“An artfully evening of extraordinary dancing” by Susan Fulks, Palm Beach Daily News U.S.A. “If Spellbound were a car, it would be a Ferrari” The Annenberg center of Performing Arts-Philadelphia U.S.A. “...spellbinding.” By Donald Rosenberg, The Plain Dealer , Cleveland U.S.A. “60 minutes of breath taking art of dance …“ Sabine Rother, Letzte Aktualisierung, Germany “Astolfi exhilarating choreography is a model of invention” Janet Soares, Ballet Review U.S.A “The troupe has an alien beauty to its movement that has become the touchstone of reputable contemporary dance. The performers are magnificent in appearance, and their technique is remarkable.” Susan Fulks, Palm Beach Daily News “Dancers of such chameleon-like suppleness, they were not only spellbinding, but breathtaking.” Merilyn Jackson, The Philadelphia Inquirer SPELLBOUND CONTEMPORARY BALLET LA COMPAGNIA Spellbound Contemporary Ballet nasce nel 1994, dietro volontà del coreografo Mauro Astolfi che fonda la Compagnia al rientro da un lungo periodo di permanenza artistica negli Stati Uniti. A partire dal 1996 Astolfi condivide il progetto produttivo con Valentina Marini con cui la Compagnia avvia un processo di intensa internazionalizzazione e di collaborazioni trasversali. La ricca progettualità artistica unita a una visione dinamica e in costante evoluzione del marchio hanno facilitato una ampia diffusione delle creazioni in contesti diversi, dai Gala ai programmi culturali televisivi, alle piattaforme e Festival di più continenti. Applauditissima per l’eccellenza degli interpreti e la versatilità del linguaggio coreografico Spellbound conta presenze nei maggiori teatri e Festival internazionali (Serbia, Germania, Francia, Croazia, Cipro, Thailandia, Svizzera, Spagna, Austria, Bielorussia, Stati Uniti, Israele, Inghilterra, Spagna, Svezia, Panama, Canada Russia e Corea del Sud). Competitiva per la modernità dei programmi e per il ricco repertorio sempre attivo, la Compagnia è di sicuro tra le proposte artistiche italiane maggiormente apprezzate sul piano dell’offerta culturale internazionale, attiva da sempre in progetti di scambio e network in collegamento con la più fertile scena artistica europea. L’ensemble festeggia nel 2014 il ventennale di attività, un arco di tempo in cui alla produzione di spettacoli di danza ha unito da sempre e con sempre maggiore interesse progetti di formazione ed educazione sia del pubblico che di almeno due generazioni di danzatori. NOTE BIOGRAFICHE Espressione di una artisticità e di un modello sia imprenditoriale che creativo dinamici e in costante rinnovamento in sintonia con l’evolversi delle esperienze e influenze del tessuto culturale di riferimento, la Compagnia mutua nel 2011 il suo storico nome nell’accezione di Contemporary Ballet. Forte di una cifra stilistica inconfondibile esaltata da un ensemble di danzatori considerati tra le eccellenze dell’ultima generazione, Spellbound si colloca oggi nella rosa delle proposte italiane maggiormente competitive sul piano di una dialettica internazionale, espressione di una danza che si offre al pubblico con un vocabolario ampio e in continua sperimentazione, convincendo le platee dei principali Festival più diversi. L’attenzione a standard performativi di qualità ha reso l’immagine di Spellbound adatta a uscire dai Teatri per impreziosire numerose serate Rai firmate da Vittoria Cappelli e Vittoria Ottolenghi, laddove musica e danza sono al servizio di prodotti dedicati spesso a tematiche artistiche più ampie . La Compagnia ha cosi posto negli anni le basi di un percorso dove il divario tra spettatore, amatore e artista si è fatto sempre più sottile, alimentando attraverso venti anni di seminari e workshop una filiera creativa che ha avvicinato al palcoscenico migliaia di danzatori e curiosi e consolidando questo processo ha dato luogo a un autentico vivaio in termini di formazione in rapporto dialettico con la Compagnia. Questa esperienza ha dato vita a una factory culturale di respiro internazionale ormai esempio e punto di riferimento ispirazionale per diversi giovani coreografi emergenti, catalizzando l’attenzione di appassionati così come di amatori che si identificano in un modello dinamico e di spinta verso una creatività a tutto tondo non solo dal punto di vista artistico ma anche della capacità gestionale e progettuale che poi sono la necessaria premessa per uno sviluppo del processo di innovazione artistica in se stessa. Dal 2000 l’attività di Spellbound è sostenuta dal Ministero per i Beni e le attività Culturali e dal 2010 è rappresentata in Austria, Germania, Svizzera e Scandinavia da Cultur Partner e dal 2011 in Canada, Usa, Messico da Elsie Management. Nel 2012 Spellbound è l’unica compagnia italiana assegnataria di un NDP subsidy per un tour negli Stati Uniti che permetterà la realizzazione di cinque settimane di tourneè durante la stagione 2012/2013 nelle principali città degli States SPELLBOUND CONTEMPORARY BALLET MAURO ASTOLFI Direttore Artistico Mauro Astolfi è sicuramente uno degli autori contemporanei maggiormente rappresentativi sulla scena europea. Impegnato come coreografo e didatta a livello trasversale ha costruito uno suo stile e un linguaggio gestuale originali e in costante rinnovamento frutto di una personale elaborazione di diverse forme espressive del movimento contemporaneo. Dopo la lunga permanenza statunitense nasce nel 1994 Spellbound dance Company – oggi Spellbound Contemporary Ballet- come canale preferenziale per esprimere la sua personale concezione del linguaggio coreografico oggi punto di riferimento ispirazionale per numerosi giovani autori emergenti. La compagnia, attualmente di punta nel mercato internazionale, ha da sempre coniugato la personale cifra coreografica di Astolfi con l’eccellenza tecnica degli interpreti esportando un modello di alto profilo e fortemente incentrato sulla qualità delle produzioni. Tra i principali lavori creati per Spellbound citiamo Camouflage”, “Quattro-il disordine delle stagioni”,”Stati Comunicanti”, Duende”, Nafas”, Emotional Balance”, “Carmina Burana” record di incassi per cinque stagioni teatrali consecutive , fino ai più recenti “Downshifting” , “ Le Quattro stagioni”, “Lost for Words –La Trilogia”, “Relazioni ( pericolose)”, “Dare” . I lavori di Spellbound , oltre che presenti in vari Format Televisivi firmati da Vittoria Cappelli e Vittoria Ottolenghi ( Voci in una notte di mezza estate”, Notte di duelli e di magia” , “Emozioni” ) sono sempre più richiesti nel mercato straniero, esportati fino ad ora con successo anche in Francia , Serbia, Thailandia, Spagna, Russia, Austria, Bielorussia, Cipro, Stati Uniti, Croazia, Canada, Panama, Israele, Corea e Germania. Nella sua attività di coreografo oltre alle produzioni per Spellbound Mauro Astolfi lavora negli ultimi anni come free lance creando per altre Compagnia in Europa e non solo. Nel 2004 è coreografo per Kitonb Extreme Theatre Company e nel 2005 è coreografo per Thatreschool di Amsterdam. Nel 2009 Astolfi firma per il Balletto di Roma la produzione Libera risonanza” . Nel 2010 Astolfi è stato invitato a creare un nuovo lavoro per il Szegedi Kortárs Balett in Ungheria e nello stesso anno firma le coreografie per il musical I Promessi Sposi-Opera moderna” con la regia di Michele Guardì . Nel 2011 è invitato in Germania dal Liepziger Ballet a coreografare una creazione originale per il progetto INTERSHOP dal titolo “ Hold me in this storm” con debutto al Leipziger Opera il 25 marzo e negli Stati Uniti a Chicago per un nuovo lavoro per River North Chicago Dance Company “Contact me” che ha debuttato il 10 febbraio 2011 a Chicago. Sempre nel 2011 è coreografo assieme alla coreografa israeliana Adi Salant, Direttrice