Indice. CAPITOLO 1. DECISION SUPPORT SYSTEMS. .......................................................... 2 1.1 Evoluzione dei sistemi informativi. .......................................................................... 2 1.2 Sistemi di supporto alle decisioni. ........................................................................... 4 1.3 Componenti di un DSS. ............................................................................................ 5 1.4 Business Intelligence. .............................................................................................. 5 1.5 Confronto tra un sistema esperto e un DSS. ............................................................ 7 CAPITOLO 2. DSS: UTILIZZO IN AMBITO CLINICO. ................................................ 8 2.1 Un po di storia. ................................................................................................... 9 2.2 Una struttura per caratterizzare i sistemi di supporto alle decisioni cliniche. ........ 13 2.3 Stile di comunicazione. .......................................................................................... 14 2.4 Il processo Decision-Making. ............................................................................... 14 2.5 Interazione Uomo-Computer. ................................................................................. 16 2.6 Costruzione di uno strumento per il supporto alle decisioni. ................................. 17 2.7 Modellazione della conoscenza medica. ................................................................ 18 2.8 Estrazione della conoscenza medica. ..................................................................... 18 2.9 Rappresentazione della conoscenza medica............................................................ 19 2.10 Convalida delle prestazioni del sistema. .............................................................. 20 2.11 Integrazione di uno strumento per il supporto alle decisioni. .............................. 20 CAPITOLO 3. ESEMPI ILLUSTRATIVI DI SISTEMI DI SUPPORTO ALLE DECISIONI CLINICHE. .................................................................................................. 21 3.1 Diagnosi: Internist-1/QMR project e DXplain system........................................... 22 3.2 Gestione del paziente: architettura basata su linee guida e sistema EON. ............. 28 3.3 Sistemi per la gestione del paziente basati su linee guida. ..................................... 29 3.4 Un architettura basata su linee guida per la gestione del paziente: EON SYSTEM. ...................................................................................................................................... 30 CAPITOLO 4: Conclusioni. ............................................................................................. 37 4.1 I decision support systems nei prossimi dieci anni. ............................................... 37 1 CAPITOLO 1. DECISION SUPPORT SYSTEMS. 1.1 Evoluzione dei sistemi informativi. I primi sistemi informativi computerizzati, introdotti a partire dagli anni ’50, furono i Transaction Processing Systems (TPS): servivano per la gestione delle attività aziendali ripetitive svolte ai livelli più bassi dell’organizzazione (ad esempio, la fatturazione e la gestione degli stipendi). I TPS migliorarono notevolmente le attività e le prestazioni degli impiegati. In particolare, si era in grado di accumulare grosse quantità di dati in tempi ragionevoli e a costi ridotti. Successivamente, grazie anche allo sviluppo della tecnologia informatica e alla crescita della capacità di elaborazione dei calcolatori, furono introdotti i Management Information Systems (MIS) che avevano lo scopo di fornire un supporto ai livelli organizzativi più alti dell’organizzazione aziendale. I MIS producevano dei report predefiniti, standardizzati e generati periodicamente. Tipicamente, questi report contenevano informazioni ottenute estraendo in maniera appropriata ed, eventualmente, aggregando secondo criteri prestabiliti, i dati contenuti nei TPS. I problemi principali relativi ai report predefiniti e standardizzati sono: • Nella maggior parte dei casi le informazioni utili al manager per le attività di pianificazione e controllo consistono in un sottoinsieme molto limitato delle informazioni contenute nel report. Inoltre, tali informazioni sono spesso difficilmente individuabili in tempi brevi; • Non tutte le informazioni necessarie al decisore sono contenute nei report. Il passo successivo nello sviluppo dei sistemi informativi fu, quindi, quello di adottare un approccio completamente diverso: invece di impegnarsi per stabilire quali e quanti tipi di informazioni dovessero essere presenti nei report per fornire 2 supporto ai manager, ci si concentrò sugli strumenti che potevano essere utili al manager per usare al meglio le informazioni durante il processo decisionale. Era importante fornire ai manager un accesso veloce e mirato al database aziendale e dar loro la possibilità di eseguire elaborazioni analitiche sui dati secondo criteri non fissati a priori. Riflettendo sul significato di supporto alle decisioni, ci si rese conto che supportare le attività manageriali significa fare uso di dati che riguardano l’azienda nel suo complesso e che derivano spesso dall’aggregazione di dati specifici. I dati specifici sono quelli contenuti nel database aziendale che ha lo scopo, appunto, di memorizzare i dati provenienti dalle operazioni di transazione e gestiti dal TPS. In quest’ottica si capì che era utile creare un nuovo database (data warehouse) a partire dai dati contenuti nel database aziendale, ma separato dallo stesso database aziendale, e destinato agli usi specifici del supporto alle decisioni. Questo nuovo database doveva contenere dati già opportunamente aggregati secondo determinati criteri. Ovviamente servivano anche degli strumenti software che permettessero di elaborare in modo analitico le informazioni aggregate contenute nel nuovo database in maniera da supportare diversi modelli e stili decisionali. Nacquero così i Sistemi di Supporto alle Decisioni (DSS). Successivamente, in parallelo allo sviluppo dei DSS, nacquero i Sistemi Esperti (ES). Gli ES possono essere utilizzati come supporto al processo decisionale in quanto forniscono al manager le conoscenze specifiche in determinati campi applicativi, conoscenze che il manager in genere non possiede e per le quali avrebbe dovuto ricorrere ad esperti esterni all’azienda. Il passo successivo è stato quello di integrare le due tecnologie dei DSS e degli ES. I sistemi risultanti sono detti Knowledge-based DSS (KDSS). I KDSS sono in grado di elaborare dati attraverso modelli matematici, compito tipico dei DSS, e trasformare tali risultati in opinioni, valutazioni e consigli attraverso un processo di ragionamento simbolico, tipico degli ES. 3 Per completare il quadro introduttivo sui sistemi informativi occorre far riferimento ad un altro tipo di sistemi noti come Executive Information Systems(EIS). Tali sistemi supportano il top management nel processo decisionale fornendo informazioni in tempo reale attraverso un’interfaccia molto amichevole e intuitiva (User-friendly). Gli EIS sono quindi DSS destinati ai livelli più alti dell’organizzazione aziendale. Sono più facili da usare dei DSS, ma meno flessibili. 1.2 Sistemi di supporto alle decisioni. I DSS forniscono supporto ai manager e a tutti coloro che devono prendere decisioni strategico/operative di fronte a problemi poco strutturati o non strutturati (e che quindi non possono essere risolti con i modelli offerti dalla ricerca operativa). Devono permettere analisi ad hoc sui dati e l’uso di modelli (modelli quantitativi finanziari, statistici e della ricerca operativa). Il principale scopo di un DSS è quello di permettere di estrarre, in tempi brevi e in modo flessibile, da una grossa mole di dati le informazioni che servono a supportare e migliorare in termini di efficacia il processo decisionale. Occorre innanzi tutto separare i dati generati dalle operazioni di gestione (contenuti nel database aziendale o operational (database) dai dati utili ai processi decisionali dell’azienda (contenuti nel data warehouse). Ovviamente il data warehouse deve contenere non un sottoinsieme dei dati del database aziendale, ma una versione di tali dati ottimizzata per analisi focalizzate sui dati aggregati e sulle tendenze piuttosto che sulle singole operazioni di gestione. I dati devono quindi essere memorizzati a diversi ed appropriati livelli di aggregazione. Il decisore deve poter analizzare i dati contenuti nel data warehouse in tempo reale, da diversi punti di vista e a diversi livelli di aggregazione. 4 1.3 Componenti di un DSS. Data Management Subsystem: include il data warehouse che contiene i dati rilevanti per le decisioni e il software per la gestione di quest’ultimo. Model Management SubSystem: è un pacchetto software che contiene i modelli e il software per gestirli. Rappresenta il cuore analitico del sistema. I modelli permettono di descrivere la realtà complessa del problema. Oltre alla costruzione dei modelli, devono essere messi a disposizione dell’utente strumenti per testare un modello e per effettuare simulazioni. Dialog Management SubSystem: è il sottosistema che gestisce la comunicazione tra utente e sistema. Deve garantire la semplicità d’uso del sistema attraverso menu e comandi intuitivi. 1.4 Business Intelligence. Spesso per riferirsi ai sistemi di supporto alle decisioni si usa anche un altro termine: BusinessIntelligence (BI). Una soluzione di business intelligence prevede i seguenti componenti: Data Warehouse. Un data warehouse è un database ottimizzato per contenere i dati utili ai processi decisionali. È separato dal database aziendale (detto operational database). Mentre il database aziendale è aggiornato costantemente perché deve rappresentare l’istante corrente, il data warehouse deve memorizzare solo determinati istanti dell’attività di gestione. Conterrà quindi i dati aggregati a particolari istanti di tempo, ad esempio dati settimanali, mensili o trimestrali. 