CITTÀ DI TORINO ASSESSORATO PER LA CULTURA sabato 16 settembre 1989, ore 16 Aula Magna della Caserma Cernala SETTEMBRE MUSICA II bambino e le stregonerie Fantasia lirica in due parti di Maurice Ravel su libretto di Colette (versione italiana del libretto di Franco Calvetti riletta, adattata ed approvata dai bambini e dai compositori) Trascrizione della partitura di Azio Corghi, Giulio Castagnoli, Giuseppe Gavazza e Maria Luisa Pacciani Dolly Dingle balletto soggetto di Caterina e Marta musica di Sergio Liberovici In collaborazione con i Compositori Associati Il bambino e le stregonerie Fantasia lirica in due parti di Maurice Ravel su libretto di Colette (versione italiana del libretto di Franco Calvetti riletta, adattata ed approvata dai bambini e dai compositori) Trascrizione della partitura di: Azio Corghi, Giulio Castagnoli, Giuseppe Gavazza e Maria Luisa Pacciani per sei strumentisti, direttore, attrice e voci registrate Marco Bruno, flauto e ottavino Edmondo Tedesco, clarinetto, clarinetto basso e clarinetto piccolo Francesco Manara, violino Marco Robino, violoncello Daniele Vineis, percussioni Maria Luisa Pacciani, pianoforte Paola Roman, attrice Andrea Molino, direttore Progetto didattico di: Giulio Castagnoli, Giuseppe Gavazza e Maria Luisa Pacciani Introduzione, La poltrona e il dondolo, L'orologio, La tazza e la teiera, Il fuoco e la cenere, La principessa, L'aritmetica, Gatti, In giardino, Danza delle rane, Finale, (A. Corghi) (G. Castagnoli) (G. Castagnoli) (G. Gavazza) (G. Castagnoli) (M. L. Pacciani) (M. L. Pacciani) (G. Castagnoli) (G. Gavazza) (M. L. Pacciani) (A. Corghi) Dolly Dingle balletto soggetto di Caterina e Marta musica di Sergio Liberovici Partitura per pianoforte a quattro mani, quintetto di fiati (flauto e ottavino, oboe, clarinetto, corno, fagotto) e percussioni. Contropartitura per voci di bambini, mirlitons, battimani Personaggi e interpreti: Pianoforte, Flauto e ottavino*, Oboe*, Clarinetto*, Corno*, Fagotto*, Lucia Donnini, Maria Luisa Pacciani Marco Bruno Vincenzo Vullo Walter Frezzato Ugo Favaro Francesca Puliafito * Anche percussioni (Quintetto a fiati del Gruppo Musicale Cameristico) Dolly e Dingle Guardiano di giardino Ragazza con cagnino Vanitosa Cagnaccio tutto solo Istitutrice e collegiali Bambini già delle classi V A e V C, a Bimbo con palloncino , , , ,, „ , ... , r > tempo pieno, della Scuoia Elementare Bimba con lecca-lecca „, _ 1 ,. , ,. Leone Fontana di Tonno T, Bambina col cerchio Ragazzi con la corda Timothy, in monopattino Compagnia di attori Ragazzo con la palla I Topi di scena Teatrino, taglio dei costumi, scelta dei disegni dei bambini Francesco Casorati Costumi e fondali dipinti da disegni di bambini Monica Rosa Costruzioni Walter Macovaz Gesti, movimenti, espressioni Renata Pesando Assistente all'analisi musicale e alla concertazione Gianni Gioanola Insegnante di musica dei bambini Gabriella Rolla Progetto didattico e teatrale Produzione Compositori Associati, Torino con l'Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Torino Orario degli spettacoli ore 16-17 ore 17-18 ore 18-19 II bambino e le stregonerie intervallo tecnico Dolly Dingle Il bambino e le stregonerie e Dolly Dingle sono nati dall'attività di sperimentazione condotta negli anni scolastici 1987/88 e 1988/89 dai "Compositori Associati" per l'Assessorato all'Istruzione di Torino, nell'ambito de " L a città ai ragazzi". I due lavori sono stati realizzati parallelamente nelle scuole elementari " G o i t r e " e " F o n t a n a " e successivamente allestiti in forma teatrale da e per bambini: ora, rielaborati, vengono proposti al pubblico di "Settembre Musica" per mostrarne - al di là dello "spettacolo" - il percorso didattico-creativo. Con questo appuntamento - ormai consueto per il pubblico torinese, dopo Fogli d'album (1983), Jeux d'ole (1985), Il grande chiasso (1986), A sorpresa! II (1986), Dingderling dingding (1986), Invenzioni a due voci (1987), Vedere ascoltando Béla Bartók (1988) - "Settembre Musica" è ancora una volta vetrina per lavori di teatro musicale didattico. Al pubblico torinese che