Associata del Batsheva Dance Company per il progetto “ Danza e/è cultura un ponte tra Italia e Israele” promosso e patrocinato dal MIUR ( Ministero per l’Università e la Ricerca), Fondazione Flavio Vespasiano , Comune di Rieti . Nel 2012 è invitato a firmare una nuova creazione per Ballet Ex a Philadelphia negli States dal titolo “ Instant God” con debutto il 7 novembre 2012. Sempre nel 2012 firma la creazione originale “Humanology – Site specific young project” prodotta da Festival Oriente Occidente che debutterà il 5 settembre 2012 presso l’Auditorium Melotti di Rovereto. Nel 2013 è uno dei cinque autori assieme a Georg Reischl, Cayetano Soto, Jo Strømgren chiamato a coreografare il progetto MINUTEMADE per Gärtnerplatztheater a Monaco in Germania. Nel 2015 è in Canada per due nuove creazioni, la prima a Vancouver per Arts Umbrella Dance Company e la seconda a Toronto per Proartedanza. Oltre all’attività di coreografo Mauro Astolfi è costantemente impegnato come guest teacher nei maggiori centri di danza di Tokyo, Parigi, Londra, New York, Zurigo, Stoccolma, Amsterdam, Los Angeles oltre che in numerose strutture italiane. Dall’ottobre 2009 è inoltre Direttore Artistico del dipartimento modern contemporaneo del Centro D.A.F. ( Dance & Arts Faculty- Progetto Internazionale di Danza e Arti Performative) a Roma. SPELLBOUND CONTEMPORARY BALLET VALENTINA MARINI Direttore Generale Lavora dal 1997 come operatrice culturale . Dal 1996 al 2001 lavora al Festival del Garda come assistente alla produzione prima e come Direttore di Produzione negli ultimi due anni. Dal 1998 al 2000 dirige e organizza il Festival “Danza d’Estate” a Verona presso il Giardino Giusti, Festival dedicato alla danza contemporanea, primo nel suo genere nella città di Verona. Dal 1995 conosce Mauro Astolfi con cui da subito condivide il progetto produttivo Spellbound , unendosi a lui alla guida della compagnia che ha da subito avviato verso un processo di intense internazionalizzazione e con cui ha realizzato spettacoli nei principali Festival e numerosi progetti e scambi anche con altre realtà professionali italiane ed estere. Nel 2002 nasce il progetto European dance Alliance, agenzia per insegnanti e coreografi e laboratorio di attività per le scuole. EDA è un contenitore di proposte e interazioni che coinvolgono da un lato il mondo della formazione e la possibilità di essere messo in rete con un selezionato panorama professionale,all’altro un percorso di scambi e collaborazioni con Compagnie e artisti provenienti dai più prestigiosi ensemble europei. Tra i principali progetti che ha portato avanti sotto il marchio EDA si elencano workshop e approfondimenti sulla nuova coreografia contemporanea, concorsi coreografici realizzati in rete con piattaforme internazionali (Cross Connection Competition, Moving theatre meets friends…), booking per artisti e consulenze per Teatri. Dal 2003 scrive sulla rivista Danzasi e dal 2006 collabora stabilmente con le attività legate al giornale . Dal 2006 collabora con la società romana Laratti srl con cui prende parte alla realizzazione di diversi progetti nel campo della produzione di eventi culturali tra cui di recente Tersicore Festival presso Auditorium Conciliazione, Avvertenze Generali , Natale di Roma edizione 2009 e Reate Festival edizione 2009 e 2010 di cui è assieme a Monica Ratti coordinatrice della sezione danza per la Direzione Artistica di Raffaele Paganini. Sempre assieme a Monica Ratti è coordinatrice per conto del MIUR ( Ministero per l’Università e la Ricerca) in partnership con la Fondazione Flavio Vespasiano di Rieti del progetto Danza e/è cultura -un ponte tra Italia e Israele, in programma in collaborazione con Batsheva dance Company di Tel Aviv nel 2011 . Nel 2007 crea “Contemporaneamente a Roma” - Piattaforma per nuovi coreografi, un nuovo palcoscenico per i giovani autori che ogni anno vede in scena a Roma circa venti creatori emergenti selezionati da tutt’Italia, progetto questo parte di un più ampio impegno verso il sostegno delle migliori espressioni attuali del linguaggio contemporaneo. Nel 2009 è responsabile artistico della sezione danza delle attività estive realizzate all’interno del Parco Nazionale del Circeo da Litorale spa in collaborazione con la Regione Lazio, Comune di Sabaudia e ATCL. Sempre sotto il marchio EDA crea il progetto “Food for Thoughts” appuntamento di performance di improvvisazione di musica e danza presso il Lanificio a Roma. Il dialogo con Circuiti, Enti di promozione e Teatri per la programmazione di Spellbound e le fitte relazioni con performer internazionali di grande livello l’hanno portata in questi ultimi anni ad essere spesso chiamata come collaboratrice per progetti di danza , consulente e organizzatrice di Gala ed eventi: dal 2011 è agente per l’Italia di Shirley Esseboom e dal 2013 di Gärtnerplatztheater -Monaco , è inoltre consulente artistico per la danza e responsabile rapporti esteri dal 2011 per Milano Danza Expo e Daf Dance Arts Faculty, consulente artistico per il settore danza presso il Teatro Carcano di Milano per la stagione 2015/16 e dal 2010 è anche vicepresidente di AIDAP nell’ambito di Federdanza AGIS, associazione di categoria che abbraccia le strutture produttrici di spettacolo dal vivo nel settore danza e dal 2011 al 2012 coordinatore del tavolo danza presso l’Unione Regionale Agis Lazio. nuova creazione 2017 ROSSINI OUVERtURE "Allora...dove eravamo rimasti ?" debutto 25 Febbraio 2017 teatro rossini/pesaro coreografia e regia mauro astolfi Musiche Gioachino rossini disegno luci marco policastro “ La lettura della cronaca dell’epoca sulla vita di Gioachino Rossini, quello che di lui dissero altri grandi compositori, in special modo Beethoven , ha acceso il mio interesse per conoscere l’aspetto psicologico dell’uomo Rossini. Mazzini lo definì : “un titano di potenza e di audacia, il Napoleone di un’epoca musicale”. Wagner disse che “ fu il primo, vero, grande, venerabile uomo mai incontrato nel mondo della musica”. Una personalità così potente e incredibile capace di comporre in soli 13 giorni il Barbiere di Siviglia mi ha letteralmente riempito la testa di suggestioni, di immagini, di simboli, di scene non legate alle singole opere del musicista, ma piuttosto un atterraggio su quel mondo, un’esplorazione per cercare, “vedere” attraverso le potenti immagini sonore di Rossini, lasciarmi trasportare da tutta quella forza e poter immaginare per un attimo di averlo conosciuto! Rossini fu disconosciuto nell’epoca in cui il pubblico ancora si riconosceva in una produzione destinata al consumo immediato, che riflettesse le aspirazioni di una società in trasformazione; una produzione, in qualche modo, interessata al “realismo”. Oggi invece il pubblico crede meno in una produzione contemporanea e si reca a teatro principalmente alla ricerca di un’evasione estetica e insieme “culturale” dalla vita quotidiana. E’ verosimile che gli ideali estetici di Rossini, volti al conseguimento del sublime, si trovino in immediata sintonia con quelli “antirealistici” dello spettatore moderno. In questa direzione, leggendo di questa storia di questo straordinario artista che improvvisamente sparisce dalle scene...come da una semplice conversazione e poi ritorna esclamando.. “ Allora dove eravamo rimasti?” ..tutto questo è in questo progetto dove Spellbound percorre la strada di un sogno fatto di tanti momenti, di tante situazioni diverse, di personaggi che tutti insieme raccontano di uomini soli, divertiti, tristi e coraggiosi,in una grande stanza bianca dove scorrono e si mescolano i sapori e i colori di una vita piena, anche di problemi, ma con il gusto di viverla questa vita ..con la stessa arguzia di Rossini che inebriato