Le radici profonde non gelano
Festival di
musica Popolare
26/29 Luglio 2005
Premio
“Città di Loano
per la musica tradizionale italiana”
P
R
O
G
R
A
M
M
Martedì 26 luglio
Mercoledì 27 luglio
Giovedì 28 luglio
Venerdì 29 luglio
ore 21.30 - Spazio Culturale Orto
Maccagli - lungomare
• ore 21.00 - Spazio Culturale Orto
Maccagli - lungomare
• ore 20.30 - Piazza Rocca
ore 21.30 - Arena estiva Giardino
del Principe
RICCARDO TESI &
BANDITALIANA (Toscana)
CARLO MURATORI (Sicilia)
Consegna del "Premio Città
di Loano per la musica
tradizionale italiana"
a Riccardo Tesi &
Banditaliana per "Lune"
miglior album 2004
"LA MUSICA TRADIZIONALE
ITALIANA IERI E OGGI"
BANDA BRISCA (musica
e danze popolari d'Italia)
con Laboratorio Danze Popolari
Tavola rotonda con Beppe Greppi
(responsabile etichetta Felmay)
• ore 22.00 - Spazio Culturale
e Maurizio Martinotti (responsabile
Orto Maccagli - lungomare
Associazione Culturale Ethnosuoni),
NISTANIMERA
Enrico de Angelis (responsabile artistico
(Calabria-Salento)
del Premio Tenco),
Enrico Deregibus e John Vignola
(direttori artistici Premio Città
di Loano, giornalisti musicali)
Consegna del "Premio realtà
culturale" all’etichetta Robi Droli
TERESA DE SIO
"A Sud! A Sud!"
(Campania)
RAIZ
(Campania)
MATTEO SALVATORE
(Puglia)
Consegna del "Premio alla
Carriera" a Matteo Salvatore
• ore 22.00 - Spazio Culturale Orto
Maccagli - lungomare
TENDACHËNT (Piemonte)
A
LE SERATE SONO AD INGRESSO LIBERO
il Premio
“Premio Città di Loano per la musica tradizionale italiana”
Il “Premio nazionale Città di Loano per la musica tradizionale
italiana” nasce con l’intento di promuovere e valorizzare la
produzione contemporanea di musica tradizionale di radice italiana.
Il premio pone l’attenzione sulle proposte musicali che intrecciano la
ricerca, il recupero e la valorizzazione della cultura musicale più
antica e tradizionale - quella cioè che era motivo di aggregazione
nelle feste religiose o di altra natura - con la nuova interpretazione
della musica popolare - quella cioè che ha subito contaminazioni
etniche e l’influenza di nuove sonorità strumentali. La musica
popolare si identifica con i canti popolari e la musica tradizionale di
una determinata area geografica. Si tratta di una espressione
culturale influenzata da usanze legate ai cicli delle stagioni, a
eventi-chiave nella vita personale e ad attività come la pratica
religiosa, il lavoro, la cura dei figli. La musica popolare è una
indelebile memoria storica che si tramanda nel tempo. Le
contaminazioni fra i popoli hanno modificato le usanze così come la
musica e il patrimonio artistico-culturale di generazione in
generazione si è tramandato e si è trasformato. Il premio si propone
quale occasione per approfondire tali tematiche, per proporre un
confronto tra le tante esperienze e produzioni musicali del momento
e soprattutto per offrire un contributo alla valorizzazione e diffusione
delle musiche tradizionali di radice italiana.
Il “Premio Città di Loano per la musica tradizionale italiana”
assegnerà tre diversi riconoscimenti:
- un premio alla carriera ad un musicista che si sia contraddistinto,
lungo il suo percorso, da una parte per la valorizzazione
del patrimonio culturale e musicale della propria terra, dall’altro
per la qualità della proposta artistica. A cura dell’organizzazione e
della direzione artistica del Premio Loano.
- un premio a una realtà culturale (etichetta, ricercatore, operatore
culturale, ecc…) che abbia o abbia avuto un ruolo rilevante nel
campo della musica tradizionale di radice italiana. A cura
dell’organizzazione e della direzione artistica del Premio Loano.
- un premio alla migliore produzione discografica dell’anno
precedente, assegnato in base a votazione di una ampia e prestigiosa
giuria formata da giornalisti musicali, specializzati e non. Il giudizio
della giuria è insindacabile.
“Premio Città di Loano per la musica tradizionale italiana”
Organizzazione: Ufficio Turismo – Comune
Direzione artistica e coordinamento giuria:
di Loano
Enrico Deregibus - John Vignola
Promozione e Ufficio Stampa:
1a edizione - Anno 2005
Voto giuria
1° posto
“Lune” - Riccardo Tesi & Banditaliana
Lucia Campana e Monica Maggi di I.C.S.
