Choralia
10 punti per una
coralità nuova
Nativitas 2005
Marj Kogoj:
un anniversario dimenticato
Spedizione in A.P. - art. 2 comma 20/c - Legge 662/96- dci PN - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a sostenere le tariffe previste
Periodico di informazione corale dell’U.S.C.I. Friuli Venezia Giulia - aderente alla FE.N.I.A.R.CO.
marzo 2006
(43)
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Gorizia
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ISCRITTO AL REGISTRO PERIODICI AL N° 410
CON AUTORIZZAZIONE DEL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE
DI PORDENONE IN DATA 30/06/1995
Pordenone
ANNO XI - N. 43 - MARZO 2006
20 USCI GORIZIA IN ASSEMBLEA
22 SULLE RIVE DELLA MOLDOVA
PORDENONE ALL’APPUNTAMENTO
28 USCI
CON L’ASSEMBLEA ORDINARIA
MONTEVERDI:
30 CLAUDIO
VESPRO DELLA BEATA VERGINE 1610
32 MANIAGOLIBERO: IL PROFUMO DELLE MEMORIE
Trieste
PERIODICO DI INFORMAZIONE CORALE A CURA
DELL’USCI FRIULI VENEZIA GIULIA
34 UN NUOVO ORATORIO PER NATALE
LA RASSEGNA INTERNAZIONALE
35 RITORNA
DI CORI SCOLASTICI
37 “INTONAT” CORSO DI INTONAZIONE NATURALE
Udine
(43)
Choralia
ALLA RICERCA DI UNA
40 MAIERO:
NUOVA MUSICA POPOLARE
43 “ROSIS GNOVIS DA LIS LIDRÎS VIERIS”
44 CONCERTO PER GIACOMO CARISSIMI
ZSKD-UCCS
Fornasier
INDICE
PRESIDENTE: Sante
3 RIFLESSIONI PER UNA NUOVA CORALITÀ
5 NATIVITAS 2006: CALENDARIO CHE SI RINNOVA
12 LE TRADIZIONI MUSICALI DEGLI SLOVENI IN ITALIA
14 MARJ KOGJ UN CINQUANTENARIO DIMENTICATO
UN PROGETTO MUSICALE
46 LIPA:
TRANSFRONTALIERO
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Hanno collaborato
Roberto Frisano, Rossana Paliaga, Fabio Pettarin,
Pio Pradolin, Daniela Romio.
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48 CONCORSI
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SANTE
FORNASIER:
RIFLESSIONI PER UNA NUOVA CORALITÀ
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n occasione del primo numero di
Choralia in questo anno XI abbiamo
chiesto al Presidente Sante Fornasier
quali sono, anche dal suo osservatorio
nazionale ed europeo, le prospettive
per la coralità negli anni a venire.
Ci ha riassunto le sue riflessioni in
dieci sintetici ma densi ed efficaci
spunti di riflessione sui quali
invitiamo i lettori a meditare per
restituirci i loro pensieri.
Giovane. La coralità oggi deve
sapersi misurare col mondo giovanile,
riuscire a dialogare, confrontarsi col
linguaggio dei giovani e proporre con
determinazione l'idea che le giovani
generazioni si conquistano con la
qualità e l'alto profilo delle proposte.
Vediamo sempre più organizzazioni
che investono nei giovani, li
coinvolgono, li incentivano a dare con
responsabilità il loro contributo
(commissione giovanile di Feniarco e
di Europa Cantat). Modello di questa
coralità devono essere i grandi
festival europei, l'incontro di culture
diverse, la passione e la voglia di
mettersi in gioco. I cori di bambini e
giovanili sono una realtà in crescita,
dobbiamo divulgare il più possibile le
molte esperienze che abbiamo a
livello nazionale, crederci per far
vedere che “è possibile” .
Che dialoga con la scuola.
Il mondo corale deve sforzarsi di
continuare un dialogo con la scuola a
tutti i livelli (scuola dell'obbligo,
scuola superiore, università e
conservatori). Dobbiamo riuscire a
inserire il canto corale come
elemento formativo, di ampliamento
culturale e come opportunità
professionale per le giovani
generazioni. La coralità ha bisogno
della scuola e la scuola ha bisogno
della coralità. Cantare in coro ha
un'alta valenza sociale e non più
prescindere da una percezione di
gruppo positiva, rende possibili
esperienze, opportunità e occasioni
che una visione individualistica
preclude, forma i giovani per un
futuro appassionato ed avvincente.
Che forma direttori. Bisogna
investire molto nella formazione di
giovani direttori, dar loro un futuro
che sarà fatto di passione ma anche
di opportunità professionali. Lavorare
in maniera progettuale implica una
risposta di programmazione
articolata, in grado di rispondere ad
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esigenze diverse e sicuramente difficili da
armonizzare. Per far questo ci vogliono direttori
preparati. Ogni coro dovrebbe farsi carico di
formare alcuni direttori (oltre che giovani coristi)
per garantirsi un futuro qualificato.
Organizzata. Molto è stato fatto in termini
organizzativi dai nostri cori, ormai è chiaro a tutti
che senza una solida idea organizzativa è difficile
portare avanti progetti ambiziosi. Dobbiamo
continuare con sempre maggior determinazione su
questa strada per dare agli slanci entusiastici del
volontariato artistico-musicale quella
organizzazione professionale che ci permette di
ottenere la giusta visibilità nel panorama culturale
nazionale, internazionale e che ci da peso nei
confronti dell'Ente pubblico.
Aperta all'Europa. La coralità ha dimostrato di
saper aderire agli ideali europei ben prima della
politica e anche questa visione del movimento
corale costituisce un punto di forza. Nei prossimi
anni dovremo essere sempre più presenti e
protagonisti nel contesto internazionale.
Collaborare a livello europeo significa condividere
contenuti sostanziali, liberarsi da concezioni
provinciali e limitate per aprirsi a sfide sempre più
entusiasmanti e concretamente propositive.
Progettuale. La coralità ha superato la fase di
funzione ricreativa o nostalgica di valori stereotipati,
è costretta a reinventarsi continuamente per
rispondere alle continue sfide di una realtà
complessa e in veloce cambiamento. Solo una
coscienza progettuale vera permette di pianificare e
armonizzare l'uso delle risorse (ampie) che il nostro
tempo ci offre. Certo le difficoltà non mancano ma
concentrare i migliori talenti attorno ad un progetto
esaltante è sempre una grande esperienza.
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Competitiva. La coralità deve accettare di essere
competitiva, naturalmente in senso positivo.
Deve accettare di misurarsi per autovalutarsi e
crescere. Deve competere con i falsi valori legati al
consumismo sfrenato della nostra società e
proporsi come alternativa culturale alle giovani
generazioni. Deve saper lanciare il cuore oltre
l'ostacolo per competere con la facile mediocrità
da cui siamo tentati ogni giorno.
Che sa valorizzare la tradizione. I cori sono anche
il luogo di conservazione dei tesori della musica
popolare e della tradizione musicale della nostra
nazione. Valorizzare questo patrimonio significa
prendere coscienza dei valori che esso porta con se
e riproporli con gli occhi della modernità,
contestualizzandoli nella sensibilità di oggi. Nulla si
inventa, i valori più generali si riscoprono
sorprendentemente attuali proprio perchè
provengono da testimonianze che ci appartengono.
In sintonia con i compositori contemporanei.
Si sta delineando un dialogo sempre più proficuo tra
cori e compositori, questo venti anni fa non c'era.
Esprimere la creatività musicale del nostro tempo è
un valore irrinunciabile, e i nostri cori lo stanno
facendo. Si sta saldando sempre di più la frattura che
c'era tra genio creativo e fruibilità, condivisione con il
pubblico dell'emozione estetica. Dare vita musicale
alle partiture concepite da menti contemporanee
darà sempre più ricchezza e ragione di crescita alla
coralità, sia essa amatoriale o professionale.
Amatoriale in modo professionale
La coralità amatoriale è in grado di coniugare i
migliori fermenti di coloro che svolgono un'attività
per il solo piacere di farla con le esigenze di
professionalità che un progetto di alto profilo esige.
Sperimentare queste contaminazioni porterà
senz'altro a punte di eccellenza in grado di
stimolare tutto il mondo corale.
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NATIVITAS
2006
CALENDARIO CHE SI RINNOVA
s
uscita interesse e diventa sempre
più efficace la formula di Nativitascanti e tradizioni natalizie in Alpe
Adria che l'USCI Friuli Venezia Giulia
propone nel periodo che va
dall'Avvento all'Epifania, periodo
tradizionalmente ricco di iniziative
che Nativitas riunisce non solo in un
unico cartellone e in un'unica
immagine promozionale ma anche, e
sempre di più coerentemente, in un
progetto condiviso e partecipe.
Innumerevoli i concerti a cui danno
vita i cori della regione e i loro ospiti
da fuori regione e dall'estero. Tra
questi abbiamo individuato i più
significativi dandone notizie in questa
lunga panoramica che interessa tutte
le province.
GORIZIA
Il Nativitas Goriziano è stato
senz'altro caratterizzato da In te
Domine confitemur, il ciclo di concerti
promossi dall'USCI Gorizia.
nell'ambito del progetto Trasparenze
- Musica corale, autori, opere e
periodi, progetto promosso con
l'obiettivo di stimolare una ricerca e
un approfondimento su tematiche
relative alla musica corale. Per questa
edizione di Trasparenze
l'approfondimento si è orientato sulla
coralità Centro Europea e in
particolare sulla musica e i musicisti
dell'area boema e della città di Praga.
I cori aderenti avevano già avuto
modo di approfondire l'aspetto
storico stilistico con due lezioniconferenza tenute da Marco Maria
Tosolini nel mese di maggio. Il coro,
preparato dal maestro Aldo Danieli si
è impegnato nell'esecuzione di due
opere di Antonin Dvorak (1841 1904), il Te Deum op. 103 del 1892 e il
Salmo 149 scritto nel 1879. Te Deum
e Salmo 149 sono tra le opere più
significative del compositore boemo
entrambe intrise di grande energia e
musicalità che ben hanno
evidenziato, oltre alle doti
compositive dell'autore, il forte
impegno profuso da coristi e maestri
nell'allestimento di un progetto
impegnativo. Hanno partecipato al
progetto policorale sette cori della
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provincia di Gorizia:
l'Associazione corale “Audite
Nova” di Staranzano diretta da
Gianna Visintin, l'Associazione
corale “Vox Julia” di Ronchi dei
Legionari diretta da Elisa Ulian, la
corale “S. Ambrogio” di
Monfalcone diretta da Cristina
Allegra, il coro “Città di Gradisca”
diretto da Luca Perissin, la “Coral
di Lucins” diretta da Stefano
Gianesi, il coro del liceo
scientifico “M. Buonarroti” di
Monfalcone diretto da Gianna
Visintin e il Gruppo Corale “Ars
Musica” di Gorizia diretto da
Lucio Rapaccioli. L'impegno
concertistico è iniziato il 1
dicembre con un concerto a
Trieste accompagnato dalla
Nuova Orchestra da Camera “F.
Busoni” diretta da Massimo Belli.
Il concerto è stato replicato con
grande successo di pubblico nel
Duomo di Monfalcone sabato 3
dicembre. L'8 di dicembre i cori
si sono trasferiti a Praga e, nella
capitale ceca si sono esibiti il 10
dicembre nella Chiesa di San
Salvatore accompagnati
dall'Orchestra praghese
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“Sinfonietta” diretta da Miriam
Nemcova. Nelle pagine di Gorizia
ampio spazio è dedicato alla
trasferta praghese
L'11 dicembre 2005, nell'ambito
di Nativitas il Gruppo Vocale
“Ansibs” di Monfalcone si è
esibito nella chiesetta di Santa
Domenica a Selz di Ronchi dei
Legionari.
Il repertorio proposto ha preso
avvio dal progetto presentato dal
Gruppo a Corovivo: “La storia del
Natale: gli eventi della narrazione
sacra rivisitati da Jonathan
Rathbone e Ben Parry”. Il gruppo
ha quindi proposto brani natalizi
in tema col periodo di Avvento e
Christmas Carol della tradizione
anglosassone. Il programma ha
anche toccato un repertorio più
familiare all'ottetto Ansibs e cioè
quello degli arrangiamenti jazz
della musica strumentale
barocca, con particolare
attenzione a Johann Sebastian
Bach, brani che non hanno
mancato di sorprendere
piacevolmente il numeroso
pubblico presente al concerto.
La Chiesa di San Lorenzo Martire
di Ronchi dei Legionari ha
ospitato, domenica 4 dicembre il
concerto Meditazioni musicali in
tempo d'Avvento organizzato
dall'Associazione Corale “Vox
Julia” di Ronchi dei Legionari.
Il coro Vox Julia ha aperto la
serata con tre brani in linea con il
tema proposto, in particolare il
terzo, Prayer of the children di
Jurt Bestor, dedicato ai bambini
della ex Jugoslavia che l'autore
ha conosciuto e frequentato
durante un suo viaggio in quella
terra. Toccante il messaggio
proposto:"potete sentire la
preghiera dei bambini? Bambini
che in tutto il mondo, non solo
nei luoghi di guerra, pagano per
gli errori degli adulti.”
Dopo il saluto del coro di casa, si
è esibito il Coro Polifonico di
Ruda e del Friuli Venezia Giulia
magistralmente diretto da
Fabiana Noro. Il coro ha proposto
un programma piuttosto vario
che ha spaziato attraverso
diversi periodi musicali ed è stato
eseguito con molta accuratezza
e precisione.
Il coro è riuscito a creare
un'atmosfera suggestiva con la
pienezza ma allo stesso tempo
con la morbidezza delle voci.
Le esecuzioni di Die Nacht e del
Salmo 23 di Franz Schubert, di
The ballad of little Musgrave di
Benjamin Britten e del De
profundis di Arvo Pärt sono state
particolarmente apprezzate e
gradite, grazie anche all'
intervento di David Giovanni
Leonardi al pianoforte e di
Giorgio Fritsch alle percussioni.
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PORDENONE
Tempus Aventus et Tempus
Nativitatis, ovvero aspettando il
Natale. Questo è il tema del
concerto natalizio con il quale il
Coro Polifonico “S. Antonio
Abate” di Cordenons, diretto da
Monica Malachin, ha intrapreso
uno scambio culturale con il
Chorus Anonymus di Klagenfurt,.
Il primo concerto, che ha trovato
la sua giusta collocazione nella
chiesa del Cristo a Pordenone il 3
dicembre, ha visto una splendida
esecuzione del coro austriaco
guidato da Markus Krainz, che ha
eseguito brani del '500-700 di
Markus. Vulpis, J. Eccard, Johann
Sebastian Bach, Michael
Praetorius, M. Franck e di autori
più vicini a noi come Sergej
Rachmaninov, Bauernfeind,
Jaeggi, Kropfreiter, Doppelbauer.
Lo scambio si è concluso con un
concerto ospitato dalla comunità
di Pörtschach am Wörter See in
Carinzia. Alla presenza di un folto
pubblico, il Coro Polifonico
“S. Antonio Abate” ha raccontato
il periodo dell'Avvento attraverso
lavori di Jacob Handl, Tomàs Luis
da Victoria e del friulano Orlando
Di Piazza mentre per descrivere
la meraviglia del Natale ha scelto
brani di Giovanni Pierluigi da
Palestrina, Pekiel e dell'aretino
Lorenzo Donati.
Il coro “Officum Consort” di
Pordenone ha avuto
l'opportunità, nell'ambito di
Nativitas 2005, di proporre un
interessante progetto musicale
incentrato sul rapporto fra
tradizione monodica e letteratura
organistica, in collaborazione con
il maestro Francesco Finotti,
organista di fama internazionale,
nella prestigiosa Cattedrale di
San Giusto a Trieste domenica 18
dicembre. Il progetto dal titolo In
omnem terram exivit sonus, ha
toccato le corde forti di un
repertorio organistico che - nel
tempo - ha trovato ispirazione
nel canto gregoriano e,
recependone la lezione, ha
prodotto autentici capolavori
anche nell'età contemporanea. Il
concerto si è articolato con un
alternatim tra voci e strumento,
toccando autori quali Franz Liszt
e Duprè e chiudendo su un tipico
esempio di contaminazione
contemporanea, dalle
caratteristiche compositive
spiccatamente “modali”, quali il
Kirie dalla Messe du pauvres di
Erik Satie.
Inquadrato nell'arco dei
programmi di Nativitas, il
concerto di Natale del 18
dicembre 2005, svoltosi nel
Duomo di San Vito al
Tagliamento, ha avuto per tema
La Gloria e la Lode del Natale nel
Te Deum di Charles Gounod.
Interpreti: il Gruppo Vocale “Città
di San Vito” guidato dal Maestro
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Gioachino Perisan, gli organisti
Luigino Favot e Roberto Gri, le
due arpe Elisabetta Ghebbioni e
Daria Bolcati. Gounod compose il
Te Deum per arpe, soli (o piccolo
coro), coro e due organi nel
1886, in occasione della
beatificazione di Giovanni
Battista de la Salle. Negli stessi
anni in cui altri grandi
compositori si cimentarono nel
musicare il testo dell'inno
Gounod compose il suo Te Deum
nel 1886, quasi
contemporaneamente a Anton
Bruckner (1884), Antonin Dvorak
(1892) Giuseppe Verdi (1896). Il Te
Deum di Gounod occupa in
questo panorama un posto
particolare dovuto all'insolita
partitura.
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Oltre al coro il compositore
francese vuole quattro solisti che possono essere sostituiti da
un piccolo coro, mentre per
ognuna delle due parti di arpa
Gounod chiede tre arpe per
ragioni acustiche. Il primo organo
ha funzione di semplice
accompagnamento del coro,
mentre il secondo grande organo
ha funzione solista e, con la
densità delle sequenze accordali,
aumenta l'effetto di potenza e
grandiosità. La composizione usa
un linguaggio molto espressivo e
di grande impatto sonoro.
