IL SETTIMANALE DEL TEMPO LIBERO Periodico associato alla “Unione Stampa Periodica Italiana” Direttore editoriale: Euclide Della Vista Coordinatore editoriale: Valentina Scuccimarra Direttore responsabile: Donato Della Vista Caporedattore: Tony di Corcia In redazione: Luigi de Martino, Luigi Lioce Collaboratori di redazione: Domenico De Felice, Alessandra De Stefano, Antonio Di Donna, Concetta Fioretti, Anastasio Lombardi, Paola La Sala, Michele Robusto, Adriano Santoro, Saverio Tanzi Direzione grafica: Francesca delli Carri Grafici: Adriano Di Molfetta, Paola Stefanelli Fotografi: Tommaso Abatescianni, Monica Carbosiero, Luca De Michele Uff. marketing & pubblicità: INEDITO s.r.l. via San Severo km. 2 c/o Mediafarm - 71121 Foggia Tel. 0881.588611 - Fax 0881.588612 Direttore commerciale: Massimo Rendinella Consulenti pubblicitari: Alessandro Biccarino, Maurizio Cicilano, Fabrizio D’Elia Art director: Silvano delli Carri Ufficio amministrativo: Raffaella Pinto 1 modulo 1 pagina (46 x 46,2 mm) (166 x 238 mm) e 26,00 e 260,00 Abbonamento annuale: e 24,00 versamento su c/cp n. 12693701 intestato a: Utopia Edizioni s.r.l., via San Severo km. 2 c/o Mediafarm - 71121 Foggia Stampa: E. 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In ro ncerto al Teat già storico co r eu iv V , Foggia del Fuoco di al a cover 4 dedica la su . di “Le onde” compositore , vi ogliando, poi Sfogliando sf nei due imbatterete i artisti della originalissim una ball 10 e in band Glitter e ista all’attor lunga interv e es an ola Rign foggiano Nic to en av m da sp 16, curriculuco n io e a llaboraz e una proficu Albanese. con Antonio 18 6 3 copertina Qua le mani, Ludovico Allievo di Luciano Berio, autore di decine di colonne sonore, musicista tra i più applauditi e richiesti al mondo. Il pianoforte di Ludovico Einaudi riempirà di suoni il Teatro del Fuoco, che attende il solista torinese in una serata che si preannuncia storica di Luigi de Martino FOGGIA Leo fa lo Scientifico. Suona la chitarra in un gruppo di coetanei. L’ultima hit che gira in radio non sarà mai paragonabile a una versione di Marco Tullio Cicerone, ma a sedici anni un giro di basso è più convincente di una orazione del primo secolo avanti Cristo. A Leo e ai suoi amici manca un tastierista. Nessun problema, papà suona il piano. Un tranquillo matusa si presenta in sala prove. Ha l’aria affettuosa, quasi timida, ma di quello che la sa lunga. I capelli sono piuttosto radi, quelli neri appaiono ormai indistinguibili a prima vista. “Salve ragazzi, sono Ludovico, il papà di Leo”. E sia. Le bacchette del batterista danno il tempo in quattro quarti. Un colpo secco alla cassa e si parte senza problemi, anche perché l’adulto si accoda e le mani si muovono alla grande. Papà Ludovico si diverte, a un certo punto prende pure a dare consigli, suggerisce accordi, offre alternative armoniche che danno sollievo L’INFINITO È IL SUO TEMPO PREFERITO: “DIVENIRE”, MA ANCHE “SVANIRE”, “ANDARE” SONO TITOLI DI BRANI CHE LO HANNO RESO CELEBRE 4 all’orecchio. “Com’è che tuo padre suona così bene? Dove lo tenevi nascosto?” Vallo a spiegare che papà è Ludovico Einaudi, l’autore di “Divenire”, che è uno dei pianisti più applauditi del mondo, un riempiteatri che brucia biglietti quando ancora i manifesti in città non sono affissi, o che la sua “Echos” ha venduto 100.000 copie in poche settimane nel solo Regno Unito, o che ha scaldato sgabelli neri alla Scala di Milano, al Barbicon di Londra, al Trianon di Parigi, alla Philharmonic Kammermusiksaal di Berlino, addirittura a Buckingham Palace, con il fiato di Sua Maestà sul collo. L’annuncio del suo arrivo al Teatro del Fuoco, su un manifesto della grandezza di sei metri per tre, ha provocato turbamenti in chi, da ormai diversi anni, segue questo pianista camaleonte, capace di mischiare e trovare un punto di accordo tra classica, pop e contemporanea. Sperimenta suoni e sensazioni, incanta folle con quel tocco semplice e quelle armonie di facile decodificazione, cominciando a imporsi con il suo personalissimo concetto di nuova classica ai tempi in cui il nazional-popolare Giovanni Allevi era poco più che un ragazzino. Foggia lo aspetta a braccia aperte e a orecchie ben tese. Il suo arrivo è fissato per martedì 15 febbraio, alle 20.30. Chi spera ancora in una selvaggia caccia al biglietto ha le speranze ridotte all’osso, giusto per voler essere ottimisti. Il miracolo reca la tripla firma di Puglia Sounds, Regione Puglia e Provincia di Foggia. La tentazione di “wikipediare” Ludovico Einaudi prima di parlarne su carta stampata è più che legittima. Se non altro per non inciampare in date, titoli, dischi, collaborazioni. La sorpresa è scoprire (oltre al nobile “Maria Enrico” che completa il suo nome) che uno dei più amati musicisti viventi è figlio del celebre editore Giulio e nipote di Luigi, presidente della Repubblica Italiana negli anni della ricostruzione. L’autore di decine di colonne sonore si avvia verso i sessanta ed è all’apice della sua fama. Si contano i giorni dal suo storico arrivo a Foggia, in quel casermone riconvertito a teatro acusticamente ineccepibile, dove sfiorerà avorio con quell’aria da signore garbato, da papà affettuoso. Ha due figli: Jessica che scrive e canta canzoni, Leo che suona la chitarra. Papà Ludovico, come lui stesso ha confessato in una recente intervista, lo raggiunge spesso in sala prove. Il motivo è più semplice di quanto si voglia credere: l’Einaudi allievo di Luciano Berio è un grande musicista, e solo i grandi musicisti amano confrontarsi con qualsiasi genere o situazione musicale. L’infinito è il suo tempo, grammaticale e musicale, preferito. “Divenire”, ma anche “Svanire”, “Andare” sono solo frammenti di un palmares di successi degno di una popstar glitterata. Il successo lui non se l’aspettava neppure, quando il suo album “Le Onde” fa finire la sua faccia su manifesti affissi nel Regno Unito, dove tutti si chiedevano da dove provenisse quella classica così melodiosamente ibrida. Perché Ludovico Einaudi, malgrado le polemiche di puristi del suono e di conservatori incalliti, fa parte di quella ristretta comitiva di sperimentatori a cui va attribuito un merito storico: riuscire a spiegare, soprattutto ai più giovani, che è sbagliato caricare sul proprio lettore mp3 solo ciò che impone il nostro tempo, che la bellezza della musica la trovi pure in un brano eseguito da un solo strumento, che forse ha ragione l’insegnante di musica, quando in classe spiega in tutti i modi possibili che qualcosa gli autori classici devono pur averla insegnata. Quarant’anni fa i New Trolls cercarono di spiegarlo con il loro “Concerto Grosso”. Hanno incastrato per anni le loro chitarre elettriche al suono di un’orchestra, su musiche che parevano composte da Vivaldi. Se Johann Sebastian Bach fosse vissuto negli anni Settanta del Novecento l’avrebbe scritta lui “Firth of Fifth”, altro che i Genesis. Einaudi forse l’ha spiegato (seppure inconsapevolmente) nel modo più semplice possibile, con la speranza che la sua arte faccia da apripista a un mondo sempre più distante. Con buona pace