Ricordando Carmelo Consolandi di Aldo Maria Calandra La vita uguaglia tutti gli uomini: la morte rivela gli uomini superiori. Non è una frase fatta. È di G.B. Shaw. Una frase che si può additare a molti uomini. Non a tutti, ma a quelli che, in vita, hanno veramente dato tutto se stessi a favore del prossimo. Carmelo Consolandi era tra questi. Ottantotto anni, anche se vissuti nella vita procellosa che si vive oggi, non sono molti: sono stati anni che Carmelo ha dedicato con amore e con sani principi religiosi, morali e di verità, alla famiglia, alla moglie, ai figli, ai nipoti. Carmelo ci ha lasciato lunedì mattina 10 febbraio, ed è andato a raggiungere lassù, nella gloria celeste e tra le dolci melodie di mille violini, la sua cara Rita, per vivere insieme a Lei, illuminati da Luce Divina, la vita eterna, e per cantare all’unisono il canto più bello dell’amore. Per noi tutti, nati in terra d’Oltremare; per noi che abbiamo vissuto come in una grande famiglia, col cuore in mano, e con la passione più sviscerata per quella Tripoli ormai così estranea e tanto lontana, quando scompare uno di noi, tripolino, è come se morisse una parte di noi, un momento della nostra vita; come se si lacerasse un lembo della nostra carne. Pezzi di vita che se ne vanno! È il mistero della vita che ci circonda. È il mistero del tempo che corre via più veloce di quanto non corresse una volta. E mentre tutto questo scompare, ecco che riaffiorano i ricordi. Si dice che i ricordi siano la malattia della mente. Ebbene, sono proprio i ricordi che ci riportano ai momenti più belli, quelli vissuti con il nostro papà, con la nostra mamma, i nostri fratelli, gli indimenticabili compagni di scuola, gli amici. Sono i ricordi della nostra giovinezza che ritornano come un fiume pulsante senza argini. Papà Carmelo e Mamma Rita non sono più. Papà, Mamma: due parole che ridondano in soavità e in dolcezza, che rimangono il ricordo più intenso dei figli Giancarlo e Maurizio. Due nomi che i figli non dimenticheranno mai perché è ad essi che devono il dono più prezioso: la vita. Il passato dei genitori non è che l’avvenire dei figli. Tutta l’Associazione “Fratel Amedeo” dei Fratelli Cristiani, il Presidente Giancarlo Consolandi, gli ex alunni che frequentarono la Scuola di Via Mazzini a Tripoli, nella girandola veloce degli ’anta, raggiunti e superati, ricordano commossi Carmelo Consolandi, che fu anche Presidente dell’Associazione e “Stella d’oro” al merito lasalliano. Noi, che abbiamo vissuto nell’italico “Bel suol d’amor” africano, e siamo passati tutti per le classi della scuola dei Fratelli Cristiani; tutti, ci sentiamo uniti nella dolce atmosfera familiare di quella terra che ci ha visto nascere, crescere e studiare, e il nostro cuore, nelle ore liete o nei momenti solenni, danzava di gioia o palpitava di emozione. Non sono sensazioni perdute, il ricordo di tutto e di tutti riesce a trattenerle. Sono riflessi e passaggi di luce di un tempo che non ha fine. Ecco, le angosce dei figli di Papà Carmelo sono le nostre angosce, le lacrime dei figli di Papà Carmelo sono le nostre lacrime. Dopo la corsa affannosa che profonde la tumultuosa vita terrena, Papà Carmelo si trova ora in un Mondo migliore. Qui rivivrà il senso sacro della Legge Divina. Per i figli e per i nipoti di papà Carmelo… la vita continua. E così per tutti i fratelli di Carmelo. E così per i figli e nipoti di tutti coloro che lo conobbero, che lo amarono e che oggi ne perpetuano la memoria. Aldo Maria Calandra