Spedizione in A.P. - art. 2 comma 20/c - Legge 662/96 - dci “PN” - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a sostenere le tariffe previste
n. 13
2004
Gennaio-Aprile
r
Federazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali
Rivista quadrimestrale della FENIARCO
Etitoriale
Rivista
quadrimestrale
della FENIARCO
3
2003, UN ANNO DI CRESCITA
DELLA CORALITÀ
Aldo Cicconofri
Federazione Nazionale Italiana
Associazioni Regionali Corali
Dossier
dossier
Presidente: Sante Fornasier
La ricerca etnomusicologica in Italia
Sandro Bergamo
L’ETNOMUSICOLOGIA MEGLIO IN
COMPAGNIA CHE DA SOLA
Foto di copertina:
Convito di nozze, di Peter Bruegel (part.)
4
ALLE RADICI DEL CANTO POPOLARE
5
Arnaldo De Colle
QUANDO CANTIAM “STORIE”
notizie
dall’associazione
7
Luca Bonavia
PROGETTO “CANTAR STORIE”
9
Luca Bonavia
LA RICERCA ETNOMUSICOLOGICA 12
NELLA PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
Fedele Fantuzzi
UNA RICERCA SUL CAMPO 13
Direttore responsabile:
Sandro Bergamo
di Natale Femia
scheda regionE
Comitato di redazione:
Antonio Delitala
Giorgio Morandi
Giancarlo Pagni
Puccio Pucci
Pierfranco Semeraro
Alvaro Vatri
Segretaria di redazione:
Alessandra D’Andrea
d i A n g e l a Tro i l o
ARS CANTICA CHOIR: 15
UN MERITATO SUCCESSO
d i A l e s s a n d ro D r i g o
notizie
dalle regioni
Progetto grafico:
Tipografia Menini / Spilimbergo (Pn)
Roberto Roveri - Agenzia G.V. - Bologna
Stampa:
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del 25.01.2000 n° 460 Reg. periodici
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Estero € 15
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33078 San Vito al Tagliamento (Pn)
Abbonamento annuale:
ASSEMBLEA NAZIONALE A TRENTO: 16
UN PROGETTO TRIENNALE
PER LA CORALITA’ ITALIANA
d i A l v a ro Va t r i
Hanno collaborato:
Aldo Cicconofri, Arnaldo De Colle,
Luca Bonovia, Fedele Fantuzzi,
Natale Femia, Angela Troilo,
Alessandro Drigo, Francesco Romano
Redazione:
via Altan, 39
33078 San Vito al Tagliamento (Pn)
tel. 0434 876724
fax 0434 877554
e-mail: [email protected]
L’ABRUZZO: 14
UN TERRITORIO DA DISSODARE
COMPORRE PER CORO OGGI 18
ALPE ADRIA CANTAT 2004 20
IL CORO GIOVANILE ITALIANO 22
OSPITE SPECIALE IN CALABRIA
mondocoro
di Francesco Romano
SCHEDA REGIONE: 24
FEDERAZIONE CORI DEL TRENTINO
RUBRICHE
NOTIZIE DALLE REGIONI 26
DISCOGRAFIA 30
Alvaro Vatri
MONDOCORO 31
Giorgio Morandi
editoriale
2003, UN ANNO DI CRESCITA
DELLA CORALITA’ ITALIANA
di Aldo Cicconofri
I
n questo momento, se tirassimo la
somma dei risultati ottenuti nell’ultimo anno, per quanto riguarda
l’attività corale italiana, penso che potremmo essere più che soddisfatti. Mettendo in
fila alcuni dei più importanti eventi di questo periodo si evidenzia un quadro complessivo del tutto diverso da quello che probabilmente avevamo in mente.
Leggendo le dichiarazioni e gli articoli di
qualche importante esponente del mondo
corale italiano molti si erano convinti che
questo fosse un brutto momento: invece è
vero proprio il contrario.
A una distanza così ravvicinata probabilmente non riusciamo a valutare appieno
l’importanza delle novità che si sono succedute in questo periodo ma quando, fra dieci
anni, potremo avere più ampi e oggettivi
elementi di confronto, probabilmente, questo si rivelerà essere stato uno dei punti più
elevati nel grafico della coralità italiana.
Sarebbe lungo elencare tutto ciò che è accaduto da un anno a questa parte ma vorrei
sottolineare alcuni momenti in quanto emblematici dei vari settori in cui la coralità
italiana si esprime.
Iniziamo con lo storico successo ottenuto
da una formazione italiana, dopo molti anni, al Concorso Internazionale di Arezzo.
L’Ars Cantica Choir, di Buccinasco
(Mi), diretto da Marco Berrini ha ottenuto il primo premio assoluto al 20° Concorso
Nazionale di Arezzo, il primo al 51° Concorso Internazionale, e il Gran Prix città di
Arezzo 2003, assegnato all’unanimità.
Era da tempo che sul podio di Arezzo non
saliva un coro italiano per ricevere il Gran
Premio: precisamente dal 1990, quando
toccò al Gruppo Vocale del Coro Città di
Rovigo. L’impresa di Marco Berrini e dei
suoi cantori, oltre che un loro grande merito personale, è il segnale che qualcosa è maturato nella coralità italiana. Maggior attenzione del pubblico e delle istituzioni e una
più diffusa cultura corale consentono a chi
ha capacità e preparazione unite ad un po’
di sana ambizione, di cogliere i risultati più
alti. Possiamo dire che ora la coralità italiana non ha più bisogno di guardare solo all’estero per avere dei modelli a cui rifarsi,
dei maestri da cui imparare.
La riprova della crescita qualitativa della
coralità italiana è data anche dai successi di
altri cori, come il Coro Musicanova di
Roma, diretto da Fabrizio Barchi, che
qualche mese prima, a Marktoberdorf, ha
raggiunto il 3° posto.
Sempre nel 2003 è nato il Coro Giovanile
Italiano, formato da circa 35 giovani cantori guidati in un’esperienza veramente
esaltante dalla professionalità e dall’originalità del M° Filippo Maria Bressan.
L’iniziativa si ripeterà negli anni e questa
sarà, a livello internazionale, una formazione rappresentativa di tutta la nostra coralità.
Grande successo, testimoniato dall’elevato
numero di partecipanti provenienti da tutta
Europa, è stato ottenuto anche dalla Settimana Cantante di Jesolo “Alpe Adria
Cantat” e dall’Accademia per Direttori
di Coro di Fano. Quest’ultima ha evidenziato un ottimo lavoro di squadra tra Docenti (Gary Graden, Carlo Pavese), Coro laboratorio (Torino Vocal Ensemble) e Organizzatori (Feniarco, Coro Polifonico Malatestiano).
La prima edizione del Festival di Primavera, rivolto ai cori scolastici, ha visto la
partecipazione di gruppi provenienti da tutta Italia a testimonianza del grande interesse che l’attività corale suscita nei giovani.
L’originalità della proposta di “Comporre
per coro oggi”, seminario rivolto inizialmente ai soli compositori italiani, sta suscitando molto interesse per cui, dal 2004 viene allargata a livello europeo con validissimi docenti: Carl Van Eyndhoven, Jakko
Mäntyjärvi, Mauro Zuccate, Pier Paolo
Scattolin, Giovanni Bonato.
L’elezione di Sante Fornasier nel Board
di Europa Cantat rappresenta un premio
alle capacità personali del Presidente della
Feniarco ma anche un riconoscimento al
3
dossier
ALLE RADICI DEL CANTO POPOLARE
L a r i c e r c a e t n o m u s i c o l o g i c a i n I ta l i a
di Sandro Bergamo
INTERVENTI DI:
Parte prima
Arnaldo De Colle
Luca Bonovia
Fedele Fantuzzi
Natale Femia
Angela Troilo
Parte seconda
(nel prossimo numero)
Claudio Malcapi
Paolo Bon
Giorgio Vacchi
Mario Marelli
4
L
a musica popolare
rappresenta ancora
oggi una delle fonti
primarie per la coralità. D’altra
parte, come ci insegnano i sociologi della musica, il coro è
un’entità collettiva che si sviluppa come espressione della
più vasta collettività sociale e
tanto più cresce quanto più la
società che ha alle spalle è dotata di una propria definita
identità.
Fin dall’Ottocento, quando,
soprattutto nei paesi di lingua
tedesca e nell’Est europeo slavo il Romanticismo coniugò
l’identità nazionale con la tradizione popolare, la coralità fu
contrassegnata da questo
aspetto, rielaborando quanto
veniva raccolto dalla ricerca
sul campo, ricerca che è stata
molto ricca anche in Italia, soprattutto nell’Italia del Nord.
Talvolta limitata, soprattuto
nell’Ottocento, ai testi, interessando più il lato poetico che
quello musicale (come è il caso, ad esempio, della raccolta
di Costantino Nigra), quando
affronta anche l’aspetto musicale è spesso già pensata (o
forse è questo quello che col-
gono i nostri autori, legati alla
nostra coralità?) in funzione di
una sua rielaborazione per coro: è quello che può emergere
dalla situazione friulana descritta da Arnaldo De Colle
ed è certamente il dato più evidente del progetto “Cantar
Storie” della Val d’Ossola di
cui ci parla uno dei curatori,
Luca Bonavia, che alla trascrizione del brano originale
affianca una elaborazione corale. Esplicita anche la finalità
corale della ricerca svolta dal
coro “La baita” di Scandiano,
qui riferita da Fedele Fantuzzi, uno dei non pochi cori che,
anziché limitarsi all’imitazione dei modelli celebri ha intrapreso, negli anni ’70, una propria autonoma ricerca sul territorio.
Più articolato, dando conto di
tutti gli esiti della ricerca, da
quello più strettamente etnomusicologico a quello dell’elaborazione corale, al riutilizzo
da parte di gruppi folkloristici,
il vasto contributo di Claudio
Malcapi sulla ricerca in Toscana. Non mancano poi ricerche specifiche, come quella testimoniata da Natale Femia
sul patrimonio religioso popolare. Molto ancora il lavoro da
svolgere, soprattutto in alcune
regioni meno indagate di altre:
è il caso dell’Abruzzo, terreno
ancora da dissodare, come racconta Angela Troilo.
Anche la FENIARCO si mette
al lavoro avendo ovviamente
lo scopo di fornire materiale ai
cori, ma anche di coprire l’intero territorio nazionale, terreni già percorsi in lungo e in
largo e terreni ancora da dissodare. Materiale originario ed
elaborazione corale marceranno insieme nei 20 volumi della
collana, come ci racconta Paolo Bon, commissario artistico
della FENIARCO che segue
questo nuovo progetto editoriale.
Ma è ancora possibile una ricerca oggi? Distrutta in Italia
da quarant’anni la civiltà contadina, che custodiva la gran
parte di queste memorie, chi
sono i testimoni della cultura
musicale popolare e come sono stati influenzati dai modelli
culturali della cività dei consumi? E’ questo il tema che affronta Giorgio Vacchi, direttore del coro Stelutis di Bolo-
segue editoriale
grande fermento manifestato ed ai livelli raggiunti dalla coralità italiana.
Sempre in questo periodo i nomi dei
compositori italiani hanno figurato
frequentemente nelle iniziative editoriali, nei programmi concertistici delle
più importanti formazioni europee e
fra i vincitori di importanti competizioni corali.
L’analisi oggettiva di tutti questi fatti
ci permette di poter affermare che la
realtà corale italiana è molto cambiata ed in particolare si sta mettendo
in luce un bel gruppo di direttori e di
formazioni corali italiane che possono
ben figurare a livello europeo specie
per le qualità interpretative.
Si nota un grande interesse per la
coralità sia da parte della scuola
che da parte del mondo giovanile e
la qualità e l’originalità delle nostre
proposte artistico-formative sono
molto apprezzate anche a livello europeo.
Molte iniziative nate in questo periodo non saranno “ una tantum “ ma si
ripeteranno e si svilupperanno negli
anni.
La valutazione positiva che possiamo
esprimere ci sia di stimolo ad un impegno sempre maggiore che, unito alla programmazione a lungo termine
ed alla capacità creativa tipica del genoma italiano, possa portarci ad occupare una posizione di rilievo in campo mondiale.
ERRATA CORRIGE
Si segnala che in “ANTOLOGIA DI
CHORALITER 5” il brano ‘Figli del
pianto’ di Gastone Zotto (n. 8) riporta una svista alla battuta 26 di
pag. 16: il do sotto il rigo affidato al
soprano secondo va sostituito con un
la sul rigo (una sesta sopra).
dossier
gna e ricercatore tra i più attivi, impegnato, nel suo articolo, a considerare
non solo le trasformazioni delle cultura popolare, ma anche il diverso atteggiamento dei suoi testimoni. Una trasformazione che pone il problema di
quale sia la musica popolare oggi,
quando canti delle mondine o dei pastori sono solo reperti del passato. Mario Marelli pone l’accento sul ritmo,
elemento fin qui trascurato, ma divenuto d’obbligo, dopo la rivoluzione
imposta dalla musica afro-americana.
Un ragionamento, il suo, che apre il
panorama della coralità “popolare” al
jazz, al pop, al rock, a tutto ciò con cui
la cultura popolare si è andata confrontando e “contaminando” e si collo-
ca già sul versante della rielaborazione, del riutilizzo del maeriale popolare ai fini della coralità
Dopo aver trattato (Choraliter 3/2000)
la coralità di derivazione popolare, abbiamo tentato, procedendo a ritroso,
di affrontare in questo numero la ricerca etnomusicologica in Italia, tracciandone un quadro dello stato dell’arte: senza nessuna pretesa, come
sempre, di esaurire un argomento così
vasto, ma solo di fornire materiale per
una riflessione e magari un dibattito.
Ne è rimasto fuori, benché più volte
evocato, proprio il tema della rielaborazione a fini corali della musica popolare. Ma questa è un’altra storia,
che magari si narrerà un’altra volta.
L’ETNOMUSICOLOGIA: MEGLIO
IN COMPAGNIA CHE DA SOLA
di Arnaldo De Colle
L
a ricerca etnomusicologica
nella regione Friuli Venezia
Giulia esiste da moltissimi
anni. Restringendo il campo alla sola
provincia di Udine, viene subito in
mente il grosso volume Villotte e
canti popolari del Friuli curato dal
dott. Luigi Ciceri, edito dalla Società
Filologica Friulana - Centro di Studi
Ladini, per i tipi Doretti di Udine - 10
maggio 1966, con il contributo dell’Ente Regione Friuli Venezia Giulia.
La pubblicazione contiene 614 canti;
le musiche sono in gran parte manoscritte e riprodotte in originale. In testa al primo rigo di ogni canzone è
indicato il paese di provenienza e accanto la descrizione: “cantata - oppure - avuta da…(nome e cognome o
soprannome o tutti tre)”. Qualcuno
ha scritto anche la data; altri, hanno
aggiunto annotazioni, come ad esempio quella sotto il titolo Scriulàde
(grido): “Dalle non poche simili battute s’è potuto trascrivere un nostalgico ed espressivo saluto alla voce
(prima di sera, le gole femminili lanciano a pieno canto, di monte in monte, le note suddette). L’inciso caratterizza il pathos proprio alla località.
Può interessare l’etnografo per la
particolare terza maggiore in arsi, ca-
denza che poi non esclude il modo
minore alla tonica, anzi, così la ravviva”. Il libro riunisce anche fascicoli
già pubblicati: «Eco del Friuli», 50
villotte Canti popolari friulani, Coronato Pargolesi (Stefano Persoglia) Schmidl e Tedeschi - Trieste-Bologna, 1892; Antiche villotte popolari
friulane Edit. Camillo Montico Udine, 1916; due fascicoli di Villotte
e canti popolari friulani editi dalla
Società Filologica Friulana negli anni 1922-24, St. Montico - Udine e altri tre, sempre della Filologica, negli
anni 1930-31-32, St. Mignani-Firenze. Alla realizzazione delle citate
pubblicazioni hanno collaborato, in
veste di ricercatori, Ercole Carletti,
Enrico Morpurgo, Carlo Conti, Franco Escher e Augusto Cesare Seghizzi.
Nelle ultime 80 pagine del volume
sono stampati i testi delle canzoni,
seguiti dall’Indice in cui compaiono
anche i nomi dei «raccoglitori»: Pietro Vidoni, Ciriano Schiavi, Mario
Macchi, Pietro Riva, Italico Comelli,
Teobaldo Montico, Giuseppe Toso,
Mario Montico, Giuseppe Lovisoni,
Mario Ranieri Cossar, Edmondo Zumin, A.D. Cremaschi, Rudi Zernetti,
Pietro Avon, Luigi Vriz, Arturo Zardini, Giuseppe Peresson, Luigi Gar-
zoni, Giulio Moro, Claudio Noliani,
Maria Teresa Pagotto. “Tra questi scrive Luigi Ciceri nella prefazione al
libro - va prima di tutti ricordato il
maestro Giuseppe (Bepo) Peresson,
carnico, di Piano d’Arta, per la costanza nella raccolta, per il numero
dei canti raccolti, per la fedeltà della
trascrizione. Il Peresson, cieco fin
dall’età di tre anni, con una folta nidiata di figli da sfamare, privo di risorse economiche, girò per molti anni, a piedi, fin nei più reconditi paesini della Carnia, per ascoltare e trascrivere i canti della sua terra. Per
circa vent’anni, il Peresson continuò
ad inviare canti alla Filologica (in tutto 350) e il segretario Carletti mai
mancò, sia pure modestamente, di ricompensarlo. Chi accompagnò il Peresson, cieco, nelle sue peregrinazioni e gli scriveva la musica, fu, tra gli
altri, il figlio Giuseppe, che dal padre
apprese la musica. Egli, ricordando
quei tempi, ci scrive: «Sì, sono io
quello che andava a raccogliere le
villotte nei paesi della Carnia con il
maestro Peresson. […] Ed ora descriverò come si faceva a raccoglierle: il
mio compito era di munirmi di matita e carta per musica. Arrivati alla
meta si entrava nell’osteria, o dal pre-
5
dossier
6
te o da conoscenti per avere le informazioni dei cantanti che ci occorrevano. A me piaceva girare, conoscere
paesi e più ancora qualche bella ragazza, ma per il papà, poverino, erano sacrifici. Quanti chilometri abbiamo fatto a piedi, perché non c’erano
mezzi di trasporto e per mancanza di
bêz (soldi)”. Nelle 507 pagine del libro Villotte e canti popolari del Friuli si condensa un lavoro di ricerca etnomusicologica durata più di 70 anni; chi ha partecipato all’impresa lo
ha fatto in forma semplice, quasi
spontanea, con passione e impegno e
con scarsità di mezzi. Sicuramente, il
girovagare a piedi per strade, sentieri
di campagna, osterie, piazze, chiese
ha agevolato l’incontro con i frequentatori di quei luoghi, dove il canto poteva essere improvvisazione spontanea da parte di un membro della comunità, allorchè determinate condizioni ne favorivano il manifestarsi;
oppure, poteva trattarsi di una creazione «uscita» da un clima di esaltazione collettiva. Tesi, queste, convalidate da scritti e opinioni di studiosi
ed esperti del settore, tra cui Claudio
Noliani, triestino, etnomusicologo e
ricercatore, autore, tra l’altro, del libro Anima della Carnia-Canti popolari, che la Società Filologica Friulana ha fatto stampare nell’aprile 1980
da GS2 Pasian di Prato - Udine. Nella sua introduzione (il libro raccoglie
509 canti) Noliani scrive: “A partire
dal 1956 al 1968, per decisione del
dr. Aldo Giannini, vicedirettore della
sede di Trieste della RAI, vennero effettuate delle annuali rilevazioni di
canti popolari nella valli della Carnia
(1). Alla prima rilevazione partecipò
anche il valente musicologo Mario
Macchi. Il fascicolo che ne seguì (e
che è reperibile presso l’archivio della RAI) recò unicamente 25 villotte e
canti popolari della Valle del Bût (2),
senza raffronti, comparazioni ed analisi musicali: s’era trattato di un primo tentativo, non certo privo d’interesse. […] Nel corso delle tante mie
peregrinazioni musicali ebbi modo
d’incontrare, in varie località, degli
appassionati cultori i quali mi seppero indirizzare verso dei popolani portatori di autentico folclore. Sarebbe
lungo elencarli: vada a loro la mia
commossa riconoscenza. L’ideale sa-
rebbe stato disporre il materiale poetico-musicale a seconda delle località
di rilevazione, raggruppandolo per
soggetto. Ma per far ciò avrei dovuto
riscrivere da capo tutti i canti e tutti i
testi contenuti nei vari fascicoli, facendoli precedere da una nota sulla
storia e le caratteristiche delle rispettive località e sulle figure dei singoli
informatori. Trattandosi di varie centinaia di canti, di testimonianze, tale
lavoro avrebbe richiesto parecchi anni e forse non avrebbe fatto nemmeno in tempo a vedere la luce. I lettori
troveranno nondimeno una gran
quantità di dati, di varianti, di raffronti con dei canti propri della Venezia Giulia, del Veneto e di altre regioni italiche. Troveranno pure, per i
canti di antiche radici, le analisi musicali. […] Mio inseparabile compagno era il magnetofono, che mi portavo nello zaino da uno stavolo all’altro, da una casera all’altra, sfangando
per i sentieri alpestri. Il più delle volte, però, mi introducevo nelle basse,
fumose cucine, facevo chiamare
quelli che mi erano stati indicati, offrivo loro da bere e facevo sentire dei
canti da me registrati nei vicini villaggi. I paesani riconoscevano molto
spesso le voci, ma indurli a cantare
era talora un grosso problema. E
quante piccole astuzie per registrare
di soppiatto, chè quei montanari erano, per lo più, convinti di «cantare
male» e si rifiutavano pertanto di avvicinarsi al microfono. Bastava un
nulla per mandare all’aria una riunione già bene avviata, per farsi intorno
il deserto. Intere serate, poi, andate a
farsi benedire perché gli intervenuti
snobbavano i loro canti autentici e si
sgolavano invece ad imitare i cantanti più in voga nelle più banali canzonette «di consumo». […]”. Da parte
sua, il più volte citato maestro Mario
Macchi, recentemente scomparso, ha
riunito nel volume Mê agne
Jacume…, Edizioni Musicali Pizzicato - Udine - 2000, il frutto della sua
ricerca etnomusicologica svolta dalla
metà degli anni cinquanta fino alla fine degli anni ottanta del Novecento.
