Qua le mani, Ludovico

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Chiuso in redazione l’8 febbraio 2011
il sommario
anno XVIII/numero 6
settimanale - dall’11 al 17 febbraio 2011
Ludovico Einaudi
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copertina
Qua le mani,
Ludovico
Allievo di Luciano Berio, autore di decine di colonne sonore,
musicista tra i più applauditi e richiesti al mondo.
Il pianoforte di Ludovico Einaudi riempirà di suoni il Teatro del Fuoco,
che attende il solista torinese in una serata che si preannuncia storica
di Luigi de Martino
FOGGIA Leo fa lo Scientifico. Suona la
chitarra in un gruppo di coetanei. L’ultima
hit che gira in radio non sarà mai paragonabile a una versione di Marco Tullio
Cicerone, ma a sedici anni un giro di
basso è più convincente di una orazione
del primo secolo avanti Cristo. A Leo e
ai suoi amici manca un tastierista. Nessun
problema, papà suona il piano. Un tranquillo matusa si presenta in sala prove.
Ha l’aria affettuosa, quasi timida, ma di
quello che la sa lunga. I capelli sono
piuttosto radi, quelli neri appaiono ormai
indistinguibili a prima vista.
“Salve ragazzi, sono Ludovico, il papà di
Leo”. E sia. Le bacchette del batterista
danno il tempo in quattro quarti. Un colpo
secco alla cassa e si parte senza problemi,
anche perché l’adulto si accoda e le mani
si muovono alla grande. Papà Ludovico
si diverte, a un certo punto prende pure
a dare consigli, suggerisce accordi, offre
alternative armoniche che danno sollievo
L’INFINITO È IL SUO TEMPO PREFERITO:
“DIVENIRE”, MA ANCHE “SVANIRE”, “ANDARE”
SONO TITOLI DI BRANI CHE LO HANNO RESO CELEBRE
4
all’orecchio. “Com’è che tuo padre suona
così bene? Dove lo tenevi nascosto?”
Vallo a spiegare che papà è Ludovico
Einaudi, l’autore di “Divenire”, che è
uno dei pianisti più applauditi del mondo,
un riempiteatri che brucia biglietti quando
ancora i manifesti in città non sono affissi,
o che la sua “Echos” ha venduto 100.000
copie in poche settimane nel solo Regno
Unito, o che ha scaldato sgabelli neri alla
Scala di Milano, al Barbicon di Londra,
al Trianon di Parigi, alla Philharmonic
Kammermusiksaal di Berlino, addirittura
a Buckingham Palace, con il fiato di Sua
Maestà sul collo.
L’annuncio del suo arrivo al Teatro del
Fuoco, su un manifesto della grandezza di
sei metri per tre, ha provocato turbamenti
in chi, da ormai diversi anni, segue questo
pianista camaleonte, capace di mischiare e
trovare un punto di accordo tra classica,
pop e contemporanea. Sperimenta suoni e
sensazioni, incanta folle con quel tocco
semplice e quelle armonie di facile decodificazione, cominciando a imporsi con il suo
personalissimo concetto di nuova classica
ai tempi in cui il nazional-popolare Giovanni
Allevi era poco più che un ragazzino.
Foggia lo aspetta a braccia aperte e a
orecchie ben tese. Il suo arrivo è fissato
per martedì 15 febbraio, alle 20.30.
Chi spera ancora in una selvaggia caccia
al biglietto ha le speranze ridotte all’osso,
giusto per voler essere ottimisti. Il miracolo
reca la tripla firma di Puglia Sounds, Regione Puglia e Provincia di Foggia. La
tentazione di “wikipediare” Ludovico Einaudi prima di parlarne su carta stampata
è più che legittima. Se non altro per non
inciampare in date, titoli, dischi, collaborazioni. La sorpresa è scoprire (oltre al
nobile “Maria Enrico” che completa il
suo nome) che uno dei più amati musicisti
viventi è figlio del celebre editore Giulio
e nipote di Luigi, presidente della Repubblica Italiana negli anni della ricostruzione.
L’autore di decine di colonne sonore si
avvia verso i sessanta ed è all’apice della
sua fama. Si contano i giorni dal suo
storico arrivo a Foggia, in quel casermone
riconvertito a teatro acusticamente ineccepibile, dove sfiorerà avorio con quell’aria
da signore garbato, da papà affettuoso.
Ha due figli: Jessica che scrive e canta
canzoni, Leo che suona la chitarra. Papà
Ludovico, come lui stesso ha confessato
in una recente intervista, lo raggiunge
spesso in sala prove. Il motivo è più semplice di quanto si voglia credere: l’Einaudi
allievo di Luciano Berio è un grande musicista, e solo i grandi musicisti amano
confrontarsi con qualsiasi genere o situazione musicale.
L’infinito è il suo tempo, grammaticale
e musicale, preferito. “Divenire”, ma
anche “Svanire”, “Andare” sono solo
frammenti di un palmares di successi
degno di una popstar glitterata. Il successo lui non se l’aspettava neppure,
quando il suo album “Le Onde” fa finire
la sua faccia su manifesti affissi nel
Regno Unito, dove tutti si chiedevano
da dove provenisse quella classica così
melodiosamente ibrida.
Perché Ludovico Einaudi, malgrado le
polemiche di puristi del suono e di conservatori incalliti, fa parte di quella
ristretta comitiva di sperimentatori a
cui va attribuito un merito storico: riuscire a spiegare, soprattutto ai più giovani, che è sbagliato caricare sul proprio
lettore mp3 solo ciò che impone il nostro tempo, che la bellezza della musica
la trovi pure in un brano eseguito da
un solo strumento, che forse ha ragione
l’insegnante di musica, quando in classe
spiega in tutti i modi possibili che qualcosa gli autori
classici devono pur averla insegnata.
Quarant’anni fa i New Trolls cercarono
di spiegarlo con il loro “Concerto
Grosso”. Hanno incastrato per anni le
loro chitarre elettriche al suono di
un’orchestra, su musiche che parevano
composte da Vivaldi. Se Johann Sebastian Bach fosse vissuto negli anni Settanta del Novecento l’avrebbe scritta
lui “Firth of Fifth”, altro che i Genesis.
Einaudi forse l’ha spiegato (seppure
inconsapevolmente) nel modo più semplice possibile, con la speranza che la
sua arte faccia da apripista a un mondo
sempre più distante. Con buona pace
di Uto Ughi, che ha letteralmente distrutto questa nuova generazione di
pianisti classici (pur non facendo mai
riferimento all’autore di “Divenire”), la
musica di Ludovico Einaudi è unica,
come unico è tutto ciò che abbia mai
incuriosito il torinese più famoso dopo
l’avvocato Giovanni Agnelli: che sia una
lezione di Berio, un preludio di Debussy,
o un’ora in sala prove con Leo e i suoi
amici. i: www.pugliasounds.it
5
musica
A ognuno
la sua danza
Farkas, Brahms, Bartok, Mozart ed Elgar
nel nuovo appuntamento con Assaggi di Musica
di Luigi de Martino
JOHANNES BRAHMS, L’AUTORE
DELLE CELEBRI DANZE UNGHERESI
FOGGIA Ciò che fa la differenza tra uno
stile musicale e un altro è il modo in cui
un brano viene eseguito.
Suonare un valzer di Chopin senza il cosiddetto “tempo rubato” (e, dunque, perfettamente a tempo) è paragonabile all’esecuzione di una seppur nobile mazurka di Raoul
Casadei. Figuriamoci Brahms, il tedesco che
scrisse le più popolari Danze Ungheresi
conosciute dall’uomo, e meritevoli di decine
di trascrizioni. Alcune orchestre, dopo le
prime otto misure (più inevitabile replica)
della quinta Danza Ungherese, la più famosa, sembrano quasi inciampare sull’inciso.
Si parte a suonarlo, come spiegava decenni
fa il grande Leonard Bernstein, “quasi prendendo la rincorsa”, accelerando progressivamente, manco fosse un Sirtaki greco.