La scelta del settimo modo
gregoriano nell'ultimo episodio
(in te Domine speravi), rivela il
suo atteggiamento di devoto
ossequio alla musica antica.
Quem vidistis pastores? È il tema
che la “Corale Polifonica” di
Montereale ha proposto per il
concerto del 18 dicembre presso
la chiesa S. Maria Assunta di
Montereale. Il titolo è ispirato al
mottetto natalizio composto dal
musicista cividalese don Antonio
Foraboschi (1889-1967),
compositore, sconosciuto ai più
e valorizzato, negli ultimi anni,
proprio dalla compagine di
Montereale. La sera del concerto,
dello stesso autore è stato
eseguito il bel componimento del
Trittico Mariano, suddiviso in
forma dialogica tra un
mezzosoprano (Maria), un
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baritono (il Diletto), ed il coro che
di volta in volta personifica gli
Angeli, gli Apostoli e l´Umanità. Il
testo è in latino ed è suddiviso in
tre momenti con una logica quasi
teatrale: nella quiete della
Dormizione, nei fremiti
dell´Assunzione e nello
scampanio della Glorificazione.
Hanno partecipato al concerto la
“Corale Polifonica” di Montereale
il coro lirico “Voci del Piave”,
l´orchestra da camera “Città di
Pesaro”, il mezzo soprano
Svetlana Novikova ed il baritono
Manolo Villani.
La sera di giovedì 8 dicembre
2005, nel duomo di San Vito al
Tagliamento gremito di pubblico,
si è tenuto il grande concerto
dedicato al Vespro della Beata
Vergine di Claudio Monteverdi.
L'Associazione per la musica
rinascimentale “Alessandro
Orologio” di Spilimbergo, con il
contributo della Regione Friuli
Venezia Giulia, della Fondazione
Crup, del Comune di San Vito e
dell'Usci Friuli Venezia Giulia, e in
collaborazione con l'Usci di
Pordenone, la Fondazione Bon e
l'Associazione Pueri Cantores del
Duomo di Udine, ha allestito ed
eseguito in forma liturgica il
grandioso vespro monteverdiano
nel giorno della festività
dell'Immacolata concezione. Il
concerto era inserito oltre che in
Nativitas, nel cartellone della
stagione San Vito Musica
organizzata dal Comune di San
Vito al Tagliamento.
Al concerto hanno partecipato
numerosi esecutori, provenienti
sia dall' Italia che dall'estero.
Erano presenti sette solisti,
riconosciuti tra i maggiori esperti
di musica antica nel panorama
internazionale i soprani Laura
Antonaz e Silva Pozzer, il
controtenore Alessandro
Carmignani, i tenori Giampaolo
Fagotto e Mario Cecchetti, il
baritono Furio Zanasi e il basso
Daniele Carnovich. Tutti questi
solisti collaborano stabilmente
con i più prestigiosi gruppi di
musica antica in tutta Europa ed
hanno al loro attivo
numerosissimi concerti e
incisioni musicali. L'orchestra
che ha eseguito la non facile
partitura, l'Ensemble strumentale
Orologio, era costituito in questa
occasione da circa una ventina di
strumentisti con molti e vari
strumenti dell'età rinascimentale.
Tra gli esecutori erano presenti i
cornettisti americani Bruce
Dickey e Doron Sherwin, membri
fondatori del celeberrimo
Concerto Palatino e considerati
tra i migliori specialisti al mondo
del loro strumento. I cori
partecipanti a questo progetto,
quattro in questa occasione e
con la presenza di circa una
settantina coristi, sono stati gli
R
“Juvenes Cantores” del Duomo di
Udine, l'”Ensemble vocale
Orologio” di Spilimbergo, la
“Schola gregoriana” della
“Polifonica Tomadini” di San Vito
al Tagliamento e il coro di voci
bianche “Pueri Cantores” del
Duomo di Udine.
L'esecuzione del Vespro ha avuto
luogo in forma liturgica, con la
presenza di un sacerdote,
Monsignor Nicola Biancat
parroco del duomo sanvitese,
che ha celebrato un vero vespro
mariano così come inteso dallo
stesso Monteverdi: l'impressione
che se ne è avuta è stata quella
di un evento a metà strada tra
concerto, celebrazione liturgica e
rievocazione storica vera e
propria. Il pubblico,
numerosissimo, ha manifestato
grandi consensi per la qualità
artistica ed ha calorosamente
applaudito gli esecutori.
Il colpo d'occhio in chiesa, per la
cura del grande allestimento, per
la disposizione in “doppio coro”
con la presenza dei tre organi, e
con i solisti e l'orchestra al
centro, si è rivelato davvero
impressionante, e ha dato l'idea
di come poteva essere una
grande liturgia veneziana nella
basilica di San Marco nel primo
Seicento. Un evento quindi che
ha suscitato l'entusiasmo di tutti
i partecipanti per il risultato
artistico ottenuto .
TRIESTE
Il cartellone di Nativitas è stato
caratterizzato anche a Trieste da
un ampio ventaglio di proposte
musicali, alcune di singoli cori o
gruppi, altre inserite nell'ambito
di iniziative più ampie e di
incontri di cori, oppure in
manifestazioni di rilievo cittadino.
In alcuni casi sono stati
presentati a Trieste concerti già
facenti parte di un progetto
regionale, e proprio per questo
ascrivibili ad un ambito più vasto,
interessante anche altre
province, e come tale
ampiamente recensito in altra
sede. È il caso di Dominum
confitemur…, organizzato
dall'USCI di Gorizia, e presentato,
oltre che a Trieste, a Monfalcone
e a Praga. Possiamo ricordare
anche i concerti inseriti da cori
triestini nell'ambito di Nativitas,
ma eseguiti in realtà non a
Trieste, come ad esempio i Canti
di Avvento proposti dai “Piccoli
Cantori della Città di Trieste”
diretti da Maria Susovsky e
Cristina Semeraro ancora a
Praga, nel quadro delle
manifestazioni dell'Avvento
praghese. Anche un altro gruppo
triestino, gli “Amici del canto
gregoriano”, diretti da Paolo
Loss, ha eseguito il suo concerto
in un'altra provincia, in
collaborazione con l'associazione
“Panta rhei”, nel Duomo di
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Gorizia, intitolandolo con
l'invocazione latina Venite
adoremus, e spaziando su
quattro temi della storia della
Salvezza: la misericordia del
Signore, la bellezza della Madre
di Dio, l'annuncio del Salvatore e
l'adorazione del Cristo incarnato.
Il gruppo ha eseguito brani del
repertorio gregoriano classico
con qualche esempio della
tradizione più recente,
concludendo il suo programma
con le parole dei Magi, riportate
dall'evangelista Matteo: Vidimus
stellam eius in oriente et
venimus cum muneribus adorare
Dominum (Abbiamo veduto la
sua stella in oriente e siamo
venuti con doni per adorare il
Signore).
Incontri fra cori diversi, ognuno
portatore di una propria
esperienza nella
programmazione del repertorio e
delle tradizioni natalizie, hanno
caratterizzato il panorama
triestino di Nativitas. Da
segnalare la quinta edizione della
Rassegna “Atmosfere di Natale”,
organizzata dall'Ensemble vocale
femminile “Il Focolare” il 17
dicembre, nella chiesa dei SS.
Pietro e Paolo. Come
consuetudine sono stati chiamati
cori provenienti da altre province
e regioni: quest'anno oltre coro
ospitante, diretto da Giampaolo
Sion, hanno cantato la “Società
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Filarmonica Giuseppe Verdi” di
Ronchi dei Legionari, diretta da
Diana Mian, e il coro maschile
“Vecchio Ponte” di Bassano del
Grappa, diretto da Giovanni
Mayer. I tre cori hanno
presentato un repertorio di canti
natalizi tratti della propria
tradizione, concludendo il
concerto con un esecuzione
d'assieme di Stille Nacht. Questo
momento d'amicizia con il coro
triestino è proseguito il giorno
dopo, con la visita del Castello di
Miramare e con il concerto del
coro di Bassano alla Rassegna
corale organizzata a Ronchi dei
Legionari. Si è inserito negli
appuntamenti di Nativitas anche
il concerto del coro giovanile
“Cantica nova”, di Trnava
(Slovacchia), tenutosi il 10
dicembre nella chiesa di San
Giacomo nell'ambito dell'ottava
Rassegna internazionale di cori
scolastici organizzata dal Coro
del Liceo scientifico “Oberdan” e
svoltasi il giorno precedente (se
ne parla in altra pagina della
rivista). Il coro slovacco, diretto
da Gabriel Kalopoπ, ha
presentato un programma vario
di canti di ispirazione religiosa e
natalizia, distinguendosi
soprattutto nel repertorio
popolare slovacco e in una serie
di spiritual. Alla fine del concerto,
il coro ha cantato assieme agli
ospiti italiani dei due cori del
10
Liceo “Oberdan” (“piccoli” e
“senior”) una brillante versione
del celebre O Happy Day. Un
concerto a due cori dal
significato particolare, e intitolato
Fra Oriente e Occidente. Le radici
comuni della musica cristiana, è
stato proposto la sera della festa
dell'Immacolata nella chiesa di
Santa Maria Maggiore dalla
“Società Polifonica S. Maria
Maggiore”, diretta da Vincenzo
Ninci, e dal coro “Vox
Ecumenica”, diretto da Anna
Kaira. Per quanto non limitati al
periodo strettamente natalizio, i
programmi dei due cori hanno
rappresentato bene le
componenti “occidentali”, dal
gregoriano al '900, del canto
cristiano, messe in luce dalla
raffinata esecuzione del coro “S.
Maria Maggiore”, e quelle legate
alla tradizione ortodossa
orientale, valorizzate dalle
robuste voci del coro diretto da
Anna Kaira, musicista ucraina di
grande sensibilità e di sicura
esperienza nel campo della
tradizione liturgica serboortodossa. Proprio a questa
tradizione si è legato il brano
d'assieme a cori riuniti, il festoso
e augurale Mnogaja leta (Ad
multos annos) di Bortnjanskij,
conclusivo della solenne liturgia
ortodossa.
E ancora appuntamenti, in
questo denso programma
triestino di Nativitas. Il coro
femminile “Clara Schumann”,
diretto da Chiara Moro, ha
proposto, nell'elegante sede del
palazzo del “Ferdinandeo”, un
programma di brani romantici
d'ispirazione religiosa (tra i quali
una rara Ave Maria di Franz von
Suppè) e, nella seconda parte, il
noto A Ceremony of Carols di
Britten, eseguito nella versione
per coro femminile e pianoforte
con la collaborazione della
brillante pianista Cristina Zonch.
Il Gruppo vocale e strumentale
“Cantaré”, nella sua vasta
articolazione dei “pulcini”, delle
voci bianche, delle sezioni
femminile e mista, dirette da
Barbara Crapaz e dal fondatore
Luciano De Nardi, ha presentato
in due concerti - uno, nella
chiesa di Notre-Dame-de-Sion,
un altro, ormai tradizionale, il
pomeriggio dell'Epifania nella
chiesa di San Gerolamo - una
scelta di canti ispirati al Natale
nella tradizione italiana e
anglosassone. Anche il
complesso vocale e strumentale
“Gruppo Incontro”, diretto da
Rita Susovsky, con la
collaborazione musicale di Nicola
Colocci e l'apporto strumentale
di altri musicisti, ha proposto la
Sacralità del Natale attraverso i
secoli nella chiesa dei Santi
Ermacora e Fortunato a Roiano,
con un interessante programma
R
che spaziava dalle laudi
cortonesi alla tradizione classica
e romantica ed alla produzione
più recente di matrice
anglosassone e nordamericana.
Ricordando il bolognese Giacomo
Antonio Perti nel 250°
anniversario della morte, proprio
nell'anno in cui vide la luce
Mozart, il coro “Hortus Musicus”,
diretto da Fabio Nesbeda, ne ha
proposto, nella chiesa
dell'Immacolato Cuore di Maria, i
Responsi per il Natale, preceduti
dall'inno vespertino e scritti per il
singolare organico di coro, violino
e basso continuo. Ai brani
musicali sono state alternate le
letture previste dall'Ufficio dei
Vespri di Natale, in modo da
rivivere, sia pure in forma breve,
lo spirito della celebrazione
festiva. Alle celebrazioni per i 150
anni della Chiesa di San Giacomo
Apostolo, infine, ha contribuito il
gruppo formato dalla Corale di
Buttrio e dai “Legris Cantors” di
Percoto, diretti da Massimo
Devitor, e dalla “Cappella
Tergestina”, sotto la direzione
complessiva di Marco Podda,
nell'esecuzione di un piccolo
gioiello del secondo '800
francese, l'Oratorio di Natale di
Camille Saint-Saëns, e di
Nativitas Domini, nuovo oratorio
natalizio composto dallo stesso
Marco Podda.
UDINE
Anche quest'anno sono stati
numerosi i concerti che
“Nativitas” ha saputo proporre
nel territorio della provincia di
Udine, confermando l'impegno
dei cori nel presentare repertori
originali e sempre più ricercati.
Sono stati quattro i progetti
selezionati dalla Commissione
Artistica dell'USCF che hanno
animato la manifestazione in
provincia ed hanno coinvolto un
folto ed attento pubblico.
Tre sono stati i gruppi impegnati
nel progetto “InCanti di Natale”:
la “Corale di Buttrio” ed i “Legris
Cantors” di Percoto, diretti da
Massimo De Vitor e la “Cappella
Tergestina” diretta da Marco
Podda. Nei tre concerti proposti
a Nimis, Pavia di Udine e Buttrio
sono stati presentati l'Oratorio di
Natale di Camille Saint-Saëns,
Nativitas Domini dello stesso
Podda, concludendo con alcuni
brani della tradizione natalizia.
Nella realizzazione del progetto i
tre cori sono stati affiancati da
cinque cantanti solisti, una voce
recitante e da una nutrita
orchestra, il tutto diretto dal
maestro Marco Podda.
Nelle pagine della provincia di
Trieste un approfondimento sul
programma del concerto
“Harmonia in nativitate Domini
2005” è stato il titolo del
concerto realizzato a Rubignacco
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Choralia
di Cividale dall'accademia
musicale-culturale “Harmonia” di
Cividale del Friuli, diretta da
Giuseppe Schiff.
Il progetto, che voleva valorizzare
la tradizione natalizia colta e
popolare e presentare le
composizioni di autori di fama
internazionale, ha offerto un
vasto programma nel quale è
stato possibile ascoltare un
antico discanto cividalese, alcune
laudi trecentesche, fino a
composizioni di Praetorius,
Monteverdi, J. S. Bach, Himmel,
senza trascurare le più antiche
melodie natalizie friulane.
Il coro “G. Peresson” di Piano
D'Arta, diretto da Arnaldo De
Colle, nel concerto tenuto a
Piano D'Arta il 17 dicembre, ha
proposto “Un Natale davvero
speciale”.
Porre attenzione a situazioni e
problematiche del nostro tempo
nella visione cristiana del Natale,
sono state la finalità del progetto
che è stato realizzato
raccogliendo le espressioni più
significative e meno conosciute
del territorio, proposte attraverso
brani inediti e basate sulla
ricerca e documentazione delle
fonti.
Accanto a numerose
composizioni originali di tema
natalizio di Arnaldo De Colle,
sono stati presentati alcuni brani
di estrazione colta ai quali la
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tradizione locale e la stessa
sapiente mano di De Colle hanno
adattato testi in friulano.
L'Abbazia di Rosazzo ha ospitato
infine il concerto del coro
femminile “Harmonious
Ensemble” di Ruda.
Nel progetto “Christmas carols
(a child asleep)” si è colto il
desiderio di far rivivere
l'atmosfera del Natale angloamericano, quando nelle chiese e
lungo le vie delle città si canta
per festeggiare la nascita di un
bimbo che, con la sua purezza,
porterà la luce nel mondo.
Diretto dall'attenta mano di Elisa
Ulian, l'”Harmonious Ensemble”
ha quindi proposto numerosi
brani della tradizione natalizia
inglese ed americana, scritti ed
arrangiati da compositori
contemporanei, tra i quali
Edward Elgar e Benjamin Britten.
LJUDSKO IZROŒILO
SLOVENCEV V ITALIJI
LE TRADIZIONI MUSICALI
DEGLI SLOVENI
IN
ITALIA
FINALMENTE RISTAMPATO IL VOLUME
DI PAVLE MERKÙ
Roberto Frisano
Ml
a seconda edizione del volume di
Pavle Merkù, Ljudsko izro≥ ilo
Slovencev v Italiji / Le tradizioni
musicali degli sloveni in Italia è uscita
per la Pizzicato e con il sostegno
dell'USCI alla fine del 2005. Questa
seconda edizione si presenta in realtà
come una ristampa, con alcune
revisioni e correzioni dell'autore, della
prima edizione del 1976 (Editoriale
Stampa Triestina), esaurita ormai da
molti anni. Un'importante novità è
costituita dall'allegato cd che
12
contiene una selezione dei documenti
sonori rilevati da Merkù (le
registrazioni originali sono conservate
al Glasbenonarodopisni Inπtitut SAZU / Istituto per l'Etnografia
musicale dell'Accademia slovena
delle scienze e delle arti di Lubiana).
Trattandosi di un lavoro che ormai è
considerato un “classico” tra le
raccolte di materiali di tradizione
orale, mi sembra più opportuno
proporre alcune considerazioni sul
volume piuttosto che una vera e
R
propria recensione.
Questa raccolta di canti e testi popolari delle
comunità slovene in Italia ha avuto origine nella
preparazione di una serie di trasmissioni
radiofoniche per la Stazione Trieste A in lingua
slovena della RAI. Nell'introduzione del volume,
Merkù stesso ricorda gli inizi del suo lavoro,
l'entusiasmo, ma anche la mancanza di una
metodologia unitaria, per lui di formazione
musicale classica e “neofita” dell'etnomusicologia.