2° posto – pari merito
Giuria:
“Sicily” Carlo Muratori
“Chorè” Nistanimera
“Il parto” Parto delle nuvole pesanti
Giovanni Alcaini, Daniele Bergesio, Loris Bohm, Michele Bovi,
Flavio Brighenti, Pietro Carfì, Giordano Casiraghi, Enrico de
Angelis, Paolo De Bernardin, Ernesto De Pascale, Ciro De Rosa,
Alfredo Del Curatolo, Paolo Del Ry, Enrico Deregibus, Salvatore
Esposito, Giorgia Fazzini, Luca Ferrari, Massimo Ferro, Guido
Festinese, Piero Galletti, Enzo Gentile, Guido Giazzi, Ezio
Guaitamacchi, Federico Guglielmi, Marco La Viola, Felice Liperi,
Franco Lucà, Giorgio Maimone, Maurizio Marino, Gigi Masciullo,
Tiziano Menduto, Marco Miconi, Anna Nacci, Giancarlo Nostrini,
Rosario Pantaleo, Riccardo Piaggio, Massimo Poggini, Ezio Riberi,
Alessandro Rosa, Roberto G. Sacchi, Gianpiero Scazzola, Stefano
Starace, Luca Trambusti, Gianluca Veltri, John Vignola, Antonio
Vivaldi, Franco Zanetti.
5° posto
“Ambrogio Sparagna” Ambrogio Sparagna
6° posto – pari merito
“A sud! A sud!” Teresa De Sio
“Nel tempo e oltre, cantando...” Macina/Gang
“Creuza De Mä 2004” Mauro Pagani
“Nia maro” Daniele Sepe
10° posto – pari merito
“Come li viandanti” Piero Brega
“L'oste del diau” Lou Dalfin
“Premio Città di Loano per la musica tradizionale italiana”
1a edizione - Anno 2005
a Riccardo Tesi & Banditaliana per “Lune” - miglior album 2004
Lune
Il percorso musicale di Tesi ha attraversato, negli anni, la musica
popolare – da cui derivano radici e passionalità – ma anche il
mediterraneo e il medio oriente, il jazz, la canzone italiana nella sua
accezione più alta.
“Lune” è un lavoro che alterna brani cantati a fughe musicali in
punta di organetto e contrappunto ritmico. Canzoni originali di Tesi,
Geri e del siciliano Carlo Muratori (che firma lo splendido testo Lune,
la canzone che da il titolo all’album) e riletture di canzoni d’altri
(come la rilettura curata dal mandolinista francese Patrick Vaillant
che ha arrangiato e diretto una personalissima versione del Valzer
della povera gente, omaggio ad Odoardo Spadaro). Tra gli ospiti
presenti sono da segnalare anche Ginevra Di Marco e Francesco
Magnelli (ex CSI e PGR) che interpretano una delicata Ninna Nanna
pistoiese.
Nelle ultime due tracce il disco forza i confini cui un musicista
consumato come Riccardo Tesi si penserebbe circoscritto: il Dj
Ominostanco ha curato il remix di Maggio e Tevakh, due fra i brani
più conosciuti del repertorio di Banditaliana, originariamente
presenti nel loro primo album.
Per la registrazione di “Lune” il quartetto storico, composto da
Riccardo Tesi, Maurizio Geri, Claudio Carboni ed Ettore Bonafè, è
stato integrato da Marco Fadda alle percussioni e Daniele Mencarelli
al contrabbasso, da tempo loro collaboratori stabili.
Il sax sopranino di Daniele Sepe, il quartetto d’archi Archea Strings,
Mirko Guerrini e Stefano Melone (questi anche curatore della
registrazione e del mix del cd) alle tastiere, Claudio Fossati alla
batteria e Emiliano Licastro allo scacciapensieri completano il
quadro di prestigiose collaborazioni presenti in questo album.
Nel libretto del cd è contenuta una bonus track letteraria; un racconto
di Gabriele Contardi dal titolo Inseguimenti.
Il Premio sarà consegnato nella serata di martedì 26 luglio
“Premio realtà culturale 2005”
1a edizione - Anno 2005
all’etichetta Robi Droli
È una scommessa vinta quella di questa piccola etichetta di musica tradizionale,
nata per produrre in proprio i dischi della Ciapa Rusa, in un’epoca in cui la
riscoperta delle radici era una cosa inusitata, strana, specie per dei ragazzi nati
e cresciuti in una piccola città del Piemonte. “Robi Droli” in dialetto piemontese
significa cose curiose, strane, bizzarre, un po’ folli. E questa cosa un po’ folle è
diventata la principale casa discografica italiana di musica tradizionale e una
delle più prestigiose al mondo. Ora Robi Droli non c’è più, altre etichette hanno
raccolto la sua eredità, ma l’esempio resta. Quello di andare controcorrente per
trovare se stessi. Il Premio Città di Loano 2005 alla “Realtà culturale” è un
premio al coraggio e alla caparbietà, un premio agli organetti e alle ghironde
che abbiamo dentro.
