Il Sole 24 Ore Venerdì 4 Luglio 2008 - N. 183 20 Economia e imprese Sanità. L’annuncio del sottosegretario Fazio all’assemblea di Farmindustria - Scajola: rilanceremo l’innovazione Settore leader con un saldo attivo di 1.229 miliardi Farmaci, più aiuti alla ricerca Dompè: imprese competitive, ma devono agire in un quadro di certezze FOTOGRAMMA Roberto Turno ROMA IlGoverno spalanca leporte al rilancio dell’industria farmaceutica. Lo promette il ministro perloSviluppoeconomico,Claudio Scajola: «È un settore vitale delnostroPaesechevamantenuto e aiutato», ma senza finanziamentiapioggia.Rilanciaesispinge più avanti il sottosegretario al Welfare con delega sui farmaci, Ferruccio Fazio, che annuncia agevolazionifiscaliperlaricerca biomedica con tanto di riduzione di oneri sociali, in aggiunta all’imminenteripartenzadel«tavolo» per la farmaceutica. Nel giorno della celebrazione del suo trentennale, Farmindustria raccoglie promesse e riconoscimentidalGoverno.Eattendeora chedalleparolesipassiaifatti,ricordandoitempibuidelle16manovre in cinque anni del Berlusconi bis: «Ma oggi non sarebbe più possibile», confidano gli industrialidel farmaco. Industrie ormai da 15 anni in mezzo al guado tra manovre ripetute, tagli ai prezzi, ricavi che non brillano più come nei bei tempiandati,bigpharmacheormaidivoranoséstesse,lefarmaceutiche che operano in Italia lanciano quasi l’ultimo appello pergarantirsiil rilancio. Magari, chissà,unfuturosicuro.O meno incerto. E all’assemblea di ieri di Farmindustria – che ha compiuto 30 anni proprio come il Ssn, ricorda il direttore generale Enrica Giorgetti – il parterre degli industriali si è riconosciuto in pieno nelle parole del suo presidente, Sergio Dompé, che ha chiesto di lasciarsi definitivamente alle spalle tre decenni di politica industriale di corto respiro. Non senza sottolineare le «scelte imprenditoriali coraggiose fatte in anni in cui la tentazione di lasciare l’Italia era for- L’IMPEGNO DI PALAZZO CHIGI Sarebbero in arrivo agevolazioni fiscali per la sperimentazione nel comparto biomedico e riduzione degli oneri sociali te». Ma ora «la tentazione è stata vinta», giura Dompé, con la vogliadiscommetteresull’Italia e sulle sue eccellenze. Il rilancio dapartedell’industriafarmaceutica c’è stato, insomma, giocando anche fuori casa. Ma non si può rischiare all’infinito. Serve unterrenofertile e certezzegranitiche per investimenti che mai come nelle scienze della vita sono tanto a rischio, proprio come una mano di poker. Perquesto Dompéha rivendi- cato l’orgoglio dell’industria farmaceutica di essere e di fare impresa,masempredentroilsentierodell’eticad’impresa.Chepoisi riassume in un orgoglio specifico:«Ilfarmacoèunarisorsadisalutedemocratica, uguale per tutti»,ha scanditoleparole Dompé. Ecometale,imponediusciredalle logiche del day by day, peraltrosempre dietro l’angolo inuna difficilissimacongiunturaeconomicanonsolo nazionale. Ma tanto più perché "democratico", ovvero un bene per tutti,ilfarmacohabisognodicelerità di decisioni, di lotta alla burocrazia, di sostegno agli investimenti alla ricerca. Che non vuol essereun"battercassa",hasottolineato Dompé, ma la chiave per far cambiare passo al settore. Di qui la richiesta di fare dell’Italia "una calamita" per gli investimentiinessere,daconsolidare,e perquellichepotrebberoarrivare soprattutto dalle major della pillola: «Chiediamo un quadro capace di ridurre la