di Uto Ughi, che ha letteralmente distrutto questa nuova generazione di pianisti classici (pur non facendo mai riferimento all’autore di “Divenire”), la musica di Ludovico Einaudi è unica, come unico è tutto ciò che abbia mai incuriosito il torinese più famoso dopo l’avvocato Giovanni Agnelli: che sia una lezione di Berio, un preludio di Debussy, o un’ora in sala prove con Leo e i suoi amici. i: www.pugliasounds.it 5 musica A ognuno la sua danza Farkas, Brahms, Bartok, Mozart ed Elgar nel nuovo appuntamento con Assaggi di Musica di Luigi de Martino JOHANNES BRAHMS, L’AUTORE DELLE CELEBRI DANZE UNGHERESI FOGGIA Ciò che fa la differenza tra uno stile musicale e un altro è il modo in cui un brano viene eseguito. Suonare un valzer di Chopin senza il cosiddetto “tempo rubato” (e, dunque, perfettamente a tempo) è paragonabile all’esecuzione di una seppur nobile mazurka di Raoul Casadei. Figuriamoci Brahms, il tedesco che scrisse le più popolari Danze Ungheresi conosciute dall’uomo, e meritevoli di decine di trascrizioni. Alcune orchestre, dopo le prime otto misure (più inevitabile replica) della quinta Danza Ungherese, la più famosa, sembrano quasi inciampare sull’inciso. Si parte a suonarlo, come spiegava decenni fa il grande Leonard Bernstein, “quasi prendendo la rincorsa”, accelerando progressivamente, manco fosse un Sirtaki greco. Il lato B dell’Europa, tutti i popoli che fino alla caduta del Muro erano a est di Berlino, hanno prodotto musica di una bellezza e di una qualità inestimabili. E lo hanno fatto praticamente in soli due secoli. La melodia predicata fino all’esasperazione dalla scuola russa, il patriottismo “danzereccio” degli ungheresi, il lirismo dei praghesi. La playlist dell’est Europa riempirebbe decine di gigabyte di un ideale iPod, oltre a riempire pure la seconda parte del sesto concerto della stagione Assaggi di Musica. Da quella sconfinata playlist, l’Orchestra da Camera del Mediterraneo e il suo direttore Luciano Fiore estrarranno una chicca dopo l’altra. Venerdì 11 febbraio, al Teatro del Fuoco, prima di dedicarsi al suddetto lato B, l’orchestra eseguirà due serenate: la prima è del bambino mai cresciuto Mozart, di cui probabilmente anche un alieno riconoscerebbe l’attacco della Piccola Serenata Notturna. L’altra è di Edward Elgar, dell’opera 20, con i suoi piacevoli tre tempi. Poi l’est prenderà il sopravvento. Di Ference Farkas l’Orchestra del Mediterraneo eseguirà la Partita all’Ungaresca, con cinque gustose danze più un intermezzo. Le Danze Rumene di Bela Bartok saranno il preludio alle due Ungheresi di Johannes Brahms, le numero 5 e 6. Il concerto inizierà alle 20.45, con ingresso a teatro a partire dalle 20.00. Il prezzo del biglietto di ingresso varia dai 5 ai 15 euro, con riduzioni per famiglie, bambini e under 18. i: 328.1520601; www.corodaunogiordano.it Verdi e Mozart, tra Unità e federalismo MARCELLO VENEZIANI 6 Il Giornale, Il Messaggero, La Repubblica, La Stampa. Sembra un elenco dei maggiori quotidiani italiani, in realtà è solo una lista approssimativa delle redazioni in cui ha messo piede uno dei prossimi protagonisti della rassegna Musica Civica. Domenica 13 febbraio, lo scrittore e giornalista Marcello Veneziani sarà la voce della quinta conversazione della stagione, intitolata Unità e federalismo. La conversazione introdurrà, come al solito, i due appuntamenti musicali della giornata. Alle 11.00, il Teatro Garibaldi di Lucera ospiterà l’Omaggio a Mozart, con l’Orchestra del Teatro Petruzzelli diretta per l’occasione da Gianna Fratta. La Sinfonia Concertante per fiati K 297 (che vedrà distinguersi i solisti Gianluigi Cortecci all’oboe, Francesco Manfredi al clarinetto, Matteo Morfini al fagotto e Damiano Fiore al corno) e la celebre Sinfonia n. 41 detta “Jupiter” sono gli stessi brani che la Fratta dirigerà, la sera prima, proprio sul podio del Petruzzelli. Nel pomeriggio, alle 18.00, la rassegna si sposterà al Teatro del Fuoco di Foggia: Storia di un Buffone, la messa in scena liberamente tratta dal Rigoletto di Verdi, vedrà muoversi sulle tavole di vico Cutino il baritono Cuneyt Unsal, il soprano Ida Fratta, il tenore Giuseppe Talamo e il mezzosoprano Angela Bonfitto, con musiche trascritte ed eseguite dall’Ensemble Umberto Giordano. 7 L’operetta secondo Dianora La Compagnia di Operette Belle Epoque inaugura la ventisettesima stagione degli Amici della Musica Paisiello di Luigi de Martino DIANORA MARANGONI LUCERA Arrivare a Lucera il sabato sera può rivelare sorprese inaspettate. Porta Troia, ad esempio, è lo “stargate” tra nuovo e vecchio, tra passato e presente. Un budello di viuzze rivestite in sampietrini divide mura medievali. Mura che incastonano mattoni a vista o pezzi di fortezza svevo-angioina, in un puzzle temporale dove il sole, in certi mesi, neanche arriva. E mentre ti interroghi sulla datazione di questa o di quella chiesa appare, immobile e imponente, la facciata di una delle cattedrali più artisticamente contaminate d’Italia. Venti passi più in là, quando lo sgomento si placa, si apre un mondo. Dove intrighi da operetta, strumenti a corda e pianisti dalle mani d’acciaio trovano il loro habitat naturale. Succede, in media, un paio di sabati al mese. Si apre una porta sulla penombra della Sala Paisiello, dove luci al tungsteno illuminano il musicista di turno. L’aria è familiare, Elvira ed Enzo fanno gli onori di casa, poi è la grande musica a stimolare neuroni: la musica proposta da quasi trent’anni dall’associazione Amici della Musica Giovanni Paisiello. La ventisettesima stagione concertistica proposta dal sodalizio guidato da Elvira Calabria ed Enzo Matromatteo si fa addirittura in tre. Tre, infatti, sono le mini stagioni in una pronte a soddisfare anche i palati più esigenti. A cominciare dal Festival della Lirica, che si impegna a esplorare tutte le potenzialità della voce umana. Voce, costumistica e gestualità - in una parola: operetta - apriranno le danze sabato 12 febbraio (alle 19.30), quando una rappresentanza della Compagnia di Operette La Belle Epoque canterà in costumi d’epoca. Enrico Zagni, Vittorio Regina, Cristina Chiaffoni e Alessandro Tampieri, accompagnati al pianoforte da Giorgio Tazzari e supervisionati da Dianora Marangoni, faranno il punto della situazione di due Questione di corde Foggia Dalla musica da camera proposta dai Solisti Dauni a quella di un duo di respiro internazionale. La quarantunesima stagione concertistica organizzata dagli Amici della Musica di Foggia propone uno dei concerti più interessanti in cartellone. Ospiti del settimo appuntamento, nella serata di giovedì 17 febbraio al Teatro del Fuoco, sarà il duo composto dal violinista albanese Klajdi Sahatci e dalla pianista Simonetta Tancredi. I due musicisti interpreteranno la Sonata K 301 in sol maggiore di Mozart, la Sonata op. 47 n. 9 “a Kreutzer” di Beethoven e la Sonata op. 45 n. 3 in do minore di Grieg. Il concerto inizierà alle 20.30, con ingresso a teatro a partire dalle 20.00. i: 0881.771578 8 secoli di “recitar cantando”. La gamma di sensazioni sarà infinita. Puoi ridere o commuoverti, a seconda