Stefano Isidoro Bianchi OUTSIDERS: difformi e deformi d’ogni epoca e sorte www.aracne-­‐rivista.it #1 2012 – Artisti fuori OUTSIDERS: difformi e deformi d’ogni music e segnalando una serie di dischi tra i più epoca e sorte folli e assurdi della storia del rock. Adesso abbiamo deciso di tornare sulla scena del delitto di Stefano I. Bianchi con una serie di articoli non più basati su semplici recensioni ma sui ritratti di alcuni dei musicisti già Questo testo ricalca l’introduzione pubblicata su presenti nel tour (oltre che, naturalmente, su Blow Up (#160, settembre 2011) alla serie di articoli altri): la filosofia di fondo che ci guiderà sarà dedicati all’outsider music che sono comparsi e simile ma non esattamente sovrapponibile, tuttora trovano regolarmente spazio nella sezione perché la follia e l’isteria non saranno le nostre “Outsiders” all’interno della rivista. Segue un uniche linee guida. Lo saranno invece la contributo inedito di Federico Savini su una difformità e la deformità rispetto ai canoni selezione di autori riconducibili al fenomeno. correnti, l’eccezionalità degli eventi prodotti, il mancato calcolo oppure il calcolo ossessivo e maniacale sul/per il suono, gli estremi risultanti L’idea, inutile dire, ci è venuta dopo la morte di e/o gli estremismi che li motivano, la naturalezza Larry ‘Wild Man’ Fischer, lo scorso 16 giugno. e istintività dell’ispirazione oppure la sua Avevamo già compiuto un “Magical Hysteric indulgenza e la sua intellettuale soavità. In breve, Tour” esattamente 10 anni fa (BU#40 e #41), tutto ciò che non rientra nella normalità così girando attorno alle marginalità dell’outsider come essa viene comunemente declinata e 1 Stefano Isidoro Bianchi OUTSIDERS: difformi e deformi d’ogni epoca e sorte www.aracne-­‐rivista.it #1 2012 – Artisti fuori accettata, sia essa relativa alla musica prodotta o Diremmo certamente che è un dropout o un che riguardi magari solo la vita personale del freak, per lo più ingenuo ma non sempre e non musicista che di volta in volta ci farà da cavia; ed del tutto inconsapevole, spesso naif ma è ovvio, ma va ricordato, che ‘usi e abusi’ di raramente stupido, forse folle ma non demente. qualunque tipo sono elementi che rientrano nella L’outsider non ha sempre la coscienza che il suo normalità del cosiddetto ‘rock’n’roll lifestyle’ e disegno musicale sia ‘outsider music’, spesso è quindi in questa sede non ci interesseranno. convinto che non lo sia e altrettanto Alcuni dei personaggi papabili – da Daniel frequentemente ha ragione. Johnston a Moondog, da Harry Partch a Joe È però, e soprattutto, un visionario autentico Meek – li abbiamo già trattati nel passato e su di dalla cui visione altri – talvolta molti altri – hanno essi quindi non torneremo di nuovo. Attingeremo attinto idee ed esempio; ed ha, anche per questo, da ogni epoca/stile musicale e da ogni sorta di inciso in profondità nel corpo della storia del difformità/deformità; il giornalista Irwin Chusid rock/avant: persino più di nomi blasonati e nel suo “Songs In The Key Of Z” (il libro e i due altisonanti. Perché qualunque outsider è dischi) ne incluse molti ma, inevitabilmente, non destinato, nel tempo e suo malgrado, a tutti e non sempre seguendo le traiettorie che trasformarsi in insider. Toglietele tutto, alla storia seguiremo noi. Anche perché dovremmo – del rock, ma non toglietele l’outsider: ne dovremo – metterci d’accordo sul concetto morirebbe, ne morirà, in tre secondi netti. stesso di ‘outsider music’ e su cos’è un outsider. 2 Stefano Isidoro Bianchi OUTSIDERS: difformi e deformi d’ogni epoca e sorte www.aracne-­‐rivista.it #1 2012 – Artisti fuori Guida ragionata all’outsider music necessario per raggiungerne anche solo qualche di Federico Savini raggio di luce riflessa. In altri casi la radice della lontananza dai sentieri più battuti può annidarsi Difficile sintetizzare in poche parole quali siano le nel semplice dato biografico, in un evidente peculiarità che fanno di un musicista un outsider. svantaggio di partenza o nell'incapacità del E dato che l'etichetta viene applicata anche in pubblico di cogliere scintille di genio in esibizioni altri ambiti (non solo artistici) probabilmente la che vengono sistematicamente fraintese e prese cosa migliore per definire la quintessenza per innocui freak-­‐show da intrattenimento greve. dell'outsider music è partire dalla natura stessa L'outsider può però essere anche terrorizzato dal del mercato musicale con le sue ricadute sui pubblico, ma di solito in questi casi la paura nasce musicisti, che normalmente sono orientati dal desiderio represso di un confronto. Si può all'esibizionismo, alla spettacolarità e alla ricerca parlare di outsiders anche a proposito di quelle della notorietà. L'outsider di per sé è