Musica, maestro! seguici su Memo Multicentro Educativo Sergio Neri Quadrimestrale anno XIX n. 2 Maggio/Agosto 2014 Reg. Trib. Civ. Modena n. 1264 del 19/12/1995 Direttore responsabile Giancarlo Barbieri Contatti: Comune di Modena - Memo Viale Jacopo Barozzi 172, Modena tel. 059/2034311 [email protected] www.comune.modena.it/memo Redazione: Giuliano Boni Francesca D’Alfonso Maria Grazia Rotelli Impaginazione: Giuliano Boni Maria Grazia Rotelli La musica ha molteplici magie Canzoni, trii, quartetti, sinfonie Mottetti, rapsodie, grand-operà Rondò, preludi, fughe e cha cha cha. La musica ne ha tante di magie. Nicola Piovani iamo quotidianamente immersi nella musica, al bar, al supermercato, per strada. Musica non scelta che fa da sottofondo alle nostre attività. Musica invadente, non ascoltata, colonna sonora decisa da altri. Poi c’è la musica che scegliamo e frequentiamo in modi e con gusti differenti. La musica accompagna molti momenti importanti della nostra vita. La musica ha un enorme potere su di noi, S al di là del fatto che la cerchiamo o meno. Tale inclinazione per la musica è presente ancor prima della nascita, appartiene a tutte le culture, a tutte le età, fa parte della natura umana. Viene sviluppata e plasmata dalla cultura in cui viviamo. Siamo esseri linguistici e musicali e questa nostra competenza innata assume molte forme nell’evoluzione culturale. È un’esperienza uditiva, emozionale, motoria. Ma in queste attitudini innate, comportamenti e scelte, abitudini e usi musicali, qual è il livello di consapevolezza, conoscenza e cultura musicale? Condividiamo tutti che per l’apprendimento e la conoscenza siano fondamen- Numero speciale Spedizione in abbonamento postale Pubblicità inferiore al 50%. Autorizzazione della Direzione Provinciale PT di Modena Siamo nati per la musica Il Comune di Modena e le istituzioni scolastiche: dal nido all’università le proposte, i progetti e le opportunità per una formazione musicale completaa 3 editoriale di Francesca D’Alfonso Responsabile M.E.MO. Multicentro Educativo Sergio Neri tali le esperienze educative in ambito familiare, nei servizi e nella scuola, a partire dalla nascita. Rita Valentino Merletti e Paolo Cascio, nell’articolo a pag. 3, affermano, infatti che, come per le attività linguistiche, anche per quelle musicali le competenze innate vanno curate e sostenute e non si può confidare solo sull’apprendimento spontaneo. Citando esempi di altre culture dove la musica è parte integrante della vita quotidiana fin dalla nascita, ci parlano di come questa cura si rifletta poi positivamente su tutti gli ambiti dell’apprendimento del bambino. Al contrario viene rilevato che in Italia l’educazione musicale non è considerata una priorità. Nell’articolo “Giocare, uno strumento” (pag. 6) Ester Setti afferma che non è mai troppo presto per educare alla musica e che è possibile, e molte volte più produttivo, farlo al di fuori dei vecchi stereotipi legati “all’apprendimento di una tecnica strumentale, spesso imposta con metodi piuttosto aridi, meccanici e dogmatici”. Ma il panorama delle esperienze educative si sta modificando e in questo numero di Viaggio in terza classe se ne parla a partire dai progetti realizzati con i piccoli. Ne è una bella testimonianza Nati per la Musica, il progetto promosso dall’Associazione Culturale Pediatri, nato nel 2005 con l’intento di diffondere attività musicali nell’ambito di biblioteche, scuole dell’infanzia, centri culturali e centri per le famiglie. E a Modena? Quali sono le esperienze educative rivolte ai giovani nell’ambito musicale? Possiamo dire che i servizi educativi della nostra città si sono spesso distinti per la qualità e dimostrati all’avanguardia rispetto a quanto avviene in ambito nazionale. È dal 1978 che nelle scuole dell’infanzia comunali di Modena vengono introdotti interventi di educazione musicale, poi estesi anche alle scuole d’infanzia statali e convenzionate e ai nidi comunali. Nei servizi educativi si sono quindi sperimentate e consolidate esperienze significative sull’esplorazione di oggetti sonori, sulla produzione e invenzione di suoni, pratiche di ascolto e costruzione di paesaggi sonori. In questi ultimi decenni si è elaborata una pedagogia della musica che coinvolge educatori, insegnanti, genitori, come ci racconta Francesca Botti in “Do re mi... far musica allo zerosei” (pag.10). In sintonia con questo orientamento educativo e col sostegno alle attività musicali nei servizi e nella scuola, rientrano anche le proposte fatte da Memo in ambito formativo. Nell’anno scolastico che volge al termine sono stati realizzati otto itinerari scuola-città riguardanti “I linguaggi della musica”. Si tratta di proposte che spaziano dai luoghi della musica al balletto, dal canto e l’opera lirica agli strumenti musicali e prevedono percorsi, visite, laboratori e giochi differenziati in base all’ordine scolastico dei partecipanti. Sono inoltre stati realizzati due corsi di formazione riservati ai docenti delle scuole primarie di Modena, organizzati da Memo nell’ambito del Patto per la scuola attuato con le Direzioni didattiche della città. Accanto a questi progetti va ricordata la Sezione di Educazione Musicale, avviata nel 2004 con l’apertura di Memo, che sostiene l’attività degli insegnanti con un patrimonio di pubblicazioni e di cd e con uno sportello di consulenza gestito da insegnanti di musica (pag. 8). Anche i docenti e i Dirigenti delle istituzioni scolastiche di Modena hanno dimostrato una grande sensibilità al tema dell’educazione musicale rispondendo con iniziative e attività che hanno comportato e comportano un grande impegno e dispendio di energie. Dal 2009 le scuole medie Marconi e Ferraris di Modena propongono ai loro studenti un corso ad indirizzo musicale. Un percorso non scevro di difficoltà, ma ricco di soddisfazioni per insegnanti e studenti (pag. 14). Impegno, volontà e determinazione sono stati gli ingredienti necessari per far nascere un indirizzo musicale al liceo psico pedagogico Sigonio (pag. 16), che ha portato, tre anni fa, ad aprire il primo Liceo musicale della provincia di Modena, anche grazie a una convenzione con l’Istituto superiore di studi musicali “Vecchi-Tonelli”. Ed è proprio all’Istituto “Vecchi-Tonelli” che gli allievi possono conferire un titolo di studio di rango universitario, spendibile in tutta Europa ed articolato secondo trienni di primo livello, laurea magistrale, master di I e II livello, specializzazione (pag.18). Infine, tra i servizi gestiti dal Comune di Modena segnaliamo il Centro musica che nel corso degli anni si è affermato come un’importante realtà in campo regionale per l’offerta di spazi, servizi, formazione, per la promozione e la produzione musicale giovanile (pag. 20). Modena, la città del bel canto, la città di Mirella Freni e Luciano Pavarotti, ma anche di Francesco Guccini e dell’Equipe 84, la città dove il primo approccio musicale avviene al nido e può essere coltivato e approfondito fino all’università, si distingue, attraverso i servizi, le esperienze e le pratiche educative citate, per una cultura della musica e del suo insegnamento diffusa su tutto il territorio e soprattutto accessibile a tutti. L’educazione musicale nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo L e Indicazioni Nazionali 2012 sostengono che la musica è una componente fondamentale e universale dell’esperienza umana a partire dalla scuola dell’infanzia. Nella disciplina musicale particolare attenzione va data alle conoscenze, alla produzione sonora e all’ascolto, in un percorso di apprendimento dichiarato ed esplicito. Ecco un quadro sintetico che presenta alcuni dei traguardi individuati dalle Indicazioni. Scuola dell’infanzia: scoperta del paesaggio sonoro (voce, corpo, oggetti), sperimentazione di elementi musicali di base (sequenze sonoromusicali) esplorazione dei primi alfabeti musicali. Scuola primaria: esplora e discrimina eventi sonori, le diverse possibilità della voce, di oggetti sonori e strumenti musicali, conosce e improvvisa combinazioni timbriche, ritmiche e melodiche, riconosce gli elementi costitutivi di un brano musicale, ascolta e interpreta brani musicali di diverso genere. Scuola secondaria di primo grado: studio di uno strumento musicale con realizzazione di esperienze musicali attraverso l’esecuzione e l’interpretazione di brani strumentali e vocali appartenenti a culture differenti. Capacità di improvvisare; comprensione di eventi e opere musicali, integrazione della produzione artistica con altri saperi. 2 Nati per leggere e nati per la musica l’opportunità di non disperdere talenti “La musica ascoltata presto nella vita lascia una spessa coltre di ricordi ed è sulla base di questa che si valuta e si assorbe la musica incontrata più tardi. Ciascuno strato aggiunge qualcosa alla ricchezza dell’esperienza musicale, contiene le aspettative che governeranno i gusti per la musica futura e forse cambiano ciò che si prova per la musica che già si conosce. Certi schemi armonici si installano nella coscienza e creano un desiderio di ripetizione, così da poter rivivere quel piacevole turbamento dell’anima. È la stessa cosa con le parole e gli schemi verbali. Si accumulano in strati e a mano a mano che gli strati si ispessiscono governano tutto l’uso e l’apprezzamento del linguaggio che viene dopo” (1). di Rita Valentino Merletti Studiosa di letteratura per l’Infanzia, Torino Paolo Cascio Musicologo pubblicato in Quaderni acp 2005; 12:1-2 33 È ormai risaputo che il nascituro, già dopo il quinto mese di vita intrauterina, può percepire suoni che provengono dall’interno e dall’esterno del corpo della madre. Fin dai primissimi mesi di vita il neonato reagisce, risponde, ricorda, addirittura riproduce schemi sonori che ha incontrato con frequenza prima e dopo la nascita. È superfluo infine ribadire quanto positivo risulti essere un approccio precoce all’educazione al suono quale veicolo del linguaggio musicale, capace di costruire e organizzare connessioni neurali, facilitare l’espressione di idee ed emozioni, favorire la socializzazione; e ricoprire un ruolo terapeutico nel trattamento di particolari patologie oltre che svolgere una insostituibile