Choralia 10 punti per una coralità nuova Nativitas 2005 Marj Kogoj: un anniversario dimenticato Spedizione in A.P. - art. 2 comma 20/c - Legge 662/96- dci PN - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a sostenere le tariffe previste Periodico di informazione corale dell’U.S.C.I. Friuli Venezia Giulia - aderente alla FE.N.I.A.R.CO. marzo 2006 (43) DIRETTORE RESPONSABILE Regione Editore amministrazione pubblicità USCI Friuli Venezia Giulia 33078 San Vito al Tagliamento (PN) Via Altan, 39 tel. 0434 875167 - fax 0434 877547 e-mail: [email protected] - www.uscifvg.it Gorizia Spedizione in a.p. art . 2 comma 20/c legge 662/96 ISCRITTO AL REGISTRO PERIODICI AL N° 410 CON AUTORIZZAZIONE DEL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DI PORDENONE IN DATA 30/06/1995 Pordenone ANNO XI - N. 43 - MARZO 2006 20 USCI GORIZIA IN ASSEMBLEA 22 SULLE RIVE DELLA MOLDOVA PORDENONE ALL’APPUNTAMENTO 28 USCI CON L’ASSEMBLEA ORDINARIA MONTEVERDI: 30 CLAUDIO VESPRO DELLA BEATA VERGINE 1610 32 MANIAGOLIBERO: IL PROFUMO DELLE MEMORIE Trieste PERIODICO DI INFORMAZIONE CORALE A CURA DELL’USCI FRIULI VENEZIA GIULIA 34 UN NUOVO ORATORIO PER NATALE LA RASSEGNA INTERNAZIONALE 35 RITORNA DI CORI SCOLASTICI 37 “INTONAT” CORSO DI INTONAZIONE NATURALE Udine (43) Choralia ALLA RICERCA DI UNA 40 MAIERO: NUOVA MUSICA POPOLARE 43 “ROSIS GNOVIS DA LIS LIDRÎS VIERIS” 44 CONCERTO PER GIACOMO CARISSIMI ZSKD-UCCS Fornasier INDICE PRESIDENTE: Sante 3 RIFLESSIONI PER UNA NUOVA CORALITÀ 5 NATIVITAS 2006: CALENDARIO CHE SI RINNOVA 12 LE TRADIZIONI MUSICALI DEGLI SLOVENI IN ITALIA 14 MARJ KOGJ UN CINQUANTENARIO DIMENTICATO UN PROGETTO MUSICALE 46 LIPA: TRANSFRONTALIERO Lucia Vinzi Via Del Carso, 15 - 34078 Poggio Terza Armata (GO) tel. 0481 960669 - [email protected] COMITATO DI REDAZIONE Carlo Berlese Via Tagliamento, 3 - 33077 Sacile (PN) tel. 0434 734810 - [email protected] Luisa Antoni Via di Noghere, 27/b - 34015 Muggia (TS) tel. 040 231022 - [email protected] Fabio Nesbeda Via Boccaccio, 19 - 34135 Trieste tel. 040 417914 - [email protected] Andrea Venturini Via Villa, 115 - 33011 Artegna (Ud) tel. 0432 987988 - [email protected] Hanno collaborato Roberto Frisano, Rossana Paliaga, Fabio Pettarin, Pio Pradolin, Daniela Romio. Progetto grafico Carlo Del Sal design Stampa Poligrafiche San Marco - Cormons (GO) INVIO FOTO PER LA PUBBLICAZIONE Per motivi tecnici e di qualità della pubblicazione, è necessario che le foto che pervengono alla redazione siano corrispondenti ad alcuni parametri che permettono la buona qualità della stampa delle stesse. Invitiamo pertanto tutti coloro che inviano le foto ad attenersi a quanto segue: Foto in dimensione reale (100%) Risoluzione: 300 pixel/pollice oppure 120 pixel/cm Il peso finale di un’immagine con metodo colore RGB di dimensioni 15x10 cm dovrà essere di 6 mb; il peso di un'immagine con metodo colore SCALA DI GRIGIO di dimensioni 15x10 cm sarà di 2 mb. In caso di invii non rispondenti a questi parametri la redazione non potrà garantire la stampa ottimale delle foto. 48 CONCORSI R E G I O N E Choralia SANTE FORNASIER: RIFLESSIONI PER UNA NUOVA CORALITÀ i n occasione del primo numero di Choralia in questo anno XI abbiamo chiesto al Presidente Sante Fornasier quali sono, anche dal suo osservatorio nazionale ed europeo, le prospettive per la coralità negli anni a venire. Ci ha riassunto le sue riflessioni in dieci sintetici ma densi ed efficaci spunti di riflessione sui quali invitiamo i lettori a meditare per restituirci i loro pensieri. Giovane. La coralità oggi deve sapersi misurare col mondo giovanile, riuscire a dialogare, confrontarsi col linguaggio dei giovani e proporre con determinazione l'idea che le giovani generazioni si conquistano con la qualità e l'alto profilo delle proposte. Vediamo sempre più organizzazioni che investono nei giovani, li coinvolgono, li incentivano a dare con responsabilità il loro contributo (commissione giovanile di Feniarco e di Europa Cantat). Modello di questa coralità devono essere i grandi festival europei, l'incontro di culture diverse, la passione e la voglia di mettersi in gioco. I cori di bambini e giovanili sono una realtà in crescita, dobbiamo divulgare il più possibile le molte esperienze che abbiamo a livello nazionale, crederci per far vedere che “è possibile” . Che dialoga con la scuola. Il mondo corale deve sforzarsi di continuare un dialogo con la scuola a tutti i livelli (scuola dell'obbligo, scuola superiore, università e conservatori). Dobbiamo riuscire a inserire il canto corale come elemento formativo, di ampliamento culturale e come opportunità professionale per le giovani generazioni. La coralità ha bisogno della scuola e la scuola ha bisogno della coralità. Cantare in coro ha un'alta valenza sociale e non più prescindere da una percezione di gruppo positiva, rende possibili esperienze, opportunità e occasioni che una visione individualistica preclude, forma i giovani per un futuro appassionato ed avvincente. Che forma direttori. Bisogna investire molto nella formazione di giovani direttori, dar loro un futuro che sarà fatto di passione ma anche di opportunità professionali. Lavorare in maniera progettuale implica una risposta di programmazione articolata, in grado di rispondere ad 3 Choralia R E G I O N E esigenze diverse e sicuramente difficili da armonizzare. Per far questo ci vogliono direttori preparati. Ogni coro dovrebbe farsi carico di formare alcuni direttori (oltre che giovani coristi) per garantirsi un futuro qualificato. Organizzata. Molto è stato fatto in termini organizzativi dai nostri cori, ormai è chiaro a tutti che senza una solida idea organizzativa è difficile portare avanti progetti ambiziosi. Dobbiamo continuare con sempre maggior determinazione su questa strada per dare agli slanci entusiastici del volontariato artistico-musicale quella organizzazione professionale che ci permette di ottenere la giusta visibilità nel panorama culturale nazionale, internazionale e che ci da peso nei confronti dell'Ente pubblico. Aperta all'Europa. La coralità ha dimostrato di saper aderire agli ideali europei ben prima della politica e anche questa visione del movimento corale costituisce un punto di forza. Nei prossimi anni dovremo essere sempre più presenti e protagonisti nel contesto internazionale. Collaborare a livello europeo significa condividere contenuti sostanziali, liberarsi da concezioni provinciali e limitate per aprirsi a sfide sempre più entusiasmanti e concretamente propositive. Progettuale. La coralità ha superato la fase di funzione ricreativa o nostalgica di valori stereotipati, è costretta a reinventarsi continuamente per rispondere alle continue sfide di una realtà complessa e in veloce cambiamento. Solo una coscienza progettuale vera permette di pianificare e armonizzare l'uso delle risorse (ampie) che il nostro tempo ci offre. Certo le difficoltà non mancano ma concentrare i migliori talenti attorno ad un progetto esaltante è sempre una grande esperienza. 4 Competitiva. La coralità deve accettare di essere competitiva, naturalmente in senso positivo. Deve accettare di misurarsi per autovalutarsi e crescere. Deve competere con i falsi valori legati al consumismo sfrenato della nostra società e proporsi come alternativa culturale alle giovani generazioni. Deve saper lanciare il cuore oltre l'ostacolo per competere con la facile mediocrità da cui siamo tentati ogni giorno. Che sa valorizzare la tradizione. I cori sono anche il luogo di conservazione dei tesori della musica popolare e della tradizione musicale della nostra nazione. Valorizzare questo patrimonio significa prendere coscienza dei valori che esso porta con se e riproporli con gli occhi della modernità, contestualizzandoli nella sensibilità di oggi. Nulla si inventa, i valori più generali si riscoprono sorprendentemente attuali proprio perchè provengono da testimonianze che ci appartengono. In sintonia con i compositori contemporanei. Si sta delineando un dialogo sempre più proficuo tra cori e compositori, questo venti anni fa non c'era. Esprimere la creatività musicale del nostro tempo è un valore irrinunciabile, e i nostri cori lo stanno facendo. Si sta saldando sempre di più la frattura che c'era tra genio creativo e fruibilità, condivisione con il pubblico dell'emozione estetica. Dare vita musicale alle partiture concepite da menti contemporanee darà sempre più ricchezza e ragione di crescita alla coralità, sia essa amatoriale o professionale. Amatoriale in modo professionale La coralità amatoriale è in grado di coniugare i migliori fermenti di coloro che svolgono un'attività per il solo piacere di farla con le esigenze di professionalità che un progetto di alto profilo esige. Sperimentare queste contaminazioni porterà senz'altro a punte di eccellenza in grado di stimolare tutto il mondo corale. R E G I O N E Choralia NATIVITAS 2006 CALENDARIO CHE SI RINNOVA s uscita interesse e diventa sempre più efficace la formula di Nativitascanti e tradizioni natalizie in Alpe Adria che l'USCI Friuli Venezia Giulia propone nel periodo che va dall'Avvento all'Epifania, periodo tradizionalmente ricco di iniziative che Nativitas riunisce non solo in un unico cartellone e in un'unica immagine promozionale ma anche, e sempre di più coerentemente, in un progetto condiviso e partecipe. Innumerevoli i concerti a cui danno vita i cori della regione e i loro ospiti da fuori regione e dall'estero. Tra questi abbiamo individuato i più significativi dandone notizie in questa lunga panoramica che interessa tutte le province. GORIZIA Il Nativitas Goriziano è stato senz'altro caratterizzato da In te Domine confitemur, il ciclo di concerti promossi dall'USCI Gorizia. nell'ambito del progetto Trasparenze - Musica corale, autori, opere e periodi, progetto promosso con l'obiettivo di stimolare una ricerca e un approfondimento su tematiche relative alla musica corale. Per questa edizione di Trasparenze l'approfondimento si è orientato sulla coralità Centro Europea e in particolare sulla musica e i musicisti dell'area boema e della città di Praga. I cori aderenti avevano già avuto modo di approfondire l'aspetto storico stilistico con due lezioniconferenza tenute da Marco Maria Tosolini nel mese di maggio. Il coro, preparato dal maestro Aldo Danieli si è impegnato nell'esecuzione di due opere di Antonin Dvorak (1841 1904), il Te Deum op. 103 del 1892 e il Salmo 149 scritto nel 1879. Te Deum e Salmo 149 sono tra le opere più significative del compositore boemo entrambe intrise di grande energia e musicalità che ben hanno evidenziato, oltre alle doti compositive dell'autore, il forte impegno profuso da coristi e maestri nell'allestimento di un progetto impegnativo. Hanno partecipato al progetto policorale sette cori della 5 Choralia R E G I O N E provincia di Gorizia: l'Associazione corale “Audite Nova” di Staranzano diretta da Gianna Visintin, l'Associazione corale “Vox Julia” di Ronchi dei Legionari diretta da Elisa Ulian, la corale “S. Ambrogio” di Monfalcone diretta da Cristina Allegra, il coro “Città di Gradisca” diretto da Luca Perissin, la “Coral di Lucins” diretta da Stefano Gianesi, il coro del liceo scientifico “M. Buonarroti” di Monfalcone diretto da Gianna Visintin e il Gruppo Corale “Ars Musica” di Gorizia diretto da Lucio Rapaccioli. L'impegno concertistico è iniziato il 1 dicembre con un concerto a Trieste accompagnato dalla Nuova Orchestra da Camera “F. Busoni” diretta da Massimo Belli. Il concerto è stato replicato con grande successo di pubblico nel Duomo di Monfalcone sabato 3 dicembre. L'8 di dicembre i cori si sono trasferiti a Praga e, nella capitale ceca si sono esibiti il 10 dicembre nella Chiesa di San Salvatore accompagnati dall'Orchestra praghese 6 “Sinfonietta” diretta da Miriam Nemcova. Nelle pagine di Gorizia ampio spazio è dedicato alla trasferta praghese L'11 dicembre 2005, nell'ambito di Nativitas il Gruppo Vocale “Ansibs” di Monfalcone si è esibito nella chiesetta di Santa Domenica a Selz di Ronchi dei Legionari. Il repertorio proposto ha preso avvio dal progetto presentato dal Gruppo a Corovivo: “La storia del Natale: gli eventi della narrazione sacra rivisitati da Jonathan Rathbone e Ben Parry”. Il gruppo ha quindi proposto brani natalizi in tema col periodo di Avvento e Christmas Carol della tradizione anglosassone. Il programma ha anche toccato un repertorio più familiare all'ottetto Ansibs e cioè quello degli arrangiamenti jazz della musica strumentale barocca, con particolare attenzione a Johann Sebastian Bach, brani che non hanno mancato di sorprendere piacevolmente il numeroso pubblico presente al concerto. La Chiesa di San Lorenzo Martire di Ronchi dei Legionari ha ospitato, domenica 4 dicembre il concerto Meditazioni musicali in tempo d'Avvento organizzato dall'Associazione Corale “Vox Julia” di Ronchi dei Legionari. Il coro Vox Julia ha aperto la serata con tre brani in linea con il tema proposto, in particolare il terzo, Prayer of the children di Jurt Bestor, dedicato ai bambini della ex Jugoslavia che l'autore ha conosciuto e frequentato durante un suo viaggio in quella terra. Toccante il messaggio proposto:"potete sentire la preghiera dei bambini? Bambini che in tutto il mondo, non solo nei luoghi di guerra, pagano per gli errori degli adulti.” Dopo il saluto del coro di casa, si è esibito il Coro Polifonico di Ruda e del Friuli Venezia Giulia magistralmente diretto da Fabiana Noro. Il coro ha proposto un programma piuttosto vario che ha spaziato attraverso diversi periodi musicali ed è stato eseguito con molta accuratezza e precisione. Il coro è riuscito a creare un'atmosfera suggestiva con la pienezza ma allo stesso tempo con la morbidezza delle voci. Le esecuzioni di Die Nacht e del Salmo 23 di Franz Schubert, di The ballad of little Musgrave di Benjamin Britten e del De profundis di Arvo Pärt sono state particolarmente apprezzate e gradite, grazie anche all' intervento di David Giovanni Leonardi al pianoforte e di Giorgio Fritsch alle percussioni. R PORDENONE Tempus Aventus et Tempus Nativitatis, ovvero aspettando il Natale. Questo è il tema del concerto natalizio con il quale il Coro Polifonico “S. Antonio Abate” di Cordenons, diretto da Monica Malachin, ha intrapreso uno scambio culturale con il Chorus Anonymus di Klagenfurt,. Il primo concerto, che ha trovato la sua giusta collocazione nella chiesa del Cristo a Pordenone il 3 dicembre, ha visto una splendida esecuzione del coro austriaco guidato da Markus Krainz, che ha eseguito brani del '500-700 di Markus. Vulpis, J. Eccard, Johann Sebastian Bach, Michael Praetorius, M. Franck e di autori più vicini a noi come Sergej Rachmaninov, Bauernfeind, Jaeggi, Kropfreiter, Doppelbauer. Lo scambio si è concluso con un concerto ospitato dalla comunità di Pörtschach am Wörter See in Carinzia. Alla presenza di un folto pubblico, il Coro Polifonico “S. Antonio Abate” ha raccontato il periodo dell'Avvento attraverso lavori di Jacob Handl, Tomàs Luis da Victoria e del friulano Orlando Di Piazza mentre per descrivere la meraviglia del Natale ha scelto brani di Giovanni Pierluigi da Palestrina, Pekiel e dell'aretino Lorenzo Donati. Il coro “Officum Consort” di Pordenone ha avuto l'opportunità, nell'ambito di Nativitas 2005, di proporre un interessante progetto musicale incentrato sul rapporto fra tradizione monodica e letteratura organistica, in collaborazione con il maestro Francesco Finotti, organista di fama internazionale, nella prestigiosa Cattedrale di San Giusto a Trieste domenica 18 dicembre. Il progetto dal titolo In omnem terram exivit sonus, ha toccato le corde forti di un repertorio organistico che - nel tempo - ha trovato ispirazione nel canto gregoriano e, recependone la lezione, ha prodotto autentici capolavori anche nell'età contemporanea. Il concerto si è articolato con un alternatim tra voci e strumento, toccando autori quali Franz Liszt e Duprè e chiudendo su un tipico esempio di contaminazione contemporanea, dalle caratteristiche compositive spiccatamente “modali”, quali il Kirie dalla Messe du pauvres di Erik Satie. Inquadrato nell'arco dei programmi di Nativitas, il concerto di Natale del 18 dicembre 2005, svoltosi nel Duomo di San Vito al Tagliamento, ha avuto per tema La Gloria e la Lode del Natale nel Te Deum di Charles Gounod. Interpreti: il Gruppo Vocale “Città di San Vito” guidato dal Maestro E G I O N E Choralia Gioachino Perisan, gli organisti Luigino Favot e Roberto Gri, le due arpe Elisabetta Ghebbioni e Daria Bolcati. Gounod compose il Te Deum per arpe, soli (o piccolo coro), coro e due organi nel 1886, in occasione della beatificazione di Giovanni Battista de la Salle. Negli stessi anni in cui altri grandi compositori si cimentarono nel musicare il testo dell'inno Gounod compose il suo Te Deum nel 1886, quasi contemporaneamente a Anton Bruckner (1884), Antonin Dvorak (1892) Giuseppe Verdi (1896). Il Te Deum di Gounod occupa in questo panorama un posto particolare dovuto all'insolita partitura. 