figure (di solito talentuose e poco comprese) che fondamentalmente un "diverso", eppure buona hanno cercato di scendere malamente a parte dei personaggi di cui diremo hanno un compromessi rapporto tormentato con il successo, del quale di partorendo solito vanno in cerca pur non avendo (nella immancabilmente rigettati dal mercato. maggioranza dei casi) i mezzi e il talento Tra le caratteristiche tipiche dei musicisti outsider con risultati l'industria musicale, inclassificabili e ci sono l'incapacità tecnica, la devianza dalla 3 Stefano Isidoro Bianchi OUTSIDERS: difformi e deformi d’ogni epoca e sorte www.aracne-­‐rivista.it #1 2012 – Artisti fuori norma, l'estraneità dai circuiti e rimanere in piedi in un mondo aggressivo e l'inconsapevolezza, ma non si tratta né di omologante. E che per la maggior parte del esclusive né di condicio sine qua non. Il punto è tempo ci fa vivere come parassiti dei nostri che l'outsider per essere tale deve avere un desideri. problema di fondo, qualcosa che gli impedisca la sintonia con il resto del mondo e gli permetta di Nell’attuale scenario musicale, è del tutto fare cose che "voi umani non potreste probabile immaginare". E per fermentare gli occorre anche circolazione sia il cantautore americano DANIEL una cultura giovane che abbia bisogno di creare JOHNSTON, idolatrato ormai da anni da una dei miti propri, fosse anche solo per riderne. Non corposa frangia dei seguaci della musica stupirà quindi scoprire che la outsider music è un indipendente internazionale. Grasso, impacciato, fenomeno tipicamente statunitense. affetto da problemi mentali non proprio banali, Ripercorrere la storia di alcune di queste figure, stonato e disadattato, eppure capace di scrivere non necessariamente le maggiori ma comunque canzoni bellissime, Daniel Johnston è il perfetto indicative delle varie sfaccettature di un universo esempio (in positivo) dell’outsider che “ce la fa” che per sua natura nasce ai margini, equivale a nonostante gli ostacoli imposti dalla natura e il intraprendere un viaggio alla ricerca della parte mondo che lo relega per tutta l’infanzia e sbagliata e nascosta di noi stessi, quella che ci l’adolescenza nel ruolo del reietto assoluto. Figlio vergogniamo di esibire, quella che ci occorre per di una coppia religiosissima, innamorato dei 4 che l’outsider più famoso in Stefano Isidoro Bianchi OUTSIDERS: difformi e deformi d’ogni epoca e sorte www.aracne-­‐rivista.it #1 2012 – Artisti fuori Beatles e dei fumetti (che realizza anche in registrazioni proprio, usandoli per gli artwork dei suoi album), casalinghe e incise su un registratore da pochi Daniel Johnston è molto più che un perdente dollari da una persona disturbata e soggetta a quando molla la scuola d’arte e si mette a forti crisi, che però rivelano un’anima candida e vendere pop corn in un Luna Park. Siamo nei gentile. Daniel canta con una voce a dir poco primi anni ’80, Daniel ha vent’anni e la sua storia fragile e impastata, capitombolando malamente pare uscita da un pessimo telefilm americano. fra note e armonie sopra a scricchiolanti balletti Immancabilmente perde la testa per una ragazza, di piano jazz-­‐vaudeville, o tutt’al più con l’incerta Laurie, che puntualmente elude le sue attenzioni bava di un organo giocattolo a fare da sfondo alle nonostante Daniel incida proprio per lei alcune sue confessioni sincere e disperate. Ed è la nudità cassette ricolme di canzoni commoventi e disarmata quello che sconvolge in questi dischi, romantiche, che oltre all’amore per Laurie impietosamente fallimentari e rozzi sul piano raccontano del suo pantheon privato fatto di eroi tecnico quanto pregni di un sentimento a fumetti, mostri caricaturali, miti musicali e dilagante. Daniel si racconta veramente senza richiami alla Bibbia. Dato che Laurie non è filtri, dal basso di una condizione che qualcuno interessata, cassette definirebbe subumana (la situazione è quindi indistintamente ad amici e passanti, finché dopo diversa rispetto a quella del Syd Barrett troppo qualche anno la sua musica non arriva a orecchie lontano dal mondo per poter proseguire l’attività particolarmente sensibili e aperte. Parliamo di con i Pink Floyd). Ma dicevamo che qualcuno si Daniel regala le 5 scadentissime, nel senso di Stefano Isidoro Bianchi OUTSIDERS: difformi e deformi d’ogni epoca e sorte www.aracne-­‐rivista.it #1 2012 – Artisti fuori accorge di lui, e infatti sul principio degli anni ’90 orchestrazioni di Mark Linkous/Sparklehorse. il produttore Mark Kramer (ultimo ambasciatore La storia di Daniel Johnston, che tuttora porta della stagione freak di stanza a New York) e i avanti la sua carriera disegnando anche fumetti, texani Butthole Surfers lo portano in tour e ne ha un happy end che però non è tipico delle