X » 11 Lunedì 9 Maggio 2016 | IL FATTO QUOTIDIANO | E RITMI ITALIANI Quell’Italia che suona all’estero oltre i big » DILETTA PARLANGELI E h, ma cosa vuoi, la musica italiana che arriva all’estero è solo quella della Pausini e di Ramazzotti. Guarda, forse quella de Il Volo, con la storia del belcanto ”. Mica vero. Basta drizzare le antenne per andare oltre le analisi da spiaggia sulla scena musicale per capire quante band e cantautori italiani del panorama indipendente macinino date all’estero. Certo, ci vuole olio di gomito. Contatti, autopromozione, ricerca di soldi. Capita di vincere partecipazioni a festival internazionali e di non poterci andare perché costa troppo il biglietto aereo per tutti i componenti del gruppo. Non è una passeggiata, ma in molti riescono a ritagliarsi uno spazio davanti al pubblico straniero. Più facile per i generi molto caratterizzati, più difficile per il pop, ma i successi ci sono, L’elegante duo folk di Francesco Forni e Ilaria Graziano, ormai in Francia è una garanzia e girerà il paese fino a fine agosto. Il djing da sempre è più incline all’esportazione, ma anche in questo caso, per scegliere un nome tra tutti, Pony Montana porta il tocco italiano al Mayfair London Extravaganza, il 14 maggio. Lo stesso giorno, alla prima edizione del Rome Psych Fest (Monk Club), si esibirà una selezione di nomi ben conosciuti oltre il confine nazionale: i Go!Zilla, nati a Firenze nel 2011, mettono in curriculum cinque anni con 400 date tra Europa e Stati Uniti a suon di fuzz psychedelic punk. I Giöbia e il loro acid rock made in Milano escono con l’etichetta Sultatron (Germania) e hanno in calendario una serie di date in Nord Europa. I Sonic Jesus, sono partiti da Doganella di Ninfa e arrivati ai contratti con l’i ng l e s e Fuzz Club Records. TRA Speciale Puglia Sounds MUSICA DOC In Puglia artisti, festival e produzioni fanno rete Non solo artisti La promozione e la diffusione regionale hanno messo in rete l’intero comparto musicale Ansa Sud Sound System, Canzoniere Grecanico Salentino, Mama Marjas, Matilde Davoli: famosi col Puglia Sounds q A PAG. 12 E 13 LE INTERVISTE Sud Sound System e Mama Marjas I DATI Grande ritorno di Cd e vinile grazie all’offerta online I re del reggae: “Dalla nostra Ascolto trasversale: cantano terra al giro del mondo” stereo e smartphone F SEGUE A PAGINA 13 q DA PAG. 12 A PAG. 14 orse aveva ragione chi sosteneva che il successo dello streaming musicale avrebbe dato una spinta anche al mercato fisico, che per anni ha sofferto la pressione dell’offerta online. Le ultime cifre della Federazione Industria Musicale Italiana raccontano che uno dei dati più significativi sull’anno 2015 è rappresen- tato dalla ripresa del mercato fisico, con il vecchio cd musicale che ha generato ricavi per oltre 88 milioni di euro e una crescita del 17 per cento. Dopo anni trascorsi a credere che i compact disc sarebbero stati buoni solo a prender polvere sulle mensole, i segnali sono diventati incoraggianti. SEGUE A PAGINA 14 12 » EXTRA | IL FATTO QUOTIDIANO | Lunedì 9 Maggio 2016 Speciale Puglia Sounds SUONI DALLA TERRA LA MUSICA È LAVORO E gli artisti fanno impresa I DOWNLOAD MEDIMEX Salone dell’innovazione musicale. Ospita artisti da 30 Paesi COS’È PUGLIA SOUNDS È il programma della Regione Puglia per la promozione, lo sviluppo e la diffusione dell’intera filiera del sistema musicale. Finanziato attraverso i fondi dell’Unione europea, Puglia Sounds mette a disposizione degli artisti residenti in regione e non, bandi per l’erogazione di servizi e attività di produzione, distribuzione e promozione musicale sul territorio regionale. Nato nel 2010 il programma è stato affidato al Teatro Pubblico Pugliese dalla Regione, l’Assessorato al Turismo nell’ambito dei fondi europei. e EXPORT Il filone del programma