negli anni passati abbia seguito gli appuntamenti proposti non sarà sfuggita la presenza centrale del teatro nei principi pedagogici che hanno accomunato tutti questi spettacoli, proposti sotto la sigla L'opera dei bambini da Sergio Liberovici e dal gruppi di artisti - musicisti, pittori, attori - che gli si sono affiancati sviluppandone l'esperienza. Questa presenza è diretta conseguenza della constatazione di una peculiarità della musicalità infantile: se il bambino tende naturalmente a servirsi di suoni, la sua espressione musicale è nondimeno soltanto parte di un'attività più complessa. Nel gioco il bambino utilizza infatti simultaneamente tutto il patrimonio di mezzi espressivi di cui è in possesso. Una pedagogia musicale rispettosa dell'infanzia, dunque il più possibile vicina ai modi espressivi del bambino, addita quindi la scelta dell'animazione drammatica come la forma che più si avvicina al gioco, assumendone anche il carattere di finzione. Accomunati da tale presupposto artistico e pedagogico, i lavori proposti in passati prendevano spunto tanto da composizioni originali ed autonome di singoli autori, quanto da composizioni di più musicisti raccolte in lavori antologici, come pure spettacoli basati su composizioni preesistenti reinterpretate e rilette in funzione del particolare tipo di pubblico cui si rivolgono. Il bambino e le stregonerie U bambino e le stregonerie nasce dal progetto didattico condoto nel corso degli anni scolastici 1987/88 e 1988/89 da Giulio Castagnoli, Giuseppe Gavazza e Maria Luisa Pacciani con i bambini delle classi III (poi IV) G e H della Scuola Elementare " R . Goitre" di Torino, progetto che — come quello che ha condotto alla realizzazione di Dolly Dingle — ha avuto il punto di partenza nell'ascolto guidato e nell'analisi di un lavoro di teatro musicale preesistente. L'idea di proporre a una classe di bambini di 8 - 9 anni L'enfant et les sortilèges, fantasia lirica in due parti di Maurice Ravel su libretto di Colette, potrebbe apparire eccessivamente ambiziosa: il capolavoro di Ravel — una delle pagine più affascinanti del teatro musicale del nostro secolo — è infatti un'opera di straordinaria sottigliezza, e con tutta la sua rete di allusioni e sottintesi musicali apparirebbe destinata, nonostante il soggetto "infantile", ad un pubblico quanto mai smaliziato e colto. Nondimento è comprensibile che l'opera di Ravel e Colette abbia potuto apparire congeniale ai musicisti de "L'opera dei bambini": non solo per la tematica (il protagonista è un bambino, e nello svolgimento del lavoro hanno un ruolo essenziale gli animali e l'elemento magico-fantastico) che la avvicina ai lavori nati dalla sperimentazione didattica degli anni passati e a suo tempo proposti proprio nell'ambito di Settembre Musica, ma anche per la struttura musicale, particolarmente adatta ad una proposta di ascolto analitico per la concezione " a pezzi chiusi" con cui si giustappongono i diversi episodi, autosufficienti e musicalmente autonomi nonostante la straordinaria coesione stilistica. La scelta di un capolavoro del Novecento ribadisce infine una delle convinzioni fondamentali per la didattica de "L'opera dei bambini": che non esista una musica "infantile", ma che si possa trovare il j modo di proporre, ai bambini, " l a " musica: in poche parole, che la qualità pedagogica di una composizione è direttamente proporzionale alla sua qualità artistica. La prima fase del lavoro didattico - condotto nel corso dell'anno scolastico 1987/88 - è consistita così nell'ascolto guidato della registrazione di L'enfant et les sortilèges in lingua origina le: la partitura, suddivisa in sezioni di pochi minuti, è stata proposta alle classi nei singoli incontri con i compositori, durante i quali ogni bambino veniva sollecitato a produrre materiali d'invenzione (temi, pensieri, disegni e gesti) a loro volta rivissuti a casa e ripresentati nelle lezioni successive. Parallelamente si dipanava la trama della vicenda, con la drammatizzazione del libretto, tradotto appositamente da Franco Calvetti, direttore didattico della Scuola Elementare " R . Goitre" di Torino. Nella seconda fase del lavoro, realizzata nel primo trimestre dell'anno scolastico 1988/89, una parte di questi materiali è stata utilizzata in una nuova prospettiva, quella dell'allestimento dell'opera in una versione scolastica, nata all'interno del " f a r scuola". Proprio in questa fase è maturata la rielaborazione della musica di Ravel: l'ipotesi di impiegare — come supporto alla drammatizzazione della vicenda da parte dei bambini — la registrazione dell'esecuzione " n o r m a l e " dell'opera già utilizzata nel momento dell'analisi non fu presa in considerazione: la riproduzione tecnologica — banalizzante nella sua quotidianità - avrebbe privato l'operazione dell'impatto emotivo e della " m a g i a " di un'esecuzone dal vivo da parte di veri musicisti, senza considerare che una trascrizione avrebbe coronato l'esperienza didattica di ascolto, intrapresa con l'analisi dell'opera, con un intervento di natura creativa. E a sottolineare il valore didattico della rilettura di una grande composizione attraverso la sua trasposizione ad un organico diverso dall'originale la storia ci addita — si parva licet... — esempi come le trascrizioni di concerti strumentali che Bach realizzò per strumenti a tastiera, impadronendosi così della tecnica concertante veneziana. Il ripensamento della musica di L'enfant et les sortilèges in una versione che risultasse un oggetto d'ascolto " a l t r o " rispetto all'incisione discografica, e che fosse funzionale ad un allestimento scolastico senza risultare riduttiva rispetto al dettato musicale raveliano ha comportato nondimeno scelte assai delicate. L'idea di una trascrizione per complesso da camera, alla quale non devono essere state estranee anche affascinanti suggestioni storiche come la memoria del " Verein fiir musikalische Privatauffuhrungen" di Schònberg — nella quale la trascrizione per complessi da camera rappresentava il mezzo consueto per la conoscenza di lavori contemporanei per grandi organici — e quella deli'Histoire du soldat di Strawinsky — ideale prototipo di un'opera da camera contemporanea — apparve infine la soluzione più convincente. Non è forse inopportuno sottolineare che la didattica sperimentale dei Compositori Associati è condotta, non a caso, da musicisti impegnati in prima persona come autori, i quali agiscono sul presupposto che la didattica musicale sia un'attività creativa, tanto più efficace quanto più stimolante anche per la loro personale ricerca compositiva. Castagnoli, Gavazza e Pacciani hanno voluto sottolineare tutto ciò chiedendo ad un autore di chiara fama di partecipare a questa operazione. La firma di Azio Corghi, che ha simpaticamente aderito a questa richiesta realizzando il brano che inizia e conclude la rilettura del lavoro, non ha perciò solo il significato di un omaggio ad un maestro affermato da parte dei tre più giovani colleghi, ma anche quello di suggello per la dignità artistica della trascrizione della partitura di Ravel. Al pubblico di Settembre Musica i Compositori Associati presentano oggi II bambino e le stregonerie in una versione concertistica che, della dimensione rappresentativa originale, conserva soltanto la voce recitante a testimonianza del lungo iter didattico compiuto sui lavoro di Ravel dall'ascolto alla drammatizzazione. Ancora una volta la scelta non è casuale. La drammatizzazione di II bambino e le stregonerie è nata come " g i o c o " e non come "rappresentazione", e come per tutti i giochi di bambini lo sguardo degli adulti è un'indebita intrusione: la rappresentazione di II bambino e le stregonerie si giustifica solo nel " f a r e scuola". Ma soprattutto, in questa edizione approntata per il pubblico di Settembre Musica, i Compositori Associati vogliono mettere in piena luce un elemento che nelle rappresentazioni realizzate dai bambini nel dicembe 1988 nella scuola elementare " G o i t r e " per i propri compagni di scuola e nel marzo 1989 al Teatro Fregoli per altre scolaresche era solo " u n " elemento del lavoro: la musica di Ravel. La scelta di eseguire II bambino e le stregonerie in versione