Alla ricercadella stella Alla ricercadella stella

STRUMENTI - CINEMA
Alla
ricerca
della
stella
Alla
della
che non c’è
ricerca
che non c’è
Una storia per gli educatori e i ragazzi delle scuole
superiori. La prima parte di questa presentazione
del film La stella che non c’è di Gianni Amelio
è una scheda tecnica con la trama. La seconda
una riflessione pastorale e di segnalazione di valori.
La terza collega il film a un testo biblico,
in considerazione degli spunti di riflessione proposti.
La quarta, infine, offre spunti per il dibattito,
il lavoro di gruppo, la verifica.
La storia
I film di Gianni Amelio è
ispirato al romanzo La dismissione di Ermanno Rea e
narra la storia di Vincenzo
Buonavolontà, un operaio specializzato sull’altoforno che sta
per essere venduto alla Cina.
La «buonavolontà» dell’operaio si preoccupa di dare raccomandazioni sul modo di
smontare l’impianto, e si incarica di fornire la centralina di
controllo della colatura d’acciaio, in sostituzione di quella
difettosa montata sull’altoforno, che potrebbe essere causa
di gravi incidenti sul lavoro.
Grazie alla traduttrice Liu
Hua, Vincenzo riesce a farsi capire dai cinesi, anche se presto
escluderà Liu per mancanza di
intesa. Le sue indicazioni, fornite con passionalità e competenza, saranno tuttavia ignorate
dai cinesi, e Vincenzo si troverà davanti al vuoto incolmabile
I
TITOLO: La stella che non c’è
REGIA: Gianni Amelio
INTERPRETI: Sergio Castellitto (Vincenzo
Buonavolontà), Tai Ling (Liu Hua), Hiu Sun
Ha (Chong), Wang Biao (il commissario di
polizia), Huang Qianhao (il giovane sfruttatore), Tang Xianbi (la nonna), Wang Lin (il
bambino), Li Zhenduo (il barbiere), Ma Qing
(l’operaio dell’acciaieria)
GENERE: Drammatico
ORIGINE: Italia/Francia/Svizzera 2006
SOGGETTO: Gianni Amelio e Umberto Contarello, liberamente ispirati a La dismissione
di Ermanno Rea
SCENEGGIATURA: Gianni Amelio, Umberto Contarello
FOTOGRAFIA: (Panoramica/a colori): Luca
Bigazzi
MUSICA: Franco Piersanti
MONTAGGIO: Simona Paggi
DURATA: 104’
PRODUZIONE: Cattleya,Rai Cinema
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution (2006)
INSEGNARE RELIGIONE
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stella
che l’altoforno rimosso lascia
nel cielo aperto dell’acciaieria
e nell’orizzonte affettivo del
suo cuore. Ma non esita, Vincenzo, a partire per la Cina, alla ricerca della “sua” macchina
a cui sostituire un pezzo difettoso, prevenendo l’incidente.
Il film assume il genere on
the road e il viaggio di Vincenzo lo porta a scoprire tutte le
contraddizioni tra la frenetica
industrializzazione cinese e la
povertà sociale. Casualmente il
protagonista ritrova Liu, che
diventa il suo “Virgilio” attraverso un inferno dove i bambini vivono all’interno della fabbrica, mangiando tra i detriti
dell’acciaio. Ed è testimone del
trattamento impietoso riservato alle donne come Liu, senza
lavoro, con un figlio illegittimo, rinnegata dalla famiglia e
dalla patria. Il grande viaggio si
concluderà con l’incontro con
un dipendente dell’acciaieria
acquirente, che riconoscerà la
centralina di Vincenzo ma, dopo averla consegnata in fabbrica, osserverà che di quei pezzi i
cinesi ne hanno costruiti a centinaia, e la centralina della
«buonavolontà» finirà inesorabilmente tra i rottami di scarto
dell’acciaieria. Vincenzo, convinto di avere compiuto il suo
dovere con successo, si abbandona a un pianto liberatorio,
commentando con Liu: «Siamo
stati fortunati».
