Settembre/Ottobre

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sett./ott.
2016
Spettacoli
Festival Verdi al via.
La città festeggia con Verdi Off
Fuori città
Tra le aule di Alma e
i segreti dell’alta pasticceria
Salute
Perchè è importante
lavarsi le mani?
Alla Magnani Rocca una grande
mostra nazionale. In esposizione le opere
di celebri artisti, da Rotella a Gnoli.
Inchiesta su “I Consigli dei Cittadini Volontari”
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e d l’editoriale
itoriale
di SIMONE SIMONAZZI
Come coinvolgere i cittadini?
Le soluzioni sono ancora lontane
SOMMARIO
I PARMIGIANI
p. 4
Fino all’11 dicembre, alla
Magnani Rocca una grande
mostra sulla Pop Art italiana.
Dagli Stati Uniti, in esposizione
le “Ninfee di Monet”
p. 8
ParmaReport. I Consigli dei
Cittadini Volontari tra luci e
ombre
p. 14
Tema del Mese. “SOS tata”.
Cosa offre la città se non si
hanno nonni a portata di mano
p. 16
Fuori città. A Colorno, tra le
aule di Alma, alla scoperta dei
segreti dell’alta Pasticceria
p. 18
Spettacoli. Al via il Festival
Verdi. Parma festeggia il
Maestro con Verdi Off
p. 25
Salute. L’importanza di lavarsi
le mani per evitare infezioni
HANNO VOLUTO COME
SINDACO UN CITTADINO
“QUALUNQUE”,
CREDENDO CHE
SAREBBE STATO IL
CONDIVIDERE LE SCELTE
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2016
Spettacoli
Festival Verdi al via.
La città festeggia con Verdi Off
Fuori città
Tra le aule di Alma e
i segreti dell’alta pasticceria
Salute
Perchè è importante
lavarsi le mani?
INVASIONE
POP
Alla Magnani Rocca una grande
mostra nazionale. In esposizione le opere
di celebri artisti, da Rotella a Gnoli.
D0430316
L
a nuova amministrazione ha vinto le elezioni con la speranza di poter rivoluzionare il sistema decisionale nelle
scelte del futuro della nostra città. I parmigiani hanno voluto
eleggere un cittadino “qualunque”, credendo che questo sarebbe stato il modo migliore per riappropriarsi di un modo condiviso di prendere le decisioni. “Sottoporremo le decisioni sulla
città ai cittadini, chiamandoli a votare con dei referendum online, mi diceva Pizzarotti nel 2012 – sarà un processo lungo che
richiederà la necessità di abituare i parmigiani ad accreditarsi,
per poi poter partecipare attivamente”. Da allora ne è passato di tempo e queste idee, come quelle di chiedere a metà mandato l’approvazione sul proprio lavoro, una sorta di conferma
ad andare avanti, sono state dimenticate. Quello che faticosamente si è riuscito a creare sono stati i Consigli dei Cittadini Volontari - con un po’ di ritardo e non tutti - , un meccanismo misto tra eletti e sorteggiati che sarebbe dovuto diventare
l’organismo di base della democrazia locale. Noi siamo andati a vedere…
3
Inchiesta su “I Consigli dei Cittadini Volontari”
n° 202 settembre/ottobre 2016
Aut. tribunale di Parma N.16 del 22.4.99
Edicta p.s.c.r.l. - via Torrente Termina, 3/b - PARMA
N° iscrizione al ROC: 9980 - Registrazione ISSN: 1592-6230
Tel. 0521.251848 - Fax 0521.907857 - [email protected]
Direttore responsabile
Simone Simonazzi - [email protected]
Art director Pietro Spagnulo - [email protected]
Coordinamento editoriale Rosaria Frisina
Grafica e impaginazione Davide Pescini
Redazione Daniele Paterlini
Collaboratori Eleonora Bellomi, Francesca Costi,
Federica De Masi, Carlotta Ferrari, Fiorella Guerra,
Cristina Sgobio
Commerciale Lina Carollo
Tiratura 10.000 copie
Chiuso in tipografia il 20/09/2016
mese/ dicembre 2016
2015
il meseilsettembre/ottobre
4
la.copertina
a cura di Stefano Roffi
INVASIONE POP ALLA V
Fino all’11 dicembre, una grande mostra che
ospita opere provenienti da musei e collezioni
private, da Mimmo Rotella a Domenico Gnoli
L
a Fondazione Magnani Rocca ospita una grande mostra sulla Pop Art italiana, un
movimento che, sull’onda della popolarità di Andy Warhol e di altri celebri artisti pop nel Regno Unito e negli Stati Uniti, operando sulle relazioni tra cultura
popolare e belle arti e rivolgendosi direttamente per la prima volta a un pubblico giovane,
anche in Italia risultò di grande attrattiva ed ebbe un ruolo fondamentale nella produzione artistica.
La mostra intende quindi fornire una lettura articolata e innovativa delle vicende che portarono alla nascita e alla diffusione di una “via italiana” alla Pop Art, pienamente in sintonia
con le analoghe esperienze maturate in ambito internazionale e al tempo stesso linguisticamente autonoma rispetto ai modelli statunitensi ed europei del periodo.
Partendo da alcuni antefatti nel secondo dopoguerra e prendendo in esame in particolare
gli anni Sessanta – caratterizzati dall’apertura verso nuove possibilità espressive e da grande ottimismo ma anche da grandi contrasti sociali e culturali - l’esposizione presenta le
opere di quaranta artisti, animati da obiettivi comuni e da un unico sentire estetico.
Un momento di straordinario fervore artistico che investì l’intera penisola e che ebbe i
suoi centri nevralgici a Milano e Roma, con gli autori riuniti sotto l’etichetta di “Scuola di
Piazza del Popolo”, ma che trovò luoghi di diffusione estremamente significativi anche a
Torino e in Toscana, per non citare che i centri dove maggiore fu l’incidenza di tale tenden-
za sulla scena artistica. Sono esposti quindi,
fra gli altri, i capolavori di Mimmo Rotella
ed Enrico Baj, dei romani Mario Schifano,
Tano Festa, Renato Mambor, Fabio Mauri
e poi Franco Angeli, Mario Ceroli, Giosetta Fioroni, Sergio Lombardo, Cesare Tacchi, Claudio Cintoli, le opere degli artisti
operanti a Milano come Valerio Adami, Lucio Del Pezzo, Piero Manzoni, Emilio Tadi-
LA COCA COLA COME LA CAPPELLA SISTINA?
Un artista pop americano dipingeva la Coca Cola,
la confezione del detersivo più diffuso, la diva del
momento o un fumetto vendutissimo, come un
valore nazionale, un simbolo popolare; per Tano
il mese settembre/ottobre 2016
Festa, Giosetta Fioroni, Roberto
Barni e altri italiani, Michelangelo, Botticelli, Paolo Uccello negli
anni Sessanta avevano il medesimo significato, nel senso che
nel nostro Paese il consumo delle immagini d’arte appartiene al
percepito quotidiano, facendone
spontanea mitologia. Gli affreschi
della Cappella Sistina e le sculture
delle Cappelle medicee di fatto non appartengono
solo agli storici dell’arte, ma a una massa indistinta
di persone che ogni giorno ne consumano le immagini, per cui non esiste più un solo Michelange-
lo, ma tanti quanti sono i visitatori che lo osservano, ognuno legittimato a far parte del mondo delle
immagini allo stesso modo delle star del cinema, le
automobili o i cartelli stradali. L’artista riconosce la
distanza da sé e dal pubblico di simili monumenti
della storia dell’arte, impossibili da superare, e ne
amplifica il distacco attraverso l’iscrizione iconografica nei fotogrammi della sua pittura armando
il proprio procedimento creativo con strumenti
di dialogo e di citazione, dietro i quali preme la civiltà figurativa che appartiene al nostro patrimonio visivo. Un lavoro alla ricerca di un non facile
equilibrio fra l’ondata pervasiva del consumismo
e la seduttività intrinseca dell’arte italiana classica.
la.copertina
5
ILLA DEI CAPOLAVORI
I MANIFESTI STRAPPATI DI ROTELLA
Mimmo Rotella è l’artista divenuto celebre per
i suoi “décollages”, quadri ottenuti con sovrapposizioni di manifesti (soprattutto pubblicità di
film o spettacoli circensi) strappati dai muri e
riportati su tela, sicché le immagini che emergono dalle lacerazioni come dalle impronte di
carte incollate e di calcinacci assumono intensità visionaria. Rotella inventò questa tecnica
a Roma nel 1953-54: all’origine c’era la cultura
“informale” del gesto casuale, della materia
povera. Ma la novità stava nell’assumere a protagonismo le immagini massmediali, la cultura
figurativa “ingenua” dei manifesti con i loro
divi: batteva alle porte la Pop Art. Tempestivamente, il critico francese Pierre Restany arruolò l’artista italiano nelle file del Nouveau Realisme, la risposta europea alla nuova tendenza
Nella pagina a fianco dall’alto: Antonio Fomez, “Invito al consumo” (1964-65); Domenico Gnoli, “Reggiseno”
(1964); Claudio Cintoli, “Mezza bocca per GD” (1965); Giosetta Fioroni, “Da Botticelli” (1965).
In questa pagina dall’alto: Cesare Tacchi, “Sul divano a fiori” (1965); Mimmo Rotella, “Come la Gioconda” (1962);
Umberto Mariani, “Babette au téléphone” (1968).
ni, i torinesi Piero Gilardi, Aldo Mondino,
Michelangelo Pistoletto, i toscani Roberto Barni, Adolfo Natalini, Gianni Ruffi, Roberto Malquori. Una lettura che si conclude
con la presentazione di un altro fenomeno cruciale nell’evoluzione del linguaggio
pop in Italia, vale a dire quella declinazione
che, a partire dal 1966 e almeno fino ai primi anni Settanta utilizzò le immagini e gli
stilemi della cultura di massa per realizzare
un’arte esplicitamente politica.
Oltre alla presenza di tante opere di assoluto rilievo, ciò che rende questa mostra un
autentico unicum, irripetibile nel panorama espositivo non solo nazionale, è la possibilità di vedere sculture e dipinti pop, oltre che negli spazi destinati alle mostre
temporanee, anche nei saloni della Villa dei
Capolavori, in un sorprendente confronto
tra il mondo classico e la cultura popolare
degli anni Sessanta.
Nel percorso della mostra, il video sul mondo del Piper Club di Roma, vero tempio della musica e del costume giovanile anni
Sessanta, completa l’affresco di questo particolare periodo.
IL PIPER CLUB. DAL BEAT ALL’UNDERGROUND
Il Piper Club è uno dei locali storici dell’Italia
del boom economico. Situato a Roma, di fronte
al quartiere Coppedè, fu inaugurato il 17 febbraio 1965. In poco tempo divenne un’icona
di una generazione intera e un vero e proprio
fenomeno di costume, punto di riferimento
per la gioventù degli anni Sessanta e Settanta.
Sul fondo del palcoscenico, Claudio Cintoli
realizzò il grande pannello murale Giardino per
Ursula, con la celebre “Bocca”. Fra i tanti artisti
che lì si fecero conoscere, vanno ricordate Caterina Caselli e Patty Pravo che passa alla storia del pop proprio come “la ragazza del Piper”.
Nel 1965 Mina vi girò un carosello per la Barilla per la regia di Valerio Zurlini. I giovanissimi
Pink Floyd vi si esibirono in due serate, il 18
e il 19 aprile 1968. Il Piper emerse subito come
punto focale della bella vita romana, raccogliendo frequentazioni dal mondo dello spettacolo e dell’arte, oltre che da personaggi della
scena mondana. La linea artistica si ispirava
al mondo del beat inglese, da cui copiò anche
l’idea dell’opera beat, ovvero un uso innovativo
pop americana. Non a caso, fra le immagini
cult proposte da Rotella, c’è quella di Marylin Monroe, la diva il cui mito resiste a
oltre cinquanta anni dalla tragica morte.
Rotella usa sia il verso sia il recto del manifesto strappato, ottenendo nel primo caso
una leggibilità iconica dei frammenti applicati sulla superficie della tela, nel secondo
caso il quadro acquista un senso più materico restando visibile solo il colore retrostante della carta e quello dell’intonaco dei
muri. «Io incollo i manifesti, poi li strappo:
nascono forme nuove, imprevedibili. Ho
abbandonato la pittura da cavalletto per
questa protesta. Se avessi la forza di Sansone incollerei piazza di Spagna, con certe sue
tinte naturali autunnali, morbide e tenere,
sui piazzali al tramonto del Gianicolo».
di luci stroboscopiche colorate accoppiate ai
suoni e allo stile dettato dalla moda della minigonna. Dal numeroso gruppo dei ragazzi che
si possono considerare frequentatori ‘storici’
del Piper emergeranno negli anni numerosi
personaggi di spicco fra i quali Romina Power,
Mia Martini, Loredana Bertè, Renato Zero.
Da ricordare fu poi l’evento Grande angolo,
Sogni, Stelle organizzato da Mario Schifano
alla fine del 1967, che segnò una delle tappe
fondamentali della nascita dell’underground
italiano.
il mese settembre/ottobre 2016
6
la.copertina
DAGLI STATI UNITI, ARRIVANO
“LE NINFEE DI MONET”
Il celebre quadro impressionista ospite alla Fondazione Magnani
Rocca. L’opera è esposta nella sala dedicata al
pittore francese con altri due capolavori
“M
ONET. Quelle Ninfee che anticiparono l’Informale” è la mostra che sarà
protagonista fino all’11 dicembre
alla Magnani Rocca insieme alla Pop Art italiana. Attraverso un ristretto nucleo di opere,
l’esposizione indaga l’evoluzione creativa e stilistica del grande artista impressionista anticipatore di tanta pittura moderna. Il paesaggio
di Claude Monet, brano costante dell’intera
carriera del pittore, propone alla modernità
un diverso modo di osservare la natura. Attraverso il lavoro en plein air, che di fatto porta l’atelier direttamente nei luoghi di studio,
l’artista persegue la totale immersione fisica
quanto mentale nel soggetto, con l’intenzione
di catturare non solo le più precise sfumature
di luce e movimento, ma anche il variare delle
condizioni naturali.
