Comunicato Stampa - Politeama Genovese

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“An artfully evening of extraordinary dancing” by Susan Fulks, Palm Beach Daily News U.S.A.
“If Spellbound were a car, it would be a Ferrari” The Annenberg center of Performing Arts-Philadelphia U.S.A.
“...spellbinding.” By Donald Rosenberg, The Plain Dealer , Cleveland U.S.A.
“60 minutes of breath taking art of dance …“ Sabine Rother, Letzte Aktualisierung, Germany
“Astolfi exhilarating choreography is a model of invention” Janet Soares, Ballet Review U.S.A
“The troupe has an alien beauty to its movement that has become the touchstone of reputable contemporary dance. The
performers are magnificent in appearance, and their technique is remarkable.” Susan Fulks, Palm Beach Daily News
“Dancers of such chameleon-like suppleness, they were not only spellbinding, but breathtaking.”
Merilyn Jackson, The Philadelphia Inquirer
SPELLBOUND
CONTEMPORARY BALLET
LA COMPAGNIA
Spellbound Contemporary Ballet nasce nel 1994, dietro volontà del coreografo Mauro Astolfi che fonda
la Compagnia al rientro da un lungo periodo di permanenza artistica negli Stati Uniti. A partire dal 1996
Astolfi condivide il progetto produttivo con Valentina Marini con cui la Compagnia avvia un processo di
intensa internazionalizzazione e di collaborazioni trasversali. La ricca progettualità artistica unita a una
visione dinamica e in costante evoluzione del marchio hanno facilitato una ampia diffusione delle creazioni
in contesti diversi, dai Gala ai programmi culturali televisivi, alle piattaforme e Festival di più continenti.
Applauditissima per l’eccellenza degli interpreti e la versatilità del linguaggio coreografico Spellbound conta
presenze nei maggiori teatri e Festival internazionali (Serbia, Germania, Francia, Croazia, Cipro, Thailandia,
Svizzera, Spagna, Austria, Bielorussia, Stati Uniti, Israele, Inghilterra, Spagna, Svezia, Panama, Canada Russia
e Corea del Sud).
Competitiva per la modernità dei programmi e per il ricco repertorio sempre attivo, la Compagnia è di sicuro
tra le proposte artistiche italiane maggiormente apprezzate sul piano dell’offerta culturale internazionale,
attiva da sempre in progetti di scambio e network in collegamento con la più fertile scena artistica europea.
L’ensemble festeggia nel 2014 il ventennale di attività, un arco di tempo in cui alla produzione di spettacoli
di danza ha unito da sempre e con sempre maggiore interesse progetti di formazione ed educazione sia
del pubblico che di almeno due generazioni di danzatori.
NOTE BIOGRAFICHE
Espressione di una artisticità e di un modello sia imprenditoriale che creativo dinamici e in costante
rinnovamento in sintonia con l’evolversi delle esperienze e influenze del tessuto culturale di riferimento, la
Compagnia mutua nel 2011 il suo storico nome nell’accezione di Contemporary Ballet.
Forte di una cifra stilistica inconfondibile esaltata da un ensemble di danzatori considerati tra le eccellenze
dell’ultima generazione, Spellbound si colloca oggi nella rosa delle proposte italiane maggiormente
competitive sul piano di una dialettica internazionale, espressione di una danza che si offre al pubblico
con un vocabolario ampio e in continua sperimentazione, convincendo le platee dei principali Festival più
diversi. L’attenzione a standard performativi di qualità ha reso l’immagine di Spellbound adatta a uscire dai
Teatri per impreziosire numerose serate Rai firmate da Vittoria Cappelli e Vittoria Ottolenghi, laddove musica
e danza sono al servizio di prodotti dedicati spesso a tematiche artistiche più ampie .
La Compagnia ha cosi posto negli anni le basi di un percorso dove il divario tra spettatore, amatore
e artista si è fatto sempre più sottile, alimentando attraverso venti anni di seminari e workshop una filiera
creativa che ha avvicinato al palcoscenico migliaia di danzatori e curiosi e consolidando questo processo
ha dato luogo a un autentico vivaio in termini di formazione in rapporto dialettico con la Compagnia.
Questa esperienza ha dato vita a una factory culturale di respiro internazionale ormai esempio e punto di
riferimento ispirazionale per diversi giovani coreografi emergenti, catalizzando l’attenzione di appassionati
così come di amatori che si identificano in un modello dinamico e di spinta verso una creatività a tutto tondo
non solo dal punto di vista artistico ma anche della capacità gestionale e progettuale che poi sono la
necessaria premessa per uno sviluppo del processo di innovazione artistica in se stessa.
Dal 2000 l’attività di Spellbound è sostenuta dal Ministero per i Beni e le attività Culturali e dal 2010 è
rappresentata in Austria, Germania, Svizzera e Scandinavia da Cultur Partner e dal 2011 in Canada, Usa,
Messico da Elsie Management.
Nel 2012 Spellbound è l’unica compagnia italiana assegnataria di un NDP subsidy per un tour negli Stati
Uniti che permetterà la realizzazione di cinque settimane di tourneè durante la stagione 2012/2013 nelle
principali città degli States
SPELLBOUND
CONTEMPORARY BALLET
MAURO ASTOLFI
Direttore Artistico
Mauro Astolfi è sicuramente uno degli autori contemporanei maggiormente rappresentativi sulla scena
europea. Impegnato come coreografo e didatta a livello trasversale ha costruito uno suo stile e un
linguaggio gestuale originali e in costante rinnovamento frutto di una personale elaborazione di diverse
forme espressive del movimento contemporaneo. Dopo la lunga permanenza statunitense nasce nel 1994
Spellbound dance Company – oggi Spellbound Contemporary Ballet- come canale preferenziale per
esprimere la sua personale concezione del linguaggio coreografico oggi punto di riferimento ispirazionale
per numerosi giovani autori emergenti. La compagnia, attualmente di punta nel mercato internazionale, ha
da sempre coniugato la personale cifra coreografica di Astolfi con l’eccellenza tecnica degli interpreti
esportando un modello di alto profilo e fortemente incentrato sulla qualità delle produzioni. Tra i principali
lavori creati per Spellbound citiamo Camouflage”, “Quattro-il disordine delle stagioni”,”Stati Comunicanti”,
Duende”, Nafas”, Emotional Balance”, “Carmina Burana” record di incassi per cinque stagioni teatrali
consecutive , fino ai più recenti “Downshifting” , “ Le Quattro stagioni”, “Lost for Words –La Trilogia”, “Relazioni
( pericolose)”, “Dare” . I lavori di Spellbound , oltre che presenti in vari Format Televisivi firmati da Vittoria
Cappelli e Vittoria Ottolenghi ( Voci in una notte di mezza estate”, Notte di duelli e di magia” , “Emozioni”
) sono sempre più richiesti nel mercato straniero, esportati fino ad ora con successo anche in Francia ,
Serbia, Thailandia, Spagna, Russia, Austria, Bielorussia, Cipro, Stati Uniti, Croazia, Canada, Panama, Israele,
Corea e Germania.
Nella sua attività di coreografo oltre alle produzioni per Spellbound Mauro Astolfi lavora negli ultimi anni
come free lance creando per altre Compagnia in Europa e non solo.
Nel 2004 è coreografo per Kitonb Extreme Theatre Company e nel 2005 è coreografo per Thatreschool
di Amsterdam.
Nel 2009 Astolfi firma per il Balletto di Roma la produzione Libera risonanza” . Nel 2010 Astolfi è stato
invitato a creare un nuovo lavoro per il Szegedi Kortárs Balett in Ungheria e nello stesso anno firma le
coreografie per il musical I Promessi Sposi-Opera moderna” con la regia di Michele Guardì .
Nel 2011 è invitato in Germania dal Liepziger Ballet a coreografare una creazione originale per il progetto
INTERSHOP dal titolo “ Hold me in this storm” con debutto al Leipziger Opera il 25 marzo e negli Stati Uniti
a Chicago per un nuovo lavoro per River North Chicago Dance Company “Contact me” che ha debuttato
il 10 febbraio 2011 a Chicago.