producono nuovi album, che suonano solo (meno lineari) vicissitudini che di solito leggermente più professionali nel tentativo di contraddistinguono gli outsiders. Ad esempio un gestire alla meno peggio le esondazioni profilo piuttosto simile a quello di Daniel può confessionali a briglia sciolta di Daniel. La sua vantarlo MARK TUCKER, che però a tutt’oggi è un figura, romantica e condannata ma sempre emerito sconosciuto. Di qualche anno più vecchio indomita, e soprattutto la sua scrittura musicale, di Johnston, Mark Tucker riuscì a resistere ai amata e invidiata al punto di mettere insieme un capricci della sua mente per qualche anno in più, disco-­‐tributo a cui partecipano quasi tutti gli arrivando persino a studiare pianoforte. La esponenti più in vista del cantautorato indie leggenda narra di un acetato (del tutto americano degli ultimi decenni, sono gli elementi irreperibile) registrato alla fine degli anni ’60 che decretano il successo di Johnston a livello grazie a 100 dollari rubati al padre, ma il suo vero planetario, consacrato con un documentario su di esordio sarà di qualche anno più tardi con l’lp lui e l’album “Fear Yourself” del 2003, riuscito “Batstew”. Si tratta di un lavoro che dire esperimento con la voce chioccia e tremolante di anomalo è dire poco. L’album alterna abbozzi di Daniel che si leva al di sopra delle sontuose canzoni naif e gentili, quasi in forma di jingle, a 6 Stefano Isidoro Bianchi OUTSIDERS: difformi e deformi d’ogni epoca e sorte www.aracne-­‐rivista.it #1 2012 – Artisti fuori sessioni di musica concreta registrata soprattutto effetti il signor T. Storm Hunter e inventandosi sulla sua auto (“The Bat”) con la quale Mark ama una carriera radiofonica che pare non sia mai parlare lanciandosi in deliri sconclusionati, uscita dalla stanzetta nella quale il nostro inframmezzati appunto da momenti molto più realizzava (e forse realizza tuttora) i suoi musicali, realizzati con un equipaggiamento programmi radiofonici con jingle scritti su misura. povero ma assolutamente incisivi. Il disco fu Detto, quindi, che a cavallo degli anni ’60 e ’70 la stampato due volte, in duecento copie totali, e modalità produttiva nella quale è più frequente pare ne esista una versione personalizzata con incontrare musicisti outsider sarà quella del dedica alla sua musa Eva Bataszew. Seguono un private press (di cui diremo poi), senza contare paio di collassi mentali, con annessi ricoveri, e un qualche anima persa bruciata dal fuoco del nuovo album nell’83. Il disco si chiama “In The rock’n’roll (si pensi al citato Syd Barrett, ma Sack” ed è bellissimo, un trionfo di soavi melodie anche a Skip Spence, Peter Green e Roky Ericson, e lievi ricamature pianistiche con qualche quest’ultimo capace anche di incidere lo esperimento di canzone con i suoni in reverse e struggente “Never Say Goodbye” all’interno di bizzarrie casalinghe che comunque non spezzano un ospedale psichiatrico), vale la pena di tornare l’equilibrio delicato di un album unico e prezioso, sugli outsiders che hanno avuto un largo che punta molto in alto incurante dei limiti pubblico. produttivi alla base dell’operazione. In seguito A Daniel Johnson è toccata un’emersione Tucker cambierà nome, diventando a tutti gli graduale, per di più dovuta all’interesse crescente 7 Stefano Isidoro Bianchi OUTSIDERS: difformi e deformi d’ogni epoca e sorte www.aracne-­‐rivista.it #1 2012 – Artisti fuori dei musicisti e a un pubblico empatico come altezze formidabili. La scelta dell’ukulele (una quello più piccola chitarra hawaiana a quattro corde) fece il emblematico il caso di TINY TIM, uno che il resto, trasformando Tiny Tim prima in una successo ce l’ha avuto praticamente da subito, bizzarria e poi in una vera e propria novelty. ma che poi con lo stesso successo ha avuto un Durante gli anni ’60 ebbe contatti con musicisti rapporto quanto meno controverso. Di certo il importanti (ad esempio Sonny & Cher e Robbie pubblico gli ha portato fama e, per un certo Robertson) e comparì anche in un film periodo, anche soldi, e infatti parliamo di uno che underground di Jack Smith, ma la popolarità vera sul finire degli anni ’60 compariva regolarmente gliela diede la tv, e in breve tempo Tim divenne nelle tv americane e piazzò pure i suoi dischi in una delle principali attrazioni del Rowan and classifica. Eppure come artista, nel suo intimo Martin’s Laugh-­‐In, un programma comico, in Tiny Tim era un frustrato. Al secolo Herbert pratica. Il problema sarà chiaro: Tim aveva doti Buckingham Khaury, cresciuto anch’egli in una musicali notevoli e un’ispirazione assai personale famiglia molto religiosa da madre polacca e padre e fuori dal tempo (comunque la si giudichi), solo libanese, si fece notare precocemente non solo che il pubblico