Se nella prima parte del suo percorso, prettamente impressionista, è l’immagine percettiva ad essere studiata nei suoi istanti effimeri,
nella maturazione degli anni successivi la sua
tecnica diventa più elaborata e rende visibile la
durata dell’impressione. Non è quindi casuale
l’approdo da parte di Monet alla fine dell’Ottocento alle famose “serie”, in cui uno stesso
soggetto è ripetuto più volte in momenti o
condizioni atmosferiche differenti. Lo scopo è
quello di fermare il tempo, reo di nascondere
il segreto dramma della fugacità delle cose, restituendo loro valore poetico. L’inizio di questi studi ripetuti è ravvisabile a partire dal 1876
INFORMAZIONI
FONDAZIONE MAGNANI ROCCA
via Fondazione Magnani Rocca 4,
Mamiano di Traversetolo (Parma).
Dal 10 settembre all’11 dicembre 2016.
Orario: dal martedì al venerdì continuato
10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato,
domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18).
Lunedì chiuso, aperto lunedì 31 ottobre.
Aperto anche 1 novembre e 8 dicembre.
Ingresso: € 10,00 valido anche per le raccolte permanenti e per la Sala dedicata a Monet
- € 5,00 per le scuole.
SuiteBarocco - foto Gregory Batardon
il mese settembre/ottobre 2016
Claude Monet, Le Bassin des Nympheas (1904)
Informazioni e prenotazioni gruppi:
tel. 0521 848327 / 848148
[email protected]
www.magnanirocca.it
Il martedì ore 15.30, il sabato ore 16 e la domenica e festivi ore 11.30, 15, 16, 17, visita
alla mostra ITALIA POP e alla Sala dedicata
a Monet con guida specializzata; è possibile
prenotare via mail a [email protected], oppure presentarsi all’ingresso del museo fino a esaurimento posti; costo € 15,00
(ingresso e guida).
Ristorante tel. 0521 848135.
Mostra e Catalogo
A cura di Walter Guadagnini e Stefano Roffi.
Il catalogo Silvana editoriale presenta interventi di Antonio Carnevale, Mauro Carrera,
Walter Guadagnini, Gaspare Luigi Marcone,
Stefano Roffi, Alberto Zanchetta
SPONSOR
La mostra è realizzata grazie a:
FONDAZIONE CARIPARMA, CARIPARMA
CRÉDIT AGRICOLE.
Media partner:
Gazzetta di Parma, Kreativehouse.
Sponsor tecnici:
Angeli Cornici, Aon S.p.A. - Fine Arts &
Jewellery Specialty, Butterfly Transport,
Fattorie Canossa, Gufram, Società per la
Mobilità e il Trasporto Pubblico.
la.copertina
7
LA COLLEZIONE PERMANENTE
Musicologo, compositore e scrittore, Luigi Magnani ha dedicato la sua vita alla cultura in tutte le sue forme, stringendo rapporti di amicizia
con alcuni dei più grandi artisti ed intellettuali
italiani del Novecento come Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale e Giorgio Morandi.
La Villa dei Capolavori, che è stata la casa della famiglia Magnani fino al 1984, ospita oggi la
sua prestigiosa collezione che annovera, fra
le altre, opere di Gentile da Fabriano, Filippo
Lippi, Dürer, Tiziano, Rubens, Van Dyck, Goya
e, tra i contemporanei, Monet, Renoir, Cézanne sino a De Pisis, 50 opere di Morandi, Burri,
oltre a sculture quali un’importante Canova e
due opere di Lorenzo Bartolini.
Nella Villa trovano spazio anche importanti
mobili ed oggetti Impero, tra i quali una grande coppa in malachite del Thomire, e mobili di
Jacob.
La collocazione è stata lasciata il più possibile
invariata per conservare l’atmosfera di casa
vissuta.
In alto da sinistra: Sala del Tiziano; Antonio Canova,
“Tersicore” (1811); Giorgio de Chirico, “Enigma della partenza” (1914); Alberto Burri, “Sacco” (1954).
nei dipinti dedicati alla stazione
di Saint-Lazare a Parigi, scenario
che meglio di tutti registra, oltre
alla dinamicità del contenuto,
anche le trasformazioni del progresso industriale in città. È però
con la serie delle Cattedrali di Rouen, a partire dal 1892, che Monet
raggiunge non solo fama, ma anche significativi risultati per queste nuove indagini coloristiche.
Conferma del nuovo modo di
concepire lo spazio come traccia
evanescente è l’approfondimento sulle scogliere, in particolare
sono le amate rocce della Normandia a rappresentare l’oggetto di un desiderio avventuroso
di mutabilità. L’opera di Monet
Falaises à Pourville, soleil levant,
conservata presso la Fondazione
Magnani Rocca, appartiene proprio a una serie di cinque dipinti
su tale tema, eseguiti dall’artista
tra gennaio e marzo 1897 e dialoga
nella Sala dedicata a Monet con
un dipinto del maestro francese
di analogo soggetto, Falaise du Petit Ailly à Varengeville, proveniente
dalla collezione Tanzi. L’alba, indagata dal vero, illumina di rosa
le rocce, quinte teatrali vaporose,
che creano tagli asimmetrici col
mare, in cui l’acqua con i suoi
colori costituisce il mezzo per
eccellenza riflettente su cui concentrare gli studi sulla fusione
atmosferica. In questa direzione,
Claude Monet, Falaises à Pourville,soleil levant (1897)
la serie che impegnerà il pittore
nell’ultimo trentennio della sua
vita, ovvero le Ninfee, rappresenta la summa di una profonda
ricerca sulla rifrazione e non
solo. Per meglio concentrarsi sul
nuovo progetto, si sposta a vivere
a Giverny, nell’alta Normandia.
Qui costruisce un giardino e uno
stagno, e coltiva fiori di vario
tipo, comprese le ninfee, piante
acquatiche che rimandano alla
sua passione per l’arte giapponese. Come nel dipinto esposto alla
Fondazione, Le Bassin des Nympheas del 1904, proveniente dal
Denver Art Museum, lo stagno
e nuovamente l’acqua stimolano
inaspettate sensazioni visive,
poiché dissolvono forme e materia, di cui le ampie e aggiornate
pennellate sono dimostrazione
concreta.
Le Ninfee, ciclo che racconta
l’ultima ossessione di Monet, si
collocano a metà tra la pittura
di paesaggio e una nuova pittura
decorativa con aspetti artificiosi,
quasi astratti, che hanno nella costruzione spaziale la loro novità.
I toni cromatici, ora, non esprimono più solo le metamorfosi
della luce e dei riflessi, ma sono
mezzi che trascendono la realtà
per creare qualcosa di completamente inedito, sovratemporale e
intangibile. Se prima i pittori Bar-
bisonniers - quali Corot, Rousseau, Courbet - avevano scelto la
foresta di Fontainebleau come
rappresentazione
dell’energia
che promana dalla natura anche
senza figure umane, con Monet
si arriva alla dissoluzione della
realtà nel sogno luminoso dell’arte. La luce prende il sopravvento
su tutto, abbaglia lo sguardo del
pittore e anche la tela sulla quale
la forma si dissolve e si vaporizza
fuori da ogni gerarchia tra centro
e periferia. Siamo alla profezia
dell’Informale. Giverny diventa
la capitale morale da cui parte una
lingua dell’arte che tende a una
comunione panica tra l’uomo e la
natura, a dissolvere i confini del
soggetto e dell’oggetto e creare
una emozione capace di stabilire
unione e continuità, concordia
e dissonanza, ma sempre sotto
il segno dell’abbaglio luminoso.
Si parte dunque da Monet, certamente anticipato da Turner, per
approdare quattro decenni dopo
a un linguaggio definito Informale in Europa e Action painting
in America.
L’originalità della profezia di
Monet, che dissolve la forma
della luce delle Ninfee nell’acqua,
sta nell’aver scremato il dolore
dell’Informale europeo e aver
catturato una felicità e un’energia
vicina al vitalismo americano.
il mese settembre/ottobre 2016
8
di CRISTINA SGOBIO
l’inchiesta
CCV: LA PAROLA
AI QUARTIERI
Istituiti per dar spazio alla partecipazione attiva, i Consigli dei Cittadini
Volontari presentano luci e ombre. Tante aspettative, pochi riscontri e,
soprattutto, scarso dialogo con l’Amministrazione. Che ne sarà di loro?
P
ensati per assicurare una larga
e incidente partecipazione nella condivisione di problematiche
di interesse pubblico, i Consigli dei Cittadini Volontari sarebbero dovuti essere istituiti nei 13 quartieri storici della città – Parma centro, Oltretorrente, Molinetto, Pablo,
Golese, San Pancrazio, San Leonardo, Cortile San Martino, Lubiana, San Lazzaro, Cittadella, Montanara e Vigatto – ma in tre di
essi non è stato raggiunto il numero minimo di componenti eletti.
Si tratta di organismi eletti direttamente
dai cittadini, in rappresentanza dei bisogni
delle comunità locali, promuovendone la
QUARTIERE LUBIANA
DINO PENNACCHIETTI: “Eravamo partiti con
molti stimoli, poi però l’entusiasmo è scemato”
“C’è una grande
varietà di persone
all’interno del CCV,
dunque è difficile
dare un imprinting
generale all’organismo – racconta Dino
Pennacchietti, coordinatore del CCV
Lubiana –. Tra i primi progetti portati
avanti c’è stata la mostra-concorso nel
quartiere, divisa per settori: fotografia,
disegno e ricette.
Naturalmente, discutiamo anche
dei problemi del nostro territorio, a
partire da quello relativo alla sicurezza
stradale: ci sono strade come via Sidoli
o via Zarotto che sono spesso teatro
di incidenti anche mortali. Un altro
problema che ci sta a cuore è quello dei
il mese settembre/ottobre 2016
rifiuti, soprattutto a San Prospero. Tante
sono state le segnalazioni inviate al
Comune, alcune delle quali hanno avuto
risposta, altre, invece, no.
La nostra principale difficoltà consiste
nella carenza di strumenti, soprattutto
dal punto di vista burocratico: non è
semplice gestire autonomamente un
organismo di questo tipo.
Penso anche che il CCV non sia stato
pubblicizzato e, di conseguenza, non
si è verificata un’apertura al pubblico:
senza l’adeguata informazione e
pubblicità, i cittadini non possono
conoscere l’esistenza del CCV e non
possono capirne la funzione.
C’è molta delusione, cerchi di lavorare,
arranchi, ma non sei aiutato e quindi
non riesci ad andare avanti. Eravamo
partiti con molti stimoli, poi però
l’entusiasmo è scemato. Abbiamo
un prossimo dimissionario, molti non
si sono mai nemmeno presentati.
In queste condizioni diventa difficile
lavorare e le speranze di costruire
qualcosa diminuiscono”.
9
l’inchiesta
partecipazione attiva.
In carica per un periodo di 5 anni dalla loro
costituzione, i CCV esercitano funzioni
consultive e di proposta nei confronti del
Consiglio e della giunta comunale: un vero
e proprio valore aggiunto alla città, almeno sulla carta. Già, perché pare che, in realtà, i CCV siano stati un po’ abbandonati
a loro stessi, tra faccende burocratiche da
sbrigare e problemi di quartiere da risolvere. Poco dialogo con l’Amministrazione
(fatte poche eccezioni) e poco riscontro da
parte dei residenti: sembra, infatti, che tali
organismi non siano stati adeguatamente
pubblicizzati, con conseguente difficoltà
da parte di coordinatori e consiglieri di essere conosciuti e riconosciuti dalla cittadinanza. Un progetto importante e dalle buone prospettive, quello dei CCV, ma la teoria
non basta. Spinti dalla passione e dalla voglia di mettersi al servizio della città, i consiglieri di ciascun quartiere hanno - e continuano a farlo - investito tutte le loro forze
per far sì che il proprio quartiere di appartenenza potesse essere posto sotto l’attenzione dei diversi assessorati, ognuno in
base alle proprie esigenze. E se all’inizio le
aspettative erano tante, col passare del tempo, per molti l’entusiasmo è andato scemando, come una barca lasciata a largo. Tra dimissioni e abbandoni, i CCV continuano
il loro percorso, portando avanti le istanze
dei residenti e battendosi per portare a termine quei progetti utili e interessanti non
solo per un quartiere, ma per tutta la città.
Un ingranaggio che s’inceppa, quello dei
CCV, una macchina che va a singhiozzo e
che, se messa a posto, potrebbe rappresentare un utile strumento di partecipazione
attiva e vitale. A questo, si aggiunge la questione fiscale: qualcuno ricorda che si è ancora in attesa del bilancio partecipativo e,
dunque, occorre autofinanziarsi. Eppure,
nella funzione dell’essere propositivi, anche gli strumenti fiscali farebbero la loro
parte. Con un budget da usare sul territorio, probabilmente i Consigli dei Cittadini Volontari avrebbero maggiore visibilità, otterrebbero più autorità e, soprattutto,
verrebbero riconosciuti per il loro compito, cosa che per molti di essi ancora non accade. Molti, inoltre, lamentano la mancanza
di dialogo con l’amministrazione, la mancanza del confronto e, soprattutto, del coinvolgimento nella presa delle decisioni: tasselli dai quali non si può prescindere se si
vuol parlare di “partecipazione”. E dunque,
le basi ci sono, alcuni progetti anche. Perché non sfruttare nel miglior modo possibile uno strumento tanto importante come
quello dei CCV?