del brano proposto. Il celebre duetto di “Cin Ci Là”, brani selezionati da “Al Cavallino Bianco”, l’immortale “Vedova Allegra” di Lehar, e ancora “My Fair Lady”, “La Principessa della Czardas”, “Granada”. Quello di sabato 12 febbraio sarà solo il primo di ben quattordici appuntamenti. Il Festival Liliana Rossi, dedicato alla grande artista foggiana, e un Festival della Musica da Camera sono gli altri due mini blocchi del corposo cartellone, intervallati da pianisti del calibro di Olga Georgievskaya (12 marzo), Tomas Schwann (28 maggio) e Domenico Monaco (a ottobre). In mezzo pure l’immancabile concerto celebrativo per i 150 anni dall’Unità d’Italia (1º giugno), la Serva Padrona di Pergolesi (7 maggio) e una rivisitazione della Boheme di Puccini (26 marzo). i: 0881.542017; 328.4064980 9 No Glitter, no party! BARBARA SICA E GIOVANNI LANESE, IN ARTE I GLITTERBALL; IN BASSO, LA COPERTINA DEL LORO SECONDO ALBUM Il gruppo electro-rock Glitterball si esibirà senza “fronzoli” a Lesina. Intervista al duo che dice “Sanremo? No, grazie” di Saverio Tanzi Barbara Sica (basso e synt), al suo fianco c’è Giovanni Lanese (chitarra, voce e loop station), ed entrambi sembrano più interessati alle prelibatezze gastronomiche romagnole che ai chilometri da macinare prima della tappa che li vedrà protagonisti, venerdì 11 febbraio (alle 22.00), al pub di Lesina Il Covo. Non ci vuole molto per capire che i “fronzoli” sono solo nel nome della band, e che il loro linguaggio è come la loro musica: l’antitesi di ogni spreco ornamentale. LESINA Nell’interminabile sfida tra tecnologia e natura bisogna annoverare una nuova battaglia, ed è quella che si è svolta nel tragitto che separa il gruppo pescarese Glitterball dalla loro prossima esibizione, reso epico e interminabile da una telefonata in aperta lotta con le gallerie della A-14, talmente profonde da alienare anche un maestro della telepatia. “Siamo in viaggio per Cesenatico: sai, si mangia bene lì” esordisce NOI NON CREDIAMO CHE SANREMO POSSA RAPPRESENTARE IL PANORAMA MUSICALE ITALIANO CONTEMPORANEO 10 Barbara, cercare di capire l’identità del gruppo dalle varie recensioni sul vostro conto è oggettivamente impossibile, si passa da paragoni al limite del plausibile a pillole zen, della serie “nei Glitterball ognuno può sentirci quello che vuole”. Ma chi sono davvero i Glitterball? È più facile dire cosa eravamo: un gruppo brit rock. Dalla nostra formazione, nel 2008, a “We Couldn't Have Dreamed It”, il nostro secondo album prodotto dall’etichetta indipendente Seahorse Recording, sono cambiate un sacco di cose, e molte sono ancora in fase di definizione. L’evento più significativo è stato l’uscita dalla band del batterista poco dopo le registrazioni; da lì è stata presa la decisione di proseguire il percorso in due, con logiche conseguenze per il nostro sound: abbiamo colmato l’assenza di strumenti percussivi con un maggior uso di loop station e synth, il che ci ha resi un gruppo electro-rock, nel significato più vintage del termine. Insomma, tanta psichedelica, chitarre aggressive mescolate a sonorità new wave, e una strada aperta verso sonorità più grunge unite all’elettronica, che tradotto in termini comuni equivale ad accostare il diavolo e l’acqua santa. Il vostro genere vi permette di suonare in contesti differenti, dal pub ad ambienti un po’ più disco. In quale dimensione riscontrate maggiore successo? Indubbiamente i live club ci permettono di incontrare un pubblico più vicino alla nostra musica, in particolar modo i giovanissimi, oltre che i musicisti. Anche nei pub riusciamo comunque a farci apprezzare, fatte le dovute eccezioni: se ci chiamassero per una festa della birra, che attrae di solito un pubblico amante di un rock più classico, rischieremmo di essere messi al bando! Un rischio che corriamo volentieri, però. La vostra indole creativa è aggressiva, e ricalca perfettamente lo spirito della musica underground. Ma non è tutto, esiste anche un lato glam. Sì, e l’abbiamo scoperto per puro caso. Avevamo appena finito di suonare in un locale che si affaccia sulla spiaggia, a Pescara, quando due persone si sono avvicinate chiedendo di farci delle foto, solo dopo un po’ abbiamo scoperto che erano professionisti della fotografia, gli ideatori di D-image Studio Photographers, uno studio fotografico specializzato soprattutto nella moda. Sin dal primo istante, hanno visto in noi una vena glam e hanno deciso di divertirsi con scatti extra. Ovviamente, il divertimento è stato reciproco, tranne che per la fase trucco: per noi è stata una vera tortura! Non è comunque l’unica collaborazione fotografica, ne abbiamo instaurata un’altra con un’artista più votata alla scena underground. Questa collaborazione glam non rischia di attrarvi sempre più verso una scena musicale più marcatamente pop? In effetti la nostra immagine è più pop della nostra musica, ma noi non lo saremo mai, o forse già lo siamo, ma non nella sua accezione comune. Dal nostro punto di vista la scena pop coincide con la musica indipendente, e questa sta cambiando volto, non vuole più ridursi a schemi facilmente fruibili, anzi. Sia gli artisti che il pubblico sentono un gran bisogno di emergere, di strafare, di andare oltre, e lo dimostrano anche i flop che alcuni artisti hanno subito a causa di una loro conversione a suoni più gentili. Noi non cadremo in quest’errore. Si respira già aria di Sanremo. L’edizione di quest’anno ha previsto una sorta di preselezione televisiva per la categoria dei giovani, facendo partecipare le nuove proposte musicali a Domenica in tramite un meccanismo che può essere riassunto in un semplice termine: markette. Sareste disposti a farlo pur di approdare all’importante vetrina musicale sanremese? Sanremo? No grazie. Non crediamo in Sanremo, non rappresenta il panorama musicale italiano contemporaneo, che è tutt’altra cosa. Per loro un esempio di musica italiana a chi può corrispondere, a Povia? Però, se penso al ritorno in diritti d’autore che possono aver realizzato i vari concorrenti, quasi quasi... i: 0882.991162; www.myspace.com/glitterballband TUTTO IL LIVE CHE C’È LUCERA/MASSERIA SANT’AGAPITO Londoncafè Casadidadi Ensemble The Look DOMENICA 13 FEBBRAIO ORE 18.00 VENERDÌ 11 FEBBRAIO ORE 22.00 LUCERA/LUPUS IN FABULA COVER BAND DEI DIRE STRAITS Trio Dell’Anno VENERDÌ 11 FEBBRAIO ORE 22.00 MONTE S.ANGELO/ASILO REPUBLIC VOCE, VIOLA E PIANOFORTE Mark Pellegrini Trio VENERDÌ 11 FEBBRAIO ORE 22.30 LESINA/BARRETT PUB BLUES-ELETTROACUSTICA Caos Dementia SABATO 12 FEBBRAIO ORE 22.00 ACUSTICO-ELETTRONICA-INDIE SABATO 12 FEBBRAIO ORE 22.00 ANZANO DI PUGLIA/OLD ALLEY PUB Zero Positivo MaTrioSca LUNEDÌ 14 FEBBRAIO ORE 22.00 POP-ROCK Nashville Country GIUSEPPE SCARANO (VOCE), FRANCESCO MAGISTRO (CHITARRA) E LUCIANO PANNESE (BASSO ELETTRICO E CONTRABBASSO) FOGGIA/LA CARBONERIA Trio Dell’Anno Crossroad Rocks LESINA/LA STALLA DEL VESCOVO FOGGIA/GROTTA OMERO SABATO 12 FEBBRAIO ORE 22.00 ROCK-COUNTRY SABATO 12 FEBBRAIO ORE 21.00 FOGGIA/ARCHIVIO DI STATO “ARCHIVIO IN BLUES” Ratafiamm DOMENICA 13 FEBBRAIO ORE 22.00 SABATO 12 FEBBRAIO ORE 22.00 DJ SET E LOUNGE MUSIC SABATO 12 FEBBRAIO ORE 22.00 ASCOLI SATRIANO/ROCK BAR ALTERNATIVE-ROCK-INDUSTRIAL FOGGIA/CARPE DIEM FOGGIA/NESSUN DORMA LUNEDÌ 14 FEBBRAIO ORE 20.30 VOCE, VIOLA E PIANOFORTE Palmitessa Quartet Wild Rose GIOVEDÌ 17 FEBBRAIO ORE 22.00 SAN SEVERO/MORRISON FRANCESCO PALMITESSA (CHITARRA), PIPPO LOMBARDO (PIANOFORTE), DARIO DI LECCE (BASSO) E FABIO DELLE FOGLIE (BATTERIA) ROCK MANFREDONIA/LUC 11 teatro Ci sono o ci fanno? PH: VANNI NATOLA FOGGIA Depredò le collaudatissime trame dei vaudeville e delle pochade francesi adattandole al vernacolo napoletano e creando di fatto il teatro dialettale moderno, ma la sua commedia più celebre, “Miseria e Nobiltà”, era una creazione originale. Scrisse centinaia di opere, ebbe nove figli (tra i quali i celebri fratelli De Filippo), fu tra i primi volti del cinematografo italiano e venne, addirittura, trascinato in tribunale da un permaloso Gabriele D’Annunzio per la parodia de “La figlia di Iorio”. Eduardo Scarpetta, il più importante protagonista del teatro napoletano tra Ottocento e Novecento, da un secolo a questa parte non smette di regalare preziosi spunti creativi a registi teatrali e cinematografici. Proprio al suo canto del cigno, “Il Medico dei pazzi”, è ispirata la nuova commedia della quindicesima stagione del Piccolo Teatro di Foggia: infatti, la compagnia Palcoscenico metterà in scena da sabato 12 febbraio, alle 20.30, e domenica 13 febbraio, alle 19.00, sul palco del Teatro di via Delli Carri 5, L’Alberghe di pacce. La commedia in tre atti – che andrà in scena fino a domenica 13 marzo - vedrà sul palco una vagonata di attori, per 12 Pazzi, veri o presunti, sono i protagonisti della nuova commedia della compagnia Palcoscenico, in scena fino al 13 marzo al Piccolo Teatro Luigi Lioce l’esattezza tredici personaggi diretti da Dino La Cecilia. Lo stesso La Cecilia interpreterà Ciccillo, un giovane che sperpera nel vizio del gioco tutto il denaro che gli manda lo zio Felice (Enzo Marchetti, autore anche del testo) per vivere e studiare in città. All'improvviso, però, lo zio decide di fargli visita. Ciccillo, a quel punto, inventa che la pensione in cui vive a sbafo è in realtà un manicomio e che gli ospiti sono suoi pazienti. Questo, come prevedibile, innescherà quegli spassosissimi equivoci che da anni sono garanzia di risate sul palco del Piccolo Teatro. Dino La Cecilia, “L'Alberghe di pacce” è la seconda commedia che dirige. Questa volta è stato più o meno faticoso della sua prima regia, “Alfrede Strazzullo & Co”? In confronto all’altra che ho diretto, è una commedia con più personaggi e più cambi di scena, decisamente più dinamica e, di conseguenza, maggiormente impegnativa. Tengo a precisare, però, che registi non ci si improvvisa e, quindi, anche questa volta godo della supervisione di Enzo Marchetti, il cui supporto mi ha evitato momenti di panico. Vivo questa esperienza come fossi uno stagista del palcoscenico pieno di entusiasmo ma, allo stesso tempo, con un po’ di timore. Quanto le somiglia il personaggio di Ciccillo? Fortunatamente non troppo. Io, come lui, sono una persona estroversa, brillante e un po’ egocentrica, posso ammetterlo tranquillamente. Però, Ciccillo è anche molto cinico, menefreghista e, soprattutto, ha una fortissima dipendenza dal gioco che lo rende irrispettoso e ingrato nei confronti dello zio, la vera vittima di tutta la storia. i: www.ilpiccoloteatro.it; 0881.723454 13 Molière updated Un Molière adattato ai nostri giorni andrà in scena per la regia di Pino Bruno. Un intreccio di intrighi degno di Beautiful di Adriano Santoro PINO BRUNO LUCERA C’era una volta, il 26 dicembre 1662, e ci sarà ancora, il 12 febbraio dell’anno appena cominciato, Molière con La scuola delle mogli. A riproporre la fortunata commedia al Teatro Civico Giuseppe Garibaldi di Lucera, alle 20.30 della suddetta data, ci penserà la compagnia teatrale La Bottega dell’Attore di Pino Bruno. Ne è passato di tempo da quel lontano 1662, quando il famoso attore e drammaturgo francese Jean Baptiste Poquelin, più noto come Molière, mise in scena per la prima volta questa commedia fatta di personaggi che, visti i tempi che correvano, avrebbero fatto impallidire i protagonisti di Beautiful che siamo abituati a vedere con troppa facilità su altari, costruiti in casa per l’occasione, a sposare figlie (o figli) da tradire puntualmente con madri (o padri), per poi scoprire gli altarini dal resuscitato di turno che torna da viaggi impervi (dall’aldilà?) con verità che mettono a soqquadro gli equilibri creati o che si sarebbero potuti creare di lì a poco, dove per “poco” si intendono un centinaio di puntate che, sul più bello, terminano con un primo piano sullo sguardo perplesso e interrogativo di Ridge, Brooke, Stephanie o prole (che è davvero proficua e prolifica), dinanzi all’ennesima e strabiliante scoperta di un tradimento. Ma va? Che strano! Realtà e 14 fantasia si intersecano a tal punto che i famosissimi attori della soap sembrano non avere più nomi propri di battesimo e nemmeno nomi d’arte, se non quelli della finzione (chi ricorda il nome dell’attrice che interpreta Brooke?). Qualcosa di simile avvenne anche a Molière che sposò Armande Béjart, ufficialmente sorella, ma quasi sicuramente figlia, di Madeleine, sua devota compagna e già madre di un figlio avuto dalla precedente relazione con il Barone di Modène Esprit de Raymond de Mormoiron. Il tutto era condito dal sogno delle due donne di diventare attrici, da tre figli avuti da Molière e Béjart-figlia, e da un palcoscenico naturale che era la corte di Luigi XIV, che un nome d’arte ce l’aveva e lo ricordiamo ancora, Re Sole. Vita intensa, dunque, quella dell’attore e commediografo Molière che scrisse la sua più famosa commedia, ricca di riferimenti autobiografici, basando la trama sulla “costruzione” della giovane e ignorante “moglie perfetta” da parte del potente Arnolfo. Ma i piani non andranno in porto perché, da mondi lontani, giungerà la verità e all’arroganza del potere si ribellerà l’amore. La versione 2011 de “La scuola delle mogli” è diretta da Pino Bruno, tradotta da Vincenzo Tieri e vede la par- tecipazione di Maurizia Pavarini, in un adattamento privato del lessico arcaico e dell’eccessivo uso del verso, e con l’aggiunta di un paio di personaggi contemporanei alquanto bizzarri. i: www.teatrostudiodauno.com ConarCabaret Foggia Spazio anche al cabaret sul palco del ConarTeatro di Foggia. Sabato 12 febbraio, alle 20.30, e domenica 13 febbraio, alle 19.30, sarà la volta di Sergio Giuffrida. Il comico vanta una formazione accademica e diverse esperienze in tv, in radio e in teatro. i: 0881.775579 SERGIO GIUFFRIDA 15 L’Otello furioso L’attore foggiano Nicola Rignanese, reduce dal successo di “Qualunquemente”, va in scena al Teatro dei Limoni con un Otello molto diverso dall’originale di Alessandra De Stefano NICOLA RIGNANESE FOGGIA Parla con un rigoroso accento toscano, ma Nicola Rignanese, l’attore reduce dal successo di Qualunquemente che lo vede coprotagonista al fianco di Antonio Albanese, è un foggiano doc, con una carriera artistica