non lo ha mai preso troppo sul per il suo bizzarro aspetto e il modo di vestire serio. Il suo primo album vanta, in realtà, fuori tempo massimo, riecheggiato da scelte arrangiamenti curatissimi, segno che nel mondo musicali dell’epoca del vaudeville, ma per il suo musicale qualcuno si era accorto del suo talento e prodigioso falsetto, capace di raggiungere non l’aveva preso sotto gamba, solo che – come dell’indie-­‐rock, ma è molto 8 Stefano Isidoro Bianchi OUTSIDERS: difformi e deformi d’ogni epoca e sorte www.aracne-­‐rivista.it #1 2012 – Artisti fuori sempre accade con le star usa e getta della accorgersi della derisione generale. E dato che televisione – puntualmente nessun altro disco di incidere un disco, per la gran parte del XX secolo Tim riuscì ad ottenere risultati soddisfacenti a è stata una spesa non proprio accessibile a tutti, livello di vendite. Il pubblico era altrove, aveva non deve stupire che il primo outsider della bisogno di un nuovo freak da adorare e poi buttar discografia sia stato un’esponente dell’alta via. Dal punto di vista personale, il suo rapporto società. Una donna, FLORENCE FOSTER JENKINS, coi genitori era ai limiti del morboso e la sua la diva dell’outsider-­‐music. Cresciuta in una riluttanza nei confronti del sesso guastò tutti i famiglia bene della Pennsylvania, la piccola suoi matrimoni, con esiti immaginabili sulla vita Florence (siamo verso la fine del XIX secolo) si personale. Nel corso degli anni ’80 diverse band mette in testa di diventare una cantante. La sua della scena alternativa lo coinvolsero e ambizione è malriposta al punto che il padre, che omaggiarono (ad esempio Current 93 e Nurse certo non aveva problemi economici, rifiuta di With Wound) e così Tim ricominciò ad esibirsi, ma sovvenzionarne le lezioni di canto. Con la morte la morte lo colse praticamente sul palco, con due del genitore e la conseguente eredità però attacchi cardiaci nel 1996. Florence può finalmente perseguire il suo sogno, Non tutti gli outsiders sono per forza persone noleggiare complesse anzi accondiscendenti (giudicate voi quanto ipocriti) e l’inconsapevolezza è uno dei tratti salienti della fondare il Verdi Club, animando i pomeriggi noiosi categoria. Anche nel senso dell’incapacità di delle signore bene del nord est americano. Nel e tormentate, e 9 maestri e accompagnatori Stefano Isidoro Bianchi OUTSIDERS: difformi e deformi d’ogni epoca e sorte www.aracne-­‐rivista.it #1 2012 – Artisti fuori suo piccolo Florence ha successo, il pubblico la delle loro esecuzioni. La musica incisa dai due su segue (nei piccoli club in cui sceglie di esibirsi in etichetta Melotone (la stessa che incise anche gli esclusiva) al solo scopo di deriderla ma lei non ne acuti di Tryphosa Bates-­‐Batcheller, un’altra se cruccia, presentandosi in scena con costumi nobildonna dalle corde vocali pericolose) è una eccessivi e ridicoli a ostentare il fatto che, dato poco raccontabile odissea di stecche e inciampi che poteva permettersi di cantare lo faceva, alla ritmici, con il pianista che cerca malamente di faccia di quelli che non ne riconoscevano il recuperare gli errori continui di Florence andando talento. Per capire quanto la Foster fosse inetta – di fatto – a creare nuove composizioni, basta dire che il suo primo pianista fu licenziato sbilenche e dissonanti. Dopo anni di performance perché durante l’acuto del Flauto Magico di private, Florence accettò di esibirsi alla Carnagie Mozart – non so se avete presente, Florence Hall nel 1944. Naturalmente pubblico e critici si affrontava senza timori anche il repertorio più accanirono su di lei con fischi e risate di ostico – scoppiò in una risata difficile da un’intensità raramente registrata. La cantante, equivocare. Dalla padella alla brace, il nuovo ormai 76enne, morì un mese dopo, e non è mai accompagnatore è tal Cosmé McMoon, che tanto stato chiarito se l’esito disastroso del concerto per dare l’idea era un omosessuale ben noto che avesse fatto ancora una volta rigonfiare il suo pur di raschiare il barile fino in fondo dopo la ego o se, al contrario, avesse instillato in lei il morte di Florence sostenne di essere il suo germe di un dubbio capace di uccidere. amante per accaparrarsi i (risibili) diritti d’autore E dato che siamo in tema di novelty, esistono casi 10 Stefano Isidoro Bianchi OUTSIDERS: difformi e deformi d’ogni epoca e sorte www.aracne-­‐rivista.it #1 2012 – Artisti fuori di difficile classificazione, che si pongono Beh, con lui le parole servono a poco, comunque precisamente tra lo scherzo costruito a tavolino e date il genio imprendibile. Uno di questi casi è “Slrdluhluhluhluh Shru-­‐duh-­‐da Buh, Luhluhluh Duh senz’altro quello di SHOOBY TAYLOR, il “corno Luh Sora, Duhluhluh Pruh Su-­‐du-­‐ruh, poppy, poppy, umano”. Cresciuto