Le difficoltà successive furono relative soprattutto
alla gestione dell'immenso materiale raccolto,
superate grazie alla maturazione, strada facendo,
dei criteri di raccolta, trascrizione e analisi. Il
primitivo interesse per i canti si allargò in seguito ai
racconti, alle descrizioni di usanze, alle formule di
guarigione, ai proverbi, agli scongiuri, agli
indovinelli ecc. Data la crescente quantità di
documenti sonori, Merkù pensò poi ad una
pubblicazione ordinata di tutto il materiale.
Il volume si configura, quindi, come una raccolta
corposa e organica delle tradizioni musicali (e non
solo) della fascia slovena a ridosso del confine
orientale friulano. Il materiale vi è presentato in
sezioni che corrispondono alle zone dialettali
slovene (in quest'aspetto ordinativo e nella cura
riservata alla trascrizione fonetica dei testi si nota
la preparazione di linguista dell'autore) che sono
l'area dei Barchini (sud-est di Trieste), l'area del
Carso orientale, l'area del Carso occidentale, l'area
del Collio, l'area del Natisone, l'area del Torre, l'area
resiana e l'area zegliana (Valcanale).
Dato che nelle zone marginali di un territorio
linguistico e culturale c'è maggior possibilità di
conservazione delle particolarità linguistiche
dialettali, dei canti e delle testimonianze della vita
tradizionale, Merkù ha potuto raccogliere e portare
all'attenzione di tutti documenti sonori
estremamente preziosi, in particolare di quelle
zone fino ad allora poco studiate come l'alta valle
del Torre, la valle del Cornappo o la Valcanale in
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provincia di Udine, dove la
presenza linguistica e
culturale slovena era già
fortemente indebolita.
A quasi trent'anni di
distanza, la seconda edizione
del libro ripropone ai nostri
occhi tutto il valore
documentario del lavoro
svolto da Merkù assieme alla
sua importanza
etnomusicologica ed
etnografica. Tra i testi e le
notazioni musicali, però, si
percepisce anche
l'attenzione per la
dimensione antropologica
che deve essere sempre sottesa al lavoro del
ricercatore che si accosta alla cultura tradizionale.
Chi ha provato anche solo per una volta a fare
ricerca sul campo e ad entrare in contatto con i
portatori della tradizione sa quanto siano
emozionanti, oltre al documento che si raccoglie, il
senso umano dell'incontro, il vissuto, le storie
individuali e gli atteggiamenti comunicativi degli
informatori. Allora, come scrive Gian Paolo Gri nella
prefazione del volume Tonanìna Tonanà, «si capisce
che si tratta di occasioni uniche, s'impara l'umiltà e
da ricercatori ci si trasforma in scolari».
Proprio questa sensibilità percorre sottilmente il
lavoro di Merkù; essa traspare qua e là nelle brevi
didascalie che accompagnano le fotografie del
volume. Valga fra tutti questo affettuoso commento
a corredo della foto dell'informatrice Maria Picogna
Vizzutti di Cergneu (p. 287), «la più cortese fra i
miei informatori: dalla sua voce ho udito la parlata
slovena più meravigliosa, il linguaggio più musicale
fra quanti mi è stato dato di udire».
I canti, le filastrocche, i racconti, le preghiere e gli
scongiuri raccolti da Merkù fra il 1965 e il 1974
offrono un ampio spaccato di un mondo di
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tradizioni, espressioni linguistiche e musicali,
atteggiamenti e modi di vivere che è riscontrabile
oggi solo in misura ridottissima. Penso che sia poco
corretto continuare ad affermare che quel mondo è
scomparso del tutto (anche se, in maggioranza,
sono scomparsi gli informatori di Merkù che erano
anziani già in quegli anni) perché esso si è invece
profondamente modificato. Il mondo popolare è in
continua trasformazione, così come i prodotti della
sua cultura (tra cui il canto e la musica
strumentale), ma è certo che forme espressive e
comunicative di tipo popolare sono ancora presenti
e in funzione nella società odierna.
È anche vero, però, che la nostalgia ci coglie
sfogliando il libro di Merkù, perché si ha la
sensazione di trovarsi tra le mani le testimonianze
di molte cose preziose e ormai perdute per
sempre. Parole e suoni usciti dalla voce di persone
vive, testi e melodie che hanno costituito il
bagaglio delle conoscenze personali o comunitarie
sono destinati a rimanere muti, trascritti sulle
pagine bianche o al più ad essere riprodotti dai cd
o riproposti in versione corale.
Forse è meglio pensare che quelle parole e quei
suoni si sono solo trasformati in altre forme di
comunicazione verbale e musicale.
MARIJ
KOGOJ
1892-1956
UN CINQUNTENARIO DIMENTICATO
Luisa Antoni
Mt
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rieste si trova in un territorio che
ha vissuto una serie di stravolgimenti
storici, con cui dobbiamo fare i conti
ancora oggi. Le dolorosissime vicende
storiche hanno inciso profondamente
nella coscienza dei popoli che vivono
su queste terre e hanno dato vita ad
una dicotomia, a una divisione
culturale che esiste ancor oggi.
Una storia della musica triestina non
può e non deve prescindere dallo
studio degli aspetti diversi che
compongono il puzzle cosmopolita
della vita triestina: ed è proprio
R
questo cosmopolitismo che è la
cifra unica di Trieste, città
mitteleuropea par excellence.
A Trieste si vengono a lambire ed
anche a scontrare i tre maggiori
gruppi culturali europei: l'austrotedesco, lo slavo e il romanzolatino. Se effettivamente l'Europa
è il cuore del mondo civilizzato,
allora Trieste ne è la capitale.
Ed è proprio in questa capitale
che Marij (Julij) Kogoj nasce il 18
settembre 1892, in via della
Barriera Vecchia e viene
battezzato con il nome di Julij
(Giulio). Nel 1896 viene chiamato
con il nome di Marij (Mario) che
era il nome del fratello di tre anni
più giovane morto nel 1896.
Morto il padre di tisi e sparita la
madre viene mandato con la
sorellina a Canale d'Isonzo come
orfano: qui riceve l'educazione
elementare e dimostra particolari
attitudini, così che la maestra e il
parroco lo aiutano a preparare
l'esame di ammissione al
ginnasio di Gorizia. Sino al 1912
Kogoj è tra i migliori della classe,
termina l'anno scolastico 191314 come privatista. Senza aver
prima finito il ginnasio Kogoj,
infatti, decide di andare a Vienna
a studiare musica. Il 2 novembre
1914 Kogoj è a Vienna, dove
probabilmente nei giorni
successivi all'arrivo passa
l'esame di ammissione alla
Hochschule für Musik und
darstellende Kunst e si iscrive al
primo anno di contrappunto,
studiando contemporaneamente
teoria musicale. Sono gli anni
della guerra e Kogoj non viene
richiamato alle armi, perché
fortemente miope. Il 26 giugno
1915 si iscrive al secondo anno
di contrappunto sempre con
Franz Schreker. Due mesi prima
aveva sentito Schönberg dirigere
la Nona di Beethoven. Il 30
giugno 1916 finisce anche il
secondo anno di contrappunto.
Intanto si iscrive anche a
composizione, sempre con
Schreker. In sintesi sappiamo che
Kogoj seguì con profitto due anni
di contrappunto e pianoforte. Il
terzo anno mancò sempre più
spesso e scrisse all'amico Bevk
di aver chiuso con la Hochschule.
Due mesi dopo nell'autunno del
1917 si reca a Lubiana per trovar
lavoro, ma senza esito. Nello
stesso periodo alcuni giornali
viennesi pubblicano notizia del
seminario di Schönberg. Agli inizi
di gennaio 1918 il corso ebbe
avvio e Kogoj il 15 febbraio
scrisse all'amico Bevk di studiare
strumentazione con Schönberg. Il
24 febbraio 1918 Kogoj organizzò
un concerto in cui si produsse
come cantante e pianista.
Di questi anni c'è anche una
testimonianza interessante: uno
dei colleghi compositori di Kogoj
Sre≥ko Koporc, che fu anche suo
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allievo, cita l'esistenza di una
nuova teoria degli accordi o di
permutazioni di accordi pensata
e svolta da Kogoj che è tutt'ora
non approfondita e che credo
aspetti di essere scoperta.
Gli anni viennesi non furono
comunque anni ricchi e
spensierati: Kogoj doveva
lavorare per potersi mantenere:
si narra che abbia lavorato in una
fabbrica di cioccolato e in una di
munizioni. Dal racconto fatto a
Josip Vidmar risulta che
lavorasse presso un artigiano
serramentista. Secondo Borut
Loparnik questo primo periodo
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della vita musicale di Kogoj si
cristallizza nel compendio O
umetnosti, posebno glasbeni
(Dell'arte, in particolar modo
della musica). Non dobbiamo
dimenticare che Kogoj scrisse
diversi saggi che tutt'ora
aspettano di essere vagliati e
studiati.
Nell'agosto del 1918 si
trasferisce a Lubiana, dove inizia
a lavorare e si sposa: lavora
prima per una breve periodo
come maestro sostituto
all'Opera, come insegnante alla
Glasbena matica e anche come
esecutore e critico musicale. Il
musicologo sloveno Borut
Loparnik, uno dei maggiori
conoscitori della vita e delle
opere di Kogoj, scrive: “Kogoj non
rispettava le maniere civili, non
apprezzava la soddisfazione dei
dilettanti, non lodava le persone
professionalmente di poco valore
e stava in silenzio di fronte al
tribunale della politica culturale.
Era solamente un ribelle e un
giudice che giurava sulla verità
delle idee, intelligente, senza
compromessi, sincero e senza
nessuna considerazione per le
pagelle e i meriti dei vecchi
maestri".
Questi furono anche gli anni, in
cui Kogoj - non riuscendo a
trovare una comunanza d'intenti
tra i musicisti della sua età - si
legò ai giovani letterati e artisti. Il
16
primo risultato comune è stato
un sodalizio intelletualeculturale-artistico, cui
collaborarono, tra gli altri, Anton
Podbevπek, Ivan ≤argo, Josip
Vidmar. Il secondo risultato fu la
fondazione del Klub mladih (Il
club dei giovani) che gli fruttò
alcuni mesi di lavoro alla
Glasbena matica. Il terzo risultato
di questa unione di idee è stata
la pubblicazione della rivista Trije
labodje (I tre cigni), in cui
trovarono posto anche alcuni
lavori di Kogoj. Intanto la famiglia
Kogoj contava ben cinque
membri che andavano
quotidianamente sfamati. In
questi stessi anni partecipò ad
alcune serate, organizzate da
Sre≥ko Kumar e Ivan Grbec a
Servola.
In questi anni, ma soprattutto
dopo la fine della 1.a guerra
mondiale, la piccola casa dei
Grbec diventò un vero e proprio
centro culturale del paese che
già si apprestava a diventare
sobborgo della città. Grbec con la
sua simpatia e con la sua
levatura culturale e morale iniziò
ad attirare gli artisti sloveni che
allora vivevano a Trieste. Sino a
quando il fascismo non li
disperse per il mondo, si
trovavano presso di lui e davano
vita ad una vita culturale molto
movimentata, sconosciuta sia
prima che dopo: i letterati Josip
Ribi≥ i≥ , Albert e Karlo ∏ irok, i
pianisti Sre≥ ko Kumar e Gita
Bortolotti, i violinisti Mirko Logar
e Karlo Sancin, la cantante
Avrelija Sancin e i compositori
Breda ∏ ≥ ek e Karol Pahor; di
tanto in tanto giungevano da
Tomaj il letterato Stano Kosovel
con la sorella Karmela, pianista.
Difficilmente sarà possibile
ricostruire l'importanza di questo
nucleo culturale e determinare
quali manifestazioni sono qui
nate. Si può però ipotizzare
come questi incontri possano
aver fecondato il lavoro dei
singoli, e si può pensare
all'impulso che possono e alle
conseguenze che può aver
lasciato per tutta l'attività
culturale degli sloveni nel
Litorale.
Da Lubiana o da Gorizia arrivava
in visita anche Marij Kogoj che
faceva la parte da leone e spesso
teneva concerti per gli amici in
casa Grbec.
Pavle Merkù
A questo periodo risale la
raccolta Piano, formata da sei
brani, che sono assieme alle
successive Malenkosti (Bagatelle)
l'espressione più alta dell'opera
pianistica di Kogoj. Secondo
Emanuele Arciuli si tratta di brani
di grande ispirazione, di
incredibile ricchezza di
sfumature psicologiche e
originalità di stile, giunto a un
R
livello di maturità e autonomia.
Nel 1922 Kogoj decise di tentare
la fortuna altrove e si recò a
Gorizia da solo. Nel 1923 era già
di ritorno a Lubiana, dove riprese
a collaborare con il teatro, e qui
rimase sino al 1932. Si tratta di
un periodo molto fecondo: nel
1929 la sua opera le ≤ rne maske
vide la prima esecuzione (voluta
e diretta da un altro triestino di
nascita Mirko Poli≥ che è stato
uno dei più importanti direttori
d'opera della Jugoslavia di allora).
Nel 1932 Kogoj si trasferisce a
Grade∑ nella Dolenjska. Il suo
stato di salute peggiora, solo di
tanto in tanto - quando si
avvicina al pianoforte - si
riscopre il grande talento. Sino
all'agosto del 1949 la moglie gli
sarà accanto e impedirà il suo
ricovero (tranne per i periodi di
crisi). Dopo la morte della moglie
ha vissuto, dimenticato da tutti in
una casa di cura. Al suo funerale
(28 febbraio 1956) parteciparono
pochi amici e un manipolo di
giovani studenti che allora non
aveva ancora ben chiaro, ma
intuiva quale fosse la portata
della sua eredità.
"Il sipario si alza e la mascherata
ha inizio. Lo stesso tema passa
da uno strumento all'altro. La
musica è ritmica, aspra, in mezzo
ad essa vi sono intrecciati
momenti lirici…
Il punto più alto del caos di
masse nel primo atto è dato dalla
marcia che ci ricorda i baccanali
dei cabaret. Il culmine dell'opera
è l'inno a Satana alla fine della
prima scena".
(Estratto al foglio di sala del 1929
che è probabilmente opera di
Mirko Poli≥, primo direttore delle
≤rne maske)
All'inizio della sua carriera
compositiva Kogoj si è occupato
prevalentemente di lavori con
testi, soprattutto Lieder e cori.
Uno dei più alti raggiungimenti
artistici di Kogoj è l'opera ≤ rne
maske (Le maschere nere) che
rivela un Kogoj oramai
artisticamente maturo. L'opera
nasce e viene messa in scena
per la prima volta tra il 1924 e il
1929. Kogoj non era nuovo ai
tentativi scenici, poiché dalla sua
biografia risulta che nel 1921 il
ginnasio di ∏entivid presso
Lubiana avesse messo in scena
l'Edipo re di Sofocle con musiche
di Kogoj, mentre nel 1923 le
musiche pensate ed eseguite
improvvisando per Pocarini alla
serata futurista di Gorizia erano
per un progetto di balletto
scenico. Anche nell'agosto del
1923 risulta che Kogoj stesse
pensando o avesse in gran parte
già preparato il libretto Bogomila,
tratto dal poema Krst pri Savici
(Battesimo presso la Savica) di
Francè Preπeren. Nel maggio del
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1924 ebbe finalmente l'idea delle
≤ rne maske. È probabile che si
trattasse di uno spunto esterno:
Leonid Andrejev aveva infatti
terminato le sue Maschere nere
nel 1907-8, nel 1924 Josip
Vidmar, grande amico di Kogoj, le
tradusse e le pubblicò. Kogoj si
era ritirato a Gorizia e a Canale a
scrivere. Nel 1927 la direzione
dell'opera di Lubiana aveva dato
notizia della prima messa in
scena delle ≤ rne maske,
posticipata poi di alcuni anni.
Finalmente il 7 maggio 1929 la
premiére. L'ultima
rappresentazione della prima
messa in scena sarà il 11 giugno
1930.
Malgrado le tre messe in scena,
l'opera ≤ rne maske porta con sé
tutta una serie di problemi che
evidentemente non sono legati
solo alla 'problematicità' del suo
autore.
Innanzitutto la partitura si trova
ancora manoscritta e fino a poco
tempo fa non era possibile
fotocopiarla per il veto degli
eredi; il manoscritto non è
facilmente leggibile, ci sono i
segni delle differenti
rappresentazioni (la prima nel
1929, con l'apporto del
compositore, la seconda nel
1957 e la terza nel 1990), ma
anche tutta una serie di segni
messi - presumibilmente - dai
direttori (il triestino Poli≥, il
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lubianese Samo Hubad e da
ultimo Anton Nanut, originario di
Canale d'Isonzo). Da un punto di
vista drammaturgico l'opera
stessa necessità di una seria
revisione sia compositiva che
registica per poter poi resistere
in scena. Senza però una
partitura stampata è impossibile
'esportare' quest'opera che pur
merita una maggiore attenzione.
