OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO GALILEI 28019 SUNO (NO) - Tel. 032285181 - 032285210 apansuno @ tiscalinet.it www.apan.it BOLLETTINO N. 308 Mercoledì 6 febbraio 2013, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del primo mercoledì di ogni mese, vi sarà una serata di osservazioni al telescopio. La Luna sarà oltre l’ultimo quarto per cui sorgerà molto tardi e si potranno osservare gli oggetti del cielo profondo invernale. Saranno visibili, ad esempio, le nebulose M1 del Toro, M42 in Orione, l’ammasso delle Pleiadi. Giove sarà visibile tutta notte nella costellazione del Toro. Marte tramonterà poco dopo il Sole nella costellazione del Capricorno. Saturno sarà visibile a tarda notte nella Bilancia. Venere sorgerà poco prima del Sole nel Capricorno. Mercurio e Marte saranno in congiunzione nella costellazione dell’Acquario e tramonteranno poco prima del Sole, molto bassi all’orizzonte. RECENSIONI REEN JURGEN Sulle spalle di giganti e nani La rivoluzione incompiuta di Albert Eisntein Bolalti Boringhieri 2012 Formato 16 x 24 cm – pp 361 - € 30.00 “Sulle spalle di giganti e nani” di Jürgen Renn è il frutto di una ricerca storiografica, svolta presso l’Istituto Max Planck per la Storia della Scienza di Berlino, del quale l’autore è direttore. Il titolo riprende un celebre aforisma del XII secolo, attribuito al filosofo francese Bernardo di Chartres, secondo il quale il progresso della scienza è dovuto al sapere precedentemente acquisito. Partendo da questo presupposto, Renn intende spiegare i motivi che condussero Einstein a vedere più lontano dei suoi predecessori, compiendo una delle rivoluzioni scientifiche più importanti nella storia. Come giunse a formulare dapprima la teoria della relatività speciale e dieci anni più tardi a rivoluzionarla ed estenderla compiutamente nella teoria della relatività generale, che ancora oggi costituisce la base per comprendere la moderna cosmologia? Liberandosi dal “mito” che aleggia intorno alla figura dello scienziato, Renn analizza il contributo della cerchia di persone che presero parte alla sua formazione, stimolandolo attraverso idee e dibattiti, grazie ai quali il giovane Einstein maturò la possibilità di individuare, per mezzo di modelli concettuali, un’unità nella molteplicità dei fenomeni naturali. Tra queste, il compagno di università Marcel Grossmann; la futura moglie Mileva Mari, con la quale teneva una fitta corrispondenza e che insieme con l’amico Michele Besso divennero i suoi maggiori interlocutori; la lettura dei libri di Aaron Bernstein che permisero quegli sconfinamenti interdisciplinari grazie a cui il fisico sviluppò una prospettiva così diversa da quella condivisa nelle istituzioni accademiche. L’autore affronta anche un tema fondamentale per la storia della scienza: come è avvenuto il passaggio dalla fisica newtoniana alla fisica relativistica di Einstein. (a cura di Silvano Minuto) MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI Per la rubrica “Meridiane e Quadranti Solari” continuiamo ad esaminare l’orologio astronomico di Mantova, la cui descrizione è iniziata nel precedente bollettino n. 307 e che continuerà anche nei prossimi numeri. Terminato l’orologio della Torre di Mantova, lo descrive al marchese Ludovico Gonzaga con lettera datata 30 giugno 1473. Scrive tra l’altro: “Ho finalmente terminato il quadrante dell’orologio che indica le ore ordinarie, le ore degli astrologi e quelle dei pianeti; l’allungamento e accorcia-mento dei giorni; il percorso del sole attraverso i segni dello zodiaco. Indica inoltre, giorno dopo giorno, ora dopo ora, il movimento della Luna, le sue fasi come si vedono in cielo, la sua età e si trova sopra o sotto la Terra; indica anche in quale segno sorge ad Oriente e in quale segno tramonta ad Occidente e come è a mezzogiorno ed a mezzanotte, con le sue congiunzioni, opposizioni e quadrature, con i giorni critici che è utile conoscere. Si possono vedere i