7 Choralia R E G I O N E Oltre al coro il compositore francese vuole quattro solisti che possono essere sostituiti da un piccolo coro, mentre per ognuna delle due parti di arpa Gounod chiede tre arpe per ragioni acustiche. Il primo organo ha funzione di semplice accompagnamento del coro, mentre il secondo grande organo ha funzione solista e, con la densità delle sequenze accordali, aumenta l'effetto di potenza e grandiosità. La composizione usa un linguaggio molto espressivo e di grande impatto sonoro. La scelta del settimo modo gregoriano nell'ultimo episodio (in te Domine speravi), rivela il suo atteggiamento di devoto ossequio alla musica antica. Quem vidistis pastores? È il tema che la “Corale Polifonica” di Montereale ha proposto per il concerto del 18 dicembre presso la chiesa S. Maria Assunta di Montereale. Il titolo è ispirato al mottetto natalizio composto dal musicista cividalese don Antonio Foraboschi (1889-1967), compositore, sconosciuto ai più e valorizzato, negli ultimi anni, proprio dalla compagine di Montereale. La sera del concerto, dello stesso autore è stato eseguito il bel componimento del Trittico Mariano, suddiviso in forma dialogica tra un mezzosoprano (Maria), un 8 baritono (il Diletto), ed il coro che di volta in volta personifica gli Angeli, gli Apostoli e l´Umanità. Il testo è in latino ed è suddiviso in tre momenti con una logica quasi teatrale: nella quiete della Dormizione, nei fremiti dell´Assunzione e nello scampanio della Glorificazione. Hanno partecipato al concerto la “Corale Polifonica” di Montereale il coro lirico “Voci del Piave”, l´orchestra da camera “Città di Pesaro”, il mezzo soprano Svetlana Novikova ed il baritono Manolo Villani. La sera di giovedì 8 dicembre 2005, nel duomo di San Vito al Tagliamento gremito di pubblico, si è tenuto il grande concerto dedicato al Vespro della Beata Vergine di Claudio Monteverdi. L'Associazione per la musica rinascimentale “Alessandro Orologio” di Spilimbergo, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, della Fondazione Crup, del Comune di San Vito e dell'Usci Friuli Venezia Giulia, e in collaborazione con l'Usci di Pordenone, la Fondazione Bon e l'Associazione Pueri Cantores del Duomo di Udine, ha allestito ed eseguito in forma liturgica il grandioso vespro monteverdiano nel giorno della festività dell'Immacolata concezione. Il concerto era inserito oltre che in Nativitas, nel cartellone della stagione San Vito Musica organizzata dal Comune di San Vito al Tagliamento. Al concerto hanno partecipato numerosi esecutori, provenienti sia dall' Italia che dall'estero. Erano presenti sette solisti, riconosciuti tra i maggiori esperti di musica antica nel panorama internazionale i soprani Laura Antonaz e Silva Pozzer, il controtenore Alessandro Carmignani, i tenori Giampaolo Fagotto e Mario Cecchetti, il baritono Furio Zanasi e il basso Daniele Carnovich. Tutti questi solisti collaborano stabilmente con i più prestigiosi gruppi di musica antica in tutta Europa ed hanno al loro attivo numerosissimi concerti e incisioni musicali. L'orchestra che ha eseguito la non facile partitura, l'Ensemble strumentale Orologio, era costituito in questa occasione da circa una ventina di strumentisti con molti e vari strumenti dell'età rinascimentale. Tra gli esecutori erano presenti i cornettisti americani Bruce Dickey e Doron Sherwin, membri fondatori del celeberrimo Concerto Palatino e considerati tra i migliori specialisti al mondo del loro strumento. I cori partecipanti a questo progetto, quattro in questa occasione e con la presenza di circa una settantina coristi, sono stati gli R “Juvenes Cantores” del Duomo di Udine, l'”Ensemble vocale Orologio” di Spilimbergo, la “Schola gregoriana” della “Polifonica Tomadini” di San Vito al Tagliamento e il coro di voci bianche “Pueri Cantores” del Duomo di Udine. L'esecuzione del Vespro ha avuto luogo in forma liturgica, con la presenza di un sacerdote, Monsignor Nicola Biancat parroco del duomo sanvitese, che ha celebrato un vero vespro mariano così come inteso dallo stesso Monteverdi: l'impressione che se ne è avuta è stata quella di un evento a metà strada tra concerto, celebrazione liturgica e rievocazione storica vera e propria. Il pubblico, numerosissimo, ha manifestato grandi consensi per la qualità artistica ed ha calorosamente applaudito gli esecutori. Il colpo d'occhio in chiesa, per la cura del grande allestimento, per la disposizione in “doppio coro” con la presenza dei tre organi, e con i solisti e l'orchestra al centro, si è rivelato davvero impressionante, e ha dato l'idea di come poteva essere una grande liturgia veneziana nella basilica di San Marco nel primo Seicento. Un evento quindi che ha suscitato l'entusiasmo di tutti i partecipanti per il risultato artistico ottenuto . TRIESTE Il cartellone di Nativitas è stato caratterizzato anche a Trieste da un ampio ventaglio di proposte musicali, alcune di singoli cori o gruppi, altre inserite nell'ambito di iniziative più ampie e di incontri di cori, oppure in manifestazioni di rilievo cittadino. In alcuni casi sono stati presentati a Trieste concerti già facenti parte di un progetto regionale, e proprio per questo ascrivibili ad un ambito più vasto, interessante anche altre province, e come tale ampiamente recensito in altra sede. È il caso di Dominum confitemur…, organizzato dall'USCI di Gorizia, e presentato, oltre che a Trieste, a Monfalcone e a Praga. Possiamo ricordare anche i concerti inseriti da cori triestini nell'ambito di Nativitas, ma eseguiti in realtà non a Trieste, come ad esempio i Canti di Avvento proposti dai “Piccoli Cantori della Città di Trieste” diretti da Maria Susovsky e Cristina Semeraro ancora a Praga, nel quadro delle manifestazioni dell'Avvento praghese. Anche un altro gruppo triestino, gli “Amici del canto gregoriano”, diretti da Paolo Loss, ha eseguito il suo concerto in un'altra provincia, in collaborazione con l'associazione “Panta rhei”, nel Duomo di E G I O N E Choralia Gorizia, intitolandolo con l'invocazione latina Venite adoremus, e spaziando su quattro temi della storia della Salvezza: la misericordia del Signore, la bellezza della Madre di Dio, l'annuncio del Salvatore e l'adorazione del Cristo incarnato. Il gruppo ha eseguito brani del repertorio gregoriano classico con qualche esempio della tradizione più recente, concludendo il suo programma con le parole dei Magi, riportate dall'evangelista Matteo: Vidimus stellam eius in oriente et venimus cum muneribus adorare Dominum (Abbiamo veduto la sua stella in oriente e siamo venuti con doni per adorare il Signore). Incontri fra cori diversi, ognuno portatore di una propria esperienza nella programmazione del repertorio e delle tradizioni natalizie, hanno caratterizzato il panorama triestino di Nativitas. Da segnalare la quinta edizione della Rassegna “Atmosfere di Natale”, organizzata dall'Ensemble vocale femminile “Il Focolare” il 17 dicembre, nella chiesa dei SS. Pietro e Paolo. Come consuetudine sono stati chiamati cori provenienti da altre province e regioni: quest'anno oltre coro ospitante, diretto da Giampaolo Sion, hanno cantato la “Società 9 Choralia R E G I O N E Filarmonica Giuseppe Verdi” di Ronchi dei Legionari, diretta da Diana Mian, e il coro maschile “Vecchio Ponte” di Bassano del Grappa, diretto da Giovanni Mayer. I tre cori hanno presentato un repertorio di canti natalizi tratti della propria tradizione, concludendo il concerto con un esecuzione d'assieme di Stille Nacht. Questo momento d'amicizia con il coro triestino è proseguito il giorno dopo, con la visita del Castello di Miramare e con il concerto del coro di Bassano alla Rassegna corale organizzata a Ronchi dei Legionari. Si è inserito negli appuntamenti di Nativitas anche il concerto del coro giovanile “Cantica nova”, di Trnava (Slovacchia), tenutosi il 10 dicembre nella chiesa di San Giacomo nell'ambito dell'ottava Rassegna internazionale di cori scolastici organizzata dal Coro del Liceo scientifico “Oberdan” e svoltasi il giorno precedente (se ne parla in altra pagina della rivista). Il coro slovacco, diretto da Gabriel Kalopoπ, ha presentato un programma vario di canti di ispirazione religiosa e natalizia, distinguendosi soprattutto nel repertorio popolare slovacco e in una serie di spiritual. Alla fine del concerto, il coro ha cantato assieme agli ospiti italiani dei due cori del 10 Liceo “Oberdan” (“piccoli” e “senior”) una brillante versione del celebre O Happy Day. Un concerto a due cori dal significato particolare, e intitolato Fra Oriente e Occidente. Le radici comuni della musica cristiana, è stato proposto la sera della festa dell'Immacolata nella chiesa di Santa Maria Maggiore dalla “Società Polifonica S. Maria Maggiore”, diretta da Vincenzo Ninci, e dal coro “Vox Ecumenica”, diretto da Anna Kaira. Per quanto non limitati al periodo strettamente natalizio, i programmi dei due cori hanno rappresentato bene le componenti “occidentali”, dal gregoriano al '900, del canto cristiano, messe in luce dalla raffinata esecuzione del coro “S. Maria Maggiore”, e quelle legate alla tradizione ortodossa orientale, valorizzate dalle robuste voci del coro diretto da Anna Kaira, musicista ucraina di grande sensibilità e di sicura esperienza nel campo della tradizione liturgica serboortodossa. Proprio a questa tradizione si è legato il brano d'assieme a cori riuniti, il festoso e augurale Mnogaja leta (Ad multos annos) di Bortnjanskij, conclusivo della solenne liturgia ortodossa. E ancora appuntamenti, in questo denso programma triestino di Nativitas. Il coro femminile “Clara Schumann”, diretto da Chiara Moro, ha proposto, nell'elegante sede del palazzo del “Ferdinandeo”, un programma di brani romantici d'ispirazione religiosa (tra i quali una rara Ave Maria di Franz von Suppè) e, nella seconda parte, il noto A Ceremony of Carols di Britten, eseguito nella versione per coro femminile e pianoforte con la collaborazione della brillante pianista Cristina Zonch. Il Gruppo vocale e strumentale “Cantaré”, nella sua vasta articolazione dei “pulcini”, delle voci bianche, delle sezioni femminile e mista, dirette da Barbara Crapaz e dal fondatore Luciano De Nardi, ha presentato in due concerti - uno, nella chiesa di Notre-Dame-de-Sion, un altro, ormai tradizionale, il pomeriggio dell'Epifania nella chiesa di San Gerolamo - una scelta di canti ispirati al Natale nella tradizione italiana e anglosassone. Anche il complesso vocale e strumentale “Gruppo Incontro”, diretto da Rita Susovsky, con la collaborazione musicale di Nicola Colocci e l'apporto strumentale di altri musicisti, ha proposto la Sacralità del Natale attraverso i secoli nella chiesa dei Santi Ermacora e Fortunato a Roiano, con un interessante programma R che spaziava dalle laudi cortonesi alla tradizione classica e romantica ed alla produzione più recente di matrice anglosassone e nordamericana. Ricordando il bolognese Giacomo Antonio Perti nel 250° anniversario della morte, proprio nell'anno in cui vide la luce Mozart, il coro “Hortus Musicus”, diretto da Fabio Nesbeda, ne ha proposto, nella chiesa dell'Immacolato Cuore di Maria, i Responsi per il Natale, preceduti dall'inno vespertino e scritti per il singolare organico di coro, violino e basso continuo. Ai brani musicali sono state alternate le letture previste dall'Ufficio dei Vespri di Natale, in modo da rivivere, sia pure in forma breve, lo spirito della celebrazione festiva. Alle celebrazioni per i 150 anni della Chiesa di San Giacomo Apostolo, infine, ha contribuito il gruppo formato dalla Corale di Buttrio e dai “Legris Cantors” di Percoto, diretti da Massimo Devitor, e dalla “Cappella Tergestina”, sotto la direzione complessiva di Marco Podda, nell'esecuzione di un piccolo gioiello del secondo '800 francese, l'Oratorio di Natale di Camille Saint-Saëns, e di Nativitas Domini, nuovo oratorio natalizio composto dallo stesso Marco Podda. UDINE Anche quest'anno sono stati numerosi i concerti che “Nativitas” ha saputo proporre nel territorio della provincia di Udine, confermando l'impegno dei cori nel presentare repertori originali e sempre più ricercati. Sono stati quattro i progetti selezionati dalla Commissione Artistica dell'USCF che hanno animato la manifestazione in provincia ed hanno coinvolto un folto ed attento pubblico. Tre sono stati i gruppi impegnati nel progetto “InCanti di Natale”: la “Corale di Buttrio” ed i “Legris Cantors” di Percoto, diretti da Massimo De Vitor e la “Cappella Tergestina” diretta da Marco Podda. Nei tre concerti proposti a Nimis, Pavia di Udine e Buttrio sono stati presentati l'Oratorio di Natale di Camille Saint-Saëns, Nativitas Domini dello stesso Podda, concludendo con alcuni brani della tradizione natalizia. Nella realizzazione del progetto i tre cori sono stati affiancati da cinque cantanti solisti, una voce recitante e da una nutrita orchestra, il tutto diretto dal maestro Marco Podda. Nelle pagine della provincia di Trieste un approfondimento sul programma del concerto “Harmonia in nativitate Domini 2005” è stato il titolo del concerto realizzato a Rubignacco E G I O N E Choralia di Cividale dall'accademia musicale-culturale “Harmonia” di Cividale del Friuli, diretta da Giuseppe Schiff. Il progetto, che voleva valorizzare la tradizione natalizia colta e popolare e presentare le composizioni di autori di fama internazionale, ha offerto un vasto programma nel quale è stato possibile ascoltare un antico discanto cividalese, alcune laudi trecentesche, fino a composizioni di Praetorius, Monteverdi, J. S. Bach, Himmel, senza trascurare le più antiche melodie natalizie friulane. Il coro “G. Peresson” di Piano D'Arta, diretto da Arnaldo De Colle, nel concerto tenuto a Piano D'Arta il 17 dicembre, ha proposto “Un Natale davvero speciale”. Porre attenzione a situazioni e problematiche del nostro tempo nella visione cristiana del Natale, sono state la finalità del progetto che è stato realizzato raccogliendo le espressioni più significative e meno conosciute del territorio, proposte attraverso brani inediti e basate sulla ricerca e documentazione delle fonti. Accanto a numerose composizioni originali di tema natalizio di Arnaldo De Colle, sono stati presentati alcuni brani di estrazione colta ai quali la 11 Choralia R E G I O N E tradizione locale e la stessa sapiente mano di De Colle hanno adattato testi in friulano. L'Abbazia di Rosazzo ha ospitato infine il concerto del coro femminile “Harmonious Ensemble” di Ruda. Nel progetto “Christmas carols (a child asleep)” si è colto il desiderio di far rivivere l'atmosfera del Natale angloamericano, quando nelle chiese e lungo le vie delle città si canta per festeggiare la nascita di un bimbo che, con la sua purezza, porterà la luce nel mondo. Diretto dall'attenta mano di Elisa Ulian, l'”Harmonious Ensemble” ha quindi proposto numerosi brani della tradizione natalizia inglese ed americana, scritti ed arrangiati da compositori contemporanei, tra i quali Edward Elgar e Benjamin Britten. LJUDSKO IZROŒILO SLOVENCEV V ITALIJI LE TRADIZIONI MUSICALI DEGLI SLOVENI IN ITALIA FINALMENTE RISTAMPATO IL VOLUME DI PAVLE MERKÙ Roberto Frisano Ml a seconda edizione del volume di Pavle Merkù, Ljudsko izro≥ ilo Slovencev v Italiji / Le tradizioni musicali degli sloveni in Italia è uscita per la Pizzicato e con il sostegno dell'USCI alla fine del 2005. Questa seconda edizione si presenta in realtà come una ristampa, con alcune revisioni e correzioni