Il lato B dell’Europa, tutti i popoli che fino
alla caduta del Muro erano a est di Berlino,
hanno prodotto musica di una bellezza e
di una qualità inestimabili. E lo hanno fatto
praticamente in soli due secoli. La melodia
predicata fino all’esasperazione dalla scuola
russa, il patriottismo “danzereccio” degli
ungheresi, il lirismo dei praghesi. La playlist
dell’est Europa riempirebbe decine di gigabyte di un ideale iPod, oltre a riempire pure
la seconda parte del sesto concerto della
stagione Assaggi di Musica.
Da quella sconfinata playlist, l’Orchestra
da Camera del Mediterraneo e il suo
direttore Luciano Fiore estrarranno una
chicca dopo l’altra. Venerdì 11 febbraio,
al Teatro del Fuoco, prima di dedicarsi al
suddetto lato B, l’orchestra eseguirà due
serenate: la prima è del bambino mai cresciuto Mozart, di cui probabilmente anche
un alieno riconoscerebbe l’attacco della
Piccola Serenata Notturna. L’altra è di Edward Elgar, dell’opera 20, con i suoi piacevoli
tre tempi.
Poi l’est prenderà il sopravvento. Di Ference
Farkas l’Orchestra del Mediterraneo eseguirà
la Partita all’Ungaresca, con cinque gustose
danze più un intermezzo. Le Danze Rumene
di Bela Bartok saranno il preludio alle due
Ungheresi di Johannes Brahms, le numero
5 e 6. Il concerto inizierà alle 20.45, con
ingresso a teatro a partire dalle 20.00.
Il prezzo del biglietto di ingresso varia dai
5 ai 15 euro, con riduzioni per famiglie,
bambini e under 18. i: 328.1520601;
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Verdi e Mozart, tra Unità e federalismo
MARCELLO VENEZIANI
6
Il Giornale, Il Messaggero, La Repubblica, La Stampa. Sembra un elenco
dei maggiori quotidiani italiani, in realtà è solo una lista approssimativa
delle redazioni in cui ha messo piede uno dei prossimi protagonisti della
rassegna Musica Civica. Domenica 13 febbraio, lo scrittore e giornalista
Marcello Veneziani sarà la voce della quinta conversazione della stagione,
intitolata Unità e federalismo. La conversazione introdurrà, come al solito,
i due appuntamenti musicali della giornata. Alle 11.00, il Teatro Garibaldi
di Lucera ospiterà l’Omaggio a Mozart, con l’Orchestra del Teatro Petruzzelli
diretta per l’occasione da Gianna Fratta. La Sinfonia Concertante per fiati
K 297 (che vedrà distinguersi i solisti Gianluigi Cortecci all’oboe, Francesco
Manfredi al clarinetto, Matteo Morfini al fagotto e Damiano Fiore al corno)
e la celebre Sinfonia n. 41 detta “Jupiter” sono gli stessi brani che la Fratta
dirigerà, la sera prima, proprio sul podio del Petruzzelli. Nel pomeriggio,
alle 18.00, la rassegna si sposterà al Teatro del Fuoco di Foggia: Storia di
un Buffone, la messa in scena liberamente tratta dal Rigoletto di Verdi,
vedrà muoversi sulle tavole di vico Cutino il baritono Cuneyt Unsal, il
soprano Ida Fratta, il tenore Giuseppe Talamo e il mezzosoprano Angela
Bonfitto, con musiche trascritte ed eseguite dall’Ensemble Umberto Giordano.
7
L’operetta
secondo
Dianora
La Compagnia di Operette Belle Epoque
inaugura la ventisettesima stagione
degli Amici della Musica Paisiello
di Luigi de Martino
DIANORA MARANGONI
LUCERA Arrivare a Lucera il sabato sera
può rivelare sorprese inaspettate.
Porta Troia, ad esempio, è lo “stargate”
tra nuovo e vecchio, tra passato e presente. Un budello di viuzze rivestite in
sampietrini divide mura medievali. Mura
che incastonano mattoni a vista o pezzi
di fortezza svevo-angioina, in un puzzle
temporale dove il sole, in certi mesi,
neanche arriva. E mentre ti interroghi
sulla datazione di questa o di quella
chiesa appare, immobile e imponente,
la facciata di una delle cattedrali più
artisticamente contaminate d’Italia.
Venti passi più in là, quando lo sgomento si placa, si apre un mondo. Dove
intrighi da operetta, strumenti a corda
e pianisti dalle mani d’acciaio trovano
il loro habitat naturale. Succede, in media, un paio di sabati al mese. Si apre
una porta sulla penombra della Sala
Paisiello, dove luci al tungsteno illuminano il musicista di turno.
L’aria è familiare, Elvira ed Enzo fanno
gli onori di casa, poi è la grande musica
a stimolare neuroni: la musica proposta
da quasi trent’anni dall’associazione
Amici della Musica Giovanni Paisiello. La ventisettesima stagione concertistica proposta dal sodalizio guidato da
Elvira Calabria ed Enzo Matromatteo
si fa addirittura in tre.
Tre, infatti, sono le mini stagioni in una
pronte a soddisfare anche i palati più
esigenti. A cominciare dal Festival della Lirica, che si impegna a esplorare
tutte le potenzialità della voce umana.
Voce, costumistica e gestualità - in una
parola: operetta - apriranno le danze
sabato 12 febbraio (alle 19.30), quando una rappresentanza della Compagnia di Operette La Belle Epoque
canterà in costumi d’epoca. Enrico Zagni, Vittorio Regina, Cristina Chiaffoni
e Alessandro Tampieri, accompagnati
al pianoforte da Giorgio Tazzari e supervisionati da Dianora Marangoni, faranno il punto della situazione di due
Questione di corde
Foggia Dalla musica da camera proposta dai Solisti Dauni a quella
di un duo di respiro internazionale. La quarantunesima stagione
concertistica organizzata dagli Amici della Musica di Foggia
propone uno dei concerti più interessanti in cartellone. Ospiti del
settimo appuntamento, nella serata di giovedì 17 febbraio al Teatro
del Fuoco, sarà il duo composto dal violinista albanese Klajdi
Sahatci e dalla pianista Simonetta Tancredi.
I due musicisti interpreteranno la Sonata K 301 in sol maggiore
di Mozart, la Sonata op. 47 n. 9 “a Kreutzer” di Beethoven e la
Sonata op. 45 n. 3 in do minore di Grieg. Il concerto inizierà alle
20.30, con ingresso a teatro a partire dalle 20.00. i: 0881.771578
8
secoli di “recitar cantando”. La gamma
di sensazioni sarà infinita. Puoi ridere
o commuoverti, a seconda del brano
proposto. Il celebre duetto di “Cin Ci
Là”, brani selezionati da “Al Cavallino
Bianco”, l’immortale “Vedova Allegra”
di Lehar, e ancora “My Fair Lady”, “La
Principessa della Czardas”, “Granada”.
Quello di sabato 12 febbraio sarà solo
il primo di ben quattordici appuntamenti. Il Festival Liliana Rossi, dedicato
alla grande artista foggiana, e un Festival della Musica da Camera sono
gli altri due mini blocchi del corposo
cartellone, intervallati da pianisti del
calibro di Olga Georgievskaya (12
marzo), Tomas Schwann (28 maggio)
e Domenico Monaco (a ottobre). In
mezzo pure l’immancabile concerto celebrativo per i 150 anni dall’Unità
d’Italia (1º giugno), la Serva Padrona
di Pergolesi (7 maggio) e una rivisitazione della Boheme di Puccini (26 marzo). i: 0881.542017; 328.4064980
9
No Glitter,
no party!
BARBARA SICA E GIOVANNI LANESE, IN ARTE I GLITTERBALL;
IN BASSO, LA COPERTINA DEL LORO SECONDO ALBUM
Il gruppo electro-rock Glitterball si esibirà
senza “fronzoli” a Lesina. Intervista al
duo che dice “Sanremo? No, grazie”
di Saverio Tanzi
Barbara Sica (basso e synt), al suo fianco c’è Giovanni Lanese
(chitarra, voce e loop station), ed entrambi sembrano più interessati
alle prelibatezze gastronomiche romagnole che ai chilometri da
macinare prima della tappa che li vedrà protagonisti, venerdì 11
febbraio (alle 22.00), al pub di Lesina Il Covo. Non ci vuole molto
per capire che i “fronzoli” sono solo nel nome della band, e che
il loro linguaggio è come la loro musica: l’antitesi di ogni spreco
ornamentale.