ad Harlem nella venerazione poppy, poppy, poppy, poppy, poppy, poppy”. del cantante jazz Babs Gonzales, Taylor cominciò Ecco, i pezzi di Shooby Taylor, che cantava su basi a cimentarsi “seriamente” con lo scat singing altrui (anche dischi di Johnny Cash) o appena terminata la leva. La notte penetrava accompagnandosi con un organo elettrico furtivamente nei jazz club in cerca di collaboratori altrettanto squinternato, suonano più o meno e ascoltatori con il risultato di farsi quasi sempre tutti così, un impetuoso fiume di glossolalia e cacciare via. Per una ventina d’anni lavorò per le macerazione della lingua. Incontenibile e poste di New York, da cui si congedò per via di un giubilante, la musica di Shooby Taylor è un grave problema di salute. Così la sua “carriera” antidoto alla depressione come se ne sentono musicale prese il sopravvento. Shooby registrò 14 pochi. A fine anni ’80 un fonico dell’Angel Sound brani all’Angel Sound studio di New York e riuscì fa avere un nastro di Shooby all’emittente radio a comparire in tv in una sorta di Corrida, dove Wfmu (Dio l’abbia in gloria) e da lì nasce un culto non gli venne nemmeno fatta terminare underground spasmodico per lo scat-­‐singer, che l’esibizione. E quindi, cosa diavolo “cantava” compare in entrambe le compilation “Songs in Shooby Taylor? the K of Z” di Irwin Chusid, diventando quasi un 11 un assaggio a queste “liriche”: Stefano Isidoro Bianchi OUTSIDERS: difformi e deformi d’ogni epoca e sorte www.aracne-­‐rivista.it #1 2012 – Artisti fuori feticcio per gli appassionati delle musiche effetti, è fragorosamente verosimile. Oltre che “diverse”. Dopo lunghe ricerche i dj della radio allucinante. Anche qui la tv non si lascia scappare scovano e il “mostro” e seguono le prevedibili comparsate impossibilitato a cantare, interverrà in diretta su al Rowan and Martin’s Laugh-­‐In e programmi Wfmu. Shooby Taylor è morto nel 2003 e ancora simili. C’è da dire che Odam appare fin da allora non è stato pubblicato un suo cd ufficiale, ma i quantomeno connivente con un sistema che l’ha “brani del mito” hanno circolato copiosamente in dipinto rete e sono ascoltabili sul suo sito ufficiale. permettendogli però di sbarcare in qualche modo Un caso relativamente simile, ma che riuscì a il lunario con il suo zotico country-­‐rock, trovare un pubblico e qualche fan eccellente fin parossistico e primitivista. Infatti l’uomo ha dall’inizio, è quello del texano Norman Carl pubblicato diversi dischi da allora, sempre Odam, meglio noto come THE LEGENDARY devianti e guasconi ma non più baciati da quella STARDUST COWBOY. La sua leggenda è legata follia ultraterrena che partorì Paralyzed. Tra i suoi all’incredibile singolo del 1968 “Paralyzed”, un fan della prima ora, si conta peraltro anche un trionfo di schiamazzi redneck, batteria pestata a certo David Bowie… caso, chitarre rintronate e persino un’inenarrabile Fu invece un outsider nel senso più brutale e trombetta che sbuca dal nulla senza un perché. assoluto Lawrence Wayne Fisher, presto L’idea era quella di imitare una persona che divenuto WILD MAN FISHER. Affetto da serie avesse subito una paralisi facciale e il risultato, in turbe mentali fin dall’infanzia, tanto che arrivò Taylor che, ormai malato 12 da subito come una novelty, Stefano Isidoro Bianchi OUTSIDERS: difformi e deformi d’ogni epoca e sorte www.aracne-­‐rivista.it #1 2012 – Artisti fuori quasi ad accoltellare la madre (episodio tempi sbagliati, dalle sincopi vocali e dai versi e richiamato a più riprese nella sua carriera, a grugniti che Larry emetteva durante le sue sottolineare l’incoscienza del nostro nonché la febbricitanti performance, che lo spedivano in un mancanza di buon gusto dei suoi “produttori”), a manesco stato di trance. Il rapporto con Zappa si Larry fu praticato l’elettroshock diverse volte, ma guasta quando Larry, arrabbiato con l’uomo di nessuna di quelle sessioni riuscì a farlo smettere Cucamonga, gli getta addosso una brocca di cantare all’impazzata di continuo. Così si d’acqua che per un soffio non colpisce la figlia esibiva in strada, sul Sunset Strip di Hollywood, e piccola di Frank (e anche per questo il disco non è tra i primi a notarne l’incredibile e ingestibile mai stato ristampato). Negli anni ’70 ci verve spettacolare furono nientemeno che penseranno gli uomini della benemerita Rhino Solomon Burke (in uno show televisivo) e Phil records a ripescare Larry dall’oblio facendogli Spector (che in effetti fu preso alla sprovvista da incidere (non senza difficoltà) una manciata di questo giovane scapestrato che cercò di farsi altri dischi. Wild Man Fisher è scomparso nel 2011, produrre da lui, immaginate com’è andata…). Ma portando via dalla nazione senza legge né i dischi arrivarono davvero, a