicarsi a gran­ dissime distanze e che danno origine ai terremoti ; e in fine le aperture,gli spira­ gli che trovansi tra gli interstizi di que­ sti strati, e che, quando comunicano sino al nocciolo centrale ancora in fusione ignea, debbono produrre le eruzioni dei vulcani. A noi non ispetta né di sviluppare que­ sto sistema, né di combattere il piccol numero di obbiezioni che gli si fanno. Appartiene alla Geologia lo sviluppare la teorica e le applicazioni alla costituzio­ ne della terra. Spelta alla Geografia fisi­ ca ad esporre i fenomeni particolari e la posizione attuale dei vulcani in attività (i). g. II. Delle maree. Gli effetti della gravitazione universale sulla massa mobile delle acque, sono la vera causa delle maree;poiché il calcolo (ι) Vedila Geologia e la Geografia fisica. DELLE DIVERSE ΜΕΤΕΟΓ.Ε. ai 5 della posizione relativa del sole e della luna e della loro azione sull'Oceano, ne dà l'altezza delle maree colla maggior pre­ cisione; è dunque inutile di ricercare un'altra origine di esse. Il flusso e riflusso delle acque dell'Oceano, che costituiscono il fenomeno delle maree, si ripetono en­ trambi due volte al giorno a circa 12 ore di intervallo, ma adistanti che cariano a seconda della posizione della luna e del sole. Le maggiori maree hanno sempre luogo nelle sisigie, cioè quando i due astri sono in congiunzione ed in oppo­ sizione. I fenomeni delle maree sono ad un di presso insensibili nei mari interni e me­ diterranei; nei golfi, negli istmi, negli stretti , il moto delle acquee spesso im­ pedito ο ritardato ; e ne risultano delle anomalie più ο meno singolari nei mo­ vimenti dell'acqua. I cavalloni che si os­ servano nei fiumi ad una certa distanza della loro foce, sono dovuti alle maree le cui acque che rimontano a grandi di­ stanze nel fiume, incontrando, sotto l'in­ fluenza di alcune circostanze locali, le 2l6 DELLE DIVEnSE ΜΕΤΕΟΓ.Ε. acque stesse ilei fiume che scorre in senso opposto, danno luogo ad urti, ad accu­ mulazioni d'acqua i cui effetti sono qual­ che volta assai terribili , come accade in Francia nella Senna e nella D ordogna. Non può dubitarsi che non sia stato l'ef­ fetto di questi cavalloni lo sconcerto, de­ scritto da Quinto­Curzio, che le navi di Alessandro soffersero sull'Indo nel mo­ mento in cui egli discendeva per questo fiume per recarsi a contemplare sulle spiagge dell'Oceano il fenomeno, sì nuovo pei Greci, del flusso e del riflusso del dare. Abbiamo già detto che l'atmosfera è .sottoposta ad una azione analoga a quella «he produce le maree, ma che gli effetti ne sono quasi insensibili. Parecchi scien­ ziati , partigiani del fuoco centrale, cre­ dono che il liquido interno incandescente «ubisca pure l'influenza degli astri, e deb­ ba comunicare i suoi movimenti al suolo, e quindi conchiudono che vi sono anco delle mryee terrestri; il signor Cabinet ei è dedicato su questo soggetto ad osser­ vazioni delicatissime. DELLE DIVERSE METEOHE. 21J A noi dee bastare <li aver solo indicate le maree, appartenendo all'Astronomia il farne conoscere le leggi, ed alla Geogra­ fia fisica il descriverne le particolarità. §. III. Degli aereoliti, ο meteorolili. Le pietre che cadono dal cielo, trovami registrate in tutti i cataloghi meteorolo­ gici, ma la loro natura m'ha obbligato a trattarne con tutta l'estensione conve­ niente ncìl'Astronomia. Non ripeteremo qui minutamente ciò che trovasi ivi esposto, ma ne daremo solo un sunto, e riserbc­ remo al §. seguente il trattare della ca­ duta dei diversi corpi la cui origine è poco nota. La caduta delle pietre, narrata in tutti i tempi e presso tutti i popoli, era stata rivocata in dubbio dopo la restaurazione delle scienze, sino a che alcuni fatti in­ contrastabili ne diedero la prova. D iverse supposizioni furono fatte per ispiegare la loro origine ; alcuni pretesero che si for­ massero nell'atmosfera, altri che proce­ dessero dai vulcani della luna , (inaimeli­ 2 18 DEILE DIVERSE METEOKE. te una terza opinione, che sembra prevalerein oggi,considera gli aeroliti coinè piccoli corpi planetari) die vagano negli spazi secondo le leggi dell'attrazione, clie non sono visibili d'ordinario a causa della loro piccolezza, e che cadono sul nostro globo attraversando l'atmosfera, quando accade che essi siano colpiti dalla sfera di attrazione della terra con una forza superiore a quella del loro movimento proprio. La grande distanza di quelli dei globi di fuoco che si potevano osservare con precisione, la loro direzione in diversi sensi, lo studio fattosi con cura da Brandes , delle circostanze che accompagnano l'apparizione delle stelle cadenti) e nelle quali ha riconosciuto che la loro caduta è in generale opposta al moto della terra, dal che risulta che la loro celerità procede ia parte dal movimento di transazione del nostro globo ; il grande numero che ne fu osservato dal capitano Parry nei suoi viaggi al Polo, ed a temperature le più basse ; la spiegazione soddisfacente che si dà in questo sistema, della luce zodiacale prodotta dalla riflessione di tutti DELLE DIVERSE METEORE. 2 IO, questi piccoli corpi ondeggianti negli spazi celesti, e la cui riunione da luogo ad una luce diffusa, visibile quando per la nostra posizione nel piano dell'equatore solare, dobbiamo vederli sullo stesso raggio visuale : tutti questi fenomeni appoggiano la nostra opinione di dover lasciare all'Astronomia lo studio degli aeroliti, chiamati anco Meteoriti, Meteoroliti, Bolidi, Uranolili, globi di fuoco, ec. In quanto alle comete, che alcuni autori a causa della irregolarità della loro comparsa solevano classificare nei cataloghi meteorologici, trovansi già da qualche tempo annoverate tra i corpi celesti. §. IV. Delle piogge di diverse sostanze. La raccolta la più completa che si possa consultare sulle sostanze cadute dal cielo, si è il Catalogo di Chiodai·, avendo questo autore impiegato molto discernimento ncir esame delle fonti da cui ha attinte le notizie, noi lo piglieremo per guida , onde evitare gli errori che si possono facilmente commettere in questa materia ; 3 2 0 D ELLE D IVERSE METEOBE. ma prima dì percorrere questo catalogo, spiegheremo che cosa siano le piogge di fuoco, di sangue, di zolfo, di ranocchi, ne. Le piogge di fuoco sono prodotte dagli aeroliti che spesso scoppiano prima di giungere alla superficie della terra, e di­ sperdono i loro frantumi nell'aria in par­ ticelle infiammate. La denominazione di piogge di sangue, di gragnuola, e nevi rosse, deriva dalla tinta rossastra che si osserva talvolta sulla terra, sugli edilizi, ο sulla neve, special­ mente nelle montagne elevate delle Alpi. Si è discusso molto sulla loro origine che sembra dovuta, in quanto alle prime, al liquore che emettono certe farfalle al­ l' escire dallo stato di crisalide, e in quan­ to alle altre ai germi di una pianta pa­ rassita trasportati dal vento in abbondan­ za. La neve rassaraccoltasulle Alpi e nelle regioni polari è stata ritrovata di eguale natura dal signor D e Candolle, il quale 1' attribuisce in tutti i casi ad un vege­ tabile che ha ricevuto i nomi di Uicd·' nivalis e di Lepraria Kermesina ; il si­ gnor Agardh, che le attribuisce la sto»sa DELLE DIVERSE METEOnS. 221 origine, colloca questa pianta nella fami­ glia delle Alche sotto il nome di Protico­ c'uts Kcrmcsinus. Le piogge di zolfo, cioè di una sostanza gialla e polverosa , sono p r o d o t t e dalla dispersione del polline degli alberi, e spe­ cialmente dei coniferi. Q u e s t a polvere f e c o n d a n t e , clic molto abbonda sui pini e sugli abeti , viene talvolta trasportata in q u a n t i t à notabile a grandissime distan­ ze dalle foreste da cui p r o c e d e , ed ha dato luogo all'opinione che piovesse zolfo. In q u a n t o alle piogge di ranocchi e d'altri animali, non si dee p r e n d e r e que­ sta espressione in senso stretto, ma bensì come una metafora. Si danno talvolta al­ cune circostanze atmosferiche molto favo­ revoli allo sviluppamento di certi animali ο di certi v e g e t a b i l i , i cui germi sono n a t u r a i n r e n t e assai n u m e r o s i : in q u e s t i casi, vedesi il suolò t a l m e n t e coperto di questi esseri viventi, che si è creduto che fossero caduti dal cielo. F i n a l m e n t e , sono state indicate anche delle piogge di grani, di biade, di sabbia, di paglia, e c : esse sono prodotte senza 2 2 2 D ELLE D IVERSE METEOBE. alcun dubbio da trombe che trasportano queste sostanze in lontananze più ο meno grandi. Si dà pine il nome di piogge di cotone a quei (ili tanto abbondanti in primavera ed in autunno che coprono i campi e si aggirano nell'aria, i quali por­ tano il nome di fili della tergine, e sono prodotti da una specie di ragno. L'enumerazione fatta da Chladni delle sostanze cadute dal cielo in tutti i tempi e per tutta la terra, comprende special­ mente le pietre e le masse di ferro cui si attribuisce un' origine meteorica. Tra le diverse sostanze ivi indicate trovar.si delle piogge nere , delle piogge rosse , delle piogge di sangue ο di materie si­ mili al sangue coagulato. Nel 1686 al 3i di gennaio cadde nella Curlandia in Nor­ vegia e nella Pomerania grande quantità di una sostanza membranosa, friabile e nerastra, simile a carta mezzo abbruciata. Nel i3 novembre 1^55 apparve rosso il cielo, e caddero delle piogge rosse in di­ versi paesi. Nel 1792 alla fine d' agosto cadde per tre giorni senza interruzione una pioggia di urrà sostanza simile a ce· DELLE DIVERSE METEOBB. 223 nere nella città di Paz nel Perù : cesa produsse dei grandi dolori di testa e delle febbri. « Nel novembre 1819 a Montreal e nella parte'settentrionale degli Stati­ Uniti caddero piogge e nevi nere, accom­ pagnate da oscuramento nel cielo straor­ dinario, da scosse come durante un terre·, moto, da detonazionisimili ad esplosioni di artiglieria, e da apparizioni ignee che furono prese per fortissimi lampi : alcuni hanno attribuito questo fenomeno all'in­ cendio di una foresta ; ma i rumori, le scosse, ec. dimostrano che questa era una vera meteora (aerolito) come quelle del 472, del 1637, del 1762, e nel Canada nel 1814 ; sembra che le pietre nere e fria­ bili, cadute ad Alais nel 1806, fossero ad un di presso della stessa sostanza, ma in uno stato di coagulazione più inoltrato». Finalmente il catalogo indica diverse ca­ dute di sostanze gelatinose, membranose ο filamentose. Ecco l'opinione generale che Chladni manifesta per riguardo a queste diverse sostanze : « Tutto ciò che si è osservato in queste cadute ci fa presumere che non 2 a 4 DELLE D1VEESE METEORE. differiscano punto dalle cadute di pietre. Qualche voltasono state accompagnate da cadute di pietre, ed anco da meteore ignee. Le polveri sembrano contenere ad un di presso le stesse sostanze delle pietre me­ teoriche. Sembra che non vi sia altra dif­ ' fprenzache nella lapidila colla quale que­ sti ammassi di materia caotica dispersa nel­ l'universo giungono nella nostra atmosfera; ma a quest'epoca dette sostanze deb­ bono subire maggiori ο minori cangia­ menti, secondo Γ intensità del calore che la compressione sviluppa nell'aria.Proba­ bilmente nella polvere rossa e nera, l'os­ sido di ferro è la sostanza principale co­ lorante; nella polvere nera si troverà senza dubbio anco del carbonio. Io considero le pietre nere e molto friabili, cadute ad Alais nel 1806, come formanti il passaggio dalle polveri nere ai méteoroliti ordina­ rli, non essendo il calore stato sufficiente per abbruciare il carbonio di queste pie­ tre, e per fondere le altre sostanze. 225 PARTE SECONDA j DEGLI STRUMENTI, DEI SEGNI, E DELLE OSSERVAZIONI METEOROLOGICHE. iu ESPOSIZIONE da noi fatta della scienza meteorologica ha mostrato quanto siano numerose le sue applicazioni; ha fatto anche conoscere in molte circostanze l'incertezza de'suoi principile il piccolo sussidio che ottiene essa dalle sue teoriche, non già per la spiegazione dei fenomeni, ma per l'antiveggenza dei dati casi nei quali debbono prodursi. Questa parte della scienza è dunque ancora quasi intieramente empirica , e ad onta MEIKOnoLOGiA. là aa6 DEGLI STKDMESTI , DEI SEGHI , dei validi soccorsi che si ottengono dagli strumenti, le osservazioni sole possono ora guidarci nella ricerca dei suoi risuì­ tamenti pratici. Se l'osservatore che abiia un luogo qualunque del globo, e molto interessato a studiare con diligenza la suc­ cessione dei fenomeni meteorologici , le circostanze ebe li precedono, li accompa­ gnano ο li seguono, i rapporli che pare che essi abbiano tra loro , i pregressi della scienza dipendono pure dal numero, dall'esattezza e dalla serie di queste os­ servazioni. Nello stalo attuale delle scien­ ze fisiche, una corrispondtnza meteorologi­ ca regolarmente stabilii a per tutto il globo ο sopra una vasta parte della terra, non condurrebbe certamente ad impor­ tanti risultamenti, dando i mezzi di sta­ bilire in poco" tempo la meteorologia so­ pra basi solide.Nella prima parte di que­ st' opera abbiamo descritto i fenomeni meteorologici ed indicate le loro cause; in questa seconda parte faremo cono­ scere: i.° gli strumenti che servono a mi­ surare 0 a valutare i fenomeni meteoro­ logici ; 2." i stg'ii indicalcri delle diverse I E C E L L E OSSEHVAZIONI METEOIIOLOGICBE. 'il'} m e t e o r e ; 3.° la m a u i e r a di fare le ossei·· vazioni meteorologiche; quella di consul­ t a r e gli s t r u m e n t i ; le ore delle osserva­ z i o n i ; le p r e c a u z i o n i , le m i s u r e , le cor­ rezioni che si d e b b o n o farvi; finalmente il modo di t e n e r e i p r o s p e t t i , i registri ed i cataloghi m e t e o r o l o g i c i , e di forma­ r e gli almanacchi. CAPITOLO PRIMO DEGLI ST&UME2ÌTI METEOKOLOOICI. ΟΑΙΦΙΛΜΟ che l'atmosfera e un fluido invisibile che circonda la terra da t u l l e le p a r t i , e che diverse esperienze ci h a n n o dimostrato essere p e s a n t e , compressibile, ed clastico. Abbiamo veduto che ί prin­ cipali cangiamenti che visopraggiuligono d i p e n d o n o dalla sua t e m p e r a t u r a , dai suo . p e s o , dalla sua u m i d i t à , dalla sua elet­ tricità. I principali s t r u m e n t i che ci fa­ r a n n o conoscere queste modificazioni sono .il termometro , il barometro, Γ igrometro, VekUromctro. I l j i s u l t a u i e u t o di queste u;o­ 228 DEGLI STKl'MEETI KIETEOr.OLOGlCI, dificazioni è in a l c u n e circostanze la formazione del vento ; in altre quella della pioggia, della n e v e , della rugiada, c e ; la misura di questi fenomeni ci verrà indicala dagli anemometri, dai pluviometri, dai fotametii, dagli etrioscopi, ec. Nella descrizione di questi s t r u m e n t i , siccome a b b i a m o f a t t o n e l l ' e s p o s i z i o n e della scienza meteorologica, ci siamo sforzati di r e n d e r c i intelligibili a tutti i l e t t o r i , persuasi come siamo dell' i m p o r t a n z a che i principii della meteorologia e l'uso de'suoi s t r u m e n t i possano divenire popolari. SEZIONE ÎEIMA Degli strumenti indicatori e delle delle meteore aeree. misure Gli s t r u m e n t i i n v e n t a t i p e r o t t e n e r e u n a indicazione esatta delle m e t e o r e aeree sono i termometri, i barometri, gli anemometri ed alcuni a l t r i ; essi h a n n o per oggetto di m i s u r a r e la t e m p e r a t u r a , il peso, la forza, la direzione dei m o v i m e n t i , fin a l m e n t e la composizione dell'atmosfera. DEGLI STRUMENTI METE0110L0G1CI. 220, %. I. Dei termometri. Appartiene più specialmente alla fisica di far conoscere la teorica e le partico­ larità di costruzione ilei termometri; noi ricorderemo soltanto: i.