di tutto rispetto. Insomma, un altro terrone che ce l’ha fatta! L’attore, che sarà a Foggia per portare in scena Dall’Otello, un progetto suo e di Gianfranco Pedullà, da sabato 12 a mercoledì 16 febbraio, al Teatro dei Limoni, alle 21.00 (la prenotazione è obbligatoria), parla della sua lunga carriera artistica. Qual è stato il suo primo approccio al teatro? Un po’ per gioco, un po’ per tirarmi fuori dalla passività che vivevo a Foggia quando avevo diciotto anni; vidi il manifesto di un laboratorio teatrale di Guglielmo Ferraiola che ha sfornato un bel po’ di attori in Puglia dagli anni Ottanta in poi. Appena iniziai le prime lezioni mi piacque subito e cambiai la mia vita. Da lì, poi, la Paolo Grassi di Milano (la scuola civica di teatro) e tutto il resto. Com’è avvenuto l’incontro con Albanese? Il primo incontro è avvenuto quando dovevamo fare i provini per entrare alla Paolo Grassi; ci guardavamo un po’ in cagnesco perché l’uno poteva essere il rivale dell’altro. Invece, fu un anno di scelte molto particolari da parteella scuola, di facce una diversa dall’altra e non precisamente belle: fui preso con Antonio Albanese e Giuseppe Battiston, per citarne alcuni. Parliamo dello spettacolo “Dall’Otello”, liberamente ispirato all’opera shakespereana di cui ha curato anche la regia. In cosa si differenzia dall’opera originaria e quali aspetti, emozioni e sentimenti sviluppa? Si chiama così perché abbiamo deciso di prenderlo da metà in poi, dall’Otello infuriato che ha già scoperto e deciso di vedere e sentire alcune cose. Abbiamo dato per scontato che la storia la conoscono tutti. Siamo quattro personaggi: io (Otello), Gianluigi Tosto (Iago), Gila Manetti (Emilia) e Rosanna Gentili (Desdemona). Otello, storicamente, teatralmente e da un punto di vista letterario, è IL PRIMO INCONTRO CON ALBANESE FU A UN PROVINO ALLA PAOLO GRASSI: ERAVAMO L’UNO IL RIVALE DELL’ALTRO 16 sempre stato molto come succube di Iago, quasi una vittima; invece, ci piaceva che venisse fuori un Otello consapevole, che poteva scegliere e attingere alla sua natura più oscura. Iago non ha fatto altro che sfruttare questo. In scena abbiamo quattro personaggi molto più artefici e consapevoli dei loro destini. Ma lo spettacolo tratta anche della violenza, in genere e sulle donne. C’è stato anche un lavoro ritmico e sonoro molto importante con le musiche di Andrea Salvadori, musicista che collabora con Max Gazzè, Ginevra di Marco, Piero Pelù. Tutto questo con la collaborazione alla regia di Gianfranco Pedullà. L’abbiamo presentato a Pisa, lo faremo in Puglia e poi di nuovo in Toscana. Qualunquemente potrebbe essere considerato un “Gomorra” in salsa comica. Fa un certo effetto vedere il film alla luce degli ultimi gossip politici che hanno investito l’Italia, sembra quasi che sia stata una previsione dell’immediato e raccapricciante futuro. Questa è la lungimiranza degli artisti, che li rende grandi e importanti. Pensare che Antonio ha partorito Cetto Laqualunque ormai otto anni fa, quando gli veniva detto che forse era esagerato questo accostamento ai politici, fa parte dello sguardo sul futuro e della libertà che devono avere gli artisti, non attenendosi strettamente all’attualità, provando ad andare avanti. Non c’era nessuna intenzione di far coincidere il film con un momento politico particolare. Per quanto conosco Antonio, è più che altro una questione di ritmo nella costruzione dei personaggi, un ritmo fisico, pratico; da lì, con consapevolezza, viene fuori un mondo, pensieri e significati che spesso sono futuribili o avveniristici e che hanno certi riscontri con la realtà. Tuttavia, difficilmente si fanno nomi espliciti: sono personaggi che hanno caratteri universali. Antonio viene dal teatro, non è un imitatore, e i suoi personaggi nascono tutti da lì: non è una comicità parolaia, c’è anche l’estensione dei concetti. Cosa ha significato per lei, da meridionale, fare proprio questo film sul Sud? Ho sempre pensato che non sia sul Sud: è una vicenda che, tolto l’audio, potrebbe accadere in Argentina o in Polonia, anche per la LA LOCANDINA DELO SPETTACOLO particolarità dei costumi di questi personaggi. Mi piace pensare a Cetto e Pino come al John Travolta e al Samuel Jackson di un “Pulp Fiction” di noi altri. A coloro che ci hanno tacciato di lavorare contro il Sud, dico solo che molti degli attori che vi recitano sono meridionali. Il riscatto è insito nel fatto che ci sono persone del Sud che stanno raccontando una storia che ha il coraggio di mostrare quali e dove sono i mostri e il nemico, e di abbatterlo. “Qualunquemente” e “Otello” sono accomunati da questo: oggi è difficile vedere da che parte sta il nemico, nella politica come nella vita. Con “Qualunquemente”, oltre a far sorridere, abbiamo provato a suscitare riflessioni, quando ci sono momenti di grande gelo, come ad esempio l’esplosione della macchina, scena che vede la partecipazione di Salvatore Cantalupo che faceva il sarto in “Gomorra”, e la ridicolizzazione di certi personaggi, dove la più grande volgarità è la banalità. i: 347.3414561 NICOLA RIGNANESE CON SERGIO RUBINI IN “QUALUNQUEMENTE” 17 portfolio Un’étoile da fiaba Luciana Savignano incarna la danza tanto quanto Maradona incarna il calcio. L’accostamento avvicina idealmente due figure che non potrebbero essere più lontane, ma rende efficacemente l’assunto. Se il giocatore argentino è diventato il simbolo dell’imprevedibilità, dell’ingegno, della forza e della resistenza che fanno di un calciatore il migliore tra i calciatori, così Luciana Savignano sembra essere l’avatar della danzatrice inarrivabile: appare eterea e leggera, dotata di grazia infinita sulla scena e nella vita, ma è anche la dimostrazione di quanto la danza sia una religione alla quale non ci si può votare che per la vita intera, senza se e senza ma, con abnegazione assoluta, con un impegno che assume nel 99% dei casi i contorni di un consapevole sacrificio. La danzatrice, étoile della Scala e musa di Maurice Béjart, tornerà in Capitanata con lo spettacolo Sheherazade e le mille e una notte, balletto in un atto e quattro quadri su musiche di RimskyKorsakov, domenica 13 febbraio al Teatro Comunale Giuseppe Verdi di San Severo (porte alle 19.30, sipario alle 20.00), ospite dell’associazione Amici della Musica di San Severo. La Savignano, che aveva già incantato con lo stesso spettacolo gli Amici della Musica di Foggia a fine gennaio, sintetizza così questa avventura che la vede accanto alla compagnia salentina Balletto del Sud: “Abbiamo debuttato lo scorso anno, al Teatro Politeama di Lecce, e continuiamo a proporlo con ottimi consensi da parte del pubblico. Fredy Franzutti, il direttore della compagnia, col quale non avevo mai lavorato, mi ha proposto questo ruolo: mi è sembrato un personaggio giusto per me, e ho accettato. Balletto del Sud è una bella realtà, e stiamo collaborando molto bene. Trovo che l’originalità di questo spettacolo risieda nella lettura di Sheherazade, assolutamente attinente al testo, alla fiaba originale, e alle suggestioni d’Oriente di cui tutta l’opera è pervasa. Tutto