domenica 13
lunedì 14 settembre 1998
ore 21
Conservatorio
Giuseppe Verdi
Nieuw Ensemble
Ed Spanjaard
direttore
settembre
musica
______ .1998
C0N IL CONTRIBUTO-DELLA
iB B I i
Cassa di Risparmio di Torino
Ellen Schuring, soprano
Anna Larsson, contralto
Nigel Robson, tenore
Shi Kelong, baritono
Junko Ueda, biw a
Nieuw Ensemble
Helen Bledsoe, fla u to
Ernest Rombout, oboe
Arjan Kappers, clarinetto
Ad Welleman, trom ba
Edwin Kruunenberg, trom bone
Dong Ya, p ip a
Xu Feng Xia, zheng
Hans Wesseling, m andolino
Helenus de Rijke, chitarra
Ernestine Stoop, arpa
John Snijders, p ianoforte
Herman Halewijn,
Fredrike de Winter,
Ron Colbers,
Steef Gerritse, percussioni
Angel Gimeno,
Marijke van Kooten, vio lin i
Frank Brakkee, viola
John Addison, violoncello
Rozemarie Heggen, contrabbasso
Ed Spanjaard, direttore
Fondato nel 1980 ad Amsterdam, il N ie u w E n s e m b le pos­
siede un repertorio di oltre 500 opere per gran parte espres­
samente composte per il suo particolare organico di stru­
menti a pizzico, ad arco, a fiato e a percussione da composi­
tori appartenenti a diverse generazioni e di diversa prove­
nienza geografica e formazione culturale. Dal 1982 Ed
Spanjaard ricopre l’incarico di Direttore Principale. Impe­
gnata nella divulgazione e diffusione della musica contem­
poranea, all’esecuzione di programmi monografici dedicati
ad autori quali, tra gli altri, Berio, Boulez, Carter, Donatoni, Nono e Kagel affianca attività didattiche rivolte ai giova­
ni realizzate in collaborazione con la Fondazione Gaudea­
mus di Amsterdam. Nel 1991 il gruppo ha avviato una stretta
collaborazione con Tan Dun, Qu Xiaosong, Chen Qigang e
Guo Wenjing finalizzata alla scoperta e valorizzazione della
nuova musica cinese e dei suoi protagonisti, concretizzatasi
anche nella produzione nel 1994 di un cd registrato dal vivo
e nel 1997 nell’effettuazione della prima tournée in Cina.
Ospite regolare di varie rassegne internazionali (Biennale di
Venezia, Flolland Festival, Wittener Tage fiir Neue Musile,
Musica Strasbourg) ha dato vita a numerosi festival nei Pae­
si Bassi, come il “Complexity?” (1990), Rules & Games
(1995), IMPROVISATIES/Improvisaties (1996, e il multi­
culturale “Festival degli strumenti a pizzico”. Recentemente
ha ottenuto l’incarico di gruppo residente presso il CSU Sumnaer Arts di Long Beach, negli Stati Uniti. Tra i suoi più
recenti impegni si segnalano un progetto di video e suoni
elaborati dal vivo sulle musiche di Luca Francesconi, la pri­
ma mondiale di un’opera multimediale di Robert Heppener
e prime esecuzioni di brani di Elliott Carter, Qu Xiaosong e
giovani compositori giapponesi. Per i meriti nell’ambito della
vita musicale olandese, l’ensemble e il suo direttore artistico
Jòel Bons sono stati insigniti nel 1998 del Premio della Mu­
sica attribuito dalla Fondazione Principe Bernhard.
Il N ieu iv Ensem ble è fin a n z ia to d a l M inistero d e ll’E d ucazio­
ne, C ultura e Scienze dei Paesi Bassi e dalla F ondazione p e r le
A rti Sceniche e M usicali.