° che il calore dilata tutti i corpi e clic il freddo li con­ densa, ma in modo variabile; che incon­ seguenza se si rinchiudano entro tubi di vetro le cui dimensioni vengono pochis­ simo alterate dai cangiamenti di tempe­ ratura, dei liquidi ο dei gas che subiscono, in questi cosi, grandi variazioni, si o t ­ terrà in tal maniera un mezzo di misurare '­. questi cangiamenti; a.0 che si adotta ge­ neralmente l'uso dell'alcool incoloro, dello spirito di vino colorato di rosso , e spe­ cialmente il mercurio ; 3.° che la scala di divisione di tutti questi termometri è stabilita dietro i due punti fissi del ghiaccio che si fonde e dell'acquabollen­ ­,*_ te; 4·° c n e non si fa uso, specialmente in Europa, che di tre specie di termome­ tii (fig. ii); il primo è quello AìRéaumur, nei quale il termine il più basso, quello 2 3 θ D EGÙ STRUMENTI JIETEOBOLOGICI. del ghiaccio che si fonde, è segnato o°, e quello dell'acqua bollente 80; a.0 il ter­ mometro centigrado, nel quale lo stesso intervallo è diviso in 100 parti ; in questi due strumentasi prolunga indefinitamente la graduazione al di sopra ed al di sotto di questi due termini con divisioni eguali segnate —o°al di sotto del punto del ghiac­ cio che si fonde, e 81 ο ι ο ί , re. al di sopra di quello dell'acqua bollente; 3.° il T. di Fahrenheit, nel quale la scala è di­ visa in 212 parti , ma in cui lo o° degli altri strumenti è segnato 3:>. ° — Perpara­ gonare tra loro questi strumenti, bnsta aver presente clie i gradi del T. centi­ grado valgono 4/5 di quelli del termo­ metro di Re'aurnur, e9/5 di quelli di Fah­ renheit. Per conseguenza, onde convertire in gradi del T. centigrado un numero di gradi del T. tìi Reaumur, bisogna molti­ plicare questo numero per 4/5, e pei gradi del T. di Fahrenheit si dee prima de­ durre 32, quindi moltiplicare il reliquato per 5/ç). I soccorsi che la Meteorologia ottiene dal Termometro sono assai importanti ; DECLI STM'MEKTI METK0R0L0G1C.1. 231 ma per poter calcolare sui risultamenti die si hanno, è necessario di usare alcune precauzioni. Laonde , senza parlare di cjnelle che risguardano la costruzione degli strumenti, come la purezza del mercurio, il calibro esatto del tubo , e c , le quali spettano alla fisica, osserveremo qui che lo strumento dee avere un tubo fino, ed essere di un vetro abbastanza sottile perchè possa far conoscere subito anche le pili lievi variazioni ; che non si dee collocare il termometro troppo vicino al enolo , né metterlo a! contatto dei muri né dei vetri,poiché questi corpi irradiano, e quindi lo strumento non può indicare la vera temperatura dell'aria, ec. Essendo i gas assai più dilatabili dei liquidi, il termometro ad aria offrirebbe, sotto questo rapporto, dei grandi vantaggi; ma questi vantaggi, quando le variazioni sono considerevoli, divengono un inconveniente, poiché siamo costretti di dare allo strumento delle dimensioni enormi; un altro inconveniente più grave si è che il gas di questo termometro è soltoposto alla pressione atmosferica, onde farebbe ■?3a DEGLI STItBMEtiTI METEOROLOGICI. d'uopo di farne sempre lacorrezione. lisi­ gnor Leslie ha proposto per la misura delle picciole differenze di temperatura, il suo termometro differenziale (fig. n ) . Questo è fatto di un tubo ricurvo in forma di U, alle cui estremità si soffiano due bolle di eguale capacità. La parte orizzontale del tubo, ed una certa altezza dei rami ver­ ticali, sono occupati dall'alcool, ο meglio dall'acido zolforico tinto in rosso, e che intercetta la comunicazione dell'aria da una bolla all'altra. Quando le due bolle sono ad una stessa temperatura, il liquido conserva il suo livello nei due rami; ma la più piccola variazione di temperatura di una d'essi, vi dilata l'aria e respinge il liquido nell'altra colonna. La scala di misura,corrispondente all'intervallo com­ preso t r a i p u n t i d e l ghiaccio che si fonde e dell'acqua bollente, è d'ordinario di­ viso in mille parti ο gradi. Per misurare le variazioni lievi ο su­ bite di temperatura, il signor Breguet lia pure inventato un termometro metallico molto ingegnoso (fig. 12). Esso è fondato sulla ineguale dilatubilità del platino e DEGLI STHOMENTI METEOHOLOGICI. a33 dell'argento, col quale si formano delle lamine di meno d'un centesimo di linea di grossezza, che contengono tra il platino e l'argento una laminad'oro destinata ad impedire le lacerazioni nelle grandi variazioni; queste lamine sono disposte a spirale, e dilatandosi di più l'argento, fa incurvare le lamine, e fa ristringere la spirale che sostiene dalla estremila inferiore un'ago che indica le variazioni sopra un circolo graduato; con questo strumento si rilevano tosto delle variazioni di 6o° facendo il vuoto in una boccia. Il termometro che si dee preferire per le osservazioni meteorologiche, e che ne spiaee di vedere sì poco diffuso si è quello a maximum, ed a minimum (fìg. i4) inventato dal doti. J. Rutherford nel 1794; esso è un' istruiuento orizzontale composto di due termometri ordinarli , l'uno a mercurio, l'altro ad alcool; si aggiunge solo al primo> destinato a segnare il massimo della temperatura mantenutasi in assenza dell'osservatore, un piccolo cilindro d'acciaio che dee posare sulla colonna di mercurio; questo liquido, dilatandosi per effetto della α34 DEGLI STRUMENTI METKOItOLOGlCI. temperatura, spinge avanti questo piccolo cilindro; e se in seguito il mercurio si ri­ tira,lo lascia al suo luogo, essendo l'istru­ nicnto orizzontale ; nell'alcool del termo­ metro destinato a segnare il minimo della temperatura, si immerge un piccolo ci­ lindro di smalto leggerissimo, che vi resta come sospeso. L'alcool abbassandosi per effetto della diminuzione della tempera­ tura, trasporta seco il piccolo cilindro di smalto; ma quando l'alcool sale, lascia ii cilindro al suo posto. Si vede dunque che la parte inferiore del cilindro d'ac­ ciaio clic posava sul mercurio indica il massimo di temperatura, e la parte supe­ riore del cilindro di smalto che galleg­ giava sul!' alcool, dinota la temperatura minimum conservatasi dopo 1' ultima os­ servazione. Questi due termometri deb­ bono essere collocali in senso contrario sulla tavola che li sostiene, di maniera che dopo l'osservazione basta df innalzarli verticalmente per far ridiscendere il ci­ lindro d' acciaio e far risalire quello di smalto; in seguito si torna a collocarli orizzontalmente. Questo ingegnoso *tru> DEULI STItUMENTl METEOBOtOOtCl. 235 mento ύ stalo inventato dall'Accademia del Cimento di Firenze. L'idea dei ter­ mometri che segnino essi stessi la tempe­ ratura cui vengono esposti, erastata con­ cepita anco da Giovanni Bernoulli!) che ha descritto uno di questi strumenti in una lettera a Leibnitz. Col mezzo di un apparato assai semplice può ottenersi un T. a maximum, ed a minimum molto esat­ to, col termometro metallico diBrcguet; Lasta porre in una incavatura al di sotto dell'ago, e concentrica alla sua punì a, dei piccoli corsoi sommamente leggeri dispo­ sti contro l'ago da ciascun lato; egli è evidente che col moversi in un senso ο nell'altro, l'ago moverà alternativamente l'uno ο l'altro corsoio. La spiegazione delle variazioni termo­ metriche non offre alcuna incertezza: esse dipendono dai cangiamenti di tempera­ tura prodotti principalmente dal calore solare. ■■ §. II. Dei Earometri. ­■. Dopo il termometro, lo strumento più interessante per la mineralogia si ù sen­ a36 n s o t i sTniiMEKTi METEOROLOOICI. za d u b b i o il barometro , q u a n t u n q u e la scienza non sia ancora in istato di ridur­ r e a leggi positive le sue variazioni gior­ n a l i e r e così u n i v e r s a l m e n t e consultate p e r p r e v e d e r e il t e m p o qualche ora ο q u a l ­ c h e giorno p r i m a . Senza p r e t e n d e r e di spiegare l'abbassamento del mercurio verso il p u n t o segnalo tempesta q u a n d o si è alla vigilia di violenti oiagani, od un abbas­ samento un poco m e n o forte q u a n d o il t e m p o si dispone alla pioggia, o p p u r e al c o n t r a r i o la sua elevazione q u a n d o il tem­ po s e m b r a fisso αϊ bello ; senza pre­ t e n d e r e di spiegare questi fenomeni sia colle correnti atmosferiche che li p r o ­ d u c o n o , e che p o t r e b b e r o diminuire il peso dell'atmosfera nei luoghi dell'osserva­ zione, sia coU'aumento del vapore d'acqua n e l l ' a r i a , che d i m i n u i r e b b e la pressione col t e n e r disgiunte le sue molecole, come alcuni scienziati h a n n o p e n s a t o , noi con­ siglieremo di ricavar p a r t i t o da questa indicazione vaga come di un mezzo e m ­ pirico f r e q u e n t e m e n t e u t i l e , e di t e u e r n e esatta nota , nella speranza che si possa «n seguito o t t e n e r e da un g r a n d e n u m e r o DEGLI ST!U:MENTI ΜΕΤΕΓ/IÏOLOGlCf. s37 di osservazioni precise, dei dati più celti. Il vero uso del barometro si limila dun­ que a misurare il peso dell'atmosfera, e ad indicare per conseguenza l'elevatezza del luogo in cui si è al disopra del livello del mare. Scelta dì un barometro. Spelta alla fi­ sica di descrivere minutamente Je diverse specie di barometri, e le precauzioni da prendersi nella loro costruzione; ci basti il dire che i barometri di Torricelli 0 a quadrante, i più generalmente usati per segnare il tempo, sono i più difettosi, a causa dello stroânamento delle girelle che rende inesatto il risultamento. Lo stesso motivo ha fatto rigettare i barometri a maximum ed a nrinimitm, inventati in In­ ghilterra, e che segnano in assenza dell'os. servatore i punti estremi delle variazioni barometriche. Gli strumenti che si deb­ bono preferire sono il barometro a poz­ zette di Fortin (fig. 15) quando si dee rimanere in casa, ed il barometro a sifone •del signor Gay­Lussac quando se ne vuole far uso in viaggio, a motivo che questo ulti­ mo non ti sconcerta nel trasporto qualora 2 Î 8 D Ei.,.i STHUME5T' HulEOHOLOGlCl. ai usi la precauzione di rovesciarlo , ed in oltre si presta subito all'osservazione. Questo barometro può essere collocato in una canna chiusa a cerniera (fig. 16). I signori D ourches, Bunlen e Bedani hanno inventato dei mezzi proprii ad impedire che l'aria penetri nel grande braccio del­ l'istrumento, i quali possono essere ag­ giunti con vantaggio al termometro por­ tatile, dandovi un grado notabile di per­ fezione. Correzioni delle indicazioni del barome­ tro. Le osservazioni barometriche, per es­ sere esatte, richiedono molte precauzioni; dopo di essersi accertati che Γ istruraento sia ben graduato e ben disposto; che il mercurio sia ben purgato dall'aria, e che il vuoto sia perfetto; che il livello coni, sponda esattamente collo 0° della scala, bisogna eseguire le osservazioni alle stesse o r e , onde possano essere paragonabili. Si dee specialmente Icner conio dell'eleva­ zione e della temperatura del luogo, che modificano potentemente l'altezza della .Colonna barometrica. Per allontanare que­ ste' irregolariiu , bisogna dunque ridurre DEGLI ST8UMEKT1 METEOttOLOGICI. 'j3<) Ogni osservazione a termini uniformi di confronto. Si ottiene Γ i n t e n t o con molta semplicità, per la t e m p e r a t u r a , coll'ag­ giungere ο d i m i n u i r e all'altezza della co­ l o n n a di mercurio ι / 5 4 ' s p e r ogni grado c e n t i g r a d o , e si l i d u c e così ogni osserva­ zione alla t e m p e r a t u r a di a0. Un'altra cor­ rezione analoga fa poi scomparire le dif­ ferenze che risultano dalia elevazione al di sopra del livello del mare ; in fatti si sa che l'aria, scaricata del peso degli strati inferiori, a misura che si va in alto è m e n o p e s a n t e , e che p e r le altezze me­ die , la colonna b a r o m e t r i c a si abbassa circa I / I O di pollice (o m. 0027) per 90 piedi (59 m. 2355). Si r i d u r r à d u n q u e l'osservazione alla pressione m e d i a di 76 c e n t i m e t r i , alla quale il mei­curio pesa io463 volte più dell'aria, levando 1/1000 di pollice (n m. 0000027) per ogni piede (0 in. 3a48) d'elevazione al di sopra del livello del m a r e . Q u e s t e due correzioni non sono che approssimative, mapossono bastare per le osservazioni meteorologi­ che o r d i n a r i e . Si t r o v a n o nei t r a t t a t i di fisica delle formole p e r calcolare queste a4o DEGLI STHtlMEHTl METEOH0LOCICt. correzioni ed anche alcune altre colla maggior precisione : si sono inoltre forniate delle tavole di riduzione pel calcolo delle altezze mediante le osservazioni barometriche. Oscillazioni barometriche. Le oscillazioni dei barometri notate con tutta la conveniente precisione ed in uno stesso momento, in molli luoghi, hanno fatto riconoscere che esse sono ad un di presso eguali e simultanee per una grande estensione di paese. Il professore Pictet di Ginevra, che ha rappresentalo con linee curve per ogni giorno dell'anno le oscillazioni barometriche osservate a Ginevra, a Parigi ed a Londra, ha dimostralo che le elevazioni e le depressioni del mercurio hanno avuto luogo in queste tre citta nello stesso tempo e ad un di presso egualmente. Lord Gray ha creduto di riconoscere che questa legge non è esente da eccezioni, e che i cangiamenti di densità si manifestano dapprima al sud ; ma forse questi risultamene procedano da errori d'osservazione assai difficili ad evitarsi. Alcune variazioni périodicité sono pure 'DEGLI STEUMEKTI METEOIiOtOGICt. 2^1 state osservate nella colonna barometrica a certe ore del giorno , ed a certe fasi della luna. Queste sembrano dipendere da un'azione sull'atmosfera, analoga ai fe­ nomeni delle maree. Il signor Howard ha stabilito, dietro una serie di osservazioni fatte uer dieci anni, che il barometro si abbassa di ι/Ίο di pollice quaudola luna diviene nuova ο piena, e si innalza nella stessa proporzione quando questo astro entra nel primo ο nell'ultimo quarto. Se­ condo i calcoli di Laplace e di Bouvard le oscillazioni dell'atmosfera , dovute al­ l'azione della luna,sarebbero debolissime. Le variazioni diurne periodiche del ba­ rometro, state osservate dapprima nelle vicinanze dei tropici, ed in seguito messe in piena luce dal signor Bouvard anche pei nostri climi, col confronto di moltis­ sime osservazioni, non sembrano dipen­ dere dalla posizione della luna; risulta dai prospetti formati da questo scienziato che il barometro giunge colla sua mag­ giore altezza a 9 ore del mattino, che di­ scende in seguito sino a 3 ore ; dopo il qual tempo risale, e giunge al 2. 0 massi­ MSTE0KOLOGIA. l6 •χΐ^ΐ DEGtl STBBMENTI METEOHOLOOlei. mo di elevazione a g ore della sera , e ridiscende di nuovo per offrire nel giorno appresso lo stesso fenomeno.L'estensione dell'oscillazione, per risullamento medio di undici anni di osservazioni,jpel periodo ba­ rometrico di 9 ore del mattino a 3 ore della sera, è eguale a ο m. ^56, e per quello da 3 ore a 9 ore della sera non è che di ο m. 3j3, cioè di circa la metà della pri­ ma. Alcune osservazioni meno numerose hanno però lasciato travedere che simili periodi esistono dalle 9 ore di sera alle 3 del mattino, e dalle 3 alle 9 ore del mat­ tino. Il primo periodo è al suo massimo nel mese di febbraio, marzo ed aprile, ed al suo minimo durante i tre mesi precedenti : vi è dunque una causa annua che diminui­ sce la variazione diurna nei mesi di novem­ bre, dicembre e gennaio, l'aumenta durante i tre mesi successivi, e la mantiene elevata negli altri sei mesi ad un valore medio. Finalmente il signor Bouvard dal suo bel lavoro sulle oscillazioni barometriche deduce le conclusioni seguenti : i.° che verso gli equinoziiil barometro arriva al suo massimo ad 8 ore 5o mimili del mat? DECL1 STIIUMEBTI METEOROLOGICI. 243 tino, ed a io ore 3o minuti della sera ; e al suo minimo a 3 ore 4o minuti della fera, e ad un di presso alla stessa ora dei mattino ; — i.° che nell'estate il massi­ mo giunge ad 8 ore 3o minuti del mat­ tino, e nel verno a 9 ore e 20 minuti ; gli altri momenti d'oscillazioni del ba­ rometro variano colle stagioni — 3.