QUARTIERE PARMA CENTRO
CARLOTTA MARÙ:
“Ci piacerebbe
restituire quello che
Parma era e dovrebbe
essere: la Piccola Parigi”
«Tra le problematiche del quartiere,
la più importante è sicuramente la
sicurezza – racconta la coordinatrice
Carlotta Marù –. Le strade sono
poco illuminate e c’è poco controllo.
Vorremmo che tutto tornasse aperto,
come avveniva 20 anni fa quando la
gente poteva andare in centro e fare
la spesa nei negozi di vicinato e non
nei centri commerciali. Ci piacerebbe
restituire quello che Parma era e
dovrebbe essere: la “Piccola Parigi”,
un piccolo mondo antico sereno e
tranquillo.
Un altro grosso problema è la
raccolta differenziata. Il residuo
e l’organico attirano i ratti e, nei
periodi caldi, si diffonde un odore
sgradevole per le strade. Tutto
questo è contro producente per il
turismo. Quindi, almeno per il centro,
vorremmo una raccolta differenziata
con l’inserimento di qualche bidone,
accompagnata ad un sistema
di raccolta come avveniva in
precedenza.
Per quanto riguarda, invece, i
lavori del Ponte Romano, siamo
d’accordo sull’intervento per gli
scavi archeologici, però senza
bloccare una città. Con questi lavori,
si chiude Borgo Romagnosi, si
tolgono altri posteggi e inoltre quella
strada poteva essere una valvola
di sfogo durante le manifestazioni
in centro. Noi ci siamo messi in
gioco perché amiamo fortemente
la nostra città e il nostro quartiere,
speravamo di riuscire a fare di
più. Ci siamo trovati un po’ come
un organismo di facciata e non lo
nascondiamo. Tant’è che un sacco
di consiglieri si sono dimessi. Da
regolamento dovevamo essere un
organismo con potere consultivo
e propositivo, quindi proporre
idee nuove per aiutare la città,
gli abitanti e i commercianti, ma
soprattutto con potere consultivo.
Ci aspettavamo che ci venissero a
chiedere cosa ne pensassimo noi,
in quanto rappresentati e portavoce
dei cittadini, delle varie iniziative. Non
ci hanno mai chiesto niente, mai.
Siamo un po’ delusi e lo abbiamo
fatto presente: ci hanno risposto che
come tutte le cose nuove c’è bisogno
di tempo per il rodaggio, anche
loro dovevano affrontare questa
esperienza nuova e quindi dovevano
imparare come comportarsi. Io credo
che questo progetto sulla carta
fosse ottimo, ma non è andata come
doveva andare, le cose non sono
state gestite in modo opportuno,
tant’è che di pratico, tirando le
somme, abbiamo fatto poco e niente
in un anno».
il mese settembre/ottobre 2016
10
l’inchiesta
QUARTIERE PABLO
CRISTIANO PROVETTI: “La sfida del futuro è
ricostruire il tessuto sociale di questa città”
«Il nostro
rapporto con
l’Amministrazione
è molto defilato
– racconta il
coordinatore Cristiano Provetti –.
Questo quartiere è sempre stato usato
come una discarica sociale, siamo
stati abbandonati, abbiamo problemi
di integrazione, di alloggi, abbiamo
problemi con le istituzioni.
Le camminate di quartiere sono iniziative
di singoli cittadini, servono a monitorare
il territorio. Si tratta di gruppi di cittadini
che fanno segnalazioni in continuazione,
anche tramite il CCV. L’Amministrazione
ha i cassetti pieni di segnalazioni: in
alcuni casi abbiamo ricevuto risposte, in
altri no. Ad avere la sensibilità maggiore
è stato l’assessorato alla sicurezza, gli
altri hanno mostrato interesse a sprazzi,
senza mai portare a termine un dialogo.
Noi presentiamo una proposta al mese
e ne è stata presa in carico solo una:
la mezz’ora libera sulle righe blu per
riattivare il commercio. Il problema è
che non si può ragionare su una città
se non si ha un piano, un punto di arrivo
comune. Abbiamo avuto Ubaldi come
sindaco e lui, nel bene o nel male,
aveva un punto di arrivo e ha perseguito
quell’idea fino al suo raggiungimento.
Oggi, quest’idea non c’è: c’è una
rincorsa a risolvere il problema ma non
esiste un’idea di città. Sarà questa la
sfida della prossima giunta comunale: il
prossimo sindaco dovrà avere un’idea di
città e ricostruire il tessuto sociale.
Per quanto riguarda i CCV,
probabilmente se fossero partiti non a
un anno e mezzo dalla fine del mandato,
ma dopo il primo anno, avremmo avuto
più tempo per organizzarli.
Facciamo fatica, ci confrontiamo tra di
noi, ma alla fine sono solo parole sterili:
dobbiamo interfacciarci con persone
e uffici diversi, non abbiamo un’idea di
collettivo».
QUARTIERE OLTRETORRENTE
ENRICO TEDESCHI: “Quartiere spogliato di
servizi. I CCV? Un vero e proprio flop”
«In questi ultimi
vent’anni il
quartiere è stato
spogliato di servizi
indispensabili per il
cittadino – racconta Enrico Tedeschi,
coordinatore CCV Oltretorrente –.
Non si è pensato al conseguente
svuotamento dei contenitori attrattivi
positivi e senza un rimpiazzo anche le
attività di vicinato ne hanno risentito.
Ztl e righe blu hanno fatto il resto
il mese settembre/ottobre 2016
e nelle strade principali, come via
d’Azeglio, c’è un massacro di corse di
autobus.
Sul tema della sicurezza e movida,
non penso che l’Oltretorrente abbia
problemi più grandi di quelli che hanno
gli altri quartieri, ha sicuramente una
concentrazione molto alta di immigrati,
però a mezzo stampa c’è la moda di
far sembrare Oltretorrente il “Bronx” e
Parma Centro la meraviglia.
All’inizio di quest’esperienza,
è stato tutto molto zoppicante,
l’amministrazione comunale poteva
fare molto meglio. Questo è stato
l’unico quartiere che ha avuto le
elezioni vere, tanto che 4 sono rimasti
fuori. Questo per far capire che la
partecipazione c’era. Il flop è arrivato
dopo, quando non avevamo temi da
cui partire per dibattere.
Adesso abbiamo anche una sede
decente ed accogliente, prima invece
stavamo in una stanza dove per
sederci su una sedia si doveva fare pari
o dispari.
Per quanto riguarda il rapporto con
l’Amministrazione, dipende dagli
assessorati. Con quello del commercio
abbiamo un rapporto più vivo, con
altri non c’è proprio rapporto. La
cultura dovrebbe avere un minimo di
coordinamento in più con i quartieri
di Parma Centro e Oltretorrente,
dove si svolgono la maggior parte
delle manifestazioni. Ritrovarsi con
l’assessorato periodicamente, sarebbe
importante.
Per quanto riguarda i progetti, si
parla di investire molto sull’Ospedale
Vecchio perché la sua valorizzazione
renderebbe il quartiere vivo e sano.
La dimostrazione è arrivata quando,
tra gli eventi collaterali del Cibus, si è
messo in mostra qualcosa di diverso
e, così, il problema del degrado in quei
giorni si è spostato. Inoltre, vorremmo
riuscire a creare una sinergia tra il
Lino Ventura e il Cinema D’Azeglio:
un cinema che può così diventare la
naturale valvola di sfogo culturale,
anche dovuta alla vicinanza alla sala,
ma che permetterebbe di ridare vita ad
entrambi i luoghi».
l’inchiesta
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QUARTIERE GOLESE
LIVIO LACCHINI: “Un’esperiezna che tende a
morire senza supporto dall’Amministrazione”
“Golese è un
quartiere periferico
composto da varie
frazioni, per questo
le problematiche
sono varie. In particolare, il grande
aumento demografico degli ultimi 15
anni ha fatto sì che aumentasse la
richiesta di servizi. Ed è proprio questo
un gap per il nostro territorio. In primis,
figura l’inadeguatezza delle scuole.
Inoltre, nella zona di Baganzola e
Cervara si registrano problemi legati al
traffico e alla mancanza di un adeguato
collegamento ciclabile. A questo, si
aggiunga che spesso Baganzola è
isolato dagli autobus, in particolare
nel weekend o in determinati periodi
dell’anno. Per non parlare del problema
dell’hub di Baganzola: su una strada
ad elevato traffico, non c’è alcun
marciapiede. Proprio a proposito di
questo, abbiamo provato a sollecitare
Casa perché incontrasse i cittadini, ma
non abbiamo mai ricevuto risposta.
Quando ci siamo insediati eravamo
inesperti e abbiamo provato ad avere
visibilità, anche ricorrendo a comunicati,
ma l’assessore non ha mai risposto.
Inoltre, abbiamo ideato le biciclettate:
un modo per favorire il rapporto tra
cittadini e amministrazione. A una di
esse ha partecipato la Paci e abbiamo
segnalato il degrado del podere
Agazzi. Questo è un tema importante
per noi residenti, dal momento che
abbiamo proposto di convertirlo
in scuola primaria e dell’infanzia. A
luglio siamo stati invitati a un incontro
di presentazione di un progetto di
recupero dell’area presentato da Alinovi,
senza però essere prima coinvolti. Ecco,
ci aspettavamo maggior coinvolgimento
nella progettazione del podere, ma non
c’è stato. Ora non ci resta altro che
seguire almeno la parte attuativa. Ora,
ci stiamo attivando per capire quale
possa essere l’impatto del progetto
area vasta. In particolare, la nostra
preoccupazione riguarda l’allungamento
della pista dell’aeroporto e la nascita
del nuovo centro commerciale nell’area
ex Salvarani. Ci attiveremo perché
l’amministrazione ci dica di più su
questo progetto, e soprattutto come si
prevede di limitare i disagi.
Per quanto riguarda, invece, la parte
propositiva del consiglio, tengo a
sottolineare che non abbiamo ancora
uno strumento fiscale e siamo in attesa
del bilancio partecipativo, di cui, però,
non si parla in maniera chiara. Con i
CCV l’amministrazione ha inventato
qualcosa di nuovo, ma ci sono dei gap.
Anche perché più passerà il tempo,
più diminuiremo: perdiamo consiglieri
e non abbiamo un adeguato supporto
dall’amministrazione, andiamo avanti ma
è un’esperienza che tende a morire.
QUARTIERE VIGATTO
CRISTIAN SALZANO: “La viabilità è il problema
maggiore del nostro quartiere”
“Ho scelto di
intraprendere
questa strada per
dare un contributo
al quartiere –
racconta Cristian Salzano, coordinatore
del CCV Vigatti –: all’inizio è stato un
salto nel buio e ci siamo mossi spinti
anche dalla passione. Tuttavia, il
regolamento era chiaro fin dall’inizio:
il compito dei CCV è un compito
propositivo che mira ad accogliere
le richieste dei residenti e tenta di
risolvere i problemi del quartiere.
Siamo riusciti a raggiungere alcuni
risultati, come la messa in sicurezza di
strada Martinella, l’introduzione delle
telecamere di sicurezza o il progetto
Brico Center che ha permesso la
creazione della biblioteca per bambini
a Corcagnano. Restano però alcuni
problemi, legati soprattutto alla viabilità.
Strada Langhirano, Via Montanara,
Strada Martinella sono strade costruite
circa 40 anni fa, ma adesso il traffico
è aumentato e quindi si richiedono
manutenzione e controlli frequenti.
Tuttavia, le proposte sensate sono state
tutte accolte e valutate con attenzione
dall’amministrazione. Il dialogo non
è mancato e sono state accettate
anche le critiche. I nostri residenti ci
conoscono e questo è un risultato
ottenuto anche perché abbiamo
deciso di non fermarci nella sede che
ci hanno assegnato: era impensabile
che i cittadini venissero a trovarci
spontaneamente e, dato il problema del
frazionamento, l’aggregazione diventa
ancora più difficile. Così abbiamo
deciso di creare dei rapporti stabili con
le associazioni già presenti sul territorio.
Questo ha permesso che il CCV fosse
non solo riconosciuto, ma divenisse
credibile”.
il mese settembre/ottobre 2016
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l’inchiesta
QUARTIERE CITTADELLA
NADIA BUETTO: “La buona riuscita dei CCV
dipende dall’impegno dei cittadini”
«Il quartiere è
composto da due
parti – spiega
la coordinatrice
Nadia Buetto
–: quella centrale all’interno della
città e quella esterna delle frazioni
di Mariano, Marano, Porporano,
Botteghino, Pilastrello e Malandriano.
I maggiori disagi riguardano
viabilità e mobilità. Abbiamo perciò
provveduto a segnalare i punti critici
che ci sono stati indicati dai cittadini
e sono già stati posizionati dei
dissuasori di velocità e altri sono in
programmazione. Inoltre, abbiamo
partecipato ai tavoli di redazione del
nuovo PUMS (Piano urbano mobilità
sostenibile) e grazie ai suggerimenti e
alle richieste avanzate in occasione
delle assemblee di quartiere abbiamo
presentato delle proposte che sono
state prese in considerazione, come la
possibilità di rendere Strada Bassa De’
Folli a senso unico creando una pista
ciclo-pedonale che possa collegare
le frazioni di Mariano e Porporano al
centro città.
I CCV sono organi propositivi che
si pongono come obiettivo quello
di facilitare la partecipazione alla
vita di quartiere e rappresentare i
bisogni del territorio. Sarebbe un
errore paragonarli agli ex Consigli di
quartiere, dal momento che i CCV
sono organismi di puro volontariato
composti da persone che provano
a rendersi utili per la propria città.