cameristica è non solo un omaggio al grande musicista, ma anche la dimostrazione della validità della rilettura dei quattro compositori. Spogliata dei sortilegi orchestrali di Ravel, mago della strumentazione, la magia della partitura, nella nudità indifesa della riduzione cameristica, rivela di essère frutto soprattutto di una maestria formale di sconcertante modernità. Calata l'accattivante maschera di una strumentazione fascinosa, la musica di L'enfant et les sortilèges ci riserva la sorpresa di insospettate sfumature espressive. Le nervose linee del suo tessuto musicale, lo scatto pungente dei ritmi di danza, acquistano un sapore agrodolce, ammiccano con un sorriso amaro. E noi ci convin- d a m o s e m p r e di più che ciò che Ravel a m a v a nella p a r a b o l a un p o ' zuccherosa c o n f e z i o n a t a d a Colette, e r a il senso della nostalgia per l ' i n f a n z i a p e r d u t a , di cui coltivava il r i c o r d o nelle stanze lillipuziane della sua villa di M o n t f o r t , collezionando ninnoli kitsch e cesellando c a p o l a v o r i . La storia L a t r a m a di II bambino e le stregonerie — q u e s t o il titolo voluto d a i b a m b i n i per la " l o r o " versione d e l l ' o p e r a — ricalca fedelm e n t e quella di L'enfant et les sortilèges, di cui o m e t t e solo p o c h i episodi. Quadro primo Il bambino, redarguito dalla mamma per non aver svolto diligentemente i compiti, si infuria, tiranneggia il gatto e lo scoiattolo, danneggia i libri, gli oggetti e gli arredi della sua stanza, grida la propria ribellione e la propria volontà di essere un bambino cattivo. Ma gli oggetti inaspettatamente si ammano: la poltrona e il dondolo gli si ribellano; il pendolo maltrattato scandisce il tempo in maniera pazza; la tazza cinese e la teiera inglese lo scherniscono esibendosi in danze grottesche; il fuoco tenta di bruciarlo, prima di finire soffocato dalla cenere; dai libri stracciati e gettati in terra escono prima la dolce principessa dei suoi sogni, che gli dice addio per sempre, poi una ridda frenetica di numeri guidati dall'Aritmetica in persona, che lo abbandonano stordito e frastornato. Anche il gatto, che gli appare ora "grande e terribile", gli ostenta freddezza e indifferenza. Quadro secondo È sera. Il bambino cerca di ritrovare la serenità nella quiete familiare del giardino. Ma l'incubo non è finito: gli alberi che il bambino ha ferito con un coltello nella mattinata alzano lamenti spaventosi; una libellula gli rinfaccia la perdita della compagna, impietosamente trafitta con uno spillone; l'usignolo canta la sua disperazione. La storia si interrompe qui, prima del lieto fine pensato da Colette: la conclusione delia storia rimane così aperta alle soluzioni proposte dalla fantasia di ciascuno. * * * Dolly Dingle Dolly Dingle si è s v i l u p p a t o i n t o r n o a u n a c o m p o s i z i o n e preesistente, con l ' o b i e t t i v o di f a r conoscere ai b a m b i n i , a t t r a v e r s o l ' a s c o l t o e l ' a n a l i s i , un b r a n o di t e a t r o musicale da cui far scaturire, a t t r a v e r s o u n m o m e n t o di r i e l a b o r a z i o n e creativa — verbale, f i g u r a t i v a , gestuale... — u n l a v o r o di d r a m m a t i z z a z i o ne: la r a p p r e s e n t a z i o n e teatrale è stata u n a f a s e essenziale — per q u a n t o n o n l ' u n i c o s c o p o — del lavoro di a p p r e n d i m e n t o musicale svolto nel c o r s o degli i n c o n t r i t r a il c o m p o s i t o r e e le classi. M a , a d i f f e r e n z a di q u a n t o e r a a v v e n u t o , per e s e m p i o , in Vede- re ascoltando Béla Bartók, o in Dingderling Dingding (nei quali la musica d'autore, legando come " f i l o rosso" la struttura dell'azione drammatica, era assunta come un dato oggettivo definito e concluso), in Dolly Dingle il lavoro preesistente da cui prende spunto l'operazione (un balletto per bambini dello stesso Liberovici) è stato sottoposto ad una trascrizione, che ha determinato un'amplificazione dell'articolazione timbrico-dinamica della partitura. Dolly Dingle Paper Dolls è