° che i periodi del giorno sono più lunghi di quelli della notte, e che variano ad un di presso come le temperature corrispon­ denti ; — 4·° c lie sotto l'equatore, coll'c­ levarsi a grandissime altezze, questi pe­ riodi diminuiscono egualmente come le temperature corrispondenti ; — 5.° final­ mente che andando dall'equatore verso l'uno ο l'altro polo , i periodi diminui­ scono egualmente come le temperature corri.pondenti, e ad un di presso come il quadrato del coseno della latitudine. La regolarità delle variazioni del ba­ rometro non ci permcHe punto di dubi­ tare che non dipendano da una causa costante, ma sembra difficile di poterla scoprire : il signor Bouvard crede che le leggi che le reggono dipendano special­ 244 DEGÙ STBtJMEKTT METEOROLOGICI. mente dalla rotazione diurna della terra, poiché i periodi si ristabiliscono tutti i giorni ; ma il suo movimento annuale ha pure una influenza sensibile; di maniera che queste variazioni sono sottoposte ad un tempo a questi due movimenti com­ binati coli'azione del sole considerato, non come corpo attraente , ma come cor­ po riscaldante; egli è dunque pel suo ca­ lore che il sole farebbe salire e discen­ dere regolarmente il barometro due volte al giorno. La moltiplicazione dei registri meteorologici tenuti esattamente nei paesi de' tropici in cui le oscillazioni del mer­ curio non oltrepassano punto un mezzo pollice (o m. oi3) darà senza dubbio i mezzi di risolvere in seguito tale que­ stione, ed anco altre relative alla pres­ sione atmosferica. Le oscillazioni variabili del barometro nei nostri climi sembrano dipendere prin­ cipalmente dalla direzione della forza del vento, ed esse annunciano in generale ο la pioggia, od un cangiamento nel vento. Quando soffia dal nord est,dall'est e spe­ cialmente dal nord, il mercurio ollrepas­ DEGLI STRUMENTI METEOBOtOOlCI. 245 sa generalmente la sua altezza media , e scende al di sotto di essa quando il vento viene dal sud ο dal sud­oucst. Ciò non ostante questa regola, come tutte quelle che concernono le fluttuazioni del baro­ metro, è soggetta a molte eccezioni. Nei climi dei tropici, in cui il vento è dolce e regolare, il livello del mercurio non varia che di alcuni centimetri, e que­ ste variazioni aumentano molto colTavan­ zarsi verso i poli, ove i venti sono i n e ­ , golarissinii e più violenti. D el pari le eie­, vazioni e le depressioni del mercurio,, sotto alte latitudini, sono più grandi e, più frequenti d'inverno che d'estate. Sem­: bra che il valore di questi movimenti, du­ ranti i sei mesi dall'aprile al settembre, stia a quelli degli altri sei mesi come 5i sta ad 8. La stessa proporzione esi­ ste , in queste due stagioni, pei moviv menti giornalieri. Sembra ancora che i> grandi abbassamenti del barometro siano· accompagnati da una temperatura supe­ : riore a quella della stagione, ed al con­ trario le elevazioni considerevoli del mer­ curio, da una temperatura inferiore. Il; 346 DELGl STMJMKNT1 METE0H0L0GIC1. signor D anieli conchiude tanto da ciò, co­ me anche dal fatto che il barometro si abbassa colla pioggia, che la sua caduta procede dall'accumulazione del vapore e dal decremento della densità delle cor­ renti atmosferiche, che produce pure un decremento di resistenza al passaggio del vapore. La maggior parte dei fisici am­ mettono col signor Ramond, che la prin­ cipal causa delle variazioni barometriche si é il calore dpi sole, a cagione del quale ilpeso dell'atmosfera viene aumentato ο di­ minuito per la pressione dipendente dalle correnti discendenti od ascendenti del­ l'aria. Questa spiegazione, dice il signor Ra­ mond, semplicissima e naturale, si applica anche alle più minute circostanze del fe­ nomeno. Da molti fatti ben osservati risulta che vi sono delle relazioni tra le variazioni del barometro e lo stato del tempo, spe­ cialmente per ciò che concerne il vento. Non ne segue però che quest'ulliino pos­ sa esserne considerato come la causa. II dire che esiste questa relazione , e am­ mettere che i due fenomeni si man ile· DEGLI STntIMEKTl METE0HO1001C1. 247 stano allo stesso tempo ,- ma non è uno scoprire la vera causa né dell'uno né dell'altro. Il vento stesso è prodotto da alcuni sconcerti nell'equilibrio dell'atmosfera, che dee necessariamente anche influire sul barometro; ma rimane sempre "a scoprirsi la causa di questi sconcerti. Checché ne sia però, l'uso del barometro per predire il tempo può con esatte osservazioni condurre a conclusioni di grande importanza in molte circostanze, e può esso specialmente essere impiegato con vantaggio dai navigatori per prevedere i cangiamenti del vento , quando altre circostanze non possono servir loro d'indizio. Del simpiesomctro. Ilsimpiesomctro del signor Adie (fig. in) è uno strumento pori talile che in alcuni casi può essere sostituito al barometro con vantaggio; esso dà la misura del peso dell'atmosfera colla compressione di una colonna di gas. Consiste in un tubo di vetro di circa 18 pollici di lunghezza, che termina nella parte superiore in un globo D, che si riempie di gas idrogeno, e nella inferiore che è rii curva in un pozzetto A aperto al di so* 2^8 DEGÙ STRUMENTI METEOROLOGICI. pra e ripieno, come il tubo Β C, in parte eon olio di mandorle colorato; il gas rin­ chiuso, cangiando di volume in ragione della pressione dell'aria esterna sull'olio, produce un' elevazione od una depres­ sione corrispondente di questo liquido nel tubo, ed indica con ciò le variazioni di densità dell'atmosfera. La scala del­ l'istrumento viene formata col porlo con un barometro e con un termometro mol­ to esatto, in un apparato iu cui l'aria può essere successivamente condensata ο rarefatta, ed in cui il barometro si man­ tiene successivamente a diverse altezze; le elevazioni dell'olio nel tubo del sim­ piesometro e che corrispondono ai gradi del barometro, per esempio, a ciascun pol­ lice, sono segnate sulla scala E F, ed in seguito divise in ioo parti; laonde le di­ visioni di questo strumento corrispondo­ no a centesimi di pollice della scala del barometro a mercurio. Per correggere l'errore procedente dallevariazioni di ten­ sione prodotti nel gas pei cangiamenti di temperatura, la scala principale E F à disposta in modo da potere scorrere so­ DEGLI STRUMENTI METEOROLOGICI. 249 pra un'altra scala G H, in tal modo gra­ duata, che essa rappresenta questi can­ giamenti e corrisponde coi gradi di un termometro ordinario 1 K, attaccato al­ l' ietrumer/to. Per servirsene basta osser­ vare la temperatura segnata dal termo­ metro, e porre l'indice A, attaccato alla scala mobile, dirimpetto al grado di tem­ peratura corrispondente sulla scala fissa; l'altezza dell' olio indicata allora dalla scala mobile sarà la richiesta pressio­ ne dell'aria. Sembra dietro i rapporti di diversi capitani di nave , che i sim­ piesometri siano ancor più sensibili dei barometri alle influenze del vento. §. Ili, D egii anemometri, e delle ventatine. L'azione importante dei venti in molti fenomeni meteorologici, rende cssenzialis­ simo il tener calcolo della loro forza e della loro direzione. Quest'ultima viene detcrminata colle ventatine d'ogni specie comunemente note, e la forza ο la cele­ rilà del vento viene determinata cogli anemometri, alcuni dei quali indicano ad , ϊ5θ DECL1 STRUMENTI METEOROLOGICI. un tempo la direzione e la forza. Questi strumenti, di cui vi hanno molti modelli > sono ancora poco diffusi. L'anemometro di Lind misura la forza del vento coll'altezza a cui incalza una colonna d'acqua iu un tubo inclinato al quale è unita una scala graduata ; ma sembra che questo strumento sia ine­ satto, a meno che la celerilà del vento non sia di circa 4 leghe all'ora. \i'A. di Leslie è fondato sul principio che la facoltà di raffreddare di una cor­ rente d'aria sia proporzionale alla sua ce­ lerità. Esso è formalo soltanto di un ter­ mometro ordinario a spirito di vino con una grossa bolla. Si calcola facilmente la forza del vento dal tempo necessario per far discendere lo spirito divino alla metà del numero dei gradi ai quali venne fatto ascendere col calor della mano. Questo strumento è stato impiegato di rado , β non può essere esatto. i> L'anemometro vihe segna la direzione del vento, 0 piuttosto la ventalina de­ scritta da Cotte, trovasi rappreseti tata alla fig. 18, e non occulte di descriverlo. Si DEGLI STnt'MEKT! METEOROLOGICI. 251 vede che quando la ventalina gira, essa fa girare seco la ruota orizzontale, che fa eseguire alla ruota verticale tante rivo­ luzioni quante ne fa essa stessa, e l'ago le indica fedelmente sul quadrante. L'anemometro il più semplice per se­ gnare la forza del vento, è quello rappre­ sentalo dalla fig. 19. Consiste esso in una cassetta lunga C D. chiusa in D e conte­ nente una molla spirale. In questa cas­ setta penetra liberamente un fusto Β cui è imita una tavola A di un piede qua­ drato : finalmente evvi un ferro dentato che serve a trattenere il fusto col mezzo di un piccolo ritegno a molla debole , onde si possa aver tempo di far l'osser­ vazione. Se si espone la tavola A per­ pendicolarmente alla direzione del vento, la quantità del fusto che entra nella cas­ setta indicherà la sua forza. Si gradua lo strumento col porre successivamente sulla tavola i pesi coi quali si vuol confrontare la forza del vento, e si segnano sul fusto. UÀ. diBouguer è dello stesso genere; consiste esso in un disco di latta, rite­ nuto di una stadera che misura la cai 332 DEGLI STIWMEICrl METEOROLOGICI. rica sostenuta, e quindi la forza del vento. VA. di Wolf (Gg. 20) è un piccolomulino a vento che, girando facilmente sul suo asse e col sussidio di un remo che fa l'ufficio di ventalina, si orienta da se stesso, e dirige le ali contro il vento; queste ali fanno girare un asse orizzontale con una vite perpetua che si ingrana in una ruota verticale ; sull'asse di questa trovasi una specie di pendolo, a i r estremità del cui fusto evvi un peso che può scorrere sulla sua lunghezza ; a misura che il molino gira per lo sforzo del vento, l'albero, facendo girare la ruota, innalza il peso e sviluppa in tal modo una resistenza crescente ; ne risulta che quando il peso si è scostato sotto lo sforzo del vento, l'angolo del pendolo colla verticale , indicato da un quarto di cerchio, dà la misura della forza del vento. TJA. a pendolo inventato da Ons-enBray indica nello stesso tempo la direzione e la forza del vento ; esso e composto di due parti i cui diversi pezzi sono posti in moto dalla ruota delle ore di un Tir.r.u sTnuMEKTi METEOBOLOGLCI. 253 pendolo posto ha le cine parti, e che sia ciricato per 3o ore. « Ciò cbe vi è di singolare in questo anemometro, dice l'au­ tore, si è ohe non si ha bisogno di starvi appresso per osservarlo, e che si ritro­ vano segnati sulla carta lutti i cangia­ menti che sono sopraggiunti sia nella di­ rezione che nella celerità del vento, ed indicate anche le ore in cui accaddero questi cangiamenti, e la durala di cia­ scun vento... Non occorre di tenere que­ sto strumento esposto all'aria, ma può essere posto in un gabinetto dove servi­ rà anco di ornamento ». L'impossibilità di descrivere ο di rappresentare con suf­ ficiente esattezza un apparato così com­ plicato ne obbliga a rimettere i lettori alla memoria d'Ons­en­Bray registrata tra le Memorie dell'Accademia delle Scienze per l'anno 1^34, pag. 19.4· È evidente che questa macchina è costosa, e richiede molte cure per ben dirigerla. Finalmente, D e Lamanon aveva pro­ posto un A musicale ; questo era com­ posto di una serie di tubi che man­ davano il suono in ragione della ior­ 254 DEGLI STMJMEHTI METEOROLOGICI. za del vento , e ne davano la mi­ sura. Abbiamo detto, nel trattare dei venti, che essi hanno spesso una direzione ed una intensità diversa a diverse altezze del­ l'atmosfera. Gli istrumenti qui sopra de­ scritti non possono indicare queste varia­ zioni ; masi può determinarle più ο meno esattamente col sussidio dei cervi volutili e dei palloni. È chiaro che gettando iu allo questi strumenti , la direzione che essi prenderanno indicherà la direzione delle correnti atmosferiche, e la tensione della corda che li ritiene , attaccata ad un peso, indicherà con sufficiente esat­ tezza la forza di queste correnti. Evvi un'altra specie di correnti aeree che in più circostanze gioverebbe di poter conoscere ; e sono quelle che hanno luogo in una direzione vertieale,esono prodotte dal riscaldamento e dal raffreddamento della superficie della terra ; ina non fu per anco proposto alcun istrumento per misurare queste correnti. . . . '-Λ*., >1 DEGLI S TRUMENTI METEOKOIOGICI. 205 SEZIONE SECOND A Degli strumenti per misurare le meteore acquee. Si può dire che le sostanze proprie per misurare, ο piuttosto per liticare le me­ teore acquee,sono innumerevoli; faremo conoscere le principali nel trattare dei se­ gni indicatori di queste meteore ; ma i veri strumenti sono in piccol numero e non hanno punto ancora tutti i gradi di perfezione desiderabile. §. I. Dell' igrometro. Il più importante di questi strumenti li è Vibrometro, destinato ad indicare la quantità d'umidità invisibile contenuta nell'aria. La prima idea ne fu al certo suggerita dalle dilatazioni e dalle contra­ zioni cui si trovano soggette le sostanze vegetabili ed animali quando vengono esposte a diversi gradi di umidita. La spugna, la potassa caustica, l'acido solfo­ 256 DEGLI STRUMENTI METEOROLOGICI. rico, una specie di pietra vennero impie­ gate per determinare i diversi gradi di umidità dell'aria dietro l'aumento del loro peso. Una corda bagnata nella salamoia ο una barba aavcna, servono allo stesso uso, per la loro proprietà di storcersi in ragione del grado di umidità, che Tiene indicato da Un indice. Le corde di budella hanno per molto tempo fornito gli igro­ metri i meno cattivi; sono essi fondati sulla proprietà di allungarsi in propor­ zione dell' umidità cui trovansi esposte queste corde ; attaccandole da una parte ad un punto fisso, e dall'altra ad un in­ dice qualunque, è chiaro che le varia­ zioni dell'umidità verranno indicate dal movimento dell' indice prodotto dall'al­ lungamento ο dall'accorciamento del bu­ dello. Le piccole figure che segnano la pioggia od il bel tempo colla mano, ο col coprirsi ο collo scoprirsi, oppure con qua­ lunque altro movimento, sono igrometri di questa specie. Il meno imperfetto di questi strumenti è l'igrometro a capelli del D e Saussure, e quello d'osso di balena di D eluc. Il DEGLI STBCMEIiTI METEOROLOGICI. 25j primo acquista più prontamente il grado che corrisponde allo stato igrometrico dell'aria, ma pare che giunga al suo mag­ giore sviluppamento prima di giungere al­ l'umidità perfetta, mentre l'igrometro ad osso di balena pare che soffra maggiore alterazione coll'immersione nell'acqua che per l'azione dell'aria saturata d'umidità, il che è pure un difetto. Questi due stru­ menti si alterano col tempo ed acquista­ no dei difetti opposti, di maniera che la media indicazione di essi è più esatta di quella di un solo, presa separatamente. L'igrometro a capello di Saussure (fig. 21) consta di un capello spogliato della sua untuosità, assicurato da un capo ad un luogo fisso, e ravvolto per l'altro capo sopra una puleggia alla quale va unito un ago, portante un piccolo peso all'og­ getto di tener teso il capello. L'effetto dell'umidità odella siccità è di allungare ο di accorciare il capello, e per conse­ guenza di far girare la puleggia per uno spazio che viene misurato dal movimento dell'ago sopra un cerchio graduato. Il punto segnalo dall'ago (piandosi pone lo MEJEOKOLOGIA. 17 ­ r ' ' 25S DEGLI STRUMENTI METEOROLOGICI. strumento sotto il recipiente della mac­ china pneumatica con un corpo molto avido d'umidità, come il carbonato di po­ tassa, è il grado estremo di secchezza, ed è segnato o.