questo, però, in una versione decisamente accessibile per il pubblico, che dimostra di apprezzare molto questa produzione. Inoltre, la presenza sul palco di un attore che legge i passi più emozionanti della fiaba rende lo spettacolo ancora più completo e piacevole”. Tony di Corcia LUCIANA SAVIGNANO (PH: MONICA CARBOSIERO) 18 LE FOTO FIRMATE DA MONICA CARBOSIERO CHE ILLUSTRANO QUESTE PAGINE SONO STATE SCATTATE IN OCCASIONE DELLO SPETTACOLO “SHEHERAZADE”, OSPITATO LO SCORSO 27 GENNAIO AL TEATRO DEL FUOCO DI FOGGIA 19 20 Sweet dreams La compagnia teatrale Factory rilegge Shakespeare e il mistero dell’amore di Fabrizio Sereno CERIGNOLA Un sogno iniziato tre anni fa, ma vissuto intensamente, come se fosse accaduto in una notte di mezza estate. L´amore indagato nelle sue mille sfaccettature per percepirne sempre lo stesso potenziale magico, a tratti beffardo, illusorio. Un viaggio onirico nella foresta dei sentimenti, quello condotto dalla Factory - Compagnia Teatrale Transadriatica - attraverso lo studio di una delle mitiche saghe di Shakespeare sulla follia dell´amore. Se strane apparizioni percepite come incantesimi, o scherzi divini, confondono l´amore con la passione, trasformando il sentiero del cuore in un labirinto epico-grottesco e se l´oggetto bramato diventa possibile solo per capriccio del destino, allora si può capire quanto il confine tra la realtà e il mondo onirico sia labile, giungendo persino a domandarsi (Marzullo docet!) se l´amore, tanto più vero perché tribolato, sia un´illusione che vive solo in sogno o se dopo tutto non sia meglio giocare con i sogni, inseguirli, per innamorarsi davvero. Un interrogativo universale quello posto in Sogno di una notte di mezza estate, tanto da gettare un ponte artistico tra i due lembi dell´Adriatico così come è accaduto per la Factory, compagnia nata da un progetto di integrazione culturale della Regione Puglia. Alla loro prima tournèe, i nove attori (da Puglia, Abruzzo, Serbia, Croazia, Montenegro) coordinati dal regista Tonio De Nitto, portano in scena il frutto di tre anni di riflessione intorno all´opera shakespeariana. Domenica 13 febbraio, al Teatro Mercadante di Cerignola, la Factory rivisiterà, in chiave moderna e in un caleidoscopio di idiomi linguistici, gli intrecci amorosi di Ermia e Lisandro, Demetrio e Elena, Oberon e Titania, trasformandoli in personaggi burattineschi e creature indefinite che mimano in modo meccanico l´eterno gioco della seduzione. i: 0885.410312 Sette giorni sulle punte Manfredonia Dal 12 al 19 febbraio, il Teatro Comunale di Manfredonia ospiterà La Settimana della Danza. Sabato 12 febbraio andrà in scena, alle 21.00, il balletto dell’Esperia di Paolo Mohovic; Mauro Astolfi è atteso per venerdì 18 febbraio. Il programma completo è sul sito www.bottegadegliapocrifi.it. 21 arte ... Fra tutti li ho riconosciuti UN‘OPERA DI ATHOS FACCINCANI FOGGIA Sarà la voglia di primavera, saranno i suoi fiori rigogliosi e sfacciati, ma la mostra di Athos Faccincani sembra essere il giusto antidoto al grigiore invernale. La panacea per superare gli ultimi sprazzi della stagione fredda e di un momento storico e sociale che non vediamo l'ora di chiudere negli armadi, senza nemmeno gli indispensabili foglietti salvalana. Sensazione che il maestro nato a Peschiera del Garda conosce bene e che ha vissuto in prima persona, superando una prima cifra stilistica fatta di espressionismo puro, capace di rendere reali e vivi soggetti schiacciati dal peso della sofferenza. Poi, dopo un percorso interiore, la rinascita e la voglia di vita trasformano il suo atto pittorico, impregnandolo di colori vividi, di luce e di sole. L'artista dei fiori e delle riviere, in grado di immortalare appunti di viaggio sulla tela, sarà il protagonista della nuova mostra organizzata dalla Contemporanea Galleria d'Arte di Giuseppe Benvenuto. Gli ambienti di viale Michelangelo, 65 si coloreranno, fino a lunedì 28 febbraio, con una trentina di opere del grande maestro italiano che ha saputo raccontare il viaggio, la luce del Sud e le atmosfere del Nord, la vegetazione e i paesaggi, ma soprattutto i fiori: sgargianti, spocchiosi, profumati, romantici ed emblematici. Il vernissage, in programma alle 18.30 di 22 Athos Faccincani ritorna a Foggia per mostrare le sue riviere, i paesaggi e i suoi fiori di Concetta Fioretti domenica 13 febbraio, darà la possibilità di ammirare, anche attraverso le parole e i racconti dell'autore, marine lagunari, trulli pugliesi e lussureggianti panorami italiani. Prima della vernice, Viveur ha incontrato Athos Faccincani per conoscere i ricordi e le emozioni che nutrono la sua arte. Maestro, facciamo un passo indietro. Quando il bambino Athos Faccincani ha scoperto la tavolozza e le tele? Subito. Da bambino realizzavo i ritratti dei miei compagni di classe, e sui consigli di indirizzo dei docenti era sempre menzionato quello artistico. Così, a tredici anni, ho iniziato a frequentare gli studi dei pittori. I suoi lavori dell'ultimo periodo raccontano l'Italia: il Nord e soprattutto il Sud. Potremmo definirlo una sorta di diario di viaggio? Sì, mi piace molto questa definizione. La mia è certamente un'arte introspettiva. Ad un certo punto sono stato conquistato dai viaggi, ho iniziato ad ammirare gli ulivi della Puglia, il sole e la luce del Sud, così la mia tavolozza grigia e malinconica si è impregnata dei colori mediterranei. A Foggia è ormai di casa, che rapporto ha con questa città? Sono particolarmente legato a Foggia. Grazie all'arte ho girato molto: Stati Uniti, Giappone, Spagna, Francia, ma sa, i rapporti d'amore e di amicizia sono inspiegabili. Ecco, sento Foggia come una mia amica, una città amica. Le sue opere raccontano soprattutto il Sud, e in questo momento si parla tanto di federalismo. La pittura può essere considerata un linguaggio di unione? Magari, dovrebbe essere così. La pittura è un dialogo universale capace di unire la terra. "Virgo Fidelis" è il titolo del romanzo edito da Mursia che ha scritto con Elsa Dilauro e che presenterà nell'ambito della sua personale foggiana. Se sulla tavolozza ci fossero parole, quali userebbe per la sua tela? Vita vissuta in questi viaggi. Vita di mezzo tra realtà e sogno. Sognare è indispensabile, non bisogna mai smettere di farlo, anche per contrastare il tempo reale. i: 338.2139499. 