Si tratta di un organo di nuova
costituzione, noi siamo i pionieri di
questa forma di partecipazione quindi
più che di aspettative sarebbe giusto
parlare di sfida, stiamo imparando
strada facendo. I risultati maggiori
sono stati raggiunti grazie alla
collaborazione con le associazioni
presenti sul territorio: il nostro merito
è probabilmente quello di fare da trait
d’union tra loro e l’amministrazione.
Ora stiamo lavorando a un importante
progetto di educazione civica
impartita dai bambini agli adulti, in
collaborazione con le scuole Don
Milani, Pezzani e Bozzani di Porporano.
Un progetto che si concluderà verso
aprile e che coinvolgerà tutta la città.
Contattiamo residenti, associazioni
e altre realtà del quartiere e
organizziamo assemblee pubbliche.
Abbiamo una pagina Facebook, ma le
persone ci contattano maggiormente
tramite e-mail o tramite la cassetta
per la posta. Gli Assessori interpellati
hanno sempre risposto alle nostre
richieste e accettato i nostri inviti alle
assemblee pubbliche. Inoltre, ci hanno
sempre coinvolto nelle questioni che
riguardano il nostro quartiere. Credo
che la buona riuscita dei CCV dipenda
quasi esclusivamente dall’impegno
e dalla collaborazione dei cittadini:
non può esserci partecipazione senza
impegno».
QUARTIERE MOLINETTO
FEDERICO TURILLI: “Voglio rendermi utile al
mio quartiere e ai miei concittadini”
Federico Turilli ha
scelto di proporsi
per il Consiglio dei
Cittadini Volontari
del quartiere
Molinetto per potersi rendere utile
al quartiere e portare all’attenzione
degli organi istituzionali i problemi che
quotidianamente affronta chi vive in
quella zona della città.
Anche per il CCV Molinetto, la
comunicazione tra l’amministrazione
e il Consiglio resta un punto di
primaria importanza, su cui occorre
lavorare. Il quartiere è aperto ai
residenti una o due volte la settimana,
compatibilmente con gli impegni
il mese settembre/ottobre 2016
personali e sono stati distribuiti
volantini informativi. Il CCV, infatti,
fatica a farsi conoscere e i residenti
partecipano poco. Occorre dunque
incrementare l’informazione e la
comunicazione.
Messa da parte la politica, il CCV
si è concentrato sui problemi del
quartiere, ma dispiace che non ci sia
stata l’attenzione dovuta da parte
dell’amministrazione.
Dai problemi di sicurezza alla scarsa
illuminazione, dal verde ai rifiuti,
dal degrado in cui versano alcune
aree alla voglia di coinvolgere
le associazioni che operano nel
quartiere: il CCV Molinetto continua
la sua attività, portando alla luce
le problematiche di quartiere e
proponendo progetti utili per i
cittadini.
13
l’inchiesta
QUARTIERE SAN LEONARDO
ALBERTO DE LILLO: “Il Comune si limita a
valutare in privato le nostre segnalazioni”
«Tra le varie
problematiche, la
maggiore riguarda
la sicurezza
percepita
durante le ore successive al tramonto
– racconta Alberto De Lillo –. Mi
riferisco alla presenza massiccia e
costante di spacciatori e relativi clienti
lungo Via Venezia, Via Trento, Via
San Leonardo e vie laterali. Durante
il nostro mandato siamo riusciti a
instaurare un dialogo costruttivo con
l’Assessorato alla Sicurezza Urbana e
l’area competente il nostro quartiere
dell’Arma dei Carabinieri. Ciò ha portato
ad alcuni risultati come l’organizzazione
di incontri pubblici, la migliore
organizzazione dei passaggi serali
della volante della Polizia Municipale
e una più diretta comunicazione da
parte nostra di possibili segnalazioni.
Il dialogo con le altre istituzioni
pertinenti la sicurezza invece è molto
più difficoltoso. La situazione per le
strade purtroppo stenta a migliorare e
addirittura sembra che sia peggiorata
durante l’estate. Speravamo che il
Comune potesse sfruttare la possibilità
di conoscere le varie problematiche del
quartiere e ricevere consigli da parte
della cittadinanza attraverso il CCV.
Purtroppo però il Comune si limita
a raccogliere e valutare in privato le
segnalazioni che gli facciamo pervenire
attraverso il suo Ufficio Partecipazione.
Da esso poi ci pervengono numerosi
aggiornamenti su delibere, modifiche
di regolamenti, incontri culturali o inviti
a conferenze ma spesso non arrivano
avvisi ben più semplici come quelli
sulla modifica della viabilità nelle vie
del quartiere. Gli unici due assessorati
con cui siamo riusciti a dialogare
adeguatamente per ora sono stati
quello alla Sicurezza Urbana e quello
all’Urbanistica».
QUARTIERE MONTANARA
RINO BASILI: “Ci aspettavamo maggiore
coinvolgimento e responsabilizzazione”
«Le aspettative
iniziali rispetto
alla creazione
dei CCV erano
tante – racconta
il coordinatore Rino Basili –, ci
aspettavamo più coinvolgimento,
maggiore responsabilizzazione,
maggiori informazioni, risposte alle
nostre istanze. Il Consiglio Montanara
ha cercato al meglio di farsi portavoce
dei bisogni più impellenti del quartiere,
aprendosi e dialogando con le altre
realtà associative, partecipando alle
iniziative ed agli eventi pubblici di
interesse per la comunità locale e
collaborando attivamente con gli organi
competenti nella gestione del territorio.
I CCV rappresentano un utile strumento
di partecipazione, ma possono essere
migliorati. Per quanto riguarda il nostro
quartiere, tante sono le problematiche
da affrontare e molti i progetti portati
avanti. Nel primo caso, penso alla
ricostruzione del ponte ciclopedonale
della Navetta, che ha un significato
storico e di “unione”. Ancora, nella zona
sud non esiste un negozio di vicinato
che soddisfi le richieste dei tanti anziani
che spesso non hanno neanche la
possibilità di accedere ad una farmacia.
Per non parlare dei mezzi di trasporto
pubblici che spesso non sono puntuali.
Inoltre, abbiamo visto spuntare dall’oggi
al domani la torre del ripetitore di
telefonia. A questo si aggiunga che,
nella parte nord del quartiere, via
Langhirano/Ognibene/Montanara,
assistiamo allo spaccio di stupefacenti
nelle ore notturne. E questi sono solo
alcuni esempi che potrei fare.
Abbiamo cercato di farci conoscere
in diversi modi, a partire dal mercato
settimanale del quartiere: con un
banchetto dimostrativo abbiamo
pubblicizzato il nostro ruolo,
coinvolgendo numerosi cittadini e
distribuendo volantini. Abbiamo anche
organizzato un’assemblea pubblica,
in collaborazione con la parrocchia
Sacre Stimmate di via Sbravati.
Tra gli interventi ottenuti, invece,
la sistemazione dei giochi rotti nei
parchi di Via Torrente Pelpirana e di
Via Malvisi, e la sistemazione di P.le 8
marzo. Inoltre, abbiamo ottenuto il via
libera dalla Giunta comunale che ha
stanziato 135 mila euro per dare seguito
al progetto preliminare che riguarda la
messa in sicurezza idraulica di fossi e
canali e dei sistemi di deflusso delle
acque piovane compreso il canalino
cinghio.
In conclusione, il rapporto con
l’Amministrazione è buono, ma
servirebbero più risposte puntuali».
il mese settembre/ottobre 2016
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il Tema del Mese
di ROSARIA FRISINA
SOS TATA!
Bambini in lista d'attesa negli asili, lavoratori sempre più flessibili,
crisi economica. Come si conciliano oggi famiglia e lavoro? Dai babyparking alle
tagesmutter, ecco cosa offre la città se non si hanno i nonni a portata di mano
R
imanerne fuori, è quasi un incubo. Restare in sospeso, nella speranza di essere ripescati, un limbo senza certezze. Stiamo parlando degli asili e di quelle terribili
graduatorie chiamate “liste d’attesa”, quegli elenchi degli esclusi dal servizio che
in uno “stato sociale” non dovrebbero neanche esistere. Secondo i dati forniti dal Comune
di Parma, a giugno 2016 il numero di nuove domande per i nidi erano 1377 (per la materna
1696), quelle accolte 858 (per la materna 1133 al 19 luglio), quelle in attesa 241 (per la materna
372), per un numero complessivo di 1544 utenti (2664 per la materna). Dati provvisori, a regime, a fine anno dopo gli inserimenti, le liste di attesa si riducono, per rinunce, per eliminazione di domande multiple ma anche per l’adozione di soluzioni autonome diverse da parte
delle famiglie. Perché, nel frattempo, le famiglie devono organizzarsi. Ma quali sono le alternative per i genitori? Considerando il costo delle rette pubbliche, fra le più alte in regione (il nido arriva a costare 640 euro, più 47 per l’estensione dalle 16 alle 18), se restiamo nella fascia massima, fuori dalle agevolazioni ISEE, gli asili privati non costano molto di più
MENOMALE CHE C’È LA TAGESMUTTER!
Tagesmutter , o mamma di giorno, viene
da un’idea del Nord Europa. È una persona formata, offre accoglienza in casa
propria (nel rispetto di tutte le norme di
sicurezza ed igiene) ad un numero limitato di bambini. Oltre alla dimensione familiare, la parola chiave di questo servizio
è la flessibilità. A Parma, il fenomeno si
è molto diffuso negli ultimi anni, oggi le
Tagesmutter lavorano spesso associate
in cooperative. «La nostra cooperativa
opera da dieci anni, siamo a Parma, Sala
Baganza e Colorno, con dieci Tagesmutter – racconta Monica Comelli presidente
della Cooperativa “Sei da me” –, abbia-
il mese settembre/ottobre 2016
mo già accolto 583 famiglie, è un servizio
richiesto perchè va incontro alle esigenze
della famiglia, è attivo in qualsiasi periodo dell’anno e ci si può iscrivere quando
si vuole– aggiunge – il nostro modello è
quello trentino che prevede l’accoglienza massima di 5 bambini». Si va dai 5 ai
6,50 euro all’ora, più ore si fanno più la
spesa si ammortizza. «L’utenza ed i bisogni sono vari, accogliamo chi non trova
una risposta nei servizi tradizionali, chi
vuole una dimensione piccola, chi ha
esigenze di una conciliazione flessibile
con il lavoro, anche solo, ad esempio, di
coprire la giornata del sabato».
di quelli pubblici. «Dalla nostra esperienza, i nonni restano sempre la prima scelta,
ma non tutti possono fare affidamento su
di loro – spiega Elisa Mazzola, psicologa e
socia dell’associazione Mammatrovalavoro che opera a Parma per attivare servizi di
conciliazione lavoro famiglia-. Poi la babysitter, noi abbiamo un database di persone selezionate, i costi variano dagli 8 ai 10
euro all'ora, ma tendenzialmente per periodi medio lunghi si cercano altre alternative – continua -. Il mercato del lavoro oggi
richiede spesso alle famiglie orari flessibi-
il Tema del Mese
UNA CASA IN PIÙ, 23 FAMIGLIE HANNO
AVUTO IL CONTRIBUTO COMUNALE
Il progetto “Una casa in più” si propone di offrire spazi di accoglienza,
al domicilio delle persone iscritte ad
un apposito Albo Comunale, a favore
delle famiglie che hanno l’esigenza di
conciliare l’accudimento dei figli con
impegni lavorativi “non ordinari” (orari
disagevoli, forme contrattuali atipiche,
turni festivi, ecc.), per qualche ora al
giorno, per alcuni giorni della settimana
o per periodi limitati di tempo nel corso
dell’anno (alcune settimane o nei mesi
estivi). Il progetto si rivolge anche ai
genitori di bambini residenti nel Comune di Parma esclusi, per mancanza di
li, per questo sono nati nuovi servizi, mi riferisco alle tagesmutter, ai babyparking, ai
gruppi educativi – aggiunge –, ha preso piede in questi anni perfino la Doula, ereditata da un modello tedesco, una figura formata per tenere i bambini neonati fino a sei
mesi». Se è vero, infatti, che si è registrato
posti disponibili, dall’offerta educativa
dei Servizi per l’infanzia, ai genitori appena trasferitisi nel Comune di Parma
che non possono accedere ai Servizi
per l’Infanzia, ai genitori che hanno la
necessità di riprendere il lavoro già nei
primi mesi di vita del bambino.
Il Comune nell’ambito delle proprie
disponibilità di bilancio, assicura uno
specifico finanziamento, per l’erogazione di contributi di conciliazione, per chi
ha figli da 0 a 6 anni. Dall’inizio dell’anno
sono state 23 le famiglie che hanno fatto domanda e avuto accesso al contributo integrativo del Comune.
un calo degli iscritti ai servizi per l’infanzia
pubblici, è vero che fra le cause principali,
oltre alle rette troppo alte, ci sono anche i
cambiamenti della società che impongono
soluzioni personalizzate per la conciliazione famiglia-lavoro. Già a febbraio, d’altronde, la vicepresidente della Regione, Elisa-
.
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Non dimentichiamo
le mamme freelance
«Secondo dati Istat, in Italia se le imprenditrici fossero aiutate nell’accudimento dei figli e della casa, il PIL
crescerebbe del 7%, e sempre le statistiche dicono che: al secondo figlio
una donna su due si ritrova a rinunciare al lavoro». Chiara Allegri, presidente dei giovani imprenditori Cna di
Parma, ha di recente acceso i riflettori
sulle mamme freelance. Lo ha fatto
scrivendo una lettera al Ministro del
Lavoro Giuliano Poletti per denunciare lo stallo della norma che estenderebbe anche alle lavoratrici autonome
il voucher baby-sitter. «È già in vigore
per le lavoratrici subordinate e parasubordinate che possono godere di
questo beneficio per un periodo di sei
mesi, per le autonome è previsto un
periodo invece di tre mesi – spiega Allegri -. Ma il problema è che, ad oggi,
non è stato ancora emanato il Decreto Attuativo che renderebbe concreta
questa possibilità per le autonome».