° Il punto d'umidità estremo viene determinato col porre l'igrometro sotto una campana le cui pareti siano ba­ gnate, e che riposi sopra un vaso pieno d'acqua; questo pnntoé segnato 100; l'in­ tervallo è diriso in 100 parti eguali. Que­ sto strumento non indica die la maggiore ο minore umidità dell'aria, ma non già la quantità totale del vapore, die varia molto in ragione della temperatura. Il signor Leslie impiega por igrometro o n termometro differenziale molto sensi­ bile, bagnandone la bolla; il freddo pro­ dotto per l'evaporazione, che è tanto più attiva quanto maggiore è la secchezza del­ l'aria, si comunica alla bolla, quindi al liquido del termometro, che Io indica colla sua contrazione. Nella Enciclopedia di Edimburgo si propose una modifica­ ïione a questo strumento, col cui mezzo indica da se stesso il grado maggiore ο minore d'umidità, come nel termometro DUOLI STRUMENTI METEOnOLOOICI. Sap, a maximum ed a minimum ; gli inconve­ nienti di questa specie d'igrometro ci fanno giudicare inutile l'occuparci di de­ scriverne il perfezionamento. L'igrometro di Daniell((ig. 2a)è fondato su questo principio di fisica, che abbas­ sandola temperatura di un'aria carica anco di pochissima umidità, giungerà necessa­ riamente al punto di saturazione, e dovrà deporre la sua umidità sul corpo circon­ dante; ora, siccome tutti i liquidi, col­ l'evaporarsi, assorbono una grande quan* tità di calore, è chiaro che questo mezzo può essere impiegato per produrre del freddo. Nello strumento di D anieli, la bolla di vetro b è riempiuta a due terzi d'etere, s quando, col farlabollire.il suo vapore ha espulso l'aria dal tubo ricurvo e dalla bolla a, si chiude l'apparato alla lucerna; un termometro destinato a mi­ surare la temperatura reale , dee essere posto nel fusto destinato a sostenere lo strumento ; un altro termometro immerso nel bulbo b e nel tubo di vetro , è de­ stinato ad indicare l'abbassamento della temperatura ; finalmente la bolla, α e ri­ 26θ DEGLI STRUMEKTl METEOROLOGICI. coperta di mussolina. Quando si vuole far uso dello stromcnto, si versa un poco d'etere sulla sfera eoperta di mussolina; losto clie il liquido si evapora, prqducesi un freddo che condensa l'etere interno , e lo fa scorrere nella sfera la più bassa dove il termometro interno segna il gra­ do d'abbassamento della temperatura ; non rimane altro che di colpire Γ istante in cui l'umidità dell'aria incomincia a de­ porsi sulla bolla b, formandovi una lieve nube, e di notare i gradi dei due termo­ metri in questo momento. La differenza indica il grado di secchezza ο di umidità dell'atmosfera. Perchè la scala di graduazione d'un igrometro sia perfetta, bisogna che in­ dichi, a tutte le temperature, il rapporto tra la quantità d'umidità dell'aria col punto di saturazione: per esempio a ioo la più piccola diminuzione della tempe­ ratura dee far deporre l'umidità; a 5o l'aria dee contenere la metà dell'acqua che essa contiene quando e saturata. È noto che i gradi dell' igrometro in­ dicano non già la quantità assoluta àe\­ DEGLI STRUMEMTi METB0E0L0G1CI. 2(61 l'umidità dell'aria, ma bensì Io stato più ο meno avanzato di saturazione della parte dell'atmosfera in cui questo stru­ mento è collocato ; ed anche per questo esso è utilissimo per Γ indicazione dei cangiamenti del tempo ; poiché può se­ gnare l'umidità ο la secchezza senza che la quantità di vapore sia variata, pel mo­ tivo che in ragione dell'abbassamento ο dell'elevazione della temperatura, il suo punto di saturazione, cioè di precipita­ zione , si è avvicinato ο allontanato. §. II. Dell'almomelro od evaporomtlro. Questo strumento e destinalo a misura­ re la quantità di acqua che si evapora in un dato tempo. Il più semplice di questi strumenti ha la forma d'un vaso circolare di una dimensione eguale dal labbro al fondo, che si riempie d'acqua ; la quantità evaporata viene misurata con una scala graduata. Ma nell'uso di que­ sto strumento incontransi molle difficoltà che rendono assai incerta Γ indicazione della quantità assoluta dell' evaporazione 2G2 D EGLI STRUMENTI METEOROLOGICI. che si desidera Hi ottenere : in fatti se un tal vaso viene esposto liberamente al sole ed al v e n t o , il calore che acqui­ sterà e l'agitazione aumenteranno l'eva­ porazione di cui non darà più la misura esatta. Il signor Leslie ha proposto un atmo­ metro formato di una bolla di terra po­ rosa, di due ο tre pollici di diametro, unita ad un tubo stretto di vetro, por­ tante una scala graduata le cui divisioni corrispondono alla quantità di liquido necessaria per ricoprire la superficie ester­ na della bolla di uno strato d'acqua che avrebbe un millimetro di pollice di gros­ sezza. Anche il signor Anderson ha pro­ posto un atmometro (fig. ς φ che pare molto ingegnoso, le cui indicazioni però sembrano dipendere troppo dalla tempe­ ratura perchè siano esatte. Quello del signor de Lamark è un tubo nel quale pesca un pesa­liquore sostenuto sopra una puleggia col mezzo di un contrap­ peso; a misura che l'evaporazione fa ab­ bassare il liquido del tubo, il pesa­li­ quore discende e fa girare la puleggia DEGLI STIICMEKTI METEOBOLOOICI. 2f>3 al cui centro é assicurato un indice che gira sopra un quadrante. Quando si vuole adoperare l'istrumcnto del signor Leslie, si riempie la bolla ed il tubo d'acqua, si chiude il tubo con un piccolo cappello di rame che si fa andare a vite sopra un collare di rame, e si pone 1' istrumenlo in un luogo dove possa avere il libero contatto dell'aria. L'aequa trasuda a traverso la bolla porosa in quantità eguale a quella che può evaporarsi, e che trovasi cosi misurata dall'abbassamento del liquido nel detto tubo. Le applicazioni di questo strumento sono numerose ed interessanti ; se si riconosce, dietro le sue indicazioni, la quantità d'acqua che si evapora giornalmente in un luogo e per una data supcrficie,si potrà anche calcolare se l'acqua di un ruscello col quale si vuol formare uno stagno, e quella di una palude , d'un fiume, colla quale si vuole alimentare un canale navigabile, potrà bastaio nelle diverse stagioni, e sotto le diverse influenze atmosferiche; la più potente di queste influenze è l'azione del vento che aumenta jR4 DBCLI STIiCMEKTl METEOKOLOGICI. talvolta la dispersione dell' umidità in una proporzione considerevolissima. 11 signor Leslie calcola la forza d'evapora­ zione dell'acqua tranquilla, eguale aquella d'una corrente d'aria che percorresse otto miglia all'ora; questo mezzo può dunque indicarne la celerità del vento, col con­ fronto di un atmometro con un igrome»! tro, ο piuttosto con quello di due atmo­ metii, l'uno difeso e l'altro esposto alla corrente dell'aria. Le arti e l'agricoltu­ ra, che hanno al pari della meteorologia un grande interesse di determinare esat­ tamente il valore dell'evaporazione, pos­ sono ricavar grande partito da questo strumento ; in fatti, questa valutazione è quasi tanto importante quanto la cogni­ zione della quantità di pioggia che cade, specialmente pel giardiniere e per l'agri­ coltore , onde possano avere una dire­ zione nelle loro operazioni. Si può ancora, con questo mezzo conoscere la manie­ ra di giungere a far evaporare pron­ tamente l'umidità, ciò che condurrà a costruire dei buoni asciugatoi; DEGLI SXMIMEHTI METEOROLOGICI. 265 §. III. Dell'udometro ο pluviometro. Sotto il nome di udometro, pluviometro, idrometro, ombrometro , ietometro , cono­ scensi molti strumenti destinati ad indi­ care la quantità d'acqua che cade in un dato luogo. D uhamel ne aveva stabilito uno a D enainvilliers, che conduceva l'ac­ qua della pioggia in una fontana posta nel suo gabinetto. Pasumot e Cotte ne ' Jianno inventati di diverse forme , ina tutti consistono in imbuti che ricevono l'acqua, e la conducono in un vaso inferiore de­ stinato a diminuirne l'evaporazione ed a misurarla. Ecco quello che trovasi de­ scritto nella Enciclopedia d' Edimburgo come il più semplice e nello stesso tempo il più esatto (fig. a5). Consiste in un im­ buto di rame di 5 pollici di diametro all'apertura, il quale comunica con un tubo dello stesso metallo di 3o pollici di lunghezza e di mezzo pollice di dia­ metro, munito di un rubinetto alla estre­ mità inferiore. Si esamina l'istrumento • tutti i giorni a dieci ore, e se è caduta 366 DEGt! STBOMEHTI METEOROLOGICI. della pioggia nelle ili, ore, se ne misura 'la quantità facendola passare pel rubinetto in un tubo di vetro di un quinto ili pollice di diametro, e provveduto di una scala divisa in pollici ed in un io. 0 di pollice: in tal maniera la pioggia caduta sopra un'aja circolare di 5 pollici di diametro trovandosi raccolta in uno spazio di un quinto di pollice, i pollici ed i decimi di pollice d'acqua del tubo corrispondono a ioo.° ed a iooo.° di pollice di pioggia caduta sulla superficie della terra. Il pluviometro rappresentalo dallaGg. 26 é pure semplicissimo. Consiste esso in un vaso cilindrico di piccola dimensione, provveduto all'orifìcio di un imbuto, nel quale trovasi immerso un pezzo di sovero attaccato ad un'asta di legno ; tosto che lo strumento contiene dell'acqua, il sovero galleggia su di essa, ed innalzandosi a misura che l'acqua aumenta, fa escire il tubo del vaso, e permette in tal modo di osservare sulla scala graduatala quantità d'acqua caduta. Il signor Samuel Crosley di Londra, ha recentemente inventato nnliain-Gauge DEGLI STRUMENTI METIOBOLOGtCI. 2(>7 che ha il vantaggio disegnare da se stesso la quantità di pioggia caduta (fig. ο.η). Per evitare perquanto è possibile l'eva­ porazione , la comunicazione dell'imbuto coi tubi dee essere assai angusta. Chec­ ché ne sia però, questi strumenti non sono perfetti; non danno che approssi­ mativamente la misura della quantità d'acqua caduta in certe circostanze, e non indicano mai le piccole piogge a motivo della perdita prodotta dall'evapo­ razione sulle pareti dell'imbuto prima che l'acqua possa giungere nel tubo. E poi assolutamente necessario che l'imbuto sia disposto parallelamente all'orizzonte, e che lo strumento sia lontano da ogni og­ getto che possa guarantirlo dalla pioggia. §. IV. Dell'etrioscopo ο drosometro. Questo strumento, inventato da Leslie per misurare le quantità variabili di fred­ do prodotto dalle cause che danno luogo ai fenomeni· della rugiada, noli è altro che un termometro differenziale, ο piroscopo leggermente modificato. .»,.». 268 DEGÙ STRUMEHTI METEOROLOGICI. Questa modificazione (fig. 28) consiste nel porre il bulbo sensibile nel fuoco di una coppa di ottone ο d'argento liscio, di forma sferoidale allungata ; esso tro­ vasi in tal modo garantito dall'influenza perturbatrice del vento e della luce , e non indica precisamente che il freddo prodotto dalla sua irradiazione verso lo spazio celeste. « Le dimensioni le più vantaggiose assegnate da Leslie sono quel­ le in cui l'excentricità è eguale alla metà del piccolo asse, ciò che dee far riescire il fuoco al terzo dell'altezza totale della cavità, essendo il diametro della bolla sensibile egualmente situato verso il terzo di questa altezza, ma partendo dall'ori­ ficio della coppa. « La bolla inferiore, che può avere una maggior dimensione della bolla sensibile,il cui diametro è di circa 2 pollici, è rinchiuso in una sfera vuota di rame. i Questo strumento, posto in piena aria, indicherà ad ogni istante, sì di giorno che di n o t t e , l'impressione dei­freddo che giunge dalle regioni superiori. Leslie ag­ giunge « che questi effetti sono assai va­ BEGLI STHTOIENTI METEOHOLOGICI. 26g riabili , trovandosi al loro maximum quan­ do il cielo é d'un bleu d'azzurro puris­ simo; essi diminuiscono a misura die l'atmosfera si carica di nubi , e sono al loro minimum quando le nebbie si acco­ stano alla superficie terrestre. In talicir­ costanze le impressioni frigorificlic sono generalmente un poco maggiori di giorno die di notte , e considerabilmente più forti d' estate che nel verno. Alcuni venti che spirano ad altezze diverse do­ vrebbero pure modificarne i risultamen­ ti ». « La sensibilità di questo strumento e sorprendente ; poiché il liquore si ab­ bassa e si innalza nel tubo tutte le volte che si manifesta una nube nel cielo se­ reno e chiaro ». tt Quando si ponga in qualunque mo­ mento il coperchio di metallo sull'elrio­ scopo , l'effetto è intieramente distrutto, ed il liquido discende a zero. La più pic­ cola carta ο la più lieve pellicola di so­ stanza animale diminuisce l'azione esat­ tamente della metà. Un coperchio di car­ tone fa a! principio esattamente l'ufficio di un perfetto riparo; ma dopo, che la 2 ^ 0 D EGLI «TRUMEHTI MBTEOUOLOCIil. superficie supcriore è stata raffreddata dall' aspetto de' cieli , eccita però esso slesso una lieve influenza secondaria sulla bolla sensibile, in cui il liquido non sale però clic ad un decimo dell' elevazione cui giungerebbe se non fosse coperto ». Eguale effetto si manifesta quando il cielo è velato da nubi. Leslie, che attri­ buisce tutti questi fenomeni ad ondula­ zioni frigorifiche emesse dagli strati su­ periori dell'atmosfera, dice che, in questo caso « Γ etrioscopo non indica se non che il grado parziale del freddo a tra­ verso lo strato inferiore dell'aria, ο del­ la differenza di temperatura tra il suo­ lo e il riparo umido (le nubi), differenza che dee essere ad un di presso propor­ zionale alla sua elevazione. Questo stru­ mento potrebbe dunque servire a valu­ tare l'altezza di uno strato di nubi al di sopra della superficie della terra ». Si sono pure proposti sotto il nome di drosometri diversi strumenti destinati a misurare la quantità di rugiada deposta. W e i d l e r , professore tedesco, nel 1727 poneva a questo effetto sopra un bacino DEGLI STRUMENTI METEOROLOGICI. 9.ηΐ d'una bilancia un pezzo di vetro esposto all'aspetto del c i e l o , il cui aumento di peso per l'aderenza e la deposizione della rugiada veniva valutato dall'aggiunta dei pesi nell'altro bacino. Il signor Leslie ha inventalo un altro drosometro che diversifica poco dal suo ombrometro. ■ t. SEZIONE TERZA Degli strumenti di misura delle meteore ignee. Nel primo capitolo abbiamo già de­ scritte le diverse specie di termometri, ed i loro usi ; ed ora non ci rimane che di trattare degli strumenti per le meteo­ re elettriche , magnetiche e luminose. » . / . · ■ §. I. Degli elettrometri. , . i.rf.. · Gli strumenti destinati a tener calcolo dell' intensità e della natura della elet­ tricità atmosferica, sono fondati sulla pro­ prietà che affettano i corpi elettrizzati di attrarsi ο di respingersi. Si sa che per riconoscere se un corpo è elettrizzalo, 3^2 DEGLI STHIJMENTI HtììTEOROLOOICI. basta di presentarlo ad un corpo mobile allo stato naturale, e di osservare se lo attrae ; per determinare la natura ο la specie di elettricità, basta di osservare se attrae ο se respinge un corpo mobile cui si abbia precedentemente comunicato uno stato elettrico noto; finalmente per valutare Γ intensità della elettricità , si debbono misurare i gradi d'attrazione ο di ripulsione che si manifestano. I primi strumenti applicabili per de­ terminare l'elettricità atmosferica sono gli elettrometri di Deluc _, di Franklin,, e di Nollct; ma generalmente viene prefe­ rito quello di Cavallo (fig. 29). Consta esso di una bottiglia di vetro che riposa sopra un pezzo di legno ; dall'orificio di questa bottiglia, che è coperto da un glo­ bo di rame alquanto grosso , penetrano due piccole palle di sovero sospese con capelli , 0 fili di lino 0 di lana, che co­ municano col globo di rame. Se l'appa­ rato in tal modo disposto viene collocato all'aria libera, sopra un luogo elevato, od anche sopra una finestra, sulla testa, men­ tre l'aria sia elettrizzata j e che passi al DEGLI STRUMENTI METEOROLOGICI. 