Le radici profonde non gelano Festival di musica Popolare 26/29 Luglio 2005 Premio “Città di Loano per la musica tradizionale italiana” P R O G R A M M Martedì 26 luglio Mercoledì 27 luglio Giovedì 28 luglio Venerdì 29 luglio ore 21.30 - Spazio Culturale Orto Maccagli - lungomare • ore 21.00 - Spazio Culturale Orto Maccagli - lungomare • ore 20.30 - Piazza Rocca ore 21.30 - Arena estiva Giardino del Principe RICCARDO TESI & BANDITALIANA (Toscana) CARLO MURATORI (Sicilia) Consegna del "Premio Città di Loano per la musica tradizionale italiana" a Riccardo Tesi & Banditaliana per "Lune" miglior album 2004 "LA MUSICA TRADIZIONALE ITALIANA IERI E OGGI" BANDA BRISCA (musica e danze popolari d'Italia) con Laboratorio Danze Popolari Tavola rotonda con Beppe Greppi (responsabile etichetta Felmay) • ore 22.00 - Spazio Culturale e Maurizio Martinotti (responsabile Orto Maccagli - lungomare Associazione Culturale Ethnosuoni), NISTANIMERA Enrico de Angelis (responsabile artistico (Calabria-Salento) del Premio Tenco), Enrico Deregibus e John Vignola (direttori artistici Premio Città di Loano, giornalisti musicali) Consegna del "Premio realtà culturale" all’etichetta Robi Droli TERESA DE SIO "A Sud! A Sud!" (Campania) RAIZ (Campania) MATTEO SALVATORE (Puglia) Consegna del "Premio alla Carriera" a Matteo Salvatore • ore 22.00 - Spazio Culturale Orto Maccagli - lungomare TENDACHËNT (Piemonte) A LE SERATE SONO AD INGRESSO LIBERO il Premio “Premio Città di Loano per la musica tradizionale italiana” Il “Premio nazionale Città di Loano per la musica tradizionale italiana” nasce con l’intento di promuovere e valorizzare la produzione contemporanea di musica tradizionale di radice italiana. Il premio pone l’attenzione sulle proposte musicali che intrecciano la ricerca, il recupero e la valorizzazione della cultura musicale più antica e tradizionale - quella cioè che era motivo di aggregazione nelle feste religiose o di altra natura - con la nuova interpretazione della musica popolare - quella cioè che ha subito contaminazioni etniche e l’influenza di nuove sonorità strumentali. La musica popolare si identifica con i canti popolari e la musica tradizionale di una determinata area geografica. Si tratta di una espressione culturale influenzata da usanze legate ai cicli delle stagioni, a eventi-chiave nella vita personale e ad attività come la pratica religiosa, il lavoro, la cura dei figli. La musica popolare è una indelebile memoria storica che si tramanda nel tempo. Le contaminazioni fra i popoli hanno modificato le usanze così come la musica e il patrimonio artistico-culturale di generazione in generazione si è tramandato e si è trasformato. Il premio si propone quale occasione per approfondire tali tematiche, per proporre un confronto tra le tante esperienze e produzioni musicali del momento e soprattutto per offrire un contributo alla valorizzazione e diffusione delle musiche tradizionali di radice italiana. Il “Premio Città di Loano per la musica tradizionale italiana” assegnerà tre diversi riconoscimenti: - un premio alla carriera ad un musicista che si sia contraddistinto, lungo il suo percorso, da una parte per la valorizzazione del patrimonio culturale e musicale della propria terra, dall’altro per la qualità della proposta artistica. A cura dell’organizzazione e della direzione artistica del Premio Loano. - un premio a una realtà culturale (etichetta, ricercatore, operatore culturale, ecc…) che abbia o abbia avuto un ruolo rilevante nel campo della musica tradizionale di radice italiana. A cura dell’organizzazione e della direzione artistica del Premio Loano. - un premio alla migliore produzione discografica dell’anno precedente, assegnato in base a votazione di una ampia e prestigiosa giuria formata da giornalisti musicali, specializzati e non. Il giudizio della giuria è insindacabile. “Premio Città di Loano per la musica tradizionale italiana” Organizzazione: Ufficio Turismo – Comune Direzione artistica e coordinamento giuria: di Loano Enrico Deregibus - John Vignola Promozione e Ufficio Stampa: 1a edizione - Anno 2005 Voto giuria 1° posto “Lune” - Riccardo Tesi & Banditaliana Lucia Campana e Monica Maggi di I.C.S. 2° posto – pari merito Giuria: “Sicily” Carlo Muratori “Chorè” Nistanimera “Il parto” Parto delle nuvole pesanti Giovanni Alcaini, Daniele Bergesio, Loris