che promuove la musica all’estero APPUNTAMENTI Festival de Fès de Musiques sacrés du Monde – Fez, Marocco - 6/14 maggio; Classical: Next - 25/28 maggio, Rotterdam, Olanda; Liverpool Sounds City - 28/29 maggio – Liverpool, Gran Bretagna; Primavera Sound 2016 - 1/5 giugno – Barcellona, Spagna; Showcase Matilde Davoli e Il programma in cinque anni ha raggruppato 106 festival, oltre mille spettacoli L’idea è di sfruttare il patrimonio regionale, in attesa di una legge sulla musica l logo di Puglia Sounds si è visto comparire nelle più svariate occasioni negli ultimi sei anni. Ricorre quasi di più dell’onnipresente bandiera sarda dei quattro mori alle manifestazioni: è stampato su dischi, locandine, palchi, stand di fiere, manifesti di eventi culturali. Puglia Sounds è il programma per lo sviluppo e la promozione del sistema musicale pugliese che la Regione Puglia, Industria Turistica e Culturale - Gestione e Valorizzazione dei Beni Culturali nell’am b it o del fondo di sviluppo e di coesione 2007-2013, ha affidato al Teatro Pubblico Pugliese. Si occupa, dal 2010, di valorizzare il patrimonio musicale regionale. La visione che ha mosso il programma, spiegata dal coordinatore Antonio Princigalli, risponde a un’idea politica chiara: “La cultura come uno strumento che produce posti di lavoro. Si è deciso di intraprendere questa strada consapevoli dell’enorme patrimonio culturale di artisti, festival e case discografiche del territorio – racconta -. Siamo andati avanti scattando una sorta di fotografia: più il tempo passava e più era a fuoco. È stato lampante che cultura e turismo potessero essere due elementi di sviluppo di queste terre”. Prima la ricognizione delle potenzialità e poi la strategia d’attacco. Le linee d’intervento di Puglia Sounds seguono principalmente tre filoni: Export, per la promozione della musica pugliese in Italia e all’estero e all’internazionalizzazione del sistema musicale regionale; Live, per il sostegno e consolidamento dell’attività musicale sul territorio e Record, finalizzata alla creazione e promozione di nuove produzioni discografiche (178, per la cronaca). A queste tre assi si è aggiunto poi il salone dell’innovazione musicale, il Medimex. Ogni anno ospita nomi della scena musicale italiana e internazionale, operatori del settore provenienti da 30 paesi (30% delle presenze complessive), associazioni di categoria, festival, etichette discografiche, media di settore e pubblico. “La musica è stata considerata come strumento sociale e come comparto economico, non differente da quello farmaceutico”, spiega 3 DOMANDE Mama “Prima di essere famosa ero pugliese” D EVO ESSER STATA AFRICANA in un’altra vita. Maria Germinario ha una storia da romanzo: la madre si innamora di un chitarrista fricchettone e a 6 anni e mezzo si trova sui palchi nell’orchestra-spettacolo di famiglia. Impara il basso dalla zia, dal cugino le percussioni, al conservatorio il violino. Sono dodici anni che, sotto il nome di Mama Marjas, fa la regina del reggae in ItaMaria Gerlia. minato Vero Io me lo ricordo il pre-Puglia nome della Sounds, perché diventavo semregina del pre salentina, anche se sono tareggae Ansa rantina (e barese). Poi la terra ha cominciato a farsi conoscere, e finalmente mi dicevano ah, sei pugliese! Una donna che fa reggae: non le piacciono le cose facili? Per fortuna ho la voce grossa, e sono risultata subito credibile. Poi ho un carattere forte. Necessariamente. La verità è che amo il blues. Tra le cose di mio padre, verso i 14 anni, trovai Survival di Bob Marley, che apre con So much trouble in the world: e se non è blues quello, io non sono meridionale. Ho capito che il reagge era blues con un ritmo accattivante sotto. Come un mantra. Adesso in giro con l’ultimo disco Mama: come sarà il prossimo? Molto orientato