dom enica 13 settem bre
ore 21
Mo Wuping
Fan II (1992)
Qu Xiaosong
Ji #6 - Flowing Sands (1998)
Junko Ueda, biw a
Chen Qigang
Poème Lyrique II (1991)
Shi Kelong, baritono
Tan Dun
Circle (1992)
per quattro trii, direttore e pubblico
Guo Wenjing
Inscriptions on Bone (1996)
Anna Larsson, contralto
Tutti i brani in programma sono stati espressamente dedicati
dagli autori a l N ieuw Ensemble
lunedl 14 settem bre
ore 21
Mo Wuping
Fan I (1991)
Shi Kelong,
b a r ito n o
Xu Shuya
Vacuite/Consistance (1996)
Qu Xiaosong
Mist (1992)
Ellen Schuring, so p ra n o
Shi Kelong, b a r ito n o
Xu Shuya
Dawn on Steppe (1997)
Xu Shuya,
voce
Guo Wenjing
Suite from Wolf Cub Village (1997)
Ellen Schuring, so p ra n o
Nigel Robson, te n o re
Tutti i brani in programma sono stati espressamente dedicati
dagli autori a l N ieuw Ensemble
Nuova m usica dalla Cina
Le giornate di musica contemporanea di Settembre Musica
rendono omaggio quest’anno ad un gruppo di compositori
nati nella Cina Popolare negli anni Cinquanta e nei primi
anni Sessanta, che si sono formati durante gli anni della ri­
voluzione culturale (1966-1976) e hanno compiuto gli stu­
di di Conservatorio a Pechino o Shanghai prima di intra­
prendere strade diverse in Cina o all’estero. Ad eccezione di
Guo Wenjing, che insegna tuttora al Conservatorio di Pe­
chino, questi compositori risiedono oggi in Europa e negli
Stati Uniti, dove si sono affermati tra le voci più originali e
significative della nuova musica.
L’ultimo decennio della vita di Mao Tzedong, dal 1966 sino
alla sua morte nel 1976, è stato segnato dalla guerra civile in
Cina e da un conflitto politico che ha portato ad un rinno­
vamento della società cinese. Promossa da Mao con il soste­
gno dell’ala più radicale della gioventù comunista, la Rivo­
luzione culturale si proponeva un ritorno allo spirito origi­
nario del ComuniSmo, fondato sui valori del lavoro e della
cultura contadina, contro una burocrazia di partito ispirata­
si al modello sovietico, gelosa dei propri privilegi e sempre
più lontana dalle masse popolari. Il programma di Mao at­
tribuiva ai giovani e agli intellettuali un ruolo politico fon­
damentale nella rivoluzione. In osservanza delle direttive di
Mao, molti giovani, come Qu Xiaosong, Tan Dun ed altri
compositori, si sono trasferiti in regioni remote della Cina,
ed hanno trascorso anni lavorando la terra come agricoltori,
entrando in contatto con le tradizioni musicali e la cultura
contadine. Chi è rimasto in città, come Guo Wenjing, si è
trovato a vivere i conflitti più violenti della guerra civile per
lo scontro tra opposte fazioni politiche.
La rivoluzione culturale ha segnato una profonda frattura
con la prassi musicale della Cina Popolare sino ai primi anni
Sessanta. Il programma musicale promosso da Jiang Qing,
responsabile della politica culturale della rivoluzione, pre­
vedeva la creazione di un nuovo genere di musica “naziona­
le” da diffondere attraverso orchestre, troupe professionali
(wen gon tuan) e gruppi di propaganda (wenyi xuanchuan
dui), specializzati nell’esecuzione di canti popolari rivolu­
zionari e di alcune opere modello: il Concerto del Fiume Giallo
per pianoforte e orchestra, un balletto, una suite di brani
d’opera e cinque opere teatrali su temi della rivoluzione.
Questo programma ha limitato drasticamente il repertorio
cui i compositori della “new wave” hanno avuto accesso ne­
gli anni della rivoluzione, ed escludeva del tutto dalla prassi
ufficiale sia la musica occidentale che la musica tradizionale
cinese, religiosa ed etnica.
All’inizio degli anni Settanta, si cominciavano ad avvertire
nel Paese i segni di un nuovo clima culturale, più libero ed
aperto all Occidente. Nel 1972, la visita di Nixon in Cina
era stata accolta con entusiasmo, ed interpretata come un
segnale importante dell’esigenza per entrambi i Paesi di una
collaborazione. Nel 1977, un anno dopo la morte di Mao, il
compositore Chou Wen-chung, da molti anni residente ne­
gli Stati Uniti, visitava la Cina con una delegazione diplo­
matica americana, portando con sé per la prima volta un’am­
pia selezione di partiture e dischi di musica d’avanguardia,
ancora oggi conservati nella Biblioteca del Conservatorio
della capitale. Nel 1978, con l’affermarsi al potere di Deng
Xiaoping, la Cina ripristinava il concorso di stato per l’am­
missione ai Conservatori Nazionali di musica, dando la pos­
sibilità a tutti i giovani di parteciparvi, indipendentemente
dalla loro appartenenza “di classe”.
La necessità di riorganizzare il sistema della pubblica istru­
zione era considerata una delle priorità del nuovo regime
dopo la morte di Mao. Durante la rivoluzione, molti edifici
pubblici erano stati danneggiati, i professori dimessi ed in­
viati nei campi di lavoro per essere “rieducati” e gli studenti
selezionati in base al loro comportamento politico. Il Con­
corso del 1978 dava nuove speranze ai giovani cinesi sino ad
allora esclusi dall’istruzione superiore. Tan Dun, Guo
Wenjing, Chen Qigang e Qu Xiaosong hanno superato que­
sto primo esame di Stato tra oltre diciassettemila candidati,
e sono stati ammessi nella classe di composizione al Conser­
vatorio di Pechino. Xu Shuya e Mo Wuping hanno dovuto
affrontare lo stesso esame in anni successivi.