Bohm, Michele Bovi, Flavio Brighenti, Pietro Carfì, Giordano Casiraghi, Enrico de Angelis, Paolo De Bernardin, Ernesto De Pascale, Ciro De Rosa, Alfredo Del Curatolo, Paolo Del Ry, Enrico Deregibus, Salvatore Esposito, Giorgia Fazzini, Luca Ferrari, Massimo Ferro, Guido Festinese, Piero Galletti, Enzo Gentile, Guido Giazzi, Ezio Guaitamacchi, Federico Guglielmi, Marco La Viola, Felice Liperi, Franco Lucà, Giorgio Maimone, Maurizio Marino, Gigi Masciullo, Tiziano Menduto, Marco Miconi, Anna Nacci, Giancarlo Nostrini, Rosario Pantaleo, Riccardo Piaggio, Massimo Poggini, Ezio Riberi, Alessandro Rosa, Roberto G. Sacchi, Gianpiero Scazzola, Stefano Starace, Luca Trambusti, Gianluca Veltri, John Vignola, Antonio Vivaldi, Franco Zanetti. 5° posto “Ambrogio Sparagna” Ambrogio Sparagna 6° posto – pari merito “A sud! A sud!” Teresa De Sio “Nel tempo e oltre, cantando...” Macina/Gang “Creuza De Mä 2004” Mauro Pagani “Nia maro” Daniele Sepe 10° posto – pari merito “Come li viandanti” Piero Brega “L'oste del diau” Lou Dalfin “Premio Città di Loano per la musica tradizionale italiana” 1a edizione - Anno 2005 a Riccardo Tesi & Banditaliana per “Lune” - miglior album 2004 Lune Il percorso musicale di Tesi ha attraversato, negli anni, la musica popolare – da cui derivano radici e passionalità – ma anche il mediterraneo e il medio oriente, il jazz, la canzone italiana nella sua accezione più alta. “Lune” è un lavoro che alterna brani cantati a fughe musicali in punta di organetto e contrappunto ritmico. Canzoni originali di Tesi, Geri e del siciliano Carlo Muratori (che firma lo splendido testo Lune, la canzone che da il titolo all’album) e riletture di canzoni d’altri (come la rilettura curata dal mandolinista francese Patrick Vaillant che ha arrangiato e diretto una personalissima versione del Valzer della povera gente, omaggio ad Odoardo Spadaro). Tra gli ospiti presenti sono da segnalare anche Ginevra Di Marco e Francesco Magnelli (ex CSI e PGR) che interpretano una delicata Ninna Nanna pistoiese. Nelle ultime due tracce il disco forza i confini cui un musicista consumato come Riccardo Tesi si penserebbe circoscritto: il Dj Ominostanco ha curato il remix di Maggio e Tevakh, due fra i brani più conosciuti del repertorio di Banditaliana, originariamente presenti nel loro primo album. Per la registrazione di “Lune” il quartetto storico, composto da Riccardo Tesi, Maurizio Geri, Claudio Carboni ed Ettore Bonafè, è stato integrato da Marco Fadda alle percussioni e Daniele Mencarelli al contrabbasso, da tempo loro collaboratori stabili. Il sax sopranino di Daniele Sepe, il quartetto d’archi Archea Strings, Mirko Guerrini e Stefano Melone (questi anche curatore della registrazione e del mix del cd) alle tastiere, Claudio Fossati alla batteria e Emiliano Licastro allo scacciapensieri completano il quadro di prestigiose collaborazioni presenti in questo album. Nel libretto del cd è contenuta una bonus track letteraria; un racconto di Gabriele Contardi dal titolo Inseguimenti. Il Premio sarà consegnato nella serata di martedì 26 luglio “Premio realtà culturale 2005” 1a edizione - Anno 2005 all’etichetta Robi Droli È una scommessa vinta quella di questa piccola etichetta di musica tradizionale, nata per produrre in proprio i dischi della Ciapa Rusa, in un’epoca in cui la riscoperta delle radici era una cosa inusitata, strana, specie per dei ragazzi nati e cresciuti in una piccola città del Piemonte. “Robi Droli” in dialetto piemontese significa cose curiose, strane, bizzarre, un po’ folli. E questa cosa un po’ folle è diventata la principale casa discografica italiana di musica tradizionale e una delle più prestigiose al mondo. Ora Robi Droli non c’è più, altre etichette hanno raccolto la sua eredità, ma l’esempio resta. Quello di andare controcorrente per trovare se stessi. Il Premio Città di Loano 2005 alla “Realtà culturale” è un premio al coraggio e alla caparbietà, un premio agli organetti e alle ghironde che abbiamo dentro. ROBI DROLI La casa discografica Robi Droli è stata fondata nel 1987 a Casale Monferrato (AL) da Beppe Greppi e Maurizio Martinotti, membri della Ciapa Rusa, storica band del folk-revival norditaliano. Nata come etichetta di musica tradizionale italiana (il primo disco pubblicato è stato “O sentì che bel cantà” della Ciapa Rusa con Alberto Cesa