burocrazia, leleggielatassazione,portandole ai livelli dei Paesi più efficienti». Meno leggi, ma più controlli. Più tutela della salute pubblica, mainsiemecertezzeperchiinvesteescommette.Unapossibilità, ha aggiunto, ora a portata di mano nell’attuale quadro politicoistituzionalestabile ecoeso. ParolecheScajola,aconclusio- Oggi il Governo sceglierà il nuovo direttore generale Riforma vicina per l’Aifa Riforma «strutturale» sempre più alle porte per l’Aifa, l’Agenzia nazionale del farmaco. E già oggi, con la presentazione del rapporto della commissione ministeriale sulla funzionalità dell’Agenzia dopo l’inchiesta del PmdiTorino,RaffaeleGuariniello, che è già costata la sospensione dall’incarico per due mesi del dg nello Martini, dovrebbe arrivare il ribaltone al vertice: il Governo sceglierà il nuovo direttore generale. Con un nome su tutti in pole position: il professor Guido Rasi, oggi nel Cda dell’Iss ma prima già nel Cda della stessa Aifa.Conminori chancecisarebbero altri due candidati: Filippo Drago, considerato vicino all’ex sindacodiCataniaUmbertoScapagnini, medico del premier e ora deputato, e Giovanni Zotta, vicecapodigabinettoperlaSaluteecapodipartimentodell’Innovazione all’ex ministero. Ad annunciare, o meglio a rafforzare la volontà del Governo di far cambiare pelle all’Aifa, è statoieriall’assembleadiFarmin- dustria il sottosegretario con delega sui farmaci, Ferrucio Fazio. «Il Governo – ha detto – intende procedere a una profonda revisione dell’organizzazione dell’Agenziadelfarmaco».Ladelega per la riforma del resto è già prevista nel Ddl collegato alla manovra triennale. In sostanza, ha aggiunto Fazio, ci sarà «una chiara suddivisione di compiti e responsabilità delle diverse funzionidell’Agenzia».Vecchiastoria: separare i compiti regolatori da quelli su prezzi, ricerca e ne dell’assemblea, ha detto apertamente di apprezzare. «L’industria farmaceutica italiana è una risorsa preziosa che dev’essere messa in grado di sviluppare al meglio le sue potenzialità», ha aperto le porte il ministro, non senzaricordarecheilSsnhabisognodi unliftingurgenteedi cure anti spreco. Il Governo rema in questadirezione,hagarantitoancora. Elencando tutte le tappe. La prima, il rilancio dell’innovazione: con l’inserimento delle «nuove tecnologie della vita» nell’agenda di «Industria 2015», cheselezioneràiprogettimiglioriabbandonando per sempre «la stagione dei finanziamenti a pioggia». La seconda, l’internazionalizzazione:conuncalendariopluriennalespecificonellecosiddette«MissioniItalia». «Daremo risposte concrete», parola di ministro. Anche in una logica bipartisan di attenzione per il settore, prevede il ministro ombradelPd,EnricoLetta.Econ le Regioni, la nuova (e temuta) gamba del tavolo istituzionale, che vogliono essere anche loro parti attive dello sviluppo. Lo ha promesso il coordinatore degli assessori alla Salute di tutta Italia, il toscano Enrico Rossi. Che perònonharinunciatoamettere inchiaro: «Facciamo più salute e meno marketing». Anche qui, l’accordoèstatototale. quant’altro ma «in stretta collaborazione con le Regioni». L’Aifa «ha ben lavorato», ha ammesso Fazio. E la stessa commissione ministeriale oggi ribadirà che, nonostante l’allarme dei giudici, nei ritardi segnalati non c’è «alcun pericolo per la salute pubblica». Resta il fatto che l’Aifa in quattro anni ha compiuto un lavoro pesantissimo e improbo.Malesiimputanocomunque – anche