Sempre nel 2011 è coreografo assieme alla coreografa israeliana Adi Salant, Direttrice Associata del
Batsheva Dance Company per il progetto “ Danza e/è cultura un ponte tra Italia e Israele” promosso e
patrocinato dal MIUR ( Ministero per l’Università e la Ricerca), Fondazione Flavio Vespasiano , Comune di
Rieti . Nel 2012 è invitato a firmare una nuova creazione per Ballet Ex a Philadelphia negli States dal titolo
“ Instant God” con debutto il 7 novembre 2012.
Sempre nel 2012 firma la creazione originale “Humanology – Site specific young project” prodotta da
Festival Oriente Occidente che debutterà il 5 settembre 2012 presso l’Auditorium Melotti di Rovereto.
Nel 2013 è uno dei cinque autori assieme a Georg Reischl, Cayetano Soto, Jo Strømgren chiamato a
coreografare il progetto MINUTEMADE per Gärtnerplatztheater a Monaco in Germania.
Nel 2015 è in Canada per due nuove creazioni, la prima a Vancouver per Arts Umbrella Dance Company
e la seconda a Toronto per Proartedanza.
Oltre all’attività di coreografo Mauro Astolfi è costantemente impegnato come guest teacher nei maggiori
centri di danza di Tokyo, Parigi, Londra, New York, Zurigo, Stoccolma, Amsterdam, Los Angeles oltre
che in numerose strutture italiane. Dall’ottobre 2009 è inoltre Direttore Artistico del dipartimento modern
contemporaneo del Centro D.A.F. ( Dance & Arts Faculty- Progetto Internazionale di Danza e Arti Performative)
a Roma.
SPELLBOUND
CONTEMPORARY BALLET
VALENTINA MARINI
Direttore Generale
Lavora dal 1997 come operatrice culturale . Dal 1996 al 2001 lavora al Festival del Garda come
assistente alla produzione prima e come Direttore di Produzione negli ultimi due anni. Dal 1998 al 2000
dirige e organizza il Festival “Danza d’Estate” a Verona presso il Giardino Giusti, Festival dedicato alla
danza contemporanea, primo nel suo genere nella città di Verona. Dal 1995 conosce Mauro Astolfi con
cui da subito condivide il progetto produttivo Spellbound , unendosi a lui alla guida della compagnia che
ha da subito avviato verso un processo di intense internazionalizzazione e con cui ha realizzato spettacoli
nei principali Festival e numerosi progetti e scambi anche con altre realtà professionali italiane ed estere.
Nel 2002 nasce il progetto European dance Alliance, agenzia per insegnanti e coreografi e laboratorio di
attività per le scuole. EDA è un contenitore di proposte e interazioni che coinvolgono da un lato il mondo
della formazione e la possibilità di essere messo in rete con un selezionato panorama professionale,all’altro
un percorso di scambi e collaborazioni con Compagnie e artisti provenienti dai più prestigiosi ensemble
europei. Tra i principali progetti che ha portato avanti sotto il marchio EDA si elencano workshop e
approfondimenti sulla nuova coreografia contemporanea, concorsi coreografici realizzati in rete con
piattaforme internazionali (Cross Connection Competition, Moving theatre meets friends…), booking per
artisti e consulenze per Teatri. Dal 2003 scrive sulla rivista Danzasi e dal 2006 collabora stabilmente con le
attività legate al giornale . Dal 2006 collabora con la società romana Laratti srl con cui prende parte alla
realizzazione di diversi progetti nel campo della produzione di eventi culturali tra cui di recente Tersicore
Festival presso Auditorium Conciliazione, Avvertenze Generali , Natale di Roma edizione 2009 e Reate
Festival edizione 2009 e 2010 di cui è assieme a Monica Ratti coordinatrice della sezione danza per
la Direzione Artistica di Raffaele Paganini. Sempre assieme a Monica Ratti è coordinatrice per conto del
MIUR ( Ministero per l’Università e la Ricerca) in partnership con la Fondazione Flavio Vespasiano di Rieti
del progetto Danza e/è cultura -un ponte tra Italia e Israele, in programma in collaborazione con Batsheva
dance Company di Tel Aviv nel 2011 . Nel 2007 crea “Contemporaneamente a Roma” - Piattaforma per
nuovi coreografi, un nuovo palcoscenico per i giovani autori che ogni anno vede in scena a Roma circa
venti creatori emergenti selezionati da tutt’Italia, progetto questo parte di un più ampio impegno verso il
sostegno delle migliori espressioni attuali del linguaggio contemporaneo. Nel 2009 è responsabile artistico
della sezione danza delle attività estive realizzate all’interno del Parco Nazionale del Circeo da Litorale
spa in collaborazione con la Regione Lazio, Comune di Sabaudia e ATCL.
Sempre sotto il marchio EDA crea il progetto “Food for Thoughts” appuntamento di performance di
improvvisazione di musica e danza presso il Lanificio a Roma. Il dialogo con Circuiti, Enti di promozione e
Teatri per la programmazione di Spellbound e le fitte relazioni con performer internazionali di grande livello
l’hanno portata in questi ultimi anni ad essere spesso chiamata come collaboratrice per progetti di danza
, consulente e organizzatrice di Gala ed eventi: dal 2011 è agente per l’Italia di Shirley Esseboom e dal
2013 di Gärtnerplatztheater -Monaco , è inoltre consulente artistico per la danza e responsabile rapporti
esteri dal 2011 per Milano Danza Expo e Daf Dance Arts Faculty, consulente artistico per il settore danza
presso il Teatro Carcano di Milano per la stagione 2015/16 e dal 2010 è anche vicepresidente di
AIDAP nell’ambito di Federdanza AGIS, associazione di categoria che abbraccia le strutture produttrici di
spettacolo dal vivo nel settore danza e dal 2011 al 2012 coordinatore del tavolo danza presso l’Unione
Regionale Agis Lazio.
nuova creazione 2017
ROSSINI OUVERtURE
"Allora...dove eravamo rimasti ?"
debutto 25 Febbraio 2017 teatro rossini/pesaro
coreografia e regia mauro astolfi
Musiche Gioachino rossini
disegno luci marco policastro
“ La lettura della cronaca dell’epoca sulla vita di Gioachino Rossini, quello che di lui dissero altri grandi
compositori, in special modo Beethoven , ha acceso il mio interesse per conoscere l’aspetto psicologico
dell’uomo Rossini.
Mazzini lo definì : “un titano di potenza e di audacia, il Napoleone di un’epoca musicale”. Wagner disse
che “ fu il primo, vero, grande, venerabile uomo mai incontrato nel mondo della musica”.
Una personalità così potente e incredibile capace di comporre in soli 13 giorni il Barbiere di Siviglia mi ha
letteralmente riempito la testa di suggestioni, di immagini, di simboli, di scene non legate alle singole opere
del musicista, ma piuttosto un atterraggio su quel mondo, un’esplorazione per cercare, “vedere” attraverso
le potenti immagini sonore di Rossini, lasciarmi trasportare da tutta quella forza e poter immaginare per un
attimo di averlo conosciuto!
Rossini fu disconosciuto nell’epoca in cui il pubblico ancora si riconosceva in una produzione destinata
al consumo immediato, che riflettesse le aspirazioni di una società in trasformazione; una produzione, in
qualche modo, interessata al “realismo”. Oggi invece il pubblico crede meno in una produzione contemporanea e si reca a teatro principalmente alla ricerca di un’evasione estetica e insieme “culturale” dalla
vita quotidiana. E’ verosimile che gli ideali estetici di Rossini, volti al conseguimento del sublime, si trovino
in immediata sintonia con quelli “antirealistici” dello spettatore moderno.
In questa direzione, leggendo di questa storia di questo straordinario artista che improvvisamente sparisce dalle scene...come da una semplice conversazione e poi ritorna esclamando.. “ Allora dove eravamo
rimasti?” ..tutto questo è in questo progetto dove Spellbound percorre la strada di un sogno fatto di tanti
momenti, di tante situazioni diverse, di personaggi che tutti insieme raccontano di uomini soli, divertiti, tristi e
coraggiosi,in una grande stanza bianca dove scorrono e si mescolano i sapori e i colori di una vita piena,
anche di problemi, ma con il gusto di viverla questa vita ..con la stessa arguzia di Rossini che inebriato
dalla sua stessa creatività e dalla sua traboccante energia seduceva senza sosta...