Alla realizzazione dell’opera - curata
da Roberto Frisano, udinese, musicologo e direttore di coro - ha contribuito l’Unione Società Corali del
Friuli Venezia Giulia (USCI) in colla-
borazione con il Centro Internazionale sul Plurilinguismo dell’Università
di Udine. L’esposizione del materiale
presentato da Macchi è strutturata secondo la suddivisione per genere dei
documenti. Si distinguono così: gridi,
ninne nanne, filastrocche e giochi infantili, canti nuziali, canti religiosi,
villotte, canzoni a ballo, canti in dialetto tedesco, canti in italiano e in
dialetto veneto. Per alcuni generi, è il
caso delle villotte friulane e dei canti
in italiano, l’esposizione si articola in
ulteriori suddivisioni in base all’argomento testuale. Ogni esempio è
corredato delle essenziali indicazioni
quali, nell’ordine: il nome del raccoglitore, la data di rilevamento e il nome dell’informatore. In caso di dati
non conosciuti compare il punto interrogativo. La presentazione di Mê
agne Jacume ha assunto grande importanza e significato non solo per
l’arricchimento che i testi e le melodie raccolti da Macchi hanno portato
al quadro documentario dei canti di
area friulana, ma anche perché è stata un’occasione che ha riunito, per la
prima volta, personalità della cultura
linguistica, antropologica, musicologica e rappresentanti di associazioni
corali in un «convegno» inusuale, dove la presenza dei singoli esponenti
interferiva vicendevolmente e in maniera costruttiva nel processo di irraggiamento degli obiettivi comuni,
con conseguente esaltazione dell’effetto complessivo. L’avvenimento ha
dato spunti di riflessione, dai quali si
evince che l’etnomusicologia vive
meglio in compagnia che da sola;
che deve trovare degli «alleati», degli
interlocutori validi onde favorire lo
scambio di informazioni e di esperienze anche per contrastare taluni
comportamenti laceranti dell’attuale
società, che portano avanti la globalizzazione. Le copiose raccolte di testi e melodie testimoniano un percorso storico-culturale ben definito. Storie di vita che non sono morte perché
c’è stato chi le ha scritte - come hanno ben fatto Peresson, Noliani, Macchi e altri - e perché c’è chi le racconta, utilizzando i mezzi oggi a disposizione e un linguaggio che abbia
senso nell’attuale contesto socio-culturale. Tale criterio operativo deriva
dal personale convincimento che
dossier
l’interpretazione delle melodie di tradizione orale non può limitarsi ad
una acquisizione esclusivamente teorica dei fatti storici e di costume, ma
deve porsi il problema di come farle
rivivere nelle attuali condizioni
esecutive, avendo conoscenza della
mutazione culturale e del processo di
continua trasformazione rituale di
partecipazione alla musica. Un segno
di continuità del «popolo» che canta
può essere rappresentato, oltre che
dai gruppi spontanei ancora attivi,
dalle formazioni corali: sono loro che
hanno in mano la possibilità di trasformare il materiale cartaceo, la memoria scritta - ma così, da sola, inanimata - nell’espressione «viva» del
canto. Un bel privilegio, ma anche
una grande responsabilità. Tornando
al Friuli, si può affermare che lo stato della ricerca etnomusicologica dimostra, per quello che è stato fatto, di
avere abbondanza di materiale e le
carte in regola per ciò che riguarda la
raccolta «sul campo», la notazione e
la trascrizione. Ma è proprio dai recenti sviluppi intorno a propositi di
collaborazione tra diverse discipline
specialistiche (plurilinguismo, antro-
pologia culturale, etnomusicologia)
intesa a realizzare un “progetto scientifico finalizzato alla ricerca, conservazione e catalogazione dei documenti sonori relativi al complesso
contesto plurilingue del Friuli Venezia Giulia”, che nasce l’esigenza, relativamente alla tassonomia etnomusicologica, di studiare il rapporto tra
la musica in quanto tale e il suo contesto sociale. Tale approfondimento
consente di precisare e definire maggiormente la funzione svolta dalla
musica in una determinata cultura (in
questo caso, quella friulana) e l’occasione in cui viene eseguita, affrontando l’analisi del “testo” etnograficomusicale all’interno del contesto socio-culturale attraverso l’impiego
delle tecniche dell’indagine sociologica ed etnografica. Ciò è indicativo
dell’importanza che l’«oralità» e la
notazione degli eventi musicali di tradizione orale rivestono nell’etnomusicologia, non solo al momento dell’esecuzione e della trasmissione del
brano, ma anche al momento dell’interpretazione e dell’analisi di esso.
Tali criteri mettono in evidenza come
il «modo di esecuzione» sia da consi-
derare un elemento di classificazione
decisivo, viste le implicazioni extramusicali di carattere simbolico e rituale che esso comporta nei sistemi
culturali basati su tradizione orale.
Su queste basi, anch’io con il mio coro, il Peresson di Piano d’Arta (Ud),
ho indirizzato le mie scelte. La ricerca continua. Spazi e risorse umane
non fanno difetto. Riuscire a dare a
questo lavoro un migliore coordinamento e maggiore visibilità potrebbe
servire a creare le condizioni per
mandare «segnali forti» alle pubbliche amministrazioni e agli istituti di
settore, per la dovuta considerazione
e il sostegno indispensabile alle iniziative di carattere etnomusicologico
che, nel «privato» trovano il loro ambiente ideale, ma rimangono immeritatamente isolate e poco conosciute.
(1) Territorio montano (dati 2001: popolazione ab. 40.392; superficie kmq.
1.221,56) situato a nord della provincia
di Udine, confinante con la Carinzia e il
Veneto.
(2) La vallata che collega il capoluogo carnico Tolmezzo con l’Austria, attraverso
il Passo di Monte Croce (m.1.360).
7
QUANDO CANTIAM “STORIE”
RIFLESSIONI SUL “FAR CORO” IN AMBITO POPOLARE
di Luca Bonavia
Le “riflessioni” che seguono nascono dall’esperienza di un ex-cantore, ora direttore del Laboratorio Corale “Cantar
Storie”, che da anni svolge un intenso lavoro di ricerca filologica ed etnomusicologica sugli esiti orali di natura tradizionale ricordati nel territorio delle Valli Ossolane.1 Non vogliono naturalmente rivolgersi alla coralità intesa nel suo senso più ampio
ma, precisamente, ai gruppi corali che trattano tematiche popolari o, per meglio dire, arcaiche.2
Lo spunto per il presente approfondimento è costituito dall’evoluzione storica che questo tipo di coralità ha vissuto
negli ultimi decenni, in vista di un percorso che, in tale ambito, sembra poter permettere al “far coro” di acquisire una
nuova coscienza ed un proprio ruolo culturale ed espressivo, non più limitato alla semplice esecuzione dei brani, ma
rivolto ad una diffusa valorizzazione dei contenuti e delle peculiarità (dunque non più esclusivamente musicali) dei
canti inclusi nel proprio repertorio.
U
n tempo dire “coralità italiana” era, semplicemente, un
modo diverso per pronunciare il nome del Coro della SAT di
Trento. Vigorose voci trentine,
espressioni di una vera e propria vocalità, accompagnate negli anni da
importanti collaborazioni da parte di
musicisti del calibro di Bruno Betti-
nelli, Arturo Benedetti Michelangeli,
l’indimenticato Renato Dionisi.
Canta ancora la SAT, ed ancora emoziona, grazie al sagace lavoro del suo
attuale direttore, Mauro Pedrotti. Ma
si può affermare senza margine di
dubbio che l’equivalenza di cui sopra
non è più tale.
Dagli anni ’60, ecco Paolo Bon e la
sua “Nuova Coralità”, splendida avventura capace di condurre ancor più
in là l’orizzonte profondo del canto
tradizionale, esplorandone gli sconfinati abissi di poesia, le radici lontane
che sfiorano la nebbia dell’arcaico.
Impossibile dimenticare, poi, il lavoro di De Marzi che con le sue composizioni - spesso, assai discusse - ha
dossier
8
indubitabilmente svolto un ruolo degno di nota nell’evoluzione della coralità del nostro paese.
Proseguendo questa veloce e certamente sommaria “rivisitazione” di
quanto accaduto negli ultimi anni, oltre ai sempre inconfondibili lavori di
Bon, ecco giovani musicisti di ottimo
livello come Mauro Zuccante, Mario
Lanaro, Giancarlo Brocchetto. E
compositori-direttori che hanno saputo ulteriormente plasmare e far rivivere la vecchia arte del “far coro”,
non ultimo Alessandro Buggiani, che
col suo “Monte Sagro” di Carrara riesce nell’ardua impresa di infondere
sapori antichi e un che d’arcaico nelle sue storie cantate.
Cambiano i tempi, cambia la coralità.
Non è più un gruppo di amici che una
sera ogni settimana si ritrovano, per
bere insieme un bicchiere di buon vino. Non è più “apriamo il libro della
SAT e scegliamo una canzone”. Perché la nostra realtà vive ogni giorno
radicali trasformazioni. Sarebbe
un’illusione pensare che non debba
cambiare, nello stesso modo, anche
la coralità: inutile spender vane lacrime, dunque, sopra a un consumato “i
giovani non sanno più cantare”.
Il processo non è doloroso, anzi, richiede coraggio e buone dosi di tenacia: c’è il rischio, inevitabile, che il
gruppo si riduca, forse anche in modo
drastico. E si frantumino così quell’amicizia e quelle vicende storiche che
tanto hanno contato, negli anni, e nei
decenni. Ma è un prezzo che appare
sempre più necessario, quanto addirittura inevitabile, qualora si voglia liberare un coro dal peso opprimente di
quella concezione “aggregativa” e di
mero passatempo ormai propria della
coralità di tipo tradizionale, che qualcuno, ostinatamente, continua a definire “di montagna”.
È ora che emerga in modo netto, e distinto, il ruolo espressivo del coro
che sceglie di trattare tematiche arcaiche, sia con riferimento al gruppo
già esistente che al nuovo elemento
che gli s’avvicina. E da qui discende
l’importantissimo ruolo che il direttore dev’esser pronto ad assumere:
molti aspetti non debbono più esser
lasciate solo al caso, a partire dal “gesto” con cui l’esecuzione dei brani
s’accompagna, sino alla preparazione, non soltanto musicale e “tecnica”,
ma anche culturale, filologica ed in
qualche misura “storica”. Solamente
così questo importante capo carismatico saprà farsi direttore di voci e di
emozioni, accostandosi con reale
profitto alla scelta del repertorio, attività tanto spesso sottovalutata quasi
fosse un passaggio meramente casuale, d’insignificante importanza.
C’è infatti una domanda, ed è un interrogativo cruciale, che prima o poi
ogni coro, di qualsiasi genere o livello, deve porsi.
Cosa cantiamo?
Non “come”. Ma “cosa”.
Una strada è guardare “al di là”, affidandosi a volumi e partiture, all’opera di musicisti o al repertorio d’altri
cori.
Oppure, “creare” un proprio repertorio. Strada di grande difficoltà, ricca
d’insidie, che nasce dal momento in
cui un coro o qualcuno in quel coro
guarda attorno a sé. Guarda vicino. E
s’accorge che tra le sue montagne, o
colline, o terre in riva al mare, vivono
antiche memorie fatte di storie e canzoni. Un vero e proprio patrimonio,
d’incommensurabile importanza, che
ancor prima d’esser musicale è Storia, storia vera, dell’intera nostra
umanità.
Da quel momento, nasce una ricerca.
Impossibile discutere ora delle difficoltà e notevoli insidie legate ad una
ricerca etnomusicologica sul campo:
lo si è già fatto, e lo si farà in altri ambiti. Si vuole però sottolineare come,
dopo aver tanto raccolto, analizzato,
studiato ed archiviato, ci si trovi di
fronte ad un passaggio d’irrinunciabile importanza: volersi rapportare a
quei canti, intonati ad una o più voci
dai cantori spontanei, col loro personalissimo portamento e le infinite variazioni celate in ogni angolo, e da lì,
elaborare. D’enorme difficoltà è il
rendere quest’opera un prezioso ritrovare e non un pericoloso smarrire,
o confondere: è necessaria una grande sensibilità da parte del musicista,
che basandosi sugli esiti originali
(ancor meglio se già inseriti in un’apposita scheda etnomusicologica contenente ogni informazione utile all’analisi, compresa la trascrizione della
linea melodica) dà il via alla propria
ricerca espressiva in piena libertà.
Così, un canto si fa elaborazione. Ora
il coro lo può apprendere, e far rivi-
vere con le proprie voci. Ma questo,
attenzione, non è né può essere un
punto d’arrivo, bensì una partenza.
La strada è ancora ricca d’ostacoli e
svolte pericolose: cantar storie non è
per nulla semplice. Per il direttore,
innanzitutto, e per ognuno dei suoi
coristi.
Certo, è molto bello. Cominciare a
cantare i “propri” canti, e quando s’eseguono di fronte ad un pubblico,
magari al di fuori dei confini naturali
che si è abituati a percorrere, esser lì,
e raccontare.
Non si cantano più solo parole e note
messe lì, su un pentagramma. Si cantano storie. E si canta l’arcaico. Già
s’è accennato all’attività del musicista, sul filo di un’acuta sensibilità che
lo porta a muover la sua arte rivelando qualcosa che già esiste, ma è da riscoprire. Alla luce di tutto questo appaiono ancor più pericolosi e fuorvianti gli interventi che un direttore
(tendenzialmente insicuro, o imperdonabilmente ambizioso) decide
d’apporre al lato musicale di un brano per renderlo “più semplice”, o
perché “altrimenti non ce la si fa”.
Perché, allora, non rinunciare e voltar
pagina, passando ad altri brani, ad altre elaborazioni?
Altrettanto ingiustificati sono gli interventi apportati alla dimensione lirica, ed espressiva, di quelle storie
cantate. Anche una sillaba, la desinenza di un verbo, una piccola parola, possono sconvolgere un equilibrio
ricostruito con grande fatica da chi ha
cercato, e elaborato. Se ad un certo
punto della storia una madre sussurra
con intensa poesia alla figlia che ha
annegato il suo fanciullo “figlia mia,
parla più pian”,3 ha forse un senso intonarlo urlando, con un “forte” da far
tremare i muri di quell’invisibile prigione? Se ci troviamo di fronte al
dolce eco di un ritorno, perché eseguirlo con ancora più potenza della
voce che l’ha appena generato?
Qualcuno dirà, con sufficienza: “queste sono piccolezze”.
È vero. Ma piccolezze importanti.
Non a caso Mario Lanaro, un’artista
che della coralità fa una lezione di vita, scrive in uno dei suoi interventi:
“Adottare una lettura lontana dagli
intendimenti del compositore (e da
quella che è la “storia” che cantando
si racconta) non è segno di forte per-
dossier
sonalità direttoriale, ma di ignoranza
e mancanza di rispetto verso chi pensa non solo alle note d’armonia ed ai
ritmi, ma ad una vera e propria regia
del brano che diventa, nell’elaborazione, rappresentazione allargata,
fantastica, del canto stesso.4”
Cantiamo storie, non parole.
Il tutto si riflette, com’è semplice capire, in quel “retroscena” della vita
corale che sta lontano dalle sale da
concerto, dove ogni settimana ci si
trova per apprendere le parti, e concertarle. Il rischio è talvolta che s’apprendano note e versi e note come
fossero poesie, quelle che s’imparavano ai tempi della scuola a mo’ di
cantilena, senza capire cosa dicessero, e quale storia raccontassero.
Perché, prima di cominciare ad insegnare parti e parti, il direttore non si
può fermare un momento a raccontare? Possono esser sufficienti anche
pochi minuti, per ascoltare la storia,
meglio ancora se le voci che l’hanno
cantata e ricordata, ripercorrendone
velocemente radici e diramazioni, un
“tutto” da cui non può prescindere
ogni scelta espressiva e d’interpretazione.
Da dove possono nascere altrimenti
ogni piano, ogni forte, ogni crescendo, lasciati dal musicista alla libertà
del direttore? Da dove, ogni pausa,
ogni invisibile momento d’attesa?
Come dire, come raccontare, come far
rivivere una storia?
L’abbiamo detto. Cambiano i tempi.
Cambia la coralità.
Cambia il modo di vivere le prove,
d’apprendere i brani, di aiutare le voci dei cantori a riscoprire l’emozione
del canto, lasciando da parte quel disincanto, fatto di pigrizia e consuetudine, perché “tutto è sempre uguale” e
si deve stare attenti solamente a “non
calare” o a “non andare fuori tempo”.
Non così. Non quando cantiamo storie.
Non lasciamo che una madre gridi,
quando invece sussurra. Non inventiamoci impensabili echi gridati. Non lasciamo cadere nel silenzio il nostro
desiderio d’esser cantastorie, davanti
a un pubblico che vuole essere emozionato, perché è questo che aspetta.
Far coro non è soltanto cantar le note
giuste.
È anche raggiungere la consapevolezza di un nuovo e fondamentale
ruolo espressivo della nostra coralità:
solamente così quelle note sapranno
cantare le storie del nostro arcaico,
dei sogni, di certi nostri ricordi più
nascosti, ancora, e senza scomparire.
Note
1 Cfr. “Cantar Storie - Un viaggio nel canto popolare delle Valli Ossolane”, a cura
di Luca e Loris Bonavia, 2 volumi, ed
Grossi, Domodossola, 1999/2001;
2 Cfr. Paolo Bon “Musica popolare: teoria
dell’arcaico in contrapposizione alla teoria
del sociale specifico”, apparso sul n. 52 di
“Diapason”, periodico dell’Associazione
Cori della Toscana, pp.4/7;
3 L’esempio citato si riferisce all’esito Mariolin, bella Mariolin, precisamente alla
versione raccolta in Valle Vigezzo ed inclusa nel primo volume “Cantar Storie”;
4 Estratto dalla nota di accompagnamento a
“Mammalemistà”, composizione di Mario
Lanaro su un tema popolare della Valle Divedro, Val d’Ossola, apparso in “Cantar
Storie” vol. II, op.cit.
9
PROGETTO “CANTAR STORIE”
RICERCA SUGLI ESITI DI TRADIZIONE ORALE NELLE VALLI DELL’OSSOLA
di Luca Bonavia
Introduzione
Il territorio dell’Ossola è costituito
da sette valli, confluenti nella piana
ove è situata la città di Domodossola:
Valle Anzasca, Valle Antrona, Val
Bognanco, Val Divedro, Valle Antigorio, Valle Formazza, Valle Vigezzo.
Nel lavoro di ricerca si è estesa l’analisi anche alla Valle Cannobina,
che costituisce un naturale prolungamento della Valle Vigezzo verso l’area del Lago Maggiore. È parso opportuno nel contempo dedicare una
sezione del lavoro all’intera “Ossola”, includendovi gli esiti reperiti nel
territorio del fondovalle e quelli raccolti senza significative variazioni in
più valli.
Il lavoro, svolto nell’arco di alcuni
anni, si riconduce ai primi tentativi di
ricerca sul campo intrapresi dal Coro
SEO-CAI di Domodossola nel 1969,
culminati nella pubblicazione di un
disco contenente l’esecuzione di tre
canti ossolani elaborati per voci maschili. La costituzione, avvenuta nel
mese di settembre del 2001 a Domodossola, dell’Associazione Culturale
Cantar Storie, ne ha legittimato intenti, contenuti e attività.
