rossella brescia e luciano cannito gilda butta` e luca pincini

ROSSELLA
BRESCIA E
LUCIANO
CANNITO
GILDA
BUTTA’
E LUCA
PINCINI
DODICESIMO
FESCENNINO
D’ORO AD
ORLANDO
XXIII
EDIZIONE
DEL CIVITAFESTIVAL
SPECIALE
NOTTI
BIANCHE IN
TUSCIA
Campo de’ fiori
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SOMMARIO
Editoriale:
Compagni di viaggio.................................3
L’intervista:
Rossella Brescia e Luciano Cannito.........4-5
Gilda Buttà e Luca Pincini......................6-7
Estate romana 2011.............................9
Mia moglie al bar................................11
Roma che se n’è andata:
Bartolomeo Pinelli..............................12-13
Suonare Suonare:
Il 33° Giro.........................................14-15
Dodicesimo Fescennino d’oro.............16
C’era una volta Ladispoli....................18
Plantare funzionale di ROOT..............21
Privacy, telecamere e vicini di casa...23
Punto di svolta per il termalismo
viterbese..............................................24
Come eravamo:
La prima ed unica vacanza “on the
road”.....................................................25
L’importanza di chiamarsi... cittadino
della rete.............................................26
Ass. Artistica IVNA:
Il segreto di essere donna.......................28
Civitafestival, sette grandi appuntamenti....................................................29
Il Fumetto:
Happy!...................................................30
La rubrica dei cognomi.......................31
“Dio è morto?” Sì ,ma solo per chi è
“morto a Dio”......................................32
Il Prof. Domenico Del Priore e il concorso nazionale di canto.....................33
Il muro di Via del Forte.......................34
L’angolo del Bon Ton:
L’ingresso e l’uscita dalla chiesa. La torta
nuziale...................................................35
Per ricordare Mons. Mario
Mastrocola .....................................36-37
Una “Fabrica” di ricordi:
Le cicale di San Rocco.............................38
Cos’è l’osteopatia...............................39
Aria di chiusura per l’ambulatorio di
fisioterapia del centro salute di Orte.40
Marchio Tuscia viterbese....................40
Ecologia e ambiente:
L’agrovoltaico nella Tuscia.......................41
Sport...............................................42-43
Agenda.................................................44
I nostri amici.......................................45
Notti bianche..................................46-47
Oroscopo .............................................48
Le storie di Max:
Gino Paoli...............................................49
Messaggi.........................................50-51
Vita cittadina.......................................52
Roma com’era.....................................53
Album dei ricordi.........54-55-56-57-58-59
Annunci gratuiti..............................60-61
Selezione offerte immobiliari .......63-64
Foto di copertina:
veduta di Positanio
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Campo de’ fiori
Compagni di viaggio
L
a nostra vita terrena è come una manciata di
sabbia che si consuma nella clessidra del
tempo, e se ti volti indietro a guadare le cose
passate, esse sembrano tanto lontan, ma sono solo
tutte racchiuse in qualche avara decina di anni: lo
spazio della nostra esistenza è drammaticamente
breve!
Lo sappiamo, eppure ci dimentichiamo troppo spesdi Sandro Anselmi
so delle nostra mortalità , della nostra caducità .
Quanti viaggi facciamo nel futuro per sfuggire il passato! Il passato è vita vissuta, consumata, ed i ricordi, seppur belli, fanno parte di quello che non c’è
più, di ciò che non torna! Ci perdiamo a scrutare il
cielo, specie quello di notte, quando le stelle accendono la nostra fantasia e ad immaginare altri mondi,
altre possibilità . Ci si illude, così , di poter incominciare un altro viaggio, un altro ancora.
Ma il nostro tempo passa e tutti i giorni muoiono e con essi la vita che racchiudono.
Se prendiamo coscienza di ciò , come non cercare di vivere al meglio? Bisogna rispettare chi ci è accanto, per u na sana, corretta convivenza civile. Perché , allora, valicare i nostri limiti nella ricerca della potenza e della ricchezza e prevaricare perciò
il prossimo? Anche questo mondo, che in fondo, abbiamo in affitto per il tempo che
lo usiamo, dovremmo viverlo tutti concordemente ed armonicamente per le sue bellezze e le sue ricchezze, rispettandolo ed amandolo, e lasciarlo, così , a chi verrà
dopo di noi. Dovremmo impegnarci sapendo che nulla di ciò che ci è accanto ci
appartiene, e meno ancora nulla di ciò che appartiene agli altri. Una fiducia incrollabile nell’aldilà dovrebbe prepararci all’attimo in cui il nostro corpo libererà l’anima
per regalarci, allora, la gioia di essere stati uomini migliori.
3
4
Campo de’ fiori
Rossella Brescia e
Luciano Cannito
Grande successo al teatro Ferento con la Carmen. Ma il tour prosegue per tutta Italia.
I molteplici impegni di
entrambi non ci hanno permesso di portare a termine
un’intervista come avremmo
voluto, degna della loro professionalità , bravura e popolarità . Stiamo parlando di una
coppia di artisti nota nell’affascinante ambiente della
danza e conosciuta sempre
più al grande pubblico,
soprattutto grazie al popolare
talent show “Amici di Maria
De Filippi”: il coreografo
Luciano Cannito e la ballerina
Rossella Brescia, protagonisti,
insieme ad un altro volto noto
del Talent, Josè Perez, di una
delle splendide serate che il
teatro Ferento di Viterbo offre
durante il periodo estivo. Lo
spettacolo in questione è una
rielaborazione della Carmen,
interpretata proprio dalla
Brescia, per la regia di
Cannito, ormai da qualche
tempo una splendida coppia
anche nella vita!
Rossella, originaria di Martina
Franca,
si
diploma
al’Accademia Nazionale di
Danza Classica di Roma, con il
massimo dei voti. Inizia subi-
to a lavorare nel corpo di ballo di diversi
programmi televisivi, fino a raggiungere la
notorietà con il ruolo di prima ballerina
nella trasmissione “Buona Domenica” condotta da Maurizio Costanzo. Grazie alla sua
bellezza prorompente diventa presto testimonial di importanti marchi, si cimenta
anche nella recitazione, posa per una
calendario di Max e poi si dimostra abile
anche nella conduzione televisiva attraverso il varietà “Colorado Caffè ”. Ma Rossella
oltre che in tv ed al teatro, raccoglie grandi successi anche alla radio, entrando a far
parte del cast di “Tutti pazzi per RDS”. La
danza, però , rimane senz’altro il suo
grande amore e dopo l’ennesimo successo
raccolto al teatro romano di Ferento, ci
auguriamo di poterla incontrare presto,
perché di domande da farle ne avremmo
davvero tante… Aspettatela prossimamente sulle pagine della nostra rivista!
Luciano Mattia Cannito, invece, questo il
nome completo, nasce ad Isola Liri, in provincia di Frosinone. La sua carriera lo ha
portato in giro per i più grandi teatri del
mondo ed a lui abbiamo avuto il piacere di
rivolgere qualche domanda.
Lei ha iniziato nel 1986 con lo spettacolo “Passi falsi”, ad Israele. Come si
trovava là ?
Lavoravo ad Israele da circa sei anni, con
un gruppo di ragazzi e mi chiesero di realizzare una produzione di musiche etniche
Campo de’ fiori
sudafricane, così nacque “Passi falsi”.
Andò molto bene e da lì seguitai con il
lavoro di regista e coreografo, anche perché in passato avevo già lavorato come
ballerino ed anche come attore, ma mi ero
accorto che amavo di più essere dall’altra
parte del palco, e quella è stata la mia
prima occasione.
C’è stato qualcuno che nel tempo
l’ha aiutata a mettere frutto tutte le
sue qualità ?
Diciamo che non ho mai avuto un vero e
proprio pigmalione che mi ha preso e portato avanti. Ma sicuramente durante la
mia carriera, quando non ero ancora
famoso, ho incontrato maestri con i quali
ho lavorato, che mi hanno dato lo spazio
necessario per mettermi in mostra e che
in un modo ho nell’altro mi hanno insegnato qualcosa. Tutti incontri, comunque,
per lo più casuali. Te lo dico con grande
modestia, ho fatto veramente una gavetta
mostruosa e non mi hanno regalato niente nella vita. Ho dovuto lottare tanto per
ogni piccolo risultato.
Lei ha lavorato nei più importanti
teatri di tutto il mondo. Ce n’è uno
dove avrebbe particolare piacere di
ritornare?
Ho un gran bel ricordo della Scala di
Milano, un teatro che tutti mi diceva difficile, invece si è stabilito un rapporto molto
cordiale con tutti. La maggior parte dei
ballerini che vi lavora sono pugliesi e mi
sono sentito un po’ a casa, perché le mie
origini sono quelle. Mi è piaciuto molto
poter lavorare lì , ma anche al teatro
dell’Opera di Roma, devo dire. Sono stati
due teatri con i quali si è instaurato un bel
feeling.
Quindi, nonostante abbia girato
anche nei tetatri del resto del mondo,
quelli dell’Italia le hanno rubato il
cuore!
Be’, il Metropolitan di New York è un posto
molto magico, ti lascia addosso una sensazione da pelle d’oca, non te lo nascondo.
5
Ma il modo di lavorare americano è molto,
molto razionale e pragmatico, non fa parte
delle mie corde, perché vedo il teatro un
po’ come sogno!
S’interrompe qui purtroppo la nostra piacevole chiacchierata, che speriamo di
poter riprendere quanto prima ed offrirvela in esclusiva, come ogni mese, a voi,
nostri affezionatissimi lettori.
Intanto Luciano Cannito e Rossella Brescia
proseguono la loro tourné e estiva in giro
per i teatri più incantevoli d’Italia, in attesa di occupare nuovamente il loro posto ad
“Amici”, dove lei tornerà ad incantare
migliaia di telespettatori interpretando i
passi messi a punto da Luciano, che tornerà , invece, a sedersi dietro la cattedra di
danza classica e neoclassica della scuola,
in conflitto con la professoressa
Celentano, troppo rigorosa e puntigliosa
per i suoi gusti!
Ermelinda Benedetti
Rossela Brescia e Josè Perez nella “Carmen”
6
Campo de’ fiori
Gilda Butta’ e Luca Pincini,
pianoforte e violoncello!
“Abbiamo un rapporto tempestoso... l’importante è ritrovare l’equilibrio...”
Pianoforte e violoncello, un connubio eccezionale, tanto più se a suonarlo sono due
musicisti altrettanto eccezionali, come
Gilda Buttà e Luca Pincini.
Gilda, nata a Patti, in provincia di Messina,
studia e si diploma in pianoforte col massimo dei voti, all’età di soli sedici anni, al
Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano.
Vincitrice di numerosi riconoscimenti
nazionali ed internazionali, inizia subito
un’intensa attività concertistica che la
porta in giro per il mondo. Fondamentale
sarà la collaborazione con il maestro Ennio
Morricone, dal quale è stata scelta per
incidere alcuni dei suoi brani migliori.
Galeotta fu proprio una di queste occasioni, nelle quali incontra il violoncellista Luca
Pincini, che sarebbe diventato suo compagno anche nella vita.
Ospiti d’onore di una serata d’estate fabrichese all’insegna della musica classica e
da film, con le loro interpretazioni hanno
lasciato il pubblico senza fiato!
Un piccolo incontro poco prima del concerto era doveroso, oltre che un grande
onore per me.
Gilda, tu sei stata definita “la pianista
di Ennio Morricone”.
Questo è un marchio che mi hanno dato,
come succede ormai in Italia. Sono onorata di essere considerata tale, anche perché Ennio ha espresso la sua benevolenza
nei miei confronti. Ma sono anche tante
altre cose, come pianista!
Cosa rappresenta per te Ennio
Morricone?
E’ un grande maestro riconosciuto in tutto
il mondo, che sia io che Luca stimiamo,
rispettiamo e al quale vogliamo bene. Per
noi è un esempio umano, da seguire come
tipologia di vita e di rigore, come esempio
di certosino lavoro nel mondo della musica.
Ti sei mai cimentata nel lavoro di
compositrice?
Per fare il compositore bisogna studiare
moltissimo composizione, io invece ho studiato per diventare pianista. Ho fatto una
piccola cosa che è andata in un disco, ma
sicuramente il mio lavoro principale è fare
la pianista.
Tu sei originaria della Sicilia. Ti
manca la tua terra?
Mi manca, come credo manchi a tutti coloro che si allontanano dalla propria terra
d’origine, perché alla fine, nel profondo
siamo quello, lo si può accettare o meno,
ma lo siamo.
Attualmente insegni presso il conservatorio di Frosinone. Come ti trovi?
Va tutto benissimo! La musica e l’arte in
genere sono profondamente sentite in
questa città . C’è un
conservatorio in continua crescita, dove la
popolazione di allievi
è estremamente alta
e di grandissima qualità . Ed il bacino d’utenza che raccoglie è
piuttosto vasto. Io ho
vissuto la mia infanzia
in Sicilia, dove c’è e
c’è sempre stato un
gran fermento musicale, ma in una modalità completamente
diversa dal resto della
penisola. Ho studiato
per dieci anni in conservatorio a Milano ed
ho visto cos’è il Nord. Ho insegnato a
Firenze, ma in questo momento storico,
credo che Frosinone sia uno dei maggiori
centri di studio, almeno nel Lazio.
Luca, tu invece di dove sei originario?
Sono nato nelle Marche, quindi non sento
una differenza culturale così forte come
Gilda.
C’è un brano al quale siete particolarmente legati?
Gilda: Amiamo tutto quello che suoniamo,
è rarissimo che suoniamo qualcosa che
non è nelle nostre corde, per cui è impossibile dare una risposta precisa. Posso dire
che c’è un brano a cui siamo affettivamente molto legati perché è quello che ci
ha fatti incontrare, è il primo brano che
abbiamo suonato insieme in assoluto. Ce
lo aveva consegnato direttamente
Morricone e lo suoneremo anche stasera,
si tratta di “C’era una volta il west”. Lo
abbiamo registrato e poco meno di un
anno dopo ci siamo sposati.
E’ stata allora la colonna sonora non
solo del film ma anche della vostra
vita!|
Luca: Be’ sì , lo hanno già fatto questo
paragone! Concordo pienamente con
Gilda, se c’è un brano in particolare che
possa riguardare entrambi sicuramente è
quello, breve ma ricco di contenuti. Se
vuoi una risposta più accademica invece,
meno legata alle emozioni, io credo che ci
siano periodi di scoperte e riscoperte, ora
mi appassiono ad un compositore, ora ad
un altro. E’ difficile vivere una vita intera
ed avere una passione per un solo autore!
Tra i contemporanei sicuramente c’è
Ennio Morricone che si porta dietro cinquecento anni di composizione.
A proposito ancora di Morricone. La
sua carriera è stata lunga ed intensa
Campo de’ fiori
e gli auguriamo ancora tanti successi. Ma in un futuro lontano, secondo
voi, chi potrebbe essere un suo
degno erede?
Gilda: Mamma mia!
Luca: Sarebbe il caso di chiederlo a lui,
anche se ogni volta che glielo hanno chiesto non ha risposto, sicuramente per non
voler far un torto a molti che lui stima e
nello stesso tempo a qualcuno che magari
non ama appassionatamente.
E se vi chiedo di Nicola Piovani?
Gilda: E’ un altro nostro amico. Direi che lo
conosciamo piuttosto bene! Conosco
molto bene anche dove abita a Corchiano.
E’ un “covo” bellissimo! Stasera interpreteremo anche due suoi brani: “Caro diario” e
“La stanza del figlio”.
Come è nata l’idea di questo concerto qui a Fabrica di Roma?
Luca: Ma non è un’idea nuova, è una delle
tante opportunità che ci vengono offerte
per presentare questa forma di musica
cameristica. In questo caso la proposta ci
è giunta da una persona che conosciamo
e con la quale lavoriamo da tanti anni,
Angelo Giovagnoli.
Che cosa ci proporrete questa sera?
Gilda: Il programma è densissimo, anzi ci
chiediamo se non abbiamo forse esagerato. Speriamo che al pubblico piaccia questo nostro “strabordare”.
Luca: E’ tutta musica relativamente di facile ascolto. Un repertorio classico come
stile di pensiero, anche se l’applicazione
poi cambia, perché parte del programma
è dedicato all’immagine cinematografica,
teatrale ed anche televisiva.
A che cosa state lavorando in questo
momento e cosa vi propone questa
estate 2011?
Gilda: A settembre registreremo due nostri
nuovi dischi, quindi stiamo lavorando sui
brani scelti.
Luca: Avremo sicuramente due repliche di
concerti di questo genere e poi vorremmo
anche riposarci un po’.
Quindi vacanze! Mare o montagna?
Gilda e Luca: Sicuramente mare, Sicilia.
Quindi Gilda torni a casa! Parenti che
ti aspettano?
Sì , qualcuno ancora è rimasto! E poi ora
anche Luca ha dei legami particolari con la
Sicilia perché insegna al conservatorio di
Trapani.
Ma la vita artistica, quanto ruba alla
vostra vita privata?
Gilda (rivolta a Luca): Rispondi tu adesso,
io la mia idea ce l’ho!
Luca: Ne ruba in continuazione, ma riescono a diventare due forme di vita parallele,
che possono convivere e sono reciprocamente condivise. Anche se potrebbe sembrare un po’ estenuante il contatto continuo con quello che si fa, in questo caso la
musica, però alla fine diventa un grande
collante, ed anche un mezzo di comunicazione che va oltre la banalità perché si
riesce a parlare anche di cose profonde,
c’è forse più comprensione! Non so lei
cosa ne pensa – chiede Luca a me - .
Gilda: Sono assolutamente d’accordo con
7
te, in realtà sono due
cose che non si staccano
mai. Nel nostro caso,
fare lo stesso lavora ci
aiuta a comprenderci di
più.
C’è un teatro in cui
non avete ancora mai
lavorato e desiderereste farlo?
Gilda: Sai non c’ho mai
pensato!
Luca: Io vorrei suonare
in tutti quei posti in cui
c’è una corresponsione
di pubblico, può succedere nella Savana oppure
Da sx: Luca Pincini, Ermelinda Benedetti, Gilda Buttà e
al Polo Nord, o magari
Angelo Giovagnoli.
succede in una sala da
concerto a Vienna, Parigi, Roma, New
sta classico come mio padre avrebbe voluYork. Importante è l’atmosfera che si
to.
crea. Poi se parliamo invece di prestigio,
Tuo padre era musicista?
magari alla Carnegie Hall, dove non abbiaPapà non era musicista professionista,
mo mai suonato.
aveva fatto altro nella vita, però aveva a
Gilda: Abbiamo suonato in luoghi di prestilungo suonato la tromba in modo amatogio, ma è proprio come dice lui, magari
riale. Era un appassionato di musica.
stasera si crea un’atmosfera per la quale
Forse in quel momento lo hai odiato,
vorremmo venire a suonare sempre qui.
ora invece pensi di doverlo ringraziaLa più grande soddisfazione che
re?
avete avuto finora?