ROBI DROLI
La casa discografica Robi Droli è stata fondata nel 1987 a Casale Monferrato (AL)
da Beppe Greppi e Maurizio Martinotti, membri della Ciapa Rusa, storica band del
folk-revival norditaliano. Nata come etichetta di musica tradizionale italiana (il
primo disco pubblicato è stato “O sentì che bel cantà” della Ciapa Rusa con
Alberto Cesa e Donata Pinti), nel giro di pochi anni Robi Droli è divenuta la più
importante casa discografica “etnica” in Italia. Dopo aver acquisito i cataloghi
Shirak e NewTone, ha organizzato un catalogo di proprie produzioni di oltre 100
titoli divisi in due serie: “Roots”, che ha prodotto musica etnica, tradizionale e
world music, e “News” che si è occupata di musica d'avanguardia e jazz. Con una
produzione in continua espansione che ha compreso tutti gli stili tradizionali della
penisola italiana, Robi Droli ha rappresentato il meglio della musica delle nostre
radici. Gli artisti (Tenores di Bitti, La Ciapa Rusa, Riccardo Tesi, Baraban, Totore
Chessa, La Piva dal Carner e moltissimi altri) ed i dischi di Robi Droli sono divenuti irrinunciabili per chiunque abbia voluto e voglia conoscere la ricchezza e la
qualità del nostro patrimonio tradizionale. L'attività si è a poco a poco ampliata
anche a produzioni di musicisti stranieri nel campo della World Music, dalla
musica celtica (Birkin Tree) al Portogallo (Ganhoes de Castroverde), dall'Asia
(Shu-De, Egshiglen, Somma 1 con Bemocchi / Laswell/Monaci Tibetani ) ai paesi
dell'Est (Vizonto, Zsaratnok), dall'Africa (Gnawa from Marrakech) al Sudamerica
(Antonio Rivas y Vallenatos ). Robi Droli negli anni ha anche incrementato la propria attività di distributore di altri cataloghi sempre nell'area della musica tradizionale e World, fino a distribuire una ventina di etichette straniere in Italia e
una decina di italiane all'estero (Auvidis/Naive Baraban, Claddagh, Coop, Breizh,
Dara, Digelius, Do Fol, Dunya, Elkar, Finisterre, FM, Folkest Dischi, Fono Astur,
Gael Linn, Global Village, Green Linnet Greentrax, Heritage, Keltia, Il Manifesto,
Modal, Music & Words, Navras, Newtone, Nota, Oriente, Osmosis, Ossian,
Ousitanio Vivo, Pan Park Records, Plane, Robi Droli, Silence, Tara, Taranta,
Temple, Whippet, Whirlie, World Music Network, Xource). La distribuzione all’estero ha toccato paesi di tutto il mondo: Austria, Benelux, Canada, Finlandia,
Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Norvegia, Spagna, Estonia, Giappone,
Malesia, Svezia, Portogallo, Svizzera, Gran Bretagna, USA. Robi Droli ha concluso
la propria attività nel 2001. Nel nuovo secolo l’eredità dello storico marchio è passata a due nuove etichette, Felmay e Folkclub Ethnosuoni.
Il Premio sarà consegnato nella serata di mercoledì 27 luglio
“Premio alla Carriera 2005”
1a edizione - Anno 2005
a Matteo Salvatore
Rocambolesco e solitario, amaro e beffardo. Sarebbe troppo facile
paragonare Matteo Salvatore ai vecchietti del “Buena Vista Social Club” che
hanno dovuto aspettare un Ry Cooder e un Wim Wenders per avere quel che
gli spettava. A Matteo Salvatore però non è ancora successo. Ha reinventato
la tradizione della sua terra tra il Gargano e il Tavoliere, ha vissuto da
maledetto ed ha cantato da angelo, ha regalato arpeggi di chitarra e perle di
poesia partendo dall’analfabetismo. Il Premio Città di Loano 2005 alla
carriera al “più grosso fenomeno musicale italiano”, come l’ha definito Pino
Daniele, è un premio all’autenticità del canto e delle parole, all’Inferno e al
Paradiso. È un ringraziamento doveroso.