dell'autore, della prima edizione del 1976 (Editoriale Stampa Triestina), esaurita ormai da molti anni. Un'importante novità è costituita dall'allegato cd che 12 contiene una selezione dei documenti sonori rilevati da Merkù (le registrazioni originali sono conservate al Glasbenonarodopisni Inπtitut SAZU / Istituto per l'Etnografia musicale dell'Accademia slovena delle scienze e delle arti di Lubiana). Trattandosi di un lavoro che ormai è considerato un “classico” tra le raccolte di materiali di tradizione orale, mi sembra più opportuno proporre alcune considerazioni sul volume piuttosto che una vera e R propria recensione. Questa raccolta di canti e testi popolari delle comunità slovene in Italia ha avuto origine nella preparazione di una serie di trasmissioni radiofoniche per la Stazione Trieste A in lingua slovena della RAI. Nell'introduzione del volume, Merkù stesso ricorda gli inizi del suo lavoro, l'entusiasmo, ma anche la mancanza di una metodologia unitaria, per lui di formazione musicale classica e “neofita” dell'etnomusicologia. Le difficoltà successive furono relative soprattutto alla gestione dell'immenso materiale raccolto, superate grazie alla maturazione, strada facendo, dei criteri di raccolta, trascrizione e analisi. Il primitivo interesse per i canti si allargò in seguito ai racconti, alle descrizioni di usanze, alle formule di guarigione, ai proverbi, agli scongiuri, agli indovinelli ecc. Data la crescente quantità di documenti sonori, Merkù pensò poi ad una pubblicazione ordinata di tutto il materiale. Il volume si configura, quindi, come una raccolta corposa e organica delle tradizioni musicali (e non solo) della fascia slovena a ridosso del confine orientale friulano. Il materiale vi è presentato in sezioni che corrispondono alle zone dialettali slovene (in quest'aspetto ordinativo e nella cura riservata alla trascrizione fonetica dei testi si nota la preparazione di linguista dell'autore) che sono l'area dei Barchini (sud-est di Trieste), l'area del Carso orientale, l'area del Carso occidentale, l'area del Collio, l'area del Natisone, l'area del Torre, l'area resiana e l'area zegliana (Valcanale). Dato che nelle zone marginali di un territorio linguistico e culturale c'è maggior possibilità di conservazione delle particolarità linguistiche dialettali, dei canti e delle testimonianze della vita tradizionale, Merkù ha potuto raccogliere e portare all'attenzione di tutti documenti sonori estremamente preziosi, in particolare di quelle zone fino ad allora poco studiate come l'alta valle del Torre, la valle del Cornappo o la Valcanale in E G I O N E Choralia provincia di Udine, dove la presenza linguistica e culturale slovena era già fortemente indebolita. A quasi trent'anni di distanza, la seconda edizione del libro ripropone ai nostri occhi tutto il valore documentario del lavoro svolto da Merkù assieme alla sua importanza etnomusicologica ed etnografica. Tra i testi e le notazioni musicali, però, si percepisce anche l'attenzione per la dimensione antropologica che deve essere sempre sottesa al lavoro del ricercatore che si accosta alla cultura tradizionale. Chi ha provato anche solo per una volta a fare ricerca sul campo e ad entrare in contatto con i portatori della tradizione sa quanto siano emozionanti, oltre al documento che si raccoglie, il senso umano dell'incontro, il vissuto, le storie individuali e gli atteggiamenti comunicativi degli informatori. Allora, come scrive Gian Paolo Gri nella prefazione del volume Tonanìna Tonanà, «si capisce che si tratta di occasioni uniche, s'impara l'umiltà e da ricercatori ci si trasforma in scolari». Proprio questa sensibilità percorre sottilmente il lavoro di Merkù; essa traspare qua e là nelle brevi didascalie che accompagnano le fotografie del volume. Valga fra tutti questo affettuoso commento a corredo della foto dell'informatrice Maria Picogna Vizzutti di Cergneu (p. 287), «la più cortese fra i miei informatori: dalla sua voce ho udito la parlata slovena più meravigliosa, il linguaggio più musicale fra quanti mi è stato dato di udire». I canti, le filastrocche, i racconti, le preghiere e gli scongiuri raccolti da Merkù fra il 1965 e il 1974 offrono un ampio spaccato di un mondo di 13 Choralia R E G I O N E tradizioni, espressioni linguistiche e musicali, atteggiamenti e modi di vivere che è riscontrabile oggi solo in misura ridottissima. Penso che sia poco corretto continuare ad affermare che quel mondo è scomparso del tutto (anche se, in maggioranza, sono scomparsi gli informatori di Merkù che erano anziani già in quegli anni) perché esso si è invece profondamente modificato. Il mondo popolare è in continua trasformazione, così come i prodotti della sua cultura (tra cui il canto e la musica strumentale), ma è certo che forme espressive e comunicative di tipo popolare sono ancora presenti e in funzione nella società odierna. È anche vero, però, che la nostalgia ci coglie sfogliando il libro di Merkù, perché si ha la sensazione di trovarsi tra le mani le testimonianze di molte cose preziose e ormai perdute per sempre. Parole e suoni usciti dalla voce di persone vive, testi e melodie che hanno costituito il bagaglio delle conoscenze personali o comunitarie sono destinati a rimanere muti, trascritti sulle pagine bianche o al più ad essere riprodotti dai cd o riproposti in versione corale. Forse è meglio pensare che quelle parole e quei suoni si sono solo trasformati in altre forme di comunicazione verbale e musicale. MARIJ KOGOJ 1892-1956 UN CINQUNTENARIO DIMENTICATO Luisa Antoni Mt 14 rieste si trova in un territorio che ha vissuto una serie di stravolgimenti storici, con cui dobbiamo fare i conti ancora oggi. Le dolorosissime vicende storiche hanno inciso profondamente nella coscienza dei popoli che vivono su queste terre e hanno dato vita ad una dicotomia, a una divisione culturale che esiste ancor oggi. Una storia della musica triestina non può e non deve prescindere dallo studio degli aspetti diversi che compongono il puzzle cosmopolita della vita triestina: ed è proprio R questo cosmopolitismo che è la cifra unica di Trieste, città mitteleuropea par excellence. A Trieste si vengono a lambire ed anche a scontrare i tre maggiori gruppi culturali europei: l'austrotedesco, lo slavo e il romanzolatino. Se effettivamente l'Europa è il cuore del mondo civilizzato, allora Trieste ne è la capitale. Ed è proprio in questa capitale che Marij (Julij) Kogoj nasce il 18 settembre 1892, in via della Barriera Vecchia e viene battezzato con il nome di Julij (Giulio). Nel 1896 viene chiamato con il nome di Marij (Mario) che era il nome del fratello di tre anni più giovane morto nel 1896. Morto il padre di tisi e sparita la madre viene mandato con la sorellina a Canale d'Isonzo come orfano: qui riceve l'educazione elementare e dimostra particolari attitudini, così che la maestra e il parroco lo aiutano a preparare l'esame di ammissione al ginnasio di Gorizia. Sino al 1912 Kogoj è tra i migliori della classe, termina l'anno scolastico 191314 come privatista. Senza aver prima finito il ginnasio Kogoj, infatti, decide di andare a Vienna a studiare musica. Il 2 novembre 1914 Kogoj è a Vienna, dove probabilmente nei giorni successivi all'arrivo passa l'esame di ammissione alla Hochschule für Musik und darstellende Kunst e si iscrive al primo anno di contrappunto, studiando contemporaneamente teoria musicale. Sono gli anni della guerra e Kogoj non viene richiamato alle armi, perché fortemente miope. Il 26 giugno 1915 si iscrive al secondo anno di contrappunto sempre con Franz Schreker. Due mesi prima aveva sentito Schönberg dirigere la Nona di Beethoven. Il 30 giugno 1916 finisce anche il secondo anno di contrappunto. Intanto si iscrive anche a composizione, sempre con Schreker. In sintesi sappiamo che Kogoj seguì con profitto due anni di contrappunto e pianoforte. Il terzo anno mancò sempre più spesso e scrisse all'amico Bevk di aver chiuso con la Hochschule. Due mesi dopo nell'autunno del 1917 si reca a Lubiana per trovar lavoro, ma senza esito. Nello stesso periodo alcuni giornali viennesi pubblicano notizia del seminario di Schönberg. Agli inizi di gennaio 1918 il corso ebbe avvio e Kogoj il 15 febbraio scrisse all'amico Bevk di studiare strumentazione con Schönberg. Il 24 febbraio 1918 Kogoj organizzò un concerto in cui si produsse come cantante e pianista. Di questi anni c'è anche una testimonianza interessante: uno dei colleghi compositori di Kogoj Sre≥ko Koporc, che fu anche suo E G I O N E Choralia allievo, cita l'esistenza di una nuova teoria degli accordi o di permutazioni di accordi pensata e svolta da Kogoj che è tutt'ora non approfondita e che credo aspetti di essere scoperta. Gli anni viennesi non furono comunque anni ricchi e spensierati: Kogoj doveva lavorare per potersi mantenere: si narra che abbia lavorato in una fabbrica di cioccolato e in una di munizioni. Dal racconto fatto a Josip Vidmar risulta che lavorasse presso un artigiano serramentista. Secondo Borut Loparnik questo primo periodo 15 Choralia R E G I O N E della vita musicale di Kogoj si cristallizza nel compendio O umetnosti, posebno glasbeni (Dell'arte, in particolar modo della musica). Non dobbiamo dimenticare che Kogoj scrisse diversi saggi che tutt'ora aspettano di essere vagliati e studiati. Nell'agosto del 1918 si trasferisce a Lubiana, dove inizia a lavorare e si sposa: lavora prima per una breve periodo come maestro sostituto all'Opera, come insegnante alla Glasbena matica e anche come esecutore e critico musicale. Il musicologo sloveno Borut Loparnik, uno dei maggiori conoscitori della vita e delle opere di Kogoj, scrive: “Kogoj non rispettava le maniere civili, non apprezzava la soddisfazione dei dilettanti, non lodava le persone professionalmente di poco valore e stava in silenzio di fronte al tribunale della politica culturale. Era solamente un ribelle e un giudice che giurava sulla verità delle idee, intelligente, senza compromessi, sincero e senza nessuna considerazione per le pagelle e i meriti dei vecchi maestri". Questi furono anche gli anni, in cui Kogoj - non riuscendo a trovare una comunanza d'intenti tra i musicisti della sua età - si legò ai giovani letterati e artisti. Il 16 primo risultato comune è stato un sodalizio intelletualeculturale-artistico, cui collaborarono, tra gli altri, Anton Podbevπek, Ivan ≤argo, Josip Vidmar. Il secondo risultato fu la fondazione del Klub mladih (Il club dei giovani) che gli fruttò alcuni mesi di lavoro alla Glasbena matica. Il terzo risultato di questa unione di idee è stata la pubblicazione della rivista Trije labodje (I tre cigni), in cui trovarono posto anche alcuni lavori di Kogoj. Intanto la famiglia Kogoj contava ben cinque membri che andavano quotidianamente sfamati. In questi stessi anni partecipò ad alcune serate, organizzate da Sre≥ko Kumar e Ivan Grbec a Servola. In questi anni, ma soprattutto dopo la fine della 1.a guerra mondiale, la piccola casa dei Grbec diventò un vero e proprio centro culturale del paese che già si apprestava a diventare sobborgo della città. Grbec con la sua simpatia e con la sua levatura culturale e morale iniziò ad attirare gli artisti sloveni che allora vivevano a Trieste. Sino a quando il fascismo non li disperse per il mondo, si trovavano presso di lui e davano vita ad una vita culturale molto movimentata, sconosciuta sia prima che dopo: i letterati Josip Ribi≥ i≥ , Albert e Karlo ∏ irok, i pianisti Sre≥ ko Kumar e Gita Bortolotti, i violinisti Mirko Logar e Karlo Sancin, la cantante Avrelija Sancin e i compositori Breda ∏ ≥ ek e Karol Pahor; di tanto in tanto giungevano da Tomaj il letterato Stano Kosovel con la sorella Karmela, pianista. Difficilmente sarà possibile ricostruire l'importanza di questo nucleo culturale e determinare quali manifestazioni sono qui nate. Si può però ipotizzare come questi incontri possano aver fecondato il lavoro dei singoli, e si può pensare all'impulso che possono e alle conseguenze che può aver lasciato per tutta l'attività culturale degli sloveni nel Litorale. Da Lubiana o da Gorizia arrivava in visita anche Marij Kogoj che faceva la parte da leone e spesso teneva concerti per gli amici in casa Grbec. Pavle Merkù A questo periodo risale la raccolta Piano, formata da sei brani, che sono assieme alle successive Malenkosti (Bagatelle) l'espressione più alta dell'opera pianistica di Kogoj. Secondo Emanuele Arciuli si tratta di brani di grande ispirazione, di incredibile ricchezza di sfumature psicologiche e originalità di stile, giunto a un R livello di maturità e autonomia. Nel 1922 Kogoj decise di tentare la fortuna altrove e si recò a Gorizia da solo. Nel 1923 era già di ritorno a Lubiana, dove riprese a collaborare con il teatro, e qui rimase sino al 1932. Si tratta di un periodo molto fecondo: nel 1929 la sua opera le ≤ rne maske vide la prima esecuzione (voluta e diretta da un altro triestino di nascita Mirko Poli≥ che è stato uno dei più importanti direttori d'opera della Jugoslavia di allora). Nel 1932 Kogoj si trasferisce a Grade∑ nella Dolenjska. Il suo stato di salute peggiora, solo di tanto in tanto - quando si avvicina al pianoforte - si riscopre il grande talento. Sino all'agosto del 1949 la moglie gli sarà accanto e impedirà il suo ricovero (tranne per i periodi di crisi). Dopo la morte della moglie ha vissuto, dimenticato da tutti in una casa di cura. Al suo funerale (28 febbraio 1956) parteciparono pochi amici e un manipolo di giovani studenti che allora non aveva ancora ben chiaro, ma intuiva quale fosse la portata della sua eredità. "Il sipario si alza e la mascherata ha inizio. Lo stesso tema passa da uno strumento all'altro. La musica è ritmica, aspra, in mezzo ad essa vi sono intrecciati momenti lirici… Il punto più alto del caos di masse nel primo atto è dato dalla marcia che ci ricorda i baccanali dei cabaret. Il culmine dell'opera è l'inno a Satana alla fine della prima scena". (Estratto al foglio di sala del 1929 che è probabilmente opera di Mirko Poli≥, primo direttore delle ≤rne maske) All'inizio della sua carriera compositiva Kogoj si è occupato prevalentemente di lavori con testi, soprattutto Lieder e cori. Uno dei più alti raggiungimenti artistici di Kogoj è l'opera ≤ rne maske (Le maschere nere) che rivela un Kogoj oramai artisticamente maturo. L'opera nasce e viene messa in scena per la prima volta tra il 1924 e il 1929. Kogoj non era nuovo ai tentativi scenici, poiché dalla sua biografia risulta che nel 1921 il ginnasio di ∏entivid presso Lubiana avesse messo in scena l'Edipo re di Sofocle con musiche di Kogoj, mentre nel 1923 le musiche pensate ed eseguite improvvisando per Pocarini alla serata futurista di Gorizia erano per un progetto di balletto scenico. Anche nell'agosto del 1923 risulta che Kogoj stesse pensando o avesse in gran parte già preparato il libretto Bogomila, tratto dal poema Krst pri Savici (Battesimo presso la Savica) di Francè Preπeren. Nel maggio del E G I O N E Choralia 1924 ebbe finalmente l'idea delle ≤ rne maske. È probabile che si trattasse di uno spunto esterno: Leonid Andrejev aveva infatti terminato le sue Maschere nere nel 1907-8, nel 1924 Josip Vidmar, grande amico di Kogoj, le tradusse e le pubblicò. Kogoj si era ritirato a Gorizia e a Canale a scrivere. Nel 1927 la direzione dell'opera di Lubiana aveva dato notizia della prima messa in scena delle ≤ rne maske, posticipata poi di alcuni anni. Finalmente il 7 maggio 1929 la premiére. L'ultima rappresentazione della prima messa in scena sarà il 11 giugno 1930. Malgrado le tre messe in scena, l'opera ≤ rne maske porta con sé tutta una serie di problemi che evidentemente non sono legati solo alla 'problematicità' del suo autore. Innanzitutto la partitura si trova ancora manoscritta e fino a poco tempo fa non era possibile fotocopiarla per il veto degli eredi; il manoscritto non è facilmente leggibile, ci sono i segni delle differenti rappresentazioni (la prima nel 1929, con l'apporto del compositore, la seconda nel 1957 e la terza nel 1990), ma anche tutta una serie di segni messi - presumibilmente - dai direttori (il triestino Poli≥, il 17 Choralia R E G I O N E lubianese Samo Hubad e da ultimo Anton Nanut, originario