giorni propizi per i salassi, per somministrare i medicinali, per fare le operazioni chirurgiche, per tagliare gli abiti e per indossarli; per i lavori dei campi e per i viaggi” (Figura n. 2). Figura n. 2: Torre dell’orologio a Mantova, il quadrante astronomico nel 2011. (continua) a cura di Salvatore Trani DIARIO ASTRONOMICO – FEBBRAIO 2013 Data Ora (TC) 2 3 01 48 11 53 3 5 14 56 08 08 6 05 01 7 8 10 10 11 13 13 22 08 07 48 08 20 16 05 11 20 17 13 13 16 17 17 17 17 18 07 58 18 27 22 20 03 26 08 00 21 30 21 40 11 18 18 18 19 19 21 20 53 23 00 07 29 11 40 06 42 21 21 22 23 24 08 02 08 18 20 23 09 28 00 28 24 24 25 13 29 23 31 11 43 25 25 25 26 19 14 21 26 23 26 17 26 Fenomeno Luna 55’ a sud di Alfa Virginis (Spica) Luna 4.3° a sud di Saturno. Migliori condizioni di osservabilità poco prima dell’alba, attorno alle 6 50 Luna – Ultimo Quarto Luna 5.2° a nord di Alfa Scorpi (Antares). Migliori condizioni di osservabilità poco prima dell’alba, attorno alle 6 50 La Luna occulta la stella SAO 185367 di mag. 5.8. La riapparizione avviene sul lembo oscuro con la Luna bassa sull’orizzonte per le regioni nord-occidentali Luna al perigeo (365.318 Km) Mercurio 18’ a nord di Marte Massima librazione lunare in latitudine. Visibile il polo sud Luna Nuova Luna 5.7° a nord di Marte. Migliori condizioni di osservabilità poco dopo il tramonto, attorno alle 18 10 Luna 4.8° a nord di Mercurio. Migliori condizioni di osservabilità prima che la Luna tramonti, attorno alle 19 20 Massima librazione lunare in longitudine. Visibile il lembo occidentale Luna 4.1° a nord di Urano Mercurio alla massima elongazione est (18,11°) Mercurio al perielio (0.3074 UA) Saturno a 4.3° a nordovest di Alfa “ Librae di mag. 2.8 Luna al Primo Quarto Luna 5.4° a sud di M 45 (Pleiadi) Luna 1.6° a sud di Giove. Migliori condizioni di osservabilità poco dopo il tramonto, attorno alle 18 20 Luna 3.4° a nord di Alfa Tauri (Aldebaran) Minima di Algol, ben osservabile Luna all’apogeo (404.472 Km) Saturno stazionario in AR (moto da diretto a retrogrado) Luna 2.2° a nord di Gamma Geminorum. Migliori condizioni di osservabilità prima che la Luna tramonti, attorno alle 3 50 Venere all’afelio (0,7282 UA) Nettuno in congiunzione superiore con il Sole Mercurio stazionario in AR (moto da diretto a retrogrado) Solstizio invernale sul pianeta Marte La Luna occulta la stella 60 Cancri di mag. 5.4. La scomparsa avviene dietro il lembo oscuro Massima librazione lunare in latitudine. Visibile il polo nord Mercurio 4.2° a nord di Marte Luna 6.4° a sud di Alfa Leonis (Regolo). Migliori condizioni di osservabilità prima che la Luna tramonti, attorno alle 6 10 Massima librazione lunare in longitudine. Visibile il lembo orientale Luna piena Giove in quadratura con il Sole Urano 4’ a nord della stella 44 Piscium di mag. 5.8 TT – 1 minuto = TU (TT tempo terrestre – TU tempo universale) Tempo civile = TU più 1 ora o 2 ore (nel periodo di ora legale) IMPARARE GLI ALLINEAMENTI Un osservatore che per la prima volta affronta un cielo stellato con la volontà di riconoscere le costellazioni, può essere preso dallo sconforto: le stelle sono tante, più o meno luminose, più o meno vicine fra loro; orientarsi in un mare così caotico può sembrare difficile. Quando si inizia ad osservare il cielo, occorre innanzitutto cercare delle forme caratteristiche, dette asterismi. Fondamentale per l'apprendimento è un cielo non inquinato e buio, possibilmente sgombro da intralci fisici (come montagne alte molto vicine) che impediscano l'osservazione di grandi aree della volta celeste. In questa esposizione non seguiremo necessariamente le stagioni, ma procederemo ad illustrare le varie costellazioni per raggruppamenti omogenei. XII – L’Aquila – 31.03.2012 I - Il Grande Carro – 31.3.2011 XIII – Alcune costellazioni minori – 30.04.2012 II – Riconoscere la Stella Polare – 30.4.2011 XIX – Boote e dintorni – 31.05.2012 III – Cassiopeia – 31.5.2011 IV – Costellazioni circumpolari – 28.7.2011 XX – Boote e Corona Boreale – 30.06.2012 V – Cefeo – 31.8.2011 XXI – Chioma di Berenice – 31.07.2012 VI – Drago – 30.9.2010 XXII – Spica e la Vergine – 31.8.2012 XXIII – Trovare Ercole – 30.9.2012 VII – Perseo – 27.10.2011 XXIV – Dal Triangolo estivo all’Ofiuco VIII – Cani da Caccia – 30.11.2011 XXV – La testa dell’Ofiuco IX – Triangolo estivo – 31.12.2011 XXVI - Ofiuco X – La Lira – 31.01.2012 XI – Il Cigno – 28.02.2012 Il Serpente Trovare in cielo il Serpente, una volta note le stelle dell'Ofiuco, non è difficile; l'unica difficoltà può essere rappresentata dal fatto che il Serpente è l'unica costellazione del cielo che appare divisa in due parti: la Testa e la Coda. Questo perché storicamente Serpente e Ofiuco venivano considerate quasi un'unica costellazione (un uomo avvolto da un serpente) e dunque nell'individuare la figura occorre fare riferimento a delle stelle di entrambe le costellazioni. Quando l'Unione Astronomica Internazionale si riunì per stabilire i confini delle costellazioni, si scelse di dividere il Serpente in due parti. Per individuare il Serpente occorre considerare come appartenenti a questa costellazione anche le stelle meridionali dell'Ofiuco precedentemente trovate. La parte della Testa è la più luminosa: partendo dalla coppia e la δ Ophiuchi, si prosegue verso nordovest il tratto indicato dalle due stelle, fino ad incrociarne altre due, di cui una luminosa: quest'ultima stella, nota come Unukalhai, rappresenta il cuore del Serpente. La testa vera e propria è invece individuabile in un gruppetto di stelle poste poco più a nord. La Coda si trova in direzione opposta rispetto all'Ofiuco, fra questo e l'Aquila; si prosegue la concatenazione di stelle dell'Ofiuco verso est, individuando dapprima la brillante η Serpentis, e poi la θ. Da: Osservare il Cielo – Corso per imparare a riconoscere stelle e costellazioni Recensito il 15.2.2011 LA STRADA SICURA CHE PARLA AGLI AUTOMOBILISTI Vernici luminescenti, segnaletica che all'occorrenza appare sul manto stradale, corsie che ricaricano la batteria dell'auto come se fosse uno spazzolino elettrico: le nuove frontiere della strada intelligente. Speciali righe fotosensibili potrebbero illuminare la strade al posto dei lampioni: più sicure e più green Strade sempre più intelligenti, in grado di interagire con i conducenti e con le automobili per prevenire le situazioni di pericolo ed evitare gli incidenti: è il nuovo approccio alla sicurezza stradale, che si focalizza più sull'infrastruttura viaria e meno sui veicoli con l'obiettivo di offrire a tutti un'esperienza di guida a basso rischio, anche a chi non dispone di vetture super tecnologiche o degli optional più evoluti. Strisce nel buio. Ma "strada intelligente" non è sempre sinonimo di elettronica di frontiera: anche in questo campo, come spesso accade, le idee migliori sono le più semplici. Come quella messa a punto da Daan Roosegaarde, il designer olandese che ha progettato e realizzato il primo, breve, tratto di smart road tutta europea. L'idea di Roosegaarde e dei suoi colleghi di Heijmans Infrastructure è fare in modo che la strada segnali dinamicamente e in modo continuo ai conducenti tutti gli eventuali pericoli, senza doversi affidare ai tradizionali cartelli o ai pannelli informativi che, per loro natura, possono essere installati solo in determinati punti del percorso. Per raggiungere questo obiettivo Roosegaarde ha realizzato Glow in the Dark, uno speciale materiale luminescente da utilizzare al posto delle comuni vernici per disegnare la segnaletica orizzontale: si tratta di una resina fotosensibile che durante il giorno immagazzina la luce dell'ambiente per rilasciarla durante la notte. Secondo il designer questa soluzione permetterebbe di evitare l'illuminazione delle strade, costosa ed inquinante, garantendo contemporaneamente un maggior livello di sicurezza agli automobilisti. Le sperimentazioni di queste speciali righe sono già