MATTEO SALVATORE
Un uomo assolutamente fuori dal comune. Cantautore famoso, ha vissuto una
giovinezza di miseria e di analfabetismo, riscattandosi poi con la dolcezza
della sua chitarra e la forza poetica delle sue parole. Un riscatto
accompagnato da mille straordinarie follie, poiché Matteo Salvatore è uomo
che sfugge a ogni regola e a ogni legge, arguto e imprevedibile come ogni
lazzarone, geniale e sregolato come un vero artista, ruffiano e incantatore
come ogni uomo destinato al successo. Matteo Salvatore, nato nel 1925 ad
Apricena, paese di confine tra Gargano e Tavoliere, non ricorre esplicitamente
ad alcuna tradizione: inventa un nuovo stile, staccandosi da qualunque
passato e anticipando la generazione dei grandi cantautori italiani che
riconoscono nel cantastorie pugliese il loro maestro. Egli trova parole di
struggente poesia e suona, anzi arpeggia, la chitarra divinamente,
componendo stupende melodie. Arte imparata da bambino da un mitico
ultracentenario musicista cieco: un’arte, dunque, che gli arriva direttamente
dall’Ottocento. Italo Calvino ha detto che le parole di Matteo Salvatore noi le
dobbiamo ancora inventare. La poesia di Salvatore non è solo moto
dell’animo, ma, pur nella non conoscenza delle regole, è anche sapiente e
raffinata capacità di piegare la sua lingua alle necessità del verseggiare, con
genio, passione ed ironia. Dotato di una voce originalissima, dal timbro
acuto, tipico della vocalità popolare dell'area garganica, ricca di capacità
affabulatorie, inizia a incidere dischi verso i primi anni '60, dove racconta in
modo alterno storie di una Puglia fino ad allora sconosciuta, ricca di
contraddizioni sociali ed economiche. Con il diffondersi dell'interesse per il
folk revival cresce la popolarità di Salvatore che partecipa a numerosi festival
in tutta la penisola, (note le sue apparizioni al Premio Tenco e al Folk Studio
di Roma) producendo una serie di dischi dove racconta, utilizzando le
strutture formali ed esecutive tipiche del repertorio dei cantastorie, le
vicissitudini di quegli anni. Oggi Matteo Salvatore è all’attenzione delle nuove
generazioni di musicisti e gruppi "emergenti" che si rifanno alla tradizione
culturale della terra di appartenenza.
Il Premio sarà consegnato nella serata di venerdì 29 luglio
il festival
Martedì 26 luglio -
ore 21.30 - Spazio Culturale Orto Maccagli - lungomare
RICCARDO TESI & BANDITALIANA (Toscana) - CARLO MURATORI (Sicilia)
Riccardo Tesi & Banditaliana
Riccardo Tesi, compositore e organettista di fama
internazionale, è considerato uno dei musicisti più audaci e
autorevoli della nuova scena world europea. Vanta
collaborazioni dalla musica etnica (Elena Ledda, Justin Vali,
Kepa Junkera, John Kirkpatrick, Patrick Vaillant e molti altri)
al jazz (Gabriele Mirabassi) fino alla grande canzone
d’autore (Ivano Fossati, Fabrizio De André, Gianmaria
Testa), è il fondatore del progetto Banditaliana.
Fin dal suo esordio nel 1992, sono elementi portanti della band Maurizio Geri,
voce solista e chitarrista funambolico il cui stile fonde le tematiche legate alla
musica mediterranea con l’improvvisazione swing-manouche, Claudio Carboni
sassofonista dotato di un fraseggio secco e preciso, cresciuto nella migliore
tradizione del liscio e il percussionista vibrafonista Ettore Bonafè a suo agio nella
musica etnica e nel jazz.
Dal caleidoscopio di suoni di Banditaliana nasce una musica senza frontiere,
fresca e solare, innovativa ma legata alle proprie radici, una sintesi di ampio
respiro tra forme e riti della tradizione toscana, profumi mediterranei,
improvvisazioni jazz e canzone d’autore.
Composizioni originali, virtuosismi strumentali, preziosi incastri ritmici ed
arrangiamenti raffinati costituiscono la cifra stilistica del gruppo che nel corso
degli anni si è imposto come una delle formazioni più interessanti nel panorama
internazionale della world music ed ha riscosso un grande successo nel corso
delle tournée in tutta Europa e in Canada dove ha partecipato ad alcuni tra i più
importanti folk&jazz-festivals.
Banditaliana ha al suo attivo già tre album: il primo “Banditaliana” del 1998,
prodotto da Stefano Melone (collaboratore di Ivano Fossati), ha ottenuto ampi
consensi dalla stampa specializzata di tutto il mondo ed è stato eletto album
dell’anno dal referendum di Folk Bullettin. Il secondo “Thapsos” del 2000 è stato
eletto disco del mese da Jam e Rockstar, in Francia ha ricevuto il “Bravo” di Trad
Magazine, “Choc de la Musique” e la segnalazione di Repertoire. Il terzo, “Lune”,
è stato votato come miglior album 2004 dalla prestigiosa giuria di giornalisti del
Premio Città di Loano per la musica tradizionale italiana.
Numerosi i musicisti che hanno collaborato nei dischi e nei concerti di
Banditaliana: Gabriele Mirabassi al clarinetto, Daniele Sepe al sax, Claudio
Fossati alla batteria, Silvano Lobina e Daniele Mencarelli al basso, Damiano
Puliti al violoncello, le voci di Nando Citarella, di Lucilla Galeazzi e dei Fratelli
Mancuso, Carlo Muratori per i testi.
Nel 2001 Banditaliana è stata eletta miglior live band dalla rivista specializzata
tedesca Folker.
Nel 2002 in Canada si è piazzata al sesto posto nella Top Ten di CKUA Music
Network e in Inghilterra è stato l’unico gruppo italiano in lizza per i World Music
Awards della BBC.