di Canale d'Isonzo). Da un punto di vista drammaturgico l'opera stessa necessità di una seria revisione sia compositiva che registica per poter poi resistere in scena. Senza però una partitura stampata è impossibile 'esportare' quest'opera che pur merita una maggiore attenzione. Maria Gomba≥, ora preside del Liceo musicale di KoperCapodistria, aveva accennato all'interesse mostrato da Claudio Abbado per quest'opera. La discussione è ancora aperta: in corso d'opera è la revisione che ne sta facendo il direttore d'orchestra e docente presso la Hochschule di Vienna Uroπ Lajovic. Il dramma delle ≤ rne maske si occupa della scissione dell'io e del confronto con il “doppio dentro di noi”. Già Loparnik aveva notato che Kogoj era affascinato dalle parabole surreali con un forte sfondo simbolico che però portavano un messaggio all'umanità. Prima che alle ≤ rne maske aveva pensato a Salomè (progetto poi abbandonato) e anche alla fiaba di Andersen Il pescatore e la sua anima. Il dramma rispetta i canoni classici delle unità aristoteliche di luogo, tempo e spazio, ma i suoi personaggi non sono solo caratteri e persone, ma 18 simboli di persone e dei rapporti interpersonali. All'interno di questo dramma ci sono forti motivi simbolici e forti tensioni psicologiche. Qualcuno ha anche accennato alla somiglianza di alcune parti con le cavalcate medievali e le personificazioni dei peccati. Non ci sono i classici numeri chiusi: arie, duetti, finali ecc. La parte del protagonista richiede un baritono tecnicamente ineccepibile e nel pieno delle sue forze. Il primo Lorenzo fu Robert Primo∑i≥, triestino di nascita, il secondo Samo Smerkolj e il terzo Josip Leπaja. (il 24 aprile 2004 parti dell'opera ≤rne maske di Kogoj sono state trasmesse dalla RTV Slovenija in Euroradio e ben 10 le diverse radio nazionali le hanno trasmesse a loro volta) Il 1929 è comunque per Kogoj e la sua creatività un anno molto fecondo: 2 giugno il coro accademico “Akademski pevski zbor Tone Tomπi≥” - uno dei cori storici sloveni - presenta a Celje tre composizioni di Kogoj, nella replica del concerto (10 giugno) sono aggiunte altre due composizioni del Maestro. Il concerto è trasmesso in diretta radiofonica. Tra le composizioni presentate c'è anche il Requiem per coro virile che risale al periodo di Novo mesto. Nell' agosto 1929 Kogoj termina la traduzione dal tedesco della Valchiria di Wagner; a dicembre ci sono due concerti alla radio per il primo suona improvvisando, mentre per il secondo - che sarà la sua ultima apparizione radiofonica accompagna un flautista. Il 15 febbraio 1930 Kogoj si produrrà nel suo ultimo concerto come pianista. Nel 1931 segue i concerti del coro dei Maestri diretto da Sre≥ko Kumar e improvvisa gli accompagnamenti alle sue composizioni, lavora all'opera comica Kar ho≥ ete (Ciò che volete) che però non terminerà. A novembre ha luogo il primo concerto del coro di voci bianche “Trboveljski slav≥ek” (L'usiguolo di Trbovlje) diretto da Avgust ∏uligoj, anch'egli sloveno del litorale emigrato a forza. Si tratta di un coro storico sloveno che ha dato un fortissimo impulso alla coralità infantile. All'epoca Trbovlje era una cittadina composta prevalentemente da minatori e il coro era formato quindi dai figli dei minatori. Al primo concerto il coro ha presentato la canzone Mladinska (Giovanile) di Kogoj. lo stesso coro nel 1938 presenterà per la prima volta Kaj ne bila bi vesela (Perché non dovrei essere felice). Uno tra i più alti raggiungimenti artistici di Kogoj sono le R composizioni per cori di voci bianche che mostrano tutta la profonda ricchezza del suo spirito creativo e sono ancora oggi un esempio per le giovani generazioni di compositori. Il 13 dicembre Kogoj si esibirà per l'ultima volta in pubblico. Nel gennaio 1932 il coro della Glasbena matica di Lubiana per il proprio 40° anniversario presenta anche il brano Bar≥ ica. Il coro è diretto da Mirko Poli≥. A maggio dello stesso anno Mirko Poli≥ presenta per la prima volta il brano Chopiniana. A giugno Kogoj mostra un grave disagio causato dalla malattia e lascia molte delle sue composizioni incompiute. Gli ultimi anni sono anni di ricerca essenziale: è interessante notare che mentre per il periodo precedente si discute spesso con toni molto accesi pro o contro la definizione di espressionismo per Sito aggiornato le sue composizioni, adesso - in questo periodo - sono tutti concordi a rifiutare questa definizione; c'è stato chi ha parlato di costruttivismo anche considerando che Kogoj aveva avuto stretti rapporti con Avgust ≤ernigoj, uno dei nomi più interessanti della pittura slovena e triestina. Dopo le ≤ rne maske Kogoj rinuncia alla tonalità d'impianto e in realtà rinuncia a tutto ciò che lo limita o che gli crea impedimenti. La musicologa slovena Darja Koter che ha analizzato i Lieder di Kogoj vede in questi ultimi anni una linearità compositiva polifonica che dà alle ultime composizioni di Kogoj un'aura sonora totalmente nuova. I brani più interessanti di questo ultimo periodo sono dunque gli ultimi Lieder e soprattutto le 22 Malenkosti (Bagatelle) per pianoforte. Si tratta di 22 piccole perle È DI NUOVO ATTIVO E AGGIORNATO IL SITO DELL'USCI FRIULI VENEZIA GIULIA. VI SI POSSONO TROVARE IN TEMPO REALE INFORMAZIONI SULLE E G I O N E Choralia pianistiche che sono state redatte e pubblicate dal compositore sloveno Jakob Je∑, uno dei più accaniti sostenitori di Marij Kogoj. Vorrei concludere citando Pavle Merkù, uno degli studiosi che più ha contribuito alla riscoperta di Kogoj: nel 1955 (un anno prima della morte del maestro) a conclusione di un articolo per i sessant'anni di Kogoj scriveva: Non voglio essere un profeta non interpellato o a buon mercato, ma non posso non esprimere il mio convincimento: tra un po' il tempo spazzerà via le vecchie polemiche, non scritte da nessuna parte, ma ancora ben vive e le giovani generazioni si renderanno conto di Kogoj. Allora gli sloveni - e io oggi aggiungerei i triestini - sapranno di avere in Kogoj il più forte e il più importante compositore della prima metà del 20° secolo. MANIFESTAZIONI ORGANIZZATE CON CALENDARI, PROGRAMMI E QUANT'ALTRO. È POSSIBILE ANCHE SCARICARE CHORALIA, VISIONARE IL CATALOGO DELLE PARTITURE E DELLE PUBBLICAZIONI DELL'USCI. CURATORE DEL SITO È CARLO BERLESE ([email protected]). 19 Choralia G O R I Z I A USCI GORIZIA IN ASSEMBLEA Daniela Romio c M 20 on la partecipazione di più di due terzi dei presidenti dei Cori associati, sì è svolta, il 22 gennaio scorso, l'Assemblea annuale generale dei Soci dell'USCI della Provincia di Gorizia, nella sede di Poggio Terza Armata. La convocazione di quest'anno ha assunto particolare rilevanza, in quanto, l'Ordine del Giorno, oltre alla relazione sulle attività svolte nel corso dell'anno 2005, il programma in calendario per il 2006 e l'approvazione dei bilanci consuntivo e preventivo, prevedeva anche le elezioni dei componenti il nuovo Direttivo che gestirà le attività dell'Associazione per il prossimo triennio. Nel corso della prolusione, è stata espressa da parte della Presidente, per sé ma anche per tutto il Direttivo, al quale ha rivolto il suo ringraziamento, grande soddisfazione per le attività svolte, che hanno richiesto grande impegno sia finanziario che individuale. E' stato evidenziato inoltre, quanto sia cambiata, in termini di qualità, l'attività dei cori e la loro crescita e maturazione nel corso degli ultimi nove anni. E' con orgoglio che si ricorda come da ben dieci anni l'USCI di Gorizia dia particolare importanza al Progetto “Voci Bianche”, nella convinzione che i piccoli cori costituiscano fucina di futuri componenti di cori “adulti”. A questo proposito, sono state elencate e commentate tutte le attività svolte nel corso dell'anno 2005 terminate con l'ultimo importante impegno a conclusione del Progetto “Trasparenze”, affettuosamente chiamato - “Progetto Praga”; ne vengono illustrati i tempi di realizzazione, nominato i cori partecipanti, i maestri e le orchestre coinvolti. La Presidente ha relazionato all'Assemblea l'entusiasmo da parte di tutti i coristi e dei maestri dei cori, sottolineando la partecipazione in termini economici degli Enti che hanno G creduto in questo Progetto. Una nota di rammarico da parte della Presidente, portavoce di tutto il Direttivo, nel ricordare alcune situazioni di disagio che però non hanno invalidato l'importanza dell'impegno né la sua eccellente realizzazione, confermata anche dai ringraziamenti porti dai Presidenti dei cori partecipanti. Nell'intento di continuare il percorso costruendo momenti di confronto e di approfondimento, conoscenza e gioia del canto, è stato presentato il programma delle attività che si snoderanno nel corso del 2006, iniziando e finendo l'anno proprio con le manifestazioni dedicate ai cori di voci bianche: prima tra tutte, “Una giornata per cantare insieme”, di sabato 1 aprile, a Sagrado, con la presenza di una Commissione di ascolto che dovrà individuare due gruppi che successivamente parteciperanno a “Primavera di Voci”, manifestazione organizzata dall'USCI del Friuli Venezia Giulia; la scelta dei due gruppi non sarà dettata dalla necessità di stendere un classifica dei “migliori” ma avrà il compito di indicare quali gruppi rappresenteranno la Provincia di Gorizia in sede Regionale. Concluderà l'anno “Incontro di piccoli cori per il Natale”, manifestazione oramai consueta che si svolgerà presso il teatro di Monfalcone. Il corso di educazione musicale per maestri di cori di voci bianche che si terrà nella sede di Poggio, nel mese di settembre, com'è ormai abitudine, persegue l'obiettivo della formazione dei maestri dei cori ma, come di consueto, sarà aperto anche ad insegnanti delle scuole primarie e di primo grado che vogliano approfondire la conoscenza dei metodi di pedagogia musicale; quest'anno sarà oggetto di studio il metodo Dalcroze. Alla fine del corso, sarà assegnata ad uno dei partecipanti la borsa di studio intitolata al maestro Poclen e messa a disposizione dal comune di Monfalcone. O R I Z I A Choralia Ai cori di adulti saranno riservate attività di formazione e manifestazioni che proseguiranno quella che oramai è “tradizione”: la rassegna provinciale “Note d'estate” sarà dedicata anche quest'anno alla musica sacra e profana e si terrà a Grado, in basilica di S. Eufemia il 15 giugno ed in uno dei Campielli il 17 giugno; i “Concerti per la valorizzazione delle antiche chiesette dell'Isontino” prevede incontri dedicati alla musica sacra coniugati al patrimonio artistico costituito dalle piccole chiese conosciute ma anche non conosciute, sparse per la provincia; la Provincia di Gorizia, inoltre, verrà inserita nella programmazione di “Nativitas. Canti e tradizioni in Alpe Adria 2006”. La terza edizione di Trasparenze. Musica corale, autori, opere e periodi prevede un nuovo progetto che comprenderà una parte seminariale dedicata allo studio di nuovi autori e l'esecuzione musicale di opere degli stessi. Nell'ambito del Festival internazionale “Nei suoni dei luoghi”, l'USCI della provincia di Gorizia interverrà in qualità di organizzatore del Concerto per la Pace che, come ogni anno, si svolgerà a Medea, davanti l'Ara Pacis; il programma di quest'anno prevede l'esecuzione della Sinfonia n.9 di Ludwig van Beethoven da parte di un gruppo di coristi provenienti da cori di tutte le province del Friuli Venezia Giulia, accompagnati dall'orchestra Karmelos, composta da musicisti della nostra Regione ma anche della Slovenia, della Croazia e dell'Albania. Infine riveste notevole importanza l'iniziativa presa dall'USCI della Provincia di Gorizia, in occasione del trentennale, di raccogliere in una pubblicazione opere musicali di autori locali anche in dialetto, friulano o bisiaco, al fine di dare risalto ai nostri autori e continuità alla loro opera di conservazione e valorizzazione del nostro patrimonio musicale e culturale. 21 Choralia G O R I Z I A A conclusione dell'Assemblea si sono svolte le elezioni dei componenti il nuovo Direttivo che si è assunto l'impegno dell'organizzazione e della buona riuscita di tutte le manifestazioni previste, nello spirito di partecipazione e collaborazione che sin qui ha animato tutti. L'impegno del direttivo durerà tre anni. Ai componenti, Lorena Fain presidente, Daniela Romio - vicepresidente, Marinetta Martinelli - segretaria, Patrizia Mauri delegato presso l'USCI regionale, Gianni Cabran cassiere, Gabriella Scoponi e Paolo Boro consiglieri, auguri da parte di tutti. SULLE RIVE DELLA MOLDOVA “TE DOMINUM CONFITEMUR” A PRAGA DIARIO DI VIAGGIO Fabio Pettarin m M 22 i è stato chiesto gentilmente di redigere un articolo a testimonianza e ricordo della interessante esperienza in terra ceca dei sette cori dell'Usci Gorizia che hanno aderito nel corso del 2005 al progetto policorale Te Dominum Confitemur. Ho accettato molto volentieri e ho pensato ad un diario di viaggio, cercando di raccontare come si e' svolta la trasferta e soprattutto di trasmettere le mie sensazioni ed emozioni. progetto, comincio a respirare una piacevole atmosfera, una sorta di amichevole solidarietà tra coristi, organizzatori, accompagnatori; una stuzzicante attesa di un evento che, si percepisce nella frizzante aria dell'inverno, è molto sentito. Cantare a Praga i capolavori del più grande compositore ceco, Antonin Dvorak, è certamente un evento stimolante. Verso le 19 circa, arriviamo a Praga. I pulmann ci portano ai rispettivi Giovedì 8 dicembre 2005. I i gruppi partono con tre pulmann da Gradisca, Monfalcone, Gorizia nella prima mattinata Io che non ho partecipato direttamente alla preparazione del alberghi, Dopo l'assegnazione delle camere e la cena, seppur stanchi del viaggio, con un piccolo gruppo decidiamo di fare un primo giro della città. Anche di notte Praga, malgrado G il freddo pungente, e' fantastica. Due birre e poi tutti a letto. La giornata che ci aspetta sarà fitta di impegni. Venerdì 9 dicembre. La mattinata è organizzata con la visita alla città. Praga non ha certo bisogno di alcuna presentazione; una vera e propria galleria d'arte affacciata sulle acque della Moldova. Una città colta ed elegante, cosmopolita e ricca di fascino. Una città affascinante della vecchia Europa dove culture diverse si fondono in una magica atmosfera. La destinazione della mattinata è il castello che domina la città, un insieme vastissimo di edifici che riunisce la Cattedrale dedicata a San Vito, la Basilica di San Giorgio, un convento, il Palazzo Reale, oltre a torri e vasti cortili. Più che un castello, in effetti,quello di Praga è una vera città nella città. Scendiamo poi verso la città vecchia attraversando l'isoletta di Kampa, una piccola zattera di terra sulla Moldava separata dai quartieri della riva sinistra da un piccolo ramo del fiume, sulle rive del quale si possono ancora vedere i mulini ad acqua. Qui inizia anche il famoso Ponte Carlo che unisce la città vecchia al Piccolo Quartiere. Il ponte è lungo circa mezzo chilometro ed è considerato da sempre uno dei simboli della città', anche se oggi è il paradiso delle bancarelle di artigianato e souvenirs per i turisti.Da esso si gode un panorama meraviglioso della città e del castello attraverso il fiume Moldava. Sono le 13.00. I gruppi si dividono per il pranzo. L'appuntamento e' fissato alle ore 16.00 presso il Conservatorio di Praga. Mangiamo in una vecchia taverna con l'affiatato e simpatico gruppo di amici dell' dell'Ars Musica; naturalmente goulash e birra. Decido quindi di dividermi dal gruppo e di proseguire la visita da solo. Entro così nella città vecchia, percorrendo diverse stradine entro nel vecchio ghetto ebraico, O R I Z I A Choralia il vecchio cimitero ebraico è il luogo più caratteristico, un posto assai suggestivo che ha dell'incredibile. Proseguo il mio girovagare solitario fino ad arrivare alla piazza, sulla quale si affacciano molti monumenti di Praga, come il Palazzo del Municipio con la famosa Torre dell'orologio. La piazza è piena di bancarelle natalizie ed affollata di turisti, moltissimi dei quali radunati davanti all'orologio per ammirare le statue di Cristo e degli Apostoli che allo scoccare dell'ora salutano dalla finestrella. Assaporo un ottimo caffe e mi godo un aspirata sigaretta in