LESINA Nell’interminabile sfida tra tecnologia e natura bisogna
annoverare una nuova battaglia, ed è quella che si è svolta nel
tragitto che separa il gruppo pescarese Glitterball dalla loro
prossima esibizione, reso epico e interminabile da una telefonata
in aperta lotta con le gallerie della A-14, talmente profonde da
alienare anche un maestro della telepatia.
“Siamo in viaggio per Cesenatico: sai, si mangia bene lì” esordisce
NOI NON CREDIAMO CHE SANREMO
POSSA RAPPRESENTARE IL PANORAMA
MUSICALE ITALIANO CONTEMPORANEO
10
Barbara, cercare di capire l’identità del gruppo dalle varie
recensioni sul vostro conto è oggettivamente impossibile,
si passa da paragoni al limite del plausibile a pillole zen,
della serie “nei Glitterball ognuno può sentirci quello che
vuole”. Ma chi sono davvero i Glitterball?
È più facile dire cosa eravamo: un gruppo brit rock. Dalla nostra
formazione, nel 2008, a “We Couldn't Have Dreamed It”, il nostro
secondo album prodotto dall’etichetta indipendente Seahorse
Recording, sono cambiate un sacco di cose, e molte sono ancora
in fase di definizione. L’evento più significativo è stato l’uscita dalla
band del batterista poco dopo le registrazioni; da lì è stata presa
la decisione di proseguire il percorso in due, con logiche conseguenze
per il nostro sound: abbiamo colmato l’assenza di strumenti percussivi
con un maggior uso di loop station e synth, il che ci ha resi un
gruppo electro-rock, nel significato più vintage del termine. Insomma,
tanta psichedelica, chitarre aggressive mescolate a sonorità new
wave, e una strada aperta verso sonorità più grunge unite
all’elettronica, che tradotto in termini comuni equivale ad accostare
il diavolo e l’acqua santa.
Il vostro genere vi permette di suonare in contesti differenti,
dal pub ad ambienti un po’ più disco. In quale dimensione
riscontrate maggiore successo?
Indubbiamente i live club ci permettono di incontrare un pubblico
più vicino alla nostra musica, in particolar modo i giovanissimi,
oltre che i musicisti. Anche nei pub riusciamo comunque a farci
apprezzare, fatte le dovute eccezioni: se ci chiamassero per una
festa della birra, che attrae di solito un pubblico amante di un rock
più classico, rischieremmo di essere messi al bando! Un rischio che
corriamo volentieri, però.
La vostra indole creativa è aggressiva, e ricalca perfettamente
lo spirito della musica underground. Ma non è tutto, esiste
anche un lato glam.
Sì, e l’abbiamo scoperto per puro caso. Avevamo appena finito di
suonare in un locale che si affaccia sulla spiaggia, a Pescara, quando
due persone si sono avvicinate chiedendo di farci delle foto, solo
dopo un po’ abbiamo scoperto che erano professionisti della
fotografia, gli ideatori di D-image Studio Photographers, uno studio
fotografico specializzato soprattutto nella moda. Sin dal primo
istante, hanno visto in noi una vena glam e hanno deciso di divertirsi
con scatti extra. Ovviamente, il divertimento è stato reciproco,
tranne che per la fase trucco: per noi è stata una vera tortura!
Non è comunque l’unica collaborazione fotografica, ne abbiamo
instaurata un’altra con un’artista più votata alla scena underground.
Questa collaborazione glam non rischia di attrarvi sempre
più verso una scena musicale più marcatamente pop?
In effetti la nostra immagine è più pop della nostra musica, ma
noi non lo saremo mai, o forse già lo siamo, ma non nella sua
accezione comune. Dal nostro punto di vista la scena pop coincide
con la musica indipendente, e questa sta cambiando volto, non
vuole più ridursi a schemi facilmente fruibili, anzi. Sia gli artisti
che il pubblico sentono un gran bisogno di emergere, di strafare,
di andare oltre, e lo dimostrano anche i flop che alcuni artisti
hanno subito a causa di una loro conversione a suoni più gentili.
Noi non cadremo in quest’errore.
Si respira già aria di Sanremo. L’edizione di quest’anno ha
previsto una sorta di preselezione televisiva per la categoria
dei giovani, facendo partecipare le nuove proposte musicali
a Domenica in tramite un meccanismo che può essere
riassunto in un semplice termine: markette. Sareste disposti
a farlo pur di approdare all’importante vetrina musicale
sanremese?
Sanremo? No grazie. Non crediamo in Sanremo, non rappresenta
il panorama musicale italiano contemporaneo, che è tutt’altra cosa.
Per loro un esempio di musica italiana a chi può corrispondere, a
Povia? Però, se penso al ritorno in diritti d’autore che possono aver
realizzato i vari concorrenti, quasi quasi...
i: 0882.991162; www.myspace.com/glitterballband
TUTTO IL LIVE CHE C’È
LUCERA/MASSERIA SANT’AGAPITO
Londoncafè
Casadidadi Ensemble
The Look
DOMENICA 13 FEBBRAIO
ORE 18.00
VENERDÌ 11 FEBBRAIO
ORE 22.00
LUCERA/LUPUS IN FABULA
COVER BAND DEI DIRE STRAITS
Trio Dell’Anno
VENERDÌ 11 FEBBRAIO
ORE 22.00
MONTE S.ANGELO/ASILO REPUBLIC
VOCE, VIOLA E PIANOFORTE
Mark Pellegrini Trio
VENERDÌ 11 FEBBRAIO
ORE 22.30
LESINA/BARRETT PUB
BLUES-ELETTROACUSTICA
Caos Dementia
SABATO 12 FEBBRAIO
ORE 22.00
ACUSTICO-ELETTRONICA-INDIE
SABATO 12 FEBBRAIO
ORE 22.00
ANZANO DI PUGLIA/OLD ALLEY PUB
Zero Positivo
MaTrioSca
LUNEDÌ 14 FEBBRAIO
ORE 22.00
POP-ROCK
Nashville Country
GIUSEPPE SCARANO (VOCE), FRANCESCO
MAGISTRO (CHITARRA) E LUCIANO PANNESE
(BASSO ELETTRICO E CONTRABBASSO)
FOGGIA/LA CARBONERIA
Trio Dell’Anno
Crossroad Rocks
LESINA/LA STALLA DEL VESCOVO
FOGGIA/GROTTA OMERO
SABATO 12 FEBBRAIO
ORE 22.00
ROCK-COUNTRY
SABATO 12 FEBBRAIO
ORE 21.00
FOGGIA/ARCHIVIO DI STATO
“ARCHIVIO IN BLUES”
Ratafiamm
DOMENICA 13 FEBBRAIO
ORE 22.00
SABATO 12 FEBBRAIO
ORE 22.00
DJ SET E LOUNGE MUSIC
SABATO 12 FEBBRAIO
ORE 22.00
ASCOLI SATRIANO/ROCK BAR
ALTERNATIVE-ROCK-INDUSTRIAL
FOGGIA/CARPE DIEM
FOGGIA/NESSUN DORMA
LUNEDÌ 14 FEBBRAIO
ORE 20.30
VOCE, VIOLA E PIANOFORTE
Palmitessa Quartet
Wild Rose
GIOVEDÌ 17 FEBBRAIO
ORE 22.00
SAN SEVERO/MORRISON
FRANCESCO PALMITESSA (CHITARRA), PIPPO
LOMBARDO (PIANOFORTE), DARIO DI LECCE
(BASSO) E FABIO DELLE FOGLIE (BATTERIA)
ROCK
MANFREDONIA/LUC
11
teatro
Ci sono
o ci fanno?