Sì , diciamo che ero un po’ ribelle e volevo
Gilda: Sai cos’è ? E’ che stai facendo un
fare le cose a modo mio. Non gli ho dato
lavoro e stai già pensando a quello che
molto ascolto. Lui invece questa cosa l’ha
dovrai fare subito dopo.
capita e l’ha accettata e devo dirgli grazie,
Luca: Ogni volta che si è realizzata qualadesso che non c’è più da diversi anni. Ha
cosa e che, personalmente, si è sempre
lasciato che io mi rendessi conto in prima
realizzata con ritardo, rispetto a quando
persona di ciò che stavo facendo. Questa
pretendevo che avvenisse. Ma scaramantiè la cosa migliore che un genitore possa
camente non voglio dire qual è stata perfare per far crescere forte il proprio figlio.
ché spero sempre che arrivi quella più
E se non avessi fatto il musicista cosa
grande!
avresti fatto?
Luca, qual è la tua idea di musicista?
Probabilmente qualche altra cosa affine,
Io penso che il musicista abbia il dovere di
perché da piccolo scrivevo poesie, poi le
tirare fuori la parte più sfrenata di sé , più
ho strappate tutte, poi amavo un po’ diselibera, più incondizionata, anche quando
gnare e un po’ dipingere ed ho strappato
parla. Invece spesso la conversazione si
tutto lo stesso. O magari avrei fatto l’attoconduce attraverso canali ben stretti. Oggi
re. Comunque la musica non mi fa mancaci lasciamo condizionare dai media.
re nulla, credo che sia la cosa più facile e
Storicamente da decenni siamo condiziopiù diretta per poter comunicare. I suoni
nati dai tempi televisivi. Anche chi crede di
arrivano subito, mettono in vibrazione il
non esserlo, lo è ! La televisione è quella
nostro corpo. Ed a me questo fatto di
che fa da padrone su tutto! In tv c’è una
essere diretto piace, anche nella vita lo
sorta di censura per cui certi discorsi non
sono! Penso che la vita vada spesa senza
vanno fatti, altre cose non vanno dette. Un
risparmiarsi. Bisogna dire le cose, chiaramusicista, ed un artista in genere, invece,
mente nei tempi giusti e nei modi giusti,
dovrebbe dare uno spaccato di mondo
rispettando le regole. La musica dovrebbe
diverso. E questa è la difficoltà ! Noi quanessere proprio un mondo di libertà .
do stiamo dietro lo strumento ci immerCon Gilda che rapporto hai?
giamo veramente in un altro mondo, ci
Tempestoso! Nel senso buono del termistacchiamo dalla realtà .
ne, non è certo un rapporto di vita noioso
Come è nata la tua storia di musicie ripetitivo!
sta?
Vi scontrate spesso?
Le cose succedono, è stato un incastro
Assolutamente sì . Come si fa a non scondella mia storia di vita. Quando mi hanno
trarsi?! E’ impossibile. L’importante è poi
messo un violoncello tra le mani, non
ritrovare l’equilibrio, e musicalmente non
sapevo neanche che fosse. All’inizio è
abbiamo problemi. Sono quindici anni che
stata una cosa indotta.
suoniamo insieme!
Da chi?
Siete affiatatissimi!
Da mio padre, quando avevo sette anni.
Questo lo lasciamo dire al pubblico che
Poi da solo mi sono lasciato prendere dal
ogni volta viene gentilmente ad ascoltarci!
mondo delle percussioni. E quando mi ho
deciso di studiare musica per fare il perErmelinda Benedetti
cussionista, sono ricaduto a fare il musici-
Campo de’ fiori
Sono 161 gli appuntamenti dell’ Estate
Romana 2011, giunta alla “34°
Edizione”, promossa dall’ Assessorato
alle Politiche Culturali e Centro Storico di
Roma Capitale, con una ricchissima offerta
culturale e d’intrattenimento per i cittadini
romani e per i turisti, che durerà quasi 100
giorni. Tra le novità di quest’anno l’apertura serale, tutti i sabati dalle 20.00 all’1.00,
di 19 musei, e la trasformazione di alcune
piazze in luoghi di cultura e palcoscenici
“sotto le stelle” con esibizioni letterali, teatrali e musicali come ad esempio:
Summer Tales a Campo de’ Fiori e a
Pigneto per tutto il mese di Luglio, e San
Lorenzo in Piazza da Luglio ad Ottobre.
Altra novità è riservata alle periferie dove
sono raddoppiate le manifestazioni
(Groundscape – Fotografie di Stefano
Cioffi al Laurentino 38, Festival
dell’Euromediterraneo
al
Parco
Archeologico dell’Appia Antica e W…iale
della Cultura 150, nelle stazioni metropolitane di Monti Tiburtini, Pietralata, S.
Maria del Soccorso e Rebibbia) e grandissima attenzione viene rivolta alle proposte
che celebrano i 150 anni dell’ Unità
d’Italia. Altre grande novità di quest’anno è che l’ Estate Romana tocca i luoghi
del disagio sociale con alcune iniziative:
Simone Cristicchi protagonista di
Pensieri Musicali, alla clinica S.
161 gli appuntamenti per
la 34° edizione dell’Estate
Romana, lunga quasi 100
giorni. Spettacoli teatrali,
letterari e musicali di tutti i
generi, per i cittadini
e per i turisti
Alessandro, Stelle nel Buio a Luglio presso l’ uditorium Mutilati ed Invalidi di Guerra
a Piazza Adriana, o l’evento musicale A
Roma E’ Sempre Primavera che si
terrà nel Carcere di Rebibbia dal 1° agosto
al 1° settembre. Anche il Gay Village
offrirà un palcoscenico al Parco del Ninfeo
all’Eur per lo spettacolo musicale
Mediterraneo, realizzato dalla compagnia Stabile Assai del carcere di Rebibbia.
Replicheranno le manifestazioni istituzionali come il Globe Theatre a Villa
Borghese fino al 18 settembre, il Teatro
dell’ Opera a Caracalla fino al 10 agosto
e I Giardini di Luglio dell’ Accademia
Filarmonica Romana. Ampio spazio al Jazz
con gli appuntamenti alla Casa del Jazz a
Piramide, con la programmazione di
Luglio Suona Bene all’ Auditorium Parco
della Musica, e la qualità di Villa
9
Celimontana che quest’ anno si aprirà
anche al teatro. Roma Vintage invece
giunge quest’anno alla terza edizione sempre all’interno di Parco San Sebastiano e
nella rassegna gli anni ‘60-’70-’80-’90 sono
rappresentati da un palinsesto ricco di programmi tra concerti, serate dance, spettacoli di cabaret, eventi sportivi, raduni di
auto storiche, rassegne cinematografiche,
mostre e mercatini. 22° edizione per
All’Ombra Del Colosseo organizzata
dall’ Associazione Colosseum e sottotitolata “e fattela ‘na risata” per invitare tutti
all’ottimismo ed alla serenità in tempi duri
come questi; come ogni anno si alterneranno sul palco del Parco del Celio i più
famosi comici italiani provenienti dalla
televisione, dalla radio e dal teatro: da
Max Giusti a Maurizio Battista,
Antonio Giuliani, Dario Cassini,
Alessandro Di Carlo, Lillo & Greg,
Pablo & Pedro e molti altri. Torna invece
per il 13° anno a Villa Sciarra l’immancabile Marco Falaguasta che propone fino
al 21 Agosto la sua nuova commedia inedita “E’ facile smettere di sposarsi se
sai come fare” affiancato da Marco
Fiorini, Piero Scornavacchi, Francesca Ceci,
Annalisa Aglioti e Vasco Montez. Insomma
nonostante la perdurante austerity un cartellone niente male per coloro che restano
o visitano la Città Eterna.
Sandro Alessi
Campo de’ fiori
11
Mia moglie al bar
Indagare sulle esigenze del cliente è fondamentale...
Episodio “A”
Mia moglie lavora presso un asilo nido del
comune di Roma, e
quindi da un paio d’anni,
circa cinque giorni a settimana prende il treno
da Orte per raggiungere
il posto di lavoro. Quasi
Paolo Balzamo
sempre (compatibilmenresponsabile
te con i turni), si ferma
formazione e
ad
un bar lungo il perinformazione
corso
per prendere un
Centri Ottici Lisi
ginseng ed un minicore Bartolomei
www.lisi-bartolo- netto.
Un giorno, pochi mesi
mei.com
fa, mi chiama col cellulare per dirmi: “Paolo, indovina! Mi sono
fermata al solito bar, ho ordinato ginseng
e cornetto ma mi sono subito resa conto di
aver lasciato il portamonete a casa. Ho
detto al barista di lasciar perdere, perché ,
mi dispiaceva, ma avevo lasciato i soldi a
casa. Il ragazzo, per tutta risposta, mi ha
detto: “Mi dispiace per lei, che oggi non fa
colazione”. Sono rimasta senza parole e
me ne sono andata.”
Ed altrettanto senza parole sono rimasto
io.
Episodio “B”
Stavo accompagnando mia moglie ad un
negozio che ci avevano segnalato. Strada
facendo decidiamo di regalarci un caffè .
Entriamo in un bar, io ordino il mio solito
caffé e mia moglie, dopo un po’ di tentennamenti opta per un caffé freddo. La barista, allora, nota che fa davvero caldo, e le
propone una specialità della casa: una
crema fredda di caffé con granella di nocciole locali tostate e tritate ed un cuoricino
di cioccolata bianca che, gallegggiandole
sopra, conferiva al tutto un’aria veramente
invitante. E, non contenta, mentre io sorbivo il mio caffè , ha continuato “e deve
sentire come ci sta bene questo” e le ha
consegnato, con un sorriso una striscetta
di croccante alle nocciole. Invece che due
euro ne ho spesi quattro (il croccantino
era in omaggio), ma mia moglie ne è uscita entusiasta, ed io con lei.
Morale della favola (che favola, tuttavia
non è !) mia moglie nel bar dell’episodio
“A” non mette più piede, e fa colazione a
casa prima di uscire. Certamente non
saranno i tre o quattro euro a settimana di
mancato incasso che porteranno quell’esercizio alla rovina, e di certo il proprietario del bar “B” non comprerà un Ferrari
per il solo fatto che ci torniamo grosso
modo una volta a settimana, ma il commercio è fatto per acquistare clienti, non
per perderli.
Non so quanti lettori di queste righe sono
commercianti, ma so di certo che tutti
sono clienti. Certo non tutti sono intolleranti, stizzosi e puntigliosi come me e mia
moglie, ma tutto sommato, finché esiste
la concorrenza, decido io a chi dare i miei
soldi per avere i servizi migliori.
Nulla da eccepire, in un’ottica di distribuzione, sul comportamento del barista “A”:
c’è un certo prodotto che ha un costo. Se
corrispondi questo costo è tuo, se non lo
lasci.
La barista “B” invece ha indagato sulle esigenze di mia moglie, ne ha stimolato la
voglia ed ha, sulla base della sua conoscenza specifica dei suoi prodotti, consigliato quello più appropriato per soddisfarne l’arsura e la sua piccola golosità , esattamente come avrebbe fatto un’amica.
E se poi così facendo ha incrementato
oltre alla soddisfazione di mia moglie
anche il suo guadagno, direi che lo ha proprio meritato: senza la sua consulenza
professionale (si parva componere licet
magnis*) mia moglie avrebbe preso un
banale caffé freddo invece di una piccola
ma adeguata leccornia.
Da sempre, ma sempre di più, nei nostri
centri ci sforziamo di somigliare al barista
“B”, non a quello “A”: indaghiamo sulle esigenze del cliente, ponendolo al centro
della nostra attenzione, e cerchiamo assieme a lui il prodotto più idoneo al suo caso,
grazie alla nostra conoscenza specifica
della miriade di prodotti che la tecnologia
ci offre. Il nostro sforzo è di essere sempre più e sempre meglio consulenti del
benessere visivo della nostra clientela,
mirando sempre alla sua massima soddisfazione.
Sì , lo so, sembra uno slogan come tanti,
ma nei nostri centri, invece, è un imperativo assoluto.
Ma voi, che bar preferireste, il bar “A” o il
“B”?
Hasta la vista
(*Virgilio, Georgiche, IV, 176)
Campo de’ fiori
12
Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi
Bartolomeo Pinelli
Er pittor de Trastevere
D
iverse volte ci
siamo intrattenuti su la
“Roma de ‘na vorta”,
ma forse è il momento di chiedersi: cosa
è rimasto di quella
R
o
m
a
?
Probabilmente poco,
a parere di chi scrive,
di Riccardo Consoli
ma quel poco o quel
molto, se preferisci,
è giunto fino a noi grazie a quei due grandi “illustratori” che rispondono al nome di
Giuseppe Gioachino Belli e Bartolomeo
Pinelli.
Abbiamo già incontrato Belli e Pinelli, due
nomi che vanno accoppiati come fossero i
Gemelli della Lupa del Campidoglio o i
Dioscuri di Monte Cavallo, due straordinari, unici “documentaristi” che, con grande
maestria, sono riusciti a immortalare la
Roma dell’ottocento e le osterie di
Trastevere, oltre che i “bulli” dei Rioni, le
“coltellate”, le “serenate” e il gioco della
“passatella”.
Bartolomeo Pinelli teneva moltissimo all’etichetta di romano, ma ancora più teneva
a quel nomignolo che concorre a formare
l’odierno titolo che si portò appiccicato
per tutta la vita: ”Er pittor de Trastevere”.
Egli nasce nel Rione che si fregia dell’insegna dominatrice del leone al Vicolo
Mazzamurelli, a pochi metri dalla chiesa di
San Crisogono, lunedì 19 novembre 1781
alle ore sette pomeridiane; il padre è
Giovanbattista di Antonio Pinelli e la madre
Francesca Gianfarani, padrino e madrina
sono, rispettivamente, Pietro Tecchi e
Maria Fabbri, Giovanna Maggi è l’ostetrica
che lo ha aiutato a venire al mondo,
Giovanni Piccioli è il nome del Curato che
redasse l’atto di nascita. Tutti autenticamente romani di Trastevere!
Per meglio comprendere l’arte del Pinelli e
la sua passione per Roma e per il popolo
romano bisogna innanzi tutto capire
Trastevere, un Rione che era quasi una cittadella staccata dal resto città , posta
com’era al di la del fiume, un luogo con i
suoi costumi, le sue feste, le sue abitudini,
completamente autonoma, con gli abitanti
poco dediti a quei lavori che, in qualche
modo, ne potessero limitare la libertà , la
maggior di loro erano: carrettieri a vino,
scalpellini, facchini o piccoli mercanti.
Da bambino Bartolomeo correva per
le viuzze di Trastevere, insieme ai
monelli della sua specie, dove brevi e
tortuosi erano i vicoletti illuminati dai
raggi del sole e dove, fra le casette
medievali, spuntavano piccole torri; i
tabernacoli posti agli angoli delle stradine erano illuminati da piccole lampade, il classico lumino acceso davanti
alle Madonnelle; alle spalle del Rione
degradavano i prati del Gianicolo,
deserto e silenzioso, su cui si elevava
la chiesetta di San Pietro in Montorio,
un luogo allora quasi inaccessibile.
Dei quattordici vecchi Rioni di Roma,
Trastevere era quello considerato il
più romano, popolato da gente del
tutto particolare: boriosa, superba, cavalleresca, convinta della propria superiorità
nei confronti degli altri Rioni, soprattutto
nei confronti dei monticiani, loro acerrimi
nemici, un popolo ardito e battagliero che
nel 1527 aveva fronteggiato l’invasione di
Carlo V, opponendosi con tutte le loro
forze alle orde dei Lanzichenecchi, ossia
quei lupi feroci che si resero protagonisti
del c.d. “Sacco di Roma”.
I trasteverini credevano nella provvidenza
di Dio, ma portavano sempre in saccoccia
un coltello a serramanico, la c.d. “molletta”, una razza che tendeva a mantenersi
purissima, si sentivano i padroni di Roma e
guardavano ai monticiani e a quelli del
Rione Regola come a gente inferiore, le
donne poi erano particolarmente belle, un
garofano rosso appuntato sui capelli corvini, potevano benissimo posare come
Io, fratel caro so’ trasteverino;
E tutto me pò i di forchè pidocchio;
Quanno facevo er carrettiere a vino,
L’orloggio solo me costava ‘n occhio:
Marciavo che parevo un signorino!
Carzoni corti inzinent’ar ginocchio,
Giacchetta de velluto sopraffino,
Fibbie d’argento e scarpe co’ lo scrocchio:
Er fongo a pan de zucchero, infiorato;
Un fascione de seta su la panza;
E ar collo un fazzoletto colorato:
Portavo tanti anelli d’oro ar deto
E catene, che senza esaggeraza,
Parevo la Madonna de Loreto.
modelle per una Dea o una Sibilla.
Così Giggi Zanazzo:
La predica in Piazza
In questo luogo nacque Bartolomeo
Pinelli, fra la torre degli Anguillara e quella dei Caetani; la sua famiglia era quasi
indigente, il padre, un mastro scalpellino o
per meglio dire un “figurinaio”, ossia un
artigiano che modellava piccoli bassorilievi
su vasi di coccio o di pietra e statuette per
il presepe o Santi in terracotta, tuttavia, un
artigiano così modesto, riuscì ad inculcare nel figlio, ancora bambino, l’amore per
l’arte.
Bartolomeo non aveva compiuto undici
anni quando il padre, non potendo pagare
un debito, per evitare il creditore, un
uomo dal temperamento focoso, si vide
costretto a fuggire con la famigliola a
Bologna dove, il ragazzo fu accolto in casa
del principe Lambertini, nipote del
Cardinale Prospero Lambertini che sarebbe stato eletto papa con il nome di
Benedetto XIV, 1740 - 1758.
Rientrato a Roma, con un discreto gruzzolo di scudi in tasca, Pinelli andò a vivere a
casa dell’Abate Levizzari, un nobile cavaliere modenese che poteva vantare una
posizione di prestigio nella buona società
romana e che lo accolse con affetto e
generosità , anche grazie alla presentazione dello stesso principe Lambertini. Come
tutti gli Abati il Levizzari era persona piuttosto ricercata, uomo galante, mondano,
gran corteggiatore di belle donne, era
anche il Cavalier servente della principessa Marianna Colonna.
