È nato da una banale dimenticanza, mi ci sento bene

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Corriere Fiorentino Sabato 16 Giugno 2012
FI
Metastasio, da Nekrosius a Ronconi. E la lunga notte per Carmelo Bene
Culture
Dalla «Divina Commedia» di Nekrosius al
nuovo testo del giovane drammaturgo
Tommaso Santi. La nuova stagione del
Metastasio di Prato porterà in Toscana
grandi spettacoli internazionali, provando
anche a lasciare spazio agli artisti più
giovani e alla sperimentazione. Il direttore
artistico Paolo Magelli ha voluto riflettere
sulla «Tempesta» che stiamo vivendo e
propone diverse riletture del dramma
shakespeariano. Una nuova coproduzione
del Met porterà in scena a Prato
l’allestimento firmato dall’attore e regista
Valerio Binasco, arriveranno poi le celebri
marionette della Compagnia Carlo Colla e
Figli, per la loro versione del dramma
attraverso la traduzione di Eduardo de
Filippo. E anche la nuova produzione di
«Isola», di Tommaso Santi, rifletterà con
altri linguaggi, su naufraghi e naufragi. A
fine stagione, Paolo Magelli dirigerà
«Questa sera si recita a soggetto», ancora
una produzione dello Stabile. In cartellone
anche «Educazione Siberiana»: Giuseppe
Miale Di Mauro dirigerà l’adattamento
teatrale del romanzo di Nicolai Lilin, che
arriverà anche sul grande schermo con
John Malkovich e la regia di Salvatores.
Fra gli altri spettacoli, il ritorno di Antonio
Latella, con «Un tram che si chiama
desiderio», e Luca Ronconi con «La
Modestia». E anche una notte dedicata a
Carmelo Bene. Dei progetti spicca la
produzione del nuovo spettacolo di Peter
Stein, «Il ritorno a casa» di Pinter, in
scena al Festival dei 2Mondi del 2013.
Intervista Il virtuoso del violino al Tuscan Sun col gruppo. «Dal momento in cui ho improvvisato non ho più guardato indietro»
All’Odeon
Il mio Bach, con jazz
Nigel Kennedy e due miti a confronto: Johann Sebastian e Fats Waller
di VALERIA RONZANI
Segni particolari: non il look
anticonformista per un musicista classico, ma quel virtuosismo strabiliante che ne fa da venticinque anni uno dei più grandi
violinisti al mondo. Con un record nel guinness dei primati,
più di 2 milioni di copie vendute
della sua incisione delle Quattro
stagioni di Vivaldi, in assoluto
l’album di musica classica che
ha venduto di più. La successiva
seconda incisione vivaldiana insieme ai Berliner Philarmoniker
fa strage di tutti i premi più prestigiosi.
Approda stasera sul palcoscenico del teatro della Pergola (ore
20.30) Nigel Kennedy, per uno
degli appuntamenti più attesi
del Tuscan Sun Festival. Il violinista britannico porta a Firenze il
suo ultimo progetto, Bach meets
Fats Waller, dove nella prima
parte eseguirà la Sonata n. 2 in
la minore bwv 1003 per violino
solo di Bach, mentre nella seconda si lancerà in arrangiamenti e
improvvisazioni su musiche di
Fats Waller insieme ai tre elementi della sua band: Jarek Smietana
alla chitarra, Yaron Stavi al contrabbasso e Krzysztof Dziedzic alle percussioni. Si tratta di tre fra i
migliori jazzisti della scena polacca; Kennedy divide infatti il suo
tempo fra Gran Bretagna (fan sfegatato dell’Aston Villa, quando
può non si perde una partita) e
Polonia (la moglie è un’avvocatessa polacca), dove ha recentemente fondato una nuova orchestra, l’Orchestra of life, che all’impianto cameristico fonde tratti
perfettamente coerenti alla versatilità degli amori musicali di Kennedy. Le precedenti tappe di Bach meets Fats Waller hanno spesso conosciuto il tutto esaurito.
