Nel cassone del pick-up Stella posteggiò la Corvette nel vialetto di casa, scese velocemente dall’auto e, attraversando il giardino, raggiunse Vuk, appoggiato alla fiancata del pick-up con le mani in tasca e lo sguardo torbido e impenetrabile, mentre Wonderwall degli Oasis usciva dai finestrini abbassati. “Vuk, chi sono quei ragazzi?” gli chiese in tono secco. “Conosco solo Drake. So che gli altri due sono licantropi.” “Cosa vogliono da me?” sbottò impaziente. “Non ne ho idea. Senti, ti andrebbe di bere una birra nel cassone del pick-up? Forse dovresti provare a rilassarti” mormorò Vuk addolcendo lo sguardo con il suo irresistibile sorrisetto. Fece scivolare le mani lungo le braccia di lei e intrecciò le sue dita. Le portò sulle sue labbra avvolgendole di sospiri caldi e teneri baci. Le avvolse, sotto le sue mani, sul viso di lei e le sfiorò leggermente le labbra, facendosi desiderare. Stella cedette al suo tocco e per la prima volta aprì spontaneamente le labbra per baciarlo, anticipandolo. Gli occhi di Vuk si ingrandirono per la sorpresa e la sua bocca ansimò sprofondando avidamente dentro di lei. Stella risalì ad accarezzargli il petto e gli gettò le braccia intorno al collo. Vuk le afferrò la carne sui fianchi e l’appiattì contro il cassone del pick-up cercando di sprofondare nel suo corpo. Vuk si ritrasse per un istante e le labbra di Stella esitarono come per protesta, così la sollevò oltre la lamiera del cassone facendosi spazio fra le sue gambe, mentre le labbra di Vuk tornavano calde e morbide su di lei. “Resta qui, arrivo subito” mormorò Vuk tra un bacio e l’altro, poi entrò in casa dalla porta sul retro, prese due birre dal frigo e tornò fuori offrendone una alla ragazza. “A cosa brindiamo, ragazzina?” Prese posto al suo fianco saltando sopra il cassone con una mossa atletica e sinuosa, mentre partiva Save Tonight di Eagle-Eye Cherry. “Alla luna piena” propose Stella, mentre si sistemava accanto a lui appoggiandogli la testa sulla spalla. Vuk piegò leggermente di lato la testa e sollevò le labbra nel suo solito sorrisetto sghembo. “A dopodomani notte, allora…” Toccò la bottiglia di Stella con la sua e gustò insieme a lei un sorso di birra. Poi si strinse i capelli in una mano e continuò, perplesso: “Non so se questa volta mi sarà possibile tenerti lontana da me. Vorrei poterti difendere da Drake”. “Vuk, non succederà niente se rimarrò con te tutta la notte, so che non mi farai del male.” Si lasciò avvolgere delicatamente dal suo abbraccio, mentre lui le baciava la fronte scostandole i capelli da una parte. “Non puoi esserne così sicura, Stella.” Con espressione tesa, Vuk prese un altro sorso di birra. “Sì, invece, i tuoi sentimenti per me lo impedirebbero” ribatté lei decisa passando le dita sui tratti scolpiti del suo petto, sopra la maglietta. “Nelle notti di luna piena, quando mi trasformo, ogni mio sentimento svanisce, Stella. Non posso oppormi al mio stato.” Le accarezzò le labbra con il pollice, riservando particolare attenzione al labbro inferiore. “Allora potrei chiedere a Donn di stare con me dopodomani sera, se dovessi rivederlo.” Mentre lo diceva, Stella si sollevò piano dalla sua spalla e si mise seduta accanto a lui. Vuk la sentì allontanarsi e la immaginò quella notte in compagnia di Donn. Divorato dalla gelosia, cambiò subito opinione per paura di vedersela sottrarre dal vampiro. “Posso proteggerti senza bisogno del suo aiuto!” sbottò in tono severo stringendole una gamba. Stella sussultò. “Sono troppi, Vuk, e tu sei da solo, non voglio che ti facciano del male!” esclamò seccamente, mentre lui le risaliva piano la coscia fino in cima, godendo del suo fremito in mezzo alle gambe. “E io impazzirei se tu dopodomani restassi con lui tutta la notte.” Stella arrossì, trasalendo di nuovo sotto lo sguardo di duro rimprovero del ragazzo. Vuk le mise una mano sotto il mento e le alzò il viso fissandola negli occhi, le mandibole serrate, gli occhi di fuoco e pieni di desiderio. “Allora è deciso, Vuk, rimarrò con te” mormorò Stella, soddisfatta del suo consenso. Si abbandonò sul suo petto mordicchiandosi il labbro e gli appoggiò il viso a lato del collo. Dallo stereo partì Time Stand Still degli All American Rejects. Vuk chinò la testa su di lei e le scostò i capelli dal viso. “Mi fai uscire di testa, ragazzina, lo sai, vero?” Si abbassò per darle un bacio e si spinse con la lingua nella sua bocca con un tale desiderio negli occhi che le fece tremare le gambe. Le succhiò il