funzione estetica. La naturale predisposizione all’ascolto non basta tuttavia per trarre dalla musica i benefici effetti che le sono riconosciuti: anche nel caso dell’apprendimento musicale non si può e non si deve confidare solo in un apprendimento spontaneo, né lo si può considerare sufficiente. Tanto più oggi, quando gli stimoli sonori provenienti dall’ambiente circostante sono così numerosi e invasivi da divenire presenze inquinanti e nocive. Sempre più aumenta, negli educatori, la consapevolezza che la crescita e il moltiplicarsi delle capacità di cui siamo dotati alla nascita richiedano cura e attenzione, buoni orientamenti e risorse adeguate. Nelle popolazioni in cui la musica è parte integrante della vita quotidiana, i bambini imparano a cantare così come imparano a parlare. È il caso, ad esempio, degli Anang della Nigeria che educano alla musica i loro figli già dalla prima settimana di vita. A cinque anni questi bambini sanno cantare a memoria centinaia di canzoni, sanno suonare diverse percussioni e creare piccole melodie. Non è questo il caso dell’Italia, Paese nel quale l’educazione musicale dei bambini e dei giovani non è considerata una priorità. Se poco lo è stata in passato tanto meno lo è oggi, nonostante molte petizioni e molte promesse. In Italia delle tradizioni e per la costruzione di una comunità riconoscibile su comuni denominatori. Oltre all’educazione informale, quella istituzionale è modellata per sostenere questi princìpi. Nel campo musicale in particolare, in Finlandia, già nella prima età, lo studio musicale comprende un “sapere” e un “saper fare” orientati allo sviluppo della musicalità generale, per tutti, senza porsi il problema se quell’allievo diventerà un musicista. È ciò che da noi si chiama educazione musicale, presente istituzionalmente solo nel ciclo delle scuole medie inferiori; in Finlandia, invece, disciplina curriculare in tutti i gradi della formazione, intesa come materia dai molteplici effetti positivi, tra i quali lo sviluppo e l’articolazione dell’immaginazione, del pensiero critico, creativo, e delle capacità comunicative e relazionali. Nella formazione universitaria le cose non cambiano. Condizionate anche da ragioni storiche, le università offrono la formazione pratica e quella teorica, articolando piani di studio integrati, in parallelo con i conservatori intesi come “università di specializzazione” per la formazione tecnica. Grazie alla globalizzazione veniamo solo ora a conoscenza dei risultati di una impostazione di questo tipo. Numerosi sono i musicisti finlandesi che arrivano a dirigere, giovanissimi, le nostre orchestre o a suonare con loro: John Storgards, Leif Ove Andsnes, Kristjan Jarvi, Mikko Franck e, ultimo arrivato, Pietari Inkinen (direttore d’orchestra, classe 1980); nomi che, in Italia, hanno già riscosso unanimi consensi. Non è superfluo sottolineare che l’ordinamento scolastico finlandese (che prevede, sia detto per inciso, l’ingresso a scuola all’età di sette anni) non si limita a produrre frutti solo in campo musicale. La Finlandia primeggia nelle più svariate classifiche: reddito pro capite, “normale” è che a sei-sette anni molti bambini non abbiano ancora conseguito un coordinamento audio-vocale idoneo, risultando così “stonati” a causa di stimoli inadeguati, condizionamenti psicologici, ambienti familiari poco ricettivi (2). Troppo spesso, ad esempio, in assenza di adeguate valutazioni, centinaia di bambini vengono dichiarati “privi di talento”, mentre, in realtà, sarebbe opportuno chiedersi da dove scaturisca questa presunta carenza. C’è mai stata volontà di far veramente ascoltare musica? Quale funzione è stata attribuita alla musica? Solo quella di costante “tappezzeria sonora” fornita dalla televisione? Si è mai cantato dinanzi a lui e con lui? Si sono recitate filastrocche o ninne nanne? Quale importanza è data a questa educazione “informale” che tanto profitto manifesta nell’educazione dei bambini nigeriani? (3). Ancora: quali modelli assumere per una corretta impostazione di educazione musicale? Un esempio ci viene fornito dai Paesi nord-europei e in special modo dalla Finlandia, paese che assegna la massima attenzione all’educazione informale, intesa come una serie di stimoli, interventi e incentivi provenienti dalla famiglia e dai soggetti vicini al nucleo familiare: insegnare canzoni, filastrocche, giochi di motricità legati a eventi sonori, proposte di imitazioni ritmico-melodiche, ancora più semplicemente predisporre all’ascolto mediante l’abitudine a raccontare o a leggere ad alta voce fiabe e leggende popolari. Espedienti che trovano terreno fertile nelle abitudini culturali finlandesi, improntate sulla trasmissione del patrimonio etnicofolklorico, musicale in particolar modo, per una continuità 4 4 quelle logico-matematiche (4). C’è da credere che l’educazione “informale” che permea i primi sette anni della vita dei bambini finlandesi abbia qualcosa a che fare con questi risultati. Dosi massicce di oralità, musica, gioco creativo: tre potenti strumenti per coltivare tre fondamentali tipi di intelligenza delle nove individuate, nei primi anni Ottanta, dall’americano Howard Gardner (5) che ancor oggi permea l’impostazione pedagogica dei Paesi culturalmente più avanzati. È interessante notare come proprio a metà degli anni Ottanta e sulla scia dei molti studi contemporanei a quelli di Gardner prendevano forma, negli Stati Uniti i progetti Reach Out And Read e Born To Read. Sappiamo quanto sia cruciale l’intervento dei pediatri per promuovere e sostenere presso le famiglie quel complesso di attività che mirano a sviluppare precocemente il potenziale linguistico del bambino e la sua “intelligenza linguistica”. Altrettanto importante sarebbe promuovere la precoce educazione musicale. competitività, consumo culturale, credibilità scientifica, ecc. ecc. E non sorprendono i risultati che gli studenti adolescenti sono in grado di ottenere nei test comparativi con studenti europei ed extraeuropei. I ragazzi finlandesi, da anni, sbaragliano ogni concorrente sia nelle prove linguistiche che in Bibliografia (1) MacNeil R. Wordstruck, Penguin Books, 1989 p. 23 (traduzione di Rita Valentino Merletti). (2) Tafuri J. Doti musicali e problemi educativi. In: Il sapere musicale. Torino, Einaudi, 2002. (3) Tafuri J, Baldi G. Tracce di stile nelle improvvisazioni musicali di bambini di 10 anni. In: La ricerca per l’educazione musicale, “Quaderni della SIEM” 2000;16:37-43. (4) Si vedano i dati resi disponibili dall’OEDC (Organization for Economic Cooperation and Development, http://www.oecd.org/about/0,2337, en_2649_201185_1_1_1_1_1,00.html) in relazione al programma PISA (Programme for International Student Assessment). (5) Tradotto in Italia con il titolo Formae mentis. Saggio sulla pluralità dell’intelligenza. Feltrinelli, Milano, 1987 (titolo originale Frames of Mind, 1983). Il progetto Nati per la Musica N ati per la Musica (NpM) si propone di promuovere e sostenere attività che mirino ad accostare fin dal periodo prenatale il bambino al mondo dei suoni e della musica. Il progetto, nato sulla scia dell’esperienza di Nati per Leggere, è promosso dall’Associazione Culturale Pediatri in collaborazione con il Centro per la Salute del Bambino e la Società Italiana per l’Educazione Musicale ed è patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il suono è una forma di comunicazione. Attraverso l’ascolto della musica e delle parole, sia durante la gravidanza che dopo, si creano momenti significativi tra i genitori e il bambino che renderanno speciale l’evoluzione del loro rapporto. Inoltre l’attività musicale agisce sullo sviluppo delle funzioni cognitive del bambino come dimostrato dalle ricerche scientifiche. Diversi studi studi nell’ambito delle neuroscienze hanno rilevato l’importanza della musica in relazione allo sviluppo neuronale. Secondo R. Zatorre, uno dei massimi esperti a livello internazionale nell’ambito delle neuroscienze della musica: “ascoltare e produrre musica coinvolge un allettante mix di ogni funzione cognitiva umana”. La musica aiuta infatti a: • sviluppare le proprie capacità di ascolto e di osservazione dell’ambiente sonoro • ascoltare se stesso e gli altri • esprimere idee ed emozioni 5 • sviluppare la propria immaginazione e creatività • potenziare le proprie capacità comunicative • accrescere la capacità di attenzione e concentrazione • esercitare la memoria Le azioni di NpM comprendono attività musicali nell’ambito di biblioteche, scuole dell’infanzia, centri culturali e centri per le famiglie con il coinvolgimento di musicisti, pediatri, educatori, bibliotecari. Sul sito www.natiperlamusica.it è possibile accedere ad approfondimenti e informazioni, consultare gli articoli pubblicati sul tema dai Quaderni ACP e una ricca bibliografia di libri e cd adatti alle varie fasce d’età o al tipo di utilizzo. “Giocare” un di Ester Seritti Ricercatrice nel settore pedagogia musicale * non è mai troppo presto per ed Non è mai troppo presto per educare alla musica il bambino, dato che questo linguaggio gli consente l’esercizio di espressione personale, di autodisciplina, di creatività, di capacità logico-analitiche, di socializzazione. Per affrontare un’attività strumentale è molto utile padroneggiare la coordinazione ritmico-motoria, l’emissione vocale, le capacità percettive, dato che il primo strumento è il corpo umano. La pratica strumentale si inserisce in un vissuto musicale a largo raggio, che contribuisce notevolmente allo sviluppo armonico della persona e alla conoscenza delle varie sfaccettature del “prisma musica”. Viene illustrato un percorso ideale di apprendimento strumentale che parte dalla considerazione della corrispondenza linguistica “suonare/giocare” presente in molte lingue. te l’errore di mettere in mano al bambino uno strumento prima che egli sappia come usarlo. Ci siamo spesso lamentati del fatto che si insegni il pianoforte ai bambini prima di sviluppare la musicalità e cioè la capacità di sentire i suoni, di sentire i ritmi con tutto il corpo, di avere acquisito l’audizione interiore dei suoni, di avere interiorizzato il movimento prima che tutto il loro essere sia in grado di vibrare