La ricerca è stata ispirata da importanti esempi di ricerche etnomusicologiche svolte in territorio piemontese per mano di Costantino Nigra,
Leone Sinigaglia, Roberto Leydi,
Angelo Agazzani, affiancando nel
contempo agli esiti orali una elaborazione corale, secondo una logica di
“doppio binario” che ha come unico
precedente italiano il primo “Cahier
de Musique Chorale Valdôtaine”, curato dal Centre d’Etudes Francoprovençales René Willien e dall’Association Valdôtaine des Archives Sonores
per la parte etnomusicale, e da Paolo
Bon per la parte espressiva. Si è ritenuto infatti che fosse fondamentale
stimolare una collaborazione, sino a
quel momento quasi inedita, tra ricercatori sul campo e musicisti chiamati ad intervenire sugli esiti raccolti (tale filosofia sarà successivamente
ripresa dalla FE.N.I.A.R.CO. nel
progetto “Voci e Tradizione”, attualmente in corso di svolgimento).
Il progetto di ricerca
Il progetto di ricerca, curato da Luca
e Loris Bonavia, con la supervisione ed il costante supporto da parte di
dossier
Paolo Bon, si è articolato in più fasi
successive, tra loro strettamente connesse ed interdipendenti.
(1) Raccolta e censimento delle fonti,
effettuata innanzitutto mediante una
preliminare attività di consultazione
di fonti bibliografiche e storiche locali ed extra-locali, allo scopo di individuare alcuni bacini preferenziali
verso cui indirizzare la ricerca, ed un
elenco iniziale degli informatori da
contattare nelle fasi successive della
ricerca.
(2) Reperimento degli esiti orali,
svolto sul campo con il supporto e
l’intervento degli informatori individuati in precedenza. La raccolta è
stata effettuata registrando la viva
voce dei cantori spontanei su supporto magnetico (inizialmente audiocassette, in seguito mini-disk). Si è
scelto acquisire integralmente gli esiti, escludendo esclusivamente quelli
di evidente scarso interesse (ovvero
quelli che non presentassero rilevanti
variazioni rispetto ad esiti comune-
10
mente conosciuti o già raccolti).
(3) Costituzione di un archivio sonoro comprendente il materiale raccolto: l’archivio comprende al mese di
aprile 2003 oltre 500 canti, ed è in
corso di effettuazione una conversione dello stesso in formato informatico e su supporto CD-ROM. A partire
dall’archivio integrale sono stati selezionati circa 150 esiti, sui quali è
stato impostato il lavoro successivo.
(4) Attenta verifica ed analisi dei testi letterari, intensificando le ricerche (sul campo e bibliografiche) ove,
in presenza di esiti evidentemente
mutili, fosse necessario un approfondimento. Si è dunque optato per un
ritorno sul luogo di raccolta nel caso
vi fossero evidenti corruzioni legate
a dimenticanze, eventi esterni o semplici errori di esecuzione, non riconducibili in alcun modo a significative
“varianti” spontanee.
(5) Trascrizione degli esiti musicali,
effettuata cercando di seguire il più
possibile l’andamento ritmico e me-
lodico dei cantori spontanei, limitando dunque gli interventi del trascrittore a quei casi in cui una trasposizione totalmente fedele sarebbe risultata di difficile lettura, o addirittura di improponibile impostazione
metrica.
Sono stati riportati inoltre con chiarezza tutti gli adeguamenti del testo
alla melodia, ove le varie strofe presentassero differenti schemi metrici,
ed alcune note esplicative che potessero chiarire eventuali dubbi alla lettura.
Particolare attenzione è stata riservata alle varianti - melodiche e letterarie - riscontrate in uno stesso canto.
Si è scelto di trascrivere le melodie
nelle tonalità fondamentali per facilitarne il più possibile l’analisi e la lettura, riportando comunque per ogni
scheda la tonalità alla fonte, una notazione relativa al genere degli interpreti, unitamente ad un’indicazione
metronomica.
(6) Compilazione di una scheda per
LABORATORIO CORALE WALSER
“CANTAR STORIE”
PROGETTO DI CORALITÀ WALSER
PROMOSSO DALL’ASSOCIAZIONE CULTURALE CANTAR STORIE
DI DOMODOSSOLA
L’idea di un “coro laboratorio” proviene dal mondo delle botteghe artigiane di un tempo, ove pezzi di legno raccolti
nei boschi si trasformavano lentamente in forme vive, animali in corsa, paesaggi incantati. Anche da un gruppo di voci che cantano insieme è forse possibile svelare interi orizzonti di storie, ninnenanne, ricordi.
Il Laboratorio Corale Walser “Cantar Storie”, nato a Domodossola nel mese di Marzo 2003, ha come obiettivo la creazione di un repertorio di Canti Walser, raccolti in Ossola (Valle Anzasca e Valle Formazza) ed elaborati per coro virile dal Maestro Paolo Bon, tratti dai due volumi dell’opera “Cantar Storie”.
Canti in programma:
Ein trauriges Walser-Wiegenlied (Valle Anzasca) - elaborazione di Paolo Bon
Schtan üf dü fülä Jegär (Valle Formazza) - elaborazione di Paolo Bon
Tiri türi tari (Valle Formazza) - elaborazione di Paolo Bon
Un tiriralla (Valle Formazza) - elaborazione di Paolo Bon
Un ts Annamarii (Valle Anzasca) - elaborazione di Paolo Bon
Wo Glöibä da Libe (Valle Formazza) - elaborazione di Paolo Bon
Il progetto corale, ideato e diretto da Luca Bonavia, vede l’applicazione - nel contesto “tradizionale” di un coro virile - di metodi innovativi nel campo della coralità amatoriale. Ad ogni cantore viene consegnato infatti, oltre alle partiture dei canti in programma, alla trascrizione e traduzione dei testi ed alle relative schede etnomusicali, una musicassetta sulla quale sono incise le singole parti ed i canti eseguiti in forma elaborata, al fine di agevolarne lo studio e
l’apprendimento. È prevista una prova settimanale a voci riunite ed una, mirata, riservata ai solisti o ad alcuni settori.
Saranno inoltre effettuate giornate di studio e specifici “laboratori” in presenza del Maestro Paolo Bon, autore delle
elaborazioni, e del Maestro Mario Lanaro, musicista, elaboratore e didatta in campo corale.
dossier
ognuno degli esiti, nella quale oltre al
titolo dell’esito si redigono una trascrizione della linea melodica ed una
trascrizione del testo letterario, fornendo adeguate note ove esso fosse di
difficile comprensione per la presenza di termini regionali o dialettali.
A calce del testo sono riportate alcune indicazioni che meglio definiscono
il contenuto della scheda, ovvero:
– Luogo di raccolta: è la località
ove il canto è stato ascoltato e raccolto;
– Informatore/i: è il latore del canto,
colui che ha fornito le informazioni
necessarie per reperirlo e poterlo
raccogliere;
– Esecutore/i: viene riportato solo in
quei casi ove non coincide con
l’informatore, e dunque è colui a
cui si deve la registrazione del motivo;
– Data di raccolta: indicata con il
solo anno di riferimento;
– Registrazione: codice di catalogazione che indica la collocazione
della registrazione originale nell’archivio;
– Tonalità alla fonte: è la tonalità
del motivo originariamente raccolto;
– Trascrizione: indica colui che ha
effettuato la trascrizione della melodia;
– Note: possono contenere riferimenti bibliografici o di vario tipo
ed origine, inerenti l’esito raccolto.
(7) Realizzazione di una elaborazione
corale, optando nelle diverse fasi del
lavoro per diversi organici. Il materiale selezionato ed analizzato è stato inviato ad un ristretto numero di musicisti, individuati sulla base dell’esperienza acquisita nel campo della coralità di stampo “popolare”. Ognuno di
essi ha potuto lavorare sugli esiti originali raccolti sul campo, disponendo
di una registrazione e della scheda già
redatta, ed eventualmente operando
direttamente la trascrizione della linea melodica. Seguendo la logica già
enunciata del “doppio binario”, essendo l’esito etnomusicale già presentato nella scheda che lo documenta, il musicista può svolgere la propria ricerca espressiva in piena libertà.
I musicisti che hanno collaborato al-
l’opera sono: Angelo Agazzani, Mario Allia, Bruno Bettinelli, Paolo
Bon, Luca Bonavia, Gian Carlo
Brocchetto, Alessandro Buggiani,
Elena Camoletto, Roberto Cognazzo,
Armando Corso, Marco Crestani,
Renato Dionisi, Gianmartino Durighello, Fedele Fantuzzi, Sandro Filippi, Jacques Fombonne, Armando
Franceschini, Mario Fulgoni, Riccardo Giavina, Mario Lanaro, Marco
Maiero, Gianni Malatesta, Andrea
Mascagni, Angelo Mazza, Paolo
Mortara, Alejandro Nunez-Allauca,
Bruno Pasut, Giovanni Uvire, Giorgio Vacchi, Giovanni Veneri, Cecilia
Vettorazzi, Mauro Zuccante.
(8) Pubblicazione degli esiti finali
della ricerca, inclusi in una serie di
volumi, pubblicati presso l’Editore
Grossi di Domodossola, e contenenti
ognuno circa 60 canti. Gli esiti popolari sono stati suddivisi a seconda
della valle di riferimento e presentati
affiancando la scheda etnomusicale
all’elaborazione, secondo la filosofia
già più volte esposta del “doppio binario”.
me. Anche quest’opera sarà realizzata seguendo l’impronta di quelle precedenti, e sarà presumibilmente bilingue (in italiano/tedesco) per quanto riguarda le schede etnomusicologiche e le parti descrittive.
Altre iniziative ed attività
Opere pubblicate
ed in pubblicazione
È importante infine sottolineare l’intensa attività svolta negli ultimi anni
dall’Associazione Cantar Storie, anche oltre i confini regionali, per
quanto riguarda la divulgazione dei
risultati della ricerca e la partecipazione a conferenze, convegni, lezioni, corsi e dibattiti incentrati sul tema
dell’etnomusicologia e della coralità
“popolare”.
In particolare si segnalano, oltre ai
numerosi interventi (lezioni, convegni e conferenze) operati in ambito
locale, la partecipazione di Luca Bonavia al corso per direttori di coro
“FarCoro” organizzato dalla Federazione Cori del Trentino a Levico (Tn)
nell’autunno del 2002, l’intervento al
convegno nazionale tenutosi a Pistoia
nel mese di marzo 2003 ed organizzato dalla Regione Toscana sul tema
“L’influsso degli archetipi orali sull’arte musicale scritta”.
Il primo volume del lavoro è stato
pubblicato nell’autunno 1999, e consta di 59 esiti. Il secondo ha visto la
pubblicazione nel mese di novembre
2001, comprende altri 67 esiti e vi è
allegato un CD-Audio con 20 canti
registrati dalla viva voce dei cantori
spontanei.
Entrambi i volumi hanno previsto
elaborazioni per coro a cappella a
voci maschili.
È in corso di preparazione un terzo
volume, per cui si prevede la pubblicazione nel corso del 2004. Esso
conterrà circa 40 canti, dei quali una
buona parte inediti: le elaborazioni,
questa volta, saranno per voci miste.
È previsto anche in questo caso l’inserimento di un CD-Audio allegato
al volume, con altri 20 esiti originali.
Nel biennio 2005/2006 verrà inoltre
realizzato un nuovo progetto editoriale, comprendente i risultati di una
ricerca già in corso di svolgimento,
incentrata sugli esiti in lingua Walser
raccolti nelle colonie di Valle Anzasca, Valle Formazza, Alagna Valsesia, Rima, Rimella e Gressoney/Issi-
Nel corso del 2003 l’attività è proseguita con:
– Maggio 2003: Convegno presso la
Biblioteca Municipale di Briga (in
Svizzera), coordinato con l’Associazione Internazionale Walser, sul
tema “Dalla stube contadina alla
sala da concerto: I Canti Walser in
Italia”;
– Agosto 2003: Conferenza ad Alagna Valsesia nell’ambito di un
evento incentrato sul mondo musicale e corale Walser;
– Ottobre 2003: Convegno che si
terrà a Pedavena (Belluno) sul tema “Arcaico e archetipi orali”, con
la partecipazione di Paolo Bon.
È importante accennare in conclusione al “Laboratorio Corale Walser
Cantar Storie”, attivo dal mese di
marzo 2003 a Domodossola, progetto di coralità ideato e curato da Luca
Bonavia, che ha come obiettivo la
creazione di un repertorio di Canti
Walser tratti dai volumi del “Cantar
Storie”, raccolti nelle Valli Anzasca e
Formazza ed elaborati per coro maschile da Paolo Bon (v. pag. 10).
11
dossier
LA RICERCA ETNOMUSICOLOGICA
NELLA PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
L’ESPERIENZA DEL CORO “LA BAITA” DI SCANDIANO
di Fedele Fantuzzi
N
12
ella provincia reggiana la ricerca etnomusicologica è
stata da sempre un interesse
di pochissime persone.
Si può citare come primo vero ricercatore (in tempi recenti) il M° Mario
Fontanesi di Toano.
Si deve ricordare la ricerca di Marcello Conati sulle Valli dei Caviglieri
e Val Cedra (in territorio reggiano);
esiste il gruppo di ricerca sul canto
popolare e le tradizioni dei comuni di
S. Ilario e Gattatico, che ha fatto un
ottimo lavoro con 2 pubblicazioni;
sta per essere pubblicato un CD con
il materiale informativo dei fratelli
Olmi da parte di un ricercatore di
Vetto (contenente circa 50 canti della
zona); ma forse la ricerca più consistente è quella svolta dal coro “La
Baita” di Scandiano.
Per il lavoro svolto (e tuttora attivo)
dal coro “La Baita”, tutto è iniziato
negli anni ’70 quando, sull’esempio
e la spinta di Giorgio Vacchi, che era
già stato nella zona (in particolare nel
Toanese), fu deciso di intraprendere
un lavoro sistematico e costante per
trovare materiale etnofonico da poter
studiare ed elaborare per coro.
La ricerca è partita pian piano con il
contributo di pochi coristi che cantavano in gruppo spontaneo e conosce-
vano diverse canzoni; poi man mano
che questi avevano contatti con altri
informatori di loro conoscenza la zona di ricerca si è allargata fino a spaziare dal crinale appenninico alla
bassa reggiana.
La consistenza del materiale si può
riassumere in circa 400 “incipit” registrati su 30 musicassette per un totale di 70 ore di registrazione circa.
I ricercatori sono una decina (quasi
tutti coristi anche giovani) e gli informatori/trici sono circa 40 fra i 25 e
gli 85 anni di età, generalmente tutte
persone che vivono o hanno vissuto
nel mondo rurale o hanno fatto mestieri a contatto con la cultura popolare. Molto importante è stato il contributo della figura femminile.
Il lavoro si è svolto prettamente andando di casa in casa o in luoghi prescelti per registrare senza seguire
però una “mappa” studiata.
Le domande poste agli informatori
generalmente erano di natura conoscitiva: la vita vissuta, il mestiere o
gli ambienti frequentati, la zona dove
avevano imparato i canti e da chi, fatti accaduti o tradizioni del posto,
aneddoti, materiale anche orale come
proverbi, modi di dire, filastrocche…
Spesso i ricercatori sono ritornati sul
luogo oppure gli informatori autonomamente hanno inviato altro materiale registrato magari a completamento del
precedente.
Il materiale trovato non è
stato mai pubblicato ma è
studiato e catalogato in modo “scientifico” secondo il
sistema del CCS (laboratorio del Coro Stelutis di
Giorgio Vacchi).
Alcuni interventi culturali
che riguardano canti ritrovati, da diversi anni sono
pubblicati sull’opuscolo
della festa del I° maggio
Aiolese a cura del sottoscritto; inoltre parte del ma-
teriale è stato usato in tre convegni sul
canto popolare a Scandiano, Toano,
Mirano (Ve).
Da sempre la ricerca, oltre che salvare questo patrimonio, produce anche
nuove armonizzazioni corali e ormai
il repertorio del coro “La Baita” è formato escusivamente da canti popolari
della nostra provincia.
Inoltre circa una decina di brani fanno parte integrante del repertorio di
diversi cori di altre regioni molte incise dai cori stessi quindi una divulgazione conoscitiva del materiale popolare reggiano.
Esiste certamente ancora molto lavoro da fare, ci sono aree ancora “inesplorate”, ma occorrerebbe secondo
me più tempo a disposizione perché
gli informatori sono sempre più rari e
bisogna andarli a scoprire.
Si potrebbe affidare a giovani studenti universitari questo impegno magari
come elementi per una tesi di laurea o
studi commissionati da enti o associazioni culturali sul territorio, oppure
proporre nelle scuole delle ricerche
sistematiche anche come “moduli”
trasversali con altre materie.
Per pubblicare il materiale di ricerca
occorrono fondi che potrebbero essere messi a disposizione da parte di comuni, associazioni culturali o sponsor
che siano però sensibili; purtroppo
non è facile trovare persone attente…
e disponibili, forse occorrono progetti chiari, fatti bene, che possano divenire anche oggetto promozionale sia a
livello culturale che di prodotto.
Sono certo che la ricerca etnomusicologica sia importantissima, che aiuti
la conoscenza delle nostre radici, che
possa appassionare sempre più i giovani ma non basta crederci: bisogna
proporre costantemente nel nostro
mondo corale ai giovani e meno il
frutto del lavoro e nuove idee di armonizzazione, coerenti con il materiale stesso, perché il livello qualitativo e di interesse è veramente straordinario.
dossier
UNA RICERCA SUL CAMPO
I CANTI RELIGIOSI DELLA DIOCESI LOCRI-GERACE
di Natale Femia
I
n Calabria sono state realizzate diverse raccolte di canti
popolari religiosi, come quelli curati dal prof. Raffaele Lombardi
Satriani, Canti popolari calabresi (Vol
IV, Eugenio De Simone Editore, Napoli, 1933); quelli raccolti da Mons. Vincenzo Nadile, Vicario Generale della
Diocesi di Locri-Gerace, e pubblicati
nell’opera Maria SS. delle Grazie nella
fede e nella tradizione a San Giovanni
di Gerace e in Australia (Edizioni Frama Sud, Chiaravalle Centrale, 1979,
pagg. 79-205); infine quelli pubblicati
da Luigi Schirripa nel libro Canti popolari della Locride (I – I canti religiosi, Arti Grafiche Edizioni, Ardore Marina, 1998 pag. 368 e seguenti). Le opere che abbiamo fin qui indicato raccolgono soltanto i testi dei canti, manca
quindi il contributo musicale, in sostanza la melodia, elemento fondamentale
perché i canti stessi si presentino nella
loro interezza. Questa lacuna è stata
colmata inizialmente da Padre Salvatore Brugnano, Redentorista, che durante
le sue predicazioni nei centri calabresi
ha raccolto dalla voce dei fedeli i motivi più popolari, pubblicando Espressioni di religiosità popolare in Calabria
(Valsele Tipografica, Napoli) in cinque
volumi; da citare anche il libro di don
Vincenzo Barbieri Un popolo canta la
sua fede (Tipolitografia Liriti, Reggio
Calabria, 1988): anch’esso raccoglie i
canti completi di testo e musica della
zona di Vallelonga, nella provincia di
Catanzaro. In questo contesto è nata
l’esigenza di raccogliere i canti in vernacolo, esclusivamente di argomento
religioso, mediante una ricerca da svolgersi nel territorio della Diocesi di Locri-Gerace.
La ricerca è durata oltre sei anni durante i quali abbiamo analizzato in maniera approfondita i canti religiosi della
Diocesi di Locri–Gerace. Abbiamo ritenuto di fondamentale importanza fermare sulla carta l’enorme patrimonio di
canti della tradizione orale che rischiavano di andare perduti. Tutto ha avuto
inizio prendendo parte alle veglie di
preghiera o alle novene che si svolgono
in occasione delle feste dedicate ai santi patroni, che in questa zona sono molto sentite, e durante i pellegrinaggi verso i Santuari diocesani.
Il lavoro si basa sulla ricerca pratica di
canti in vernacolo calabrese, tramite la
registrazione su audiocassetta dell’esecuzione diretta di tutte le melodie che
siamo riusciti a trovare visitando la
maggior parte delle parrocchie della
Diocesi di Locri-Gerace e i Santuari
diocesani in occasione delle feste patronali o durante l’anno; nostre informatrici sono state le donne, quasi sempre anziane, di cultura media o anche
analfabete. Da questa registrazione sono stati trascritti il testo e la melodia. I
ricercatori sono: il prof. Michele Furfaro, laureato in Lettere classiche e insegnante di Lettere, per la cura dei testi e
lo scrivente Natale Femia, insegnante
di Musica, per la trascrizione della melodia. Talvolta è stato necessario ritornare dalle persone che ci avevano fornito le informazioni, anche solo per riascoltare un passaggio che nella registrazione non era chiaro; non è stato
sempre facile trascrivere nei testi alcune forme dialettali che sono ormai desuete ma che sono sopravvissute nei
canti tramandati dai più anziani.