Una grande stanza bianca come un immensa tela dove proiettare e amplificare i propri demoni e i propri
desideri per poterli mostrare ..ma dove tutto può essere cancellato come in una lavagna.
Così come Rossini improvvisamente spariva.”
Mauro Astolfi
THE
HESITATION
DAY
THE HESITATION DAY
Una produzione Spellbound con il contributo
del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo in collaborazione con The
Egg/Albany, NY
Prima Mondiale , 23 ottobre 2015 -The Egg/Albany, NY
Coreografia Mauro Astolfi
Musica Norn, Amon Tobin
Interpreti Fabio Cavallo, Jayson Syrette, Mario Laterza, Giovanni La Rocca
Disegno Luci Marco Policastro
video https://vimeo.com/143480005
Hesitation day è quel giorno, quel momento dove c’è una sospensione temporanea di
una azione, di un pensiero o di un giudizio. In realtà è un momento prezioso, quasi un reset
dove ricordare cosa vogliamo portare di noi nel mondo esterno.
L’altro significato di “ esitare” e’ di trasportare qualcosa,di farlo arrivare a destinazione...
proprio questo doppio e apparentemente opposto significato della parola ha innescato
questo lavoro... a volte il non sapersi (apparentemente) decidere, sta comunque portando
delle nostre informazioni da qualche parte e, di certo, qualcuno le avrà…Qualcuno ci
comprenderà. Ma per molti rimarremo illeggibili è indecifrabili, per tutti quelli che sapranno
leggere solo il movimento continuo e non tutto che è subito prima e subito dopo l’azione.
Mauro Astolfi
Durata 13’
LOST FOR WORDS
© Marco Bravi
LOST FOR WORDS
L’INVASIONE DELLE PAROLE VUOTE
“Lost For Words” è una produzione Spellbound in collaborazione con Avvertenze Generali 2011 e Amat Civitanova Danza
2012 con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Regione Lazio.
Studio I (durata 20’): Creazione per Avvertenze Generali 2011
prima assoluta 21 Luglio 2011, Bolzano Avvertenze Generali
Studio II (durata 25’): Creazione per Civitanova Danza Amat 2012
prima assoluta 12 Luglio 2012, Civitanova Festival
Studio III (durata 23’) : Creazione per Regione Lazio 2013
Debutto 16 maggio 2013 , Tuscania
regia e coreografia Mauro Astolfi
interpreti Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Claudia Mezzolla, Giovanni La Rocca, Cosmo Sancilio, Erika Zilli, Violeta
Wulff Mena, Fabio Cavallo
disegno luci Marco Policastro
musiche studio I Loscill, HIF Biber
musiche studio II B. Frost, D.Bjarnason, J.Hopkins, A.Ibragimova, A Winged Victory for the Sullen
Studio III - musica originale Carlo Alfano
Musica Michal Jacaszek
video
http://www.youtube.com/watch?v=30I_wqPCerU&feature=share
http://www.youtube.com/watch?v=qGD87NfigiQ
Sconfitti da un’ invasione di parole vuote... Il corpo inizialmente cerca di opporsi, ma alla fine si accomoda
anche perchè vede che molti altri fanno finta di capire e di essere d’accordo. Progetti dialettici e slogan vari
che invadono il linguaggio e intralciano la mente e il lavoro... Il corpo a questo punto deve trovare la forza e Durata 63’
il potere di liberarsi dalle parole vuote, il movimento diventa qualcosa che ci aiuta a girare tra la gente e a
scoprire che dietro molta di questa gente, spesso... non c’è nulla..
Lost for words studio II rappresenta una profonda amplificazione del progetto iniziale.Lost for words studio
II rappresenta una profonda amplificazione del progetto iniziale.
Sconfitti da un’ invasione di parole vuote... Il corpo inizialmente cerca di opporsi, ma alla fine si accomoda
anche perchè vede che molti altri fanno finta di capire e di essere d’accordo. Progetti dialettici e slogan
vari che invadono il linguaggio e intralciano la mente e il lavoro... Il corpo a questo punto deve trovare la
forza e il potere di liberarsi dalle parole vuote, il movimento diventa qualcosa che ci aiuta a girare tra la
gente e a scoprire che dietro molta di questa gente, spesso … non c’è nulla..
Lost for words studio II rappresenta una profonda amplificazione del progetto iniziale.
© Marco Bravi
© www.cristianocastaldi.it
La scena iniziale riprende l’ultima immagine della prima parte di Lost for words per unire i due paesaggi.
Ma nel secondo step si entra immediatamente in un prospettiva visuale ed emozionale più complessa..una
creazione su diversi livelli di atmosfere a volte sovrapposte. L’analisi della comunicazione priva di parole
proposta dalla suggestione del titolo arriva ad una sua maturità nella compulsiva ricerca dell’altro,nel
tentativo di non interrompere la relazione autentica e pura del corpo... l’intera struttura di Lost for Words
studio II e’ attraversata da un vibrazione continua dove lo studio coreografico contiene la soluzione finale
di questa spasmodica ricerca di comprensione di qualcosa che solo alla fine, dopo l’ultimo tentativo di
parlarsi, senza che la bocca possa aprirsi..tutto per un attimo si ferma e comincia ad aprirsi un varco...
Lost For Words studio III è l’ultimo atto di questa trilogia un processo al “sistema parlato” e falsato dei
rapporti umani... un rifiuto a prendere sul serio e a considerare come attendibile una confessione, una
testimonianza. Gli interrogati non parleranno, ma daranno risposte a domande non fatte, risposte reali,
concrete... L’interrogatorio è la visione iniziale, la scena d’apertura di questo terzo stadio, che altro non
vuole essere che il disperato tentativo di far parlare chi ormai ha perso tutte le parole possibili... in assenza
di parole veritiere e non confuse,gli interrogati stessi saranno le risposte...
Questo terzo quadro racconta anche di un ultimo tentativo di recuperare un po’ del potere della
parola, quasi a ritornare ad un fondamentale insegnamento del maestro spirituale egizio Ptahhopte che
© Marco Bravi
recitava... “Per poter essere forte diventa un artista della parola; perché la forza dell’ uomo è nella lingua, e
la parola è più potente di ogni arma”... Lost for Words studio III non contraddice in sostanza lo “spirito” e la
suggestione dei primi due capitoli di Lost for Words..ma cerca solo di ricollegare la parola ad un significato
puro e diretto... un linguaggio che non sottenda un altro significato.
Mauro Astolfi
“LOST FOR WORDS “È STATA L’UNICA PRODUZIONE EUROPEA ASSEGNATARIA DI UN
NDP (NATIONAL DANCE PROJECT) SUBSIDY NEGLI STATI UNITI PER LA STAGIONE
2012/2013.
DARE
DARE
Una produzione Spellbound con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
in collaborazione con Rassegna Tersicore e Auditorium Conciliazione.
Prima parte World Premiere 15 gennaio 2014 Auditorium Conciliazione, Roma
Creazione completa World Premiere 20, marzo 2015 Teatro Sociale, Como
coreografia e regia Mauro Astolfi
Assistente coreografa Adriana De Santis
interpreti Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Claudia Mezzolla, Giovanni La Rocca, Cosmo Sancilio, Erika Zilli,
Violeta Wulff Mena, Fabio Cavallo
musiche Daniel Hope, Italian Baroque Arias, Chopin
musiche originali Luca Salvadori
disegno luci Marco Policastro
video
https://vimeo.com/85203017
“Non ci siamo mai fermati, forse ci siamo guardati indietro ma solo per trovare la spontaneità della spinta ad andare avanti.
Abbiamo reinventato all’infinito, abbiamo scoperto quanto fosse inutile aspettare che qualcosa accadesse, ci siamo ancora
concentrati di più sul come si potesse Dare meglio quello che per noi era importante. Dare è la nostra dedica agli altri e a noi prima parte 30’
stessi, è l’idea che si è costruita lentamente attorno a questa festa. Dare racconta una cosa semplice: a volte, anche nella vita
reale e non solo nei film, se non ci si concentra solo sulle cose che non vanno bene, si incontrano quelle che vanno bene. Dare seconda parte 35’
forza ed energia a un progetto ne permette la realizzazione ma al tempo stesso costruisce qualcosa di importante in noi. La
creatività non può nascere dalla paura di non farcela ma dalla sensazione che in qualche modo il successo o almeno parte di
esso sia continuare ad avere voglia di Dare.