Il testo biblico che possiamo
accostare a questo film è l’elogio dell’amore di San Paolo
(1Cor 13,1-13). Qui ne riprendiamo solo alcuni versetti per
motivi di spazio:
1
Se parlo le lingue degli uomini e anche quelle degli angeli, ma non ho amore, sono un
metallo che rimbomba, uno
strumento che suona a vuoto.
4
Chi ama è paziente e generoso. Chi ama non è invidioso,
non si vanta, non si gonfia di
orgoglio.
8
L’amore non tramonta mai:
cesserà il dono delle lingue, la
profezia passerà, finirà il dono
della scienza...
13
Ora dunque ci sono tre cose che non svaniranno: fede,
speranza, amore. Ma più grande di tutte è l’amore.
L’Apostolo parla all’orgoglio
e all’arroganza competitiva dei
Corinti e, partendo dall’esorta-
zione ad aspirare ai carismi più
grandi (1 Cor 12,31), indica la
via dell’amore come percorso
privilegiato per la crescita umana e cristiana. Il genere è quello
dell’elogio della virtù, tipico
della letteratura ellenistica e sapienziale. A fronte della tecnologia che oggi travolge e seduce,
l’amore è ancora la via migliore
per la pienezza di gioia. La nostra felicità non consiste nel
possesso di un prodotto o in
LaboratorioLaboratorioLaboratorioLaboratorioLaboratorioLaborat
Dalle immagini alla Parola
CINQUE STELLE SULLA BANDIERA
Dopo il Leone d’Oro di Così Ridevano,alla biennale di Venezia
del 1998, Gianni Amelio non poteva ottenere un nuovo
premio alla recente kermesse veneziana. La Stella che non
c’è si presenta tuttavia come un’opera brillante e una
preziosa opportunità per riflettere sui valori mancanti o
trascurati nella nostra società industriale. Sullo sfondo
rosso della bandiera cinese vi sono cinque stelle gialle.La più
grande indica la politica comunista che governa il Paese,
mentre le altre quattro sono spiegate da Liu a Vincenzo e
significano onestà, pazienza, giustizia, solidarietà. «Comunque ne manca sempre una», commenterà Vincenzo. È l’espressione che dà il titolo al film, e l’interpretazione della
stella mancante ci permette di elaborare qualche riflessione.
La stella dei diritti umani - Il pianeta Cina,con il suo miliardo
e trecento milioni di abitanti,è il più popolato e popoloso del
mondo, con forti disuguaglianze sociali. L’“aristocrazia” che
vive in un eccessivo benessere si contrappone ai contadini,le
cui condizioni non sono lontane da quelle descritte in un film
famoso, L’Albero degli zoccoli di Ermanno Olmi. La borghesia
industriale e paradossalmente “capitalistica” contrasta con la
classe operaia, costretta, in molte circostanze, a vivere in
grattacieli brulicanti di microattività,tra famiglie accatastate in
spazi angusti e prostitute che esercitano la “professione”.Come
Amelio dimostra, il grattacielo è la micro-società degli oppressi, dal ritmo sociale incalzante che non lascia spazio alla
dignità umana e al riconoscimento dei diritti della persona.
La stella dell’amore - Liu elenca a Vincenzo la serie dei suoi
problemi, dal figlio illegittimo e “proibito” dal controllo delle
nascite esercitato dal governo all’abbandono del marito.
Dalla madre anziana che accudisce il figlio in clandestinità
alla mancanza di lavoro per una vita dignitosa. I problemi di
Liu denunciano, sostanzialmente, la mancanza di amore in
una società industrializzata.II viaggio in Cina farà nascere tra
i due personaggi un delicato rapporto affettivo, basato sul
rispetto e sulla solidarietà vera, al termine del quale la
tecnologia di Vincenzo sarà scartata:non è questa la necessità
della società contemporanea! Non abbiamo più bisogno di
tecnologia ma di amore, inteso come rivalutazione delle
nostre relazioni e di “con-passione”con il dolore dell’altro.