PH: VANNI NATOLA
FOGGIA Depredò le collaudatissime
trame dei vaudeville e delle pochade
francesi adattandole al vernacolo napoletano e creando di fatto il teatro dialettale moderno, ma la sua commedia
più celebre, “Miseria e Nobiltà”, era
una creazione originale. Scrisse centinaia di opere, ebbe nove figli (tra i quali
i celebri fratelli De Filippo), fu tra i primi
volti del cinematografo italiano e venne,
addirittura, trascinato in tribunale da
un permaloso Gabriele D’Annunzio per
la parodia de “La figlia di Iorio”. Eduardo Scarpetta, il più importante protagonista del teatro napoletano tra Ottocento e Novecento, da un secolo a questa
parte non smette di regalare preziosi
spunti creativi a registi teatrali e cinematografici. Proprio al suo canto del
cigno, “Il Medico dei pazzi”, è ispirata
la nuova commedia della quindicesima
stagione del Piccolo Teatro di Foggia:
infatti, la compagnia Palcoscenico metterà in scena da sabato 12 febbraio,
alle 20.30, e domenica 13 febbraio,
alle 19.00, sul palco del Teatro di via
Delli Carri 5, L’Alberghe di pacce.
La commedia in tre atti – che andrà in
scena fino a domenica 13 marzo - vedrà
sul palco una vagonata di attori, per
12
Pazzi, veri o presunti, sono i protagonisti
della nuova commedia della compagnia Palcoscenico,
in scena fino al 13 marzo al Piccolo Teatro
Luigi Lioce
l’esattezza tredici personaggi diretti da
Dino La Cecilia. Lo stesso La Cecilia
interpreterà Ciccillo, un giovane che
sperpera nel vizio del gioco tutto il
denaro che gli manda lo zio Felice (Enzo
Marchetti, autore anche del testo) per
vivere e studiare in città. All'improvviso,
però, lo zio decide di fargli visita. Ciccillo, a quel punto, inventa che la pensione in cui vive a sbafo è in realtà un
manicomio e che gli ospiti sono suoi
pazienti. Questo, come prevedibile, innescherà quegli spassosissimi equivoci
che da anni sono garanzia di risate sul
palco del Piccolo Teatro.
Dino La Cecilia, “L'Alberghe di
pacce” è la seconda commedia che
dirige. Questa volta è stato più o
meno faticoso della sua prima regia,
“Alfrede Strazzullo & Co”?
In confronto all’altra che ho diretto, è
una commedia con più personaggi e
più cambi di scena, decisamente più
dinamica e, di conseguenza, maggiormente impegnativa.
Tengo a precisare, però, che registi non
ci si improvvisa e, quindi, anche questa
volta godo della supervisione di Enzo
Marchetti, il cui supporto mi ha evitato
momenti di panico. Vivo questa esperienza come fossi uno stagista del palcoscenico pieno di entusiasmo ma, allo
stesso tempo, con un po’ di timore.
Quanto le somiglia il personaggio
di Ciccillo?
Fortunatamente non troppo. Io, come
lui, sono una persona estroversa, brillante e un po’ egocentrica, posso ammetterlo tranquillamente. Però, Ciccillo è
anche molto cinico, menefreghista e, soprattutto, ha una fortissima dipendenza
dal gioco che lo rende irrispettoso e ingrato nei confronti dello zio, la vera vittima di tutta la storia.
i: www.ilpiccoloteatro.it; 0881.723454
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Molière
updated
Un Molière adattato ai nostri giorni
andrà in scena per la regia di Pino Bruno.
Un intreccio di intrighi degno di Beautiful
di Adriano Santoro
PINO BRUNO
LUCERA C’era una volta, il 26 dicembre
1662, e ci sarà ancora, il 12 febbraio
dell’anno appena cominciato, Molière con
La scuola delle mogli. A riproporre la
fortunata commedia al Teatro Civico
Giuseppe Garibaldi di Lucera, alle 20.30
della suddetta data, ci penserà la compagnia teatrale La Bottega dell’Attore di
Pino Bruno.
Ne è passato di tempo da quel lontano
1662, quando il famoso attore e drammaturgo francese Jean Baptiste Poquelin, più
noto come Molière, mise in scena per la
prima volta questa commedia fatta di personaggi che, visti i tempi che correvano,
avrebbero fatto impallidire i protagonisti di
Beautiful che siamo abituati a vedere con
troppa facilità su altari, costruiti in casa per
l’occasione, a sposare figlie (o figli) da tradire
puntualmente con madri (o padri), per poi
scoprire gli altarini dal resuscitato di turno
che torna da viaggi impervi (dall’aldilà?)
con verità che mettono a soqquadro gli
equilibri creati o che si sarebbero potuti
creare di lì a poco, dove per “poco” si
intendono un centinaio di puntate che, sul
più bello, terminano con un primo piano
sullo sguardo perplesso e interrogativo di
Ridge, Brooke, Stephanie o prole (che è
davvero proficua e prolifica), dinanzi
all’ennesima e strabiliante scoperta di un
tradimento. Ma va? Che strano! Realtà e
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fantasia si intersecano a tal punto che
i famosissimi attori della soap sembrano
non avere più nomi propri di battesimo
e nemmeno nomi d’arte, se non quelli
della finzione (chi ricorda il nome
dell’attrice che interpreta Brooke?).
Qualcosa di simile avvenne anche a
Molière che sposò Armande Béjart,
ufficialmente sorella, ma quasi sicuramente figlia, di Madeleine, sua devota
compagna e già madre di un figlio avuto dalla precedente relazione con il
Barone di Modène Esprit de Raymond
de Mormoiron. Il tutto era condito dal
sogno delle due donne di diventare
attrici, da tre figli avuti da Molière e
Béjart-figlia, e da un palcoscenico naturale che era la corte di Luigi XIV, che
un nome d’arte ce l’aveva e lo ricordiamo
ancora, Re Sole.
Vita intensa, dunque, quella dell’attore e
commediografo Molière che scrisse la sua
più famosa commedia, ricca di riferimenti
autobiografici, basando la trama sulla
“costruzione” della giovane e ignorante
“moglie perfetta” da parte del potente
Arnolfo. Ma i piani non andranno in porto
perché, da mondi lontani, giungerà la
verità e all’arroganza del potere si ribellerà
l’amore. La versione 2011 de “La scuola
delle mogli” è diretta da Pino Bruno,
tradotta da Vincenzo Tieri e vede la par-
tecipazione di Maurizia Pavarini, in un
adattamento privato del lessico arcaico
e dell’eccessivo uso del verso, e con
l’aggiunta di un paio di personaggi contemporanei alquanto bizzarri.
i: www.teatrostudiodauno.com
ConarCabaret
Foggia Spazio anche al cabaret sul palco del ConarTeatro
di Foggia. Sabato 12 febbraio, alle 20.30, e domenica 13
febbraio, alle 19.30, sarà la
volta di Sergio Giuffrida. Il
comico vanta una formazione
accademica e diverse esperienze in tv, in radio e in teatro. i: 0881.775579
SERGIO GIUFFRIDA
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L’Otello
furioso
L’attore foggiano Nicola Rignanese, reduce
dal successo di “Qualunquemente”,
va in scena al Teatro dei Limoni
con un Otello molto diverso dall’originale
di Alessandra De Stefano
NICOLA RIGNANESE
FOGGIA Parla con un rigoroso accento toscano, ma Nicola Rignanese, l’attore reduce dal successo di Qualunquemente che lo
vede coprotagonista al fianco di Antonio Albanese, è un foggiano
doc, con una carriera artistica di tutto rispetto. Insomma, un altro
terrone che ce l’ha fatta! L’attore, che sarà a Foggia per portare
in scena Dall’Otello, un progetto suo e di Gianfranco Pedullà,
da sabato 12 a mercoledì 16 febbraio, al Teatro dei Limoni,
alle 21.00 (la prenotazione è obbligatoria), parla della sua lunga
carriera artistica.
Qual è stato il suo primo approccio al teatro?
Un po’ per gioco, un po’ per tirarmi fuori dalla passività che vivevo
a Foggia quando avevo diciotto anni; vidi il manifesto di un
laboratorio teatrale di Guglielmo Ferraiola che ha sfornato un bel
po’ di attori in Puglia dagli anni Ottanta in poi. Appena iniziai le
prime lezioni mi piacque subito e cambiai la mia vita. Da lì, poi,
la Paolo Grassi di Milano (la scuola civica di teatro) e tutto il resto.
Com’è avvenuto l’incontro con Albanese?
Il primo incontro è avvenuto quando dovevamo fare i provini per
entrare alla Paolo Grassi; ci guardavamo un po’ in cagnesco perché
l’uno poteva essere il rivale dell’altro. Invece, fu un anno di scelte
molto particolari da parteella scuola, di facce una diversa dall’altra
e non precisamente belle: fui preso con Antonio Albanese e Giuseppe
Battiston, per citarne alcuni.
