ZAMPOGNA A PARO O CIARAMEDDA
La ciaramedda è lo strumento pastorale più diffuso e rappresentativo della musica tradizionale, in
particolare nelle rappresentazioni del Natale. La zampogna dei Peloritani è detta a “paro”.
Le parti strutturali dello strumento sono l’utri (sacca di pelle di capra per la riserva d’aria), a
busciola (blocco di legno di gelso nero), u sciuscialoru (insufflatore, solitamente in legno di
sambuco), a ritta e a manca (chanters per la melodia e l’accompagnamento, solitamente in legno di
erica), u bassu, a quatta e, eventualmente, u fischiettu (bordoni maggiore, medio e minore,
solitamente in legno di erica). Tutte le canne montano le cosiddette zammare (ance semplici con
taglio inferiore). Un tempo alcuni suonatori montavano le pipite (ance doppie).
Particolare abilità è richiesta per l’accordatura della zampogna. Non tutti i suonatori, infatti, sono in
grado di accordare lo strumento.
MARRANZANO O “SCACCIAPENSIERI”
Il marranzano, meglio noto come scacciapensieri, è uno strumento che ha origini molto lontane,
risale infatti agli antichi Romani.
Lo scacciapensieri è uno strumento musicale della famiglia degli idiofoni a pizzico costituito da una
lametta metallica fissata su un telaio in ferro dalla forma tipica.
Utilizzato con i canti dei carrettieri, lo strumento si abbina facilmente con i pezzi in chitarra dei
cantastorie siciliani sin dal Seicento
Il suonatore riesce, con maestria, a far vibrare la lametta modificandone i suoni con il movimento
delle labbra, delle guance e della cavità orale. Solamente un suonatore esperto riesce a far emettere
dei suoni corretti, altrimenti si ottengono solamente rumori sordi e strani, con il rischio di tagliarsi
la lingua con la vibrazione della lamella.
Con la sua forma certamente non comune, con un suono che difficilmente risulta armonioso alle
orecchie, questo strano strumento musicale che accompagna sempre i canti popolari dei carrettieri è
divenuto un simbolo tipico della nostra Sicilia. Espressione e immagine di esportazione, il
marranzano viene spesso abbinato in senso intimidatorio alle interpretazioni di mafia e di malavita,
sconvolgendo in maniera ingiusta il valore culturale e popolare dello strumento musicale.
Il marranzano si abbina agli altri strumenti tipici delle sonate folkloristiche, quali: u fiscaleddu, u
bummulu, u tambureddu, u ‘zzarino.
FRISCALETTU O ZUFOLO DI CANNA
Strumento musicale della famiglia degli aerofoni, affine al flauto dritto (dolce) ma dal timbro più
robusto e brillante, è costituito da un cilindro cavo di canna con 9 fori (7 anteriori e 2 posteriori).
Strumento principe dei complessi folklorici siciliani, viene costruito solitamente nelle tonalità di
DO-SOL-LA.
BUMMULU O QUARTARA
Usata come strumento musicale dai contadini agli inizi del ’900, oggi fa parte integrante dei
complessi folklorici. E’ un recipiente di terracotta che viene suonato soffiando all’interno in un
modo particolare e caratteristico che ne determina un suono da basso. Può essere classificata nella
famiglia degli aerofoni.
TAMBUREDDU
Strumento musicale appartenente alla classe dei membranofoni. E’ formato da una membrana di
pelle tesa su di un cerchio di legno, alto pochi centimetri, che reca entro apposite fenditure, un certo
numero di piccole piastre metalliche accoppiate, girevoli su un fil di ferro. La sua comparsa in
Sicilia, probabilmente, risale al periodo della colonizzazione Greca (VII secolo a.C.).
ACCIARINO O’ZZARINU
E’ un triangolo di ferro percosso da una bacchetta metallica.
Enrico Piccione