Il 2004 è un anno importante per Banditaliana, con la partecipazione a Celtic
Connection a Glasgow, uno dei più importanti festival del Regno Unito, dove oltre
a registrare il concerto per la radio nazionale, realizzano uno special televisivo per
la BBC. Importantissima infine la vittoria riportata in entrambe le categorie
(miglior repertorio e miglior esecuzione) al Festival di Mantova, nel febbraio 2004.
Carlo Muratori
Carlo Muratori è un cantautore che vive ed opera a Siracusa, in Sicilia. Vivendo
ancora le prime esperienze giovanili come chitarrista rock e pop, nel 1975 ha
iniziato ad appassionarsi alla cultura popolare siciliana; gli usi tradizionali, i
canti e le musiche della povera gente della sua terra. Si è dedicato, quindi, per
anni allo studio ed alla ricerca della musica di tradizione orale , collaborando fra
l'altro con l’insigne studioso ibleo Antonino Uccello all’interno della sua Casa
Museo di Palazzolo Acreide. Nel 1977 ha formato I Cilliri, un gruppo musicale con
il quale ha divulgato alcuni dei canti popolari di lavoro, di lotta, d'amore portati
alla luce con le sue ricerche. Con I Cilliri ha eseguito decine di concerti in tutta la
Sicilia ed ha inciso due album “Sutta 'n velu” 1979 e “Dda bbanna a muntagna”
1980. Nel maggio 1987 ha pubblicato l'album “Afrodite”, come solista: un album
sperimentale, una musica di chiara matrice etnica, ma non per questo
"antica". Insieme agli strumenti acustici tradizionali si mescolano suoni di
altre culture e suoni elettronici, canti popolari e nuove canzoni. Contaminazione
fra jazz, folk, pop. Nel 1983 ha costituito l’associazione culturale Folkstudio-SR,
con un ensemble musicale stabile con cui ha intrapreso campagne di ricerca
sulla musica sacra siciliana di tradizione orale. Ha messo in scena “Li tri chiova”,
spettacolo di musica e poesia sui canti processionali del Venerdì Santo; e
“Stidda” di l'Orienti sulle tradizioni natalizie. Nel 1994 inizia la svolta
cantautorale. Firma un contratto discografico con la CGD – WARNER per la quale
pubblica due dischi di rara bellezza, di cui è autore dei testi e compositore: esce
“Canti e Incanti” (1994), e “Stella Maris” (1996). Con il primo cd vince a
Dicembre ‘94 il Premio nazionale Piero Ciampi. Le recensioni su tutte le riviste
specializzate (e non) sono state entusiaste e pressoché unanimi. A Giugno del ‘95
ha partecipato per Max-Generation al festival SONORIA di Milano. Due brani
dell’album sono stati poi inseriti come colonna sonora de LA PIOVRA 7. Con
“Stella Maris” ha vinto il primo premio nel referendum indetto da Vivere Giovani
(del quotidiano La Sicilia) come miglior album di autore siciliano del 1996. Nel
giugno 1997, a Vercelli, è stato invitato a rappresentare la Sicilia nella
FOLKERMESSE, l’orchestra sperimentale di musica etnica formata da i musicisti
italiani più rappresentativi del genere (Ambrogio Sparagna, Riccardo Tesi,
Daniele Sepe, Elena Ledda, Lucilla Galeazzi ed altri). Ha inciso nel dicembre ‘97
“Stidda di l’Orienti- echi di canti natalizi della gente di Sicilia”.
A Dicembre del ‘98 ha partecipato (in rappresentanza dell’Italia) all’IBM Word
Music Festival di Belo Horizonte in Brasile, classificandosi al primo posto nella
classifica di gradimento stilata dal pubblico e dalla critica della Rassegna
brasiliana. A Marzo ‘99, prodotto dall’AICS, ha pubblicato “Pesah” elaborazioni
per coro polifonico ed orchestra da camera delle lamentazioni del Venerdì Santo
in Sicilia. Da fine luglio ai primi d'agosto organizza e dirige (sin dall'estate del
2000) LITHOS-transiti a sud est, una rassegna nazionale di musica popolare e
nuove tendenze, con degli itinerari tematici che attraversano la provincia di
Siracusa. Nel contempo è impegnato in un rilevamento dei fenomeni etnomusicali degli Iblei siracusani; e sta conducendo una ricerca, con registrazioni
sul campo, sui canti del lavoro e sulla musica sacra dei paesini della provincia.
Ha collaborato alla stesura di “Thapsos”, il cd di Riccardo Tesi per il Manifesto,
per il quale ha scritto tre brani (Fammi ballare ed il testo di Largo Waltzer e
Thapsos), e per lo stesso autore ha scritto Lune, che apre il cd omonimo per il
Manifesto.
Nel gennaio 2001 è uscito “Plica Polonica – non tagliate quella treccia”, il suo
più recente lavoro cantautorale. Nel Marzo 2004 la rivista World Music Magazine
ha pubblicato la ri-masterizzazione in digitale dei due dischi in vinile dei Cilliri
degli anni 80. Collabora spesso con il mondo della Scuola, dove tiene conferenze,
laboratori musicali e lezioni-concerto sui temi della musica popolare.