all’unisono con le emozioni artistiche. […] L’allievo che ha piena fiducia nella propria coscienza del ritmo e del suono, che possiede una ricca esperienza delle forme del movimento e che è in grado di controllare perfettamente l’apparato muscolare, può oramai dedicare tutta la sua attenzione allo strumento e tale studio sarà per lui una gioia e non più una tortura…” (2). Fino a pochi anni fa in Italia studiar musica corrispondeva soltanto all’apprendimento di una tecnica strumentale, spesso imposta con metodi piuttosto aridi, meccanici e dogmatici. Fortunatamente la situazione sta migliorando e aumentano scuole di musica per bambini che mirano alla formazione globale e a impostazioni metodologiche ludiche e allo stesso tempo qualificate. La proposta di vivere la musica anche attraverso il movimento contribuisce al benessere fisico del bambino che così può vivere un’esperienza espressiva e liberatrice. Per quanto riguarda l’alfabetizzazione musicale ormai il solfeggio parlato sta cedendo il passo a molteplici metodologie di lettura gratificanti abbinate alla vocalità e alla pratica strumentale, senza dubbio più musicali di una proposta obsoleta e discutibilissima. Una didattica lungimirante, inoltre, non deve proporsi in anticipo il destino dell’allievo, che avrà tempo e modo di decidere se diventare un professionista Q uali modelli assumere per una corretta impostazione dell’educazione musicale rivolta al bambino? Per rispondere a questa domanda concordo sulla opinione condivisa da molti autori che non è mai troppo presto per iniziare la formazione musicale(1). Questo non implica, naturalmente, che per accostarsi alla musica si debba arrivare obbligatoriamente a suonare uno strumento; ma, se il bambino manifesta questo desiderio, ritengo necessario che, soprattutto all’inizio, la pratica strumentale avvenga in un contesto di formazione musicale globale in cui il canto, le attività ritmico-motorie, le esperienze di ascolto e le proposte creative ne costituiscano la base di partenza. Emile Jaques-Dalcroze (Vienna 1865 - Ginevra 1950), che oltre un secolo fa ha fondato un metodo di pedagogia musicale moderna diffuso dapprima in Svizzera e poi in ambito mondiale, affermava che “…prima di seminare il grano bisogna preparare il terreno. Per ciò che riguarda la musica in particolare, si commette frequentemen6 no strumento ducare il bambino alla musica o un amatore, di scegliere uno strumento da suonare dopo averne presi in considerazione molti. violinisti costretti a eseguire aridi e noiosi esercizi per la conquista di molti nuovi suoni allo strumento, mentre non erano messi in grado di poter suonare parallelamente a ogni conquista piacevoli e semplici melodie! Dovremmo far pervenire a certi insegnanti di strumento questa lettera scritta da Fryderyk Chopin a Delfina Potocka: “Scrivendo gli Studi mi sono sforzato di far risultare, oltre allo studio, l’arte. All’artista che deve a lungo esercitarsi, bisogna dare, perché non si annoi a morte, esercizi in cui trovi degno alimento per le orecchie e per il cuore. Mi inquieta il fatto che non esistano esercizi per chi comincia. Ogni possibilità è aperta dinanzi all’artista: quando gli esercizi lo annoiano può ricorrere alle più alte opere d’arte. Ma al poveretto che, all’infuori degli esercizi, non può ancora suonare nulla, che ha le dita legate, rigide, sono necessari esercizi gradevoli, che non lo disgustino dalla musica. Mi sono provato a scrivere qualcosa di simile, ma non ci sono arrivato, nulla mi è riuscito, perché tutto era difficile per i principianti; forse rimanderò a più tardi questo lavoro, o forse qualcun altro mi precederà e si affermerà in quest’arte. È veramente difficile”(3). Non è detto che la pratica strumentale si avvalga soltanto di repertori di musica colta. Il panorama musicale offre molteplici generi e varie epoche da conoscere e coltivare. L’importante è formare il senso critico in modo da poter distinguere il bello dal brutto che si riscontrano in tutti i repertori. Modalità di approccio In molte lingue il verbo suonare corrisponde a giocare (play, spielen, jouer, ecc.). Tale definizione ci suggerisce lo stile di approccio strumentale. L’esplorazione sonora costituisce il primo stadio di contatto con lo strumento, con la ricerca di effetti molteplici e con il moltiplicarsi di situazioni creative suggerite dalle ricche capacità simboliche del bambino. Chi suona non deve soltanto riprodurre, ma anche produrre brani. Dato che all’apprendimento strumentale si deve affiancare una crescente presa di coscienza sugli elementi costitutivi della musica, dapprima avremo soltanto la produzione di effetti sonori e successivamente di strutture formali più complesse. Nelle mie attività didattiche volte alla formazione musicale generale, per le esercitazioni creative ho constatato anche l’utilità delle improvvisazioni a dialogo fra due strumenti, specie se diversi. Ricordo le interminabili chiacchierate fra Onlio e Stanlio imitate da due allievi di dieci anni, che suonavano rispettivamente fagotto e violino. C’è poi il problema delle posizioni particolari richieste da ogni strumento. A volte questa esigenza viene esasperata da alcuni insegnanti che antepongono la posizione alla ricerca del suono, considerandola un fine e non un mezzo. Repertori strumentali Anche se è importante conseguire abilità tecniche, è bene che queste non siano disgiunte da proposte espressive e motivanti. Spesso accade che la letteratura strumentale non si affianchi adeguatamente alle conquiste tecniche. Ho avuto la tentazione di chiamare il telefono azzurro nel vedere dei bambini Importanza formativa della musica d’insieme Sin dalle prime conquiste strumentali, si rivela molto utile l’esercizio della musica d’insieme. Gli allievi si abituano anzitutto a convivere civilmente in gruppo, ad ascoltarsi, a fondere sapientemente i loro suoni. 7 In alcuni Paesi dell’America Latina si verifica una crescita di scuole di musica gratuite, frequentate da bambini e ragazzi provenienti da ambienti sociali a rischio, dato che la musica offre forti motivazioni affettive e culturali e costituisce un potente mezzo di prevenzione del disadattamento sociale e della delinquenza. Se queste convinzioni attecchissero in Italia, forse potremmo contribuire anche alla diminuzione di sgradevoli manifestazioni collettive di aggressività, che spesso sono causate dalla mancanza di offerta formativa. Le iniziative di Caracas sono state particolarmente seguite da Claudio Abbado che ha incoraggiato la formazione di un’orchestra giovanile latinoamericana multiculturale e multirazziale. Oltretutto un ulteriore risvolto sociale è offerto dall’affermazione di Abbado: “Ogni concerto di questa orchestra servirà a costruire una casa; dovremo farne mille”. Ma va detto subito che comunque la musica d’insieme può essere praticata anche in piccole formazioni di complessi strumentali. Nei Paesi europei caratterizzati da una solida formazione musicale di base sono frequenti le occasioni di incontro fra adulti che si dilettano a trascorrere il tempo libero suonando insieme. Specialmente la categoria dei medici è sensibile a queste consuetudini. Accade anche fra i pediatri? Me lo auguro e glielo auguro. *Ester Seritti, Giocare uno strumento. Non è mai troppo presto per educare un bambino alla musica. in Quaderni acp 2006; 13:112-113 Bibliografia (1) Tafuri J. Lo sviluppo musicale del bambino. Quaderni acp 2005;12:96-8. (2) Dalcroze EJ. Il ritmo, la musica, l’educazione, Torino: Ed. ERI, 1986. (3) Wierzynski C. Chopin, Milano: Rizzoli Editore, 1956. Dieci anni di musi di Stefano Fiorini docente del Gruppo Musica Oltre 2000 pubblicazioni e 150 cd: la sezione di educazione musicale, presente a Memo dal 2004, offre consulenze a educatori e docenti dal nido alla scuola secondaria di primo grado. U na signora si affaccia alla porta: “è qui la sezione musicale?” “Si” rispondo, e le chiedo di che cosa ha bisogno; le richieste che seguono hanno un ampio raggio di possibilità, e vanno dalla ricerca della fatidica canzoncina di Natale da insegnare ai bambini di 4 anni alla stesura di un progetto per l’attività musicale annuale per una classe terza. Fra le altre, la richiesta della musica di Mozart da far ascoltare agli alunni per farli diventare più intelligenti ed un canto popolare africano, perché la scuola, si sa, è sempre più multietnica. Lo spazio della sezione musicale nel corso degli anni, e soprattutto dopo la sua apertura presso Memo nel 2004, è diventato sempre di più un punto di riferimento per gli insegnanti che devono organizzare un’attività musicale da proporre al nido, alla scuola d’infanzia o alla primaria e anche alla secondaria di primo grado. Ma andiamo con ordine: cosa possono trovare le insegnanti presso la sezione musicale? Innanzitutto una biblioteca tematica sulla musica e la pedagogia musicale. Le pubblicazioni sono divise per area tematica, e offrono la possibilità di organizzare attività di ascolto con una fonoteca di circa 150 cd di diversi generi musicali, dalla musica classica a quella etnica. Si possono trovare poi raccolte di canti e filastrocche, da quelle tradizionali a quelle composte appositamente per l’infanzia. Molti di questi materiali propongono canti su tematiche didattiche specifiche, come i numeri, la natura, l’amicizia, e possono essere utilizzati per creare collegamenti fra la musica e altre materie, nell’ottica di una programmazione che consideri il linguaggio musicale come rinforzo delle conoscenze scolastiche. Un’altra parte della biblioteca mu- sicale comprende testi che trattano argomenti di pedagogia musicale; particolarmente interessanti in quanto raccontano di esperienze didattiche svolte sul campo, da docenti e ricercatori fra i più conosciuti nel campo dell’educazione musicale. Infine è possibile trovare vari testi di teoria musicale, utili per chi si deve approcciare all’insegnamento della musica, e una raccolta di riviste specializzate. In tutto la Sezione Musicale raccoglie più di 2000 pubblicazioni, molte delle quali sono state aggiunte al catalogo telematico, e che sono anche elencate in un catalogo a disposizione degli utenti. Orientarsi in questa biblioteca non risulta