Info
Nigel
Kennedy
è da oltre
venticinque
anni sulla
cresta
dell’onda
musicale,
considerato
uno dei più
grandi virtuosi
del violino,
apprezzato per
le sue
performance
classiche ma
anche per il
carattere
eccentrico dei
suoi progetti,
dove spazia tra
il jazz e il
blues, tra lo
stile classico
e le
contaminazioni
pop. Stasera
(ore 20.30) al
Teatro della
Pergola per il
Tuscan Sun
Festival
presenta il
progetto
speciale Bach
Plus Waller
È lui stesso, alla vigilia del concerto fiorentino, a spiegarci il
perché di questa scelta: «Per me
Bach e Fats Waller sono due fra i
più grandi compositori e musicisti mai esistiti. Metterli insieme
sullo stesso palcoscenico è una
scelta di cui sono pro-
fondamente convinto. Che mi ricordi, suono Bach praticamente
da sempre, ogni giorno della mia
vita, per me è come respirare e
senza la sua musica non posso
sopravvivere. Ho conosciuto Fats Waller fin da ragazzino, il mio
patrigno, appassionato di jazz,
era patito della sua musica. È
un programma acustico,
ma pieno di
swing, anche grazie agli incredibili musicisti che saranno con
me sul palco». Nigel è stato un
bambino prodigio, la musica ha
sempre pulsato nella sua esistenza, ma questo amore per tutta la
grande musica, al di là di ogni genere, non nasce per caso: «Sono
stato allievo della Menuhin School (pupillo di un mito come Yehudi Menuhin, ndr) fin da un’età
❜❜
molto precoce, così per me non
esisteva nulla di diverso... Ma la
cosa bella è che alla Menuhin erano notoriamente molto aperti e
mi presentarono a gente come il
violinista jazz Stephane Grappelli, che a sua volta, avevo sedici
anni, mi introdusse al mondo
dell’improvvisazione. Dal momento in cui ho improvvisato
per la prima volta, non ho mai
più guardato indietro. Con la musica, sono sempre alla ricerca di
nuovi progetti. Non posso suonare un concerto ogni settimana.
Anche alla mia nuova orchestra
sto insegnando a improvvisare,
per poter ottenere nuovi modi di
suonare insieme».
Ecco quindi il palcoscenico
condiviso con gli Who, o con
tanti gruppi jazz, oppure le rielaborazioni di Jimi Hendrix e dei
Doors. Ma non si pensi che l’attuale look che fa assomigliare Kennedy più a una rock
star che a un grande della classica
sia stato influenzato da queste frequentazioni. «Il
mio look non è
niente di più che il
mio modo di vestire, nato da una banale dimenticanza. Arrivato a Londra, mi accorgo di
aver scordato le mie code a New
York, così sono dovuto andare a
Camden Market, l’unico posto
aperto di domenica in quel momento. C’era solo abbigliamento punk ed è quello che ho comprato! La gente diceva che stavo
rompendo le barriere, ma, in realtà, è stato solo un banale incidente. Da allora mi vesto così
perché ci suono più comodo».
Il look punk?
È nato
da una banale
dimenticanza,
mi ci sento bene
Oltre a svariati
violini elettrici
a 5 corde
personalizzati,
Kennedy suona
un violino Carlo
Bergonzi del 1732
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Personaggi L’attore alla Pergola, il ricordo del riconoscimento mancato: «Alla seconda nomination non andai nemmeno alla cerimonia»
Malkovich: sono felice, anche senza avere un Oscar
Viaggiare da Hollywood alla Toscana è ormai un’abitudine per John Malkovich, che
domenica sera sarà in scena alla Pergola per il Tuscan Sun
Festival al fianco di artisti come Nina Kotova, Maxim Vengerov e Anna Tifu. Il divo sposato in Italia e socio dell’atelier di moda Opificio Jm di Prato sarà la voce recitante di
uno spettacolo fra teatro e musica, al fianco di un gruppo di
artisti riuniti nel gruppo dei
Technobohemians, lo stesso
nome della linea di moda di
Malkovich. Eseguiranno
Factory of Silence, di Alberto
Iglesias, e Whichita Vortex Sutra, di Philipp Glass. «Il progetto di Iglesias nacque insieme a suo cognato, l’artista spagnolo Juan Munoz, purtroppo
scomparso da una decina d’anni — spiega Malkovich — era
stato pensato per la Tate Modern Gallery, di Londra, con
musiche di Iglesias, testi e
sculture di Munoz. Si è interrotto con la sua morte e noi lo
abbiamo ripreso da poco». Durante il pezzo di Glass, invece,
l’attore leggerà delle poesie di
Allen Ginsberg: «Mi piace molto il suo lavoro, l’ho incontrato una volta, penso che abbia
rappresentato qualcosa di
Progetti
«Ho appena finito
di girare con Salvatores
e sto producendo un film
con Kate Winslet»
molto importante in America
al tempo della Beat Generation». Unire musica e teatro è
un tipo di lavoro molto caro a
Malkovich, che spiega: «Ho
passato un lungo tempo della
mia vita girando il mondo con
un’orchestra barocca, penso
che la musica possa raccontare benissimo delle storie anche da sola, ma è molto interessante provare ad unirla ad
altre forme artistiche».