Mauro Astolfi
DARE nasce per celebrare i primi 20 anni di attività di Spellbound Contemporary Ballet, una creazione
questa, presentata isivamente negli angoli della scena, di ogni scena, citazioni fatte di gesti, oggetti,
atmosfere che hanno scandito un percorso ricco di incontri, di collaborazioni e di storie appassionate.
DARE e’ richiamare a se’ quell’essenza invisibile e solida della compagnia, in una divisione di spazi, di
storie che si incrociano, che si ritrovano e si riallontanano.
...La dimensione di uno spazio interno, a noi caro, uno spazio mutevole e trasformista dove la scena
stessa, gli oggetti, le scatole, le piante sperimentano la loro condizione quasi umana... dove la
collaborazione tra l’uomo e l’ambiente è un approccio ordinario,dove un letto o uno scatolone da
trasloco diventano una estensione delle nostre braccia, un vestito, un posto dove trovare un equilibrio
diverso, una diversa armonia.
DARE racchiude e raccoglie un mondo un po’ magico, la dimensione del quotidiano rivista come
qualcosa di ancora più eccitante di un evento straordinario.
DARE è forse anche una metafora del vivere e la ricerca eterna di una relazione tra noi gli altri, tra noi
e quello che noi stessi abbiamo creato, un recupero delle intuizioni geniali della nostra infanzia dove
qualsiasi cosa era un mondo da scoprire... ogni giorno.
SMALL CRIME
SMALL CRIME
Rinunciare all’orgoglio crea miracoli
Una produzione Spellbound con il contributo
del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo
Prima mondiale, New York City Center -Apap Conference 9 gennaio 2015
Coreografia Mauro Astolfi
Musica Jonny Greenwood, Nils Frahm
Interpreti Maria Cossu, Giovanni La Rocca
video
https://vimeo.com/112372941
“Small Crime” accade per caso, spesso purtoppo è un bisogno mascherato da interesse...
accade ogni qual volta si cerca con la forza, qualsiasi tipo di forza, di entrare nella vita di
una persona... di cercare ostinatamente di attirare la sua attenzione.
Il secondo piccolo crimine, quello che spesso rovina definitivamente le nostre vite, è una
conseguenza diretta del primo piccolo crimine... che accade quando chi è stato rifiutato in
un particolare momento della vita, cerca poi vendetta, ignorando, e non riconoscendo la
stessa persona che poco tempo prima era il centro dei nostri pensieri.
In alcuni casi rinunciare al proprio orgoglio... crea miracoli.
durata 9’
CONTROFASE
CONTROFASE
A Spellbound production with the contribution by the Ministry of Culture and Turism, world premiere Pisa, march 2014
coreografia e regia Mauro Astolfi
interpreti Mario Laterza, Giovanni La Rocca
musiche Garth Knox &Agnes Vesterman, Nils Frahm
disegno luci Marco Policastro
“Controfase” è un duetto maschile creato da Mauro Astolfi originariamente per Spellbound Junior
Ensemble – Tirocinio Professionale DAF , la compagine giovanile della compagnia, poi riallestito per
Spellbound nell’occasione della celebrazione del ventennale della compagnia nel 2014.
La creazione è ora parte del repertorio della compagnia ed è uno dei fortunati progetti che hanno
rinforzato e sostenuto il rapporto artistico tra il bacino di formazione attivato attraverso i corsi del Daf
Dance Arts Faculty e Spellbound Contemporary Ballet.
Durata 9’
SHE IS ON THE GROUND
SHE IS ON THE GROUND
Una Produzione Spellbound Contemporary Ballet con il contributo
del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Prima Assoluta the Barclay Theater, Irvine, CA – U.S.A. 2 aprile 2013
coreografia e set concept Mauro Astolfi
interpreti Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Claudia Mezzolla, Giovanni La Rocca, Cosmo Sancilio,
Erika Zilli, Violeta Wulff Mena, Fabio Cavallo
musiche Kremerata Baltica- Gidon Kremer
disegno luci Marco Policastro
She is on the ground, nasce da una riflessione divertita del gran lavoro che gli uomini svolgono per cercare di
conquistare l’universo femminile. In realtà le donne, quasi sempre, potrebbero starsene ferme... anche semplicemente
sdraiate su un pavimento ed attendere le performance maschili, i più ridicoli convinti di possedere armi seduttive Durata 23’
irresistibili. A volte le donne compiaciute partecipano al rituale del corteggiamento, alcune più generose e tolleranti
assistono a tutto il repertorio maschile... ma dopo un po’ si annoiano e altro non rimane che riposarsi su un pavimento.
Mauro Astolfi
CARMINA BURANA
CARMINA BURANA
una produzione realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Dipartimento dello Spettacolo e dell’Azienda Autonoma Soggiorno
e Turismo di Maiori nell’ambito dei Grandi eventi della Regione Campania
Prima assoluta Maiori-15 settembre 2006
nuovo allestimento per Prisma festival de Danza contemporanea, Panama 2014
coreografia e set concept Mauro Astolfi
interpreti Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Claudia Mezzolla, Giovanni La Rocca,
Cosmo Sancilio, Erika Zilli, Violeta Wulff Mena, Fabio Cavallo
musiche Aleksandar Sasha Karlic, Carl Orff, A. Vivaldi
disegno Luci Marco Policastro
scene Stefano Mazzola
costumi Sandro Ferrone
video Durata 60’
https://vimeo.com/108334096
I Carmina burana vennero ritrovati, numerosissimi (più di trecento componimenti di vario genere), in
un manoscritto dell’abbazia di Benediktbeuren, da cui presero il nome. Vengono fatti risalire per
la maggior parte al secolo XIII, quando non era troppo difficile, viaggiando per la Germania e la
Sassonia, imbattersi nei goliardi (da cui il nome dato dalla tradizione italiana agli studenti universitari,
che in realtà hanno poco o nulla da spartire con i loro omonimi medievali) o più propriamente clerici
vagantes, letterati girovaghi studiosi della tradizione poetica greca e latina, cantori del vino, delle
donne, del vagabondaggio e del gioco. Poesia burlesca, impudente, sovversiva: si parla senza
troppi veli del corpo e della sua quotidiana avventura, se ne esplicano con gioia le funzioni, non
si guarda all’altrove. Tace il linguaggio della ratio, si dimentica il decorum e si osa persino irridere
audacemente al divino con le cosiddette ‘kontrafakturen’, ossia travestimenti di inni e motivi religiosi
in canti profani che suonano come parodia degli evangeli, delle formule di confessione e delle
litanie. Eros, dunque, riassorbe thanatos, l’homo faber si trasforma in homo ludens.
“Venus me telo vulneravit / aureo, quod cor penetravit”... “Venere mi ha colpito con una freccia
d’oro, che mi è penetrata nel cuore”: il corpo (a differenza di quello dei dannati nei ‘Giudizi
universali’ della pittura medievale che non conosce alcuna floridezza nella resurrezione, soltanto
degradazione, pustole e infermità), non è mai detto animale, basso, ‘sozzo’, bensì viene innalzato,
liberato e goduto, come nei versi di Ovidio, Marziale e Catullo.
Da questo curioso magma di scurrilità plebea e raffinatezza cortigiana Mauro Astolfi trae – o per meglio
dire, deduce in piena libertà, senza alcuna intenzione filologica – una coreografia tutta giocata tra
‘larghi’ e ‘sfrenatezze’ (del resto, è un artista a cui il ritmo ‘medio’ poco o nulla si addice) che agisce lo
spazio quasi a volerlo contestare, divisa essenzialmente in tre momenti che scandiscono un crescendo
liberatorio: si passa da una brutale aggressione sotto il cupo rombare della pioggia battente a una
parte irriverente e grottesca che allude alle giullarate, per culminare infine nell’incendium cupiditatum, lo
scatenamento delle passioni, che avviene nella taberna (qui anche - come spesso anticamente - bordello),
luogo di appagamento degli istinti primari... Due i simboli chiave di questo balletto, calati in un’atmosfera
inquietantemente metafisica: un grande armadio (visto, si direbbe, con gli occhi dell’infanzia che tutto
colorano di mistero) e una tavola. Il primo (in cui i corpi dei ballerini si vanno quasi a riporre come abiti frusti),
luogo di memorie, di segreti di ‘scheletri’ ipocritamente celati; la seconda, altare sacrificale della terrena
voluptas, imbandita di corpi esibiti come cibarie tentatrici (Gola e Lussuria, essendo due vizi capitali, sono
figli della medesima cova)...
