Stelle Primo Levi 2013 Roberto Bedogni INAF Osservatorio Astronomico di Bologna via Ranzani, 1 40127 - Bologna - Italia Tel, 051-2095721 Fax, 051-2095700 http://www.bo.astro.it/~bedogni/primolevi Email :[email protected] Cosa sono le stelle ? Le stelle sono sfere autogravitanti di gas ionizzato ad alta temperatura, che emettono energia, la cui fonte risiede nelle reazioni nucleari, che avvengono nella regione centrale, detta nucleo, e che consistono nella fusione di idrogeno in elio, di gran lunga la più importante, ed in seguito in altri elementi più pesanti. Le stelle sono sfere di gas ionizzato, che producono energia al loro interno e la riemettono nello spazio circostante Le stelle sono fucine termonucleari autoregolate. Almeno nella stragrande maggioranza dei casi, in qualche caso infatti i meccanismi non si rivelano sufficienti e si verifica un'esplosione. Le stelle si evolvono ? I meccanismi di produzione dell'energia garantiscono alle stelle condizioni di stabilità su tempi che vanno dai milioni ai miliardi di anni. Solo nel secolo scorso i progressi della scienza hanno consentito di comprendere appieno i meccanismi ed i fenomeni che regolano l'evoluzione delle stelle dalla formazione sino agli stadi finali della loro vita. Il concetto di evoluzione prima poteva essere unicamente supposto, dal momento che in natura non esistono serbatoi infiniti di energia. Fu necessario attendere lo sviluppo della termodinamica nel XIX secolo per rendersi conto che calore ed energia erano la medesima cosa e che l'irraggiamento era una forma di trasporto dell'energia, ma si dovette attendere lo sviluppo della fisica nucleare nel XX per comprendere che la fonte dell'energia stellare risiedeva nella fusione nucleare dell'idrogeno. Le stelle: proprietà fisiche Parametri fisici- la composizione chimica delle stelle Elementi (misura diretta) La composizione chimica di una stella si ricava dalle misure spettroscopiche ed è riferita alla fotosfera stellare Idrogeno ed Elio Gli spettri delle atmosfere stellari, solitamente a righe di assorbimento, mostrano che gli elementi di gran lunga più abbondanti sono Idrogeno e Elio, i quali da soli costituiscono una rilevante frazione (dal 96% al 99%) della massa di una stella. Metalli Il resto è suddiviso tra gli altri elementi, che gli astronomi denominano nel loro complesso con il termine di metalli, in una miscela in cui prevalgono carbonio, ossigeno, azoto, neon, argon, magnesio, zolfo, calcio, potassio, ferro, nichel, titanio, silicio, circa nelle stesse percentuali che si riscontrano sulla Terra. Metallicità Il valore della metallicità si ottiene utilizzando come misura di riferimento l'abbondanza degli elementi metallici del Sole. Tale misura non è di carattere assoluta ma relativa. Le linee di assorbimento che si osservano sono quelle dell'idrogeno e del ferro. La metallicità del Sole è pari ad un 1,6% della massa. L'indice di metallicità si ottiene dal rapporto Fe/H che rappresenta il logaritmo del quoziente tra l'abbondanza di metalli nella stella e l'abbondanza solare. Questa è la sua formula: [Fe/H] = log10(Fe/H)stella – log10(Fe/H)Sole dove (Fe) indica il valore dell'abbondanza di ferro ed (H) quella dell’idrogeno Per il Sole sarà [Fe/H] = 0. Gli oggetti con meno metalli del Sole possiedono un indice di metallicità negativo mentre gli altri oggetti ricchi in metalli possiedono un indice positivo. La scala è logaritmica, una metallicità di "-1" equivale a una abbondanza dieci volte minore a quella del Sole e un indice di valore "+1" corrisponde ad una abbondanza dieci volte maggiore. Parametri fisici - la luminosità delle stelle ¾ Luminosità (misura diretta)= energia totale emessa dalla superficie della stella ogni secondo e si misura in Joule/sec=J/s Nota la luminosità del Sole, quella delle stelle è calcolabile quando se ne conosca la magnitudine assoluta