e Donata Pinti), nel giro di pochi anni Robi Droli è divenuta la più importante casa discografica “etnica” in Italia. Dopo aver acquisito i cataloghi Shirak e NewTone, ha organizzato un catalogo di proprie produzioni di oltre 100 titoli divisi in due serie: “Roots”, che ha prodotto musica etnica, tradizionale e world music, e “News” che si è occupata di musica d'avanguardia e jazz. Con una produzione in continua espansione che ha compreso tutti gli stili tradizionali della penisola italiana, Robi Droli ha rappresentato il meglio della musica delle nostre radici. Gli artisti (Tenores di Bitti, La Ciapa Rusa, Riccardo Tesi, Baraban, Totore Chessa, La Piva dal Carner e moltissimi altri) ed i dischi di Robi Droli sono divenuti irrinunciabili per chiunque abbia voluto e voglia conoscere la ricchezza e la qualità del nostro patrimonio tradizionale. L'attività si è a poco a poco ampliata anche a produzioni di musicisti stranieri nel campo della World Music, dalla musica celtica (Birkin Tree) al Portogallo (Ganhoes de Castroverde), dall'Asia (Shu-De, Egshiglen, Somma 1 con Bemocchi / Laswell/Monaci Tibetani ) ai paesi dell'Est (Vizonto, Zsaratnok), dall'Africa (Gnawa from Marrakech) al Sudamerica (Antonio Rivas y Vallenatos ). Robi Droli negli anni ha anche incrementato la propria attività di distributore di altri cataloghi sempre nell'area della musica tradizionale e World, fino a distribuire una ventina di etichette straniere in Italia e una decina di italiane all'estero (Auvidis/Naive Baraban, Claddagh, Coop, Breizh, Dara, Digelius, Do Fol, Dunya, Elkar, Finisterre, FM, Folkest Dischi, Fono Astur, Gael Linn, Global Village, Green Linnet Greentrax, Heritage, Keltia, Il Manifesto, Modal, Music & Words, Navras, Newtone, Nota, Oriente, Osmosis, Ossian, Ousitanio Vivo, Pan Park Records, Plane, Robi Droli, Silence, Tara, Taranta, Temple, Whippet, Whirlie, World Music Network, Xource). La distribuzione all’estero ha toccato paesi di tutto il mondo: Austria, Benelux, Canada, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Norvegia, Spagna, Estonia, Giappone, Malesia, Svezia, Portogallo, Svizzera, Gran Bretagna, USA. Robi Droli ha concluso la propria attività nel 2001. Nel nuovo secolo l’eredità dello storico marchio è passata a due nuove etichette, Felmay e Folkclub Ethnosuoni. Il Premio sarà consegnato nella serata di mercoledì 27 luglio “Premio alla Carriera 2005” 1a edizione - Anno 2005 a Matteo Salvatore Rocambolesco e solitario, amaro e beffardo. Sarebbe troppo facile paragonare Matteo Salvatore ai vecchietti del “Buena Vista Social Club” che hanno dovuto aspettare un Ry Cooder e un Wim Wenders per avere quel che gli spettava. A Matteo Salvatore però non è ancora successo. Ha reinventato la tradizione della sua terra tra il Gargano e il Tavoliere, ha vissuto da maledetto ed ha cantato da angelo, ha regalato arpeggi di chitarra e perle di poesia partendo dall’analfabetismo. Il Premio Città di Loano 2005 alla carriera al “più grosso fenomeno musicale italiano”, come l’ha definito Pino Daniele, è un premio all’autenticità del canto e delle parole, all’Inferno e al Paradiso. È un ringraziamento doveroso. MATTEO SALVATORE Un uomo assolutamente fuori dal comune. Cantautore famoso, ha vissuto una giovinezza di miseria e di analfabetismo, riscattandosi poi con la dolcezza della sua chitarra e la forza poetica delle sue parole. Un riscatto accompagnato da mille straordinarie follie, poiché Matteo Salvatore è uomo che sfugge a ogni regola e a ogni legge, arguto e imprevedibile come ogni lazzarone, geniale e sregolato come un vero artista, ruffiano e incantatore come ogni uomo destinato al successo. Matteo Salvatore, nato nel 1925 ad Apricena, paese di confine tra Gargano e Tavoliere, non ricorre esplicitamente ad alcuna tradizione: inventa un nuovo stile, staccandosi da qualunque passato e anticipando la generazione dei grandi cantautori italiani che riconoscono nel cantastorie pugliese il loro maestro. Egli trova parole di struggente poesia e suona, anzi arpeggia, la chitarra divinamente, componendo stupende melodie. Arte imparata da bambino da un mitico ultracentenario musicista cieco: un’arte, dunque, che gli arriva direttamente dall’Ottocento. Italo Calvino ha detto che le parole di Matteo Salvatore noi le dobbiamo ancora inventare. La poesia di Salvatore