Il programma del Conservatorio prevedeva un corso rigoro­
so di studi, articolato in due divisioni, dedicate rispettiva­
mente alla musica occidentale e alla musica cinese, sia tradi­
zionale che etnica-folclorica. La musica occidentale del No­
vecento, bandita durante gli anni della rivoluzione culturae’ rappresentava una novità per gli studenti del Conserva­
torio. Compositori come Bartók, Hindemith e Sostakovic,
che avevano goduto di una certa notorietà in Cina negli anni
Cinquanta, erano sconosciuti alla nuova generazione. Sia i
giovani che i loro professori erano rimasti del tutto esclusi
dagli sviluppi della musica d’avanguardia degli anni Sessan­
ta e Settanta in Occidente.
La rinnovata attenzione dei compositori cinesi per l’avan­
guardia europea e americana è uno dei tratti più notevoli
nel clima culturale dei primi anni Ottanta in Cina. Nel 1980,
il Conservatorio di Pechino invitava per la prima volta dalla
rivoluzione un compositore e musicologo europeo per svol­
gere un corso di composizione ed una serie di conferenze
sulla musica del Novecento. La notizia dell’arrivo di Alexan­
der Goehr dell’Università di Cambridge si diffuse ben pre­
sto, attirando nella capitale musicisti da ogni parte del Pae­
se. L’anno successivo, su iniziativa di Zhong Ziling, il Con­
servatorio di Pechino istituì un corso stabile sulla musica
contemporanea occidentale della durata di venti settimane,
che prevedeva analisi dettagliate di molte partiture, da Pierrot Lunaìre di Schoenberg sino ad opere degli anni Sessanta
e Settanta, come Atmospb'eres di Ligeti e Après Visage di Berio.
I primi anni Ottanta segnano anche il debutto dei composi­
tori della “new wave” in Cina ed i primi riconoscimenti in
ambito internazionale. Tan Dun è stato tra i primi a metter­
si in luce, vincendo un “premio d’incentivo” al Concorso
nazionale di opere sinfoniche di Pechino e un premio al Con ­
corso internazionale di musica da camera di Dresda con un
quartetto d’archi in cui la scelta di un organico occidentale
si combina con il riferimento a temi filosofici e letterari del­
la cultura tradizionale cinese.
Nel 1986, il primo Festival dedicato ai compositori conteníporanei cinesi di Hong Kong dava ai giovani compositori
un’occasione per discutere del futuro della loro musica, e
per presentare in concerto le loro composizioni recenti tra
cui Mong Dong di Qu Xiaosong e On Taoism di Tan Dun
entrambe ispirate dalle tradizioni musicali della Cina conta­
dina. Qualche mese dopo il festival, la dimissione dalle fun­
zioni pubbliche di Hu Yaobang, segretario generale del Par­
tito comunista, e l’istituzione di un’agenzia di Stato per la
censura di stampa segnavano una svolta anti-liberale nella
politica del Partito, culminata nel 1989 con il massacro di
Piazza Tian’anmen a Pechino. Gran parte dei compositori
della “new wave” ha risposto scegliendo la strada dell’esilio.
Tan Dun e Qu Xiaosong vivono oggi a New York, dove Chou
Wen-chung alla Columbia University ha rappresentato un
importante punto di riferimento per i compositori cinesi.
Le opere composte da Tan Dun in America in questi ultimi
anni, testimoniano di uno straordinario eclettismo e di una
conoscenza ampia del repertorio musicale Occidentale, dal­
la musica del Trecento a Mahler, dall’avanguardia seriale ame­
ricana a John Cage. È soprattutto nella musica teatrale che
questo compositore è riuscito ad esprimere la sua vena più
autentica. Spunti di carattere teatrale e rituale si notano an­
che in Circle. Tan Dun ha diviso il Nieuw Ensemble, com­
mittente del pezzo, in quattro gruppi di tre strumenti a cor­
de pizzicate, archi, percussioni e fiati, e li ha disposti intor­
no al pubblico, con l’intento di creare un “sacro cerchio di
suono, spazio e silenzio” intorno agli ascoltatori. Il direttore
deve “dirigere le pause” come si trattasse di un rituale, ed il
pubblico è invitato a partecipare all’esecuzione, come in al­
cune partiture di John Cage.