Maria Gomba≥, ora preside del
Liceo musicale di KoperCapodistria, aveva accennato
all'interesse mostrato da Claudio
Abbado per quest'opera. La
discussione è ancora aperta: in
corso d'opera è la revisione che
ne sta facendo il direttore
d'orchestra e docente presso la
Hochschule di Vienna Uroπ
Lajovic. Il dramma delle ≤ rne
maske si occupa della scissione
dell'io e del confronto con il
“doppio dentro di noi”. Già
Loparnik aveva notato che Kogoj
era affascinato dalle parabole
surreali con un forte sfondo
simbolico che però portavano un
messaggio all'umanità. Prima che
alle ≤ rne maske aveva pensato a
Salomè (progetto poi
abbandonato) e anche alla fiaba
di Andersen Il pescatore e la sua
anima. Il dramma rispetta i
canoni classici delle unità
aristoteliche di luogo, tempo e
spazio, ma i suoi personaggi non
sono solo caratteri e persone, ma
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simboli di persone e dei rapporti
interpersonali. All'interno di
questo dramma ci sono forti
motivi simbolici e forti tensioni
psicologiche. Qualcuno ha anche
accennato alla somiglianza di
alcune parti con le cavalcate
medievali e le personificazioni
dei peccati. Non ci sono i classici
numeri chiusi: arie, duetti, finali
ecc. La parte del protagonista
richiede un baritono
tecnicamente ineccepibile e nel
pieno delle sue forze. Il primo
Lorenzo fu Robert Primo∑i≥,
triestino di nascita, il secondo
Samo Smerkolj e il terzo Josip
Leπaja. (il 24 aprile 2004 parti
dell'opera ≤rne maske di Kogoj
sono state trasmesse dalla RTV
Slovenija in Euroradio e ben 10 le
diverse radio nazionali le hanno
trasmesse a loro volta)
Il 1929 è comunque per Kogoj e
la sua creatività un anno molto
fecondo: 2 giugno il coro
accademico “Akademski pevski
zbor Tone Tomπi≥” - uno dei cori
storici sloveni - presenta a Celje
tre composizioni di Kogoj, nella
replica del concerto (10 giugno)
sono aggiunte altre due
composizioni del Maestro. Il
concerto è trasmesso in diretta
radiofonica. Tra le composizioni
presentate c'è anche il Requiem
per coro virile che risale al
periodo di Novo mesto. Nell'
agosto 1929 Kogoj termina la
traduzione dal tedesco della
Valchiria di Wagner; a dicembre
ci sono due concerti alla radio per il primo suona
improvvisando, mentre per il
secondo - che sarà la sua ultima
apparizione radiofonica accompagna un flautista.
Il 15 febbraio 1930 Kogoj si
produrrà nel suo ultimo concerto
come pianista. Nel 1931 segue i
concerti del coro dei Maestri
diretto da Sre≥ko Kumar e
improvvisa gli accompagnamenti
alle sue composizioni, lavora
all'opera comica Kar ho≥ ete (Ciò
che volete) che però non
terminerà. A novembre ha luogo
il primo concerto del coro di voci
bianche “Trboveljski slav≥ek”
(L'usiguolo di Trbovlje) diretto da
Avgust ∏uligoj, anch'egli sloveno
del litorale emigrato a forza. Si
tratta di un coro storico sloveno
che ha dato un fortissimo
impulso alla coralità infantile.
All'epoca Trbovlje era una
cittadina composta
prevalentemente da minatori e il
coro era formato quindi dai figli
dei minatori.
Al primo concerto il coro ha
presentato la canzone Mladinska
(Giovanile) di Kogoj. lo stesso
coro nel 1938 presenterà per la
prima volta Kaj ne bila bi vesela
(Perché non dovrei essere felice).
Uno tra i più alti raggiungimenti
artistici di Kogoj sono le
R
composizioni per cori di voci
bianche che mostrano tutta la
profonda ricchezza del suo
spirito creativo e sono ancora
oggi un esempio per le giovani
generazioni di compositori.
Il 13 dicembre Kogoj si esibirà
per l'ultima volta in pubblico.
Nel gennaio 1932 il coro della
Glasbena matica di Lubiana per il
proprio 40° anniversario presenta
anche il brano Bar≥ ica. Il coro è
diretto da Mirko Poli≥. A maggio
dello stesso anno Mirko Poli≥
presenta per la prima volta il
brano Chopiniana.
A giugno Kogoj mostra un grave
disagio causato dalla malattia e
lascia molte delle sue
composizioni incompiute.
Gli ultimi anni sono anni di
ricerca essenziale: è interessante
notare che mentre per il periodo
precedente si discute spesso con
toni molto accesi pro o contro la
definizione di espressionismo per
Sito
aggiornato
le sue composizioni, adesso - in
questo periodo - sono tutti
concordi a rifiutare questa
definizione; c'è stato chi ha
parlato di costruttivismo anche
considerando che Kogoj aveva
avuto stretti rapporti con Avgust
≤ernigoj, uno dei nomi più
interessanti della pittura slovena
e triestina. Dopo le ≤ rne maske
Kogoj rinuncia alla tonalità
d'impianto e in realtà rinuncia a
tutto ciò che lo limita o che gli
crea impedimenti. La musicologa
slovena Darja Koter che ha
analizzato i Lieder di Kogoj vede
in questi ultimi anni una linearità
compositiva polifonica che dà
alle ultime composizioni di Kogoj
un'aura sonora totalmente
nuova. I brani più interessanti di
questo ultimo periodo sono
dunque gli ultimi Lieder e
soprattutto le 22 Malenkosti
(Bagatelle) per pianoforte.
Si tratta di 22 piccole perle
È DI NUOVO ATTIVO E
AGGIORNATO IL SITO
DELL'USCI FRIULI VENEZIA
GIULIA. VI SI POSSONO
TROVARE IN TEMPO REALE
INFORMAZIONI SULLE
E
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N
E
Choralia
pianistiche che sono state
redatte e pubblicate dal
compositore sloveno Jakob Je∑,
uno dei più accaniti sostenitori di
Marij Kogoj.
Vorrei concludere citando Pavle
Merkù, uno degli studiosi che più
ha contribuito alla riscoperta di
Kogoj: nel 1955 (un anno prima
della morte del maestro) a
conclusione di un articolo per i
sessant'anni di Kogoj scriveva:
Non voglio essere un profeta non
interpellato o a buon mercato,
ma non posso non esprimere il
mio convincimento: tra un po' il
tempo spazzerà via le vecchie
polemiche, non scritte da
nessuna parte, ma ancora ben
vive e le giovani generazioni si
renderanno conto di Kogoj. Allora
gli sloveni - e io oggi aggiungerei
i triestini - sapranno di avere in
Kogoj il più forte e il più
importante compositore della
prima metà del 20° secolo.
MANIFESTAZIONI
ORGANIZZATE CON
CALENDARI, PROGRAMMI E
QUANT'ALTRO.
È POSSIBILE ANCHE
SCARICARE CHORALIA,
VISIONARE IL CATALOGO
DELLE PARTITURE E DELLE
PUBBLICAZIONI DELL'USCI.
CURATORE DEL SITO È
CARLO BERLESE
([email protected]).
19
Choralia
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USCI GORIZIA
IN ASSEMBLEA
Daniela Romio
c
M
20
on la partecipazione di più di due
terzi dei presidenti dei Cori associati,
sì è svolta, il 22 gennaio scorso,
l'Assemblea annuale generale dei
Soci dell'USCI della Provincia di
Gorizia, nella sede di Poggio Terza
Armata.
La convocazione di quest'anno ha
assunto particolare rilevanza, in
quanto, l'Ordine del Giorno, oltre alla
relazione sulle attività svolte nel
corso dell'anno 2005, il programma
in calendario per il 2006 e
l'approvazione dei bilanci consuntivo
e preventivo, prevedeva anche le
elezioni dei componenti il nuovo
Direttivo che gestirà le attività
dell'Associazione per il prossimo
triennio.
Nel corso della prolusione, è stata
espressa da parte della Presidente,
per sé ma anche per tutto il Direttivo,
al quale ha rivolto il suo
ringraziamento, grande soddisfazione
per le attività svolte, che hanno
richiesto grande impegno sia
finanziario che individuale. E' stato
evidenziato inoltre, quanto sia
cambiata, in termini di qualità,
l'attività dei cori e la loro crescita e
maturazione nel corso degli ultimi
nove anni. E' con orgoglio che si
ricorda come da ben dieci anni l'USCI
di Gorizia dia particolare importanza
al Progetto “Voci Bianche”, nella
convinzione che i piccoli cori
costituiscano fucina di futuri
componenti di cori “adulti”. A questo
proposito, sono state elencate e
commentate tutte le attività svolte
nel corso dell'anno 2005 terminate
con l'ultimo importante impegno a
conclusione del Progetto
“Trasparenze”, affettuosamente
chiamato - “Progetto Praga”; ne
vengono illustrati i tempi di
realizzazione, nominato i cori
partecipanti, i maestri e le orchestre
coinvolti. La Presidente ha
relazionato all'Assemblea
l'entusiasmo da parte di tutti i coristi
e dei maestri dei cori, sottolineando
la partecipazione in termini
economici degli Enti che hanno
G
creduto in questo Progetto. Una nota di rammarico
da parte della Presidente, portavoce di tutto il
Direttivo, nel ricordare alcune situazioni di disagio
che però non hanno invalidato l'importanza
dell'impegno né la sua eccellente realizzazione,
confermata anche dai ringraziamenti porti dai
Presidenti dei cori partecipanti.
Nell'intento di continuare il percorso costruendo
momenti di confronto e di approfondimento,
conoscenza e gioia del canto, è stato presentato il
programma delle attività che si snoderanno nel
corso del 2006, iniziando e finendo l'anno proprio
con le manifestazioni dedicate ai cori di voci
bianche: prima tra tutte, “Una giornata per cantare
insieme”, di sabato 1 aprile, a Sagrado, con la
presenza di una Commissione di ascolto che dovrà
individuare due gruppi che successivamente
parteciperanno a “Primavera di Voci”,
manifestazione organizzata dall'USCI del Friuli
Venezia Giulia; la scelta dei due gruppi non sarà
dettata dalla necessità di stendere un classifica dei
“migliori” ma avrà il compito di indicare quali
gruppi rappresenteranno la Provincia di Gorizia in
sede Regionale. Concluderà l'anno “Incontro di
piccoli cori per il Natale”, manifestazione oramai
consueta che si svolgerà presso il teatro di
Monfalcone.
Il corso di educazione musicale per maestri di cori
di voci bianche che si terrà nella sede di Poggio, nel
mese di settembre, com'è ormai abitudine,
persegue l'obiettivo della formazione dei maestri
dei cori ma, come di consueto, sarà aperto anche
ad insegnanti delle scuole primarie e di primo
grado che vogliano approfondire la conoscenza dei
metodi di pedagogia musicale; quest'anno sarà
oggetto di studio il metodo Dalcroze. Alla fine del
corso, sarà assegnata ad uno dei partecipanti la
borsa di studio intitolata al maestro Poclen e
messa a disposizione dal comune di Monfalcone.
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Choralia
Ai cori di adulti saranno riservate attività di
formazione e manifestazioni che proseguiranno
quella che oramai è “tradizione”: la rassegna
provinciale “Note d'estate” sarà dedicata anche
quest'anno alla musica sacra e profana e si terrà a
Grado, in basilica di S. Eufemia il 15 giugno ed in
uno dei Campielli il 17 giugno; i “Concerti per la
valorizzazione delle antiche chiesette dell'Isontino”
prevede incontri dedicati alla musica sacra
coniugati al patrimonio artistico costituito dalle
piccole chiese conosciute ma anche non
conosciute, sparse per la provincia; la Provincia di
Gorizia, inoltre, verrà inserita nella programmazione
di “Nativitas. Canti e tradizioni in Alpe Adria 2006”.
La terza edizione di Trasparenze. Musica corale,
autori, opere e periodi prevede un nuovo progetto
che comprenderà una parte seminariale dedicata
allo studio di nuovi autori e l'esecuzione musicale
di opere degli stessi.
Nell'ambito del Festival internazionale “Nei suoni
dei luoghi”, l'USCI della provincia di Gorizia
interverrà in qualità di organizzatore del Concerto
per la Pace che, come ogni anno, si svolgerà a
Medea, davanti l'Ara Pacis; il programma di
quest'anno prevede l'esecuzione della Sinfonia n.9
di Ludwig van Beethoven da parte di un gruppo di
coristi provenienti da cori di tutte le province del
Friuli Venezia Giulia, accompagnati dall'orchestra
Karmelos, composta da musicisti della nostra
Regione ma anche della Slovenia, della Croazia e
dell'Albania.
Infine riveste notevole importanza l'iniziativa presa
dall'USCI della Provincia di Gorizia, in occasione del
trentennale, di raccogliere in una pubblicazione
opere musicali di autori locali anche in dialetto,
friulano o bisiaco, al fine di dare risalto ai nostri
autori e continuità alla loro opera di conservazione
e valorizzazione del nostro patrimonio musicale e
culturale.
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Choralia
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A conclusione dell'Assemblea si sono svolte le
elezioni dei componenti il nuovo Direttivo che si è
assunto l'impegno dell'organizzazione e della
buona riuscita di tutte le manifestazioni previste,
nello spirito di partecipazione e collaborazione che
sin qui ha animato tutti. L'impegno del direttivo
durerà tre anni. Ai componenti, Lorena Fain presidente, Daniela Romio - vicepresidente,
Marinetta Martinelli - segretaria, Patrizia Mauri delegato presso l'USCI regionale, Gianni Cabran cassiere, Gabriella Scoponi e Paolo Boro consiglieri, auguri da parte di tutti.
SULLE
RIVE
DELLA MOLDOVA
“TE DOMINUM CONFITEMUR” A PRAGA DIARIO DI VIAGGIO
Fabio Pettarin
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M
22
i è stato chiesto gentilmente di
redigere un articolo a testimonianza e
ricordo della interessante esperienza
in terra ceca dei sette cori dell'Usci
Gorizia che hanno aderito nel corso
del 2005 al progetto policorale Te
Dominum Confitemur. Ho accettato
molto volentieri e ho pensato ad un
diario di viaggio, cercando di
raccontare come si e' svolta la
trasferta e soprattutto di trasmettere
le mie sensazioni ed emozioni.
progetto, comincio a respirare una
piacevole atmosfera, una sorta di
amichevole solidarietà tra coristi,
organizzatori, accompagnatori; una
stuzzicante attesa di un evento che,
si percepisce nella frizzante aria
dell'inverno, è molto sentito. Cantare
a Praga i capolavori del più grande
compositore ceco, Antonin Dvorak, è
certamente un evento stimolante.
Verso le 19 circa, arriviamo a Praga.
I pulmann ci portano ai rispettivi
Giovedì 8 dicembre 2005. I i gruppi
partono con tre pulmann da Gradisca,
Monfalcone, Gorizia nella prima
mattinata Io che non ho partecipato
direttamente alla preparazione del
alberghi, Dopo l'assegnazione delle
camere e la cena, seppur stanchi del
viaggio, con un piccolo gruppo
decidiamo di fare un primo giro della
città. Anche di notte Praga, malgrado
G
il freddo pungente, e' fantastica.
Due birre e poi tutti a letto. La
giornata che ci aspetta sarà fitta
di impegni.
Venerdì 9 dicembre.
La mattinata è organizzata con la
visita alla città. Praga non ha
certo bisogno di alcuna
presentazione; una vera e
propria galleria d'arte affacciata
sulle acque della Moldova. Una
città colta ed elegante,
cosmopolita e ricca di fascino.
Una città affascinante della
vecchia Europa dove culture
diverse si fondono in una magica
atmosfera. La destinazione della
mattinata è il castello che
domina la città, un insieme
vastissimo di edifici che riunisce
la Cattedrale dedicata a San Vito,
la Basilica di San Giorgio, un
convento, il Palazzo Reale, oltre a
torri e vasti cortili. Più che un
castello, in effetti,quello di Praga
è una vera città nella città.
Scendiamo poi verso la città
vecchia attraversando l'isoletta
di Kampa, una piccola zattera di
terra sulla Moldava separata dai
quartieri della riva sinistra da un
piccolo ramo del fiume, sulle rive
del quale si possono ancora
vedere i mulini ad acqua. Qui
inizia anche il famoso Ponte
Carlo che unisce la città vecchia
al Piccolo Quartiere. Il ponte è
lungo circa mezzo chilometro ed
è considerato da sempre uno dei
simboli della città', anche se oggi
è il paradiso delle bancarelle di
artigianato e souvenirs per i
turisti.Da esso si gode un
panorama meraviglioso della
città e del castello attraverso il
fiume Moldava.
Sono le 13.00. I gruppi si dividono
per il pranzo. L'appuntamento e'
fissato alle ore 16.00 presso il
Conservatorio di Praga.
Mangiamo in una vecchia
taverna con l'affiatato e
simpatico gruppo di amici dell'
dell'Ars Musica; naturalmente
goulash e birra. Decido quindi di
dividermi dal gruppo e di
proseguire la visita da solo. Entro
così nella città vecchia,
percorrendo diverse stradine
entro nel vecchio ghetto ebraico,
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Choralia
il vecchio cimitero ebraico è il
luogo più caratteristico, un posto
assai suggestivo che ha
dell'incredibile. Proseguo il mio
girovagare solitario fino ad
arrivare alla piazza, sulla quale si
affacciano molti monumenti di
Praga, come il Palazzo del
Municipio con la famosa Torre
dell'orologio.
La piazza è piena di bancarelle
natalizie ed affollata di turisti,
moltissimi dei quali radunati
davanti all'orologio per ammirare
le statue di Cristo e degli Apostoli
che allo scoccare dell'ora
salutano dalla finestrella.
Assaporo un ottimo caffe e mi
godo un aspirata sigaretta in un
vecchissimo locale contiguo ma
allo stesso tempo isolato nel
centro della città vecchia. Decido
23
quidi di assistere ad un concerto
di Natale, quelli, per intenderci
organizzati nel mondo, come
“turismo corale”.