se è stata e resta con pochissime forze, come ha riconosciutolo stesso Dompé – gravi smagliaturenellareteorganizzativa.Comedismostrerebberoiritardi nelle autorizzazioni (540 giorni contro i 210 dell’Emea a livello europeo) e nelle autorizzazioni (200 giorni contro 90). R. Tu. Sara Todaro ROMA IMAGOECONOMICA Farmindustria. Il presidente degli industriali del farmaco, Sergio Dompè e Enrica Giorgetti, direttore generale QUOTE ROSA È al femminile oltre il 41% degli occupati In Italia è il settore farmaceutico, al contrario di molti altri, a rispettare le quote rosa. L’occupazione femminile è infatti pari al 41,4% del totale, superiore al dato dell’industria (24,2%). Secondo i dati resi noti ieri in occasione dell’assemblea pubblica di Farmindustria, la presenza delle donne è inoltre legata a ruoli importanti: il 20,3% delle donne occupate nel settore sono dirigenti (9,6% per il totale dell’industria) e il 19,5% sono quadri (8% per il totale dell’industria). Le donne inoltre superanogliuominianchesullivello di istruzione: il 56% delle signore che lavora nella farmaceutica è infatti laureato, rispetto al 48% dei colleghi uomini e il 33% ha conseguito un diploma. Anchetra gliaddetti alla Ricercaesviluppoi camicisitingono di rosa: con il 53,2% delle presenze le donne sono la maggioranza,conunvaloreallineato a quello europeo del settore e nettamente più alto rispetto alla media in Italia e in Europa. Il fiore all’occhiello è l’export: ben 11,9 miliardi, con un saldo positivo record di 1,229 miliardi solo peri farmaci. Una leadeship industriale nazionale. Ma ancora: 22,6 miliardi di produzione, 1,075 miliardi di investimenti in impianti ad alta tecnologia e 1.170 miliardidispeseinR&Sconaltri1,8miliardi pronti pergli accordidiprogrammacolGoverno. Il tutto a fronte di un totale di 72mila addetti, di cui 6.250 impegnati nella ricerca. Unaperformancescintillante quella illustrata ieri all’assemblea di Farmindustria grazie. Sotto la lente i “numeri” di 230impreseproduttrici dispecialità medicinali e altre 100 di materie prime che celebrano un’annata piena di luci e ombre:vitalità,crescitaindustriale, export “con le ali” da un lato; «pesanti difficoltà per l’equilibrioprezzi-costi, conripercussioni sui livelli occupazionali», dall’altro. I dati citati con più orgoglio sono senz’altro la crescita della produzione (+1,1% sul 2006), destinata per il 53% ai mercati esteri e la crescita dell’export di medicinali (+ 1,6%): è grazie a queste cifre che la farmaceutica rappresenta il 37% delle esportazioni italiane a più alto livello tecnologico. Un risultato non casuale, visto l’impegno espresso nell’attività di ricerca: le aziende di punta vi investono più del 15% del loro fatturato. Di più: dal 2002 a oggi gli investimenti sono cresciuti del 32,5% e i ricercatori sono aumentati di quasi mille unità; mentre negli stessi anni gli studi clinici (promossi dalle aziende produttrici nel 70% dei casi) sono cresciuti a tassi superiori al 10 per cento. Il tallone d’Achille restano i listini: nel 2007 i prezzidei farmaci rimborsati sono scesi in mediadel-7,7%, mentrei prezzidei medicinali a prezzo libero sono rimasti sostanzialmente stabili (+0,6%); complessivamente, la diminuzio- LA FOTOGRAFIA Nel 2007 la produzione è cresciuta dell’1,1% ed è stata destinata per il 53% ai mercati esteri Sono 330 le società ne è stata del 5,2%, in controtendenza rispetto all’inflazione(+1,8%) e