Con il suo aiuto Bartolomeo Pinelli frequentò l’Accademia di San Luca dove, in
breve tempo, fu annoverato fra i migliori
allievi, egli cominciava ad affermarsi come
scultore e disegnatore, successivamente
Campo de’ fiori
13
Il ciarlatano
divenne l’“illustratore” che conosciamo e
che lo portò a creare innumerevoli tavole
a corredo dei più importanti capolavori
della storia e della letteratura, fra cui:
l’Eneide, la Storia di Roma, il Meo Patacca,
di cui abbiamo trattato in altra sede, la
Divina Commedia, la Gerusalemme
Liberata, il Don Chisciotte, i Promessi
sposi, solo per citarne alcuni.
Fra tutte le opere magistralmente illustrate dal Pinelli, il Meo Patacca di Giuseppe
Berneri fu certamente quella egli prediligeva poiché c’era una perfetta aderenza fra
il personaggio Meo e l’ideale epico popolare del “Pittor de Trastevere”. Meo Patacca
è il modello classico più aderente al “bullo
romano”, la spavalderia e la fierezza burbera, scontrosa e altera del personaggio,
affonda le sue radici nella “romanità ” più
marcata, nell’orgoglio di sentirsi romano e,
pertanto, egli è il depositario di una razza
nobile, anche se di sangue plebeo.
Impossibile parlare male di Roma al
cospetto di Meo Patacca, romano “de
core” e Pinelli, nelle cinquantadue tavole
che illustrano il poema del Berneri, lo rappresenta, appunto, come lo “sgherro” trasteverino pronto a sfidare con la spada
sguainata tutti coloro che osano parlare
male di Roma o dei romani, mentre i suoi
compagni, “gente sgherra” come lui
approvano le sue parole a muso duro,
annuendo minacciosamente con quel cipiglio “ingrugnato” tipico dei personaggi
pinelliani.
Citando il Pinelli corre l’obbligo di parlare
del personaggio Meo Patacca così congeniale all’artista; a ben vedere, Meo è un
idealista, un protettore dei deboli, un
castigamatti per i prepotenti, insomma un
“eroe” ricco di una ingenua spavalderia
che lo porta continuamente a confrontarsi
con gli altri bulli.
Meo è il capo accettato e riconosciuto di
tutti gli “sgherri” romaneschi, una sorta di
capo popolo dinnanzi al quale tutti gli altri
devono chinare la testa; egli si fa rispettare perché è serio, dispone di una sorta di
galateo comportamentale, si distingue
nella parlata, usa un eloquio fantasioso,
Il ciarlatano
adopera
metafore
ricercate, possiede un linguaggio quasi
aulico che serve a stupire e sopravanzare l’avversario anche a parole, le sue
frasi sono sempre ad effetto, vengono
pronunciate con cadenza lenta, declamatoria, fino al punto da renderle gravemente minacciose, in buona sostanza un personaggio letterario che trova
perfetto riscontro nella realtà popolare
della Roma di Pinelli.
zor Meo
Sì , cquello che pportava li capelli
ggiù pp’er gruggno e la mosca ar barbozzale,
er pittor de trestevere, Pinelli,
è ccrepato pe ccausa d’un bucale.
V’abbasti questo, ch’ebbe la mmerda in ner pitale,
cominciò a storce e a mmasticalla male,
eppoi disse: “Intimate li fratelli”.
Che aveva da lassà ? Ppe ffà bisboccia
ner gabbionaccio de Padron Torrone,
è mmorto co ttre ppavoli in zaccoccia.
E ll’anima? Era ggià scummunicato,
ha cchiuso l’occhi senza confessione …
Cosa ne dite? Se sarà ssarvato?
Si accennava al rapporto fra Giuseppe
Gioachino Belli e Bartolomeo Pinelli,
possiamo ben immaginarli, uno con il
suo blocchetto da disegno, l’altro con i
suoi foglietti volanti, aggirarsi per le
viuzze della vecchia Roma, per le piazze,
per le chiese, al passaggio delle processioni piuttosto che allo spettacolo dei burattini a Piazza Navona dove Gaetano
Santangelo detto Ghetanaccio, più volte
citato da chi scrive, divertiva il pubblico
con le battute salaci di Rugantino contro il
Governo, la qual cosa, non di rado, gli procurava qualche giorno di galera.
Questi due artisti, quasi inconsapevolmente, svolsero, ognuno nel proprio campo,
una febbrile attività sfornando centinaia,
migliaia di sonetti e incisioni, desiderosi
com’erano di documentare tutto ciò che
vedevano, come fossero consapevoli che
quella Roma, la loro Roma, presto, sarebbe inesorabilmente sparita.
Oltre a tutto ciò , Bartolomeo Pinelli personaggio scanzonato e stravagante, contestatore e beffatore, era famoso a Roma
per gli aneddoti che giravano sul suo
conto, su di lui, come poi sul Marchese del
Grillo, personaggio del folcrore romano,
notissimo per le sue burle e le atroci beffe
architettate soprattutto ai danni degli
ebrei, si raccontavano innumerevoli storielle moto spassose.
Il primo giorno dell’aprile 1835, probabilmente a seguito di una corposa bevuta,
Bartolomeo Pinelli muore all’età di cinquantaquattro anni; il 9 aprile, appena
otto giorni dopo, Giuseppe Gioachino Belli
gli dedica il sonetto dal titolo: La morte der
Il Belli rammenta come il “pittor de
Trastevere”, negli ultimi anni di vita, fosse
solito spendere quasi tutti i suoi guadagni
- “è mmorto co ttre ppavoli in zaccoccia”
- mangiando e bevendo e dando da bere e
da mangiare all’Osteria del Gabbione di
Padron Torrone, vicino Fontana di Trevi,
così chiamata perché aveva come insegna una grande gabbia. Quì il Pinelli era
solito passare buona parte delle sue giornate intento a osservare tutto e tutti,
pronto a cogliere con la sua matita gli
aspetti più originali e irripetibili della vita
romana: i vari tipi di avventori, buontemponi, personaggi popolari, venditori ambulanti che giravano per Roma, soprattutto
per le osterie.
Esisteva una marcata simpatia del Belli per
Pinelli, simpatia che, verosimilmente,
nasceva dalla singolare e assoluta diversità di carattere dei due uomini, quasi come
gli estremi che si attraggono: spregiudicato, estroverso e sregolato il Pinelli, animato da orgoglio e campanilismo romano;
schivo, scettico e intransigente il Belli,
costantemente critico nei confronti della
sua “Romaccia”. Ma i due “illustratori” di
Roma si conoscevano? Erano molti gli
amici in comune, ma prove certe di incontri fra i due non se ne hanno.
Un’ultima annotazione, il funerale del
Pinelli fu fatto grazie alle elargizioni spontanee di alcuni ammiratori: “ … della di lui
eccellenza nell’arte … ”.
14
Campo de’ fiori
di Carlo Cattani
IL 33° GIRO
Cognome
Gloria e resistenza dei negozi di dischi
“FRENI …AL DISCO”
C’era un tempo in cui
i negozi di
dischi pullulavano: nelle grandi città così
come nei piccoli centri gli amanti della
musica trovavano sempre un porto sicuro
, non troppo lontano da casa , dove poter
coltivare l’orto della passione musicale
acquistando le ultime novità ,e,se particolarmente inclini alle relazioni , trovare lì il
luogo per incontrarsi e scambiare pareri
con altri appassionati . Nei piccoli centri
,se non c’era proprio un negozio dedicato,
trovavi l’emporio o la rivendita di elettrodomestici , cosicchè ,accanto ad un rotolo di recinzione metallica piuttosto che a
cataste di sacchi di semenze o ad una
macchina da cucire Singer oppure a un
televisore Mivar, trovavi l’espositore dei
45 giri, delle cassette (stereo 4/stereo 8
per auto !!!) e qualche lp …..questi esercizi,qualche decennio più tardi , avrebbe-
ro rappresentato delle
vere e proprie miniere per
i collezionisti ,dei veri
Indiana Jones alla ricerca
di fondi di magazzino da
acquistare a quattro soldi
e rivendere a cifre da
capogiro ad altri collezionisti ….soprattutto quelli
tra i più maniaci di
tutti…..i Giapponesi ! Una
capatina al negozio di
dischi , almeno settimanale,era d’obbligo per verificare gli arrivi recenti ,
magari richiedendo di ascoltarli in
cuffia nelle apposite cabine , scandagliando ,con
giusta velocità di mani e colpo
d’occhio degno di un tiratore scelto della SWAT , i vari “pozzetti dei
desideri” , alla ricerca della chicca
,in vinile o ,in anni più recenti, in
cd. Il gestore del tradizionale
negozio di dischi e i suoi commessi , normalmente , erano fari di
riferimento , persone autorevoli
per competenze musicali a tutto
tondo e buon conoscitori della propria clientela. La grande distribuzione entrava poco nel merito : in
particolare ricordo, alla fine degli
anni ’60 il settore dischi all’interno
dei grandi magazzini STANDA che
evidenziava le hit del momento a
45 giri e ne diffondeva le note da
particolari giradischi incassati in
mobiletti laccati , esponeva mangiadischi
colorati , vendeva lp con accorpamenti di
catalogazione tra il sacro e profano , “da
Papetti Fausto a Pink Floyd” , per intenderci ….e tutto ciò ,per me , immancabilmente ad ogni giro di shopping con i miei
genitori, rappresentava , un’attrazione
fatale, un angolo di perdizione …..in tutti i
sensi <attenzione…attenzione il bambino
Carlo è desiderato dai suoi genitori alla
cassa …ripeto….il bambino Carlo …>. Lì ,
certo, le commesse cotonate e rivestite dal
grembiule di ordinanza della ditta non
brillavano per competenza musicale ma
erano favolosamente severe nel riprender-
Campo de’ fiori
mi ad ogni “toccatina “ …di disco !
Insomma, c’era un tempo in cui un
“mare magnum” di venditori di dischi indipendenti ti portava la musica quasi fin
sotto casa e ,alla stregua di qualsiasi altro
commerciante di un genere merceologico
di ampio consumo , viveva bene perché il
canale di vendita era, praticamente ,unico
,la musica tirava e c’erano margini nel
mercato . Le scelte artistiche delle case
discografiche , ancorchè sempre ispirate
dalla logica del profitto , erano più ragionate e meno pressate da condizioni decisionali “alla canna del gas”,caratteristica
dei nostri tempi moderni, e molti dei personaggi
che dirigevano le etichette
hanno lasciato memorie di sé , se spesso
ricordati e talvolta celebrati dall’uscita di
libri e articoli su riviste musicali. Negli
ultimi due decenni abbiamo assistito ad
una corsa sfrenata alla “globalizzazione “
dei mercati , all’incorporazione-fusione
….cessazione di Aziende per ottimizzarne
l’organizzazione , omogeneizzare i flussi ,
riqualificarne il “brand”……fenomeni di
un’industria sempre più senza identità
nazionali con la necessità pressante di
“sbarcare” prodotti e servizi su lidi più
ampi possibili del consumo e ad ondate
così ravvicinate da sommergere il consumatore ! Taglia ,riduci, comprimi ,
vendi “al meglio” a chi ti offre la vetrina
più abbagliante per i tuoi prodotti e ti realizza fatturati cospicui raggiungendo il
maggior numero di persone nel più breve
tempo possibile . Per carità , il progresso
tecnologico aiuta l’umanità ma inesorabilmente introduce processi che esasperano
la razionalizzazione delle attività , riducono l’impiego delle risorse umane , determinano la standardizzazione dei comportamenti di acquisto dei consumatori,inducendo su larghi strati della popolazione il
torpore delle idee ! Tornando al particolare dell’universo musicale,cosa ne sarà di
quelle rivendite di prodotti discografici
(ma la domanda potrebbe esser di più
15
ampio spettro merceologico) ancora
sopravviventi nonostante il cataclisma
commerciale generato dall’avvento di centinaia di ipermercati che “offertano” il
consumatore ogni giorno e le insidie del
download infinito perpetrato da una cospicua falange di internauti?
Il libro di Graham Jones , Il 33° giro
–Gloria e resistenza dei negozi di dischi ,
recentemente pubblicato in Italia dall’editore Arcana , è un’interessante e divertente disamina
della condizione ,
“ante/post” la massiva discesa in campo
della grande distribuzione , delle rivendite
di dischi indipendenti di Inghilterra ,
Scozia e Galles , quei negozi ,per intenderci , non riconducibili alle grandi catene
commerciali generaliste o specializzate che
siano .
L’autore ,grande appassionato di musica
ed esperto operatore nel settore della
vendita dei dischi ,dopo tanto peregrinare
con il suo furgone-magazzino ,girovago
in lungo e in largo sul territorio di “Sua
Maestà ” per oltre un ventennio a piazzar
dischi in tanti negozi indipendenti , ripercorre i suoi itinerari di lavoro di un tempo
facendo delle riflessioni sulle cause che
hanno determinato la chiusura di numerosi e gloriosi negozi di dischi e il punto della
situazione ,quasi fosse un censimento ,
sulle rivendite indipendenti superstiti, raccontando molti aneddoti su clienti ,personaggi del music bussines ,ripercorrendo le
origini , i successi , i fallimenti di esercizi
indipendenti, ascese e cadute di grandi
catene e comportamenti scorretti perpetrati per anni da alcune major discografiche con l’intento di spingere propri artisti
nelle zone alte della classifica senza il
sostegno di vendite reali ma semplicemente manipolando , con la complicità di venditori compiacenti ,i dati base di formulazione delle classifiche . Una lettura che ci
fa entrare nel retrobottega del mercato
discografico ,nello specifico Britannico,
consentendoci di apprezzare su tutto la
grande passione alla base dell’attività di
un vero venditore di dischi…… INDIPENDENTE ! Per citare Chuck Berry <La
musica è parte essenziale della nostra cultura e i negozi di dischi sono fondamentali per mantenere in vita la magia>
e…Nick Hornby<I negozi di dischi non vi
salveranno la vita ,ma possono renderla
migliore>. …Occhio al “Record stores
day “ iniziativa svolgentesi il terzo sabato di aprile di ogni anno (è appena trascorsa la IV edizione) in contemporanea
mondiale :tanti eventi ,concerti,showcase,limited editions discografiche e tanto
altro
, organizzati a sostegno della
sopravvivenza dei negozi di dischi indipendenti .(www.recordstoreday.com) Carlo
Cattani –luglio 2011©
Campo de’ fiori
16
Dodicesimo Fescennino d’Oro
Silvio Orlando si aggiudica il premio per l’anno 2011
L’Orhestra Italiana del Cinema diretta dal Maestro Nicola Piovani
Alcune delle più belle e celebri musiche da
film composte dal Maestro Nicola Piovani,
magistralmente eseguite dalla splendida
Orchestra Italiana del Cinema, formata da
oltre cinquanta elementi e diretta dallo
stesso premio Oscar. Questo è quanto ha
offerta al grande pubblico, che ogni anno
si riunisce in Piazza Pina Piovani, a
Corchiano (VT), per l’ormai consueto e
prestigioso appuntamento, il Fescennino
d’oro, giunto alla sua tredicesima edizione.
In apertura un breve accenno alla destinazione che avrà , anche quest’anno, il ricavato della serata: la realizzazione di una
cucina per i bambini di strada nella
“Maison de la vie” di Kinshasa nella
Repubblica del Congo. A portare avanti il
progetto, ancora l’Associazione Arnies no
profit, i cui membri partiranno il 2 agosto
alla volta dell’Africa, per realizzare questo
nuovo impegno preso, come ha precisato
Geltrude Profili, grazie alla generosità e di
quanti sono intervenuti al Fescennino e
alla sfilata di solidarietà dello scorso giugno, organizzata con la stessa finalità . La
serata condotta da Norma Martelli ha
avuto come ospite d’onore l’attore Silvio
Orlando, al quale quest’anno una giuria
parzialmente modificata a causa della
scomparsa di uno dei suoi membri, Mario
Monicelli, sostituito da fratelli Paolo e
Vittorio Taviani, come ha voluto precisare
lo stesso Piovani, presidente della giura
insieme al sindaco Battisti, ha voluto
assegnare il premio. “Un nome di cui esse-
re orgogliosi anche
fuori
dall’Italia”,
così lo ha presentato il Maestro Piovani
agli spettatori presenti, prima di
lasciarlo libero in
una sua personale
spiegazione e lettura del secondo
canto del Purgatorio
della
Divina
Commedia
di
Dante. Ironico e
divertente prima,
Orlando ha portato
sul
palco
un
Da sx: Norma Martelli, il Maestro Nicola Piovani, Santa Papini,
momento di alta
Silvo Orlando ed il Prefetto di Viterbo Antonella Scolamiero
cultura, come avviene ogni qual volta si
parli di un’opera letteraria di tale prestigio!
Cari lettori, lo spazio che ogni anno dediUn breve spazio è stato dedicato anche ad
chiamo con piacere a questo evento, semun problema purtroppo di grande attualità
pre più apprezzato e conosciuto, sulle
per il nostro territorio: la cassa integraziopagine di questa rivista che diventa di
ne di duemilacinquecento operai del
mese in mese più prestigiosa per popoladistretto civitonico. A prendere la parola
rità e ricchezza di contenuti, e che attenuno di loro, Sergio, che ha portato la sua
dete con ansia e ricercate con grande
testimonianza anche a chi fortunatamente
desiderio, rendendoci lusingati e felici di
non vive questa precaria situazione. La
poter svolgere questo lavoro, serve a dare
loro è una richiesta di aiuto affinché il
ancor più lustro al Fescennino d’oro ed a
governo si preoccupi sul serio di questo
rendere partecipi tutti coloro che per un
stato di crisi. Bissata, per chiudere in belmotivo o per un altro non possono essere
lezza la serata, l’amata colonna sonora
personalmente presenti all’evento. Il
dello straordinario film Il Marchese del
nostro compito non va trascurato. Al prosGrillo.
simo anno!
Ermelinda Benedetti
Campo de’ fiori
18
C’era una volta ... Ladispoli,
“spiaggia della salute”
C
‘ era una volta una “spiaggia della
salute” a pochi chilometri da Roma,
dove l’estate i residenti si fondevano gioiosamente con i villeggianti. La
spiaggia, una delle più rinomate del litorale etrusco, era così soprannominata per la
proprietà curativa della sabbia, nera a
causa del ferro, e venivano da tutte le
parti per approfittare del luogo e bagnarsi
nelle acque ancora limpide.