Anche Qu Xiaosong non ha avuto difficoltà ad inserirsi nel­
l’ambiente dell’avanguardia musicale di New York. L’incon­
tro con la musica americana ha favorito il suo interesse per
la dinamica del suono, per le gradazioni sonore più vicine al
silenzio (sibilo, sussurro, pizzicato, suoni con dinamica in
pianissimo) e per l’uso delle pause come elementi strutturali
della composizione musicale. Ji # 6 b un’opera radicale nel­
l’uso del silenzio. E stato commissionato all’autore del Nieuw
Ensemble per il “Festival di strumenti a pizzico” tenutosi ad
Amsterdam nel febbraio scorso e abbina la biwa, antico stru­
mento giapponese, a un organico occidentale contempora­
neo. Il brano comincia con un assolo per chitarra in pianis­
simo e si sviluppa sul contrasto tra la qualità timbrica dei
vari strumenti sino a raggiungere un climax in mezzo forte
con un’assolo di biwa su un lungo pedale del pianoforte, e
spegnersi con un graduale ritorno alla dinamica iniziale. In
Misi, richiesto dal Nieuw Ensemble per il loro ciclo di con­
certi “Nuova musica dalla Cina”, il compositore trae ispira­
zione dal canto popolare della minoranza etnica dei Miao,
che Qu ha conosciuto durante il periodo della rivoluzione,
elaborando una scrittura vocale in cui particolare attenzione
viene posta sulla tecnica di stacco del suono, sul contrasto
tra registri vocali estremi e sulla varietà di effetti che si pos­
sono ottenere da modifiche graduali del respiro. Qu Xiao­
song ha dichiarato che le voci “impostate” secondo le tecni­
che di canto occidentali gli sembrano “artificiali” e di prefe­
rire piuttosto il tono naturale del canto popolare.
In Europa, la Germania è stata il primo paese ad ospitare
giovani compositori cinesi nei primi anni Ottanta. In Ger­
mania non c’è stata figura come Chou Wen.-chung negli Stati
Uniti che ha fatto da punto di aggregazione, né c’era una
città su cui potesse spontaneamente convergere l’attenzione
dei compositori come New York o Parigi. I compositori ci­
nesi si sono dispersi tra le varie città tedesche dopo il loro
arrivo, mantenendo scarsi contatti tra loro ed entrando a far
parte dei circuiti dell’avanguardia locale.
In Francia, Parigi è stata la meta favorita dai compositori
cinesi. Chen Qigang vi si è trasferito nel 1984, con una bor­
sa di studio di quattro anni del governo francese che gli ha
consentito di studiare con Messiaen e al Conservatoire Na­
tional Supérieur. Chen è un raffinato maestro dell’orche­
strazione, capace di creare sonorità inusitate e seducenti dalle
combinazioni strumentali più insolite, giocando sulle armo­
nie timbriche tra strumenti cinesi ed occidentali, nastro
magnetico e voci. L’ autore ha dedicato al Nieuw Ensemble
Po'eme Lyrique II, che si basa su testi del poeta Su Shi del­
l’undicesimo secolo, resi con una vocalità che si ispira al canto
dell’opera di Pechino.
Xu Shuya e Mo Wuping, trasferitisi in Francia nel 1988,
sono stati compagni di studi all’Ecole de Musique e al Con­
servatoire National Supérieur. Dopo esordi legati all’esplo­
razione della musica folklórica cinese in opere per strumenti
occidentali, Mo ha trovato nell’ensemble da camera per voce
e strumenti un organico che gli è particolarmente congenia­
le. Xu Shuya ha mostrato nelle sue prime opere parigine
un’affinità per la musica elettronica che ha sviluppato collaborando con I’I rcam di Parigi. In Dawn on Steppe e. Vacuité/
Consistance, Xu ha trovato ispirazione rispettivamente nella
musica folklórica mongola e nella musica tradizionale cine­
se, intengrado gli strumenti a pizzico del Nieuw Ensemble
con pipa e zheng, antichi strumenti cinesi omologhi. Dawn
on Steppe risuona del Mu Ge, un genere di canto popolare
caratteristico dei pastori della Mongolia interna, che viene
accompagnato dalla viella mongola a testa di cavallo. L’in­
fluenza del Mu Ge si nota nello stile di ornamentazione delle
note, nell’uso di parole onomatopeiche e negli intervalli e
timbri caratteristici che stabiliscono un legame tra lo stile
vocale e la scrittura strumentale. In Vacuité/Consistance, Xu
si è ispirato al rituale buddista del Tempio Tian Ning-Si della
montagna Pu Tuo. Il woodblock e le campane stabiliscono la
pulsazione ritmica di base che accompagna il canto.
