CERVA AMABILE, GAZZELLA GRAZIOSA Trova semp re gi oia nella donna del la t ua giovinezza: cerva amabile, gazze lla graziosa, i suoi seni ti inebrino sempre, s ii se mpre invaghito del suo amore! ( Prove rbi 5, 18-19) «Mig li aia e migliaia di anni d i temp o / non racchiudono il minuscolo secondo d i eternità / di q uando mi hai baciato / d i qu an do ti ho baciata / un mattino, nella luce d i un sole invernal e, / in un parco di P ar igi, / a Parigi su questa terra / che è una stella ». Il poeta francese Jacques Prévert (190 0- 1977) ha così fissato quel «secondo di eternità » che l’amor e genui no di una coppia cust odisce al suo interno. Quando si ama in pienezza , il tem po si dissolve e si pregusta l’eter nità : no n per nulla il Cantico dei cantici defin isce l’amore «una fiamma divina» (8,6). È lo st esso stupendo poema b iblico a ricorrere all’immagine mobile, vivace, tenera del cerbi att o per descrivere i due inn am orati, protagonisti di quell’opera. Ebbe ne, una sorta d’anticipazione è nel delizioso fr amm ento poetico che ora presentiamo e che abbiamo desunto dal libro dei Proverbi. L’ap pello dell’antico sapiente ebreo vale in o gni epoca e sotto ogni cielo: rimani sempre f ed ele a lla donna che hai sposato nella giovinezza ! Tieni sempre sf avil lant e la fiamma de ll’amo re! C’è, infatti, una bellezza dolce e quie ta nel volto dell’amata anche quando su quei lineamenti si stende la tenue ra gn at ela delle rughe. Quante volte capita di ve dere nei parchi di una città una coppia d i anzia ni che si tengono sottobraccio con la stessa delicatezza e sint onia che avevano ci nq ua nt ’a nni prima. Ai nostri giorni si sta perdendo u n sentimento che è, invece, decisivo ne ll’amo re, la tenerezza. Essa pervade i due versetti biblici che abbiamo citato e tutto il flusso p oe tico del Cantico dei cantici le cui 2250 paro le ebraiche sono tot almente imbevute di q ue sto sentimento. Certo, il sapiente dei Proverbi ben conosce il rischio che sta sempre in agguato : la fragilità de ll e scelte umane, la cadu ta p esa nt e nel piacere volgare. Infatti, subito d o po le parole che abbiamo riproposto, si rivolg e così al suo ascoltatore: «Perché, figlio mio , perderti con una strani era e stringerti al pe tto una sconosciuta?» (5,20). Ecco la necessità di non dilapid are quel tesoro di sentime nt i, di passione, di connivenze, di intimità pe r u n istante di follia e di eccesso: «Sia b en ed et t a la tua sorgente, trova sempre gioia n ella donna della tua giovi nezza!». In questa cel ebrazione della fedelt à coniugale e nel monito contro ogni tradimento , come è noto, si cela in filigrana un appello di indole più religiosa. I profeti, infa tti, avevano rappresentato il rapporto tra Dio e I sraele col simbolismo nuziale e amo roso , denunciando anche gli adulteri idolatrici della sposa Israele. Ebbene, anche l’autor e de i Proverbi allusivamente, in questo elogio d ella f edeltà coniugale, vuole invitare il discepo lo ad esser e costantemente abbracciato a lla sapienza, sorgente di vita e di felicità. Anch e il Salom one del Libro della Sapienza con fessava: «È la sapienza che ho amato e corteg giato fin dalla m ia gi ovinezza, ho bramato di f ar la m ia sposa, mi sono innamorato della sua bellezza» (8,2). -1-