dalla sua stessa creatività e dalla sua traboccante energia seduceva senza sosta... Una grande stanza bianca come un immensa tela dove proiettare e amplificare i propri demoni e i propri desideri per poterli mostrare ..ma dove tutto può essere cancellato come in una lavagna. Così come Rossini improvvisamente spariva.” Mauro Astolfi THE HESITATION DAY THE HESITATION DAY Una produzione Spellbound con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo in collaborazione con The Egg/Albany, NY Prima Mondiale , 23 ottobre 2015 -The Egg/Albany, NY Coreografia Mauro Astolfi Musica Norn, Amon Tobin Interpreti Fabio Cavallo, Jayson Syrette, Mario Laterza, Giovanni La Rocca Disegno Luci Marco Policastro video https://vimeo.com/143480005 Hesitation day è quel giorno, quel momento dove c’è una sospensione temporanea di una azione, di un pensiero o di un giudizio. In realtà è un momento prezioso, quasi un reset dove ricordare cosa vogliamo portare di noi nel mondo esterno. L’altro significato di “ esitare” e’ di trasportare qualcosa,di farlo arrivare a destinazione... proprio questo doppio e apparentemente opposto significato della parola ha innescato questo lavoro... a volte il non sapersi (apparentemente) decidere, sta comunque portando delle nostre informazioni da qualche parte e, di certo, qualcuno le avrà…Qualcuno ci comprenderà. Ma per molti rimarremo illeggibili è indecifrabili, per tutti quelli che sapranno leggere solo il movimento continuo e non tutto che è subito prima e subito dopo l’azione. Mauro Astolfi Durata 13’ LOST FOR WORDS © Marco Bravi LOST FOR WORDS L’INVASIONE DELLE PAROLE VUOTE “Lost For Words” è una produzione Spellbound in collaborazione con Avvertenze Generali 2011 e Amat Civitanova Danza 2012 con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Regione Lazio. Studio I (durata 20’): Creazione per Avvertenze Generali 2011 prima assoluta 21 Luglio 2011, Bolzano Avvertenze Generali Studio II (durata 25’): Creazione per Civitanova Danza Amat 2012 prima assoluta 12 Luglio 2012, Civitanova Festival Studio III (durata 23’) : Creazione per Regione Lazio 2013 Debutto 16 maggio 2013 , Tuscania regia e coreografia Mauro Astolfi interpreti Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Claudia Mezzolla, Giovanni La Rocca, Cosmo Sancilio, Erika Zilli, Violeta Wulff Mena, Fabio Cavallo disegno luci Marco Policastro musiche studio I Loscill, HIF Biber musiche studio II B. Frost, D.Bjarnason, J.Hopkins, A.Ibragimova, A Winged Victory for the Sullen Studio III - musica originale Carlo Alfano Musica Michal Jacaszek video http://www.youtube.com/watch?v=30I_wqPCerU&feature=share http://www.youtube.com/watch?v=qGD87NfigiQ Sconfitti da un’ invasione di parole vuote... Il corpo inizialmente cerca di opporsi, ma alla fine si accomoda anche perchè vede che molti altri fanno finta di capire e di essere d’accordo. Progetti dialettici e slogan vari che invadono il linguaggio e intralciano la mente e il lavoro... Il corpo a questo punto deve trovare la forza e Durata 63’ il potere di liberarsi dalle parole vuote, il movimento diventa qualcosa che ci aiuta a girare tra la gente e a scoprire che dietro molta di questa gente, spesso... non c’è nulla.. Lost for words studio II rappresenta una profonda amplificazione del progetto iniziale.Lost for words studio II rappresenta una profonda amplificazione del progetto iniziale. Sconfitti da un’ invasione di parole vuote... Il corpo inizialmente cerca di opporsi, ma alla fine si accomoda anche perchè vede che molti altri fanno finta di capire e di essere d’accordo. Progetti dialettici e slogan vari che invadono il linguaggio e intralciano la mente e il lavoro... Il corpo a questo punto deve trovare la forza e il potere di liberarsi dalle parole vuote, il movimento diventa qualcosa che ci aiuta a girare tra la gente e a scoprire che dietro molta di questa gente, spesso … non c’è nulla.. Lost for words studio II rappresenta una profonda amplificazione del progetto iniziale. © Marco Bravi © www.cristianocastaldi.it La scena iniziale riprende l’ultima immagine della prima parte di Lost for words per unire i due paesaggi. Ma nel secondo step si entra immediatamente in un prospettiva visuale ed emozionale più complessa..una creazione su diversi livelli di atmosfere a volte sovrapposte. L’analisi della comunicazione priva di parole proposta dalla suggestione del titolo arriva ad una sua maturità nella compulsiva ricerca dell’altro,nel tentativo di non interrompere la relazione autentica e pura del corpo... l’intera struttura di Lost for Words studio II e’ attraversata da un vibrazione continua dove lo studio coreografico contiene la soluzione finale di questa spasmodica ricerca di comprensione di qualcosa che solo alla fine, dopo l’ultimo tentativo di parlarsi, senza che la bocca possa aprirsi..tutto per un attimo si ferma e comincia ad aprirsi un varco... Lost For Words studio III è l’ultimo atto di questa trilogia un processo al “sistema parlato” e falsato dei rapporti umani... un rifiuto a prendere sul serio e a considerare come attendibile una confessione, una testimonianza. Gli interrogati non parleranno, ma daranno risposte a domande non fatte, risposte reali, concrete... L’interrogatorio è la visione iniziale, la scena d’apertura di questo terzo stadio, che altro non vuole essere che il disperato tentativo di far parlare chi ormai ha perso tutte le parole possibili... in assenza di parole veritiere e non confuse,gli interrogati stessi saranno le risposte... Questo terzo quadro racconta anche di un ultimo tentativo di recuperare un po’ del potere della parola, quasi a ritornare ad un fondamentale insegnamento del maestro spirituale egizio Ptahhopte che © Marco Bravi recitava... “Per poter essere forte diventa un artista della parola; perché la forza dell’ uomo è nella lingua, e la parola è più potente di ogni arma”... Lost for Words studio III non contraddice in sostanza lo “spirito” e la suggestione dei primi due capitoli di Lost for Words..ma cerca solo di ricollegare la parola ad un significato puro e diretto... un linguaggio che non sottenda un altro significato. Mauro Astolfi “LOST FOR WORDS “È STATA L’UNICA PRODUZIONE EUROPEA ASSEGNATARIA DI UN NDP (NATIONAL DANCE PROJECT) SUBSIDY NEGLI STATI UNITI PER LA STAGIONE 2012/2013. DARE DARE Una produzione Spellbound con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in collaborazione con Rassegna Tersicore e Auditorium Conciliazione. Prima parte World Premiere 15 gennaio 2014 Auditorium Conciliazione, Roma Creazione completa World Premiere 20, marzo 2015 Teatro Sociale, Como coreografia e regia Mauro Astolfi Assistente coreografa Adriana De Santis interpreti Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Claudia Mezzolla, Giovanni La Rocca, Cosmo Sancilio, Erika Zilli, Violeta Wulff Mena, Fabio Cavallo musiche Daniel Hope, Italian Baroque Arias, Chopin musiche originali Luca Salvadori disegno luci Marco Policastro video https://vimeo.com/85203017 “Non ci siamo mai fermati, forse ci siamo guardati indietro ma solo per trovare la spontaneità della spinta ad andare avanti. Abbiamo reinventato all’infinito, abbiamo scoperto quanto fosse inutile aspettare che qualcosa accadesse, ci siamo ancora concentrati di più sul come si potesse Dare meglio quello che per noi era importante. Dare è la nostra dedica agli altri e a noi prima parte 30’ stessi, è l’idea che si è costruita lentamente attorno a questa festa. Dare racconta una cosa semplice: a volte, anche nella vita reale e non solo nei film, se non ci si concentra solo sulle cose che non vanno bene, si incontrano quelle che vanno bene. Dare seconda parte 35’ forza ed energia a un progetto ne permette la realizzazione ma al tempo stesso