il nome di una serie di album — disegnati da Grace G. Drayton negli Stati Uniti d'America tra gli anni 1913 e 1917 — di bamboline di carta da ritagliare e vestire. Sergio Liberovici prese spunto da questo gioco — nel quale l'elemento del teatro era implicito per la composizione di un balletto per bambini realizzato nel 1984. Lo spettacolo oggi proposto a Settembre Musica è la rielaborazione di quel balletto alla luce dell'esperienza didattica condotta negli anni scolastici 1987/88 e 1988/89 delle classi IV (poi V) A e C della Scuola Elementare " L . F o n t a n a " , ed ha avuto come tappe intermedie una versione " d a scuola" realizzata nel corso dell'anno scolastico 1987/88, ed una versione " d a teatro", proposta nell'anno scolastico successivo al teatro Fregoli ad un pubblico formato da altre scolaresche. Come II bambino e le stregonerie, l'altro spettacolo realizzato — parallelamente a Dolly Dingle — per iniziativa dei Compositori Associati, l'iter didattico di questo lavoro è partito dalla proposta di ascolto analitico della composizione, la cui struttura, ad episodi nettamente caratterizzati e articolati in maniera relativamente autonoma l'uno dall'altro, ha reso facilmente possibile la segmentazione della partitura. Contemporaneamente all'ascolto guidato il lavoro didattico è andato sviluppandosi in altre direzioni. Il soggetto è stato ridrammatizzato per trasporlo dalla dimensione coreografica ad una più propriamente mimica, nella quale il rapporto musicamovimento resta comunque il centro motore dell'invenzione visiva. Alla struttura della partitura musicale, con i suoi minuziosi meccanismi, fa riscontro così la perfetta orologeria di un contrappunto visivo che coinvolge in un vivace carosello tutti quanti i personaggi, e che a sua volta dà voce ad una autentica "contropartitura" sonora nella quale si concretizza l'interazione tra musica e gesto. La componente visiva dello spettacolo ha così conosciuto un'evoluzione dalla coloritura — per così dire — monocroma e astratta dei balletto, a quella più variopinta e — calcolatamente — chiassosa della pantomima: evoluzione sottolineata dal ripensamento della partitura per un nuovo organico. Così alla monocromia timbrica del pianoforte a quattro mani è stata sostituita una timbrica più articolata con l'impiego di un ensemble cameristico. Non si tratta tuttavia di una mera trasposizione strumentale. Il gruppo cameristico, che non soppianta il pianoforte della versione originale, ma gli si affianca, consente di giocare su piani espressivi differenziati, non senza sottolineare i diversi piani dello sviluppo della vicenda. E con una trovata di elementare efficacia l'attacco del quintetto di fiati sottolinea lo stacco dalla dimensione di concretezza domestica del gioco delle bambine (caratterizzato dalla musica del pianoforte) a quello fantastico del sogno, nel quale la fantasia acquista una iperreale " v e r i t à " oggettivando le immagini del gioco. La vicenda di Dolly Dingle, vorremmo infine sottolineare, appare essa stessa come la proiezione di un sogno: i succcessivi episodi appaiono legati non tanto da una consequenzialità logica quanto dalla stessa fulminea giustapposizione di immagini con la quale i sogni si susseguono. La meccanica della storia manifesta perciò la sua intrinseca qualità musicale quando l'astrattezza formale della musica si confonde nel gioco fine a se stesso delle immagini. Ancora una volta il mondo dei bambini appare decisamente congeniale alla musica degli adulti: il libero gioco della forma musicale appare così vicino più alla dimensione del gioco e del sogno che a quella della logica quotidiana. E ci convinciamo una volta di più che non è necessario fabbricare composizioni " i n f a n t i l i " per accostare i bambini alla musica, : poiché la musica stessa reca in sé i caratteri del gioco. La storia È sera. Nella loro stanza, due bambine in pigiama giocano con le bamboline e i vestitini di carta che conservano in una grande scatola. Nel teatrino di legno nel quale esse danno vita alle piccole figurine dispongono un'aiuola fiorita, dei suonatori, un