Tra i compositori che figurano nel programma del Nieuw
Ensemble, Guo Wenjing è l’unico ad essere rimasto in Cina.
Le sue prime opere sinfoniche, composte negli anni di stu­
dio a Pechino risentono l’influenza di Bartók e Sostakovic.
Il suo Concerto per violino del 1987 rivela una maggiore au­
tonomia, mediante l’adattamento libero di temi della musi­
ca popolare folklórica del Sichuan. Guo ha scoperto la sua
vena più autentica in She Huo, per strumenti occidentali con
percussioni cinesi, del 1991, e in Inscriptions on Bone e nel­
l’opera Wolf Cub Village composti su commissione del Nieuw
Ensemble. La suite in programma, tratta dall’ultimo titolo
citato, rivela l’influenza della musica folklórica del Sichuan,
dell’opera e del canto popolare, richiamando l’atmosfera delle
festività rurali all’aperto della regione. L’opera si basa sul
racconto breve di Lu Xun “Diario di un pazzo”, pubblicato
nel 1918, e dedicato alle avventure di un uomo che crede di
essere circondato da cannibali nel suo villaggio.
Antonella Puca
L interesse del Nieuw Ensemble per la musica cinese rìsale all autunno del 1988, quando il direttore artistico della forma­
zione Jo'él Bons si recò in Estremo Oriente. I contatti con gli
artisti della Repubblica Popolare Cinese furono raccolti in un
unico progetto, intitolato “Nuova musica dalla Cina”. Nell’apri­
le del 1991 sette giovani compositori cinesi si ritrovarono quin­
di nuovamente ad Amsterdam, in occasione di una serie di
concerti nel corso dei quali il Nieuw Ensemble eseguì, per la
prima volta, opere a loro espressamente commissionate. Il pub­
blico rimase affascinato efu commovente assistere alla riunione
di quegli ex-studenti dei conservatori di Pechino e Shanghai le
cui strade sembravano essersi ormai divise, che ora provenivano
da New York, da Parigi o dalla Cina. I concerti effettuati nell ambito di Settembre Musica sono corollario a questi interessi
culturali del gruppo.
Chen Qigang è nato a Shanghai in una famiglia di artisti
nel 1951. All’inizio della rivoluzione culturale, il padre, re­
sponsabile dell’Accademia delle Belle Arti e dell’Arte Deco­
rativa di Pechino, pittore e calligrafo, fu condannato all’esi­
lio come antirivoluzionario e inviato in un campo di lavoro:
Chen Qigang dovette interrompere gli studi e separarsi dal­
la famiglia per essere “rieducato” in caserma. Nel 1978 è
stato ammesso al Conservatorio Centrale di Musica di Pe­
chino dove ha studiato composizione con Luo Zhongrong
diplomandosi nel 1983. L’anno successivo si è trasferito in
Francia con una borsa di studio del governo francese. Tra il
1984 e il 1988 ha studiato con Olivier Messiaen, come suo
unico ed ultimo allievo, e al Consevatoire National Supérieur
di Parigi. Chen Qigang ha ricevuto premi da numerosi enti
e fondazioni internazionali incluse la Sacem (1989) e la Fon­
dazione Nadia Boulanger. Il suo catalogo recente compren­
de diverse opere per strumento o voce solista e orchestra,
tra cui Feu d ’Ombres (1990) per sassofono soprano ed en­
semble, Poème Lyrique / / ( 1991) per baritono ed ensemble
misto di strumenti occidentali e cinesi, Un pétale de lumière
(1993) per flauto e orchestra, Reflet d ’un temps disparu per
violoncello e grande orchestra (1996). Chen ha collaborato
con I’I rcam di Parigi ha composto musica elettronica e ope­
re per strumenti tradizionali cinesi, tra cui il quartetto San
Xiao (1995). Ha registrato per la REM-Musique Française
d’Aujourd’hui Radio France, Delos, Detmold Music, Ze­
bra, Luchiao e Hugo Records. La sua musica è pubblicata
dalla casa editrice Gérard Billaudot di Parigi.
Guo Wenjing è nato nel 1956 a Chongqing nel Sichuan,
in una regione montagnosa nel Sud della Cina e ha comin­
ciato a studiare il violino a dodici anni. Tra il 1970 e il 1977
ha fatto parte dell’ensemble di canto e danza di Chongqing,
uno degli ensemble professionali sponsorizzati dal governo.