iniziate, con risultati promettenti, su alcune centinaia di metri di un'autostrada olandese, nel Brabante settentrionale. Fonte: Focus.it L’UNIVERSO SI ESPANDE Come ci hanno raccontato, la scoperta dell’espansione dell’universo risale al 1929 e si deve alle ricerche di Hubble. Nel 1692, cinque anni dopo la pubblicazione dei Principia e quindi della legge di gravitazione universale, il ministro Richard Bentley scisse a Newton facendogli osservare che se la gravità è esclusivamente attrattiva e mai repulsiva, allora un universo statico deve rapidamente collassare su se stesso. Il che non avviene. Bisognerebbe allora supporre che l’universo nel suo insieme non è stativo ma dinamico, cioè risponde a qualche altra forza oltre la gravità. Newton ragionò sull’obiezione e rispose a Bentley che aveva ragione ma solo in parte: l’universo collassa nel caso che abbia dimensioni finite, ma la catastrofe si può scongiurare ammettendo che esista un tempo infinito e consista in una infinita quantità di stelle distribuite in modo uniforme. A queste condizioni tutte le attrazioni si bilanciano e l’universo è statico. In realtà, poiché già allora si sapeva che le stelle non sono immobili e immutabili, la soluzione era insoddisfacente: sarebbe bastato un piccolo squilibrio locale e un po’ per volta l’intera architettura sarebbe crollata. Inoltre anche l’idea delle stelle infinite e disposte in modo regolare non piaceva a Newton per due motivi: uno teologico, perché così l’universo acquisiva qualità come l’infinità e l’eternità tipiche di Dio; e uno fisico, perché se ci fossero infinite stelle in ogni direzione il nostro sguardo dovrebbe imbattesi in infiniti oggetti brillanti, e quindi il cielo di notte non sarebbe buio ma abbagliante come la superficie del Sole. Peccato che Newton non abbia creduto fino in fondo alla sue idee religiose. La bibbia (e lui ne aveva un’ampia raccolta) diceva chiaramente che l’universo era stato creato in un non ben definito lasso di tempo e che quindi non poteva essere eterno. Peccato!! Una grande scoperta mancata e rimandata di oltre 300 anni. Elaborazione da: Storia sentimentale dell’astronomia – P. Bianucci IL SITO DELL’ASSOCIAZIONE Il sito dell’associazione www.apan.it è stato rimesso in funzione negli scorsi giorni grazie al lavoro svolto da Corrado Pidò. HUBBLE E IL GRANDE ATTRATTORE Con il telescopio spaziale Hubble, i ricercatori hanno osservato le galassie dell’ammasso del Regolo (costellazione della Norma) e la zona nota come Grande Attrattore, una grande concentrazione di massa parzialmente nascosta dalla Via Lattea la cui forza gravitazionale domina la nostra parte di Universo. L’ultima immagine prodotta da Hubble, il telescopio spaziale di NASA ed ESA, ritrae una piccola porzione di spazio in cui è possibile vedere un folto gruppo di stelle luminose e, in secondo piano, numerose galassie. La zona catturata dall’obiettivo di Hubble si trova al confine tra le costellazioni del Triangolo Australe e di Norma (detta anche Regolo). Comprende buona parte delle galassie dell’ammasso del Regolo (o Abell 3627) e parte di una densa area della Via Lattea. L’ammasso del Regolo è l’ammasso stellare di grande massa più vicino a noi, trovandosi a circa 220 milioni di anni luce di distanza. La grande massa concentrata in quella zona, e la conseguente attrazione gravitazionale, fa sì che la zona sia chiamata il Grande Attrattore, una struttura che domina la nostra regione di Universo attraendo le galassie circostanti per centinaia di milioni di anni luce. Questa immagine è costituita da esposizioni in luce blu e infrarossa ottenute dalla Advanced Camera for Surveys (ACS) di Hubble. Come si può notare, la più grande galassia fotografata da Hubble in questa nuova immagine è ESO 137-002, una galassia a spirale. Attorno alla galassia è possibile vedere grandi regioni di polvere stellare. Quello che, in realtà, non possibile vedere nell’immagine è la lunga coda di raggi X che si