costruisce qualcosa di importante in noi. La creatività non può nascere dalla paura di non farcela ma dalla sensazione che in qualche modo il successo o almeno parte di esso sia continuare ad avere voglia di Dare. Mauro Astolfi DARE nasce per celebrare i primi 20 anni di attività di Spellbound Contemporary Ballet, una creazione questa, presentata isivamente negli angoli della scena, di ogni scena, citazioni fatte di gesti, oggetti, atmosfere che hanno scandito un percorso ricco di incontri, di collaborazioni e di storie appassionate. DARE e’ richiamare a se’ quell’essenza invisibile e solida della compagnia, in una divisione di spazi, di storie che si incrociano, che si ritrovano e si riallontanano. ...La dimensione di uno spazio interno, a noi caro, uno spazio mutevole e trasformista dove la scena stessa, gli oggetti, le scatole, le piante sperimentano la loro condizione quasi umana... dove la collaborazione tra l’uomo e l’ambiente è un approccio ordinario,dove un letto o uno scatolone da trasloco diventano una estensione delle nostre braccia, un vestito, un posto dove trovare un equilibrio diverso, una diversa armonia. DARE racchiude e raccoglie un mondo un po’ magico, la dimensione del quotidiano rivista come qualcosa di ancora più eccitante di un evento straordinario. DARE è forse anche una metafora del vivere e la ricerca eterna di una relazione tra noi gli altri, tra noi e quello che noi stessi abbiamo creato, un recupero delle intuizioni geniali della nostra infanzia dove qualsiasi cosa era un mondo da scoprire... ogni giorno. SMALL CRIME SMALL CRIME Rinunciare all’orgoglio crea miracoli Una produzione Spellbound con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo Prima mondiale, New York City Center -Apap Conference 9 gennaio 2015 Coreografia Mauro Astolfi Musica Jonny Greenwood, Nils Frahm Interpreti Maria Cossu, Giovanni La Rocca video https://vimeo.com/112372941 “Small Crime” accade per caso, spesso purtoppo è un bisogno mascherato da interesse... accade ogni qual volta si cerca con la forza, qualsiasi tipo di forza, di entrare nella vita di una persona... di cercare ostinatamente di attirare la sua attenzione. Il secondo piccolo crimine, quello che spesso rovina definitivamente le nostre vite, è una conseguenza diretta del primo piccolo crimine... che accade quando chi è stato rifiutato in un particolare momento della vita, cerca poi vendetta, ignorando, e non riconoscendo la stessa persona che poco tempo prima era il centro dei nostri pensieri. In alcuni casi rinunciare al proprio orgoglio... crea miracoli. durata 9’ CONTROFASE CONTROFASE A Spellbound production with the contribution by the Ministry of Culture and Turism, world premiere Pisa, march 2014 coreografia e regia Mauro Astolfi interpreti Mario Laterza, Giovanni La Rocca musiche Garth Knox &Agnes Vesterman, Nils Frahm disegno luci Marco Policastro “Controfase” è un duetto maschile creato da Mauro Astolfi originariamente per Spellbound Junior Ensemble – Tirocinio Professionale DAF , la compagine giovanile della compagnia, poi riallestito per Spellbound nell’occasione della celebrazione del ventennale della compagnia nel 2014. La creazione è ora parte del repertorio della compagnia ed è uno dei fortunati progetti che hanno rinforzato e sostenuto il rapporto artistico tra il bacino di formazione attivato attraverso i corsi del Daf Dance Arts Faculty e Spellbound Contemporary Ballet. Durata 9’ SHE IS ON THE GROUND SHE IS ON THE GROUND Una Produzione Spellbound Contemporary Ballet con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Prima Assoluta the Barclay Theater, Irvine, CA – U.S.A. 2 aprile 2013 coreografia e set concept Mauro Astolfi interpreti Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Claudia Mezzolla, Giovanni La Rocca, Cosmo Sancilio, Erika Zilli, Violeta Wulff Mena, Fabio Cavallo musiche Kremerata Baltica- Gidon Kremer disegno luci Marco Policastro She is on the ground, nasce da una riflessione divertita del gran lavoro che gli uomini svolgono per cercare di conquistare l’universo femminile. In realtà le donne, quasi sempre, potrebbero starsene ferme... anche semplicemente sdraiate su un pavimento ed attendere le performance maschili, i più ridicoli convinti di possedere armi seduttive Durata 23’ irresistibili. A volte le donne compiaciute partecipano al rituale del corteggiamento, alcune più generose e tolleranti assistono a tutto il repertorio maschile... ma dopo un po’ si annoiano e altro non rimane che riposarsi su un pavimento. Mauro Astolfi CARMINA BURANA CARMINA BURANA una produzione realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Dipartimento dello Spettacolo e dell’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di Maiori nell’ambito dei Grandi eventi della Regione Campania Prima assoluta Maiori-15 settembre 2006 nuovo allestimento per Prisma festival de Danza contemporanea, Panama 2014 coreografia e set concept Mauro Astolfi interpreti Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Claudia Mezzolla, Giovanni La Rocca, Cosmo Sancilio, Erika Zilli, Violeta Wulff Mena, Fabio Cavallo musiche Aleksandar Sasha Karlic, Carl Orff, A. Vivaldi disegno Luci Marco Policastro scene Stefano Mazzola costumi Sandro Ferrone video Durata 60’ https://vimeo.com/108334096 I Carmina burana vennero ritrovati, numerosissimi (più di trecento componimenti di vario genere), in un manoscritto dell’abbazia di Benediktbeuren, da cui presero il nome. Vengono fatti risalire per la maggior parte al secolo XIII, quando non era troppo difficile, viaggiando per la Germania e la Sassonia, imbattersi nei goliardi (da cui il nome dato dalla tradizione italiana agli studenti universitari, che in realtà hanno poco o nulla da spartire con i loro omonimi medievali) o più propriamente clerici vagantes, letterati girovaghi studiosi della tradizione poetica greca e latina, cantori del vino, delle donne, del vagabondaggio e del gioco. Poesia burlesca, impudente, sovversiva: si parla senza troppi veli del corpo e della sua quotidiana avventura, se ne esplicano con gioia le funzioni, non si guarda all’altrove. Tace il linguaggio della ratio, si dimentica il decorum e si osa persino irridere audacemente al divino con le cosiddette ‘kontrafakturen’, ossia travestimenti di inni e motivi religiosi in canti profani che suonano come parodia degli evangeli, delle formule di confessione e delle litanie. Eros, dunque, riassorbe thanatos, l’homo faber si trasforma in homo ludens. “Venus me telo vulneravit / aureo, quod cor penetravit”... “Venere mi ha colpito con una freccia d’oro, che mi è penetrata nel cuore”: il corpo (a differenza di quello dei dannati nei ‘Giudizi universali’ della pittura medievale che non conosce alcuna floridezza nella resurrezione, soltanto degradazione, pustole e infermità), non è mai detto animale, basso, ‘sozzo’, bensì viene innalzato, liberato e goduto, come nei versi di Ovidio, Marziale e Catullo. Da questo curioso magma di scurrilità plebea e raffinatezza cortigiana Mauro Astolfi trae – o per meglio dire, deduce in piena libertà, senza alcuna intenzione filologica – una coreografia tutta giocata tra ‘larghi’ e ‘sfrenatezze’ (del resto, è un artista a cui il ritmo ‘medio’ poco o nulla si addice) che agisce lo spazio quasi a volerlo contestare, divisa essenzialmente in tre momenti che scandiscono un crescendo liberatorio: si passa da una brutale aggressione sotto il cupo rombare della pioggia battente a una parte irriverente e grottesca che allude alle giullarate, per culminare infine nell’incendium cupiditatum, lo scatenamento delle passioni, che avviene nella taberna (qui anche - come spesso anticamente - bordello), luogo di appagamento degli istinti primari... Due i simboli chiave di