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» 11
Lunedì 9 Maggio 2016 | IL FATTO QUOTIDIANO |
E
RITMI ITALIANI
Quell’Italia
che suona
all’estero
oltre i big
» DILETTA PARLANGELI
E
h, ma cosa vuoi, la
musica italiana che
arriva all’estero è
solo quella della Pausini e
di Ramazzotti. Guarda,
forse quella de Il Volo,
con la storia del belcanto ”. Mica vero. Basta
drizzare le antenne per
andare oltre le analisi da
spiaggia sulla scena musicale per capire quante
band e cantautori italiani
del panorama indipendente macinino date
all’estero. Certo, ci vuole
olio di gomito. Contatti,
autopromozione, ricerca
di soldi. Capita di vincere
partecipazioni a festival
internazionali e di non
poterci andare perché
costa troppo il biglietto
aereo per tutti i componenti del gruppo. Non è
una passeggiata, ma in
molti riescono a ritagliarsi uno spazio davanti al
pubblico straniero. Più
facile per i generi molto
caratterizzati, più difficile per il pop, ma i successi
ci sono,
L’elegante duo folk di
Francesco Forni e Ilaria
Graziano, ormai in Francia è una garanzia e girerà
il paese fino a fine agosto.
Il djing da sempre è più
incline all’esportazione,
ma anche in questo caso,
per scegliere un nome tra
tutti, Pony Montana porta il tocco italiano al Mayfair London Extravaganza, il 14 maggio.
Lo stesso giorno, alla
prima edizione del Rome
Psych Fest (Monk Club),
si esibirà una selezione di
nomi ben conosciuti oltre il confine nazionale: i
Go!Zilla, nati a Firenze
nel 2011,
mettono in curriculum cinque anni con 400
date tra Europa e Stati Uniti a suon di fuzz psychedelic punk. I Giöbia
e il loro acid rock made in
Milano escono con l’etichetta Sultatron (Germania) e hanno in calendario una serie di date in
Nord Europa. I Sonic Jesus, sono partiti da Doganella di Ninfa e arrivati ai
contratti con l’i ng l e s e
Fuzz Club Records.
TRA
Speciale Puglia Sounds
MUSICA DOC
In Puglia artisti, festival
e produzioni fanno rete
Non solo artisti La promozione e la
diffusione regionale hanno messo in
rete l’intero
comparto
musicale Ansa
Sud Sound System, Canzoniere
Grecanico Salentino, Mama Marjas,
Matilde Davoli: famosi col Puglia Sounds
q A PAG. 12 E 13
LE INTERVISTE Sud Sound System e Mama Marjas
I DATI Grande ritorno di Cd e vinile grazie all’offerta online
I re del reggae: “Dalla nostra Ascolto trasversale: cantano
terra al giro del mondo”
stereo e smartphone
F
SEGUE A PAGINA 13
q DA PAG. 12 A PAG. 14
orse aveva ragione chi
sosteneva che il successo dello streaming musicale avrebbe dato una spinta
anche al mercato fisico, che
per anni ha sofferto la pressione
dell’offerta online. Le ultime cifre
della Federazione Industria Musicale Italiana raccontano che uno dei dati più
significativi sull’anno 2015 è rappresen-
tato dalla ripresa del mercato fisico, con il vecchio cd musicale
che ha generato ricavi per oltre
88 milioni di euro e una crescita del 17 per cento. Dopo anni
trascorsi a credere che i compact
disc sarebbero stati buoni solo a
prender polvere sulle mensole, i segnali
sono diventati incoraggianti.
SEGUE A PAGINA 14
12 » EXTRA
| IL FATTO QUOTIDIANO | Lunedì 9 Maggio 2016
Speciale Puglia Sounds
SUONI DALLA TERRA
LA MUSICA È LAVORO
E gli artisti fanno impresa
I
DOWNLOAD
MEDIMEX
Salone
dell’innovazione
musicale. Ospita
artisti da 30 Paesi
COS’È PUGLIA SOUNDS
È il programma della
Regione Puglia per la
promozione, lo sviluppo e la
diffusione dell’intera filiera del
sistema musicale. Finanziato
attraverso i fondi dell’Unione
europea, Puglia Sounds mette a
disposizione degli artisti
residenti in regione e non, bandi
per l’erogazione di servizi e
attività di produzione,
distribuzione e promozione
musicale sul territorio
regionale. Nato nel 2010 il
programma è stato affidato al
Teatro Pubblico Pugliese dalla
Regione, l’Assessorato al
Turismo nell’ambito dei fondi
europei.