non è solo moto dell’animo, ma, pur nella non conoscenza delle regole, è anche sapiente e raffinata capacità di piegare la sua lingua alle necessità del verseggiare, con genio, passione ed ironia. Dotato di una voce originalissima, dal timbro acuto, tipico della vocalità popolare dell'area garganica, ricca di capacità affabulatorie, inizia a incidere dischi verso i primi anni '60, dove racconta in modo alterno storie di una Puglia fino ad allora sconosciuta, ricca di contraddizioni sociali ed economiche. Con il diffondersi dell'interesse per il folk revival cresce la popolarità di Salvatore che partecipa a numerosi festival in tutta la penisola, (note le sue apparizioni al Premio Tenco e al Folk Studio di Roma) producendo una serie di dischi dove racconta, utilizzando le strutture formali ed esecutive tipiche del repertorio dei cantastorie, le vicissitudini di quegli anni. Oggi Matteo Salvatore è all’attenzione delle nuove generazioni di musicisti e gruppi "emergenti" che si rifanno alla tradizione culturale della terra di appartenenza. Il Premio sarà consegnato nella serata di venerdì 29 luglio il festival Martedì 26 luglio - ore 21.30 - Spazio Culturale Orto Maccagli - lungomare RICCARDO TESI & BANDITALIANA (Toscana) - CARLO MURATORI (Sicilia) Riccardo Tesi & Banditaliana Riccardo Tesi, compositore e organettista di fama internazionale, è considerato uno dei musicisti più audaci e autorevoli della nuova scena world europea. Vanta collaborazioni dalla musica etnica (Elena Ledda, Justin Vali, Kepa Junkera, John Kirkpatrick, Patrick Vaillant e molti altri) al jazz (Gabriele Mirabassi) fino alla grande canzone d’autore (Ivano Fossati, Fabrizio De André, Gianmaria Testa), è il fondatore del progetto Banditaliana. Fin dal suo esordio nel 1992, sono elementi portanti della band Maurizio Geri, voce solista e chitarrista funambolico il cui stile fonde le tematiche legate alla musica mediterranea con l’improvvisazione swing-manouche, Claudio Carboni sassofonista dotato di un fraseggio secco e preciso, cresciuto nella migliore tradizione del liscio e il percussionista vibrafonista Ettore Bonafè a suo agio nella musica etnica e nel jazz. Dal caleidoscopio di suoni di Banditaliana nasce una musica senza frontiere, fresca e solare, innovativa ma legata alle proprie radici, una sintesi di ampio respiro tra forme e riti della tradizione toscana, profumi mediterranei, improvvisazioni jazz e canzone d’autore. Composizioni originali, virtuosismi strumentali, preziosi incastri ritmici ed arrangiamenti raffinati costituiscono la cifra stilistica del gruppo che nel corso degli anni si è imposto come una delle formazioni più interessanti nel panorama internazionale della world music ed ha riscosso un grande successo nel corso delle tournée in tutta Europa e in Canada dove ha partecipato ad alcuni tra i più importanti folk&jazz-festivals. Banditaliana ha al suo attivo già tre album: il primo “Banditaliana” del 1998, prodotto da Stefano Melone (collaboratore di Ivano Fossati), ha ottenuto ampi consensi dalla stampa specializzata di tutto il mondo ed è stato eletto album dell’anno dal referendum di Folk Bullettin. Il secondo “Thapsos” del 2000 è stato eletto disco del mese da Jam e Rockstar, in Francia ha ricevuto il “Bravo” di Trad Magazine, “Choc de la Musique” e la segnalazione di Repertoire. Il terzo, “Lune”, è stato votato come miglior album 2004 dalla prestigiosa giuria di giornalisti del Premio Città di Loano per la musica tradizionale italiana. Numerosi i musicisti che hanno collaborato nei dischi e nei concerti di Banditaliana: Gabriele Mirabassi al clarinetto, Daniele Sepe al sax, Claudio Fossati alla batteria, Silvano Lobina e Daniele Mencarelli al basso, Damiano Puliti al violoncello, le voci di Nando Citarella, di Lucilla Galeazzi e dei Fratelli Mancuso, Carlo Muratori per i testi. Nel 2001 Banditaliana è stata eletta miglior live band dalla rivista specializzata tedesca Folker. Nel 2002 in Canada si è piazzata al sesto posto nella Top Ten di CKUA Music Network e in Inghilterra è stato l’unico gruppo italiano in lizza per i World Music Awards della BBC. Il 2004 è un anno importante per Banditaliana, con la partecipazione a Celtic Connection a Glasgow, uno dei più importanti festival del Regno Unito, dove oltre a registrare il concerto per la radio nazionale, realizzano