questo balletto, calati in un’atmosfera inquietantemente metafisica: un grande armadio (visto, si direbbe, con gli occhi dell’infanzia che tutto colorano di mistero) e una tavola. Il primo (in cui i corpi dei ballerini si vanno quasi a riporre come abiti frusti), luogo di memorie, di segreti di ‘scheletri’ ipocritamente celati; la seconda, altare sacrificale della terrena voluptas, imbandita di corpi esibiti come cibarie tentatrici (Gola e Lussuria, essendo due vizi capitali, sono figli della medesima cova)... ‘Carmina burana’, dunque, come temerario ‘grido’ del dissenziente che si pone di fronte all’ ‘infrazione’ senza soverchia paura e al tabù con il palese desiderio di infrangerlo sfidando consapevolmente censure e anatemi, giocando a carte scoperte la quotidiana partita contro la morte, recuperando il caos di Pan attraverso l’armonia di Orfeo, accettando la realtà senza spiritualizzarla, magari sconfinando nella ‘trivialità’ e nell’ ‘osceno’... Non si aspettano futuri compensi, ma si vive nell’oggi, riconoscenti a divinità dal volto pagano che non minacciano castighi e non promettono compensi oltre ciò che può dare l’immediata contingenza: non dèi, ma più familiari demoni, da cui lasciarsi possedere e invasare, come Eros, il quale, a dire di Platone, “è un demone grande”, e come tutto ciò che è demoniaco è “qualcosa di mezzo tra il dio e il mortale”. Riccardo Reim CON LA SPELLBOUND CONTEMPORARY BALLET E’ VERAMENTE “DANZA D’AUTORE” (Corriere del Mezzogiorno, marzo 2007) di Paola De Simone Geniale per invenzione e plasticità del linguaggio corporeo contemporaneo, ardito nelle tensioni dinamiche tra le figure ed il contesto scenico - spaziale. Fra gli spettacoli più belli ed intensi recentemente proposti dal mondo della danza italiana finanziata dallo Stato merita speciale attenzione il Balletto “Carmina Burana” su musiche di Carl Orff, Caracciolo e Vivaldi...i “carmina Burana” secondo Astolfi scolpiscono con forza di raro impatti visivo i gesti e i sentimenti di un’umanità, inquieta nella gotica e cruda ombra del Medioevo, ironica e velocissima sullo sfondo del settecento vocale sacro firmato da Vivaldi. Tutti bravissimi i protagonisti in campo...di abile virtuosismo le loro torsioni, i loro slanci, di grande effetto i giochi di luce, di contrasto metrico e d’assieme tra i quali, eccelso, quello delle mille combinazioni degli interpreti nell’armadio”in taverna”, in bilico tra contenitore di prestigio e “luogo deputato” medioevale. UN BELL’AFFRESCO IN STILE SPELLBOUND (L’Arena luglio 2007) I “Carmina Burana” ricchi di vitalità e tensione. Danzatori straordinari e carichi di energia Di Danila Bruna Adami“...Astolfi ha restituito col movimento la stessa forza vitale della parola, lasciando in sottofondo i toni apocalittici della musica, alla quale ha alternato altre partiture, facendo così dei carmina un interessante affresco sui giovani. ...Senza pause è la coreografia di Astolfi, un movimento continuo, carico di tensione e di plasticità... Può contare su un gruppo di danzatori straordinari, dai corpi perfetti e dall’energia inesauribile, per ridisegnare efficacemente lo spazio scenico ad ogni sequenza. La scenografia di Stefano Mazzola, più che la musica, è elemento determinante: il tavolo centrale usato come praticabile o come mensa, e soprattutto l’armadio dentro il quale è danzato il pezzo finale. CARMINA BURANA ( LIVEPOINT luglio 2007) Di Davide Galati E’ sufficiente il nome per evocare tutta la potenza espressiva insita in questa raccolta di documenti poetici e musicali del Medioevo. Chi li conosce o ne ha anche solo sentito dei brani, ha ben presente la forza, la liricità e la poesia che contengono, specchio dell’età in cui sono stati composti. Riuscire a renderli vivi su un palco, facendo sì che nulla dell’originale si perda e che oltre al linguaggio della musica sia anche quello del corpo, con la danza, a parlare non è un’impresa facile. Eppure la Spellbound Contemporary Ballet sotto la regia e la coreografia di Mauro Astolfi ci riesce in maniera ottimale e sorprendente. Andati in scena lunedì 9 nella suggestiva cornice di Corte Mercato Vecchio, i “Carmina Burana” di Astolfi presentano nove ballerini quasi perfetti nel rendere la tensione e l’impatto di quest’opera. Le coreografie giocano coi corpi in maniera tale da far diventare palpabile la tensione inquieta di quel Medioevo che risuona nelle musiche dei Carmina, a volte sembra di vedere le Grazie della Primavera del Botticelli, ma è solo un attimo, solo una postura perché l’età non è quella del Rinascimento, i gesti infatti sono inquieti, pieni di forza, scevri di dolcezza e linearità: è il gotico che diventa danza. Ma il linguaggio del corpo è contemporaneo, plastico, virtuoso, ricco di slanci e di contrazioni, un contrasto che segue la musica e ne diventa naturale estensione. Non mancano momenti allegri e divertenti, sulle musiche di Vivaldi, ma indimenticabile è il gioco dei corpi che avviene all’interno dell’armadio, tabernacolo profano, contenitore di corpi in continuo movimento quasi a indicare la magia e il mistero dell’intero periodo medievale, ma anche la sua enorme vitalità. Uno spettacolo ricco di sensazioni, con un’ottima regia e bravissimi interpreti. CARMINA BURANA ( TEMPO STRETTO di Messina, luglio 2007) di Grazia Tardiolo Una danza incredibilmente dirompente, fatta di vitalità e ritmo, ha catturato, nella serata di ieri, il gremito pubblico del Nuovo Giardino Corallo. Il balletto, rimaneggiato secondo la regia e la coreografia del grande Mario Astolfi, diviene espressione di spiriti inquieti... Un viaggio contemporaneo, affrontato sulle note di Orff, Caracciolo e persino Vivaldi, espressione dell’inquietudine dei “clerici vagantes”, detti anche “goliardi”. Dalla profondità della loro poesia il corpo, unito all’armonia del movimento, traduce in linguaggio universale il piacere e la libertà. Così, gli otto ballerini, apparendo e dileguandosi dietro le ante di un armadio, hanno incarnato la vivacità, la verve, la grinta di una gioventù desiderosa di infrangere la rigidità degli schemi medievali. ...E proprio a quella medesima forza punta l’impeccabile lavoro di Mauro Astolfi, in grado di rendere il corpo strumento di comunicazione delle inquietudini e delle tensioni di un’epoca che imprigiona i suoi stessi fautori. GOLIARDI DANZANTI NELL’ARMADIO (Corriere della sera, 11 agosto 2008) di Valeria Crippa “...Una coreografia che sfida l’energia dei pripri interpreti, punteggiata da torsioni, prese, slanci, sotto luci che tagliano il racconto. L’azione ruota intorno a un tavolo mensa che diventa altare sacrilego per gola e lussuria. Con un finale sorprendente, danzato in un armadio in cui tutto si raccoglie e si nasconde, metafora della maschera e del teatro.” INTENSI E TRASCINANTI “CARMINA BURANA” (La Cronaca di Cremona, 12 agosto 2008) Di Eleonora Olivi “..La coreografia, affidata a una raffinatissima Spellbound Contemporary Ballet si è rivelata un compendio perfetto dei “carmina”: grazie alla forza narrativa della danza , musica e versi hanno rivelato un rinnovato vigore. Il tutto attraverso un linguaggio contemporaneo e innovativo, reso attraverso una serie di quadri scenici giocati tra ampi adagi e sfrenati eccessi , che hanno conquistato, da subito, il favore del numeroso pubblico presente...Musiche e scenografia hanno contribuito a ricreare, in modo davvero incisivo, un’atmosfera che ha spaziato nei contrasti tra sacro e profano, tra antico e contemporaneo, in una dimensione marcatamente metafisica , ma a tinte decisamente forti. Il tutto attraverso un ritmo forsennato che, quadro dopo quadro, ha messo in luce le straordinarie doti tecnico interpretative di tutti i componenti della Compagnia. Da applausi. “ LE QUATTRO STAGIONI LE QUATTRO STAGIONI una Produzione Spellbound Contemporary Ballet con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Debutto: 6 marzo 2010 , Pisa - Teatro Verdi coreografia e set concept Mauro Astolfi interpreti Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Claudia Mezzolla, Giovanni La Rocca, Cosmo Sancilio, Erika Zilli, Violeta Wulff Mena, Fabio Cavallo musiche originali Luca Salvadori musiche Antonio Vivaldi disegno luci Marco Policastro elaborazioni video Enzo Aronica scene Esse a Sistemi LE MIE QUATTRO STAGIONI Dietro l’apparente quadro iconografico rappresentato dal susseguirsi delle ”stagioni” con tutta la simbologia annessa, i suoi simboli atmosferici... si percepisce un significato molto profondo, meno visibile, ma che arriva a toccare piani molto vasti e meno soggettivi. Le “mie” Quattro Stagioni abitano fuori e dentro una piccolo spazio, che si innalza, trascina e soffoca a momenti... ma che ripara, unisce, protegge... sembra una casetta, ma è una nave, un albero... un posto misterioso da cui osservare le stagioni che mutano,un posto da dove partecipare in prima persona al ciclo della natura che si rinnova... e l’autunno, non solo foglie che cadono, la primavera, non solo fiori che spuntano... ma una natura dentro di noi, un rituale magico primordiale... un evento che si immagina,poi si cerca di imitare,poi si cerca di impossessarsi del spirito stesso dell’evento. Gli eventi si evocano per diventarne parte integrante,partecipando al dramma della natura che muore... ma vedere un po’ più in là il seme della futura rinascita. Spellbound Contemporary Ballet vive questa avventura sprofondata nella terra e sul ramo più alto degli alberi... quando è sera si torna a casa. Mauro Astolfi Durata 60’ ALTRE MUSICHE PER LE STAGIONI L’alternarsi delle stagioni è come un cerchio che si chiude e ricomincia, una spirale continua, senza interruzioni, sempre diversa e sempre uguale; la musica sarebbe una materia ideale per raccontare questo ciclo di perenni ripetizioni variate ma è inadeguata a renderne la concretezza, quella solida realtà che regola la vita sulla terra. Per questo ho deciso di usare frammenti musicali eterogenei che di volta in volta accendessero un piccolo riflettore su un dettaglio significativo: i suoni della natura, le voci degli uccelli, un ritmo di danza, una melodia modale dal sapore arcaico, sonorità elettroniche astratte, il suono di uno strumento insolito come la glassharmonica o il flauto basso, ad esempio. Come dire, un caleidoscopio di situazioni che si riunissero, di volta in volta, sotto l’etichetta di una “stagione” per offrire una chiave di lettura parziale, evocativa più che esplicativa: suggestioni in luogo di spiegazioni. Il confronto con il capolavoro di Vivaldi ho cercato di virarlo in positivo (la sfida sarebbe stata persa in partenza, ovviamente) provando a considerarlo una risorsa dialettica: complementarietà nelle differenze, ricchezza raggiunta dall’avere più punti di osservazione per mettere a fuoco un oggetto sfuggente. Di conseguenza vi ho accostato materiali e stili eterogenei, come immaginando la complessità di un paesaggio sonoro che nelle mutazioni cerca una delle ragioni di esistere. Queste musiche sono state pensate per la danza, per le coreografie di Mauro Astolfi, e quindi sono nate col desiderio di volersi completare altrove, fuori dalla dimensione del puro suono, e consapevoli che, una volta entrate nel cerchio magico dei corpi in movimento, avrebbero ricevuto in cambio qualcosa. Forse la misteriosa spirale di intersezioni e reciproche influenze tra musica e danza è un altro modo per rappresentare la mutevolezza inafferabile delle stagioni. Luca Salvadori IL CORPO E’ LA CASA la Pelle le pareti del nostro Mondo. Le Stagioni trasudano i loro umori, Stati Interiori che evaporano attraverso i pori di quelle mura e si fanno Luce, Movimento, Mutazione. è l’inclinazione dell’asse di rotazione che determina il cambiamento del nostro Corpo, della nostra Casa, e così muta l’angolo dei raggi che ne raggiungono la superficie: e, nella Trasformazione, quei raggi si fanno Luce e raccontano l’Acqua, la Terra, il Fuoco, l’Aria. Enzo Aronica Da Vivaldi ad Astolfi Le Quattro Stagioni: un capolavoro in anteprima assoluta al Verdi di Pisa (da teatrionline). “...Le Quattro Stagioni è finora il fulcro della stagione di Danza del teatro Verdi: è il punto d’arrivo di tanti spettacoli che l’hanno preceduto e ne hanno preparato con la loro bellezza il terreno, anzi hanno affinato il gusto artistico del pubblico per portarlo a quest’acme di piacere. Altri spettacoli altrettanto belli seguiranno ma questo capolavoro di Astolfi segnerà la stagione, vuoi perché ha scelto come banco di prova il Verdi di Pisa per presentare al mondo Le Quattro Stagioni, vuoi perché è proprio meritato il successo riscosso presso il numeroso pubblico in sala.” “La Spellbound canta la nostalgia” La Nuova Venezia 18 aprile 2011 di Roberto Lamantea “...La scrittura delle Quattro Stagioni è insieme astratta, lirica, atletica, i bravissimi ballerini della Spellbound disegnano linee e geometrie perfette, ariose o delicate, morbide o vorticose. Le quattro stagioni è anche un’elegante scrittura sul tempo, rallenta nell’oscurità, diviene un vortice nella tempesta. Ma ha un timbro, Le quattro stagioni, che forse ne rivela la filigrana segreta: è un canto della nostalgia. In una scena, bellissima,sul muro della casa viene proiettata la figura di una donna e quell’ologramma dialoga con un ballerino, svanisce,torna, è vicina e irraggiungibile perché è, forse, solo un ricordo o un rimpianto. Questo fluire del tempo dà al lavoro, una tonalità struggente. Come in Les jardins des souvenirs di Malou Airaudo, Blind Moment di Harri Kuorelahti, Maggio della milanese Corte Sconta, certi lavori di Susanne Linke, molti di Pina Bausch. Stilisticamente il teatrodanza di scuola tedesca qui è lontano, ma forse c’è una sensibilità comune, tutta europea, che arriva fino alle Quattro stagioni della Spellbound. Forse uno dei lavori migliori di Astolfi.” “Le Quattro stagioni il mistero della natura“ L’Arena 18 aprile 2011 di Alessandra Galetto “...Protagonista assoluta resta la musica, quella di Vivaldi, ma anche quella originale di Luca Salvatori: le note del grande compositore veneziano rivivono, infatti,intrecciandosi con le incursioni contemporanee di Salvatori, in una sovrapposizionedi linguaggi e stili differenti che fa da contrappunto alla danza dei nove ballerini in scena (Sofia Barbero, Giuliana Mele, Alessandra Chirulli, Maria Cossu, Marioenrico D’Angelo, Michelangelo Puglisi, Giacomo Todeschi, Marianna Ombrosi, Gaia Mattioli), capaci di muoversi come un corpo unico, un organismo vivente che pulsa, soffre, gioisce, condivide.Unico elemento scenografico, una grande casa bianca, stilizzata, essenziale, un indecifrabile cubo con una finestra, da cui continuamente appaiono e spariscono i danzatori: metafora forse della natura stessa, che prende e restituisce, rapina e poi consegna…. I ballerini saltano, strisciano, rotolano, in un mix di accelerazioni, fughe e stasi che creano una trama di movimenti ora sincronici, ora sfasati, che bene mimano il ciclo delle stagioni, oggetto di sperimentazione e ricerca coreografica che si concretizza in un’insolita e armoniosa commistione di generi, a testimoniare lo stretto rapporto dell’uomo con il mondo circostante. Ne risulta uno spettacolo poetico e intenso, immediato e profondo, capace di far avvertire una pascoliana meraviglia di fanciullo di fronte alla forza straripante del creato.” “Spellbound Contemporary Ballet. Le Quattro stagioni, silenzioso brulichio della vita” Teatro.org 30marzo 2011 di Tania Mastrangioli “…Le Quattro Stagioni