Il materiale che abbiamo trovato è stato raccolto in un libro, Benidittu lu Signuri, diviso in due tomi per risultare
più maneggevole, pubblicato nel gennaio 2000 dalle Grafiche Femia di Marina di Gioiosa Jonica. L’opera contiene 756 canti suddivisi in sezioni a seconda dell’argomento: il Natale, la Passione e Morte di Gesù, la Pasqua, l’Eucarestia, lo Spirito Santo, Maria Santissima con i vari titoli della Chiesa universale e della Chiesa locale, i Santi, i
Canti Penitenziali e i canti dedicati ai
Defunti. Oltre che uno studio, il nostro
libro vuole essere un vero e proprio
manuale per ricominciare ad usare i
canti in vernacolo durante le novene, le
feste e le occasioni opportune affinché
non vengano dimenticati e soprattutto
perché anche i giovani li possano risco-
prire ed apprezzare.
Per rendere pubblico il materiale che
abbiamo raccolto con la nostra ricerca, i
brani sono stati spesso cantati dal Coro
Polifonico “Laetare” della Diocesi di
Locri-Gerace in occasione di concerti
eseguiti durante le feste patronali e le
veglie di preghiera che sono più frequenti nei mesi estivi. Alcune Associazioni hanno organizzato serate a tema
per presentare il nostro libro ed eseguire i canti.
Talvolta con il Coro Polifonico “Laetare” della Diocesi di Locri-Gerace inseriamo, di comune accordo con l’Ufficio
Liturgico Diocesano, un brano al termine delle celebrazioni liturgiche presiedute dal nostro Vescovo, che non manca
mai di sottolineare quanto sia importante favorire la tipicità della nostra regione e che quindi apprezza anche i nostri
canti. Da alcuni anni, con lo stesso
gruppo corale, partecipiamo alla rassegna natalizia di canti in vernacolo calabrese Su jorna di Natali, creata dall’Organizzazione Cori Calabria, che si svolge il 30 dicembre nel Duomo di Reggio
Calabria, giunta nel 2003 all’VIII edizione. A questa rassegna sono abbinati
due concorsi di composizione e di elaborazione di canti natalizi calabresi;
proprio nell’ultima categoria abbiamo
presentato vari brani tratti dal nostro libro armonizzati per coro a 4 voci diverse da autori e compositori quali don Ivo
Meini, i Maestri Giuseppe Gai, Michele
Manganelli, Giorgio Golin, Antonia
Sarcina, Gastone Zotto, p. Remigio de
Cristofaro e altri. Non sono mancate le
soddisfazioni poiché nel 1998 abbiamo
vinto il I Premio per l’Elaborazione con
il canto Si la facimu la cammisella, ela-
13
dossier
14
borato da don Ivo Meini, e nel 2001 ci
siamo classificati al I posto per la migliore esecuzione nella sezione delle
Elaborazioni con il canto Nta la notti si
sentìa armonizzato dal M° Giuseppe
Gai. Naturalmente questi brani sono inseriti annualmente nei Concerti che
eseguiamo durante il periodo natalizio
e vengono così diffusi in tutta la zona
incontrando il favore del pubblico che
ascolta con partecipazione i canti che
ritrova attorno a sé nella vita di tutti i
giorni e in cui riconosce le proprie radici e la propria storia.
Con il nostro lavoro ci siamo limitati a
ricercare i canti della tradizione popolare di argomento religioso ed anche
in questo ambito resta ancora molto da
fare; in alcuni centri della Locride esistono canti caratteristici che attendono
di essere trascritti; a volte si osserva
una certa diffidenza ad affidare le proprie memorie ad estranei. Ci sono
inoltre moltissimi canti di vario argomento: d’amore, che esaltano la bellezza della donna, altri esprimono il
dialogo tra due innamorati, alcuni sono ispirati dal tema della lontananza o
dell’abbandono della terra natia o ancora i cosiddetti canti di “sdegno” che
rivelano il risentimento per l’amore
che finisce. Esistono opere che riguardano i testi ma per le melodie, anche
se qualcuno ha già provveduto ad effettuare le registrazioni, mancano per
il momento le pubblicazioni. Nella nostra zona anche i giovani stanno lentamente riscoprendo gli antichi ritmi e la
musicalità del passato, mescolando la
tarantella con nuove sonorità.
Peccato che, per quanto mi risulta le
Istituzioni siano poco sensibili a questo genere di iniziative e raramente intervengano a sostegno di coloro che
vogliono impegnarsi in un lavoro di ricerca.
La ricerca etno-musicologica è un settore che recentemente sta riscuotendo
molto interesse tra gli addetti ai lavori.
E’ necessario approfondire l’argomento perché proprio dalle nostre radici
musicali si possono trarre nuovi spunti per il futuro; è anche positivo mantenere le caratteristiche delle diverse
zone italiane e ricercare le influenze
che altri popoli hanno lasciato nelle
nostre usanze. Soprattutto gli studi effettuati non devono essere sterili ma
vanno proposti e diffusi per essere
promossi e sostenuti e i risultati ottenuti devono diventare materia viva da
suonare e cantare.
L’ABRUZZO:
UN TERRITORIO
DA DISSODARE
d i A n g e l a Tr o i l o
U
na delle maggiori difficoltà
che ho incontrato, incominciando a fare ricerca, è stata quella di capire quanto e cosa era
stato già fatto nella mia regione
(Abruzzo); fatta eccezione per le recenti pubblicazioni a carattere divulgativo della Rivista Abruzzese
(Domenico Di Virgilio “La musica
di tradizione orale in Abruzzo” con
CD allegato; Emiliano Giancristofaro “Canti popolari abruzzesi” anch’esso con CD allegato), mi sono
imbattuta solo casualmente (o a forza di chiedere in giro) nel lavoro fatto da qualcun altro; non essendoci
un punto di riferimento comune è
davvero difficile venire a conoscenza del lavoro svolto da altri o far conoscere il proprio: viene così ridimensionata la possibilità di confrontare le diverse esperienze e
quella di instaurare rapporti sinergici fra i ricercatori, i quali potrebbero elaborare strategie comuni e un
metodo omogeneo di ricerca, facilitando così anche il lavoro di chi volesse fare uso di questo materiale
(per studiarlo, elaborarlo o anche
semplicemente archiviarlo).
Il mio lavoro non è ancora molto sostanzioso poiché ho cominciato solo
nel 1999; ho intervistato 35 informatori in 4 comuni diversi (tutti nella provincia di Chieti), me la sono
presa comoda e ho cominciato dalla
mia famiglia, poi mi sono recata
dalle persone che mi venivano indicate come le più “canterine” del mio
paese (Archi) e, successivamente,
tramite conoscenti, o rivolgendomi
ai parroci, sono entrata in contatto
con informatori di altri comuni della mia provincia; qualcuno ha cantato, qualcuno mi ha mandato da altri
possibili informatori, qualcun altro
non ne ha voluto sapere; dalle persone che mi sono sembrate più disponibili, sono tornata più volte a
distanza di tempo e queste, come
ringraziamento, hanno raccontato,
cantato le loro vite, attentato alla salute del mio fegato (perdere peso facendo ricerca è praticamente impossibile) e narrato vita morte e miracoli dei loro nipoti. Ho raccolto soprattutto canti di mietitura, ninne
nanne e canti religiosi, la maggior
parte dei quali dedicati a San Nicola di Bari.
Materiale da registrare ce n’è ancora molto ma prendere contatto con
gli informatori non è cosa facile, anche quando si riesce a contattare
persone che conservano nella memoria i canti della propria giovinezza, queste spesso si rifiutano di farmene partecipe, per diffidenza, per
imbarazzo o anche semplicemente
perché hanno appena messo la dentiera, anche quando faccio loro presente che sono gli ultimi depositari
di una cultura che va ormai scomparendo, mostrano un dispiacere davvero molto relativo, certo rimpiangono la vita di gruppo che facevano
un tempo, il lavorare tutti insieme
sull’aia seduti all’ombra di una
quercia (quanda se scuppelàve),
l’allegria e la serenità seppur nella
miseria, ma non sembra che sentano
il bisogno di conservare il proprio
sapere, o forse, abituati a tramandarlo durante la vita di tutti i giorni,
non vedono il senso di raccontarlo
davanti ad un registratore, quasi si
sentissero spiati, osservati nella loro
intimità; quando però riesco a metterne tre o quattro a cantare insieme,
poco dopo diventano almeno una
decina e finalmente si dimenticano
di me e del mio registratore, sembrano ritrovare l’atmosfera di un
tempo e cantano a voce spiegata, facendo a gara a chi sa più “strofette”;
in quei momenti mi diverto molto
ma quando devo poi trascrivere
molto meno.
Seconda parte del dossier
nel prossimo numero
notizie
AREZZO – POLIFONICO 2003
ARS CANTICA CHOIR:
UN MERITATO SUCCESSO
di Alessandro Drigo
C
oloro che, come me, hanno
avuto la possibilità di seguire
interamente il 51° Concorso
Polifonico Internazionale ed il 20°
Concorso Nazionale “Guido D’Arezzo” svoltisi nelle giornate dal 28 al 31
agosto 2003 ad Arezzo, sicuramente
serbano ancora il ricordo di come questa edizione abbia portato (finalmente!) in primo piano la coralità italiana,
ora più che mai degna di potersi fregiare di un titolo internazionale che da
troppo tempo mancava, e che da ormai
molti anni si attendeva.
Le ultime edizioni del concorso infatti
avevano sempre relegato i cori italiani
al ruolo di comprimari, restituendo
un’idea della coralità di casa nostra
che, seppur buona, non era comunque
in grado di competere ad alti livelli con
i cori stranieri.
Quest’anno il responso della Giuria ha
dato invece ragione a chi si è adoperato per far sì che tale tendenza venisse
finalmente invertita a nostro favore: la
splendida prestazione dell’”Ars Cantica Choir & Consort” di Buccinasco
(Mi) e del suo direttore Marco Berrini
ha restituito all’Italia corale quel ruolo
da protagonista in campo internazionale che da troppo tempo mancava e che
ci rende orgogliosi ma soprattutto consci dalla validità del nostro prodotto
musicale agli occhi del mondo intero.
La prestazione dell’Ars Cantica è stata
di elevato livello durante tutte le giornate del Polifonico, sia nazionale che
internazionale, ed anche nella serata
dedicata al Festival Internazionale di
Canto Popolare, anch’essa affrontata
con passione ed impegno. L’edizione
cinquantunesima dell’Internazionale è
stata ricca di cori di notevole spessore:
in questo contesto assume ancora maggiore importanza il risultato che la
compagine diretta da Berrini ha saputo
raggiungere, suscitando l’ammirazione
del pubblico presente e gli apprezzamenti della giuria che ne ha decretato il
successo.
La categoria dedicata alla Polifonia si è
svolta in due prove: una eliminatoria,
alla quale hanno partecipato altri nove
cori provenienti da tutto il mondo, e la
prova finale, a cui hanno avuto accesso
solamente sei dei dieci complessi vocali inizialmente iscritti alla categoria.
Durante queste due giornate, nelle quali il pubblico e la giuria hanno avuto
modo di ascoltare diversi complessi
vocali differenti tra loro sia per le caratteristiche tecnico-vocali che per le
scelte interpretative (in questo caso il
giudizio dell’ascoltatore è stato favorito anche dal fatto che alcuni brani in
programma sono stati presentati da più
di un coro) sono emerse gradatamente
le qualità e le capacità di saper proporre agli ascoltatori dei brani che, come
da regolamento, sono stati tratti da diverse epoche musicali (polifonia rinascimentale, romanticismo, produzione
contemporanea), riuscendo a restituire
un prodotto convincente sia dal punto
di vista filologico che tecnico-interpretativo.
A questo proposito va segnalata la notevole prestazione dell’Ars Cantica
che, sapientemente condotto da Marco
Berrini, ha affrontato con sicurezza e
L’Ars Cantica Choir diretto da Marco Berrini.
convinzione tanto la polifonia di Lasso
e Gallus quanto le sonorità raffinate di
Bettinelli, riuscendo nell’intento di caratterizzare e distinguere le diverse
composizioni appartenenti a periodi
musicali ben distinti tra loro, pur dovendole eseguire una di seguito all’altra.
A chi ha assistito alle esecuzioni dei
cori in concorso, la categoria è apparsa
di alto livello proprio per la presenza di
numerosi complessi di valore: si sono
potute ascoltare diverse buone esecuzioni e constatare quanto i direttori abbiano investito sia sull’emissione del
suono (in termini di colore e di intonazione) sia sull’interpretazione dei brani
nel contesto storico al quale appartengono. Quanto detto sopra sottolinea
ancor più la prestazione dell’Ars Cantica, che ha saputo imporsi in una categoria sicuramente non facile.
Nell’ambito del Polifonico 2003 vi è
inoltre da segnalare la serata dedicata
alla categoria 5, ovvero al Festival Corale Internazionale di Canto Popolare
(l’unica svoltasi all’aperto), in occasione della quale l’Ars Cantica ha saputo
proporre al pubblico presente due pagine corali di Orlando Dipiazza con la
consueta professionalità e bravura che
nel corso delle giornate li ha contraddistinti.
Successo pieno quindi per la compagine di Buccinasco che, essendosi imposta anche nel 20° Concorso Nazionale,
si è aggiudicata anche il Gran Premio
“Città di Arezzo”: un riconoscimento
che premia la qualità e la continuità di
risultati ottenuti lungo tutto l’arco delle
giornate della competizione. L’edizione 2003 del
concorso aretino si conclude quindi con grande
soddisfazione e giustificato orgoglio sia da parte
degli addetti ai lavori che
dei semplici appassionati:
i risultati raggiunti dai cori di casa nostra sia in
campo nazionale che internazionale fanno ben
sperare per il futuro. Chissà che l’edizione 2004
non ci riservi ulteriori belle sorprese…
15
attività dell’Associazione
ASSEMBLEA NAZIONALE A TRENTO:
UN PROGETTO TRIENNALE
PER LA CORALITA’ ITALIANA
d i A l v a r o Va t r i
I
16
l 13 e 14 marzo scorsi, in una Trento ancora
innevata ma pronta a dischiudersi al sole dell’imminente primavera, si è tenuta l’Assemblea della FENIARCO. L’ospitalità della Federazione
Cori del Trentino è stata squisita: dalla logistica (il
lussuoso Boscolo Hotel, la cena presso il suggestivo
ristorante in collina “Villa Madruzzo”), all’accoglienza “ufficiale”, con il saluto del Sindaco e il concerto
del Coro della SAT presso il Municipio cittadino, con
la presenza dei mass media. Abbiamo sottolineato in
apertura la cornice in cui si è svolta la riunione per evidenziare la consapevolezza del carattere di “vetrina”
che l’assise della FENIARCO sempre più riveste per
le singole Associazioni Regionali, che si susseguono
nell’organizzarla, soprattutto verso le proprie realtà
istituzionali, e al contempo il clima di confronto costruttivo, cordiale e produttivo che pervade in modo
crescente gli incontri tra i rappresentanti della coralità
amatoriale di tutta Italia. L’alto livello della rappresentatività in Assemblea (ci sono quasi tutti i presidenti regionali, e i delegati hanno ampia facoltà decisionale) consente di produrre progetti di profilo elevato e di ampio respiro, e soprattutto di instaurare collegamenti progettuali tra le singole Associazioni Regionali che stimolano la crescita qualitativa di tutte le
realtà corali, oltre a rapporti di cordialità e amicizia interpersonale che sono sicuramente un valore fondante
della nostra attività.
E passiamo ai lavori assembleari.
Non ci dilungheremo a relazionare su ciascuno dei
punti del nutrito ordine del giorno, anche perché il relativo verbale sarà inviato alle regioni prossimamente,
ma vogliamo evidenziare quelli che sono stati i risultati più significativi di questa tornata di lavoro. Innanzi tutto lo stato di “salute finanziaria” della Federazione che si rispecchia nella chiarezza dei suoi bilanci
comprensibili anche ai non addetti ai lavori. L’oculata
gestione delle risorse garantisce continuità a progetti
importanti e di grande respiro. Sicuramente sarà necessario investire maggiore impegno nel reperimento
di fondi da destinare al potenziamento delle sue strutture organizzative. Ma, cosa quasi “rivoluzionaria”,
ormai la Federazione è pronta per proporre una programmazione addirittura triennale. Infatti, oltre ai programmi per il 2004, sono stati discussi e approvati anche i programmi per il 2005 e 2006, con i relativi impegni da parte delle singole regioni per quanto riguarda gli aspetti organizzativi. Il quadro che ne risulta è
un fermento di iniziative, manifestazioni ed eventi addirittura con cadenza mensile, distribuiti un po’ su tutto il territorio nazionale, con grandi potenzialità di
mobilitazione delle realtà corali, istituzionali, di mezzi di comunicazione e di pubblico.
Citiamo solo qualcuno dei progetti: le Audizioni per il
Coro Giovanile Mondiale in tre regioni (Nord, Centro
e Sud) con bando diffuso capillarmente; il Festival di
Primavera che mobiliterà circa 400 giovani di cori
scolastici; le Audizioni e i tour (estivo e invernale) del
Coro Giovanile Italiano; il Seminario Europeo per
Giovani Compositori (in Valle d’Aosta) e l’Accademia
Europea per Direttori di Coro; le edizioni di Alpe
Adria Cantat. Inoltre gli eventi di grande rilievo come
l’Assemblea generale e Board di Europa Cantat (a Venezia nel novembre prossimo); il Convegno Naziona-
Da sinistra: Lorenzo Benedet, Sante Fornasier, Aldo Cicconofri, Sergio Franceschinelli. A destra presidenti e delegati Feniarco all’assemblea di Trento.
attività dell’Associazione
le delle Commissioni Artistiche (nel
Lazio ad ottobre del 2005); la “Rete di
Concerti”, progetto di valenza nazionale, per l’ottobre 2006. Accanto a queste
Concerto del Coro della SAT presso il municipio di Trento per l’assi pongono le iniziative editoriali (la
semblea della Feniarco.
pubblicazione dei volumi delle collane
già avviate: “Giro giro canto”, “Melos”, “Teenc@nta”, “Voci e tradizione”, Antologia di Da Trento ritorniamo con qualche idea più chiara, qual“Choraliter”. E infine il progetto di rete per la didattica e che spunto in più, qualche pregiudizio in meno, ma soformazione, con la “messa in rete”, appunto, dei corsi e se- prattutto con nuovi amici che sentiamo vicini nella condivisione dell’ideale corale.
minari organizzati dalle singole Associazioni Regionali.
teenc@nta
B R A N I P E R C O R I G I O VA N I L I
La nuova raccolta iniziativa editoriale della Feniarco è stata recentemente presentata nell’ambito del Convegno sulla coralità giovanile tenutosi il 3 aprile scorso a Cisternino (Ba) durante la seconda
edizione del “Festival di Primavera”, incontro rivolto ai cori di tutte le scuole superiori. In quest’occasione questa frizzante pubblicazione ha già riscosso grande consenso sia per i contenuti musicali
sia per l’accattivante impronta grafica.
La prima tiratura di stampa è stata di 500 copie ma si sta già predisponendo la seconda, pensata per ovviare ad eventuali imprecisioni, che conterà ben 6.500 copie. In preparazione anche il cd audio
con l’incisione di tutti i brani della raccolta.
Per saperne di più non perdete l’approfondimento sul prossimo numero!
Il tavolo dei relatori al Convegno “Il Coro Giovanile”
(3 aprile 2004).
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attività dell’Associazione
COMPORRE PER CORO OGGI
SEMINARIO EUROPEO PER GIOVANI COMPOSITORI
AOSTA, 25-31 LUGLIO 2004
Docenti Carl Van Eyndhoven, Jaakko Mäntyjärvi, Pier Paolo Scattolin, Mauro Zuccante, Giovanni Bonato
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“Comporre per coro oggi” è ormai giunto
alla sua terza edizione e per la prima volta
quest’anno si tiene in collaborazione con
“Europa Cantat”, arricchendo la sua offerta formativa e proiettandosi in un panorama internazionale
Il corso si articola in tre laboratori di composizione-produzione musicale individuale: 1. Laboratorio di composizione corale
originale (docente Jaakko Mäntyjärvi), 2.
Laboratorio di elaborazione-arrangiamento su materiali dati (docente Mauro Zuccante), 3. Laboratorio di arrangiamento
vocal-jazz (docente Carl Van Eyndhoven);
e, in più, un Laboratorio collettivo di sperimentazione-esecuzione (docente Pier
Paolo Scattolin), che prevede la collaborazione stabile di un ensemble vocale. Inoltre il compositore Giovanni Bonato terrà
il seminario “Semiografia della musica corale contemporanea”.
Ciascun corsista opta già all’atto dell’iscrizione per uno dei tre laboratori di composizione e si impegna, quindi, a produrre,
sotto la guida del docente prescelto, un lavoro che verrà successivamente sottoposto
allo studio dell’ensemble vocale. Terminata la composizione del proprio brano (che
generalmente occupa la prima metà della
settimana), ciascun corsista avrà modo di
partecipare anche agli altri laboratori di
composizione, di assistere a lezioni e momenti di analisi e approfondimento intorno a specifiche tematiche della composizione per coro e di sottoporre propri lavori al giudizio dei vari docenti. Nel frattempo, l’ensemble vocale, guidato dal docente
di sperimentazione-esecuzione, curerà l’esecuzione dei brani composti alla presenza
di ciascun compositore il quale avrà modo
di verificare l’efficacia del risultato sonoro. Le composizioni che saranno ritenute
dai docenti più idonee e meritevoli saranno eseguite nel concerto pubblico previsto
a chiusura del corso.
