Corriere del Ticino
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Martedì 10 giugno 2014
in vendita da oggi
dopo un incidente stradale
festival del filM di locarno
«Tempi moderni» con l’OSI
Un doppio «live» per Venditti
zxy L’attore Tracy Morgan, star nelle serie tv Saturday Night Live e 30 Rock,
è stato ricoverato in ospedale in condizioni critiche dopo essere stato
coinvolto, domenica notte, in un incidente stradale in New Jersey. Morgan
era a bordo di un pulmino limousine che si è rovesciato in seguito ad una
collisione a catena in cui sono stati coinvolti altri cinque veicoli. Nell’incidente è morta almeno una persona che si trovava a bordo del pulmino.
zxy In occasione del centenario della nascita del personaggio di Charlot,
il 67. Festival internazionale del film di Locarno renderà omaggio al suo
creatore e interprete, Charlie Chaplin, con la proiezione del suo capolavoro Tempi Moderni (1936) musicata dal vivo dall’Orchestra della Svizzera italiana diretta da Philippe Béran. L’evento avrà luogo nella giornata
inaugurale del Festival, mercoledì 6 agosto, alle ore 16 al FEVI.
zxy Dopo il successo del recente tour, che ha fatto tappa anche a Campione d’Italia, esce oggi «70-80 Ritorno al futuro», il nuovo doppio CD registrato dal vivo di Antonello Venditti. Il disco raccoglie i più grandi successi del cantautore romano degli anni ’70 e ’80: da Ci vorrebbe un amico a
Lilly, da Sara a Sotto il segno dei pesci, da Roma capoccia a Notte prima
degli esami interpretati dal vivo durante i 18 concerti della tournée.
Tracy Morgan è grave
SPETTACOLI
Pubblicazioni
auditorio rsi
Moltepaginerusse
per laprimaserata
delProgettoArgerich
PatMetheny,
quando la chitarra
è filosofiadi vita
zxy Il 13. Progetto Martha Argerich prende
avvio oggi alle 20.30 all’Auditorio RSI di
Besso con un concerto da camera incentrato sull’Europa orientale. Vi dominerà
la musica russa percorsa sull’arco che va
da Alexander Borodin, rappresentato da
un Quintetto con pianoforte, da Alexander Skryabin, con una Fantasia per due
pianoforti, e da Igor Stravinsky con il capolavoro ormai risalente a un secolo fa,
Le sacre du printemps in una versione
originale dell’autore per due pianoforti.
In coppia con Akane Sakai lo eseguirà
Martha Argerich, particolarmente dotata
nel far risaltare la percussiva matericità e
la sostanza ritmica di tale evocazione
della Russia primitiva. Completerà il programma il Quartetto con pianoforte composto nel 2001 del lituano Peteris Vasks.
Fra gli artisti che animeranno la serata ci
saranno i pianisti Alexander Mogilevsky,
Alexander Gurning, Daniel Rivera e il
violinista Andrey Baranov.