Ormai tutto è cambiato! E’ cambiato il
colore della sabbia per la giusta causa del
mantenimento dell’arenile provocato dall’erosione ormai comune sulle nostre
coste. Ma la cosa peggiore è che da un
paio di anni è cambiato anche il colore e
l’odore delle acque che bagnano Ladispoli,
e l’azzurro è diventato marrone: chiazze
scure e sporcizia arrivano ogni giorno a
riva spinte dalla corrente.
Abbiamo avvicinato uno dei rappresentanti degli esercizi balneari che da anni gestisce la spiaggia demaniale chiamata
“Stabilimento Tritone”.
Marco Lazzeri, da qualche anno il
mare di Ladispoli è peggiorato: quali
reputi ne siano le cause ? “E’ vero, specialmente negli ultimi tre anni la situazione è peggiorata. Avevamo raggiunto negli
anni passati livelli di balneabilità molto
soddisfacenti e poi è successo qualcosa…
Sono proprio di questi ultimi giorni le notizie di varie ispezioni e controlli da parte
dei Carabinieri del N.O.E e confidiamo
nella loro professionalità per risolvere
questo grave problema”.
Sembrerebbe che l’Amministrazione
Comunale sia immobile e le cose
siano destinate a precipitare anche
per le numerose concessioni rilasciate per punti sosta camper e campeggi. E’ verità o qualcosa si sta facendo? “NO COMMENT!”
I gestori degli arenili cosa hanno
intenzione di fare qualcosa per evitare la fuga in massa dalle spiaggie di
Ladispoli? “Per ora non c’e’ nessuna fuga
per il semplice fatto che la costa laziale
versa tutta nelle stesse condizioni.
Sicuramente bisognerà investire in questa
direzione come qualche hanno fa, quando
era stato ideato un barcone che si posizionava sulle scie di sporcizia ed aspirava il
tutto. Credo l’investimento fosse stato da
parte della provincia, ma non penso che ci
sia qualche balneare che si sottrarrebbe
alla partecipazione nell’acquisto di qualche
attrezzatura atta a ripulire la superficie
Oltre al colore della
sabbia, in origine
nera e rinomata per
le sue proprietà
curative, anche il
colore e l’odore delle
acque sono cambiati,
diventando assai
sgradevoli!
marina”.
La problematica delle coste è comune ormai quasi in tutta Italia, ma
cosa mancherebbe a Ladispoli per
ritornare ad essere una spiaggia
rinomata? ”Mancherebbe poco, veramente poco. Prima di tutto la qualità dell’acqua, subito dopo bisognerebbe risolvere il problema erosione ed in seguito uno
snellimento burocratico che ci permettesse
di adeguare le nostre strutture a quello
che i nostri clienti ci chiedono, come viene
già fatto in altre parti d’Italia. Sono sicuro
che se gli enti locali risolvessero questi tre
punti, al resto penseremmo noi per riportare Ladispoli ai vecchi fasti.”
Reputo Ladispoli la mia seconda patria e
conservo tanti ricordi legati al mare:
Francesco Rocca (ex giocatore della
Roma) che quando era infortunato veniva
a fare consuetamente le sabbiature; Torre
Flavia con il suo stupendo tramonto; l’oasi
WWF; il famoso marciatore Abdon Pamich
in gara lungo Via Roma… La mia speranza
è che le amministrazioni locali insieme ai
gestori ed ai commercianti si uniscano
insieme per il bene della cittadina laziale
dai tanti ricordi…
Sandro Alessi
Campo de’ fiori
T
21
ecniche di rilevamento del negativo gessato e
realizzazione del positivo in gesso per il
Plantare Funzionale di Root
In questa edizione il CENTRO ORTOPEDICO FLAMINIO vuole illustrare l’utilizzo di un’innovativa tecnica di realizzazione di un
plantare funzionale, secondo la scuola americana di Root .
Lo scopo di questa tecnica è quello di fornire la riproduzione del piede che può essere ottenuta con una suoletta
funzionale. Una suoletta funzionale è un plantare che controlla il movimento e la posizione del piede durante la locomozione. La suoletta ristabilisce la normale funzione consentita dai limiti fisici del paziente.
Un piede normale prona al contatto del calcagno al suolo, adattandosi perfettamente alle variazioni del terreno e alle posizioni del
corpo, dopodiché , durante la fase di spinta, il piede supina per diventare come una leva rigida che sia stabile e tale da sopportare il
peso senza tremolii di alcun genere. Il plantare dovrebbe agire sul calcagno in modo da creare una normale pronazione dell'articolazione Sottoastragalica e la supinazone durante la deambulazione. Dovrebbe inoltre agire sull'avampiede in modo da dare luogo a una
posizione completamente prona (bloccata) dell'articolazione mediotarsale nella seconda parte dell’appoggio del piede durante il
passo.
Oltre a permettere un movimento "normale" del piede, il plantare dovrebbe prevenire:
l. Il movimento eccessivo del piede.
2. L'errata direzione del movimento del piede in ogni fase del passo.
1
POSIZIONE DEL PAZIENTE
Durante il casting il paziente dovrebbe stare in una posizione comoda e rilassata e tenere il piede rilassato senza assumere posizioni particolari. Dovrebbe stare seduto in posizione sufficientemente inclinata per ottenerne il massimo rilassamento. In caso di
irrigidimento di qualche muscolo, reclinare il paziente completamente.
2
POSIZIONE DELLA GAMBA
Il ginocchio viene esteso ed il piede portato in un piano
sagittale ruotando la gamba.
Controllo del soggetto in
posizione rilassata
4
POSIZIONARE IL PIEDE
IN NEUTRA
• Portare il piede in estensione
fino ad incontrare resistenza
• Portare in “neutra” l’articolazione Sottoastragalica
• Bloccare la mediotarsica a
fine corsa pronatoria
• “Sospendere” il piede allineando il 5°dito al Metatarsale
• Controllare che non sia né
addotto né abdotto
posizione neutra né spinata
né pronata
Grazie all’utilizzo di questa
metodica è possibile portare
l’Articolazione Sotto Aastragalica in stato di quiete, anche
nei piedi con funzionalità anomala.
3
Controllo del soggetto in
posizione corretta
5
CONTROLLO DEI MOVIMENTI DI
PRONO-SUPINAZIONE
Completa pronazione
Completa supinazione
ESECUZIONE DEL CALCO IN GESSO
Benda gessata
in 2 o 3 strati
Avvolgimento e
modellatura
Posizionamento
del piede in
“neutra”
6
STILIZZAZIONE DEL POSITIVO
Piantare un chiodino al centro della testa del 1°e del
5°metatarsale, di cui sul 5°a quota 0 e sul 1°che sporga fino
a far raggiungere la “posizione neutra”al retropiede.(fig.1).
Costruire il “tacco” anteriore (fig.2) sul piano ottenuto e disegnare la “zona” di espansione. Applicare pasta di gesso colorato sulla zona di espansione e raccordare perfettamente con
il “tacco” anteriore. Procedere alla termoformatura del plantare in carbonio. (fig.4)
Fig. 1
Fig. 2
Fig. 3
Fig. 4
Dott. Daniele Cervoni
Laureato in Tecniche
Ortopediche
Per maggiori
informazioni
o appuntamenti:
Centro Ortopedico
Flaminio
Tel. 0761.517744
Cell. 339.1816523
Campo de’ fiori
23
PRIVACY, TELECAMERE E
VICINI DI CASA
Due questioni simili con giudizi diametralmente opposti!
C
dell’Avv. Ilaria
Becchetti
urioso che nel
giro di pochi
giorni due giudici diversi si siano
espressi su questioni, a tratti simili, ed
aventi
entrambe
per oggetto la privacy, telecamere e
vicini di casa.
Curioso anche che,
nonostante i fatti siano diversi, si sia giunti a decisioni diametralmente opposte.
Si tratta da un lato della Corte di
Cassazione, sezione penale, e dall’altro del
Tribunale di Varese.
provocato loro una condanna in primo grado,
confermata
poi
in
appello, per il reato di
interferenze
illecite
nella vita privata.
Approdata la causa dinnazi alla Consulta, quest’ultima ha mostrato di
accogliere la tesi difensiva ed ha cassato
senza rinvio la sentenza
d’appello, affermando
che “la realizzazione di
un manufatto in prossimità di un confine
postula il rispetto delle
prescrizioni civilistiche”
e pertanto il cittadino,
di fronte alla potenziale
lesione di un proprio
diritto, ha il diritto di documentare
in ogni modo (ivi compreso a
mezzo di filmati e foto), l’illegittima
costruzione altrui. Con buona pace
ed del diritto alla privacy.
Questi i fatti.
Nella questione di cui è stata investita la
Consulta, a finire
sul banco degli
La privacy
imputati sono stati
è un diritto
padre e figlia, rei,
per il Tribuanle e
fondamentale
la Corte d’Appello,
inviolabile
di aver ripreso con
una telecamera i
della persona,
propri vicini, intenti ad erigere un
garantito dalla
muretto di confiCostituzione!
ne. La condotta ha
Diversamente il Tibunale di
Varese, con ordinanza 1273/2011,
ha condannato il condomino a
rimuovere le telecamere installate
a fini di sicurezza e controllo, ma
idonee a riprendere anche spazi
comuni o esclusivi di altri condomini, con
ciò provocando “un impoverimento delle
attività quotidiane” dei singoli.
Il giudicante ha inteso, nel bilanciamento
degli interessi contrapposti, di privilegiare
il diritto alla riservatezza garantito dalla
nostra Costituzione, non avendo il condomino alcuna potestà di limitare un diritto
fondamentale ed inviolabile della persona
quale è quello alla privacy.
Campo de’ fiori
24
PUNTO DI SVOLTA PER IL
TERMALISMO VITERBESE
N
on essendoci
più da anni
Giulio
Andreotti a favorire il
mio protetto Giuseppe Ciarrapico (il
maggiore imprenditore del termalismo
di Fiuggi), non si
capisce come il termalismo viterbese
di Secondiano Zeroli
stenti ancora così
tanto a decollare a
livello nazionale. Senza il “divino” Giulio,
che l’anagrafe condanna ormai all’angolo
della politica, Viterbo, con i tre stabilimenti termali, due attivi ed uno, l’ex impianto
INPS, in procinto di essere riattivato,
dovrebbe balzare prepotentemente sul
palcoscenico anche internazionale ed invece continua a vivacchiare, mantenendosi
su livelli appena sufficienti, anche se c’è
stato nel corso dell’ano 2010, un incremento delle presenze, soprattutto di sesso
femminile e di età piuttosto avanzata. Le
acque del BULLICAME, le cui proprietà
terapeutiche erano già note agli etruschi,
sgorgano ad una temperatura di 58-60
gradi e sia che ci si bagni nelle cosiddette
“pozze libere”, sia che ci si affidi a personale esperto dei due stabilimenti (“Le
Terme dei Papi” ed il “Pianeta benessere –
Terme Salus”) queste acque solfuree offrono una larghissima serie di possibilità
terapeutiche, tutte di riconosciuta efficacia. Le sue caratteristiche clinico-fisiche, la
rendono adatte a curare ed a prevenire
diverse malattie, sia della cute che dell’apparato respiratorio e di quello genitale. Ma
quello che vorremo qui puntualizzare è la
mancanza d’una grossa iniziativa a livello
imprenditoriale, d’un forte investimento
economico, d’una intelligente promozione
pubblicitaria, che sappia valorizzare al top
questa formidabile risorsa, che la natura
ha concesso con grande magnanimità alla
viterbese.
comunità
Forse va comunque in
questa
direzione
il
recente accordo siglato
tra la Regione Lazio ed il
Comune di Viterbo, che
prevede la tanto attesa
riapertura dello stabilimento ex-INPS, dopo un
contenzioso tra i due
enti, andato avanti per
anni. Adesso un bando
di gara affiderà la
gestione all’impresa vincitrice che potrà così
iniziare ad operare in
concorrenza, ma anche
(è sperabile) in proficua
sinergia con gli altri due
stabilimenti del settore.
Colmare il ritardo accumulato in decenni di
colpevole inerzia, sarà lo “slogan” che
dovrà permettere al termalismo viterbese
di raggiungere quel ruolo e quell’importanza che merita assumere per la indiscussa
qualità della sua offerta: un’acqua solfurea quasi miracolosa e che DANTE cita
diffusamente e gentilmente nella sua
“Divina Commedia”.
Le proprietà delle acque termali
Ci sono tre diversi tipi di acque termali: carboniche, che contengono bicarbonato in varie forme. Sono soprattutto bicarbonato - calciche. Il calcio conferisce a queste acque un sapore gradevole. Si somministrano essenzialmente per
bibita, ma anche per balneoterapia, docce, irrigazioni vaginali e rettali. Nei bagni
termali riequilibrano l’apparato circolatorio. Acque termali solfate, ricche di
zolfo. Si somministrano essenzialmente per bibita, ma anche per fanghi e irrigazioni rettali. Depurano il fegato ed hanno effetti benefici sulla pelle e sui capelli.
Acque termali sulfuree: contengono zolfo in varie combinazioni. Quelle che
contengono idrogeno solforato sono caratterizzate da un odore che ricorda quello delle uova marce. Si somministrano per bibita, per balneoterapia, fanghi, per
inalazioni, irrigazioni vaginali. Le acque sulfuree disintossicano la pelle agendo
come cosmetico naturale.
Indicazioni terapeutiche delle acque termali
Malattie croniche otorinolaringoiatre e respiratorie, malattie osteoarticolari,
malattie del ricambio (gotta), malattie cutanee e ginecologiche, angiopatie.
Patologie: artrosi - reumatismi - traumatismi - dermatopatie - malattie ginecologiche - malattie metaboliche (del ricambio) - mialgie e nevriti.
Campo de’ fiori
25
Come eravamo
La prima e unica vacanza “on the road”
A
spettammo che
dove visitammo i
Neil Armstrong
templi e facemmo
“posasse”
il
foto che ancor oggi
piede sulla luna, quel
conservo,
reminilontano 16 Luglio
scenze di ricordi sco1969, prima di metterlastici ad indirizzo
ci in viaggio per la
classico.
Oppure
nostra prima vacanza
quell’indimenticabile
così
desiderata,
bagno fatto al traimprevista e affascimonto, dopo una
di Alessandro Soli
nante, considerati i
giornata calda ed
modi e i tempi di allora. Piccola tenda
estenuante, su una
canadese (tre posti), provviste a base di
spiaggetta di Diascatolame, tanta voglia di avventura,
mante, dove testampochi soldi in tasca, ma soprattutto “lei” la
mo per la prima volta
mitica “Giulia Alfa Romeo bianca” di
il mare di Calabria.
Giorgio, alla quale affidavamo i nostri
Poi via, lungo la torsogni . Avevamo scelto la Calabria, così ,
tuosa provinciale che scendeva, scendeva,
ma non per caso, e Tropea in particolare,
tra panorami mozzafiato verso la nostra
scrutando la cartina. Avevo fatto il militare
meta: Tropea. Era un piccolo borgo di
a Salerno, ero appena congedato, e dopo
pescatori: la chiesa, il comune, un bar, un
aver sentito per mesi parlare di un mare
forno ed una pescheria. Tutto qua, ma a
stupendo, specialmente
noi interessava poco,
Piccola tenda canadese avevamo la tenda,
dai commilitoni calabresi,
convinsi Giorgio e Sergio
(tre posti), provviste a dovevamo andare a
(i miei due amici) ad
“piazzarla” ed avrembase di scatolame, tanta mo
intraprendere l’impresa.
risolto il problema
voglia di avventura, pochi principale. Man mano
La chiamo e la chiamerò
sempre impresa, perché
che ci avvicinavamo
soldi in tasca, ma
arrivare fin laggiù, non
alla spiaggia notammo
soprattutto “lei” la mitica
era facile, lo sapevamo,
che era in atto qual“Giulia
Alfa Romeo bianca
ma la voglia di rinnovacosa che stava cammento, di avventura, che
biando quella natura
respiravamo in quegli anni cosiddetti “rivoselvaggia ed incontaminata, qualcosa che
luzionari”, ci diede quella spinta in più per
faceva pensare ad un tentativo di rendere
provare. Partimmo da Civita, come dicevo,
accessibile e fruibile quel tratto di costa. In
che era ancora buio, non sto a ricordare
poche parole stavano costruendo un camparticolari di viaggio, che sfuggono alla
ping, il primo, ma in quel periodo i lavori
mia mente, ma cercherò , con qualche
erano fermi. Chiedemmo a qualcuno del
“pennellata” di farli rivivere. Come ad
posto, che confermò quello che pensavaesempio la sosta in quel di Paestum,
mo. “Sì , è un torinese che sta costruendo
un camping, ma se voi volete, potete piazzare la tenda laggiù, tanto lo ultimerà l’anno prossimo.” Capirai, non poteva capitar-
“
ci di meglio, eravamo in paradiso, mare
trasparente che assumeva i colori più
diversi durante il giorno, sabbia bianchissima, ma soprattutto scogli e spruzzi d’acqua che rendevano quella vacanza unica.
Avevamo lì il nostro campo base, e per
non smontare la tenda, facevamo varie
escursioni nelle vicinanze, come ad esempio a Capo Vaticano, dove tra i folti uliveti,
ammirammo la villa di Giuseppe Berto
scrittore calabrese, famosissimo, che non
aveva esitato a costruirsi in quel luogo isolato e impervio la sua dimora. Poi un giorno decidemmo di scendere ancora e arrivammo fino a Bagnara Calabra e a Scilla,
dove chissà perché pensai alla mitologia,
a Ulisse, ai mostri appunto che erano Scilla
e Cariddi, inesorabili guardiani di quella
costa. Facemmo anche un pensierino per
andare in Sicilia, altro sogno mai realizzato, ma fatti rapidamente “quattro conti”, ci
accorgemmo di avere si e no i soldi per la
benzina per tornare a Civita. Fu quella la
prima ed l’ultima volta che scesi in
Calabria, perché da sposato scelsi un
mare diverso e più tranquillo, come
l’Adriatico, poi ancora la montagna ed altre
mete vacanziere. Ma a
distanza di tanti anni,
quando parlo con chi è
stato a Tropea, anche
recentemente, e sento
raccontare di discoteche, di grattacieli, di
resort, di villaggi turistici, insomma del turismo
di lusso, come non
posso non ricordare la
nostra piccola tenda
canadese e la Giulia
bianca che ci portò “in
paradiso?”
“
26
Campo de’ fiori
L’importanza di chiamarsi …
cittadino della Rete!
La prima Guida pratica alle pagine multicolore dell’informazione online.