Come ormai di consueto la settimana godrà della squisita ospitalità offerta dall’Associazione dei Cori della Valle d’Aosta e
dello splendido scenario naturale di questa regione.
PARTECIPANTI
Compositori e aspiranti compositori interessati alla musica corale;
Direttori di coro che abbiano maturato esperienze di scrittura o di elaborazione.
I docenti si riservano di selezionare i partecipanti in base all’età ed al curriculum in cui evidenzieranno titoli ed esperienze specifiche relative all’argomento del Corso. Il corso è aperto ad un numero massimo di 25
partecipanti; è possibile la partecipazione come uditori.
OBIETTIVI
• Promuovere la produzione di nuove opere corali.
• Far conoscere e sviluppare le potenzialità espressive dello strumento
“coro”.
• Guidare i partecipanti nella ricerca di uno stile personale anche attraverso la conoscenza dei linguaggi e delle tecniche più recenti di composizione musicale.
• Far conoscere i rapporti tra il momento della scrittura e quello dell’esecuzione insegnando a comporre in funzione delle reali possibilità di
un coro amatoriale di buon livello.
Le lingue usate durante il corso saranno inglese e italiano.
BOTTEGA
DI COMPOSIZIONE
Laboratorio di composizione corale originale
In questo atelier si affronteranno le seguenti tematiche: caratteristiche
della musica corale contemporanea; problematiche particolari del comporre musica vocale in generale e corale in particolare; il paradosso di
scrivere per cori amatoriali, scrivere per un coro di medio livello: vantaggi e problematiche; lavorare con il coro.
Docente Jaakko Mäntyärvi
Ha studiato teoria musicale e direzione di coro alla
Sibelius Academy. Come compositore si definisce
un eclettico tradizionalista: eclettico per il suo
adottare influenze di diversi stili e periodi fondendoli nel suo idioma personale; tradizionalista perché il suo stile si basa su un approccio tradizionale
e usa le risorse della musica moderna solo come riserva. La sua musica ha un orientamento molto
pratico e scrive soprattutto per coro. Attualmente è direttore aggiunto del
Tapiola Chamber Choir.
BOTTEGA
DI ELABORAZIONE
Laboratorio di elaborazione-arrangiamento su materiali dati
Il laboratorio si pone come obiettivo la stesura di una partitura per coro,
a partire da materiali tematici dati, ricavati da tradizioni musicali arcaiche, di origine popolare o colta. Nello specifico, verranno tenute in particolare considerazione e approfondite tecniche di elaborazione ispirate
allo stile monodico e contrappuntistico.
Docente Mauro Zuccante
Ha studiato pianoforte, composizione, musica corale e musica elettronica. Come compositore ha ottenuto riconoscimenti nei Concorsi interna-
attività dell’Associazione
zionali di Tours, Tolosa, Lezo e Trento.
Le sue opere sono state eseguite all’Accademia musicale di Zagabria, alla Radio ungherese, al Festival di Avignone, al Festival di Spoleto, a S. Pietro in Vaticano, alla New Jersey University, all’University of New Hampshire, alla Sala Verdi di Milano. Gran
parte delle sue composizioni sono state pubblicate in Italia,
Francia e Germania.
BOTTEGA
DI ARRANGIAMENTO VOCAL JAZZ
Laboratorio di arrangiamento
vocal-jazz
In questo laboratorio si realizzeranno arrangiamenti di famosi standard jazz. Dall’ascolto e dall’analisi di esempi di
“Grandi” come Ward Swingle, Gene Puerling, Jeremy
Jackman si affronteranno vocalità, scats, effetti strumentali, struttura, colore delle armonie…
Gli arrangiamenti saranno pensati sia per cori amatoriali sia
per cori professionali da camera. Requisito essenziale per
l’atelier: un sacco di fantasia!
Docente Carl Van Eyndhoven
Diplomato in organo e pedagogia della musica al Lemmensinstitute di Leuven (Belgio) dove è attualmente docente di analisi, armonia e carillon è
suonatore di carillon per la chiesa del
decanato di Mol (Belgio) e di Tilburg
(Olanda). Compone per coro, carillon
e vari ensemble.
È presidente del “Vlaamse Beiaardvereniging” (Flemish
Carillon Society) e vicepresidente del Béla Bartók Archives
del Belgio. Ha scritto arrangiamenti per Jeremy Jackman
(The King’s Singers) e spesso conduce il Flemish Radio
Choir.
BOTTEGA
DI SPERIMENTAZIONE
Laboratorio collettivo
di sperimentazione-esecuzione
Si tratta di un laboratorio dove si studiano e vengono eseguiti i brani composti dai partecipanti negli ateliers compositivi.
L’attività si svolge con la collaborazione di un coro-laboratorio al quale partecipano anche i compositori sia come esecutori che come direttori.
L’intento principale è quello di dare alle composizioni, nel
delicato momento del passaggio dalla partitura alla concretizzazione sonora, la loro miglior veste corale possibile, con
opportune riflessioni tecniche e modifiche della partitura
conseguenti alla realizzazione pratica.
Docente Pier Paolo Scattolin
Svolge attività come direttore d’orchestra, di coro e compositore. È insegnante di musica corale e direzione di coro
presso il Conservatorio di Bologna e direttore della Società
Corale Euridice di Bologna, con la quale svolge intensa attività concertistica. Autore di numerose composizioni or-
chestrali, cameristiche e corali, di edizioni critiche e scritti sulla musica
medievale, tiene stages in Italia ed
Europa sulla musica del Novecento e
contemporanea, sul teatro musicale
da camera oltreché sulla musica rinascimentale-barocca.
SEMINARIO SERALE
“SEMIOGRAFIA
DELLA MUSICA CORALE
CONTEMPORANEA”
Lunedì 26 e Martedì 27 luglio 2004
– dalle ore 21.00
In questo seminario verranno presentati, delineati e spiegati i più comuni e sintomatici segni ed indicazioni concernenti composizione
e prassi esecutiva adottate dai più significativi compositori
del panorama contemporaneo con la possibilità per i corsisti di essere guidati nell’inventare o ideare nuovi segni per
le proprie esigenze compositive.
Relatore Giovanni Bonato
Diplomato al Conservatorio di Milano sotto la guida di G. Manzoni è autore di numerosi brani di musica cameristica, corale e sinfonica con i
quali si è distinto in campo nazionale
e internazionale. Fra gli interpreti dei
suoi lavori il Quartetto Arditti, A. Tamayo, G. Neuhold, Ex Novo Ensemble, H. Starreveld, D. Callegari, M. Brunello, D. Nordio,
Neue Vocalsolisten, H. Shelley. Sue composizioni sono trasmesse dalle maggiori emittenti radiofoniche europee e sono state pubblicate in Italia e all’estero. È docente di Composizione al Conservatorio di Padova.
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attività dell’Associazione
ALPE ADRIA CANTAT 2004
Settimana Internazionale di canto corale
LIDO DI JESOLO (VE) – DAL 29 AGOSTO AL 5 SETTEMBRE
• Atelier 1 – Musica per cori di bambini e corso per direttori - docente: Mario Mora (I)
• Atelier 2 – Musica contemporanea - docente: Ambrož Čopi (SL)
• Atelier 3 – Spiritual e Gospel - docente: Paul Smith (USA)
• Atelier 4 – Musica della Scuola Veneziana - docente: Marco Berrini (I)
• Atelier 5 – Musica Romantica - docente: Georg Grün (D)
• Atelier 6 – Vocal Pop Jazz - docente: Jonathan Rathbone (GB)
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MARIO MORA
Ha studiato pianoforte, organo e musica
corale. È fondatore (1986) e direttore artistico della Scuola di Musica e del Coro
I Piccoli Musici con il quale svolge un’intensa attività artistica con concerti, incisioni collaborando con teatri e orchestre.
Spesso chiamato a tenere corsi, convegni
ed atelier nazionali ed internazionali, inerenti la vocalità infantile rivolti ai cori di
bambini, direttori ed insegnanti. È stato premiato quale miglior
direttore al 29° Concorso Nazionale Corale di Vittorio Veneto e
al 5° Concorso Corale Internazionale di Riva del Garda. È stato
più volte membro di giuria in concorsi nazionali ed internazionali e fa parte della Commissione Artistica del Concorso Nazionale di Vittorio Veneto.
È inoltre docente in qualità di maestro e direttore del Coro di voci bianche della Scuola Diocesana di Musica S. Cecilia di Brescia. Nell’anno 2001, è stato nominato da Papa Giovanni Paolo II
“Cavaliere dell’ordine di San Silvestro Papa” per l’attività educativa e musicale svolta in favore dei ragazzi.
AMBROŽ ČOPI
È uno dei giovani compositori sloveni,
laureato presso l’Accademia di Musica di
Lubiana nel 1996 sotto la guida di Dane
Škerl. In seguito ha continuato a studiare
con Uroš Rojko. Le sue opere sono state
premiate in numerosi concorsi per compositori, e sono state commissionate per essere presentate in alcuni concorsi e festival.
I suoi brani sono pubblicati da Sulasol
(Finlandia) ed altre edizioni musicali della Slovenia. Ha fondato
il Coro da camera Iskra di Bovec, uno dei migliori cori femminili in Slovenia e dirige il coro misto Obala di Capodistria, e il Coro da camera Nova Gorica con i quali ha conseguito primi premi
nei concorsi corali internazionali. Insegna teoria musicale al Ginnasio artistico di Capodistria.
PAUL SMITH
Ha cominciato la sua carriera musicale
come giovane studente di pianoforte con
Margaret Bonds, una pianista-compositrice afro-americana. Ha ottenuto il diploma
di musica alla Chapman University, un
master e dottorato all’Universita della California meridionale. Ha iniziato ad esibirsi all’età di 15 anni, e ha fatto tourné internazionali con famosi gruppi americani.
È stato Vicedirettore del gruppo Albert McNeil Jubilee Singers.
Si è esibito con il noto Mormon Tabernacle Choir a Salt Lake
City. È Direttore artistico del William Grant Still Chorale, un coro particolarmente apprezzato per la sua collaborazione con l’Orchestra Filarmonica e Master Chorale di Los Angeles. Dirige ateliers e corsi per la formazione dei direttori. Coordina convegni e
tavole rotonde sui problemi multi-culturali nelle riunioni dell’Associazioni dei Direttori Corali Americani (ACDA). Attualmente, è professore assistente di Musica e Direttore delle Attività
Corali nell’Università dello Stato di California nel campus di
Northridge. Dirige il Chamber Singers e Northridge Singers,
complessi vocali universitari di alto livello.
MARCO BERRINI
È diplomato in pianoforte, musica corale e
direzione di coro e composizione polifonica vocale presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano, dove ha studiato anche direzione d’orchestra e musicologia. È risultato vincitore di vari concorsi corali nazionali e internazionali. È direttore artistico e
musicale dell’ Ars Cantica Choir di Milano
che nel 2003 ha vinto il primo premio del
51° Concorso Corale Internazionale “Guido d’ Arezzo”, il Gran
Premio “Città di Arezzo” e il 1° premio del 20° Concorso Corale Nazionale “Guido di Arezzo”. Dal 1989 al 1992 è stato Maestro Sostituto del Coro da Camera della RAI di Roma col quale
ha effettuato registrazioni per RAI-Radio Tre. Incide per Sarx
Records della quale, dal giugno 1993, è stato nominato direttore
artistico. Ha curato la pubblicazione di musica vocale per le case
attività dell’Associazione
editrici Suvini Zerboni, Carrara e Rugginenti. Dal
1988 al 1998 è stato redattore della rivista di musica e didattica corale “La Cartellina”. Nel 2001
ha conseguito il 3° premio (unico italiano premiato) nel Concorso internazionale per direttori di coro “Mariele Ventre”. É docente di Esercitazioni
Corali presso il Conservatorio “Antonio Vivaldi”
di Alessandria, dove ha fondato e dirige il Coro da
Camera dell’Istituto. Dal Gennaio 2003 è direttore artistico e musicale del quartetto vocale professionale S. Tecla del Duomo di Milano.
GEORG GRÜN
Professore di direzione corale nella Scuola Superiore
dello Stato per la Musica a
Mannheim, Germania, ha
studiato educazione musicale, musica liturgica, teologia cattolica, musicologia e direzione corale con
Volker Hempfling. È direttore del Coro da Camera di Saarbrücken con il
quale ha vinto vari premi nei concorsi nazionali e
internazionali per cori e ha eseguito concerti in
Europa, Russia, Stati Uniti e Argentina. È stato
ospite-direttore del Rias Kammerchor, SWRVolkaensemble, Coro Giovanile Nazionale di Argentina e il Coro Giovanile Regionale di Rheinland-Pfalz. Ha diretto diversi cori accompagnati
da orchestre professionali. È stato membro della
giuria di vari concorsi corali internazionali e docente di corsi per direzione corale. Nel 2004, dirigerà il Coro Giovanile Mondiale nel suo tour in
sud Corea.
Festival di Primavera
Monopoli (Ba), 1 – 4 aprile 2004
Una carica di entusiasmo
Sono dieci i cori provenienti da scuole superiori di tutta Italia che
hanno preso parte all’entusiasmante seconda edizione del Festival di
Primavera.
Quest’anno ad ospitare la manifestazione - che si è rivelata un vero
successo su tutti i fronti - sono stati gli amici dell’ARCOPU (Associazione Regionale Cori Pugliesi). Gli atelier tenuti dai Maestri Carla Baldini (Gospel & Spiritual) e Dario Tabbia (Balletti e Chanson e
rinascimentale) hanno raccolto grande consenso da parte dei giovani
partecipanti e dei loro accompagnatori. Calorosissima l’accoglienza
delle scuole dei dintorni di Monopoli presso le quali i cori del Festival hanno potuto esibirsi durante le ore del mattino e molto gradite ai
partecipanti sono state le visite guidate delle splendide località di Cisternino, Alberobello e Polignano. Il risultato dei giorni di studio (ma
anche di svago in un clima di amicizia del tutto unico) è sfociato l’ultima sera nel coloratissimo ed emozionante Concerto Finale: non
perdete i retroscena che compariranno nel prossimo numero!!
Coro “Verdinote” dell’Istituto Superiore "E. Majorana"
di Avola (Sr) – diretto da Salvatore La Rosa
Coro del Liceo Musicale "E. Bianchi”
di Cuneo – diretto da Flavio Becchis
Coro dell' Istituto Tecnico "L. Einaudi"
di Marostica (Vi) – diretto da Albano Berton
Coro del Liceo Scientifico Statale "G. Galilei"
di Perugia – diretto da Sergio Schioppa
Coro del Liceo Scientifico Statale "A. Einstein"
di Teramo – diretto da Ettore Sisino
JONATHAN
RATHBONE
È stato corista del Duomo
di Coventry (Inghilterra).
Ha studiato matematica nel
Christ’s College di Cambridge e si è laureato in
canto e composizione all’Accademia Reale di Musica. Ha cantato regolarmente con il BBC Singers e con il coro di S. Bride’s Fleet Street. Nel 1984 è stato cantante dei
Swingle Singers che ha poi diretto dal 1987 al
1996. Ha lavorato con Luciano Berio, Pierre Boulez, Stefane Frappelli e Sir George Martin (il produttore del Beatles). Ha scritto la maggior parte
del repertorio dei Swingle Singers e la sua musica
è stata pubblicata da Kikapust Music e da Edizioni Peters. Scrive musica per la televisione, radio e
cinema e per personalità come Sir Cliff Richard e
Michael Ball. Conduce corsi e ateliers in tutto il
mondo. Al momento, dirige tre cori a Londra, ha
una propria orchestra ed è compositore, direttore
e arrangiatore freelance.
Coro “In Fidelibus Auris” del Liceo Scientifico "N. Palmeri"
di Termini Im. (Pa) – diretto da Roberto Peroverde
Coro del Liceo Classico Statale "G. Ugdulena"
di Termini Imerese (Pa) – diretto da Roberto Peroverde
Coro Polifonico “Francesco Filelfo”
di Tolentino (Mc) – diretto da Fabiano Pippa
Coro del Liceo Scientifico Statale "G. Bruno"
di Torino – diretto da Fabio De Michiel
Coro del Liceo Classico Statale "E. Cairoli"
di Varese – diretto da Alessandro Cadario
21
IL CORO GIOVANILE ITALIANO
OSPITE SPECIALE IN CALABRIA
di Francesco Romano
Si è concluso con la speciale esibizione in occasione della Rassegna Corale dell’Organizzazione Cori Calabria il mini tour invernale 2003 del Coro Giovanile Italiano. I ragazzi del CGI sotto la guida del maestro Filippo Maria Bressan hanno avuto l’opportunità di riproporre il repertorio già affrontato durante
la sessione estiva e di cimentarsi in alcuni canti natalizi. Gli appuntamenti di questa breve ma intenza
sessione hanno portato il Coro Giovanile oltre che in Calabria anche in Sicilia per una prova aperta a
Messina presso il teatro Annibale Maria di Francia con la collaborazione dell’Ars Cori, e a Giarre (Ct)
per uno speciale concerto con l’ospitalità della Corale Jonia di Giarre.
22
Il 2003 non era soltanto l’anno dell’Ottava edizione della Rassegna corale di canti natalizi calabresi. Ricorreva anche il X anniversario della
fondazione dell’Organizzazione Cori Calabria. E il suo presidente, Don
Giorgio Costantino, voleva impreziosire l’annuale - ma stavolta speciale - appuntamento corale natalizio
con l’esibizione di un ospite d’eccezione. Ma andiamo con ordine.
30 dicembre 2003, Basilica Cattedrale di Reggio Calabria, ore 18,30.
Ormai da otto anni si ripete un incontro che per i reggini è diventato
tradizione di fine anno: quello con i
cori polifonici e con il canto natalizio calabrese originale o di tradizione orale.
Alla Rassegna dei cori è associato un
concorso di composizione e uno di
elaborazione, giunti quest’anno rispettivamente alla settima e alla sesta edizione. Un’apposita commissione di musicisti ha preventivamen-
te selezionato, tra quelli presentati, i
brani di livello accettabile ritenendoli meritevoli di essere eseguiti alla Rassegna e attribuendo loro un
punteggio grazie al quale viene poi
designato il vincitore.
La Cattedrale è già gremita e il brusìo è alto. Una voce soave dalla dizione impeccabile, quella di Francesca Canale del coro “Laudamus” di
San Sperato, annuncia l’apertura
della serata, ed è sùbito silenzio. Un
silenzio relativo, occasionalmente
spezzato dal vociare di bambini incontrollati e da clacson disperati nel
traffico.
Apre la manifestazione il coro reggino di voci bianche Millenote, diretto da Roberto Caridi, con Notti
d’Incantu composto su testo di E.
Zolea. E’ poi la volta della siciliana
corale Iubilaeum di Augusta, diretta
da Giuseppe Mignemi, che esegue
Nascìu dello stesso Mignemi.
Seguono il coro locrese Laetare, di-
retto da Natale Femia, con Nta lu
centru di la Notti composto da Giorgio Golin, e la Schola cantorum officium di S. Andrea Apostolo dello
Jonio che propone un brano composto dal suo direttore, il giovane Christian Cosentino, dal titolo Veniti,
veniti nescìu lu Bombìnu. Chiude
l’esecuzione dei brani in concorso il
Coro polifonico San Paolo di Reggio che, diretto da Carmen Cantarella, offre all’ascolto un’elaborazione
di Giuseppe Mignemi, Cantamu
Bon Natali, di autore anonimo.
La prima parte della serata termina
con l’esibizione fuori concorso del
simpatico coro di voci bianche Laudamus diretto da Enza Cuzzola che
si cimenta nell’esecuzione del gradevole A Natali del calabrese Nando
Cùringa.
Siamo giunti al clou della serata.
Don Giorgio Costantino prende la
parola e introduce personalmente il
Coro Giovanile Italiano. Nella sua
Il Coro Giovanile Italiano alla Rassegna corale O.C.C. presso il duomo di Reggio Calabria il 30 dicembre 2003
voce c’è emozione e orgoglio. Tra i
coristi vi sono alcuni ragazzi formatisi alla sua scuola, e il coro è venuto a Reggio aderendo al suo accorato invito.
Bastano poche parole per presentare
una delle più prestigiose realtà musicali italiane, appena nata e già nell’olimpo di un’arte nutrita di valori
umani, al riparo dalle esigenze di
mercato e dai riflettori. Molti fra il
pubblico l’hanno già conosciuta due
giorni prima, al concerto per il 95°
anniversario del terremoto che distrusse la Città. Lo testimoniano gli
applausi insolitamente scroscianti e
calorosi prima dell’esibizione.