Nel 1978 è stato ammesso al Conservatorio Centrale di
Musica di Pechino, dove si è diplomato in composizione
nel 1983 e dove attualmente insegna. Il suo catalogo com­
prende due opere per ensemble da camera, tra cui Wolf Cub
Village del 1994, una sinfonia corale, tre concerti, due poe­
mi sinfonici, varie composizioni di musica da camera ispi­
rate dalla natura e dalle tradizioni del Sichuan, tra cui The
Gorge (1979), The River o f Sichuan (1981-84), Ba ( 1982) e
She Huo (1991), ed un vasto repertorio di musica per il ci­
nema e per la televisione. La sua opera Suspended ancient
coffìns on thè cliffs ofSichuan per due pianoforti e orchestra,
presentata a Berkeley nel 1984, è stata tra le prime della “new
wave” cinese ad attirare l’attenzione internazionale. Guo
Wenjing è stato invitato negli Stati Uniti come visiting
scholar dall’Asian Cultural Council nel 1996, alla Manhat­
tan School of Music e alla University of Cincinnati, e man­
tiene frequenti contatti con l’Europa e con gli Stati Uniti.
Le sue opere vengono regolarmente eseguite in festival ad
Amsterdam, Parigi, Glasgow, Berlino e Varsavia, e figurano
nel repertorio di ensemble internazionali, tra cui la London
Sinfonietta, il New York Music Consort, la Lincoln Center
Chamber Music Society, la BBC Scottish Orchestra e il
Nieuw Ensemble,.
Mo Wuping è nato nel 1957 a Hengyang (Hunan). È entra­
to nel 1983 al Conservatorio Centrale di Musica di Pechi­
no, dove si è diplomato in composizione nel 1988. Si è poi
trasferito a Parigi, dove ha completato gli studi all’Ecole Nor­
male de Musique e al Conservatoire National Supérieur con
Ivo Malec. Il suo catalogo comprende il quartetto d’archi
Rito sacrificale in un villaggio (1987), che gli è valso un pre­
mio ad Hong Kong nel 1988, Fan l e Fan I I per voce ma­
schile ed ensemble (1992), Per Violino solo (1991) e Ao per
fagotto, arpa, percussioni e contrabbasso (1992). Mo è morto
di tumore a Pechino nel giugno del 1993.
Qu Xiaosong è nato nel 1952 a Guiyang (Guizhou), nel
Sud-ovest della Cina. Durante la rivoluzione culturale, ha
lavorato per quattro anni nei campi di riso e grano nelle
montagne di Huangping (Guizhou), dove è venuto in con­
tatto con la cultura e le tradizioni musicali dei Miao. A
vent’anni ha cominciato a studiare il violino, e dopo un anno
è entrato a far parte della orchestra dell’opera di Pechino di
Guiyang. Nel 1978 è stato ammesso al Conservatorio Cen­
trale di Pechino, dove si è diplomato in composizione nel
1983, e dove ha insegnato sino al 1988. Durante gli studi in
Conservatorio ha svolto ricerche etnografiche sul canto po­
polare nel Guangxi. La sua opera Mong Dong per voci e or­
chestra da camera (1984), presentata al primo Festival dei
Compositori Cinesi Contemporanei di Hong Kong nel 1986,
e considerata una delle più significative e originali della nuova
musica cinese. Nel 1989 Qu si è trasferito a New York su
invito della Columbia University come visiting scholar in
composizione. Il suo repertorio recente comprende le opere
da camera Oedipus e The death o f Oedipus, rappresentate ri­
spettivamente alla Swedish Folkopera nel 1993 e alI’Holland Festival di Amsterdam nel 1994, Fang Yan Kou per en­
semble da camera (“rituale buddista per gli spiriti dei morti”
del 1996) e la serie di musica da camera intitolata Ji per
vario organico. Qu ha composto la musica per numerosi fdm
di registi della “quinta generazione” cinese, tra cui Chen
Kaige e Tian Zhuangzhuang, ed è un esperto pittore. La sua
musica è pubblicata dalla Peer-southern Music di New York
ed è incisa su dischi della China Record Company e della
Hong Kong Records.
Nato a Changsha (Hunan) nel 1957, T a n D u n è cresciuto
in una regione rurale impregnata di magia, rituali taoisti e
sciamanismo. Durante la rivoluzione culturale, ha trascorso
due anni in campagna, lavorando come piantatore di riso a
Wangcheng (Hunan). Nel 1976 è entrato a far parte del­
l’Orchestra provinciale dell’Opera di Pechino dell’Hunan.
Nel 1978 è stato ammesso al Conservatorio Centrale di
Musica di Pechino, dove ha studiato con Li Ying Hai e Zhao
Xin Dao e si è diplomato in composizione. La prima esecu­
zione della sua sinfonia Li Sao al Conservatorio di Pechino
nel 1980 è considerata uno degli eventi ^cardine della “new
wave” musicale cinese. Nel 1986 si è trasferito a New York,
con una borsa di studio della Columbia University, dove
ha conseguito il dottorato in composizione con Chou
Wen-chung e Mario Davidowski, e dove risiede tuttora.
