Corriere del Ticino 29 Martedì 10 giugno 2014 in vendita da oggi dopo un incidente stradale festival del filM di locarno «Tempi moderni» con l’OSI Un doppio «live» per Venditti zxy L’attore Tracy Morgan, star nelle serie tv Saturday Night Live e 30 Rock, è stato ricoverato in ospedale in condizioni critiche dopo essere stato coinvolto, domenica notte, in un incidente stradale in New Jersey. Morgan era a bordo di un pulmino limousine che si è rovesciato in seguito ad una collisione a catena in cui sono stati coinvolti altri cinque veicoli. Nell’incidente è morta almeno una persona che si trovava a bordo del pulmino. zxy In occasione del centenario della nascita del personaggio di Charlot, il 67. Festival internazionale del film di Locarno renderà omaggio al suo creatore e interprete, Charlie Chaplin, con la proiezione del suo capolavoro Tempi Moderni (1936) musicata dal vivo dall’Orchestra della Svizzera italiana diretta da Philippe Béran. L’evento avrà luogo nella giornata inaugurale del Festival, mercoledì 6 agosto, alle ore 16 al FEVI. zxy Dopo il successo del recente tour, che ha fatto tappa anche a Campione d’Italia, esce oggi «70-80 Ritorno al futuro», il nuovo doppio CD registrato dal vivo di Antonello Venditti. Il disco raccoglie i più grandi successi del cantautore romano degli anni ’70 e ’80: da Ci vorrebbe un amico a Lilly, da Sara a Sotto il segno dei pesci, da Roma capoccia a Notte prima degli esami interpretati dal vivo durante i 18 concerti della tournée. Tracy Morgan è grave SPETTACOLI Pubblicazioni auditorio rsi Moltepaginerusse per laprimaserata delProgettoArgerich PatMetheny, quando la chitarra è filosofiadi vita zxy Il 13. Progetto Martha Argerich prende avvio oggi alle 20.30 all’Auditorio RSI di Besso con un concerto da camera incentrato sull’Europa orientale. Vi dominerà la musica russa percorsa sull’arco che va da Alexander Borodin, rappresentato da un Quintetto con pianoforte, da Alexander Skryabin, con una Fantasia per due pianoforti, e da Igor Stravinsky con il capolavoro ormai risalente a un secolo fa, Le sacre du printemps in una versione originale dell’autore per due pianoforti. In coppia con Akane Sakai lo eseguirà Martha Argerich, particolarmente dotata nel far risaltare la percussiva matericità e la sostanza ritmica di tale evocazione della Russia primitiva. Completerà il programma il Quartetto con pianoforte composto nel 2001 del lituano Peteris Vasks. Fra gli artisti che animeranno la serata ci saranno i pianisti Alexander Mogilevsky, Alexander Gurning, Daniel Rivera e il violinista Andrey Baranov. In un volume tutta la carriera del grande musicista americano LuCA OrSEnIgO zxy Sarà anche sincero Pat Metheny quando afferma, come ha fatto di recente, «a chi mi chiede se potrei vivere senza la mia chitarra rispondo tranquillamente di sì. Non ho l’ossessione di suonare a tutti i costi: ho altri difetti ma quello no», sarà anche sincero, ma è ben difficile credergli. Se vi capitasse tra le mani questo libro di Luigi Viva, ben prima di arrivare in fondo vi troverete infatti a commentare la frase di cui sopra quantomeno con un «ma che stai a dì?» Insomma, Pat Metheny senza chitarra non ce lo vede nessuno. E che farebbe poi questo sessantenne del Missouri che, zitto zitto, si fa per dire, in quarant’anni di carriera ha pubblicato 51 dischi, vinto 20 Grammy e tenuto all’incirca 150 concerti l’anno? Ha un bel dire lui: «Il segreto della mia grande energia? Tre Coca Cola, magliette a righe e vitamine». Ma le cose non stanno propriamente così. O almeno non del tutto. Siate o non siate fan sfegatati di Metheny leggere questa storia di «una chitarra oltre il cielo» come reca il sottotitolo, non potrà che stupirvi. Anzitutto dovrete fare a meno di tutto l’armamentario che accompagna le biografie degli eroi del jazz o del rock. Via insomma da qualsiasi maledettismo, alla larga dalle figure matte e disperatissime degli artisti decadenti, rinuncia a priori ad ogni attesa scandalistica e piccante, niente droga e sesso insomma, niente di niente. Pat Metheny è un monaco, uno studioso serissimo, un virtuoso della chitarra se volete, un lavoratore indefesso che prova sempre, ore e ore, se preferite, un artista tanto appassionato del suo lavoro da non avere tempo per altro o da avere tempo solo per poco altro. Su 393 pagine ci saranno sì e no una ventina di righe che accennano alla vita lontano dal palco, dallo spartito, dalla sala d’incisione per un disco o una musica da film, da una filosofia creativa che non lascia scampo, perché come afferma lui stesso «la musica è dura. Ogni secondo della vita di un musicista è una sfida». E poi, lo sanno tutti, questo geniaccio che ha rivoltato come un calzino bucato l’arte della chitarra nella musica jazz e forse nella musica tout court con la forza tranquilla dell’armonia, non ha mai fatto uso di droghe, è astemio, mangia in modo frugale, pratica jogging tutte le volte che può e comunque sempre prima di un concerto, ha una normale famiglia ed è padre di due figli ormai grandi. Se cercate genialità dunque dovrete prima di tutto tuffarvi nell’ascolto ma, poiché ci vorrà un po’ di tempo, vi sarà utile farvi accompagnare da questo libro che del versante artistico di Metheny non nasconde nulla, tanto appunto che l’uomo e l’artista sembrano coincidere o convivere con piena soddisfazione di entrambi. E