Alvin Toffler, futuroAbbiamo scattato seimila foto per le nostre
logo e scrittore stavacanze in riva al mare, ma servono dei
tunitense, già quaritocchi alle stesse prima di metterle in un
rant’anni fa scriveva
pennetta e darle al fotografo? In rete trosull’enorme flusso
verete un sito che vi aiuta a fare i ritocchi
di informazioni che
senza che vi scarichiate un programma
ci avrebbe invaso
costoso, è Gimphoto (http://www.pidcon l’avvento di
ownload.it/p.aspx?is=3054209).
Internet. Se da una
Vogliamo vedere se anche questa estate
parte è vero che
riusciremo a spendere meno di quella predi Patrizia Caprioli
l’informazione
è
cedente? Quale miglior consiglio di un sito
potere, è altrettanto vero che troppe
che ci offre la possibilità di verificare cosa
informazioni non ci danno la possibilità di
sia possibile acquistare a costo zero,
effettuare una scelta, la nostra scelta nella
Tutto Gratis!
foresta fitta fitta della rete. Questo feno(http://www.freeonline.org), provare per
meno viene definito Information
credere!
Overload e per combatterlo abbiamo
Volete fare un viaggio a Londra, ma il
bisogno di mappe, sentieri, itinerari certi e
vostro inglese è un po’ latente dagli anni
facilmente accessibili
della
scuola
d’obbligo?
per fare in modo che
Rinfrescatevi
le
meningi
con
Troppe informazioni
ogni cittadino trovi
Inglese
Istantaneo
non ci danno la
nel World Wide Web
(http://www.instantenglish.it).
possibilità di
la sua strada sicura,
Comunità di persone si sono forsenza buche che lo
mate per mettere in rete le loro
effettuare una
facciano precipitare
esperienze circa i viaggi intraprescelta... questo
nella voragine della
si, oppure i ristoranti dove hanno
fenomeno viene
troppa informazione!
mangiato. Vi suggerisco in quedefinito
Information sta sede tre gruppi molto citati
Già nel precedente
articolo
abbiamo
Overload
nel
Web,
Tripadvisor
scritto di come orga(http://www.tripadvisor.it/),
nizzarsi sul proprio PC un proprio Personal
Booking.com
News Organization, semplicemente apren(http://www.booking.com/),
Expedia
do delle cartelle dal menù preferiti e nomi(http://www.expedia.it/?rfrr=Redirect.Fro
nandole a seconda delle vostre esigenze.
m.www.expedia.com); in campo gastronoCompito mio è di aiutarvi a formare quemico provate pure ad andare su 2Spaghi
sto piccolo Data Base d’Informazioni
(http://www.2spaghi.it/).
che vi aiuti a trovare al primo colpo ciò
Un sito vi aiuterà a confrontare i prezzi di
che cercate. Incomincerei con dei siti
tutti gli hotel in tutta Europa, Trivago
adatti alla stagione estiva che stiamo
(http://www.trivago.it/) , un altro vi aiutevivendo.
rà a viaggiare sicuri per tutta Europa e nel
Se non riusciamo a dormire nelle calde
mondo,
Viaggiare
Sicuri
notti d’estate, oltre alla calorosa camomil(http://www.viaggiaresicuri.it/), patrocila, ci sono i consigli freschi freschi di
nato dal Ministero degli Esteri, un altro
Chiudere gli occhi (http://www.insonancora vi dona tutte le Mappe del Mondo
nia.it/) che possono farci guadagnare la
Map24
statiche
ed
interattive,
via del letto.
(http://www.it.map24.com/).
Ho trovato un blog che forse interessa a
chi non ha molto da spendere e vorrebbe
viaggiare quasi gratis, quasi perché penso
che un minimo costo c’è sempre da
affrontare per spostarsi da un luogo ad un
altro della terra, comunque questo è l’indirizzo in rete di ViaggioGratis
(http://www.viaggiogratis.it/).
Siete giovani e belli? Viaggiate con gli
ostelli! Scusate il gioco di parole ma forse
troverete interessante il sito Hostelworld
(http://www.italian.hostelworld.com/?sour
ce=googleawordsgeneralkeywordsit) , che
non solo vi indica gli ostelli presenti nel
paese dove vorreste andare, ma vi dà un
elenco con i prezzi comparati e valutazioni fatte da chi già è passato in questi
ostelli.
In ultimo vi lascio con un consiglio per evitare di portare troppo denaro contante con
voi mentre siete in qualche località straniera, un articolo online tratto dal giornale
Il
Sole24
ore
economico
(http://www.economianews24.com/comescegliere-una-carta-di-credito-per-viaggiare-allestero-632.html), vi aiuterà a scegliere una carta prepagata per i vostri spostamenti.
Buon viaggio, ed alla prossima ondata di
siti online scelti per voi!
L’ANGOLO DEL PROF.A cura di Patrizia Caprioli
Mini-spazio dedicato a siti, portali, risorse in rete (gratis!) da poter usufruire come supporto didattico per gli insegnanti
interessati a dare sempre nuovi input ai loro piccoli studenti.
Frutta nelle Scuole: http://www.fruttanellescuole.gov.it/
Per gli insegnanti:
Consigli d’approccio a frutta e verdura in classe e suggerimenti di attività interdisciplinari da proporre agli alunni.
Per i genitori:
Consigli per avvicinare i vostri figli a frutta e verdura e ricette da preparare insieme.
Campo de’ fiori
27
28
Campo de’ fiori
Associazione Artistica Ivna
IL SEGRETO DI ESSERE DONNA
Recensione dell’Opera pittorica “SEGRETO” - olio su tela della pittrice catanese Katia Aiello
Nel suo olio su tela dal titolo quanto mai
misterioso “SEGRETO”, la pittrice Aiello
Katia riesce ad esprimere con velato pudore, quello che più rappresenta il suo modo
così intimista di intendere l’universo femminile, e lo fa lasciando agli occhi di ogni
ammiratore un senso di freschezza passionale, mai scontata, ma che trova la sua
massima espressione nei giochi di appaA cura di Alfredo
rente contrasto in quei colori, come il
Mercutello
rosso ed il nero, che la dicono tutta sull’amore che a volte preclude stati di sofferenza incontrollabili.
Ed è proprio sull’interpretazione dei colori adottati che si trova
la chiave di lettura, voluta fornire dalla pittrice per aprire la
porta del suo cuore.
Il nero rappresenta la castrazione; forse anche l’essere
donna, apparentemente più debole; l’apoteosi dell’animo
sensibile…
Il rosso invece è la passione, un’arma vincente; è ciò che
eleva poi la donna a creatura sublime, insostituibile, senza
la quale noi uomini saremmo inutili…
Questa donna così sinuosa, mostra il suo corpo con rispetto e sensualità .
La folta chioma rissosa, lo sguardo rivolto oltre, il suo
appoggiarsi delicatamente, esprimono in chiare linee l’universo femminile fatto di grazia e delicatezza.
La rosa, infine, come dice la stessa Katia, simboleggia l’anima della donna, forse posata sul tavolo ad indicare la
libertà , la natura di donna, la sua completa disponibilità
nel soddisfare i desideri più segreti.
Il quadro, quindi, nel suo insieme, riesce ad esprimere
in forma pittorica, la più bella ed avvincente poesia mai
scritta.
Il suo titolo è “DONNA”.
Che la donna mantenga gelosamente il suo “SEGRETO”, lo custodisca con dedizione, per suo piacere ed il piacere dell’uomo.
Campo de’ fiori
29
Civitafestival, sette grandi appuntamenti
Riparte la kermesse musicale di Civita Castellana, giunta al suo 23° anno
Si è aperta sabato 23 luglio la kermesse
musicale del Civitafestival, giunta alla sua
ventitreesima edizione, quest’anno rivolta
principalmente alle sonorità jazz, meno
costose rispetto a quelle sinfoniche, seppur con ospiti di prestigio, visto il momento di crisi che la cittadina della Tuscia sta
attraversando e visti anche i tagli del FUS
(Fondo Unico dello Spettacolo) ai settori
dela lirica e della danza classica, come ha
tenuto a sottolineare lo storico direttore
artistico della manifestazione durante la
conferenza stampa del 18 luglio. Ridotto
anche il numero degli incontri: sette
appuntamenti spalmati nell’arco di una
settimana (23 luglio – 1° agosto). Sede
deputata, anche quest’anno, la piazza del
Duomo. Senza nulla togliere allo storico
luogo, qualcuno ha richiesto a gran voce il
ritorno dell’intera manifestazione dentro le
mura del Forte Sangallo, all’interno del
quale si svolgeranno solo tre delle serate
in programma, ancora a causa dei costi
troppi esosi che gli organizzatori si troverebbero a sostenere per tutti e sette gli
appuntamenti. Ad impreziosire l’evento
per questa edizione, la mostra ceramica
del maestro Franco Giorgi, proprio nella
cappella del Forte Sangallo, aperta dal 20
luglio al 1° agosto, in concomitanza con
l’anno della ceramica proclamato per tutto
il 2011 dal comune civitonico.
La prima serata ha visto protagonista il
cantautore italiano Gino Paoli, accompagnato da Flavio Boltro, Danilo Rea, Rosario
Bonaccorso e Roberto Gatto, per “Un
incontro in jazz”. A seguire, domenica 24
luglio, un omaggio al 150° anniversario
dell’Unità d’Italia con il “Recital” dell’organista - pianista Massimiliano Muzzi,
all’interno della Cattedrale di Santa Maria
Maggiore. Lunedì 25 luglio alle 21,30
primo appuntamento al Forte Sangallo,
con la “Nu5tet”, l’ultimo progetto del
trombettista compositore Giovanni di
Cosimo, accompagnato dal suo
Jazz Quintet, formato da Arturo
Valiante al piano e keyboards,
Moreno Viglione alla chitarra, Paolo
Pecorelli al basso elettrico,
Armando Sciommieri alla batteria.
Martedì 26 luglio si torna in Piazza
Duomo con “Gran galà lirico- sinfonico” della Iko International
Orchestra, diretta da Marco
Titotto, e la partecipazioni delle
straordinarie voci di Paola Cigna e
Robert Nagy che si faranno interpreti di un programma che tematizza le “questioni” risorgimentali.
Mercoledì 27 luglio ci si
sposta nuovamente nel
Forte Sangallo con il
“Majin
Saxophone
Quartet”, che presenta
un repertorio di compositori americani del ‘900.
Sabato 30 luglio, sempre
al Forte Sangallo il gruppo
storico
“Anime
Salve – Progetto
Faber” proporrà un tributo a Fabrizio De
Andrè . La chiusura
domenica 1° agosto,
affidata all’irriverenza di
Paolo Rossi. Alle 21,30
in Piazza Duomo la sua
“Serata del Disonore,
repertorio antologico,
patafisico e criminale”
proporrà
monologhi Da sx: Luigi Cimarra, Fabio Galadini, Gianluca Angelelli e Franco Giorgi.
comici e tragici dell’attore insieme alle sue canzoni raccontando i vizi
dell’Italia degli ultimi
vent’anni nel modo che
da sempre lo contraddistingue. Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito. Questo è
quanto l’amministrazione comunale, capeggiata dal sindaco Gianluca
Angelelli,
e
Fabio
Galadini, coadiuvato dal
prof. Cimarra, sono
riusciti a proporre al
pubblico civitonico e non
solo “perché la manifeUn incontro in Jazz: Gino Paoli, Flavio Boltro, Danilo Rea, Rosario
stazione deve essere una
Bonaccorso e Roberto Gatto.
forte attrattiva per Civita
Castellana”, ha precisato il primo cittadino,
in attesa di tempi più floridi!
Ermelinda Benedetti
Giovanni di Cosimo
Paolo Rossi
Campo de’ fiori
30
“Il Fumetto”
LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA
HAPPY! di Naoki Urasawa
edito da Panini Comics – 5 volumi, in corso
E
mozionante e coinvolgente! Io che odio il tennis,
non credevo che, grazie alle vicende narrate in
quest’opera, questo gioco potesse diventare
così appassionante. Miyuki Umino, ragazza con un
debito enorme sulle spalle lasciatole dal fratello, vorrebbe pagarlo vincendo tutti i tornei di tennis, sport in
cui ha un talento straordinario. Ma una falsa amica le
metterà i bastoni fra le ruote, rendendo tutto più difficile.
La determinazione di Miyuki nell’affrontare le situazioni difficili è l’aspetto che colpisce maggiormente.
di
Nella
trama occupa un grande spazio il genere sentiDaniele Vessella
mentale, questo facilità l’identificazione da parte del
lettore con i personaggi, che sono tutti caratterizzati in maniera ineccepibile. L’autore dà prova di saper emozionare, ancora una volta, mescolando ingredienti che solo i grandi autori sanno dosare per preparare un’oMiyuki Umino, per
pera sublime, dove non ti accorgi
pagare un debito del
che il tempo passa. E quando hai
fratello,
finito un albo, ne vorresti subito un
altro per sapere cosa farà Miyuki, i
combatterà per
suoi alleati e i suoi nemici. In altre
vincere tutti i
parole, secondo me, è un fumetto
tornei
di tennis.
imperdibile che conquisterà tutti.
Lascio l’indirizzo del mio blog:
http://danielevessella.blogspot.com/
La sua determinazione
è ineguagliabile.
Per la tua pubblicità scegli
Campo de’ fiori
IL NUMERO UNO
0761.513117 - [email protected]
Martedì e
Mercoledì:
antipasto, pizza
e birra, 11 
Campo de’ fiori
31
La rubrica dei cognomi
C
ome appare
nella lista, il
cognome più
diffuso
a
Carbognano
è
Cristofari.
Adesso vediamo la
diffusione e la disdi Arnaldo Ricci
locazione a livello
[email protected] nazionale.
Cristofari: (presente in soli 124
comuni d’Italia) le presenze sono poche
e concentrate maggiormente nel Lazio e
nel Veneto, vi è qualche presenza anche in
Piemonte. Nell’ Italia del sud comprese le
isole è quasi totalmente assente. La sua
origine è laziale.
Carosi: (presente in soli 250
comuni d’Italia) le presenze di questo
cognome, sono quasi tutte concentrate nel
Lazio, Umbria e Marche, con particolare
evidenza nella provincia di Ascoli Piceno.
Nell’Italia settentrionale è poco presente;
in quella meridionale è sporadico, con
assenza totale in Molise. Le sue origini
sono laziali.
I cinque cognomi
più diffusi a
Carbognano
Tali cognomi in ordine di
diffusione sono i seguenti:
1°
2°
3°
4°
5°
Cristofari
Carosi
Narduzzi
Nardocci
Colinelli
Narduzzi: (presente in soli 110
comuni d’Italia) anche questo è un
cognome poco diffuso e le poche presenze sono quasi tutte concentrate in provincia di Roma, Lazio del Nord e Friuli Venezia
Giulia. Esclusa la Campania dove è presente sporadicamente, esso è praticamente inesistente nel resto dell’Italia meridionale comprese la isole. Si presume con
buona sicurezza abbia le sue origini in
provincia di Viterbo.
Nardocci:
(presente in soli 29
comuni italiani) le poche presenze di
questo cognome sono quasi tutte concentrate nel Lazio; vi sono sporadici casi di
presenza anche in Lombardia, Veneto,
Emilia, Toscana, Liguria e Umbria; in tutte
le altre rimanenti regioni, esso è totalmente assente. Anche questo cognome è
con estrema probabilità originario della
provincia di Viterbo e forse proprio di
Carbognano.
Colinelli:
(presente in soli 19
comuni d’Italia) i cittadini che hanno
questo cognome sono quasi tutti concentrati nella provincia di Viterbo ed in particolare a Carbognano. Esistono sporadiche
presenze a Roma, Emilia Romagna,
Toscana, Lombardia, Campania, Sicilia. In
tutto il resto d’Italia esso è totalmente
assente. La provenienza è da attribuire al
territorio della provincia di Viterbo e con
estrema probabilità proprio a Carbognano.
Seguirà sul prossimo numero lo stesso
studio per il comune di Faleria.
32
Campo de’ fiori
“Dio è morto?” Sì. Ma soltanto
per chi è “morto a Dio”
Sentir dire da qualcuno che “Dio è
morto”, di sicuro fa
un certo effetto. Ma
dopo aver noi valutato la notizia, risultata del tutto infondata, ci siamo chiesti: “chi sono coloro
che parlano della
del Prof. Massimo
morte di Dio? Sono
Marsicola
forse persone vissute al suo fianco?
Gente che lo ha conosciuto? Che ha condiviso con Lui la sua parola e il suo pane?
E come mai, in luogo di una ‘buona notizia’ danno una notizia ferale? Che tipo di
annunciatori sono? A tutte queste domande, dopo attenta disamina, abbiamo potuCaravaggio - L’incredulità di San Tommaso
to rispondere così : no, costoro non hanno
mai conosciuto Dio. Non hanno mangiato
non accetta di sedersi alla sua mensa, non
hanno esibito un estemporaneo sentimenil suo pane e non hanno accolto la sua
lo
forza. E allora, si! Potranno dire: “Dio è
to
per
gridare
all’originalità
,
considerandoparola. Parlano, dunque, di ciò che non
morto”;
Dio si nasconde”; “Dio è indiffele
più
degne.
Hanno
innalzato
se
stessi
e
conoscono; di ciò di cui non hanno avuto
rente”… E’ il grido di chi non lo conosce, di
la parola umana nel
esperienza. Contraddicono
chi con Lui non dialoga; di chi è rimasto
ove
invece
la buona novella della vita
Chi afferma questo luogo
senza
la sua consolazione.
dev’essere
innalzato
portata all’uomo dal Figlio
Ma in realtà , mentre costoro facevano
parla di ciò che
Dio. A costoro Dio non
di Dio. E se parlano della
esperienza dell’assenza conturbante di
si rivela. Da costoro si
morte vuol dire che sono i
non
conosce
Dio,
il Signore ha continuato a manifestarnasconde.
Dio
è
giusto.
figli della morte. Si sono
si a quelli che lo hanno cercato e accolto.
Non violenta l’umana
perchè non ne
rivolti all’uomo come
Ha continuato a nutrirli con la sua parola e
volontà o la libertà delistrioni, cercando da esso
ha
avuto
esperienza.
con
il suo stesso corpo, il pane eucaristico.
l’uomo.
Se
qualcuno
soddisfazione e riconosciQuesti
sanno che Dio, il vivente, ha dato,
non
vuole
ascoltare
la
mento. Hanno accolto
A costoro Dio
dà e darà loro la vita in abbondanza adessua parola, Egli non lo
alcune parole della sciennon si rivelerà !
so, e la vita eterna nel secolo futuro.
obbliga. Se qualcuno
za per sembrare dotti;
33
Campo de’ fiori
Il Prof. Domenico Del Priore
e il concorso nazionale di canto
D
omenico
Del
Priore nacque a
Civita Castellana il 27 Luglio 1893
da Antonio Del Priore
e Chiara Crestoni.