e
EXPORT
Il filone
del programma
che promuove la
musica all’estero
APPUNTAMENTI
Festival de Fès de
Musiques sacrés du Monde –
Fez, Marocco - 6/14 maggio;
Classical: Next - 25/28 maggio,
Rotterdam, Olanda; Liverpool
Sounds City - 28/29 maggio –
Liverpool, Gran Bretagna;
Primavera Sound 2016 - 1/5
giugno – Barcellona, Spagna;
Showcase Matilde Davoli
e
Il programma in cinque anni ha raggruppato 106 festival, oltre mille spettacoli
L’idea è di sfruttare il patrimonio regionale, in attesa di una legge sulla musica
l logo di Puglia Sounds si è visto comparire nelle più svariate occasioni negli ultimi
sei anni. Ricorre quasi di più
dell’onnipresente bandiera
sarda dei quattro mori alle
manifestazioni: è stampato
su dischi, locandine, palchi,
stand di fiere, manifesti di eventi culturali. Puglia Sounds è il programma per lo sviluppo e la promozione del sistema musicale pugliese che
la Regione Puglia, Industria
Turistica e Culturale - Gestione e Valorizzazione dei
Beni Culturali nell’am b it o
del fondo di sviluppo e di coesione 2007-2013, ha affidato
al Teatro Pubblico Pugliese.
Si occupa, dal 2010, di valorizzare il patrimonio musicale regionale. La visione che
ha mosso il programma, spiegata dal coordinatore Antonio Princigalli, risponde a
un’idea politica chiara: “La
cultura come uno strumento
che produce posti di lavoro.
Si è deciso di intraprendere
questa strada consapevoli
dell’enorme patrimonio culturale di artisti, festival e case
discografiche del territorio –
racconta -. Siamo andati avanti scattando una sorta di
fotografia: più il tempo passava e più era a fuoco. È stato
lampante che cultura e turismo potessero essere due elementi di sviluppo di queste
terre”. Prima la
ricognizione
delle potenzialità e poi la strategia d’attacco.
Le linee d’intervento di Puglia Sounds seguono principalmente tre filoni:
Export, per la
promozione della musica pugliese in Italia e all’estero e all’internazionalizzazione del sistema musicale regionale;
Live, per il sostegno e consolidamento dell’attività musicale sul territorio e Record,
finalizzata alla creazione e
promozione di nuove produzioni discografiche (178, per
la cronaca).
A queste tre assi si è aggiunto poi il salone dell’innovazione musicale, il Medimex. Ogni anno ospita nomi
della scena musicale italiana
e internazionale, operatori
del settore provenienti da 30
paesi (30% delle presenze
complessive), associazioni
di categoria, festival, etichette discografiche, media di
settore e pubblico.
“La musica è stata considerata come strumento sociale e come comparto economico, non differente da
quello farmaceutico”, spiega
3 DOMANDE Mama
“Prima di essere
famosa ero pugliese”
D
EVO ESSER STATA
AFRICANA in un’altra
vita. Maria Germinario
ha una storia da romanzo: la
madre si innamora di un chitarrista fricchettone e a 6 anni e
mezzo si trova sui palchi nell’orchestra-spettacolo di famiglia.
Impara il basso dalla zia, dal cugino le percussioni, al conservatorio il violino.
Sono dodici anni che, sotto
il nome di Mama Marjas, fa
la regina del reggae in ItaMaria Gerlia.
minato Vero
Io me lo ricordo il pre-Puglia
nome della
Sounds, perché diventavo semregina del
pre salentina, anche se sono tareggae Ansa
rantina (e barese). Poi la terra
ha cominciato a farsi conoscere,
e finalmente mi dicevano ah, sei pugliese!
Una donna che fa reggae: non le piacciono le
cose facili?
Per fortuna ho la voce grossa, e sono risultata subito credibile. Poi ho un carattere forte. Necessariamente. La verità è che amo il blues. Tra le cose
di mio padre, verso i 14 anni, trovai Survival di Bob
Marley, che apre con So much trouble in the world: e se non è blues quello, io non sono meridionale. Ho capito che il reagge era blues con un ritmo accattivante sotto. Come un mantra.