M; operando il confronto con i rispettivi valori solari, si ottiene M-M~ = -2,5 log(L/L~) con M~ = 4,83 (magnitudine assoluta del Sole). NB L~ è la luminosità del Sole pari a 4 ·1026 J/sec 100000 L~ Super giganti nane bianche 0,0001 Parametri fisici – la temperatura delle stelle ¾ Temperatura (misura indiretta)= temperatura della sua fotosfera Le temperature delle stelle si distinguono in: Temperatura effettiva (corpo nero in equilibrio termodinamico) Temperatura di colore (in un intervallo di lunghezza d’onda-colore) Temperatura bolometrica (su tutto lo spettro) Temperatura di eccitazione e di ionizzazione (a seconda dei processi di formazione delle righe spettrali) 30000 bianco azzurro verde T (ºK) giallo rosso 2000 arancione T~ T~ è la temperatura del Sole pari a 5700 ºK Parametri fisici – il raggio delle stelle Nane 100 500 Ro Super giganti 1 Giganti 0,00003 Stelle di neutroni ¾ Raggio (misura quasi sempre indiretta)= raggio della sua fotosfera R~ è il raggio del Sole pari a circa 700.000 Km Raggio delle stelle-misura • Solo in alcuni specialissimi casi e con tecniche sofisticate è possibile avere una misura diretta dei diametri stellari. • Le osservazioni con i telescopi non permettono di osservare il disco stellare: le stelle, per quanto siano potenti i telescopi, appaiono sempre puntiformi, del tutto simili all'idea geometrica che possediamo del punto. • Alcune eccezioni: Betelgeuse figura a lato Betelgeuse Raggio temperatura e luminosità La legge di Stefan-Boltzmannn (corpo nero-equilibrio termodinamico) risulta particolarmente utile per calcolare la quantità di energia emessa nell'unità di tempo da un corpo, di cui si conosca la superficie. Tale quantità prende il nome di luminosità L. Per un corpo nero di forma sferica con raggio R, che si trovi alla temperatura T, la luminosità vale L = 4πR2 σT4 σ= 5,67×10-8 J/(m2T4s) Raggio delle stelle-misura Parametri fisici- la massa delle stelle ¾ Massa (misura indiretta) La massa di una stella coincide con la massa di tutta la materia da cui essa risulta composta Giganti azzurre 100 M~ Nane Stelle di neutroni 0,5 M~ è la massa del Sole pari a 2 ·1030 Kg 1. La massa delle stelle è misurabile direttamente per i sistemi binari 2. La relazione massa-luminosità permette una stima indiretta della massa (vedi in seguito stelle binarie) Popolazioni stellari Le osservazioni portano, dunque, ad individuare popolazioni stellari diverse, caratterizzate dal diverso contenuto di metalli. Gli astronomi chiamano stelle di Popolazione I le stelle appartenenti agli ammassi aperti, ricche di metalli (circa il 2% della massa stellare) Stelle di Popolazione II quelle appartenenti agli ammassi globulari, povere di metalli (circa lo 0,2% della massa stellare). Sistemi Binari Sistemi binari Un primo livello di aggregazione, nel quale si trova circa il 70% delle stelle, è costituito sistemi dai binari o stelle doppie. Si tratta di stelle che all'occhio nudo appaiono singole, ma che con l'ingrandimento di un telescopio (binarie visuali) o con l'osservazione fotoelettrica (binarie fotometriche o ad eclisse) o spettroscopica (binarie spettroscopiche), appaiono formate da due componenti stellari vicine, a pochi secondi d'arco l'una dall'altra. Un sistema binario è costituito da due stelle che percorrono ciascuna un'orbita ellittica intorno al comune baricentro, per effetto della mutua attrazione gravitazionale, secondo le leggi della meccanica Newtoniana. Il periodo di rivoluzione è tanto maggiore quanto maggiore è la distanza tra le due componenti e viceversa, come risulta dalla terza legge di Keplero. Binarie Visuali Il Sistema della Kruger 60 (distanza 13 a.l.) Periodo orbitale=44,6 anni-Semiasse 9,5 U.A. L'orbita di una delle stelle di un sistema binario visuale rispetto all'altra si determina con successive osservazioni fotografiche. Nella figura sono mostrate tre fotografie