Alla lettera è seguita un’interpellanza
urgente della deputata Patrizia Maestri, per chiedere lo sblocco dei 2 mln
di euro per il “voucher baby sitter”,
e la risposta del Ministro, che oltre
ad annunciare l'imminente entrata in
vigore del decreto ha dichiarato l’intenzione di proporre il rifinanziamento
della misura per il 2017.
betta Gualmini, al congresso provinciale
delle Acli di Bologna, citando anche Parma
fra le città che "anziché aprire nidi li chiudono", aveva dichiarato l'intenzione di rivedere l'organizzazione degli asili, a partire
dagli orari, proprio per andare incontro alle
mutate esigenze delle famiglie.
DAI BABYPARKING AI GRUPPI EDUCATIVI
In città se ne contano oltre una decina,
basta digitare “babyparking” su google
per vedere apparire l’elenco di questi
nuovi spazi ludico ricreativi dedicati ai
bambini. Non occorre l'iscrizione, si utilizza la formula del pagamento a ore, ma
alcuni offrono abbonamenti. Il baby parking differisce da un asilo nido perché
fornisce solo un servizio per i genitori
che occasionalmente devono assentarsi
e non sanno a chi lasciare i loro bambini. Hanno un limite orario. Tutti sono organizzati con un programma di attività
e spazi ludici arredati e attrezzati per
la socializzazione dei bambini. «Diversi
invece sono i gruppi educativi - spiega
Carlotta Vecchi titolare dell’asilo nido Il
Castello –, differiscono dai babyparking
che hanno funzione ricreativa, il gruppo
educativo è un servizio educativo per la
prima infanzia, un piccolo asilo - continua . attualmente abbiamo una sezione
di 7 bambini, dai 12 ai 36 mesi, l'asilo è
aperto dal lunedì al venerdì, con un orario che va dalle 7.30 alle 16 e, per chi ne
ha bisogno, fino alle 18 con l’attività del
doposcuola –- conclude -. Il costo del
nostro servizio è in linea con quello delle
tariffe comunali previste per le fasce di
Isee alte, quindi 650 euro più 50 euro per
il prolungato - e conclude -siamo aperti sempre, ci fermiamo solo in agosto, e
per le Feste comandate le porte del nido
si chiudono lo stretto necessario».
il mese settembre/ottobre 2016
16
Fuori Città
LA DOLCE VITA
DI UN PASTICCERE
A Colorno, nelle aule di Alma. Qui, si insegnano i segreti della cucina
e gli allievi coltivano grandi sogni. Il Maestro Berti: «Attraverso la cultura, ogni
giorno trasmettiamo ai ragazzi la bellezza e la passione per questo mestiere»
i sarebbe da girare un film. Visitando la Scuola Internazionale di Cucina di Colorno, Alma, viene da pensarlo. La grande scuola di chef, per imparare a cucinare ad altissimi livelli è avvolta da un particolare fascino, quello che combina
la rigidità della didattica con la creatività dei talenti. Da Colorno sono usciti grandi nomi
C
il mese settembre/ottobre 2016
della cucina italiana e le aspettative di chi
ne segue i corsi sono sempre accompagnate dall’energia che anima il desiderio di farcela. Qui si imparano i segreti, qui si imparano le tecniche, qui si imparano le regole
dello stare dietro le quinte. Qui si coltivano sogni. Da poco, sono iniziate la XXV
edizione del Corso Superiore di Pasticceria
ed il XXXII Corso Tecniche di Pasticceria
che coinvolgono in totale 77 allievi (di cui
48 donne) provenienti da 16 regioni italiane. Responsabile del Corso Superiore di Pasticceria, Matteo Berti, coordinatore didattico di Alma e Maestro Pasticcere, con una
lunga esperienza di chef alle spalle.
Maestro, quali motivazioni deve avere uno
studente che si iscrive ai corsi di ALMA?
«Per affrontare un corso di ALMA i requisiti fondamentali sono: la determinazione, la
Fuori
Città
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Fipe: il settore dolciario
è in crescita, oltre il 40%
degli occupati è donna
costanza e la fame di imparare».
Quando un pasticcere si può dire di talento?
«La voglia di imparare gioca un ruolo importante, quando essa è presente a fianco
della costanza, c’è qualità nel prodotto finito».
È più importante la tecnica o la creatività?
«Sono due facce della stessa medaglia, senza
tecnica non si può creare. Alla base però c’è
la cultura, intesa come conoscenza profon-
da del prodotto e della storia di un territorio. Attraverso questa, ogni giorno trasmettiamo ai ragazzi la bellezza e la passione per
questo mestiere».
Ma rispetto alla cucina, nel campo della pasticceria c’è più spazio per la fantasia?
«Quando l’ambiente di lavoro è un ristorante, la creatività è pari, ci si può sbizzarrire ugualmente. Quando invece si lavora in un laboratorio, ci sono molti obblighi
da rispettare, come la deperibilità e la trasportabilità e tutti gli aspetti legati alla tematica HACCP. È un mondo molto rigoroso
ma anche appassionante, lo confermano gli
ultimi dati FIPE: la pasticceria è un settore
in forte crescita, c’è sempre più bisogno di
professionisti». (r.f.)
Come confermano gli ultimi dati FIPE
- Federazione Italiana Pubblici Esercizi (riferiti al 2015), il mercato del settore dolciario è in crescita: dal 2010 a
oggi, le attività di pasticceria e gelateria
sono cresciute del 3%, per un totale di
19.000 locali in Italia, a cui se ne aggiungono altri 18.850 se si considerano quelli che, in un’unica soluzione,
uniscono caffetteria, pasticceria e gelateria. Complessivamente, gli addetti
sono 93.000: forti sono la componente femminile (43,2% degli occupati
del settore) e quella giovanile (42,9%).
C’è però un difetto di professionalità
a livello di risorse umane: il 12% degli
operatori intervistati da FIPE lamenta
un’insufficiente preparazione del personale, mentre l’87% riconosce di aver
bisogno di una maggiore preparazione
per poter soddisfare al meglio le esigenze della clientela.
STUDENTI ANCHE DA PARMA, ALCUNE TESTIMONIANZE
Andrea Gandolfi
31 anni
Alessio Cammarino
20 anni
Anddry Julieth Diaz Bravo
29 anni
«Mi serviva
un corso
professionalizzante in pasticceria, per
completare la
mia formazione in ambito
culinario. Già
lavoro, infatti,
in questo settore, ma i dolci rappresentavano una lacuna per me. Alma
è un’opportunità per ampliare le mie
conoscenze come chef, è una scuola
di alto livello e le lezioni hanno un taglio
formativo molto pratico. Per questo l’ho
scelta. Il mio obiettivo è lavorare in un
rifugio in montagna, già individuato con
alcuni amici, dove poter offrire un menu
completo e di qualità, che deve comprendere anche l’alta pasticceria».
«Mi sono diplomato due anni fa all’Istituto Alberghiero, durante un’esperienza
da secondo chef in un Hotel a Cervia mi
sono appassionato ai dolci. La pasticceria è diversa dalla cucina in generale, ci
vogliono una precisione e una professionalità particolari,
i procedimenti
mi affascinano.
Ho cercato su
internet un corso
che fosse adatto
alle mie aspettative e ho trovato
Alma.
Il mio sogno
oggi è diventare
un Maestro Pasticcere, il mio
modello è Iginio
Massari».
«Ho sempre
sognato, fin
da piccolina,
di diventare
pasticcere.
Ho seguito
studi ed
esperienze
lavorative
non legate
alla cucina, ma alla fine la passione ha
prevalso. Alma è oggi un’opportunità. Il
mio sogno è di aprire una pasticceria a
Parma, ma non in stile classico, penso
più al modello delle sale da tè e con dessert al piatto. Voglio arrivare a proporre
dolci che combinino i sapori della pasticceria italiana alle ricette colombiane,
io vengo da quelle terre. La mia anima
è divisa tra i sapori della torta negra alle
millefoglie con la crema chantilly».
il mese settembre/ottobre 2016
18
Cultura.e.Spettacoli
FESTIVAL VERDI
DAL TEATRO ALLA CITTÀ
Dall’1 al 30 ottobre, un mese di opere e spettacoli.
E Parma si anima con un “programma off”: oltre 50 eventi e 100 appuntamenti,
dai concerti al cocktail contest, fino a "Va pensiero" in curva nord
Wallenstein), Verdi torna più volte ad attingere alle opere di Schiller, grazie alla mediazione culturale di Andrea Maffei, cui si deve
la prima traduzione integrale in italiano e il
cui salotto milanese, vero circolo culturale
internazionale, frequenta con assiduità.
«Con Il trovatore, che affiancherà in una
nuova produzione il percorso schilleriano,
sono quattro le opere prodotte, di cui tre
nuovi allestimenti, realizzati dai nostri la-
È
Friedrich Schiller la figura centrale dell’edizione 2016 del Festival Verdi, in programma a Parma e Busseto dal 1 al 30 ottobre. Fonte inesauribile di soggetti per
i compositori italiani, da Verdi, che ne musica ben quattro opere, a Rossini (col
Guglielmo Tell) fino a Donizetti (con Maria Stuarda) o alla Turandot pucciniana (ripresa
dalla versione di Schiller della fiaba di Gozzi), il poeta e drammaturgo tedesco sarà il filo
conduttore del Festival. Dalle tappe giovanili di Giovanna d’Arco e I masnadieri, sino alla
piena maturità di Don Carlo (le tre produzioni in programma quest’anno), passando per Luisa
Miller (tratto da Kabale und Liebe) e La forza del destino (una scena del III atto è ripresa dal
Un nuovo allestimento per
Don Carlo
A inaugurare il
Festival Verdi 2016,
l’1 ottobre al Teatro
Regio di Parma, Don
Carlo (recite il 5, 8,
11 ottobre), che torna
dopo diciotto anni in
un nuovo allestimento
firmato da Cesare
Lievi, con le scene
e i costumi di Maurizio Balò e le luci di Andrea Borelli,
coprodotto con Fondazione Carlo Felice di Genova,
Òpera de Tenerife, Teatro Nacional São Carlo di Lisbona.
Sul podio della Filarmonica Arturo Toscanini, Daniel
Oren dirige l’opera nella versione in 4 atti del 1884, alla
guida del cast composto da Michele Pertusi (al debutto
nel ruolo di Filippo II), José Bros (Don Carlo), Vladimir
il mese settembre/ottobre 2016
Teatro Regio di Parma
Stoyanov (Rodrigo), Ievghen Orlov (Il Grande Inquisitore),
Serena Farnocchia (Elisabetta di Valois), Marianne
Cornetti (La Principessa d’Eboli), Simon Lim (Un frate),
Lavinia Bini (Tebaldo), Gregory Bonfatti (Il Conte di
Lerma, Un Araldo), Marina Bucciarelli (Voce dal cielo).
Giovanna d’Arco al Teatro
Farnese
Saskia Boddeke e Peter Greenaway firmano il nuovo
allestimento di Giovanna d’Arco al Teatro Farnese,
con debutto il 2 ottobre (recite il 9, 15, 20), facendo
rivivere lo spettacolo
del melodramma in
uno dei luoghi più
suggestivi e unici al
mondo e inaugurando
il progetto "Maestri al
Farnese". In scena nel
Cultura.e.Spettacoli
19
AROUNDVERDI, DA CAPOSSELA ALLA PRIMA ASSOLUTA DI URI CAINE
Daniel Oren
boratori scenotecnici e di sartoria e l’adattamento per il Teatro di Busseto di un nostro
allestimento – spiega il direttore del Regio
Anna Maria Meo -. L’apertura del Festival
sarà come di consueto il primo ottobre al
Teatro Regio con un nuovo allestimento
di Don Carlo affidato alla regia di Cesare
Lievi, autorevole frequentatore di Schiller
e della drammaturgia tedesca, con le scene
di Maurizio Balò e la direzione affidata alla
bacchetta di Daniel Oren».
Il programma del Festival Verdi 2016, con
spettacoli, concerti, incontri, giornate di
studi, vive in luoghi storici e amati: il Teatro Regio di Parma e il Teatro Giuseppe
Verdi di Busseto, ai quali da quest’anno e
per il prossimo triennio si affianca il Teatro Farnese. «Un luogo di monumentale
bellezza riconquistato all’utilizzo teatrale
grazie a una convenzione siglata con il Polo
Museale dell’Emilia-Romagna» aggiunge la
Sarà il Teatro Farnese il palcoscenico di Around
Verdi, che accompagna ogni anno il cartellone
principale del Festival lavorando sulle contaminazioni musicali. Si parte con Vinicio Capossela
il 6 ottobre per scoprire cosa accade quando sonorità fragorose, ritmi mediterranei, pantomime
circensi e atmosfere crepuscolari si fondono con
le melodie immortali del Maestro e le storie senza tempo dei protagonisti delle sue opere. Schiller
Gala, il 13 ottobre, in prima assoluta, sarà una rilettura musicale dell’opera schilleriana in un percorso che abbraccia due secoli di storia della musica,
dalle visioni di Schubert, Schumann, Liszt e Richard Strauss a quelle contemporanee di Claudio
Ambrosini, Nicola Bernardini, Vittorio Montalti
e Fabiel Lévy. Trae ispirazione dalla grande scena
del Finale centrale di Don Carlo, Autodafé, la nuova produzione di Lenz Fondazione, commissione
del Festival Verdi in prima assoluta. L’installazione site specific e performance presso l’area del Palazzo della Pilotta accompagnata da un’installazione sonora rielabora in modo nuovo e inedito
la scena della cerimonia pubblica dell’inquisizio-
Uri Caine
Meo. Proprio al Farnese, Peter Greenaway,
“pittore di celluloide” come ama definirsi il
grande regista britannico, sperimentatore
di linguaggi e amante dell’arte italiana (sua
la straordinaria installazione per il Cenacolo di Leonardo), ha accettato la proposta di
mettere in scena Giovanna d’Arco.