sempre facile, per l’eterogeneità dei materiali presenti; quindi molto spesso le insegnanti chiedono un suggerimento per la scelta dei materiali più adatti al tipo di 8 ica a Memo sono affinati, ricercando musicisti con un diploma di strumento e poi di didattica della musica. In questo percorso la Sezione Musicale svolge un ruolo di supporto organizzando la formazione per questi insegnanti, e un tirocinio teorico e pratico per coloro che iniziano a svolgere i primi progetti nelle scuole. Alla Sezione Musicale poi sono raccolti moltissime documentazioni dei progetti svolti (dal 1980 ad oggi) da questi insegnanti esperti, che rappresentano una “memoria” di tutte le attività e sono una preziosa testimonianza di come la musica sia presente nella realtà educativa modenese per i bambini da 0 a 6 anni. Il gruppo musica quindi è strettamente collegato alla sezione musicale e testimonia una particolare attenzione alla musica come tema educativo importante nella prima infanzia. Su questa tematica recenti studi dimostrano come esista una relazione fra benessere psico-fisico dei bambini ed esperienza pratica del linguaggio musicale (ascolto, canto, utilizzo di strumenti musicali) e, per questo, particolare interesse suscitano i progetti e gli interventi musicali rivolti ai bambini in età precoce. La potenzialità espressiva del linguaggio musicale si rivela una fonte preziosa che permette anche di condividere esperienze di gruppo relative alla produzione sonora, e quindi di condividere con gli altri il piacere di fare musica fin da piccoli. Nel corso di questi 10 anni di attività presso Memo la Sezione Musicale si è aperta in modo significativo al mondo della scuola primaria e secondaria di primo grado. Attraverso l’organizzazione di corsi di formazione specifici sul tema della intervento da realizzare. È possibile quindi richiedere una consulenza relativamente a progetti specifici concernenti la musica nella scuola. In particolare la Sezione Musicale segue i progetti degli insegnanti esperti in servizio presso i Nidi e le Scuole d’Infanzia del Comune di Modena, con consulenze e proposte formative mirate. Gli insegnanti del “Gruppo Musica” da più di 30 anni organizzano progetti di attività musicale nelle Scuole d’Infanzia e da circa 15 anni si realizzano progetti specifici anche per il Nido. Inizialmente formato da insegnati già in servizio nelle scuole, con particolare formazione musicale, nel corso del tempo il gruppo si è arricchito della collaborazione di musicisti, e via via i criteri di selezione e reclutamento degli insegnanti si 9 Dove a Memo (viale J. Barozzi, 172 Modena) Quando durante l’anno scolastico, nei pomeriggi di martedì, mercoledì e giovedì dalle 16,30 alle 18,30. Servizi documentazione consulenza prestito materiali musica, sempre più insegnanti sono venute in contatto con la sezione musicale utilizzandola come risorsa per la realizzazione di progetti gestiti autonomamente nelle scuole, con la consulenza e la collaborazione con insegnanti esperti di musica. L’insegnamento della musica a scuola spesso è vissuto dalle insegnanti di classe con insicurezza e con timore, vista anche la mancanza di sussidi che supportino e aiutino nella programmazione didattica. La funzione di supporto degli insegnanti esperti nella consulenza offerta dalla Sezione Musicale, arricchita dalla possibilità di trovare una biblioteca tematica sull’educazione musicale, ha contribuito all’organizzazione di progetti musicali specifici portati avanti dalle insegnanti direttamente nelle scuole. La Sezione Musicale, in conclusione, si propone come spazio d’incontro fra le varie proposte educative legate alla musica nella scuola modenese, con l’obiettivo di raccogliere e condividere esperienze significative fra insegnanti e operatori musicali, un’opportunità di rilancio in chiave educativa del linguaggio musicale, per lo sviluppo cognitivo e relazionale dei bambini, e contribuire sempre di più alla diffusione dell’idea che la musica sia un bene comune da salvaguardare e promuovere fin dalla più tenera età. Do... re... mi... far m di Francesca Botti Coordinatrice pedagogica srvizi 0-6 Comune di Modena Sono più di trent’anni che il Comune di Modena, nell’ambito di una precisa scelta culturale e pedagogica, ha avviato l’esperienza musicale nelle scuole dell’infanzia comunali per poi estenderla anche a tutti i nidi. L ’educazione musicale nei servizi educativi 0-6 modenesi è un percorso esperienziale attivo, attraverso il quale i bambini sono portati a sviluppare un’attenzione uditiva competente che si esprime nelle tre condotte principali che Delalande riconosce come universalmente presenti nei musicisti di qualsiasi provenienza culturale: essere sensibili ai suoni, trovare in essi un significato, godere della loro organizzazione. Fare esperienza musicale non significa quindi trasmettere un sapere, ma sviluppare una sensibilità all’ascolto che passa attraverso l’esplorazione attiva, la manipolazione dei suoni, il riconoscimento del loro potere comunicativo. Partendo dalle prime attività del nido, prevalentemente centrate su suono e gesto, per passare via via, durante la scuola dell’infanzia, ad una caratterizzazione più simbolica dell’esperienza musicale, si sviluppa quindi un percorso che vede i bambini protagonisti attivi nella costruzione del progetto che li investe. Centrale, in questo processo, è la motivazione personale e di gruppo, l’interesse verso la sperimentazione, l’ascolto, il gioco sonoro-musicale. Sperimentare e apprendere in una dimensione ludica e relazionale significa allora partire dagli interessi dei bambini, dalla loro cultura, dallo sviluppo cognitivo e dalle competenze espresse, evitando l’astrattezza del rigorismo disciplinare. La musica al nido e alla scuola dell’infanzia non è un collage di discipline musicali diverse adattate ai bambini, ma è un campo di esperienze concrete che prevede obiettivi a lungo termine relativi al modo sonoromusicale quali il saper percepire, saper capire e saper produrre eventi sonori. Al nido e alla scuola dell’infanzia l’incontro con il mondo dei suoni è caratterizzato da un approccio globale: non solo musica in quanto espressione artistica, ma musica intesa come tutto ciò che possiamo fare con i suoni. Il suono è oggetto di esplorazione e di manipolazione, sensorialità che coinvolge tutto il corpo e la voce. Agli adulti, educatori e musicisti insieme, il compito di predisporre contesti per sostenere le esplorazioni autonome dei bambini verso le prime produzioni sono- re intenzionali. Tutto ciò è possibile attraverso una progettualità aperta, un approccio che fa tesoro dei gesti sonori e delle scoperte dei bambini, dei loro interessi e dei loro linguaggi, dei processi attraverso cui costruiscono la realtà. Musica al nido e alla scuola dell’infanzia è, quindi, da una parte quotidianità, riflessione sulla qualità sonora dell’ambiente, dall’altra è esperienza e immersione in un linguaggio, quello musicale appunto, di cui vengono recepite la ricchezza e complessità, fornendo stimoli e possibilità di interiorizzazione. Il linguaggio musicale, come il linguaggio verbale, si sviluppa grazie ad una precoce, varia e ricca esposizione dei bambini ad esso. Gli adulti responsabili dell’educazione si pongono con il ruolo di promotori dei processi cognitivi ed esperienziali, valorizzando gli aspetti del contesto che possono sostenere l’esperienza, renderla interessante, adeguarla alla specificità dei bambini presenti, ai loro interessi, alla loro età, ai bisogni che esprimono. Perchè ciò si realizzi appieno, devono essere messe in sinergia le competenze di ciascuno, musicisti ed educatori-insegnanti. 10 musica allo zerosei Il musicista mette in campo competenze tecniche alte, che permettono di proporre un repertorio sonoro e musicale adeguato, bilanciando le proposte perchè queste siano ricche e stimolanti, adeguate ai percorsi di scoperta dei gruppi di bambini che hanno di fronte, perchè fare musica non si traduca nel riproporre pedissequamente repertori inadeguati in quanto troppo semplici o troppo poco significativi per i bambini. L’incontro con il musicista e il suo strumento, d’altro canto, è di per sè un’esperienza potente e ricca di fascino per i bambini: è incontrare la musica attraverso una persona vera e la forza della sua passione, l’espressività comunicativa che sa trasmettere attraverso il suo strumento e l’interpretazione personale di una produzione musicale. La ricchezza espressiva è, in questo senso, un dato soggettivo, variabile e proprio per questo ricco di significati comunicativi che i bambini recepiscono e interiorizzano. Gli insegnanti e gli educatori mettono in campo competenze pedagogiche adeguate sostenendo l’attività del musicista esperto, riprendendo l’esperienza musicale nella quotidianità, ponendo una costante attenzione al mondo sonoro dei bambini, alle loro produzioni, mettendo in relazione scoperte ed esperienze, collaborando alla costruzione di un contesto adeguato. Fare musica nei servizi educativi 0-6 significa quindi fare esperienza musicale: conoscere, sperimentare, percepire e manipolare le sonorità. Un’esperienza che nei nidi e nelle scuole dell’infanzia non può che essere ludica, coinvolgente e relazionale. Il piacere è dunque una costante imprescindibile, così come il gioco attraverso cui si sviluppa l’esperienza. Ciò, come sostiene Delalande, fa invertire la consueta prospettiva con cui ci sia approccia all’educazione musicale, riconoscendo che “educare i bambini non significa farli uscire dallo stato di vuoto musicale in cui si suppone essi si trovino per portarli a un determinato livello di competenza, al contrario significa sviluppare un’attività ludica che è già presente in loro e che è, in definitiva, la sorgente stessa del gioco musicale” (F. Delalande, 2001). Un po’ di storia, un po’ di numeri N el 1978 nasce il “Gruppo musica” e con esso l’attività di educazione musicale nelle scuole dell’infanzia comunali di Modena. Il progetto si sviluppa in interventi settimanali per l’intero anno scolastico e rappresenta una scelta culturale e pedagogica significativa coerente con il progetto educativo delle scuole comunali. Nel corso degli anni il “Gruppo musica” si è sempre più qualificato: dapprima formato da docenti di scuola dell’infanzia formati musicalmente oggi è composto da musicisti diplomati in strumento musicale e in didattica della musica. L’anno scolastico che sta terminando vede 21 docenti di musica impegnati nelle scuole d’infanzia e nidi. Nelle 17 scuole comunali e 5 scuole della Fondazione Cresci@mo l’intervento dei docenti di musica è di 1 ora alla mattina nelle sezioni 3, 4 e 5 anni per 20 settimane, a cui va aggiunta 1 ora e mezza in più al pomeriggio nella sezione 5 anni per tutto l’anno scolastico. 