I brani in programma tracciano un
percorso di immagini spirituali che
il Coro Giovanile Italiano ricrea sotto la carismatica e misurata direzione di Filippo Maria Bressan. Dal
suggestivo Aurora all’intenso Ave
Maria di Bettinelli, dai leggiadri af-
freschi sonori della Messa per doppio coro di Martin al commovente
lied mahleriano Ich bin der Welt
abhanden gekommen è un susseguirsi di profonde ed intense emozioni capaci di pervadere anche gli
animi meno sensibili.
E’ la magia di un coro che canta
gioie ed emozioni per chi ascolta,
guidato e stimolato dal gesto sicuro
di un direttore con curriculum di rispetto, capace di interpretare la pagina musicale con rara sensibilità ed
intelligenza sulla base di solidi studi ed esperienze prestigiose.
L’edizione 2003 della Rassegna si
conclude con la premiazione dei
vincitori. Giuseppe Mignemi per il
canto Nascìu e la Corale Polifonica
Iubilaeum di Augusta per la bontà
dell’esecuzione.
La Giuria presieduta dal M° Bressan riconosce al Coro Polifonico
San Paolo di essersi distinto nella
in collaborazione con le Associazioni Corali regionali
organizza
performance, non potendo però assegnargli il premio a causa della
mancanza di competizione nella sezione “elaborazioni”, cui il coro si
era iscritto, che contemplava un solo brano.
Le porte della Cattedrale che si richiudono sembrano voler custodire
gelosamente le suggestioni evocate
dal Coro Giovanile Italiano. Con
tutta probabilità, mai in Calabria si
è ascoltato un concerto corale di così alto livello.
E’ auspicabile che la prima, breve
tournée del CGI in Calabria, sia seguita da altri, magari periodici appuntamenti con il pubblico calabrese. E, possibilmente, in luoghi meno
rumorosi, quali teatri o auditorium,
dove le pregevoli sonorità del Coro
possano rivelarsi nell’intera gamma
delle loro sfumature, anche nei
“pianissimo” al limite del percettibile.
Direttore
M° FILIPPO MARIA BRESSAN
AUDIZIONI
per le voci di
SESSIONE ESTIVA 2004
soprano, contralto, tenore e basso
stage
per il
ASSISI
18 luglio / 29 luglio 2004
CORO GIOVANILE ITALIANO
SESSIONE ESTIVA - UMBRIA
(termine iscrizioni 30 aprile 2004)
La Feniarco bandisce audizioni per giovani cantori italiani (4 soprani, 3 contralti,
3 tenori e 2 bassi) da inserire nel Coro Giovanile Italiano per partecipare alla sua
attività. É previsto un periodo di formazione-studio che precederà una serie di esibizioni che verranno proposte in diverse regioni italiane. Le audizioni verranno effettuate su tutto il territorio nazionale. Il calendario è il seguente:
LUNEDÌ 24 MAGGIO 2004
• VERONA, ore 10.00, Conservatorio Statale di Musica “F.E. Dall’Abaco”
(Via Massalongo Abramo, 2)
MERCOLEDÌ 26 MAGGIO 2004
• ROMA, ore 10.00, Pontificio Istituto di Musica Sacra
GIOVEDÌ 27 MAGGIO 2004
• REGGIO CALABRIA, ore 10.00, Conservatorio “Francesco Cilea”
(Via Aschenez - vicino al Museo)
Entro il 10 giugno 2004 la FENIARCO comunicherà i nominativi di coloro che
avranno superato le audizioni.
info: Segreteria FENIARCO (lun./mar./ gio./ven. 9.30-13; merc. 14.30-18.30): tel.
0434 876724 • fax 0434 877554 • email [email protected] • http://www.feniarco.it
concerti
ASSISI
Basilica superiore di San Francesco
29 luglio 2004
RIMINI
Chiesa del Suffragio
30 luglio 2004
CHIAVENNA (So)
Collegiata di San Lorenzo
31 luglio 2004
SESSIONE INVERNALE 2004
concerti
UDINE
Chiesa di San Pietro Martire
19 novembre 2004
VENEZIA
Scuola Grande
di San Giovanni Evangelista
20 novembre 2004
BIELLA
Cattedrale di Santo Stefano
21 novembre 2004
23
scheda regione
FEDERAZIONE CORI
DEL TRENTINO
RECAPITI
Sede Legale:
Presidenza:
Passaggio Zippel, 2 - 38100 Trento
tel 0461.983896 - fax 0461.234781
www.federcoritrentino.it
[email protected]
Segreteria:
[email protected]
Redazione di “Coralità”:
24
[email protected]
La Federazione Cori del Trentino è
stata costituita nel 1963. Fin dalle
origini si è posta come obiettivo
l’incremento dell’attività corale,
nella duplice forma del canto popolare e della polifonia classica, mirando cioè a conservare la tradizione consolidata del canto di montagna e favorendo nel contempo lo
sviluppo e la crescita qualitativa dei
cori a repertorio classico.
Oggi la Federazione Cori costituisce
una parte integrante e di primario
interesse della comunità trentina, riconosciuta portatrice di importanti
valori culturali. E’ considerata un
centro propulsore di grandi significati nel raccogliere attorno a sé e al
suo interno una cospicua fascia del
volontariato amatoriale, rappresentando una specie di società aperta,
un momento di incontro e di legame
tra generazioni e culture diverse,
che si riconoscono e si ritrovano sotto l’egida del canto corale in tutte le
sue forme.
Attualmente la Federazione Cori del
Trentino coinvolge 185 cori (polifonia classica, popolare, voci infantili)
per un totale di circa 5.300 coristi, ai
quali fornisce alcuni servizi di base
(assicurazione coristi, abbonamenti
SIAE, consulenza fiscale, informazione, ecc...), e svolge nel contempo
attività proprie, nel campo della formazione e aggiornamento, valorizzazione e promozione del canto corale ecc..
L’attività di sostegno e supporto ai
cori associati si esplica in varie direzioni. La Federazione provvede, in-
fatti, alla copertura assicurativa dei
coristi, tramite una polizza che prevede una copertura per infortunio,
invalidità e decesso nell’ambito dell’attività corale (prove, concerti, trasferte ecc.), e questo in tutto il mondo.
Ormai da 23 anni viene pubblicato il
quadrimestrale “Coralità”, che costituisce lo strumento informativo e
formativo che la Federazione mette a
disposizione e invia a domicilio a
circa 5000 soggetti, tra singoli coristi, enti pubblici, biblioteche, Federazioni corali regionali, sale di lettura e appassionati di vario genere.
Presso la sede è utilizzabile il servizio di biblioteca, che offre un notevole materiale musicale di approfon-
ORGANI STATUTARI
CONSIGLIO DIRETTIVO
Eletto il 28 febbraio 2004
per il 2004/2007
Sergio Franceschinelli
- presidente
Gino Prezzi
- vice presidente
Elio Dandrea
- vice presidente
Roberto Bazzanella
Paolo Bergamo
Marco Bettega
Angiola Brida
Claudio Dell’Anna
Pier Giorgio Rauzi
Comitato Tecnico artistico:
in fase di individuazione.
dimento a disposizione di coristi e
studiosi del settore.
Dal 2002 è attivo un sito Internet
(www.federcoritrentino.it), moderno, veloce e di facile consultazione,
contenente i dati sulla coralità trentina. L’obiettivo è renderlo sempre
più dinamico, al fine di incentivare
l’interscambio di informazioni e di
farlo divenire un costante punto di
coordinamento delle attività.
La Federazione fornisce ai cori con
repertorio “folclorico e/o canti di
montagna” l’abbonamento forfetario alla S.I.A.E., semplificando le
procedure e agevolando le varie formalità burocratico/amministrative
nonché, per il tramite della Federazione, il certificato di agibilità Enpals. Viene anche fornita consulenza
e assistenza amministrativa, contabile e fiscale a titolo gratuito tramite convenzioni con specialisti del
settore.
Grande importanza viene conferita
al settore della didattica e formazione, con l’organizzazione di corsi per
i cori. I corsi periferici sono preordinati al perfezionamento delle capacità espressive del singolo coro,
sotto il profilo della qualità interpretativa, del rinnovamento repertoriale, della sensibilità musicale in genere.
Ogni anno vengono attivati circa 25
corsi periferici di perfezionamento
corale, con la presenza di docenti ed
esperti qualificati, cui si aggiunge a cadenza biennale - un corso residenziale per direttori, aspiranti tali,
docenti della scuola elementare e
media. Una particolare attenzione
viene dedicata all’educazione musicale nelle scuole, settore a favore
del quale vengono organizzati, ormai da sedici anni, gli “Incontri corali nella scuola dell’obbligo, scuole
musicali e realtà musicali”. Va segnalato al riguardo un trend positivo
di iscrizioni e partecipazioni.
Gli stage formativi per direttori,
aspiranti direttori sono rivolti alla
generalità dei giovani musicisti, diplomati e diplomandi di Conservatorio, desiderosi di specializzarsi nel
campo della direzione corale, per
quindi inserirsi nell’organico della
Il Presidente
Sergio Franceschinelli
coralità trentina.
Si mira soprattutto alla preparazione,
sul campo, di nuove linee direttoriali che garantiscano, nel medio e lungo termine, il necessario ricambio
generazionale, sia per quanto riguarda la polifonia classica, sia per il
canto popolare di tradizione, quest’ultimo particolarmente delicato e
importante in relazione alla tradizione corale del Trentino. Queste iniziative si basano essenzialmente sulla
pratica direzionale mediante l’utilizzazione di un coro laboratorio, sia
polifonico che popolare. Ben cinquanta i partecipanti, nello scorso
mese di febbraio 2004 a Levico Terme, per un riuscito stage con il maestro Mauro Lanaro, così come molto
attesa è un’iniziativa prevista a settembre 2004, rivolta a maestri
esperti, con Hansruedi Kämpfen.
Costantemente viene proposta
la possibilità a giovani direttori
di coro di partecipare a importanti opportunità di formazione
e aggiornamento, quali la presenza a stage nazionali e internazionali, nonché ai concorsi
nazionali e internazionali di
Arezzo, Vittorio Veneto, Gorizia e a settimane cantanti come
Alpe Adria Cantat.
Nel settore della promozione
corale rientrano le Rassegne a
tema specifico (maggio - novembre), con la partecipazione
di numerosi cori (dai 20 ai 25
per ogni esercizio).
Relativamente all’attività pro-
gettuale degli ultimi anni, va citato il
Convegno internazionale “Il canto
corale per l’Europa delle regioni: dal
pentagramma al concerto delle culture”, realizzato a Trento, nel giugno
2001, che ha esaminato il binomio
tra identità culturale e integrazione,
tra salvaguardia e divenire, per quindi definire il ruolo delle autonomie
regionali come strumenti atti a favorire la formazione del cittadino europeo mediante la pratica corale diffusa.
Nell’ottobre 2001 è stato realizzato a
Lavis un simposio AGACH.
Importante anche il progetto realizzato nel contesto del “2002 Anno internazionale delle Montagne”. Denominato “Le stagioni del canto corale e delle Montagne” si è svolto il
1 giugno 2002 a Trento e ha visto la
presenza di undici cori più cinque
formazioni giovanili esibirsi in 11
posti diversi, in 11 orari diversi, con
canti riferiti a 11 diversi argomenti
relativi alla montagna. Le esibizioni
dei cori sono state precedute da un
preludio recitato che ha introdotto il
pubblico alla stagione e al tema prescelto per la singola esibizione.
Nel 2002 è stata organizzata la undicesima edizione del Concorso internazionale di composizione, armonizzazione ed elaborazione corale (patrocinio del Segretario Generale del
Consiglio d’Europa, della Federazione Europea, di quella Nazionale),
con la presenza di ben 179 lavori
inediti in rappresentanza di 15 Paesi
diversi.
L’attività del 2003 è stata caratterizzata dalle iniziative in occasione del
40° di fondazione della Federazione. Sono stati realizzati concerti,
conferenze, premiazioni, un CD, un
volume dal titolo “Canto la mia gente”, distribuito a tutti gli oltre 5000
coristi aderenti, una manifestazione
in Piazza Duomo a Trento con 2.500
coristi.
Nel corso del 2003 è stato realizzato anche un Festival regionale di
canto corale, al quale hanno partecipato 14 cori presentando almeno tre
lavori tra quelli premiati o segnalati
nel corso delle undici edizioni del
Concorso internazionale di composizione e armonizzazione corale.
Nel marzo 2004 la Federazione Cori del Trentino ha ospitato l’Assemblea Nazionale della Feniarco.
La Federazione Cori del Trentino ha
in corso rapporti di collaborazione,
con continui interscambi di informazioni e/o partecipazioni attive a
iniziative artistiche reciproche, oltre
che con la Federazione nazionale
(FE.N.I.A.R.CO.) e con le altre Federazioni regionali italiane, anche
con la Federazione europea Europa
Cantat, con la Fédération Européenne des Jeunes Chorales
(F.E.J.C.) e con altre istituzioni od organizzazioni similari
aventi scopi di promozione e
di sviluppo del canto corale.
La Federazione aderisce, inoltre, ed è parte attiva della Arbeitsgemeinschaft Alpenlándischer
Chorverbánde
(A.G.A.C.), che comprende le
federazioni corali dell’arco alpino.
Dal maggio 2003 la Federazione Cori del Trentino fa parte, inoltre, dell’A.G.E.CH.
(Arbeitsgemeinschaft
Europäischer Chorverbände –
Comunità di Lavoro delle Federazioni corali europee), organismo sorto nel 1955 a Strasburgo.
25
notizie dalle regioni
A.R.C.L.
Associazione
Regionale Cori
del Lazio
Via V. della Storta, 5
00123 Roma
Presidente:
Alvaro Vatri
Sabato 31 gennaio presso l’Istituto di Storia della Musica della Facoltà di Lettere, Università “La Sapienza”
– P.le Aldo Moro – Roma, dalle 9.30 alle 13.30; e domenica 1 febbraio presso la sala-teatro della Scuola Media “Moscati” (già Vivaldi), Via A. Macinghi Strozzi 51, dalle 9.00 alle 13.00 si è svolto, organizzato dall’ARCL in collaborazione con l’Istituto di Storia della Musica dell’Università “La Sapienza” di Roma, diretto dal prof. Pietrobelli, un Seminario di Aggiornamento sulla vocalità dal titolo: “Il metodo Jo Estill EVTS–
voicecraft” tenuto da Elisa Turlà (referente del metodo per l’Italia) con la collaborazione del cantante argentino Alejandro Martinez
I lavori sono stati articolati in tre momenti principali: esposizione teorica del metodo, con esempi videoproiettati, in particolare di laringoscopie di diverse emissioni fonatorie (dette “figure obbligatorie”); tecnica
del metodo; applicazioni su esempi musicali.
Al seminario hanno partecipato direttori di coro, cantori dei cori associati e studenti universitari. Esperienza
positiva, elevato gradimento da parte dei partecipanti: probabilmente ci saranno riprese e approfondimenti.
Per coloro che fossero incuriositi segnaliamo il sito: www.mezclaproduzioni.net; www.evts.com
Continua l’attività di collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia che prevede una presenza
attiva dell’ARCL nella stagione del Coro dell’Accademia, nell’ambito dell’attività di aggiornamento per i direttori. In particolare stanno riscuotendo grande consenso gli “Incontri Musicali” che precedono i concerti del
Coro Polifonico e di quello da Camera, offerti, secondo gli accordi di partnership, ai cantori iscritti all’ARCL, ma ai quali partecipa un pubblico sempre più numeroso dei frequentatori dei concerti. I relatori sono proposti dall’ARCL. Domenica 14 marzo, presso l’Auditorium di Roma, il M° Piero Caraba, membro della Commissione Artistica, ha illustrato il programma dedicato a musiche di Schumann e Britten, mentre domenica 21
è stata la volta del M° Giorgio Monari, membro della Commissione Aggiornamento Direttori, che ha introdotto il Concerto del Coro Polifonico dedicato a musiche di Palestrina e Monteverdi.
Il 31 marzo sono scaduti i termini di presentazione delle domande di adesione ai Concorsi Regionali per cori scolastici organizzati dall’ARCL con la collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale: il XIII Concorso Regionale “E. Macchi” per cori di voci bianche operanti nella scuola dell’obbligo del Lazio e il X
Concorso Regionale “G.L. Tocchi” per Cori Giovanili operanti nella Scuola Media Superiore del Lazio. Le audizioni si terranno nei giorni 27, 28, 29 aprile prossimi. Le adesioni sono numerose a conferma dell’importanza che i concorsi hanno assunto nella realtà scolastica della Regione Lazio come stimolo di qualità
e appuntamento importante per la promozione dell’attività corale e musicale in genere nelle scuole. A questo
proposito c’è da sottolineare la novità di questa edizione: la Commissione Scuola dell’ARCL ha prodotto un
elenco di brani ritenuti idonei alle varie categorie concorsuali tra i quali la Commissione Artistica ha scelto i
brani d’obbligo per il concorso. L’elenco completo è stato comunque messo a disposizione delle scuole al fine di offrire un ulteriore contributo al repertorio dei cori scolastici. Tutti i materiali relativi ai concorsi sono
scaricabili dal sito www.arcl.it
26
Per una panoramica dell’attività dell’ARCL visitare il sito www.arcl.it
I
ARCOM
Associazione
Regionale
Cori Marchigiani
Via Panoramica
Ardizio, 95
61100 PESARO
Presidente:
Aldo Cicconofri
l vento di primavera è vento di rinnovamento per l’Associazione regionale dei cori marchigiani (Arcom),
impegnata sia sotto il profilo istituzionale, sia nell’organizzazione di uno degli appuntamenti classici, che,
infine, nel fare un bilancio di quanto già fatto dall’inizio dell’anno.
Ma andiamo con ordine; nei giorni 5, 6 e 7 marzo scorsi una ventina di direttori di coro, alcuni dei quali provenienti da fuori regione, hanno seguito con attenzione il Corso di perfezionamento tenuto da Mario Lanaro
sul tema “Dal segno al suono”. Sono state tre giornate interessanti che hanno offerto ai corsisti nuovi spunti
ed utili indicazioni per la migliore conduzione di un coro.
L’altro appuntamento primaverile è quello del 28 marzo; in quella data i responsabili della coralità marchigiana sono stati adunati in assemblea per il rinnovo delle cariche sociali, sul cui esito daremo conto nel prossimo numero di Choraliter, stante il fatto che scriviamo prima ancora che esso sia avvenuto. Stesse argomentazioni per la prima delle due rassegne regionali organizzate annualmente dall’Arcom: quella riservata ai cori di voci bianche e scolastici che celebra la settima edizione. L’appuntamento è per il 25 aprile ad Ancona, al
Teatro Sperimentale, gentilmente concesso dalla V Circoscrizione cittadina. Grazie alla disponibilità dei responsabili dell’Associazione Coro Voci Bianche “A. Orlandini” e del Coro “Piccoli Cantori C.L.A.E.T.” e con
la fattiva collaborazione dei genitori dei bambini otto gruppi di canto potranno esibirsi di fronte ad un pubblico prevalentemente formato da coetanei. La Rassegna dei cori di voci bianche è una delle iniziative più partecipate, tra quelle promosse dall’Arcom, un avvenimento atteso da cantori e direttori per confrontarsi con
realtà corali diverse, provenienti da tutta la regione.
Nel panorama futuro si stagliano altre due iniziative: la Rassegna regionale dei cori, prevista a Pesaro nel mese di ottobre, ed il corso di perfezionamento per direttori di cori di voci bianche che nei primi giorni di ottobre (dal 1° al 3) vedrà impegnati Nicola Conci e Eleonora Dalbosco nella trattazione del tema: “Un’occasione per crescere con la musica: percorso artistico attraverso il Coro”.
notizie dalle regioni
B
USCI
Unione
Società Corali
del Friuli Venezia
Giulia
via Altan 39
San Vito
al Tagliamento
Presidente:
Sante Fornasier
en 37 concerti sono andati a comporre il variegato ed accattivante cartellone di NATIVITAS proposto anche per il 2003 dall’USCI Friuli Venezia Giulia. Il progetto si è rivelato ancora una volta un efficace veicolo di proposte, qualificato da un pregio tanto semplice quanto non scontato: quello di dare risalto alla base
della nostra coralità. NATIVITAS è innanzitutto un pretesto per la scoperta e ri-scoperta del patrimonio musicale del Friuli Venezia Giulia e delle aree contigue di Alpe Adria. Una riscoperta che, non a caso, vuole essere stimolata e incentivata rispetto ad uno dei periodi dell’anno che più rischiano di essere snaturati dalla
“violenza” dei messaggi commerciali e sono più soggetti a confondersi con falsi stereotipi – quelli proposti
dai media. Il successo di NATIVITAS è proprio quello di assumere a tramite di questa “sfida” l’intensa attività dei cori regionali, la loro capacità progettuale e il valore culturale delle loro proposte. Quella del 2003,
che ha avuto inizio il 30 novembre, prima domenica di Avvento e si è conclusa il 6 gennaio è stata l’edizione più nutrita delle tre finora realizzate. Come di consueto l’allestimento del calendario si avvalso della collaborazione di USCI Gorizia, USCI Pordenone, USCF Udine, USCI Trieste e ZSKD-UCCS Unione dei Circoli Culturali Sloveni. I progetti presentati dai singoli cori sono stati selezionati in base alla coerenza agli
obiettivi di NATIVITAS. Sono state interessate dai concerti sia le quattro province del Friuli Venezia Giulia
sia le località della comunità Slovena in Italia. Inoltre ci sono state quest’anno delle puntate in Veneto, Carinzia, Slovenia e Croazia.