cominciare dal regnanti degli outsiders una bandiera. Il suo caso mitico “An Evening with Wild Man Fisher” che è infatti peculiare perché Larry non era un uomo non avrebbe potuto essere prodotto da altri se di genio e nei suoi dischi e nelle sue esibizioni non Frank Zappa. Ovviamente l’album è una portava solo sé stesso, ostentando i suoi sequela di motivetti vaudeville devastati dai problemi e il suo privatissimo mondo, che non era 13 Stefano Isidoro Bianchi OUTSIDERS: difformi e deformi d’ogni epoca e sorte www.aracne-­‐rivista.it #1 2012 – Artisti fuori quello di una sensibilità fragile e fuori dal comune di buono, e impose alle tre anche un look né tantomeno lo scherzo di qualche goliardo discretamente ridicolo e delle tematiche puerili malato di stranezze. Era puro distillato di una da affrontare nelle canzoni (dall’amore per i persona sofferente, oltre che brutta, sporca e genitori alle feste di paese, fino al primo (qualche volta) cattiva. appuntamento). Il risultato però non è il solito A proposito di Frank Zappa, è proprio grazie alla disco inutile di una band inetta e improbabile. sua (involontaria?) pubblicità che si è diffuso già “Philosophy of the World” (1969) è molto di più, dagli anni ’70 il culto delle SHAGGS. Le “pelose” è un mostro di ingenuità assoluta mista a martirio (nome derivato dall’opinabile taglio di capelli imposto con le migliori intenzioni mista a delle tre sventurate) erano tre ragazze del New un’esecuzione strumentale talmente fuori asse Hampshire, le più grandi dei sei figli dei da religiosissimi, ma non altrettanto abbienti, intenderci, fra un pezzo di rara scoordinazione coniugi Anne e Austin Wiggin. Quest’ultimo, sul come My Pal Foot Foot e le deraglianti finire degli anni ’60 venne folgorato dal decostruzioni di Captain Beefheart c’è davvero rock’n’roll e dalle sue potenzialità commerciali. poca differenza, fatti salvi l’immaginario di Così decise che le povere Dorothy, Betty e Helen riferimento e gli obiettivi, che non potrebbero avrebbero dovuto formare una band. Messi in essere più lontani. Tutto quanto nelle loro mano gli strumenti alle tre incolpevoli sorelle, canzoni Austin dava per scontato che ne uscisse qualcosa imprendibile, la tenuta ritmica è inesistente, 14 sembrare si musica muove d’avanguardia. secondo una Per logica Stefano Isidoro Bianchi OUTSIDERS: difformi e deformi d’ogni epoca e sorte www.aracne-­‐rivista.it #1 2012 – Artisti fuori sempre sull’orlo di crollare con gli strumenti che Nel corso degli anni ’70, con l’abbassamento si spintonano l’un l’altro mentre la voce bisbiglia (ancora relativo) dei costi di produzione del vinile insicura delle nenie puerili e sgraziate, ma quello e quindi per effetto dell’accesso facilitato che impressiona è l’ostinazione nel continuare a all’incisione, non deve stupire che gli outsiders suonare. Le Shaggs avanzano laddove anche il più significativi facciano capo al mondo vasto e più incapace e velleitario dei musicisti si ancora largamente inesplorato dei private press, fermerebbe. Sono costrette e quindi proseguono dischi casalinghi prodotti a basso prezzo e diffusi nonostante il fallimento, andando a inventare – solo a livello locale, quasi sempre destinati letteralmente – un suono nuovo, che qualcuno ha all’oblio precoce o alla riscoperta postuma. anche tentano di imitare (esiste un valido album Questo fa sì che gli outsiders rimangano nascosti tributo al loro “genio”). Le Shaggs diventarono al grande pubblico, come nella loro natura piccole attrazioni locali, pubblicarono un secondo primigenia (e l’emersione di un Daniel Johnston album, va intesa proprio come eccezione che conferma furono riscoperte e ristampate dall’etichetta Rounder e quando Austin lasciò la regola). questo mondo mollarono gli strumenti. Con un Tra i vari drop-­‐out che nel corso di quella decade sospiro, probabilmente, ma ci hanno regalato il hanno messo piede nel mercato musicale sogno miracolato, ricordiamo due casi alquanto bizzarri, presi a abbastanza da trovare un posto nella storia del titolo di esempio. Il primo è quello del camionista rock. Magari anche in quella “vera”. del New Jersey KENNETH HIGHNEY, che nel 1976 impossibile dell’errore 15 Stefano Isidoro Bianchi OUTSIDERS: difformi e deformi d’ogni epoca e sorte www.aracne-­‐rivista.it #1 2012 – Artisti fuori incide “Attic Demonstration” senza praticamente sentimentale rivolto a una donna troppo alcun rudimento musicale e con un paio di amici sofisticata. non proprio superlativi come accompagnatori. Anche più delirante fu “Fantastic Greatest Hits”, Che il disco sia diventato un piccolo cult è che fin dal nome denuncia l’irrisolvibile particolarmente insolito, dato che l’album non dissociazione dalla realtà di CHARLIE TWEDDLE. era nemmeno inteso