23 cultura UN DETTAGLIO DELLA COPERTINA DEL LIBRO “CASTELLI MEDIEVALI. PUGLIA E BASILICATA: DAI NORMANNI A FEDERICO II E CARLO I D'ANGIÒ” LUCERA Massaro, mendicante, castellano, locazione, tenimento. Pochi gradi di separazione e possiamo ritrovarci in un sorprendente Medioevo, fatto di borghi, assalti, carestie e gabelle, riguardante il territorio di Puglia e Basilicata. Il volume di Raffaele Licinio, Castelli Medievali. Puglia e Basilicata: dai normanni a Federico II e Carlo I d'Angiò (2010, Edizioni Caratteri Mobili) segna l’apertura delle Giornate del Libro 2011 promosse dal Club Unesco di Lucera, in occasione delle Giornate Mondiali del Libro e del Diritto d’autore. Un'operazione di incentivo alla lettura su scala mondiale, cui il club Federico II ha aderito organizzando Scatti dalla sponda Foggia Fino a sabato 26 marzo nei locali del Museo del Terriorio (in via Arpi 155, a Foggia), potrà essere visitata la mostra fotografica La quarta sponda: la campagna di Libia (19111931) nelle foto dell’archivio di Loreto. Inoltre, potranno essere visionati anche alcuni rari filmati dell’epoca. La mostra è aperta dal lunedì al sabato, dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00. i: 0881.711134 24 Ma che bei castelli Le Giornate Mondiali del Libro del Club Unesco di Lucera verranno aperte dallo studio sui castelli medievali realizzato da Raffaele Licinio di Michele Robusto tre incontri. Licinio, protagonista del primo appuntamento fissato per sabato 12 febbraio, è ordinario di Storia Medievale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bari dove dirige il Centro di Studi Normanno-Svevi. Numerose le sue ricerche storiche, in particolare sulle tematiche dell’insediamento, del rapporto cittàcampagna e dello sviluppo agrario. Lo studioso cura siti innovativi come Sognare è tutto Foggia Un resoconto video di sette mesi trascorsi sull’altipiano boliviano, tra paesaggi mozzafiato e situazioni di grandissima povertà, e intitolato “A che serve avere tutto se non hai un sogno?”, verrà proiettato venerdì 11 febbraio, alle 20.00, al Foto Cine Club. L’autore del reportage è Massimiliano Arena, che racconterà attraverso le immagini la sua esperienza a contatto con il popolo andino che vive a 4000 metri di altitudine. i: www.fotofoggia.it www.storiamedievale.net. Nella sua nuova edizione, il volume che verrà presentato riveste una particolare importanza: nel 1994, infatti, risultò il miglior saggio storico sul Mezzogiorno. L’appuntamento con gli studi sulle fortificazioni del Medioevo di Capitanata e delle vicine terre è per sabato 12 febbraio (alle 18.30) presso il Convitto Nazionale Bonghi di Lucera (in via IV Novembre, 36). i: www.clubunescolucera.it PH: MASSIMILIANO ARENA Erotomani di tutto il mondo unitevi! agenda Vico del Gargano A chi non è capitato di avere una storia d’amore con Javier Bardem (che speriamo pigli l’Oscar come migliore attore protagonista in “Biutiful”) o con Scarlett Johansson? Il DSM IV, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, parla chiaro: erotomania. Notoriamente il DSM IV non ci capisce. Come può un libro limitare il nostro romantico pensare a siffatta patologia? Che il vostro innamoramento sia reale o immaginario (è appena il caso di ricordare che stalking e cecità vanno solitamente a braccetto), a condonare le vostre amorose pene pensa, come ogni anno, San Valentino che il prossimo lunedì 14 febbraio interverrà in tutta la penisola con la sua task force di cioccolatai, orefici ed altri venditori di variegate bubbolarie. Se poi volete stupire il vostro partner o stupire voi stessi, è opportuno ricordarsi che a Vico del Gargano i festeggiamenti in onore del Santo cominciano giovedì 10 per finire lunedì 14 febbraio (il programma completo è su facebook) con l’esibizione del vasto repertorio di musiche marciabili del complesso bandistico “A. F. Nardini”. Immancabile per i frotteuristi la visita allo strettissimo Vicolo del Bacio, con successivo arresto. Domenico De Felice L’occhio di Vanni su Enzo Foggia Sarà l’attore Enzo Marchetti a finire davanti all’obiettivo di un maestro della fotografia come Vanni Natola nel prossimo appuntamento con Fotografando con obiettivo solidale, fissato per mercoledì 16 febbraio, alle 17.30, nella parrocchia di San Giovanni Battista. i: 0881.721831 VICO DEL GARGANO La Taverna si fa in tre Foggia Gennaro Minchiello (violino), Giovanna D’Amato (violoncello) e Pasquale Coviello (fisarmonica) si esibiranno sabato 12 febbraio alla Taverna del Gufo. Il concerto avrà inizio alle 21.30. i: 360.373076 GIOVANNA D’AMATO RADIOSPIA PREVIEW NON È UNA BAND IN SENSO STRETTO, MA UN PROGETTO MUSICALE INTORNOALQUALERUOTANOECCELSIMUSICISTI:RITCHIE PLAYSTOTHE MOON NASCENEL2008CONLAPRODUZIONE DEI BRANI DELL'AUTORE E COMPOSITORE RICCARDO CROCE, DI STAMPO "MODERN FUNK" EUROPEO, CON TEMI ISPIRATI ALL'AMORE TRA GLI UOMINI E ALLA DEVOZIONE PER LA MUSICA. LA FORMAZIONE SARÀ OSPITE DELLANONAPUNTATADIRADIOSPIA, LATRASMISSIONEPRODOTTADAMASTERING.IT E TRASMESSA DA RADIONOVA 97, PER RACCONTARSI AGLI SPIONI MARCO MAFFEI, ANGELA “DARKO”, PAOLA “V” E LUIGI LIOCE, SABATO 12 FEBBRAIO, ALLE 20.30, E IN REPLICA NEI GIORNI SUCCESSIVI. NELLA SECONDA PARTE, INVECE, IL PROTAGONISTASARÀL'ATTORE(ERESPONSABILE ORGANIZZATIVO DELL'ODATEATRO)MARIOPIERROTTI. LE NEWS DI RADIOSPIA SUL GRUPPO FB: RADIOSPIA (TUTTA LA VERITÀ). i: [email protected] t. 0881.726.930 25 cinema Maturità, ultima fermata Sei ex compagni di liceo si ritrovano, quasi vent’anni dopo il diploma, per uno scherzo del destino. “Immaturi”, diretto da Paolo Genovese, è interpretato da un cast sfaccettato di Paola La Sala LALOCANDINA CICOLELLA Viale XXIV Maggio - 0881.720614 www.cicolella.it Parto col folle 18.00 - 20.00 - 22.00 E 6,00 - E 4,00 (dal lun al giov) LALTROCINEMA Via Duomo, 15 - 0881.776439 www.cicolella.it Femmine contro maschi 18.00 - 20.00 - 22.00 E 6,50 - E 4,50 (dal lun al giov) CITTÀ DEL CINEMA Via Miranda - 0881.652129 Femmine contro maschi 16.00 - 16.30 - 17.00 - 18.00 - 18.30 19.00 - 20.00 - 20.30 - 21.00 - 22.00 - 22.30 - 23.00 (sab) - 00.05 (sab) - 00.30 (sab) Che bella giornata 16.15 - 18.15 - 20.15 - 20.15 - 00.15 (sab) Il truffacuori 16.00 - 18.10 - 20.20 - 22.30 - 00.40 (sab) Burlesque 18.00 - 20.20 - 22.40 26 Immaturi Giorgio va in crisi nell’apprendere la possibilità di diventare padre; Lorenzo non rinuncerebbe mai alle cure della mamma; Luisa è separata con una figlia; Francesca è una chef ninfomane. Regia: P. Genovese Cast: R. Bova, B. Bobulova, A. Angiolini Genere: Commedia Femmine contro maschi Anna ama la lirica e la letteratura; Piero, il marito, dopo un incidente, ha un’amnesia che consente alla moglie di trasformarlo nell’uomo ideale: colto, fedele e servizievole. Regia: F. Brizzi Cast: C. Bisio, L. Littizzetto, E. Solfrizzi Genere: Commedia Il film che viene inevitabilmente in mente guardando "Immaturi" è, ovviamente, "Il grande freddo", considerata la storia dei sei ex compagni di scuola che si ritrovano circa una ventina d'anni dopo la fine del liceo. Solo che qui non è il suicidio di uno di loro a riunirli, ma una raccomandata del Ministero della Pubblica Istruzione che gli comunica di dover sostenere un'altra volta l'esame di maturità, essendo stato annullato quello di vent'anni prima. Dunque, cambiano i dettagli ma la storia sembra la stessa e medesimo l'intento degli autori: raccontare le disillusioni e i disinganni di un gruppo di ex giovani, alle prese con le amarezze, le difficoltà e le contraddizioni dell'età adulta. Nel film americano prevaleva un'atmosfera amara e disincantata, mentre nel film diretto da Paolo Genovese (orfano ancora una volta del collega Luca Miniero) l'atmo-sfera che si respira è più lieve, meno cinica e in qualche modo meno dolorosa. Gli ex compagni di scuola Giorgio, scuola, vittime di piccole e grandi sconfitte ma, tutto sommato, abbastanza realizzati