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di Giampaolo Colletti*,
Il nostro esperto
web
* Esperto di media digitali e nuove professioni
sul Web, Giampaolo Colletti ha fondato
la community dei lavoratori della Rete
wwworkers. Autore di vari libri, ha
lavorato con radio e tv e collabora
con riviste e blog. INFO: www.
wwworkers.it, [email protected]
wwworkers, i lavoratori del web
@gpcolletti, [email protected]
1
Nuovi professionisti stanno
ridisegnando gli spazi di lavoro
5
domande
per
scegliere
quello giusto
2
Ufficio addio.
Io lavoro in un
coworking
H
ub, open space, coworking e molto altro
ancora. Nuovi luoghi (e di fatto nuovi
modi) di lavorare. Perché al luogo fisico
è associato un nuovo concetto di partecipazione.
Anche se siamo lontani anni luce dai numeri d’Oltreoceano – in una città come New York si registrano oltre 60 spazi di coworking – anche in Italia
qualcosa sta cambiando. E quel 2% di liberi professionisti che lavora da noi in uno spazio condiviso è destinato ad aumentare. Oltre a scrivanie e
connessione, si condividono storie ed esperienze.
Melting pot proficuo. Almeno così raccontano le
storie che si moltiplicano in lungo e in largo per lo
Stivale, sintomo di una nuova generazione di professionisti che sta ridisegnando gli spazi del lavoro.
Accade nella splendida Matera. Qui, un piemontese
che decide di portare il concetto di spazio collaborativo in Basilicata si incontra con una materana che torna nella sua terra dopo un decennio di
esplorazioni. E nasce Casa Netural (1), un coworking rurale e incubatore di sogni. «L’obiettivo è
portare l’innovazione fuori dai grandi centri urbani e di mettere tutti i territori periferici e rurali
nelle condizioni di fare innovazione» raccontano
Andrea Paoletti e Mariella Stella di Casa Netural.
A Milano si distingue Piano C (2), una startup che
ripensa il concetto di condivisione degli spazi. Si
tratta di otto soci con quasi 400 mq di superficie
92 millionaire
3
da gestire, una sessantina di coworker attive e
oltre 2mila donne nella community online. «Proponiamo soluzioni inaspettate per far incontrare
donne e lavoro, perché il valore femminile diventi
fonte di innovazione e ricchezza per la società e
l’economia» racconta Sabrina Bianchi, partner di
Piano C. Qui si ricerca la “felicità produttiva”: «Accogliamo donne e uomini che vogliono cambiare
le dinamiche del lavoro, stufi di far finta che vada bene così. E siamo sicuri che non debba esserci
un trade off tra felicità e produttività, perché al
crescere dell’una cresce anche l’altra».
Da Milano a Verona: qui un’associazione culturale
chiamata Reverse diventa impresa e molto altro
ancora. Lo spazio è quello del Canarin in via Giolfino, con la sede dell’associazione e un laboratorio
di falegnameria. «E poi ospitiamo tante iniziative
culturali e musicali, perché il Canarin è un luogo
di incontro, lavoro, collaborazione, svago e sogno»
racconta Federica Collato (3), partner di Reverse.
In un paio di mesi la squadra ha rinnovatoil laboratorio, un grande giardino e due barchesse degli anni 30. Nei nuovi luoghi di lavoro il passato
torna a nuova vita.
1. Quale
scegliere?
Quello più adatto,
non sono in funzione
di vicinanza ed
economicità.
2. Come fare
chiamate private
o riunioni?
Munirsi di un paio di
cuffie e scegliere realtà
con sale private.
3. Come fare
networking?
Fate una pausa con
gli altri membri e
condividete progetti.
4. Come evitare
di distrarsi?
Fate una personale
to-do-list o una lista
pubblica sulle lavagne.
5. Perché
puntare sul
coworking?
Aiuta a costruire un
sapere trasversale ed
è uno stile di lavoro
sostenibile.
Fonte:
Blog.talentigarden.it
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