5 Inoltre sarà necessario integrare i dati che provengono dal database aziendale con dati relativi all’ambiente esterno in cui opera l’azienda: mercati, situazione economica e politica, principali concorrenti, ecc. Quindi la mole di dati memorizzati nel data warehouse è molto ampia. Di conseguenza, è opportuno memorizzare, insieme ai dati, anche tutte quelle informazioni utili al decisore per analizzare correttamente i dati: ad esempio, qual è il database di origine dei dati (ad esempio, alcuni dati possono provenire dal database interno oppure possono derivare da fonti esterne come enti pubblici, associazioni di categoria, società di marketing o di ricerca), l’istante temporale in cui sono stati raccolti, quando sono stati aggiornati, cosa rappresentano e in quali tipi di analisi si possono usare. Ad esempio, in un sistema informativo di una banca, un record nell’operational database sarà, ad esempio, il nome e cognome di un cliente con il suo ultimo indirizzo e il suo attuale livello di credito. Il data warehouse conterrà, invece, gli indirizzi del cliente relativi agli ultimi tre anni, e la sua storia bancaria presso l’istituto di credito. In ultima analisi, potremmo definire il data warehouse come un grande contenitore che contiene i dati storici prelevati dagli operational database. OLAP. Gli OLAP (On–line Analytical Processing) sono sistemi software che permettono al decisore di analizzare i dati I) In tempo reale; II) Da differenti punti di vista (analisi multidimensionali); III) A diversi livelli di aggregazione: operazioni di aggregazione (roll up) e di disaggregazione (drill down). Per quanto riguarda l’analisi multidimensionale non è infatti più sufficiente condurre analisi su due sole dimensioni (ad esempio, Vendite organizzate per Prodotto e Regione, oppure Vendite organizzate per Prodotto e Ultimi tre trimestri), ma è necessario poter usare più dimensioni (ad esempio, Vendite organizzate per Prodotto, Regione e Ultimi tre trimestri). 6 Per quanto riguarda l’ aggregazione invece, deve essere possibile organizzare le dimensioni su diversi livelli gerarchici. Ad esempio, un’impresa che sia presente sull’intero territorio nazionale, potrà organizzare la dimensione “zona geografica” delle proprie vendite per “regioni” suddivise in “province”, a loro volta suddivise in “stabilimenti”. Muovendosi lungo i diversi livelli della gerarchia l’utente è in grado di passare da analisi di dettaglio ad analisi di insieme e viceversa. EIS. Un EIS(Executive Information System) è nato dalla necessità di fornire ai decisori meno esperti uno strumento capace di condurre analisi “preconfezionate” sui dati aziendali. Un EIS permette, analogamente ad un sistema OLAP, di ottenere viste multidimensionali dei dati a diversi livelli di aggregazione. Un EIS è più facile da usare rispetto ad un OLAP (c’è un’interfaccia grafica semplice ed intuitiva), ma è meno flessibile in quanto le viste ed i livelli di aggregazione sono predefiniti. Data Mining. Data Mining è l’attività di individuazione ed estrazione di informazioni, quali relazioni e associazioni tra i dati, precedentemente sconosciute all’utente. Le principali tecniche usate per il data mining includono ad esempio, le reti neurali e gli algoritmi di clustering. 1.5 Confronto tra un sistema esperto e un DSS. Un DSS fornisce un supporto al decisore e non si sostituisce al decisore stesso. La decisione si ottiene combinando le valutazioni umane con le informazioni elaborate dal sistema. Un DSS deve permettere l’uso di modelli, fornendo la possibilità di crearne di nuovi e di modificare i precedenti. Un Sistema Esperto (SE) è in grado di 7 prendere decisioni da solo. Un SE non è usato per risolvere problemi che richiedono tecniche di ottimizzazione matematica tipiche di un DSS. Al contrario, un SE è utilizzato per problemi in cui l’obiettivo e gli eventuali vincoli non sono facilmente esprimibili in termini quantitativi. CAPITOLO 2. DSS: UTILIZZO IN AMBITO CLINICO. Un clinical decision-support system è un qualunque programma designato all’assistenza, in ambito sanitario, nella scelta decisionale. E’ quindi, un programma che offre dati o una base di conoscenza medica atta a supportare il processo decisionale dell’utente. E’ utile considerare tre tipi di strumenti per il supporto alla decisione dal paziente generico a quello specifico: Strumenti per la gestione dell’informazione: sistemi di informazione sanitaria o sistemi per il recupero delle informazioni fanno parte di questa categoria. Workstations specializzate forniscono ambienti sofisticati per la memorizzazione, classificazione e recupero delle basi di conoscenza medica. Attraverso queste, gli operatori dispongono di una conoscenza più vasta di quella ottenuta, ad esempio, dalla lettura di un libro di testo, in quanto, la conoscenza gestita da questi sistemi è in continuo aggiornamento. Sebbene questi sistemi forniscano i dati e le basi conoscitive necessarie al medico, generalmente non lo aiutano nell’applicazione di tali informazioni. Strumenti per focalizzare l’attenzione: sistemi di laboratorio che segnalano valori anomali o che forniscono spiegazioni a quelle anomalie come, ad esempio, le informazioni farmaceutiche che hanno lo scopo di mettere in guardia l’utente dai possibili effetti dei farmaci, sono strumenti che focalizzano l’attenzione di chi li utilizza sul soggetto della diagnosi in corso. In generale usano una logica semplice, visualizzando come risposta standard, una lista di casi possibili per una data anomalia. 8 Strumenti per provvedere alle raccomandazioni del paziente: tali programmi provvedono a valutazioni su misura di un insieme di dati specifici del paziente. Possono seguire logiche semplici (Algoritmi), possono essere basati su teorie decisionali e di analisi o, possono usare un approccio numerico in aggiunta alla soluzione del problema simbolico. Alcuni suggeriscono differenti diagnosi o indicano informazioni aggiuntive che dovrebbero aiutare il medico a restringere il range di possibilità. Altri suggeriscono una spiegazione migliore della sintomatologia del paziente. Altri ancora forniscono consigli terapeutici piuttosto che assistenza alla diagnosi. Nonostante i confini tra queste tre categorie siano sottili, le distinzioni fatte sono utili nella definizione di un insieme di funzionalità offerto dai computer, nell’assistere il medico alla decisione. 2.1 Un po di storia. I primi articoli sulla possibilità dell’ introduzione dei computer nel processo di assistenza alla diagnosi apparvero alla fine degli anni 50’ e nel giro di pochi anni, furono sviluppati i primi prototipi sperimentali. La diffusione di questi sistemi fu ostacolata da alcuni problemi sia di origine scientifica, come le limitazioni tecnologiche dell’epoca, sia di origine etica, come lo scetticismo dei medici nell’utilizzo di strumenti che non avessero subito una profonda integrazione nel suddetto ambiente di lavoro. Tre sistemi di consulenza forniscono un utile panoramica sull’origine dei clinical decision-support systems: Abdominal Pain System (deDombal’s): Alla fine degli anni 60’ deDombal, aiutato da un gruppo di suoi colleghi, sviluppò, presso l’Università di Leeds, un computer che forniva supporto decisionale basato sulla teoria della probabilità di Bayes. Usando diagnosi chirurgiche e patologiche come standard, enfatizzarono l’importanza di derivare le probabilità condizionali usate nel ragionamento di Bayes da un insieme di dati di alta qualità, raccolti collezionando informazioni da un totale di mille pazienti. Nel Leeds Abdominal Pain System, attraverso l’utilizzo di questi dati, segni e sintomi, 9 il campo delle malattie derivanti da un forte dolore addominale fu ristretto ad un massimo di sette elementi. Per rendere l’algoritmo di Bayes maneggiabile, il programma doveva fare assunzioni di indipendenza condizionata delle risultanze per le varie diagnosi e di mutua esclusività. Nella valutazione del sistema furono utilizzati come attributi della regola di Bayes, risultati clinici e di laboratorio, ottenuti dai medici, relativi a 304 pazienti che si erano recati al pronto soccorso lamentando dolori addominali. Quindi , tale formulazione assumeva che ognuno di questi 304 pazienti avesse una delle sette malattie contenute all’interno del sistema e selezionava la più probabile sulla base dell’osservazione registrata. Il programma doveva essere utilizzato direttamente dal medico nella sala operatoria ed il risultato era disponibile in un tempo pari a cinque minuti dall’ inserimento dei dati. Venne dimostrato che la precisione del programma era del 91.8%, in contrasto con quella dei medici che oscillava tra il 65% e l’80%. Di particolare interesse fu il caso dell’appendicite non facile da diagnosticare, in cui il computer si dimostrò non sbagliare mai nell’assegnare il paziente alla categoria in questione. Fino a quel momento più di venti pazienti che non necessitavano di intervento, furono operati per una diagnosi non corretta. Con l’introduzione dei personal computer ci fu un ampia diffusione di questo sistema diagnostico. Con grande sorpresa però, lo stesso sistema non riuscì ad ottenere i soddisfacenti risultati riscontrati a Leeds. La ragione più probabile di questa discrepanza fu addebitata alla differente interpretazione dei dati da parte dei medici che accedevano al sistema. MYCIN: MYCIN è un sistema di consulenza, che utilizza un approccio completamente differente. Si basa su una de-enfatizzazione della diagnosi per focalizzare l’attenzione su una gestione appropriata di pazienti con malattie infettive. Gli sviluppatori credevano che algoritmi lineari ed approcci statistici non fossero adatti al contesto clinico, in quanto spesso, anche gli esperti erano in disaccordo su quali decisioni prendere per la gestione di un problema specifico relativo ad un paziente, soprattutto prima della ricezione di un insieme di risultati relativi. La ricerca, in quegli anni, stava sviluppando nel campo dell’intelligenza artificiale, una sottoclasse di computer basata su una manipolazione di simboli astratti piuttosto che di calcoli. La conoscenza di base relativa alle malattie contagiose, in MYCIN, era rappresentata sottoforma di regole di produzione, ognuna delle quali conteneva un “pacchetto” di conoscenza, ottenuto dal confronto tra molti medici. Una regola di produzione è una semplice dichiarazione condizionale, che lega le osservazioni 10 alle inferenze associate che possono essere progettate. La potenza di MYCIN