della stella Kruger 60, ottenute nel 1908, 1915 e 1920. Si notano le diverse posizioni delle componenti A e B durante un intervallo di tempo di 12 anni. Binarie Visuali I sistemi binari visuali con le componenti meno separate tra di loro hanno periodi di rivoluzione dell'ordine di un centinaio di giorni, mentre quelli con le componenti più separate hanno periodi sino a decine d'anni o più. Sono note circa 60000 doppie visuali. Lo studio del moto orbitale delle due componenti di un sistema binario permette di determinare la massa delle due stelle. Elementi orbitali di un sistema binario Gli elementi orbitali, necessari a definire un'orbita di una binaria, sono: • Periodo orbitale P • Istante T del passaggio al periastro • • L'inclinazione i rispetto al piano del cielo L’angolo di posizione della linea dei nodi Ω • Il semiasse maggiore a (in U.A.) NB a=a1 + a2 semiassi delle orbite delle due stelle rispetto al baricentro L'eccentricità e La longitudine del periastro ω • • Solo P a ed e sono intrinseci al sistema gli altri dipendono dalla posizione dell’orbita rispetto all’osservatore NB a (in U.A.) = a"/ parallasse Binarie Visuali -parametri Dalla terza legge di Keplero per un sistema binario di masse MA ed MB Si ha: MA + MB = 4 π2 a3 /(G ·P2) con G=6,670 ·10-8 gr cm3 s -2 Se a (semiasse maggiore) è misurato in cm e P (periodo orbitale) in secondi Binarie Spettroscopiche La figura mostra lo spettro di una binaria spettroscopica (strisce scure orizzontali) con le componenti in posizioni diverse l'una rispetto all'altra. Si noti, nello spettro superiore, la presenza di righe doppie, che nello spettro inferiore sono singole. Le righe doppie sono dovute al diverso moto lungo la direzione di vista (velocità radiale) delle due stelle rispetto alla Terra. Quando appare una sola riga, significa che le due stelle sono sovrapposte e non c'è differenza di moto relativo tra le due componenti (e quindi non c'è spostamento per effetto Doppler). Le componenti di una binaria spettroscopica sono molto vicine tra loro e sono osservate contemporaneamente nella fenditura dello spettroscopio: per questo gli spettri delle due stelle vengono visti insieme. Le righe scure verticali, su uno sfondo grigio, rappresentano lo spettro di riferimento, usato per confronto. Binarie Spettroscopiche Nella figura viene mostrato lo schema delle posizioni delle stelle come viste dalla Terra e il relativo aspetto delle righe spettrali. Nelle posizioni (3,1) ed (1,3) le due componenti sono allineate lungo la direzione di vista e si registra un unico spettro con la presenza di una sola riga. Invece nelle posizioni (2,4) e (4,2) le componenti sono entrambe visibili, pertanto si vedono due spettri. La posizione delle righe appare diversa perché le due componenti hanno velocità radiale diversa rispetto alla Terra: una appare in avvicinamento e l'altra in allontanamento. Sono riportate una riga della zona blu dello spettro, una riga gialla e una rossa. Binarie Spettroscopiche effetti della rotazione stellare Nella figura viene mostrata la curva di velocità della binaria spettroscopica U Cephei che mostra l’effetto della rotazione stellare nella sua curva di velocità radiale. Binarie Spettroscopiche effetti della rotazione stellare Nella figura viene mostrata la curva di velocità della binaria spettroscopica U Cephei che mostra l’effetto della rotazione stellare nella sua curva di velocità radiale. Binarie ad eclisse-Transiti e fotometria Binarie ad eclisse-Transiti e fotometria Binarie Spettro-Fotometriche (ad eclisse) parametri La binarie fotometriche che sono anche spettroscopiche permettono di determinare il massimo dei parametri fisici del sistema di stelle ! 