per pubblicazione, ma La sua bizzarria diventa subito delirio profondo avrebbe dovuto essere una specie di demo da non appena si fa caso alla copertina di questo sottoporre a cantanti più noti, perché incidessero album datato 1974, sulla quale il baffuto cowboy in modo professionale le canzoni di Highney. Vi californiano Tweddle viene ritratto con un immaginate da voi quante ne abbia vendute. E copricapo mediorientale mentre sullo sfondo si comunque “Attic Demonstration” è un caposaldo innalzano alcuni ziggurat alieni. Ribattezzatosi della "real music for real people" e presenta un Eilrahc Elddewt (in seguito a un’indigestione, cantautorato country-­‐rock stonatissimo, sempre probabilmente), Charlie si definisce “più grande vittima della stessa desolante cadenza, con di Dio” e incide sul disco una musica Highney che armeggia una chitarra ciondolante “completamente nuova”. E in un certo senso lo è senza azzeccare mai un accordo, fra aborti hard-­‐ davvero: si tratta infatti di ballate country rock e zoppicanti tentativi funk, e con un brano dell’imbrunire, solo un po’ avvinazzate e seriamente epocale come Can't Love Woman Like nemmeno brutte, che vengono continuamente That, interrotte e ingurgitate da mareggiate di suoni accorato ma orgoglioso lamento 16 Stefano Isidoro Bianchi OUTSIDERS: difformi e deformi d’ogni epoca e sorte www.aracne-­‐rivista.it #1 2012 – Artisti fuori concreti, secondo la lezione di Pierre Shaffear, per sé da venire allontanato dal music business Luc Ferrari e Bernard Parmegiani. Insomma frinire vero e proprio (tra le varie stranezze una certa di grilli, acqua che scorre e versi d’animali ossessione per il post-­‐mortem…) Meek all’alba ovunque, in una terra di nessuno interrotta qua e degli anni ’60 era un fonico e produttore dalle là da stornelli bovari. Un punto di contatto mai idee veramente molto avanti, tanto da poter più raggiunto fra vibrazioni hippie, immaginario essere definito un anti-­‐Phil Spector. Il suo utilizzo bifolco e avanguardie musicali. dei Prima di chiudere con quello che è forse il più registrazione era massiccio e indiscriminato e singolare, e a suo modo “vincente” caso di anche se era stonato come una campana (lo outsider partorito dai private press per dimostrano le “Songs in the K of Z”) Meek non raggiungere una fama mondiale, vale la pena fare solo produsse molti artisti, piazzando pure un salto indietro per raccontare di alcuni qualche hit, ma si volle esprimere come musicista outsiders che sono partiti direttamente dal in prima persona, ad esempio realizzando nel mondo del music business, lasciando comunque 1960 il pionieristico e folle concept-­‐album “I Hear le proprie rotelle deliziosamente fuori posto. a New World”. Suonato insieme ai Blue Men di Il primo è più famoso è certamente il produttore Rod Freeman, il disco racconta una visionaria britannico JOE MEEK, sul quale pare sia in avventura sonora naif in cui tre razze di alieni si lavorazione un film. E il suo genio lo merita combattono a suon di loop, echi esagerati e senz’altro. Personaggio abbastanza bizzarro di chincaglierie retroanalogiche. La canzone che 17 rudimentali effetti dello studio di Stefano Isidoro Bianchi OUTSIDERS: difformi e deformi d’ogni epoca e sorte www.aracne-­‐rivista.it #1 2012 – Artisti fuori consegna Joe Meek alla storia della popular produttive di un talento sicuramente bizzarro ma music tutta è però Telstar, epico e futuribile inno realmente anticipatorio e fuori dal comune. all’omonimo satellite che nel 1961 realizzarono i Più strana ancora la vicenda di RODD KEITH, Tornados, bandiera della cosiddetta space-­‐age pseudonimo dietro al quale si nascose durante gli music e canzone che detiene anche l’invidiabile anni ’60 e i primi ’70 il musicista e compositore primato di essere stato l’unico pezzo strumentale americano Rodney Eskelin (padre di Ellery, oggi mai finito in cima alle classifiche di vendita apprezzatissimo sassofonista free). Il suo americane e inglesi. La spregiudicatezza con la distacco della realtà emerse preso, già nei primi quale Meek però “coloriva” le canzoni dei suoi anni ’60, e le sue idee molto anticonvenzionali protetti, non sempre andò di pari passo con il sull’armonia gli valsero diversi licenziamenti come successo che, anzi, calò fatalmente con il mutare organista in chiesa. Così Rodd approdò sulla delle mode (l’immaginario musicale di Meek è costa ovest e divenne un compositore di song sempre rimasto in un limbo fra gli anni ’50 e i poems, il migliore. Di cosa si trattava? Di un primissimi ’60). Così, in condizioni economiche meccanismo antico quanto il mercato musicale, sempre più precarie, nel 1967, nel giorno in estrema sintesi le song poems sono canzoni dell’ottavo anniversario della morte di Buddy composte su