uno special televisivo per la BBC. Importantissima infine la vittoria riportata in entrambe le categorie (miglior repertorio e miglior esecuzione) al Festival di Mantova, nel febbraio 2004. Carlo Muratori Carlo Muratori è un cantautore che vive ed opera a Siracusa, in Sicilia. Vivendo ancora le prime esperienze giovanili come chitarrista rock e pop, nel 1975 ha iniziato ad appassionarsi alla cultura popolare siciliana; gli usi tradizionali, i canti e le musiche della povera gente della sua terra. Si è dedicato, quindi, per anni allo studio ed alla ricerca della musica di tradizione orale , collaborando fra l'altro con l’insigne studioso ibleo Antonino Uccello all’interno della sua Casa Museo di Palazzolo Acreide. Nel 1977 ha formato I Cilliri, un gruppo musicale con il quale ha divulgato alcuni dei canti popolari di lavoro, di lotta, d'amore portati alla luce con le sue ricerche. Con I Cilliri ha eseguito decine di concerti in tutta la Sicilia ed ha inciso due album “Sutta 'n velu” 1979 e “Dda bbanna a muntagna” 1980. Nel maggio 1987 ha pubblicato l'album “Afrodite”, come solista: un album sperimentale, una musica di chiara matrice etnica, ma non per questo "antica". Insieme agli strumenti acustici tradizionali si mescolano suoni di altre culture e suoni elettronici, canti popolari e nuove canzoni. Contaminazione fra jazz, folk, pop. Nel 1983 ha costituito l’associazione culturale Folkstudio-SR, con un ensemble musicale stabile con cui ha intrapreso campagne di ricerca sulla musica sacra siciliana di tradizione orale. Ha messo in scena “Li tri chiova”, spettacolo di musica e poesia sui canti processionali del Venerdì Santo; e “Stidda” di l'Orienti sulle tradizioni natalizie. Nel 1994 inizia la svolta cantautorale. Firma un contratto discografico con la CGD – WARNER per la quale pubblica due dischi di rara bellezza, di cui è autore dei testi e compositore: esce “Canti e Incanti” (1994), e “Stella Maris” (1996). Con il primo cd vince a Dicembre ‘94 il Premio nazionale Piero Ciampi. Le recensioni su tutte le riviste specializzate (e non) sono state entusiaste e pressoché unanimi. A Giugno del ‘95 ha partecipato per Max-Generation al festival SONORIA di Milano. Due brani dell’album sono stati poi inseriti come colonna sonora de LA PIOVRA 7. Con “Stella Maris” ha vinto il primo premio nel referendum indetto da Vivere Giovani (del quotidiano La Sicilia) come miglior album di autore siciliano del 1996. Nel giugno 1997, a Vercelli, è stato invitato a rappresentare la Sicilia nella FOLKERMESSE, l’orchestra sperimentale di musica etnica formata da i musicisti italiani più rappresentativi del genere (Ambrogio Sparagna, Riccardo Tesi, Daniele Sepe, Elena Ledda, Lucilla Galeazzi ed altri). Ha inciso nel dicembre ‘97 “Stidda di l’Orienti- echi di canti natalizi della gente di Sicilia”. A Dicembre del ‘98 ha partecipato (in rappresentanza dell’Italia) all’IBM Word Music Festival di Belo Horizonte in Brasile, classificandosi al primo posto nella classifica di gradimento stilata dal pubblico e dalla critica della Rassegna brasiliana. A Marzo ‘99, prodotto dall’AICS, ha pubblicato “Pesah” elaborazioni per coro polifonico ed orchestra da camera delle lamentazioni del Venerdì Santo in Sicilia. Da fine luglio ai primi d'agosto organizza e dirige (sin dall'estate del 2000) LITHOS-transiti a sud est, una rassegna nazionale di musica popolare e nuove tendenze, con degli itinerari tematici che attraversano la provincia di Siracusa. Nel contempo è impegnato in un rilevamento dei fenomeni etnomusicali degli Iblei siracusani; e sta conducendo una ricerca, con registrazioni sul campo, sui canti del lavoro e sulla musica sacra dei paesini della provincia. Ha collaborato alla stesura di “Thapsos”, il cd di Riccardo Tesi per il Manifesto, per il quale ha scritto tre brani (Fammi ballare ed il testo di Largo Waltzer e Thapsos), e per lo stesso autore ha scritto Lune, che apre il cd omonimo per il Manifesto. Nel gennaio 2001 è uscito “Plica Polonica – non tagliate quella treccia”, il suo più recente lavoro cantautorale. Nel Marzo 2004 la rivista World Music Magazine ha pubblicato la ri-masterizzazione in digitale dei due dischi in vinile dei Cilliri degli anni 80. Collabora spesso con il mondo della Scuola, dove tiene conferenze, laboratori musicali e lezioni-concerto sui