‘Carmina burana’, dunque, come temerario ‘grido’ del dissenziente che si pone di fronte all’ ‘infrazione’
senza soverchia paura e al tabù con il palese desiderio di infrangerlo sfidando consapevolmente censure
e anatemi, giocando a carte scoperte la quotidiana partita contro la morte, recuperando il caos di Pan
attraverso l’armonia di Orfeo, accettando la realtà senza spiritualizzarla, magari sconfinando nella ‘trivialità’
e nell’ ‘osceno’... Non si aspettano futuri compensi, ma si vive nell’oggi, riconoscenti a divinità dal volto
pagano che non minacciano castighi e non promettono compensi oltre ciò che può dare l’immediata
contingenza: non dèi, ma più familiari demoni, da cui lasciarsi possedere e invasare, come Eros, il quale, a
dire di Platone, “è un demone grande”, e come tutto ciò che è demoniaco è “qualcosa di mezzo tra il dio
e il mortale”.
Riccardo Reim
CON LA SPELLBOUND CONTEMPORARY BALLET E’ VERAMENTE “DANZA D’AUTORE”
(Corriere del Mezzogiorno, marzo 2007) di Paola De Simone
Geniale per invenzione e plasticità del linguaggio corporeo contemporaneo, ardito nelle tensioni dinamiche
tra le figure ed il contesto scenico - spaziale. Fra gli spettacoli più belli ed intensi recentemente proposti
dal mondo della danza italiana finanziata dallo Stato merita speciale attenzione il Balletto “Carmina
Burana” su musiche di Carl Orff, Caracciolo e Vivaldi...i “carmina Burana” secondo Astolfi scolpiscono
con forza di raro impatti visivo i gesti e i sentimenti di un’umanità, inquieta nella gotica e cruda ombra
del Medioevo, ironica e velocissima sullo sfondo del settecento vocale sacro firmato da Vivaldi. Tutti
bravissimi i protagonisti in campo...di abile virtuosismo le loro torsioni, i loro slanci, di grande effetto i giochi
di luce, di contrasto metrico e d’assieme tra i quali, eccelso, quello delle mille combinazioni degli interpreti
nell’armadio”in taverna”, in bilico tra contenitore di prestigio e “luogo deputato” medioevale.
UN BELL’AFFRESCO IN STILE SPELLBOUND (L’Arena luglio 2007)
I “Carmina Burana” ricchi di vitalità e tensione. Danzatori straordinari e carichi di energia
Di Danila Bruna Adami“...Astolfi ha restituito col movimento la stessa forza vitale della parola, lasciando
in sottofondo i toni apocalittici della musica, alla quale ha alternato altre partiture, facendo così
dei carmina un interessante affresco sui giovani.
...Senza pause è la coreografia di Astolfi, un movimento continuo, carico di tensione e di plasticità...
Può contare su un gruppo di danzatori straordinari, dai corpi perfetti e dall’energia inesauribile,
per ridisegnare efficacemente lo spazio scenico ad ogni sequenza. La scenografia di Stefano
Mazzola, più che la musica, è elemento determinante: il tavolo centrale usato come praticabile o
come mensa, e soprattutto l’armadio dentro il quale è danzato il pezzo finale.
CARMINA BURANA ( LIVEPOINT luglio 2007) Di Davide Galati
E’ sufficiente il nome per evocare tutta la potenza espressiva insita in questa raccolta di documenti
poetici e musicali del Medioevo. Chi li conosce o ne ha anche solo sentito dei brani, ha ben presente
la forza, la liricità e la poesia che contengono, specchio dell’età in cui sono stati composti. Riuscire
a renderli vivi su un palco, facendo sì che nulla dell’originale si perda e che oltre al linguaggio della
musica sia anche quello del corpo, con la danza, a parlare non è un’impresa facile.
Eppure la Spellbound Contemporary Ballet sotto la regia e la coreografia di Mauro Astolfi ci riesce
in maniera ottimale e sorprendente. Andati in scena lunedì 9 nella suggestiva cornice di Corte
Mercato Vecchio, i “Carmina Burana” di Astolfi presentano nove ballerini quasi perfetti nel rendere
la tensione e l’impatto di quest’opera. Le coreografie giocano coi corpi in maniera tale da far
diventare palpabile la tensione inquieta di quel Medioevo che risuona nelle musiche dei Carmina,
a volte sembra di vedere le Grazie della Primavera del Botticelli, ma è solo un attimo, solo una
postura perché l’età non è quella del Rinascimento, i gesti infatti sono inquieti, pieni di forza, scevri di
dolcezza e linearità: è il gotico che diventa danza. Ma il linguaggio del corpo è contemporaneo,
plastico, virtuoso, ricco di slanci e di contrazioni, un contrasto che segue la musica e ne diventa
naturale estensione.
Non mancano momenti allegri e divertenti, sulle musiche di Vivaldi, ma indimenticabile è il gioco dei
corpi che avviene all’interno dell’armadio, tabernacolo profano, contenitore di corpi in continuo
movimento quasi a indicare la magia e il mistero dell’intero periodo medievale, ma anche la sua
enorme vitalità. Uno spettacolo ricco di sensazioni, con un’ottima regia e bravissimi interpreti.
CARMINA BURANA ( TEMPO STRETTO di Messina, luglio 2007) di Grazia Tardiolo
Una danza incredibilmente dirompente, fatta di vitalità e ritmo, ha catturato, nella serata di ieri,
il gremito pubblico del Nuovo Giardino Corallo. Il balletto, rimaneggiato secondo la regia e la
coreografia del grande Mario Astolfi, diviene espressione di spiriti inquieti... Un viaggio contemporaneo,
affrontato sulle note di Orff, Caracciolo e persino Vivaldi, espressione dell’inquietudine dei “clerici
vagantes”, detti anche “goliardi”. Dalla profondità della loro poesia il corpo, unito all’armonia del
movimento, traduce in linguaggio universale il piacere e la libertà. Così, gli otto ballerini, apparendo
e dileguandosi dietro le ante di un armadio, hanno incarnato la vivacità, la verve, la grinta di una
gioventù desiderosa di infrangere la rigidità degli schemi medievali.
...E proprio a quella medesima forza punta l’impeccabile lavoro di Mauro Astolfi, in grado di rendere
il corpo strumento di comunicazione delle inquietudini e delle tensioni di un’epoca che imprigiona
i suoi stessi fautori.
GOLIARDI DANZANTI NELL’ARMADIO
(Corriere della sera, 11 agosto 2008) di Valeria Crippa
“...Una coreografia che sfida l’energia dei pripri interpreti, punteggiata da torsioni, prese, slanci, sotto luci
che tagliano il racconto. L’azione ruota intorno a un tavolo mensa che diventa altare sacrilego per gola e
lussuria. Con un finale sorprendente, danzato in un armadio in cui tutto si raccoglie e si nasconde, metafora
della maschera e del teatro.”
INTENSI E TRASCINANTI “CARMINA BURANA”
(La Cronaca di Cremona, 12 agosto 2008) Di Eleonora Olivi
“..La coreografia, affidata a una raffinatissima Spellbound Contemporary Ballet si è rivelata un compendio
perfetto dei “carmina”: grazie alla forza narrativa della danza , musica e versi hanno rivelato un rinnovato
vigore. Il tutto attraverso un linguaggio contemporaneo e innovativo, reso attraverso una serie di quadri scenici
giocati tra ampi adagi e sfrenati eccessi , che hanno conquistato, da subito, il favore del numeroso pubblico
presente...Musiche e scenografia hanno contribuito a ricreare, in modo davvero incisivo, un’atmosfera che ha
spaziato nei contrasti tra sacro e profano, tra antico e contemporaneo, in una dimensione marcatamente
metafisica , ma a tinte decisamente forti. Il tutto attraverso un ritmo forsennato che, quadro dopo quadro, ha
messo in luce le straordinarie doti tecnico interpretative di tutti i componenti della Compagnia. Da applausi.