un vecchissimo locale contiguo ma allo stesso tempo isolato nel centro della città vecchia. Decido 23 quidi di assistere ad un concerto di Natale, quelli, per intenderci organizzati nel mondo, come “turismo corale”. La chiesa in pieno centro di Praga e' bellissima e discretamente affollata, anche se la gente entra ed esce disturbando con continuità. Ho l'occasione di ascoltare in prima fila due cori: un coro giovanile dal SudAfrica; giovanissimi entusiasti di essere in Europa, di cantare le canzoni di Natale della loro lontana terra. Livello discreto ma in ogni caso piacevole da ascoltare. Fantastico è altresì un ensamble di Oslo. Diciotto coristi di media età, molto preparati, con pianissimi ed intonazione di ottimo livello. Concludono il programma con il brano Jesu 24 Dulcis Memoria di Otto Olson di mia personale e gradita conoscenza. Si e' fatto tardi, devo abbandonare il concerto e mi dirigo verso il Conservatorio di Praga. L'aria che si respira entrando nell'edificio carico di storia è sicuramente affascinante. Le prove si svolgono in un'aula di non grandissime dimensioni, un palcoscenico dotato di pianoforte a coda e con una gradinata letteralmente gremita dagli oltre 140 coristi italiani. Si percepiva una giustificata tensione tra tutti i coristi nel momento in cui la direttrice Miraim Nemcová, in un italiano comprensibilissimo, dopo aver salutato gentilmente gli ospiti, ha dato un deciso segnale di attacco del brano Te Deum alla bravissima maestra e pianista Elisa Ulian. Ascoltare la puntuale attento; con grande sollievo e giustificata soddisfazione di tutti, in primis, del maestro Danieli e della presidente Lorena Fain, ha pubblicamente elogiato il lavoro svolto premessa per un bel concerto. Lasciamo il conservatorio soddisfatti. Dopo una meritata cena a base di birra e piatti della tradizionale ceca completata da alcuni bicchieri di Bekerova, ci incamminiamo verso l'Hotel al termine della seconda intensa giornata. Non mancano naturalmente prima di andare a letto i commenti tra i soliti pochi intimi. Vado a letto alle tre di notte. Sabato 10 dicembre. È la giornata tanto attesa. Dopo la colazione ci trasferiamo in città. Il raduno per le prove generali è' alle 12.00 presso la chiesa di San Salvatore luogo del concerto. Ci e positiva risposta dei coristi alle sollecitazioni precise ed esigenti della maestra, mi ha sinceramente emozionato. In quel preciso momento, avrei desiderato esserci con i coristi del mio coro tra gli interpreti. La maestra, preventivamente pronta a dover interrompere i cori per correggere ritmi, intonazioni, fraseggi, testi (tra l'altro il Salmo 149 in lingua ceca) si e' trovata di fronte, un complesso amatoriale assolutamente preparato ed attende la maestra Nemcová con i solisti e l' Orchestra Sinnfonietta di Praga da lei stessa fondata nel 1990. Il repertorio del complesso, sicuramente di ottimo livello, e' rivolto principalmente ai compositori cechi del 20 secolo, tra i quali J.D.Zelenka, Stamitz, Mica, Smetana, Dvorak e Martinu. In attesa che i coristi si preparino, l'orchestra accenna il secondo tempo della Sinfonia del Nuovo Mondo di Antonin Dvorak, G brano con il quale sarà aperto il concerto della sera. Ascoltare dal vivo questa musica in Praga e' straordinario. Alcuni minuti per provare l'entrata e la disposizione sul palco dei coristi, sistemate le sezioni nell'ampia abside della chiesa, la maestra da inizio alla prova generale. L'orchestra è preparata e conosce i brani in programma, i solisti sono di ottimo livello, il coro risponde magnificamente: la maestra e' soddisfatta, il maestro Danieli gongolante, la Marinetta, dopo mesi di impegno nella organizzazione dell'evento, seduta nell'ultimo banco in fondo alla chiesa si lascia scappare un pianto liberatorio. Non è necessario fare una ulteriore prova prima del concerto. Tutti liberi; ritrovo in chiesa alle 19.00 un'ora prima del concerto.. Approfitto del momento per chiedere alcuni commenti ai maestri. Aldo Danieli. È stata per lui la prima esperienza con un coro amatoriale nella sua ampia ed importante carriera come direttore di cori d'opera di carattere professionistico. “Sono molto soddisfatto ed entusiasta del risultato raggiunto.” Gli faccio presente di aver sentito in più occasioni gli organizzatori ed i coristi evidenziare alcune sue perplessità sulla possibilità per cori amatoriali di affrontare repertori di questo livello; “in effetti l'inizio e' stato molto difficile - mi dice - ma con alcuni necessari aggiustamenti ed integrazioni nell'organico e grazie all'entusiasmo e l'impegno dei coristi siamo riusciti a produrre un ottimo risultato.” Come ha affrontato l'amatorialità dei cori? “Io ho lavorato in questa occasione esattamente come se avessi di fronte un coro professionale, pretendendo gli stessi comportamenti e risposte. I coristi in questo sono stati eccezionali”. È una esperienza da ripetere? “Assolutamente si; in un mondo nel quale i veri valori sono sempre più rari da trovare, avere occasioni come questa per O R I Z I A Choralia aggregare attorno alla musica persone unite da vera e genuina passione, è una occasione da non perdere e da riproporre”. Ed i giovani? “La presenza in questo progetto di giovani entusiasti vedi coro giovalile del Liceo Buonarroti, è un esempio concreto di come la musica possa realmente essere un occasione per creare una società migliore e meno superficiale”. Saluto e ringrazio il maestro Danieli che sicuramente entusiasta conclude : “scriva tutto quello che le ho detto perchè è quello che realmente penso”. Sarà fatto. Miriam Nemcová Prestigioso il suo curriculum. Diplomata in composizione e direzione al Conservatorio e all'Accademia 25 Choralia G O R I Z I A delle Arti di Praga, collabora con importanti istituzioni musicali come la Suk Chamber Orchestra, l'Orchestra della Radio Ceca, la Karlovy Vary Sinfony, la Hradec Kralove Philarmnica e il Coro Philarminico di Praga. Ha studuato presso la Bach Accademy con. Hellmut Rilling. A seguito di importanti attività come direttore in opere di Verdi, le viene offerto il ruolo di maestro di coro e direttore del Praga State Opera. Insegna dal 1995 al conservatorio di Praga; nel 1990 fonda e diventa 26 responsabile artistico e direttore della Sinfonietta Orchestra. Diversamente dal maestro Danieli, la professionista ceca ha avuto la possibilità nella sua importante carriera di lavorare in più occasioni con cori non professionisti. Mi racconta “Dopo aver cantato da bambina a 4 anni in un coro, a 16 anni ho iniziato a dirigere i cori amatoriali “Rosa” e l'University Artistic Ensamble.” Ha avuto modo di lavorare con progetti policorali simile a questo presentato a Praga? “Sicuramente si. Ho lavorato ad esempio con la maestra Gianna Visintin a Trento; ho preprato a Parigi un progetto policorale con oltre 1000 coristi amatoriali dirigendo il Requiem di Verdi con un risultato eccellente” . Quali sono, sencondo lei, le difficoltà maggiori per un coro amatoriale nell'affrontare repertori di questa importanza? “Per me -dice - il problema principale è il tempo a disposizione; i coristi amatoriali necessitano per l'apprendimento di tempi molto più lunghi; ma i risultati ottenibili, sono assolutamente eccellenti; anzi, l'impegno, l'entusiasmo, il cuore che i coristi amatoriali mettono in quello che fanno crea risultati talvolta superiori agli stessi cori di professionisti.” Mi racconti qualche cosa del programma di questa sera. “Il programma e' completamente caratterizzato da musiche di Antonin Dvorak, il piu' amato e noto compositore ceco. Ho voluto iniziare con la Sinfonia N. 9 E-minore, op. 95 (del Nuovo Mondo) come omaggio al gruppo italiano. Il programma prevede quindi l'opera Te Deum op. 103 del 1880 sicuramente tra le opere maggiormente note ed eseguite. Meno conosciuto e nelle stesso tempo poco eseguito è invece il Salmo 149 op. 79 del 1887 per coro ed G orchestra il cui testo e' in lingua ceca.” Nel congedarmi e lasciarla al completamento della seconda parte delle prove con i solisti, le formulo in migliori auguri di buon concerto; mi risponde “Sono tranquilla, il coro è preparatissimo oltre ogni mia più rosea aspettativa; un plauso al maestro preparatore Danieli a tutti i maestri dei cori partecipanti ed a tutti i coristi”. Donna simpatica, energica e professionale. Rompete le fila, le prove generali sono finite. Tutto e' andato per il meglio. Vado a pranzo in un ristorante ricavato nella vecchia sede del Parlamento Cecoslovacco, con l'immancabile zuppa, quasi obbligatoria a mezzogiorno, e termino con un dolce ricoperto di cioccolato a forma di agnello. Dedico le ultime ore di libertà agli acquisti nella Città Piccola, che si sviluppa sulla sponda sinistra della Moldava, forse il quartiere più affascinante di Praga. Alle 18 vado ad ascoltare uno dei 20 concerti previsti in questo sabato in Praga. La chiesa di San Nicola, diversamente dalla città letteralmente affogata nella bolgia della gente, è poco affollata. Il concerto per organo e coro e' molto interessante. La chiesa di San Salvatore è situata in una zona molto centrale della città vecchia, ma al di fuori dal giro principale della gente. Purtroppo i pochi manifesti che preannunciano il concerto, sono insufficienti a far deviare eventuali appassionati verso il luogo del concerto. Ci sono come detto prima, oltre 20 concerti in contemporanea. Il concerto inizia puntuale alle ore 20.00. Mentre l'orchestra esegue la Sinfonia del Nuovo Mondo, i coristi che riempiono la chiesa sono trepidanti in attesa della loro esibizione, preparata e O R I Z I A Choralia sognata da mesi. Il primo gruppo di cori sale per dare inizio alla seconda parte del concerto con il Salmo 149 op.79. Si percepisce una grande emozione. La maestra Nemcová da inizio al brano con un gesto preciso, energico ma morbido allo stesso tempo; il ritmo - mi confermano dopo il concerto i coristi - è sicuramente più' mosso da quello delle prove generali. Non ci sono problemi, il coro risponde alla grande; il suono riempie con maestosità le arcate della chiesa. 27 Choralia G O R I Z I A Personalmente provo una grande e positiva tensione, ho in certo momenti i “peli dritti”, sintomo di una musica di personale gradimento in grado di comunicarmi emozioni. Il brano si conclude un maestoso finale tra gli applausi del pubblico presente. È la volta degli altri componenti per l'esecuzine del Te Deum op. 28 103. La vista dei 140 coristi schierati è impressionante così come lo è il suono maestoso ed imponente. Il brano scorre via senza incertezze; la direzione sempre precisa trova risposte altrettanto pulite e ricche di colore nell'orchestra e nel coro; interessanti gli strumenti a fiato così come ottimi sono i solisti con l'elegante voce del soprano Maria Haan; particolare menzione per il baritono Roman Janal che, in particolare nel movimento finale, mette in risalto la potenza ed il timbro della sua magnifica voce. Scroscianti gli applausi del pubblico. Meritatissimo il bis eseguito sul movimento finale del Te Deum. Felicitazioni ed abbracci affettuosi alla fine tra tutti i componenti del coro, i maestri, i solisti e l'orchestra. Lo sforzo e l'impegno di un anno da parte dei membri del direttivo dell' USCI Gorizia, della sua presidente Lorena Fain, del maestro Danieli, dei sette cori e dei loro maestri sono ricambiati da queste tre magnifiche giornate passate a Praga e dai ricordi di uno splendido concerto. Ricordiamo i cori e i loro maestri: “Audite Nova” di Staranzano diretto da Gianna Visintin “Vox Julia” di Ronchi dei Legionari diretto da Elisa Ulian “S.Ambrogio” di Monfalcone diretto da Cristina Allegra “Città di Gradisca” di Gradisca d'Isonzo diretto da Luca Peressin “Coral di Lucinins” di Lucico diretto da Stefano Gianesi “Liceo Scientifico Buonarroti” di Monfalcone diretto da Gianna Visintin, “Ars Musica” di Gorizia diretto da Lucio Rapaccioli Domenica 11 dicembre. Si parte per l'Italia di prima mattina. Il paesaggio che la terra ceca ci mostra e' bellissimo, tra boschi e colline ondulate ricoperte dalla neve; breve sosta e visita ad una antica cittadina prima del confine con l'Austria; il mercatino caratteristico è ricco di oggetti natalizi artigianali, sicuramente più originali di quelli che abbiamo trovato nella affollatissima Praga. Si riparte; in pulmann si canta, si commenta, ci si racconta le emozioni vissute assieme. Alcuni cominciano a vacillare e si addormentano come nelle migliori gite. Arriviamo stanchi e felici a Gradisca. La trasferta è finita, il suo ricordo no. P O R D E N O N E Choralia USCI PORDENONE ALL’APPUNTAMENTO CON L’ASSEMBLEA ORDINARIA Pio Pradolin n ella suggestiva cornice storicopaesaggistica di Toppo di Travesio (Villa Wassermann) si è celebrata l'Assemblea ordinaria dell'USCI di Pordenone, cui hanno partecipato numerose rappresentanze della coralità provinciale. Presenziava anche il presidente dell'Usci Friuli Venezia Giulia e Feniarco Sante Fornasier. Carlo Berlese ha fatto il punto sul suo primo anno di mandato alla guida dell'USCI di Pordenone, commentando gli avvenimenti e le iniziative promosse dall'Associazione. Dopo aver percorso, a volo d'uccello, i vari momenti qualificanti - dalle iniziative riservate ai cori infantili e giovanili, alla didattica per i direttori, alla kermesse Corinfesta in Valcellina - (con gli interventi dei vari curatori Brovedani, Armellin, Bergamo, Favaro), Berlese non ha mancato di sottolineare l'importanza del coordinamento con l’USCI regionale e con la Feniarco. Il fattore che può conferire maggiore forza e credibilità alla coralità è sicuramente quello di essere parte di una rete più grande e articolata. Fare sistema rappresenta un antidoto sicuro contro l'isolamento localistico e l'eccessivo particolarismo, ed è un veicolo efficace, di per se, per “contare” e farci conoscere ai livelli più alti. Il presidente Berlese, dopo aver riproposto il ruolo di servizio ai cori rivestito dall'Associazione, è passato ad illustrare i bilanci consuntivo 2005 e preventivo 2006 e, a giustificazione degli accresciuti sforzi finanziari in programma, ha proposto un piano ricco di iniziative e di appuntamenti di apprezzabile interesse che impegnerà l’USCI della provincia di Pordenone nel corso dell'anno. Già dalla lettura dei titoli, parrebbe di capire che l'elenco di iniziative ed appuntamenti per il 2006 rappresenti un indubbio insieme coordinato di momenti di crescita e di promozione a tutti i 29 Choralia P O R D E N O N E Sandro Bergamo, Carla Brovedani, Carlo Berlese. livelli. Mi sembra doveroso rilevare la particolare attenzione che - già da qualche anno - si vuol dare alla conoscenza corale in ambito scolastico e giovanile. Non sembra certo per mero o previdente calcolo finalizzato ad assicurare futuri sviluppi alla coralità, quasi che fosse indispensabile “forgiare” le nuove leve, quanto partendo da una concezione più nobile del fare coro come momento didatticoformativo-educativo di rilevanza e qualità indiscutibili. Oltre che una concezione - in fase di evidente maturazione - di considerare la coralità infantile e giovanile con peculiarità e dignità sue proprie ed esclusive. Ecco quindi i progetti come Note in cartella e Teatro di voci che intendono proporre sinergie attive e complementari che 30 integrino, in modo concreto ed operativo, le risorse di cui la scuola dispone, insieme alle proposte del territorio sfruttando tutti gli spazi possibili, anche in ambito giuridico - istituzionale. Qui risalta sicuramente la legittima ambizione di percorso articolato sul lungo medio-lungo periodo, ma emergono anche il prestigio di docenti quali Grazia Abbà e Roberto Piaggio, con il coordinamento competente della vicepresidente USCI Carla Brovedani. L'ampia gamma e la qualità dei soggetti coinvolti (Ente Regionale Teatrale, USCI Friuli Venezia Giulia, scuole primarie e medie di Morsano, Travesio, Brugnera, Maniago e Spilimbergo) spiegano inoltre ancor meglio la portata e lo spessore dell'iniziativa. La politica di sviluppo dell’USCI di Pordenone nei confronti della coralità infantile e giovanile si completa e si compendia infine con l'ormai classica rassegna di voci bianche Audite pueri, prevista per domenica 21 maggio a Pordenone. Il Corso di direzione di coro (peraltro già iniziato), momento legato alla più solida tradizione didattica dell'Usci di Pordenone, sarà quest'anno di particolare interesse in quanto accanto alla figura prestigiosa del maestro Adriano Martinolli d'Arcy (tecnica della direzione di coro e analisi della partitura) vi sarà la presenza di Vera Marenco (vocalità, timbro e approccio visivo all'esecuzione), direttrice del noto gruppo vocalist genovese The Ring Around quartet. Tali presenze garantiranno sicuramente momenti di crescita della conoscenza musicale e vocale per quanti (in particolare i giovani direttori) avranno la consapevolezza di cogliere sicure opportunità e stimoli di crescita e arricchimento professionale. Anche quest'anno la sede del corso è stata designata presso la sede del coro Contrà Camolli a Fontanafredda, con il coordinamento didattico del maestro Roberto Brisotto. Riflessione particolare meritano i P Seminari sul canto popolare, articolati su un ampio ventaglio di contributi multidisciplinari, con interventi notevoli di studiosi e musicisti, il cui compito - non certo semplice - sarà quello di delineare in termini evolutivi una materia tanto dibattuta, vasta e complessa quale quella etnomusicologica e della tradizione tramandata oralmente. Non mancheranno certo i momenti di coinvolgimento di cori locali e ospiti. La connotazione di ricerca e approfondimento verso materiali provenienti dal pordenonese, non potrà che rappresentare - anche in questo caso - sia un particolare interesse verso la cultura popolare locale, ma anche una ghiotta opportunità preordinata all'acquisizione di maggiori conoscenze e competenze da parte dei direttori o di chi voglia dare al proprio cantare in coro un senso più partecipato e consapevole. Last but not least l’USCI di Pordenone, consapevole del successo che questa manifestazione ha assunto in questi ultimi anni, intende rinnovare la propria partecipazione alla sesta edizione di Nativitas: canti e tradizioni natalizie in Alpe Adria, in collaborazione con l’USCI Friuli O R D E N O N E Choralia Venezia Giulia, prevedendo una decina di concerti nella sola provincia di Pordenone, coordinati con i circa quaranta previsti nei vari centri della regione. Nativitas è ormai diventato un appuntamento intensamente sentito dai cori e dalla popolazione, per l'interesse vivo sul recupero di riti e tradizioni, ma anche per le proposte musicali più moderne e innovative; in un contesto quale quello del Natale, assai propizio e fecondo nella sua più intima dimensione emozionale. Particolare cura sarà dedicata all'aggiornamento del sito internet dell’USCI Pordenone, in modo da renderlo strumento di servizio informativo efficace per la diffusione di informazioni di stretta attualità sui corsi e sulle manifestazioni in programma. La coralità on line - secondo le intenzioni del direttivo - vuole proporsi anche come strumento efficace di programmazione e coordinamento in ambito provinciale per tutte le realtà culturali che possono avere un quadro reale e completo delle iniziative in programma. In sostanza un elemento qualificato aggiuntivo nel tradizionale ambito di supporto, pianificazione e coordinamento offerto ai cori pordenonesi. 31 Choralia P O R D E N O N E IL PROFUMO DELLE MEMORIE I VENTI ANNI DEL CORO MANIAGOLIBERO Pio Pradolin “c M on il profumo delle memorie, la voglia di conoscere, di meravigliarci, guardiamo avanti con occhi nuovi; altri accordi scritti sul pentagramma della musica e della vita attendono di essere suonati” (Renzo Stefanutto) Con la presentazione il 10 dicembre scorso del volume 1985 - 2005 Vent'anni in coro e con il successivo Concerto del ventennale svoltosi lo scorso 17 dicembre nel Teatro Verdi di Maniago, dedicato alle musiche da film, il Coro Polifonico di Maniagolibero ha concluso l'anno di festeggiamenti del ventennale della sua costituzione. È stato un anno ricco di avvenimenti: aperto con il Concerto di Natale 2005 dove è stato eseguito, tra l'altro, il Te Deum di Marc Antoine Charpentier. 32 In programma, tra i pezzi forti, la riesecuzione del Recital quaresimale All’Ultima sera per voce recitante, coro e orchestra su testi di David Maria Turoldo, la riproposizione in ambito teatrale de La Buona Novella di Fabrizio De Andrè nella versione per coro, pianoforte e orchestra del direttore Gino Lovisa. La serata di presentazione del volume è stata occasione di una seria riflessione e presa di coscienza su che cosa significasse essere coro nel 1985 e cosa significhi esserlo oggi. Ne è emersa una nuova consapevolezza sul proprio ruolo culturale che richiede una costante attenzione ai mutamenti e ai bisogni espressivi di un pubblico sempre più preparato ed esigente. Si manifesta dunque la necessità, pur rimanendo negli ambiti delle proprie possibilità e tradizioni, di ripensare P programmi e proposte in chiave innovativa. Non è una strada semplice, ma è l'unica che può dare nuove prospettive ad una coralità che solo nella forza di rinnovarsi troverà la strada del proprio futuro. Il Sindaco di Maniago Emilio Di Bernardo - del resto - non ha fatto mancare il proprio apprezzamento nei confronti del coro rallegrandosi in quanto la data racchiude una durata vitale, ricca di eventi e ricordi di un'attività fatta anche di sacrifici e difficoltà che si caratterizza come processo e progetto protesi al conseguimento di un maggior valore individuale e collettivo. Da questo punto di vista il Coro Polifonico va considerato alla stregua di un patrimonio di cultura e di vita dell'intera comunità e non solo di Maniagolibero. Sviluppando ricerca e innovazione senza abbandonare la tradizione, il Coro Polifonico ha dimostrato che si può costruire una risorsa identitaria, capace di farsi apprezzare anche oltre la comunità municipale. Anche il Presidente dell'USCI Pordenone Carlo Berlese ha sottolineato che il raggiungimento dei vent'anni di O attività significa aver raggiunto un traguardo importante che ha richiesto impegno, dedizione e soprattutto la condivisione di un ideale. Far coro significa unire gli sforzi per un obiettivo comune, irraggiungibile senza l'apporto di tutti e così è stato anche per il Coro Polifonico di Maniagolibero. È giusto fare festa in un momento così significativo per condividere la gioia di vent'anni di canto con tutti gli amici del coro, con i coristi che ne hanno fatto parte e con tutta la coralità provinciale. L'attività del Coro si è sempre distinta per una particolare ricerca di rinnovamento e originalità delle proposte musicali grazie al costante impegno del direttore Gino Lovisa e del Presidente Renzo Stefanutto. È questa la strada giusta per trovare la propria identità culturale ed espressiva e mantenere vivo il dialogo con il pubblico. R D E N O N E Choralia Renzo Stefanutto ha ricordato che vent'anni è un'età splendida nella vita di un individuo, quella a cui i giovanissimi tendono avidamente e i più anziani ricordano non senza un briciolo di malinconia e vent'anni di ininterrotta attività sono un anniversario importante che il Coro Polifonico di Maniagolibero sta celebrando con una serie di manifestazioni e iniziative, fra le quali questa pubblicazione che testimonia i momenti più significativi del percorso culturale e musicale vissuto dall'Associazione. Possiamo festeggiare - ha aggiunto Stefanutto - con soddisfazione e orgoglio questo momento particolare guardando avanti con occhi nuovi, continuando a cantare fiabe improbabili di attimo intenso di vita. 33 Choralia T R I E S T E UN NUOVO ORATORIO PER NATALE NATIVITAS DOMINI DI MARCO PODDA Fabio Nesbeda n M 34 el denso cartellone di Nativitas a Trieste è il caso di mettere in risalto, a parte, Nativitas Domini, la nuova composizione di Marco Podda. La presentazione è avvenuta nel concerto del 23 dicembre in prima nazionale, nell'ambito delle celebrazioni conclusive dei 150 anni della chiesa di San Giacomo Apostolo, con l'unione delle forze di più cori e con la proposta di una sorta d'itinerario ideale sull'oratorio natalizio. L'opera di Podda è stata preceduta, infatti, dall'esecuzione dell'Oratorio di Natale di Saint-Saëns, nella festosa cornice dell'ottocentesca chiesa triestina da poco restaurata. Nativitas Domini, per soli, coro e orchestra, continua quella successione feconda e poliedrica di composizioni oratoriali del musicista triestino, tesa alla valorizzazione di testi e momenti della tradizione poetica e religiosa attraverso la sintesi di vari modi espressivi e di diversi moduli compositivi (non dimentichiamo il complesso Qohelet, di cui abbiamo avuto modo di occuparci su queste pagine). Podda, infatti, utilizza la voce recitata in funzione non solo narrativa, ma anche drammatica, adotta per il coro una scrittura polifonica, ma lo fa parlare come in un'antica tragedia (si ascolti, ad esempio, il Cantico di Zaccaria), valorizza il tessuto strumentale in funzione di sostegno sonoro e di varietà timbrica, nonché di commento alla narrazione. L'oratorio è diviso in diciotto sezioni, caratterizzate dall'alternanza del racconto evangelico, per mezzo della voce recitata in lingua italiana, con momenti corali di carattere drammatico e con sei “interpolazioni” (come le definisce l'autore), sorta di soste meditative del coro sullo svolgimento delle vicende dall'Annunciazione alla venuta dei Magi, attraverso l'intero ciclo natalizio. Il linguaggio corale varia dalla semplicità della lauda alla maggiore complessità del linguaggio polifonico ed all'elaborazione di spunti melodici gregoriani (come appare, quasi d'obbligo, nell'Interpolazione V, in cui riecheggia il Puer natus est nobis della terza Messa di Natale). Il Mysterium che segue La venuta dei Magi si configura T come una meditazione finale sulla venuta di Cristo, in cui la lettura recitata dell'inizio del Vangelo di Giovanni, sostenuta dall'accompagnamento strumentale, sfocia ben presto nell'Interpolazione finale, Veni, veni Emmanuel, sonora e festosa conclusione dell'intero oratorio. Dramma, spiritualità e meditazione, dunque, in una struttura semplice e comprensibile, ed allo stesso tempo profonda e complessa, per un messaggio antico e sempre rinnovato, portato al nostro tempo. Alla riuscita dell'esecuzione, particolarmente applaudita dal pubblico, hanno brillantemente contribuito la voce recitante di Teresa Sadar, il soprano Claudia Vigini (l'Angelo) e il tenore Massimo Devitor, che ha collaborato anche in qualità di maestro della Corale di Buttrio e dei “Legris Cantors” di Percoto, interpreti della parte R I E S T E Choralia corale assieme alla Cappella Tergestina. Un plauso speciale, e doppio, però, in qualità di autore e interprete, a Marco Podda, direttore attento e partecipe dell'intera compagine vocale, dell'orchestra e dei solisti strumentali (l'arpista Maria Gamboz e il pianista e organista Alessandro Bicci). Si è detto del collegamento ideale che il nuovo oratorio ha stabilito con uno dei più noti oratori di Natale del passato, quello di Camille Saint-Saëns, scritto nel 1869 ed eseguito nella prima parte del concerto. Il compositore francese vi ha profuso le sue doti di cantabilità e di limpida scrittura vocale e strumentale, ben valorizzate dalle voci di Annalisa Metus, Guisela Zannerini, Aleπ Petaros e Alberico Spiazzi, dai cori e dalla compagine strumentale, sempre sotto la direzione di Marco Podda. RITORNA LA RASSEGNA INTERNAZIONALE DI CORI SCOLASTICI Fabio Nesbeda p M untuale ormai da alcuni anni, si è rinnovata a Trieste, all'inizio di dicembre, la Rassegna di cori scolastici organizzata dal Coro del Liceo scientifico “Guglielmo Oberdan”, giunta quest'anno ormai alla sua ottava edizione (e terza a livello internazionale). L'evento si propone, da sempre, di valorizzare la presenza della coralità nella scuola e di essere un'occasione per un festoso incontro fra i giovani delle scuole secondarie superiori triestine, con la presenza di uno o più ospiti provenienti dall'estero. La ricorrenza è apparsa particolarmente festosa anche per il quindicesimo anniversario della fondazione del coro ospitante, ormai cresciuto e ben distinto in Coro “giovanile” (formato dagli alunni attualmente frequentanti la scuola) e Coro “senior” (formato dagli ex-alunni, desiderosi di proseguire un'esperienza musicale coinvolgente). Per l'occasione, i gruppi del Liceo “Oberdan” si sono avvalsi quest'anno anche della 35 Choralia T R I E S T E collaborazione organizzativa del coro del Liceo scientifico “Galilei”. Il pomeriggio del 9 dicembre, sul palcoscenico del Teatro dell'Oratorio Salesiano, si sono avvicendati otto cori triestini, il Coro giovanile del Liceo scientifico “Oberdan”, diretto da Stefano Klamert, il Gruppo corale del Liceo “Dante Alighieri”, diretto dall'autore di questo breve articolo, il Meπani Mladinski Pevski Zbor Trst (Coro giovanile misto di Trieste), diretto da Alessandra Pertot, il Coro del Liceo scientifico “Galilei” diretto da Roberta Ghietti, il Coro del Liceo “A. M. Slom≥ek” diretto da Irena Pahor, il Coro del Liceo classico “Petrarca” diretto da Francesco Calandra e il Coro “Liceo Oberdan Senior” diretto da Andrea Mistaro. Coro ospite, il Coro giovanile misto “Cantica Nova” di Trnava (Slovacchia), diretto da Gabriel Kalapoπ. I gruppi presentavano una notevole varietà di programmi scelti sempre, in ogni caso, con un occhio alle possibilità del singolo coro, alla qualità delle voci ed al loro carattere, spesso, “in evoluzione”. Si è già ripetuto più volte, in queste pagine, che il coro scolastico è un coro un po'… speciale: può raggiungere vette molto alte a livello vocale e interpretativo, quando è ben guidato, e condurre a risultati entusiasmanti. È, però, soggetto a cambiamenti rapidi, ad avvicendamenti, può talora “sciogliersi” quasi improvvisamente, se non c'è una solida base che ne garantisca la sopravvivenza. Nelle scuole superiori il coro è formato su base volontaria, prova e studia “in coda” alle normali ore di lezione scolastica, ed ha bisogno, quindi, di forti motivazioni. Sicuramente tali motivazioni non mancavano ai cori partecipanti alla rassegna, che hanno cercato di dare il meglio di sé pur nelle comprensibili differenze espressive. I programmi variavano dalla polifonia alla musica etnica, allo spiritual ed al musical, a cappella e con l'apporto di strumenti d'accompagnamento. Bisogna dire che gli organizzatori sono stati molto precisi e “ferrei” nel chiedere ai singoli cori di attenersi a certe regole, 36 per non “sforare” a scapito della durata totale della manifestazione. Il posto d'onore, però, per quanto riguarda le durate dei brani eseguiti, è stato riservato al coro ospite slovacco. Accanto a composizioni della propria tradizione popolare, i ragazzi di Trnava hanno inserito nel programma anche la gustosa Insalata italiana, vero e proprio pastiche di Richard Genée, reso onorevolmente e con spirito nonostante le difficoltà linguistiche dell'italiano “operistico” parodiato dall'autore. Alla fine del concerto, una sorpresa: ben quattro cori si erano trovati a presentare, nel loro repertorio, il famoso O Happy Day di Hawkins, con arrangiamenti diversi, ed hanno deciso di eseguire insieme il brano, ciascuno nel proprio arrangiamento, con alcuni adattamenti, sotto la direzione di Andrea Mistaro. Il risultato finale è stato di buon livello, ed ha ottenuto gli applausi del folto pubblico presente. Quest'anno la rassegna vera e propria è stata preceduta, il giorno prima, da un laboratorio sul canto popolare triestino, al quale erano invitati tutti i cori partecipanti alla rassegna stessa ed anche gli ospiti slovacchi. L'intenzione era quella di far conoscere ai giovani un patrimonio spesso sconosciuto di musica etnica di radici locali, attraverso la preparazione di alcune canzoni. Queste sono state proposte alla fine del concerto da tutti i cori riuniti, diretti da Stefano Klamert, che aveva curato lo stage stesso e gli arrangiamenti. È stata l'occasione per festeggiare gli ottant'anni di Trieste mia, canzone d'autore, che popolare in origine non è (è stata scritta da Carniel e Corrai), ma che è diventata patrimonio popolare come se fosse esistita da sempre. Una novità, quindi, che ha ampliato le possibilità di questa rassegna, ed ha messo in luce la solidità organizzativa, oltre che musicale, del Coro del Liceo “Oberdan”, ancora una volta punto di riferimento per la coralità scolastica cittadina. T R I E S T E Choralia “INTONAT” CORSO DI INTONAZIONE NATURALE Fabio Pettarin m Organizzato dall'Associazione Culturale Nuovo Accordo, si e' tenuto a Trieste nel fine settimana dal 17 al 19 febbraio un interessantissimo corso sugli aspetti teorici e pratici dell'intonazione naturale. Rivolto principalmente a maestri di coro e coristi, l'argomento era di interesse anche per gli strumentisti e musicisti in generale. Obiettivo del corso, tenuto dal maestro Davide Lorenzato, era di fornire ai partecipanti elementi teorici e pratici per accrescere la capacità di migliorare l'intonazione del coro, lavorando sulla sensibilità uditiva verso l'intonazione “naturale”. Alcuni anni fa ho avuto la possibilitrà di avvicinarmi a questo argomento sull'intonazione “naturale” nell'ambito di un corso/ateiler per direttori di coro svoltosi ad Arezzo e tenuto dal noto maestro svedese Gary Graden. Ricordo che nella prima lezione svoltasi in un antico palazzo nel centro di Arezzo, mi sono trovato immerso in una particolare atmosfera, che per certi versi potrei definire mistica, nella quale tutti i partecipanti dovevano cercare di carpire nell'aria gli armonici di un suono emesso all'unisono che sempre di piu' diventava suono puro e quindi bello. Capire i meccanismi attraverso i quali, intonando in modo “naturale” l'unisono e gli intervalli di quinta, un accordo acquistava improvvisamente colore, sonorità, bellezza, mi aveva subito interessato. Questa prima esperienza, mi aveva infatti offerto una chiave di lettura e stimoli di approfondimento su alcuni situazioni pratiche: ad esempio capire perché trovavo difficoltà nell'intonazione del mio coro su certi particolari passaggi armonici; l'accordo non mi “suonava bene” ma alla verifica al pianoforte trovavo che gli intervalli erano comunque corretti. Su suggerimento di Gary Graden, ero riuscito ad esempio, a migliorare moltissimo l'intonazione del mio coro nel mottetto Cantate Domino di Miπkinis, lavorando tantissimo sull'intonazione delle quinte della sezione baritoni. 