derivava da tali regole in modi diversi: - MYCIN determinava quali regole usare e come legarle insieme per prendere decisioni su di un caso specifico. - Le regole spesso fornivano una spiegazione coerente del ragionamento di MYCIN. Quelle che venivano applicate alla decisione corrente, erano visualizzate in risposta alla domanda dell’utente. Sebbene le regole fossero conservate in un formato leggibile alla macchina, poteva essere visualizzata una traduzione di esse in lingua inglese. - Rimuovendo, modificando o aggiungendo regole, gli sviluppatori potevano modificare la conoscenza della struttura del programma rapidamente, senza una riprogrammazione o ristrutturazione di altre parti della base di conoscenza. Gli sviluppatori valutarono le performance di MYCIN, sulla selezione della terapia per i pazienti con infezione batterica ematica e per quelli affetti da meningite. In quest’ultimo studio, il risultato consigliato da MYCIN fu lo stesso di quello consigliato dagli esperti. Nonostante i risultati ottenuti, MYCIN, non fu mai utilizzato in ambito clinico. Il programma è meglio visto come un iniziale esplorazione di metodi, per catturare ed applicare una conoscenza mal-strutturata, al fine di risolvere importanti problemi clinici. Sebbene il programma non fu mai utilizzato per lo scopo relativo alla sua progettazione, diede il via ad un grande periodo di ricerca e sviluppo negli anni 80’, che favorì la commercializzazione di sistemi basati su regole, in una varietà di campi differenti da quello clinico. HELP: HELP è un sistema per l’integrazione di informazioni ospedaliere, sviluppato presso LDS Hospital in Salt Lake City. Questo sistema aveva la capacità di produrre degli “Alerts” quando venivano evidenziate anomalie nella cartella clinica del paziente. Il suo impatto nel settore è stato immenso, tanto che la maggior parte delle attività nel campo della biomedica utilizzano applicazioni e metodologie derivanti da esso. HELP aggiunge al convenzionale sistema delle cartelle cliniche, un programma di monitoraggio e un meccanismo per la memorizzazione delle decisioni logiche in moduli, detti “HELP sectors”. Quindi i dati del paziente, 11 sono disponibili agli utenti che desiderano conoscere informazioni specifiche e i risultati, automaticamente stampati o comunicati tramite sistema. In aggiunta, è presente un meccanismo di generazione “Event-driven” per la gestione di tali “Alerts”. Inizialmente fu creato un vero e proprio linguaggio per la gestione di HELP, il PAL. Successivamente fu adottato un formalismo standard per codificare le regole decisionali, conosciuto come Arden syntax, tramite il quale, era possibile scrivere regole che mettessero in relazione la specifica situazione del paziente con le azioni che il medico doveva intraprendere. Ogni “HELP sector” prese il nome di Medical Logic Module. Ogni volta che erano disponibili nuovi dati relativi al paziente, il sistema HELP esaminava se fossero soddisfatti i requisiti per invocare un MLM. Se questo accadeva, il sistema valutava l’MLM per constatare se questo fosse rilevante per un specifico paziente. La logica di questi MLM veniva sviluppata da medici esperti. Un risultato generato con successo da un MLM includeva, ad esempio, un “Alert” dovuto agli effetti indesiderati derivanti dall’azione dei farmaci, all’interpretazione errata dei test di laboratorio oppure ad un errore di calcolo della probabilità di malattia. Il risultato era comunicato al personale attraverso il sistema di informazione dell’ospedale o tramite report scritti. HELP è un ottimo esempio, di come l’integrazione del supporto decisionale con altre funzioni di sistema, può aumentare l’efficacia e incoraggiarne l’utilizzo. Gli “Alerts” venivano prodotti attraverso la catalogazione dei dati del paziente, che potevano essere riutilizzati in un secondo momento. In generale, sebbene HELP sia stata un eccezione, inizialmente la maggior parte dei sistemi di supporto alle decisioni veniva utilizzata raramente dal personale sanitario che vedeva quest’ ultimi con scetticismo. La successiva evoluzione, che garantì un graduale cambiamento di pensiero nell’utilizzo dei computer in ambito medico,è dovuta essenzialmente a quattro fattori: 1) L’emergenza di una workstation individuale, The World Wide Web e le interfacce semplificate. 2) Il crescente riconoscimento da parte degli sviluppatori, che una parte della tecnologia doveva fondersi in maniera trasparente con le pratiche dei gruppi di lavoro chiamati ad adottarla. 3) Il crescente disagio tra gli operatori e gli organismi sanitari per quanto riguarda il numero di informazioni di cui i medici necessitavano per svolgere un lavoro esente da errori. 4) L’incremento dei costi di personale, soprattutto in caso di malattie che richiedevano un trattamento difficile e costoso. 12 2.2 Una struttura per caratterizzare i sistemi di supporto alle decisioni cliniche. Per valutare in maniera adeguata uno strumento di supporto alle decisioni cliniche o per capire l’insieme di problemi che possono influenzare le possibilità di successo, è necessario disporre di una struttura organizzativa di tali programmi. Un primo approccio consiste nella caratterizzazione del sistema, lungo cinque dimensioni: 1) 2) 3) 4) 5) Le funzioni offerte dal sistema. Le modalità con cui viene offerto il supporto. Lo stile di consultazione. Il sottostante processo di scelta decisionale. I fattori legati all’interazione uomo-computer. I programmi di supporto alle decisioni ricadono generalmente in due categorie: Quelli che assistono gli impiegati sanitari, determinando “cosa è vero” sul paziente, e quelli che forniscono assistenza sul “cosa fare” per il paziente. Molti sistemi aiutano i medici in entrambi i modi, ma la distinzione è importante, perché il consiglio su “cosa fare” per un paziente, non può essere formulato senza bilanciare i costi e i benefici delle azioni da intraprendere. La determinazione di “cosa è vero” sul paziente, basata su un insieme fisso di dati già disponibili, può teoricamente essere fatta senza la considerazione dei costi e dei rischi. Quindi un vero programma di diagnostica, lascia all’utente il compito di decidere quali dati raccogliere o se richiedere un insieme fisso di dati per tutti i pazienti. Comunque , cercare di produrre una diagnosi per i dati ottenuti e per un eventuale terapia, in maniera del tutto indipendente dal processo di scelta tra queste due opzioni, è da escludere. Come per l’Abdominal Pain System e MYCIN, la maggior parte dei programmi per il supporto decisionale ha assunto un ruolo passivo nell’aiutare i medici. Secondo questo modello, il medico deve riconoscere quando il consiglio potrebbe essere utile e, solo in quel caso, accedere al programma ( Il programma aspetta l’utente). Il medico allora analizza il caso, dai dati presenti all’interno del programma e richiede assistenza diagnostica e terapeutica. Ci sono altre tecnologie, come HELP, che giocano un ruolo più attivo, provvedendo al supporto decisionale come un sottoprodotto di attività di monitoraggio o gestione dati. Tali sistemi non aspettano che i medici richiedano formalmente assistenza, ma la forniscono senza laboriose procedure di inserimento. Tali funzionalità sono possibili perché la logica decisionale del sistema è integrata con un database comprensivo delle informazioni del paziente, 13 già raccolte da fonti diverse all’interno dell’ospedale. I professionisti, generalmente, non richiedono assistenza da tali sistemi, poichè anziché ricevere assistenza, devono evitare di produrre un numero eccessivo di “Alerts” per problemi minori, già risolti all’interno della propria diagnosi. Tali report mendaci possono distogliere l’attenzione del medico da problemi di maggiore importanza. 2.3 Stile di comunicazione. I sistemi di supporto alle decisioni tendono ad operare secondo uno dei seguenti due stili di interazione: Consulting model: il programma si comporta come un consulente, accettando i dati del paziente, possibilmente ponendo quesiti e generando consigli per l’utente a proposito delle diagnosi o della gestione. Critiquing model: Il medico ha un idea preconcetta di cosa sta succedendo ad un paziente o quale piano di gestione sarebbe più appropriato. Il computer agisce come un banco di prova per l’idea dell’utente, esprimendo approvazione o suggerendo una motivata alternativa. Un esempio di critiquing system fu ATTENDING, un programma autonomo che criticava uno specifico piano anestetico per la selezione, induzione e amministrazione dopo che tale piano era stato proposto dall’anestesista che doveva gestire il caso. Nello stile critico il programma si concentra maggiormente sul piano a cui il medico è interessato. Questo modello può essere applicato anche secondo impostazioni di monitoraggio attivo. Per esempio, HELP monitorava le decisioni del medico sulla terapia farmacologica e suggeriva soluzioni alternative. 