La chiesa in pieno centro di
Praga e' bellissima e
discretamente affollata, anche se
la gente entra ed esce
disturbando con continuità. Ho
l'occasione di ascoltare in prima
fila due cori: un coro giovanile dal
SudAfrica; giovanissimi entusiasti
di essere in Europa, di cantare le
canzoni di Natale della loro
lontana terra. Livello discreto ma
in ogni caso piacevole da
ascoltare. Fantastico è altresì un
ensamble di Oslo. Diciotto coristi
di media età, molto preparati,
con pianissimi ed intonazione di
ottimo livello. Concludono il
programma con il brano Jesu
24
Dulcis Memoria di Otto Olson di
mia personale e gradita
conoscenza. Si e' fatto tardi,
devo abbandonare il concerto e
mi dirigo verso il Conservatorio di
Praga. L'aria che si respira
entrando nell'edificio carico di
storia è sicuramente
affascinante. Le prove si
svolgono in un'aula di non
grandissime dimensioni, un
palcoscenico dotato di pianoforte
a coda e con una gradinata
letteralmente gremita dagli oltre
140 coristi italiani. Si percepiva
una giustificata tensione tra tutti
i coristi nel momento in cui la
direttrice Miraim Nemcová, in un
italiano comprensibilissimo, dopo
aver salutato gentilmente gli
ospiti, ha dato un deciso segnale
di attacco del brano Te Deum alla
bravissima maestra e pianista
Elisa Ulian. Ascoltare la puntuale
attento; con grande sollievo e
giustificata soddisfazione di tutti,
in primis, del maestro Danieli e
della presidente Lorena Fain, ha
pubblicamente elogiato il lavoro
svolto premessa per un bel
concerto. Lasciamo il
conservatorio soddisfatti. Dopo
una meritata cena a base di birra
e piatti della tradizionale ceca
completata da alcuni bicchieri di
Bekerova, ci incamminiamo
verso l'Hotel al termine della
seconda intensa giornata. Non
mancano naturalmente prima di
andare a letto i commenti tra i
soliti pochi intimi. Vado a letto
alle tre di notte.
Sabato 10 dicembre. È la
giornata tanto attesa. Dopo la
colazione ci trasferiamo in città.
Il raduno per le prove generali è'
alle 12.00 presso la chiesa di San
Salvatore luogo del concerto. Ci
e positiva risposta dei coristi alle
sollecitazioni precise ed esigenti
della maestra, mi ha
sinceramente emozionato. In
quel preciso momento, avrei
desiderato esserci con i coristi
del mio coro tra gli interpreti. La
maestra, preventivamente pronta
a dover interrompere i cori per
correggere ritmi, intonazioni,
fraseggi, testi (tra l'altro il Salmo
149 in lingua ceca) si e' trovata di
fronte, un complesso amatoriale
assolutamente preparato ed
attende la maestra Nemcová con
i solisti e l' Orchestra
Sinnfonietta di Praga da lei
stessa fondata nel 1990. Il
repertorio del complesso,
sicuramente di ottimo livello, e'
rivolto principalmente ai
compositori cechi del 20 secolo,
tra i quali J.D.Zelenka, Stamitz,
Mica, Smetana, Dvorak e
Martinu. In attesa che i coristi si
preparino, l'orchestra accenna il
secondo tempo della Sinfonia del
Nuovo Mondo di Antonin Dvorak,
G
brano con il quale sarà aperto il
concerto della sera. Ascoltare dal
vivo questa musica in Praga e'
straordinario. Alcuni minuti per
provare l'entrata e la
disposizione sul palco dei coristi,
sistemate le sezioni nell'ampia
abside della chiesa, la maestra
da inizio alla prova generale.
L'orchestra è preparata e
conosce i brani in programma, i
solisti sono di ottimo livello, il
coro risponde magnificamente: la
maestra e' soddisfatta, il maestro
Danieli gongolante, la Marinetta,
dopo mesi di impegno nella
organizzazione dell'evento,
seduta nell'ultimo banco in fondo
alla chiesa si lascia scappare un
pianto liberatorio. Non è
necessario fare una ulteriore
prova prima del concerto. Tutti
liberi; ritrovo in chiesa alle 19.00
un'ora prima del concerto..
Approfitto del momento per
chiedere alcuni commenti ai
maestri. Aldo Danieli. È stata
per lui la prima esperienza con
un coro amatoriale nella sua
ampia ed importante carriera
come direttore di cori d'opera di
carattere professionistico. “Sono
molto soddisfatto ed entusiasta
del risultato raggiunto.” Gli faccio
presente di aver sentito in più
occasioni gli organizzatori ed i
coristi evidenziare alcune sue
perplessità sulla possibilità per
cori amatoriali di affrontare
repertori di questo livello; “in
effetti l'inizio e' stato molto
difficile - mi dice - ma con alcuni
necessari aggiustamenti ed
integrazioni nell'organico e grazie
all'entusiasmo e l'impegno dei
coristi siamo riusciti a produrre
un ottimo risultato.” Come ha
affrontato l'amatorialità dei cori?
“Io ho lavorato in questa
occasione esattamente come se
avessi di fronte un coro
professionale, pretendendo gli
stessi comportamenti e risposte.
I coristi in questo sono stati
eccezionali”.
È una esperienza da ripetere?
“Assolutamente si; in un mondo
nel quale i veri valori sono
sempre più rari da trovare, avere
occasioni come questa per
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aggregare attorno alla musica
persone unite da vera e genuina
passione, è una occasione da
non perdere e da riproporre”. Ed
i giovani? “La presenza in questo
progetto di giovani entusiasti vedi coro giovalile del Liceo
Buonarroti, è un esempio
concreto di come la musica
possa realmente essere un
occasione per creare una società
migliore e meno superficiale”.
Saluto e ringrazio il maestro
Danieli che sicuramente
entusiasta conclude : “scriva
tutto quello che le ho detto
perchè è quello che realmente
penso”. Sarà fatto.
Miriam Nemcová Prestigioso il
suo curriculum. Diplomata in
composizione e direzione al
Conservatorio e all'Accademia
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delle Arti di Praga, collabora con
importanti istituzioni musicali
come la Suk Chamber Orchestra,
l'Orchestra della Radio Ceca, la
Karlovy Vary Sinfony, la Hradec
Kralove Philarmnica e il Coro
Philarminico di Praga. Ha
studuato presso la Bach
Accademy con. Hellmut Rilling. A
seguito di importanti attività
come direttore in opere di Verdi,
le viene offerto il ruolo di
maestro di coro e direttore del
Praga State Opera. Insegna dal
1995 al conservatorio di Praga;
nel 1990 fonda e diventa
26
responsabile artistico e direttore
della Sinfonietta Orchestra.
Diversamente dal maestro
Danieli, la professionista ceca ha
avuto la possibilità nella sua
importante carriera di lavorare in
più occasioni con cori non
professionisti. Mi racconta “Dopo
aver cantato da bambina a 4 anni
in un coro, a 16 anni ho iniziato a
dirigere i cori amatoriali “Rosa” e
l'University Artistic Ensamble.”
Ha avuto modo di lavorare con
progetti policorali simile a questo
presentato a Praga?
“Sicuramente si.
Ho lavorato ad esempio con la
maestra Gianna Visintin a Trento;
ho preprato a Parigi un progetto
policorale con oltre 1000 coristi
amatoriali dirigendo il Requiem di
Verdi con un risultato eccellente”
. Quali sono, sencondo lei, le
difficoltà maggiori per un coro
amatoriale nell'affrontare
repertori di questa importanza?
“Per me -dice - il problema
principale è il tempo a
disposizione; i coristi amatoriali
necessitano per l'apprendimento
di tempi molto più lunghi; ma i
risultati ottenibili, sono
assolutamente eccellenti; anzi,
l'impegno, l'entusiasmo, il cuore
che i coristi amatoriali mettono
in quello che fanno crea risultati
talvolta superiori agli stessi cori
di professionisti.” Mi racconti
qualche cosa del programma di
questa sera. “Il programma e'
completamente caratterizzato da
musiche di Antonin Dvorak, il piu'
amato e noto compositore ceco.
Ho voluto iniziare con la Sinfonia
N. 9 E-minore, op. 95 (del Nuovo
Mondo) come omaggio al gruppo
italiano. Il programma prevede
quindi l'opera Te Deum op. 103
del 1880 sicuramente tra le
opere maggiormente note ed
eseguite. Meno conosciuto e
nelle stesso tempo poco
eseguito è invece il Salmo 149
op. 79 del 1887 per coro ed
G
orchestra il cui testo e' in lingua
ceca.” Nel congedarmi e lasciarla
al completamento della seconda
parte delle prove con i solisti, le
formulo in migliori auguri di buon
concerto; mi risponde “Sono
tranquilla, il coro è
preparatissimo oltre ogni mia più
rosea aspettativa; un plauso al
maestro preparatore Danieli a
tutti i maestri dei cori
partecipanti ed a tutti i coristi”.
Donna simpatica, energica e
professionale.
Rompete le fila, le prove generali
sono finite. Tutto e' andato per il
meglio. Vado a pranzo in un
ristorante ricavato nella vecchia
sede del Parlamento
Cecoslovacco, con l'immancabile
zuppa, quasi obbligatoria a
mezzogiorno, e termino con un
dolce ricoperto di cioccolato a
forma di agnello. Dedico le ultime
ore di libertà agli acquisti nella
Città Piccola, che si sviluppa sulla
sponda sinistra della Moldava,
forse il quartiere più affascinante
di Praga. Alle 18 vado ad
ascoltare uno dei 20 concerti
previsti in questo sabato in
Praga. La chiesa di San Nicola,
diversamente dalla città
letteralmente affogata nella
bolgia della gente, è poco
affollata. Il concerto per organo e
coro e' molto interessante.
La chiesa di San Salvatore è
situata in una zona molto
centrale della città vecchia, ma al
di fuori dal giro principale della
gente. Purtroppo i pochi
manifesti che preannunciano il
concerto, sono insufficienti a far
deviare eventuali appassionati
verso il luogo del concerto.
Ci sono come detto prima, oltre
20 concerti in contemporanea.
Il concerto inizia puntuale alle
ore 20.00. Mentre l'orchestra
esegue la Sinfonia del Nuovo
Mondo, i coristi che riempiono la
chiesa sono trepidanti in attesa
della loro esibizione, preparata e
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sognata da mesi. Il primo gruppo
di cori sale per dare inizio alla
seconda parte del concerto con il
Salmo 149 op.79. Si percepisce
una grande emozione.
La maestra Nemcová da inizio al
brano con un gesto preciso,
energico ma morbido allo stesso
tempo; il ritmo - mi confermano
dopo il concerto i coristi - è
sicuramente più' mosso da
quello delle prove generali.
Non ci sono problemi, il coro
risponde alla grande; il suono
riempie con maestosità le arcate
della chiesa.
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Personalmente provo una grande
e positiva tensione, ho in certo
momenti i “peli dritti”, sintomo di
una musica di personale
gradimento in grado di
comunicarmi emozioni. Il brano
si conclude un maestoso finale
tra gli applausi del pubblico
presente.
È la volta degli altri componenti
per l'esecuzine del Te Deum op.
28
103. La vista dei 140 coristi
schierati è impressionante così
come lo è il suono maestoso ed
imponente. Il brano scorre via
senza incertezze; la direzione
sempre precisa trova risposte
altrettanto pulite e ricche di
colore nell'orchestra e nel coro;
interessanti gli strumenti a fiato
così come ottimi sono i solisti
con l'elegante voce del soprano
Maria Haan; particolare
menzione per il baritono Roman
Janal che, in particolare nel
movimento finale, mette in
risalto la potenza ed il timbro
della sua magnifica voce.
Scroscianti gli applausi del
pubblico. Meritatissimo il bis
eseguito sul movimento finale
del Te Deum. Felicitazioni ed
abbracci affettuosi alla fine tra
tutti i componenti del coro, i
maestri, i solisti e l'orchestra.
Lo sforzo e l'impegno di un anno
da parte dei membri del direttivo
dell' USCI Gorizia, della sua
presidente Lorena Fain, del
maestro Danieli, dei sette cori e
dei loro maestri sono ricambiati
da queste tre magnifiche
giornate passate a Praga e dai
ricordi di uno splendido
concerto.
Ricordiamo i cori e i loro maestri:
“Audite Nova” di Staranzano
diretto da Gianna Visintin
“Vox Julia” di Ronchi dei
Legionari diretto da Elisa Ulian
“S.Ambrogio” di Monfalcone
diretto da Cristina Allegra
“Città di Gradisca” di Gradisca
d'Isonzo diretto da Luca Peressin
“Coral di Lucinins” di Lucico
diretto da Stefano Gianesi
“Liceo Scientifico Buonarroti” di
Monfalcone diretto da Gianna
Visintin, “Ars Musica” di Gorizia
diretto da Lucio Rapaccioli
Domenica 11 dicembre.
Si parte per l'Italia di prima
mattina. Il paesaggio che la terra
ceca ci mostra e' bellissimo, tra
boschi e colline ondulate
ricoperte dalla neve; breve sosta
e visita ad una antica cittadina
prima del confine con l'Austria; il
mercatino caratteristico è ricco
di oggetti natalizi artigianali,
sicuramente più originali di quelli
che abbiamo trovato nella
affollatissima Praga. Si riparte; in
pulmann si canta, si commenta,
ci si racconta le emozioni vissute
assieme. Alcuni cominciano a
vacillare e si addormentano
come nelle migliori gite.
Arriviamo stanchi e felici a
Gradisca. La trasferta è finita, il
suo ricordo no.
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USCI PORDENONE
ALL’APPUNTAMENTO CON
L’ASSEMBLEA ORDINARIA
Pio Pradolin
n
ella suggestiva cornice storicopaesaggistica di Toppo di Travesio
(Villa Wassermann) si è celebrata
l'Assemblea ordinaria dell'USCI di
Pordenone, cui hanno partecipato
numerose rappresentanze della
coralità provinciale. Presenziava
anche il presidente dell'Usci Friuli
Venezia Giulia e Feniarco Sante
Fornasier. Carlo Berlese ha fatto il
punto sul suo primo anno di mandato
alla guida dell'USCI di Pordenone,
commentando gli avvenimenti e le
iniziative promosse dall'Associazione.
Dopo aver percorso, a volo d'uccello, i
vari momenti qualificanti - dalle
iniziative riservate ai cori infantili e
giovanili, alla didattica per i direttori,
alla kermesse Corinfesta in Valcellina
- (con gli interventi dei vari curatori
Brovedani, Armellin, Bergamo,
Favaro), Berlese non ha mancato di
sottolineare l'importanza del
coordinamento con l’USCI regionale e
con la Feniarco. Il fattore che può
conferire maggiore forza e credibilità
alla coralità è sicuramente quello di
essere parte di una rete più grande e
articolata. Fare sistema rappresenta
un antidoto sicuro contro
l'isolamento localistico e l'eccessivo
particolarismo, ed è un veicolo
efficace, di per se, per “contare” e
farci conoscere ai livelli più alti. Il
presidente Berlese, dopo aver
riproposto il ruolo di servizio ai cori
rivestito dall'Associazione, è passato
ad illustrare i bilanci consuntivo 2005
e preventivo 2006 e, a giustificazione
degli accresciuti sforzi finanziari in
programma, ha proposto un piano
ricco di iniziative e di appuntamenti di
apprezzabile interesse che impegnerà
l’USCI della provincia di Pordenone
nel corso dell'anno. Già dalla lettura
dei titoli, parrebbe di capire che
l'elenco di iniziative ed appuntamenti
per il 2006 rappresenti un indubbio
insieme coordinato di momenti di
crescita e di promozione a tutti i
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Sandro Bergamo, Carla Brovedani, Carlo Berlese.
livelli. Mi sembra doveroso
rilevare la particolare attenzione
che - già da qualche anno - si
vuol dare alla conoscenza corale
in ambito scolastico e giovanile.
Non sembra certo per mero o
previdente calcolo finalizzato ad
assicurare futuri sviluppi alla
coralità, quasi che fosse
indispensabile “forgiare” le nuove
leve, quanto partendo da una
concezione più nobile del fare
coro come momento didatticoformativo-educativo di rilevanza
e qualità indiscutibili. Oltre che
una concezione - in fase di
evidente maturazione - di
considerare la coralità infantile e
giovanile con peculiarità e dignità
sue proprie ed esclusive. Ecco
quindi i progetti come Note in
cartella e Teatro di voci che
intendono proporre sinergie
attive e complementari che
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integrino, in modo concreto ed
operativo, le risorse di cui la
scuola dispone, insieme alle
proposte del territorio sfruttando
tutti gli spazi possibili, anche in
ambito giuridico - istituzionale.
Qui risalta sicuramente la
legittima ambizione di percorso
articolato sul lungo medio-lungo
periodo, ma emergono anche il
prestigio di docenti quali Grazia
Abbà e Roberto Piaggio, con il
coordinamento competente della
vicepresidente USCI Carla
Brovedani. L'ampia gamma e la
qualità dei soggetti coinvolti
(Ente Regionale Teatrale, USCI
Friuli Venezia Giulia, scuole
primarie e medie di Morsano,
Travesio, Brugnera, Maniago e
Spilimbergo) spiegano inoltre
ancor meglio la portata e lo
spessore dell'iniziativa. La
politica di sviluppo dell’USCI di
Pordenone nei confronti della
coralità infantile e giovanile si
completa e si compendia infine
con l'ormai classica rassegna di
voci bianche Audite pueri,
prevista per domenica 21 maggio
a Pordenone.
Il Corso di direzione di coro
(peraltro già iniziato), momento
legato alla più solida tradizione
didattica dell'Usci di Pordenone,
sarà quest'anno di particolare
interesse in quanto accanto alla
figura prestigiosa del maestro
Adriano Martinolli d'Arcy (tecnica
della direzione di coro e analisi
della partitura) vi sarà la
presenza di Vera Marenco
(vocalità, timbro e approccio
visivo all'esecuzione), direttrice
del noto gruppo vocalist
genovese The Ring Around
quartet. Tali presenze
garantiranno sicuramente
momenti di crescita della
conoscenza musicale e vocale
per quanti (in particolare i giovani
direttori) avranno la
consapevolezza di cogliere sicure
opportunità e stimoli di crescita
e arricchimento professionale.