I protagonisti indiscussi sono stati i nostri cori, che hanno avuto la possibilità di confrontarsi con alcuni gruppi ospiti di rilievo come l’Ars Cantica Choir di Milano, l’ottetto giovanile “Ottava nota” di Varese, il noto
gruppo “Vocal Sisters” di Grosseto, il Coro “Obala” di Capodistria, il Coro sloveno “Halietum” di Izola e, in
più alcuni gruppi veneti e croati.
L’anno 2004 è iniziato con l’Assemblea Regionale ospitata presso la sede della Regione Fiuli Venezia Giulia
a Pordenone. Ancora una volta l’Assemblea ha confermato la vitalità dell’Associazione e il ruolo ormai consolidato che la stessa ha all’interno delle istituzioni riconosciute dalla stessa Regione. Ne abbiamo avuto conferma nelle parole dei rappresentati presenti, l’Assessore alla Cultura del Comune di Pordenone Claudio Cudin, nel Presidente della Provincia di Pordenone De Anna e nel Presidente della Commissione Cultura del
Consiglio Regionale Nevio Alzetta.
Il 24 e 25 aprile si è tenuto, rispettivamente presso i Duomi di Udine e di Sacile (Pn), lo speciale concerto “Il
Romanticismo Tedesco” a cura dell’USCI Pordenone con la collaborazione del Conservatorio “J. Tomadini”
di Udine. L’ensemble corale formato dalla Corale di Rauscedo e da coristi provenienti da cori della provincia di Pordenone ha lavorato a fianco dell’Orchestra del Conservatorio udinese per realizzare la Messa in Sol
maggiore D167 di Franz Schubert sotto la direzione del M° Alfredo Barchi: in una promettente sinergia ha
preso vita un progetto artistico capace di esaltare tanto lo spirito amatoriale della nostra coralità che la vocazione professionale degli studenti di Conservatorio.
Ricorre nel 2004 il decennale dell’istituzione in Friuli Venezia Giulia dei Seminari Internazionali di Canto Gregoriano diretti da Nino Albarosa e ospitati dall’ideale cornice dell’Abbazia di Rosazzo. Sicuramente
rappresenta questa non solo una tappa fondamentale ma anche un utile momento per un bilancio degli obiettivi raggiunti tramite l’opera di sensibilizzazione della coralità regionale verso il Canto Gregoriano.
In occasione di quest’importante scadenza è stata ampliata l’offerta formativa e concertistica dell’appuntamento estivo con il Canto Gregoriano, e sono state ideate occasioni di riflessione volte ad evidenziare l’opera di sensibilizzazione verso questo repertorio avvenuta nell’ultimo decennio tramite i Seminari di Rosazzo.
I protagonisti del calendario gregoriano saranno i gruppi della regione che praticano questo repertorio e che
si sono avvicinati all’antica monodia proprio tramite lo stimolo rappresentato nell’ultimo decennio dai Seminari Internazionali. A loro si affiancheranno dei gruppi ospiti provenienti sia da altre regioni italiane che dall’estero, specializzati nell’esecuzione di Canto Gregoriano.
Le iniziative in programma si articoleranno dal 20 giugno al 31 luglio 2004. In chiusura dei corsi e dell’intero ciclo di eventi gregoriani sarà realizzata, domenica 1 agosto, quale occasione di confronto, riflessione e dibattito una Tavola Rotonda sul tema: “Dieci anni di Canto Gregoriano in Friuli Venezia Giulia” con la partecipazione di Nino Albarosa, Franco Colussi, Guido Genero, Paolo Loss, don Dino Pezzetta
27
notizie dalle regioni
I
n previsione dell Assemblea della Associazione che quest’anno si celebrerà a Cento, la cittadina emiliana che ha dato i natali al Guercino, si è riunito il Consiglio direttivo dell’AERCO che tra l’altro ha
a messo in cantiere le numerose iniziative corsuali organizzate per l’anno 2004 nelle varie provincie emiliane. Ecco l’elenco dei Cori organizzatori e le tipologie dei corsi.
A.E.R.CO
Associazione
Emiliano-Romagnola
Cori
Via Amendola,13
40121 Bologna
Presidente:
Pierpaolo Scattolin
- Corale Palaganese:
Corso di aggiornamento e perfezionamento tenuto da Giovanni Torre e Fedele Fantuzzi.
- Società Canterini Romagnoli di Ravenna:
Corsi di canto corale presso Istituti scolastici; direttore Matteo Unich.
- Coro Montecastello di Parma:
Corso di orientamento musicale. Direttore Giacomo Monica.
- Cappella Musicale S. Biagio Cento BO:
Corso di perfezionamento corale diretto dal Giorgio Piombini.
- Corale Polifonica Malatestiana Cesena:
Prima del canto la voce. Laboratorio di approfondimento di canto e direzione corale. Direttori Cavuoto e Scattolin.
- Coro T.L. De Victoria Castelfranco Emilia:
Corso di base di canto corale. Direttore Giovanni Torre.
- Delegazione Provinciale di Bologna:
Corso-scuola di canto corale per la costituzione di un coro a voci bianche. Direttore Elide Melchioni.
- Associazione Cori Parmensi:
Corso di orientamento musicale finalizzato alla lettura ed alla vocalità.
- In preparazione anche un corso estivo organizzato dalla Delegazione Provinciale di Rimini.
A questi corsi si aggiunge una iniziativa pluriregionale realizzata direttamente dalla AERCO in collaborazione con la Corale Euridice ed alla quale hanno dato la loro adesione altre associazioni regionali ed
importanti e rappresentativi cori quali il Coro della SAT di Trento, il Coro Stelutis di Bologna, Il Coro
Città di Roma, il Coro Studium Canticum di Cagliari, il Coro Vox Chordis di Arezzo. Il corso ha per tema LA POLIFONIA E IL CANTO POPOLARE - ASPETTI D’INTERSECAZIONE TECNICO-MUSICALE. CORSO DI TECNICHE PER L’ALFABETIZZAZIONE MUSICALE E L’INTONAZIONE
CORALE e si terrà con questo programma:
28
Incontri con esercitazioni pratiche (18 febbraio, 3 e 31 marzo, 28 aprile, 12 maggio 2004) presso la sede del coro Euridice, porta S Stefano, h.19,30-21.
Saranno docenti: Lorenzo Donati (concertazione musica rinascimentale), Giovanna Giovannini (tecnica
vocale), Michele Peguri (analisi), Pier Paolo Scattolin (concertazione musica moderna e contemporanea)
e Giorgio Vacchi (analisi e concertazione musica di ricerca popolare).
Masterclass tenuto da Mauro Pedrotti (Direttore del Coro SAT di Trento) presso la sede del Coro Stelutis La “Tîz” in Via Pallavicini, 21 Bologna, 23.05.2004, h.10 in concomitanza della GIORNATA DEL
DIRETTORE DI CORO.
Masterclass presso il Conservatorio di Bologna tenuto da Michele Peguri con la partecipazione del Coro Città di Roma rivolto a compositori, direttori di coro, musicisti ed esperti del repertorio corale,
29.05.2004, h.16.
Stage di approfondimento degli argomenti trattati nel corso: 24-25-26-settembre 2004 con cori laboratori (coro Euridice di Bologna, coro Stelutis di Bologna ed altri in via di definizione).
Concerto conclusivo 26 settembre 2004: sarà diretto dai maestri partecipanti. I cantori iscritti al corso
potranno partecipare al concerto finale che prevede la partecipazione di uno o più fra i cori collaboratori, in occasione del secondo il repertorio e le modalità di prove concordate con gli iscritti al corso e allo
stage.
notizie dalle regioni
N
A.Ba.Co.
Associazione
Basilicata Cori
Corso Carlo Alberto, 21
75023 MONTALBANO
JONICO (MT)
Presidente:
Rocco Pontevolpe
ella giornata di domenica 18 aprile 2004, presso la sede di Garaguso Scalo, si è riunita la direzione regionale dell’A.Ba.Co. (Associazione Basilicata Cori) presieduta da Rocco Pontevolpe, insieme alla presenza dei Direttori Artistici della stessa, presente anche un responsabile dell’ADVOS-FIDAS,
ordine del giorno: approvazione alla partecipazione delle giornate assembleare indette dall’ADVOS (Associazione Donatori Sangue di Basilicata) e dalla FIDAS (Federazione Italiana Donatori del Sangue), a
Matera.
L’assemblea della ADVOS-FIDAS è iniziata il 28 aprile : “IL DONO DEL SANGUE: UN GESTO PER
LA VITA” è il filo conduttore intorno a cui, dal 29 aprile al 2 maggio 2004, si è svolto il 43° CONGRESSO NAZIONALE FIDAS che si è tenuto nella città di Matera organizzato dalla federata ADVOSFIDAS Basilicata.
Si tratta di un appuntamento di grande rilievo: soprattutto per la città di Matera, che ha accolto con il
consueto calore e senso di ospitalità i 400 delegati e congressisti provenienti dalle federate di tutta Italia. Il Congresso si è concluso il 2 maggio 2004 con la “Giornata Nazionale del Donatore”, il raduno dei
volontari FIDAS che ha richiamato negli antichi rioni materani circa 15 mila volontari provenienti da
ogni parte d’Italia. La bellezza dei luoghi e la passione dei partecipanti hanno costituito un suggestivo e
significativo esempio di impegno civile e sociale che ha contribuito a promuovere l’associazionismo, il
volontariato della donazione e il territorio materano e lucano.
Qui si inserisce l’A.Ba.Co. che con i suoi cori presenti in Basilicata, si è esibita nei vari luoghi di residenza.
Il Presidente Rocco Pontevolpe, asserisce che: “lodevole è l’impegno che l’ADVOS stà esercitando sul
volontariato e di qui è nata la nostra disponibilità a far si che si possa contribuire alla giusta causa che
l’ADVOS persegue. Metteremo in campo tutti i cori associati alla nostra Associazione Cori di Basilicata, infatti è stato costituito un manifesto unico per tutti i concerti che si svolgeranno nella giornata del 2
maggio, che porta il seguente messaggio: “Un Luogo, un Coro…un Concerto…” “Giornata Nazionale
del Donatore”, un messaggio chiaro e forte per dimostrare la disponibilità A.Ba.Co. per il volontariato
Sociale”.
Si è iniziato la mattina a MATERA con la Santa Messa in Piazza Vittorio Veneto alle ore 11.00 con la
presenza del Coro della Polifonica Materana “Pierluigi da Palestrina”, Direttore M° Carmine Catenazzo; dell’Associazione Corale “Cantori Materani”, Direttore M° Alessandra Barbaro e della Corale Polifonica “Grassanese”, Direttore M° Don Angelo Auletta.
La sera i concerti si sono tenuti a POLICORO, presso la Chiesa “Buon Pastore” alle ore 18.30 con il
Coro Polifonico “Esperia”, Direttore M° Mario Demitolo, TURSI, presso il Santuario Basilica Minore
“Santissima Regina di Anglona” alle ore 19.30 con il Coro Polifonico “Claudio Monteverdi” di Nova Siri, Direttore M° Vittoria Maria Corrado, Pianista M° Michele Martello, MIGLIONICO, presso la Chiesa “Santa Maria Maggiore” alle ore 19.00 con il Coro della Polifonica Materana “Pierluigi da Palestrina”, Soprano Angela Perrone, Direttore M° Carmine Catenazzo, BERNALDA presso la Parrocchia
“Mater Ecclesiae” alle ore 20.30 con il Coro Polifonico “Alleluia”, Direttore M° Mariella Galasso,
MELFI, presso la Cattedrale alle ore 18.30 con la “Cappella Musicale Cattedrale di Melfi”, Direttore
M° Don Vito Giannini.
Il Presidente A.Ba.Co. Rocco Pontevolpe, alla fine dei lavori della riunione, ha lanciato un messaggio
dicendo “notevole sarà l’impegno che attende le corali dell’A.Ba.Co., evento patrocinato dalla Feniarco
(Federazione Nazionale Associazioni Regionali Corali), un evento quello della diffusione della cultura
della donazione, della solidarietà, della promozione del territorio; un grande impegno associativo e canoro lanciato verso il nobile gesto del saper essere presenti quando c’è bisogno”.
29
notizie dalle regioni
i è rinnovato il Consiglio dell’Associazione Cori Piemontesi, nel corso di una partecipata ed eccezionale
Assemblea.
Sia l’attività che il bilancio anno 2003 sono stati approvati all’unanimità.
Graditi dall’Assemblea i programmi rivolti ai bambini, programmi definiti prioritari dal Presidente uscente
Sandro Coda Luchina, perché indispensabili per il futuro della Coralità.
Al termine dell’Assemblea, dopo lo scrutinio, risultano eletti per il quadriennio 2004 – 2007 i seguenti Consiglieri, in rappresentanza delle Province Piemontesi:
SilioVuillermoz, Umberto Cantoro, Caterina Capello, Giorgio Guiot, Sandro Coda Luchina, Livio Blessent,
Giorgio Coda Luchina, Mauro Fiorini, Mario Dellapiana, Walter Preve, Gian Franco Zamaretti, Flavio Becchis, Pier Luigi Ellena, Mauro Colombo.
I sopraccitati Consiglieri, in riunione hanno eletto il Consiglio di Presidenza, confermando all’unanimità Presidente Sandro Coda Luchina, Vice Presidente Avvocato Livio Blessent, Segretario: Giorgio Coda Luchina.
Contabile esterno: Rag. Giorgio Zuccone
Revisore dei conti ufficiale: Rag. Fabrizio Sorcina.
Rinnovata anche la Commissione Artistica, alla Presidenza è stato eletto il M° Giulio Monaco con la collaborazione dei Maestri Giovanni Cucci, Edy Mussatti, Elena Camoletto, Maria Elena Mazzella.
I programmi di massima per l’anno in corso sono i seguenti: “Cantincoro 2004”, insegnamento del canto corale nelle scuole elementari (ultima edizione 2400 bambini partecipanti); progetti di insegnamento didattico
nelle Scuole medie superiori, Festival Cori Scolastici a Cuneo, con la partecipazione delle Scuole medie inferiori e superiori (ultima edizione 22 Cori scolastici partecipanti) con l’emissione di ben 8 borse di studio
per i migliori Cori segnalati dalla Commissione Artistica; 5° Concorso Nazionale di Cori Città e Provincia di
Biella; 7° Concorso Nazionale di Composizione ed Elaborazione Corale; Rassegne Itineranti “Cantiamo a...”
atte a coinvolgere la coralità piemontese su tutto il territorio regionale; altre importanti Manifestazioni in fase di delibera.
Ai 183 associati anno 2003, il Consiglio neo eletto, si impegna a non deludere la fiducia accordata, confermando un lavoro intenso di sinergie, coadiuvato da una fattiva collaborazione con la Commissione Artistica.
S
A.C.P.
Associazione Cori
Piemontesi
via Monte
Mucrone, 3
13900 BIELLA
Presidente:
Sandro Coda Luchina
30
iscrizioni entro e non oltre il
31 LUGLIO 2004
info:
Associazione Cori Piemontesi
Presidente A.C.P.:
Sandro Coda Luchina tel. 015 43203
Direttore Artistico Concorso:
M° Pietro Tartarini: tel. 0163 431276
Iscrizioni entro e non oltre il
30 AGOSTO 2004
info:
Associazione Cori Piemontesi
M° Giulio Monaco: tel. 015 63868
rubriche
DISCOGRAFIA
a c u r a d i A l v a r o Va t r i
“
L
’Associazione Regionale Cori del
Lazio annovera tra i suoi iscritti tre
cori emanazione di una Associazione
musicale “di rango”, il “Centro Attività Musicali Aureliano” che quest’anno celebra il
trentennale della sua attività. Presidente dell’Associazione è Bruna Liguori Valenti, eminente ed autorevole protagonista della vita
musicale corale nazionale e non solo. Lo spirito fondante dell’Associazione è “la gioia di
stare insieme per fare musica, il sentirsi uniti
e amici nel nome della musica”. E questi
ideali hanno generato una intensa attività che
ha ricevuto nel corso degli anni apprezzamenti e riconoscimenti di altissimo livello,
basti citare, fra tutte, la partecipazione del
Coro di Voci Bianche ai concerti per la riapertura del Teatro “La Fenice” di Venezia. Si
diceva dei tre cori dell’associazione: sono “I
piccoli cantori dell’Aurealiano”, coro di voci
bianche, appunto, “Il Coro Femminile dell’Aureliano” e il “Coro Meridies dell’Aureliano” (misto). In occasione del trentennale è
stato realizzato un CD che raccoglie i brani
più significativi di quello che viene considerato il “periodo d’oro” dei cori di voci bianche e femminile, che è il periodo 1975-1985.
A questo CD farà seguito in giugno un secondo che raccoglie i brani sul tema dell’amicizia commissionati a cinque compositori,
eseguiti il 6 dicembre u.s. nell’ambito della
manifestazione “Primesecuzioni”. Ma torniamo al CD. I 18 brani presenti rappresentano
un ventaglio di proposte assolutamente interessanti. Citiamo dal booklet che accompagna il CD: “Nel
1974 il Coro di Voci
Bianche partecipò
al Concorso di Prato - allora l’unico
concorso per Italia presentando, tra gli
altri, “Golyanota”,
un brano ungherese
di Kodàly facendosi
notare per “l’eleganza e la scioltezza
canora”. Nel 1976,
sempre al concorso
di Prato presentò
“Ne hagyi itt” (Non
mi lasciare), di B. Bartok… Con un altro brano ungherese di Z. Kodàly, “Punkósdòlò” (Il
canto di Pentecoste), il Coro vinse nel 1979 il
1° Premio al Concorso di Vittorio Veneto. La
solista, allora di soli sei anni, è ora direttore
di coro. Da allora le scelte di repertorio si sono orientate in modo molto deciso sugli autori ungheresi. Nel corso degli anni il coro ha
eseguito numerosissimi brani di Kodàly e di
Bartók che hanno poi costituito una parte
fondamentale del repertorio successivamente
passato al Coro femminile. Nel 1980, veniva
proposto tra i pezzi d’obbligo “Le stelle”,
brano di musica contemporanea, scritto da
Roberto Gabbiani. L’esecuzione di “Le stelle” fu un’esperienza musicale completamente nuova per il Coro di Voci Bianche e rappresentò il primo contatto con la musica
“aleatoria”. E’ stato l’inizio di una specializzazione verso un linguaggio sonoro che destava in quegli anni preconcetti e diffidenza,
ma che fu affrontato dal coro con entusiasmo
e curiosità”. Intensa anche l’attività e i riconoscimenti per il coro femminile. Ancora dal
booklet: “A parte i concorsi, il Coro ha avuto le sue più importanti affermazioni con la
musica contemporanea. Vari sono stati i compositori che hanno dedicato al coro Aureliano i propri brani: insieme ad Egisto Macchi
ricordiamo Luigi Bortolotti, Agostino Di Scipio, Domenico Guaccero, Giancarlo Schiaffini, e Stefano Taglietti… Nel 1991 il coro partecipa al Concorso Nazionale di Canto popolare di Adria ricevendo buoni giudizi per la
qualità delle voci e per l’esecuzione dei canti del M° Luigi Colacicchi.”
Oltre ai brani ricordati nel testo nel CD sono
presenti anche autori rinascimentali, brani
gregoriani, pagine degli autori contemporanei
M. Kocsar, M. Sofianopulo, D. Milhaud e di
Schubert e S. Mercadante. Una vetrina ricca
ed interessante, ma soprattutto la testimonianza di un lavoro costante nella ricerca della qualità e della promozione degli autentici
valori della cultura musicale.
Informazioni possono essere richieste a:
Centro Attività Musicali Aureliano
Via del Fontanile Arenato, 288
– c/o B. Liguori Valenti
00163 – Roma tel/fax 06 66157581
31
MONDOCORO
MONDOCORO
Curiosità, navigazioni, spigolature su Internet, riviste, libri
a cura di Giorgio Morandi
C
redo d’aver abituato i nostri 24 lettori di questa rubrica ad incontraci ogni volta su una citazione di contenuto corale. Non è una cattiva
abitudine, perché non continuare?
Il testo “The Divine Image” (L’Immagine Divina) del
poeta inglese William Blake [1757-1827] (qui fornito - a
chi di inglese non mastica molto - anche nella traduzione del nostro grande Giuseppe Ungaretti) ben s’addice allo scopo. Un nuovo anno è in corso, una nuova
primavera è incominciata, fatti gravi ancora colpiscono la società, ma… “Là dove senti cantare, fermati!