estende oltre la galassia, invisibile per uno strumento ottico come Hubble. Il Grande Attrattore è difficile da osservare a lunghezze d’onda ottiche, anche perché il lungo piano della Via Lattea illumina (con le sue numerose stelle) e allo stesso tempo oscura (di polvere) molti oggetti limitrofi. Gli astronomi hanno molti trucchi per superare il problema, come le osservazioni a raggi infrarossi o radio, ma la regione dietro il centro della Via Lattea, dove la polvere è più spessa, rimane un mistero. Fonte Rivista Coelum UN LAMPO DI RAGGI GAMMA DELL’ALTO MEDIOEVO L’eccesso degli isotopi carbonio-14 e berillio-10 rilevati negli anelli di accrescimenti di alberi secolari ha una sola spiegazione plausibile: un lampo di raggi gamma avvenuto nel 775 d.C. Lo sostiene un nuovo studio, dopo aver escluso che si sia trattato di una supernova o di un brillamento solare. Gli autori della ricerca stimano anche la distanza dell’evento, che si sarebbe verificato tra 3000 e 12.000 anni luce da noi Un breve lampo di raggi gamma: potrebbe essere questa a causa dell’intensa ed energetica radiazione che investì la Terra nell’ottavo secolo d.C. secondo uno studio condotto dagli astronomi Valeri Hambaryan e Ralph Neuhauser, dell’Istituto di Astrofisica dell’Università di Jena, in Germania. Trova così spiegazione un recente dato sperimentale che ha generato una vivace discussione nella comunità scientifica: la rivelazione di alti livelli di carbonio-14 e di berillio-10 negli anelli di crescita di alberi formatisi nell’anno 775. L’eccesso dei due isotopi è la firma di un’intensa radiazione che colpì il nostro pianeta nello stesso anno o nell’anno prima, poiché si formano quando la radiazione proveniente dallo spazio investe gli atomi di azoto, che decadono formando appunto le forme più massicce di carbonio e berillio. Questi successivamente entrano nei processi biologici e vengono integrati nei tessuti degli alberi che possono sopravvivere anche per millenni. Gli studiosi hanno proceduto per esclusione tra gli eventi cosmici. Inizialmente, è stato preso in considerazione un brillamento solare, subito scartato perché non avrebbe avuto sufficiente energia. Inoltre, questo tipo di eventi è accompagnato dall’espulsione di materiali dalla corona solare che giunti sulla Terra producono lo spettacolare fenomeno delle aurore polari, di cui però non esiste documentazione storica nel caso specifico. Rappresentazione artistica della produzione di un lampo di raggi gamma dalla fusione di due oggetti massicci, esito di stelle massicce giunte al termine del ciclo vitale (Elaborazione della Royal Astronomical Society - Immagine originale NASA/Dana Berry) Allo stesso modo, l’esplosione di una stella massiccia come supernova, pur avendo un’energia sufficiente, non ha retto al vaglio delle verifiche, poiché non si ha notizia di una sua osservazione dell’epoca. Un’ulteriore possibilità, descritta da Hambaryan e Neuhauser sulla rivista “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society” è che si sia verificata la fusione dei resti compatti di stelle giunte al termine del loro ciclo vitale, come buchi neri, stelle di neutroni o nane bianche. Questi fenomeni estremi sono infatti accompagnati da un rilascio di raggi gamma con un andamento caratteristico: si tratta di lampi intensi, senza una componente visibile e della durata solo di un paio di secondi. Tenuto conto delle caratteristiche del dato isotopico registrato, i ricercatori hanno stimato anche una distanza plausibile della fusione. Si tratterebbe di almeno 3000 anni luce e di non più di 12.000: in altri termini, l’evento avrebbe dovuto essere abbastanza vicino da produrre gli effetti visibili sulla Terra ma sufficientemente lontano da evitare un eccesso di energia, che avrebbe potuto portare a un’estinzione parziale delle forme viventi. “Ora la sfida è riuscire a stabilire quanto siano rari questi picchi nell’abbondanza relativa del carbonio14, ovvero con quale