2.4 Il processo Decision-Making. Un ampia gamma di tecniche è stata utilizzata nella progettazione e implementazione dei sistemi di supporto alle decisioni. Le logiche più semplici hanno coinvolto l’uso di diagrammi di flusso specifici per il problema, progettati dai medici e successivamente codificati per l’uso al computer. Sebbene tali algoritmi siano stati utili per lo smistamento dei 14 risultati, essi sono stati largamente respinti dai medici perchè troppo “poveri” per uso di routine. I metodi predominanti sono rappresentati dal modello Bayesiano, dall’analisi decisionale, dalla rete neurale artificiale e dall’intelligenza artificiale (AI). Solo nel 1960 fu riconosciuto che i computer potevano essere usati per il calcolo delle probabilità basato sull’osservazione del paziente, fino ad allora erano visti come semplici macchine di calcolo numerico. Un gran numero di programmi diagnostici, basati sul ragionamento di Bayes, furono sviluppati negli anni successivi. Poiché prendere la maggior parte delle decisioni in medicina richiede la pesatura dei costi e dei benefici delle azioni che potrebbero essere prese durante la diagnosi o nella gestione della malattia, i ricercatori hanno sviluppato strumenti progettati sui metodi di analisi decisionale. L’analisi decisionale aggiunge al ragionamento di Bayes l’idea di decisione esplicita e di utilità associata con esito diverso che potrebbe servire in risposta a quelle decisioni. Una prima classe di programmi è progettata per l’uso delle stesse analisi, mentre una seconda classe utilizza concetti di analisi decisionale all’interno di sistemi più grandi, progettati per consigliare i medici non esperti in queste tecniche. In tali programmi, i modelli decisionali sottostanti sono stati, generalmente, specificati prima, sia sottoforma di alberi decisionali all’interno dei quali, sono numerate tutte le possibili decisioni e le possibili ramificazioni di queste decisioni, sia sottoforma di diagrammi di influenza. Le reti neurali (ANNs) sono programmi che eseguono classificazioni, prendendo in ingresso un insieme di risultati che descrivono un dato caso e generando come uscita un insieme di numeri. Ogni uscita corrisponde alla probabilità di una particolare classificazione di dati, di spiegare i risultati ottenuti. Il programma esegue questa funzione propagando attentamente i valori calcolati attraverso una rete di regole e nodi. La struttura della rete è uniforme per ogni tipo di problema decisionale. I valori associati con ogni nodo sono regolati cosi che la rete tende a generare la classificazione corretta per ogni insieme di input. Le ANNs traducono un insieme di risultati in un insieme di classificazioni consistenti con quei risultati. Sfortunatamente, non c’è modo che un osservatore possa direttamente capire perché un ANN può raggiungere una particolare conclusione. ANN ha vantaggi significativi, quando la corretta diagnosi può dipendere da interazioni tra i risultati che sono difficili da predire. L’intelligenza artificiale, invece, è stata strettamente legala alla modellazione dei processi logici da parte del computer. Studi psicologici di come i professionisti si comportino durante la risoluzione di un problema, hanno influenzato molte ricerche nell’AI medica. Di particolare interesse per lo sviluppo dei sistemi per il supporto decisionale è il sottocampo dell’ AI che concerne i sistemi basati sulla conoscenza. Un sistema basato sulla 15 conoscenza è un programma che codifica concetti derivati dagli esperti in un campo e che usa quella conoscenza per fornire al tipo di problema l’analisi e la consulenza dell’esperto. Il processo decisionale medico spesso richiede un ragionamento in condizioni incerte. I sistemi basati sulla conoscenza, in medicina, hanno conseguentemente incorporato gli schemi Bayesiani per trattare situazioni di incertezza per quanto riguarda gli effetti delle invenzioni proposte. La cosa più caratteristica dei sistemi basati sulla conoscenza è che quest’ultima è codificata attraverso un modello qualitativo non numerico, di come le inferenze si leghino per cercare conclusioni astratte sul caso. Quindi, anziché modellare le relazioni tra i risultati del paziente e le possibili diagnosi puramente in termini di associazioni statistiche o equazioni matematiche, i sistemi basati sulla conoscenza possono rappresentare tali relazioni in termini di strutture simboliche. Le regole di produzione, come in MYCIN, spesso sono state usate per costruire i sistemi basati sulla conoscenza. La conoscenza in un sistema di questo tipo, può includere relazioni probabilistiche tra i sintomi e la malattia. Tipicamente tali relazioni sono argomentate da altrettante relazioni qualitative quali causalità e tempo. 2.5 Interazione Uomo-Computer. Non ci sono dubbi, che dal punto di vista storico conti più l’impraticabilità di molti strumenti che il fallimento degli sviluppatori di trattare adeguatamente aspetti logistici, meccanici e fisiologici dell’uso del sistema. Spesso, i costruttori si sono concentrati primariamente sul creare programmi che potessero fornire decisioni ottimali, ma questa è solo una parte per il successo del sistema. Fortunatamente, c’è una crescente presa di coscienza sul fatto che un tale strumento dovrebbe presentare un interfaccia semplice ed intuitiva, con cui l’utente possa confrontarsi. Nella migliore delle situazioni, gli elementi di supporto alle decisioni dovrebbero essere incorporati all’interno di un sistema più grande che fa già parte della routine lavorativa dell’utente. Le difficoltà d’uso di tali programmi hanno smorzato l’entusiasmo iniziale di un gran numero di utenti. La soluzione a tale problema richiede una notevole sensibilità durante il processo di progettazione, e di solito la risoluzione delle inadeguatezze a livello istituzionale. L’avvento delle reti wireless ha consentito agli utenti l’accesso al computer indipendentemente dalla posizione, attraverso strumenti quali i tablet, ad esempio. Il rapporto uomo-computer offre nuove soluzioni attraverso una realtà virtuale per la gestione delle operazioni sanitarie. 16 2.6 Costruzione di uno strumento per il supporto alle decisioni. Nonostante i progressi evidenziati dalla ricerca nell’impiego dei computer in ambito medico, parecchie barriere continuano ad impedire l’effettiva implementazione di tali strumenti. Questi ostacoli includono quesiti irrisolti di scienza e logistica. L’ acquisizione e la convalidazione dei dati del paziente sicuramente è uno di questi. Tutti i compiti necessari all’acquisizione e all’inserimento dei dati relativi ai pazienti svolte all’insegna della completezza, sono limitazioni per gli operatori sanitari. Essi affermano che il loro uso del sistema sarà limitato, a meno di non essere liberati dall’onere relativo all’inserimento dati per concentrare la propria attenzione su problemi di maggiore rilievo. Tuttavia, anche se i computer accettassero un libero input vocale, ci sarebbero seri problemi per strutturarlo e codificarlo, derivanti ad esempio, dalla semantica stessa. Molti operatori credono che una combinazione di parlato e grafici, accoppiato con un ambiente di gestione integrato, impedendo il bisogno di un inserimento dati ridondante su più computer all’interno dello stesso ospedale, sarà il progresso chiave che attrarrà il personale sanitario all’utilizzo degli strumenti computerizzati. Il problema dell’acquisizione dati va oltre l’inserimento stesso. Un ostacolo primario è rappresentato dalla mancanza di modi standardizzati di esprimere la maggior parte delle situazioni cliniche in una forma che i computer possano interpretare. C’è una terminologia medica controllata che gli operatori sanitari usano per specificare precise valutazioni diagnostiche, procedure cliniche e altro ancora. Inoltre, c’è una terminologia non controllata che cattura le sfumature della storia di un paziente o di una data malattia, che riguarda sia risultati che esami clinici. Non ci sono sistemi di codifica che possono riflettere tutti i dettagli dei progressi dei medici o delle infermiere. Dato che molte delle informazioni all’interno della cartella clinica che sarebbero utili per supporto alla decisione più approfondito, non sono disponibili in una struttura comprensibile alla macchina, si hanno chiare limitazioni sui dati. Tuttavia, anche cartelle cliniche completamente elettroniche possono non includere tutti i dati rilevanti di un paziente, quindi anche questa è da ritenere una fonte di informazioni incompleta. 17 2.7 Modellazione della conoscenza medica. Gli operatori preposti all’acquisizione delle informazioni per un sistema di supporto alle decisioni possono attestare la complessità della traduzione dal testo ad una struttura appropriata per l’applicazione logica della conoscenza al computer. La creazione di un sistema di supporto alle decisioni computerizzato quindi, richiede un attività di modellazione sostanziale: Decidere quali distinzioni cliniche e dati sono rilevanti, identificare i concetti e le relazioni tra essi da esercitare ed accertare la strategia per la soluzione di un problema che può usare la conoscenza medica per ricercare conclusioni appropriate. Non si può raccogliere alcuna informazione dalla semplice lettura di un libro di testo. I medici esperti stessi non possono verbalizzare la conoscenza necessaria a risolvere anche casi comuni. Conseguentemente la costruzione di alcuni sistemi, indipendentemente dalla metodologia decisionale sottostante, comporta lo sviluppo di un modello sia per il comportamento che porta alla risoluzione del problema, sia per la conoscenza clinica che fornirà le informazioni per la risoluzione dello stesso. Il considerevole lavoro nell’informatica biomedica è correntemente concentrato sulla progettazione di strutture che consentono ai costruttori di sistemi di modellare la conoscenza che sarà acquisita prossimamente dagli strumenti di supporto alle decisioni. Le metodologie astratte di modellazione come Common KADS, sono state ampiamente adottate dagli sviluppatori per i sistemi di supporto alle decisioni commerciali, particolarmente in Europa. Lo sviluppo di strumenti computerizzati che possono assistere nella modellazione della conoscenza clinica resta un attiva area di ricerca. 2.8 Estrazione della conoscenza medica. I ricercatori stanno mettendo a punto metodi che faciliteranno lo sviluppo e la manutenzione delle basi di conoscenza mediche. La rapida evoluzione della conoscenza medica fa della gestione di questa un problema di particolare importanza. I ricercatori hanno scoperto una varietà di programmi che 18 acquisiscono le basi di conoscenza per un programma di supporto alle decisioni, dall’interazione diretta con l’esperto, con l’obiettivo di evitare il bisogno per un programmatore di servirsi di un intermediario. Gli analisti devono prima lavorare con i medici esperti, al modello per l’area di applicazione. Per esempio, all’inizio i ricercatori usavano uno strumento per usi speciali, conosciuto come OPAL per inserire e gestire la base di conoscenza di ONCOCIN, consulente per la chemioterapia. Gli sviluppatori di OPAL, costruito all’interno dello strumento un modello comprensivo per l’amministrazione della chemioterapia, permettevano ad OPAL di trasformare il processo di estrazione della conoscenza per ONCONCIN in questione e successivamente creare diagrammi di flusso sullo schermo del computer. Durante la creazione di uno strumento come OPAL, per l’estrazione della conoscenza da un dominio specifico, gli sviluppatori progettano il loro modello per lo specifico sistema di supporto alle decisioni nell’area applicativa prevista e poi creano o un programma che inserisca il modello a mano all’interno dello strumento o che, inserisca il modello in un meta-strumento che genera automaticamente come risultato speciale un secondo strumento per l’estrazione della conoscenza basato su quel modello. Protégé, ad esempio, è un metastrumento che molti sviluppatori hanno usato per creare automaticamente uno strumento di estrazione della conoscenza per un dominio specifico come OPAL, che prende come input i modelli degli analisti delle aree di applicazione rilevanti. 