Adesso in giro con l’ultimo disco Mama: come sarà il prossimo?
Molto orientato alla world music, con i suoni di
tutti i paesi che non ho messo in questo. La mia
esperienza nella Carmen secondo L’Orchestra di
Piazza Vittorio dimostra che posso fare cose diverse, anche un disco barocco solo col violino.
Amo la musica in ogni forma.
D. PARL
Princigalli. Il che è un bel
cambio di prospettiva: “Significa considerare ogni artista o service pugliese come una piccola impresa”.
Oltre alle relazioni allacciate con i grandi eventi internazionali, il programma
ha fatto sistema sul territorio. Attraverso uno specifico
avviso pubblico in cinque anni sono stati raggruppati in
rete 106 festival – per un totale di oltre mille spettacoli
sostenuti - con l’intento di
creare poli musicali distribuiti sull’intera regione, ottimizzare le risorse, ampliare
l’offerta e rendere maggiormente attrattiva la proposta
turistica della regione. Musica e turismo, l’una il volano
per l’altro.
“I nostri competitor sono
le agenzie pubbliche nazionali estere” spiega il coordinatore, che vorrebbe vedere
Radiodervish Il gruppo
di world music, nato a Bari nel 1997 nel
Puglia Sounds Ansa
Record
Il programma
di Puglia
Sounds
che crea e
promuove
nuove
produzioni discografiche:
finora
sono 178
il sistema replicato in altre aree italiane. “Lo dico con assoluta modestia: l’esistenza
di una sola struttura pubblica
in Italia che abbia deciso di
dirottare i fondi verso lo sviluppo di questi sistemi non è
motivo di vanto. Crescere da
soli non ha senso”.
Puglia Sounds ha sfruttato
i fondi dell’Unione Europea
denominati Fers del
2007-2013: “Siamo in attesa
della nuova programmazione - spiega Princigalli - sperando nell’accesso ai nuovi
stanziamenti”.
“Intanto - chiarisce - gli operatori della musica dovrebbero fare sistema, perché è difficile ottenere qualcosa se non si pongono all’istituzione bisogni comuni”.
E - aggiunge - servirebbe una
nuova legge per la musica.
D. PARL.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
EXTRA » 13
Lunedì 9 Maggio 2016 | IL FATTO QUOTIDIANO |
I TALENTI
Mamavegas:
“Per farcela
serve un
aiuto in loco”
» DILETTA PARLANGELI
SEGUE DALLA PRIMA EXTRA
P
er non parlare del giovanissimo Ainè, classe
1991, nuova voce dell’hip hop/r&b che già vanta collaborazioni estere e ha vinto nel 2015, tra
migliaia di iscritti, la borsa di studio della Bekelee
College of Music di Boston, messa in palio ad Umbria
Jazz. La lista di talenti nostrani che calcano i palchi
internazionali è lunga: Be Forest, Jennifer Gentle, gli
Anudo. Bonnot (Assalti Frontali), che insieme a M1
(Dead Prez), fa uscire “Between Me and the World”,
su etichetta americana Krian Music Group, con allegato tour europeo e, ovviamente, statunitense. E
ancora i Talco con lo ska-punk e Jack Jaselli, ormai
adottato dagli States. Alcuni nomi all’estero hanno
esperienza di anni, come i torinesi Mau Mau. Idem
per l’Orchestra di Piazza Vittorio, la cui versione de
Il Flauto Magico debuttò in anteprima mondiale, già
nel 2009, a Les Nuits de Fourvière a Lione.
Ognuno ha il suo percorso e qualche tappa è obbligatoria. Assodata la qualità dei contenuti, serve
sapersi muovere: “Per una band che voglia farsi conoscere all’estero ci sono piattaforme dedicate, come la tedesca Gigmit e la statunitense Sonicbids. Sono un po’ eredi di MySpace in cui gli artisti possono
aprirsi dei profili, ma sono rivolti agli addetti ai lavori, ai circuiti di festival e club internazionali –
spiega Emanuele Mancini, frontman dei Mamavegas, band romana indipendente che negli anni si è
esibita al Liverpool Sound City e al Reeperbahn di
Amburgo - però serve sempre un intermediario che
faccia da vettore tra circuiti più grandi e gli artisti.