Studiò
musica a
Roma con la famosa
musicista De Cupis
Cleofe, figlia dello
storico Cesare De
di Francesca
Cupis, e si diplomò
Pelinga
in violino. Insegnò
poi alla “Schola Cantorum” di San Salvatore
in Lauro, fondata nel 1868 dal Papa Pio IX e
da cui uscirono nomi celebri come il M.°
Enrico Morlacchi, Bonaventura Somma, i fratelli Fusco e Goffredo Petrassi, Nicolai,
Zammerini, Carlo Romano, Raffaello Tega,
Luciano Pelosi. Negli anni Venti con lo stesso Bonaventura Somma, autore dell’Ave
Maria, Domenico formò un quartetto d’archi
insieme anche al cugino Domenico Mancini e
al maestro Armando Antonelli, altro famoso
musicista. Il quartetto teneva concerti al
Quirinale, all’Excelsior, a Casa Savoia.
Suonarono anche al matrimonio di Umberto
II, e la principessa Mafalda apprezzò molto
la loro musica tanto che baciò il violino di
Del Priore. Nella stagione estiva si trasferivano in Svizzera e tenevano concerti in
alberghi e nei parchi a Sant Moritz. Il prof.
Del Priore fu direttore della banda di Civita
dopo la morte del maestro Achille Feliciani e
prima del maestro Celestino Ceccarelli. Nel
1937 ritornò nella sua amata Civita dove fu
un valido presidente dell’ospedale Andosilla
e amministratore dell’orfanatrofio StefaniLepori. Continuò la sua passione per la
musica dando lezioni di violino. Dedicò gratuitamente la sua opera alla scuola elementare (l’edificio), dove era direttore il sacerdote don Valenza. Lì creò un piccolo coro
di 25 alunni, con i musicisti Crestoni ed
Ammannato, a cui affidò oltre il canto uno
strumento ad archi. Nel 1950 preparò con i
bambini l’operetta “Cenerentola“, che debuttò al teatro Florida con Ferruccio Annesi
nella parte del principe e Maria Fantera in
quella di Cenerentola. Nel 1951 misero in
scena “La piccola olandese”, i cui costumi
furono fatti venire da Milano e fu un grande
successo. Con il ricavato fu comperato l’impianto di altoparlanti da mettere nelle classi.
In quel periodo Silvio Gigli conduceva la trasmissione radiofonica “Radio per le scuole”,
e con questo programma, ogni giorno erano
proposti ai bambini indovinelli, quiz, problemi da risolvere in cambio di premi. Venne
indetto anche nel 1952 un concorso nazionale di canto corale. Venivano fatte delle
audizioni di selezione nelle località degli
iscritti, inviate poi a Roma, dove un apposita commissione avrebbe provveduto alla
scelta di quelle idonee alla trasmissione e
avrebbe fatto una graduatoria. I premi erano
10 di L.100.00-50.000.25.000 a favore delle
casse scolastiche delle scuole premiate,un
apparecchio radio a cinque valvole per gli
insegnanti del coro e un distintivo ricordo
riproducente un piccolo microfono d’argento. Il prof. Del Priore iscrisse la scuola elementare insieme ad altre 73 provincie.
Avevano cinque mesi di tempo per preparare due brani: uno classico e uno folcloristico.
Preparò e scrisse le parole “Piu non sia che
m’innamori” sulla musica di
Domenico
Mazzocchi e la “Ninna Nanna di Brahms”. Il
2 maggio la commissione giudicatrice rese
noti i complessi vocali che avevano vinto:
Civita si classificò quinta. Ad agosto una
radio squadra venne a Civita per un giro di
propaganda ed alle 21.00 a piazza Matteotti,
il complesso corale delle scuole elementari
diretto dal prof. Del Priore, con la collaborazione del complesso Aurora e del pianista
Mario D’Antoni, eseguirono un motivo tratto
da Valdes “Il girotondo dei bambini”, adattato dai maestri Del Priore e Crestoni, oltre ad
una canzonetta del Seicento del musicista
civitonico Domenico Mazzocchi. In quell’occasione la bambina Maria Soldini cantò con
molta grazia la canzone “Letterina al soldato”; il quartetto jazz del maestro elementare Madonnia eseguì tre brani ritmici ed i
quattro ragazzi del gruppo furono applauiditi a lungo per la loro bravura. Luigi Dentico
e Benedetto Tentella cantarono rispettivamente le canzoni “ ‘A voce ‘e mamma” e
“Chitarra romana”. Mario Corteselli e Davide
Barbieri imitarono i versi degli animali. I più
acclamati furono naturalmente i bambini del
complesso corale della scuola.
Altri tempi altra scuola.
34
Campo de’ fiori
IL MURO DI VIA DEL FORTE
Nonostante l’esplicita condanna del Tribunale nei confronti del
Seminario, esso rimase in piedi ancora a lungo.
del Prof. Architetto Enea Cisbani
...continua dal numero 82
(Tra incontri, proposte alternative e varie
vicissitudini si arriva al 6 Febbraio 1857,
quando in Viterbo si celebra…) ……presso
il tribunale ecclesiastico, il dibattimento
finale della controversia giudiziaria che
vede contrapposti la Sacra Congregazione
del Seminario con Mons. Giulio De Carolis,
Amministratore Apostolico e la Comunità
rappresentata dal gonfaloniere Giacomo
Franci, per la ben nota e annosa questione del muro di via del Forte e di via del
Governo.
Esaminiamo la sentenza finale emessa dal
giudice alla conclusione della lunga giornata processuale:”……Ecc.mo Tribunale
Civile Collegiale di Viterbo, ad istanza
dell’Ill.ma Comunità di Civita Castellana e
per essa dell’Ill.mo Giacomo Franci
Gonfaloniere ivi rappresentato dal D.no
Carlo Borgussi procuratore……Si invita il
venerabile Seminario di Civita Castellana
nelle
persone
dei
Reverendissimi Signori
D. Giulio De Carolis,
Amministratore
Apostolico, Domenico
arciprete Caprinozzi, D.
Giovanni Paolo canonico Lepori, D. Giuseppe
canonico Pasquetti e D.
Ascenzo
canonico
Baroni deputati dell’amministrazione
e
componenti la congregazione economica del
detto pio luogo tutti
domiciliati nella città ,
essendosi da parte del
Seminario arbitrariamente costruito un
muro che dall’angolo
dell’antico
palazzo
Andosilla, ora di proprietà del venerabile
Ospedale della città
medesima e posseduto
in enfiteusi da esso
Seminario, s’estende
lungo la strada che
conduce al Forte della
stessa città , fino a
poca distanza d’un granaro spettante al suddetto ospedale e sito
nel lato opposto, resta
con ciò impedito il
limite della strada
medesima e racchiude
nella massima parte l’adiacente piazza di
Massa……essendosi che il fatto enunciato
reca gravissimo pregiudizio al diritto che il
Pubblico esercita in quella località coll’interdire la libertà del transito e l’uso della
strada e della piazza, oltreché deteriorata
e deformata l’antica conformazione dell’una e dell’altra, e induce ragionevole
sospetto che voglia procedersi ad una
assoluta occupazione dell’antica piazza e
ciò ha inferto gravissimo pregiudizio al
diritto di transito che la popolazione esercita in quella località ,………..Formula,
pertanto, di Demolire e Rimuovere il
Muro sopra costruito e restituire l’antica strada e piazza alla primitiva
forma. Viterbo lì 6 febbraio 1857”.
Nonostante la sentenza del tribunale
il muro non viene assolutamente
rimosso e tra varie proposte di conciliazione, manifesti e pubblici dibattimenti
sulle possibili soluzioni da adottare, si arriva al gennaio del 1860 quando nuove nubi
si addensarono all’orizzonte.
Da un capo all’altra della penisola l’Italia
era in fermento per la tanto agognata
Unità del paese, in quanto l’esercito
Piemontese vittorioso contro l’Austria, si
stava affacciando ai confini dello Stato
Pontificio e i soldati del Pontefice Pio IX,
per impedire una ulteriore avanzata, si
erano portati a Civita Castellana, considerata l’ultima linea di difesa a nord di Roma
per chi voleva raggiungere la città eterna
dalla via Flaminia.
I soldati della fanteria Pontificia presero allora possesso del palazzo
Andosilla e il Seminario dovette allora trasferirsi nel palazzo Vescovile. In
presenza dei militari, la disputa si
spense e venne parzialmente accantonata in virtù dei supremi interessi
politici e militari dello stato.
In contemporanea con la spedizione dei
Mille di Giuseppe Garibaldi, il 24 ottobre
1860, la colonna dei Cacciatori del Tevere
del colonnello Luigi MASI, eroe del
Risorgimento, dopo aver conquistato
molte città dell’Umbria e dell’Alto Lazio e
al termine di un’aspra battaglia, espugna
la roccaforte di Civita Castellana ed
entra con le sue truppe nella città accolto
festosamente della popolazione, anticipando così di dieci anni la effettiva
liberazione di Civita Castellana avvenuta il 12 settembre 1870.
Le truppe di liberazione occupano allora il
palazzo Andosilla, e chi sperava che i liberatori avrebbero risolto l’annosa questione, rimase ancora una volta deluso: il
muro non venne demolito, anzi la
piazza così chiusa e delimitata ben si
prestava agli usi in fatto di esercitazioni e prove militari.
La presa di Civita Castellana ebbe vasta
eco e risonanza, tanto che il Cardinale
Enea Antonelli, Segretario di Stato
Vaticano, protestò animosamente con
Casa Savoia e dopo alcuni mesi la nostra
città venne nuovamente restituita allo
Stato Pontificio.
Le autorità Pontificie inviarono, allora,
nella città le truppe scelte Francesi degli
Zuavi, che scelsero per la sua posizione e
la sua invidiabile piazza d’armi il palazzo
Andosilla.
Dal dicembre 1860 al 12 settembre
1870, il palazzo Andosilla è dunque
una caserma militare Francese e il
muro rimane sempre lì al suo posto,
fin quando………
continua sul prossimo numero...
Campo de’ fiori
35
L’angolo del Bon Ton
L’ingresso e l’ uscita dalla Chiesa. La torta nuziale
Con questo nuovo
incontro, concludiamo
il nostro “viaggio” nel
bon ton del matrimonio.
Già dal titolo di questo
articolo vi sarete resi
conto che, anche se
sembra scontato o
di Letizia Chilelli
paradossale, ci sono
delle regole anche sul
comportamento da tenere durante “i cortei” che accompagnano gli sposi nel giorno delle nozze e addirittura sul taglio della
torta!
Ebbene sì !
Vediamoli insieme.
(gesto che le spetterà di diritto dopo
sposata).
Dietro la sposa, al momento dell’entrata si formerà un piccolo corteo
composto dai paggetti, dal padre che
porgerà alla sposa il braccio sinistro,
e dalle damigelle.
All’altare, il padre “affiderà ” la figlia
al futuro marito stringendogli la
mano e poi andrà a sedersi al suo posto.
L’uscita dalla chiesa
L’ingresso in chiesa
La disposizione degli invitati, per i quali
non sono ammessi ritardi, sarà gestita da
un parente degli sposi.
Lo sposo entrerà in chiesa accompagnato
dalla mamma, alla quale porgerà il braccio
destro.
Una raccomandazione: spesso, mi è capitato di vedere che lo sposo entra in chiesa
mentre tutti sono ancora sul sagrato ad
aspettare l’arrivo della sposa, nulla di più
triste!
Lo sposo entrerà nel momento in cui tutti
gli invitati hanno preso posto.
I testimoni prenderanno posto vicino agli
sposi, a sinistra quelli di lei e a destra quelli di lui e saranno seduti su poltroncine o
banchi preparati da chi addobba la chiesa.
Nella prima fila, ovviamente, prenderanno
posto, nella parte destra i parenti dello
sposo e nella parte sinistra quelli della
sposa, stesso ordine per parenti e amici
della coppia.
La sposa arriverà con dieci (e solo dieci!!)
minuti di ritardo, al suo arrivo la attenderanno sul sagrato gli eventuali paggetti e
le damigelle, gli invitati e i parenti saranno
tutti dentro la chiesa.
Il papà aiuterà la sposa a scendere dall’auto e la omaggerà del primo baciamano
I parenti e gli amici potranno, al
momento in cui la coppia e i testimoni firmano sul registro, uscire, possibilmente in
maniera educata e silenziosa, si posizioneranno sul sagrato e aspetteranno il
momento del tradizionale lancio del riso
(se consentito).
Dopo la firma, lo sposo porge il braccio
destro alla sposa e tutti e due si avvieranno verso l’uscita.
Dietro di loro ci saranno la madre dello
sposo al braccio destro del padre della
sposa, e la madre della sposa al braccio del padre dello sposo.
Chiuderanno il corteo i testimoni della
coppia.
Il taglio della torta
e i saluti
Alla fine del pranzo, (anche se sempre più
spesso, per motivi di tempo e di disponibilità del fotografo, ci si imbatte nel taglio
della torta prima di pranzo! Scelta questa
decisamente bocciata, visto che, in questo
modo, non si potrà effettuare il brindisi,
da riservare decisamente alla fine della
Il legame
di ogn
rapporto,
sia nel ma i
trimonio,
sia nell’a
micizia, s
t
conversaz a nella
ione
Oscar Wil
de
festa e con uno
spumante dolce, possibilmente) la
torta verrà portata intera davanti agli
sposi.
Per il dolce è sempre meglio optare per il
classico “dolce degli sposi”, quello a più
piani con glassa bianca, pan di spagna e
crema, ma nessuno vieta di scegliere una
torta diversa che si accosta magari, di più
ai gusti della coppia, l’importante che il
dolce sia scenografico e di ottima qualità .
Lo sposo terrà in mano il coltello e lo posizionerà sulla torta, la sposa appoggerà la
sua mano su quella del marito, procedendo così insieme al taglio del dolce; questa
usanza simboleggia il futuro insieme della
coppia.
La sposa offrirà la prima fetta al marito,
poi alla suocera, alla sua mamma, al suocero e al suo papà , per concludere con i
testimoni. A questo punto i camerieri
potranno procedere nel portare in cucina
la torta e fare le porzioni che verranno distribuite.
Quando tutti gli invitati avranno la loro
fetta di torta, si procederà al brindisi
augurale e qui il neo-marito potrà fare un
discorso.
Finito il pranzo, gli sposi si posizioneranno
all’uscita del luogo dove è avvenuto il banchetto in modo tale da poter ringraziare e
salutare gli ospiti.
Come sempre piccola nota di colore: la
torta nuziale arriva in Italia intorno agli
Anni Venti, abbiamo importato questa
usanza dai Paesi Anglosassoni dove era
già presente fin dal 1800.
Come dicevamo all’inizio dell’articolo,
siamo ormai giunti alla fine di questo percorso sull’organizzazione del matrimonio,
non mi resta quindi che lasciarvi con un
aforisma del mio autore preferito, Oscar
Wilde, che diceva: ” Il legame di ogni rapporto, sia nel matrimonio, sia nell’amicizia,
sta nella conversazione”.
Augurissimi a tutti i passati,
i presenti e i futuri sposi!!!!!
Fonte: iodonna.it, siti specializzati in preparativi
matrimonio.
Campo de’ fiori
36
Ritornato alla casa del Padre il 21 maggio 2011 alle ore 19.30
Per ricordare Mons. Mario Mastrocola
Parroco di Fabrica di Roma per 41 anni (dal 1961 al 2002)
Seconda parte
Una foto della Biblioteca del Seraphicum di Roma Eur,
durante una visita di S.S. Giovanni Paolo II°
abbondanza:
i
libri di storia e di
Te o l o g i a ;
bastava entrare nella sua abitazione per
vederli sparsi in ogni angolo, anche sul
pavimento; i suoi numerosi libri, nascondevano alla vista le poche e povere cose
che possedeva.
Con la sua vecchia Olivetti, scriveva fogli
abbondanti di correzioni nonché di caratteri di punteggiatura, in distribuzione ogni
domenica ai suoi fedeli, durante le messe;
egli molto spesso, posizionava la macchina
per scrivere sulla prima pila di libri che gli
capitava sotto mano!
Sono convinto di poter affermare, senza
tema di essere smentito, che Don Mario
visse sì nello stile di povertà delle cose,
ma anche in quello della ricchezza della
sua cultura, implementata e aumentata
giornalmente tramite libri, riviste, giornali
e quant’altro. Mi domando: se ai tempi di
Don Mario fosse stata disponibile internet
come ora, cosa avrebbe potuto realizzare
questo Sacerdote?
La popolazione di Fabrica di Roma che
attualmente ha un’età compresa tra i 20
ed i 70 anni, ha sicuramente ricevuto
almeno un sacramento tramite lui; tutti
sanno che egli era un uomo di una sincerità e schiettezza imbarazzanti, sia nell’elogiare o redarguire o esprimere un pensiero verso i suoi parrocchiani che a suo
giudizio
non si comportavano bene.
Questo, lo faceva direttamente in modo
face to face, tanto per utilizzare una
espressione in lingua inglese che va molto
di moda oggi! Mai criticava qualcuno se
In questa foto don Mario nel 1962 durante la cerimonia della prima comunione
di alcune bambine di Fabrica nate nel 1952 e ‘53
Don Mario rimase a Calcata in qualità di
Parroco Arciprete fino al 1961. Durante i
sette anni trascorsi come Parroco egli
acquistò una “Lambretta”, vedere Nota
N°1 . Con la sua affidabile e rumorosa
Lambretta poteva raggiungere qualsiasi
località della parrocchia a lui assegnata.
Nel 1961 fu trasferito a Fabrica di Roma
per sostituire Don Silvano Francola
(Parroco di Fabrica di Roma dal 1957 al
1961).
Se ricordo bene, quando egli arrivò a
Fabrica, aveva ancora la Lambretta; dopo
qualche tempo acquistò una Fiat 500
azzurra usata, nonchè un po’ smarmittata. Tutti quelli che hanno conosciuto Don
Mario sanno bene che le automobili possedute da questo personaggio erano considerate da lui solo semplici mezzi, o
meglio, lamiere di locomozione; le sue
auto, Fiat 500, poi 126 poi Panda 30 e
750, erano sempre abbozzate e malandate esteticamente; Don Mario non curava
l’estetica delle auto e nemmeno delle altre
sue cose, compreso il suo abbigliamento.