Il Teatro Farnese sarà anche il luogo delle
secentesco teatro ligneo: Vittoria Yeo (Giovanna), Luciano
Ganci (Carlo VII), Vittorio Vitelli (Giacomo) debuttano nel
titolo, insieme a Gabriele Mangione (Delil), Luciano Leoni
(Talbot), guidati da Ramon Tebar, per la prima volta al
Festival Verdi, alla testa dell’orchestra "I Virtuosi Italiani".
Il debutto de I masnadieri
a Busseto
Terzo titolo in
cartellone, I
masnadieri debutta a
Busseto il 7 ottobre
(recite il 10, 14,
16, 21, 23, 28, 29),
nell’allestimento
creato da Leo
Muscato per il Teatro Regio di Parma e adattato per il Teatro
Giuseppe Verdi, con le scene di Federica Parolini, i costumi
Vinicio Capossela
ne spagnola (dal 14 al 23 ottobre; installazione sonora dal 15 al 30 ottobre). Un dialogo mancato, una
stima che diventa adorazione, un odio che arriva
al disprezzo. Ugo Pagliai dà voce, il 18 ottobre, alle
paure e ai rimorsi di Franz Kafka in Lettera a mio
padre. Sulle musiche di Leóš Janáček interpretate dal Quartetto Prometeo, con i violini di Giulio
Rovighi e Aldo Campagnari, la viola di Massimo
Piva e il violoncello di Francesco Dillon, le dure
parole rivolte dallo scrittore ceco al genitore e affidate a una lettera mai consegnata, prendono vita
nella voce di uno dei protagonisti da oltre 30 anni
della vita teatrale italiana, nell’intreccio tra musica e parola che dà corpo alle complesse dinamiche
di un conflitto irrisolto tra padre e figlio. Verdi e le
sonorità jazz si incontrano il 29 ottobre al Teatro
Farnese in Family ties, che vedrà il debutto di Uri
Caine. Nel suo pensiero, che considera la musica
tutta come un unicum senza fratture, né frontiere, dialogano Beethoven e rock, Bach e black music, Schumann e folk, Wagner e Gershwin. Tutto
il programma di Around Verdi su festivalverdi.it
contaminazioni di AroundVerdi, il programma che vedrà la musica verdiana incontrare l’elettronica, il jazz di Uri Caine, le
composizioni di Fabien Lévy, le note poetiche di Vinicio Capossela, la maestria attoriale di Ugo Pagliai, le performance teatrali
di Lenz, in cinque commissioni del Festival
Verdi eseguite in prima assoluta. Anche in
di Silvia Aymonino e le luci di Alessandro Verazzi. Sul
podio dell’Orchestra dell’Opera Italiana, Simon Krecic
dirige gli Artisti del Concorso Internazionale Voci
Verdiane “Città di Busseto”, in collaborazione con la
Scuola dell’Opera del Teatro Comunale di Bologna.
L’opera è realizzata con il Comune di Busseto, il Teatro
Giuseppe Verdi di Busseto, il Concorso Internazionale
Voci Verdiane “Città di Busseto”.
Grande attesa per Il Trovatore
Il Trovatore debutta
al Teatro Regio di
Parma il 21 ottobre
(recite il 23, 27, 30) nel
nuovo allestimento di
Elisabetta Courir, con
le scene di Marco
Rossi, i costumi di
Marta Del Fabbro,
il mese settembre/ottobre 2016
20
Cultura.e.Spettacoli
Buon compleanno Maestro!
Il 10 ottobre, 203° compleanno del Maestro,
la giornata si aprirà alle ore 11.30 al Monumento a Verdi in Piazzale della Pace a Parma
per la Cerimonia con cui la Città lo festeggia affettuosamente. Parteciperanno le istituzioni cittadine, il Coro del Teatro Regio di
Parma e la Corale Giuseppe Verdi di Parma,
dirette dal Maestro Martino Faggiani, che
intoneranno il Va’, pensiero. Alla cerimonia
si uniranno anche le voci degli studenti delle scuole che aderiranno al progetto Festeggia
Verdi a modo tuo!
quaeta edizione, il Festival darà spazio ai
giovani.
«La ricerca di giovani talenti è tra gli obiettivi primi del Festival – spiega la Meo -. Cuore
di questo vivaio è il Teatro Giuseppe Verdi
di Busseto, dove si rinnova la collaborazione con la Scuola dell’Opera del Teatro Comunale di Bologna e con il Concorso Internazionale Voci Verdiane per l’allestimento
de I masnadieri, nel fortunato allestimento
di Leo Muscato ripreso per l’occasione e di-
Teatro Giuseppe Verdi, Busseto
retto da Simon Krecic. Numerose audizioni
svolte in questi mesi hanno permesso inoltre di conoscere giovani artisti che avranno nel corso di Festival Verdi un debutto
prestigioso: lavoreranno con importanti
direttori e registi e, come cover, al fianco
di grandi cantanti, i quali li terranno a battesimo nei recital di mezzogiorno al Teatro
Farnese».
Giovani in palcoscenico e giovani in platea: con VerdiYoung il Festival prosegue la
programmazione di spettacoli, laboratori
e attività educational dedicando grande attenzione all’incontro con il pubblico delle
famiglie, delle scuole, dell’università, così
ANTEPRIMA: UN VIDEO MAPPING PER
FAR RIVIVERE IL MONUMENTO A VERDI
Venerdì 30 settembre alle ore 22.30 il Festival Verdi
2016 celebra il Monumento a Verdi in una spettacolare installazione di video mapping sulle maestose pareti del Palazzo della Pilotta in Piazzale della Pace a cura
di Karmachina. #22.2.22, ideato e prodotto da Giovanni
Sparano in collaborazione con Barezzi Festival X edizione e l’Associazione culturale È-motivi, lascia scorrere, sulle più celebri arie verdiane rielaborate elettronicamente, immagini che rievocano storicamente ed
emotivamente la genesi e la distruzione del grandioso monumento dedicato al Maestro nel primo centenario della nascita, realizzato dall’architetto Lamberto Cusani e dallo scultore palermitano Ettore Ximenes di cui oggi resta solo l’ara centrale, ricollocata proprio accanto alle pareti del Palazzo della Pilotta.
come dell’associazionismo culturale e musicale, dove profonde sono le radici della passione di queste terre per la musica e l’opera.
E poi, Verdi Off, la rassegna di appuntamenti collaterali al Festival Verdi che il Teatro
Regio di Parma realizza con il Comune di
Parma e con il sostegno dell’Associazione
“Parma, io ci sto!”. «Verdi Off nasce per sti-
le luci di Giuseppe Ruggiero. Massimo Zanetti sul
podio della Filarmonica Arturo Toscanini dirige il cast
composto da George Petean (Il Conte di Luna), Dinara
Alieva (Leonora), Enkelejda Shkosa (Azucena), Murat
Karahan (Manrico), Carlo Cigni (Ferrando), Carlotta
Vichi (Ines), Cristiano Olivieri (Ruiz).
L’Orchestra Sinfonica
Nazionale della Rai
diretta da James Conlon
Per la prima volta al
Festival Verdi, James
Conlon dirige, il 22
ottobre al Teatro Regio,
l’Orchestra Sinfonica
Nazionale della Rai
accostando all’omaggio
a Shakespeare nell’anno
James Conlon
il mese settembre/ottobre 2016
I masnadieri
molare la voglia di fare Festival in città nel
nome di Verdi, coinvolgendo persone e luoghi che sono solo apparentemente lontani
dall’opera e dalla musica – conclude la Meo
-. Ringraziamo l’Associazione “Parma, io ci
sto!” che ha scelto di dedicare il suo primo
progetto culturale al Festival Verdi. Parma e
Busseto rappresentano il cuore pulsante del-
del quarto centenario dalla morte, con i Ballabili di
Otello e il Preludio e i Ballabili di Macbeth, la Sinfonia n.
5 in do diesis minore di Gustav Mahler.
Daniele Callegari sul podio
della Filarmonica Arturo
Toscanini e del Coro del
Teatro Regio
I Quattro pezzi sacri e il
Quartetto d’archi in mi
minore nella versione per
orchestra d’archi di Yuli
Turovsky, compongono il
programma del concerto,
interamente dedicato a
Verdi, che, il 26 ottobre al
Teatro Regio, vedrà Daniele
Callegari sul podio della
Daniele Callegari
Cultura.e.Spettacoli
la musica verdiana e ci auguriamo che le iniziative di Verdi Off
che coinvolgono la città possano già a partire dalle prossime
edizioni allargarsi alle terre del
Maestro».
L’intento di Verdi Off è rendere
la musica verdiana accessibile a
tutti. Il programma prevede oltre 50 eventi e 100 appuntamenti (per la quasi totalità aperti al
pubblico a ingresso libero), che
coinvolgono, opera, musica, teatro, cinema, arte, fotografia, gastronomia. Concerti nelle case,
film, passeggiate in carrozza alla
scoperta della città, mostre, tramonti, notti e albe verdiane, incursioni spettacolari nei parchi
cittadini, art contest.
Grande coinvolgimento delle
attività commerciali con "Verdi Off Viral": in 300 spazi della
città, vetrine, gadgets creativi e
opere d’arte dedicate a Giuseppe
Verdi, incontri e performance
musicali. realizzati dall’Associazione culturale 360° Creativity
Events in collaborazione con
Ascom. Fra le altre iniziative:
il "Verdi Cocktail Contest", che
coinvolgerà i barman di pub e
locali della città nella creazione di un cocktail verdiano che
il pubblico voterà online e sui
social media; "Balconi verdi",
Verdi Off invita ad addobbare i
propri balconi, terrazzi, finestre
lasciandosi ispirare dalla musica verdiana e dallo spirito del
Festival. Perfino: “Va pensiero” in curva nord, cantato allo
stadio insieme a Parma Calcio
1913 (8 ottobre allo Stadio Tardini alle 16.30); un silent party
al Workout Pasubio (14 ottobre,
22.00); una Radio dedicata al
Festival Verdi a cura del dj set
Alessio Bertallot (ogni lunedì,
mercoledì e venerdì alle 21 su
bertallot.com); "Verdi Off creative gadget" per una serie di sou-
VERDIYOUNG, LE PROPOSTE PER I PICCOLI
Da un elegante teatrino, i burattini di Patrizio Dall’Argine e Veronica Ambrosini raccontano l’infanzia del Maestro e la sua passione per la musica ai
bambini da 3 a 8 anni e alle loro famiglie con "Il piccolo Verdi", commissione del Festival Verdi in prima assoluta a cura del Teatro Medico Ipnotico, in
programma al ridotto del Teatro Regio il 14 ottobre per le scuole e il 15 ottobre per le famiglie: musica e animazione evocheranno, sulle note del pianoforte di Enrico Padovani, i segreti delle terre verdiane, avvolgendo i piccoli spettatori come le suggestive e fascinose nebbie della Bassa, mescolando
sogno e realtà.
Tra brividi e risate, melodie verdiane e giochi, "Verdi di paura!" proporrà ai
bambini da 6 a 10 anni un viaggio alla scoperta delle notti più “horror” dell’opera lirica al Ridotto del Teatro Regio, il 28 ottobre per le scuole, il 29 ottobre per le famiglie. Una commissione del Festival Verdi in prima assoluta
per uno spettacolo liberamente ispirato a "Notti horror all’opera!" (edizioni Curci): tra brividi e risate, melodie verdiane e giochi, un viaggio
alla scoperta dell’orrido campo di Un
ballo in maschera, del parco di Windsor tra folletti e spiritelli, a Mantova
per l’ultima notte di Gilda, per scoprire con Rigoletto e Sparafucile, Ulrica,
Falstaff e gli altri protagonisti delle
opere verdiane, le notti più “horror”
dell’opera lirica!
venir che giocano in chiave ironica con la figura del Maestro ed
in esclusiva, per gli store “Officina”, anche una limited etidion
Fuori programma
Artisti del Coro da 35 anni. Singole voci che insieme si fanno personaggio, raccontano sentimenti universali e parlano al cuore: la Cooperativa Artisti del Coro di Parma festeggia in musica i suoi 35 anni
di attività, con un concerto a ingresso libero (sino a esaurimento posti) il 17 ottobre al Ridotto del Teatro Regio. Fuoco di gioia, il concerto lirico benefico realizzato dal Gruppo Appassionati Verdiani - Club
dei 27, riunirà sul palcoscenico del Teatro Regio (25 ottobre) alcuni tra i
maggiori interpreti del repertorio verdiano che renderanno omaggio
al Maestro interpretando alcune delle sue pagine più celebri.
Filarmonica Arturo Toscanini e del Coro del Teatro
Regio di Parma preparato da Martino Faggiani.
Il ritorno di Gregory Kunde
Nell'edizione
2015, Gregory
Kunde e il
pianoforte di
Beatrice Benzi
hanno regalato
al Teatro Regio
una vibrante
notte di musica
indimenticabile
per il pubblico.
Gregory Kunde
Un anno dopo,
il loro incontro
torna arricchito dalla sinuosità della voce del soprano
Vittoria Yeo (28 ottobre, al Teatro Regio) in un recital di
arie e duetti verdiani.