La sola iscrizione non basta per assicurarsi un palco
internazionale”. Insomma, serve qualcuno che si
occupi di creare un canale, di far conoscere il lavoro
degli artisti e che li rappresenti. Un manager, un
promoter, meglio se in loco.
Un ruolo impegnativo di cui, in qualche raro caso,
si fanno carico le istituzioni. Puglia Sounds, il programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale, è riuscito a creare una rete di relazioni internazionali dal 2010 ad oggi, promuovendo e sostenendo 860 concerti nel mondo (tour e
showcase nelle principali fiere internazionali).
È appena terminato anche Umbria Jazz in China,
realizzato con Mibact, Regione Umbria, dell’Ambasciata Italiana, dei Consolati Italiani, Fondazione Italia Cina, e sponsor vari e che ha portato in Oriente Danilo Rea (piano solo), Fabrizio Bosso
Quintet, Funk Off (marching band di 15 elementi).
Andrea
“Populous”
Mangia
Definito “la
musica elettronica italiana del futuro”.
Condivide
con Matilde
Davoli (ex
Studiodavoli)
il progetto di
folk acustico
Girl With
The Gun
L’INTERVISTA • Il Canzoniere Grecanico Salentino
L
La band
salentina
Porta la
musica
tradizionale in
Malesia e
Australia.
Con Puglia Sounds è al Festival Hit
Week, Usa
a musica tradizionale raramente è suonata tanto intensa,
misteriosa e impellente”: queste le parole che The Independent ha trovato per descrivere
il lavoro del Canzoniere Grecanico Salentino, punta di diamante della musica popolare
salentina. Genere che, con
particolare riferimento alla
pizzica, ha vissuto negli ultimi
anni una rinascita potente con annessi disastri del panorama dilettantistico spacciato
per professionismo – e che è
riuscito, ancora una volta, a
varcare i confini in nome
dell’arte. Il CGS, fondato nel
1975 dalla scrittrice Rina Durante, e guidato dal 2007 da
Mauro Durante (voce, percussioni, violino) che ha ereditato la leadership del padre
Daniele, si è esibito innumerevoli volte tra Stati Uniti, Canada, Europa e Medio Oriente.
Presto tornerà all’estero per il
nuovo disco. Con Puglia
Sound la formazione è volata
negli Usa al festival Hit Week,
più di una volta all’ungherese
Sziget, e al Womex.
“Il supporto, quando si vanno a esplorare nuovi territori
diventa importante, in termini di costi di produzione del
tour” spiega Mauro Durante.
Insomma: la pizzica, fuori
confine, funziona?
La cosa che mi stupisce è la
reazione del pubblico: sembra
che la nostra musica riesca a
“ANCHE LA PIZZICA
SI PUÒ ESPORTARE”
La rinascita oltreconfine
nostro caso l’eco delle tappe
all’estero ha ampliato la mole
di lavoro anche in Italia.
Cosa ha fatto il Canzoniere,
negli anni, per suonare all’estero?
superare le barriere linguistiche. L’aspetto ritmico e di
danza del repertorio rende il
concerto molto circolare, in
un certo senso. Anche se sappiamo ormai che certi suoni
scatenano gli aspetti più istintivi del pubblico, trovarsi davanti a 10mila persone nella
foresta pluviale in Malesia, o
in Australia e in Nuova Zelanda, e riconoscere sempre lo
stesso sorriso, è una cosa sempre sorprendente.
Quasi meglio che in Italia:
alcuni ne sono terrorizzati.
Questo accade perché il
successo di un genere porta
con sé la possibilità che anche
realtà non professioniste abbiano modo di farsi sentire. Se
gli artisti vogliono attrarre anche il pubblico locale straniero, serve fare la differenza. Nel
Mauro
Durante
Diventa leader
del Canzoniere Grecanico
Salentino
dopo il padre
Daniele Ansa
Sia che ci si muova all’estero,
sia che ci si sposti in Italia, funziona allo stesso modo: si viene contattati e da lì comincia la
trattativa economica mirata a
capire la sostenibilità degli
spostamenti. Quando ci si
muove con un gruppo di otto
elementi, le spese sono grosse.
Va da sé che un aiuto cambi
le carte in tavola.
L’esperienza con Puglia
Sounds è stata importante per
più ragioni, non solo per il numero di date estere, ma anche
per il circuito che è riuscito a
creare sul territorio pugliese.
Se penso solo all’area salentina, presenta una quantità di eventi enorme, e il livello
dell’offerta e della produzione
è incredibile, un unicum.