“
LE QUATTRO STAGIONI
LE QUATTRO STAGIONI
una Produzione Spellbound Contemporary Ballet con il contributo
del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Debutto: 6 marzo 2010 , Pisa - Teatro Verdi
coreografia e set concept Mauro Astolfi
interpreti Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Claudia Mezzolla, Giovanni La Rocca,
Cosmo Sancilio, Erika Zilli, Violeta Wulff Mena, Fabio Cavallo
musiche originali Luca Salvadori
musiche Antonio Vivaldi
disegno luci Marco Policastro
elaborazioni video Enzo Aronica
scene Esse a Sistemi
LE MIE QUATTRO STAGIONI
Dietro l’apparente quadro iconografico rappresentato dal susseguirsi delle ”stagioni” con tutta la
simbologia annessa, i suoi simboli atmosferici... si percepisce un significato molto profondo, meno
visibile, ma che arriva a toccare piani molto vasti e meno soggettivi. Le “mie” Quattro Stagioni
abitano fuori e dentro una piccolo spazio, che si innalza, trascina e soffoca a momenti... ma che
ripara, unisce, protegge... sembra una casetta, ma è una nave, un albero... un posto misterioso da
cui osservare le stagioni che mutano,un posto da dove partecipare in prima persona al ciclo
della natura che si rinnova... e l’autunno, non solo foglie che cadono, la primavera, non solo
fiori che spuntano... ma una natura dentro di noi, un rituale magico primordiale... un evento che
si immagina,poi si cerca di imitare,poi si cerca di impossessarsi del spirito stesso dell’evento. Gli
eventi si evocano per diventarne parte integrante,partecipando al dramma della natura che
muore... ma vedere un po’ più in là il seme della futura rinascita. Spellbound Contemporary Ballet
vive questa avventura sprofondata nella terra e sul ramo più alto degli alberi... quando è sera
si torna a casa.
Mauro Astolfi
Durata 60’
ALTRE MUSICHE PER LE STAGIONI
L’alternarsi delle stagioni è come un cerchio che si chiude e ricomincia, una spirale continua,
senza interruzioni, sempre diversa e sempre uguale; la musica sarebbe una materia ideale
per raccontare questo ciclo di perenni ripetizioni variate ma è inadeguata a renderne la
concretezza, quella solida realtà che regola la vita sulla terra.
Per questo ho deciso di usare frammenti musicali eterogenei che di volta in volta accendessero
un piccolo riflettore su un dettaglio significativo: i suoni della natura, le voci degli uccelli,
un ritmo di danza, una melodia modale dal sapore arcaico, sonorità elettroniche astratte,
il suono di uno strumento insolito come la glassharmonica o il flauto basso, ad esempio.
Come dire, un caleidoscopio di situazioni che si riunissero, di volta in volta, sotto l’etichetta
di una “stagione” per offrire una chiave di lettura parziale, evocativa più che esplicativa:
suggestioni in luogo di spiegazioni.
Il confronto con il capolavoro di Vivaldi ho cercato di virarlo in positivo (la sfida sarebbe
stata persa in partenza, ovviamente) provando a considerarlo una risorsa dialettica:
complementarietà nelle differenze, ricchezza raggiunta dall’avere più punti di osservazione
per mettere a fuoco un oggetto sfuggente. Di conseguenza vi ho accostato materiali e stili
eterogenei, come immaginando la complessità di un paesaggio sonoro che nelle mutazioni
cerca una delle ragioni di esistere.
Queste musiche sono state pensate per la danza, per le coreografie di Mauro Astolfi, e
quindi sono nate col desiderio di volersi completare altrove, fuori dalla dimensione del puro
suono, e consapevoli che, una volta entrate nel cerchio magico dei corpi in movimento,
avrebbero ricevuto in cambio qualcosa.
Forse la misteriosa spirale di intersezioni e reciproche influenze tra musica e danza è un altro
modo per rappresentare la mutevolezza inafferabile delle stagioni.
Luca Salvadori
IL CORPO E’ LA CASA
la Pelle le pareti del nostro Mondo. Le Stagioni trasudano i loro umori, Stati Interiori che
evaporano attraverso i pori di quelle mura e si fanno Luce, Movimento, Mutazione.
è l’inclinazione dell’asse di rotazione che determina il cambiamento del nostro Corpo,
della nostra Casa, e così muta l’angolo dei raggi che ne raggiungono la superficie: e, nella
Trasformazione, quei raggi si fanno Luce e raccontano l’Acqua, la Terra, il Fuoco, l’Aria.
Enzo Aronica
Da Vivaldi ad Astolfi Le Quattro Stagioni: un capolavoro in anteprima assoluta al Verdi
di Pisa (da teatrionline).
“...Le Quattro Stagioni è finora il fulcro della stagione di Danza del teatro Verdi: è il punto d’arrivo
di tanti spettacoli che l’hanno preceduto e ne hanno preparato con la loro bellezza il terreno, anzi
hanno affinato il gusto artistico del pubblico per portarlo a quest’acme di piacere. Altri spettacoli
altrettanto belli seguiranno ma questo capolavoro di Astolfi segnerà la stagione, vuoi perché ha
scelto come banco di prova il Verdi di Pisa per presentare al mondo Le Quattro Stagioni, vuoi
perché è proprio meritato il successo riscosso presso il numeroso pubblico in sala.”
“La Spellbound canta la nostalgia” La Nuova Venezia 18 aprile 2011 di Roberto
Lamantea
“...La scrittura delle Quattro Stagioni è insieme astratta, lirica, atletica, i bravissimi ballerini della
Spellbound disegnano linee e geometrie perfette, ariose o delicate, morbide o vorticose. Le
quattro stagioni è anche un’elegante scrittura sul tempo, rallenta nell’oscurità, diviene un vortice
nella tempesta.
Ma ha un timbro, Le quattro stagioni, che forse ne rivela la filigrana segreta: è un canto della
nostalgia. In una scena, bellissima,sul muro della casa viene proiettata la figura di una donna e
quell’ologramma dialoga con un ballerino, svanisce,torna, è vicina e irraggiungibile perché è, forse,
solo un ricordo o un rimpianto. Questo fluire del tempo dà al lavoro, una tonalità struggente. Come in
Les jardins des souvenirs di Malou Airaudo, Blind Moment di Harri Kuorelahti, Maggio della milanese
Corte Sconta, certi lavori di Susanne Linke, molti di Pina Bausch. Stilisticamente il teatrodanza di
scuola tedesca qui è lontano, ma forse c’è una sensibilità comune, tutta europea, che arriva fino
alle Quattro stagioni della Spellbound. Forse uno dei lavori migliori di Astolfi.”
“Le Quattro stagioni il mistero della natura“ L’Arena 18 aprile 2011 di Alessandra
Galetto “...Protagonista assoluta resta la musica, quella di Vivaldi, ma anche quella originale di
Luca Salvatori: le note del grande compositore veneziano rivivono, infatti,intrecciandosi con le
incursioni contemporanee di Salvatori, in una sovrapposizionedi linguaggi e stili differenti che fa
da contrappunto alla danza dei nove ballerini in scena (Sofia Barbero, Giuliana Mele, Alessandra
Chirulli, Maria Cossu, Marioenrico D’Angelo, Michelangelo Puglisi, Giacomo Todeschi, Marianna
Ombrosi, Gaia Mattioli), capaci di muoversi come un corpo unico, un organismo vivente che
pulsa, soffre, gioisce, condivide.Unico elemento scenografico, una grande casa bianca, stilizzata,
essenziale, un indecifrabile cubo con una finestra, da cui continuamente appaiono e spariscono i
danzatori: metafora forse della natura stessa, che prende e restituisce, rapina e poi consegna…. I
ballerini saltano, strisciano, rotolano,
in un mix di accelerazioni, fughe e stasi che creano una trama di movimenti ora sincronici, ora sfasati,
che bene mimano il ciclo delle stagioni, oggetto di sperimentazione e ricerca coreografica che
si concretizza in un’insolita e armoniosa commistione di generi, a testimoniare lo stretto rapporto
dell’uomo con il mondo circostante. Ne risulta uno spettacolo poetico e intenso, immediato e
profondo, capace di far avvertire una pascoliana meraviglia di fanciullo di fronte alla forza
straripante del creato.”