Guardiano di giardino e due bamboline, Dolly e Dingle — ma ben presto sono soprafatte dal sonno, e si addormentano. E, nel loro sogno, il teatrino e le figurine di carta spariscono, ed al loro posto appaiono un grande giardino, con piante, fiori, il j muro di cinta, le panchine, e dei musicisti veri, pronti a suona- \ re: anche il Guardiano di giardino compare in carne ed ossa a dare l'attacco all'orchestrina, e subito nel giardino arrivano le due bambine: sono Dolly, dolce e sognante, e Dingle, vivace ed inquieta. Mentre Dolly e Dingle disegnano, fanno il loro ingresso una \ ragazza con un cagnolino, una bambina con il cerchio, un ca- \ gnaccio tutto solo ed una ragazza vanitosa, alla quale nessuno presta attenzione. Passa un gruppo di collegiali recalcitranti, a stento guidate dalla loro istitutrice, entrano alcune bambine che giocano, entra un 'altra volta la ragazza vanitosa, con un nuovo vestito. Entra Timothy, sul suo monopattino: la Vanitosa entra per la terza volta, con un altro abito ancora, ma Timothy la degna di attenzione solo per un attimo. Arriva una compagnia di attori e tutti quelli che sono nel giar dino aiutano a montare un teatro. Gli attori rappresentano una \ favola emozionante: un prode Cavaliere salva una Principessa dal Mago cattivo. Dolly e Dingle incominciano a danzare con Timothy, ma im provvisamente lo piantano in asso. Timothy resta con un palmo di naso. Rientra l'istitutrice tutta affannata: a stento riesce a riacciuffare le collegiali e a rimetterle in riga: infine tutte escono dal giardino. Entra un bambino: Dingle si impadronisce della sua palla, la lancia a Dolly, questa a un altro e quest'altro a un altro ancora, ! finché tutti i presenti vengono coinvolti nel gioco. Il gran ballo finale è interrotto da un temporale: tutti fuggono, mentre il giardiniere e i suonatori cominciano a tossire, a tremare, a starnutire. Restano solo Dolly e Dingle: sono tornate ad essere due bambine in pigiama, accanto a un teatrino di legno popolato di personaggi di carta. Si svegliano, e, fra uno sternuto e l'altro, si chiedono con lo sguardo se tutto è stato un sogno, oppure no. Enrico M. Ferrando Il bambino e le stregonerie Il testo PRIMA PARTE Siamo di pomeriggio, all'interno di una casa di campagna che si apre su di un giardino; un dondolo, una poltrona, un grande orologio in legno, tappezzeria con piccoli personaggi. Grande camino, ciò che rimane d'un fuoco tranquillo, un bollitore che manda un ronzio. Il gatto fa le fusa. I - INTRODUZIONE II bambino è seduto davanti ad un compito appena incomincia to; mordicchia il suo portapenne, si gratta la testa, canticchia a bassa voce. Il bambino: Non ho più voglia di studiare, voglio andare a spasso, ho voglia di mangiare tutti i dolci. Voglio tirare la coda al gatto e tagliare quella dello scoiattolo. Voglio fare i dispetti a tutti quanti e mettere in castigo la mia mamma. Entra la mamma con un vassoio sul quale vi sono la teiera e la tazza della merenda. La mamma : Il mio bambino è stato buono? Ha fatto i compiti? Oh! Neppure un rigo! Hai schizzato il tappeto d'inchiostro! Vergognati, pigrone! Eccoti la merenda, cattivo! Pane secco e un po' di thè. Rimarrai in castigo fino a cena! Pensaci, pensaci come soffre mammina per te. Vogliamo chiedere scusa alla mammina?... E promettere di studiare un po'?! La mamma se ne va. Il bambino rimane solo. Salta giù dalla sedia, tira la coda al gatto, attizza il fuoco, rompe il pendolo, strappa libri, quaderni e tappezzeria. Il gatto : Fush! Il bambino: Urrah! Soddisfatto delle distruzioni, il bambino si accascia senza fiato tra le braccia di un grande dondolo. Ma... I braccioli si aprono, il sedile ,$i sottrae, e il dondolo, trascinandosi pesantemente come un enorme rospo, si allontana e va a salutare una piccola poltrona. Ballo compassato e grottesco. II - LA POLTRONA E IL DONDOLO III - L'OROLOGIO L'orologio: Drrrr din, din, din, din, din, din! Ah questo din, din, din!... e sempre din... e sempre din! I! bilanciere m'ha portato via, pazza è la mia soneria. Io non so più che ora sia. Ho un terribile mal di pancia! Una corrente