11 Nelle 11 scuole statali e in 7 scuole convenzionate i bambini sono impegnati settimanalmente per 1 ora per quasi tutto l’anno scolastico. Le prime esperienze nei nidi comunali di Modena risalgono, invece, al 2004 e hanno visto inizialmente coinvolte 5 strutture. Oggi l’intervento dei docenti di musica avviene in tutti i 22 nidi comunali della città: 1 ora settimanale per ogni sezione per un periodo di 15 settimane. Infine tanti percorsi musicali anche per i bambini ricoverati nel reparto Pediatria del Policlinico di Modena dove un docente del gruppo musica interviene 2 volte alla settimana. Ogni insegnante è impegnato su più scuole e oltre alle ore programmate con i bambini sono previsti momenti di collaborazione e programmazione con i docenti e incontri di informazione e comunicazione con i genitori, oltre alla progettazione e conduzione di feste e momenti ricreativi. testata di Giuliano Boni Parole sonore Alla scuola primaria Cittadella il testo di un grande maestro e le note di celebri musicisti si fondono e si scambiano suggestioni. L’esperienza dei bambini di una classe seconda. I l raggio di luce giocò un po’ tra i suoi rami, carezzò le rughe del suo tronco, scivolò giú fin dove i piedi entravano nella terra, e gli disse: “Vecchio ciliegio, sveglia! Sono il primo raggio di sole, ho bucato la coperta di nuvole e ti ho portato la primavera! Sveglia, è l’ora!” Comincia così, con la lettura del libro Bandiera di Mario Lodi, l’esperienza musicale che la maestra Francesca Scanavini ha realizzato in una classe seconda della scuola primaria Cittadella di Modena. Dalla storia di una fogliolina che nasce in primavera e incontra durante l’arco della sua vita tanti personaggi appartenenti al mondo vegetale e animale, prendono spunto innumerevoli suggestioni musicali che accompagnano i bambini durante tutto l’anno scolastico. Francesca Scanavini ci ha raccontato come e perchè ha intrapreso questo percorso. Come è nata l’idea di proporre questa esperienza? Dalla considerazione che l’ambito dell’educazione musicale rappresen- dai bambini, con alcuni colori particolarmente significativi del linguaggio delle emozioni. ta uno spazio fondamentale all’interno della programmazione scolastica: il linguaggio della musica procede parallelamente alle altre discipline e veicola conoscenze, sentimenti, simboli, credenze che contribuiscono alla formazione e alla continua modulazione del bagaglio culturale di ogni individuo. Vi sono state altre connessioni tra il testo narrato e la musica? Parecchie. Leggendo Bandiera ci siamo accorti che parecchi personaggi, nomi e vocaboli sono stati pensati allo scopo di potenziare l’immedesimazione del lettore nei panni dei protagonisti e rendere il più reale possibile il contesto legato al mondo della natura. Questi con- Come è passata dal testo alle note? Le diverse fasi della narrazione hanno suggerito la riproduzione in classe di suoni e rumori della natura. tenuti sono stati per così dire “sonorizzati” con l’utilizzo della voce, di oggetti e strumenti, in gruppo o individualmente, attraverso giochi di imitazione che coinvolgono anche il corpo e che possono essere realizzati in classe, in palestra o all’aria aperta. Abbiamo così sperimentato xilofoni, tamburi, piatti e strumenti tipici di altre popolazioni, coinvolgendo anche i genitori di alcuni alunni. Il passaggio successivo è stato l’ascolto di brani di musica classica vicini al tema del racconto, come Le quattro stagioni di Vivaldi, Il Carnevale degli animali di Saint Saens, Passi sulla neve di Debussy, insieme a brani che riproducevano suoni e rumori del paesaggio naturale (soffio del vento, scorrere dell’acqua...). Ha notato dei cambiamenti nei comportamenti degli allievi? Molti. La scelta del testo si è rivelata particolarmente indovinata e ha consentito di realizzare un percorso, inserito nella programmazione didattica annuale, ricco di momenti diversi dalle abituali routine scolastiche. Mi riferisco soprattutto ad attività destrutturate che hanno consentito ai bambini di ripensare le proprie modalità comunicative e le proprie strategie di ragionamento mentale. Nel momento in cui tutti in cerchio ci siamo dedicati alla meditazione, tutti i bambini si sono “abbandonati” al sottofondo musicale, cercando di fondere le proprie individualità e di sentirsi “dentro” ad una comunità. E i bambini che reazioni hanno avuto? Attraverso esercizi di meditazione in cerchio e di concentrazione mentale durante l’ascolto, i bambini hanno preso coscienza dei cambiamenti del ritmo, sia musicale che del loro respiro, e del variare delle intensità sonore. Hanno poi comunicato le loro percezioni e i loro stati emotivi attraverso le parole e il linguaggio grafico con colori e immagini. È venuto quindi quasi spontaneo poi associare frammenti musicali, ascoltati o riprodotti direttamente 12 Fare musica è... F all’altezza, è il primo dei freni che emergono da parte di noi insegnanti. Ma il metodo di Paola non è basato su parole o su semplici nozioni da imparare e applicare, bensì sul mettersi in gioco, sul “fare” in prima persona, e così, attraverso ritmi, suoni, danze, strumenti e canti... vieni subito trascinato nel vortice incantato della musica, scoprendo in prima persona che questo è un “mondo” anche per te, che puoi entrarci, esplorarlo, viverlo, conoscerlo, viaggiarci, puoi farlo tuo e puoi crescerci dentro anche tu. Da insegnante poi il passo verso la trasmissione di quanto imparato e sperimentato insieme a Paola è quasi automatico. Quest’anno ho avuto modo di “sperimentare” alcune attività musicali proposte, sia ai miei bambini (ho una terza) che in un laboratorio di alfabetizzazione per alunni stranieri di prima e seconda della mia scuola che ho intitolato ”Cantiamo l’Italiano”. La musica è alleata privilegiata dell’educazione all’interculturalità e così, accanto ad alcune canzoni che hanno fatto da sfondo ai vari interventi del laboratorio, ho introdotto anche alcuni ritmi, canti e danze proposte da Paola. Sia con la mia classe che coi bambini stranieri, il risultato è stato unanime. Entusiasmo, apertura, facilitazione alla comunicazione, oltre che - dal punto di vista strettamente musicale - crescita e potenziamento delle abilità ritmiche, di intonazione, di educazione al suono e al canto corale. Voglio concludere con le parole di are Musica è emozionante. Fare Musica è divertente. Fare Musica è appassionante. Fare Musica è arricchente. Fare Musica è sorprendente… Fare scuola con la Musica è un modo accattivante di attrarre i bambini al sapere, di trasmettere nuovi codici comunicativi, di aiutare a superare blocchi emotivi, di potenziare e costruire il codice linguistico, di superare le barriere culturali, di favorire una nuova conoscenza del sé in armonia e in relazione con gli altri. Tutto questo e tanto altro è contenuto nello “scrigno di pietre preziose” che è la musica. Tuttavia questo tesoro rimane molto spesso chiuso e inaccessibile a tanti, troppe insegnanti, parlo almeno per la scuola primaria, per le quali la formazione musicale rimane ferma a qualche conoscenza scolastica certamente inadatta a trasmettere ai bambini l’entusiasmo della musica. Da molti anni Memo propone agli insegnanti della scuola primaria dei corsi di didattica musicale tenuti da docenti specializzati che hanno avvicinato e formato alla musica generazioni di bambini e di insegnanti nella scuola modenese. Da due anni ho avuto il privilegio di partecipare ai corsi di formazioni tenuti da Paola Poggi e devo dire che molte cose mi hanno sorpreso ed entusiasmato. In Paola mi ha colpito innanzitutto la capacità e il desiderio inarrestabile di trasmettere alle insegnanti la passione e il coraggio di “fare musica” coi bambini. Parlo di “coraggio” perché molto spesso la paura di non essere capace, di non saper fare, di non essere 13 uno dei canti (imparati al corso) più “gettonato” quest’anno dai miei bimbi di terza. È un’attività musicale semplice e immediata che si basa sulla ripetizione di una piccola strofa pronunciata in coro con diversi parametri del suono: altezza, intensità, timbro. Signficative le parole: “Chi getta un seme lo deve coltivare se vuol vederlo col tempo germogliare”. di Cristina Corradini docente scuola primaria Collodi Modena La testimonianza di un’insegnante di scuola primaria che ha partecipato ai corsi di formazione sulla didattica musicale organizzati da Memo. Le sue impressioni, un grande entusiasmo e le implicazioni positive sul lavoro in classe. di Maristella Massari docente scuola Marconi Dal 2009 le scuole medie Marconi e Ferraris di Modena propongono ai loro studenti un corso ad indirizzo musicale. Il racconto di una “avventura” unica ed emozionante che diventa per i ragazzi un’esperienza di vita. “Ogni volta che si suona, si devono fare al contempo due cose molto importanti: una è esprimersi – altrimenti non si sta contribuendo all’esperienza musicale – l’altra è ascoltare gli altri musicisti, il che è indispensabile per fare musica” Daniel Baremboim da “La musica sveglia il tempo” 2007 La Scuola Ma …all’Indiri Q uando arrivai alla Scuola Marconi - era il lontano 2004 - me ne innamorai subito: non avevo mai visto una scuola media così ricca di musica! Si faceva musica naturalmente nelle ore specifiche, ma spesso anche al pomeriggio in laboratori vari. Si faceva musica a Natale e a fine anno, ma anche nella Giornata della Memoria o per accompagnare una lettura. Si suonava il flauto, ma anche chitarra, tastiere, percussioni… Mi chiesero subito “Quali sono i tuoi strumenti?”, risposi che erano il clarinetto e il saxofono e di lì a poco partì un laboratorio per i ragazzi che desideravano suonare uno dei due strumenti a fiato… Tutto era sempre così ricco e vario… eppure, nel tempo, sviluppammo insieme ai colleghi la necessità di rendere questa esperienza stabile, al sicuro anche dai più turbolenti venti scolastici, ma soprattutto sentivamo l’esigenza di dare alla città uno spazio che ancora non c’era: l’Indirizzo Musicale! L’Indirizzo Musicale, consente di inserire lo studio di uno strumento (nel nostro caso chitarra, clarinetto, pianoforte e violino) nel curricolo dell’alunno, che verrà seguito con lezioni individuali e di gruppo tenute da insegnanti qualificati facenti parte del corpo docente. 