temi della musica popolare. Mercoledì 27 luglio - ore 22.00 - Spazio Culturale Orto Maccagli - lungomare TENDACHËNT (Piemonte) Tendachënt Tendachënt è il nuovo progetto di Maurizio Martinotti, fondatore e leader della storica formazione piemontese La Ciapa Rusa. Venti anni di carriera, 7 dischi all’attivo e concerti in Francia, Belgio, Inghilterra, Olanda, Danimarca, Stati Uniti, Svizzera, Canada, Germania, Finlandia, Austria, Spagna, Portogallo, Slovenia, Croazia costituiscono il cospicuo curriculum della La Ciapa Rusa, band fondamentale nell’evoluzione e nel rinnovamento del folk revival nord italiano. Tendachënt nasce nella primavera del 1997 come evoluzione de La Ciapa Rusa, di cui riprende in parte il repertorio, rivestendolo però di nuovi e più progressivi arrangiamenti. Danze antiche come gighe e perigurdini, inconsuete melodie modali - modali come i più intriganti riff chitarristici del rock, solo più antiche di qualche secolo –, scale arabeggianti e forme le cui origini si perdono nella notte dei tempi e che pure conservano una forza ed una modernità straordinarie, canti rituali, di derivazione pagana, ritmati e coinvolgenti... Il fascino sottile di un bordone, il gioco ritmico delle percussioni, il rincorrersi ed incrociarsi di timbri e colori, il vibrare delle corde e l’incalzare dei violini... ed una lingua come il piemontese, tronca ed incisiva, che ben si adatta e sposa ai ritmi serrati e vorticosi. Nella sua breve carriera Tendachënt si è esibito in Svizzera, Francia, Austria, Spagna, Portogallo: il disco d’esordio, “Ori Pari”, è stato pubblicato in Italia e Spagna. Il gruppo ha inoltre accompagnato la cantante Betti Zambruno nello spettacolo Omaggio a Leone Sinigaglia, prodotto nel 2001 per il festival “Cantè Bergera”: da tale concerto è stato ricavato il cd “Al lung de la riviera”, pubblicato a febbraio 2003. Nell’aprile 2003 il gruppo ha preso parte al programma televisivo “Terre di musica”, andato in onda su Rai 2. Tendachënt sta attualmente lavorando al suo nuovo disco, “La valle dei saraceni”, che uscirà nelle prossime settimane: alla registrazione del cd hanno partecipato come ospiti Enzo Avitabile ed i Bottari di Portico, Paul James ( dei Blowzabella), Toni Torregrossa ( di Urbalia Rurana), il cantante provenzale Renat Sette, il trio vocale femminile catalano De Calaix. Accanto al leader della formazione Maurizio Martinotti (canto, ghironda, mandola) fanno parte dei Tendachënt Bruno Raiteri (violino, viola, canto), Sergio Caputo (violino, percussioni, canto), Enrico Negro (chitarra acustica, elettrica e midi, mandola, canto), Gerardo Savone (basso elettrico), Gigi Biolcati (batteria, percussioni). Discografia Ori pari (FolkClub EthnoSuoni) Con Betti Zambruno: Al lung de la riviera (FolkClub EthnoSuoni) Con La Ciapa Rusa: Diario di Bordo (FolkClub EthnoSuoni) La valle dei saraceni (in uscita maggio 2005) Partecipazioni Suoni dalla Teca 4 (La Fonoteca, Fonocd) Las musicas del Mediterraneo (Fnac Iberica) Keltica (KE) Un castell de musiques (CBR) Tribù Italiche: Piemonte (World Music) Samonios in musica (Self records Divo) Las Musicas de Italia (Fnac Iberica) Piemonte: antologia della musica antica e moderna (Dejavu Retro Gold) Giovedì 28 luglio ore 20.30 - Piazza Rocca - BANDA BRISCA (musica e danze popolari d'Italia) con Laboratorio ore 22.00 - Spazio Culturale Orto Maccagli - lungomare - NISTANIMERA (Calabria-Salento) Banda Brisca Dall'incontro passionale e sanguigno di alcuni personaggi legati al mondo della musica popolare e del teatro di strada, nasce "BandaBrisca". Il piacere del contatto coi ballerini e con la strada, con tutte le conseguenze ed i rischi a cui si espone una simile esperienza, rimane il vero movente. Il copione mai uguale, riporta un'immagine d'altri tempi che si colloca per coloritura tra l'improvvisazione ed i cantastorie, tra le memorie antiche di cortile e l'alterata fantasia dei racconti di osteria. Piemontese la "BandaBrisca" non disdegna di prelevare temi dal patrimonio tradizional-popolare delle regioni limitrofe. Il repertorio comprende canti della tradizione dei cantastorie e dei cori spontanei che animavano le feste in Piemonte, grande spazio alle danze piemontesi, occitane, francesi (Morvan, Berry, Auvergne, Guascogna, Bretagna, Paesi Baschi). Gli strumenti utilizzati sono, oltre la voce: organetto