Le sue opere più recenti comprendono l’opera Marco Polo su
libretto di Paul Griffiths, presentata in prima esecuzione alla
Biennale di Monaco nel 1996, la sinfonia Heaven, Earth and
Mankind, che ha accompagnato la cerimonia del ritorno di
Hong Kong alla Cina il 4 luglio del 1997, e la sua più recente
opera, Peony Pawillon, è stata presentata nel maggio scorso a
Vienna. Oltre a dedicarsi a progetti sperimentali di musica
per ceramiche, acqua, carta e pietre collabora con artisti e
teatri ed è autore della colonna sonora del fdm Fallen. Tan
Dun è direttore e resident composer della BBC Scottish Symphony, ha registrato numerosi dischi per la Sony Classics,
Nonesuch, CRI e China Record Company e ha un contratto
in esclusiva con la casa editrice G. Schirmer di New York.
Xu Shuya è nato nel 1961 a Changchun (Jilin), in una fa­
miglia di musicisti e ha cominciato a studiare violoncello a
quindici anni. Durante la rivoluzione culturale ha seguito i
genitori in esilio in campagna e vi ha trascorso cinque anni.
Nel 1978 è entrato al Conservatorio di Musica di Shanghai
dove ha studiato violoncello, composizione e direzione d’or­
chestra con Ding Shande e Zhu Jian’er. Nel 1983 si è diplo­
mato in composizione, dedicandosi poi all’insegnamento. Nel
dicembre del 1988 si è trasferito a Parigi con una borsa di
studio del governo francese, e ha studiato all’Ecole Normale
de Musique e al Conservatoire National Supérieur de Musique. Xu ha collaborato con I’I rcam di Parigi, e ha composto
varie opere di musica elettronica, tra cui Taiji 7/(1991) per
flauto e nastro magnetico e Récit sur la vielle mute (1991)
per soprano e nastro magnetico. Altre sue composizioni re­
centi includono Cristal au soleil couchantper orchestra (1991)
e tre opere dedicate al Nieuw Ensemble: Chute en Automne
(1991) per dieci strumenti, Vacuité / Consistance (1996) per
ensemble misto di strumenti cinesi e occidentali, e Dawn on
Steppe (1996) per voce ed ensemble da camera. Xu ha rice­
vuto numerosi premi internazionali e commissioni dal
Ministero della Cultura francese, Radio France, Ensemble
InterContemporain, Ensemble de l’Itinéraire, ensemble TM+
e Nieuw Ensemble. La sua musica è incisa su dischi della
Zebra Records, China Record Company e Groupe de
Musique Experimentale de Brouges, ed è pubblicata dall’edi­
tore Gerard Billaudot di Parigi.
Poème Lyrique II (Su Shi, 1037-1101)
Quand brillera la prochaine lune?
J ’él'eve, en offrande, la coupe vers le ciel et l ’interroge:
Quelle année peut-il être, ce soir, dans la Cité Céleste?
Je voudrais m’y rendre sur l ’aile du vent,
Bien que je craigne les édifices de jade
Et la fraîcheur de l ’altitude.
Je me mettrais alors à danser avec mon ombre misérable,
Cela vaudrait-il la vie sur Terre?
Autour du pavillon rouge, elle tourne,
Passe à travers la porte sculptée,
Projette sa clarté sur celui qui cherche le sommeil.
Nul ne doit être contrarié lorsque la lune reste ronde,
A Pistant de la séparation.
Avec l ’homme,
Il y a la douleur et joie, départ et retrouvailles,
Avec la lune,
Des moments où elle se dissimule et d ’autres où elle se dévoilé,
Des moments de plénitude et des moments de décroissance.
Nul ne peut trouver la perfection.
Seule compte une longue vie
qui nous permette d ’admirer
Au même instant, la même lune,
Alors que mille lieues nous séparent.
traduzione dall’originale di Chen Qigang e C. Fremaux
Circle
direttore
Do you see the sound?
pubblico
Haaa
direttore
Hear the shape
Catch the wind
Can you write it on the sky?
pubblico
Haaa
direttore
The tree wants to rest
But the wind never stops
Poème Lyrique I I
Quando splenderà la prossima luna?
Alzo, in offerta, il calice verso il cielo e chiedo:
Che anno può essere, questa sera, nella Città Celeste?
Vorrei andarci, sulle ali del vento,
Sebbene io tema gli edifici di giada
e il freddo dell’altitudine.
Una volta là inizierò una danza con la mia povera ombra,
Sarà così bello come la vita sulla terra?
Intorno al palazzo rosso lei gira,
passando attraverso le porte scolpite,
proiettando il suo splendore su colui che cerca di dormire.