14 arconi abita… izzo Musicale Nella nostra scuola si è scelto di non riunire i ragazzi che studiano uno strumento in un’unica classe, ma di suddividerli nei vari corsi, in modo che la loro esperienza abbia una ricaduta positiva e concreta all’interno di tutto il gruppo classe. Nati in Italia inizialmente come corsi di Sperimentazione Musicale nel 1975, si è giunti infine al loro ordinamento col D.M. 201/1999 che prevede specifici programmi per ogni strumento e la verifica teorica/pratica in sede di esame finale di licenza. Da quel desiderio condiviso via via da tutta la scuola, sono partiti nell’a.s. 2009/2010 - e sono oggi attivi - ben due corsi a Indirizzo Musicale: uno al Plesso Marconi e uno al Plesso Ferraris (attualmente sono anche gli unici nel Comune di Modena). Ciò significa che circa 250270 ragazzi hanno studiato o stanno studiando uno strumento musicale nella nostra scuola! Molti di quelli già usciti continuano a suonare o privatamente o in associazioni e gruppi vari; altri hanno fatto una scelta più decisa e stanno frequentando il Liceo musicale per fare della musica il loro orizzonte di vita. Alcuni dei nostri ragazzi hanno scritto della loro esperienza sul giornalino della scuola. “…In queste prove si respira un’aria magica; già prima che si cominci a suonare c’è un eccitante senso d’attesa: i ragazzi chiacchierano e ripassano mentalmente il loro pezzo, i diversi strumenti vengono accordati e si fanno le prove del suono, poi tutti si posizionano al proprio posto pronti a suonare, il direttore (o direttrice) alza le braccia, dà l’attacco… e si comincia. Gli strumenti producono un suono delizioso che li riunisce tutti, nonostante le loro diversità, in una sinfonia, le menti dei musicisti sono divise fra la concentrazione nel fare il proprio pezzo e l’ascolto di quella cosa bellissima che stanno creando…” “Sono passati ormai tre anni. Tre anni caratterizzati da alti e bassi, ma sempre accompagnati da una dolce melodia. Questa è, secondo noi, una delle esperienze più posi15 tive di questi anni di scuola media, che solo chi ha deciso di frequentare l’indirizzo musicale ha potuto vivere. Alla fine del percorso pensiamo che questa opportunità ci abbia permesso di capire la bellezza e l’importanza che ha per noi la musica. Chiunque partecipi a questa esperienza, già dal primo concerto è trasportato da una fortissima emozione e tutto questo scaturisce dalla nostra musica, che ci rende tutti partecipi, che tutti coinvolge. Certo, questo percorso non è sempre “rose e fiori”, come quando verso il termine dell’anno scolastico cominciano le prove per il fatidico concerto finale! Ma alla fine ogni sforzo è ripagato dal fantastico risultato! In più, durante questo percorso, non si impara solamente a suonare uno strumento, ma si impara anche uno stile di vita che implica impegno e senso di responsabilità nei confronti degli altri e di se stessi, al fine di raggiungere un obiettivo comune. Crediamo perciò che imparare a suonare uno strumento a scuola insegni a crescere insieme divertendosi. Alla voce “armonia” il vocabolario riporta: “consonanza di voci o di strumenti in accordo tra loro e grati all’orecchio e al cuore”. Imparare a suonare insieme significa non soltanto imparare a unire le note per creare melodie, ma anche unire le menti e i cuori delle persone per costruire forse un giorno una società migliore. Ne siamo convinte.” Che altro dire? Forse solo invitare le scuole ad attivare altri corsi a Indirizzo Musicale perché la musica non è un “di più”, ma una parte fondamentale del nostro essere e stare insieme. Nelle fotografie gli studenti dell’Indirizzo musicale della scuola Marconi Un liceo molto di Roberta Pinelli Dirigente Liceo Sigonio intonato Da tre anni il liceo Sigonio è diventato anche musicale. Dodici ore sulle trentadue settimanali sono dedicate allo studo di discipline musicali. Un impegno faticoso che ha già dato i suoi frutti: durante l’anno scolastico gli studenti animano la città con concerti e performance fino ad arrivare ai saggi finali. C on una corsa degna delle Olimpiadi, nel settembre 2011 ha aperto presso il Liceo Sigonio il primo Liceo Musicale della provincia di Modena. Perché si è dovuto correre? Perché, contrariamente al solito, la decisione ufficiale sull’istituzione del nuovo indirizzo è arrivata al Liceo Sigonio alla fine di maggio anziché a marzo. Anche perché, caso esistente solo in Emilia Romagna, è stato convenuto che una parte dei docenti del Liceo Musicale fossero pagati dalla Fondazione Cassa di Risparmio, grazie all’intervento di garanzia della Provincia e del Comune di Modena. Ed è per questo motivo che le iscrizioni alla classe prima del Liceo Musicale non possono superare le 25 unità. In soli tre mesi è stata così una bella impresa concordare la Convenzione con l’Istituto Musicale “VecchiTonelli”, reperire il personale di ruolo, scrivere e pubblicare il bando per assumere il personale precario necessario per completare l’orario delle lezioni, organizzare gli spazi, controllare le strumentazioni già presenti presso il Liceo e provvedere ad acquistare quelle mancanti, rivedere l’orario delle lezioni, ecc. Comunque ci siamo riusciti; dal settembre 2011 il nuovo indirizzo ha cominciato a funzionare e oggi, presso il Liceo Sigonio, sono presenti la 1°, la 2° e la 3° classe di Liceo Musicale, per un totale di 76 studenti. Per la nostra scuola, al di là delle difficoltà organizzative ed economiche (il Ministero non ha assegnato al Liceo Sigonio nessun finanziamento per il Liceo Musicale), è sicuramente una esperienza qualificante e per gli studenti, almeno dal punto di vista musicale, certamente gratificante. Oltre alle discipline musicali di carattere teorico, i ragazzi affrontano lo studio di due strumenti musicali, uno scelto da loro, il primo strumento, il cui curricolo prevede uno studio di due ore la settimana per i primi due anni con un insegnante in16 dividuale, ed uno scelto dalla Commissione d’esame, secondo strumento, il cui curricolo prevede uno studio di un’ora a settimana. Tutti i pomeriggi la nostra scuola si anima di mille melodie, suoni, accordature, è piena di ragazzi che aspettano la loro lezione e ripassano il passaggio difficile, provano insieme, ripassano le lezioni del mattino, chiacchierano, cantano… Da noi la musica è indagata, studiata, ascoltata e prodotta in tutti i suoi aspetti e le sue sfumature. Anche le materie curricolari (le meno amate, ovviamente, dai ragazzi) cercano di privilegiare un taglio musicale. Sono molte le proposte interessanti che vengono rivolte ai ragazzi durante l’anno scolastico: stages che seguono la preparazione di un’opera lirica, partecipazione a spettacoli musicali di compagnie sperimentali, viaggi d’istruzione legati a laboratori di approfondimento di determinati aspetti musicali, presenza a concerti serali di particolare qualità, accompagnati dagli insegnanti, e naturalmente le esibizioni della nostra orchestra. Nel corso di questo anno scolastico, ad esempio, gli studenti musicisti hanno partecipato a molti concerti pubblici, fra cui il più prestigioso è stato sicuramente il Concerto degli Auguri di Natale presso il Museo Enzo Ferrari. È però necessario ricordare che il Liceo Musicale è un Liceo molto impegnativo e ora proveremo a spiegare perché. Innanzitutto, prevede 32 ore settimanali di lezione, a fronte delle 27 degli altri Licei. Poiché le ore di strumento sono 3 settimanali e tutte individuali, ogni studente ha impegnati due pomeriggi la settimana. Altri pomeriggi vengono impegnati nel corso dell’anno per preparare le tante esibizioni pubbliche a cui il Liceo Musicale viene invitato, per le prove dei saggi individuali di strumento (che si tengono solitamente nel mese di aprile), per la preparazione del concerto conclusivo dell’anno scolastico (a fine maggio). Si segnala poi che sulle 32 ore settimanali del curricolo, 12 sono di discipline musicali (fra cui materie di studio teorico come Storia della Musica, Composizione, Tecnologie Musicali) e 20 ore sono invece relative alle discipline della cosiddetta area comune (Italiano, Storia, Matematica, Scienze, Inglese, Storia dell’Arte, a cui a partire dalla III classe si aggiungono la Filosofia e la Fisica). Una preparazione di questo tipo permetterà allo studente di accedere, previo esame di ammissione, al corso di studi superiori di musica presso il Conservatorio e intraprendere quindi una carriera musicale oppure frequentare una qualsiasi facoltà universitaria. È un corso di studi ricco e completo, sicuramente faticoso, ma anche in grado di motivare gli alunni e sostenerli durante il loro percorso. In questi tre anni abbiamo visto che i ragazzi già dopo un paio di mesi avevano stretto tra loro ottimi rapporti di collaborazio- 17 ne, che sono proseguiti via via fino ai concerti finali che sono i momenti più emozionanti e ricchi di soddisfazione. La nostra città, la città del bel canto, una delle poche città italiane dove l’approccio alla musica inizia già dall’asilo nido, non aveva una scuola che sapesse unire una solida preparazione liceale con una formazione musicale completa e siamo orgogliosi di aver colmato questa lacuna e di poter proporre ai nostri ragazzi dotati di talento la possibilità di coltivare le loro passioni. www.sigonio.it Nelle fotografie tre esibizioni degli studenti del liceo Sigonio Vecchi-Tonelli, l’univ di Antonio Giacometti Diriettore dell’Istituto “Vecchi-Tonelli” Le proposte didattiche di alto profilo dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “VecchiTonelli”: dai