Mercoledì 27 luglio - ore 22.00 - Spazio Culturale Orto Maccagli - lungomare
TENDACHËNT (Piemonte)
Tendachënt
Tendachënt è il nuovo progetto di Maurizio Martinotti, fondatore e leader della storica
formazione piemontese La Ciapa Rusa. Venti anni di carriera, 7 dischi all’attivo e
concerti in Francia, Belgio, Inghilterra, Olanda, Danimarca, Stati Uniti, Svizzera,
Canada, Germania, Finlandia, Austria, Spagna, Portogallo, Slovenia, Croazia
costituiscono il cospicuo curriculum della La Ciapa Rusa, band fondamentale
nell’evoluzione e nel rinnovamento del folk revival nord italiano. Tendachënt nasce
nella primavera del 1997 come evoluzione de La Ciapa Rusa, di cui riprende in parte
il repertorio, rivestendolo però di nuovi e più progressivi arrangiamenti.
Danze antiche come gighe e perigurdini, inconsuete melodie modali - modali come i
più intriganti riff chitarristici del rock, solo più antiche di qualche secolo –, scale
arabeggianti e forme le cui origini si perdono nella notte dei tempi e che pure
conservano una forza ed una modernità straordinarie, canti rituali, di derivazione
pagana, ritmati e coinvolgenti... Il fascino sottile di un bordone, il gioco ritmico delle
percussioni, il rincorrersi ed incrociarsi di timbri e colori, il vibrare delle corde e
l’incalzare dei violini... ed una lingua come il piemontese, tronca ed incisiva, che ben
si adatta e sposa ai ritmi serrati e vorticosi.
Nella sua breve carriera Tendachënt si è esibito in Svizzera, Francia, Austria, Spagna,
Portogallo: il disco d’esordio, “Ori Pari”, è stato pubblicato in Italia e Spagna. Il gruppo
ha inoltre accompagnato la cantante Betti Zambruno nello spettacolo Omaggio a
Leone Sinigaglia, prodotto nel 2001 per il festival “Cantè Bergera”: da tale concerto è
stato ricavato il cd “Al lung de la riviera”, pubblicato a febbraio 2003. Nell’aprile 2003
il gruppo ha preso parte al programma televisivo “Terre di musica”, andato in onda su
Rai 2. Tendachënt sta attualmente lavorando al suo nuovo disco, “La valle dei
saraceni”, che uscirà nelle prossime settimane: alla registrazione del cd hanno
partecipato come ospiti Enzo Avitabile ed i Bottari di Portico, Paul James ( dei
Blowzabella), Toni Torregrossa ( di Urbalia Rurana), il cantante provenzale Renat Sette,
il trio vocale femminile catalano De Calaix.
Accanto al leader della formazione Maurizio Martinotti (canto, ghironda, mandola)
fanno parte dei Tendachënt Bruno Raiteri (violino, viola, canto), Sergio Caputo (violino,
percussioni, canto), Enrico Negro (chitarra acustica, elettrica e midi, mandola, canto),
Gerardo Savone (basso elettrico), Gigi Biolcati (batteria, percussioni).
Discografia
Ori pari (FolkClub EthnoSuoni)
Con Betti Zambruno: Al lung de la riviera (FolkClub EthnoSuoni)
Con La Ciapa Rusa: Diario di Bordo (FolkClub EthnoSuoni)
La valle dei saraceni (in uscita maggio 2005)
Partecipazioni
Suoni dalla Teca 4 (La Fonoteca, Fonocd)
Las musicas del Mediterraneo (Fnac Iberica)
Keltica (KE)
Un castell de musiques (CBR)
Tribù Italiche: Piemonte (World Music)
Samonios in musica (Self records Divo)
Las Musicas de Italia (Fnac Iberica)
Piemonte: antologia della musica antica e moderna (Dejavu Retro Gold)
Giovedì 28 luglio
ore 20.30 - Piazza Rocca - BANDA BRISCA (musica e danze popolari d'Italia) con Laboratorio
ore 22.00 - Spazio Culturale Orto Maccagli - lungomare - NISTANIMERA (Calabria-Salento)
Banda Brisca
Dall'incontro passionale e sanguigno di alcuni personaggi legati al mondo della
musica popolare e del teatro di strada, nasce "BandaBrisca". Il piacere del contatto
coi ballerini e con la strada, con tutte le conseguenze ed i rischi a cui si espone una
simile esperienza, rimane il vero movente. Il copione mai uguale, riporta un'immagine
d'altri tempi che si colloca per coloritura tra l'improvvisazione ed i cantastorie, tra le
memorie antiche di cortile e l'alterata fantasia dei racconti di osteria. Piemontese la
"BandaBrisca" non disdegna di prelevare temi dal patrimonio tradizional-popolare
delle regioni limitrofe. Il repertorio comprende canti della tradizione dei cantastorie
e dei cori spontanei che animavano le feste in Piemonte, grande spazio alle danze
piemontesi, occitane, francesi (Morvan, Berry, Auvergne, Guascogna, Bretagna,
Paesi Baschi). Gli strumenti utilizzati sono, oltre la voce: organetto diatonico, violino,
cornamusa, bombarda, flauti, chitarra e percussioni.