2n3 di sopra una nube temporalesca , oppure che una tal nube compaia all'orizzonte, le piccole palle col separarsi indicheran­ no la presenza dell'elettricità ; e se si presenta loro un corpo elettrizzato arti­ ficialmente , di cui si conosca Io stato elettrico, per esempio un bastone di cera lacca strofinato , si vedrà tosto quale spe­ cie di elettricità trovisi nell'atmosfera. Bisogna notare che , in questo caso, lo stato elettrico dell'aria é contrario a quel­ lo dell'elettrometro ; mentre se è elet­ trizzato dalla pioggia ο dalla neve che sia caduta su di csso> Γ elettricità sarebbe della stessa specie. Quando si vogliono «apere le più pic­ cole quantità dell'elettricità, oppure co­ noscere lo stato degli strati più elevali dell'atmosfera, si mette l'apparato in co­ municazione con una verga conduttrice più ο meno elevata che termini in una punta metallica, e accompagnata da un filo conduttore; oppure si dispongono nello stesso modo i cervi volanti, ο pal­ loni d'osservazione. Col sussidio degli elettrometri si sono MEÏEOHOLOGIA. l8 ST4 DEGLI STRÏMEKTI METEOnOLOGICI. ottenuti dei risultamenticuriosi ; pare che siavi sempre nell'atmosfera una certa quantità d'elettricità, e che questa elet­ tricità dell'aria sia quasi sempre positiva. È dessa più forte nelle nebbie dense e nei tempi di gelo, e leggerissima quando il tempo è nuvoloso, caldo, e che an­ nunci pioggia ; essa non sembra minore di notte che di giorno, l'elettricità in generale mostrasi più forte nei luoghi alti che nei bassi. La pioggia , la neve e la grngnuola sono sempre più ο meno elettrizzate, e più spesso d'elettricità ne­ gativa che di positiva. In occasione di temporali, le nubi tramandano alternativa­ mente dell'elettricità positiva e negativa, e queste due specie si succedono d'or­ dinario con molta rapidità. D uranti le piogge temporalesche si vede quasi sem­ pre l'azione dell'elettrometro crescere e decrescere secondo che la pioggia au­ 's menta ο diminuisce. Finalmente, la pre· * senza delle nubi diminuisce d'ordinario, e di raro aumenta l'azione dell'elettro­ metro ; qualche volta non produce alcun effetto. BEGLI STRUMENTI METEOROLOGICI. 2^5 II signor Colladon ha di recente ado­ peralo il Galvanometro per misurare la quantità dell' elettricità sottratta dalle nu­ bi, e sino ad un certo punto dell'ener­ gia elettrica dei temporali. D urante la presenza di queste terribili meteore nelle vicinanze ο al di sopra dell'apparato, ha osservato delle deviazioni dell'ago che sono state qualche volta di 87 , variando spesso , e cangiando tutto ad un tratto di senso, aumentando ad ogni colpo di vento, e passando sempre ad ogni colpo di tuono dalla deviazione positiva alla deviazione negativa , e viceversa. Un altro apparato destinato a valutare l'elettricità si è il molo perpetuo che si ottiene colle pile a secco. Il signor D onné si è occupato recentemente con cura del loro studio , e dell' influenza dei fenomeni atmosferici sopra questi apparati. Le pile secche sono in generale composte di dischi di carta stagnata da una parte e inve­ stiti dall'altra di uno strato di perossido di manganese bene stacciato,che si stem­ pera nel latte in poltiglia scorrevole; que­ sti dischi vengono in seguito uniti insie­ 2"G DEGLI S T I l t M E N T I METEOROLOGICI. me, premendoli gli "ni sugli altri nello stesso verso e tenendoli uniti con fili di seta. La tensione delle pile secche è quasi sempre in relazione colle variazioni della temperatura; ma quando si pongono con uno deiloro poli in comunicazione col serbatoio comune , il signor Donne' crede che siano influenzate dallo stato elettrico della terra, poiché, in occasione di temporale , si ottiene dell'elettricità dal suolo nello stesso tempo che dalle nubi temporalesche. Potrebbe essere anche che regnassero nell'interno del globo dei temporali come nell'atmosfera, e che nei terremoti di lerra specialmente si operi una grande decomposizione di fluido elettrico; alcuni in fatti credettero già di osservare l'azione dei terremoti sui moti pcj-petia. Il signor Donné ha costrutti di questi strumenti di varie sorti , alcuni destinati a misurare la tensione elettrica (fig. 3o) non potendo gli altri servire che ad inviarla , formando però un giuoco fisico elegantissimo (fig. 3i). In quest'ultimo si producono ad un tratto tre movimenti, l'uno di oscillazione al DEGLI STIUÏMENTI METEOROLOGICI. 2^7 basso, Tallio di equilibrio nel mezzo, ed jl terzo di rotazione io alto. §. II. Dell'ago calamitato. , L'ago calamitato, ο la bussola è uno strumento di meteorologia secondario ; ciò non ostante le variazioni di declina­ zione e d'inclinazione riconosciute da che il magnetismo è divenuto l'oggetto di osser­ vazioni regolari e precise, l'influenza che questo agente sembra esercitare nella costi­ tuzionegenerale del globo,finalmente,il le­ game intimo degli effetti elettrici e magne­ tici non permette, punto al meteorologo di trascurare questa classe di fenonicnj. GIT aghi di declinazione e d'inclina­ zione sono apparati assai complicati e dispendiosi; ma non sono punto indispen­ sabili. Una buona bussola ordinariaesatta e sufficientemente sensibile può bastare, quando non si voglia completare la col­ lezione degli strumenti con un ago di in­ clinazione. Sarebbe superfluo il descrive­ re questi strumenti che si trovano presso tutti i fabbricatori d'oggetti d' ottica. 2^8 D EGM STOOMBKTI METEOROLOGICI. §. HI. Del fotometro. Questo strumento, inventato da Leslie, è destinato a calcolare la facoltà illumi­ nante, è fondato sul principio del lieve innalzamento di temperatura prodotto dalla luce. Esso non è altro che un ter­ mometro differenziale di cui una bolla è formata di vetro n e r o , mentre l'altra è di vetro trasparente. Accade clic i raggi di luce, assorbiti dal globo nero, gli co­ municano del calore che fa abbassare il liquido nel tubo sino tanto che questo accrescimento di calore non è esattamente compensato dalla perdita che ha luogo nell'aria. Questo abbassamento di liquido misura dunque Γ intensità momentanea della luce , poiché le due bolle non di­ versificano tra loro che in ciò, che l'una assorbe la luce , mentre l'altra la lascia passare liberamente. Per prevenire gli ef­ fetti dell'agitazione dell'aria che acce­ lererebbero la perdita di calore della bolla nera, è utile di coprire tutto l'ap­ p arato con ima cassa di vetro trasparente. / DEGLI STRUMENTI METEOROLOGICI. 2JQ Di fotometri se ne costruiscono di di­ versa specie, come quelli cui si dà il no­ ■ ine di ρ orlatili (fig. 3a) e di stazionarli ; (fig· 33). c Questi strumenti indicano regolarmen­ te i progressi della luce dalìo spuntar dell'aurora sino a mezzogiorno, ed il suo decremento graduato sino a notte. Ci di­ mostrano essi che Γ intensità della luce aumenta a partire dal solstizio d'inver­ no sino ai calori più intensi dell'estate, e che in seguito decresce. Ci lascia mi­ surare lo splendor del giorno nelle di­ verse regioni ; per es. il cielo splendido dell'Italia, e lJatmosfera nebbiosa del­ l'Inghilterra; e ne permette di tener cal­ colo della quantità variabile di luce in. diretta ο diffusa che ci giunge dall'atmo­ sfera, quantitàche aumenta molto quando il cielo è coperto da rare nubi e fioc­ cose, e diminuisce quando i raggi vengo­ no assorbiti da dense nebbie, ο quando l'aria è perfettamente chiara e di un az­ zurro carico. II fotometro sulla sommila delle Alpi e delle Ande per es. riparato dall'azione del sole, ed esposto solo alla 2δθ DEGLI STRUMENTI METEOROLOGICI. luce diffusa mandata dalla volta celeste, rimane quasi stazionario. CAPITOLO SECOND O DEI SEGNI INDICATORI E PRONOSTICI DELLE METEORE. VTLI strumenti meteorologici servono ad esaminare esattamente i fenomeni , ma non si può sempre consultarli, e d'al­ tronde misurano piuttosto lo stato at­ tuale del tempo, di quello che lo faccia­ ilo prevedere; bisogna dunque ricavare il miglior partito possibile dai segni em­ pirici, e conoscerei pronostici volgari del tempo quando non siano assolutamente assurdi, ο non sienofondali sopra super­ stizioni ο sopra antichi pregiudizii. Questi indizi del tempo possono essere dedotti dai segni generali forniti dalle meteore stesse, ο dall'atmosfera, ο dai se­ gni particolari datici dagli strumenti e dagli apparati destinati a questo uso, ο somministrati dal regno minerale e vege­ DÈI SEGHI INDICATORI E PRONOSTICI DELLE M E T . 2 8 1 tabiIe od animale ; bisogna anche aggiungervi le predizioni popolari; e quantunque la loro origine non sia immediatamente riconosciuta, meritano esse talvolta qualche considerazione. Questi fenomeni possono essere classificati come le meteore che essi indicano. §. I. Indizii del tempo in generale. Begole del tempo dietro il calcolo delle probabilità. Il doti. Kirwan ha tentato recentemente di stabilire delle regole di probabilità per predire il tempo in diverse stagioni. Confrontandole tavole d'osservazione formate in Inghilterra dal 1677 al 1789, egli ha trovato : i.° Che quando non si sono manifestati temporali né prima né dopo l'equinozio di primavera, l'estate successivo è generalmente asciutto, al meno cinque volte sopra sei : a.0 Che quando un temporale arriva dall'est il 19, 20 e 21 maggio, l'estate successivo è asciutto 4 volte sopra cinque. α3?. DEI SEGNI INDICATO»! 3.° Che quando cvvi temporale nel aC>, αη ο 29 maggio (e non pi ima) Testalo successivo è egualmente asciutto quattro volte sopra cinque. 4·° Che quando un temporale giunge dall'ouest, dal 19 al 22 marzo, l'estate è generalmente umido cinque volle sopra sci. Noi alleghiamo questi esempi senza prestarvi gran fede ; poiché da una parte debbono variare giusta i diversi luoghi, e d' altra parte non reggiamo alcuna connessione Ira il fenomeno prodotto e la predizione ; ma questo dimostra che non si dee rigettare inconsideratamente i pronostici in apparenza arbitrarli, ma che si dee procurare di dilucidarli colla discussione di molte osservazioni. Kirwan stabilisce eziandio che in Inghil­ terra (e le stagioni seguono in Francia in generale Io stesso corso , se non che l'umidita vi domina meno) se i verni e le primavere sono asciutte, sono ordina­ riamente fredde; se sono umide, sono calde, gli estati umidi sono freddi. D i modo che conoscendosi l'umidita ο la E PRONOSTICI DELLE METEOHE. 283 secchezza d'una stagione, possiamo con bastante esattezza giudicale della sua temperatura. Dietro un prospetto del tempo, formatosi a Dublino dm-ante lo spazio di 4 1 a n n i , il dott. Kirnan ha ritrovato clic in questo periodo vi furono 6 primavere umide , in asciutte e i3 variabili. 20 estati umide, 16 asciutte e 5 variabili. il autunni umidi, i l asciutti e 19 variabili. Esso chiama umide le stagioni che hanno due mesi di umidità. In generatela qua», tità di pioggia che cade nelle stagioni asciutte è minore di 5 pollici , e nelle umide oltrepassa questo limite. All'oggetto di spargere la maggior luce possibile sopra questo importante oggetto , indicheremo alcune massime, la cui esattezza venne confermata da lunghe osservazioni , oppure e fondata sopra basi che possono ritenersi solide dietro ciò che noi sappiamo delle cause che agiscono sul cangiamento del tempo. SS4 DEI SEGNI INDICATORI i.° Gii autunni umidi ed i verni dolci sono d'ordinario susseguiti da primavere fredde ed asciutte che fanno ritardare molto la vegetazione, come avvenne nel 174·· 2. 0 Se l'estate è molto piovoso, dee aspettarsi un verno rigido ; poiché l'evaporazione eccessiva che ha avuto luogo, ha dovuto togliere alla terra mollo calorico; gli estati umidi fanno produrre molti grani alla spina bianca, e ad altre piante; il che ha dato luogo all'opinione che la fecondità di queste piante annuncia un verno rigido. 3.°La comparsa delle gru, e d'altri uccelli di passaggio molto per tempo nell'autunno, indica un verno rigido; poiché è una prova che esso è di già principiato nelle contrade del nord. 4·° Quando piove abbondantemente in maggio, pioverà, ma non molto, nel settembre , e viceversa. 5.° Quando il vento spira dal nord-ovest durante la slate 0 durante l'autunno , e la temperatura è assai fredda avuto riguardo alla stagione, ed il barometro si abbassa, dee attendersi ad aver molta pioggia. E PKOKOSTICI CELLE METEORE. 285 6.° Le tempeste violenti, i temporali , ο le grandi piogge producono una specie di crisi nell'atmosfera, la quale fa stabi­ lire il tempo in bello ο cattivo per più giorni ed anche per più mesi. η.° Un inverno piovoso annuncia un anno sterile ; un autunno rigido presagi­ sce un verno ventoso. Segni del tempo ricavati dal barometro. Il barometro è il solo strumento che ci sveli i cangiamenti ancor lontani nello stato dell'atmosfera. Ma siccome queste fluttuazioni non ci indicano realmente che le variazioni del peso di questo flui­ do, esse non ci presagiscono necessaria­ mente la pioggia né il bel tempo, come lo si crede generalmente. In fatti la sola informazione checi da questo strumento, si è l'intensità dello sconcerto che ha luogo nell'equilibrio dell'atmosfera. Quan­ do la colonna del mercurio discende al di sotto dell'altezza media, non possia­ mo dedurne direttamente altro, se non che giunge oche giungerà tosto qualche cangiamento nella forza ο nella direzio­ ne del venlo ; ma siccome ne risulta che 2 8β DEI SEGHI INDICATO»! diverse correnti ο correnti opposte si troveranno in contatto, dobbiamo con­ chiwlerne naturalmente che vi terrà die­ tro la pioggia;egli è solo in questomodo che l'abbassamento del barometro è un indizio di pioggia. D el resto, si è creduto di osservare che il miscuglio di diversi strati dell'atmosfera non produce pioggia al primo sconcerto che ne risulta, ma al ristabilimento susseguente dell'equilibrio; di maniera che, in questo caso, il baro­ metro, dopo d'essersi abbassato, inco­ mincia a salire prima della pioggia. Ecco i pronostici principali che l'esperienza ne ha insegnato esserci indicati dal ba­ rometro. Per un tempo quieto, quando Vatmosfè­ ra si dispone alla pioggia , il mercurio di­ scende ; quando il tempo si volga al bello, il mercurio sale ; quando il barometro si abbassa mentre fa cablo, annuncia un temporale; se si innalza d'inverno indica freddo ; ma se si abbassa durante il fred­ do, indica disgelo ; se continua ad innal­ zarsi col freddo, indica della neve; se un tempo piovoso è accompagnato* da rapido Β PRONOSTICI DELLE METEORE* aB^ abbassamento del b a r o m e t r o , esso non sarà di lunga durata; lo stesso accoderà del bel tempo a c c o m p a g n a t o da un abbassa­ m e n t o r a p i d o ; e g u a l m e n t e se l'ascensione ha luogo col cattivo t e m p o , e continua con questo cattivo t e m p o p e r due ο tre giorni , dee aspettarsi un bel tempo con­ tinualo. Ma se d u r a n t e il b e l t e m p o il m e r c u r i o cade e c o n t i n u a a c a d e r e per 2 ο 3 g i o r n i , presagisce molta pioggia e p r o b a b i l m e n t e un gran vento. In gene­ rale il b a r o m e t r o si t e r r à assai basso negli anni e nelle stagioni umide , e molto ele­ vato negli anni e nelle stagioni asciutte·, sarà più elevato d ' i n v e r n o ohe d'estate ; le sue variazioni s a r a n n o maggiori nel passaggio d'una stagione asciutta ad una stagione umida,e quelle s a r a n n o tanto p i " considerevoli q u a n t o più questa stagione sarà tempestosa ο soggetta a temporali. Segni del tempo ricavati dagli animali. Diversi animali possono servire di p r o ­ nostico del t e m p o . J n G e r m a n i a si fa uso a questo scopo della r a n a v e r d e . Si p u ò anche far uso di u n a sanguisuga , posta in un boccale di mezza libbra d'acqua ,88 DEI SEGNI INDICATORI di capacità , riempiuto a tre quarti , e coperto con un pezzo di tela. Bisogna cangiar l'acqua tutte le settimane in estate, ed ogni quindici giorni in inverno. Se la sanguisuga rimane al fondo , senza moto , e contorta in spirale, indica essa bel tempo ; se si tiene in alto, annuncia pioggia ; se pare inquieta, presagisce vento; se pare molto agitata , e si tiene fuori dell'acqua, annuncia temporale; se nel verno rimane al fondo, presagisce freddo; ma se nella stessa stagione, si tiene all'apertura del boccale, è un segno dineve. Dol resto questi indizi non meritano che una fiducia assai limitata. Segni del tempo ricavali dalla luna. Da lungo tempo è opinione generalmente ricevuta che le fasi della luna hanno influenza sul tempo. Dietro le leggi fisiche, l'atmosfera soffre delle modificazioni analoghe a quelle dell'Oceano, secondo la diversa posizione del sole e della luna per rapporto alla terra; ma queste^ modificazioni sono si lievi che non si conosce se possa risultarne, in certe circostanze, un cangiamento di tempo. Que- \ E PtlOMOSTlCl PELLE METEOKE. 