a molti trai principali fattori di costo. Inevitabile,forse,ilcontraccolpo sull’occupazione, che nel corso del 2007 si è ridotta del -3,6%: l’unico dato in crescitaèstatoquello degliaddetti alla ricerca, aumentati dell’+1,4%, confermando la “qualità” degli addetti come caratteristica distintiva di un settore più che mai politically correct anche in tema di “quote rosa”. Il 90% degli assunti è laureato o diplomato. Le donne rappresentano il 41% del totale con una presenza importante in ruoli chiave (20,3% dirigenti; 19,5% quadri e dirigenti, contro il 9,6% e l’8% del totale industria). La spesa In Italia la spesa farmaceutica è inferiore ad altri Paesi europei. Valori Indice spesa Popolazione pro capite procapite over 65 (in euro) Italia=100 (% sul totale) 321,2 310,9 248,5 247,3 269,4 194,4 Francia Germania Spagna Regno Unito Totale Big Ue Italia Nota: canale farmacia, anno 2007 165,3 160,0 127,9 127,3 138,6 100,00 16,2 19,8 16,7 16,0 17,9 19,9 Fonte: Istat, Associazioni estere Turismo. Pronta la bozza di riordino dei requisiti minimi nazionali per la classificazione A Palazzo Chigi il controllo sugli hotel Vincenzo Chierchia MILANO siamo gli unici a rendervi unici Si volta pagina per il sistema di classificazione degli alberghi italiani, troppo spesso contestato dagli operatori turistici esteri. Il sistema attuale di classificazione è su base regionale e nel tempo si è prodotta un’eccessiva disomogeneità da una regione all’altra, che disorienta i turisti sia nazionali che esteri. In Italia operano 33.768 alberghi, con un milione di camere e 2,1 milioni di posti letto (dati Federalberghi). Questa la suddivisione: 254 cinque stelle, 3.950 quattro stelle, 17.038 tre stelle, 7.718 due stelle e 4.808 una stella. Labozzadidecretoperlarimodulazione della classificazione è pronta e costituisce un elemento chiaveperilrilanciodellacompetitività dell’offerta turistica, comesottolineato dalsottosegreta- rio al ramo Michela Vittoria Brambilla, che ieri ha rilanciato anche sulla riforma dell’Enit. Diversi gli elementi di novità, suscettibili ancora di integrazioni e modifiche. Il sistema delle stelle (da 1 a 5) resta, ma sarà di fatto gestito su base nazionale dal Dipartimento turismo di PalazzoChigi. Oggiunhotela 5stelle del Piemonte ha caratteristiche diverse da un albergo simile del Lazio. D’ora in avanti dovrà esserci omogeneità (si parte con gli alberghi in costruzione) su unanutritaseriedirequisitiminimi; un certo grado di autonomia restaperTrentoeBolzano.Previste anche delle sanzioni per gli hotel che non osserveranno le norme nazionali. Oggi solo 11 regioni hanno requisiti minimi per gli alberghi. Insecondoluogo sarà agestionegovernativaancheil rating,un sistema accessorio di certificazione (previsto al momento su basevolontaria)espressoinlettere che si aggiungeranno alle stelle. Si tratterà di un marchio di qualità su base nazionale e sempre sotto l’egida di Palazzo Chigi. Previsto anche un albo speciale per gli hotel negli edifici di interesse storico-artistico. Lacameradoppiaminimasarà di 14 metri quadrati già a partire dagli hotel a 1 stella, che dovranno avere anche fax, fotocopiatrice, cassaforte, bagno privato nel 40% almeno delle camere. Da tre stelle in su obbligatori internet, personale che parli una lingua estera. Il condizionatore è obbligatorio però solo dalle 4 stelle. «Si tratta di una normativa ancora tutta da valutare» commenta Elena David, presidente di Aica (l’associazionedellecatenealberghiere di Confindustria). Media. Il 5 novembre evento Rai per il Sinodo dei Vescovi Il Papa leggerà la Bibbia in tv CERRI 86' FLYING SPORT 42 KN. 4 SUITES PER 9 POSTI COMANDANTE 4 MEMBRI D’EQUIPAGGIO CUCINA INTERNAZIONALE LIMOUSINE BODY GUARD PERSONAL TRAINER TRAVEL BOOKING EXECUTIVE JET Carlo Marroni ROMA NEL BUSINESS E NELLE VACANZE PER ARRIVARE DOVE VUOI … PARTENDO DA DOVE VUOI … QUANTO COSTA? TENETEVI FORTE E TELEFONATECI! 