La stella della responsabilità - È la testimonianza offerta
da Vincenzo, che si preoccupa del buon funzionamento
dell’altoforno,per prevenire gravi incidenti sul lavoro.Spesso
tra un lavoratore e la sua macchina nasce un rapporto quasi
filiale, fatto, da parte del lavoratore, di conoscenza dettagliata, comprensiva di ogni difetto e, da parte della macchina, di
adattamento alla “mano” del lavoratore stesso. Questa “relazione privilegiata” fa brillare la stella della responsabilità
sociale che deriva dalla passione e dall’affetto per il proprio
lavoro.
La stella della sensibilità - Vincenzo è attento all’anziano
abbandonato,alla donna emarginata,al bambino desideroso
di affetto. La sua “buonavolontà” lo porta ad investire le
competenze tecniche nella riparazione del giocattolo del
figlio di Liu.In esso vi è una stella che non brilla più,a causa di
un guasto:è la stella della sensibilità umana e dell’attenzione
agli ultimi,i veri danneggiati da un sistema che produce tanta
tecnologia ma poca umanità.
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Per il dibattito
■
Come si può descrivere la
personalità di Vincenzo? Che
tipo è?
■ Di quale «buonavolontà» c’è
bisogno oggi per migliorare
la nostra società?
■ Ricordate il significato delle
quattro stelle piccole sulla
bandiera cinese? In concreto,
qual è «la stella che non c’è»
nelle nostre famiglie,compagnie, comunità?
■ Che tipo di amore nasce tra
Vincenzo e Liu?
■ Ricordate i «problemi» elencati da Liu? Sono presenti anche nella nostra società?
■ Come vive oggi un lavoratore nel suo posto di lavoro?
Riesce a realizzarsi?
■ Negli ambienti che frequentiamo osserviamo vistose differenze sociali? Quali?
■ Per essere più responsabili,
quale «stella» dovremmo accendere?
■ Quali gesti compie Vincenzo
per manifestare la sua attenzione agli ultimi?
una realizzazione tecnica, ma
nel ricercare il valore più alto
della nostra vita, quello che la
rende vita vera, ossia la capacità di volerci bene.
Nel pensiero paolino l’amore
non è un carisma, non è innato
e non è una virtù o un puro dono dall’alto, ma un atteggiamento concreto che deve orientare le nostre scelte. Agape in
Paolo è l’espressione molteplice della salvezza portata da Cristo: Dio ha mandato nel mondo
suo Figlio per la nostra felicità
e salvezza eterna, la sua continua presenza sulla terra si esprime nell’agape, ovvero nelle
scelte d’amore che i suoi discepoli sono chiamati a testimoniare per manifestare la perenne attualità del suo messaggio.
Il testo può essere suddiviso
in tre parti. La prima, costituita
dai versetti 1-3, in cui Paolo,
usando la prima persona singolare, a sottolineare l’applicazione del testo a ogni individuo,
esprime la presenza o assenza
dell’amore, collegata al senso o
al non senso della vita stessa.
Non sono le capacità umane in
se stesse a fare grande una vita,
ma quando esse si mettono al
servizio della capacità di amare.
La seconda parte, versetti 4-7, è
costituita da una successione di
15 verbi che indicano l’azione a
tutto campo dell’amore, che si
personifica nelle definizioni in
negativo per ciò che non è, e in
positivo per ciò che è.
I versetti 8-13 costituiscono
la terza parte, in cui l’amore è
presentato come l’esperienza
assoluta che supera ogni altra
esperienza umana e va oltre la
morte, restando nel tempo. Le
grandi gesta che possiamo
compiere in vita sono tutte destinate a scomparire nella grande storia, ma ciò che resta e
contribuisce a migliorare il
mondo è la nostra capacità di
amare.
FABIO FERRARIO