diatonico, violino, cornamusa, bombarda, flauti, chitarra e percussioni. Suonano nei Banda Brisca: Bernardo Beisso (voce, corde, percussioni), Maddalena Luzzi (voce, organetto diatonico), Fabrizio Pilu (violino, cornamusa), Stefano Guagnini (cornamusa, zampogna, voce). Nistanimera Musike ce Tragudìa Greka ti Calavrìa ce ti Apulìa Musiche e Canzoni Greche di Calabria e di Puglia. Il progetto Nistanimera prende forma nel corso dell’estate del 2002 e si centra sul tema dell’Italia bizantina ed in particolare delle due minoranze ellenofone “d’Occidente”. Nistanimera è un punto d’incontro di varie Danze Popolari tracce artistico-musicali e di ricerca: la riproposta della musica più arcaica di queste due minoranze, l’uso della lingua greca, l’esclusivo utilizzo degli strumenti musicali pastorali e contadini originali, l’attenzione allo stile ed alla qualità della vocalità e della musica strumentale. L’idea di un gruppo che si dedicasse alla musica di queste due minoranze accomunate dalla koinè greca si deve ad Ettore Castagna, antropologo, ricercatore e musicista che da alcuni decenni si occupa di queste tematiche. Dopo la conclusione dell’esperienza ultra ventennale con il Re Niliu (negli anni ’80 e ’90 fra le realtà di punta della world music italiana), Ettore Castagna incontra recentemente altri due musicisti, Cinzia Villani e Valentino Santagati con i quali decide di dare vita a Nistanimera in forma di gruppo aperto alla collaborazione di musicisti tradizionali. Intorno alla bella voce della salentina Cinzia Villani ruota il ricco strumentario del gruppo che si basa su strumenti di chiara matrice storica greca come la lira o comunque caratteristici delle due minoranze ellenofone dell’Italia meridonale. La ricchezza del patrimonio vocale greco-salentino si integra con il colorato panorama della musica strumentale dell’Aspromonte greco. Numerosi sono gli strumenti originali utilizzati nello spettacolo: la zampogna “a moderna” (tipica ed esclusiva dell’Aspromonte Greco), flauti doppi, flauti di corteccia, la chitarra battente, il tamburello e la lira, l’antico violino di radice bizantina. Suonano insieme a Ettore Castagna (lire, frauta, sulavrucia, chitarra battente. malarruni), Piero Crucitti (organetti, 2 bassi, ninarelli, tambureddu), Massimo Murgo (tambureddu, grancassa), Valentino Santagàti (voce, chitarra battente, chitarra francese), Cinzia Villani (voce, tambureddu), Diego Pizzimenti (tambureddu, ciarameddi, voce). Discografia: Chorè! Alfamusic Venerdì 29 luglio - ore 21.30 - Arena estiva Giardino del Principe TERESA DE SIO "A Sud! A Sud!" (Campania) - RAIZ (Campania) - MATTEO SALVATORE (Puglia) Teresa De Sio “A Sud! A Sud!” è il nuovo progetto discografico di una tra le figure più importanti dell'area partenopea, Teresa De Sio. Passione, ritmo, festa, ritualità, dialetto: gli elementi che racchiudono il cuore di questo nuovo grande capitolo, tutto suonato in acustico. Cinque nuove composizioni, firmate dalla stessa Teresa De Sio: Mamma Napoli, Stammo Buono (in duetto con Raiz), Positano, Addio e Salta Salta; un brano intitolato Stelle (adattamento in napoletano di una composizione di Lenine, formidabile autore brasiliano); poi Lu Bene Mio di Matteo Salvatore; e (quindi) musica e parole delle radici, il “cuore antico” che pulsa ancora grazie a La montanara, La pizzica Tarantata e La Rodianella. Nella composizione delle nuove tracce e nella rilettura del passato, entra felicemente l’esperienza ultima legata a “Craj”: al centro i grandi vegliardi della nostra tradizione (Matteo Salvatore, Cantori di Carpino, Uccio Aloisi), ad orchestrare, insieme a Teresa De Sio, il cantore della riscoperta di una nuova identità, Giovanni Lindo Ferretti (“…se io non fossi tosco/emiliano , sarei di Lecce greco/salentino…). Il progetto è diventato un film per la regia di Davide Marengo e la produzione di Gianluca Arcopinto. Verrà distribuito nelle sale italiane dal mese di settembre ed è già in predicato per diversi festival internazionali. Teresa De Sio, così, riprende il viaggio che affresca, servendosi di volta in volta di musica e teatralità, il desiderio di fermare, tra performance e filologica ricostruzione, documenti emotivi e ricchezza di un patrimonio che il tempo (con l’assenza del presidio della memoria) ormai erode. Dopo “Da Napoli a Bahia”, spettacolo