Parliamo dello spettacolo “Dall’Otello”, liberamente ispirato
all’opera shakespereana di cui ha curato anche la regia. In
cosa si differenzia dall’opera originaria e quali aspetti,
emozioni e sentimenti sviluppa?
Si chiama così perché abbiamo deciso di prenderlo da metà in poi,
dall’Otello infuriato che ha già scoperto e deciso di vedere e sentire
alcune cose. Abbiamo dato per scontato che la storia la conoscono
tutti. Siamo quattro personaggi: io (Otello), Gianluigi Tosto (Iago),
Gila Manetti (Emilia) e Rosanna Gentili (Desdemona). Otello,
storicamente, teatralmente e da un punto di vista letterario, è
IL PRIMO INCONTRO CON ALBANESE
FU A UN PROVINO ALLA PAOLO GRASSI:
ERAVAMO L’UNO IL RIVALE DELL’ALTRO
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sempre stato molto come succube di Iago, quasi una vittima; invece,
ci piaceva che venisse fuori un Otello consapevole, che poteva
scegliere e attingere alla sua natura più oscura. Iago non ha fatto
altro che sfruttare questo. In scena abbiamo quattro personaggi
molto più artefici e consapevoli dei loro destini. Ma lo spettacolo
tratta anche della violenza, in genere e sulle donne. C’è stato anche
un lavoro ritmico e sonoro molto importante con le musiche di
Andrea Salvadori, musicista che collabora con Max Gazzè, Ginevra
di Marco, Piero Pelù. Tutto questo con la collaborazione alla regia
di Gianfranco Pedullà. L’abbiamo presentato a Pisa, lo faremo in
Puglia e poi di nuovo in Toscana.
Qualunquemente potrebbe essere considerato un “Gomorra”
in salsa comica. Fa un certo effetto vedere il film alla luce
degli ultimi gossip politici che hanno investito l’Italia, sembra
quasi che sia stata una previsione dell’immediato e raccapricciante futuro.
Questa è la lungimiranza degli artisti, che li rende grandi e importanti.
Pensare che Antonio ha partorito Cetto Laqualunque ormai otto
anni fa, quando gli veniva detto che forse era esagerato questo
accostamento ai politici, fa parte dello sguardo sul futuro e della
libertà che devono avere gli artisti, non attenendosi strettamente
all’attualità, provando ad andare avanti. Non c’era nessuna intenzione
di far coincidere il film con un momento politico particolare. Per
quanto conosco Antonio, è più che altro una questione di ritmo
nella costruzione dei personaggi, un ritmo fisico, pratico; da lì, con
consapevolezza, viene fuori un mondo, pensieri e significati che
spesso sono futuribili o avveniristici e che hanno certi riscontri con
la realtà. Tuttavia, difficilmente si fanno nomi espliciti: sono personaggi
che hanno caratteri universali. Antonio viene dal teatro, non è un
imitatore, e i suoi personaggi nascono tutti da lì: non è una comicità
parolaia, c’è anche l’estensione dei concetti.
Cosa ha significato per lei, da meridionale, fare proprio
questo film sul Sud?
Ho sempre pensato che non sia sul Sud: è una vicenda che, tolto
l’audio, potrebbe accadere in Argentina o in Polonia, anche per la
LA LOCANDINA DELO SPETTACOLO
particolarità dei costumi di questi personaggi. Mi piace pensare a
Cetto e Pino come al John Travolta e al Samuel Jackson di un “Pulp
Fiction” di noi altri. A coloro che ci hanno tacciato di lavorare
contro il Sud, dico solo che molti degli attori che vi recitano sono
meridionali. Il riscatto è insito nel fatto che ci sono persone del
Sud che stanno raccontando una storia che ha il coraggio di
mostrare quali e dove sono i mostri e il nemico, e di abbatterlo.
“Qualunquemente” e “Otello” sono accomunati da questo: oggi
è difficile vedere da che parte sta il nemico, nella politica come
nella vita. Con “Qualunquemente”, oltre a far sorridere, abbiamo
provato a suscitare riflessioni, quando ci sono momenti di grande
gelo, come ad esempio l’esplosione della macchina, scena che vede
la partecipazione di Salvatore Cantalupo che faceva il sarto in
“Gomorra”, e la ridicolizzazione di certi personaggi, dove la più
grande volgarità è la banalità. i: 347.3414561
NICOLA RIGNANESE CON SERGIO RUBINI
IN “QUALUNQUEMENTE”
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portfolio
Un’étoile
da fiaba
Luciana Savignano incarna la danza tanto quanto
Maradona incarna il calcio. L’accostamento avvicina
idealmente due figure che non potrebbero essere
più lontane, ma rende efficacemente l’assunto. Se
il giocatore argentino è diventato il simbolo
dell’imprevedibilità, dell’ingegno, della forza e della
resistenza che fanno di un calciatore il migliore
tra i calciatori, così Luciana Savignano sembra
essere l’avatar della danzatrice inarrivabile: appare
eterea e leggera, dotata di grazia infinita sulla
scena e nella vita, ma è anche la dimostrazione di
quanto la danza sia una religione alla quale non
ci si può votare che per la vita intera, senza se e
senza ma, con abnegazione assoluta, con un impegno che assume nel 99% dei casi i contorni di un
consapevole sacrificio.
La danzatrice, étoile della Scala e musa di Maurice
Béjart, tornerà in Capitanata con lo spettacolo
Sheherazade e le mille e una notte, balletto in
un atto e quattro quadri su musiche di RimskyKorsakov, domenica 13 febbraio al Teatro Comunale Giuseppe Verdi di San Severo (porte alle
19.30, sipario alle 20.00), ospite dell’associazione
Amici della Musica di San Severo. La Savignano,
che aveva già incantato con lo stesso spettacolo
gli Amici della Musica di Foggia a fine gennaio,
sintetizza così questa avventura che la vede accanto
alla compagnia salentina Balletto del Sud:
“Abbiamo debuttato lo scorso anno, al Teatro Politeama di Lecce, e continuiamo a proporlo con ottimi
consensi da parte del pubblico. Fredy Franzutti,
il direttore della compagnia, col quale non avevo
mai lavorato, mi ha proposto questo ruolo: mi è
sembrato un personaggio giusto per me, e ho
accettato. Balletto del Sud è una bella realtà, e
stiamo collaborando molto bene. Trovo che
l’originalità di questo spettacolo risieda nella lettura
di Sheherazade, assolutamente attinente al testo,
alla fiaba originale, e alle suggestioni d’Oriente di
cui tutta l’opera è pervasa. Tutto questo, però, in
una versione decisamente accessibile per il pubblico,
che dimostra di apprezzare molto questa produzione. Inoltre, la presenza sul palco di un attore che
legge i passi più emozionanti della fiaba rende lo
spettacolo ancora più completo e piacevole”.