21
di Verdi T-shirt abbinate alle
maison più prestigiose. Immancabile, infine, il "Verdi Menu":
ristoranti, trattorie, pizzerie del
centro storico della città proporranno un menù dedicato al
Festival Verdi, con piatti ispirati al Maestro e alla sua cultura e
passione per il cibo.
Info
Tel. 0521 203999
[email protected]
www.festivalverdi.it
Mezzogiorno in musica
al Teatro Farnese
Saranno affidati a giovani talenti affiancati da grandi
artisti gli appuntamenti di Mezzogiorno in musica al
Farnese, presentati in anteprima domenica 2 ottobre al
Ridotto del Teatro Regio, quindi al Teatro Farnese nei
fine settimana di ottobre (8, 9, 15, 16, 22, 23, 29, 30) e
realizzati in collaborazione con il Polo Museale Regionale
di Parma e la Galleria Nazionale di Parma. Arie verdiane
e celebri pagine d’opera
accompagnate al pianoforte
animeranno i fine settimana
del Festival Verdi, nello
spazio unico del Teatro
Farnese, con la possibilità
di godere, al termine del
concerto, di un aperitivo
light-lunch.
il mese settembre/ottobre 2016
Cultura.e.Spettacoli
23
Sulle note di Traiettorie
La storica rassegna musicale parmigiana propone 13 concerti. Tre i palchi
che la ospitano: Casa della Musica, Auditorium Paganini, Teatro Farnese
R
iparte la rassegna internazionale di musica moderna e contemporanea
«Traiettorie», ideata e diretta da
Martino Traversa e organizzata
da Fondazione Prometeo. Dopo
l’edizione dello scorso anno, che
ha festeggiato i venticinque anni
di vita, la XXVI edizione entra ora nel pieno della maturità
con un cartellone che propone:
13 concerti nell’arco di due mesi
(dal 23 settembre al 23 novembre 2016), di cui 5 per ensemble,
1 per elettronica, 2 per pianofor-
te solo e 5 cameristici; una settantina di brani in programma di cui
la metà di autori nati dopo il 1950;
16 prime assolute di cui 13 commissioni di «Traiettorie». Inoltre,
si conferma il rapporto con i tre
luoghi della città legati da anni
alla rassegna: Casa della Musica,
Auditorium Paganini e Teatro
Farnese.
Una rapida occhiata al cartellone di questa XXVI edizione non
può far sfuggire gli aspetti principali che la caratterizzano, a cominciare dalle due serate affida-
In alto a destra: Ensemble Prometeo; a sinistra: Marco Angius,
direttore dell'Ensemble Prometeo; Pierre-LaurentAimard;
Francesco D’Orazio e Giampaolo Nuti.
te ad Ensemble Prometeo diretto
da Marco Angius, che la aprono e la chiudono sotto l’insegna
di nuove creazioni contemporanee, se solo si pensa che offriranno tre prime assolute e che il brano più antico che verrà eseguito
è del 1983.
Particolarissimi anche i due concerti per pianoforte: quello di
Pierre-Laurent Aimard il 19 ottobre offrirà l’integrale dei «Vingt regards sur l'Enfant-Jésus» di
Messiaen; quello di Francesco
Prode il 19 novembre porterà a
Parma un singolare progetto di
rilettura raveliana (dato in prima
assoluta a Roma l’1 giugno scorso): i cinque pezzi di «Miroirs» alternati ad altrettanti brani a loro
ispirati scritti da compositori
contemporanei (Solbiati, Traversa, Colombo Taccani, Panfili e
Montalti). Anche questa edizione
vede il debutto di un nuovo gruppo a Traiettorie: il norvegese Cikada Ensemble (8 novembre),
con un programma singolare basato su tre brani (di cui uno in prima esecuzione assoluta) di compositori scandinavi e due prime
assolute di compositori italiani.
Sono ritorni, segno di rapporti
affezionati e saldi, quelli di Ensemble Recherche (3 novembre)
e il reggiano Icarus Ensemble (13
novembre) che torna a «Traiettorie» dopo undici anni con un programma tutto italiano.
Ben quattro i concerti in duo:
violoncello e pianoforte con
Francesco Dillon ed Emanuele Torquati (2 ottobre), violino e
pianoforte con Francesco D’Orazio e Giampaolo Nuti (12 ottobre),
clarinetto e pianoforte con Selene Framarin e Alfonso Alberti
(22 ottobre) e infine voce e violino con Marisol Montalvo e HaeSun Kang (5 novembre).
Alle estremità concettuali del
cartellone si pongono invece la
serata di musica acusmatica del
29 settembre in collaborazione
con CREATE – Center for Research in Electronic Art Technology, UCSB, e con Curtis Roads
all’informatica musicale, e quella dei giovani talenti del Conservatorio di Parigi (8 ottobre) che
affiancano il Sette-Ottocento di
Mozart e Schumann al Novecento di Kurtág e Marco Stroppa.
Info: tel. 0521 708899 - 348 1410292
[email protected]
www.fondazioneprometeo.org
il mese settembre/ottobre 2016
Salute&Benessere
25
Donare è cultura anche a Parma
L’associazione ha incontrato in un anno
2500 studenti delle scuole mettendo in campo
diverse attività di sensibilizzazione
P
rosegue l’impegno dei volontari
di AVIS Comunale Parma nelle
scuole di ogni ordine e grado della città, con progetti sempre innovativi. Le
attività proposte agli alunni prevedono
obiettivi a medio e lungo termine: formativi e finalizzati alla costruzione del cittadino solidale nel Primo Ciclo d’Istruzione,
più specifici di sensibilizzazione al dono e
al volontariato nel Secondo Ciclo.
Promuovere sani stili di vita, farsi portatrice di valori come solidarietà e altruismo
e diventare un importante strumento di
integrazione fra le risorse della scuola e
quelle del territorio, sono le finalità che
AVIS si prefigge per la promozione di una
cittadinanza attiva e responsabile. “Donare è Cultura”, è stato infatti il tema centrale
dell’80^ Assemblea Nazionale AVIS, che si
è svolta nel mese di maggio a Mantova.
AVIS Comunale Parma, perfettamente in
linea con questi principi, nell’anno scolastico 2015/16 ha incontrato circa 2500 studenti in sinergia ed unità di intenti con
AVIS Provinciale e con le AVIS di Base che
operano sul territorio, dando vita a numerosi percorsi.
Fra quelli più importanti ricordiamo
“Soli?No! Solidali?Si” per la Scuola Primaria e “Insieme si può: la forza della
Solidarietà” per la scuola Secondaria di
Primo Grado, creati entrambi dai volontari dell’Area Scuola di AVIS Comunale
Parma e basati, il primo su attività prevalentemente ludiche ed il secondo su filmati
e conversazioni di gruppo, per far comprendere il valore dell’altruismo e della
collaborazione in ogni contesto, compreso
quello scolastico.
Nella scuola Secondaria di Secondo grado,
una nota di merito va attribuita agli studenti del Liceo Artistico Paolo Toschi, i
quali dopo aver aderito al nostro progetto,
hanno prodotto 40 opere di tipo grafico
finalizzate a diffondere il messaggio del
dono. Con i disegni è stata realizzata una
mostra all’interno della Sala Convegni di
AVIS Provinciale: i più significativi sono
stati utilizzati per il libretto della 70^ Assemblea Annuale e gli autori premiati alla
presenza delle Autorità.
Le attività di AVIS Comunale in ambito
scolastico si sono sviluppate anche sul
versante sportivo durante il CSI Day. Fra
le prospettive per il futuro anno scolastico
ci sono i nuovi strumenti creati da AVIS a
livello Nazionale, come il progetto “I Portabandiera della Solidarietà”, ma anche i
percorsi in continuo sviluppo, collegati e
legati alla nostra realtà locale.
Donazioni in aumento
nel periodo estivo, AVIS
ringrazia tutti i donatori
L’estate 2016 è stata decisamente in controtendenza per quanto
riguarda le donazioni di sangue.
I dati di AVIS nella provincia di
Parma parlano chiaro: dal 1° al 24
agosto ci sono state 80 donazioni
in più rispetto allo scorso anno,
e dal 25 al 31 agosto sono state
registrate ben 216 donazioni in più
rispetto al 2015. Dopo il tragico
evento del terremoto in centro Italia sono stati tantissimi i donatori
accorsi a donare il proprio sangue
e molti sono stati anche i nuovi
aspiranti donatori che hanno voluto aderire facendo le analisi.
Il ringraziamento più grande di
AVIS va pertanto a tutte le persone
che hanno dato il loro contributo
e la speranza, per gli aspiranti
donatori, è che il loro gesto possa
concretizzarsi e rimanere un
obiettivo costante.
Servizio navetta gratuito per il “Labirinto della Masone”
Il servizio di navetta disponibile
per i visitatori del Labirinto della
Masone riprende, con nuovi orari,
la sua attività dopo la pausa estiva.
Anche AVIS aderisce a questa iniziativa culturale e accetta l’invito
degli organizzatori per offrire anche ai donatori e ai loro famigliari
questa opportunità del trasporto
gratuito per visitare questa grande opera. Da sabato 17 settembre
quindi e per tutti i sabati fino al 17 dicembre, sarà disponibile un servizio di navetta da Parma per i visitatori (turisti
e non) del Labirinto della Masone. Il servizio è incluso nel
prezzo del biglietto singolo del Labirinto e osserverà i seguenti orari:
- Partenza dal Parma Point, strada Garibaldi 18 ore 10,
fermata intermedia Stazione FS
(punto di ritrovo nel sottopassaggio alla fermata dell’autobus n.1)
ore 10.05, arrivo al Labirinto della
Masone ore 10.30.
- Partenza dal Labirinto della Masone ore 15.30, fermata intermedia Stazione FS ore 15.50, arrivo al
Parma Point ore 16.00.
Ogni sabato sarà inoltre disponibile un servizio di navetta dal Labirinto della Masone alla Rocca
Sanvitale di Fontanellato e ritorno. Ogni corsa è gratuita e
ha un massimo di 25 posti, quindi suggeriamo di prenotare
la corsa telefonando o mandando una e-mail.
E-mail: [email protected]
Tel. +39 366 2135606
www.labirintodifrancomariaricci.it
il mese settembre/ottobre 2016
26
Salute&Benessere
Farmaci contraffatti, con la
salute non si deve rischiare
Si stanno sempre più diffondendo
i farmaci contraffatti. Anabolizzanti, integratori, farmaci contro
l’impotenza, acquistati su siti internet stranieri o al di fuori dei
canali farmaceutici, ciò comporta
rischi elevati: se la composizione è
ignota, non si sa cosa si ingerisce!
soprattutto anabolizzanti, integratori alimentari, prodotti contro l’impotenza e antidepressivi.
I farmaci contraffatti sono venduti soprattutto on line su siti illegali, ma anche in esercizi non autorizzati, per esempio in palestre,
in centri estetici, o anche da soggetti che si
spacciano per esperti.
Con l’obiettivo di far conoscere i rischi per
la salute se si acquistano farmaci in Centri o
siti internet non autorizzati, le due Aziende
sanitarie – AUSL e Azienda OspedalieroUniversitaria – insieme a Federconsumatori
della provincia di Parma e con il patrocinio
dell’Ordine dei Farmacisti, hanno lanciato
una campagna di comunicazione ad hoc, dal
titolo “Con i farmaci contraffatti rischi la tua
salute”, che proseguirà fino all’autunno.
L’
Organizzazione Mondiale della
Sanità definisce come contraffatto
quel farmaco la cui etichettatura è
stata deliberatamente e fraudolentemente
preparata con informazioni ingannevoli circa il contenuto o l’origine del prodotto.
Sono farmaci che non curano, perché privi
del principio attivo o contenenti dosi sbagliate; realizzati con sostanze scadute, contaminate, in alcuni casi tossiche; prodotti in
condizioni igieniche non sicure, da aziende
non autorizzate.
Per le sue caratteristiche un farmaco contraffatto costituisce sempre un grave rischio
per la salute.
Purtroppo, la presenza sul mercato di questi prodotti è in crescita: 1 farmaco su 10 nel
mondo è contraffatto, mentre in Italia le medicine falsificate oscillano tra il 2 e il 4% del
mercato (fonte: Sif – Società italiana di farmacologia e Sitax – Società italiana di tossicologia). Il
fenomeno della produzione e vendita di tali
prodotti nei Paesi industrializzati riguarda
In Italia le
medicine
falsificate
hanno una
quota di
mercato che
va dal 2 al 4%
il mese settembre/ottobre 2016
I
MEDICO E
FARMACISTA
n troppi si spacciano per esperti. Ma la
somministrazione di
farmaci non è propriamente un
settore dove il fai da te premia.
La diffusione di farmaci falsi sta
creando seri problemi ed espone
le persone ad inutili rischi e complicazioni, dagli esiti non scontati. Siti internet, che garantiscono
l’anonimato all’acquirente, ma
non certamente il contenuto del
venduto, personaggi cosiddetti
SONO LORO LE FIGURE DI
RIFERIMENTO SUI FARMACI
esperti, che diffondono con la
stessa metodologia dello spaccio,
farmaci descritti come portentosi e risolutori, sono tutti fattori
che ne facilitano la diffusione.
Attenzione però, le scorciatoie
sono pericolose: non si tratta
solo di qualità del principio attivo, ma anche di composizione
e di effetti della combinazione
delle varie molecole che compongono il farmaco, che devono
destare attenzione.
«L’iniziativa di comunicazione
– ha dichiarato Elena Saccenti,
direttore generale AUSL di Parma - è nata da un incontro con
Federconsumatori di Parma,
dove è stata condivisa la oppurtunità e la necessità di dare la
giusta informazione ai cittadini
sull’utilizzo corretto dei farmaci
e, soprattutto, sul loro acquisto in
luoghi sicuri e autorizzati».