Suonano nei Banda Brisca: Bernardo Beisso (voce,
corde, percussioni), Maddalena Luzzi (voce, organetto
diatonico), Fabrizio Pilu (violino, cornamusa),
Stefano Guagnini (cornamusa, zampogna, voce).
Nistanimera
Musike ce Tragudìa Greka ti Calavrìa ce ti Apulìa
Musiche e Canzoni Greche di Calabria e di Puglia. Il progetto Nistanimera prende forma
nel corso dell’estate del 2002 e si centra sul tema dell’Italia bizantina ed in particolare
delle due minoranze ellenofone “d’Occidente”. Nistanimera è un punto d’incontro di varie
Danze Popolari
tracce artistico-musicali e di ricerca: la riproposta della musica più arcaica di queste due
minoranze, l’uso della lingua greca, l’esclusivo utilizzo degli strumenti musicali pastorali e
contadini originali, l’attenzione allo stile ed alla qualità della vocalità e della musica
strumentale. L’idea di un gruppo che si dedicasse alla musica di queste due minoranze
accomunate dalla koinè greca si deve ad Ettore Castagna, antropologo, ricercatore e
musicista che da alcuni decenni si occupa di queste tematiche. Dopo la conclusione
dell’esperienza ultra ventennale con il Re Niliu (negli anni ’80 e ’90 fra le realtà di punta
della world music italiana), Ettore Castagna incontra recentemente altri due musicisti,
Cinzia Villani e Valentino Santagati con i quali decide di dare vita a Nistanimera in forma
di gruppo aperto alla collaborazione di musicisti tradizionali. Intorno alla bella voce della
salentina Cinzia Villani ruota il ricco strumentario del gruppo che si basa su strumenti di
chiara matrice storica greca come la lira o comunque caratteristici delle due minoranze
ellenofone dell’Italia meridonale. La ricchezza del patrimonio vocale greco-salentino si
integra con il colorato panorama della musica strumentale dell’Aspromonte greco.
Numerosi sono gli strumenti originali utilizzati nello spettacolo: la zampogna “a moderna”
(tipica ed esclusiva dell’Aspromonte Greco), flauti doppi, flauti di corteccia, la chitarra
battente, il tamburello e la lira, l’antico violino di radice bizantina. Suonano insieme a
Ettore Castagna (lire, frauta, sulavrucia, chitarra battente. malarruni), Piero Crucitti
(organetti, 2 bassi, ninarelli, tambureddu), Massimo Murgo (tambureddu, grancassa),
Valentino Santagàti (voce, chitarra battente, chitarra
francese), Cinzia Villani (voce, tambureddu),
Diego Pizzimenti (tambureddu, ciarameddi, voce).
Discografia: Chorè! Alfamusic
Venerdì 29 luglio -
ore 21.30 - Arena estiva Giardino del Principe
TERESA DE SIO "A Sud! A Sud!" (Campania) - RAIZ (Campania) - MATTEO SALVATORE (Puglia)
Teresa De Sio
“A Sud! A Sud!” è il nuovo progetto discografico di una tra le figure più
importanti
dell'area partenopea, Teresa De Sio.
Passione, ritmo, festa, ritualità, dialetto: gli elementi che racchiudono il
cuore di questo nuovo grande capitolo, tutto suonato in acustico. Cinque
nuove composizioni, firmate dalla stessa Teresa De Sio: Mamma Napoli,
Stammo Buono (in duetto con Raiz), Positano, Addio e Salta Salta; un brano
intitolato Stelle (adattamento in napoletano di una composizione di Lenine,
formidabile autore brasiliano); poi Lu Bene Mio di Matteo Salvatore; e
(quindi) musica e parole delle radici, il “cuore antico” che pulsa ancora
grazie a La montanara, La pizzica Tarantata e La Rodianella.
Nella composizione delle nuove tracce e nella rilettura del passato, entra
felicemente l’esperienza ultima legata a “Craj”: al centro i grandi vegliardi
della nostra tradizione (Matteo Salvatore, Cantori di Carpino, Uccio Aloisi), ad
orchestrare, insieme a Teresa De Sio, il cantore della riscoperta di una nuova
identità, Giovanni Lindo Ferretti (“…se io non fossi tosco/emiliano , sarei di
Lecce greco/salentino…). Il progetto è diventato un film per la regia di
Davide Marengo e la produzione di Gianluca Arcopinto. Verrà distribuito nelle
sale italiane dal mese di settembre ed è già in predicato per diversi festival
internazionali.