frequenza questi lampi arrivino sulla Terra”, ha sottolineato Neuhauser. “Negli ultimi 3000 anni, la massima età di un albero ancora in vita, sembra che questo sia l’unico evento”. Fonte: Rivista Le Scienze GLI INDIMENTICABILI E' impossibile trattare un qualsiasi argomento astronomico senza ricordare i cinque Grandi Scienziati ai quali si deve un determinante contributo per l'Astronomia. Nicolò Copernico (1473-1543) con il suo "De Revolutionibus Orbium Coelestium" annunciò al mondo la sola e vera posizione del Sole e dei Pianeti nel Sistema Solare. Tycho Brahe (1546-1601) grandissimo ed ultimo osservatore del Cielo senza telescopio. Con le sue precise misure di posizione, in particolar modo di Marte, permise a Keplero di enunciare le Sue famose tre Leggi. Intuì che Cieli non erano incorruttibili (Supernova del 1572) e che le Comete erano astri del Cielo (Grande Cometa del 1577). Galileo Galilei (1564-1642) puntando il Suo "cannone" verso il Cielo diede inizio all'osservazione strumentale telescopica e nel Suo "Sidereus Nuncius" annunciò al mondo le prime scoperte astronomiche effettuate con il telescopio. Giovanni Keplero (1571-1630) scopritore delle famose Leggi che portano il Suo nome, e precisamente e succintamente la Legge delle Forme Ellittiche delle Orbite, la Legge delle Aree e la Legge dei Tempi di Rivoluzione. Isacco Newton (1643-1727) scoprì la Legge di Gravitazione Universale. Inventò anche il Riflettore, telescopio a specchi. Prima di Copernico si credeva che tutto l'Universo ruotava attorno alla Terra, come i sensi indicavano da una prima osservazione dei movimenti del Sole, della Luna , dei Pianeti e soprattutto delle Stelle. Non fu facile fare sapere al Mondo, ma in modo particolare convincere l'uomo che per tanti secoli aveva creduto in modo errato, la posizione degli Astri nello spazio, è da notare che solamente la Luna è sempre stata posizionata al posto giusto, infatti anche prima di Copernico, giustamente, era considerata un vero e proprio satellite del nostro pianeta Terra. Uranio FLY ME TO THE MOON Il cratere Cavalerius Al bordo occidentale della Luna possiamo osservare il cratere "Cavalerius", una formazione circolare di 60Km che costituisce una notevole coppia con Hevelius. I suoi versanti sono scoscesi e le pareti sono alte e terrazzate. Il fondo è piatto e all'interno troviamo una piccola montagna centrale, tre linee di creste e piccoli crateri. La sua formazione risale al periodo Eratosteniano (da -3.2 miliardi di anni a -1.1 miliardi di anni). Il periodo migliore per l’osservazione è 6 giorni dopo il primo quarto oppure 5 giorni dopo l'ultimo quarto. Alcuni dati: Longitudine: 66.8° Ovest Latitudine: 5.1° Nord Quadrante: Nord-Ovest Area: Bordo Occidentale della Luna Origine del nome: Dettagli: Bonaventura Cavalieri Matematico italiano del 17° secolo nato in Italia Nato a: Milano nel 1598 Morto a: Bologna nel 1647 Fatti notevoli: Discepolo di Galileo. Autore della teoria degli indivisibili nel 1635. Precursore del calcolo integrale. Autore del nome: Riccioli (1651) Nome dato da Langrenus: Nome non assegnato Nome dato da Hevelius: Nome non assegnato Nome dato da Riccioli: Cavalerius Nelle foto una ripresa amatoriale del cratere " Cavalerius " e una ritratto dell'epoca Bonaventura Cavalieri. Lo strumento minimo per poter osservare questo cratere è un rifrattore da 60mm. Davide Crespi IL CRATERE ARISTARCO il cratere lunare Aristarco fotografato il 24 gennaio 2013 da Oreste Lesca IL CRATERE ARISTARCO La luna fotografata da Gianluca Testa il 22 gennaio 2013 alle ore 19 con fotocamera Fuji fine-pix hs20 exr f-5,6 tempo-1/250 iso-100 obiettivo- 720mm L’OSSERVATORIO DI SUNO Le costellazioni di Orione, del Toro con il pianeta Giove, le Pleiadi e Sirio sullo sfondo dell’osservatorio di Suno ripresi da Oreste Lesca la sera del 31 gennaio 2013. Hanno collaborato Silvano Minuto Salvatore Trani Davide Crespi Sandro Baroni Oreste Lesca Gianluca Testa Vittorio Sacco