labbro inferiore e si mosse a fondo dentro di lei. La spinse all’indietro e cadde con lei sul cassone reggendo il suo peso in modo che si posasse con delicatezza sulla lamiera. Si sdraiò sopra di lei e si spinse contro il suo corpo. Le labbra di Stella si tesero in un sorriso e lui non poté fare a meno di baciarla, impadronendosi della sua bocca e assaporando a fondo ogni parte di lei. Le spostò una gamba con una mano e divaricò l’altra premendo le anche sul suo ventre, subito sensibile e ardente di desiderio. Grugnì a denti stretti e un fremito gli attraversò il corpo; le circondò il seno con una mano e con l’altra le strizzò le natiche. Stella ansimò e strinse le ginocchia sui suoi fianchi. Vuk le baciò le labbra, il viso e la gola, afferrandole i capelli e sentendola gemere. Premette il suo viso tra le mani, tenendola ferma, e la baciò con più convinzione spingendo la lingua a fondo per farle assaggiare la sua eccitazione. All’improvviso però sentirono dei rumori lungo la strada e i cani dei vicini abbaiare. Stella, spaventata dall’incontro con Drake, si sollevò di soprassalto. Dopo alcuni momenti imbarazzanti fatti di sguardi sfuggenti e parole non dette, Stella scosse confusa la testa e si passò una mano tra i capelli, baciando Vuk sulla bocca e intrecciando le dita alla sua chioma ribelle. “Buonanotte” ansimò con un fremito delle labbra. “Buonanotte, Stella” mormorò Vuk ricambiando il bacio, poi si sollevò in piedi, l’afferrò e la prese in braccio. Si appoggiò le cosce della ragazza alla vita e, con un balzo, saltò giù dal cassone posandola delicatamente a terra. Si appoggiò con gli occhi chiusi sulla sua fronte e le depose un ultimo bacio sulle labbra, poi riaprì gli occhi con lei e la sentì scivolare via lentamente dal suo abbraccio. Infine la vide entrare in casa e fermarsi confusa nell’ingresso. Vuk si appoggiò alla fiancata del pick-up e finì di sorseggiare la sua birra, mentre guardava con desiderio Stella togliersi i jeans e la maglietta in camera sua, attraverso la trasparenza delle tende, e andare a stendersi in sala sul divano, con la televisione accesa e un pigiamino succinto addosso. Quando fu sicuro che la ragazza si fosse addormentata, entrò in casa dalla porta sul retro e la raggiunse in salotto con passo felpato. Si chinò piano su di lei, la sollevò delicatamente e afferrò il telecomando che le era finito sotto il braccio, poi spense il televisore. Sfiorò con il naso il collo di Stella e inspirò a fondo il profumo della sua pelle. La baciò nuovamente succhiando tra un sospiro e l’altro le sue labbra e sentendo la sua bocca aprirsi sotto la pressione delicata della sua lingua, poi la adagiò sul divano e le distese sopra una coperta leggera che trovò sulla spalliera. Sentì però che Stella aveva ancora freddo, così la scaldò con il calore del suo corpo, rimanendo a vegliare su di lei tutta la notte, anche per proteggerla nel caso in cui si fosse ripresentato Drake. Alla fine si addormentò con le tenui sfumature dell’alba. I primi raggi di luce entrarono intensi dalle finestre e Vuk si svegliò di soprassalto sognando Stella fra le braccia di Drake. Sconvolto, si voltò verso di lei, ma non la vide più distesa sul divano al suo fianco. Si alzò di scatto e, in preda a un forte giramento di testa, sentì dei rumori provenire dalla cucina. Cercando di non farsi sentire, andò a vedere cosa stesse succedendo, ma non appena si affacciò sulla porta Stella gli sbatté contro rovesciandogli addosso due tazze di caffè bollente, senza riuscire a scansarsi in tempo . “Scotta” mormorò Vuk, scuro in volto. Sentì il caffè caldo allargarsi sulla maglietta. Colto di sorpresa, si guardò il petto e poi tornò a fissare Stella inarcando un sopracciglio. “Oh, merda! Vuk, mi dispiace tanto…” ansimò lei a disagio, sbarrando gli occhi per lo stupore. Appoggiò le tazze gocciolanti su un mobile della cucina accanto alla porta e tornò da Vuk. “Dimmi, Stella, pensavi che avessi freddo?” esclamò lui, divertito. La afferrò per i fianchi e la prese fra le braccia. La guardò arrossire sulle guance per l’imbarazzo e piegò lentamente le labbra in un sorrisetto scaltro. I suoi occhi sfrontati bruciavano di passione, bisogno e puro desiderio. “Temo di averti dato un buongiorno troppo caloroso…” mormorò lei, mentre gli infilava una mano sotto la maglietta e risaliva l’addome scolpito, scostando il tessuto bagnato dal petto. “Ormai è quasi gelido…” commentò Vuk. Si tolse velocemente la maglia, sentendola fredda lungo