Anche quest'anno la sede del
corso è stata designata presso la
sede del coro Contrà Camolli a
Fontanafredda, con il
coordinamento didattico del
maestro Roberto Brisotto.
Riflessione particolare meritano i
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Seminari sul canto popolare,
articolati su un ampio ventaglio
di contributi multidisciplinari, con
interventi notevoli di studiosi e
musicisti, il cui compito - non
certo semplice - sarà quello di
delineare in termini evolutivi una
materia tanto dibattuta, vasta e
complessa quale quella
etnomusicologica e della
tradizione tramandata oralmente.
Non mancheranno certo i
momenti di coinvolgimento di
cori locali e ospiti. La
connotazione di ricerca e
approfondimento verso materiali
provenienti dal pordenonese, non
potrà che rappresentare - anche
in questo caso - sia un
particolare interesse verso la
cultura popolare locale, ma
anche una ghiotta opportunità
preordinata all'acquisizione di
maggiori conoscenze e
competenze da parte dei
direttori o di chi voglia dare al
proprio cantare in coro un senso
più partecipato e consapevole.
Last but not least l’USCI di
Pordenone, consapevole del
successo che questa
manifestazione ha assunto in
questi ultimi anni, intende
rinnovare la propria
partecipazione alla sesta
edizione di Nativitas: canti e
tradizioni natalizie in Alpe Adria,
in collaborazione con l’USCI Friuli
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Venezia Giulia, prevedendo una
decina di concerti nella sola
provincia di Pordenone,
coordinati con i circa quaranta
previsti nei vari centri della
regione. Nativitas è ormai
diventato un appuntamento
intensamente sentito dai cori e
dalla popolazione, per l'interesse
vivo sul recupero di riti e
tradizioni, ma anche per le
proposte musicali più moderne e
innovative; in un contesto quale
quello del Natale, assai propizio e
fecondo nella sua più intima
dimensione emozionale.
Particolare cura sarà dedicata
all'aggiornamento del sito
internet dell’USCI Pordenone, in
modo da renderlo strumento di
servizio informativo efficace per
la diffusione di informazioni di
stretta attualità sui corsi e sulle
manifestazioni in programma. La
coralità on line - secondo le
intenzioni del direttivo - vuole
proporsi anche come strumento
efficace di programmazione e
coordinamento in ambito
provinciale per tutte le realtà
culturali che possono avere un
quadro reale e completo delle
iniziative in programma. In
sostanza un elemento qualificato
aggiuntivo nel tradizionale
ambito di supporto,
pianificazione e coordinamento
offerto ai cori pordenonesi.
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IL PROFUMO
DELLE MEMORIE
I VENTI ANNI DEL CORO MANIAGOLIBERO
Pio Pradolin
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on il profumo delle memorie, la
voglia di conoscere,
di meravigliarci, guardiamo avanti con
occhi nuovi;
altri accordi scritti sul pentagramma
della musica e della vita
attendono di essere suonati”
(Renzo Stefanutto)
Con la presentazione il 10 dicembre
scorso del volume 1985 - 2005
Vent'anni in coro e con il successivo
Concerto del ventennale svoltosi lo
scorso 17 dicembre nel Teatro Verdi
di Maniago, dedicato alle musiche da
film, il Coro Polifonico di
Maniagolibero ha concluso l'anno di
festeggiamenti del ventennale della
sua costituzione.
È stato un anno ricco di avvenimenti:
aperto con il Concerto di Natale 2005
dove è stato eseguito, tra l'altro, il Te
Deum di Marc Antoine Charpentier.
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In programma, tra i pezzi forti, la
riesecuzione del Recital quaresimale
All’Ultima sera per voce recitante,
coro e orchestra su testi di David
Maria Turoldo, la riproposizione in
ambito teatrale de La Buona Novella
di Fabrizio De Andrè nella versione
per coro, pianoforte e orchestra del
direttore Gino Lovisa.
La serata di presentazione del volume
è stata occasione di una seria
riflessione e presa di coscienza su
che cosa significasse essere coro nel
1985 e cosa significhi esserlo oggi.
Ne è emersa una nuova
consapevolezza sul proprio ruolo
culturale che richiede una costante
attenzione ai mutamenti e ai bisogni
espressivi di un pubblico sempre più
preparato ed esigente.
Si manifesta dunque la necessità, pur
rimanendo negli ambiti delle proprie
possibilità e tradizioni, di ripensare
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programmi e proposte in chiave
innovativa. Non è una strada
semplice, ma è l'unica che può
dare nuove prospettive ad una
coralità che solo nella forza di
rinnovarsi troverà la strada del
proprio futuro.
Il Sindaco di Maniago Emilio Di
Bernardo - del resto - non ha
fatto mancare il proprio
apprezzamento nei confronti del
coro rallegrandosi in quanto la
data racchiude una durata vitale,
ricca di eventi e ricordi di
un'attività fatta anche di sacrifici
e difficoltà che si caratterizza
come processo e progetto
protesi al conseguimento di un
maggior valore individuale e
collettivo.
Da questo punto di vista il Coro
Polifonico va considerato alla
stregua di un patrimonio di
cultura e di vita dell'intera
comunità e non solo di
Maniagolibero. Sviluppando
ricerca e innovazione senza
abbandonare la tradizione, il
Coro Polifonico ha dimostrato
che si può costruire una risorsa
identitaria, capace di farsi
apprezzare anche oltre la
comunità municipale.
Anche il Presidente dell'USCI
Pordenone Carlo Berlese ha
sottolineato che il
raggiungimento dei vent'anni di
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attività significa aver raggiunto
un traguardo importante che ha
richiesto impegno, dedizione e
soprattutto la condivisione di un
ideale. Far coro significa unire gli
sforzi per un obiettivo comune,
irraggiungibile senza l'apporto di
tutti e così è stato anche per il
Coro Polifonico di Maniagolibero.
È giusto fare festa in un
momento così significativo per
condividere la gioia di vent'anni
di canto con tutti gli amici del
coro, con i coristi che ne hanno
fatto parte e con tutta la coralità
provinciale. L'attività del Coro si
è sempre distinta per una
particolare ricerca di
rinnovamento e originalità delle
proposte musicali grazie al
costante impegno del direttore
Gino Lovisa e del Presidente
Renzo Stefanutto.
È questa la strada giusta per
trovare la propria identità
culturale ed espressiva e
mantenere vivo il dialogo con il
pubblico.
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Renzo Stefanutto ha ricordato
che vent'anni è un'età splendida
nella vita di un individuo, quella a
cui i giovanissimi tendono
avidamente e i più anziani
ricordano non senza un briciolo
di malinconia e vent'anni di
ininterrotta attività sono un
anniversario importante che il
Coro Polifonico di Maniagolibero
sta celebrando con una serie di
manifestazioni e iniziative, fra le
quali questa pubblicazione che
testimonia i momenti più
significativi del percorso
culturale e musicale vissuto
dall'Associazione. Possiamo
festeggiare - ha aggiunto
Stefanutto - con soddisfazione e
orgoglio questo momento
particolare guardando avanti con
occhi nuovi, continuando a
cantare fiabe improbabili di
attimo intenso di vita.
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UN NUOVO ORATORIO
PER NATALE
NATIVITAS DOMINI DI MARCO PODDA
Fabio Nesbeda
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el denso cartellone di Nativitas a
Trieste è il caso di mettere in risalto, a
parte, Nativitas Domini, la nuova
composizione di Marco Podda. La
presentazione è avvenuta nel
concerto del 23 dicembre in prima
nazionale, nell'ambito delle
celebrazioni conclusive dei 150 anni
della chiesa di San Giacomo Apostolo,
con l'unione delle forze di più cori e
con la proposta di una sorta
d'itinerario ideale sull'oratorio
natalizio. L'opera di Podda è stata
preceduta, infatti, dall'esecuzione
dell'Oratorio di Natale di Saint-Saëns,
nella festosa cornice
dell'ottocentesca chiesa triestina da
poco restaurata. Nativitas Domini, per
soli, coro e orchestra, continua quella
successione feconda e poliedrica di
composizioni oratoriali del musicista
triestino, tesa alla valorizzazione di
testi e momenti della tradizione
poetica e religiosa attraverso la
sintesi di vari modi espressivi e di
diversi moduli compositivi (non
dimentichiamo il complesso Qohelet,
di cui abbiamo avuto modo di
occuparci su queste pagine). Podda,
infatti, utilizza la voce recitata in
funzione non solo narrativa, ma
anche drammatica, adotta per il coro
una scrittura polifonica, ma lo fa
parlare come in un'antica tragedia (si
ascolti, ad esempio, il Cantico di
Zaccaria), valorizza il tessuto
strumentale in funzione di sostegno
sonoro e di varietà timbrica, nonché
di commento alla narrazione.
L'oratorio è diviso in diciotto sezioni,
caratterizzate dall'alternanza del
racconto evangelico, per mezzo della
voce recitata in lingua italiana, con
momenti corali di carattere
drammatico e con sei “interpolazioni”
(come le definisce l'autore), sorta di
soste meditative del coro sullo
svolgimento delle vicende
dall'Annunciazione alla venuta dei
Magi, attraverso l'intero ciclo
natalizio. Il linguaggio corale varia
dalla semplicità della lauda alla
maggiore complessità del linguaggio
polifonico ed all'elaborazione di
spunti melodici gregoriani (come
appare, quasi d'obbligo,
nell'Interpolazione V, in cui riecheggia
il Puer natus est nobis della terza
Messa di Natale). Il Mysterium che
segue La venuta dei Magi si configura
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come una meditazione finale sulla venuta di Cristo,
in cui la lettura recitata dell'inizio del Vangelo di
Giovanni, sostenuta dall'accompagnamento
strumentale, sfocia ben presto nell'Interpolazione
finale, Veni, veni Emmanuel, sonora e festosa
conclusione dell'intero oratorio. Dramma,
spiritualità e meditazione, dunque, in una struttura
semplice e comprensibile, ed allo stesso tempo
profonda e complessa, per un messaggio antico e
sempre rinnovato, portato al nostro tempo.
Alla riuscita dell'esecuzione, particolarmente
applaudita dal pubblico, hanno brillantemente
contribuito la voce recitante di Teresa Sadar, il
soprano Claudia Vigini (l'Angelo) e il tenore
Massimo Devitor, che ha collaborato anche in
qualità di maestro della Corale di Buttrio e dei
“Legris Cantors” di Percoto, interpreti della parte
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corale assieme alla Cappella Tergestina. Un plauso
speciale, e doppio, però, in qualità di autore e
interprete, a Marco Podda, direttore attento e
partecipe dell'intera compagine vocale,
dell'orchestra e dei solisti strumentali (l'arpista
Maria Gamboz e il pianista e organista Alessandro
Bicci). Si è detto del collegamento ideale che il
nuovo oratorio ha stabilito con uno dei più noti
oratori di Natale del passato, quello di Camille
Saint-Saëns, scritto nel 1869 ed eseguito nella
prima parte del concerto. Il compositore francese vi
ha profuso le sue doti di cantabilità e di limpida
scrittura vocale e strumentale, ben valorizzate dalle
voci di Annalisa Metus, Guisela Zannerini, Aleπ
Petaros e Alberico Spiazzi, dai cori e dalla
compagine strumentale, sempre sotto la direzione
di Marco Podda.
RITORNA LA RASSEGNA INTERNAZIONALE DI
CORI SCOLASTICI
Fabio Nesbeda
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untuale ormai da alcuni anni, si è
rinnovata a Trieste, all'inizio di
dicembre, la Rassegna di cori scolastici
organizzata dal Coro del Liceo
scientifico “Guglielmo Oberdan”, giunta
quest'anno ormai alla sua ottava
edizione (e terza a livello
internazionale). L'evento si propone, da
sempre, di valorizzare la presenza della
coralità nella scuola e di essere
un'occasione per un festoso incontro
fra i giovani delle scuole secondarie
superiori triestine, con la presenza di
uno o più ospiti provenienti dall'estero.
La ricorrenza è apparsa
particolarmente festosa anche per il
quindicesimo anniversario della
fondazione del coro ospitante, ormai
cresciuto e ben distinto in Coro
“giovanile” (formato dagli alunni
attualmente frequentanti la scuola) e
Coro “senior” (formato dagli ex-alunni,
desiderosi di proseguire un'esperienza
musicale coinvolgente). Per l'occasione,
i gruppi del Liceo “Oberdan” si sono
avvalsi quest'anno anche della
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collaborazione organizzativa del coro del Liceo
scientifico “Galilei”. Il pomeriggio del 9 dicembre, sul
palcoscenico del Teatro dell'Oratorio Salesiano, si
sono avvicendati otto cori triestini, il Coro giovanile
del Liceo scientifico “Oberdan”, diretto da Stefano
Klamert, il Gruppo corale del Liceo “Dante Alighieri”,
diretto dall'autore di questo breve articolo, il Meπani
Mladinski Pevski Zbor Trst (Coro giovanile misto di
Trieste), diretto da Alessandra Pertot, il Coro del
Liceo scientifico “Galilei” diretto da Roberta Ghietti, il
Coro del Liceo “A. M. Slom≥ek” diretto da Irena
Pahor, il Coro del Liceo classico “Petrarca” diretto da
Francesco Calandra e il Coro “Liceo Oberdan Senior” diretto da Andrea Mistaro. Coro ospite, il
Coro giovanile misto “Cantica Nova” di Trnava
(Slovacchia), diretto da Gabriel Kalapoπ. I gruppi
presentavano una notevole varietà di programmi
scelti sempre, in ogni caso, con un occhio alle
possibilità del singolo coro, alla qualità delle voci ed
al loro carattere, spesso, “in evoluzione”. Si è già
ripetuto più volte, in queste pagine, che il coro
scolastico è un coro un po'… speciale: può
raggiungere vette molto alte a livello vocale e
interpretativo, quando è ben guidato, e condurre a
risultati entusiasmanti. È, però, soggetto a
cambiamenti rapidi, ad avvicendamenti, può talora
“sciogliersi” quasi improvvisamente, se non c'è una
solida base che ne garantisca la sopravvivenza.
Nelle scuole superiori il coro è formato su base
volontaria, prova e studia “in coda” alle normali ore
di lezione scolastica, ed ha bisogno, quindi, di forti
motivazioni. Sicuramente tali motivazioni non
mancavano ai cori partecipanti alla rassegna, che
hanno cercato di dare il meglio di sé pur nelle
comprensibili differenze espressive. I programmi
variavano dalla polifonia alla musica etnica, allo
spiritual ed al musical, a cappella e con l'apporto di
strumenti d'accompagnamento. Bisogna dire che gli
organizzatori sono stati molto precisi e “ferrei” nel
chiedere ai singoli cori di attenersi a certe regole,
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per non “sforare” a scapito della durata totale della
manifestazione. Il posto d'onore, però, per quanto
riguarda le durate dei brani eseguiti, è stato
riservato al coro ospite slovacco.
Accanto a composizioni della propria tradizione
popolare, i ragazzi di Trnava hanno inserito nel
programma anche la gustosa Insalata italiana, vero e
proprio pastiche di Richard Genée, reso
onorevolmente e con spirito nonostante le difficoltà
linguistiche dell'italiano “operistico” parodiato
dall'autore.
Alla fine del concerto, una sorpresa: ben quattro cori
si erano trovati a presentare, nel loro repertorio, il
famoso O Happy Day di Hawkins, con arrangiamenti
diversi, ed hanno deciso di eseguire insieme il
brano, ciascuno nel proprio arrangiamento, con
alcuni adattamenti, sotto la direzione di Andrea
Mistaro. Il risultato finale è stato di buon livello, ed
ha ottenuto gli applausi del folto pubblico presente.
Quest'anno la rassegna vera e propria è stata
preceduta, il giorno prima, da un laboratorio sul
canto popolare triestino, al quale erano invitati tutti
i cori partecipanti alla rassegna stessa ed anche gli
ospiti slovacchi. L'intenzione era quella di far
conoscere ai giovani un patrimonio spesso
sconosciuto di musica etnica di radici locali,
attraverso la preparazione di alcune canzoni.
Queste sono state proposte alla fine del concerto
da tutti i cori riuniti, diretti da Stefano Klamert, che
aveva curato lo stage stesso e gli arrangiamenti.
È stata l'occasione per festeggiare gli ottant'anni di
Trieste mia, canzone d'autore, che popolare in
origine non è (è stata scritta da Carniel e Corrai),
ma che è diventata patrimonio popolare come se
fosse esistita da sempre. Una novità, quindi, che ha
ampliato le possibilità di questa rassegna, ed ha
messo in luce la solidità organizzativa, oltre che
musicale, del Coro del Liceo “Oberdan”, ancora una
volta punto di riferimento per la coralità scolastica
cittadina.
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“INTONAT”
CORSO DI INTONAZIONE NATURALE
Fabio Pettarin
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Organizzato dall'Associazione
Culturale Nuovo Accordo, si e' tenuto
a Trieste nel fine settimana dal 17 al
19 febbraio un interessantissimo
corso sugli aspetti teorici e pratici
dell'intonazione naturale.
Rivolto principalmente a maestri di
coro e coristi, l'argomento era di
interesse anche per gli strumentisti e
musicisti in generale.
Obiettivo del corso, tenuto dal
maestro Davide Lorenzato, era di
fornire ai partecipanti elementi
teorici e pratici per accrescere la
capacità di migliorare l'intonazione
del coro, lavorando sulla sensibilità
uditiva verso l'intonazione “naturale”.