E a livello nazionale?
Attorno al progressivo au-
mento delle attività in Puglia,
si è verificata una crescita sul
piano nazionale. La musica
non è solo cantante e band, ma
uffici stampa, tecnici specializzati del settore.
Perché, allora, non copiare il
modello altrove?
Perché per uno step successivo, devono concorrere tanti
fattori. In Italia manca una
struttura adeguata, che garantisca la durata nel tempo. Che
io sappia, questo processo è
mancato a livello politico.
Torniamo al Canzoniere: progetti futuri?
Quest’anno abbiamo un po’ di
date con lo spettacolo Sola andata, con Erri De Luca, principalmente in Italia. Poi ci
metteremo al lavoro per il
nuovo disco tra il Salento e
New York. Abbiamo conosciuto nelle nostre tappe estere bravissimi songwriter che
hanno lavorato con mostri sacri, da Aretha Franklin ai Bee
Gees, o Bruno Mars.
DILETTA PARLANGELI
© RIPRODUZIONE RISERVATA
14 » EXTRA
| IL FATTO QUOTIDIANO | Lunedì 9 Maggio 2016
Speciale Puglia Sounds
IL NUOVO TOUR
Oltre i suoni
Nando Popu,
uno degli
storici componenti
del gruppo,
è alle prese
con lo spettacolo teatrale,
Salento Fuoco e Fumo
Unplugged
Show
» D. PARL
P
I SUD SOUND SYSTEM
FINO IN GIAMAICA
“Ambasciatori del reggae”
Le nuove
date
Per i venticinque
anni si ricomincia
dall’inizio:
il 13, 14 e
15 giugno
il gruppo
pugliese
sarà a
Kingston
» DILETTA PARLANGELI
e nu te scierri mai delle radici
ca tieni (se non dimentichi
mai quali sono le tue radici)
puoi prenderle, metterle in
valigia e portarle fino in Giamaica. Questo faranno i Sud
Sound System, pionieri del
reggae all’italiana che dopo
venticinque anni di attività
si preparano a tre date – 13,
14 e 15 giugno – dove tutto è
iniziato, Kingston. Le connessioni negli anni non sono
mancate, ma la formazione
adesso è pronta, e tra le date
ufficiali del tour campeggia
la scritta Jamaica, dove non
si è mai esibita. Nando Popu,
uno degli storici componenti del gruppo e attivissimo
anche con progetti collaterali – suo lo spettacolo teatrale Salento Fuoco e Fumo
Unplugged Show -, confessa
molta curiosità per una terra
della quale raccontano tutto,
e il contrario di tutto.
I Sud Sound System nella
patria del reggae: ansia per
la trasferta?
No, ansia no! Siamo curiosi.
Dopotutto, simu salentini de
lu munnu cittadini. In effet-
ti. E poi è una bella festa.
Un’avventura bellissima arrivata proprio nel nostro
venticinquennale. La prendiamo come una celebrazione dell’attività svolta. Andremo come ambasciatori
3 DOMANDE Matilde Davoli
“Non si vive di solo pop. Serve aiuto”
I
Il download
fa flop:
va di moda
l’incontro
con l’artista
SEGUE DALLA PRIMA
EXTRA
Ansa
S
REPORT FMI 2015
L SUO NUOVO DISCO SOLISTA
“I’m calling you from my dreams”
(2015), realizzato attraverso una
campagna di crowdfunding, sta andando bene. Matilde Davoli porta il suo
elegante progetto elettro-pop il 21
maggio a Roma allo Spring Attitude e a
fine mese al festival MiAmi di Milano.
Tra le tappe, spunta il Primavera Sounds di Barcellona, il 3 giugno, dove Puglia
Sounds porta alcuni dei propri artisti.
“Di solito quando parlo con i miei colleghi di altre parti d’Italia, mi prendono
in giro dicendo ‘ma voi avete la Regione
che vi aiuta!’”, scherza l’artista.
Mai stata al Primavera?
Da spettatrice, sì. Sono curiosa di viverlo da musicista. Sarà strano per me
non correre da un palco all’altro per
vedere concerti, ma per suonare.
Artista pugliese, ma vive
all’estero, giusto?