Teresa De Sio, così, riprende il viaggio che affresca, servendosi di volta in
volta di musica e teatralità, il desiderio di fermare, tra performance e
filologica ricostruzione, documenti emotivi e ricchezza di un patrimonio che
il tempo (con l’assenza del presidio della memoria) ormai erode.
Dopo “Da Napoli a Bahia”, spettacolo nato dall'incontro con il navigatore e
amico Giovanni Soldini, “A Sud! A Sud!” getta ancora le reti a sud del mondo
per ricomporre i colori di un percorso che ,anche nella vivacità di una
robusta dimensione live (i concerti dell’inverno-primavera 2005),
trova la sua ragione di essere.
Nel nuovo tour, una formazione acustica mette in risalto gli strumenti
fondamentali della tradizione (chitarre, mandolini e tammorre sono chiamati
a dar voce alle tracce del nuovo lavoro e alla riproposta dei “must”del
passato ) mentre l’abbraccio con il dialetto napoletano e con quello pugliese,
da sempre lingue privilegiate dalla scrittura e dalle interpretazioni di Teresa
De Sio, scaldano la platea, invitata a percorrere un “sud” metaforico (non
soltanto quello nostro, mediterraneo, ma anche un luogo dell’anima a sud
di tutto il mondo, un modo di essere e di pensare, un moto che unisce e
affranca).
Raiz
All’anagrafe risulta come Gennaro Della Volpe. Ugola
carnalissima, verace, napoletana, italiana, europea, araba,
cosmopolita, apolide, orgogliosamente wop, quasi ad
aggiornare i racconti di John Fante in chiave no global. Alle
cronache musicali s’è presentato come Rais, Raiss, Raiz. Uomo dai mille
nomi e dalle mille collaborazioni, ma soprattutto voce caliente della Napoli
affermatasi all’inizio degli anni Novanta, quando esplodeva la Tangentopoli
locale e, tra club del centro storico e centri sociali, esplodeva soprattutto una
nuova scena di talenti musicali capaci di coniugare tradizione e modernità,
Partenope e il resto del mondo. Fin dall’esordio, nel 1992, è la voce degli
Almamegretta che rappresentano the next big thing dell’italian wave, il
punto di riferimento per il suono di un decennio. Reggae e funky esplodono
nell’ugola carnale di Gennaro e scoprono le proprie origini partenopee, tra
una tammurriata e un canto a fronna. Con gli Alma Raiz raccoglie recensioni
entusiastiche, registra album-capolavori, infiamma le notti, scopre quant’è
difficile lavorare per una piccola etichetta indipendente come per una major.
Ma la sua curiosità e il bisogno di crescere lo portano spesso ad andare
"oltre" la band: la sua voce incontra i Massive Attack, Pino Daniele, i Letfield,
gli Orchestral World Groove di Gaudì, gli Asian Dub Foundation, Mauro
Pagani, dà vita al progetto Ashes con Bill Laswell ed Eraldo Bernocchi, si fa
sentire nel "Tangerine cafè" di Luigi Cinque come nell’esperimento sulla
taranta salentina di Stewart Copeland. E poi il teatro (Brecht con i Cantieri
Teatrali Koreja, i readings canori su versi della beat generation) e il cinema
come attore ("Cuore scatenato", il western siciliano di Gianluca Sodaro) e
come autore di colonne sonore ("Luna rossa" di Antonio Capuano). Nel 2004
è tempo di "Wop", il suo primo album da solista, prodotto da Paolo Polcari e
Roberto Vernetti.
Il bouzouki di Mauro Pagani apre le danze di un disco che parla di amore,
convivenza, meticciaggio. Un inno panteista alla vita, sospeso tra la rabbia
per quello che tutti vediamo attorno a noi e la voglia di cogliere l’attimo, di
lasciarsi cullare dal respiro sensuale di una donna, ma anche di madre
natura. Raiz è uscito dagli Almamegretta, ma prima di lui era uscito Paolo
Polcari, altro fiore felice senza radici, napoletano a Londra pronto a giocare
coi suoni elettronici, coi beat radicali. Ricomposto con l’antico compagno di
note il dream-team degli anni Novanta, Rino riparte con la consapevolezza di
essere ancora (e sempre) un’anima migrante. Con voce unica,
indiscutibilmente una delle più belle della scena italiana di oggi e forse di
sempre, si muove tra Sergio Bruni ed Oum Kalsoum, Pier Paolo Pasolini e
Omar Kayyam, i Transglobal Underground e Pino Daniele, i figli di Annibale e
i figli dell’11 settembre. Usa le lingue che gli appartengono (il napoletano,
l’italiano e l’inglese) per raccontarsi attraversando le musiche gli
appartengono (il reggae, il soul, la forma canzone).
Insomma, l’odissea consapevole
di un wop, come un tempo si chiamavano gli emigranti
italiani in America, lavoratori senza documenti
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In collaborazione con Associazione
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Foto: Silvio Massolo© - Archivio Comune di Loano - Stampa: www.litografiabacchetta.it