Alcuni anni fa ho avuto la possibilitrà
di avvicinarmi a questo argomento
sull'intonazione “naturale”
nell'ambito di un corso/ateiler per
direttori di coro svoltosi ad Arezzo e
tenuto dal noto maestro svedese
Gary Graden. Ricordo che nella prima
lezione svoltasi in un antico palazzo
nel centro di Arezzo, mi sono trovato
immerso in una particolare
atmosfera, che per certi versi potrei
definire mistica, nella quale tutti i
partecipanti dovevano cercare di
carpire nell'aria gli armonici di un
suono emesso all'unisono che
sempre di piu' diventava suono puro
e quindi bello. Capire i meccanismi
attraverso i quali, intonando in modo
“naturale” l'unisono e gli intervalli di
quinta, un accordo acquistava
improvvisamente colore, sonorità,
bellezza, mi aveva subito interessato.
Questa prima esperienza, mi aveva
infatti offerto una chiave di lettura e
stimoli di approfondimento su alcuni
situazioni pratiche: ad esempio
capire perché trovavo difficoltà
nell'intonazione del mio coro su certi
particolari passaggi armonici;
l'accordo non mi “suonava bene” ma
alla verifica al pianoforte trovavo che
gli intervalli erano comunque corretti.
Su suggerimento di Gary Graden, ero
riuscito ad esempio, a migliorare
moltissimo l'intonazione del mio coro
nel mottetto Cantate Domino di
Miπkinis, lavorando tantissimo
sull'intonazione delle quinte della
sezione baritoni.
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Mettere a posto tali intervalli
aiutava immediaramente le altre
sezioni per una corretta
intonazione del brano. Daltra
parte, nonostante avessi
ulteriomente approfondito il
tema leggendo il testo
consigliato da Gary Graden (PerGunnar Alldahl “Intonazine del
Coro” - ed. Centro Ricerca e
Sperimentazione per la Didattica
Misicale (FI), come spesso
accade in tutte queste
interessanti esperienze, mi stavo
pian piano dimenticando di
mettere in pratica quello che
avevo sin qui imparato.
Da questa premessa, appresa la
notizia di un corso strutturato a
Trieste sull'intonazione naturale,
ho cercato di organizzare i miei
impegni per cercare di
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riavvicinarmi all'argomento.
Al corso hanno partecipato circa
venti coristi e maestri
provenienti da Trieste, dalla
regione e dalla Slovenia.
Ottimanente organizzato
dall'Associazione Nuovo
Accordo, il corso si e' sviluppato
in cinque sessioni (dal venerdi
sera alla domenica pomeriggio)
ed ha affrontato sia gli aspetti
teorici che quelli pratici ed
esemplificativi della ricerca
dell'intonazione.
Nella prima parte sono stati
affrontati alcuni argomenti teorici
(caratteristiche del suono,
frequenza, timbro, suoni
armonici, battimenti, …)
fondamentali per la
comprensione degli esercizi
pratici che hanno costituito la
parte principale e sicuramente
piu' interessante del lavoro del
maestro Davide Lorenzato.
Sono stati quindi proposti
esercizi per la produzione e
l'ascolto dei battimenti, per il
riconoscimento e l'enfasi degli
armonici, per il miglioramento
dell'omogeneità timbrica
all'interno di un coro.
Si e' passati quindi alle
esercitazioni, sia di gruppo che
individuali, sulla corretta
intonazione naturale dei singoli
intervalli (quinta, terza, settima,
..); successivamente al loro
utilizzo all'interno degli accordi,
fino ad arrivare all'ascolto e
riconoscimento di successione di
accordi e di frammenti di brani
musicali interamente basati sulla
intonazione naturale.
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Per gli esercizi pratici, oltre che
dalla personale e fantasiosa
esperienza, Davide Lorenzato ha
utilizzato il materiale didattico
tratto delle dispense (con CD
annesso) del corso universitario
della docente tedesca Doris
Geller (publicate dalla casa
editrice Bärenreither).
Attraverso gli insegnamenti del
corso, il corista/maestro ha avuto
modo di:
· migliorare la propria capacità di
ascolto, affinando l'abilità a
riconoscere suoni ed intervalli
intonati correttamente;
· apprezzare le differenze tra le
diverse tipologie di intonazioni
ed essere in grado di riprodurle
con la voce;
· approfondire le tecniche di
emissione vocale con
particolare riguardo al
riconoscimento dei suoni
armonici, al loro
potenziamento, nonché al loro
utilizzo per modificare e
migliorare il timbro del suono
emesso;
· sviluppare la sensibilità uditiva
verso una consapevolezza dei
meccanismi dell'intonazione
naturale, la quale, a differenza
di qulla temperata, varia in
funzione del contesto
armonico e musicale;
· migliorare la capacità di
intonare armonie piu' “pure” di
quelle del pianoforte, e di
utilizzare le sfumature di
intonazione per ottenere
altrettante sfumatore di colore,
che aiutino a dare significato
ed interpretazione alla musica.
Il maestro Andrea Mistaro, anima
dell'Associazione Culturale e
Coro Nuovo Accordo di Trieste
organizzatrice del corso, nella
prentazione di IntoNat evidenzia
che: “Nonostante nell'ambito
corale l'argomento sia
fondamentale, per la gran parte
dei coristi e dei direttori, le
diverse tipologie di intonazione
esistenti, rappresentano una
sottigliezza relegata alla teoria
acustico-musicale, anziche'
differenti e potenti strumenti a
cui ricorrere per differenziare la
palette espressive del prorpio
cantare e del proprio coro; per
molti direttori ancora oggi il
modello di intonazione da
proporre al coro e' quello
temperato prontamente
disponibile sulla tastiera del
pianoforte”.
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Davide Lorenzato
Diplomato in flauto, organo e
composizione organistica,
musica corale e direzione di
coro. Ha seguito i corsi superiori
di composizione e direzione
d'orchestra presso i conservatori
di Trento e Bologna, corsi di
perfezionamento in direzione
corale in Ungheria, Irlanda e
Germania con L.Healty, G.Gruen e
J.Lustig; si sta specializzando in
direzione presso la
Musikhochschule di Mannheim.
Ha insegnato in varie scuole
musicali trentine e presso
l'Istituto Musicale di Bolzano.
Da quindici anni svolge intensa
attività concertistica in tutta
Europa. Sta collaborando con il
Saarbrucken Kammerchor e con
il Mannheimer Kammerchor alla
realizzazione di importanti
progetti sinfonico-corali.
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ALLA RICERCA DI UNA NUOVA
MUSICA POPOLARE
INTERVISTA A MARCO MAIERO
Andrea Venturini
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arco Maiero è nato e vive a
Tricesimo (Ud). Si è diplomato in
trombone nel 1981 presso il
Conservatorio J. Tomadini di Udine,
insegna Educazione musicale nella
Scuola Media.
Ispirato fin da giovanissimo dal canto
corale, ha contribuito a fondare nel
1978 il coro di ispirazione popolare
“Vôs de mont” col quale propone
brani originali dei quali è autore di
testo e musica. La profonda poesia
dei suoi canti, intimamente legati alla
terra friulana, le ispirate melodie e la
ricerca di efficaci sonorità, hanno
contribuito al rinnovamento del
repertorio di innumerevoli cori. Ama
definire la sua produzione come
nuova polifonia etnica.
Interessante e considerevole è anche
la sua produzione di musica per
gruppi di ottoni.
Iniziamo la conversazione partendo
dalla lunga esperienza di Marco
Maiero come insegnante di
educazione musicale presso le scuole
medie, per analizzare l'atteggiamento
della fascia giovanile verso la musica
in generale e verso la musica corale
in particolare.
«In Italia la musica è vista quasi
esclusivamente sotto un aspetto
tecnico diretto che si concretizza con
lo studio di uno strumento musicale
presso i conservatori e le varie scuole
di musica e che quindi coinvolge
solamente un limitato numero di
persone. Non si favorisce invece
un'ampia diffusione della “cultura
musicale” che dovrebbe essere
patrimonio della gran parte della
popolazione e dovrebbe nascere
dall'educazione al rispetto della
musica quale forma d'arte, senza
preclusioni nei confronti dei vari
generi. Con queste premesse l'attività
svolta nelle scuole assume un valore
di particolare importanza ma che
purtroppo rischia di costituire,
nell'arco dell'intera vita di una
persona, l'unica occasione di contatto
con la musica e con il mondo
musicale diverso dalle proposte dei
media, orientati a privilegiare la
musica leggera e commerciale. La
mancanza di conoscenza, soprattutto
tra i giovani, fa sì che l'attività corale
sia percepita come una realtà
lontana, folcloristica e non
coinvolgente.
L'obiezione mossa dai più è che la musica classica
e quella corale non abbiano ritmo: affermazione
alquanto triste che denuncia esclusivamente
l'assenza di requisiti per una disponibilità
all'ascolto e l'elevato tasso di inquinamento
musicale a cui siamo sottoposti, inquinamento che
è il prodotto diretto di effimeri interessi
economici».
Qual è, secondo te, la situazione della coralità
regionale?
Se analizziamo l'evoluzione dei repertori nella
coralità del nostro territorio, che è molto indicativo
dal punto di vista corale, possiamo notare come da
un'esperienza corale vaga e abbastanza casuale,
negli ultimi trent'anni si sia passati attraverso varie
fasi che da un momento nostalgico con la
riscoperta delle villotte, purtroppo spesso
elaborate senza un severo rispetto della loro
natura, hanno portato gran parte dei cori ad
affrontare lo studio della polifonia classica con un
conseguente importante elevamento del livello
tecnico vocale. Dimenticando che, nonostante i
progressi, la nostra coralità è sostenuta da una
folta schiera di appassionati i quali solo per diletto
svolgono quest'attività, molti compositori hanno
successivamente ritenuto adatto il momento per
proporre ai nostri cori una produzione musicale
che i nostri coristi non erano ancora pronti a
recepire e, conseguentemente, ad esprimere a
livelli ottimali e che lo stesso pubblico ha
dimostrato di non capire e apprezzare.
Come compositore, qual è la strada da te
intrapresa per raggiungere i cori e gli ascoltatori?
Io sono dell'avviso che l'arte più riesce ad essere
coinvolgente, maggiormente permette di
mantenere il suo valore simbolico. L'espressione
musicale è un filtro attraverso il quale l'ascoltatore,
grazie alla bravura dell'artista, può avere delle
percezioni che
altrimenti gli
sarebbero precluse.
Per raggiungere
questo intento è
necessario che l'arte
sia fondata su
sentimenti di
ispirazione profonda;
chi riesce meglio in
questo sa essere più
convincente ed
arriva in maniera diretta all'ascoltatore stesso.
Se non vuole correre il rischio di rimanere un
prodotto fine a se stesso, un canto deve nascere
da un momento emotivo vero, capace di
coinvolgere l'individuo e la musica leggera di
qualità è, in questo, maestra. L'assenza di elementi
di riferimento quali la melodia, l'armonia, la stessa
forma, riscontrabile nella musica contemporanea,
non possono che disorientare il pubblico ed è
questa la ragione per cui ho sempre dato la mia
preferenza ad un ordinato ambiente tonale
piuttosto che ad un freddo ambiente
contemporaneo. Questo non significa però una
scrittura banale ma una composizione capace di
rinnovarsi e mantenersi al passo con i tempi
attraverso elementi tradizionali; il consenso della
gente ed il fatto che i miei canti siano eseguiti in
tutta Italia e perfino a Helsinki ed in Australia,
costituiscono un felice riscontro.
Nella tua produzione corale non ti limiti a
comporre le musiche, ma sono tuoi anche i testi.
Come mai questa scelta?
La poesia nasce già come forma compiuta, fine a
se stessa e quindi non necessita di essere
musicata. Troppe volte, quasi sempre a dir la verità
nei compositori contemporanei, il testo diventa un
semplice pretesto per una composizione, senza
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riuscire a coinvolgere la
sfera emotiva. Io penso
invece che anche la parola
debba essere
coinvolgente,
comunicativa; i testi dei
brani per coro devono
essere inoltre funzionali
alla musica ed al coro
stesso. Sono queste le
motivazioni che, pur non
considerandomi un poeta
ma semplicemente dando
Marco Maiero
voce ai miei sentimenti, mi
spingono a scrivere anche
i testi delle mie composizioni i quali, così facendo,
diventano inscindibili dalle musiche costituendo
con esse un unico prodotto.
Marco Maiero e “Vôs de mont”: uno dei non
frequenti casi di perfetta identificazione tra
compositore-direttore e coro. Quale importanza
assume per te il fatto di condurre, ormai da molti
anni, il coro “Vôs de mont”?
Fondamentale. Come tu dicevi, da molti anni
abbiamo intrapreso un importante percorso a
livello tecnico ed interpretativo con una piena
disponibilità dei coristi. Posso ora affermare che io
ed il coro siamo un tutt'uno e abbiamo creato un
laboratorio dove è possibile sperimentare nuove
soluzioni e dove le mie composizioni subiscono la
prima verifica attraverso la quale è possibile
valutare l'impatto tecnico ed emotivo dei canti
stessi, stando sempre attenti a non equivocare il
facile col banale ed il difficile col bello. La serenità
del nostro rapporto è generalmente condivisa con
il pubblico con il quale riusciamo così a rapportarci
in maniera il più possibile comunicativa.
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Posso affermare, senza retorica, che il merito della
validità e della diffusione del nostro repertorio sia
equamente riconducibile a me ed al coro. La
grande disponibilità dei coristi ha inoltre consentito
di superare l'immagine stereotipata di “coro di
montagna” ed affrontare esperienze più ampie che
ci hanno reso protagonisti di importanti
appuntamenti, come nel 2004, in uno spettacolo
teatrale ideato con l'attore Massimo Somaglino e
intitolato “Gnot di nêf”.
Parlavamo di attestazioni di stima e di
riconoscimenti per il lavoro svolto: tu ne avrai
certamente ricevuti molti…
La soddisfazione più grande è sicuramente quella
di aver contribuito al rinnovamento del repertorio
di molti cori italiani ed anche esteri, ma anche
alcune attestazioni mi hanno onorato e fatto capire
di essere sulla strada giusta. Tra queste, ricordo
con piacere il Premio "Venendo giù dai monti"
istituito dal Coro "Montenero" di Ponte dell'Olio
(PC), il Premio "Caravaggio" del “Coro Alpa” di
Caravaggio (BG) ed il Premio "Mario Fontanesi"
istituito dalla Pro loco di Toano (RE), tutti
riconoscimenti che mi sono stati conferiti per la
mia opera svolta a favore della coralità popolare.
Anch'io ringrazio Marco Maiero per la sua
entusiastica attività, con l'augurio che la sua
produzione continui con sempre nuovi ed
importanti successi.
Prima di concludere ricordo che molti dei suoi
canti sono raccolti nel volume intitolato “Mateçs” e
che con il coro “Vôs de mont” ha inciso “Anin
insieme” (1987), “Lidrîs” (1992), “Albadis” (1997) e
“Mateçs” (2001) contenenti sue musiche originali,
mentre è del 2005 il CD “L'è ben vêr”, una
interessante raccolta di villotte friulane.
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“ROSIS GNOVIS
DA LIS LIDRÎS VIERIS”
Andrea Venturini
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osis gnovis da lis lidrîs vieris” (Nuovi
fiori dalle vecchie radici) è il titolo del
nuovo progetto editoriale realizzato dai
cori della zona del Friuli centrale in
collaborazione con l'USCF, che segue il
percorso intrapreso nel 2002 con la
pubblicazione del volume di canti natalizi
"Nativitate Domini", realizzato dalla zona
Pedemontana. Scopo dell'iniziativa è
quello di creare nuovi stimoli al
rinnovamento del repertorio musicale
dei cori, valorizzando allo stesso tempo il
prezioso lavoro dei compositori operanti
sul territorio.
Il volumetto si presenta in una pregevole
veste grafica con, in copertina, la
fotografia della Basilica di Aquileia ed
uno stralcio della Visitatio Sepulcri, a
testimonianza delle lontane radici
culturali e musicali del Friuli.
Sono dodici i nuovi brani contenuti nella
pubblicazione, tutti composti su testi in
lingua friulana nella sua ricca varietà
locale, di autori quali P. P. Pasolini, D. M.
Turoldo, Enrica Cragnolini, Ida Bortolussi,
Ida Vallerugo ed altri ancora. Le musiche
sono firmate da Alessandro Gomba,
Sonia Magris Sirsen, Michela Gani,
Andrea Toffolini, S. Buchini, Marco
Maiero, Maurizio Del Giudice, Lino
Falilone, Marco Podda e
Giovanni Zanetti che molto
bene hanno tenuto in
considerazione la
destinazione dei propri
lavori, cioè i cori amatoriali
della zona. Le stesure
s'inseriscono perfettamente
nella tradizione del canto
friulano d'autore, dando la
preferenza agli andamenti
omoritmici seppur
mantenendo ciascuna le
proprie caratteristiche di originalità
melodica e armonica. Figurano nella
pubblicazione brani per coro misto, coro
maschile e coro femminile con l'unica
eccezione del brano di Marco Podda il
quale, nella sua Côru mut, prevede al
coro un felice accompagnamento di
pianoforte. Non manca, con I Alpins di
Andrea Toffolini una composizione che,
discostandosi dagli schemi tradizionali,
adotta una semiografia contemporanea
in cui l’Alea lascia ampi spazi
all'interpretazione. Molto positiva la
scelta, entro brevissimo tempo, di
corredare la pubblicazione con un CD in
cui saranno inserite le esecuzioni di tutti
i brani pubblicati.
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CONCERTO PER
GIACOMO CARISSIMI
Andrea Venturini
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uando si parla di oratorio è
praticamente impossibile non
pensare al compositore che più di
ogni altro ha legato il suo nome e la
sua fama a questo genere musicale.