37 Choralia T R I E S T E Mettere a posto tali intervalli aiutava immediaramente le altre sezioni per una corretta intonazione del brano. Daltra parte, nonostante avessi ulteriomente approfondito il tema leggendo il testo consigliato da Gary Graden (PerGunnar Alldahl “Intonazine del Coro” - ed. Centro Ricerca e Sperimentazione per la Didattica Misicale (FI), come spesso accade in tutte queste interessanti esperienze, mi stavo pian piano dimenticando di mettere in pratica quello che avevo sin qui imparato. Da questa premessa, appresa la notizia di un corso strutturato a Trieste sull'intonazione naturale, ho cercato di organizzare i miei impegni per cercare di 38 riavvicinarmi all'argomento. Al corso hanno partecipato circa venti coristi e maestri provenienti da Trieste, dalla regione e dalla Slovenia. Ottimanente organizzato dall'Associazione Nuovo Accordo, il corso si e' sviluppato in cinque sessioni (dal venerdi sera alla domenica pomeriggio) ed ha affrontato sia gli aspetti teorici che quelli pratici ed esemplificativi della ricerca dell'intonazione. Nella prima parte sono stati affrontati alcuni argomenti teorici (caratteristiche del suono, frequenza, timbro, suoni armonici, battimenti, …) fondamentali per la comprensione degli esercizi pratici che hanno costituito la parte principale e sicuramente piu' interessante del lavoro del maestro Davide Lorenzato. Sono stati quindi proposti esercizi per la produzione e l'ascolto dei battimenti, per il riconoscimento e l'enfasi degli armonici, per il miglioramento dell'omogeneità timbrica all'interno di un coro. Si e' passati quindi alle esercitazioni, sia di gruppo che individuali, sulla corretta intonazione naturale dei singoli intervalli (quinta, terza, settima, ..); successivamente al loro utilizzo all'interno degli accordi, fino ad arrivare all'ascolto e riconoscimento di successione di accordi e di frammenti di brani musicali interamente basati sulla intonazione naturale. T Per gli esercizi pratici, oltre che dalla personale e fantasiosa esperienza, Davide Lorenzato ha utilizzato il materiale didattico tratto delle dispense (con CD annesso) del corso universitario della docente tedesca Doris Geller (publicate dalla casa editrice Bärenreither). Attraverso gli insegnamenti del corso, il corista/maestro ha avuto modo di: · migliorare la propria capacità di ascolto, affinando l'abilità a riconoscere suoni ed intervalli intonati correttamente; · apprezzare le differenze tra le diverse tipologie di intonazioni ed essere in grado di riprodurle con la voce; · approfondire le tecniche di emissione vocale con particolare riguardo al riconoscimento dei suoni armonici, al loro potenziamento, nonché al loro utilizzo per modificare e migliorare il timbro del suono emesso; · sviluppare la sensibilità uditiva verso una consapevolezza dei meccanismi dell'intonazione naturale, la quale, a differenza di qulla temperata, varia in funzione del contesto armonico e musicale; · migliorare la capacità di intonare armonie piu' “pure” di quelle del pianoforte, e di utilizzare le sfumature di intonazione per ottenere altrettante sfumatore di colore, che aiutino a dare significato ed interpretazione alla musica. Il maestro Andrea Mistaro, anima dell'Associazione Culturale e Coro Nuovo Accordo di Trieste organizzatrice del corso, nella prentazione di IntoNat evidenzia che: “Nonostante nell'ambito corale l'argomento sia fondamentale, per la gran parte dei coristi e dei direttori, le diverse tipologie di intonazione esistenti, rappresentano una sottigliezza relegata alla teoria acustico-musicale, anziche' differenti e potenti strumenti a cui ricorrere per differenziare la palette espressive del prorpio cantare e del proprio coro; per molti direttori ancora oggi il modello di intonazione da proporre al coro e' quello temperato prontamente disponibile sulla tastiera del pianoforte”. R I E S T E Choralia Davide Lorenzato Diplomato in flauto, organo e composizione organistica, musica corale e direzione di coro. Ha seguito i corsi superiori di composizione e direzione d'orchestra presso i conservatori di Trento e Bologna, corsi di perfezionamento in direzione corale in Ungheria, Irlanda e Germania con L.Healty, G.Gruen e J.Lustig; si sta specializzando in direzione presso la Musikhochschule di Mannheim. Ha insegnato in varie scuole musicali trentine e presso l'Istituto Musicale di Bolzano. Da quindici anni svolge intensa attività concertistica in tutta Europa. Sta collaborando con il Saarbrucken Kammerchor e con il Mannheimer Kammerchor alla realizzazione di importanti progetti sinfonico-corali. 39 Choralia U D I N E ALLA RICERCA DI UNA NUOVA MUSICA POPOLARE INTERVISTA A MARCO MAIERO Andrea Venturini m M 40 arco Maiero è nato e vive a Tricesimo (Ud). Si è diplomato in trombone nel 1981 presso il Conservatorio J. Tomadini di Udine, insegna Educazione musicale nella Scuola Media. Ispirato fin da giovanissimo dal canto corale, ha contribuito a fondare nel 1978 il coro di ispirazione popolare “Vôs de mont” col quale propone brani originali dei quali è autore di testo e musica. La profonda poesia dei suoi canti, intimamente legati alla terra friulana, le ispirate melodie e la ricerca di efficaci sonorità, hanno contribuito al rinnovamento del repertorio di innumerevoli cori. Ama definire la sua produzione come nuova polifonia etnica. Interessante e considerevole è anche la sua produzione di musica per gruppi di ottoni. Iniziamo la conversazione partendo dalla lunga esperienza di Marco Maiero come insegnante di educazione musicale presso le scuole medie, per analizzare l'atteggiamento della fascia giovanile verso la musica in generale e verso la musica corale in particolare. «In Italia la musica è vista quasi esclusivamente sotto un aspetto tecnico diretto che si concretizza con lo studio di uno strumento musicale presso i conservatori e le varie scuole di musica e che quindi coinvolge solamente un limitato numero di persone. Non si favorisce invece un'ampia diffusione della “cultura musicale” che dovrebbe essere patrimonio della gran parte della popolazione e dovrebbe nascere dall'educazione al rispetto della musica quale forma d'arte, senza preclusioni nei confronti dei vari generi. Con queste premesse l'attività svolta nelle scuole assume un valore di particolare importanza ma che purtroppo rischia di costituire, nell'arco dell'intera vita di una persona, l'unica occasione di contatto con la musica e con il mondo musicale diverso dalle proposte dei media, orientati a privilegiare la musica leggera e commerciale. La mancanza di conoscenza, soprattutto tra i giovani, fa sì che l'attività corale sia percepita come una realtà lontana, folcloristica e non coinvolgente. L'obiezione mossa dai più è che la musica classica e quella corale non abbiano ritmo: affermazione alquanto triste che denuncia esclusivamente l'assenza di requisiti per una disponibilità all'ascolto e l'elevato tasso di inquinamento musicale a cui siamo sottoposti, inquinamento che è il prodotto diretto di effimeri interessi economici». Qual è, secondo te, la situazione della coralità regionale? Se analizziamo l'evoluzione dei repertori nella coralità del nostro territorio, che è molto indicativo dal punto di vista corale, possiamo notare come da un'esperienza corale vaga e abbastanza casuale, negli ultimi trent'anni si sia passati attraverso varie fasi che da un momento nostalgico con la riscoperta delle villotte, purtroppo spesso elaborate senza un severo rispetto della loro natura, hanno portato gran parte dei cori ad affrontare lo studio della polifonia classica con un conseguente importante elevamento del livello tecnico vocale. Dimenticando che, nonostante i progressi, la nostra coralità è sostenuta da una folta schiera di appassionati i quali solo per diletto svolgono quest'attività, molti compositori hanno successivamente ritenuto adatto il momento per proporre ai nostri cori una produzione musicale che i nostri coristi non erano ancora pronti a recepire e, conseguentemente, ad esprimere a livelli ottimali e che lo stesso pubblico ha dimostrato di non capire e apprezzare. Come compositore, qual è la strada da te intrapresa per raggiungere i cori e gli ascoltatori? Io sono dell'avviso che l'arte più riesce ad essere coinvolgente, maggiormente permette di mantenere il suo valore simbolico. L'espressione musicale è un filtro attraverso il quale l'ascoltatore, grazie alla bravura dell'artista, può avere delle percezioni che altrimenti gli sarebbero precluse. Per raggiungere questo intento è necessario che l'arte sia fondata su sentimenti di ispirazione profonda; chi riesce meglio in questo sa essere più convincente ed arriva in maniera diretta all'ascoltatore stesso. Se non vuole correre il rischio di rimanere un prodotto fine a se stesso, un canto deve nascere da un momento emotivo vero, capace di coinvolgere l'individuo e la musica leggera di qualità è, in questo, maestra. L'assenza di elementi di riferimento quali la melodia, l'armonia, la stessa forma, riscontrabile nella musica contemporanea, non possono che disorientare il pubblico ed è questa la ragione per cui ho sempre dato la mia preferenza ad un ordinato ambiente tonale piuttosto che ad un freddo ambiente contemporaneo. Questo non significa però una scrittura banale ma una composizione capace di rinnovarsi e mantenersi al passo con i tempi attraverso elementi tradizionali; il consenso della gente ed il fatto che i miei canti siano eseguiti in tutta Italia e perfino a Helsinki ed in Australia, costituiscono un felice riscontro. Nella tua produzione corale non ti limiti a comporre le musiche, ma sono tuoi anche i testi. Come mai questa scelta? La poesia nasce già come forma compiuta, fine a se stessa e quindi non necessita di essere musicata. Troppe volte, quasi sempre a dir la verità nei compositori contemporanei, il testo diventa un semplice pretesto per una composizione, senza 41 Choralia U D I N E riuscire a coinvolgere la sfera emotiva. Io penso invece che anche la parola debba essere coinvolgente, comunicativa; i testi dei brani per coro devono essere inoltre funzionali alla musica ed al coro stesso. Sono queste le motivazioni che, pur non considerandomi un poeta ma semplicemente dando Marco Maiero voce ai miei sentimenti, mi spingono a scrivere anche i testi delle mie composizioni i quali, così facendo, diventano inscindibili dalle musiche costituendo con esse un unico prodotto. Marco Maiero e “Vôs de mont”: uno dei non frequenti casi di perfetta identificazione tra compositore-direttore e coro. Quale importanza assume per te il fatto di condurre, ormai da molti anni, il coro “Vôs de mont”? Fondamentale. Come tu dicevi, da molti anni abbiamo intrapreso un importante percorso a livello tecnico ed interpretativo con una piena disponibilità dei coristi. Posso ora affermare che io ed il coro siamo un tutt'uno e abbiamo creato un laboratorio dove è possibile sperimentare nuove soluzioni e dove le mie composizioni subiscono la prima verifica attraverso la quale è possibile valutare l'impatto tecnico ed emotivo dei canti stessi, stando sempre attenti a non equivocare il facile col banale ed il difficile col bello. La serenità del nostro rapporto è generalmente condivisa con il pubblico con il quale riusciamo così a rapportarci in maniera il più possibile comunicativa. 42 Posso affermare, senza retorica, che il merito della validità e della diffusione del nostro repertorio sia equamente riconducibile a me ed al coro. La grande disponibilità dei coristi ha inoltre consentito di superare l'immagine stereotipata di “coro di montagna” ed affrontare esperienze più ampie che ci hanno reso protagonisti di importanti appuntamenti, come nel 2004, in uno spettacolo teatrale ideato con l'attore Massimo Somaglino e intitolato “Gnot di nêf”. Parlavamo di attestazioni di stima e di riconoscimenti per il lavoro svolto: tu ne avrai certamente ricevuti molti… La soddisfazione più grande è sicuramente quella di aver contribuito al rinnovamento del repertorio di molti cori italiani ed anche esteri, ma anche alcune attestazioni mi hanno onorato e fatto capire di essere sulla strada giusta. Tra queste, ricordo con piacere il Premio "Venendo giù dai monti" istituito dal Coro "Montenero" di Ponte dell'Olio (PC), il Premio "Caravaggio" del “Coro Alpa” di Caravaggio (BG) ed il Premio "Mario Fontanesi" istituito dalla Pro loco di Toano (RE), tutti riconoscimenti che mi sono stati conferiti per la mia opera svolta a favore della coralità popolare. Anch'io ringrazio Marco Maiero per la sua entusiastica attività, con l'augurio che la sua produzione continui con sempre nuovi ed importanti successi. Prima di concludere ricordo che molti dei suoi canti sono raccolti nel volume intitolato “Mateçs” e che con il coro “Vôs de mont” ha inciso “Anin insieme” (1987), “Lidrîs” (1992), “Albadis” (1997) e “Mateçs” (2001) contenenti sue musiche originali, mentre è del 2005 il CD “L'è ben vêr”, una interessante raccolta di villotte friulane. U D I N E Choralia “ROSIS GNOVIS DA LIS LIDRÎS VIERIS” Andrea Venturini “r osis gnovis da lis lidrîs vieris” (Nuovi fiori dalle vecchie radici) è il titolo del nuovo progetto editoriale realizzato dai cori della zona del Friuli centrale in collaborazione con l'USCF, che segue il percorso intrapreso nel 2002 con la pubblicazione del volume di canti natalizi "Nativitate Domini", realizzato dalla zona Pedemontana. Scopo dell'iniziativa è quello di creare nuovi stimoli al rinnovamento del repertorio musicale dei cori, valorizzando allo stesso tempo il prezioso lavoro dei compositori operanti sul territorio. Il volumetto si presenta in una pregevole veste grafica con, in copertina, la fotografia della Basilica di Aquileia ed uno stralcio della Visitatio Sepulcri, a testimonianza delle lontane radici culturali e musicali del Friuli. Sono dodici i nuovi brani contenuti nella pubblicazione, tutti composti su testi in lingua friulana nella sua ricca varietà locale, di autori quali P. P. Pasolini, D. M. Turoldo, Enrica Cragnolini, Ida Bortolussi, Ida Vallerugo ed altri ancora. Le musiche sono firmate da Alessandro Gomba, Sonia Magris Sirsen, Michela Gani, Andrea Toffolini, S. Buchini, Marco Maiero, Maurizio Del Giudice, Lino Falilone, Marco Podda e Giovanni Zanetti che molto bene hanno tenuto in considerazione la destinazione dei propri lavori, cioè i cori amatoriali della zona. Le stesure s'inseriscono perfettamente nella tradizione del canto friulano d'autore, dando la preferenza agli andamenti omoritmici seppur mantenendo ciascuna le proprie caratteristiche di originalità melodica e armonica. Figurano nella pubblicazione brani per coro misto, coro maschile e coro femminile con l'unica eccezione del brano di Marco Podda il quale, nella sua Côru mut, prevede al coro un felice accompagnamento di pianoforte. Non manca, con I Alpins di Andrea Toffolini una composizione che, discostandosi dagli schemi tradizionali, adotta una semiografia contemporanea in cui l’Alea lascia ampi spazi all'interpretazione. Molto positiva la scelta, entro brevissimo tempo, di corredare la pubblicazione con un CD in cui saranno inserite le esecuzioni di tutti i brani pubblicati. 