Nessuno sarà dispiaciuto quando la luna resterà piena,
al momento del congedo.
Con l’uomo,
c’è tristezza e gioia, caduta e rinascita,
Con la luna,
ci sono momenti in cui si nasconde e altri in cui si rivela:
momenti di pienezza e momenti di pallore,
nessuno può trovare la perfezione.
Lei sola raggiunge una così lunga vita
che ci permette di ammirare,
nel medesimo istante, la medesima luna,
mentre mille leghe ci separano.
Circle
Vedete il suono?
Haaa
Ascoltate la forma
Prendete il vento
Potete scriverlo nel cielo?
Haaa
Gli alberi vogliono aver pace
Ma il vento non si placa
Suite from W olf Cub Village
I
tenore
Pitch dark
No moonlight...
Those people I saw today
I realize all the poison in their speech
all the daggers in their laughter
Their teeth were all glistening white...
Pitch dark
No moonlight...
soprano
Pitch dark
No moonlight...
I am only a shadow
I shall leave you and sink into darkness
II
tenore
They want to eat people!
They eat people, so they may eat me!
In ancient times I seem to remember
Men often ate human flesh
This history has no dates in it
But on every page it says
“Confucian Virtue and Morality... ”
soprano
Yet darkness will swallow me up
And light also will cause me to vanish
tenore
Ah!
There are words everywhere
Between the lines:
“Eat man” “eat man”
“eat man” “eat man”
I ’m a man too and they want to eat me
soprano
I ’am tired o f wandering
Between light and shade
I would rather sink into darkness
III
tenore
For four thousand years men
have eaten men
Suite from WolfCub Village
I
Oscurità completa,
nessun chiaro di luna...
Oggi ho visto quella gente,
ho sentito tutto il loro parlare velenoso,
tutto il loro ridere pungente.
I loro denti erano tutti luccicanti di bianco...
Oscurità completa
nessun chiaro di luna...
Oscurità completa,
nessun chiaro di luna...
Sono solo un’ombra
ti lascerò e sprofonderò nelle tenebre.
II
Vogliono mangiare la gente!
Essi mangiano la gente, così potrebbero divorarmi!
Mi sembra di ricordare che in tempi antichi
spesso gli uomini si nutrivano di carne umana.
Questa storia non è collocabile nel tempo
ma in ogni pagina dice:
“La Virtù e l’Etica di Confucio...”
Ancora le tenebre mi inghiottiranno
ed anche la luce mi farà scomparire
Ah!
Ci sono ovunque parole
tra le righe:
“mangia l’uomo” “mangia l’uomo”
“mangia l’uomo” “mangia l’uomo”
Anche io sono un uomo e loro vogliono mangiarmi
Sono stanca di farmi domande
tra luce ed ombra
Vorrei, piuttosto, sprofondare nelle tenebre
III
Per quattromila anni gli uomini
hanno divorato gli uomini
Now I realize I ’ve been part o f it
I ’ve been eating man for four thousand years
Even though I didn’t know until now
How could I ever face a real man?!
soprano
Friend
This is what I would like
To disappear into a darkness
Far away from you
And all the other shadows
Alone
Sunk in the darkness
That world will be completely mine
Ora sento che ho fatto parte di loro
Ho mangiato l’uomo per quattromila anni
anche se non so fino a quando:
ora come potrò mai affrontare un vero uomo?!
Amico,
Questo io vorrei:
dissolvermi nelle tenebre
lontano da te
e da tutte le altre ombre.
Sola
Immersa nel buio
Sarò parte di quel mondo
traduzioni a cura di Fabrizio Cotto
discografia consigliata
Opéra de Pékin
La Forêt en Feu (Buda)
musica religiosa
Naxi Music from Lijiang (Nimbus)
Fanbai - Chant liturgique bouddhique (Ocora)
a cura di:
CD
avanguardia, world, elettronica, jazz
via Plana 1/M - 10123 Torino
tei. 011.88.23.72
I concerti precedentemente previsti all’Auditorium Rai si
terranno nelle seguenti sedi:
venerdì 18 settembre ore 21 {Il Golem)
Cinema Massimo
domenica 20 settembre ore 21
( Orchestra Internazionale d ’Italia, Lu Jia, Krystian Zimermari)
Teatro Nuovo
Settembre Musica ha promosso la pubblicazione dei volumi:
Ligeti, Henze, Petrassi, Nono, Xenakis, Carter, Donatoni,
Gubajdulina, Schnittke, Reich, Berio, Andriessen e Sto­
ria della musica cinese editi dalla EDT e del volume Set­
tembre Musica 1978-97 edito da Allemandi.