389 sto soggetto offre dunque ancor molta ■^ incertezza ; e ciò che sembrerebbe offrire maggior fondamento , sono i calcoli di Toaldo sulle probabilità del cangiamento di tempo alle fasi della l u n a , poiché le ha dedotte dal penoso confronto dei gior­ nali meteorologici tenuti per 4o anni. Egli ha ritrovato che questa probabi­ lità di cangiamento è Per la nuova luna come 6 ad ι ; piena luna come 5 ad ι ; primo quarto come 2 1/2: I ; ultimo quarto come 2 1/2: ι ; Toaldo ha spinti questi calcoli molto più lungi, continuando l'esame degli altri punii lunari relativamente alle variazioni del tempo, e combinandole insieme; ma basta citare queste circostanze le più sem­ plici, per ricavarne partito all'occasione. §. II. I ndìzi delle meteore aeree. ι ι' ' '■' Segni dei venti. I.° Ricavali dal sole. Quando il sole si leva pallido,e rimaner osso; quando il suo METEOROLOGIA. ]() , 2<)α D EI SEGHI IND ICATORI disco è assai grande; quando compare con / un cielo rosso al nord; quando conserva un color di sangue; quando rimane pallido, con uno ο più cerclii oscuri ο strisce rosse; quando pare concavo: tutti que­ sti segni indicano vento. Quando il sole sembra diviso, ο quando é accompagnato da un parelio, è indizio di grande tempesta. II. 0 Ricavali dalla luna. Quando la luna pare molto grande ; di un color rossa­ stro ; quando i suoi corni sono acuti e nerastri ; quando è circondata di un ccr^ chio chiaro e rossastro, sono indizi di vento. Se il cerchio appare doppio , od anche rotto , è un segno di tempesta ; quandola luna si rinnuova, cambiasi quasi sempre la direzione del vento. HI."RicavalidaU atmosfera.}*?, nubi quan­ doscompaiono leggermente ο si mostrano repentinamente al sud ed all'ovest, ο sono ross­e, e lo sia anche il cielo, specialmente alla mattina, indicano esse dei vento ; uà rovescio d'acqua rapido, dopo un gran vento , è indizio certo che la tempesta è vicina al suo fine. Si può anche con­ siderare come segni certi della fine d'uà <-. \ Β PHOKOSÏICI DELLE METEORE. 2<)t grande vento,gli acquazzoni conturbine. Njl pastori e quelli che hanno sposso oc­ casione di osservare il cielo , assicurano che la tempesta è indicata dagli aloni, dalle corone; ecc., e che giunge in ge­ nerale dal punto dell'orizzonte verso il quale si dirige la parte della circonfe­ renza del cerchio che è meno distinta del resto, ciò che è senza dubbio dovuto al contatto di una nube più densa. IV.° Bicavati dagli animali.S'i può con­ siderare come indizio dì vento i seguenti fenomeni della natura animata: quando gli uccelli acquatici si raccolgono sulle spiagge e scuotono le ale, specialmente di mattino ; quando le oche selvatiche volano molto alto e in truppe, dirigendo il loro corso verso l'est; quando le fola­ glie sono inquiete e garrule ; quando i corvi si slanciano nell'aria , ο scherzano sulle rive. Il ritorno dell'alcione al mare mentre il vento dura ancora, l'cscire delle talpe dalle loro tane, il canto ordinario dei passeri , ecc. indicano la fine, di un gran vento. I pesci di mare e d'acqua dolce^ 3Q3 D EI SEGR1 IKIJICATORl quando saltano spesso alla superficie del­ l'acqua, presagiscono un temporale; ma t delfini particolarmente quando scherzano sull'acqua durante una burrasca, annuncia­ no la calma. Segni di freddo e di gelo. Diversi indizi possono servire per pre­ vedere il freddo ed il gelo; tali sono : l'ap­ parizione prematura delle oche selvatiche, e di alili uccelli di passaggio; la riunio­ ne in bande degli altri piccoli uccelli ; la splendidezza del disco della l u n a , e l'aspetto acuto delle corna dopo la sua rinnovazione; se il vento soffia dal nord ο dall'est dopo il cangiamento di luna ; se il cielo splende di stelle ; se picco­ le nubi basse si aggirano verso il nord ; se la neve cade fina mentre le nubi si ammonticchiano come scogli. Si­é osser­ vato che il freddo d'autunno è sempre susseguito da piogge. Gli estali umidi e freddi e gli autunni dolci sono indizi certi di un verno rigido; Io stesso dicasi dell'abbondanza dei frutti E PRONOSTICI DEILK METEORE. 2Q3 ^ d e l biancospino, della fioritura dei noc­ 'ciuoli, dell'assenza d'insetti^nelle ghian­ de , ecc. Segni del disgelo. Questi sono : la caduta della neve in. grossi fiocchi mentre il vento spira dal sud; gli scricchii che si fanno udire nel ghiaccio; se il sole sembra umido, e le corna della luna smussate ; se il vento si cambia molto, ο si volge al sud ο all'est ; questi indizi sono in generale eguali a quelli che prodicano l'umidità. Si è os­ servato che se l'ottobre ed il novembre sono freddi e nevosi, il gennaio ed il febbraio sono dolci. Segni dì siccità. Il bel tempo per tutta una settimana, se il vento non cessa durante questo tem­ po di essere del mezzogiorno, é general­ mente seguito da una grande siccità. Quan­ do il mese di febbraio è molto piovoso, . accade Io stesso della primavera e della 2θ4 DE1 SEO f" INDICATOR! t.tatc ; ma se il t e m p o è bellissimo, dee a t t e n d e r s i la siccità. Se a p p a r e un l a m p o dopo 24 ore di t e m p o bello ed asciutto, si avrà siccità; se a p p a r e p r i m a delle 24 o r e , cadrà molta pioggia. Segni delle stagioni malsane. Gli inverni secchi e freddi con venti del sud, le p r i m a v e r e piovose, sono d ' o r ­ dinario susseguite da malattie n e l l a state ; accade lo stesso dei grandi calori senza venti nella p r i m a v e r a ; o p p u r e , s e !e r a ­ dici dei legumi h a n n o un sapore scipito, dopo d'avere d o m i n a t o per molto t e m p o un vento del sud senza pioggia, ο q u a n d o i v v i nell'aria molti atomi i n f e t t i ; ο final­ m e n t e , se si scorgono degli animali e degli insetti in q u a n t i t à , quali sono i l e t t i l i , le r a n e , le m o s c h e , le locuste, ecc. § . I I I . Segni di meteore acquee. pioggia e di bel tempo. Segni di I.° Ricavati dall'atmosfera. La sorgente la più feconda dei pronostici m e t e o r o ­ E PRONOSTICI DELLE METEORE . 2()5 logici è sempre stato l'apparenza diversa )ed il cangiamento d'aspetto delle nubi, causa prossima della pioggia ο della neve; vennero sempre considerati siccome quelli che forniscono gli indici i più certi ed i più diretti del cangiamento di tempo; e vi sono forse poche persone che non ab­ biano osservato le nubi,anche per puro istinto , nello scopo di congetturare il tempo a venire. D 'altro lato, vi sono pochi individui, nei quali le opinioni siano più vaghe e più diverse. Gli indizi ricavati dallo stesso aspetto delle nubi sono in­ certissimi, a meno che altre circostanze più precise non l'accompagnino, come il color del cielo, allevare ed al cadere del sole, ecc.; e quantunque alcune forme e modificazioni particolari delle nubi per­ mettano forse a nove persone sopra dieci d'affermare senza esitanza,che cadrà della pioggia ο della neve, pure sesi domanda loro il motivo di tale opinione, forse non ve ne saranno due sole che sappiano in­ dicarlo con precisione. Questa incertezza procede necessariamente dai cangiamenti rapidi delle «ubi, dalla varietà infinita ag6 DEt SEGHI INDICATORI delle forme che esse affettano, circostan­ ze che rendono assai difficile la loro clas­ / sificazione e la loro esalta descrizione. Checché ne sia però, noi citeremo i prin­ cipali indizi che possano somministrare. Quando il tempo è nuvoloso, ed il vento spira, la pioggia dee tenervi dietro ; le nubi sono ancora indizi di pioggia quando esse si ammoticchiano, e rassomigliano a scogli od a montagne che si addossino le une sulle altre: quando giungono dal 6ud ο cangiano spesso di direzione; quan­ do sono numerose al nord est alla sera; quando sono nere e procedono dall' est, annunciano pioggia per la nolte; se giun­ gono dall'ovest, l'annunciano per la sus­ seguente mattina; quando rassomigliano a fiocchi di lana, sono indizio di pioggia dopo due ο tre giorni;se si accumulano verso la metà del giorno al sud­ovest, ciò denota una grande burrasca di vento e di pioggia per la notte. Quando ha piovuto molto in un luogo vicino a quello ove noi ci troviamo, specialmente d'estate, si formano diversi strati di nubi; si dee dunque aspettarsi E PBOKOSTICI DELLB METEORE. 297 ideila pioggia, ma di poca durata, perchè ^'umidità che l'ha prodotta non era sover­ chia. Si avrà quindi quella pioggia che chia­ masi di temporale. La pioggia è di poca durata quando il cielo é coperto di nubi alla mattina, e mentre l'aria è tranquilla, i raggi del sole penetrano le nubi; poiché il calore, dilatando allora l'aria superio­ r e , rende l'aria capace di contenere mag­ giore umidità, ed iltempo diviene allora sereno. Ma se diversi strati di nubi tro­ vansi nell'aria, e regnino nello stesso tempo dei venti umidi , la pioggia sarà di lunga durata. Accadrà lo stesso, ma con acquazzoni, se questi punti si muo­ vono con celerità diverse , di modo da lasciare degli intervalli passando Γ uno sull'altro. Quando al cader del sole le nubi sem­ brano indorate, e quando pare che scom­ paiono; che piccole nubi mostrino di di­ scendere ο di andare contro il vento; che esse siano bianche ο che il cielo ab­ bia un aspetto pomellato, trovandosi U sole elevato sull'orizzonte, tutti questi sono segni di bel tempo. Si é osservato che il 20,8 DEI SEGNI INDICATOSI cielo pomellato che dinota bel tempo pel giorno in cui esso appare, è in generale ' seguito da pioggia due ο tre giorni dopo. Se la pioggia incomincia un'ora ο due prima del levar del sole , dee credersi che farà bel tempo a mezzogiorno; ma se piove un'ora ο due dopo il levar del sole, in generale continuerà a piovere per tutto il giorno, e in seguito la pioggia cesserà. Quando la pioggia giunge dal sud cou un gran vento per 2 ο 3 ore, che il vento cessa e che continua a piovere , in que­ sto caso, la pioggia si prolungherà per 12 ore, od anco di più, e cesserà in seguito. Queste lunghe piogge durano di rado di più di 24 ore, e non giungono che una volta all'anno. I I . · Bicanali dall'arco baleno. Dopo una lunga siccità, l'arco baleno annuncia delle piogge foni e subite ; se il color verde vi domina, è indizio di pioggia ; se vi domina il rosso, di pioggia e divento, e l'arco pare r o t t o , presagisce violenti temporali; se compare a mezzogiorno, an­ nuncia molta pioggia; se si mostra all'ovest, è segno di grandi piogge con tuoni. Si è E pnONOSTICI D EU.E M E T E O R E . 399 creduto di osservare c h e , se nell'ultima Settimana di febbraio e nella prima di marzo piove molto, e l'arco si mostri frequentemente ,si dee aspettare una pri­ mavera ed un'estate umidi. L'arco baleno che appare dopo la piog­ gia indica bel tempo. Se i suoi colori sono vivi, se l'arco scompare tosto , Java bel tempo; se compare alla mattina, è segno di piccole piogge seguite da bel tempo; se compare in vece alla sera,Jarà bel tempo ; se l'arco è doppio, indica bel tem­ po pel momento; ma presagisce pioggia fra pochi giorni; nell'autunno, esso prolunga il bel tempo per due giorni: dopo l'appari­ zione di un'aurora boreale,si puòritcncre che farà bel tempo per otto giorni almeno. ΙΠ.° Ricavali dalle nebbie. Quando le nebbie sembrano attratte verso la sommità dei luoghi elevati, si avrà piogga tra un giorno ο due ; se in un tempo asciutto le nebbie sembrano salire in alto più dell'ordinario, si dee attendere la pioggia in breve tempo; le nebbie a luna nuova annunciano pioggia per l'ultimo quarto, e viceversa. 3θΟ DEI SEGNI INDICATORI Se le nebbie si dissipano ο discendono poco dopo la pioggia, è un segno certo" di bel tempo ; una nebbia completa prima del levar del sole e in prossimità della luna piena, dinota bel tempo per una set­ timana ad un di presso ; se dopo il tra­ monto ο prima del levare del sole si in­ nalza dalle acque ο dalle praterie una nebbia biancastra , indica pel giorno se· guaite del caldo e bel tempo. Il deposito d'umidità ne!!' interno dei vetri delle fi­ nestre è segno di bel tempo per la gior­ nata. IV. 0 Ricavali dal sole. V aspetto dei corpi celesti può indicare il tempo in modo sicuro j quindi è che dee attendersi della pioggia, quando il sole è oscuro β come bagnato d'acqua ; quanto leva di color rosso, e con fasce nere frammi­ schiate co'suoi raggi, ο quando divien ne­ rastro; quando è coperto da una densa n u b e , e quando è circondato da un cielo rosso verso l'est. Le piogge subitanee non sono mai di lunga durata; ma quando il cielo si carica a poco a poco, mentre il sole, la luna o l e stelle si oscurano gra­ E pnOEOSTICI DELLE METEORE. 3θΙ datamente , piove generalmente durante sei ore. Il sole indica lellempo : quando si leva chiaro, essendo stato limpido il cielo du­ rante la notte; quando le nubi che lo circondano al suo levarsi si dirigono verso l'ovest, od è circondato da un cerchio, purché questo cerchio trovisi lontano da lui egualmente per tulle le parti ; si può in questi casi aspettarsi un tempo co­ stantemente bello; finalmente, se il sole tramonta in mezzo a nubi rosse, è pure i ndizio di bel tempo. V.° Ricavali dalla luna. In tutti i tem­ pi si è attribuito alla luna molta impor­ tanza né pronostici del tempo. Sembra di­ mostrato che se questa influenza è reale, non procede punto dall'azione della luce che ci manda la luna, ma probabilmente dal suo peso , che agisce sull'aria come sulle acquo dell'Oceano. In fatti questa luce non agisce punto sui termoscopi e sui reattivi chimici i più sensibili, ed il confronto della sua intensità con quella del sole ha provato che non ne ha punto la 3oo,ooo a p a r t e ; non si saprebbe du­ 3θ ORI SEGKI INDICATORI bilarc che essa non possa agire di più di quelle nubi biancastre , molto simili al suo disco, che veggonsi circolare nel cie­ lo ; essa non ha punto maggiore azione sul muriato d'ai gento, reattivo tanto sen­ sibile alla azione della luce. Essa è dun­ que straniera allo scoloramento dei corpi; essa non può intaccare i vetri né le pietre ; e gliantichi,checredevanoche sollecitasse la putrefazione delle sostanze, confonde­ vano la sua azione con quella della rugiada. Quando il suo disco è pallido, prono­ stica pioggia; lo stesso dee dirsi quando l'estremità delle sue eorna appaiono smus­ sate alla prima comparsa, oppure due ο tre giorni dopoil cangiamento dellaluna; questo è un segno di pioggia nel primo quarto, ma di bel tempo negli altri tre quarti; il circolo attorno alla luna , ac­ compagnato da un vento di mezzodì, annuncia pioggia pel giorno successivo. Quando il vento è sud, e la luna non è visibile che la quarta notte, questo an­ nuncia molla pioggia nel mese. La luna piena d'aprile, la nuova eia piena d'ago­ sto apportano quasi sempre pioggia. E PEONOSTICI DELLE METEORE. 3o3 . Si ritengono come segni di liei tempo ; le macchie della luna molto visibili ; il cerchio splendente che la circonda quan­ do è piena; quando le sue corna sono acute nel 4·° giorno, e segno di bel tem­ po sino alla luna piena ; il disco lunare splendentissimo tre giorni dopo il suo can­ giamento, e prima che sia piena, denota sempre bel tempo. D opo ogni luna nuo­ va, ο piena, si ha quasi sempre della pioggia susseguita da bel tempo. VI.