2.9 Rappresentazione della conoscenza medica. Tra gli obiettivi di ricerca in corso vi è il bisogno di perfezionare le tecniche di computazione per codificare un ampia gamma di conoscenza usata nel problem-solving dai medici esperti. Tuttavia le consolidate tecniche come l’utilizzo dei frames o regole esistenti per la memorizzazione o ancora, la conoscenza inferenziale, restano campi aperti per la ricerca. Per esempio, i medici usano modelli mentali tridimensionali che mettono in relazione le parti del corpo e gli organi, per interpretare meglio i dati e raggiungere una pianificazione terapeutica adeguata. Una rappresentazione di tali modelli di conoscenza al computer sono risultati essere particolarmente stimolanti. Analogamente di stesso interesse, sono quei modelli che permettono un osservazione duratura nel tempo dello stato della malattia di un dato paziente. I ricercatori continuano a sviluppare metodi computerizzati per modellare tali compiti. Un altro importante fattore rappresenta l’abilità umana nel sapere come usare la conoscenza. In medicina, spesso questa abilità viene chiamata “Buon giudizio medico”, e la distinguiamo propriamente dalla memorizzazione della conoscenza reale o dalla letteratura dei dati. E’ altrettanto chiaro, che fornire ai computer tanta conoscenza non rende essi 19 “abili” nel relativo campo. In ambito medico in particolare, una migliore conoscenza della psicologia umana relativa al problem-solving sta aiutando i ricercatori a scoprire strumenti per il supporto decisionale che simulano il processo che i medici esperti partoriscono dalle osservazioni sulle diagnosi o dai piani di gestione. 2.10 Convalida delle prestazioni del sistema. Molti osservatori sono spaventati dallo sforzo necessario per restare al passo con la continua evoluzione della conoscenza in ambito medico. Il campo di conoscenza, in questo settore, si sta ampliando a ritmo rapido e un sistema di consulenza non aggiornato può fallire nel cercare di fornire assistenza, che può risultare, quindi, obsoleta. Sebbene i ricercatori si preoccupano di tali aggiornamenti in maniera costante, è anche vero che, altri organi professionali o corpi nazionali hanno il compito di convalidare i dati raccolti e garantirne l’integrità. Quando una base di conoscenza è valutata in maniera corretta, gli sviluppatori studiano come valutare gli strumenti a proposito degli aggiornamenti ricevuti. Se esiste uno standard di prestazione, studi formali possono confrontare il consiglio fornito dal sistema di supporto con quello accettato dallo standard. Questa tecnica è pertinente, maggiormente, per gli strumenti di diagnosi come biopsia, chirurgia o autopsia, di cui i dati possono essere usati come standard. In alcuni casi tale standard è più difficile da definire. Gli esperti possono dissentire a riguardo per il proprio modo personale di trattare lo specifico paziente. Per questa ragione gli operatori hanno sperimentato tecniche che mettono a confronto le raccomandazioni del programma con quelle degli esperti. Nonostante questo, il problema della valutazione rimane un settore in fase di sviluppo. 2.11 Integrazione di uno strumento per il supporto alle decisioni. Il successo degli strumenti di supporto alle decisioni è legato all’integrazione di quegli strumenti che vengono utilizzati comunemente. C’è il bisogno tangibile di innovazioni in questo campo di ricerca per garantire un legame più profondo tra gli strumenti computerizzati basati sulla conoscenza e i programmi progettati per memorizzare, manipolare e fornire informazioni sullo specifico paziente. Ospedali e cliniche usano un numero sempre maggiore di piccoli macchinari ottimizzati per 20 compiti differenti, la cui integrazione è legata a problemi di networking e interfaccia. Il processamento dei dati del paziente sarà realizzato nel collegamento di più macchine elettroniche con funzioni sovrapposte. CAPITOLO 3. ESEMPI ILLUSTRATIVI DI SISTEMI DI SUPPORTO ALLE DECISIONI CLINICHE. Per illustrare i modi in cui le nuove tecnologie hanno influenzato l’evoluzione degli strumenti di supporto alle decisioni, dobbiamo dividere l’intera gamma di strumenti in due categorie di appartenenza, focalizzando l’attenzione, in particolare su specifici applicativi: Diagnosis management. Patient management. Quick Medical Reference supporta la risoluzione del problema diagnostico in medicina generale interna, mentre DXplain, è un sistema diagnostico web in continua evoluzione. EON, è un esempio rappresentativo di uno dei recenti sistemi di supporto alle decisioni basato su linee guida, capace di fornire consigli terapeutici per il trattamento della malattia, in accordo con i protocolli predefiniti. Questi sistemi mostrano differenti architetture: Quick Medical Reference è usato, primariamente, come un sistema indipendente mentre, DXplain, è un sistema autosufficiente ma attualmente accessibile per lo più attraverso World Wide Web. EON, infine, comprende un insieme di componenti software progettati per essere integrati con un sistema di informazione clinica più grande. 21 3.1 Diagnosi: Internist-1/QMR project e DXplain system. Dimostreremo che il task di supporto alla diagnosi clinica usa due differenti sistemi: Internist-1, che evolve successivamente in QMR, e DXplain, un importante risorsa web. Internist-1/QMR project. Internist-1 era un grande programma diagnostico sviluppato all’università di Pittsburgh nel 1970. Nei successivi anni diventò un sistema di supporto alle decisioni conosciuto con il nome di Quick Medical Reference. Quest’ultimo fu commercializzato per parecchi anni ed usato da un gran numero di professionisti e studenti. Sebbene ad oggi il sistema non sia supportato attivamente, è stato soggetto di importanti studi della comunità informatica in ambito medico. L’obiettivo della versione originale, Internist-1, era quello di un modello di diagnosi nel campo della medicina generale interna. Quest’ultimo conteneva circa 600 malattie e 4500 risultati correlati (sintomi e caratteristiche del paziente). In media, ogni malattia era associata con un numero compreso tra 75 e 100 risultati. Più risultati, comunque, come la febbre erano associati ad un numero maggiore di patologie, spesso con vari livelli di probabilità. I medici sostenevano che questo stesso sistema, non fosse abbastanza flessibile per costruire una semplice cartella clinica, con conseguenti complicazioni diagnostiche. Da un'altra parte, era impraticabile stimare le probabilità condizionali per tutte le malattie e i risultati all’interno della conoscenza di base di Internist-1, poiché molte delle 600 malattie presentavano sintomi rari e, di conseguenza, mal descritti dalla letteratura medica. Per queste ragioni, gli sviluppatori crearono uno schema di punteggio che codificasse le relazioni tra i risultati specifici e le malattie. La base di conoscenza su cui poggiava Internist-1, era frutto della cooperazione tra medici esperti, medici ordinari e studenti. Attraverso un attenta revisione della letteratura medica e dei vari casi di discussione, essi determinarono una lista di risultati pertinenti per ogni malattia. Ad ognuno di questi risultati fu assegnato un Frequency Weight e un Evoking Strenght, valori che riflettevano rispettivamente, la forza di relazione tra la malattia e i risultati. Il FW era un valore numerico compreso tra 1 e 5, dove 1 22 significava che il risultato appariva raramente nella malattia e 5 indicava che era sempre presente. ES rifletteva la probabilità che un paziente che presentasse il risultato, avesse la malattia in questione e che la malattia fosse la causa del risultato. Se ES era pari a 0 significava che la malattia non sarebbe mai stata diagnosticata sulla base del singolo risultato, mentre per ES uguale a 5 il risultato era sicuramente, sintomatico della malattia. In aggiunta, ogni risultato nella base di conoscenza era associato con un terzo valore detto Import Number, compreso tra 1 e 5. Questo valore sottolineava l’importanza di anomalie che potevano presentarsi durante il processo di diagnosi. Internist-1 quindi, utilizzava IN per gestire le “false piste”, i problemi di bassa rilevanza, che a seconda del valore di IN dovevano essere necessariamente gestite o possibilmente ignorate. Figura 1. Un tipico profilo di malattia in Internist-1. I numeri accanto ai risultati rappresentano rispettivamente l’Evoking Strenght (ES) e il Frequency Weight (FW). La suddetta immagine mostra un estratto dal profilo malattia per cisti Echinococco. Figura 2. Interpretazione del Frequency Weight. Fonte: Miller, R.A., People, H.E., Myers J.D. Internist-1: an experimental computer-based diagnostic consultant for general internal medicine. New England Journal of Medicine, 307:468. 