“Spellbound Contemporary Ballet. Le Quattro stagioni, silenzioso brulichio della vita”
Teatro.org 30marzo 2011 di Tania Mastrangioli
“…Le Quattro Stagioni sono essenza pura. Linearità. Privazione volontaria di orpelli. L’unica
“complessità” è data dalla coreografia. Il corpo dei danzatori è quasi scomposto per cogliere con
ogni singola parte di esso ogni più piccolo accento musicale suggerito dagli archi prestigiosi di Vivaldi.
I corpi si intrecciano, contorcendosi in passi a due in cui i danzatori mantengono costantemente
il contatto, dando a tratti la sensazione di inglobare l’uno nell’altro…Sotto l’apparente semplicità
di scene e costumi si nasconde una complessità meravigliosa come il susseguirsi silenzioso delle
stagioni cela in sé il brulichio continuo della vita.”
PROGETTI SPECIALI
2015/2017
PA | ETHOS
PA | ETHOS
Prima assoluta 8,9,10 maggio 2015 Teatro Era-Pontedera
Festival Fabbrica Europa
Coreografia Sang Jijia
Compositore Dickson Dee
live video artists Luca Brinchi e Roberta Zanardo /Santasangre
Disegno luci Marco Policastro
Costumi Giuseppina Maurizi
Assistenti alla coreografia Yanan Yu, Adriana De Santis
creato con
Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Claudia Mezzolla, Giovanni La Rocca,
Cosmo Sancilio, Erika Zilli, Violeta Mena Wulff, Fabio Cavallo
Prima Assoluta
Fabbrica Europa
Teatro Era-Pontedera 8/9/10 maggio 2015
Produzione
Fabbrica Europa per le arti contemporanee
Fondazione Milano Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi
Spellbound Contemporary Ballet
Marche Teatro – Danza alle Muse
Bejing Dance Festival
Guangdong Dance Festival
Partner per la residenza di creazione
Fondazione Teatro della Toscana
Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale di Pontedera
(*) la musica della I parte è tratta dalla versione originale “Pathos” di
Dickson Dee, è stata realizzata con il contributo della
Composers and Authors Society of Hong Kong (CASH)
Partner tecnico
Teatro Greco- E.C.O.Italia
Cyberaudio- tecniche avanzate per elettronica media e spettacolo
Noise Asia
LINK VIDEO: https://vimeo.com/132799458
Pa|Ethos si compone di due termini, Pathos e Ethos, che rappresentano concetti fondamentali
della Retorica di Aristotele. Il coreografo Sang Jijia ha voluto utilizzarli per esprimere due diversi
approcci al tema del discorso: Ethos sottolinea la precisione, Pathos evoca la passione e il
sentimento.
L’opera si ispira all’arte plastica italiana di epoca classica e si compone di due parti.
La prima indaga l’aspetto connesso alle regole della vita sociale, nella quale i rapporti
interpersonali sono rigidamente cadenzati. Ogni movimento nello spazio è perfettamente
misurato e attentamente eseguito. Nella seconda, le emozioni vengono trasferite nella
fisicità dei danzatori, i quali, portando all’estremo limite l’azione scenica, arrivano alla totale
trasparenza del corpo sotto il quale si rivela l’anima nella sua integrità.
La poetica del coreografo di origine tibetana Sang Jijia poggia sulle profondità del pensiero
orientale, e si arricchisce delle esperienze più alte della ricerca europea nella danza e
nel teatro contemporaneo. Un incontro preciso e originale tra il rigore e l’espressività che
diventano gli ingredienti dai quali nasce Pa|Ethos.
Lo spettacolo si avvale in particolare della presenza del noto compositore Dickson Dee e della
collaborazione di Luca Brinchi e Roberta Zanardo / santasangre, per la scenografia virtuale.
Il progetto internazionale voluto da Fabbrica Europa con il coreografo Sang Jijia rappresenta una sfida
che mette in campo una nuova modalità di coproduzione sulla creazione contemporanea. Sono coinvolti
la Fondazione Milano Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, (i cui danzatori interpretano la prima parte
dello spettacolo), Spellbound Contemporary Ballet (interpreti della seconda parte ) insieme ad alcuni
importanti enti quali Marche Teatro – Danza alle Muse, Bejing Dance Festival, Guangdong Dance Festival.
La produzione esecutiva è affidata a Valentina Marini di Spellbound Contemporary Ballet, compagnia
che riallestirà dopo l’estate 2015 anche la prima parte, permettendo la tenuta in vita dello spettacolo dal
debutto al giugno 2018.
Il Coreografo
Sang Jijia - Dopo aver studiato presso il Dipartimento di Musica e Danza della Central University for
Nationalities di Pechino, Sang Jijia, nato a Gansu, inizia il suo percorso professionale come danzatore e
coreografo nella Guangdong Modern Dance Company, che lascia poi per entrare a far parte della City
Contemporary Dance Company di Hong Kong. Conosciuto a livello internazionale per la sua tecnica
potente e lo straordinario talento, le sue interpretazioni per importanti coreografi di tutto il mondo hanno
ricevuto critiche entusiastiche in Asia e in Occidente. Nel 2002 è stato selezionato dalla ‘Rolex Mentor and
Protégé Arts Initiative’ per studiare con William Forsythe in Germania, è passato poi al Ballett Frankfurt e in
seguito è diventato assistente coreografo alla Forsythe Company, dove è rimasto fino al 2006. Attualmente
è Artista Residente alla Beijing Dance / LDTX. Tra le sue creazioni più importanti: Blue in Show Your Colours,
365 Ways of Doing and Undoing Orientalism (co-coreografata con Willy Tsao e Xing Liang) e As If To
Nothing per la CCDC, Happening Continuous per Movement Fiber, in collaborazione con Xing Liang (Artista
Residente della CCDC) Unspeakable e Standing Before Darkness per la BeijingDance / LDTX, e Sticks per la
Guangdong Modern Dance Company. I lavori di Sang Jijia sono stati presentati al Chang Mu Dance Festival
in Corea, allo Swiss International Dance Festival, all’International Computer Music Festival, al Taipei Arts
Festival, all’Holland Dance Festival, all’Huayi – Chinese Festival of Arts di Singapore, al Guangdong Modern
Dance Festival, al Beijing Modern Dance Festival e al Dance Salad Festival di Houston.
DANCING
PARTNERS
DANCING PARTNERS
AN INTERNATIONAL PROJECT FOR PRACTICE INTERCHANGE
AND INTERNATIONAL PROFILING
Dancing Partners è un progetto in rete avviato nel 2013 per la promozione della danza contemporanea da parte di un team di artisti consolidati di diverse nazionalità. Concepita come iniziativa
itinerante, DP fa tappa in ognuno dei Paesi coinvolti ( Spagna, Svezia, Inghilterra e Italia) in cui a
seguito di una residenza temporanea, luogo di scambio e confronto tra i vari artisti nella sede della
Compagnia ospitante , sono programmate performance laboratori, incontri, dibattiti con il pubblico
stesso e con gli studenti avvicinati nelle attività di formazione del progetto. DP ha cosi’ non solo
un fine di promozione del lavoro degli artisti coinvolti ma un forte radicamento nei territori toccati
con attività di formazione di settore oltre che del pubblico. I partner sono Thomas Noone Dance (
Spagna), Norrdans ( Svezia) e Company Chameleon ( Inghilterra).
Spellbound è entrata nel 2014 grazie ai rapporti già attivi con gli artisti delle altre compagini e sarà
parte del progetto già a Barcellona nel novembre 2015 per poi fare tappa in Inghilterra, Svezia e
Italia nel 2016.
Uno degli aspetti fondamentali di Dp è la natura di scambio tra artisti oltre che di interazione con
i territori. I diversi componenti infatti si trovano a lavorare e mescolarsi in progetti dove il comune
denominatore sulla condivisione di un pensiero artistico comune prevale sull’etichetta del singolo.
Dancing Partner nella sua componente Italia partirà attraverso il partenariato di Spellbound con
delle iniziative residenziali presso la sede della compagnia che avvicinino danzatori e studenti al
linguaggio degli artisti ospitati per poi diramarsi attraverso una rete di distribuzione nazionale e portare il progetto in altre città fuori dal Lazio.