d'aria al centro! E incomincio a perder colpi. Din, din, din! Lasciatemi camminare! Che vergogna suonare in questo modo alla mia età! Io che suonavo dolci ore, ore di sonno, ore di veglia! Lasciatemi nascondere la mia vergogna e il mio dolore. Din, din, din... IV - LA TAZZA E LA TEIERA La La La La La La tazza cinese : Syngaio! teiera inglese : Blek blek tazza cinese : Syngaio sciaroia tegaraio? teiera inglese : Blek? I mon you erose tazza cinese: Siagyn! Ugin ion, magin co nayn labyran teiera inglese : Come on my avir fear the baby, you avir fear like my? La tazza cinese: Thao naracin nayo; gori iny sci inazi. Cin ior cin dicon igio io coi La teiera inglese : Blek blek La tazza cinese: Syngaio! V - IL FUOCO E LA CENERE Siamo al tramonto. Il bambino trema di paura e di solitudine; si avvicina al fuoco, che guizza fuori dal camino. Dietro al fuoco, nata sotto i suoi passi, sale la cenere. È grigia, ondeggiante, silenziosa, ed il fuoco in principio non la vede. Poi giocano insieme. Il fuoco si lascia spegnere, poi s'addormenta, avvolto in lunghe braccia e lunghi veli. Nel momento in cui il fuoco cessa di brillare, l'ombra invade la stanza, il crepuscolo è sceso oscurando i vetri, ed il colore del cielo a presagire il levar della luna piena. VI - LA PRINCIPESSA Dai fogli di un libro strappato esce, per incanto, languida, una mano, poi una capigliatura d'oro: una principessa. La principessa: Si, sono io! La principessa incantata, che in sogno così a lungo chiamasti l'ultima notte. La mia storia, incominciata appena, non ti lasciava dormire e tu cantavi pian piano: "Ella è bionda con i capelli color del tempo" Mi cercavi nel cuore della rosa, nel profumo del giglio in fiore. Ero da ieri la tua prima amata e tu eri il mio piccolo innamorato. Ma hai strappato il libro... che ne sarà di me? Ahimé, piccolo amico mio! Che puoi fare per me? Quanto dura un sogno? Il tuo sogno era così lungo che, forse, alla fine del sogno, avresti potuto essere il mio principe dall'elmo color dell'aurora... Aiuto! Aiuto! Tu, cuore di rosa, profumo di giglio bianco, tu le tue mani e la tua corona, i tuoi occhi celesti... ci hai lasciato soltanto, come un raggio di luna, un tuo capello d'oro; un tuo capello d'oro... e i frammenti di un sogno. VII - L'ARITMETICA L'aritmetica: Problema. Quanti chilometri di gelato può mangiare una mucca che fa sette metri di latte al giorno? Risolvo! Il bambino : Quanto può mangiare una mucca che fa di latte al giorno... di gelato può mangiare... quarantotto metri. Gli strumentisti: Metri, metri, metri... L'aritmetica: Se il salumiere... Gli strumentisti: Miere, miere, miere... L'aritmetica: ... vende e non guadagna niente... Il bambino: Calcolo la spesa, faccio un po' di più... Spesa più guadagno uguale... Gli strumentisti : Due più due? Cinque. Tre per tre? Sette. Due più due? Cinque. Sei per sei? Venti. Il direttore: Sei per sei venti? Gli strumentisti : Venti. Due più due? Tre per tre? Due più due? Due per uno? Il direttore: Un, due... Il bambino: Diecimila, ventimila, trentamila, centomila, un milione, un bilione, un trilione, l'infernale battaglione, un due ah, ah, ah! Un due ih, ih, ih! Cento. Gli strumentisti: Tre per tre: trentatré. Sei per sei: ventisei. Due per due: centodue. Sei per tre: centotré. L'aritmetica : Diecimila, ventimila, trentamila, un milione, un bilione, un trilione, l'infernale battaglione... Il bambino: Risposta. Una mucca, percorrendo sessantadue quintali di fieno, potrà mangiare se il salumiere moltiplica la spesa diviso il guadagno più il ricavo, quarantotto chilometri di gelato. Il bambino, frastornato, cade per terra. v i l i - GATTI La luna è alta nel cielo e rischiara la stanza. Il gatto nero esce lentamente da sotto la poltrona. Si stira, sbadiglia, gioca e fa rotolare un gomitolo di lana. Il bambino, stordito, si alza con fatica. Il bambino: Ohi, la testa! La mia testa, la mia povera testa!... Sei tu, gatto! Come sei grande e terribile! Parli anche tu, sicuro! Il gatto : Miaho! SECONDA P A R T E Seguendo i gatti il bambino esce. Siamo in giardino. IX - IN GIARDINO Alberi, fiori, un