Sebbene non si possa certamente
affermare che alcun compositore sia
responsabile della nascita di un
genere, nel caso di Carissimi si deve
comunque riconoscere che molte
delle sue opere contribuirono allo
sviluppo dell'oratorio latino e ne
contrassegnarono caratteristiche e
modalità, le quali servirono poi da
modelli per tutti i musicisti che vi si
cimentarono.
A 400 anni dalla sua nascita, Giacomo
Carissimi nacque a Marino (Roma) nel
1605, la “Corale S. Vito” di Marano
Lagunare ha voluto ricordare questo
importante musicista proponendo
una delle sue Historiae sacrae, più
precisamente il Dives Malus, oratorio
ricco di potenza drammatica e
lirismo.
Il concerto, tenutosi domenica 11
dicembre nella Chiesa Parrocchiale di
Marano Lagunare, ha visto
protagonista la “Corale S. Vito”,
accompagnata da un organico
strumentale formato da due violini,
violoncello, trombone e organo,
mentre le parti soliste sono state
realizzate dal soprano Marianna
Prizzon, dal contralto Raffaella
Peressin, dal tenore Franco Nallino e
dal basso Lucio Castellan.
Maestro concertatore è stato Giulio
Tavian, direttore della corale, che
ancora una volta ha dimostrato la sua
attenzione per una letteratura di
grande interesse musicale anche se
di non facile interpretazione.
Dopo il saluto del Sindaco, la prima
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parte del concerto si è aperta
con tre mottetti di Giacomo
Carissimi, in cui il coro ha avuto
modo di mettere in luce le sue
buone caratteristiche vocali e
timbriche; sono stati eseguiti
Ardens est cor nostrum, per coro
a quattro voci, Exurge cor meum
per soprano solo, due violini e
basso continuo e Suscitavit
Dominus super Babylonem per
coro, due violini e basso
continuo.
La seconda parte è stata
interamente dedicata al Dives
Malus. Il coro ha dimostrato di
saper rendere molto bene la
lamentosa drammaticità del
racconto tratto dall'Antico
Testamento, sottolineando con
veemenza la forza apocalittica
della punizione divina riservata al
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ricco malvagio, destinato a
bruciare, con le anime dannate,
tra le fiamme del baratro
infernale. Perfettamente a loro
agio anche i soli, in particolar
Caloroso il consenso del folto
pubblico che con lunghi applausi
ha dimostrato di aver gradito
queste impegnative pagine della
letteratura musicale italiana
modo le due voci femminili, che
con sicurezza hanno affrontato le
parti narrative e liriche a loro
riservate.
attribuendo alla “Corale S. Vito”
di Marano il giusto tributo per
l'impegno profuso.
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UN PROGETTO MUSICALE
TRANSFRONTALIERO
IL ME∏ANI PEVSKI ZBOR (CORO MISTO) LIPA DI
BAZOVICA (BASOVIZZA) E IL SIMFONI≤NI ORKESTER
(ORCHESTRA SINFONICA) DI NOVO MESTO
Rossana Paliaga
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a coralità ha bisogno di stimoli forti
e grandi progetti; sempre più gruppi
corali cercano infatti la collaborazione
con altri cori e musicisti, vivacizzando
la propria attività con la realizzazione
di progetti musicali di dimensioni più
ampie.
Uscire dalla consuetudine, conoscere
persone con interessi comuni,
confrontare realtà ed approcci
diversi, creare nuovi legami e
respirare l'atmosfera di nuovi
ambienti è l'esperienza formativa che
ha voluto provare anche il Meπani
pevski zbor (coro misto) Lipa di
Basovizza presso Trieste.
Lo Slovensko kulturno druπtvo
(Circolo culturale) Lipa ospita
volentieri gruppi vocali e strumentali
ed è proprio in occasione di uno di
questi concerti che è nata l'idea di
una collaborazione con i musicisti
ospiti, i membri dell'orchestra
sinfonica di Novo mesto.
La numerosa compagine di allievi e
docenti della scuola di musica Marjan
Kozina è nota in Slovenia come uno
dei migliori esempi di attività
amatoriale giovanile e si esibisce a
livello internazionale con un
repertorio di grande varietà, adatto a
far conoscere ai giovani musicisti
generi e stili molto diversi tra loro.
Molto vario è stato anche il
programma scelto per il progetto
comune di coro ed orchestra che è
diventato presto un'iniziativa
transfrontaliera di ancora maggior
respiro con la collaborazione dei cori
di Novo mesto e di Diva≥a (il primo è
stato premiato con la medaglia
d'argento alle Olimpiadi corali di
Brema del 2004, il secondo è un noto
coro del Litorale con alle spalle più di
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470 concerti e due cd).
Con il sostegno di diverse istituzioni in Italia e in
Slovenia, i cori e l'orchestra hanno potuto
presentare il loro programma da concerto,
preparato con cura dall'équipe di direttori ed
eseguito per la prima volta a Novo mesto in
occasione della solenne celebrazione del giorno
della cultura slovena davanti ad un pubblico di
1800 persone.
Il progetto è stato portato poi a Trieste con due
concerti, uno nella chiesa parrocchiale di
Basovizza, l'altro al teatro Preπeren di Boljinec
(Bagnoli della Rosandra).
In queste occasioni l'orchestra sinfonica, diretta da
Zdravko Hribar, si è riservata la prima parte del
programma con una scelta eclettica di brani dal
repertorio classico e moderno.
La seconda parte ha visto invece protagonisti i cori,
che insieme agli orchestrali hanno formato un
organico di quasi 200 elementi, diretti a turno da
ognuno dei direttori che hanno partecipato
all'iniziativa.
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Interessante l'omaggio alla letteratura operistica ed
operettistica slovena con la scelta di due brani
meno noti al grande pubblico: il coro dei contadini
dall'opera Cari≥ine Amazonke del “padre dell'opera
slovena”, il triestino Viktor Parma (sotto la
bacchetta di Jo∑ica Prus, direttrice del coro misto di
Novo mesto), ed il coro dei paesani dall'operetta
Majda di Marjan Kozina.
Con gli altri due brani in programma coristi ed
orchestra si sono rivolti al repertorio classico con
l'esecuzione del mottetto Ave verum di Wolfgang
Amadeus Mozart nel 250mo anniversario della
nascita (diretto da Anton Baloh del coro Diva≥a) ed
il coro Alleluia dal celebre oratorio “Messiah” di
Händel.
Quest'ultimo brano ha visto salire sul podio la
direttrice del coro Lipa, Tamara Ra∑em.
Il concerto è stato accolto ovunque con grande
entusiasmo, e i coristi da parte loro non hanno
nascosto la soddisfazione per aver realizzato un
progetto che ha permesso ad ognuno di esplorare
nuove dimensioni sonore ed umane.
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CONCORSI
a cura di Carlo
Berlese
Italia: Bologna
scadenza: 30-03-2006
Italia: Vittorio Veneto (TV)
dal 6-05-2006 al 7-05-2006 - scadenza: 27-01-2006
49° Zecchino d'oro - Rassegna Internazionali di
canzoni per bambini 2006
41° Concorso Nazionale Corale trofei "Città di
Vittorio Veneto" e Gran Premio "Efrem
Casagrande"
www.antoniano.it
www.comune.vittorio-veneto.tv.it/ufficiW3C/musica/corale/2006corale.asp
Italia: Fiuggi - Roma
dal 3-03-2006 al 6-03-2006 - scadenza: 15-01-2006
X° Festival Corale Internazionale di Musica
Sacra "G.P. da Palestrina"
www.amicimusicasacra.com/concorsi.htm
Italia: Quartiano di Mulazzano (Lodi)
dal 20-05-2006 al 21-05-2006 - scadenza: 28-02-2006
XXIV Concorso Nazionale Corale "Franchino
Gaffurio"
digilander.libero.it/proquartiano/cori/index2.htm
Italia: Roccasecca (FR)
dal 4-04-2006 al 4-04-2006 - scadenza: 31-01-2006
8° Concorso Nazionale di Polifonia Sacra
"Premio San Tommaso d'Aquino - Medaglia
d'Oro"
tel. 0776.569001 - 0776.567397 fax 0776.567554
Italia: Riva del Garda (TN)
dal 9-04-2006 al 13-04-2006 - scadenza: 30-11-2005
9° Concorso corale internazionale
www.e-20.com/ita/concorsocorale/edizioneincorso
Italia: Loreto (AN)
dal 19-04-2006 al 23-04-2006 - scadenza: 20-09-2005
Rassegna Internazionale di Musica Sacra "Virgo
Lauretana" 2006
Italia: Puglia
scadenza: 30-05-2006
I Concorso Nazionale per Composizioni vocali ARCoPu 2006
www.arcopu.com/concorso%20vocale/concorso%20vocale%20200
6.php
Italia: Reggio Calabria
dal 2-06-2006 - scadenza: 2-06-2006
IV Concorso Polifonico Nazionale
"Mons.Salvatore Santoro"
M°Carmen Cantarella: 0965.47621 - cell. 348.3724350
Carmelo Nucera: 0965.893899 - cell. 338.7324051
www.rassegnalauretana.it
Italia: Recanati
dal 2-06-2006 al 5-06-2006 - scadenza: 1-04-2006
Italia: Vallo della Lucania (SA)
dal 20-04-2006 al 23-04-2006 - scadenza: 5-04-2006
www.amicimusicasacra.com/con2.htm
1° Concorso Internazionale Corale di Musica
Sacra
XII Festival Corale Internazionale "Orlando Di
Lasso"
tel. 081.923372 fax 081.923372
Italia: Zagarolo (Roma)
dal 3-06-2006 al 4-06-2006 - scadenza: 28-02-2006
Italia: Vittorio Veneto (TV)
dal 29-04-2006 al 29-04-2006 - scadenza: 27-01-2006
www.concorsozagarolo.it/3.htm
Rassegna nazionale di cori scolastici "Roberto
Goitre"
5° Concorso Polifonico Nazionale "Città di
Zagarolo"
www.comune.vittorio-veneto.tv.it/ufficiW3C/musica/cori/2006cori.asp
Italia: Gorizia
scadenza: 14-06-2006
Italia: Vittorio Veneto (TV)
dal 30-04-2006 al 30-04-2006 - scadenza: 27-01-2006
www.seghizzi.it
4° Festival Nazionale di cori giovanili e di
scuole superiori
www.comune.vittorio-veneto.tv.it/ufficiW3C/musica/giovani/2006corigiovani.asp
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4° Concorso internazionale di composizione
corale “C. A. Seghizzi” 2006
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Choralia
Italia: Arezzo
scadenza: 30-06-2006
Italia: Milano
scadenza: 15-10-2006
Concorso Nazionale di Composizione “Fosco
Corti” - Arezzo 2006
I Concorso di composizione ed elaborazione
corale "Bruno Bettinelli"
www.coritoscana.it
[email protected]
Italia: Arezzo
scadenza: 30-06-2006
Italia: Napoli
dal 2-11-2006 al 5-11-2006
Concorso Straordinario di Composizione
“Simone Gentile” - Arezzo 2006
V Concorso Internazionale di Canto Corale
“Voci nel Sole”
www.coritoscana.it
www.napolifestival.org/it/2006.htm
Italia: Azzano Decimo
dal 1-07-2006 al 1-07-2006 - scadenza: 30-04-2006
Italia: Riva del Garda (TN)
dal 17-10-2007 al 21-10-2007 - scadenza: 15-04-2007
6° Concorso Internazionale per Cori "Città' di
Azzano Decimo"
7° In...Canto sul Garda
www.musica-mundi.com
www.fieradellamusica.it
Italia: Gorizia
dal 5-07-2006 al 12-07-2006 - scadenza: 28-02-2006
XLV Concorso Internazionale di canto corale
"C.A. Seghizzi"
Svizzera: Montreux
dal 18-04-2006 al 22-04-2006 - scadenza: 15-11-2005
42nd Montreux Choral Festival
www.choralfestival.ch/english/cadres_en2.html
www.seghizzi.it
Slovenia: Maribor
dal 21-04-2006 al 23-04-2006 - scadenza: 21-11-2006
Italia: Malcesine (VR)
scadenza: 31-07-2006
8th International choral competition
1° Concorso Nazionale di Composizione "Il
Garda in Coro" per coro di voci bianche
www.ilgardaincoro.it/download.htm
Italia: Arezzo
dal 21-08-2006 al 27-08-2006 - scadenza: 28-02-2006
54° Concorso Polifonico Internazionale "Guido
d'Arezzo"
www.polifonico.org
Italia: Arezzo
dal 21-08-2006 al 27-08-2006 - scadenza: 15-03-2006
33° Concorso Internazionale di Composizione
"Guido d'Arezzo"
www.jskd.si/english/mb_06_introduction_english.htm
Irlanda: Cork
dal 26-04-2006 al 30-04-2006 - scadenza: 1-11-2005
52nd Cork International Choral Festival
www.corkchoral.ie/pages/cn_2006festpage.htm
Francia: Tour
dal 3-06-2006 - scadenza: 15-11-2005
Florilège vocal de Tours
www.florilegevocal.com/concours.php?&lang=en
Francia: Tour
dal 3-06-2006 al 5-06-2006 - scadenza: 15-11-2005
International children's choirs competition
www.polifonico.org
www.florilegevocal.com/concours.php?&lang=en
Italia: Arezzo
dal 23-08-2006 al 23-08-2006 - scadenza: 28-02-2006
Austria: Spittal
dal 4-07-2006 al 9-07-2006 - scadenza: 31-01-2006
23° Concorso Polifonico Nazionale "Guido
d'Arezzo"
singkreis-porcia.com/chorb2006.htm
43th. International competition for choirs 2006
www.polifonico.org
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CONCORSI
Grecia: Preveza
dal 6-07-2006 al 9-07-2006 - scadenza: 28-02-2006
Francia: Amiens Cedex
dal 6-10-2006 al 8-10-2006 - scadenza: 31-03-2006
24th International Choral Festival Of Preveza 12th International Choral Competition Of
Sacred Music
Concours Européens de Choeurs et Maîtrises Festival des Cathédrales de Picardie
www.festivaldescathedrales.com
www.users.otenet.gr/~armonia4/english/festival1.htm
Germania: Bürgerzentrum Elsenfeld
dal 13-07-2006 al 17-07-2006 - scadenza: 31-01-2006
Germania: Zwickau
dal 11-10-2006 al 15-10-2006 - scadenza: 15-04-2006
6th International Choir Competition 2006
International Robert Schumann Choir
Competition
www.chorwettbewerb-miltenberg.de
www.musica-mundi.com
Cina: Xiamen
dal 15-07-2006 al 26-07-2006
Spagna: Tolosa
dal 1-11-2006 al 5-11-2006 - scadenza: 15-05-2006
4th World Choir Games 2006
38 Tolosa choral contest
www.musica-mundi.com
www.cittolosa.com/en/choirs/index.htm
Ungheria: Debrecen
dal 26-07-2006 al 31-07-2006 - scadenza: 1-11-2005
Malta: Malta
dal 9-11-2006 al 13-11-2006 - scadenza: 30-04-2006
Béla Bartòk 22nd International choir
competition
The Malta International Choir Competition
www.musica-mundi.com
www.bbcc.hu
Finlandia: Helsinki
dal 8-09-2006 al 9-09-2006 - scadenza: 31-01-2006
II Harald Andersén Chamber Choir Competition
Ungheria: Budapest
dal 1-04-2007 al 5-04-2007 - scadenza: 30-10-2006
International Choir Competition
www.musica-mundi.com
www2.siba.fi/choircompetition
Spagna: Barcellona
dal 27-09-2006 al 1-10-2006 - scadenza: 1-06-2006
VIII Festival Corale Internazionale di Canto
Popolare "L'Europa e i suoi canti"
www.amicimusicasacra.com/con3.htm
Estonia: Tallin
dal 19-04-2007 al 22-04-2007 - scadenza: 15-10-2006
10th International Choir Festival “Tallinn 2007”
www.kooriyhing.ee/eng/events/comp
Bulgaria: Sofia
dal 4-10-2006 al 7-10-2006 - scadenza: 28-04-2006
3rd International Choir Competition Sofia 2006
www.fcmf.visa.bg
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CORSI
La S.I.E.M., sezione di Roma, in collaborazione con
il Centro Attività Musicali AURELIANO, organizza
un corso di aggiornamento “Vocalità infantile e
formazione corale” sul tema:
“La cura della voce parlata e cantata come
presupposto per una crescita musicale e umana
attraverso il coro” articolato in 50 ore, con verifica
finale, per il conseguimento del 1° livello di
specializzazione in “Vocalità Infantile”.
Docenti: Bruna Liguori Valenti, Giovanni Acciai,
Franca Ferrari
Il corso è mirato a dare motivazioni, strumenti e
tecniche per affrontare una attività corale con
bambini e ragazzi di scuola primaria e secondaria,
potenziare le capacità vocali, organizzare un
repertorio adeguato..
Il corso si terrà a Gubbio dal 28 agosto al 1
settembre 2006 e prevede, per le prime 24 ore, un
lavoro teorico-pratico di vocalità concertazione e
direzione con due tipologie di cantori (5/7 e 8/14
anni). Proseguirà con un seminario a Roma, il 2
settembre ( 8 ore), 4 Incontri di verifica a Roma nel
periodo novembre - aprile 2006/2007(14 ore),
verifica finale a Roma (4 ore) il 20 maggio 2007
Il materiale oggetto di studio verrà consegnato al
Campus: prevede brani di autori italiani
contemporanei scritti per cori scolastici e
associativi, materiale per l' improvvisazione
vocale. e indicazioni di repertorio per fasce d'età.
Scadenza iscrizioni:20 luglio 2005
Quota di partecipazione per 50 ore:
€ 250, comprensivi di assicurazione e quota
associativa S.I.E.M.
Quota di frequenza al solo seminario (8 ore).
€ 150, comprensivi di assicurazione e quota
associativa S.I.E.M.
Info:06/66140208
www.aureliano.org
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