alla world music, con i suoni di tutti i paesi che non ho messo in questo. La mia esperienza nella Carmen secondo L’Orchestra di Piazza Vittorio dimostra che posso fare cose diverse, anche un disco barocco solo col violino. Amo la musica in ogni forma. D. PARL Princigalli. Il che è un bel cambio di prospettiva: “Significa considerare ogni artista o service pugliese come una piccola impresa”. Oltre alle relazioni allacciate con i grandi eventi internazionali, il programma ha fatto sistema sul territorio. Attraverso uno specifico avviso pubblico in cinque anni sono stati raggruppati in rete 106 festival – per un totale di oltre mille spettacoli sostenuti - con l’intento di creare poli musicali distribuiti sull’intera regione, ottimizzare le risorse, ampliare l’offerta e rendere maggiormente attrattiva la proposta turistica della regione. Musica e turismo, l’una il volano per l’altro. “I nostri competitor sono le agenzie pubbliche nazionali estere” spiega il coordinatore, che vorrebbe vedere Radiodervish Il gruppo di world music, nato a Bari nel 1997 nel Puglia Sounds Ansa Record Il programma di Puglia Sounds che crea e promuove nuove produzioni discografiche: finora sono 178 il sistema replicato in altre aree italiane. “Lo dico con assoluta modestia: l’esistenza di una sola struttura pubblica in Italia che abbia deciso di dirottare i fondi verso lo sviluppo di questi sistemi non è motivo di vanto. Crescere da soli non ha senso”. Puglia Sounds ha sfruttato i fondi dell’Unione Europea denominati Fers del 2007-2013: “Siamo in attesa della nuova programmazione - spiega Princigalli - sperando nell’accesso ai nuovi stanziamenti”. “Intanto - chiarisce - gli operatori della musica dovrebbero fare sistema, perché è difficile ottenere qualcosa se non si pongono all’istituzione bisogni comuni”. E - aggiunge - servirebbe una nuova legge per la musica. D. PARL. © RIPRODUZIONE RISERVATA EXTRA » 13 Lunedì 9 Maggio 2016 | IL FATTO QUOTIDIANO | I TALENTI Mamavegas: “Per farcela serve un aiuto in loco” » DILETTA PARLANGELI SEGUE DALLA PRIMA EXTRA P er non parlare del giovanissimo Ainè, classe 1991, nuova voce dell’hip hop/r&b che già vanta collaborazioni estere e ha vinto nel 2015, tra migliaia di iscritti, la borsa di studio della Bekelee College of Music di Boston, messa in palio ad Umbria Jazz. La lista di talenti nostrani che calcano i palchi internazionali è lunga: Be Forest, Jennifer Gentle, gli Anudo. Bonnot (Assalti Frontali), che insieme a M1 (Dead Prez), fa uscire “Between Me and the World”, su etichetta americana Krian Music Group, con allegato tour europeo e, ovviamente, statunitense. E ancora i Talco con lo ska-punk e Jack Jaselli, ormai adottato dagli States. Alcuni nomi all’estero hanno esperienza di anni, come i torinesi Mau Mau. Idem per l’Orchestra di Piazza Vittorio, la cui versione de Il Flauto Magico debuttò in anteprima mondiale, già nel 2009, a Les Nuits de Fourvière a Lione. Ognuno ha il suo percorso e qualche tappa è obbligatoria. Assodata la qualità dei contenuti, serve sapersi muovere: “Per una band che voglia farsi conoscere all’estero ci sono piattaforme dedicate, come la tedesca Gigmit e la statunitense Sonicbids. Sono un po’ eredi di MySpace in cui gli artisti possono aprirsi dei profili, ma sono rivolti agli addetti ai lavori, ai circuiti di festival e club internazionali – spiega Emanuele Mancini, frontman dei Mamavegas, band romana indipendente che negli anni si è esibita al Liverpool Sound City e al Reeperbahn di Amburgo - però serve sempre un intermediario che faccia da vettore tra circuiti più grandi e gli artisti. La sola iscrizione non basta per assicurarsi un palco internazionale”. Insomma, serve qualcuno che si occupi di creare un canale, di far conoscere il lavoro degli artisti e che li rappresenti. Un