Intanto porta avanti i suoi
lavori cinematografici. Per
l’Italia, ha appena finito di girare Educazione Siberiana, il
nuovo film di Gabriele Salvatores, basato sul autobiografico di Nicolai Lilin. «Mi è piaciuto molto questo giovane
autore, l’ho incontrato e sono
stato molto colpito dalla sua
John Malkovich alla presentazione del suo spettacolo
vita». Il film racconta l’adolescenza dello scrittore, trascorsa in una comunità criminale
della Siberia, regolata da precise leggi non scritte. «Non so
se Nicolai è mai riuscito a superare le sue difficoltà — dice
Malkovich — ma sicuramente
ha saputo passarci attraverso». Intanto l’attore ha anche
concluso, in Messico, le riprese del film di Diego Luna, dedicato alla vita dell’attivista César Chavez, e sta lanciando altri progetti. «Sto producendo
Labor Day, con Kate Winslet,
la storia di una madre e un figlio che si ritrovano in casa
un uomo fuggito dal carcere.
E come attore girerò il sequel
di Red, insieme a Bruce Willis
ed Helen Mirren». Nome fra i
più noti del cinema internazionale, Malkovich non è mai riuscito ad aggiudicato un premio Oscar. «Sono stato nominato due volte, e la seconda
non mi presentai alla cerimonia, penso che questo gesto
non sia stato ben visto. Ad
ogni modo mi sembrano assurde le campagne politiche
che si fanno per vincere questi riconoscimenti. Io nella
mia vita ho avuto pochi premi
e ne ho persi migliaia, ma questo non mi rende infelice».
Gherardo Vitali Rosati
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Chelsea Clinton,
l’Olocausto
e l’importanza
della memoria
È stata Chelsea Clinton la
«madrina» di The Season, il
festival promosso dalla
New York University di
Firenze, inaugurato ieri
all’Odeon con la prima
italiana del documentario
Auf Wiedersehen, 'Til We
Meet Again di Linda G.
Mills, pellicola sulla
memoria dell’Olocausto. La
figlia dell’ex Presidente Usa
Bill Clinton e dell’attuale
Segretario di Stato Hillary
Clinton ha collaborato alla
direzione e alla produzione
del film fianco a fianco con
la regista, con la quale
lavora anche su vari
progetti, dallo sviluppo
della rete globale a
iniziative multi-religiose e
culturali. «Questo
documentario è importante
per non dimenticare quello
che è successo nel passato
e guardare al futuro. I
crimini dell’umanità ci
sono ancora basta guardare
oggi a quello che succede
in Sudan», ha detto la
giovane Clinton,
accompagnata dal marito
Marc Mezvinsky.
«È responsabilità di
ognuno di noi assicurarsi
che le persone votino e si
organizzino per votare e
dare fiducia ai governanti.
La società civile deve
organizzarsi in modo che
sostenga i diritti umani in
patria e all’estero». In Auf
Wiedersehen Linda Mills,
dopo l’attentato dell’11
Settembre 2001 che ha
messo a repentaglio la vita
della sua famiglia, torna nel
luogo che la madre Annie
lasciò nel 1939 per sfuggire
al nazismo, Vienna.
Accompagnata dal figlio di
dieci anni, dalla mamma e
dalla zia Rita, Linda
percorre un viaggio della
memoria, riportando alla
luce, dagli archivi della
Comunità Ebrea e dalle
testimonianze della gente,
verità finora mai
raccontate.
«Dobbiamo fare da tramite
tra la vecchia generazione e
quelle future, raccontando
quello che è successo» ha
detto Linda Mills. Il festival
continuerà fino 27 giugno
con spettacoli, concerti di
musica classica e jazz,
letture e ospiti
internazionali.
Ivana Zuliani
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