° Ricavati dalle stelle. Le stelle for­ niscono pure degli indizi ; quando sem­ brano ingrossate e pallide, ed il loro scintillare è impercettibile, ο quando sono circondate da un cerchio _, sono questi un indizio di pioggia. Nell'estate, quando il vento soffia dall'est, e le stelle sem­ brano più grandi dell'ordinario, deesi at­ tendere una subita pioggia. Allorché le stelle mostransi in grande numero, sono splendenti e scintillano vivamente, si avrà bel tempo d'estate e freddo A' inverno. Vii. Ricavati dagli esseri organizzati. I pronostici di questa classe sono di vario Î04 DEI SEGSI INDICATOM gènere : siccome la espansione e contra­ zione dei fiori, i movimenti ed i gridi di certi animali , le doglie in varie parti del corpo umano, ecc. Quantunque di­ versi di questi pronostici sembrano biz­ zarri , pure ve ne sono alcuni che meri­ tano tutta l'attenzione del meteorologo; in fatti, tra quelli specialmente forniti dal regno vegetale, se ne trovano alcuni suscettibili di una spiegazione filosofica e soddisfacente. Vegetabili. Il vilucchio dei eampi, l'ana­ gallide dei campi, il fiorrancio pluviale, e molle altre piante chiudono i loro fiori al­ l'avvicinarsi della pioggia. Evvi pure una pianta del Perù (parliera hygromètre!)che ristringe le sue foglie regolarmente al­ l'accostarsi della pioggia , che essa an­ nuncia con sicurezza. In questo ed in al­ tri casi simili, si vede che 1' irritabilità della pianta è messa in moto da un can­ giamento nello stato dell'atmosfera, can­ giamento che e la causa immediata ο concomitante della pioggia. Animali. I fenomeni analoghi manife­ stati dagli animali sono senza dubbio do­ ) E PRONOSTICI D ELIE ΜΕΤΕΟΠΕ. 3θ!> vuti a qualche influenza atmosferica dello ν slesso g e n e r e ; si è osservato in fatti c h e i l o r o gridi particolari od alcuni de'loro movimenti indicano mutazione di t e m p o , q u a n t u n q u e sia assai difficile, nello stato a t t u a l e della s c i e n z a , ed anche impossi­ b i l e , di r e n d e r conto di questi fenomeni. I segni dì una pioggia vicina forniti dagli animali sono assai n u m e r o s i ; ma indiche­ r e m o soltanto i seguenti : alcuni uccelli d ' a c q u a a b b a n d o n a n o il mare p e r recarsi a t e r r a ; gli uccelli di t e r r a , s p e c i a l m e n t e le o c h e , le a n i t r e v a n n o n e l l ' a c q u a e vi fanno molti movimenti accompagnati d a gridi ; i corvi e le c o r n a c c h i e si raccol­ gono insieme , e q u i n d i scompaiono su­ b i t o ; le piche e le gazze si uniscono in frotte e gettano torli g r i d i ; le cornacchie g r a c c h i a n o alla m a t t i n a i n l e r r o t t a m e n t e , ο più d e l l ' o r d i n a r i o ; gli aironi e i bozzagri volano b a s s o ; le rondini volano r a d e n d o la superficie d e l l ' a c q u a ; i piccoli uccelli a b b a n d o n a n o la p a s t u r a , e volano al loro n i d o ; i polli ed i piccioni r i m a n g o n o ai loro p o l l a i ; gli uccelli addomesticati si avvolgono nella sabbia e scuotono l e a l i ; METEnnoi.nr.iA. 2° 3oG DEI SEGUI INDICATORI il gallo canta alla sera e alla mattina, e batte le ali ; l'allodola e le passere can­ tano assai per tempo; il fringuello fa udire il suo grido di buon' ora presso le ca­ se; ecc. ecc. Gli asini ragliano più del­ l'ordinario;! buoi aprono le loro narici, guardano dal lato del sud , si sdraiano ο si leccano; i cavalli nitriscono con vio­ lenza, e calpestano il suolo; i gatti pu­ liscono le loro orecchie ed il loro muso; i cani graffiano la terra con forza , e si fa udire nel loro ventre un forte rumore; i ratti ed i sorci fanno maggior rumore del solito , ecc. le rane ed i rospi gra­ cidano nelle fosse ;i vermi escono di terra in copia; i ragni cadono dalle loro tele; le mosche sono più pesanti e più pun­ genti ; le formiche si ritirano sollecite nelle loro t a n e , al pari delle api; le zanzare cantano più dell'ordinario; ma se vedonsi aggirare per l'aria, ο pure se i calabroni e le vespe compaiono alla mat­ tina in gran numero, e se i ragni mo­ slransi nell' aria, ο sulle piante , questo è un indizio di bel tempo. Si considera ancora come certo che le E PftOKOSTICl D EILE ΜΠΤΕΟΓ.Ε. 3θ^ persone che sono soggette a r e u m i , ο ad altro simili affezioni , come anco lincile che hanno ricevute delle ferite , soffrono di più nelle m e m b r a affette q u a n d o il t e m p o sta p e r cangiarsi, e si è osservato che i dolori si fanno s e n t i r e assai pi» fortemente p r i m a ο d u r a n t e u n rapido abbassamento del b a r o m e t r o . \lll.Q Ricavali dai corpi inanimali. Gli ' ihtlizi di pioggia che essi forniscono sono i n n u m e r e v o l i ; si p u ò indicare il rigon­ fiamento del l e g n o , il deposito di umi­ dità sullo pietre e sul ferro. L e curile degli s t r u m e n t i di musica si r o m p o n o ; le tele deicpiadri e le carte perdono della loro t e n s i o n e ; il sale diviene u m i d o ; si osserva attorno ai lumi un cerchio assai visibile ; gli stagni si i n t o r b i d a n o , ecc. Segni eli gragnuola ο di neve. La neve e la gragnuola vengono p u r e a n n u n c i a t e d i indizi. Le nubi di color bianco giallastro, che si muovono lenta­ m e n t e , q u a n t u n q u e il vento sia forte , sono un segno certo di grandine. Se, pri­ 3o8 DEI SEGHI IKDICATORI nia del levar del sole , il cielo all'est è pallido, e se i raggi rifratti si mostrano ' entro nubi dense , si debbono aspettare grandi temporali con gragnuola. Le nubi bianche, nell'estate , sono segni di gra­ gnuola , ma nel verno , di neve , spe­ cialmente quando l'aria siasi raddolcita alquanto. D i primavera e nel verno, quan­ do le nubi sono di color bianco azzurro­ gnolo , e si stendono molto, deesi aspet­ tare la caduta di lieve ghiacciata. §. VI. I ndizi di meteore aeree. Quando il tempo è soffocante ed il suolo si fende , è segno che il temporale è vicino; nell'estate, quando il vento lia spirato dal sud per due ο tre giorni, che il termometro si è innalzato , e le nubi formano dei grandi amassi bianchi, come montagne che si ammucchiano le une sulle altre , accompagnate da nubi nere a! di sotto, dee aspettarsi la pioggia con tuono; se due nubi di questa specie com­ paiono da due lati , ciò indica che il temporale si avvicina. Si é osservato che E PRONOSTICI DELLE METEORE. 3θρ, il vento del sud arreca il maggior nu­ mero di temporali, ed il vento d'est il minor numero. Troppo lungo sarrbbe il voler indicare tutti i pronostici diversi cui si accorda in ciascun luogo maggiore ο minor fi­ ducia; e ne sembra che non occorra di indicarne maggior numero. CAPITOLO SESTO DELLE OSSERVAZIONI METEOROLOGICHE. \JTLI strumenti che abbiamo fatto co­ noscere formano l'apparato completo di un Osservatorio meteorologico : non ci * rimane che indicare la maniera di ado­ perarli, di tenere i giornali, e di formare gli almanacchi. §. I. Maniera di fare le osservazioni. La bontà di un registro meteorologico dipende essenzialmente dalla diligenza con cui viene tenuto. Le osservazioni debbo­ 3lO DELLE OSSERVAZIONI MHTEOItOLOGIClIE. no, per quanto è possibile , essere fatte in un luogo elevato e liberamente esposto da tutte le parti all'aspettoHel cielo, e specialmente essere ripetute ad intervalli sufficientemente vicini, simili e bene scelti. Gli uomini istrutti che abitano in campagna renderebbero un grande servizio alle scienze.se si dedicassero a questo genere di osservazioni importantissime, e che non esigono che diligenza , esattezza ed ordine. In queste osservazioni fatte regolarmente troverebbero spesso delle indicazioni che sarebbero utili immediatamente nella direzione dei loro lavori campestri. Aggiungiamo poi che per eseguirle non si richiede che piccol numero di strumenti pochissimo dispendiosi ; non obbligano a sacrificare la libera disposizione del Umpo , poiché si possono scegliere le ore che sconcertano meno , come il mattino, il mezzogiorno e la sera; finalmente, non occorrono che pochi minuti per giorno: in fatti una volta che i prospetti meteorologici siano adottati e formati, non occorrono che pochi istanti DELLE OSSERVAZIONI METEOROLOGICHE. 3 II per osservare le indicazioni degli strumenti e dell'atmosfera , e notarle nelle colonne apposite. Quando tali prospetti fossero a stampa, si risparmierebbe il lavoro preliminare , e si otterrebbe una maggiore uniformità di annotazioni. §. II. Misure , correzioni, precauzioni da prendersi. Affinchè le indicazioni degli strumenti meteorologici possano meritare piena riduciate necessario prima di tutto di far conoscere in testa del Giornale quali siano le loro posizioni,le altezze,le esposizioni loro, la loro natura, la scala della loro misura, e se siano stati preventivamente ed esattamente verificati. Nel misurare i gradi della loro scala , bisogna usar molta diligenza^ specialmente aver l'occhio ad un'altezza eguale alla loro, poiché altrimenti si potrebbe incorrere in errore. Noi abbiamo indicato per ogni strumento le precauzioni particolari che si debbono usare, e le correzioni da farsi per ridurre tutte le osservazioni ad un eguul termine di confronto. 3|2 DELLE OSSEUV AZIONI METEOROLOGICHE. §. III. Del modo eli tenere ί Giornali di meteorologia. I prospetti, i registri ο i cataloghi di osservazione, tenuti giorno per giorno, co­ stituiscono un Giornale meteorologico. Deb­ bono essi contenere per una ο più volte al giorno, una più, oppure tutte le os­ servazioni indicate nei prospetti qui sotto riportali per modello ; poiché non sidee credere che sia inutile di dedicarsi al­ l'osservazione di alcuni soltanto degli og­ getti della meteorologia , quando non si abbia la volontà ο la possibilità di ab­ bracciarli tutti. L'osservatore sceglierà dunque, nei prospetti, quei generi di os­ servazioni che più gli piaceranno. Ciascun prospetto abbraccia d' ordina­ rio un mese, e si divide in tante linee orizzontali quanti sono i giorni, e in tante linee verticali quante sono le osserva­ zioni che si vogliono fare tanto per la diversa loro natura , quanto per la diversa ora in cui si vogliono eseguire. Al finire di ciascun mese, tutte le colonne deb­ DELLE OSSERVATORI METEOnOLOOlCHE. 313 bono essere sommate, e nei transunti si dee presentare la media di ciascuna di esse, come anco il loro maximum ed il loro minimum. Alla fine dell'anno si dee fare un riassunto analogo, ed anzi sarà opportuno di eseguirlo anche per ogni stagione. In tutti i casi l'osservatore vi dee aggiungere le sue osservazioni particolari , e le conseguenze che gli sembrano defluire dalle osservazioni riportate nel suo prospetto. In luogo di dare le indicazioni in numeri, l'osservatore potrà darle conmetoda grafico, il quale non richiede maggior tempo, ed ha il vantaggio di far vedere a primo colpo le relazioni e le opposizioni il maxima ed il minimo delle osservazioni. In questo caso si dee rovesciare la colonna, vale a dire si debbono formare tante colonne verticali quanti sono i giorni del mese , suddividendole in tante altre quando si vogliono fare più osservazioni in uno stesso giorno, e tante coloune orizzontali quanti sono i soggetti sui quali si vogliono fare delle annotazioni grafiche; ciascuna di queste ultime 3l4 DELIE 0S9ERVÀZI0KI METEOROLOGICHE. colonne elee essere divisa in linee che corrispondano alle divisioni dell' istru­ na e η to , di cui servono esse a ricevere le indicazioni, e che sono segnate all'estre­ mità di ciascuna linea. La fìg. 34 ci por<*e un esempio di questo modo di eseguire le annotazioni pel termometro osservato due volte al giorno per una settimana. Il modo di tenere i registri meteoro­ logici varia all' infinito, e ciascun osser­ vatore ha proposto il suo, più ο meno semplice e complicato. Faremo conoscere due dei più completi, onde si possa riem­ piere il quadro di un Giornale meteorolo­ gico, ο scegliere il genere di osservazio­ ni, che tornerà meglio. D E L I E !)SSK»VAZIONI 3i5 METEOROLOGICHE. cuaa/.ioiu jjieuoan natiti uegtl ^ uomini e negli animali ; indizi offerti dai vegetabili. I irrivo e partenza degli uccelli di passaggio. [Diosemcia ο indicazione dei pronostici popolari, ec. jTemporali, meteore, aloni , ed altri fenomeni accidentali. ■Aspetto generale del tempo ; temporalesco , quieto , ec. Modificazione delle nubi. iStato del vento; uniforme, ο burrascoso, ecc. [[Forza del vento, indicata dal­ l' anemometro. . C U J -3 y \£\ | —' a a iDirezione delle correnti supe­ S - . S . riori indicata dalle nubi ο ω « dai palloni. •ο ··> «._ Direzione del vento. U ■Quantità di pioggia caduta dopo Γ ultima osservazione. Stalo dell' igrometro. Altezza del barometro. Altezza del termometro. «Ore e minuti dell' oss ervazione i n n i , mesi e giorni dell'os­ servazione. i*Wttfcfei****1 - ' ■ ' - ΐ .-e ο Ε 3 ΓΗ" s ■ a <-* e" ο ti ε ν-S DELIE OSSERVATOSI METEOROLOGICHE. 3 17 Il principale motivo che ne ha determinati a dare quest'ultimo prospetto , si è che il signor Morin avendo di già organizzata una Corrispondenza meteorologica estesa fondata sopra questo piano, sperando con osservazioni più moltiplicato di arrivare tra breve a poter predire il tempo, con sufficiente esattezza, moltissimo tempo prima, e non trascurando nulla per estendere questa corrispondenza all'oggetto di raggiungere lo scopo desiderato, ci è sembrato che il suo zelo non potrebbe essere di troppo incoraggiato, e nello stesso tempo che con ciò si presentasse alle persone vogliose di dedicarsi ad osservazioni meteorologiche, un forte motivo di eccitamento, poiché qualora indirizzassero al signor Morin le loro osservazioni, le vedrebbero al certo impiegate utilmente pei progressi della scienza. Il signor Bouvard, membro dell'Accademia delle scienze e dell'Ufficio delle longitudini, astronomo dell' Osservatorio reale di Parigi, impiega esso pure molto zelò nel raccogliere dovunque documenti 3l8 Bït.TiE OSBERVAZIOSl METEOSOLOOJCHE. m e t e o r o l o g i c i , ed a ricavarli dai diversi p r o s p e t t i che lo h a n n o di già c o n d o t t o ad i m p o r t a n t i r i s u l t a m e n t i . I n un viaggio da lui r e c e n t e m e n t e eseguito, ha procu­ rato di organizzare sopra u n a scala più g r a n d e una corrispondenza altiva ed uni­ forme p e r l ' i n t e r e s s e della scienza. Le osservazioni indicate nei p r o s p e t t i s u p e r i o r m e n t e proposti saranno ad un ili presso compilile , se d a r a n n o con esat­ tezza e per diverse ore del giorno : lo stato del b a r o m e t r o , del t e r m o m e t r o al­ l ' o m b r a e all'aria a p e r t a , d e l l ' i g r o m e t r o , d c l l ' e l e l l r o m c t r o , d e H ' a g o di inclinazione e di declinazione ; la direzione e la forza dei v e n t i ; la qualità di evaporazione data da una superficie costante di acqua, espo­ sta a l l ' o m b r a ο a cielo a p e r t o ; la q u a n ­ tità d'acqua c a d u t a ; l'altezza al di sopra delle maggiori magre di un fiume; si do­ vrà aggiungervi circostanziatamente la descrizione dello stalo del c i e l o , quello nel q u a l e si ritrova la superficie della t e r r a , indicando se essa è gelata ο co­ p e r t a ili neve, secca od umida, coi con­ fronti comparativi di ciascuna di queste DELLE OSSERVAZIONI METEOH0LO01CHE. 3l9 indicazioni ; i fenomeni particolari che sono occorsi durante la giornata, come i temporali, gli aloni, gli archi baleni , ed altri fenomeni luminosi; l'epoca della fioritura e della fruttificazione degli al­ beri e delle piante indigene ο coltivate naturalmente , indicando se le raccolte degli uni e delle altre sono slate buone, ordinarie ο cattive; l'apparizione ο la scomparsa degli uccelli di passaggio e degli insetti; le epidemie e le malattie regnanti presso gli uomini e presso gli animali ; finalmente i pronostici popolari generalmente diffusi nel paese. Il prospetto seguente servirà d' esem­ pio del modo con cui si possano racco­ gliere e registrare le osservazioni del­ l'ultima classe : DELLE OSSERVAZIONI METEOROLOGICHE. j * 2 o. ■ • · ■ : I « ι* I 1 J Pc6cb w u « a :· ' bo ·· .. rfl a s ~ h ^ »>gs ο ^ "> -P, » i fa < c 5 aj ■£ β - DELLE OSSERVAZIONI METEOItOLOOICHE. 