la pelle. Stella lo aiutò a sfilarla dalla testa, accarezzandogli il petto e afferrando con le mani i capelli scompigliati del ragazzo. “Sarà meglio che dopo mi versi io il caffè…” continuò ironico passandosi le mani sul petto come per togliersi la sensazione di umido che sentiva ancora sulla pelle. La luce che entrava dalla cucina faceva risaltare le linee del suo torace con un attraente gioco di chiaroscuri. Sotto quella luce poteva sembrare un modello o un musicista rock, un ribelle. Notò la sua eccitazione premere contro i jeans chiari e strappati. Gli cadevano sempre sui fianchi in quel modo seducente... “Credo che tu non abbia solo voglia di caffè, Vuk…” ansimò Stella. Si morse il labbro con una punta di malizia e infilò le dita in due passanti dei jeans di Vuk toccando a tratti la sua pelle sensibile e godendo dei fremiti sulla sua pelle. “Be’, penso che non ci sia da stupirsi, lo sanno tutti che mi piaci da impazzire, ragazzina… A proposito, buongiorno.” Si accostò al suo naso e la baciò guardandola negli occhi e tenendole il volto tra le mani. Stella gli gettò le braccia al collo e lui si chinò a baciarla con più convinzione, accarezzandole la bocca e insinuandosi appena con la lingua. “Vado a mettermi una maglietta” le sussurrò sulle labbra dandole un altro bacio e succhiandole con desiderio il labbro inferiore. “Sono in camera, nel secondo cassetto” mormorò Stella, ma non riuscì a finire di parlare che Vuk la interruppe, sicuro di sé. “Lo so” disse soffiandole sull’orecchio con voce calda e roca, lanciandole un’occhiata sensuale che la sciolse letteralmente mentre si voltava per salire le scale. Stella tornò in cucina e si diresse verso il lavello; guardò fuori dalla finestra e d’un tratto si sentì raggelare rendendosi conto che Drake, Ian e Nathan la stavano osservando, con lo sguardo assottigliato da predatori, appoggiati alla sua Corvette, aspettando il momento giusto per attaccare. All’improvviso Vuk rientrò in cucina e la abbracciò da dietro, ma Stella sussultò spaventata e la tazza del caffè che teneva in mano finì in frantumi nel lavello. “Stella, cos’hai?” chiese lui turbato, scorgendo un’ombra di paura nei suoi occhi. “Niente, Vuk, sto bene, devo solo rilassarmi.” Guardò di nuovo fuori dalla finestra, ma non vide più nessuno. “Stella, dimmi cos’hai visto.” “Forse c’era qualcosa là fuori.” Osservò la sua Corvette. “Era Drake, vero?” “Con gli altri due licantropi di ieri sera” confermò, mentre lui usciva infuriato dalla porta sul retro, pronto all’attacco. Non vedendo nessuno tornò in casa e bloccò Stella contro il muro della cucina trattenendole le braccia nelle sue mani. “Stella, dopo non tornare qui senza di me…” Non la lasciò andare finché non acconsentì, poi vide che la ragazza stava ancora fissando l’auto fuori dalla finestra. “Erano lì, vero?” chiese Vuk con tormento. Stella annuì. “Non ti preoccupare, andrà tutto bene.” “Adoro quando lo dici…” Si lasciò andare tra le sue braccia mentre sentiva le sue gambe stringerla contro il muro e il suo corpo premere eccitato su di lei. Stella si morse il labbro e tentò di sfuggire dalla sua presa, ma Vuk la trattenne attirandola ancora di più al suo petto. La sollevò su di sé dalle natiche e Stella sentì le cosce aprirsi al peso del suo corpo. Trattenne un gemito in gola e lo strinse ai fianchi con le gambe, circondandogli il collo con le braccia e strizzandogli convulsamente i capelli fra le dita. “Ti voglio, ragazzina, ti voglio disperatamente” ansimò Vuk. La baciò e le succhiò il labbro inferiore, tenendo le mani sotto le sue natiche. La morse sul mento e assaporò la sua pelle baciandola sul collo, mentre risaliva con una mano fra le sue cosce e sopra la curva del suo seno. Sentì le sue dita serrarsi sul braccio, i capezzoli turgidi e il suo corpo muoversi in estasi sul suo. Gli occhi di Vuk brillavano, scaltri e sfrontati. Non riusciva a spostarli dalla sua bocca. Lo sguardo del ragazzo era così intenso da farla sentire del tutto fuori controllo. Un lieve gemito le sfuggì dalle labbra e lui le infilò la lingua in bocca, la spinse a fondo e la avvolse con avidità alla sua. Si mosse lento e in modo sensuale dentro di lei. Stella lo sentì premere ancora di più fra le sue gambe e si aggrappò alle sue braccia forti. All’improvviso il cellulare iniziò a suonare sul tavolo della cucina e Stella lanciò un’occhiata al display. Era sua madre. Stava facendo delle riprese in Alaska, dove il segnale non era costante. To be continued...