Più o meno. Mi sono trasferita a Londra anni fa per ragioni personali e professionali – Londra è un po’ la New
York d’Europa – ma adesso mi divido
tra lì e la Puglia. E stare più tempo in
Italia, lo ammetto, è proprio bello.
Riesce a vivere di musica?
Io non vivo solo con l’attività da musi-
Spring Attitude L’artista
leccese per la
prima volta al
Festival Ansa
cista. Sono principalmente ingegnere del
suono, e lavoro con le
produzioni audio. Anche per questo l’aiuto
in termini di spese per
suonare all’estero è
utile.
Lo ha chiesto
spesso?
Ho partecipato a
qualche bando. Anni fa, con il progetto Girl with the Gun, ero riuscita a organizzare delle date a Londra e con il
bando Export abbiamo coperto le
spese per far arrivare il resto della
band.
D. PARL
del reggae in Italia, per ricongiungerci con la nostra
cultura madre, con la musica
che ha permesso a noi di fare
ciò che facciamo. E la Puglia,
come Regione, ci ha messo lo
zampino. Quello che sta avvenendo in Puglia è importantissimo. La nostra attività
non è mai stata valutata come parte dell’economia, e
invece abbiamo dimostrato
che lo spettacolo e il turismo
lo sono eccome, parte dell’economia. La gente in Puglia
mica ci viene a sentire i discorsi dei politici. Proprio
no. La musica è un vettore e
ha fatto pubblicità al territorio, così come l’attività della
Film Commission. Quello
che è accaduto con Puglia
Sounds pone la regione come un’avanguardia. Il territorio stesso è lo strumento,
non le centrali. Se l’Ilva sta
morendo è perché l’acciaio
non serve.
Con le Film Commission però, si è attivata una competizione su tutto il territorio
nazionale: perché con la
musica non è successo altrettanto?
Deve esserci la volontà politica. Basterebbe capire che
quando gli artisti sono all’estero e parlano, e si fanno conoscere, stanno diffondendo la loro cultura, e anche un
brand. Ti faccio un esempio:
un nostro amico promoter di
musica reggae che lavora in
Germania distribuirà anche
l’olio di un produttore di San
Pietro Vernotico (Brindisi).
Ci stiamo coordinando con
altri contadini per fare in
modo che i loro prodotti
vengano conosciuti all’estero.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
er il traino dello
streaming, forse, e
certamente per la
serie di iniziative nei
punti vendita: i cosiddetti instore, appuntamenti
durante i quali gli artisti
presentano le loro ultime
fatiche davanti al pubblico (spesso il firma-copie
avviene solo in presenza
di cd/vinile acquistato
alla mano). Nel 2015,
confermata anche la ripresa del caro vecchio vinile, cresciuto del 56 per
cento.
Rappresenta ancora
una nicchia per il mercato - 4 per cento del totale
- ma è pur sempre un risultato, considerando
che si tratta di un’antica
conoscenza. Sempre più
artisti prevedono le loro
uscite in vinile due nomi
italiani tra i più recenti
sono Niccolò Fabi con Una somma di piccole cosee Daniele Silvestri con
Acrobati e i negozi continuano a ripopolarsi di
edizioni speciali nuove
di pacca. Per lo scorso
Record Store Day del 16
aprile sono state trecento le pubblicazioni ufficiali annunciate dall'industria italiana del disco.
La fotografia del mercato 2015 mostra un consumo trasversale da parte dei fan di musica - piega il Ceo di Fimi, Enzo
Mazza - dove adulti e teenager scelgono spesso in
maniera indifferente tra
i vari formati, dallo streaming sullo smartphone,
al Cd o la versione deluxe
di vinile.
Tornando al segmento digitale, composto sia
da album e brani in download, sia da servizi
streaming, rappresenta
il 41% del mercato italiano (nel 2014 la per centuale era del 38%). Lo
streaming (Spotify, Apple Music, TIMmusic,
Google Play e Deezer)
vede una crescita del
+63% sui servizi in abbonamento, che hanno generato oltre 26 milioni di
euro. Introiti più bassi
invece poco più di 14 milioni - per i servizi senza
sottoscrizione, e quindi
con pubblicità annessa
(cresciuti del 38%). In
questo panorama di crescita del mercato - +21% e
fatturato pari a 148 milioni di euro sembra che
al momento l’unico settore a non brillare sia
quello del download,
sceso del 5%. Le vie di
mezzo cominciano a dare meno soddisfazione al
pubblico.
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