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Un evento mediatico-religioso su cui la Rai punta - attraverso la propria struttura dedicata al Vaticano diretta da Giuseppe De Carli - e che ha presentato a Viale Mazzini, presente GianfrancoRavasi, il 'ministro' della Cultura della Santa Sede. Raiuno dovrebbe trasmettere in ’chiaro’ quando ci sarà l’avvio da parte del Papa e inchiusuraconlaletturadelSegretariodiStato, cardinale Tarcisio Bertone, mentre il resto andrà sul canale satellitare Rai Educational. Sul leggìo si alterneranno 1200 lettori, i brani avranno una durata dai quattro I nuovi requisiti minimi per gli alberghi Ilriordinodellecamerediventaobbligatorioalmeno unavoltaalgiorno(oggiparteda4stelle).Lacamera doppiaparteda14metriquadrati(oggida3stelle). Ognihotelavràunacassaforte. Obbligatorioilserviziodiprimacolazione(oggisi partedatrestelle).Bagninell’80%dellecamere. Superficiedi20metriquadratiperladoppia(bagno incluso).Previstol’ascensoredaduelivelliinsu. Obbligatoriilserviziobarancheincamera,personaleche parlialmenounalinguastraniera,sistemiperl’accessoa internet.Bagniprivatiintuttelecamerecon asciugacapelli(oggiobbligatoriosoloinquattroregioni). Parcheggi.Personalecheparlialmenoduelingue estere.Lasuperficieminimadellacamerapassaa21 mq.Incameratvsatellitareeinternet(oggida5stelle). Obbligatoriilristoranteepersonalecheparlialmenotre lingue.Lasuperficieminimaperlacameradoppiasarà di22mqcon6mqinpiùperognipostolettoaggiuntivo. agli otto minuti. La lettura consecutiva dei 73 libri della Bibbia verrà interrotta ogni 90 minuti da uno spazio di riflessione musicale. Complessi strumentali, cori e solisti interpreteranno brani di musica sacra a commento delle pagine della Scrittura appena lette. Ravasi ha fatto luce sulle ragioni dell’importanza dell’evento: «La tv dell’immagine celebra laforzadellaParola,chesiritrovainquestotempo dichiacchere e di vacuità» ha detto Ravasi che, interpellato sull’insolito coinvolgimento di Benedetto XVI, ha spiegato che alla base della scelta «c’è il fatto che egli non interverrà commentando i testi», ma si limiterà ad un atto di«puralettura,dipuro annuncio della Parola». L’impegno di Ratzinger, ha osservato, nasce dal «tentativo di voler trovare forse quel nodo d’oro estremo che riesca ad annodare appunto le diversità delle singole espressionicristianesoprattutto, e naturalmente anche dell’ebraismo». Questa – haaggiunto Ravasi – è una esperienza squisitamente culturale: «La Sacra scrittura permea la nostra cultura, è al tempo stesso un appello alla Chiesa cattolica perchèritorni ancoraa studiare e ad approfondire, dopo l’entusiasmo delConcilio Vaticano II, forse un pò appannato, e un appello a trovare, anche se non totale ed esclusivo, l’elemento di base e il punto di partenza che è proprio la Bibbia». Una esperienza che conferma l’attenzione di Benedetto XVI alla evangelizzazione attraverso la cultura.