professionalmente e sentimentalmente (salvo qualche eccezione); alcuni sono in preda alla nostalgia, ma solo quanto basta. Nel complesso, in ogni caso, sono tutti mediamente soddisfatti delle proprie esistenze. Certo, Francesca deve disintossicarsi dalla bulimia sessuale, Giorgio ha un conto in sospeso con l'amico Virgilio e deve vincere la sindrome del padre, ma in fin dei conti sono tutti problemi risolvibili. In ultima analisi, "Immaturi" è una commedia ben scritta e diretta, che punta a divertire senza strafare, insistendo sulle paranoie, le gioie e i dolori della presunta maturità (per alcuni mai raggiunta) senza andare, tuttavia, più a fondo. La formula è quella del film corale, che funziona quando ben calibrata, come in questo caso, forte di un cast ben assortito: Raoul Bova, Barbora Bobulova, Ambra Angiolini, Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu e Ricky Memphis, il migliore di tutti. Che bella giornata Checco sogna di fare il carabiniere, ma è respinto dopo il colloquio. Con una raccomandazione, si ritrova a lavorare come addetto alla sicurezza del Duomo di Milano. Regia: G. Nunziante Cast: C. Zalone, N. Akkari, R. Papaleo Genere: Commedia Il truffacuori Alex per professione fa fallire relazioni di donne innamorate di uomini sbagliati, con la sorella e il cognato. Un giorno i tre sono incaricati di mandare a monte il matrimonio di Juliette in soli dieci giorni. Regia: P. Chaumelle Cast: R. Duris, V. Paradis, J. Ferrier Genere: Commedia Rabbit Hole 16.30 - 18.30 - 20.30 - 22.30 - 00.25 (sab) Sanctum in 3D 16.00 - 18.15 - 20.30 - 22.45 (sab) I fantastici viaggi di Gulliver in 3D 16.20 - 18.10 - 20.00 Vallanzasca - Gli angeli del male 22.00 - 00.30 Immaturi 16.00 - 17.00 - 18.15 - 19.15 - 20.30 - 21.30 - 22.45 - 23.40 (sab) Gianni e le donne 16.20 - 18.20 - 20.20 - 22.20 - 00.15 (sab) Qualunquemente 16.10 - 18.10 - 20.10 - 22.10 - 00.10 (sab) E 5,50 (dal lun al ven) - E 4,50 (ridotto); E 7,00 (festivi, prefestivi, sab e dom) CORSO Via Roma - 0885.422045 Femmine contro maschi 17.00 (sab e dom) - 19.15 - 21.30 27 Immaturi 18.00 - 20.00 - 22.00 Rabbit Hole 17.40 - 19.30 - 21.40 Vallanzasca - Gli angeli del male 17.15 (sab e dom) - 19.30 - 21.50 ROMA Via Roma - 0885.422421 Il discorso del re 17.00 (sab e dom) - 19.15 - 21.30 E 6,00 - E 4,00 (mer e gio) CICOLELLA Via Stornarella, 2 Immaturi 18.00 - 20.30 E 4,00 0885.781618 Burlesque Ali ha pochi soldi e l’ambizione di lasciare la provincia americana e trasferirsi in una metropoli. Arriva, così, a Los Angeles e trova lavoro come cameriera nel teatro di varietà gestito da Tess. Regia: S. Antin Cast: Cher, C. Aguilera, E. Dane Genere: Musicale Rabbit Hole Becca e Howie sono una coppia benestante di un quartiere di NewYork. La loro vita, però, è devastata dalla morte del figlioletto di quattro anni, ma i due reagiscono in modo diverso al dolore. Regia: J. C. Mitchell Cast: N. Kidman, A. Eckart, D. Wiest Genere: Drammatico PALLADINO Via C. Poerio, 2B - 0882.412264 www.cinemapalladino.it Immaturi (sala1) 19.00 - 21.15 Qualunquemente (sala2) 18.30 - 21.00 E 5,50 - E 4,00 CICOLELLA Via D’Alfonso, 70 - 0882.375484 Immaturi 17.00 (sab e dom) - 19.00 - 21.30 E 5,00 - 4,00 (mar) Rassegna I Giovedì d’Essai (17 febbraio) Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni 18.30 - 21.00 E 3,50 Sanctum Frank, esperto sommozzatore, ha trascorso molto tempo ad esplorare alcune grotte del Pacifico Meridionale. Durante una ricognizione una tempesta tropicale lo fa precipitare sul fondo di una grotta. Regia: A. Grierson Cast: R. Roxburgh, R. Wakefield, A. Parkinson Genere: Azione Gianni e le donne Il sessantenne Gianni non ha ambizioni, ma molti rimpianti. Oppresso dalla figlia, dalla moglie e dalla madre, percepisce da anni una pensione baby e vive nella rassegnazione. Regia: G. Di Gregorio Cast: G. Di Gregorio, V. de Franciscis Genere: Commedia 28 28 29 nightlife Associazione Pizzaiuoli Napoletani dal 2003 FOGGIA FOGGIA via Gioberti, 40 (vicinanze stadio) t 334.8581296 - 328.4170903 Pub/Sala privè con possibilità di feste private. Locale autorizzato Mediaset/partite, anticipi e posticipi più Champions League. Locale climatizzato. sab: Karaoke. Ampio parcheggio. Chiuso lunedì. Vi aspettiamo non mancate. via Sandro Pertini, 8 (ultima trav. a dx di viale Europa) t 0881.665531 - www.pizzeriadelirio.it Pizzosteria/Pizza, cucina e vino. Pizza napoletana con bordo alto o sottile. Si accettano buoni pasto. apertura estiva: aprile/settembre dal martedì alla domenica. apertura invernale: ottobre/marzo dal giovedì alla domenica. apertura straordinarie: festività varie e periodo natalizio Il re del niente Foggia Riassumere la carriera di Fabrizio Corona è un gioco da ragazzi: ha partecipato al reality show “La fattoria”, preso parte alla serie tv “Squadra Antimafia” e al documentario “Videocracy”. Decisamente più difficile è districarsi tra le decine di provvedimenti giudiziari a suo carico, e grazie ai quali - incredibile ma vero - ha ricevuto un’esposizione mediatica senza precedenti per una persona che è stata in carcere per estorsione, condannata per utilizzo di banconote false, rinviata a giudizio per bancarotta fraudolenta, condannata per aggressione a pubblico ufficiale, querelata da Simona Ventura e Barbara d’Urso per diffamazione a mezzo stampa, indagata per evasione fiscale, nonchè arrestata e denunciata più volte per infrazioni al codice della strada. Il trentasettenne - sui giornali anche in questi giorni per il furto avvenuto nella sua agenzia e che, secondo lui, sarebbe connesso al Rubygate - sarà ospite, sabato 12 febbraio, all’Histoire Disco, in località Segezia, a Foggia. i: 320.7133764 30 FOGGIA via dell’Immacolata, 8 - t 339.6347522 Locanda spagnola/ Specialisti in paella, sangria e musica spagnola. Paella da asporto o a domicilio. Descuento especial a todos los italianos que hablan español. Aparte el sabado. Si organizzano feste private su prenotazione. Aperto dal giovedì alla domenica, prefestivi e festivi. Locale climatizzato. FOGGIA via Piave, 59 - t 0881.707632, 333.2422729 RistoPub/ Dal 1983 punto di riferimento per gli amanti dell’inimitabile birra Guinness e della spillatura a fusto freddo. Menu rinnovato con pietanze greche. sab 12: ore 20.45 Roma-Napoli. dom 13: ore 20.45 Juventus-Inter. mar 15: ore 20.45 Milan-Tottenham. mer 16: ore 20.45 Roma-Shakhtar D. Chiuso il lunedì. FOGGIA via Manerba, 12 - t 329.2647177 Caffetteria-wineBar/Antipasteria a base di prodotti tipici del territorio, selezione di salumi e formaggi di Norcia, vini d.o.c.g. italiani. ven 11: Happy hour - 6 euro 2 drinks. lun 14: prendi 3 paghi 2 su tutti i prodotti. mar 15: antipasto con calice di vino 6 euro. mer 16: cena a tema. dom 20: ore 19.30 Gola a bordo piscina presso Palace Hotel Lucera-ingresso 20 euro benessere + degustazione. Chiuso la domenica. FOGGIA via Duomo, - t 0881.770863 Ristopub/Non mancare, il Nessun Dorma ti aspetta! Un’accogliente sala fumatori con menù arricchito e possibilità di gustare piatti, bevande. ven: musica dal vivo. Locale autorizzato SKY. Si organizzano feste private. 31 32