piccolo stagno verde, un grosso tronco rivestito di edera, risate di civette, mormorii di brezza e di usignoli. Musica di insetti, raganelle e rospi. Le rane: Kekekekeke. Coà coà. Cra era era era. Il bambino: Ah! Che piacere ritrovarmi nel mio bel giardino! L'albero: Ah! Il bambino: Che c'è, albero? L'albero: La ferita, la ferita! Il bambino : Che ferita? L'albero: Quella che facesti quest'oggi nel mio fianco con il coltello che hai rubato. Ahimé! Essa sanguina ancora di linfa! Gli alberi: Le ferite! Le ferite! Son ancora fresche, e sanguinano ancora di linfa! Ah! Cattivo! Una libellula disperata. Canta volando. La libellula: Dove sei, io ti cerco, nella rete, lui t'ha presa, oh tu cara, lunga e fragile..., i tuoi turchesi, i tuoi topazi, l'aria che ti ama ti rimpiange meno di quanto non Io faccia io. Sola! Sola! Ho nostalgia, io ti cerco, ridammela. Dov'è la mia compagna? Ridammela, ridammela, ridammela! Il bambino: Non posso! Non posso! La libellula: Dov'è? Il bambino: Non posso! La libellula che ho preso... punta con uno spillo... contro il muro... Ah! X - LE RANE Danza graziosa delle rane XI - FINALE Tutti: Finalmente è tornato tutto come prima! 3 leggere di musica Per una conoscenza della didattica di Sergio Aerovie, possiamo consultare un suo lavoro del 1977 (1) che - per l'angina ita e la ricchezza dell'invenzione - sarebbe riduttivo classificare semplicemente come un manuale per gli allievi delle medie inferiori; il suo metodo di lavoro e Illustrato da un volume (2) che raccoglie il libretto di II grande chiasso e la storia della relativa operazione didattica (con un r,™ corredo ri immagini): al libro è acclusa la registrazione dell'operino. Sull attivila degl'Opera dei bambini", oltre alla pubblicazione realizzata in occasione della partecipazione al Congresso ISME di Eugene del 1984 (3), si possono vedere la relazione di Giuseppe Gavazza (4) in un'antologia di scrhd suUa didattica musicale, ed il catalogo realizzato in occasione di Set embre Musica 1988 (5). Per una lettura più generale sui principali s stemSttici "storici" si può segnalare un manuaietto informativo chiaro ed essenziale per quanto datato (6): per una visione aggiornata tque ti problemi segnaliamo la raccolta di scritti specialista (7) e tre antologie dedicate a temi specifici di didattica della musica (8-9-10). Enrico M Ferrando (1) S LIBEROVICI, Musica insieme, La Nuova Italia, Firenze 1977 (21 s' LIBEROVICI, Il grande chiasso, Ricordi, Milano 1986. 3 M GARDA-G. GAVAZZA-S. LIBEROVICI, L'opera de, barnbini al X V I Congresso mondiale della Societàlnternazjonaleper 1 Educazione Musicale - Eugene - Oregon, 8-14 lugho 1984 Tonno, Regione Piemonte - Assessorato alla Cultura, Comune d Torino - Assessorato per l'Istruzione 1984. (4) G BELGRANO (a cura di) D bambino da! suono alla musica. AU del convegno di Basciano-villa Perugini, aprile 1985, Ricordi/ Giunti " Lisciani, Teramo 1987. (51 E M FERRANDO (a cura di), "L'opera dei bambini Catalogo ragionato delle opere e degli spettacoli per/con/dei bambm. ragazzi, giovani, composti e realizzati a Tonno tra il 1982 e il 1988, Compositori Associati-Settembre Musica, Torino 1988. (61 R ALLORTO-V. D'AGOSTINO SCHNIRLIN, La moderna de dattica dell'educazione musicale in Europa. Problemi e metodi. Ricordi, Milano 1967. . , _ .,,. .„,,, (7) C. DELFRATI, Orientamenti di pedagogia musicale. Sentii 1960 1986, Ricordi, Milano 1989. (8) F. VACCARONI (a cura di), Costruzioni m u s i c a l i . Proposte operative per le scuole elementari e medie, Ricordi, Milano 985. (91 F VACCARONI (a cura di), Dall'esperienza musicale alla musica. Un itinerario curricolare dalla scuola elementare alla scuola media. Ricordi, Milano 1986. . (10) C DELFRATI (a cura di), Esperienze d'ascolto nella scuola dell'obbligo, Ricordi, Milano 1987. La maggior parte dei testi indicati può essere consultata presso la Civica Biblioteca Murielle °< Andrea Della Corte» - Villa Tesoriera - corso Francia, 192. Nell'intento di dare un contributo alla salvaguardia dell'ambiente, i programmi di sala di Settembre Musica vengono stampati su carta riciclata. J