321 E evidente che le Osservazioni Botanico % e Medico­Meteorologiche, cioè a dire l'esa­ me delle influenze del tempo e delle me­ teore sulle piante, sugli animali e sullo stato di salute ο di malattia dell'uomo, non appartengono alla Meteorologia che in quanto esse forniscono degli indizi atti a far discernere la successione 0 le va­ riazioni dei fenomeni atmosferici. I ri­ sujtamenti di queste influenze sugli esseri animati, e le conseguenze che ne deri­ vano per la coltivazione delle piante,le cure da darsi agli animali, il regime igie­ nico e sanitario da seguirsi, appartengono evidentemente allaBOTANICA, alla STO­ MA NATURALE, allJAGRTCOLTURA , airORTICULTURA, all'IGIENE ed alla MEDICINA. D obbiamo dunque dirigere ι nostri lettori a questi diversi trattati ; e chi desiderasse trovare riuniti e avvi­ cinati un copioso numero di queste os­ servazioni, noi lo consiglieremmo a pren­ dere cognizione della Meteorologia del P. Colte. METEOnOLOCIA. 2Γ •.iustàw. 322 DELLE OSSEnVAZlONI METEOROLOGICHE. §. IV. Almanacchi meteorologici. La principale riuscita degli Almanacchi, che si distribuiscono in copioso numero, è fondata sull'opinione invalsa generalmente nelle campagne , che vi si trovi l'indicazione del tempo che dee regnare. Ora, l'ignoranza di coloro che li compilano, la sicurezza con cui essi pronosticano la pioggia od il bel tempo , dimostrano abbastanza 1' assurdità di prestar la menoma fede alle predizioni di codesti ciarlatani; ma non si può veramente concepire che si spinga l'assurdità fino a non voler ammettere se non che quello ch'esce da una città straniera, ove il tempo differisce essenzialmente da quello che è quasi in tutti i luoghi ne'quali si spargono gli Almanacchi di Liegi. Il primo miglioramento nella composizione degli Almanacchi consisterebbe adunque in ciò , che ciascuna provincia , e spesso ciascun distretto , dovrebbe avere il proprio. Inollre, nellostato attuale delle nostre cognizioni , pretender non si do- DELLE OSSERVAZIONI METEOROLOGICHE. jì3 vrebbc di trovarvi il tempo che, dovrà fare precisamente quel giorno, ma baste­ rebbe die vi fosse quel genere d'indica­ zioni di cui abbiamo fatto parola nel precedente capitolo; indicazioni più molti­ plicate e più circostanziate; e se il com· pilalore crede di averne la capacità, do­ vrebbero contenere gli Almanacchi alcuni saggi di predizioni per alcune epoche, ma non inai per giorni fissi. Vi si potrebbe sovrattutto porgere un'istruzione profit­ tevolissima mediante Io spoglio ragionato degli avvenimenti meteorologici durante l'anno che sta per trascorrere, afferrando quest' occasione per indicare la condotta che il previdente agricoltore avrebbe do­ vuto tenere in queste circostanze , e le norme die dee trarne per l'avvenire. Cia­ scun lettore,capace di giudicare, persila propria esperienza, della verità dell'os­ servazione e dell' efficacia del rimedio proposto , non inlralascierebbe ο di te­ nerne ricordo, ο di farne il saggio. Noi aggiungeremo, per incoraggiare ad imprendere siffatto lavoro il nostro secolo essenzialmente speculativo : i.° che Io 3 ? 4 D ELLE OSSERVAZIONI METEOROLOGICHE. scienziato che vi si applicasse con assi­ duità, yi troverebbe a prima giunta un utile e dilettevole passatempo nella vita campestre; 2. 0 che potrebbe pure ottenere un compenso adeguato del suo tempo ; finalmente che sarebbe per contribuire nel modo più cfGcace ai progressi della Meteorologia. li!» U ·.::■■ ile ''■­ à 325 VOCABOLARIO DE' T E R M I N I κ TECNICI TAVOLA ANALITICA ED ALFABETICA DELLA METEOROLOGIA. A ÌÌ­CIDO carbonico dell'atmosfera , 54· Acqua gazosa. V. Vapori, n3.—Liquida. y. Pioggia, i3G. —Solida. V. Ghiac­ cio , i63. Ago calamitato. D i declinazione, 277. — D'inclinazione , ivi. 3:ì(> VOCABOLARIO D E ' ΤΞΙίΜΙΓίΐ TECNICI Alcarazas. Vasi p o r o s i , a traverso la cui sostanza l'acqua t r a s u d a e svapora, 163. Alise· V e n t o c o s t a n t e , 82. Alone. Meteora l u m i n o s a , 200. — D ella picciola specie , 202. — D ella grande s p e c i e , ivi. F i g u r e , 2o5. Alterazioni chimiche dell'aria. Azione de­ gli a n i m a l i , J e ' v o g c t a b i l i , 1 0 1 . — Mias­ mi , i o 3 . Anemomelro da (anemos v e n t o , e metron, misura), 2 4 9 — D i L i n d , di Leslie. 25c>. — D i B o u g u e r , di C o i t e , ivi. — D i W o l f , 2S2. — A p e n d o l o , ivi. — Mu­ s i c a l e , 2Ó3. Animali (segni ricavali d a g l i ) , 2 8 7 , 291. Antelio. Sorta di parelio , ao3. Arco b a l e n o . Meteora luminosa, 197. Lu­ n a r e , 199. Areoliti (opinione sugli). Spiegazione, 217. Alia. Gas ohe c o m p o n e l'atmosfera. V. Atmosfera. A t m o m e l r o (da almos, v a p o r e , ce.), 2G1. — D ' A n d e r s o n , di L e s l i e , 262. Atmosfera (da almos, v a p o r e , sjihaira, sfera). F o r m a , peso, 48. — D e n s i l à , 49· —■ Estensione . altezza, 5 i . — P r o p r i e ­ E ff AVOLA. ANALITICA ED ALF ABETICA EC. 327 / t à fisiche, colore, trasparenza, 5a. — / Proprietà chimiche , 53. — Movimenti 1 e correnti,. 55, 79. — È segno di piog­ gia 0 di bel tempo , 294. Aurora. Effetto della refrazione atmosfe­ rica, 210. Aurora boreale, ig3. Azoto dell'atmosfera, 53. Β Banderuole. V. Anemometri, 249· Barometri (da laros, peso, e c ) , 235. — A quadrante ο di Torricelli, 23;. — A pozzette, a sifoni, ivi. — Correzione , 238. — Oscillazioni e variazioni , 2^0. Bise. Vento locale , 92. Bolidi. V. Areoliti , 217. Bolle vescicolari. V. Vapore vescicolare. Brezza di terra e di mare. Venti perio­ dici, 86. Brine bianche, 158. — Effetti, ivi. — Se­ gni , 288 , 29a. Bussola. V. Ago calamitato , 277. c Calore (effetti del) sull'atmosfera, 59. 3'j8 VÛCAB0LA1U0 D E ' TEKMltil TECK1CI Cantine (Temperatura delle), 63. Castore e Polluce, y. Fuoco S. Elmol ι o5. Catalogo meteorologico. V. Giornale 3i2, Cavalieri. V. Vaccarions , g3. Cerchi solari e lunari , 2 0 1 , Cervi volanti. Servono a indicare i venti superiori , 254. — L'elettricità atmos­ ferica, 273. Cianometro (da cyanos, azzurro, ec.) V, Fotometro , 218. Climi (Temperatura de'), 65. — Pioggie dei climi, 143. Comete. Appartengono ali'Astronomiapiç,. Corone. V. Aloni , 200. Corpi inanimati (Segni ricavati dai), 307. Correnti (d'aria). Superiore verso i p o l i , 84. Correzioni delle osservazioni, 3 u . Corrispondenza meteorologica (Utilità del­ la) , 3 i 7 . Crepuscolo. Effetto della refrazione at­ mosferica , 2 1 0 . D Declinazione dell'ago calamitato, 190. s ΤΑ/OLA. ANALITICA ED A L F A B E T I C A EC. 329 Dis/elo (Influenza del) , 72. — Effetti, rtîf). — Segni , 286, 293. Dwsoinetro (da drosos, rugiada, e c ) , 270. E '. Eco. Semplici , multiplici. Ripercussione de' suoni, 99­ Elettricità atmosferico!. Origine , 172. — Cagiona i temporali , ivi. Elettrometro (da electron, ambra , e c ) , 272. — D i Cavallo , ec. , ivi. Emanazioni. V. Miasmi. Emisferi (Temperatura dei due), 74· Esseri organizzati (Segni ricavati dagli), 3o3. Ehioscopo (da aelhrios, chiaro, e scopeo, io riguardo), 267. — D i Leslie , ivi. — Di Weidler , e c . , 2 7 0 . Evaporazione. Causa dell'umidità, de'Ta­ " p o r i , 113. Evaporometro. V. Atmometro , 261. F' Fata Morgana, 206. 33θ VOCABOLARIO DE' TEBMIKl TECXIC1 Fili della Vergine. Sostanza filamento­ sa prodotta da un ragno de'campi, 222. Fosforescenza. D i diversi corpi, io5. Fotometro (da phos, l u c e , ec.), 278. — Di Leslie: portatile, stazionario , 279. Fulgorili. Tubi vetrificati prodotti dal fulmine , 177. Fuochi folletti. Causa, descrizione , io3. — Goubrc. Esplosione delle mine, 104. — S. Elmo, io5. — Pare un effetto elettrico , ivi. G Galvanometro, aj5. Gas dell'atmosfera , 54· Gelo (Influenza del), 72. Ghiacci polari e galleggianti, 75. Ghiacciai , ι64· Ghiaccio al Bengala (Formazione artifi­ ciale del), 162. — Formazione, ivi.— De' fiumi, i65. Giornale Meteorologico. Sua tenuta, 3 u . — D i Forster, 3i.r>. — D i Moiin, 3iG. Globi di fuoco. V. Areoliti, 217. E TAVOLA ANALITICA ED ALFABETICA EC. 33 I Gulf-slrcm. Corrente m a r i n a prodotta dal vento aliso , 84. G r a g n u o l a . Causa , formazione , i5o. — Aspetto delle n u b i , 154- — Rossa, 220. — Segni , 3o8. H H a r m a t t a n . V e n t o d'Africa, 92. I I d r o m e t r o , i c l o m e l r o . V. Udometro, 2OS. Igrometro (da hrgros , u m i d o , e c ) , 255. Di diverse s o s t a n z e , di corde di budella , 256. — A capello d'osso di balena , ivi. — Di Leslie, 2 5 8 . — Di Danieli , 259. Inclinazione dell'ago c a l a m i t a t o , 19t. Indizi delle m e t e o r e . V. Segni , 280. Iride. V. Arco b a l e n o , 197. — D ' u n sol c o l o r e , 199. — L u n a r i , ivi. I s l r u m c n l i m e t e o r o l o g i c i . 227. — P e r le m e t e o r e : Aeree, 228. — Acquose, 257. — Ignee , 27t. 332 VOCABOLARIO D E ' TEKM1H1 TECBiCl L Lampo. Luce elettrica de'temporali, 172. — Di calore , 179. Linee isotermiche , isotere ed isochimene , 67. Luce zodiacale. Si spiega per 1' esistenza degli areolili, come corpi planetarii , 218. Luna (Segni ricavali dalla), 287, 3oi. M Magnetismo terrestre , 189. Malattie epidemiche, contagiose, 108. Maree. Dell'atmosfera, 5o. — Dell'Oceano , 2i5. — Terrestri, 216. Mari (Temperatura dei mari),70. —Evaporazione, 118. — Quantità d'acqua, '49· Meteoriti, Meteoroloti. V. Areoliti, 217. Meteorologia, Meteore, Etimologia, 1. —· Degli antichi, 8. — Definizione, 44· — Rapporti colle altre scienze, 44· — Divisione , 56. — Meteore aeree , 58. — Acquose, 112. — Ignee, 170. — ElctI E TAVOLA AKALITICA ED ALF ABETICA EC. 333 trichej 171. — Magnetiche, 189. — Lu­ minose, 195. — D iverse, 211. Metodo grafico, 3i3. Miasmi. Nell'atmosfera , 55. — Putridi : Origine , 106. — Azione, 107. — D i­ struzione, n o . Mistral. Vento della Provenza, 93. Misure delle osservazioni meteorologi­ che , 3 n . Monsone. Vento periodico, 86. Moto perpetuo. Apparato del signor D on­ ne' , 275· Ν Nebbie. Sorta di nubi, 122, r3a. —D elle serate, i33. — Secche , 134­ — D elle città, i35. — Segni , 299. Neve. Sua causa. Sua cristallizzazione, I 5 I . — Rossa , 220. — Segni , 307. Neve ghiacciata. Specie di minuta gra­ gnuola , i55. Nevi perpetue. Loro limiti , 76. Nicola (S.) Fuoco di S. Elmo, io5. Nubi. Amasso di vapore vescicolare, 121. — ClassiGcazione, i25. — Apparenze 334 VOCABOLARIO DE' TEKMLVI TECNICI e forine, 129. — Fenomeni ottici , 195. Ο Odori. (Natura degli), i l i . Ombrometro (da ombras, pioggia, ec.) V, Udometro , 260. Orologio atmosferico di Brewster , 60. Oscillazioni barometriche. Periodiche , 240. — D iurne, 241. — Variabili, 244­ Osservazioni meteorologiche. Maniera di farle, 309. — Correzioni, 3 u . — B o ­ tanico­Meteorologiche, mediche, 3ai. Ossigeno dell'atmosfera, 53. Ρ Palloni. Servono ad indicare i venti su­ periori, e c . , 254. — L'elettricità at­ mosferica, 3j3. Parafulmini , 178. Paragrandini, i8(. Paraselene (da para, presso, e selene, luna). Apparenze ottiche della luna , 2o3. E TAVOLA /AKAL1T1CA ED ALF ABETICA EC. 335 Parelio (da para, presso,ed helios, sole). Apparenze ottiche del sole , ao3. Pile a seeco. Mettono in azione il moto perpetuo, 273. Pioggia. Cause, i36. — Calma, 137. — Per trasporto d' aria , ivi. — Equino­ ziali, 142. — Quantità secondo i paesi, 143. — D i temporali, 174. Segni, 286. — D i fuoco , di sangue , rossa , 220. — D i solfo , di rospi, 221. — D i gra­ n i , di paglia, ec. , di cotone, 221. Piroscopo (da pyros, fuoco, e c ) . D i Les­ lie, ο Termometro differenziale, 267. Pluviometro. V. Udometro , 265. Polveri. Nell'atmosfera, 55. Pronostici degli antichi, io. — D elle meteore, 280. R Eaggi divergenti , 201. Regioni (alte) dell'aria. Temperatura, 72. Registro meteorologico. V· Giornale, 309. Rifrazione atmosferica , 208. Risonanza. D e' suoni, 99. Rombi. V. Rosa de'vrnEi» 79· 336 VOCABOt*r,!0 DE'TERMINI TECNICI Rosa dei venti. Divisione in rombi, 79. Rugiada. Teoria, i56. S Samicl, vento d'Arabia, 92. Scirocco. Vento delle spiagge del Mediterraneo , 92. Segni delle meteore, 380. — Del tempo dietro le probabilità , 281. — Cavati dal barometro, 9.85. — Dagli animali, 287. — Dalla luna, 288. — Dalle meteore : Aeree , 289. — Acquose , 294. — Ignee, 3o8. Siccità , 293. Sifoni. V. Trombe, 186. Simoon, vento d'Arabia, 92. Simpiesometro. Sorta di Barometro, 247» Società meteorologiche , 25, 34· Sole. Segni ricavati da esso, 3oo. Stagioni. Temperatura, 66. — Segni, 283. — Stagioni malsane, 294. Stelle cadenti. Piccioli areoliti, 218. Stelle. (Segni ricavati dalle stelle), 3oo. Suolo. Temperatura , 62. Suoni. Sorta di movimento dell'ari? , 96* , J ; \ E TAVOLA ANALITICA ED ALT?ACETICA EC. 337 — Celerità, 97. — Modificazioni, 98. — Risonanza, 99. — E c o , ivi. Τ Tavola meteorologica. V. Giornale, 3i2. Modello di Forster, 3iG. — D i Morin, 320. — D elle osservazioni botanico­ meteorologiche di D uhamel, 3­21. Temperatura inedia, 59. — Variazioni delle cantine , del suolo, della super­ ficie , 62. — D e'climi, 65. — D elle stagioni. —T)e'mari,6G. — D elle alte regioni, 72. — D ei due emisferi, 74. Tempeste. Violenti agitazioni dell'aria, 93. Tempi. Stato meteorico dell'atmosfera. Segni , /281. Temporali. Fenomeni prodotti dall'elet­ tricità, 172.— Effetti dei segni, 175. — Precauzioni a prendersi , 183. — Segni, 3o8. Termometro (da ihcrme , calore, ec.). D i Réaumur , centigrado di Fahrenheit, rapporti, 22g. — Ad aria , differenzia­ le, a3i. — Metallico, 23a. — A maxi­ mum e minimum , ivi. METEOROLOGIA. 23 338 VOCABOLARIO DE' TERMINI TECNICI Terremoto. Opinioni , 214. Torrenti. Prodotti dai disgeli, ino. Tramontana. Vento del D elfinato , 92. Trombe. Marine, terrestri, 186. Tuono. Esplosione elettrica de' tempora­ li , 172. Turbini, 93. ,,,,,*,, -U Udometro (da udor, acqua, e c ) , 265. — Di D uhamel, dell'Enciclopedia d'Edim­ burgo , ivi. — D i Samuele Croslci, ec., 266. Umidità. V. Vapori invisibili , I I 3 . Uragani. V. Tempeste, 93. Uranoliti. V. Areoliti, 217. V Vaccarions. Venti dei dintorni di ; Mont­ pellier, 93. Vapori. Neil' atmosfera , 55. — Forma­ zione, π 3. — Quantità, 115. —Visi­ bile ο vescicolare, 121. Variazioni barometriche. V. Oscillazio­ ni , a4o. E TAVOLA ANALITICA EB ALF ABETICA EC. 339 Vegetabili. Segni ricavati da essi, 3ο/μ Venti (Rosa de'), 79. — Generali, 82. — Periodici, 86. — Irregolari, 88. — Tavola della celerità e della forza dei venti , 95. — Segni, 289. — Venti d'ouest, 88. —■ Variabili: D el nostro clima , 90. — Locali , 92. Vento d'Arabia, 92. Vescicolari (Vapori). Costituiscono le neb­ bie e le nubi , 122. Vulcani (Spiegazione dei). Opinione in­ torno ad essi , 212. JUnricIopetfiiV Îortatue. jtfêicorohtfia Tav. JT­ om \if/ *^^3&i$;«£:siiSS 4P 5»­ / s / A Δυ v/ Λ *§S§§§§§§§§§§§S§§§§§SS§§S§5S$S§§§§+ PHIKCIPALI TRATTATI D ELLA COLLEZIONE. Ι. β Scie nte fisiche 2.° Scie nze 3 . * Scie nze razionali e e le tt rari •Commercio^ •Meccanica •Mammalogia *S(ken«e F i l . Atlante •Scienze Occ. •Fisica Aritmetica 'Astronomia Matematica •Botanica Geometrìa •igiene privata Filosofia •Mineralogia Fisionomia •Patologia Relig. e Mor. •Fisiologia Legislazione •Meteorologìa Politica Chimica Econom. pub. Geologia Navigazione Agricoltura G u e r r a , ec. Zoologia *Storia, e c "Pittura 'Letteratura *Cronologia Teorica delle lingue Scrittura Ketorica Poetica Musica Coreografia Archeologia Araldica ­ Geogra6a* / Trattati segnati coWaste risco quelli già pubblicati. sono Sotto al Torchia. COUFEKDIO DI f GlABD IKAGGIO. J < 1 1 ELOQUENZA. CHIMICA, torn. ϊ . β ABTE D RAMMATICA. ANATOMIA , torn, 's.° *SSSSSS8S88SSSSSSSSasSWKW«««a8* Jkle^stoL·^ ^ΊμΆΐΜ ^Λ^.^£Α4^Αΰο....Αι^...^1υίΐ£,0.ί.νΑι5ψ'νχ L· ÛOJMUJUÎ Medi eu* ^JKAXÌÌAVQ ÌX~ ì- im Σελ../ΟΗ° ..