1) Nota l’orbita “spettroscopica” si determinano i valori a1seni ed a2 seni (dove a1 ed a2 sono i semiassi ed i l’inclinazione) 2) dall’orbita “fotometrica” si ricava l’inclinazione i e abbiamo quindi i valori assoluti dei semiassi a1 ed a2 3) Dalla somma a=a1+a2 ricaviamo i raggi stellari R1 ed R2 (ad es in km) 4) In modo analogo si ricavano le masse stellari M1 ed M2 5) Noti i raggi e, dall’analisi spettrale, i tipi spettrali delle componenti si può ricavare la temperatura effettiva e quindi le magnitudini bolometriche 6) Correggendo le magnitudini bolometriche si ricavano le magnitudini assolute visuali 7) Dal confronto con le magnitudini apparenti si hanno facilmente la distanza e la parallasse che può essere confrontata con la parallasse osservata In questo modo otteniamo valori certi dei principali parametri stellari Relazione massa luminosità La relazione massa luminosità stabilisce che per le stelle di sequenza principale la massa e la luminosità sono tra loro legate dalla seguente relazione: L ~ M 3.5 dove L ed M sono la luminosità e la massa espresse in unità solari. Relazione massa luminosità e stelle binarie Utilizzando le stelle binarie, che fortunatamente sono numerose, e la terza legge di Keplero gli astronomi hanno determinato empiricamente una relazione che lega la massa e luminosità di una stella. Se L ed M rappresentano rispettivamente la massa e la luminosità di una stella, espresse in unità solari, valgono le seguenti relazioni: 1. per le stelle di piccola massa, M ≤ 0,5 L = M2.5 2. per le stelle di massa intermedia, 0,5 < M ≤ 3 L = M3 3. per le stelle di grande massa, M > 3 L = M4 In media si può assumere L = M3. Le relazioni forniscono unicamente una stima della massa e sono valide per la sequenza principale Binarie ad eclisse-tabella Sp1 Sp2 M1/M~ M2/M~ R1/R~ R2/R~ Mbol2 Mbol1 WW Aur A5-7 A7 1,81 1,75 1,9 1,9 +1,6 +1,8 AR Aur B8 B9,5 2,55 2,30 1,8 1,8 -0,2 +0,4 Y Cyg O9,5 O9,5 17,4 17,2 5,9 5,9 -6,5 -6,5 VY Gem M1e M1e 0,64 0,64 0,62 0,62 +7,7 +7,7 Z Her F4 IV K0 IV 1,22 1,10 1,6 2,6 +3,0 +3,3 RX Her B9,5 A1 2,75 2,33 2,4 2,0 -0,2 +0,7 TX Her A5 F0 2,1 1,8 1,8 1,5 +1,7 +2,8 AR Lac G2 K0 1,32 1,31 1,54 2,86 +3,8 +3,1 UV Leo G0 G2 0,9 0,9 1,10 0,99 +4,4 +4,7 U Oph B5 B6 5,20 4,65 3,4 3,1 -2,5 -2,0 WZ Oph G0 G0 1,11 1,11 1,37 1,35 +3,9 +3,9 ξ Phe B6V A0V 6,1 3,0 3,4 2,0 -2,2 +0,5 Binarie ad eclisse-Giganti e supergiganti Sp1 Sp2 M1/M~ M2/M~ R1/R~ R2/R~ Mbol2 Mbol1 V365 Sgr A2 II B3 4,7 12,0 11 4,9 -2,8 -3,9 ζAur K4 Ib B7 V 8,3 5,6 160 … -4,4 … 31 Cyg K3 Ib B3 V 18,2 8,9 170 4,7 -4,9 -3,8 32 Cyg K6 I B3 V 22,9 8,1 360 3,9 -5,6 -3,4 Sistemi stellari multipli Con il telescopio si scoprono sistemi multipli di stelle, ossia un sistema binario in cui ogni membro appartiene a sua volta ad un sistema binario. Uno di questi sistemi, e sicuramente il più famoso, è quello di Alcor e del sistema doppio Mizar. Mizar e Alcor formano un sistema doppio ottico (cioè non legato gravitazionalmente), separato di 12 minuti d'arco; Mizar, come si vede dall'ingrandimento, è un sistema doppio visuale, con separazione 12.2 secondi d'arco (facilmente osservabile con un buon binocolo). Ognuna delle due componenti di quest'ultimo sistema è a sua volta una binaria spettroscopica. È possibile che Mizar B sia un sistema triplo. Stelle variabili Stelle variabili introduzione La stella variabile Mira osservata da HST Le stelle variabili mostrano variazioni di luminosità fino ad una decina di magnitudini stimato dalla loro variabilità fotometrica con cambiamenti nello spettro e variazioni di velocità radiali Le variazioni di luminosità presentano variazioni da qualche ora a qualche anno Alcune hanno lunghi intervalli di quiescenza e poi riprendono a variare La prima variabile fu osservata da Fabricius nel 1596 ed la stella ο Cet da lui denominata “Mira” (meravigliosa straordinaria) Stelle variabili I nomi delle stelle variabili sono stati fissati da Argeklander verso la metà del XIX secolo Il nome è costituito da una lettera maiuscola da R a Z o da una coppia di lettere maiuscole seguito