Nei suoi 41 anni di permanenza nella
nostra Parrocchia, egli applicò alla lettera quello che è scritto sul Vangelo:
“….. E’ più facile che un cammello entri in
una cruna d’ago piuttosto che un ricco
entri nel regno dei cieli……” chi lo ha
conosciuto sa bene che visse una vita solo
con l’essenziale, molto lontano dalle
comodità attuali e molto vicino alla povertà . Lui amava avere una sola cosa in
quel qualcuno non era presente!
Il Vescovo Emerito della nostra Diocesi S.
E. Mons. Divo Zadi, in un discorso pronunciato in occasione del 50° anniversario di
sacerdozio di Don Mario, lo definì con
queste parole “…una voce autorevole, un
uomo saggio, pieno di dottrina, noto per la
schiettezza del suo dire……..”
Fortunatamente la sua biblioteca, nonché
archivio storico di varia documentazione,
non è andata perduta con la sua scomparsa; tutti i quarantamila volumi, riviste,
monografie e quant’altro, sono stati da lui
donati alla biblioteca del Seraphicum di
Roma che gli ha conferito il riconoscimento di “ Benefattore del Seraphicum.”
Il Seraphicum è il nome della Pontificia
Facoltà Teologica dei Frati Minori
Conventuali, ubicata a Roma EUR in via
del Serafico N° 1.
Per riconoscenza a Don Mario, la facoltà
sovra citata gli ha concesso la Laurea
Honoris
Causa
in
Teologia
Dogmatica. Egli accettò la laurea ma
volle comunque presentare la sua tesi
sulla storia dei Fraticelli, scritta semplicemente a memoria o, volendo utilizzare una
sua tipica espressione colorita “tutta d’un
fiato”, senza effettuare ricerche di sorta.
Le ultime immagini di Don Mario che si
ricordano a Fabrica sono quelle relative
alla Messa domenicale delle 11.15 che ,
nonostante fosse malfermo, officiava
spesso, anche se non era più lui il titolare
della parrocchia ma l’attuale Parroco Don
Chicco.
Quando leggeva, si capiva benissimo che
Campo de’ fiori
37
Una recentissima nonché molto espressiva
foto di Don Mario
Don Mario durante una prima comunione del 1988 a Fabrica di Roma
la sua vista lo tradiva, facendogli saltare
anche righe intere, quando poi predicava a
braccio, nonostante l’età e gli acciacchi,
tornava ad essere il Don Mario di sempre;
con la sua possente voce e le simpatiche
espressioni dialettali marchigiane e non,
intercalate magistralmente nel suo dire,
per rendere maggiormente incisivo il
senso dei suoi discorsi.
I genitori di Don Mario vissero per anni
insieme a lui, alla loro morte furono sepolti a Fabrica ma, quando per vari motivi
(principalmente quello della salute) egli si
trasferì ad Allumiere, un paesino nei pressi di Civitavecchia, volle portare con sé
anche le loro spoglie.
Molti fabrichesi si domandarono, ma perché Don Mario è andato ad abitare ad
Allumiere? Si seppe poi che decise di trasferirsi in quel paesino, perché lì , fu amorevolmente ospitato presso la casa della
famiglia Rinzivillo, accudito dalla signora
Maria De Mari che egli conosceva fin da
bambino; anche la signora Maria aveva
trascorso la sua infanzia giocando nei cortili maceratesi nonché a casa di Don
Mario. Tra le due famiglie esisteva un’amicizia secolare.
I funerali di Don Mario sono stati presieduti da S. E. Mons. Romano Rossi attuale
Vescovo di Civita Castellana; la sua volon-
tà
era quella di essere sepolto nella
tomba della parrocchia dedicata ai suoi
sacerdoti; così è stato fatto; lo stesso
Vescovo ha poi celebrato la messa nel trigesimo della morte il giorno 21 giugno
2011 alle ore 21.00 presso il Duomo di
Fabrica di Roma, gremito di parrocchiani
come lo è a Pasqua, Natale o San Matteo.
Nella sua chiara ed inequivocabile omelia,
il nostro Vescovo ha affermato che la porta
per entrare in Paradiso
è stretta e scomoda
ma Don Mario ha
impostato tutta la Sua
vita nella ricerca assidua della Verità , per
riuscire poi, alla fine,
ad entrare per quella
porta……”
Se volessimo usare un
espressione dialettale,
tipica di Don Mario, nel
definire quella porta,
credo che egli avrebbe
commentato così :
”……pè quella porta,
non è tanto facile che
ce se cape……”
Caro Don Mario, adesso
che hai raggiunto la
Casa del Padre, non
ci rimane altro che chiederti di pregare
ancora una volta per noi , affinché ci sia
concesso di poter entrare per quella “porta
stretta” e di venire a godere nel futuro,
della vista che tu attualmente godi e
godrai per sempre.
Nota N° 1 come tutti quelli di una certa
età sanno, insieme alla Vespa, furono le
due ruote a motore più utilizzate del dopoguerra; questo scooter derivò il nome dal
quartiere Lambrate di Milano, dove erano
ubicati gli stabilimenti di produzione, quartiere che a sua volta prendeva il nome dal
torrente Lambro che lo attraversa.
Foto della Messa celebrata a Fabrica di Roma, il giorno 21 giugno
2011 alle ore 21.00 dal Vescovo S.E. Mons. Romano Rossi, in
occasione del Trigesimo della morte di Don Mario
Nel cuore
In ricordo dell’aviere Pietro Fasoli, nato
il 20 dicembre 1949 e deceduto il 3 agosto 1971, a quarant’anni dalla scomparsa, i famigliari faranno celebrare una
messa in suffragio il giorno 2 agosto
alle ore 18.00 presso la parrocchia di
San
Giuseppe
Operaio,
Civita
Castellana.
23 Luglio 1948
Per Angelo Mecaroni dalla
nipote Miaria Cristina.
Se nel cielo vedo brillare una
stella, nonno sei tu, che mi
guardi e mi proteggi di lassù
Campo de’ fiori
38
Una “Fabrica” di ricordi
Personaggi, storie ed immagini di Fabrica di Roma
LE CICALE DI SAN ROCCO
San Rocco è stata per
molti decenni del secolo
scorso la via della passeggiata, e dagli anni ’30,
quando lì nascevano la
maggior parte delle case
esistenti, fino agli anni
’70, d’estate, persone di
di Sandro Anselmi ogni età salivano su dal
paese per godere del fresco della sera e per bere l’acqua ghiacciata
del fontanile. Questo era il rito col quale si
chiudevano le giornate calde ed afose, spese,
spesso, nel duro lavoro dei campi.
Tutta la strada che divideva in due l’abitato
era occupata da crocchi di persone anziane,
che, in cerchio, sedute sulle seggioline di
paglia portate da casa, si attardavano, dopo
cena, per raccontarsi le storie di famiglia, ma
anche di streghe e di lupi mannari. Al centro
della strada passeggiavano i più giovani che,
spesso, affascinati dai racconti dei vecchi, si
fermavano ad ascoltare seduti a terra. Non
passava mai un’automobile la sera.
Il tratto più frequentato e che veniva ripetuto
più volte, era quello che andava dal fontanile
al villino del farmacista vecchio e solo i giovani, se riuscivano a convincere le ragazze ad
andare a cercar le lucciole, oltrepassavano il
limite per avventurarsi su verso i castagneti
nella speranza di poter stringere almeno la
mano a chi durante il giorno avevano potuto
a melapena salutare.
C’era un piccolo prato, però , tra la villa del
farmacista nuovo e quella del farmacista vecchio, che proprio perché in mezzo all’abitato,
poteva essere frequentato senza destare
grandi sospetti, e complice il manto di stelle e
la romantica luna, custodiva i primi segreti
d’amore.
Le cicale accompagnavano i sussurri ed i
sospiri leggeri ed erano la colonna sonora dei
trepidi, teneri momenti d’amore…
Fabrica di Roma - Primi del ‘900. L chiesa di San Rocco, che oggi non esiste più.
Fabrica di Roma - Anni ‘40. Da sx: Vera Iannoni e Anna Alessi a passeggio per la via.
Campo de’ fiori
39
Cos’è l’osteopatia?
Ecco come curare le varie patologie senza l’utilizzo di medicinale
L’OSTEOPATIA è
una
terapia
manuale, complementare
alla
medicina classica.
Tale metodica naturale e dolce tratta le
varie
patologie
senza utilizzare farmaci, avvalendosi di
del Dottor Patrizio
un approccio causale
Lazzarini
e non sintomatico;
fisioterapista
studia l’individuo nel
suo complesso e non si accontenta di risolvere il sintomo, ma va alla ricerca della
causa di ogni sofferenza che può trovare
la sua localizzazione anche in un’altra
zona del dolore. Il termine “osteopatia” è
stato coniato dal suo fondatore, il chirurgo
americano Dr Andrew Taylor Still, che alla
fine del XIX secolo scoprì le relazioni esistenti tra l’equilibrio funzionale dell’insieme delle strutture del corpo e la salute. Il
Dr Still elaborò una nuova concezione del
corpo umano e un altro modo per curarlo. L’innovazione consiste in alcuni principi
cardine di cui ancora l’osteopatia si avvale: Unità del corpo Relazione tra struttura
e funzione Autoguarigione
— Unità del corpo: l’individuo è visto
nella sua globalità come un sistema composto da muscoli, strutture scheletriche,
organi interni che trovano il loro collegamento nei centri nervosi della colonna vertebrale. Ogni parte costituente la persona
(psiche inclusa) è dipendente dalle altre e
il corretto funzionamento di ognuna assicura quello dell’intera struttura: dunque, il
benessere.
— Relazione tra struttura e funzione:
il Dr. Still concluse che l’osteopatia poteva
riassumersi in un’unica frase “la struttura
governa la funzione”. La perfezione di
ogni funzione è legata alla perfezione
della struttura portante, se tale equilibrio
è alterato ci si trova di fronte a una disfunzione osteopatica, caratterizzata da
una zona corporea in cui è andata persa la
corretta mobilità . L’organismo reagirà a
tale disequilibrio creando delle zone di
compenso e di adattamenti corporei non
favorevoli al benessere generale dell’ organismo.
— Autoguarigione: in osteopatia non è
il terapeuta che guarisce, ma il suo ruolo
è quello di eliminare gli “ostacoli” alle vie
di comunicazione del corpo al fine di permettere all’organismo, sfruttando i propri
fenomeni di autoregolazione, di raggiungere la guarigione. L’osteopatia mira a
ristabilire l’armonia della struttura scheletrica di sostegno al fine di permettere all’
organismo di poter trovare un proprio
equilibrio ed un proprio benessere.
L’osteopatia si occupa principalmente dei
problemi strutturali e meccanici di tipo
muscolo-scheletrico a cui possono però
associarsi delle alterazioni funzionali degli
organi e visceri e del sistema craniosacrale. Una postura scorretta può provocare
continui problemi quali pirosi (bruciori di
stomaco), stipsi (stitichezza), dismenorrea (dolore mestruale), cefalea (mal di
testa). Poiché in osteopatia si ha una
visione olistica del corpo umano, è valida
anche l’idea contraria: un problema funzionale organico-viscerale (dell’intestino,
dell’apparato ginecologico ecc.) può provocare dei dolori di tipo muscolo- scheletrico. L’osteopatia, grazie proprio ai prin-
cipi su cui si basa, interviene su persone
di tutte le età , dal neonato all’anziano, alla
donna in gravidanza. Si rivela efficace in
diversi disturbi che spesso affliggono l’individuo impedendogli di poter condurre
una vita serena, disturbi come: cervicalgie, lombalgie, sciatalgie, artrosi, discopatie, cefalee, dolori articolari e muscolari da
traumi, alterazioni dell’equilibrio, nevralgie, stanchezza cronica, affezioni congestizie come otiti, sinusiti, disturbi ginecologici e digestivi...
Esistono diverse tipologie di tecniche che
l’osteopata ha a propria disposizione per
curare le disfunzioni del corpo umano:
— Trattamento osteopatico generale:
applicazioni di particolari manovre di rilasciamento delle articolazioni e dei muscoli. Ha effetti non solo meccanici, ma
soprattutto biochimici, in quanto stimola il
correttoscambio di fluidi all’ interno delle
strutture trattate.
— Manipolazioni articolari: tecniche
dirette che correggono le posizioni spaziali delle articolazioni secondo i loro assi
di movimento. Hanno una forte influenza
neurologica, oltre che puramente meccanica, in quanto favoriscono l’ emissione di
corretti impulsi dalle e alle terminazioni
della parte trattata.
— Manipolazioni viscerali: ristabiliscono la mobilità e la motilità (espressione
della vitalità cellulare) di un organo.
Queste tecniche consento di stimolare
l’organo verso una corretta funzione, digestiva, di assorbimento o di espulsione, sia
in un ambito più meccanico sia in ambito
biochimico.
— Tecniche craniali: agiscono sul movimento di congruenza fra le ossa del cranio, andando ad agire a livello osseo, nervoso, meningeo e del liquor cefalorachidiano. Con queste tecniche si agisce in
particolare sulla vitalità dell’organismo,
qualità fondamentale che permette agli
esseri viventi di reagire con efficacia agli
eventi di disturbo provenienti dall’ambiente esterno e da quello interno.
Campo de’ fiori
40
ARIA DI CHIUSURA PER L’AMBULATORIO
DI FISIOTERAPIA DEL CENTRO SALUTE ORTE.
Solo per il periodo estivo, si sarebbe ufficialmente detto. Ma sarà vero?
Dopo la chiusura di alcuni reparti, ben
noti, dell’Ospedale Andosilla di Civita
Castellana, ma anche di quello di
Acquapendente, Montefiascone e non
solo, anche l’ambulatorio di fiosioterapia
dell’ex ospedale di Orte, trasformato ormai
da tempo in centro salute, rischia di chiudere!
E’ stata comunicata la sospensione del
Servizio di Fisioterapia all’interno del
Centro Salute di Orte (AUSL VT3), decisa
(ci è stato detto) dalla Direzione
Strategica della AUSL dal 01 agosto 2011,
fino a data da destinarsi (forse anche definitivamente), con la motivazione di carenza nell’organico di tutta la fisioterapia
della AUSL VT, per pensionamenti, maternità e ferie (soprattutto nel periodo che va
dal 15-06 al 15-09). Nell’ambulatorio lavorano due fisioterapiste dal gennaio 2007,
che hanno sempre garantito il Servizio.
prestazioni erogate 10320.
Anno 2009 n. pazienti trattati 399,
prestazioni erogate 10335.
Anno 2010 n. pazienti trattati 356,
prestazioni erogate 9953.
Anno 2011 fino a Giugno n. pazienti
trattati 159 prestazioni erogate
5164.
Il bacino di
utenza dell’Ambulatorio
Fisioterapico di Orte (abitanti 9069) è
molto vasto: vi sono compresi i Comuni di
Soriano (ab.8680), Bassano in Teverina
(ab.1350) Vitorchiano (ab.4884) Bomarzo
(ab.1862), tutti facenti capo alla AUSL
VT3.
Inoltre al servizio accedono, vista la vicinanza e tempi di attesa ridotti, utenti provenienti da Vasanello (ab. 4300),
Vignanello (ab. 1400), Vallerano (ab.
4823) ed anche Gallese, Corchiano, Civita
Castellana (appartenenti alla AUSL VT5),
dalla stessa Viterbo e dalla vicina regione
Umbria (Amelia-Narni).
Ecco alcune semplici cifre. I pazienti
trattati negli ultimi tre anni sono stati:
Anno 2008 n. pazienti trattati 382,
La chiusurà dell’Ambulatorio causerà un
grosso disservizio alla popolazione perché
i Centri di Riabilitazione non a pagamento
a cui dovranno rivolgersi sono distanti,
ciò costringerà molti utenti a non poter
usufruire di trattamenti fisioterapici per i
notevoli costi delle prestazioni presso centri privati. A oggi ci sono in lista d’attesa
più di 50 pazienti e altri continuano ad
arrivare per prenotarsi. Per chiarezza nei
loro confronti e verso l’utenza interessata
è importante che la AUSL comunichi la
data di ripresa del servizio o quali sono le
intenzioni riguardo l’Ambulatorio di fisioterapia del Centro salute di Orte.
Venti i prodotti gastronomici che hanno
ottenuto il marchio Tuscia Viterbese
Tra di essi anche la caratteristica “pizza alla corchianese”
Quante volte girando per i paesi della
Tuscia viterbese abbiamo visto questo
simbolo! Ebbene esso è il marchio che
conferisce originalità ed esclusività a molti
prodotti tipici di questa zona. Il 21 marzo
l’Associazione Provinciale dei Panificatori e
Pasticceri, in particolare, ha elaborato il
nuovo disciplinare del settore, approvato
dalla Giunta della Camera del Commercio
di Viterbo, che entrerà in vigore a partire
dal 1° agosto 2011. Il nuovo regolamento
“intende rafforzare il legame tra il prodotto finale ed il territorio di provenienza ed
accentuare la componente artigianale”,
così si legge nella lettera inviata dal
responsabile dello Sportello Tuscia
Viterbese, dott. Giovanni Iapichino, a tutti
gli interessati del settore.
Sono diventati venti i prodotti che possono
godere di tale privilegio. Ai dodici registrati nel disciplinare precedente (ciambella
all’anice della Tuscia, ciambelline al vino e
all’anice, biscotto di sant’Anselmo di
Bomarzo, pane casareccio sciapo, pane
nero di Monteromano di semola di grano
duro, pane del vescovo, pangiallo della
Tuscia, paste al limone di Monterosi, pizza
bianca strascinata, pizza di Pasqua della
Tuscia, torrone al miele alle nocciole, tozzetti alle nocciole di Viterbo), se ne sono
aggiunti altri otto: amaretti alle mandorle
amare, ciambella dolce civitonica, brutti e
buoni, maritozzo viterbese, mostaccioli,
panpepato, pizza corchianese, pizza con
patate e chiodi di garofano.
Ebbene sì , anche la semplice ma gustosa
pizza alla corchianese, ricetta vecchia
come dimostrano gli ingredienti poveri
usati dalle massaie di un tempo, che si
adattavano a quel poco che l’orto e la dispensa potevano offrire, grazie all’impegno
dei panettieri di Corchiano ed in particolar
modo del giovane Emanuele Isanti, è
riuscita a fregiarsi di questo riconoscimen-
to. Farina, acqua, sale, lievito di birra, per
l’impasto; pomodoro, cipolla, basilico, origano, olio extravergine di oliva ed una
spolverata di formaggio pecorino romano,
quanto occorre, invece, per il condimento.