manager, un promoter, meglio se in loco. Un ruolo impegnativo di cui, in qualche raro caso, si fanno carico le istituzioni. Puglia Sounds, il programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale, è riuscito a creare una rete di relazioni internazionali dal 2010 ad oggi, promuovendo e sostenendo 860 concerti nel mondo (tour e showcase nelle principali fiere internazionali). È appena terminato anche Umbria Jazz in China, realizzato con Mibact, Regione Umbria, dell’Ambasciata Italiana, dei Consolati Italiani, Fondazione Italia Cina, e sponsor vari e che ha portato in Oriente Danilo Rea (piano solo), Fabrizio Bosso Quintet, Funk Off (marching band di 15 elementi). Andrea “Populous” Mangia Definito “la musica elettronica italiana del futuro”. Condivide con Matilde Davoli (ex Studiodavoli) il progetto di folk acustico Girl With The Gun L’INTERVISTA • Il Canzoniere Grecanico Salentino L La band salentina Porta la musica tradizionale in Malesia e Australia. Con Puglia Sounds è al Festival Hit Week, Usa a musica tradizionale raramente è suonata tanto intensa, misteriosa e impellente”: queste le parole che The Independent ha trovato per descrivere il lavoro del Canzoniere Grecanico Salentino, punta di diamante della musica popolare salentina. Genere che, con particolare riferimento alla pizzica, ha vissuto negli ultimi anni una rinascita potente con annessi disastri del panorama dilettantistico spacciato per professionismo – e che è riuscito, ancora una volta, a varcare i confini in nome dell’arte. Il CGS, fondato nel 1975 dalla scrittrice Rina Durante, e guidato dal 2007 da Mauro Durante (voce, percussioni, violino) che ha ereditato la leadership del padre Daniele, si è esibito innumerevoli volte tra Stati Uniti, Canada, Europa e Medio Oriente. Presto tornerà all’estero per il nuovo disco. Con Puglia Sound la formazione è volata negli Usa al festival Hit Week, più di una volta all’ungherese Sziget, e al Womex. “Il supporto, quando si vanno a esplorare nuovi territori diventa importante, in termini di costi di produzione del tour” spiega Mauro Durante. Insomma: la pizzica, fuori confine, funziona? La cosa che mi stupisce è la reazione del pubblico: sembra che la nostra musica riesca a “ANCHE LA PIZZICA SI PUÒ ESPORTARE” La rinascita oltreconfine nostro caso l’eco delle tappe all’estero ha ampliato la mole di lavoro anche in Italia. Cosa ha fatto il Canzoniere, negli anni, per suonare all’estero? superare le barriere linguistiche. L’aspetto ritmico e di danza del repertorio rende il concerto molto circolare, in un certo senso. Anche se sappiamo ormai che certi suoni scatenano gli aspetti più istintivi del pubblico, trovarsi davanti a 10mila persone nella foresta pluviale in Malesia, o in Australia e in Nuova Zelanda, e riconoscere sempre lo stesso sorriso, è una cosa sempre sorprendente. Quasi meglio che in Italia: alcuni ne sono terrorizzati. Questo accade perché il successo di un genere porta con sé la possibilità che anche realtà non professioniste abbiano modo di farsi sentire. Se gli artisti vogliono attrarre anche il pubblico locale straniero, serve fare la differenza. Nel Mauro Durante Diventa leader del Canzoniere Grecanico Salentino dopo il padre Daniele Ansa Sia che ci si muova all’estero, sia che ci si sposti in Italia, funziona allo stesso modo: si viene contattati e da lì comincia la trattativa economica mirata a capire la sostenibilità degli spostamenti. Quando ci si muove con un gruppo di otto elementi, le spese sono grosse. Va da sé che un aiuto cambi le carte in tavola. L’esperienza con Puglia Sounds è stata importante per più ragioni, non solo per il numero di date estere, ma anche per il circuito che è riuscito a creare sul territorio pugliese. Se penso solo all’area salentina, presenta una quantità di eventi