master di perfezionamento alle numerose produzioni artistiche promosse sul territorio. L ’Istituto Superiore di Studi Musicali “Orazio Vecchi-Antonio Tonelli” di Modena e Carpi, nato nel 2006 dalla fusione fra i due Istituti pareggiati voluta dalle rispettive Amministrazioni Comunali, appartiene alle 78 Istituzioni Italiane del comparto AFAM (Alta Formazione Artistica Musicale), dipendenti dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Queste Istituzioni hanno il compito preciso di condurre gli allievi al traguardo di un titolo di studio di rango universitario, spendibile in tutta Europa ed articolato secondo Trienni di primo livello (Bachelor), Bienni di secondo livello (Laurea Magistrale), Master di I e II livello, Specializzazione, analogamente ai normali Atenei (legge 508 del 1999). Questa spinta forzata verso l’alto del target formativo ha in realtà messo in serio imbarazzo i vecchi Conservatori e Istituti Musicali Pareggiati del nostro paese, abituati da tempo ad organizzare un curricolo scolastico che copriva la preparazione di un allievo più o meno dagli 11 anni fino ai 21, con eventuali e specifiche eccezioni. Il Ministero ha così permesso sia la possibilità di concludere il percorso agli allievi dell’Ordinamento previgente, sia la possibilità per l’Istituzione di avviare comunque dei “corsi pre-accademici”, in grado di soddisfare la richiesta dei singoli territori di un’educazione strumentale di alto livello, con vocazione professionalizzante, e, nel contempo, di preparare dall’interno l’accesso al nuovo ordinamento universitario, ricostruendo in qualche modo l’unitarietà curricolare di un tempo. All’ormai quasi decennale compresenza dei tre ordinamenti ora descritti (a vario livello corroborati da Materclass, Seminari, Clinics e Stages), il “Vecchi-Tonelli” aggiunge i “corsi di propedeutica musicale e di avviamento strumentale” rivolti espressamente alla fascia della scuola primaria, nonché interventi educativi negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia della città di Modena e dei paesi vicini, gestiti autonomamente o in collaborazione con l’Assessorato all’Istruzione del Comune, col Memo, con gli stessi Circoli Didattici. In tal senso, il Dipartimento di Didattica della Musica è molto attivo ed oltre a supportare tutte queste attività, ha inaugurato quest’anno un interessante progetto d’intervento nel reparto di Pediatria del Policlinico e prodotto due spettacoli di teatro musicale che ha offerto a bambini e a ragazzi delle scuole locali. Attualmente il “Vecchi-Tonelli” conta più di cinquecento iscritti nelle due sedi, la maggior parte dei quali frequenta i corsi ad esaurimento dell’ordinamento previgente, i pre-accademici e la propedeutica, anche se sono in costante crescita da alcuni anni gli iscritti a trienni e bienni di Alta Formazione, soprattutto in virtù della presenza di docenti di fama nazionale ed internazionale, che attirano studenti da tutto il mondo. Le proposte musicali dell’Istituto sul territorio sono sempre state numerose e variegate e tanti gli allievi di ogni età delle classi di strumento, di canto e di composizione chiamati a partecipare ad importanti produzioni, come Il Ratto d’Europa e Brundibar, e ad iniziative promosse da Enti, Associazioni e Fondazioni, come la Gioventù Musicale Italia, gli Amici della Musica, il Teatro Pavarotti. Questo 2014, poi, centocinquantesimo anniversario della 18 versità della musica DUE SECOLI DI ECCELLENZE MUSICALI Risalgono al XIX secolo i primi documenti che attestano la presenza di scuole civiche di musica a Modena e Carpi. Duecento anni dopo, la formazione musicale nelle due città è affidata all’Istituto superiore di Studi musicali “Vecchi-Tonelli”, nato dall’unificazione del Liceo musicale modenese Orazio Vecchi con l’istituto di musica Antonio Tonelli di Carpi. L’Istituto Vecchi-Tonelli è diretto da Antonio Giacometti, e presieduto da Alberto Campedelli. A Modena, il primo documento ufficiale sulla Scuola di Musica gratuita a spese del municipio risale al 1864, ma già in una composizione del 1832 dedicata a “Sua Altezza Reale il Duca Francesco IV, Arciduca d’Austria e Duca di Modena”, la dodicenne autrice del brano Maria Teresa Cuboni si dichiara “allieva della scuola di Modena”. Un altro documento del 1827 comprova l’esistenza di insegnanti di musica a corte, stabilendo che “i sonatori che hanno scolari d’obbligo saranno tenuti a dar lezione tre volte la settimana”. Altre notizie riferiscono di una scuola di musica funzionante nello stesso periodo “sopra la bottega del cantone della Bonissima”. È nel 1914 che la Scuola Comunale di Musica viene intitolata a Orazio Vecchi. Nel 1924 ha preso il nome di “Liceo Musicale Orazio Vecchi” e nel 1976 ha ottenuto il pareggiamento ai Conservatori, che equipara il curriculum didattico degli alunni dell’Istituto a quelli dei conservatori statali, fino al conseguimento di regolare diploma, con valore legale. L’Istituto Antonio Tonelli di Carpi nasce nel 1802 come Scuola Gratuita di Violino. Nel 1824, sotto il Governo Estense, amplia l’attività didattica in collegamento con lo sviluppo dell’orchestra locale (i Filarmonici) e verso il 1880 Banda cittadina e Scuola di Musica vengono accorpate. All’inizio del Novecento la scuola si istituzionalizza: il maestro, assunto con concorso nazionale, comincia ad essere affiancato da un direttore e da una commissione giudicatrice per gli esami, mentre il regolamento avvicina la scuola ai Conservatori. Anche se le guerre mondiali interrompono temporaneamente la regolarità dei corsi, nel 1941 la scuola è riconosciuta ufficialmente dal Ministero della Pubblica Istruzione. Nel dopoguerra l’Amministrazione comunale rilancia l’attività: l’Istituto acquisisce il nome di Antonio Tonelli, aumenta il numero di allievi e introduce la cattedra di pianoforte e altre materie previste nei programmi del Conservatorio. Gli strumenti insegnati cambiano con il passare del tempo e mentre scompaiono oboe, fagotto e percussioni, negli anni Sessanta arriva la chitarra. Nel 1981 l’istituto viene pareggiato ai Conservatori. L’accorpamento dei due istituti è stato a lungo caldeggiato dalle Amministrazioni comunali che nel 2006 hanno firmato il documento che ne sanciva la fusione nell’unico istituto denominato Orazio Vecchi - Antonio Tonelli pareggiatodalla Direzione generale per l’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica. Al pareggiamento è seguita, nel 2007, la trasformazione in Istituzione di Alta Cultura, secondo quanto previsto dalla legge 508/99, con la stesura dello Statuto e l’insediamento delle cariche e degli organi di governo. Modena è stata identificata come sede principale e giuridica dell’Istituzione. fondazione del Liceo Musicale titolato a Orazio Vecchi, è caratterizzato da una programmazione ancor più ricca, che coinvolgerà allievi ed ex-allievi in un cartellone di concerti, performance e spettacoli di teatro musicale, che coinvolgeranno le città di Modena e Carpi fino al prossimo mese di dicembre. Il “Vecchi-Tonelli” si dimostra quindi realtà viva, coinvolgente e produttiva, in grado di mantenere la rotta della qualità nell’insegnamento e nella produzione artistica, nonostante i continui tagli imposti dagli Enti locali negli ultimi anni per effetto della crisi economica, un punto di riferimento per tutta la cittadinanza modenese. Chi voglia curiosare un po’ nell’offerta formativa dell’Istituto può scaricare il Manifesto degli studi 201415 direttamente dal nostro sito, all’indirizzo: www.comune.modena.it/oraziovecchi/ In alto Allievi del Vecchi-Tonelli in “La conversione di Maddalena” opera di Bononcini a fianco Allievi del Vecchi-Tonelli con il maestro Riccardo Muti 19 Mode Luogh sviluppo di idee che interagisce coi giovani sulle tematiche legate alla creatività musicale anche tramite progetti specifici, alcuni dei quali ormai consolidati. “Piccole band crescono” è uno di questi progetti cardine: dedicato ai giovani di età compresa tra i 13 e i 15 anni che suonano uno strumento musicale o fanno già parte di una piccola band. Il progetto, che viene proposto a cadenza biennale, è giunto nel 2014 alla sua ottava edizione. I musicisti iscritti, dopo aver superato una selezione iniziale, partecipano ad un percorso di prove, sotto la guida di un musicista professionista, che li porterà a preparare il loro primo vero concerto pubblico all’Off di Via Morandi. Nell’ultimo triennio oltre 15 gruppi musicali, di Modena e provincia, sono stati coinvolti nei concorsi su tematiche sociali promosse dal Centro Musica in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Giovanili. “A piece for peace”, “Note in bilico” e “Citizen” prevedevano la realizzazione di un testo originale a tema. Le band selezionate hanno avuto la possibilità di frequentare un workshop sull’arrangiamento a cura di un musicista professionista, ed esibirsi in un contest finale presso La Tenda, in cui una giuria ha decretato i vincitori. Attraverso le attività con i gruppi musicali giovanili di base, ma non solo, i progetti del Centro Musica si intersecano con quelli de La Tenda. Il progetto La Tenda nasce nel 1999 a cura dell’Assessorato all’Istruzione del Comune di Modena. Una vera e propria tenda da circo collocata in piazza Matteotti: luogo d’incontro e opportunità per i giovani di Modena. Tanti i progetti e concerti realizzati fino al trasferimento, nel 2002, al parco Novi Sad, in una struttura progettata appositamente. Il trasferimento comportò la migrazione L A Modena il Centro Musica e La Tenda, attivi dagli anni novanta, offrono ai giovani spazi, formazione e consulenza per la promozione e la produzione musicale e tanto altro. uoghi di aggregazione, spazi dove i ragazzi possano esprimersi e intraprendere un proprio cammino di crescita musicale a 360 gradi. Sono queste le opportunità che l’Assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Modena offre ai giovani modenesi attraverso il Centro Musica e La Tenda. Nato come Centro regionale per la promozione e produzione musicale giovanile il 10 maggio 1994, quando era sostenuto oltre che dal Comune di Modena, dalla Regione Emilia Romagna e dalla Provincia, oggi il Centro Musica fa riferimento all’assessorato