L’uomo malvagio non ha canzoni!”, ma… la speranza
non deve morire. “…Da tutti amata sia l’umana forma,
in Turchi si mostri o in Ebrei…”: questi versi di William Blake, sono anche il mio augurio/saluto a tutti
voi lettori.
UNA NUOVA COMPOSIZIONE
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La validità “corale” della citazione introduttiva è rafforzata
del fatto che quel testo è stato musicato dal compositore Jorge Córdoba Valencia su richiesta degli organizzatori del “6°
Symposium Mondiale della Musica Corale 2002” e in tale occasione presentato in prima assoluta da Det Norske Solistkor
diretto da Grete Pedersen Helgerod. Una intervista (di Kathy
Saltzman Romey su ICB di dicembre 2003) al compositore nato a Città del Messico ci fa conoscere le varie fasi della creazione, dalla scelta del testo alla esecuzione in pubblico, e le
motivazioni: “…un brano molto forte, molto emotivo, perché
così è testo di Blake. Ho voluto che fosse una riflessione – una
urgente chiamata al cambiamento dell’umanità…. Tra quelli che ho scritto questo è un canto molto speciale per me”.
“The Divine Image” è una composizione per Coro a 8 parti e
solisti. E’ una preghiera drammatica focalizzata sul testo “To
mercy, pity, peace and love” dove le quattro parole “Grazia,
Amore, Pace, e Pietà” sono incorniciate tra una apertura maestosa ed una chiusura lenta, meditativa.
ICB (Bollettino Corale Internazionale)
…quasi Italiano.
Fonte primaria di informazione sulla coralità mondiale e delle
notizie che compongono la rapsodica rubrica Mondocoro, la rivista di IFCM (Federazione Internazionale per la Musica Corale)
è completamente cambiata. Il Castello Sforza di Vigevano (il
complesso fortificato più grande d’Europa, la dimora che ebbe
ospiti – fra gli altri – il Bramante e Leonardo da Vinci) è ora il
suo “luogo di nascita” rappresentando una delle attività della
“Fondazione Tagger” che nel castello italiano è nata ed ha cominciato ad operare lo scorso mese di Settembre 2003. L’impostazione grafica della rivista (progetto dell’Università dell’Illi-
The Divine Image
To Mercy, Pity, Peace, and Love
All pray in their distress;
And to these virtues of delight
Return their thankfulness
For Mercy, Pity, Peace, and Love
Is God, our Father dear,
And Mercy, Pity, Peace, and Love
Is man, His child and care.
For Mercy has a human heart,
Pity a human face,
And Love, the human form divine,
And Peace, the human dress.
Then every man, of every clime,
That prays in his distress,
Prays to the human form divine,
Love, Mercy, Pity, Peace.
And all must love the human form,
In heathen, Turk, or Jew;
Where Mercy, Love, and Pity dwell
There God is dwelling too.
La Divina Immagine
Grazia, Amore, Pace, e Pietà
Chi è negli affanni prega,
E ad esse virtù che liberano
Torna l’animo grato.
Grazia, Amore, Pace, e Pietà
E’ Iddio, Padre caro,
Grazia, Amore, Pace e Pietà
E’ l’uomo, Suo figliolo e Suo pensiero.
La Grazia ha cuore umano;
Volto umano, Pietà;
Umana forma divina, l’Amore,
E veste umana, Pace.
Ogni uomo, d’ogni clima,
Se prega negli affanni,
L’umana supplica forma divina,
Amore e Grazia e la Pietà e la Pace.
Da tutti amata sia l’umana forma,
In Turchi si mostri o in Ebrei;
Dove trovi Pietà, l’Amore e Grazia,
Iddio sta di casa
MONDOCORO
nois/USA) è completamente nuova e rende agevole la
consultazione attraverso una serie di grandi “sezioni”
tematiche che raccolgono più articoli.
L’ultimo numero della rinnovata rivista è molto italiano
anche per i contenuti.
Il tradizionale “Dossier” - che questa volta porta il titolo esplicito “Italy” – attraverso un articolo del suo Direttore Esecutivo Alessandro Cortese presenta la “Fondazione Tagger”. Il musicologo Lecchese Angelo Rusconi propone “Giacomo Carissimi di nuovo in voga” parlando succintamente sia del pochissimo conosciuto e
studiato musicista (di cui il prossimo anno ricorrerà il
400° anniversario della nascita), sia dell’Associazione
Carissimi – Archivio GM Manusardi (che di Carissimi
conserva e studia migliaia di microfilms, fotografie, copie cartacee e a stampa) sia de “I Madrigalisti Ambrosiani” partner e braccio destro dell’Associazione Carissimi.
E’ quindi la volta della presentazione a livello Mondiale della FENIARCO da parte di Sandro Bergamo, Direttore di CHORALiter. Un articolo di Fabrizio Barchi su
“Come portare avanti un coro giovanile di successo”
(attraverso l’esperienza del coro “Musicanova” da lui diretto) si affianca, invece, all’articolo “Italia Mia: impressioni sulla vita corale in Italia” del direttore di coro Gary Graden, ormai conosciutissimo ed apprezzatissimo nel nostro paese.
CORO GIOVANILE MONDIALE 2004
Anche quest’anno la FENIARCO ha organizzato le audizioni per la preselezione di Giovani Italiani intenzionati a vivere (a Busan in Corea) l’esperienza del Coro Mondiale Giovanile il prossimo mese di Agosto. Quindici
giovani coristi si sono presentati alle audizione ospitate in febbraio dai Conservatori di Verona, Roma e Reggio Calabria, sei dei quali hanno avuto la possibilità di
accedere alla fase di selezione internazionale. La giuria
dell’ICCM (Centro Internazionale della Musica Corale –
con sede in Belgio) presieduta da Jean Marc Pencelet ha
scelto fra loro Daniela Di Gregorio (Varese), Renata Scognamiglio (Roma) e, quale riserva, Eugenia Zuin (Padova). Sale, dunque, il numero di titolari italiani all’interno del W.Y.C.: sono stati infatti riconvocati anche per il
2004 Adriano Gaglianello (Torino) e Giuseppe Pennisi
(Giarre) già cantori nel corso della sessione estiva 2003.
Lo stesso Executive Director Poncelet ha già presentato
i due musicisti di fama mondiale che sono stati incaricati della direzione del Coro: il tedesco signor Georg
Grün e l’americano sig. Anthony T. Leach. La scheda di
entrambi è disponibile in lingua inglese.
SYMPOSIUM MONDIALE
SULLA MUSICA CORALE
E’ sicuramente tra le più importanti manifestazioni Corali a livello Mondiale. Con una organizzazione a scadenza triennale è lanciato ormai verso la sua settima
edizione che avrà luogo nella città di Kyoto, in Giappo-
ne, dal 27 luglio al 3 agosto 2005. Sì, la data è corretta,
2005! C’è il tempo necessario anche per Cori, Cantori e
Musicisti italiani di organizzarsi per parteciparvi.
Le notizie, le informazioni, i programmi, le presentazioni del paese Giappone, della città di Kyoto (città speciale, centro del Buddismo giapponese, già [per 1000 anni]
capitale e pur sempre al centro delle tradizioni culturali di questo paese dei templi, dei giardini, della cucina, del Kimono, dell’artigianato tradizionale e così
via…), delle attività di questo Symposium riempiono diverse pagine di ogni edizione del Bollettino della IFCM
che lo promuove. Questo rende accessibile a tutti e per
tempo un’ampia conoscenza della manifestazione così
da permetterne la programmazione anticipata e poi una
partecipazione “preparata” che porterà a trarne il maggior godimento.
VOCI DELLE ORIGINI
“Voices of Origin” è la denominazione data alla Conferenza Multiculturale ed Etnica organizzata da
IFCM lo scorso settembre 2003 nella città di Jokkmokk, nella zona artica della Svezia (il primo incontro era avvenuto tre anni prima in Puerto Rico).
Questa conferenza è l’unica iniziativa al mondo che
lavora incrociando i temi della direzione di coro con
l’insegnamento, con l’etnomusicologia e con la preparazione di un coro. I settanta partecipanti sono
stati concordi nel considerare opportuno che questa
Conferenza si realizzi a scadenza biennale tentando
di coinvolgere un numero sempre maggiore di partecipanti.
Molto interessanti ed intriganti gli argomenti trattati: dalla conoscenza di un modo di vita fino a quel
momento sconosciuto alla maggior parte dei convenuti, alle presentazioni interattive sul repertorio e la
pedagogia, ai forum sulla terminologia, la composizione, la pubblicazione a stampa, la programmazione e la pedagogia vocale.
Uno dei temi principali di discussione ha valutato le
influenze etniche sul repertorio in diverse parti del
mondo. Temi ed argomenti trattati durante la conferenza: canti dall’Africa alla Tanzania alla Namibia, il
Gospel di compositori afro-americani, i ritmi latinoamericani dei Caraibi, la musica lituana delle lotte contro la dominazione politica, la tradizionale polifonia della Corsica presentata dall’ensemble L’Ágja
Rossa, esperienze personali di presentazione della
musica etnica al pubblico europeo e a quello americano, con l’offerta di una serie di metodi pedagogici
e materiale scaturito dalle esperienze stese; infine,
l’importanza di fornire chiaramente ai cantori e al
pubblico il contesto sociale e politico del canto presentato, unitamente al suo specifico significato, magari con l’intervento di qualche “indigeno” che possa
esemplificare concretamente pronuncia, cadenze vocali e movimenti del corpo.
Un ultimo forum ha puntato sull’etica dei compositori che nei loro lavori vogliono integrare elementi di
33
MONDOCORO
una tradizione che non è loro propria e sull’integrità
della prassi esecutiva..
SITI WEB INTERESSANTI
e …FORSE UTILI
34
www.ifcm.net/data/cantemus.php
Serie di pubblicazioni “Cantemus” a cura di IFCM;
www.musicanet.org
per un database di repertorio corale internazionale;
www.earthsongsmus.com
Musica Corale multiculturale, partiture, musica online
scaricabile, ecc.;
www.musicarussica.com
Musica Russa
www.boosey.con/pages/cr/composer/composer_main.a
sp?composerid=5288
L’esperienza musicale corale di Doreen Rao.
www.classicalmusicworld.com
Il sito per tutti gli entusiasti della musica, professionisti o amatori.
www.polyfollia.org
Un concerto di musica corale quando è di alta qualità è
davvero uno spettacolo vivente!
www.od.se
Sito del coro maschile Orphei Drängar (anche semplicemente “OD”) noto in tutto il mondo. “Subito” è il suo interessante catalogo Web a disposizione per una comoda
ricerca di partiture. Il catalogo è in lingua inglese.
IL MONDO DEI CORI
PER RAGAZZI E GIOVANI
Interessante articolo di Bo Johansson, insegnante di
musica e pedagogo, direttore di coro e membro della
Reale Accademia di Musica di Svezia.
“Qual è la tua professione, Bosse?” È la domanda che
mi fu posta anni fa durante una festa.
“Sono Direttore di musica”, risposi.
“Ah, interessante! E qual è il nome dell’orchestra?”
“Non è un’orchestra. Io dirigo un Coro.”
L’interesse dell’interlocutore si raffreddò immediatamente. E tuttavia egli continuò a riservarmi un’educata attenzione e chiese il nome del coro da camera che
dirigevo.
“Non è un coro da camera. Io dirigo un coro di bambini”.
Il livello di interesse precipitò a zero! Ma chi può essere
direttore di coro di bambini, nessuno o no?! E’ mai possibile che un direttore di coro di bambini sia considerato un professionista?
Tra l’altro, è divertente rilevare che in Accademia io
porto il titolo di “choir leader” mentre i miei colleghi
dello stesso genere sono chiamati “choir conductors”. E
mi sento molto onorato da questa differenziazione.
Ora mi spiego…”
E il maestro Bo Johansson (che considera il suo lavoro
“esigente, creativo e artistico” e che in 32 anni non cambiò mai professione perché non ne trovò una migliore)
comincia la sua auto-presentazione articolata su molti
vari argomenti:
La comunicazione musicale: “…siamo un coro (l’Adolf
Fredrick Girls Choir che nel 2003 è stato denominato
“Coro dell’Anno” dal Swedish Concert Institute e dalla
Förenings Sparbanken /Swedbank – sorprendente in
un paese dominato da cori di adulti!) di ragazze carine, in bei vestitini, che canta in modo ragionevolmente
chiaro, con soddisfacente articolazione e più o meno in
armonia… La nostra scelta del repertorio è molto importante per stabilire la comunicazione musicale fra
esecutore ed ascoltatore…”;
La buona musica: “…i nostri attuali insegnanti di musica danno credito alla buona musica o soltanto ai computer, ai sintetizzatori, alla campionatura degli effetti e
alla musica popolare perché altrimenti temono di diventare impopolari?”;
Creare il desiderio di fare musica: “…Si tratta di creare
il godimento del fare musica… Dobbiamo ascoltare e
imparare il dinamismo presente nel mondo dei ragazzi
e dei giovani prima che i nostri giovani musicisti scoprano che “la musica è difficile”… Quando i miei studenti cantano la musica – per esempio – di Bach, la musica entra nel loro corpo e non lo lascia più…”
La voce di ciascuno ha uguale valore: “…La voce è assolutamente parte dell’identità personale, come il proprio apparire… Troppe persone nella nostra società
mancano di fiducia in se stessi… Nulla costruisce meglio di un coro la fiducia in se stessi… Le ragazze cantano con timbri diversi, è la loro identità… È solo perché loro cantano con timbri diversi che io posso creare
un timbro e un suono che è caratteristico del Coro di
Ragazze Adolf Friedrik… Non contano solo quelle con
voce forte e natura dominante…”;
La fiducia genera fiducia: “…Quando mi fido, di ritorno ricevo fiducia. I cantori pensano: Bosse è convinto
che io possa fare questo; non devo deluderlo. Quando io
credo nella musica, allora gli studenti credono nella
musica, indipendentemente dal grado di difficoltà o dal
genere… Solo quando prendiamo seriamente la musica
e la pedagogia possiamo pensare di essere presi seriamente noi stessi…
NOVITÀ DISCOGRAFICHE
Segnaliamo – proveniente da Tallinn (Estonia) - l’ultima
collaborazione fra Paul Hillier ed il Coro Filarmonico da
Camera Estone che con il titolo “Le Forze Celesti” propone una selezione di capolavori rappresentativi della
tradizione ortodossa russa del XVII e XVIII secolo. Si
tratta di opere di compositori nativi russi quali Titov,
Bortniansky e Vedel ma anche di musicisti italiani in visita come Galuppi e Sarti. Dal repertorio presentato viene all’ascoltatore un senso di pienezza profonda e spirituale, umile e confidente. Una combinazione di semplicità ed eloquenza degli esecutori rende giustizia alla
appuntamenti
musica (“The Celestial Powers” - Harmonia Mundi
HMU 907318).
Due interessanti registrazioni molto diverse fra loro
vengono dagli Stati Uniti.
Il primo tenta una innovativa fusione fra jazz e musica
medievale attraverso una moderna Messa di San Michele basata sulla famosa melodia medievale l’Homme
armé. Le voci dell’ Orlando Consort si uniscono a quelle del complesso strumentale Perfect Houseplants portando a un risultato sorprendente con uno sforzo artistico che può provocare qualche reazione, ma il risultato è assurdamente stupefacente e porta a pensare (Harmonia Mundi HMU 907319).
Ben diversa è, invece, l’incisione di Choral arts (Direttore Richard sparks) dedicato alle opere corali di Randall
Thompson. Appare immediatamente più accettabile per
via della scrittura piacevolmente colorate e delicatamente lirica del musicista statunitense. In un programma molto ben concepito, il CD alterna alcune delle opere più conosciute di Thompson (Alleluja, The Best of
Rooms…) con altri brani meno noti talvolta mai nemmeno registrati (Five Love Songs). Gli esecutori offrono
una lettura densa e omogenea (The Light of Stars –
Gothic G 49226).
Dall’Argentina si segnala un’incisione del Coro di Ragazzi Ars Nova (diretto da Ana Beatriz Fernàndez de
Briones) che offre un bouquet di brani originali e di arragngiamenti di diverse tradizioni di tutto il mondo, per
essere precisi, di cinque continenti. Il vario e simpatico
programma è eseguito dai giovani musicisti con convinzione dimostrando sia solida tecnica sia amore per la
musica e per il lavoro gioioso che ne consegue (Ars Nova 2038).
Infine segnaliamo in forma breve tre CD della Chandos:
una serie di registrazioni riservate al repertorio sinfonico del 20° sec., tra cui una delle più belle esecuzioni
del War Requiem di Benjamin Britten diretto da Richard Hickox con la London Symphony Orchestra e Coro (Chandos chsa 5007(2)); Opere rare e mai pubblicate di Serge Prokofiev (Zdravitsa, In the Fall, Hamlet,
Egyptian Nights) rese con convinzione ma talvolta anche con qualche eccesso da Valery Poliansky e il suo Coro e Orchestra dello Stato di Russia (Chandos 10056), e
infine Quo Vadis di George Dayson (1883-1964), una
specie di immensa dissertazione sullo status spirituale
dell’Uomo, fra meraviglia e misticismo. A presentare
con vigore una eccitante interpretazione di questo oratorio umanistico è ancora Richard Hickox (Chandos
1006(2)).
L’ANGOLO DEI COMPOSITORI
Dr. CHEN YI (Nata in Cina nel 1953)
Violinista preparata secondo la classica tradizione europea, Chen Yi entrò in contatto con la musica popolare
cinese durante la rivoluzione culturale. Già largamente
celebrata come uno dei maggiori compositori in Cina
durante la fase di apertura culturale degli anni ’80, Chen
Yi passò negli Stati Uniti nel 1986 per continuare i suoi
studi musicali. Ella scrive sia opere “intime” sia opere di
grande respiro per strumenti europei e cinesi, e fonde il
linguaggio orchestrale e corale occidentale con le tradizionali tonalità pentatoniche orientali. Un recente lavoro multimediale, Cantata dei Miti cinesi, vede operare
insieme una orchestra sinfonica, un emsemble di strumentisti tradizionali cinesi, un coro maschile e un gruppo di danza cinese con proiezione di immagini visive sul
palco. Chen Yi è docente al Conservatorio dell’Università
del Missouri ed ha ricevuto il prstigioso premio Charles
Ives Living dalla Accademia Americana di Arti e Lettere.
Laureata al Conservatorio Centrale di Pechino, ha ottenuto il Dottorato in Arti Musicali della Columbia University di New York. La sua musica, pubblicata da Theodore Presser Co., è eseguita e registrata in tutto il mondo.
“La musica classica durante la Rivoluzione culturale
era proibita ma io ho fatto ogni sforzo per continuare a
suonarla. Anche quando dovevo lavorare per dodici ore
al giorno come operaia portando grossi pesi di sassi e
malta per i canali di irrigazione, per i contadini suonavo sia semplici canti, sia brani del repertorio classico
occidentale. Fu durante quel periodo che cominciai a
pensare al valore della vita individuale e all’importanza dell’istruzione nella società.
Come artista che vive negli Stati Uniti sento fortemente
che io posso migliorare la convivenza tra le genti condividendo la mia musica”.
Chen Yi, fra il 1993 e il 1996, ha prodotto arrangiamenti
di canti cinesi e ha musicato poesie in cinese per l’ensemble Chanticleer che le aveva raccontato di aver cantato in tutte le lingue tranne il cinese e che ci voleva provare. In seguito ha scritto musica per molti cori di Università e Colleges Americani ed anche per il coro Femminile KITKA. “Trovo che non ci sia molta differenza fra
lo scrivere per coro o per strumenti perché la prima cosa che faccio è quella di cercare il gruppo per il quale
scrivo. Quindi ne comprendo la sua forza, capisco ciò
che è buono, cosa si può fare…
...Per quanto riguarda il mio stile compositivo io credo
che la lingua può essere tradotta in musica. Poiché io
parlo naturalmente nella mia lingua-madre, nella mia
musica c’è sangue cinese, filosofia e tradizioni cinesi.
Tuttavia la musica è un linguaggio universale. Io spero
di essere capace di giungere all’essenza delle culture
orientale e occidentale e di realizzare sempre più composizioni che incarnano il mio temperamento e lo spirito di questa coraggiosa epoca…”.
Nota: uno dei cambiamenti riguardanti la rivista ICB
concerne anche la decisione della Redazione di abbandonare la traduzione nelle lingue Francese, tedesco e
spagnolo. Pertanto tutti gli articoli sono disponibili soltanto nella lingua inglese. La richiesta va inoltrata alla
redazione oppure al titolare della rubrica: [email protected] oppure Fax 02 700 440 733.
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FENIARCO
ASAC
REGIONE DEL VENETO
EUROPA CANTAT
E
P
ALRIA
AD
CANTAT
2004
INTERNATIONAL
SIGING WEEK
SETTIMANA
INTERNAZIONALE
DEL CANTO CORALE
LIDO DI JESOLO
VENICE - ITALY
29 AGOSTO - 5 SETTEMBRE