enorme, e il livello dell’offerta e della produzione è incredibile, un unicum. E a livello nazionale? Attorno al progressivo au- mento delle attività in Puglia, si è verificata una crescita sul piano nazionale. La musica non è solo cantante e band, ma uffici stampa, tecnici specializzati del settore. Perché, allora, non copiare il modello altrove? Perché per uno step successivo, devono concorrere tanti fattori. In Italia manca una struttura adeguata, che garantisca la durata nel tempo. Che io sappia, questo processo è mancato a livello politico. Torniamo al Canzoniere: progetti futuri? Quest’anno abbiamo un po’ di date con lo spettacolo Sola andata, con Erri De Luca, principalmente in Italia. Poi ci metteremo al lavoro per il nuovo disco tra il Salento e New York. Abbiamo conosciuto nelle nostre tappe estere bravissimi songwriter che hanno lavorato con mostri sacri, da Aretha Franklin ai Bee Gees, o Bruno Mars. DILETTA PARLANGELI © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 » EXTRA | IL FATTO QUOTIDIANO | Lunedì 9 Maggio 2016 Speciale Puglia Sounds IL NUOVO TOUR Oltre i suoni Nando Popu, uno degli storici componenti del gruppo, è alle prese con lo spettacolo teatrale, Salento Fuoco e Fumo Unplugged Show » D. PARL P I SUD SOUND SYSTEM FINO IN GIAMAICA “Ambasciatori del reggae” Le nuove date Per i venticinque anni si ricomincia dall’inizio: il 13, 14 e 15 giugno il gruppo pugliese sarà a Kingston » DILETTA PARLANGELI e nu te scierri mai delle radici ca tieni (se non dimentichi mai quali sono le tue radici) puoi prenderle, metterle in valigia e portarle fino in Giamaica. Questo faranno i Sud Sound System, pionieri del reggae all’italiana che dopo venticinque anni di attività si preparano a tre date – 13, 14 e 15 giugno – dove tutto è iniziato, Kingston. Le connessioni negli anni non sono mancate, ma la formazione adesso è pronta, e tra le date ufficiali del tour campeggia la scritta Jamaica, dove non si è mai esibita. Nando Popu, uno degli storici componenti del gruppo e attivissimo anche con progetti collaterali – suo lo spettacolo teatrale Salento Fuoco e Fumo Unplugged Show -, confessa molta curiosità per una terra della quale raccontano tutto, e il contrario di tutto. I Sud Sound System nella patria del reggae: ansia per la trasferta? No, ansia no! Siamo curiosi. Dopotutto, simu salentini de lu munnu cittadini. In effet- ti. E poi è una bella festa. Un’avventura bellissima arrivata proprio nel nostro venticinquennale. La prendiamo come una celebrazione dell’attività svolta. Andremo come ambasciatori 3 DOMANDE Matilde Davoli “Non si vive di solo pop. Serve aiuto” I Il download fa flop: va di moda l’incontro con l’artista SEGUE DALLA PRIMA EXTRA Ansa S REPORT FMI 2015 L SUO NUOVO DISCO SOLISTA “I’m calling you from my dreams” (2015), realizzato attraverso una campagna di crowdfunding, sta andando bene. Matilde Davoli porta il suo elegante progetto elettro-pop il 21 maggio a Roma allo Spring Attitude e a fine mese al festival MiAmi di Milano. Tra le tappe, spunta il Primavera Sounds di Barcellona, il 3 giugno, dove Puglia Sounds porta alcuni dei propri artisti. “Di solito quando parlo con i miei colleghi di altre parti d’Italia, mi prendono in giro dicendo ‘ma voi avete la Regione che vi aiuta!’”, scherza l’artista. Mai stata al Primavera? Da spettatrice, sì. Sono curiosa di viverlo da musicista. Sarà strano per me non correre da un palco all’altro per vedere concerti, ma per suonare. Artista pugliese, ma vive all’estero, giusto? Più o meno. Mi sono trasferita a Londra anni fa per ragioni personali e professionali – Londra è un po’ la New York d’Europa – ma adesso mi divido tra lì e la Puglia. E stare più tempo in Italia, lo ammetto, è proprio bello. Riesce a vivere di musica? Io non vivo solo con l’attività da