Tony di Corcia
LUCIANA SAVIGNANO (PH: MONICA CARBOSIERO)
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LE FOTO FIRMATE DA MONICA CARBOSIERO CHE ILLUSTRANO QUESTE PAGINE
SONO STATE SCATTATE IN OCCASIONE DELLO SPETTACOLO “SHEHERAZADE”,
OSPITATO LO SCORSO 27 GENNAIO AL TEATRO DEL FUOCO DI FOGGIA
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Sweet
dreams
La compagnia teatrale Factory rilegge
Shakespeare e il mistero dell’amore
di Fabrizio Sereno
CERIGNOLA Un sogno iniziato tre anni fa, ma vissuto intensamente,
come se fosse accaduto in una notte di mezza estate. L´amore
indagato nelle sue mille sfaccettature per percepirne sempre lo
stesso potenziale magico, a tratti beffardo, illusorio. Un viaggio
onirico nella foresta dei sentimenti, quello condotto dalla Factory
- Compagnia Teatrale Transadriatica - attraverso lo studio di una
delle mitiche saghe di Shakespeare sulla follia dell´amore. Se strane
apparizioni percepite come incantesimi, o scherzi divini, confondono
l´amore con la passione, trasformando il sentiero del cuore in un
labirinto epico-grottesco e se l´oggetto bramato diventa possibile
solo per capriccio del destino, allora si può capire quanto il confine
tra la realtà e il mondo onirico sia labile, giungendo persino a
domandarsi (Marzullo docet!) se l´amore, tanto più vero perché
tribolato, sia un´illusione che vive solo in sogno o se dopo tutto
non sia meglio giocare con i sogni, inseguirli, per innamorarsi
davvero. Un interrogativo universale quello posto in Sogno di una
notte di mezza estate, tanto da gettare un ponte artistico tra i
due lembi dell´Adriatico così come è accaduto per la Factory,
compagnia nata da un progetto di integrazione culturale della
Regione Puglia. Alla loro prima tournèe, i nove attori (da Puglia,
Abruzzo, Serbia, Croazia, Montenegro) coordinati dal regista Tonio
De Nitto, portano in scena il frutto di tre anni di riflessione intorno
all´opera shakespeariana. Domenica 13 febbraio, al Teatro
Mercadante di Cerignola, la Factory rivisiterà, in chiave moderna
e in un caleidoscopio di idiomi linguistici, gli intrecci amorosi di
Ermia e Lisandro, Demetrio e Elena, Oberon e Titania, trasformandoli
in personaggi burattineschi e creature indefinite che mimano in
modo meccanico l´eterno gioco della seduzione. i: 0885.410312
Sette giorni sulle punte
Manfredonia Dal 12 al 19 febbraio, il Teatro Comunale di Manfredonia ospiterà La Settimana della
Danza. Sabato 12 febbraio andrà in scena, alle 21.00,
il balletto dell’Esperia di Paolo Mohovic; Mauro
Astolfi è atteso per venerdì 18 febbraio. Il programma
completo è sul sito www.bottegadegliapocrifi.it.
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arte
... Fra tutti
li ho riconosciuti
UN‘OPERA DI ATHOS FACCINCANI
FOGGIA Sarà la voglia di primavera, saranno i suoi fiori rigogliosi e sfacciati, ma
la mostra di Athos Faccincani sembra
essere il giusto antidoto al grigiore invernale. La panacea per superare gli ultimi
sprazzi della stagione fredda e di un momento storico e sociale che non vediamo
l'ora di chiudere negli armadi, senza nemmeno gli indispensabili foglietti salvalana.
Sensazione che il maestro nato a Peschiera
del Garda conosce bene e che ha vissuto
in prima persona, superando una prima
cifra stilistica fatta di espressionismo puro,
capace di rendere reali e vivi soggetti schiacciati dal peso della sofferenza. Poi, dopo
un percorso interiore, la rinascita e la voglia
di vita trasformano il suo atto pittorico,
impregnandolo di colori vividi, di luce e di
sole. L'artista dei fiori e delle riviere, in grado
di immortalare appunti di viaggio sulla tela,
sarà il protagonista della nuova mostra
organizzata dalla Contemporanea Galleria
d'Arte di Giuseppe Benvenuto. Gli ambienti
di viale Michelangelo, 65 si coloreranno,
fino a lunedì 28 febbraio, con una trentina
di opere del grande maestro italiano che
ha saputo raccontare il viaggio, la luce del
Sud e le atmosfere del Nord, la vegetazione
e i paesaggi, ma soprattutto i fiori: sgargianti, spocchiosi, profumati, romantici ed
emblematici.
Il vernissage, in programma alle 18.30 di
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Athos Faccincani ritorna a Foggia per mostrare
le sue riviere, i paesaggi e i suoi fiori
di Concetta Fioretti
domenica 13 febbraio, darà la possibilità
di ammirare, anche attraverso le parole e
i racconti dell'autore, marine lagunari, trulli
pugliesi e lussureggianti panorami italiani.
Prima della vernice, Viveur ha incontrato
Athos Faccincani per conoscere i ricordi e
le emozioni che nutrono la sua arte.
Maestro, facciamo un passo indietro.
Quando il bambino Athos Faccincani
ha scoperto la tavolozza e le tele?
Subito. Da bambino realizzavo i ritratti dei
miei compagni di classe, e sui consigli di
indirizzo dei docenti era sempre menzionato
quello artistico. Così, a tredici anni, ho iniziato a frequentare gli studi dei pittori.
I suoi lavori dell'ultimo periodo raccontano l'Italia: il Nord e soprattutto il
Sud. Potremmo definirlo una sorta di
diario di viaggio?
Sì, mi piace molto questa definizione. La
mia è certamente un'arte introspettiva. Ad
un certo punto sono stato conquistato dai
viaggi, ho iniziato ad ammirare gli ulivi della
Puglia, il sole e la luce del Sud, così la mia
tavolozza grigia e malinconica si è impregnata dei colori mediterranei.
A Foggia è ormai di casa, che rapporto
ha con questa città?
Sono particolarmente legato a Foggia. Grazie
all'arte ho girato molto: Stati Uniti, Giappone, Spagna, Francia, ma sa, i rapporti
d'amore e di amicizia sono inspiegabili.
Ecco, sento Foggia come una mia amica,
una città amica.
Le sue opere raccontano soprattutto il
Sud, e in questo momento si parla tanto
di federalismo. La pittura può essere
considerata un linguaggio di unione?
Magari, dovrebbe essere così. La pittura è
un dialogo universale capace di unire la
terra.
"Virgo Fidelis" è il titolo del romanzo
edito da Mursia che ha scritto con Elsa
Dilauro e che presenterà nell'ambito
della sua personale foggiana. Se sulla
tavolozza ci fossero parole, quali userebbe per la sua tela?
Vita vissuta in questi viaggi. Vita di mezzo
tra realtà e sogno. Sognare è indispensabile,
non bisogna mai smettere di farlo, anche
per contrastare il tempo reale.
i: 338.2139499.
23
cultura
UN DETTAGLIO DELLA COPERTINA DEL LIBRO
“CASTELLI MEDIEVALI. PUGLIA E BASILICATA:
DAI NORMANNI A FEDERICO II E CARLO I D'ANGIÒ”
LUCERA Massaro, mendicante, castellano, locazione, tenimento. Pochi gradi
di separazione e possiamo ritrovarci in
un sorprendente Medioevo, fatto di borghi, assalti, carestie e gabelle, riguardante il territorio di Puglia e Basilicata.
Il volume di Raffaele Licinio, Castelli
Medievali. Puglia e Basilicata: dai
normanni a Federico II e Carlo I
d'Angiò (2010, Edizioni Caratteri Mobili) segna l’apertura delle Giornate
del Libro 2011 promosse dal Club Unesco di Lucera, in occasione delle Giornate Mondiali del Libro e del Diritto
d’autore. Un'operazione di incentivo
alla lettura su scala mondiale, cui il
club Federico II ha aderito organizzando
Scatti dalla sponda
Foggia Fino a sabato 26 marzo
nei locali del Museo del Terriorio (in via Arpi 155, a Foggia),
potrà essere visitata la mostra
fotografica La quarta sponda:
la campagna di Libia (19111931) nelle foto dell’archivio di
Loreto. Inoltre, potranno essere
visionati anche alcuni rari filmati dell’epoca. La mostra è
aperta dal lunedì al sabato, dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 16.00
alle 20.00. i: 0881.711134
24
Ma che bei
castelli
Le Giornate Mondiali del Libro del Club Unesco
di Lucera verranno aperte dallo studio sui castelli
medievali realizzato da Raffaele Licinio
di Michele Robusto
tre incontri. Licinio, protagonista del
primo appuntamento fissato per sabato
12 febbraio, è ordinario di Storia Medievale presso la Facoltà di Lettere e
Filosofia dell'Università di Bari dove
dirige il Centro di Studi Normanno-Svevi.
Numerose le sue ricerche storiche, in
particolare sulle tematiche
dell’insediamento, del rapporto cittàcampagna e dello sviluppo agrario. Lo
studioso cura siti innovativi come
Sognare è tutto
Foggia Un resoconto video di sette
mesi trascorsi sull’altipiano boliviano, tra paesaggi mozzafiato e
situazioni di grandissima povertà,
e intitolato “A che serve avere tutto
se non hai un sogno?”, verrà proiettato venerdì 11 febbraio, alle
20.00, al Foto Cine Club.