43 Choralia U D I N E CONCERTO PER GIACOMO CARISSIMI Andrea Venturini q M 44 uando si parla di oratorio è praticamente impossibile non pensare al compositore che più di ogni altro ha legato il suo nome e la sua fama a questo genere musicale. Sebbene non si possa certamente affermare che alcun compositore sia responsabile della nascita di un genere, nel caso di Carissimi si deve comunque riconoscere che molte delle sue opere contribuirono allo sviluppo dell'oratorio latino e ne contrassegnarono caratteristiche e modalità, le quali servirono poi da modelli per tutti i musicisti che vi si cimentarono. A 400 anni dalla sua nascita, Giacomo Carissimi nacque a Marino (Roma) nel 1605, la “Corale S. Vito” di Marano Lagunare ha voluto ricordare questo importante musicista proponendo una delle sue Historiae sacrae, più precisamente il Dives Malus, oratorio ricco di potenza drammatica e lirismo. Il concerto, tenutosi domenica 11 dicembre nella Chiesa Parrocchiale di Marano Lagunare, ha visto protagonista la “Corale S. Vito”, accompagnata da un organico strumentale formato da due violini, violoncello, trombone e organo, mentre le parti soliste sono state realizzate dal soprano Marianna Prizzon, dal contralto Raffaella Peressin, dal tenore Franco Nallino e dal basso Lucio Castellan. Maestro concertatore è stato Giulio Tavian, direttore della corale, che ancora una volta ha dimostrato la sua attenzione per una letteratura di grande interesse musicale anche se di non facile interpretazione. Dopo il saluto del Sindaco, la prima U parte del concerto si è aperta con tre mottetti di Giacomo Carissimi, in cui il coro ha avuto modo di mettere in luce le sue buone caratteristiche vocali e timbriche; sono stati eseguiti Ardens est cor nostrum, per coro a quattro voci, Exurge cor meum per soprano solo, due violini e basso continuo e Suscitavit Dominus super Babylonem per coro, due violini e basso continuo. La seconda parte è stata interamente dedicata al Dives Malus. Il coro ha dimostrato di saper rendere molto bene la lamentosa drammaticità del racconto tratto dall'Antico Testamento, sottolineando con veemenza la forza apocalittica della punizione divina riservata al D I N E Choralia ricco malvagio, destinato a bruciare, con le anime dannate, tra le fiamme del baratro infernale. Perfettamente a loro agio anche i soli, in particolar Caloroso il consenso del folto pubblico che con lunghi applausi ha dimostrato di aver gradito queste impegnative pagine della letteratura musicale italiana modo le due voci femminili, che con sicurezza hanno affrontato le parti narrative e liriche a loro riservate. attribuendo alla “Corale S. Vito” di Marano il giusto tributo per l'impegno profuso. 45 Choralia Z S K D - U C C S UN PROGETTO MUSICALE TRANSFRONTALIERO IL ME∏ANI PEVSKI ZBOR (CORO MISTO) LIPA DI BAZOVICA (BASOVIZZA) E IL SIMFONI≤NI ORKESTER (ORCHESTRA SINFONICA) DI NOVO MESTO Rossana Paliaga Ml 46 a coralità ha bisogno di stimoli forti e grandi progetti; sempre più gruppi corali cercano infatti la collaborazione con altri cori e musicisti, vivacizzando la propria attività con la realizzazione di progetti musicali di dimensioni più ampie. Uscire dalla consuetudine, conoscere persone con interessi comuni, confrontare realtà ed approcci diversi, creare nuovi legami e respirare l'atmosfera di nuovi ambienti è l'esperienza formativa che ha voluto provare anche il Meπani pevski zbor (coro misto) Lipa di Basovizza presso Trieste. Lo Slovensko kulturno druπtvo (Circolo culturale) Lipa ospita volentieri gruppi vocali e strumentali ed è proprio in occasione di uno di questi concerti che è nata l'idea di una collaborazione con i musicisti ospiti, i membri dell'orchestra sinfonica di Novo mesto. La numerosa compagine di allievi e docenti della scuola di musica Marjan Kozina è nota in Slovenia come uno dei migliori esempi di attività amatoriale giovanile e si esibisce a livello internazionale con un repertorio di grande varietà, adatto a far conoscere ai giovani musicisti generi e stili molto diversi tra loro. Molto vario è stato anche il programma scelto per il progetto comune di coro ed orchestra che è diventato presto un'iniziativa transfrontaliera di ancora maggior respiro con la collaborazione dei cori di Novo mesto e di Diva≥a (il primo è stato premiato con la medaglia d'argento alle Olimpiadi corali di Brema del 2004, il secondo è un noto coro del Litorale con alle spalle più di Z 470 concerti e due cd). Con il sostegno di diverse istituzioni in Italia e in Slovenia, i cori e l'orchestra hanno potuto presentare il loro programma da concerto, preparato con cura dall'équipe di direttori ed eseguito per la prima volta a Novo mesto in occasione della solenne celebrazione del giorno della cultura slovena davanti ad un pubblico di 1800 persone. Il progetto è stato portato poi a Trieste con due concerti, uno nella chiesa parrocchiale di Basovizza, l'altro al teatro Preπeren di Boljinec (Bagnoli della Rosandra). In queste occasioni l'orchestra sinfonica, diretta da Zdravko Hribar, si è riservata la prima parte del programma con una scelta eclettica di brani dal repertorio classico e moderno. La seconda parte ha visto invece protagonisti i cori, che insieme agli orchestrali hanno formato un organico di quasi 200 elementi, diretti a turno da ognuno dei direttori che hanno partecipato all'iniziativa. S K D - U C C S Choralia Interessante l'omaggio alla letteratura operistica ed operettistica slovena con la scelta di due brani meno noti al grande pubblico: il coro dei contadini dall'opera Cari≥ine Amazonke del “padre dell'opera slovena”, il triestino Viktor Parma (sotto la bacchetta di Jo∑ica Prus, direttrice del coro misto di Novo mesto), ed il coro dei paesani dall'operetta Majda di Marjan Kozina. Con gli altri due brani in programma coristi ed orchestra si sono rivolti al repertorio classico con l'esecuzione del mottetto Ave verum di Wolfgang Amadeus Mozart nel 250mo anniversario della nascita (diretto da Anton Baloh del coro Diva≥a) ed il coro Alleluia dal celebre oratorio “Messiah” di Händel. Quest'ultimo brano ha visto salire sul podio la direttrice del coro Lipa, Tamara Ra∑em. Il concerto è stato accolto ovunque con grande entusiasmo, e i coristi da parte loro non hanno nascosto la soddisfazione per aver realizzato un progetto che ha permesso ad ognuno di esplorare nuove dimensioni sonore ed umane. 47 Choralia C O N C O R S I CONCORSI a cura di Carlo Berlese Italia: Bologna scadenza: 30-03-2006 Italia: Vittorio Veneto (TV) dal 6-05-2006 al 7-05-2006 - scadenza: 27-01-2006 49° Zecchino d'oro - Rassegna Internazionali di canzoni per bambini 2006 41° Concorso Nazionale Corale trofei "Città di Vittorio Veneto" e Gran Premio "Efrem Casagrande" www.antoniano.it www.comune.vittorio-veneto.tv.it/ufficiW3C/musica/corale/2006corale.asp Italia: Fiuggi - Roma dal 3-03-2006 al 6-03-2006 - scadenza: 15-01-2006 X° Festival Corale Internazionale di Musica Sacra "G.P. da Palestrina" www.amicimusicasacra.com/concorsi.htm Italia: Quartiano di Mulazzano (Lodi) dal 20-05-2006 al 21-05-2006 - scadenza: 28-02-2006 XXIV Concorso Nazionale Corale "Franchino Gaffurio" digilander.libero.it/proquartiano/cori/index2.htm Italia: Roccasecca (FR) dal 4-04-2006 al 4-04-2006 - scadenza: 31-01-2006 8° Concorso Nazionale di Polifonia Sacra "Premio San Tommaso d'Aquino - Medaglia d'Oro" tel. 0776.569001 - 0776.567397 fax 0776.567554 Italia: Riva del Garda (TN) dal 9-04-2006 al 13-04-2006 - scadenza: 30-11-2005 9° Concorso corale internazionale www.e-20.com/ita/concorsocorale/edizioneincorso Italia: Loreto (AN) dal 19-04-2006 al 23-04-2006 - scadenza: 20-09-2005 Rassegna Internazionale di Musica Sacra "Virgo Lauretana" 2006 Italia: Puglia scadenza: 30-05-2006 I Concorso Nazionale per Composizioni vocali ARCoPu 2006 www.arcopu.com/concorso%20vocale/concorso%20vocale%20200 6.php Italia: Reggio Calabria dal 2-06-2006 - scadenza: 2-06-2006 IV Concorso Polifonico Nazionale "Mons.Salvatore Santoro" M°Carmen Cantarella: 0965.47621 - cell. 348.3724350 Carmelo Nucera: 0965.893899 - cell. 338.7324051 www.rassegnalauretana.it Italia: Recanati dal 2-06-2006 al 5-06-2006 - scadenza: 1-04-2006 Italia: Vallo della Lucania (SA) dal 20-04-2006 al 23-04-2006 - scadenza: 5-04-2006 www.amicimusicasacra.com/con2.htm 1° Concorso Internazionale Corale di Musica Sacra XII Festival Corale Internazionale "Orlando Di Lasso" tel. 081.923372 fax 081.923372 Italia: Zagarolo (Roma) dal 3-06-2006 al 4-06-2006 - scadenza: 28-02-2006 Italia: Vittorio Veneto (TV) dal 29-04-2006 al 29-04-2006 - scadenza: 27-01-2006 www.concorsozagarolo.it/3.htm Rassegna nazionale di cori scolastici "Roberto Goitre" 5° Concorso Polifonico Nazionale "Città di Zagarolo" www.comune.vittorio-veneto.tv.it/ufficiW3C/musica/cori/2006cori.asp Italia: Gorizia scadenza: 14-06-2006 Italia: Vittorio Veneto (TV) dal 30-04-2006 al 30-04-2006 - scadenza: 27-01-2006 www.seghizzi.it 4° Festival Nazionale di cori giovanili e di scuole superiori www.comune.vittorio-veneto.tv.it/ufficiW3C/musica/giovani/2006corigiovani.asp 48 4° Concorso internazionale di composizione corale “C. A. Seghizzi” 2006 C O N C O R S I Choralia Italia: Arezzo scadenza: 30-06-2006 Italia: Milano scadenza: 15-10-2006 Concorso Nazionale di Composizione “Fosco Corti” - Arezzo 2006 I Concorso di composizione ed elaborazione corale "Bruno Bettinelli" www.coritoscana.it [email protected] Italia: Arezzo scadenza: 30-06-2006 Italia: Napoli dal 2-11-2006 al 5-11-2006 Concorso Straordinario di Composizione “Simone Gentile” - Arezzo 2006 V Concorso Internazionale di Canto Corale “Voci nel Sole” www.coritoscana.it www.napolifestival.org/it/2006.htm Italia: Azzano Decimo dal 1-07-2006 al 1-07-2006 - scadenza: 30-04-2006 Italia: Riva del Garda (TN) dal 17-10-2007 al 21-10-2007 - scadenza: 15-04-2007 6° Concorso Internazionale per Cori "Città' di Azzano Decimo" 7° In...Canto sul Garda www.musica-mundi.com www.fieradellamusica.it Italia: Gorizia dal 5-07-2006 al 12-07-2006 - scadenza: 28-02-2006 XLV Concorso Internazionale di canto corale "C.A. Seghizzi" Svizzera: Montreux dal 18-04-2006 al 22-04-2006 - scadenza: 15-11-2005 42nd Montreux Choral Festival www.choralfestival.ch/english/cadres_en2.html www.seghizzi.it Slovenia: Maribor dal 21-04-2006 al 23-04-2006 - scadenza: 21-11-2006 Italia: Malcesine (VR) scadenza: 31-07-2006 8th International choral competition 1° Concorso Nazionale di Composizione "Il Garda in Coro" per coro di voci bianche www.ilgardaincoro.it/download.htm Italia: Arezzo dal 21-08-2006 al 27-08-2006 - scadenza: 28-02-2006 54° Concorso Polifonico Internazionale "Guido d'Arezzo" www.polifonico.org Italia: Arezzo dal 21-08-2006 al 27-08-2006 - scadenza: 15-03-2006 33° Concorso Internazionale di Composizione "Guido d'Arezzo" www.jskd.si/english/mb_06_introduction_english.htm Irlanda: Cork dal 26-04-2006 al 30-04-2006 - scadenza: 1-11-2005 52nd Cork International Choral Festival www.corkchoral.ie/pages/cn_2006festpage.htm Francia: Tour dal 3-06-2006 - scadenza: 15-11-2005 Florilège vocal de Tours www.florilegevocal.com/concours.php?&lang=en Francia: Tour dal 3-06-2006 al 5-06-2006 - scadenza: 15-11-2005 International children's choirs competition www.polifonico.org www.florilegevocal.com/concours.php?&lang=en Italia: Arezzo dal 23-08-2006 al 23-08-2006 - scadenza: 28-02-2006 Austria: Spittal dal 4-07-2006 al 9-07-2006 - scadenza: 31-01-2006 23° Concorso Polifonico Nazionale "Guido d'Arezzo" singkreis-porcia.com/chorb2006.htm 43th. International competition for choirs 2006 www.polifonico.org 49 Choralia C O N C O R S I CONCORSI Grecia: Preveza dal 6-07-2006 al 9-07-2006 - scadenza: 28-02-2006 Francia: Amiens Cedex dal 6-10-2006 al 8-10-2006 - scadenza: 31-03-2006 24th International Choral Festival Of Preveza 12th International Choral Competition Of Sacred Music Concours Européens de Choeurs et Maîtrises Festival des Cathédrales de Picardie www.festivaldescathedrales.com www.users.otenet.gr/~armonia4/english/festival1.htm Germania: Bürgerzentrum Elsenfeld dal 13-07-2006 al 17-07-2006 - scadenza: 31-01-2006 Germania: Zwickau dal 11-10-2006 al 15-10-2006 - scadenza: 15-04-2006 6th International Choir Competition 2006 International Robert Schumann Choir Competition www.chorwettbewerb-miltenberg.de www.musica-mundi.com Cina: Xiamen dal 15-07-2006 al 26-07-2006 Spagna: Tolosa dal 1-11-2006 al 5-11-2006 - scadenza: 15-05-2006 4th World Choir Games 2006 38 Tolosa choral contest www.musica-mundi.com www.cittolosa.com/en/choirs/index.htm Ungheria: Debrecen dal 26-07-2006 al 31-07-2006 - scadenza: 1-11-2005 Malta: Malta dal 9-11-2006 al 13-11-2006 - scadenza: 30-04-2006 Béla Bartòk 22nd International choir competition The Malta International Choir Competition www.musica-mundi.com www.bbcc.hu Finlandia: Helsinki dal 8-09-2006 al 9-09-2006 - scadenza: 31-01-2006 II Harald Andersén Chamber Choir Competition Ungheria: Budapest dal 1-04-2007 al 5-04-2007 - scadenza: 30-10-2006 International Choir Competition www.musica-mundi.com www2.siba.fi/choircompetition Spagna: Barcellona dal 27-09-2006 al 1-10-2006 - scadenza: 1-06-2006 VIII Festival Corale Internazionale di Canto Popolare "L'Europa e i suoi canti" www.amicimusicasacra.com/con3.htm Estonia: Tallin dal 19-04-2007 al 22-04-2007 - scadenza: 15-10-2006 10th International Choir Festival “Tallinn 2007” www.kooriyhing.ee/eng/events/comp Bulgaria: Sofia dal 4-10-2006 al 7-10-2006 - scadenza: 28-04-2006 3rd International Choir Competition Sofia 2006 www.fcmf.visa.bg 50 C O R S I Choralia CORSI La S.I.E.M., sezione di Roma, in collaborazione con il Centro Attività Musicali AURELIANO, organizza un corso di aggiornamento “Vocalità infantile e formazione corale” sul tema: “La cura della voce parlata e cantata come presupposto per una crescita musicale e umana attraverso il coro” articolato in 50 ore, con verifica finale, per il conseguimento del 1° livello di specializzazione in “Vocalità Infantile”. Docenti: Bruna Liguori Valenti, Giovanni Acciai, Franca Ferrari Il corso è mirato a dare motivazioni, strumenti e tecniche per affrontare una attività corale con bambini e ragazzi di scuola primaria e secondaria, potenziare le capacità vocali, organizzare un repertorio adeguato.. Il corso si terrà a Gubbio dal 28 agosto al 1 settembre 2006 e prevede, per le prime 24 ore, un lavoro teorico-pratico di vocalità concertazione e direzione con due tipologie di cantori (5/7 e 8/14 anni). Proseguirà con un seminario a Roma, il 2 settembre ( 8 ore), 4 Incontri di verifica a Roma nel periodo novembre - aprile 2006/2007(14 ore), verifica finale a Roma (4 ore) il 20 maggio 2007 Il materiale oggetto di studio verrà consegnato al Campus: prevede brani di autori italiani contemporanei scritti per cori scolastici e associativi, materiale per l' improvvisazione vocale. e indicazioni di repertorio per fasce d'età. Scadenza iscrizioni:20 luglio 2005 Quota di partecipazione per 50 ore: € 250, comprensivi di assicurazione e quota associativa S.I.E.M. Quota di frequenza al solo seminario (8 ore). € 150, comprensivi di assicurazione e quota associativa S.I.E.M. Info:06/66140208 www.aureliano.org 51