dal nome (abbreviato) della costellazione. Quando il numero delle lettere, sia singole che doppie, è finito si impiega un numero da 335 in poi (es: R Lyr, DQ Her, V 335 Aql ….) Vanno ovviamente distinte dalle variabili propriamente dette le binarie ad eclisse di cui bisogna riconoscere il carattere di sistema binario o come binarie visuali o come binarie spettro-fotometriche Le variabili mostrano delle curve di luce che possono essere sovrapposte mostrando, oppure no, il carattere di periodicità delle stesse. Stelle variabili-Tipologia Le variabili sono stelle la cui luminosità varia effettivamente, cioè la stella stessa diventa più o meno luminosa. Alcune (NB solo alcune) di queste si raggruppano nei seguenti tipi: Variabili di tipo Mira Variabili Cefeidi Variabili RR Lyrae Variabili Alpha Cygni Variabili Delta Scuti Variabili S Doradus Varabili eruttive Variabili cataclismatiche Etc… Stelle Novae Supernovae Stelle variabili intrinseche proprie Prototipo Tipo spettrale Tipo di variabilità Periodo (giorni) note Cefeidi classiche Pop I δ Cep, η Aql F5-G supergiganti Periodiche 1-50 Pulsazioni radiali Cefeidi Pop II W Vir G-K Supergiganti Periodiche 1-50 Pulsazioni radiali RR Lyrae Pop II RR Lyr A-F Giganti POP II Periodiche 0,2-1 Pulsazioni radiali Cefeidi nane δ Sct A0-F5 Giganti (?) Multi-periodiche 1 Pulsazioni multiple β Cephei β Cep B0-B2 Giganti Periodiche 1 Pulsazioni non radiali Intermedie RV tau K Supergiganti Periodiche 50-100 Pulsazioni radiali atipiche Mira ο Cet M Supergiganti Periodiche 100-400 Pulsazioni radiali atipiche Semiregolari α Her M Supergiganti Aperiodiche Fenomeni atmosferici Stelle variabili atipiche nome Tipo spettrale Tipo di variabilità Periodo note Novae DQ Her V603 Aql Pec. Subluminose Acicliche 100 ? Esplosioni in binarie Novae ricorrenti T CrB, RS Oph Pec. Subluminose Cicliche 30 Esplosioni in binarie Stelle simbiotiche Z And M + em Subluminose? Irregolari U Geminorum U Gem Pec, G Subluminose Cicliche R Coronae Borealis R CrB G Giganti ? Irregolari T Tauri T Tau, RW Aur Pec. Superluminose Irregolari Protostelle- variabili eruttive P Cygni P Cyg AeB Supergiganti Irregolari Prime fasi stelle Massicce Carinae η Car Pec. Superluminose Irregolari Prime fasi stelle Massicce Binarie ? 100 Esplosioni in binarie Cefeidi classiche-curva di luce Le cefeidi sono stelle supergiganti di Popolazione I (stelle di disco) con tipi spettrali F-K Hanno una curva di luce regolare con un rapido incremento di luminosità seguito da un lento declino La variazione di luminosità è interpretata come una sequenza di pulsazioni radiali che interessa la materia compresa tra 0,8 ed 1 raggio stellare Cefeidi classiche-curva di luce Le Cefeidi nei dintorni del Sole Il meccanismo di pulsazione delle Cefeidi Le pulsazioni sono dovute a un processo che prende il nome di meccanismo κ. Una parte dell'atmosfera esterna dell'astro diviene otticamente più tenue a causa della ionizzazione dell'He II in He III. Quando gli atomi perdono un elettrone, la probabilità che essi assorbano energia aumenta; ciò provoca un aumento della temperatura che causa l'espansione dell'atmosfera. Al termine dell'espansione, la densità e la temperatura diminuiscono e l'He II He III inizia a ricombinarsi in He II; l'atmosfera diviene dunque meno ionizzata e perde energia, raffreddandosi e dunque contraendosi (nel rispetto della prima legge di Gay-Lussac). Quando la stella si contrae, la densità e la temperatura dello strato di elio monoionico (He II) aumentano, mentre quest'ultimo viene nuovamente ionizzato in He III. L'opacità aumenta e il flusso energetico proveniente dall'interno della stella viene effettivamente assorbito. La temperatura dello strato aumenta, mentre re-inizia l'espansione e il ciclo ricomincia; il risultato di questo ciclo è la periodica pulsazione dell'atmosfera della stella e una conseguente variazione