non solo il libro è prodigo di analisi puntuali e approfondite di ogni singolo lavoro pubblicato, composizione per composizione, ma fa lo stesso coi concerti quelli ai quali chi lo ha scritto ha assistito di persona e quelli ai quali non era presente. Fa lo stesso con le tante musiche da film ma anche con le innumerevoli collaborazioni di Metheny con gli artisti più diversi da nuovo cd Ilraffinatopianoforte diDarioMüller saimitareicarillon nato nel missouri pat Metheny compirà 60 anni il prossimo 12 agosto. in quattro decenni di carriera ha pubblicato 51 dischi e vinto 20 grammy awards. Milton Nascimento a David Bowie, da Santana a Enrico Rava, da Chick Corea a Charlie Haden, a Joni Mitchell eccetera eccetera. E poi non dimentica di analizzare le diverse chitarre amate e usate da Metheny: acustiche, elettriche, synth, classiche nonostante lui stesso affermi che «ciò non sia realmente importante come lo è lo spirito della musica e l’atteggiamento che hai nell’essere musicista». Last but not least il libro si avvale delle parole non solo dello stesso Metheny tratte dai luoghi mediali più disparati, ma anche di quelle di collaboratori di prima grandezza (ad alcuni dedicando sezioni vere e proprie come nel caso di Lyle Mays) e ammiratori di tutte le prove- nienze musicali. Un ritratto completo di un musicista che ha «il merito di aver modernizzato il suono della chitarra jazz, la capacità di creare melodie efficaci e fruibili da un pubblico non solo jazzistico, l’essere riuscito a creare un autentico universo sonoro nonché, ovviamente, l’aver inventato un vero e proprio modo di suonare la chitarra», come chiosa efficacemente Luigi Masciari in appendice. luigi viva pat metheny. una chitarra oltre il cielo. nuovi eQuiliBri, 393 pagg., 20 €. zxy «Il mondo sonoro racchiuso nelle scatole musicali ha da sempre affascinato i musicisti. Ci si potrebbe chiedere perché mai tanti artisti siano stati così sensibili alla dolcezza eterea dei piccoli automi musicali inventati più di duecento anni fa. Forse la risposta sta tutta in quelle impalpabili vibrazioni, in quelle celestiali sonorità che potevano soddisfare un loro bisogno di tenerezza, di serenità e forse anche evocare un ritorno al fantastico mondo dell’infanzia». Così scrive il pianista ticinese Dario Müller nelle note di copertina del suo nuovo CD Magic Boxes - meccanismi incantati. Pubblicato dall’etichetta italiana Dynamic, il disco raccoglie 32 brevi brani di autori diversi, frutto di una ricerca musicologica originale. Grazie alla raffinata e precisa esecuzione di Müller, riecheggiano così atmosfere sognanti e giocose che danno lustro a un genere musicale «minore» ma ricco di fascino. Andrea Bocelli fa emozionare Piazza Grande Il cantante ha riconfermato sabato a Locarno le sue straordinarie doti di interprete duetto andrea Bocelli mentre accenna qualche passo di danza con alessandra Marianelli. (Foto Crinari) zxy Emozioni a cascata sabato sera a Locarno in una piazza Grande gremita all’inverosimile per l’attesissimo concerto di Andrea Bocelli che per un’ora e mezza ha confermato quello che di lui ha detto Céline Dion: «se Dio avesse una voce, sarebbe molto simile a quella di Bocelli». Una voce insieme malinconica e solare, ineguagliabile a cantare l’amore d’amante o di padre, carnale o del cielo. Grazie al gruppo Enjoy anche il Ticino ha così avuto l’opportunità di vivere un evento incentrato su un’icona della musica mondiale, accompagnato dall’orchestra sinfonica G. Rossini di Pesaro composta da 72 elementi e diretta dal maestro Marcello Rota, con la prestigiosa partecipazione del soprano Alessandra Marianelli. «È bello non essere in Italia e poter parlare la mia lingua. Sono felice di essere potuto tornare qui dopo quasi vent’anni; sono invecchiato ma il cuore è sempre lo stesso e anche il vostro; per questo vi ringrazio». Semplici parole pronunciate da Bocelli con il sorriso sul volto, accolte da un’ovazione e seguite da tanta bella musica che ha riconfermato le doti di un artista in grado di passare da Nessun dorma, celebre romanza per tenore della Turandot di Giacomo Puccini, a Era già tutto previsto di Riccardo Cocciante. Fino ad arrivare ad un momento assolutamente da brivido quando, grazie alle immagini e alla voce di Edith Piaf riverberati da un grande schermo alle sue spalle, Bocelli ha duettato con la cantautrice francese nella Vie en rose. Non sono mancati neppure omaggi alla musica da film (con la colonna sonora firmata da Nino Rota per Amarcord di Fellini) e alla canzone napoletana con Funiculì funiculà e O surdato ‘nnammurato che descrive la tristezza di un milite che combatte al fronte durante la prima guerra mondiale e che soffre per la lontananza dalla donna di cui è innamorato. E poi ancora Mamma e naturalmente Con te partirò che ha mandato in delirio la piazza. Molto toccanti anche i momenti in cui Bocelli ha accennato alcuni passi di danza col soprano Alessandra Marianelli che lo ha accompagnato in alcune interpretazioni. E a proposito di presenze femminili, molto apprezzati anche i duetti con la cantante, pianista e showgirl Ilaria Della Bidia. Ancora una volta l’artista toscano ha confermato di disporre di una voce che gli consente di poter cantare ciò che vuole dandogli un tocco personale che impreziosisce ogni pezzo. ENRICO GIORGETTI altre foto su www.corriere.ch/k108300