sono essenza pura. Linearità. Privazione volontaria di orpelli. L’unica “complessità” è data dalla coreografia. Il corpo dei danzatori è quasi scomposto per cogliere con ogni singola parte di esso ogni più piccolo accento musicale suggerito dagli archi prestigiosi di Vivaldi. I corpi si intrecciano, contorcendosi in passi a due in cui i danzatori mantengono costantemente il contatto, dando a tratti la sensazione di inglobare l’uno nell’altro…Sotto l’apparente semplicità di scene e costumi si nasconde una complessità meravigliosa come il susseguirsi silenzioso delle stagioni cela in sé il brulichio continuo della vita.” PROGETTI SPECIALI 2015/2017 PA | ETHOS PA | ETHOS Prima assoluta 8,9,10 maggio 2015 Teatro Era-Pontedera Festival Fabbrica Europa Coreografia Sang Jijia Compositore Dickson Dee live video artists Luca Brinchi e Roberta Zanardo /Santasangre Disegno luci Marco Policastro Costumi Giuseppina Maurizi Assistenti alla coreografia Yanan Yu, Adriana De Santis creato con Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Claudia Mezzolla, Giovanni La Rocca, Cosmo Sancilio, Erika Zilli, Violeta Mena Wulff, Fabio Cavallo Prima Assoluta Fabbrica Europa Teatro Era-Pontedera 8/9/10 maggio 2015 Produzione Fabbrica Europa per le arti contemporanee Fondazione Milano Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi Spellbound Contemporary Ballet Marche Teatro – Danza alle Muse Bejing Dance Festival Guangdong Dance Festival Partner per la residenza di creazione Fondazione Teatro della Toscana Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale di Pontedera (*) la musica della I parte è tratta dalla versione originale “Pathos” di Dickson Dee, è stata realizzata con il contributo della Composers and Authors Society of Hong Kong (CASH) Partner tecnico Teatro Greco- E.C.O.Italia Cyberaudio- tecniche avanzate per elettronica media e spettacolo Noise Asia LINK VIDEO: https://vimeo.com/132799458 Pa|Ethos si compone di due termini, Pathos e Ethos, che rappresentano concetti fondamentali della Retorica di Aristotele. Il coreografo Sang Jijia ha voluto utilizzarli per esprimere due diversi approcci al tema del discorso: Ethos sottolinea la precisione, Pathos evoca la passione e il sentimento. L’opera si ispira all’arte plastica italiana di epoca classica e si compone di due parti. La prima indaga l’aspetto connesso alle regole della vita sociale, nella quale i rapporti interpersonali sono rigidamente cadenzati. Ogni movimento nello spazio è perfettamente misurato e attentamente eseguito. Nella seconda, le emozioni vengono trasferite nella fisicità dei danzatori, i quali, portando all’estremo limite l’azione scenica, arrivano alla totale trasparenza del corpo sotto il quale si rivela l’anima nella sua integrità. La poetica del coreografo di origine tibetana Sang Jijia poggia sulle profondità del pensiero orientale, e si arricchisce delle esperienze più alte della ricerca europea nella danza e nel teatro contemporaneo. Un incontro preciso e originale tra il rigore e l’espressività che diventano gli ingredienti dai quali nasce Pa|Ethos. Lo spettacolo si avvale in particolare della presenza del noto compositore Dickson Dee e della collaborazione di Luca Brinchi e Roberta Zanardo / santasangre, per la scenografia virtuale. Il progetto internazionale voluto da Fabbrica Europa con il coreografo Sang Jijia rappresenta una sfida che mette in campo una nuova modalità di coproduzione sulla creazione contemporanea. Sono coinvolti la Fondazione Milano Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, (i cui danzatori interpretano la prima parte dello spettacolo), Spellbound Contemporary Ballet (interpreti della seconda parte ) insieme ad alcuni importanti enti quali Marche Teatro – Danza alle Muse, Bejing Dance Festival, Guangdong Dance Festival. La produzione esecutiva è affidata a Valentina Marini di Spellbound Contemporary Ballet, compagnia che riallestirà dopo l’estate 2015 anche la prima parte, permettendo la tenuta in vita dello spettacolo dal debutto al giugno 2018. Il Coreografo Sang Jijia - Dopo aver studiato presso il Dipartimento di Musica e Danza della Central University for Nationalities di Pechino, Sang Jijia, nato a Gansu, inizia il suo percorso professionale come danzatore e coreografo nella Guangdong Modern Dance Company, che lascia poi per entrare a far parte della City Contemporary Dance Company di Hong Kong. Conosciuto a livello internazionale per la sua tecnica potente e lo straordinario talento, le sue interpretazioni per importanti coreografi di tutto il mondo hanno ricevuto critiche entusiastiche in Asia e in Occidente. Nel 2002 è stato selezionato dalla ‘Rolex Mentor and Protégé Arts Initiative’ per studiare con William Forsythe in Germania, è passato poi al Ballett Frankfurt e in seguito è diventato assistente coreografo alla Forsythe Company, dove è rimasto fino al 2006. Attualmente è Artista Residente alla Beijing Dance / LDTX. Tra le sue creazioni più importanti: Blue in Show Your Colours, 365 Ways of Doing and Undoing Orientalism (co-coreografata con Willy Tsao e Xing Liang) e As If To Nothing per la CCDC, Happening Continuous per Movement Fiber, in collaborazione con Xing Liang (Artista Residente della CCDC) Unspeakable e Standing Before Darkness per la BeijingDance / LDTX, e Sticks per la Guangdong Modern Dance Company. I lavori di Sang Jijia sono stati presentati al Chang Mu Dance Festival in Corea, allo Swiss International Dance Festival, all’International Computer Music Festival, al Taipei Arts Festival, all’Holland Dance Festival, all’Huayi – Chinese Festival of Arts di Singapore, al Guangdong Modern Dance Festival, al Beijing Modern Dance Festival e al Dance Salad Festival di Houston. DANCING PARTNERS DANCING PARTNERS AN INTERNATIONAL PROJECT FOR PRACTICE INTERCHANGE AND INTERNATIONAL PROFILING Dancing Partners è un progetto in rete avviato nel 2013 per la promozione della danza contemporanea da parte di un team di artisti consolidati di diverse nazionalità. Concepita come iniziativa itinerante, DP fa tappa in ognuno dei Paesi coinvolti ( Spagna, Svezia, Inghilterra e Italia) in cui a seguito di una residenza temporanea, luogo di scambio e confronto tra i vari artisti nella sede della Compagnia ospitante , sono programmate performance laboratori, incontri, dibattiti con il pubblico stesso e con gli studenti avvicinati nelle attività di formazione del progetto. DP ha cosi’ non solo un fine di promozione del lavoro degli artisti coinvolti ma un forte radicamento nei territori toccati con attività di formazione di settore oltre che del pubblico. I partner sono Thomas Noone Dance ( Spagna), Norrdans ( Svezia) e Company Chameleon ( Inghilterra). Spellbound è entrata nel 2014 grazie ai rapporti già attivi con gli artisti delle altre compagini e sarà parte del progetto già a Barcellona nel novembre 2015 per poi fare tappa in Inghilterra, Svezia e Italia nel 2016. Uno degli aspetti fondamentali di Dp è la natura di scambio tra artisti oltre che di interazione con i territori. I diversi componenti infatti si trovano a lavorare e mescolarsi in progetti dove il comune denominatore sulla condivisione di un pensiero artistico comune prevale sull’etichetta del singolo. Dancing Partner nella sua componente Italia partirà attraverso il partenariato di Spellbound con delle iniziative residenziali presso la sede della compagnia che avvicinino danzatori e studenti al linguaggio degli artisti ospitati per poi diramarsi attraverso una rete di distribuzione nazionale e portare il progetto in altre città fuori dal Lazio. L’iniziativa è disponibile a partire dalla stagione 2015/16 e la natura plurale del progetto permette agli operatori interessati di poter costruire una serata