L’iniziativa è disponibile a partire dalla stagione 2015/16 e la natura plurale del progetto permette
agli operatori interessati di poter costruire una serata mista di spettacolo attingendo ai repertori
delle quattro compagini e scegliendo in base alle singole proposte il programma che maggiormente
si addice al proprio pubblico e territorio.
LA MODE
LA MODE
Prove generali di un delitto mai commesso
Debutto settembre 2016, TNN Taichung-Taiwan
Concept & direzione artistica Tomoko Mukaiyama
Coreografia Mauro Astolfi & Spellbound Contemporary Ballet, Dunja Jocic
Performers Tomoko Mukaiyama (piano)
Spellbound Contemporary Ballet, Sarah Murphy (dance)
Musica Yannis Kyriakides
Costumi Slavna Martinovic
Set design Toyo Ito & Associates, Architects + Yoko Ando
Disegno luci Tanja Ruehl
Direzione tecnica Yutaka Endo / LUFTZUG
Luci e suono LUFTZUG
Produzione Tomoko Mukaiyama Foundation
Coproduzione Spellbound Contemporary Ballet (IT), National Taichung Theater (TW)
Produttore associato Dance New Air (JP)
Partner Transart Festival (IT)
N.B. Il progetto “La Mode” , prodotto da TMF e una rosa di prestigiosi partner internazionali, nasce con lo scopo
di mettere in dialogo attraverso il tema dell’opera diverse culture e per questo verrà proposto dalla Fondazione
patrocinante come progetto europeo. Gli operatori italiani interessati a prendere parte al team in gara per il bando
europeo possono aderire se interessati a programmare la performance nell’arco di tutto il 2016.
La Mode è una performance-installazione incentrata sul potere, sesso, desiderio, l’auto-espressione e sui codici
sociali della moda. Attraverso quest’opera, l’autrice Tomoko compone il profilo della moda delineando ciò
che essa rappresenta per sé stessa e per noi. Nell’esplorazione e destrutturazione dei codici che regolano
il mondo della moda, l’installazione andrà alla ricerca dell’identità del presente commentando il consumismo,
il materialismo e il feticismo di questo specifico universo. In La Mode intervengono diverse forme d’arte, dalla
musica alla danza, dal video all’installazione luminosa alle immagini teatrali. L’opera parla di moda senza
mostrarla mai; la performance è ideata per una passerella, senza tuttavia farne uso.
La moda è una religione dell’età moderna, una forma di espressione umana e di bellezza affascinante e
del tutto legittima. Ma la moda è anche un mezzo di comunicazione pericoloso e vulnerabile, un mondo
egoista e culturalmente corretto con una percezione contorta della bellezza costruita su codici e concetti
prestabiliti. Nell’opera La Mode andiamo alla ricerca del linguaggio e della sociologia della moda, dei
rituali della passerella, dell’immagine dell’uomo e della donna e del fascino sessuale di modelle e modelli.
Nella performance vengono rappresentate tentazioni, fantasie e sogni, i comportamenti, i gesti e la modalità
di comunicazione della moda attraverso la scomposizione delle sue forme fino all’individuazione del codice
essenziale che regola questo mondo.
La Mode metterà in discussione la moda attraverso la comunicazione: come ci mostriamo agli altri,
come esprimiamo noi stessi e come percepiamo la nostra identità. Che cos’è per noi la moda? Possiamo
parlare di moda anche quando la si indossa a casa, da soli? Abbiamo bisogno di un occhio esterno
che ci distingua dagli altri o siamo diversi da noi stessi? La moda è una forma d’arte che esplora i
confini dell’immaginazione umana, o si tratta di un business che mira al guadagno in seguito a enormi
investimenti e che cerca di rispondere alle aspettative delle fashioniste? C’è qualcosa nelle collezioni
di couture che lega moda e feticismo oppure l’iconografia del feticismo sessuale è stata assimilata dalla
cultura popolare?
Tomoko Mukaiyama
La produzione di Tomoko Mukaiyama, pianista, performer e artista olandese-giapponese, si concentra su
progetti di arte contemporanea non convenzionali in cui la musica si fonde con altre forme d’arte, quali la
danza, le arti visive e la moda. Tomoko ha collaborato con numerosi artisti, coreografi, musicisti, designer e
fotografi.
L’artista ha sviluppato svariati progetti, tra cui produzioni di danza in collaborazione con il coreografo di
fama mondiale Jiři Kylian, con l’acclamato ensemble olandese Club Guy & Roni e con l’insignita coreografa
Nicole Beutler, installazioni più recenti, come ad esempio wasted (con 12.000 vestiti di seta) o Nocturne
(sulle conseguenze dello tsunami del 2011 in Giappone), concerti per pianoforte di nuova produzione ed
esperienze musicali riservate a un solo spettatore.
Tomoko mira a presentare i propri progetti artistici in forme comunicative e specifiche.
Invitata a suonare con prestigiose orchestre, tra cui il Royal Concertgebouw, il Tokyo Metropolitan e l’orchestra
di Seattle, e a partecipare ai principali festival in tutto il mondo, come ad esempio la Biennale di Sidney,
l’Aichi Triennale e l’Holland Festival, Tomoko si esibisce inoltre presso strutture minori, musei e location speciali.
La fondazione Tomoko Mukaiyama (TMF) funge da produttore dei progetti dell’artista ed è beneficiaria di
una sovvenzione (pluri)annuale assegnata dal governo olandese attraverso il Fondo per le performing art.
Tema
La Mode assume la forma di un’antologia in cinque parti con brevi interludi. Ciascuna parte costituisce un
progetto collaborativo sviluppato assieme a partecipanti provenienti da diverse discipline, background e
paesi (ad esempio, dal Giappone, dai Paesi Bassi, dall’Italia).
La performance assume il ritmo di una passerella: proprio come una sfilata, ciascuna parte di La Mode ha
12 minuti a disposizione per imporsi al pubblico in un ritmo sostenuto, con notevoli variazioni di contenuti e
atmosfere.
Il compositore olandese-cipriota Yannis Kyriakides (www.kyriakides.com) svilupperà per La Mode una nuova
composizione musicale elettronica e per pianoforte che eseguirà assieme a Tomoko.
Il concetto alla base della scelta musicale affronta la giustapposizione di un mondo sonoro intimo, quasi
ermetico (durante gli interludi) rispetto alla destrutturazione dei panorami musicali pop ed elettronici trasmessi
sulle passerelle di moda. La composizione si libra su un mondo sonoro inizialmente familiare ma che si rivela
essere diverso da ciò che appare: la gerarchia dei suoni e dei significati si confonde, il rapporto tra suoni
iconici e ciò che rappresentano per la società varia costantemente.
Tra i brani di danza elettronica che guidano e accompagnano le cinque parti principali dell’opera si
inseriscono gli intermezzi solista al piano di Tomoko, a rappresentare un mondo mentale interno, un dialogo
interiorizzato spinto da desiderio, feticismo e alienazione sociale. Durante l’esecuzione del brano i due mondi
iniziano a sovrapporsi e convergono in modalità insolite e inaspettate.
Ricerca
Durante la preparazione di La Mode, Tomoko intervisterà e organizzerà workshop con artisti, nomi importanti
del mondo della moda e filosofi. I dialoghi saranno documentati per divenire parte dell’opera. Grazie al
coinvolgimento di un team di architetti giapponesi “componiamo” il comportamento e la mobilitazione del
pubblico nello spazio della location che ospita la performance.
SPELLBOUND CONTEMPORARY BALLET
direttore artistico Mauro Astolfi
direttore generale Valentina Marini
direzione tecnica e degli allestimenti Marco Policastro
ufficio produzione e amministrazione Giorgio Andriani - Noemi Massari - Letizia Copotelli
assistente alle coreografie Alessandra Chirulli - Adriana De Santis
consulenza amministrativa Studio PMC
Associazione Culturale Spell Bound
sede fiscale c/o PMC
Via dei Prati Fiscali 215, 00141 Roma - Italia
sede operativa c/o Daf Dance Arts Faculty
Via di Pietralata 159/a, 00158 Roma
[email protected]
www.spellboundance.com
+39 06 4512223 - +39 392 4854911
L’Attività di Spellbound Contemporary Ballet è sostenuta dal
Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo
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