23 Figura 3. Interpretazione dell’ Evoking Strenght. Fonte: Miller, R.A., People, H.E., Myers J.D. Internist-1: an experimental computer-based diagnostic consultant for general internal medicine. New England Journal of Medicine, 307:468. Figura 4. Interpretazione Import Number. Fonte: Miller, R.A., People, H.E., Myers J.D. Internist-1: an experimental computer-based diagnostic consultant for general internal medicine. New England Journal of Medicine, 307:468. Basato su queste semplici misure, Internist-1 usava uno schema di punteggio simile ad un approccio ipotetico-deduttivo. I medici avrebbero inizialmente, avuto accesso ad un insieme di risultati dai quali il programma avrebbe estrapolato una diagnosi iniziale. Successivamente, lo stesso programma avrebbe selezionato appropriati quesiti da porre, scegliendo in un insieme di strategie basate su come le malattie venissero considerate e come fossero allineate con i dati disponibili del paziente attuale. Il programma, considerato il costo ed i rischi dei test, cosi come i benefici, chiedeva i dati relativi allo storico del paziente e agli esami fisici, prima di raccomandare test o procedure invasive di diagnosi. Un importante caratteristica, non implementata nei programmi diagnostici precedenti, era l’abilità di Internist-1, di accantonare alcuni risultati non ben spiegati dalla diagnosi corrente e riesaminarli dopo aver emesso una diagnosi iniziale di base. Quindi, Internist-1, avrebbe potuto diagnosticare più malattie coesistenti all’interno dello stesso paziente. Usando queste semplici strutture conoscitive e schemi di punteggio, Internist-1 dimostrava ottime performance diagnostiche. In uno studio, gli sviluppatori testarono il programma su 19 casi di difficile diagnosi 24 presi da un famoso giornale medico. Per i 19 pazienti era stato fatto un totale di 43 diagnosi diverse, delle quali Internist-1, ne identificò 25 in maniera corretta. A confronto, i medici che avevano curato tali pazienti, avevano fatto appena 28 diagnosi corrette, e gli esperti che avevano partecipato alla stesura dell’articolo ne avevano identificate un massimo di 35. Il programma fu creato per funzionare solo su grandi mainframe computer e quindi non adatto per un uso diffuso. Nel 1980, lo stesso programma fu adattato per funzionare sui personal computer, con il nome di QMR. A differenza di Internist-1, che era progettato per provvedere solo alla diagnosi del paziente, QMR poteva servire gli operatori sanitari in tre modi: In modo base, come sistema di consultazione esperto. Poteva essere usato come un libro di testo elettronico, catalogando le caratteristiche dei pazienti al verificarsi di una data malattia o al contrario, riportando quali delle 600 malattie potevano essere associate con le caratteristiche date. Come una scheda medica elettronica, poteva essere combinato con poche caratteristiche o malattie e determinare le implicazioni. Ad esempio, l’operatore poteva specificare due problemi medici, apparentemente incorrelati ed ottenere informazioni su come le malattie avrebbero potuto coesistere, sotto le giuste circostanze , dando luogo ad entrambi i problemi. Gli sviluppatori di QMR hanno sostenuto che l’uso del sistema come riferimento elettronico è di gran lunga più importante dell’utilizzo del programma stesso come consulente. Infatti, molte delle caratteristiche di consulenza presenti in Internist-1, furono rimosse. Ad esempio, QMR non poneva domande direttamente all’operatore al fine di perseguire una diagnosi e non tentava di valutare se fosse presente più di una malattia al tempo stesso. 25 Figura 5. Una tipica lista di associazioni di QMR, un sistema che permette ai medici di richiedere un esplorazione della base di conoscenza per le associazioni che potrebbero essere clinicamente rilevanti. Per esempio, come qui mostrato, il medico ha richiesto le malattie polmonari che potrebbero essere associate con la diarrea cronica. La lista risultante, generata da QMR dinamicamente, è utile al medico stesso, che potrebbe altrimenti trascurare le relazioni suggerite. 26 DXplain. È un sistema di supporto alle decisioni sviluppato presso il Laboratory Of Computer Science nel Massachussetts General Hospital. Fu inizialmente descritto dagli sviluppatori come “Il fratello povero di Internist1”. Nonostante questa rappresentazione, le capacità del programma sono abbastanza sofisticate. Dato un insieme di risultati clinici, DXplain produce una lista classificata di diagnosi che può spiegare i sintomi presentati dal paziente. DXplain fornisce una giustificazione del perché ognuna di queste malattie potrebbe essere considerata, suggerendo quali ulteriori informazioni cliniche potrebbe essere utile raccogliere in proposito e catalogando quali manifestazioni cliniche, se ce ne sono, potrebbero essere atipiche per la data malattia. Il programma non offre consulenza medica, come QMR, ma trae vantaggio da un dababase costruito sulla probabilità di oltre 4500 manifestazioni cliniche associate a circa 2000 differenti malattie, una base di conoscenza relativamente più ampia di quella di QMR. Il sistema adotta una forma modificata del ragionamento di Bayes per fornire diagnosi attraverso un algoritmo. DXplain è stato implementato sia nella versione autosufficiente che in quella accessibile attraverso web. La base di conoscenza e l’interfaccia utente sono state migliorate ed adattate secondo un insieme di commenti utente. DXplain è in uso in molti ospedali e scuole, per lo più per scopi educativi, ma anche per consulenza clinica. E’ chiaramente lo strumento più utilizzato nel supporto alla decisione medica. Il programma ha sia la funzione di libro di testo elettronico sia un sistema di referenza medica. Nel primo caso, può fornire descrizioni della malattia, enfatizzando i sintomi che incorrono in essa, l’eziologia, la patologia e la prognosi. Il programma fornisce, inoltre, circa 10 recenti riferimenti bibliografici, ritenuti appropriati per le specifiche malattie. In aggiunta, può fornire una lista di malattie che dovrebbe essere considerata al manifestarsi di ognuno dei possibili 5000 sintomi. 27 Figura 6. Un immagine di una sessione di DXplain. L’utente ha inserito sei risultati, aiutato da un vocabolario medico standard che verifica le stringhe inserite da tastiera. DXplain presenta una lista delle malattie comuni probabili e di alcune malattie più rare corrispondenti ai risultati inseriti. Le note mostrano alcuni sintomi pertinenti ai risultati trovati, che potrebbero o non essere presenti al fine di migliorare la qualità del report. 3.2 Gestione del paziente: architettura basata su linee guida e sistema EON. Le linee guida in medicina sono il metodo più potente per la standardizzazione e il miglioramento della qualità nella cura al paziente. In accordo con la definizione dell’ istituto della medicina, esse sono “Dichiarazioni sistematicamente sviluppate per assistere i professionisti e le decisioni mediche per un appropriata assistenza sanitaria in circostanze cliniche specifiche”. Le linee guida tipicamente presentano approvazione medica riguardo al monitoraggio, la diagnosi o la gestione, per un periodo esteso di tempo, di pazienti con un particolare problema clinico, bisogno o condizione. Queste, dunque, sono particolarmente utili per i pazienti che richiedono lunghi periodi di gestazione, in particolare, in caso di malattie croniche. La loro applicazione, consiste nel collezionare e interpretare un numero considerevole di dati nel periodo di tempo in cui il paziente è in cura, applicando piani terapeutici o diagnostici standard in maniera episodica, rivisitandoli quando e se necessario. 28 3.3 Sistemi per la gestione del paziente basati su linee guida. E’ ora risaputo, che le linee guida sono il miglior modo per incrementare la qualità dell’assistenza sanitaria in maniera del tutto conforme con un appropriata pratica medica, riducendo, inoltre, i costi crescenti relativi alla cura stessa. L’utilità di questo approccio è osservabile, ad esempio, nella registrazione degli ordini farmaceutici. In tale contesto, anche semplici promemoria hanno effetti potenti. I ricercatori infatti, hanno dimostrato un significante incremento di adesioni nell’utilizzo di linee guida per la prevenzione, come ad esempio, nel caso dei vaccini influenzali o nell’integrazione all’interno del sistema, di “Warnings” per la gestione degli ordini ospedalieri. La maggior parte delle linee guida sono rappresentate sottoforma di testo, non facilmente accessibili, quindi, dagli operatori sanitari. Inoltre, anche quando le stesse appaiono in formato elettronico e nonostante questo possa essere disponibile online, i medici raramente hanno il tempo ed i mezzi per decidere quale delle tante linee sia più appropriata per il proprio paziente e cosa comporterebbe l’applicazione di essa sullo stesso. Per sostenere il bisogno degli operatori sanitari e la qualità della cura, sono necessari strumenti di elaborazione delle informazioni più complessi. A causa delle limitazioni tecnologiche correnti, l’analisi non è flessibile. C’è un urgente bisogno di facilitare la diffusione del metodo basato su linee guida e la loro applicazione usando macchinari capaci di leggere rappresentazioni e metodi computazionali. Questi compiti includono specificità nella gestione, recupero delle linee guida appropriate per il dato paziente, applicazioni run-time e una valutazione a posteriori sulla qualità dell’applicazione delle linee guida stesse. L’assistenza sanitaria basata su linee guida implica la creazione di un dialogo tra il medico e il sistema di supporto, ciascuno dei quali ha caratteristici punti di forza. Ad esempio, i medici hanno un accesso migliore ad alcuni tipi di informazione specifici, alla conoscenza generale e al senso comune. I sistemi automatizzati hanno un accesso più veloce e più accurato a linee guida dettagliate e possono sfogliare, facilmente, lo storico di un paziente. C’è quindi una grande sinergia tra l’essere umano e la macchina con l’uso del sistema delle linee guida. Gli sviluppatori che codificano la conoscenza, spesso hanno bisogno di provvedere alla semplicità del sistema di supporto alle decisioni nella gestione del paziente, ad esempio, attraverso avvertimenti e promemoria. Il processo cerca all’interno del database una situazione relativa al paziente, tale da attivare una specifica regola per la gestione della condizione evidenziata all’interno della situazione stessa. Sebbene tale approccio basato su regole sia stato utilizzato con successo 29 sin dai tempi di MYCIN, lo sviluppo e la gestione di un gran numero di regole può essere difficile. Le interazioni tra le regole possono avere una gamma di effetti inaspettata, che porta ad un comportamento imprevisto del sistema quando le stesse regole sono aggiunte o cancellate da una base di conoscenza precedentemente corretta. In generale, gli approcci basati su regole per la rappresentazione di linee guida mediche, come Arden Syntax, non includono una rappresentazione intuitiva della logica delle linee guida, ne della semantica per i differenti tipi di conoscenza rappresentata e ne dell’abilità nel rappresentare e riusare le linee guida stesse e i loro componenti. Inoltre alcuni di essi, non supportano l’applicazione di linee guida per un periodo esteso di tempo, necessaria per i pazienti che presentano malattie croniche. Tuttavia, le regole, sono un eccellente quanto semplice opzione. Quando si costruiscono sistemi di supporto alle decisioni comprensivi di linee guida, spesso è di aiuto vedere tali linee come uno scheletro riutilizzabile, cioè come un insieme di piani a vari livelli di astrazione che, quando applicati ad un particolare paziente, hanno bisogno di essere raffinati da un medico per il periodo di tempo necessario, lasciando un ampio margine di flessibilità nel raggiungimento di particolari risultati. Un altro punto di vista è quello in cui le linee guida rappresentano un insieme di vincoli riguardanti il processo di applicazione e il risultato desiderato, cioè possono essere viste come l’intenzione degli autori delle stesse di garantire una corretta amministrazione della terapia. I vincoli spesso seguono una linea temporale o richiedono azioni che devono essere applicate per lunghi periodi. Sono state sviluppate parecchie architetture per l’applicazione automatizzata delle linee guida, ognuna della quali assume un modello esplicito per la rappresentazione della conoscenza. 3.4 Un architettura basata su linee guida per la gestione del paziente: EON SYSTEM. Molti degli attuali approcci per rappresentare la conoscenza basata su linee guida in medicina attraverso l’utilizzo di un computer, sono costruiti su idee esplorate per un particolare sistema di supporto alle decisioni conosciuto come EON. Sviluppato negli ultimi 20 anni, EON è un sistema di seconda generazione basato sulla conoscenza, che aiuta i medici nella cura del paziente, i quali sono trattati in maniera conforme ai protocolli delle linee guida. A differenza dei sistemi come MYCIN o QMR, EON non è un sistema autosufficiente. Esso costituisce un insieme di componenti software che devono essere incorporati all’interno di un 30 sistema di informazione clinica che gli stessi operatori sanitari usano per accedere ai dati relativi ai pazienti. Figura 7. Architettura EON. Consiste in un numero di componenti il problem-solving che condivide una stessa base di conoscenza protocollo. Il protocol Domain Model, creato con il sistema Protégé, definisce il formato della base di conoscenza protocollo. Lo stesso modello definisce anche lo schema per il Database Mediator, un sistema che canalizza il flusso dati del paziente tra i componenti e un database relazionale. L’intera architettura è integrata all’interno di un sistema di informazione. L’architettura di EON si basa su componenti software che condividono la stessa base di conoscenza. La base di conoscenza protocollo fornisce le fasi rappresentative di un intervento, fasi di valutazione che specificano i dati necessari da rilevare per valutare o diagnosticare un paziente. Il componente di pianificazione terapia può avere diversi valori di stato: attivo, completato, abortito o sospeso ed indicano a che punto si trova l’intervento. Il componente di determinazione dell’eleggibilità fornisce i criteri di eleggibilità per il paziente. Le regole di revisione possono modificare lo stato corrente di un intervento o modificare delle proprietà quali, ad esempio, la dose di un determinato farmaco. 31 Le “Conditions” contengono le condizioni logiche per passare da uno step di protocollo ad un altro per apportare modifiche all’intervento. Il database Mediator incanala il flusso di dati del paziente tra i vari componenti. La base di conoscenza, quindi, codifica le informazioni protocollo in modo che tutti i componenti possano esaminarne una condivisione. Il componente per la pianificazione della terapia accede al protocollo della base di conoscenza per identificare i potenziali piani di intervento appropriati per il paziente in questione. Successivamente il componente di determinazione eleggibilità consulta la stessa base di conoscenza per identificare i fattori che stabiliscano l’adeguatezza del protocollo e in tal caso, accede ai dati del paziente per accertarsi che il protocollo possa avere esito positivo. Il Database Mediator serve da condotto tra i componenti e il database che memorizza tutti i dati del paziente. Il Mediator isola i componenti di EON, risolve molti dei problemi logistici di interrogazione a proposito dei dati e fornisce un significato in termini di relazioni temporali tra essi. Inoltre, comprende esso stesso all’interno, un “Problem-Solver” per l’indirizzamento dello specifico compito di astrazione dei dati in concetti di livello più alto ( Resume System ). Quindi domande come “Il paziente è affetto da più di due settimane da tale sintomo?” possono ricevere una risposta direttamente dal Mediator stesso. I componenti in EON sono progettati in modo che essi possano essere mescolati e abbinati per creare differenti funzionalità di supporto alla decisione. Per esempio, i componenti per la pianificazione terapeutica e quelli per la determinazione dell’eleggibilità, insieme con le basi di conoscenza per il protocollo di cura dell’AIDS e HIV, hanno formato elementi per il supporto alle decisioni di un sistema chiamato THERAPY-HELPER. Questo sistema conteneva una cartella clinica elettronica con la quale i medici potevano accedere alle informazioni del paziente, al momento di ogni visita presso un ambulatorio specializzato nella cura dei pazienti affetti da AIDS. T-HELPER avrebbe invocato i componenti di EON per generare specifiche raccomandazioni riguardo alla terapia del paziente. Se il paziente non era in quel momento idoneo per i protocolli applicabili, T-HELPER avrebbe indicato quei protocolli per il quale il paziente fosse stato potenzialmente eleggibile. Per quei protocolli ai quali il paziente era già iscritto, il sistema avrebbe indicato quale terapia sarebbe dovuta essere somministrata, dato i requisiti del suddetto protocollo, il corrente stato di terapia del paziente e la sua situazione clinica. In altri esperimenti, lo stesso componente relativo al piano terapeutico e alla determinazione di eleggibilità era usato in congiunzione con una base di conoscenza protocollo del cancro al seno. L’architettura di EON rese possibile collegare semplicemente questi moduli sviluppati precedentemente e usarli in congiunzione con le nuove basi di conoscenza sul cancro al seno. Quindi, i componenti di EON non funzionavano come sistemi indipendenti ma erano incorporati all’interno di sistemi 32 computerizzati che potevano invocare gli stessi componenti quando appropriato. L’architettura di EON è stata scelta per portare il supporto decisionale basato su linee guida in parecchi centri medici per i veterani di guerra negli Stati Uniti. L’EON Middleware, un insieme di programmi che fungono da intermediari tra diverse applicazioni e componenti software, forma la base del sistema ATHENA per la gestione dell’ipertensione, in accordo con le linee guida nazionali. L’interfaccia utente di ATHENA è integrata con quella di VISTA, il sistema di informazione clinica dei Veteran Affairs, per fornire una panoramica intuitiva dei dati clinici rilevanti del paziente per il trattamento dell’alta pressione sanguigna. L’interfaccia mostrava anche suggerimenti specifici per i medici riguardo gli interventi clinici che essi potevano intraprendere per garantire che la cura fosse consistente con le linee guida dell’ipertensione memorizzate nella base di conoscenza del programma. La base di conoscenza di ATHENA memorizza linee guida per i criteri di ammissibilità, stratificazione del rischio, valore di pressione arteriosa, uso di farmaci e criteri per la selezione e modifica del trattamento. La modularità dell’architettura dei EON lo rende relativamente lineare per l’aggiunta di nuovi componenti, con l’ampliarsi della conoscenza. Figura 8. Un esempio dell’interfaccia del sistema ATHENA. ATHENA fornisce supporto decisionale per la gestione dell’ipertensione usando l’architettura EON. Nell’immagine, l’utente ha inserito il valore di pressione sanguigna del paziente più recente ed il sistema ha offerto aiuto basato su linee guida mediche. 33 Sebbene può essere facile applicare i componenti di EON a nuovi tipi di conoscenza, creare tali basi di conoscenza può essere difficile. Fortunatamente, l’acquisizione della conoscenza per il sistema EON è facilitata da un ambiente di sviluppo conoscitivo, chiamato Protégé. Questo fornisce un insieme di strumenti e una metodologia per costruire sistemi basati sulla conoscenza, di cui EON è un esempio. L’uso di Protégé inizia quando gli sviluppatori creano un modello astratto per l’area applicativa interessata. Come mostrato nella precedente immagine, c’è un modello comune per tutte le basi di conoscenza protocollo processate da EON. Questo modello, specifica i concetti necessari per definire protocolli clinici in un dato campo della medicina. Ad esempio, la costruzione del sistema di supporto del cancro al seno richiedeva la creazione di un modello che definisse i concetti comuni tra i protocolli per il cancro al seno. I modelli servono come punto di inizio per la generazione di strumenti computerizzati speciali che supportano gli sviluppatori nella costruzione e nella gestione delle basi di conoscenza protocollo. Nell’approccio usato da Protégé, gli sviluppatori prima creano un modello generale di concetti e relazioni che caratterizzano un particolare area applicativa. Un modulo in Protégé, prende come input tale modello e genera come output uno strumento su misura basato su quello stesso modello, al quale gli sviluppatori possono accedere per rivedere lo stesso modello protocollo. Questo strumento può essere utilizzato dai medici stessi, in quanto lo strumento è prodotto direttamente dal modello protocollo e allo stesso tempo gli sviluppatori possono aggiornare ed accrescere tale modello con un nuovo strumento per l’acquisizione della conoscenza derivante dai cambiamenti corrispondenti. EON mostra come i sistemi di supporto alle decisioni possano essere incorporati in sistemi di informazione clinica più grandi. L’architettura semplifica anche l’uso degli standard emergenti per la comunicazione via rete tra i moduli software, una tendenza nell’ingegneria del software che diventerà di maggiore importanza nei prossimi anni. L’accoppiamento tra l’architettura di EON e il framework di acquisizione per la conoscenza di Protégé semplifica l’uso di strumenti speciali per accedere e gestire le basi di conoscenza protocollo. 