In un volume tutta la carriera
del grande musicista americano
LuCA OrSEnIgO
zxy Sarà anche sincero Pat Metheny
quando afferma, come ha fatto di recente, «a chi mi chiede se potrei vivere
senza la mia chitarra rispondo tranquillamente di sì. Non ho l’ossessione
di suonare a tutti i costi: ho altri difetti
ma quello no», sarà anche sincero, ma
è ben difficile credergli. Se vi capitasse
tra le mani questo libro di Luigi Viva,
ben prima di arrivare in fondo vi troverete infatti a commentare la frase di cui
sopra quantomeno con un «ma che
stai a dì?» Insomma, Pat Metheny senza chitarra non ce lo vede nessuno. E
che farebbe poi questo sessantenne del
Missouri che, zitto zitto, si fa per dire, in
quarant’anni di carriera ha pubblicato
51 dischi, vinto 20 Grammy e tenuto
all’incirca 150 concerti l’anno? Ha un
bel dire lui: «Il segreto della mia grande
energia? Tre Coca Cola, magliette a righe e vitamine». Ma le cose non stanno
propriamente così. O almeno non del
tutto. Siate o non siate fan sfegatati di
Metheny leggere questa storia di «una
chitarra oltre il cielo» come reca il sottotitolo, non potrà che stupirvi. Anzitutto dovrete fare a meno di tutto l’armamentario che accompagna le biografie degli eroi del jazz o del rock. Via
insomma da qualsiasi maledettismo,
alla larga dalle figure matte e disperatissime degli artisti decadenti, rinuncia
a priori ad ogni attesa scandalistica e
piccante, niente droga e sesso insomma, niente di niente. Pat Metheny è un
monaco, uno studioso serissimo, un
virtuoso della chitarra se volete, un lavoratore indefesso che prova sempre,
ore e ore, se preferite, un artista tanto
appassionato del suo lavoro da non
avere tempo per altro o da avere tempo
solo per poco altro. Su 393 pagine ci
saranno sì e no una ventina di righe
che accennano alla vita lontano dal
palco, dallo spartito, dalla sala d’incisione per un disco o una musica da
film, da una filosofia creativa che non
lascia scampo, perché come afferma
lui stesso «la musica è dura. Ogni secondo della vita di un musicista è una
sfida». E poi, lo sanno tutti, questo geniaccio che ha rivoltato come un calzino bucato l’arte della chitarra nella
musica jazz e forse nella musica tout
court con la forza tranquilla dell’armonia, non ha mai fatto uso di droghe, è
astemio, mangia in modo frugale, pratica jogging tutte le volte che può e comunque sempre prima di un concerto,
ha una normale famiglia ed è padre di
due figli ormai grandi. Se cercate genialità dunque dovrete prima di tutto
tuffarvi nell’ascolto ma, poiché ci vorrà
un po’ di tempo, vi sarà utile farvi accompagnare da questo libro che del
versante artistico di Metheny non nasconde nulla, tanto appunto che l’uomo e l’artista sembrano coincidere o
convivere con piena soddisfazione di
entrambi. E non solo il libro è prodigo
di analisi puntuali e approfondite di
ogni singolo lavoro pubblicato, composizione per composizione, ma fa lo
stesso coi concerti quelli ai quali chi lo
ha scritto ha assistito di persona e quelli ai quali non era presente. Fa lo stesso
con le tante musiche da film ma anche
con le innumerevoli collaborazioni di
Metheny con gli artisti più diversi da
nuovo cd
Ilraffinatopianoforte
diDarioMüller
saimitareicarillon
nato nel missouri pat Metheny compirà 60 anni il prossimo 12 agosto. in
quattro decenni di carriera ha pubblicato 51 dischi e vinto 20 grammy awards.
Milton Nascimento a David Bowie, da
Santana a Enrico Rava, da Chick Corea
a Charlie Haden, a Joni Mitchell eccetera eccetera. E poi non dimentica di
analizzare le diverse chitarre amate e
usate da Metheny: acustiche, elettriche, synth, classiche nonostante lui
stesso affermi che «ciò non sia realmente importante come lo è lo spirito
della musica e l’atteggiamento che hai
nell’essere musicista». Last but not least il libro si avvale delle parole non
solo dello stesso Metheny tratte dai
luoghi mediali più disparati, ma anche
di quelle di collaboratori di prima
grandezza (ad alcuni dedicando sezioni vere e proprie come nel caso di Lyle
Mays) e ammiratori di tutte le prove-
nienze musicali. Un ritratto completo
di un musicista che ha «il merito di
aver modernizzato il suono della chitarra jazz, la capacità di creare melodie
efficaci e fruibili da un pubblico non
solo jazzistico, l’essere riuscito a creare
un autentico universo sonoro nonché,
ovviamente, l’aver inventato un vero e
proprio modo di suonare la chitarra»,
come chiosa efficacemente Luigi Masciari in appendice.
luigi viva
pat metheny.
una chitarra oltre il cielo.
nuovi eQuiliBri, 393 pagg., 20 €.
zxy «Il mondo sonoro racchiuso nelle scatole musicali ha da sempre affascinato i
musicisti. Ci si potrebbe chiedere perché
mai tanti artisti siano stati così sensibili
alla dolcezza eterea dei piccoli automi
musicali inventati più di duecento anni fa.