nato dall'incontro con il navigatore e amico Giovanni Soldini, “A Sud! A Sud!” getta ancora le reti a sud del mondo per ricomporre i colori di un percorso che ,anche nella vivacità di una robusta dimensione live (i concerti dell’inverno-primavera 2005), trova la sua ragione di essere. Nel nuovo tour, una formazione acustica mette in risalto gli strumenti fondamentali della tradizione (chitarre, mandolini e tammorre sono chiamati a dar voce alle tracce del nuovo lavoro e alla riproposta dei “must”del passato ) mentre l’abbraccio con il dialetto napoletano e con quello pugliese, da sempre lingue privilegiate dalla scrittura e dalle interpretazioni di Teresa De Sio, scaldano la platea, invitata a percorrere un “sud” metaforico (non soltanto quello nostro, mediterraneo, ma anche un luogo dell’anima a sud di tutto il mondo, un modo di essere e di pensare, un moto che unisce e affranca). Raiz All’anagrafe risulta come Gennaro Della Volpe. Ugola carnalissima, verace, napoletana, italiana, europea, araba, cosmopolita, apolide, orgogliosamente wop, quasi ad aggiornare i racconti di John Fante in chiave no global. Alle cronache musicali s’è presentato come Rais, Raiss, Raiz. Uomo dai mille nomi e dalle mille collaborazioni, ma soprattutto voce caliente della Napoli affermatasi all’inizio degli anni Novanta, quando esplodeva la Tangentopoli locale e, tra club del centro storico e centri sociali, esplodeva soprattutto una nuova scena di talenti musicali capaci di coniugare tradizione e modernità, Partenope e il resto del mondo. Fin dall’esordio, nel 1992, è la voce degli Almamegretta che rappresentano the next big thing dell’italian wave, il punto di riferimento per il suono di un decennio. Reggae e funky esplodono nell’ugola carnale di Gennaro e scoprono le proprie origini partenopee, tra una tammurriata e un canto a fronna. Con gli Alma Raiz raccoglie recensioni entusiastiche, registra album-capolavori, infiamma le notti, scopre quant’è difficile lavorare per una piccola etichetta indipendente come per una major. Ma la sua curiosità e il bisogno di crescere lo portano spesso ad andare "oltre" la band: la sua voce incontra i Massive Attack, Pino Daniele, i Letfield, gli Orchestral World Groove di Gaudì, gli Asian Dub Foundation, Mauro Pagani, dà vita al progetto Ashes con Bill Laswell ed Eraldo Bernocchi, si fa sentire nel "Tangerine cafè" di Luigi Cinque come nell’esperimento sulla taranta salentina di Stewart Copeland. E poi il teatro (Brecht con i Cantieri Teatrali Koreja, i readings canori su versi della beat generation) e il cinema come attore ("Cuore scatenato", il western siciliano di Gianluca Sodaro) e come autore di colonne sonore ("Luna rossa" di Antonio Capuano). Nel 2004 è tempo di "Wop", il suo primo album da solista, prodotto da Paolo Polcari e Roberto Vernetti. Il bouzouki di Mauro Pagani apre le danze di un disco che parla di amore, convivenza, meticciaggio. Un inno panteista alla vita, sospeso tra la rabbia per quello che tutti vediamo attorno a noi e la voglia di cogliere l’attimo, di lasciarsi cullare dal respiro sensuale di una donna, ma anche di madre natura. Raiz è uscito dagli Almamegretta, ma prima di lui era uscito Paolo Polcari, altro fiore felice senza radici, napoletano a Londra pronto a giocare coi suoni elettronici, coi beat radicali. Ricomposto con l’antico compagno di note il dream-team degli anni Novanta, Rino riparte con la consapevolezza di essere ancora (e sempre) un’anima migrante. Con voce unica, indiscutibilmente una delle più belle della scena italiana di oggi e forse di sempre, si muove tra Sergio Bruni ed Oum Kalsoum, Pier Paolo Pasolini e Omar Kayyam, i Transglobal Underground e Pino Daniele, i figli di Annibale e i figli dell’11 settembre. Usa le lingue che gli appartengono (il napoletano, l’italiano e l’inglese) per raccontarsi attraversando le musiche gli appartengono (il reggae, il soul, la forma canzone). Insomma, l’odissea consapevole di un wop, come un tempo si chiamavano gli emigranti italiani in America, lavoratori senza documenti Comune di Loano Assessorato al Turismo, Cultura e Sport RIVIERA LIGURE DELLE PALME www.comuneloano.it Regione Liguria Provincia di Savona In collaborazione con Associazione “Le Muse Novae” Genova Foto: Silvio Massolo© - Archivio Comune di Loano - Stampa: www.litografiabacchetta.it