34 Figura 9. Una piccola porzione di un modello generico basato su linee guida mediche inserito all’interno del sistema Protégé. La gerarchia delle voci sulla sinistra include concetti che costituiscono un kit di partenza per costruire le descrizioni delle linee guida. Il pannello sulla destra, mostra gli attributi di ogni concetto evidenziato sul pannello di sinistra. Il Domain model inserito in Protégé, riflette i concetti comuni a tutte le linee guida, ma non include informazioni specifiche per la singola linea. Il domain model completo è usato per generare automaticamente uno strumento per l’acquisizione della conoscenza come mostrato in Figura 3. 35 Figura 10. Immagine di uno strumento generato da Protégé per l’acquisizione dei protocolli del cancro al seno. Questo strumento è stato generato automaticamente da uno specifico Domain Model. Il protocollo raffigurato specifica le conoscenze necessarie per un processo clinico al fine di confrontare gli effetti della chemioterapia adiuvante convenzionale con quelli della chemioterapia al seguito del trapianto di midollo osseo. Con i progressi derivanti dalla ricerca nello sviluppo dei sistemi di supporto alle decisioni , ci sarà un espansione delle aspettative sul fatto che gli stessi decisionmakers saranno capaci di rivedere e modificare le basi di conoscenza elettronica che codificano le politiche di decision-making istituzionali. Come dimostrato da EON, quel tipo di coinvolgimento diretto del personale clinico nella gestione della conoscenza sarà richiesto incrementando l’uso dei sistemi come Protégé, che possono semplificare la creazione e la modificazione degli strumenti per costruire la conoscenza necessaria. 36 CAPITOLO 4: Conclusioni. 4.1 I decision support systems nei prossimi dieci anni. Dopo più di 40 anni di ricerca sui sistemi di supporto alle decisioni, i ricercatori hanno imparato che una gran quantità di difficoltà divide il programmatore dall’implementare con successo nuovi programmi. Negli anni 70’ e 80’ c’è stato un maggiore progresso tecnologico e etico nel campo del supporto decisionale computerizzato. L avanzamento tecnologico per la rappresentazione, l’acquisizione della conoscenza ed il ragionamento automatizzato hanno spianato la strada per approfondimenti relativi alla modellazione, codifica e diffusione dell’ esperienza umana in una forma comprensibile alla macchina. Sebbene inizialmente, gli stessi programmatori sollevassero preoccupazioni sulla riluttanza del rapporto uomo-computer in campo medico, la situazione è stata oggetto di un cambiamento radicale verso la fine del secolo scorso. Il modello basato su linee guida è attualmente onnipresente in campo medico. Gli stessi medici sono spesso, altamente motivati nell’utilizzarlo, per fornire al paziente la migliore soluzione possibile, derivante da un ampia base di conoscenza per lo più costruita sull’ esperienza degli esperti nel campo. Sebbene le linee guida risultino efficienti in questo senso, meriti e demeriti restano all’abilità del medico nell’interpretare e seguire queste stesse in maniera opportuna. In un era in cui il progresso tecnologico comporta crescenti miglioramenti nella qualità dei nuovi strumenti, i sistemi di supporto alle decisioni, come ad esempio quelli basati sull’architettura EON, stanno assumendo un ruolo centrale nel fornire assistenza. L’avvento del World Wide Web ha reso i computer indispensabili nella routine dei praticanti. Questo ne ha demistificato l’utilizzo fornendo un sistema di connessione tra processori distribuiti e successivamente una base di conoscenza per client “leggeri” di basso costo attraverso i quali è possibile accedere, usando un browser comune, a diverse collezioni di informazioni in maniera uniforme. Ad un tratto, è risultato quasi scontato l’utilizzo di programmi direttamente presso il punto di cura, con la conseguente semplificazione delle procedure di accesso ad una vasta gamma di sorgenti informative e sistemi di supporto alle decisioni. E’ stato riconosciuto il potenziale educativo di tali sistemi, tanto da impiegare grosse risorse per ampliare il campo di ricerca relativo. Il bisogno costante di migliorare le tecniche adottate per la cura del paziente insieme con l’ormai onnipresente tecnologia di informazione, hanno incoraggiato l’utilizzo dei sistemi di supporto 37 alle decisioni nelle università e nelle scuole di medicina di tutto il mondo. Nella prossima generazione, per gli operatori sanitari, l’uso della tecnologia di informazione, in molti aspetti della cura del paziente, costituirà la garanzia per una corretta pratica medica. Internet continuerà ad aumentare l’influenza del computer in tutti gli aspetti della società, collegando le tecnologie di informazione delle grandi organizzazioni,attraverso Internet stesso o intranet vari, con le comunità di pazienti. Internet porterà quindi, i sistemi di supporto alle decisioni progettati per la cura del paziente direttamente nelle loro case e fornirà una migliore comunicazione tra gli operatori sanitari all’interno degli ospedali. I laboratori di ricerca continueranno ad esplorare nuove tecniche per migliorare l’assistenza decisionale in ambito medico fornita attraverso Internet, facilitando l’accesso alle informazioni sia per il paziente che per gli operatori sanitari stessi. Già adesso, attraverso Internet è possibile per il paziente ricercare la più recente informazione disponibile a proposito della malattia riscontrata e convertirla elettronicamente per il personale sanitario o per altri pazienti stessi. L’emergente onnipresenza di Internet nella cultura moderna sarà condizionata dalla tecnologia sottostante con la quale i sistemi di supporto alle decisioni sono stati sviluppati. Ci sono già ricerche in corso di come i software di supporto decisionale possano essere assemblati da componenti precedentemente creati e testati. In futuro, i depositari di tali componenti saranno memorizzati in librerie accessibili attraverso Internet stesso. Le librerie Internet conterranno standards, terminologie controllate, cosi come concetti utilizzati comunemente. La costruzione della decisione clinica aiuterà a coinvolgere la ricerca nell’utilizzare queste librerie per la costruzione e la configurazione di appropriati componenti riutilizzabili. Ci sarà bisogno di una nuova tecnologia per il recupero delle informazioni, una che possa aiutare i costruttori del sistema a localizzare e configurare software appropriati per il supporto decisionale derivanti dalle diverse librerie rilasciate dai laboratori di ricerca e organizzazioni sanitarie. Le considerazioni di come i componenti specifici riusciranno ad usare i modelli di riconoscimento o i metodi di ragionamento Bayesiano o AI saranno meno importanti rispetto alla creazione di nuovi approcci per combinare questi stessi metodi al fine di incontrare i requisiti di questi complessi sistemi di decision-making. Una maggiore comprensione del comportamento organizzativo e del flusso di lavoro stimoleranno la creazione di una nuova generazione di sistemi informatici in ambito clinico, che sarà integrata facilmente nel ciclo di lavoro quotidiano dei medici stessi. Più importante, questi nuovi sistemi di informazione diventeranno i veicoli per la scoperta della tecnologia per il supporto decisionale dei prossimi decenni. Il vero concetto di sistema di supporto decisionale sarà esso stesso sfumato, come assistente intelligente capace di accrescere il giudizio degli operatori sanitari all’interno della struttura ospedaliera. Il supporto alla decisione automatizzata prenderà il posto di ogni azione di routine del medico stesso nell’accedere ai dati in maniera discreta, trasparente e su misura della specifica situazione del paziente. Il futuro 38 dei sistemi di supporto alle decisioni dipende, quindi, dai progressi compiuti nello sviluppare programmi utili e nel ridurre le barriere logistiche dell’implementazione. Sebbene la decisione computerizzata aiuti i medici sotto molti punti di vista, molti aspetti della pratica medica sono attualmente fantascientifici. Non si sa ancora quali effetti, queste innovazioni, avranno sull’educazione medica e sulla pratica stessa, ma i successi crescenti forniscono un ottimistica visione di cosa la tecnologia farà per assistere i medici con l’utilizzo di dati complessi e conoscenza. Le sfide di ricerca sono state identificate più che chiaramente, e le implicazioni per l’educazione della medicina sono state meglio capite. L’alfabetizzazione computerizzata degli studenti di medicina può essere generalmente assunta, ma gli educatori sanitari ora, devono insegnare delle basi concettuali di informatica biomedica, affinchè i loro laureati siano preparati per un mondo tecnologicamente sofisticato. Ugualmente, abbiamo imparato molto a proposito di cosa non è probabile che accada. La maggioranza dei ricercatori capisce la natura mutevole e complessa della conoscenza medica, diventa più chiaro che medici esperti saranno sempre richiesti come elementi di un rapporto cooperativo tra i medici ordinari e lo strumento di supporto. Non ci sono prove che le capacità della macchina saranno sempre uguali alle abilita di pensiero umane nel trattare situazioni sotto condizioni inaspettate, nell’ integrare dati visivi e audio che rivelano sottigliezze sui problemi del paziente, o nell’affrontare problemi etici e sociali che sono spesso la chiave determinante delle decisioni mediche. Le considerazioni come queste saranno sempre importanti alla pratica della medicina poiché i medici avranno a che fare sempre con informazioni incomprensibili alla macchina, senza l’esperienza dei medici stessi. 39 Bibliografia. Abbasi M. M., Kashiyarndi S., “Clinical Decision Support Systems: A discussion on different methodologies used in Health Care.”, Master level thesis, Mid Sweden University, 2010. Miller, R.A., People, H.E., Myers J.D., “Internist-1: An Experimental ComputerBased Diagnostic Consultant For General Internal Medicine.”, in New England Journal of Medicine, 1982, 307:468. Musen Mark A., Shahar Yuval, Shortliffe Edward H., “Clinical Decision-Support Systems”, in Shortliffe Edward H., Cimino James J., Biomedical Informatics: Computer Applications in Health Care and Biomedicine, New York, Springer, 2006, pp 698:736. Power Daniel J., Decision Support Systems: Concepts and Resources for Managers, Westport, QUORUM BOOKS, 2002. 40