mista di spettacolo attingendo ai repertori delle quattro compagini e scegliendo in base alle singole proposte il programma che maggiormente si addice al proprio pubblico e territorio. LA MODE LA MODE Prove generali di un delitto mai commesso Debutto settembre 2016, TNN Taichung-Taiwan Concept & direzione artistica Tomoko Mukaiyama Coreografia Mauro Astolfi & Spellbound Contemporary Ballet, Dunja Jocic Performers Tomoko Mukaiyama (piano) Spellbound Contemporary Ballet, Sarah Murphy (dance) Musica Yannis Kyriakides Costumi Slavna Martinovic Set design Toyo Ito & Associates, Architects + Yoko Ando Disegno luci Tanja Ruehl Direzione tecnica Yutaka Endo / LUFTZUG Luci e suono LUFTZUG Produzione Tomoko Mukaiyama Foundation Coproduzione Spellbound Contemporary Ballet (IT), National Taichung Theater (TW) Produttore associato Dance New Air (JP) Partner Transart Festival (IT) N.B. Il progetto “La Mode” , prodotto da TMF e una rosa di prestigiosi partner internazionali, nasce con lo scopo di mettere in dialogo attraverso il tema dell’opera diverse culture e per questo verrà proposto dalla Fondazione patrocinante come progetto europeo. Gli operatori italiani interessati a prendere parte al team in gara per il bando europeo possono aderire se interessati a programmare la performance nell’arco di tutto il 2016. La Mode è una performance-installazione incentrata sul potere, sesso, desiderio, l’auto-espressione e sui codici sociali della moda. Attraverso quest’opera, l’autrice Tomoko compone il profilo della moda delineando ciò che essa rappresenta per sé stessa e per noi. Nell’esplorazione e destrutturazione dei codici che regolano il mondo della moda, l’installazione andrà alla ricerca dell’identità del presente commentando il consumismo, il materialismo e il feticismo di questo specifico universo. In La Mode intervengono diverse forme d’arte, dalla musica alla danza, dal video all’installazione luminosa alle immagini teatrali. L’opera parla di moda senza mostrarla mai; la performance è ideata per una passerella, senza tuttavia farne uso. La moda è una religione dell’età moderna, una forma di espressione umana e di bellezza affascinante e del tutto legittima. Ma la moda è anche un mezzo di comunicazione pericoloso e vulnerabile, un mondo egoista e culturalmente corretto con una percezione contorta della bellezza costruita su codici e concetti prestabiliti. Nell’opera La Mode andiamo alla ricerca del linguaggio e della sociologia della moda, dei rituali della passerella, dell’immagine dell’uomo e della donna e del fascino sessuale di modelle e modelli. Nella performance vengono rappresentate tentazioni, fantasie e sogni, i comportamenti, i gesti e la modalità di comunicazione della moda attraverso la scomposizione delle sue forme fino all’individuazione del codice essenziale che regola questo mondo. La Mode metterà in discussione la moda attraverso la comunicazione: come ci mostriamo agli altri, come esprimiamo noi stessi e come percepiamo la nostra identità. Che cos’è per noi la moda? Possiamo parlare di moda anche quando la si indossa a casa, da soli? Abbiamo bisogno di un occhio esterno che ci distingua dagli altri o siamo diversi da noi stessi? La moda è una forma d’arte che esplora i confini dell’immaginazione umana, o si tratta di un business che mira al guadagno in seguito a enormi investimenti e che cerca di rispondere alle aspettative delle fashioniste? C’è qualcosa nelle collezioni di couture che lega moda e feticismo oppure l’iconografia del feticismo sessuale è stata assimilata dalla cultura popolare? Tomoko Mukaiyama La produzione di Tomoko Mukaiyama, pianista, performer e artista olandese-giapponese, si concentra su progetti di arte contemporanea non convenzionali in cui la musica si fonde con altre forme d’arte, quali la danza, le arti visive e la moda. Tomoko ha collaborato con numerosi artisti, coreografi, musicisti, designer e fotografi. L’artista ha sviluppato svariati progetti, tra cui produzioni di danza in collaborazione con il coreografo di fama mondiale Jiři Kylian, con l’acclamato ensemble olandese Club Guy & Roni e con l’insignita coreografa Nicole Beutler, installazioni più recenti, come ad esempio wasted (con 12.000 vestiti di seta) o Nocturne (sulle conseguenze dello tsunami del 2011 in Giappone), concerti per pianoforte di nuova produzione ed esperienze musicali riservate a un solo spettatore. Tomoko mira a presentare i propri progetti artistici in forme comunicative e specifiche. Invitata a suonare con prestigiose orchestre, tra cui il Royal Concertgebouw, il Tokyo Metropolitan e l’orchestra di Seattle, e a partecipare ai principali festival in tutto il mondo, come ad esempio la Biennale di Sidney, l’Aichi Triennale e l’Holland Festival, Tomoko si esibisce inoltre presso strutture minori, musei e location speciali. La fondazione Tomoko Mukaiyama (TMF) funge da produttore dei progetti dell’artista ed è beneficiaria di una sovvenzione (pluri)annuale assegnata dal governo olandese attraverso il Fondo per le performing art. Tema La Mode assume la forma di un’antologia in cinque parti con brevi interludi. Ciascuna parte costituisce un progetto collaborativo sviluppato assieme a partecipanti provenienti da diverse discipline, background e paesi (ad esempio, dal Giappone, dai Paesi Bassi, dall’Italia). La performance assume il ritmo di una passerella: proprio come una sfilata, ciascuna parte di La Mode ha 12 minuti a disposizione per imporsi al pubblico in un ritmo sostenuto, con notevoli variazioni di contenuti e atmosfere. Il compositore olandese-cipriota Yannis Kyriakides (www.kyriakides.com) svilupperà per La Mode una nuova composizione musicale elettronica e per pianoforte che eseguirà assieme a Tomoko. Il concetto alla base della scelta musicale affronta la giustapposizione di un mondo sonoro intimo, quasi ermetico (durante gli interludi) rispetto alla destrutturazione dei panorami musicali pop ed elettronici trasmessi sulle passerelle di moda. La composizione si libra su un mondo sonoro inizialmente familiare ma che si rivela essere diverso da ciò che appare: la gerarchia dei suoni e dei significati si confonde, il rapporto tra suoni iconici e ciò che rappresentano per la società varia costantemente. Tra i brani di danza elettronica che guidano e accompagnano le cinque parti principali dell’opera si inseriscono gli intermezzi solista al piano di Tomoko, a rappresentare un mondo mentale interno, un dialogo interiorizzato spinto da desiderio, feticismo e alienazione sociale. Durante l’esecuzione del brano i due mondi iniziano a sovrapporsi e convergono in modalità insolite e inaspettate. Ricerca Durante la preparazione di La Mode, Tomoko intervisterà e organizzerà workshop con artisti, nomi importanti del mondo della moda e filosofi. I dialoghi saranno documentati per divenire parte dell’opera. Grazie al coinvolgimento di un team di architetti giapponesi “componiamo” il comportamento e la mobilitazione del pubblico nello spazio della location che ospita la performance. SPELLBOUND CONTEMPORARY BALLET direttore artistico Mauro Astolfi direttore generale Valentina Marini direzione tecnica e degli allestimenti Marco Policastro ufficio produzione e amministrazione Giorgio Andriani - Noemi Massari - Letizia Copotelli assistente alle coreografie Alessandra Chirulli - Adriana De Santis consulenza amministrativa Studio PMC Associazione Culturale Spell Bound sede fiscale c/o PMC Via dei Prati Fiscali 215, 00141 Roma - Italia sede operativa c/o Daf Dance Arts Faculty Via di Pietralata 159/a, 00158 Roma [email protected] www.spellboundance.com +39 06 4512223 - +39 392 4854911 L’Attività di Spellbound Contemporary Ballet è sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo