Numero speciale - Settore Istruzione

Musica,
maestro!
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Memo
Multicentro Educativo
Sergio Neri
Quadrimestrale anno XIX n. 2
Maggio/Agosto 2014
Reg. Trib. Civ. Modena
n. 1264 del 19/12/1995
Direttore responsabile
Giancarlo Barbieri
Contatti:
Comune di Modena - Memo
Viale Jacopo Barozzi 172, Modena
tel. 059/2034311
[email protected]
www.comune.modena.it/memo
Redazione:
Giuliano Boni
Francesca D’Alfonso
Maria Grazia Rotelli
Impaginazione:
Giuliano Boni
Maria Grazia Rotelli
La musica ha molteplici magie
Canzoni, trii, quartetti, sinfonie
Mottetti, rapsodie, grand-operà
Rondò, preludi, fughe e cha cha cha.
La musica ne ha tante di magie.
Nicola Piovani
iamo quotidianamente immersi nella musica, al bar, al supermercato,
per strada. Musica non scelta che fa
da sottofondo alle nostre attività. Musica
invadente, non ascoltata, colonna sonora
decisa da altri. Poi c’è la musica che scegliamo e frequentiamo in modi e con gusti
differenti. La musica accompagna molti
momenti importanti della nostra vita.
La musica ha un enorme potere su di noi,
S
al di là del fatto che la cerchiamo o meno.
Tale inclinazione per la musica è presente ancor prima della nascita, appartiene a
tutte le culture, a tutte le età, fa parte della
natura umana. Viene sviluppata e plasmata dalla cultura in cui viviamo.
Siamo esseri linguistici e musicali e questa
nostra competenza innata assume molte
forme nell’evoluzione culturale. È un’esperienza uditiva, emozionale, motoria.
Ma in queste attitudini innate, comportamenti e scelte, abitudini e usi musicali,
qual è il livello di consapevolezza, conoscenza e cultura musicale?
Condividiamo tutti che per l’apprendimento e la conoscenza siano fondamen-
Numero speciale
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in abbonamento postale
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Autorizzazione
della Direzione Provinciale PT
di Modena
Siamo nati per la musica
Il Comune di Modena e le istituzioni scolastiche:
dal nido all’università le proposte, i progetti e le opportunità per una
formazione musicale completaa 3
editoriale
di Francesca D’Alfonso Responsabile M.E.MO. Multicentro Educativo Sergio Neri
tali le esperienze educative in ambito
familiare, nei servizi e nella scuola, a
partire dalla nascita.
Rita Valentino Merletti e Paolo Cascio, nell’articolo a pag. 3, affermano,
infatti che, come per le attività linguistiche, anche per quelle musicali
le competenze innate vanno curate e
sostenute e non si può confidare solo
sull’apprendimento spontaneo. Citando esempi di altre culture dove la
musica è parte integrante della vita
quotidiana fin dalla nascita, ci parlano di come questa cura si rifletta
poi positivamente su tutti gli ambiti
dell’apprendimento del bambino. Al
contrario viene rilevato che in Italia
l’educazione musicale non è considerata una priorità.
Nell’articolo “Giocare, uno strumento” (pag. 6) Ester Setti afferma che non
è mai troppo presto per educare alla
musica e che è possibile, e molte volte
più produttivo, farlo al di fuori dei vecchi stereotipi legati “all’apprendimento di una tecnica strumentale, spesso
imposta con metodi piuttosto aridi,
meccanici e dogmatici”.
Ma il panorama delle esperienze educative si sta modificando e in questo
numero di Viaggio in terza classe se
ne parla a partire dai progetti realizzati con i piccoli.
Ne è una bella testimonianza Nati
per la Musica, il progetto promosso
dall’Associazione Culturale Pediatri,
nato nel 2005 con l’intento di diffondere attività musicali nell’ambito di
biblioteche, scuole dell’infanzia, centri culturali e centri per le famiglie.
E a Modena? Quali sono le esperienze
educative rivolte ai giovani nell’ambito musicale? Possiamo dire che i
servizi educativi della nostra città si
sono spesso distinti per la qualità e
dimostrati all’avanguardia rispetto a
quanto avviene in ambito nazionale.
È dal 1978 che nelle scuole dell’infanzia comunali di Modena vengono
introdotti interventi di educazione
musicale, poi estesi anche alle scuole
d’infanzia statali e convenzionate e ai
nidi comunali. Nei servizi educativi si
sono quindi sperimentate e consolidate
esperienze significative sull’esplorazione di oggetti sonori, sulla produzione e invenzione di suoni, pratiche
di ascolto e costruzione di paesaggi
sonori. In questi ultimi decenni si è
elaborata una pedagogia della musica
che coinvolge educatori, insegnanti,
genitori, come ci racconta Francesca
Botti in “Do re mi... far musica allo
zerosei” (pag.10).
In sintonia con questo orientamento
educativo e col sostegno alle attività
musicali nei servizi e nella scuola,
rientrano anche le proposte fatte da
Memo in ambito formativo. Nell’anno scolastico che volge al termine
sono stati realizzati otto itinerari
scuola-città riguardanti “I linguaggi
della musica”. Si tratta di proposte
che spaziano dai luoghi della musica
al balletto, dal canto e l’opera lirica
agli strumenti musicali e prevedono
percorsi, visite, laboratori e giochi
differenziati in base all’ordine scolastico dei partecipanti. Sono inoltre
stati realizzati due corsi di formazione
riservati ai docenti delle scuole primarie di Modena, organizzati da Memo
nell’ambito del Patto per la scuola attuato con le Direzioni didattiche della
città. Accanto a questi progetti va ricordata la Sezione di Educazione Musicale, avviata nel 2004 con l’apertura
di Memo, che sostiene l’attività degli
insegnanti con un patrimonio di pubblicazioni e di cd e con uno sportello
di consulenza gestito da insegnanti di
musica (pag. 8).
Anche i docenti e i Dirigenti delle istituzioni scolastiche di Modena hanno
dimostrato una grande sensibilità al
tema dell’educazione musicale rispondendo con iniziative e attività che
hanno comportato e comportano un
grande impegno e dispendio di energie. Dal 2009 le scuole medie Marconi e Ferraris di Modena propongono
ai loro studenti un corso ad indirizzo
musicale. Un percorso non scevro di
difficoltà, ma ricco di soddisfazioni
per insegnanti e studenti (pag. 14).
Impegno, volontà e determinazione
sono stati gli ingredienti necessari per
far nascere un indirizzo musicale al
liceo psico pedagogico Sigonio (pag.
16), che ha portato, tre anni fa, ad aprire il primo Liceo musicale della provincia di Modena, anche grazie a una
convenzione con l’Istituto superiore
di studi musicali “Vecchi-Tonelli”. Ed
è proprio all’Istituto “Vecchi-Tonelli”
che gli allievi possono conferire un titolo di studio di rango universitario,
spendibile in tutta Europa ed articolato secondo trienni di primo livello,
laurea magistrale, master di I e II livello, specializzazione (pag.18).
Infine, tra i servizi gestiti dal Comune
di Modena segnaliamo il Centro musica che nel corso degli anni si è affermato come un’importante realtà in
campo regionale per l’offerta di spazi,
servizi, formazione, per la promozione e la produzione musicale giovanile
(pag. 20).
Modena, la città del bel canto, la città
di Mirella Freni e Luciano Pavarotti, ma anche di Francesco Guccini e
dell’Equipe 84, la città dove il primo
approccio musicale avviene al nido e
può essere coltivato e approfondito
fino all’università, si distingue, attraverso i servizi, le esperienze e le pratiche educative citate, per una cultura
della musica e del suo insegnamento
diffusa su tutto il territorio e soprattutto accessibile a tutti.
L’educazione musicale nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo
L
e Indicazioni Nazionali 2012 sostengono che la musica è una componente fondamentale e universale dell’esperienza umana a partire
dalla scuola dell’infanzia. Nella disciplina musicale particolare attenzione va data alle conoscenze, alla produzione sonora e all’ascolto, in
un percorso di apprendimento dichiarato ed esplicito. Ecco un quadro sintetico che presenta alcuni dei traguardi individuati dalle Indicazioni.
Scuola dell’infanzia: scoperta del paesaggio sonoro (voce, corpo, oggetti), sperimentazione di elementi musicali di base (sequenze sonoromusicali) esplorazione dei primi alfabeti musicali.
Scuola primaria: esplora e discrimina eventi sonori, le diverse possibilità della voce, di oggetti sonori e strumenti musicali, conosce e improvvisa combinazioni timbriche, ritmiche e melodiche, riconosce gli elementi costitutivi di un brano musicale, ascolta e interpreta brani musicali
di diverso genere.
Scuola secondaria di primo grado: studio di uno strumento musicale con realizzazione di esperienze musicali attraverso l’esecuzione e
l’interpretazione di brani strumentali e vocali appartenenti a culture differenti. Capacità di improvvisare; comprensione di eventi e opere
musicali, integrazione della produzione artistica con altri saperi.
2
Nati per leggere e
nati per la musica
l’opportunità di non disperdere talenti
“La musica ascoltata presto nella vita lascia una spessa coltre di
ricordi ed è sulla base di questa
che si valuta e si assorbe la musica incontrata più tardi. Ciascuno strato aggiunge qualcosa alla
ricchezza dell’esperienza musicale, contiene le aspettative che
governeranno i gusti per la musica futura e forse cambiano ciò
che si prova per la musica che già
si conosce. Certi schemi armonici si installano nella coscienza e
creano un desiderio di ripetizione,
così da poter rivivere quel piacevole turbamento dell’anima. È
la stessa cosa con le parole e gli
schemi verbali. Si accumulano in
strati e a mano a mano che gli
strati si ispessiscono governano
tutto l’uso e l’apprezzamento del
linguaggio che viene dopo” (1).
di Rita Valentino Merletti
Studiosa di letteratura per l’Infanzia, Torino
Paolo Cascio
Musicologo
pubblicato in
Quaderni acp 2005; 12:1-2
33
È
ormai risaputo che il nascituro, già dopo il quinto mese di
vita intrauterina, può percepire
suoni che provengono dall’interno e
dall’esterno del corpo della madre.
Fin dai primissimi mesi di vita il
neonato reagisce, risponde, ricorda,
addirittura riproduce schemi sonori che ha incontrato con frequenza
prima e dopo la nascita. È superfluo
infine ribadire quanto positivo risulti essere un approccio precoce all’educazione al suono quale veicolo
del linguaggio musicale, capace di
costruire e organizzare connessioni
neurali, facilitare l’espressione di
idee ed emozioni, favorire la socializzazione; e ricoprire un ruolo
terapeutico nel trattamento di particolari patologie oltre che svolgere
una insostituibile funzione estetica.
La naturale predisposizione all’ascolto non basta tuttavia per trarre
dalla musica i benefici effetti che
le sono riconosciuti: anche nel caso
dell’apprendimento musicale non si
può e non si deve confidare solo in
un apprendimento spontaneo, né lo
si può considerare sufficiente. Tanto
più oggi, quando gli stimoli sonori
provenienti dall’ambiente circostante sono così numerosi e invasivi
da divenire presenze inquinanti e
nocive. Sempre più aumenta, negli
educatori, la consapevolezza che la
crescita e il moltiplicarsi delle capacità di cui siamo dotati alla nascita
richiedano cura e attenzione, buoni orientamenti e risorse adeguate.
Nelle popolazioni in cui la musica
è parte integrante della vita quotidiana, i bambini imparano a cantare
così come imparano a parlare. È il
caso, ad esempio, degli Anang della
Nigeria che educano alla musica i
loro figli già dalla prima settimana
di vita. A cinque anni questi bambini sanno cantare a memoria centinaia di canzoni, sanno suonare diverse
percussioni e creare piccole melodie. Non è questo il caso dell’Italia,
Paese nel quale l’educazione musicale dei bambini e dei giovani non
è considerata una priorità. Se poco
lo è stata in passato tanto meno lo
è oggi, nonostante
molte petizioni e molte
promesse.
In Italia
delle tradizioni e per la costruzione di una comunità riconoscibile su
comuni denominatori. Oltre all’educazione informale, quella istituzionale è modellata per sostenere
questi princìpi. Nel campo musicale in particolare, in Finlandia, già
nella prima età, lo studio musicale
comprende un “sapere” e un “saper
fare” orientati allo sviluppo della
musicalità generale, per tutti, senza
porsi il problema se quell’allievo diventerà un musicista. È ciò che da
noi si chiama educazione musicale,
presente istituzionalmente solo nel
ciclo delle scuole medie inferiori;
in Finlandia, invece, disciplina curriculare in tutti i gradi della formazione, intesa come materia dai molteplici effetti positivi, tra i quali lo
sviluppo e l’articolazione dell’immaginazione, del pensiero critico,
creativo, e delle capacità comunicative e relazionali. Nella formazione
universitaria le cose non cambiano.
Condizionate anche da ragioni storiche, le università offrono la formazione pratica e quella teorica,
articolando piani di studio integrati,
in parallelo con i conservatori intesi
come “università di specializzazione” per la formazione tecnica. Grazie alla globalizzazione veniamo
solo ora a conoscenza dei risultati
di una impostazione di questo tipo.
Numerosi sono i musicisti finlandesi che arrivano a dirigere, giovanissimi, le nostre orchestre o a suonare
con loro: John Storgards, Leif Ove
Andsnes, Kristjan Jarvi, Mikko
Franck e, ultimo arrivato, Pietari
Inkinen (direttore d’orchestra, classe 1980); nomi che, in Italia, hanno già riscosso unanimi consensi.
Non è superfluo sottolineare che
l’ordinamento scolastico finlandese
(che prevede, sia detto per inciso,
l’ingresso a scuola all’età di sette
anni) non si limita a produrre frutti
solo in campo musicale. La Finlandia primeggia nelle più svariate
classifiche: reddito pro capite,
“normale” è che a sei-sette anni
molti bambini non abbiano ancora
conseguito un coordinamento audio-vocale idoneo, risultando così
“stonati” a causa di stimoli inadeguati, condizionamenti psicologici,
ambienti familiari poco ricettivi (2).
Troppo spesso, ad esempio, in assenza di adeguate valutazioni, centinaia di bambini vengono dichiarati
“privi di talento”, mentre, in realtà,
sarebbe opportuno chiedersi da dove
scaturisca questa presunta carenza.
C’è mai stata volontà di far veramente ascoltare musica? Quale funzione è stata attribuita alla musica?
Solo quella di costante “tappezzeria
sonora” fornita dalla televisione? Si
è mai cantato dinanzi a lui e con lui?
Si sono recitate filastrocche o ninne
nanne? Quale importanza è data a
questa educazione “informale” che
tanto profitto manifesta nell’educazione dei bambini nigeriani? (3).
Ancora: quali modelli assumere per
una corretta impostazione di educazione musicale? Un esempio ci
viene fornito dai Paesi nord-europei
e in special modo dalla Finlandia,
paese che assegna la massima attenzione all’educazione informale,
intesa come una serie di stimoli, interventi e incentivi provenienti dalla
famiglia e dai soggetti vicini al nucleo familiare: insegnare canzoni,
filastrocche, giochi di motricità
legati a eventi sonori, proposte
di imitazioni ritmico-melodiche,
ancora più semplicemente predisporre all’ascolto mediante l’abitudine a raccontare o a leggere ad
alta voce fiabe e leggende popolari. Espedienti che trovano terreno
fertile nelle abitudini culturali
finlandesi, improntate sulla trasmissione del patrimonio etnicofolklorico, musicale in particolar
modo, per una
continuità
4
4
quelle logico-matematiche (4). C’è
da credere che l’educazione “informale” che permea i primi sette anni
della vita dei bambini finlandesi abbia qualcosa a che fare con questi
risultati. Dosi massicce di oralità,
musica, gioco creativo: tre potenti
strumenti per coltivare tre fondamentali tipi di intelligenza delle
nove individuate, nei primi anni
Ottanta, dall’americano Howard
Gardner (5) che ancor oggi permea
l’impostazione pedagogica dei Paesi
culturalmente più avanzati. È interessante notare come proprio a metà
degli anni Ottanta e sulla scia dei
molti studi contemporanei a quelli
di Gardner prendevano forma, negli
Stati Uniti i progetti Reach Out And
Read e Born To Read.
Sappiamo quanto sia cruciale l’intervento dei pediatri per promuovere e sostenere presso le famiglie
quel complesso di attività che mirano a sviluppare precocemente il
potenziale linguistico del bambino
e la sua “intelligenza linguistica”.
Altrettanto importante sarebbe promuovere la precoce educazione musicale.
competitività, consumo culturale,
credibilità scientifica, ecc. ecc. E
non sorprendono i risultati che gli
studenti adolescenti sono in grado
di ottenere nei test comparativi con
studenti europei ed extraeuropei. I
ragazzi finlandesi, da anni, sbaragliano ogni concorrente sia nelle
prove linguistiche che in
Bibliografia
(1) MacNeil R. Wordstruck, Penguin Books,
1989 p. 23 (traduzione di Rita Valentino
Merletti).
(2) Tafuri J. Doti musicali e problemi educativi.
In: Il sapere musicale. Torino, Einaudi, 2002.
(3) Tafuri J, Baldi G. Tracce di stile nelle
improvvisazioni musicali di bambini di 10
anni. In: La ricerca per l’educazione musicale,
“Quaderni della SIEM” 2000;16:37-43.
(4) Si vedano i dati resi disponibili
dall’OEDC (Organization for Economic Cooperation and Development,
http://www.oecd.org/about/0,2337,
en_2649_201185_1_1_1_1_1,00.html)
in relazione al programma PISA (Programme
for International Student Assessment).
(5) Tradotto in Italia con il titolo Formae
mentis. Saggio sulla pluralità dell’intelligenza.
Feltrinelli, Milano, 1987 (titolo originale
Frames of Mind, 1983).
Il progetto Nati per la Musica
N
ati per la Musica (NpM) si propone di promuovere
e sostenere attività che mirino ad accostare fin dal
periodo prenatale il bambino al mondo dei suoni e della musica. Il
progetto, nato sulla scia dell’esperienza di Nati per Leggere, è promosso dall’Associazione Culturale Pediatri in collaborazione con il Centro
per la Salute del Bambino e la Società Italiana per l’Educazione Musicale ed è patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Il suono è una forma di comunicazione. Attraverso l’ascolto della
musica e delle parole, sia durante la gravidanza che dopo, si creano
momenti significativi tra i genitori e il bambino che renderanno speciale l’evoluzione del loro rapporto. Inoltre l’attività musicale agisce
sullo sviluppo delle funzioni cognitive del bambino come dimostrato
dalle ricerche scientifiche. Diversi studi studi nell’ambito delle neuroscienze hanno rilevato l’importanza della musica in relazione allo
sviluppo neuronale. Secondo R. Zatorre, uno dei massimi esperti a
livello internazionale nell’ambito delle neuroscienze della musica:
“ascoltare e produrre musica coinvolge un allettante mix di ogni funzione cognitiva umana”.
La musica aiuta infatti a:
• sviluppare le proprie capacità di ascolto e di osservazione dell’ambiente sonoro
• ascoltare se stesso e gli altri
• esprimere idee ed emozioni
5
• sviluppare la propria immaginazione e creatività
• potenziare le proprie capacità comunicative
• accrescere la capacità di attenzione e concentrazione
• esercitare la memoria
Le azioni di NpM comprendono attività musicali nell’ambito di biblioteche, scuole dell’infanzia, centri culturali e centri per le famiglie
con il coinvolgimento di musicisti, pediatri, educatori,
bibliotecari.
Sul sito www.natiperlamusica.it è possibile accedere ad approfondimenti e informazioni, consultare gli articoli pubblicati sul
tema dai Quaderni ACP e una
ricca bibliografia di libri e cd
adatti alle varie fasce d’età o
al tipo di utilizzo.
“Giocare” un
di Ester Seritti Ricercatrice nel settore pedagogia musicale *
non è mai troppo presto per ed
Non è mai troppo presto per educare alla musica il bambino, dato
che questo linguaggio gli consente
l’esercizio di espressione personale,
di autodisciplina, di creatività, di
capacità logico-analitiche, di socializzazione. Per affrontare un’attività strumentale è molto utile
padroneggiare la coordinazione
ritmico-motoria, l’emissione vocale, le capacità percettive, dato che il
primo strumento è il corpo umano.
La pratica strumentale si inserisce
in un vissuto musicale a largo raggio, che contribuisce notevolmente
allo sviluppo armonico della persona e alla conoscenza delle varie
sfaccettature del “prisma musica”.
Viene illustrato un percorso ideale
di apprendimento strumentale che
parte dalla considerazione della
corrispondenza linguistica “suonare/giocare” presente in molte
lingue.
te l’errore di mettere in mano al
bambino uno strumento prima che
egli sappia come usarlo. Ci siamo
spesso lamentati del fatto che si insegni il pianoforte ai bambini prima
di sviluppare la musicalità e cioè la
capacità di sentire i suoni, di sentire
i ritmi con tutto il corpo, di avere
acquisito l’audizione interiore dei
suoni, di avere interiorizzato il movimento prima che tutto il loro essere sia in grado di vibrare all’unisono con le emozioni artistiche. […]
L’allievo che ha piena fiducia nella
propria coscienza del ritmo e del
suono, che possiede una ricca esperienza delle forme del movimento e
che è in grado di controllare perfettamente l’apparato muscolare, può
oramai dedicare tutta la sua attenzione allo strumento e tale studio
sarà per lui una gioia e non più una
tortura…” (2).
Fino a pochi anni fa in Italia studiar musica corrispondeva soltanto
all’apprendimento di una tecnica
strumentale, spesso imposta con
metodi piuttosto aridi, meccanici e
dogmatici. Fortunatamente la situazione sta migliorando e aumentano
scuole di musica per bambini che
mirano alla formazione globale e a
impostazioni metodologiche ludiche e allo stesso tempo qualificate. La proposta di vivere la musica anche attraverso il movimento
contribuisce al benessere fisico del
bambino che così può vivere un’esperienza espressiva e liberatrice.
Per quanto riguarda l’alfabetizzazione musicale ormai il solfeggio
parlato sta cedendo il passo a molteplici metodologie di lettura gratificanti abbinate alla vocalità e alla
pratica strumentale, senza dubbio
più musicali di una proposta obsoleta e discutibilissima. Una didattica
lungimirante, inoltre, non deve proporsi in anticipo il destino dell’allievo, che avrà tempo e modo di decidere se diventare un professionista
Q
uali modelli assumere per
una corretta impostazione
dell’educazione musicale rivolta al bambino?
Per rispondere a questa domanda
concordo sulla opinione condivisa
da molti autori che non è mai troppo presto per iniziare la formazione
musicale(1). Questo non implica, naturalmente, che per accostarsi alla
musica si debba arrivare obbligatoriamente a suonare uno strumento;
ma, se il bambino manifesta questo
desiderio, ritengo necessario che,
soprattutto all’inizio, la pratica strumentale avvenga in un contesto di
formazione musicale globale in cui
il canto, le attività ritmico-motorie,
le esperienze di ascolto e le proposte creative ne costituiscano la base
di partenza. Emile Jaques-Dalcroze
(Vienna 1865 - Ginevra 1950), che
oltre un secolo fa ha fondato un metodo di pedagogia musicale moderna diffuso dapprima in Svizzera e
poi in ambito mondiale, affermava
che “…prima di seminare il grano
bisogna preparare il terreno. Per
ciò che riguarda la musica in particolare, si commette frequentemen6
no strumento
ducare il bambino alla musica
o un amatore, di scegliere uno strumento da suonare dopo averne presi
in considerazione molti.
violinisti costretti a eseguire aridi
e noiosi esercizi per la conquista di
molti nuovi suoni allo strumento,
mentre non erano messi in grado di
poter suonare parallelamente a ogni
conquista piacevoli e semplici melodie! Dovremmo far pervenire a
certi insegnanti di strumento questa
lettera scritta da Fryderyk Chopin a
Delfina Potocka:
“Scrivendo gli Studi mi sono sforzato di far risultare, oltre allo studio,
l’arte. All’artista che deve a lungo
esercitarsi, bisogna dare, perché
non si annoi a morte, esercizi in cui
trovi degno alimento per le orecchie
e per il cuore. Mi inquieta il fatto
che non esistano esercizi per chi comincia. Ogni possibilità è aperta dinanzi all’artista: quando gli esercizi
lo annoiano può ricorrere alle più
alte opere d’arte. Ma al poveretto
che, all’infuori degli esercizi, non
può ancora suonare nulla, che ha
le dita legate, rigide, sono necessari
esercizi gradevoli, che non lo disgustino dalla musica. Mi sono provato
a scrivere qualcosa di simile, ma
non ci sono arrivato, nulla mi è riuscito, perché tutto era difficile per i
principianti; forse rimanderò a più
tardi questo lavoro, o forse qualcun
altro mi precederà e si affermerà in
quest’arte. È veramente difficile”(3).
Non è detto che la pratica strumentale si avvalga soltanto di repertori
di musica colta. Il panorama musicale offre molteplici generi e varie
epoche da conoscere e coltivare.
L’importante è formare il senso critico in modo da poter distinguere il
bello dal brutto che si riscontrano in
tutti i repertori.
Modalità di approccio
In molte lingue il verbo suonare
corrisponde a giocare (play, spielen, jouer, ecc.). Tale definizione ci
suggerisce lo stile di approccio strumentale. L’esplorazione sonora costituisce il primo stadio di contatto
con lo strumento, con la ricerca di
effetti molteplici e con il moltiplicarsi di situazioni creative suggerite
dalle ricche capacità simboliche del
bambino. Chi suona non deve soltanto riprodurre, ma anche produrre
brani. Dato che all’apprendimento
strumentale si deve affiancare una
crescente presa di coscienza sugli
elementi costitutivi della musica,
dapprima avremo soltanto la produzione di effetti sonori e successivamente di strutture formali più complesse. Nelle mie attività didattiche
volte alla formazione musicale generale, per le esercitazioni creative
ho constatato anche l’utilità delle
improvvisazioni a dialogo fra due
strumenti, specie se diversi. Ricordo le interminabili chiacchierate fra
Onlio e Stanlio imitate da due allievi di dieci anni, che suonavano rispettivamente fagotto e violino. C’è
poi il problema delle posizioni particolari richieste da ogni strumento.
A volte questa esigenza viene esasperata da alcuni insegnanti che antepongono la posizione alla ricerca
del suono, considerandola un fine e
non un mezzo.
Repertori strumentali
Anche se è importante conseguire
abilità tecniche, è bene che queste
non siano disgiunte da proposte
espressive e motivanti. Spesso accade che la letteratura strumentale non si affianchi adeguatamente
alle conquiste tecniche. Ho avuto
la tentazione di chiamare il telefono azzurro nel vedere dei bambini
Importanza formativa della
musica d’insieme
Sin dalle prime conquiste strumentali, si rivela molto utile l’esercizio
della musica d’insieme. Gli allievi
si abituano anzitutto a convivere civilmente in gruppo, ad ascoltarsi, a
fondere sapientemente i loro suoni.
7
In alcuni Paesi dell’America Latina si verifica una crescita di scuole
di musica gratuite, frequentate da
bambini e ragazzi provenienti da
ambienti sociali a rischio, dato che
la musica offre forti motivazioni
affettive e culturali e costituisce un
potente mezzo di prevenzione del
disadattamento sociale e della delinquenza. Se queste convinzioni attecchissero in Italia, forse potremmo
contribuire anche alla diminuzione
di sgradevoli manifestazioni collettive di aggressività, che spesso sono
causate dalla mancanza di offerta
formativa. Le iniziative di Caracas
sono state particolarmente seguite
da Claudio Abbado che ha incoraggiato la formazione di un’orchestra
giovanile latinoamericana multiculturale e multirazziale. Oltretutto
un ulteriore risvolto sociale è offerto dall’affermazione di Abbado:
“Ogni concerto di questa orchestra
servirà a costruire una casa; dovremo farne mille”. Ma va detto subito
che comunque la musica d’insieme
può essere praticata anche in piccole
formazioni di complessi strumentali. Nei Paesi europei caratterizzati
da una solida formazione musicale
di base sono frequenti le occasioni
di incontro fra adulti che si dilettano
a trascorrere il tempo libero suonando insieme. Specialmente la categoria dei medici è sensibile a queste
consuetudini.
Accade anche fra i pediatri? Me lo
auguro e glielo auguro.
*Ester Seritti, Giocare uno strumento. Non è mai troppo presto per
educare un bambino alla musica. in
Quaderni acp 2006; 13:112-113
Bibliografia
(1) Tafuri J. Lo sviluppo musicale del bambino.
Quaderni acp 2005;12:96-8.
(2) Dalcroze EJ. Il ritmo, la musica, l’educazione,
Torino: Ed. ERI, 1986.
(3) Wierzynski C. Chopin, Milano: Rizzoli Editore, 1956.
Dieci anni di musi
di Stefano Fiorini docente del Gruppo Musica
Oltre 2000 pubblicazioni
e 150 cd: la sezione di
educazione musicale,
presente a Memo dal 2004,
offre consulenze a
educatori e docenti dal
nido alla scuola secondaria
di primo grado.
U
na signora si affaccia alla
porta: “è qui la sezione musicale?”
“Si” rispondo, e le chiedo di che
cosa ha bisogno; le richieste che
seguono hanno un ampio raggio di
possibilità, e vanno dalla ricerca
della fatidica canzoncina di Natale
da insegnare ai bambini di 4 anni
alla stesura di un progetto per l’attività musicale annuale per una classe
terza. Fra le altre, la richiesta della
musica di Mozart da far ascoltare
agli alunni per farli diventare più
intelligenti ed un canto popolare
africano, perché la scuola, si sa, è
sempre più multietnica.
Lo spazio della sezione musicale
nel corso degli anni, e soprattutto
dopo la sua apertura presso Memo
nel 2004, è diventato sempre di più
un punto di riferimento per gli insegnanti che devono organizzare
un’attività musicale da proporre al
nido, alla scuola d’infanzia o alla
primaria e anche alla secondaria di
primo grado.
Ma andiamo con ordine: cosa possono trovare le insegnanti presso la
sezione musicale? Innanzitutto una
biblioteca tematica sulla musica e la
pedagogia musicale.
Le pubblicazioni sono divise per
area tematica, e offrono la possibilità di organizzare attività di ascolto
con una fonoteca di circa 150 cd di
diversi generi musicali, dalla musica classica a quella etnica.
Si possono trovare poi raccolte di
canti e filastrocche, da quelle tradizionali a quelle composte appositamente per l’infanzia. Molti di
questi materiali propongono canti
su tematiche didattiche specifiche,
come i numeri, la natura, l’amicizia,
e possono essere utilizzati per creare collegamenti fra la musica e altre
materie, nell’ottica di una programmazione che consideri il linguaggio
musicale come rinforzo delle conoscenze scolastiche.
Un’altra parte della biblioteca mu-
sicale comprende testi che trattano
argomenti di pedagogia musicale; particolarmente interessanti in
quanto raccontano di esperienze didattiche svolte sul campo, da docenti e ricercatori fra i più conosciuti
nel campo dell’educazione musicale. Infine è possibile trovare vari testi di teoria musicale, utili per chi si
deve approcciare all’insegnamento
della musica, e una raccolta di riviste specializzate. In tutto la Sezione
Musicale raccoglie più di 2000 pubblicazioni, molte delle quali sono
state aggiunte al catalogo telematico, e che sono anche elencate in un
catalogo a disposizione degli utenti.
Orientarsi in questa biblioteca non
risulta sempre facile, per l’eterogeneità dei materiali presenti; quindi
molto spesso le insegnanti chiedono un suggerimento per la scelta
dei materiali più adatti al tipo di
8
ica a Memo
sono affinati, ricercando musicisti
con un diploma di strumento e poi
di didattica della musica. In questo
percorso la Sezione Musicale svolge
un ruolo di supporto organizzando
la formazione per questi insegnanti,
e un tirocinio teorico e pratico per
coloro che iniziano a svolgere i primi progetti nelle scuole. Alla Sezione Musicale poi sono raccolti moltissime documentazioni dei progetti
svolti (dal 1980 ad oggi) da questi
insegnanti esperti, che rappresentano una “memoria” di tutte le attività
e sono una preziosa testimonianza
di come la musica sia presente nella realtà educativa modenese per i
bambini da 0 a 6 anni.
Il gruppo musica quindi è strettamente collegato alla sezione musicale e testimonia una particolare
attenzione alla musica come tema
educativo importante nella prima
infanzia. Su questa tematica recenti studi dimostrano come esista una
relazione fra benessere psico-fisico
dei bambini ed esperienza pratica
del linguaggio musicale (ascolto,
canto, utilizzo di strumenti musicali) e, per questo, particolare interesse suscitano i progetti e gli interventi musicali rivolti ai bambini in età
precoce. La potenzialità espressiva
del linguaggio musicale si rivela
una fonte preziosa che permette
anche di condividere esperienze di
gruppo relative alla produzione sonora, e quindi di condividere con gli
altri il piacere di fare musica fin da
piccoli.
Nel corso di questi 10 anni di attività presso Memo la Sezione Musicale si è aperta in modo significativo
al mondo della scuola primaria e
secondaria di primo grado. Attraverso l’organizzazione di corsi
di formazione
specifici
sul tema
della
intervento da realizzare. È possibile quindi richiedere una consulenza
relativamente a progetti specifici
concernenti la musica nella scuola.
In particolare la Sezione Musicale segue i progetti degli insegnanti
esperti in servizio presso i Nidi e le
Scuole d’Infanzia del Comune di
Modena, con consulenze e proposte
formative mirate.
Gli insegnanti del “Gruppo Musica” da più di 30 anni organizzano
progetti di attività musicale nelle
Scuole d’Infanzia e da circa 15 anni
si realizzano progetti specifici anche
per il Nido.
Inizialmente formato da insegnati
già in servizio nelle scuole, con particolare formazione musicale, nel
corso del tempo il gruppo si è arricchito della collaborazione di musicisti, e via via i criteri di selezione
e reclutamento degli insegnanti si
9
Dove
a Memo (viale J. Barozzi, 172 Modena)
Quando
durante l’anno scolastico, nei pomeriggi
di martedì, mercoledì e giovedì
dalle 16,30 alle 18,30.
Servizi
documentazione
consulenza
prestito materiali
musica, sempre più insegnanti sono
venute in contatto con la sezione
musicale utilizzandola come risorsa
per la realizzazione di progetti gestiti
autonomamente nelle scuole, con la
consulenza e la collaborazione con
insegnanti esperti di musica. L’insegnamento della musica a scuola
spesso è vissuto dalle insegnanti di
classe con insicurezza e con timore,
vista anche la mancanza di sussidi
che supportino e aiutino nella programmazione didattica. La funzione
di supporto degli insegnanti esperti nella consulenza offerta dalla
Sezione Musicale, arricchita dalla
possibilità di trovare una biblioteca
tematica sull’educazione musicale,
ha contribuito all’organizzazione
di progetti musicali specifici portati
avanti dalle insegnanti direttamente
nelle scuole.
La Sezione Musicale, in conclusione, si propone come spazio d’incontro fra le varie proposte educative
legate alla musica nella scuola modenese, con l’obiettivo di raccogliere e condividere esperienze significative fra insegnanti e operatori
musicali, un’opportunità di rilancio
in chiave educativa del linguaggio
musicale, per lo sviluppo cognitivo
e relazionale dei bambini, e contribuire sempre di più alla diffusione
dell’idea che la musica sia un bene
comune da salvaguardare e promuovere fin dalla più tenera
età.
Do... re... mi... far m
di Francesca Botti Coordinatrice pedagogica srvizi 0-6 Comune di Modena
Sono più di trent’anni che il
Comune di Modena, nell’ambito di una precisa scelta
culturale e pedagogica, ha
avviato l’esperienza musicale nelle scuole dell’infanzia
comunali per poi estenderla
anche a tutti i nidi.
L
’educazione musicale nei servizi educativi 0-6 modenesi
è un percorso esperienziale
attivo, attraverso il quale i bambini sono portati a sviluppare un’attenzione uditiva competente che si
esprime nelle tre condotte principali
che Delalande riconosce come universalmente presenti nei musicisti
di qualsiasi provenienza culturale:
essere sensibili ai suoni, trovare in
essi un significato, godere della loro
organizzazione.
Fare esperienza musicale non significa quindi trasmettere un sapere,
ma sviluppare una sensibilità all’ascolto che passa attraverso l’esplorazione attiva, la manipolazione dei
suoni, il riconoscimento del loro
potere comunicativo. Partendo dalle
prime attività del nido, prevalentemente centrate su suono e gesto, per
passare via via, durante la scuola
dell’infanzia, ad una caratterizzazione più simbolica dell’esperienza musicale, si sviluppa quindi un
percorso che vede i bambini protagonisti attivi nella costruzione del
progetto che li investe. Centrale, in
questo processo, è la motivazione
personale e di gruppo, l’interesse
verso la sperimentazione, l’ascolto,
il gioco sonoro-musicale.
Sperimentare e apprendere in una
dimensione ludica e relazionale significa allora partire dagli interessi
dei bambini, dalla loro cultura, dallo
sviluppo cognitivo e dalle competenze espresse, evitando l’astrattezza del rigorismo disciplinare. La
musica al nido e alla scuola dell’infanzia non è un collage di discipline
musicali diverse adattate ai bambini, ma è un campo di esperienze
concrete che prevede obiettivi a lungo termine relativi al modo sonoromusicale quali il saper percepire,
saper capire e saper produrre eventi
sonori.
Al nido e alla scuola dell’infanzia
l’incontro con il mondo dei suoni è caratterizzato da un approccio
globale: non solo musica in quanto espressione artistica, ma musica
intesa come tutto ciò che possiamo
fare con i suoni. Il suono è oggetto
di esplorazione e di manipolazione,
sensorialità che coinvolge tutto il
corpo e la voce. Agli adulti, educatori e musicisti insieme, il compito
di predisporre contesti per sostenere
le esplorazioni autonome dei bambini verso le prime produzioni sono-
re intenzionali. Tutto ciò è possibile
attraverso una progettualità aperta,
un approccio che fa tesoro dei gesti
sonori e delle scoperte dei bambini,
dei loro interessi e dei loro linguaggi, dei processi attraverso cui costruiscono la realtà.
Musica al nido e alla scuola dell’infanzia è, quindi, da una parte quotidianità, riflessione sulla qualità
sonora dell’ambiente, dall’altra è
esperienza e immersione in un linguaggio, quello musicale appunto,
di cui vengono recepite la ricchezza e complessità, fornendo stimoli
e possibilità di interiorizzazione. Il
linguaggio musicale, come il linguaggio verbale, si sviluppa grazie
ad una precoce, varia e ricca esposizione dei bambini ad esso.
Gli adulti responsabili dell’educazione si pongono con il ruolo di
promotori dei processi cognitivi
ed esperienziali, valorizzando gli
aspetti del contesto che possono
sostenere l’esperienza, renderla interessante, adeguarla alla specificità
dei bambini presenti, ai loro interessi, alla loro età, ai bisogni che
esprimono. Perchè ciò si realizzi
appieno, devono essere messe in
sinergia le competenze di ciascuno,
musicisti ed educatori-insegnanti.
10
musica allo zerosei
Il musicista mette in campo competenze tecniche alte, che permettono
di proporre un repertorio sonoro e
musicale adeguato, bilanciando le
proposte perchè queste siano ricche
e stimolanti, adeguate ai percorsi di
scoperta dei gruppi di bambini che
hanno di fronte, perchè fare musica
non si traduca nel riproporre pedissequamente repertori inadeguati
in quanto troppo semplici o troppo
poco significativi per i bambini.
L’incontro con il musicista e il suo
strumento, d’altro canto, è di per sè
un’esperienza potente e ricca di fascino per i bambini: è incontrare la
musica attraverso una persona vera
e la forza della sua passione, l’espressività comunicativa che sa trasmettere attraverso il suo strumento
e l’interpretazione personale di una
produzione musicale. La ricchezza
espressiva è, in questo senso, un
dato soggettivo, variabile e proprio
per questo ricco di significati comunicativi che i bambini recepiscono e
interiorizzano.
Gli insegnanti e gli educatori mettono in campo competenze pedagogiche adeguate sostenendo l’attività
del musicista esperto, riprendendo
l’esperienza musicale nella quotidianità, ponendo una costante attenzione al mondo sonoro dei bambini,
alle loro produzioni, mettendo in
relazione scoperte ed esperienze,
collaborando alla costruzione di un
contesto adeguato.
Fare musica nei servizi educativi
0-6 significa quindi fare esperienza
musicale: conoscere, sperimentare,
percepire e manipolare le sonorità.
Un’esperienza che nei nidi e nelle
scuole dell’infanzia non può che
essere ludica, coinvolgente e relazionale.
Il piacere è dunque una costante
imprescindibile, così come il gioco
attraverso cui si sviluppa l’esperienza. Ciò, come sostiene Delalande, fa
invertire la consueta prospettiva con
cui ci sia approccia all’educazione
musicale, riconoscendo che “educare i bambini non significa farli
uscire dallo stato di vuoto musicale
in cui si suppone essi si trovino per
portarli a un determinato livello di
competenza, al contrario significa
sviluppare un’attività ludica che è
già presente in loro e che è, in definitiva, la sorgente stessa del gioco
musicale” (F. Delalande, 2001).
Un po’ di storia, un po’ di numeri
N
el 1978 nasce il “Gruppo musica” e con esso l’attività di educazione musicale nelle scuole dell’infanzia comunali di Modena. Il
progetto si sviluppa in interventi settimanali per l’intero anno scolastico e rappresenta una scelta culturale e pedagogica significativa
coerente con il progetto educativo delle scuole comunali. Nel corso
degli anni il “Gruppo musica” si è sempre più qualificato: dapprima
formato da docenti di scuola dell’infanzia formati musicalmente
oggi è composto da musicisti diplomati in strumento musicale e in
didattica della musica.
L’anno scolastico che sta terminando vede 21 docenti di musica
impegnati nelle scuole d’infanzia e nidi.
Nelle 17 scuole comunali e 5 scuole della Fondazione Cresci@mo
l’intervento dei docenti di musica è di 1 ora alla mattina nelle sezioni
3, 4 e 5 anni per 20 settimane, a cui va aggiunta 1 ora e mezza in più
al pomeriggio nella sezione 5 anni per tutto l’anno scolastico.
11
Nelle 11 scuole statali e in 7 scuole convenzionate i bambini sono
impegnati settimanalmente per 1 ora per quasi tutto l’anno scolastico.
Le prime esperienze nei nidi comunali di Modena risalgono, invece,
al 2004 e hanno visto inizialmente coinvolte 5 strutture. Oggi
l’intervento dei docenti di musica avviene in tutti i 22 nidi comunali
della città: 1 ora settimanale per ogni sezione per un periodo di 15
settimane. Infine tanti percorsi musicali anche per i bambini ricoverati nel reparto Pediatria del Policlinico di Modena dove un docente
del gruppo musica interviene 2 volte alla settimana.
Ogni insegnante è impegnato su più scuole e oltre alle ore programmate con i bambini sono previsti momenti di collaborazione e
programmazione con i docenti e incontri di informazione e comunicazione con i genitori, oltre alla progettazione e conduzione di feste
e momenti ricreativi.
testata
di Giuliano Boni
Parole sonore
Alla scuola
primaria Cittadella
il testo di un grande
maestro e le note di celebri
musicisti si fondono e si
scambiano suggestioni.
L’esperienza dei bambini di
una classe seconda.
I
l raggio di luce giocò un po’ tra
i suoi rami, carezzò le rughe del
suo tronco, scivolò giú fin dove
i piedi entravano nella terra, e gli
disse: “Vecchio ciliegio, sveglia!
Sono il primo raggio di sole, ho bucato la coperta di nuvole e ti ho portato la primavera! Sveglia, è l’ora!”
Comincia così, con la lettura del libro Bandiera di Mario Lodi, l’esperienza musicale che la maestra Francesca Scanavini ha realizzato in una
classe seconda della scuola primaria
Cittadella di Modena.
Dalla storia di una fogliolina che nasce in primavera e incontra durante
l’arco della sua vita tanti personaggi appartenenti al mondo vegetale e
animale, prendono spunto innumerevoli suggestioni musicali che accompagnano i bambini durante tutto
l’anno scolastico. Francesca Scanavini ci ha raccontato come e perchè
ha intrapreso questo percorso.
Come è nata l’idea di proporre
questa esperienza?
Dalla considerazione che l’ambito
dell’educazione musicale rappresen-
dai bambini, con alcuni colori particolarmente significativi del linguaggio delle emozioni.
ta uno spazio fondamentale all’interno della programmazione scolastica:
il linguaggio della musica procede
parallelamente alle altre discipline
e veicola conoscenze, sentimenti,
simboli, credenze che contribuiscono alla formazione e alla continua
modulazione del bagaglio culturale
di ogni individuo.
Vi sono state altre connessioni tra
il testo narrato e la musica?
Parecchie. Leggendo Bandiera ci
siamo accorti che parecchi personaggi, nomi e vocaboli sono stati pensati allo scopo di potenziare
l’immedesimazione del lettore nei
panni dei protagonisti e rendere il
più reale possibile il contesto legato
al mondo della natura. Questi con-
Come è passata dal testo alle note?
Le diverse fasi della narrazione hanno suggerito la riproduzione in classe di suoni e rumori della natura.
tenuti sono stati per così dire “sonorizzati” con l’utilizzo della voce, di
oggetti e strumenti, in gruppo o individualmente, attraverso giochi di
imitazione che coinvolgono anche
il corpo e che possono essere realizzati in classe, in palestra o all’aria
aperta.
Abbiamo così sperimentato xilofoni, tamburi, piatti e strumenti tipici
di altre popolazioni, coinvolgendo
anche i genitori di alcuni alunni. Il
passaggio successivo è stato l’ascolto di brani di musica classica vicini
al tema del racconto, come Le quattro stagioni di Vivaldi, Il Carnevale
degli animali di Saint Saens, Passi
sulla neve di Debussy, insieme a
brani che riproducevano suoni e rumori del paesaggio naturale (soffio
del vento, scorrere dell’acqua...).
Ha notato dei cambiamenti nei
comportamenti degli allievi?
Molti. La scelta del testo si è rivelata particolarmente indovinata e ha
consentito di realizzare un percorso, inserito nella programmazione
didattica annuale, ricco di momenti
diversi dalle abituali routine scolastiche. Mi riferisco soprattutto
ad attività destrutturate che hanno
consentito ai bambini di ripensare
le proprie modalità comunicative e
le proprie strategie di ragionamento
mentale.
Nel momento in cui tutti in cerchio
ci siamo dedicati alla meditazione,
tutti i bambini si sono “abbandonati”
al sottofondo musicale, cercando di
fondere le proprie individualità e di
sentirsi “dentro” ad una comunità.
E i bambini che reazioni hanno
avuto?
Attraverso esercizi di meditazione
in cerchio e di concentrazione mentale durante l’ascolto, i bambini hanno preso coscienza dei cambiamenti
del ritmo, sia musicale che del loro
respiro, e del variare delle intensità sonore. Hanno poi comunicato le
loro percezioni e i loro stati emotivi
attraverso le parole e il linguaggio
grafico con colori e immagini.
È venuto quindi quasi spontaneo
poi associare frammenti musicali,
ascoltati o riprodotti direttamente
12
Fare musica è...
F
all’altezza, è il primo dei freni che
emergono da parte di noi insegnanti.
Ma il metodo di Paola non è basato su parole o su semplici nozioni
da imparare e applicare, bensì sul
mettersi in gioco, sul “fare” in prima persona, e così, attraverso ritmi,
suoni, danze, strumenti e canti...
vieni subito trascinato nel vortice
incantato della musica, scoprendo
in prima persona che questo è un
“mondo” anche per te, che puoi entrarci, esplorarlo, viverlo, conoscerlo, viaggiarci, puoi farlo tuo e puoi
crescerci dentro anche tu.
Da insegnante poi il passo verso la
trasmissione di quanto imparato e
sperimentato insieme a Paola è quasi automatico. Quest’anno ho avuto
modo di “sperimentare” alcune attività musicali proposte, sia ai miei
bambini (ho una terza) che in un
laboratorio di alfabetizzazione per
alunni stranieri di prima e seconda
della mia scuola che ho intitolato
”Cantiamo l’Italiano”.
La musica è alleata privilegiata
dell’educazione all’interculturalità
e così, accanto ad alcune canzoni che hanno fatto da sfondo
ai vari interventi del laboratorio, ho introdotto anche
alcuni ritmi, canti e
danze proposte da
Paola.
Sia con la mia classe che coi bambini
stranieri, il risultato
è stato unanime.
Entusiasmo,
apertura, facilitazione alla comunicazione, oltre
che - dal punto di
vista strettamente musicale - crescita e potenziamento delle abilità
ritmiche, di intonazione,
di educazione al suono e al canto
corale.
Voglio concludere con le parole di
are
Musica
è emozionante.
Fare Musica è
divertente.
Fare Musica è appassionante.
Fare Musica è arricchente.
Fare Musica è sorprendente…
Fare scuola con la Musica è un
modo accattivante di attrarre i bambini al sapere, di trasmettere nuovi
codici comunicativi, di aiutare a superare blocchi emotivi, di potenziare e costruire il codice linguistico,
di superare le barriere culturali, di
favorire una nuova conoscenza del
sé in armonia e in relazione con gli
altri.
Tutto questo e tanto altro è contenuto nello “scrigno di pietre preziose”
che è la musica.
Tuttavia questo tesoro rimane molto
spesso chiuso e inaccessibile a tanti, troppe insegnanti, parlo almeno
per la scuola primaria, per le quali
la formazione musicale rimane ferma a qualche conoscenza scolastica
certamente inadatta a trasmettere ai
bambini l’entusiasmo della musica.
Da molti anni Memo propone agli
insegnanti della scuola primaria dei
corsi di didattica musicale tenuti da
docenti specializzati che hanno avvicinato e formato alla musica generazioni di bambini e di insegnanti
nella scuola modenese.
Da due anni ho avuto il privilegio
di partecipare ai corsi di formazioni tenuti da Paola Poggi e devo dire
che molte cose mi hanno sorpreso
ed entusiasmato.
In Paola mi ha colpito innanzitutto
la capacità e il desiderio inarrestabile di trasmettere alle insegnanti la
passione e il coraggio di “fare musica” coi bambini.
Parlo di “coraggio” perché molto
spesso la paura di non essere capace, di non saper fare, di non essere
13
uno dei canti (imparati al corso)
più “gettonato” quest’anno dai miei
bimbi di terza. È un’attività musicale semplice e immediata che si basa
sulla ripetizione di una piccola strofa pronunciata in coro con diversi
parametri del suono: altezza, intensità, timbro. Signficative le parole:
“Chi getta un seme lo deve coltivare
se vuol vederlo col tempo germogliare”.
di Cristina Corradini docente scuola primaria Collodi Modena
La testimonianza di un’insegnante di scuola primaria che ha partecipato ai corsi di formazione sulla didattica musicale organizzati da Memo. Le sue impressioni,
un grande entusiasmo e le implicazioni positive sul lavoro in classe.
di Maristella Massari docente scuola Marconi
Dal 2009 le scuole medie
Marconi e Ferraris di Modena
propongono ai loro studenti
un corso ad indirizzo musicale. Il racconto di una “avventura” unica ed emozionante
che diventa per i ragazzi
un’esperienza di vita.
“Ogni volta che si suona,
si devono fare al contempo due
cose molto importanti:
una è esprimersi – altrimenti non
si sta contribuendo all’esperienza
musicale – l’altra è ascoltare
gli altri musicisti, il che è
indispensabile per fare musica”
Daniel Baremboim
da “La musica sveglia il tempo” 2007
La Scuola Ma
…all’Indiri
Q
uando arrivai alla Scuola Marconi - era il lontano
2004 - me ne innamorai subito: non avevo mai visto una scuola
media così ricca di musica!
Si faceva musica naturalmente nelle
ore specifiche, ma spesso anche al
pomeriggio in laboratori vari. Si faceva musica a Natale e a fine anno,
ma anche nella Giornata della Memoria o per accompagnare una lettura. Si suonava il flauto, ma anche
chitarra, tastiere, percussioni… Mi
chiesero subito “Quali sono i tuoi
strumenti?”, risposi che erano il clarinetto e il saxofono e di lì a poco
partì un laboratorio per i ragazzi che
desideravano suonare uno dei due
strumenti a fiato…
Tutto era sempre così ricco e vario… eppure, nel tempo, sviluppammo insieme ai colleghi la necessità
di rendere questa esperienza stabile,
al sicuro anche dai più turbolenti
venti scolastici, ma soprattutto sentivamo l’esigenza di dare alla
città uno spazio che ancora non
c’era: l’Indirizzo Musicale!
L’Indirizzo Musicale, consente
di inserire lo studio di uno strumento (nel nostro caso chitarra,
clarinetto, pianoforte e violino) nel curricolo
dell’alunno, che
verrà seguito con
lezioni individuali
e di gruppo tenute da insegnanti
qualificati facenti
parte del corpo docente.
14
arconi abita…
izzo Musicale
Nella nostra scuola si è scelto di non
riunire i ragazzi che studiano uno
strumento in un’unica classe, ma di
suddividerli nei vari corsi, in modo
che la loro esperienza abbia una ricaduta positiva e concreta all’interno di tutto il gruppo classe.
Nati in Italia inizialmente come corsi di Sperimentazione Musicale nel
1975, si è giunti infine al loro ordinamento col D.M. 201/1999 che prevede specifici programmi per ogni
strumento e la verifica teorica/pratica in sede di esame finale di licenza.
Da quel desiderio condiviso via
via da tutta la scuola, sono partiti
nell’a.s. 2009/2010 - e sono oggi attivi - ben due corsi a Indirizzo Musicale: uno al Plesso Marconi e uno
al Plesso Ferraris (attualmente sono
anche gli unici nel Comune di Modena). Ciò significa che circa 250270 ragazzi hanno studiato o stanno
studiando uno strumento musicale
nella nostra scuola!
Molti di quelli già usciti continuano
a suonare o privatamente o in associazioni e gruppi vari; altri hanno
fatto una scelta più decisa e stanno
frequentando il Liceo musicale per
fare della musica il loro orizzonte di
vita.
Alcuni dei nostri ragazzi hanno
scritto della loro esperienza sul giornalino della scuola.
“…In queste prove si respira un’aria magica; già prima che si cominci a suonare c’è un eccitante senso
d’attesa: i ragazzi chiacchierano e
ripassano mentalmente il loro pezzo, i diversi strumenti vengono
accordati e si fanno le prove del
suono, poi tutti si posizionano al
proprio posto pronti a suonare, il direttore (o direttrice) alza le braccia,
dà l’attacco… e si comincia.
Gli strumenti producono un suono
delizioso che li riunisce tutti, nonostante le loro diversità, in una sinfonia, le menti dei musicisti sono divise
fra la concentrazione nel fare il proprio pezzo e l’ascolto di quella cosa
bellissima che stanno creando…”
“Sono passati ormai tre anni. Tre
anni caratterizzati da alti e bassi,
ma sempre accompagnati da una
dolce melodia. Questa è, secondo
noi, una delle esperienze più posi15
tive di questi anni di scuola media,
che solo chi ha deciso di frequentare
l’indirizzo musicale ha potuto vivere. Alla fine del percorso pensiamo
che questa opportunità ci abbia permesso di capire la bellezza e l’importanza che ha per noi la musica.
Chiunque partecipi a questa esperienza, già dal primo concerto è
trasportato da una fortissima emozione e tutto questo scaturisce dalla nostra musica, che ci rende tutti
partecipi, che tutti coinvolge. Certo,
questo percorso non è sempre “rose
e fiori”, come quando verso il termine dell’anno scolastico cominciano
le prove per il fatidico concerto finale! Ma alla fine ogni sforzo è ripagato dal fantastico risultato!
In più, durante questo percorso, non
si impara solamente a suonare uno
strumento, ma si impara anche uno
stile di vita che implica impegno e
senso di responsabilità nei confronti degli altri e di se stessi, al fine di
raggiungere un obiettivo comune.
Crediamo perciò che imparare a
suonare uno strumento a scuola insegni a crescere insieme divertendosi.
Alla voce “armonia” il vocabolario
riporta: “consonanza di voci o di
strumenti in accordo tra loro e grati
all’orecchio e al cuore”.
Imparare a suonare insieme significa
non soltanto imparare a unire le note
per creare melodie, ma anche unire
le menti e i cuori delle persone per
costruire forse un giorno una società
migliore. Ne siamo convinte.”
Che altro dire? Forse solo invitare
le scuole ad attivare altri corsi a Indirizzo Musicale perché la musica
non è un “di più”, ma una parte fondamentale del nostro essere e stare
insieme.
Nelle fotografie
gli studenti dell’Indirizzo musicale della scuola Marconi
Un liceo molto
di Roberta Pinelli Dirigente Liceo Sigonio
intonato
Da tre anni il liceo
Sigonio è diventato anche
musicale. Dodici ore sulle
trentadue settimanali
sono dedicate allo studo di
discipline musicali.
Un impegno faticoso che
ha già dato i suoi frutti:
durante l’anno scolastico
gli studenti animano la
città con concerti e
performance fino ad
arrivare ai saggi finali.
C
on una corsa degna delle Olimpiadi, nel settembre
2011 ha aperto presso il Liceo
Sigonio il primo Liceo Musicale
della provincia di Modena.
Perché si è dovuto correre?
Perché, contrariamente al solito, la
decisione ufficiale sull’istituzione
del nuovo indirizzo è arrivata al Liceo Sigonio alla fine di maggio anziché a marzo. Anche perché, caso
esistente solo in Emilia Romagna,
è stato convenuto che una parte dei
docenti del Liceo Musicale fossero
pagati dalla Fondazione Cassa di
Risparmio, grazie all’intervento di
garanzia della Provincia e del Comune di Modena. Ed è per questo
motivo che le iscrizioni alla classe
prima del Liceo Musicale non possono superare le 25 unità.
In soli tre mesi è stata così una bella
impresa concordare la Convenzione con l’Istituto Musicale “VecchiTonelli”, reperire il personale di
ruolo, scrivere e pubblicare il bando
per assumere il personale precario
necessario per completare l’orario
delle lezioni, organizzare gli spazi,
controllare le strumentazioni già
presenti presso il Liceo e provvedere ad acquistare quelle mancanti,
rivedere l’orario delle lezioni, ecc.
Comunque ci siamo riusciti; dal
settembre 2011 il nuovo indirizzo
ha cominciato a funzionare e oggi,
presso il Liceo Sigonio, sono presenti la 1°, la 2° e la 3° classe di
Liceo Musicale, per un totale di 76
studenti.
Per la nostra scuola, al di là delle
difficoltà organizzative ed economiche (il Ministero non ha assegnato
al Liceo Sigonio nessun finanziamento per il Liceo Musicale), è sicuramente una esperienza qualificante e per gli studenti, almeno dal
punto di vista musicale, certamente
gratificante.
Oltre alle discipline musicali di carattere teorico, i ragazzi affrontano
lo studio di due strumenti musicali,
uno scelto da loro, il primo strumento, il cui curricolo prevede uno
studio di due ore la settimana per i
primi due anni con un insegnante in16
dividuale, ed uno scelto dalla Commissione d’esame, secondo strumento, il cui curricolo prevede uno
studio di un’ora a settimana. Tutti i
pomeriggi la nostra scuola si anima
di mille melodie, suoni, accordature,
è piena di ragazzi che aspettano la
loro lezione e ripassano il passaggio
difficile, provano insieme, ripassano
le lezioni del mattino, chiacchierano, cantano… Da noi la musica è indagata, studiata, ascoltata e prodotta
in tutti i suoi aspetti e le sue sfumature. Anche le materie curricolari (le
meno amate, ovviamente, dai ragazzi) cercano di privilegiare un taglio
musicale. Sono molte le proposte
interessanti che vengono rivolte ai
ragazzi durante l’anno scolastico:
stages che seguono la preparazione
di un’opera lirica, partecipazione
a spettacoli musicali di compagnie
sperimentali, viaggi d’istruzione legati a laboratori di approfondimento
di determinati aspetti musicali, presenza a concerti serali di particolare
qualità, accompagnati dagli insegnanti, e naturalmente le esibizioni
della nostra orchestra.
Nel corso di questo anno scolastico,
ad esempio, gli studenti musicisti
hanno partecipato a molti concerti
pubblici, fra cui il più prestigioso è
stato sicuramente il Concerto degli
Auguri di Natale presso il Museo
Enzo Ferrari.
È però necessario ricordare che il
Liceo Musicale è un Liceo molto impegnativo e ora proveremo a
spiegare perché. Innanzitutto, prevede 32 ore settimanali di lezione, a
fronte delle 27 degli altri Licei. Poiché le ore di strumento sono 3 settimanali e tutte individuali, ogni studente ha impegnati due pomeriggi la
settimana. Altri pomeriggi vengono
impegnati nel corso dell’anno per
preparare le tante esibizioni pubbliche a cui il Liceo Musicale viene
invitato, per le prove dei saggi individuali di strumento (che si tengono
solitamente nel mese di aprile), per
la preparazione del concerto conclusivo dell’anno scolastico (a fine
maggio).
Si segnala poi che sulle 32 ore settimanali del curricolo, 12 sono di
discipline musicali (fra cui materie
di studio teorico come Storia della
Musica, Composizione, Tecnologie
Musicali) e 20 ore sono invece relative alle discipline della cosiddetta
area comune (Italiano, Storia, Matematica, Scienze, Inglese, Storia
dell’Arte, a cui a partire dalla III
classe si aggiungono la Filosofia e
la Fisica).
Una preparazione di questo tipo
permetterà allo studente di accedere, previo esame di ammissione, al
corso di studi superiori di musica
presso il Conservatorio e intraprendere quindi una carriera musicale
oppure frequentare una qualsiasi
facoltà universitaria. È un corso di
studi ricco e completo, sicuramente
faticoso, ma anche in grado di motivare gli alunni e sostenerli durante il
loro percorso. In questi tre anni abbiamo visto che i ragazzi già dopo
un paio di mesi avevano stretto tra
loro ottimi rapporti di collaborazio-
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ne, che sono proseguiti via via fino
ai concerti finali che sono i momenti
più emozionanti e ricchi di soddisfazione.
La nostra città, la città del bel canto, una delle poche città italiane
dove l’approccio alla musica inizia
già dall’asilo nido, non aveva una
scuola che sapesse unire una solida
preparazione liceale con una formazione musicale completa e siamo
orgogliosi di aver colmato questa
lacuna e di poter proporre ai nostri
ragazzi dotati di talento la possibilità di coltivare le loro passioni.
www.sigonio.it
Nelle fotografie
tre esibizioni degli studenti del liceo Sigonio
Vecchi-Tonelli, l’univ
di Antonio Giacometti Diriettore dell’Istituto “Vecchi-Tonelli”
Le proposte didattiche di alto
profilo dell’Istituto Superiore
di Studi Musicali “VecchiTonelli”: dai master di perfezionamento alle numerose
produzioni artistiche promosse sul territorio.
L
’Istituto Superiore di Studi Musicali “Orazio Vecchi-Antonio
Tonelli” di Modena e Carpi,
nato nel 2006 dalla fusione fra i
due Istituti pareggiati voluta dalle
rispettive Amministrazioni Comunali, appartiene alle 78 Istituzioni
Italiane del comparto AFAM (Alta
Formazione Artistica Musicale), dipendenti dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Queste Istituzioni hanno il compito
preciso di condurre gli allievi al traguardo di un titolo di studio di rango
universitario, spendibile in tutta Europa ed articolato secondo Trienni
di primo livello (Bachelor), Bienni
di secondo livello (Laurea Magistrale), Master di I e II livello, Specializzazione, analogamente ai normali
Atenei (legge 508 del 1999).
Questa spinta forzata verso l’alto del
target formativo ha in realtà messo
in serio imbarazzo i vecchi Conservatori e Istituti Musicali Pareggiati
del nostro paese, abituati da tempo
ad organizzare un curricolo scolastico che copriva la preparazione di
un allievo più o meno dagli 11 anni
fino ai 21, con eventuali e specifiche
eccezioni.
Il Ministero ha così permesso sia
la possibilità di concludere il percorso agli allievi dell’Ordinamento
previgente, sia la possibilità per l’Istituzione di avviare comunque dei
“corsi pre-accademici”, in grado di
soddisfare la richiesta dei singoli
territori di un’educazione strumentale di alto livello, con vocazione
professionalizzante, e, nel contempo, di preparare dall’interno l’accesso al nuovo ordinamento universitario, ricostruendo in qualche modo
l’unitarietà curricolare di un tempo.
All’ormai quasi decennale compresenza dei tre ordinamenti ora
descritti (a vario livello corroborati
da Materclass, Seminari, Clinics e
Stages), il “Vecchi-Tonelli” aggiunge i “corsi di propedeutica musicale
e di avviamento strumentale” rivolti espressamente alla fascia della
scuola primaria, nonché interventi educativi negli asili nido e nelle
scuole dell’infanzia della città di
Modena e dei paesi vicini, gestiti
autonomamente o in collaborazione
con l’Assessorato all’Istruzione del
Comune, col Memo, con gli stessi
Circoli Didattici. In tal senso, il Dipartimento di Didattica della Musica è molto attivo ed oltre a supportare tutte queste attività, ha inaugurato
quest’anno un interessante progetto
d’intervento nel reparto di Pediatria del Policlinico e prodotto due
spettacoli di teatro musicale che ha
offerto a bambini e a ragazzi delle
scuole locali.
Attualmente il “Vecchi-Tonelli”
conta più di cinquecento iscritti
nelle due sedi, la maggior parte dei
quali frequenta i corsi ad esaurimento dell’ordinamento previgente,
i pre-accademici e la propedeutica,
anche se sono in costante crescita
da alcuni anni gli iscritti a trienni
e bienni di Alta Formazione, soprattutto in virtù della presenza di
docenti di fama nazionale ed internazionale, che attirano studenti da
tutto il mondo.
Le proposte musicali dell’Istituto
sul territorio sono sempre state numerose e variegate e tanti gli allievi
di ogni età delle classi di strumento,
di canto e di composizione chiamati a partecipare ad importanti produzioni, come Il Ratto d’Europa e
Brundibar, e ad iniziative promosse
da Enti, Associazioni e Fondazioni,
come la Gioventù Musicale Italia,
gli Amici della Musica, il Teatro
Pavarotti. Questo 2014, poi, centocinquantesimo anniversario della
18
versità della musica
DUE SECOLI DI ECCELLENZE MUSICALI
Risalgono al XIX secolo i primi documenti che attestano la presenza di scuole civiche di
musica a Modena e Carpi. Duecento anni dopo, la formazione musicale nelle due città è
affidata all’Istituto superiore di Studi musicali “Vecchi-Tonelli”, nato dall’unificazione del
Liceo musicale modenese Orazio Vecchi con l’istituto di musica Antonio Tonelli di Carpi.
L’Istituto Vecchi-Tonelli è diretto da Antonio Giacometti, e presieduto da Alberto Campedelli. A Modena, il primo documento ufficiale sulla Scuola di Musica gratuita a spese del
municipio risale al 1864, ma già in una composizione del 1832 dedicata a “Sua Altezza
Reale il Duca Francesco IV, Arciduca d’Austria e Duca di Modena”, la dodicenne autrice del
brano Maria Teresa Cuboni si dichiara “allieva della scuola di Modena”. Un altro documento
del 1827 comprova l’esistenza di insegnanti di musica a corte, stabilendo che “i sonatori
che hanno scolari d’obbligo saranno tenuti a dar lezione tre volte la settimana”. Altre notizie riferiscono di una scuola di musica funzionante nello stesso periodo “sopra la bottega
del cantone della Bonissima”. È nel 1914 che la Scuola Comunale di Musica viene intitolata
a Orazio Vecchi. Nel 1924 ha preso il nome di “Liceo Musicale Orazio Vecchi” e nel 1976 ha
ottenuto il pareggiamento ai Conservatori, che equipara il curriculum didattico degli alunni dell’Istituto a quelli dei conservatori statali, fino al conseguimento di regolare diploma,
con valore legale.
L’Istituto Antonio Tonelli di Carpi nasce nel 1802 come Scuola Gratuita di Violino. Nel 1824,
sotto il Governo Estense, amplia l’attività didattica in collegamento con lo sviluppo dell’orchestra locale (i Filarmonici) e verso il 1880 Banda cittadina e Scuola di Musica vengono
accorpate. All’inizio del Novecento la scuola si istituzionalizza: il maestro, assunto con
concorso nazionale, comincia ad essere affiancato da un direttore e da una commissione
giudicatrice per gli esami, mentre il regolamento avvicina la scuola ai Conservatori. Anche
se le guerre mondiali interrompono temporaneamente la regolarità dei corsi, nel 1941 la
scuola è riconosciuta ufficialmente dal Ministero della Pubblica Istruzione. Nel dopoguerra l’Amministrazione comunale rilancia l’attività: l’Istituto acquisisce il nome di Antonio
Tonelli, aumenta il numero di allievi e introduce la cattedra di pianoforte e altre materie
previste nei programmi del Conservatorio. Gli strumenti insegnati cambiano con il passare
del tempo e mentre scompaiono oboe, fagotto e percussioni, negli anni Sessanta arriva la
chitarra. Nel 1981 l’istituto viene pareggiato ai Conservatori.
L’accorpamento dei due istituti è stato a lungo caldeggiato dalle Amministrazioni comunali che nel 2006 hanno firmato il documento che ne sanciva la fusione nell’unico istituto
denominato Orazio Vecchi - Antonio Tonelli pareggiatodalla Direzione generale per l’Alta
Formazione Artistica Musicale e Coreutica. Al pareggiamento è seguita, nel 2007, la trasformazione in Istituzione di Alta Cultura, secondo quanto previsto dalla legge 508/99,
con la stesura dello Statuto e l’insediamento delle cariche e degli organi di governo. Modena è stata identificata come sede principale e giuridica dell’Istituzione.
fondazione del Liceo Musicale titolato a Orazio Vecchi, è caratterizzato da una programmazione ancor
più ricca, che coinvolgerà allievi ed
ex-allievi in un cartellone di concerti, performance e spettacoli di teatro
musicale, che coinvolgeranno le città di Modena e Carpi fino al prossimo mese di dicembre.
Il “Vecchi-Tonelli” si dimostra
quindi realtà viva, coinvolgente e
produttiva, in grado di mantenere
la rotta della qualità nell’insegnamento e nella produzione artistica,
nonostante i continui tagli imposti
dagli Enti locali negli ultimi anni
per effetto della crisi economica, un
punto di riferimento per tutta la cittadinanza modenese.
Chi voglia curiosare un po’ nell’offerta formativa dell’Istituto può scaricare il Manifesto degli studi 201415 direttamente dal nostro sito,
all’indirizzo:
www.comune.modena.it/oraziovecchi/
In alto
Allievi del Vecchi-Tonelli in “La conversione di Maddalena” opera di Bononcini
a fianco
Allievi del Vecchi-Tonelli con il maestro Riccardo Muti
19
Mode
Luogh
sviluppo di idee che interagisce coi
giovani sulle tematiche legate alla
creatività musicale anche tramite
progetti specifici, alcuni dei quali
ormai consolidati.
“Piccole band crescono” è uno di
questi progetti cardine: dedicato ai
giovani di età compresa tra i 13 e i
15 anni che suonano uno strumento musicale o fanno già parte di una
piccola band. Il progetto, che viene
proposto a cadenza biennale, è giunto nel 2014 alla sua ottava edizione.
I musicisti iscritti, dopo aver superato una selezione iniziale, partecipano ad un percorso di prove, sotto
la guida di un musicista professionista, che li porterà a preparare il
loro primo vero concerto pubblico
all’Off di Via Morandi. Nell’ultimo
triennio oltre 15 gruppi musicali,
di Modena e provincia, sono stati
coinvolti nei concorsi su tematiche
sociali promosse dal Centro Musica
in collaborazione con l’Assessorato
alle Politiche Giovanili. “A piece
for peace”, “Note in bilico” e “Citizen” prevedevano la realizzazione
di un testo originale a tema. Le band
selezionate hanno avuto la possibilità di frequentare un workshop
sull’arrangiamento a cura di un musicista professionista, ed esibirsi in
un contest finale presso La Tenda, in
cui una giuria ha decretato i vincitori. Attraverso le attività con i gruppi
musicali giovanili di base, ma non
solo, i progetti del Centro Musica si
intersecano con quelli de La Tenda.
Il progetto La Tenda nasce nel 1999
a cura dell’Assessorato all’Istruzione del Comune di Modena. Una vera
e propria tenda da circo collocata in
piazza Matteotti: luogo d’incontro e
opportunità per i giovani di Modena. Tanti i progetti e concerti realizzati fino al trasferimento, nel 2002,
al parco Novi Sad, in una struttura
progettata appositamente. Il trasferimento comportò la migrazione
L
A Modena il Centro Musica
e La Tenda, attivi dagli anni
novanta, offrono ai giovani
spazi, formazione e consulenza per la promozione e la
produzione musicale e tanto
altro.
uoghi di aggregazione, spazi dove i ragazzi possano
esprimersi e intraprendere un
proprio cammino di crescita musicale a 360 gradi. Sono queste le
opportunità che l’Assessorato alle
Politiche giovanili del Comune di
Modena offre ai giovani modenesi attraverso il Centro Musica e La
Tenda. Nato come Centro regionale
per la promozione e produzione musicale giovanile il 10 maggio 1994,
quando era sostenuto oltre che dal
Comune di Modena, dalla Regione
Emilia Romagna e dalla Provincia,
oggi il Centro Musica fa riferimento
all’assessorato comunale alle Politiche Giovanili e rappresenta una fucina di idee, una palestra per giovani creativi e un centro di consulenza
e formazione musicale.
Ampia e diversificata è la gamma
dei servizi offerti: cinque sale prova
del complesso Mr Muzik, il locale
Off per la musica dal vivo, una sala
di registrazione, un ufficio di consulenza e informazione sui temi legati
al diritto d’autore, uno di promozione, organizzazione di eventi e attività musicali. E ancora, un settore
per l’attività di formazione rivolta a
musicisti e ad altre figure professionali della filiera musicale in grado di
fornire ai giovani musicisti gli strumenti promozionali, formativi e tecnici per potere sviluppare il proprio
progetto musicale e orientarsi verso
il mercato. Il Centro Musica non è
solo un centro di servizi, ma anche
anche un luogo di incubazione e di
20
ena suona giovane
hi, servizi e opportunità
del servizio all’Assessorato alle
Politiche Giovanili. Palco, impianto audio e luci, spazio mostre, zona
uffici. La Tenda è un open space di
3600 metri cubi dove potersi incontrare. Proprio a partire dall’incontro,
dallo scambio fra operatori e il mondo delle Associazioni, dalla voglia
di emergere dei giovani, nascono
poi le idee, i progetti, le iniziative
rivolti a realizzare percorsi artistici
di qualità. La Tenda si è dotata nel
tempo di una sua attrezzatura che
le ha permesso di ospitare concerti,
spettacoli teatrali, performance artistiche, mostre, e laboratori di ogni
tipo, che hanno come protagonisti i
ragazzi della città.
Ogni stagione più di 100 band giovanili di Modena e provincia hanno
la possibilità di esibirsi sul palco de
La Tenda, e, grazie all’attività coordinata col Centro Musica, di esibirsi
nelle iniziative cittadine di rilievo
(21 giugno Festa della Musica, Concerto di capodanno...).
Per essere aggiornati su tutte le
attività del Centro Musica si può
consultate il sito webwww.musicplus.it
che conta una media di 2200 visite
mensili. Su youtube, www.youtube.it/
CentroMusicaModena raccoglie interviste, documenti, esibizioni live dei
gruppi musicali, i cui video sono
Una giovane band modenese durante un’esibizione
arrivati complessivamente a oltre
23 mila visualizzazioni. Nel profilo
su soundcloud, (www.soundcloud.com/
centromusicamodena) è possibile ascoltare e downloadare gratuitamente e
legalmente i brani dei 500 musicisti iscritti al progetto Sonda, oltre
alle produzioni del Centro Musica,
oppure inviare nuovi brani. Infine,
conta oltre 6 mila fan la pagina www.
facebook.com/centromusicamodena sul social network facebook.
Nel corso degli anni tanti ospiti
eccellenti hanno collaborato con il
Centro Musica di Modena fin dalla
sua nascita partecipando a vario titolo nel ruolo di formatori o artisti:
dal maestro Pavarotti a Zucchero, da
Gino Paoli a Jovanotti, Luca Barbarossa, Cristina Donà, gli Afterhours,
i Marlene Kuntz, e naturalmente i
Modena City Ramblers, solo per citarne alcuni.
Il Centro Musica ha anche pubblicato otto volumi a stampa, sul panorama musicale locale come sugli
sbocchi professionali offerti dalla
musica, e il magazine Musicplus.it.
SUL WEB
Centro Musica
www.musicplus.it
sonda.comune.modena.it
www.facebook.com/centromusicamodena
www.soundcloud.com/centromusicamodena
www.youtube.com/centromusicamodena
La Tenda
www.comune.modena.it/latenda
www.facebook.com/latenda
Instagram latendamodena
21
progetti
Le mille tessere di un p
Memo partecipa al progetto
europeo Mosaico. Molteplici
strategie e interventi per i
giovani stranieri:
inserimento scolastico,
prevenzione dell’abbandono,
più conoscenza dei servizi
e maggiore partecipazione
alla vita della città.
C
IIn alto immagine dal film “Aishiteru My Love”di Stefano
Cattini, La Tenda, 12 aprile 2014
Nella Pagina accanto foto tratta dalla mostra fotografica “Femmes du Sahel” 2, La Tenda Modena , marzo 2014
giovanili informali. Sono poi stati
coinvolti anche i genitori, alla luce
del loro fondamentale ruolo educativo, e i docenti in quanto indispensabili per la mediazione delle
differenze culturali. Il tutto con
l’obiettivo di potenziare un clima
di accettazione, rispetto e fiducia. E soprattutto con l’intento di
rafforzare la rete dei servizi della
città, favorire l’inclusione sociale
di giovani stranieri di recente immigrazione e promuovere la loro
partecipazione attiva all’interno
della scuola, del tessuto associativo e del territorio.
Tante e diversificate sono state in
queste mesi le azioni compiute, i
cui risultati sono visibili sul sito
osa significa essere giovani
stranieri a Modena? E essere
genitori stranieri? E essere
docenti di minori stranieri?
Domande complesse, queste, che
ovviamente necessitano di risposte articolate e differenziate.
Alcune di queste possibili risposte le sta fornendo un interessante
progetto che ha coinvolto Europa,
Ministero dell’Interno, Comune di
Modena (Memo, Politiche giovanili e Politiche sociali), Provincia
e una nutrita schiera di associazioni territoriali.
Il progetto porta l’emblematico
nome di Mosaico, acronimo di
Modena Solidale Accogliente Interculturale Coesa, e si rivolge
innanzitutto a 1500 studenti stranieri che frequentano le scuole
modenesi, così come i centri di aggregazione, associazioni e gruppi
http://www.stradanove.net/mosaico
Qualche esempio: il monitoraggio
delle azioni già intraprese per l’integrazione degli alunni stranieri,
22
spettacoli e proiezioni cinematografiche. E i giovani modenesi tra
i 12 e i 29 anni sono stati invitati
a partecipare al concorso Modena
un mosaico interculturale: quali
emozioni?, con fotografie, video,
diari, blog, disegni, interviste, brevi inchieste e racconti che testimonino i differenti modi in cui convivono le più diverse culture.
La premiazione è programmata
per l’11 giugno insieme a spettacoli, iniziative e alla presentazione
dei risultati dei corsi e delle attività che hanno coinvolto migliaia di
ragazzi.
del
L’intera storia
progetto Mosaico,
tutte le iniziative
realizzate sono consultabili
su www.stradanove.net/
mosaico
la definizione di protocolli di accoglienza omogenei e condivisi in
tutte le scuole; supporti formativi
per gli insegnanti; l’organizzazione di un servizio di mediazione
per facilitare l’accoglienza e la
comunicazione tra scuola, alunni
e genitori stranieri, laboratori di
lingua italiana per motivare allo
studio e alla socializzazione.
Parallalemente è stato consolidato l’intervento di strada Infobus,
che consente di incontrare i giovani che non partecipano ad alcun
percorso formativo, professionale
o associativo; in questo caso tutor
e peer educator (giovani italiani
e stranieri appositamente formati per un intervento educativo tra
pari) hanno affiancato gli operatori
del Comune.
La Tenda di viale Molza ha ospitato incontri, concerti, mostre,
Un progetto
che ha i numeri
Il progetto Mosaico è iniziato il primo
agosto 2013 e si svilupperà fino a giugno
2014, grazie al finanziamento dell’Unione Europea e del Ministero dell’Interno,
con la partecipazione del Comune di
Modena (Politiche Giovanili, Istruzione –
Memo, Politiche Sociali) e un insieme di
associazioni, Animatamente, Ceis, Girasole, Overseas e all’Università di Modena
e Reggio Emilia che uniscono le loro risorse con la finalità di effettuare una serie
di azioni di intervento di politica sociale
e migratoria. Hanno inoltre aderito al
progetto: Provincia di Modena, IPSIA “F.
Corni”, ARCI, Associazione Gruppo Volontari Crocetta, Associazione Interculturale
Milad, Associazione culturale OfficinaProgettoWindsor.
Il costo del progetto è di 314.531,77 euro
di cui 235.898,83 provenienti dall’Unione
europea, 27.453,49 dal Ministero dall’Interno e 51.179,45 dall’Ente capofila
(Comune di Modena) e dai Partner del
progetto.
A Modena i ragazzi stranieri costituiscono oltre il 20 per cento della popolazione giovanile e
sono da vent’anni in costante aumento. Tra gli alunni stranieri si registrano percentuali più
alte di ritardo scolastico e di abbandono. Da un’indagine condotta dal Comune nel 2011,
emerge che i giovani stranieri frequentano meno le associazioni, presentano livelli più bassi
di soddisfazione per tenore di vita, amicizie, tempo libero; hanno minori opportunità di partecipazione sociale e conoscono meno i servizi della città.
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23
progetti
puzzle multiculturale
bibliografia
Libri per un’estate
ricca di armonie
Marcello Pagnini
Lingua e musica
ed. Il Mulino
Aaron Copland
Come ascoltare la musica
ed. Garzanti
Francois Delalande
Le condotte musicali
CLUEB
Leòn Kreisler
Il bambino e il suo corpo
ed. Astrolabio
Hans Bastian
Crescere con la musica
ed. Educultura
Alfred Tomatis
L’orecchio e la voce
ed. Dalai
Franco Lombardi
Il bambino nella storia della
pedagogia e dell’educazione
Editrice la Scuola
Aliki Brandenberg, Rita Valentino-Merletti
(trad)
Musica!
ed. Il Castoro
Gino Stefani
Capire la musica
ed. Bompiani
Jesper Juul
Il bambino è competente
ed. Feltrinelli
Gian Luigi Zucchini
Animazione musicale
e disadattamento
La musica come terapia educativa
ed. Gualandri editore
Alba Marcoli
Il bambino perduto e ritrovato
Favole per far pace col bambino che siamo
stati
ed. Mondadori
Gian Luigi Zucchini
Il bambino e la musica
Proposte di metodo ed esperienze
ed. La scuola
Silvia Biferale
Il bambino e la musica
L’educazione musicale secondo la music
learning theory di Edwin E. Gordon
ed. Curci
Ida Maria Tosto
La voce musicale
EDT
Florence Faval, Pierre Hornain
Musica musica
circobaleno
Editions du dromadaire
Michel Imberty
Suoni emozioni significati
CLUEB
Roberto Piumini
Amica musica
Dal Blues al Reggae 10 modi di giocare con
le note
ed. Fabbri
Fiorella Cappelli, Del Carmen Farah Maria
Azione musica
raccolta di giochi sonori da 3 ai 6 anni
ed. La Scuola
Betto, L.Comini (traduttore)
La musica nel cuore di un
bambino
ed. Sperlinf & Kupfer
Emanuela Collini, Gilberto Corretti
Musica magica
Il primo libro di musica
Emme Edizioni
Martin Seligman
Come crescere un bambino
ottimista
ed. Sperlinf & Kupfer
Franca Mazzoli
Musica per gioco
EDT
Andrea Apostoli
Ma che musica
ed. Curci
Edwin Gordon
L’apprendimento musicale
del bambino
ed. Curci
Leopold Stokovsky
La musica per tutti
ed. Mondadori
Johannella Tafuri
Nascere musicali
EDT
Francois Delalande
La musica è un gioco da
bambini
ed. Franco Angeli
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