comunale alle Politiche Giovanili e rappresenta una fucina di idee, una palestra per giovani creativi e un centro di consulenza e formazione musicale. Ampia e diversificata è la gamma dei servizi offerti: cinque sale prova del complesso Mr Muzik, il locale Off per la musica dal vivo, una sala di registrazione, un ufficio di consulenza e informazione sui temi legati al diritto d’autore, uno di promozione, organizzazione di eventi e attività musicali. E ancora, un settore per l’attività di formazione rivolta a musicisti e ad altre figure professionali della filiera musicale in grado di fornire ai giovani musicisti gli strumenti promozionali, formativi e tecnici per potere sviluppare il proprio progetto musicale e orientarsi verso il mercato. Il Centro Musica non è solo un centro di servizi, ma anche anche un luogo di incubazione e di 20 ena suona giovane hi, servizi e opportunità del servizio all’Assessorato alle Politiche Giovanili. Palco, impianto audio e luci, spazio mostre, zona uffici. La Tenda è un open space di 3600 metri cubi dove potersi incontrare. Proprio a partire dall’incontro, dallo scambio fra operatori e il mondo delle Associazioni, dalla voglia di emergere dei giovani, nascono poi le idee, i progetti, le iniziative rivolti a realizzare percorsi artistici di qualità. La Tenda si è dotata nel tempo di una sua attrezzatura che le ha permesso di ospitare concerti, spettacoli teatrali, performance artistiche, mostre, e laboratori di ogni tipo, che hanno come protagonisti i ragazzi della città. Ogni stagione più di 100 band giovanili di Modena e provincia hanno la possibilità di esibirsi sul palco de La Tenda, e, grazie all’attività coordinata col Centro Musica, di esibirsi nelle iniziative cittadine di rilievo (21 giugno Festa della Musica, Concerto di capodanno...). Per essere aggiornati su tutte le attività del Centro Musica si può consultate il sito webwww.musicplus.it che conta una media di 2200 visite mensili. Su youtube, www.youtube.it/ CentroMusicaModena raccoglie interviste, documenti, esibizioni live dei gruppi musicali, i cui video sono Una giovane band modenese durante un’esibizione arrivati complessivamente a oltre 23 mila visualizzazioni. Nel profilo su soundcloud, (www.soundcloud.com/ centromusicamodena) è possibile ascoltare e downloadare gratuitamente e legalmente i brani dei 500 musicisti iscritti al progetto Sonda, oltre alle produzioni del Centro Musica, oppure inviare nuovi brani. Infine, conta oltre 6 mila fan la pagina www. facebook.com/centromusicamodena sul social network facebook. Nel corso degli anni tanti ospiti eccellenti hanno collaborato con il Centro Musica di Modena fin dalla sua nascita partecipando a vario titolo nel ruolo di formatori o artisti: dal maestro Pavarotti a Zucchero, da Gino Paoli a Jovanotti, Luca Barbarossa, Cristina Donà, gli Afterhours, i Marlene Kuntz, e naturalmente i Modena City Ramblers, solo per citarne alcuni. Il Centro Musica ha anche pubblicato otto volumi a stampa, sul panorama musicale locale come sugli sbocchi professionali offerti dalla musica, e il magazine Musicplus.it. SUL WEB Centro Musica www.musicplus.it sonda.comune.modena.it www.facebook.com/centromusicamodena www.soundcloud.com/centromusicamodena www.youtube.com/centromusicamodena La Tenda www.comune.modena.it/latenda www.facebook.com/latenda Instagram latendamodena 21 progetti Le mille tessere di un p Memo partecipa al progetto europeo Mosaico. Molteplici strategie e interventi per i giovani stranieri: inserimento scolastico, prevenzione dell’abbandono, più conoscenza dei servizi e maggiore partecipazione alla vita della città. C IIn alto immagine dal film “Aishiteru My Love”di Stefano Cattini, La Tenda, 12 aprile 2014 Nella Pagina accanto foto tratta dalla mostra fotografica “Femmes du Sahel” 2, La Tenda Modena , marzo 2014 giovanili informali. Sono poi stati coinvolti anche i genitori, alla luce del loro fondamentale ruolo educativo, e i docenti in quanto indispensabili per la mediazione delle differenze culturali. Il tutto con l’obiettivo di potenziare un clima di accettazione, rispetto e fiducia. E soprattutto con l’intento di rafforzare la rete dei servizi della città, favorire l’inclusione sociale di giovani stranieri di recente immigrazione e promuovere la loro partecipazione attiva all’interno della scuola, del tessuto associativo e del territorio. Tante e diversificate sono state in queste mesi le azioni compiute, i cui risultati sono visibili sul sito osa significa essere giovani stranieri a Modena? E essere genitori stranieri? E essere docenti di minori stranieri? Domande complesse, queste, che ovviamente necessitano di risposte articolate e differenziate. Alcune di queste possibili risposte le sta fornendo un interessante progetto che ha coinvolto Europa, Ministero dell’Interno, Comune di Modena (Memo, Politiche giovanili e Politiche sociali), Provincia e una nutrita schiera di associazioni territoriali. Il progetto porta l’emblematico nome di Mosaico, acronimo di Modena Solidale Accogliente Interculturale Coesa, e si rivolge innanzitutto a 1500 studenti stranieri che frequentano le scuole modenesi, così come i centri di aggregazione, associazioni e gruppi http://www.stradanove.net/mosaico Qualche esempio: il monitoraggio delle azioni già intraprese per l’integrazione degli alunni stranieri, 22 spettacoli e proiezioni cinematografiche. E i giovani modenesi tra i 12 e i 29 anni sono stati invitati a partecipare al concorso Modena un mosaico interculturale: quali emozioni?, con fotografie, video, diari, blog, disegni, interviste, brevi inchieste e racconti che testimonino i differenti modi in cui convivono le più diverse culture. La premiazione è programmata per l’11 giugno insieme a spettacoli, iniziative e alla presentazione dei risultati dei corsi e delle attività che hanno coinvolto migliaia di ragazzi. del L’intera storia progetto Mosaico, tutte le iniziative realizzate sono consultabili su www.stradanove.net/ mosaico la definizione di protocolli di accoglienza omogenei e condivisi in tutte le scuole; supporti formativi per gli insegnanti; l’organizzazione di un servizio di mediazione per facilitare l’accoglienza e la comunicazione tra scuola, alunni e genitori stranieri, laboratori di lingua italiana per motivare allo studio e alla socializzazione. Parallalemente è stato consolidato l’intervento di strada Infobus, che consente di incontrare i giovani che non partecipano ad alcun percorso formativo, professionale o associativo; in questo caso tutor e peer educator (giovani italiani e stranieri appositamente formati per un intervento educativo tra pari) hanno affiancato gli operatori del Comune. La Tenda di viale Molza ha ospitato incontri, concerti, mostre, Un progetto che ha i numeri Il progetto Mosaico è iniziato il primo agosto 2013 e si svilupperà fino a giugno 2014, grazie al finanziamento dell’Unione Europea e del Ministero dell’Interno, con la partecipazione del Comune di Modena (Politiche Giovanili, Istruzione – Memo, Politiche Sociali) e un insieme di associazioni, Animatamente, Ceis, Girasole, Overseas e all’Università di Modena e Reggio Emilia che uniscono le loro risorse con la finalità di effettuare una serie di azioni di intervento di politica sociale e migratoria. Hanno inoltre aderito al progetto: Provincia di Modena, IPSIA “F. Corni”, ARCI, Associazione Gruppo Volontari Crocetta, Associazione Interculturale Milad, Associazione culturale OfficinaProgettoWindsor. Il costo del progetto è di 314.531,77 euro di cui 235.898,83 provenienti dall’Unione europea, 27.453,49 dal Ministero dall’Interno e 51.179,45 dall’Ente capofila (Comune di Modena) e dai Partner del progetto. A Modena i ragazzi stranieri costituiscono oltre il 20 per cento della popolazione giovanile e sono da vent’anni in costante aumento. Tra gli alunni stranieri si registrano percentuali più alte di ritardo scolastico e di abbandono. Da un’indagine condotta dal Comune nel 2011, emerge che i giovani stranieri frequentano meno le associazioni, presentano livelli più bassi di soddisfazione per tenore di vita, amicizie, tempo libero; hanno minori opportunità di partecipazione sociale e conoscono meno i servizi della città. 23 23 progetti puzzle multiculturale bibliografia Libri per un’estate ricca di armonie Marcello Pagnini Lingua e musica ed. Il Mulino Aaron Copland Come ascoltare la musica ed. Garzanti Francois Delalande Le condotte musicali CLUEB Leòn Kreisler Il bambino e il suo corpo ed. Astrolabio Hans Bastian Crescere con la musica ed. Educultura Alfred Tomatis L’orecchio e la voce ed. Dalai Franco Lombardi Il bambino nella storia della pedagogia e dell’educazione Editrice la Scuola Aliki Brandenberg, Rita Valentino-Merletti (trad) Musica! ed. Il Castoro Gino Stefani Capire la musica ed. Bompiani Jesper Juul Il bambino è competente ed. Feltrinelli Gian Luigi Zucchini Animazione musicale e disadattamento La musica come terapia educativa ed. Gualandri editore Alba Marcoli Il bambino perduto e ritrovato Favole per far pace col bambino che siamo stati ed. Mondadori Gian Luigi Zucchini Il bambino e la musica Proposte di metodo ed esperienze ed. La scuola Silvia Biferale Il bambino e la musica L’educazione musicale secondo la music learning theory di Edwin E. Gordon ed. Curci Ida Maria Tosto La voce musicale EDT Florence Faval, Pierre Hornain Musica musica circobaleno Editions du dromadaire Michel Imberty Suoni emozioni significati CLUEB Roberto Piumini Amica musica Dal Blues al Reggae 10 modi di giocare con le note ed. Fabbri Fiorella Cappelli, Del Carmen Farah Maria Azione musica raccolta di giochi sonori da 3 ai 6 anni ed. La Scuola Betto, L.Comini (traduttore) La musica nel cuore di un bambino ed. Sperlinf & Kupfer Emanuela Collini, Gilberto Corretti Musica magica Il primo libro di musica Emme Edizioni Martin Seligman Come crescere un bambino ottimista ed. Sperlinf & Kupfer Franca Mazzoli Musica per gioco EDT Andrea Apostoli Ma che musica ed. Curci Edwin Gordon L’apprendimento musicale del bambino ed. Curci Leopold Stokovsky La musica per tutti ed. Mondadori Johannella Tafuri Nascere musicali EDT Francois Delalande La musica è un gioco da bambini ed. Franco Angeli 24