L’autore del reportage è Massimiliano Arena, che racconterà attraverso le immagini la sua esperienza a contatto con il popolo andino
che vive a 4000 metri di altitudine.
i: www.fotofoggia.it
www.storiamedievale.net. Nella sua nuova edizione, il volume che verrà presentato riveste una particolare importanza:
nel 1994, infatti, risultò il miglior saggio
storico sul Mezzogiorno. L’appuntamento
con gli studi sulle fortificazioni del Medioevo di Capitanata e delle vicine terre
è per sabato 12 febbraio (alle 18.30)
presso il Convitto Nazionale Bonghi
di Lucera (in via IV Novembre, 36).
i: www.clubunescolucera.it
PH: MASSIMILIANO ARENA
Erotomani di tutto il mondo unitevi!
agenda
Vico del Gargano A chi non è capitato di avere una storia d’amore
con Javier Bardem (che speriamo pigli l’Oscar come migliore attore
protagonista in “Biutiful”) o con Scarlett Johansson? Il DSM IV, il
manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, parla chiaro:
erotomania. Notoriamente il DSM IV non ci capisce. Come può un
libro limitare il nostro romantico pensare a siffatta patologia? Che
il vostro innamoramento sia reale o immaginario (è appena il caso
di ricordare che stalking e cecità vanno solitamente a braccetto),
a condonare le vostre amorose pene pensa, come ogni anno, San
Valentino che il prossimo lunedì 14 febbraio interverrà in tutta la
penisola con la sua task force di cioccolatai, orefici ed altri venditori
di variegate bubbolarie. Se poi volete stupire il vostro partner o
stupire voi stessi, è opportuno ricordarsi che a Vico del Gargano
i festeggiamenti in onore del Santo cominciano giovedì 10 per finire
lunedì 14 febbraio (il programma completo è su facebook) con
l’esibizione del vasto repertorio di musiche marciabili del complesso
bandistico “A. F. Nardini”. Immancabile per i frotteuristi la visita
allo strettissimo Vicolo del Bacio, con successivo arresto.
Domenico De Felice
L’occhio di Vanni su Enzo
Foggia Sarà l’attore Enzo Marchetti
a finire davanti all’obiettivo di un
maestro della fotografia come Vanni
Natola nel prossimo appuntamento
con Fotografando con obiettivo solidale, fissato per mercoledì 16 febbraio,
alle 17.30, nella parrocchia di San
Giovanni Battista. i: 0881.721831
VICO DEL GARGANO
La Taverna si fa in tre
Foggia Gennaro Minchiello (violino), Giovanna D’Amato (violoncello)
e Pasquale Coviello (fisarmonica)
si esibiranno sabato 12 febbraio alla
Taverna del Gufo. Il concerto avrà
inizio alle 21.30. i: 360.373076
GIOVANNA D’AMATO
RADIOSPIA
PREVIEW
NON È UNA BAND IN SENSO STRETTO,
MA UN PROGETTO MUSICALE INTORNOALQUALERUOTANOECCELSIMUSICISTI:RITCHIE PLAYSTOTHE MOON
NASCENEL2008CONLAPRODUZIONE
DEI BRANI DELL'AUTORE E COMPOSITORE RICCARDO CROCE, DI STAMPO
"MODERN FUNK" EUROPEO, CON TEMI ISPIRATI ALL'AMORE TRA GLI UOMINI E ALLA DEVOZIONE PER LA MUSICA. LA FORMAZIONE SARÀ OSPITE
DELLANONAPUNTATADIRADIOSPIA,
LATRASMISSIONEPRODOTTADAMASTERING.IT E TRASMESSA DA RADIONOVA 97, PER RACCONTARSI AGLI
SPIONI MARCO MAFFEI, ANGELA
“DARKO”, PAOLA “V” E LUIGI LIOCE,
SABATO 12 FEBBRAIO, ALLE 20.30, E
IN REPLICA NEI GIORNI SUCCESSIVI.
NELLA SECONDA PARTE, INVECE, IL
PROTAGONISTASARÀL'ATTORE(ERESPONSABILE ORGANIZZATIVO
DELL'ODATEATRO)MARIOPIERROTTI.
LE NEWS DI RADIOSPIA SUL GRUPPO
FB: RADIOSPIA (TUTTA LA VERITÀ).
i: [email protected]
t. 0881.726.930
25
cinema
Maturità,
ultima fermata
Sei ex compagni di liceo
si ritrovano, quasi vent’anni
dopo il diploma,
per uno scherzo del destino.
“Immaturi”, diretto da
Paolo Genovese, è interpretato
da un cast sfaccettato
di Paola La Sala
LALOCANDINA
CICOLELLA
Viale XXIV Maggio - 0881.720614
www.cicolella.it
Parto col folle
18.00 - 20.00 - 22.00
E 6,00 - E 4,00 (dal lun al giov)
LALTROCINEMA
Via Duomo, 15 - 0881.776439
www.cicolella.it
Femmine contro maschi
18.00 - 20.00 - 22.00
E 6,50 - E 4,50 (dal lun al giov)
CITTÀ DEL CINEMA
Via Miranda - 0881.652129
Femmine contro maschi
16.00 - 16.30 - 17.00 - 18.00 - 18.30 19.00 - 20.00 - 20.30 - 21.00 - 22.00 - 22.30
- 23.00 (sab) - 00.05 (sab) - 00.30 (sab)
Che bella giornata
16.15 - 18.15 - 20.15 - 20.15 - 00.15 (sab)
Il truffacuori
16.00 - 18.10 - 20.20 - 22.30 - 00.40 (sab)
Burlesque
18.00 - 20.20 - 22.40
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Immaturi
Giorgio va in crisi nell’apprendere la
possibilità di diventare padre; Lorenzo
non rinuncerebbe mai alle cure della
mamma; Luisa è separata con una figlia;
Francesca è una chef ninfomane.
Regia: P. Genovese
Cast: R. Bova, B. Bobulova, A. Angiolini
Genere: Commedia
Femmine contro maschi
Anna ama la lirica e la letteratura; Piero,
il marito, dopo un incidente, ha
un’amnesia che consente alla moglie di
trasformarlo nell’uomo ideale: colto,
fedele e servizievole.
Regia: F. Brizzi
Cast: C. Bisio, L. Littizzetto, E. Solfrizzi
Genere: Commedia
Il film che viene inevitabilmente in
mente guardando "Immaturi" è, ovviamente, "Il grande freddo", considerata la storia dei sei ex compagni
di scuola che si ritrovano circa una
ventina d'anni dopo la fine del liceo.
Solo che qui non è il suicidio di uno
di loro a riunirli, ma una raccomandata del Ministero della Pubblica
Istruzione che gli comunica di dover
sostenere un'altra volta l'esame di
maturità, essendo stato annullato quello di vent'anni prima. Dunque, cambiano i dettagli ma la storia sembra
la stessa e medesimo l'intento degli
autori: raccontare le disillusioni e i
disinganni di un gruppo di ex giovani,
alle prese con le amarezze, le difficoltà e le contraddizioni dell'età adulta. Nel film americano prevaleva
un'atmosfera amara e disincantata,
mentre nel film diretto da Paolo Genovese (orfano ancora una volta del
collega Luca Miniero) l'atmo-sfera
che si respira è più lieve, meno cinica
e in qualche modo meno dolorosa.
Gli ex compagni di scuola Giorgio,
scuola, vittime di piccole e grandi
sconfitte ma, tutto sommato, abbastanza realizzati professionalmente e sentimentalmente (salvo qualche eccezione); alcuni sono in preda alla
nostalgia, ma solo quanto basta. Nel
complesso, in ogni caso, sono tutti
mediamente soddisfatti delle proprie
esistenze. Certo, Francesca deve disintossicarsi dalla bulimia sessuale,
Giorgio ha un conto in sospeso con
l'amico Virgilio e deve vincere la
sindrome del padre, ma in fin dei
conti sono tutti problemi risolvibili.
In ultima analisi, "Immaturi" è una
commedia ben scritta e diretta, che
punta a divertire senza strafare, insistendo sulle paranoie, le gioie e i
dolori della presunta maturità (per
alcuni mai raggiunta) senza andare,
tuttavia, più a fondo.