«La collaborazione con l’Azienda
USL – ha aggiunto Fabrizio Ghi-
Salute&Benessere
AUSL E AZIENDA
OSPEDALIERO UNIVERSITARIA,
INSIEME A
FEDERCONSUMATORI
HANNO AVVIATO
UNA CAMPAGNA DI
SENSIBILIZZAZIONE
SUL RISCHIO
NELL’USO DI
FARMACI DI DUBBIA
PROVENIENZA
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Come fare per evitare i
farmaci contraffatti
Poche attenzioni sono sufficienti per non rischiare di utilizzare farmaci falsificati.
Ecco come comportarsi:
- Se pensi di aver bisogno di un farmaco, parlane con il tuo
medico o con il tuo farmacista.
- Acquista i farmaci solo nelle farmacie, nelle parafarmacie
(per i farmaci da banco o di automedicazione) e nei punti
vendita autorizzati. In questo mdo hai la garanzia di acquistare un farmaco sicuro ed efficace.
E ricorda
I farmaci non sono caramelle!
Segui tempi e modi di somministrazione indicati dal medicoo dal farmacista.
Se noti la comparsa di qualche disturbo insolito dopo aver
iniziato la terapia, o dopo alcuni giorni dalla sua interruzione, parlane con loro o contatta l’Azienda USL di Parma
all’indirizzo e-mail: farmaceutica.territoriale@ausl.
pr.it oppure chiamando al numero 0521.393285
La campagna informativa
dini, presidente di Federconsumatori di Parma - si conretizza
nell’impegno di contrastare il
ricorso a farmaci contraffatti e
all’acquisto on line su siti non autorizzati”.
«Internet e ogni informazione
on line – ha continuato Massimo
Fabi, direttore generale Azienda
Ospedaliero-Universitaria
di
Parma - sono utili laddove mirati ad accrescere la competenza
dei cittadini, ma bisogna fare
sempre molta attenzione. Le informazioni vanno ricercate nei
luoghi accreditati. Riferimenti
competenti e sicuri sono i medici
di famiglia, i medici specialisti e i
farmacisti».
«Il farmaco ha un valore etico,
non è un bene di consumo, è importante richiamare l’attenzione
dei cittadini sul loro corretto
uso» ha concluso Andrea Melegari presidente dell’ordine dei
Farmacisti di Parma.
La campagna informativa sui rischi dell’assunzione di farmaci contraffatti si sta svolgendo attraverso più strumenti.
Un depliant a due ante e una locandina è stato stampato
e distribuito negli spazi pubblici sanitari. La campagna si
svolge anche utilizzando i social network, in particolare la
pagina Facebook dell’Ausl, e i siti internet dell’Ausl e dell’Azienda Ospedaliero - Universitaria.
Uno spot video di 30 secondi con la testimonianza di un
consumatore, un medico di famiglia e un farmacista è stato mandato in onda su Tv Parma e Teletaro, oltre che sui
monitor presenti nelle sedi Ausl. Lo si può vedere anche
sul canale Youtube dell’Ausl. Su Radio Parma è stato diffuso un comunicato-spot di 30 secondi, mentre una puntata dello spazio infomrativo Ausl nella trasmissioni “Non ci
sto più dentro” è stato dedicato al tema. Pubbliredazionali
sono comparsi inoltre sulle più importanti testate cittadine.
il mese settembre/ottobre 2016
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Salute&Benessere
Lavarsi le mani fa bene alla
salute e fa evitare le infenzioni
A lavarsi le mani si impara da piccoli, la
mamma e la maestra lo dicono di continuo, fino a che diventa un’abitudine da ripetere nel corso della giornata, magari in
modo un po’ sbrigativo. In realtà, lavarsi
le mani è un gesto molto importante per la
salute di tutti a tal punto che l’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità – ha
istituito la giornata mondiale dell’igiene
delle mani, che si celebra ogni 5 maggio.
L
e mani sono un ricettacolo di germi: alcuni sono innocui, altri no,
come i virus e i batteri responsabili di diverse malattie, (influenza, raffreddore, ma anche epatite A, ecc.).
Entrare in contatto con questi germi patogeni (cioè in grado di causare una malattia) è
facile. Infatti, oltre che nell’aria, si possono
trovare sulle superfici di telefoni, maniglie,
tavoli, tastiere del computer, giocattoli, da
qui possono essere trasmessi al naso, alla
bocca o agli occhi, semplicemente attraverso le nostre mani.
È per questo motivo che lavarsi spesso e
bene le mani è il modo più semplice ed efficace per prevenire la diffusione delle infezioni.
Basta un minuto e servono solo acqua (meglio se tiepida) e sapone (meglio se liquido).
In mancanza di acqua, va bene il gel igienizzante. Acqua e sapone, alcuni sfregamenti e
le mani sono pulite. Gesti semplici che, se
ripetuti nel corso della giornata, sono molto importanti per la salute di tutti. Ecco il
perché.
Le occasioni sono tante: prima di mangiare, di prendere o somministrare farmaci; e
ancora: dopo aver starnutito o tossito, dopo
aver toccato animali, dopo essere stati fuori
casa, in luoghi pubblici e affollati…
Un’attenzione particolare all’igiene delle
mani va posta nei luoghi di cura, (ospedali,
ambulatori, case della salute).
Lavarsi le mani è un dovere per chi presta
attività sanitaria, poiché è un diritto dell’assistito ricevere la prestazione da mani pulite e dunque sicure.
La campagna di sensibilizzazione del 2016,
il mese settembre/ottobre 2016
impostata a livello mondiale dall’OMS e ripresa a livello locale dalle due aziende sanitarie del territorio, cioè l’AUSL e l’Ospedaliero-Universitaria, si è rivolta soprattutto
agli utenti ed agli operatori degli ospedali,
degli ambulatori e delle strutture sanitarie.
L’obiettivo è quello di far prendere coscienza dell’importanza di assumere comportamenti corretti, nel rispetto di tutte le persone che gravitano e operano negli spazi
sanitari, non solo i pazienti.
Tra le iniziative adottate c’è quella di rendere disponibili nei luoghi pubblici della
sanità locandine esplicative che illustrano
come lavarsi le mani in modo corretto;
inoltre sono stati posizionati dispenser
di gel igienizzante a disposizione di tutti,
Un’attenzione particolare è rivolta anche ai
più piccoli, con la specifica campagna “Battimani a chi si lava le mani”.
Salute&Benessere
VALE LA PENA
RICORDARLO SPESSO:
L’IGIENE DELLE MANI
È UNA GARANZIA
DI SALUTE. OGNI
ANNO SI ATTIVA
UNA CAMPAGNA DI
SENSIBILIZZAZIONE,
RIVOLTA QUEST’ANNO
AI FRUITORI DELLE
STRUTTURE SANITARIE
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COME LAVARSI LE MANI
Prima di tutto, occorre togliere anelli, braccialetti e orologi. Il lavaggio con la sola acqua non
è sufficiente, occorre usare il sapone (meglio
quello liquido della saponetta, perché non è
esposto all’aria) e preferibilmente acqua calda.
Per lavarsi le mani in modo corretto, basta un
minuto.
Occorre riempire il palmo della mano con il prodotto e distribuirlo sulla superficie di entrambe le mani. Strofinare palmo contro palmo, poi
palmo sopra dorso e intrecciare le dita tra loro.
Frizionare le dita contro il palmo della mano opposta, pulire i pollici, la punta delle dita e sotto
le unghie.
Risciacquare abbondantemente e asciugarsi
possibilmente con carta usa e getta o con un
asciugamano personale pulito o con un dispositivo ad aria calda.
È bene non toccare rubinetti o maniglie con le
mani appena lavate. Per chiudere il rubinetto si
può usare una salviettina pulita, meglio se monouso. In assenza di acqua, si può usare il gel
igienizzante a base alcolica da frizionare sulle
mani asciutte.
QUANDO LAVARSI LE MANI
Lavare frequentemente le mani è importante,
soprattutto quando si trascorre molto tempo
fuori casa, in luoghi pubblici, spesso poco igienici.
Alcune situazioni richiedono particolare attenzione. Ad esempio, è bene lavarsi le mani prima
di mangiare o maneggiare alimenti, somministrare farmaci, medicare o toccare una ferita,
applicare o rimuovere le lenti a contatto, ecc.;
e dopo aver tossito, starnutito o soffiato il naso,
essere stati a contatto con persone ammalate e
con animali, aver usato il bagno, aver cambiato
un pannolino, aver toccato cibo crudo, aver maneggiato spazzatura o soldi, aver usato un mezzo di trasporto (bus, treno, taxi, auto), essere
stati in luoghi pubblici molto affollati.
E NEI LUOGHI DI CURA?
SAVE LIVES: CLEAN YOUR HANDS
La giornata mondiale dedicata all’igiene delle mani
è il 5 maggio. Dal 2009 l’Organizzazione Mondiale
della Sanità promuove campagne di comunicazione e iniziative specifiche per sensibilizzare la popolazione sul tema. Save lives: clean your hands
è il motto.
Nel 2016 si è portata l’attenzione sull’igiene nelle
pratiche mediche e sanitarie. Tutti i materiali si possono trovare nella sezione Clean Care is Safer Care,
nel menu programmes del sito www.who.int
Sono stati identificati i momenti chiave dell’assistenza, che vanno preceduti o seguiti dal lavaggio delle mani: prima di toccare il paziente; prima di svolgere una qualsiasi manovra o
procedura asettica (ad esempio un cambio o la
manipolazione di un catetere o altri dispositivi
medici); dopo il contatto o l’esposizione ad un
liquido biologico (es. sangue, urina, ecc.) del paziente anche se si sono usati i guanti monouso;
dopo aver toccato il paziente e ciò che lo circonda come i tavolini, comodini, letti.
il mese settembre/ottobre 2016
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Salute&Benessere
Trauma cranico, la prevenzione
inizia anche dalle scuole
L’impegno del Centro Cardinal Ferrari
per informare i giovani sui rischi
legati a comportamenti scorretti
O
gni anno in Italia
70.000 persone diventano disabili a
seguito di trauma cranico dopo
un incidente stradale in auto,
moto, bicicletta o a piedi.
I 210.000 incidenti che si verificano ogni anno (1 ogni 4 minuti) causano anche 7.000 decessi
(20 ogni giorno) e 240.000 feriti (1 ogni 3 minuti e mezzo). Da
alcuni anni il Centro Cardinal
Ferrari di Fontanellato, centro
di livello nazionale nella riabilitazione dei traumi cranici, è
impegnato in iniziative di prevenzione nelle scuole secondarie di primo e secondo grado.
«Il rischio elevato ci spinge a
sensibilizzare soprattutto i ragazzi e gli adolescenti sui comportamenti corretti, in vista
della guida dell’autovettura o
di un ciclomotore, ma anche in
generale nella consapevolezza
dei rischi», spiega la neurologa
Donatella Saviola, responsabile del Day Hospital del Centro
Cardinal Ferrari.
Per mantenere prontezza di
riflessi alla guida è necessario
il mese settembre/ottobre 2016
soprattutto astenersi dall’assunzione di alcol o sostanze,
perchè possono generare stato
di confusione e ridotta capacità
di fronteggiare l’imprevisto.
«Il nostro obiettivo principale è fare comprendere quali
possono essere le situazioni a
rischio di trauma cranico, in
quanto spesso non si tratta di
condizioni estreme ma quotidiane. Comportamenti idonei,
ad esempio, per una corretta
gestione del rischio dovrebbero essere mantenuti anche
durante la pratica sportiva, con
sistemi di protezione – spiega
la neurologa Donatella Saviola
–. Per questo stimoliamo sin
dall’inizio un coinvolgimento
attivo dei ragazzi, chiedendo
loro di raccontarci se hanno
avuto esperienze di amici che
sono incorsi in un trauma cranico». Durante gli incontri in
particolare viene raccontata la
verità sull’uscita dal coma, che
il più delle volte non è quella trasmessa dai film, in cui il
protagonista ritorna integro in
poco tempo come se nulla fos-
se successo. In realtà, la ripresa
è caratterizzata dai numerosi
deficit di ordine fisico, mentale e comportamentale, che
conducono a riduzione dell’indipendenza, perdita di amici,
isolamento, maggiori difficoltà
a trovare lavoro e progressivo
ritiro sociale. «Durante le esperienze abbiamo raccontato ai
ragazzi come si svolge il nostro
lavoro quotidiano di riabilitatori, che ha lo scopo di facilitare il recupero di una persona
con danno cerebrale, sostenendola nell’adattamento alla nuova condizione, per vivere in
modo autonomo e produttivo,
imparando a gestire le abilità
residue. Insomma, un aiuto per
raggiungere la miglior qualità
di vita possibile», conclude la
specialista. Per far toccare con
mano ai ragazzi quali sono gli
esiti di tipo motorio del trauma
cranico e come la persona può
reagire, negli ultimi incontri è
stata prevista la partecipazione
di un ex paziente in carrozzina,
che ha risposto alle tante curiosità dei ragazzi. I più grandi, delle scuole superiori, sono stati
anche accompagnati in reparto
per conoscere i diversi gradi di
disabilità, mentre i ragazzi delle
medie hanno sperimentato un
giro in pista protetta in carrozzina.
Dall’alto: incontro con i ragazzi delle superiori al Centro Cardinal Ferrari;
la neurologa Donatella Saviola; l’educazione stradale sulla pista del Centro,
utilizzata per i pazienti e per attività educative con le scuole.
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IL PRESTITO SICURO
E ASSICURATO
il mese aprile/maggio 2016
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