della luminosità. Relazione periodo luminosità Le variabili Cefeidi sono stelle pulsanti con periodi che vanno da 2 a 40 giorni. La signora Leavitt nel 1912 trovò, dopo avere effettuato centinaia di misure delle variabili Cefeidi nelle nubi di Magellano, una relazione tra il periodo P e la magnitudine assoluta Mv. Mv=-20.5 log P -1,37 Da notare che le Cefeidi classiche sono stelle di Pop I mentre le Cefeidi W Virginis in tutto identiche alle altre salvo la variazione di luminosità (1,5 magnitudini più deboli delle “classiche”) sono stelle di Pop II Cefeidi come candele standard In altri termini le Cefeidi più brillanti variano di luminosità più di quelle meno brillanti e quindi è possibile risalire dal periodo di variabilità alla magnitudine assoluta. Dal momento che la magnitudine apparente è sempre disponibile viene ad essere noto immediatamente il modulo di distanza e quindi la distanza stessa. Per questo motivo le Cefeidi sono dette indicatori di distanza o candele standard. Variabili eruttive Espansione della stella variabile V838 Monocerotis ad una distanza di 20000 a.l. è diventata 600000 volte più luminosa del Sole Novae Le Novae sono stelle variabili, non periodiche, che dopo fasi di quiescienza variano di luminosità impulsivamente con rilascio di una gran quantità di energia pari a circa 10 46 erg Un piccolo «zoo» stellare Antares - α Sco Temperatura = 2800°K Luminosità = 9000 L~ Diametro = 4 UA Distanza = 520 al F. Mazzucconi Betelgeuse - α Ori Temperatura = 2800°K Luminosità = 10000 – 19000 L~ Diametro = 700 – 1300 D~ Distanza = 450 a.l. Orbita di Giove F. Mazzucconi Betelgeuse - α Ori Rasalgethi - α Her Nell’infrarosso sarebbe la stella più brillante del cielo Mercurio Temperatura = 2500°K Luminosità = 500 L~ Raggio = 2 UA Distanza = 380 al Marte F. Mazzucconi Archernar Classificazione Classe spettrale Distanza dal Sole Costellazione stella bianco-azzurra di sequenza principale B3 Vpe 144 anni luce Eridano Dati fisici Diametro medio Raggio medio Massa Temperatura superficiale Luminosità Indice di colore (B-V) Età stimata circa 13 900 000 km circa 10 R☼ 6-8 M☼ 14.500–19.300 K (media) 2.900-5.400 L☼ -0,20 da 1 a 5 milioni di anni Dati osservativi Magnitudine apparente da Terra Magnitudine ass. Parallasse Moto proprio Velocità radiale 0,50 -2,77 22,68 ± 0,57 mas AR: 88,02 mas/anno Dec: −40,08 mas/anno +16 km/s Il sistema di α Centauri α Cen Le dimensioni rispetto al Sole Proxima Sole α Centauri A F. Mazzucconi α Centauri B A α Cen – Rigil (il piede) B • • • • • • Distanza = 4,35 a.l. Tipo spettrale = G2 Massa = 1,09 M~ Raggio = 1,23 R~ Luminosità = 1,54 L~ Età = 4,85 – 6,8 miliardi di anni • Temperatura = 5770°K F. Mazzucconi • • • • Tipo spettrale = K1 Massa = 0,91 M~ Raggio = 0,86 R~ Luminosità = 0,50 L~ • Temperatura = 5300°K • Anno di scoperta: 1752 Il sistema di α Cen Proxima P=106 anni P=80 anni Giove α Cen B 11,6 UA 36 UA α Cen A 13.000 UA (300 Plutone) = O,24 al Urano F. Mazzucconi ? Proxima Centauri • • • • • • • • • E’ una nana rossa, che Distanza = 4,22 a.l. è stata per lungo Tipo spettrale = M5 tempo la stella più Massa = 0,12 M~ debole conosciuta Raggio = 0,15 R~ • Vista dalle altre due stelle è una stellina Luminosità = 1/18.000 L~ appena visibile a Età = 5 – 6 miliardi di anni occhio nudo, mv = 4,8 Temperatura = 3300°K • Messa alla distanza del Sole, il disco della Anno di scoperta: 1915 stella sarebbe appena visibile F. Mazzucconi Caratteristiche di Proxima • E’ una flare-star, cioè una stella con un’intensa attività superficiale • Nell’arco di pochi minuti può aumentare la sua luminosità di molte volte • Durante le esplosioni emette la stessa quantità di raggi X che emette il Sole, il che rende del tutto improbabile la presenza di vita su eventuali pianeti F. Mazzucconi Pistol Nebula e stella M ~ 100-200 M~ L > 107 L~ d ~ 25000 a.l. SN tra 2 Myr SN 1987A LMC D=169000 a.l.