La formula è quella del film corale,
che funziona quando ben calibrata,
come in questo caso, forte di un cast
ben assortito: Raoul Bova, Barbora
Bobulova, Ambra Angiolini, Luca
Bizzarri, Paolo Kessisoglu e Ricky
Memphis, il migliore di tutti.
Che bella giornata
Checco sogna di fare il carabiniere, ma
è respinto dopo il colloquio. Con una
raccomandazione, si ritrova a lavorare
come addetto alla sicurezza del Duomo
di Milano.
Regia: G. Nunziante
Cast: C. Zalone, N. Akkari, R. Papaleo
Genere: Commedia
Il truffacuori
Alex per professione fa fallire relazioni di
donne innamorate di uomini sbagliati, con
la sorella e il cognato. Un giorno i tre
sono incaricati di mandare a monte il
matrimonio di Juliette in soli dieci giorni.
Regia: P. Chaumelle
Cast: R. Duris, V. Paradis, J. Ferrier
Genere: Commedia
Rabbit Hole
16.30 - 18.30 - 20.30 - 22.30 - 00.25
(sab)
Sanctum in 3D
16.00 - 18.15 - 20.30 - 22.45 (sab)
I fantastici viaggi di Gulliver in 3D
16.20 - 18.10 - 20.00
Vallanzasca - Gli angeli del male
22.00 - 00.30
Immaturi
16.00 - 17.00 - 18.15 - 19.15 - 20.30
- 21.30 - 22.45 - 23.40 (sab)
Gianni e le donne
16.20 - 18.20 - 20.20 - 22.20 - 00.15
(sab)
Qualunquemente
16.10 - 18.10 - 20.10 - 22.10 - 00.10
(sab)
E 5,50 (dal lun al ven) - E 4,50 (ridotto);
E 7,00 (festivi, prefestivi, sab e dom)
CORSO
Via Roma - 0885.422045
Femmine contro maschi
17.00 (sab e dom) - 19.15 - 21.30
27
Immaturi
18.00 - 20.00 - 22.00
Rabbit Hole
17.40 - 19.30 - 21.40
Vallanzasca - Gli angeli del male
17.15 (sab e dom) - 19.30 - 21.50
ROMA
Via Roma - 0885.422421
Il discorso del re
17.00 (sab e dom) - 19.15 - 21.30
E 6,00 - E 4,00 (mer e gio)
CICOLELLA
Via Stornarella, 2 Immaturi
18.00 - 20.30
E 4,00
0885.781618
Burlesque
Ali ha pochi soldi e l’ambizione di lasciare
la provincia americana e trasferirsi in una
metropoli. Arriva, così, a Los Angeles e
trova lavoro come cameriera nel teatro
di varietà gestito da Tess.
Regia: S. Antin
Cast: Cher, C. Aguilera, E. Dane
Genere: Musicale
Rabbit Hole
Becca e Howie sono una coppia
benestante di un quartiere di NewYork.
La loro vita, però, è devastata dalla morte
del figlioletto di quattro anni, ma i due
reagiscono in modo diverso al dolore.
Regia: J. C. Mitchell
Cast: N. Kidman, A. Eckart, D. Wiest
Genere: Drammatico
PALLADINO
Via C. Poerio, 2B - 0882.412264
www.cinemapalladino.it
Immaturi (sala1)
19.00 - 21.15
Qualunquemente (sala2)
18.30 - 21.00
E 5,50 - E 4,00
CICOLELLA
Via D’Alfonso, 70 - 0882.375484
Immaturi
17.00 (sab e dom) - 19.00 - 21.30
E 5,00 - 4,00 (mar)
Rassegna I Giovedì d’Essai (17 febbraio)
Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni
18.30 - 21.00
E 3,50
Sanctum
Frank, esperto sommozzatore, ha trascorso
molto tempo ad esplorare alcune grotte
del Pacifico Meridionale. Durante una
ricognizione una tempesta tropicale lo fa
precipitare sul fondo di una grotta.
Regia: A. Grierson
Cast: R. Roxburgh, R. Wakefield, A. Parkinson
Genere: Azione
Gianni e le donne
Il sessantenne Gianni non ha ambizioni,
ma molti rimpianti. Oppresso dalla figlia,
dalla moglie e dalla madre, percepisce
da anni una pensione baby e vive nella
rassegnazione.
Regia: G. Di Gregorio
Cast: G. Di Gregorio, V. de Franciscis
Genere: Commedia
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nightlife
Associazione
Pizzaiuoli
Napoletani dal 2003
FOGGIA
FOGGIA
via Gioberti, 40 (vicinanze stadio)
t 334.8581296 - 328.4170903
Pub/Sala privè con possibilità di feste private.
Locale autorizzato Mediaset/partite, anticipi
e posticipi più Champions League.
Locale climatizzato.
sab: Karaoke.
Ampio parcheggio. Chiuso lunedì.
Vi aspettiamo non mancate.
via Sandro Pertini, 8
(ultima trav. a dx di viale Europa)
t 0881.665531 - www.pizzeriadelirio.it
Pizzosteria/Pizza, cucina e vino.
Pizza napoletana con bordo alto o sottile.
Si accettano buoni pasto.
apertura estiva: aprile/settembre
dal martedì alla domenica.
apertura invernale: ottobre/marzo
dal giovedì alla domenica.
apertura straordinarie: festività varie e
periodo natalizio
Il re del niente
Foggia Riassumere la carriera di
Fabrizio Corona è un gioco da ragazzi: ha partecipato al reality show “La
fattoria”, preso parte alla serie tv
“Squadra Antimafia” e al documentario “Videocracy”. Decisamente più
difficile è districarsi tra le decine di
provvedimenti giudiziari a suo carico,
e grazie ai quali - incredibile ma vero
- ha ricevuto un’esposizione mediatica
senza precedenti per una persona
che è stata in carcere per estorsione,
condannata per utilizzo di banconote
false, rinviata a giudizio per bancarotta fraudolenta, condannata per
aggressione a pubblico ufficiale, querelata da Simona Ventura e Barbara
d’Urso per diffamazione a mezzo
stampa, indagata per evasione fiscale,
nonchè arrestata e denunciata più
volte per infrazioni al codice della
strada. Il trentasettenne - sui giornali
anche in questi giorni per il furto
avvenuto nella sua agenzia e che,
secondo lui, sarebbe connesso al Rubygate - sarà ospite, sabato 12 febbraio, all’Histoire Disco, in località Segezia, a Foggia. i: 320.7133764
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FOGGIA
via dell’Immacolata, 8 - t 339.6347522
Locanda spagnola/
Specialisti in paella, sangria e musica spagnola. Paella da asporto o a domicilio.
Descuento especial a todos los italianos que
hablan español. Aparte el sabado.
Si organizzano feste private su prenotazione.
Aperto dal giovedì alla domenica, prefestivi
e festivi. Locale climatizzato.
FOGGIA
via Piave, 59 - t 0881.707632, 333.2422729
RistoPub/ Dal 1983 punto di riferimento per
gli amanti dell’inimitabile birra Guinness e
della spillatura a fusto freddo. Menu rinnovato
con pietanze greche.
sab 12: ore 20.45 Roma-Napoli.
dom 13: ore 20.45 Juventus-Inter.
mar 15: ore 20.45 Milan-Tottenham.
mer 16: ore 20.45 Roma-Shakhtar D.
Chiuso il lunedì.
FOGGIA
via Manerba, 12 - t 329.2647177
Caffetteria-wineBar/Antipasteria a base di
prodotti tipici del territorio, selezione di salumi
e formaggi di Norcia, vini d.o.c.g. italiani.
ven 11: Happy hour - 6 euro 2 drinks.
lun 14: prendi 3 paghi 2 su tutti i prodotti.
mar 15: antipasto con calice di vino 6 euro.
mer 16: cena a tema.
dom 20: ore 19.30 Gola a bordo piscina
presso Palace Hotel Lucera-ingresso 20 euro
benessere + degustazione.
Chiuso la domenica.
FOGGIA
via Duomo, - t 0881.770863
Ristopub/Non mancare, il Nessun Dorma
ti aspetta! Un’accogliente sala fumatori
con menù arricchito e possibilità di gustare
piatti, bevande.
ven: musica dal vivo.
Locale autorizzato SKY.
Si organizzano feste private.
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