Forse la risposta sta tutta in quelle impalpabili vibrazioni, in quelle celestiali sonorità che potevano soddisfare un loro bisogno di tenerezza, di serenità e forse anche
evocare un ritorno al fantastico mondo
dell’infanzia». Così scrive il pianista ticinese Dario Müller nelle note di copertina
del suo nuovo CD Magic Boxes - meccanismi incantati. Pubblicato dall’etichetta
italiana Dynamic, il disco raccoglie 32
brevi brani di autori diversi, frutto di una
ricerca musicologica originale. Grazie alla
raffinata e precisa esecuzione di Müller,
riecheggiano così atmosfere sognanti e
giocose che danno lustro a un genere musicale «minore» ma ricco di fascino.
Andrea Bocelli fa emozionare Piazza Grande
Il cantante ha riconfermato sabato a Locarno le sue straordinarie doti di interprete
duetto andrea Bocelli mentre accenna qualche passo
di danza con alessandra Marianelli.
(Foto Crinari)
zxy Emozioni a cascata sabato sera
a Locarno in una piazza Grande
gremita all’inverosimile per l’attesissimo concerto di Andrea Bocelli che per un’ora e mezza ha confermato quello che di lui ha detto
Céline Dion: «se Dio avesse una
voce, sarebbe molto simile a quella di Bocelli». Una voce insieme
malinconica e solare, ineguagliabile a cantare l’amore d’amante o
di padre, carnale o del cielo.
Grazie al gruppo Enjoy anche il
Ticino ha così avuto l’opportunità
di vivere un evento incentrato su
un’icona della musica mondiale,
accompagnato dall’orchestra sinfonica G. Rossini di Pesaro composta da 72 elementi e diretta dal
maestro Marcello Rota, con la prestigiosa partecipazione del soprano Alessandra Marianelli.
«È bello non essere in Italia e poter
parlare la mia lingua. Sono felice
di essere potuto tornare qui dopo
quasi vent’anni; sono invecchiato
ma il cuore è sempre lo stesso e
anche il vostro; per questo vi ringrazio». Semplici parole pronunciate da Bocelli con il sorriso sul
volto, accolte da un’ovazione e seguite da tanta bella musica che ha
riconfermato le doti di un artista in
grado di passare da Nessun dorma,
celebre romanza per tenore della
Turandot di Giacomo Puccini, a
Era già tutto previsto di Riccardo
Cocciante. Fino ad arrivare ad un
momento assolutamente da brivido quando, grazie alle immagini e
alla voce di Edith Piaf riverberati
da un grande schermo alle sue
spalle, Bocelli ha duettato con la
cantautrice francese nella Vie en
rose. Non sono mancati neppure
omaggi alla musica da film (con la
colonna sonora firmata da Nino
Rota per Amarcord di Fellini) e alla
canzone napoletana con Funiculì
funiculà e O surdato ‘nnammurato che descrive la tristezza di un
milite che combatte al fronte durante la prima guerra mondiale e
che soffre per la lontananza dalla
donna di cui è innamorato. E poi
ancora Mamma e naturalmente
Con te partirò che ha mandato in
delirio la piazza. Molto toccanti
anche i momenti in cui Bocelli ha
accennato alcuni passi di danza
col soprano Alessandra Marianelli
che lo ha accompagnato in alcune
interpretazioni. E a proposito di
presenze femminili, molto apprezzati anche i duetti con la cantante, pianista e showgirl Ilaria
Della Bidia. Ancora una volta l’artista toscano ha confermato di disporre di una voce che gli consente di poter cantare ciò che vuole
dandogli un tocco personale che
impreziosisce ogni pezzo.
ENRICO GIORGETTI
altre foto su
www.corriere.ch/k108300