musi- Spring Attitude L’artista leccese per la prima volta al Festival Ansa cista. Sono principalmente ingegnere del suono, e lavoro con le produzioni audio. Anche per questo l’aiuto in termini di spese per suonare all’estero è utile. Lo ha chiesto spesso? Ho partecipato a qualche bando. Anni fa, con il progetto Girl with the Gun, ero riuscita a organizzare delle date a Londra e con il bando Export abbiamo coperto le spese per far arrivare il resto della band. D. PARL del reggae in Italia, per ricongiungerci con la nostra cultura madre, con la musica che ha permesso a noi di fare ciò che facciamo. E la Puglia, come Regione, ci ha messo lo zampino. Quello che sta avvenendo in Puglia è importantissimo. La nostra attività non è mai stata valutata come parte dell’economia, e invece abbiamo dimostrato che lo spettacolo e il turismo lo sono eccome, parte dell’economia. La gente in Puglia mica ci viene a sentire i discorsi dei politici. Proprio no. La musica è un vettore e ha fatto pubblicità al territorio, così come l’attività della Film Commission. Quello che è accaduto con Puglia Sounds pone la regione come un’avanguardia. Il territorio stesso è lo strumento, non le centrali. Se l’Ilva sta morendo è perché l’acciaio non serve. Con le Film Commission però, si è attivata una competizione su tutto il territorio nazionale: perché con la musica non è successo altrettanto? Deve esserci la volontà politica. Basterebbe capire che quando gli artisti sono all’estero e parlano, e si fanno conoscere, stanno diffondendo la loro cultura, e anche un brand. Ti faccio un esempio: un nostro amico promoter di musica reggae che lavora in Germania distribuirà anche l’olio di un produttore di San Pietro Vernotico (Brindisi). Ci stiamo coordinando con altri contadini per fare in modo che i loro prodotti vengano conosciuti all’estero. © RIPRODUZIONE RISERVATA er il traino dello streaming, forse, e certamente per la serie di iniziative nei punti vendita: i cosiddetti instore, appuntamenti durante i quali gli artisti presentano le loro ultime fatiche davanti al pubblico (spesso il firma-copie avviene solo in presenza di cd/vinile acquistato alla mano). Nel 2015, confermata anche la ripresa del caro vecchio vinile, cresciuto del 56 per cento. Rappresenta ancora una nicchia per il mercato - 4 per cento del totale - ma è pur sempre un risultato, considerando che si tratta di un’antica conoscenza. Sempre più artisti prevedono le loro uscite in vinile due nomi italiani tra i più recenti sono Niccolò Fabi con Una somma di piccole cosee Daniele Silvestri con Acrobati e i negozi continuano a ripopolarsi di edizioni speciali nuove di pacca. Per lo scorso Record Store Day del 16 aprile sono state trecento le pubblicazioni ufficiali annunciate dall'industria italiana del disco. La fotografia del mercato 2015 mostra un consumo trasversale da parte dei fan di musica - piega il Ceo di Fimi, Enzo Mazza - dove adulti e teenager scelgono spesso in maniera indifferente tra i vari formati, dallo streaming sullo smartphone, al Cd o la versione deluxe di vinile. Tornando al segmento digitale, composto sia da album e brani in download, sia da servizi streaming, rappresenta il 41% del mercato italiano (nel 2014 la per centuale era del 38%). Lo streaming (Spotify, Apple Music, TIMmusic, Google Play e Deezer) vede una crescita del +63% sui servizi in abbonamento, che hanno generato oltre 26 milioni di euro. Introiti più bassi invece poco più di 14 milioni - per i servizi senza sottoscrizione, e quindi con pubblicità annessa (cresciuti del 38%). In questo panorama di crescita del mercato - +21% e fatturato pari a 148 milioni di euro sembra che al momento l’unico settore a non brillare sia quello del download, sceso del 5%. Le vie di mezzo cominciano a dare meno soddisfazione al pubblico.