commissione a partire da testi Holly (che lo ossessionava), Joe Meek sparò alla forniti da casalinghe disperate o calzolai con il sua padrona di casa Violet Shenton e poi si tolse vezzo poetico, insomma, roba che partiva dalle la vita, ponendo fine anche alle peripezie inserzioni sui tabloid promettendo hit di successo 18 Stefano Isidoro Bianchi OUTSIDERS: difformi e deformi d’ogni epoca e sorte www.aracne-­‐rivista.it #1 2012 – Artisti fuori a chiunque inviasse testi. Poi al malcapitato infatti le tre raccolte di song poems realizzare da autore dei testi venivano chieste alcune centinaia Rod Keith e immesse sul mercato nell’ultimo di dollari per avviare la trafila industriale che quindicennio dopo l’inevitabile interessamento di avrebbe portato al disco. Disco che, ovviamente, Wfmu radio e di John Zorn valgono un viaggio non veniva mai realizzato per davvero, in modo deviante nel subconscio musicale americano professionale, ma gli acetati (i demo, in pratica) dell’epoca. Tra le altre cose è stato pubblicato della canzone dovevano per contratto arrivare anche l’esperimento “Ecstasy to Frenzy”, agli autori del testo. Quindi le canzoni, che pure orgoglioso e inenarrabile colpo di coda avant-­‐ non sarebbero mai state messe in commercio, garde di un autore che doveva dimostrare a se andavano comunque realizzate, cercando di stesso di valere più delle canzoni su commissione spenderci il meno possibile. Occorrevano perciò che componeva per vivere. Un musicista che musicisti eclettici, creativi e capaci di risparmiare purtroppo si tolse la vita, in circostanze poco sullo studio realizzando anche dieci canzoni in chiare, gettandosi da un ponte della Hollywood un’ora. E Rodd Keith faceva precisamente Freeway nel 1974. questo, prostituendo il suo enorme talento alla Arriviamo così all’ultimo caso emblematico di mercè di testi di quart’ordine (dall’imbarazzante questa trattazione, ovvero l’odissea eremitica di all’inquietante) e delle mode musicali del JANDEK. Il suo vero nome, ormai si sa, è Sterling momento. Però un simile compito gli permetteva Smith, classe 1945 residente a Houston. Ma sono di prendersi parecchie libertà in senso musicale, e tutte cose di cui abbiamo avuto conferme 19 Stefano Isidoro Bianchi OUTSIDERS: difformi e deformi d’ogni epoca e sorte www.aracne-­‐rivista.it #1 2012 – Artisti fuori recenti, perché Jandek in realtà ha esordito amatorialissimo, anche quando compaiono altri pubblicando l’album “Ready for the House” (a musicisti di cui naturalmente non si sa nulla. nome the Units) nel 1978, poi dopo una pausa di Sebbene negli ultimi anni si sia messo a suonare tre anni ne ha prodotti uno o due ogni anno, dal vivo (con fior di collaboratori tra l’altro, quindi sempre su marchio Corwood, sempre con non proprio un misantropo inconsapevole), grafiche vecchie, sudicie e inquietanti, sempre Jandek ha giocato meglio di chiunque altro con la senza note di copertina, e per la prima volta – suggestione che l’idea dell’outsider isolato può quando ormai aveva sulle spalle quaranta album generare se si insiste per anni su un immaginario fatti di scordature e lamenti lo-­‐fi -­‐ ha suonato dal povero ma potentissimo, in cui quello che non si vivo nel 2004, manco a dirlo non annunciato. sa conta più di quello che si sa. Ed è questa Insomma, per quasi trent’anni Jandek è stato il un’altra caratteristica chiave dell’outsider music fantasma della nazione indie americana, un tutta, la persistenza del senso del mistero e leggenda metropolitana propinata dalle college dell’imprevisto in un mondo in cui ormai è tutto radio e dalle riviste di musica underground, un talmente accessibile da venire subito a noia. cantautore recluso e forse pericoloso, rinchiuso in una dimora buia e oscura, centro di un universo Stefano Isidoro Bianchi è giornalista, scrittore e critico musicale. È il fondatore e direttore della rivista mensile Blow Up. Tra il 1996 e il 1997 ha collaborato con le riviste Dynamo e Il Mucchio Selvaggio. Tra le pubblicazioni: Post Rock e oltre: introduzione alle musiche del nuovo immutabile. La sua musica è la più desolata forma di cantautorato che possa venirvi in mente, in cui tutto è fuori tono e fuori fuoco, approssimativo e 20 Stefano Isidoro Bianchi OUTSIDERS: difformi e deformi d’ogni epoca e sorte www.aracne-­‐rivista.it #1 2012 – Artisti fuori millennio (con Eddy Cilìa, Giunti, 1999) e Prewar Folk: The Old, Weird America: 1900-­‐1940 (Tuttle Edizioni, 2007). Ha curato inoltre i volumi Rock e altre contaminazioni (Tuttle Edizioni, 2003) e The Desert Island Records (Tuttle Edizioni, 2009). Federico Savini è giornalista e critico musicale. È redattore del settimanale settesere e collabora con il mensile Blow up. Tra i fondatori del podcast Radio NK, attivo dal 2004. 21