Ermelinda Benedetti
Campo de’ fiori
41
Ecologia e Ambiente
Si potrebbe utilizzare l’agrovoltaico nella
Tuscia, senza togliere nulla all’agricoltura
A
dottare l’agrotutte le macchine
voltaico nella
agricole e avere l’inprovincia di
solazione alle culture
Viterbo, potrebbe
da coltivare. Infatti
sembrare una sfida
una serie di pali piazfuturistica, ma di
zati a diversa distancerto è già realtà
za fanno da intelaiaaltrove.
Eesattatura, una vera e promente a pochi chilopria tensostruttura,
metri da Mantova,
sorreggendo
una
di Giovanni
dove per la prima
macchina che a sua
Francola
volta al mondo si è
volta sostiene decine
dimostrato che si può conciliare agricoltudi pannelli solari a
ra e fotovoltaico. Un esempio altamente
inseguimento solare,
innovativo, sono stati destinati 13 ettari di
che si spostano insieterreno per una produzione di impianto
me al sole. In più
pari a 2,2 MW alla produzione di energia
tutte le macchine
rinnovabile, senza sottrarli alle coltivazioni.
istallate dialogano tra
Detto così sembra
loro con un sistema wiriaver scoperto l’uovo
less. Tutto questo perA Mantova il primo
di colombo, in realmette di ottenere una
tà , quello che si è
produzione di energia
impianto che concilia
ottenuto è prova di
elettrica ricavata da fonti
una buona convirinnovabili, senza appunagricoltura e
venza tra tecnologia
to sottrarre ettari di terfotovoltaico,
e agricoltura.
reno destinati per la proSi tratta infatti di
duzione di cibo. In alcuni
e permette di far
impianti che perpaesi della Tuscia, come
operare tutte le
mettono per mezzo
tutti sanno, l’istallazione
di strutture elevate
macchine agricole con di campi fotovoltaici su
da terra circa 4/5
immensi terreni, sta
la sola energia solare creando delle situazioni
metri, di far operare
Protegge i tuoi valori
Silvia Malatesta - Via S. Felicissima, 25
01033 Civita Castellana (VT)
Tel.0761.599444 Fax 0761.599369
[email protected]
scomode da condividere e sostenere,
essendo oggetto di discussione tra
ambientalisti, cittadini e amministrazioni
locali, che si chiedono, fino a che punto sia
eticamente corretto produrre energia elettrica scippando decine e decine di ettari di
terreno fertile e produttivo.
Ricorrere a questo tipo di tecnologie ecocompatibili, potrebbe essere per il nostro
territorio, occasione di opportunità lavorative e una buona pratica per lasciare qualcosa di più sostenibile alle future generazioni.
42
Campo de’ fiori
PORT SPORT SPORT SPORT SPORT SPORT SPORT SPORTSPORT SPORT SPORT SPORT SPORT SPO
21° TORNEO PINO SMARGIASSI
foto Mauro Topini
Civita Castellana. In una splendida cornice di
pubblico, che non ha deluso le aspettative
della vigilia, è calato il sipario sul XXI Torneo
Internazionale di Pallavolo “Pino Smargiassi”,
riservato alle nazionali pre-juniores. L’ ambito
Trofeo è andato alla squadra nazionale italiana che ha battuto l’Argentina per 3 a 1
(25/23-25/22-28/30-25/21) al termine di una
gara combattuta e altamente spettacolare,
riscattando la sconfitta subita l’ anno scorso,
mentre al terzo posto si è classificata la
Tunisia. Il torneo organizzato magistralmente, come ogni anno, dall’ omonima associazione, iniziato il 28 giugno e conclusosi il 2
luglio, si è svolto presso la palestra “P.
Smargiassi” con il modulo all’ italiana (partite di andata e ritorno) ed il Trofeo è andato alla squadra meglio classificata, appunto l’ Italia. Alla cerimonia di premiazione erano presenti, oltre ai dirigenti dell’ associazione “P. Smargiassi”, anche il sindaco, Gianluca Angelelli, l’ assessore allo sport, Alessio Alessandrini,
Mario Sardi
la sig.ra Corina Smargiassi, sorella di Pino e madrina della manifestazione.
II Memorial “Osvaldo prosperi”
Campo de’ fiori offre la coppa dei secondi classificati
IL 26 giugno, dopo circa una mesata, si è concluso il II° Memorial “ Osvaldo
Prosperi” che si è svolto a Corchiano presso la palestra comunale. I partecipanti si
sono affrontati nel segno dell’amicizia ricordando una persona a loro molto cara
scomparsa prematuramente. Le 14 squadre sono state divise in due girone da 7 e
di ogni girone passavano le prime 4 squadre. Per arrivare alla finalissima hanno
dovuto affrontate quarti e semifinali, lottando e correndo su ogni pallone. Tutti puntavano ad arrivare in finale per onorare il carissimo Osvaldo, ma alla fine a vincere
è stata la squadra del Gerry Caffè , che dopo una semifinale vinta ai rigori, si è
imposta, trascinata anche da Marco Pieri, per 5-3 in finale battendo i Rimediati. È
stata una finale degna di questo Memorial e in bilico fino all’ultimo. Al fischio finale sono iniziati i festeggiamenti che sono proseguiti per tutta la serata fino al
momento delle premiazioni tra canti ed euforia. Durante la premiazione c’è stato
un momento molto toccante, quando la squadra degli Svitati, classificatasi 3° ha
donato il proprio premio alla
famiglia di Osvaldo. Un gesto
apprezzato da tutti i partecipanti e applaudito per lungo tempo.
Un ringraziamento va a tutti i
partecipanti e chi ha contribiuto
allo svolgimento di tutto ciò .
L’appuntamento sarà per il prossimo anno sempre per ricordare
un ragazzo semplice che amava
il gioco del calcio, ma soprattutto amava vivere e che purtroppo
ora non c’è più.. Ciao Osy…
Massimo Benedetti
Campo de’ fiori
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ORT SPORT SPORT SPORT SPORT SPORT SPORT SPORT SPORTSPORT SPORT SPORT SPORT SPORT
V Memorial “Ivan Rossi”: vince la squadra Boca
Junior e, ancora una volta, la solidarietà
CIVITA CASTELLANA- Sabato 2 luglio si è conclusa con successo la V edizione del Memorial “Ivan Rossi” che si è tenuta,
come tradizione, nel campo di calcetto della Parrocchia di S.
Giuseppe Operaio. L’evento, organizzato dall’Associazione
“Ivan Rossi” Onlus con il patrocinio del Comune di Civita
Castellana e della Provincia di Viterbo, è ormai un appuntamento consolidato con la sana competizione sportiva e la solidarietà .
Le dieci squadre partecipanti, divise in due gironi, si sono sfidate per quasi un mese, dall’8 giugno al 2 luglio, per aggiudicarsi la vittoria del torneo che, quest’anno, è andata alla Boca
Junior che ha ricevuto il premio direttamente dai genitori di
Ivan, Rita e Vittorio. Il secondo posto è stato assegnato alla
Squadra Fortissimi, premiata dal sindaco di Civita Castellana,
Gianluca Angelelli. Sull’ultimo gradino del podio sono salite,
invece, due squadre classificate a pari merito: Bar Meraglia 2
e Polistampa alle quali hanno consegnato la coppa l’Assessore
allo Sport, Alessio Alessandrini e Don Luca Gottardi. Alla cerimonia di premiazione era presente anche l’ex Presidente della
Provincia, Alessandro Mazzoli che ha consegnato il Premio
Disciplina all’Atletico Falisco. Tutte le autorità presenti hanno
sottolineato l’importanza di questo evento per il suo profondo
significato.
Il torneo di calcetto ha, infatti, l’obiettivo di onorare il ricordo
di Ivan Rossi, il giovane di Civita Castellana che l’8 giugno del
2007 ha perso la vita nel coraggioso tentativo di salvare alcune persone che stavano annegando in mare. Inoltre, il ricavato di questa attività , come delle altre portate avanti
dall’Associazione nata nel 2007, verrà utilizzato per aiutare la
popolazione africana del Burkina Faso. Un impegno costante
che ha permesso di raggiungere importanti obiettivi, come la
creazione di un pozzo, l’acquisto di un apparecchio per l’ematologia e un’ambulanza. Tutto ciò è stato possibile anche grazie al sostegno sul campo di Don Pietro Ruzzi, missionario operante presso il Centro Medico “San Camillo” di Nanoro.
L’appuntamento con il Memorial “Ivan Rossi” è per il prossimo anno, certi che il ricordo di Ivan sarà forte e, ancora una volta, foriero
di amore.
44
Campo de’ fiori
AGENDA
Tutti gli appuntamenti più importanti
VISITA IL NOSTRO SITO
www.campodefiori.biz
Campo de’ fiori
2 Simpatiche canaglie,
(senza aver fatto nulla di
male!). Maschi, giovani,
trovati cuccioli e cresciuti
in pensione presso
l’Associazione.
Taglia medio/grande
cercano una casa, anche
con un giardinetto.
Riconoscenti, ringraziano
per l’attenzione!
3391123663
CERCHIAMO
UN NUOVO
PADRONE
PER QUESTA
CREATURA
STUPENDA!!
HA DUE
ANNI CIRCA,
INCIDENTATO E RECUPERATO AL
CANILE SANITARIO.....
Guardami che cosa ho
fatto di male!!!!! Mi hanno
cacciato?mi hanno abbandonato? Si affida solo a veri
amanti di animali.
NO CACCIATORI
3408353646
Il mio
padroncino
non c’è più e
io sono molto
triste...
Non ho più
una casa e mi
hanno messo
in una bella pensione ma per
bella che sia non ho più una
famiglia...Sono giovane e ho
ancora molto da dare. Io sono
qui, ti aspetto!Fai presto!!!!!
330578204 - 3391123663
Mi chiamo
BOND....VagaBOND
perchè sono stato trovato
vagante per le strade di
Fabrica... come un
vagabondo! Sono un simil
terrier piccolo piccolo con
una zampina offesa che non mi impedisce di
fare chilometri e chilometri. Anch’io come tutti
i vagabondi cerco una casetta magari con un
pezzo di giardino e una femminuccia ( sterilizzata) con la quale giocare... Se vuoi adottare,
pensa anche a me???? 3391123663
45
“Grazie a Campo dè Fiori e ai
suoi attenti lettori, molti dei cani
ospiti
dell’Associazione
Incrociamolezampe-Onlus - anche adultihanno trovato adozione e una famiglia
amorosa. I cuccioli trovano casa quasi
istantaneamente ma d’estate è più facile
che uno o più cani ci vengano segnalati
come abbandonati magari senza microchip
quindi senza apparente padrone. Per quelle bestie comincia la detenzione che certo
da noi è meno traumatica che in un canile
( magari lager!) ma è pur sempre detenzione senza una casa vera e la presenza di
umani al loro fianco. Prima di prendere un
cane, pensateci bene e soprattutto NON
abbandonatelo: la sofferenza spesso lo
porta ad una morte orribile...In questa
pagina vi riproponiamo amici cani che
forse già avete visto su questa rivista: vuol
dire che ancora non hanno trovato un adozione. Guardateli bene...”
Mi hanno
abbandonata
legandomi ad un
palo......ora sono al
sicuro, in un box.
Sono piccola non
ho neanche un
anno peserò 8 chili ma 8 chili di
Rita STORRI – Presidente 3391123663 www.incrociaamore!!!! Buonissima, vaccinata e
molezampe.org
sverminata provincia di Viterbo (lazio). Per donazioni e contributi: UNICREDIT S.p.A
Chiami per me??????!!!!!
Civitacastellana
Buoz.
(30426)
Iban: IT 43 S 02008 73032 000101140618 inte3408353646- 3391123663.
stato a Incrociamolezampe-Onlus Oppure
Postepay intestata a Josiane MARCHAND (VicePresidente) 4023 6005 9843 2815
GIOVANE,
TAGLIA
PICCOLA,
GLI
HANNO
SPARATO
SENZA
PIETA’ COLPENDOLO IN
PIENO SUL MUSETTO, CHE
AVRA’ MAI FATTO DI
MALE??? ORA VIVE NEL BOX
DI UNA PENSIONE MA BISOGNA FARLO USCIRE...E’ COSI’
PICCOLO!!! 339 1123663
E’ GIOVANE, sterilizzata, taglia
medio/grande
MA HA GIA’ SCOPERTO LA BRUTALITA’ DELL’UOMO! QUANDO
L’ABBIAMO TROVATA AVEVA UN
BUCO SUL MUSO: LE AVEVANO
SPARATO...!!!!!!! ORA E’
GUARITA MA HA BISOGNO DI
UNA CASA E DI UN PADRONE CHE
LE DIA L’AFFETTO “MAI” RICEVUTO!! 339 1123663
46
Campo de’ fiori
SPECIALE NOT
2 Luglio -
9 Luglio - Ci
16 Luglio
Campo de’ fiori
TTI BIANCHE
47
- Ronciglione
ivita Castellana
foto Marianna Mascioli
- Corchiano
48
Oroscopo di Agosto
Ariete 20 marzo - 20
aprile Nonostante il periodo sia di vacanza, avrete
sempre qualcosa da fare.
Non mancheranno mai le
occasioni da sfruttare dal punto di vista
relazionale e sentimentali: rizzate bene le
orecchie. La fiducia in voi stessi certo non
vi mancherà , ma non ostentate troppo la
vostra sicurezza.
Toro 21 aprile – 20
maggio Continuate con
un periodo in cui non
potete sicuramente rimproverarvi nulla. Gli impegni non sono certo molti e la vita è davvero attiva grazie alle vostre tante e buone
iniziative, spesso accolte da chi vi sta
attorno. La vostra famiglia è sempre orgogliosa di voi, datele attenzione
Gemelli 21 maggio –
21 giugno Desiderate
essere al centro dell’attenzione, ma questo potrebbe suscitare l’invidia degli
altri. Avete la mente in
altro luogo rispetto ai problemi lavorativi
ed agli impegni: ora pensate soltanto a
divertirvi, attenti a non esagerare. Le
vostre relazioni sentimentali proseguono
con alti e bassi.
Cancro 22 giugno – 22
luglio Finita l’incertezza
che vi vedevano dubitare
sul vostro futuro, è arrivato il momento di fare il
punto della situazione per fare delle scelte. Il rapporto con i colleghi potrebbe
essere migliore, mentre non potete lamentarvi della vita sentimentale.
Campo de’ fiori
Leone 23 luglio – 23
agosto Questo è senza
dubbio il vostro mese: la
forma smagliante e la
capacità di relazionarvi
brillantemente con gli altri saranno le
vostre doti migliori. Il lavoro non è la
vostra passione in questo periodo, e probabilmente è il momento di rilassarvi.
Vergine 24 agosto –
22 settembre E’ arrivata
l’ora di fare il punto sulla
vostra situazione e decidere quello che sarà giusto fare nel futuro. Da chiarire qualcosa di
inerente la vostra situazione sentimentale.
Dateci dentro con la forma fisica, in assenza di grandi impegni che vi vedano occupati per tanto tempo durante la giornata.
Bilancia 23 settembre – 22 ottobre Non vi
siete ancora accorti che
questo è un periodo di
vacanza e sembrate
attaccati strenuamente alle vostre abitudini solite. Cercate di rimanere più in contatto col prossimo e quando potete, ritagliate un po’ di spazio per dialogare con il
vostro partner.
Scorpione 23 ottobre – 22 novembre Da
tanto siete alla ricerca di
un periodo da dedicare
alla vostra famiglia e al
vostro parnter e pare
che queste giornate estive siano proprio
quello che fa per voi. Concedetevi qualche
ora anche per curare il vostro benessere
fisico e i vostri tanti e interessanti passatempo. Non eccedete nella “solitudine”.
by Cosmo
Sagittario 23 novem-
bre – 21 dicembre Sarà
un periodo senza lode e
senza infamia: non molte
le attività che vi vedranno
coinvolti, e spesso non troveranno mai il
vostro massimo entusiasmo. Rischierete
seriamente di annoiarvi e di non vivere l’estate come vorreste. Curate i rapporti
familiari.
Capricorno 22 dicembre – 20 gennaio
L’esigenza di rilassarvi e di
non impegnarvi in quasi
nulla farà da padrona in
questo periodo estivo. Potete dunque concentrarvi su quello che amate fare. La stabilità nei rapporti col vostro partner non
faranno che da amabile cornice a un periodo di vacanza. Piccolo acciacco fidsico.
Acquario 21 gennaio –
19 febbraio I vostri impegni sono forse superiori
rispetto alla norma. Non
tutti saranno lavorativi,
ovviamente, ma di cose da fare ce ne
saranno davvero molto. Vita sentimentale non priva di qualche piacevole
movimento. La vostra forma smagliante
vi renderà davvero forti.
Pesci
20 febbraio – 20
marzo Siete molto attivi:
amate prendere parte a
tutte le situazioni che
potrebbero
rivelarsi
interessanti.
Cercate di non essere troppo lontani
dalla vostra famiglia. Tranquillità affettiva con il partner e buona salute renderanno ilperiodo assolutamente positivo.
Campo de’ fiori
i
49
GINO PAOLI
ie d
r
o
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s
Le
Max
L’ artista inimitabile ed inossidabile
Uno dei cantautori
più famosi nel panorama della musica
italiana è senz’altro
Gino Paoli. Nato a
Monfalcone
di
Gorizia nel 1934,
subito dopo si trasferisce
a Pegli,
poco distante da
di Sandro Anselmi
Genova. Fin da giovane mostra passione per la pittura e per
la musica ed inizia a suonare la batteria,
per seguitare poi con la chitarra, il pianoforte e la tromba. Al liceo incontra Luigi
Tenco, grande appassionato di jazz e suonatore di sassofono. Insieme fondano il
gruppo musicale “I diavoli del rock’n’Roll”.
Nella Genova di quegli anni sono molti a
condividere la loro passione: Bruno Lauzi,
Joe Sentieri, i fratelli Reverberi, Giorgio
Calabrese, Umberto Bindi. Paoli divide la
vita fra il lavoro, impiegato in una agenzia
pubblicitaria e manuale al porto, e la musica. Il suo primo quarantacinque giri è “La
tua mano”, uscito per la Ricordi nel 1959.
Il brano viene registrato insieme al gruppo
“I cavalieri”, in cui nel frattempo era entrato a far parte insieme a Lugi Tenco, che
suona il suo inseparabile sax. Ma le vendite saranno nulle come anche per gli altri
due brani “Non occupatemi il telefono” e
“Per te”. Sempre nel 1959, invece, il brano
“Dedicato a te” riscuoterà un tiepido successo. Un primo successo sarà “La gatta”,
edito nel 1960, anche se all’inizio venderà
soltanto
qualche
centinaia di copie.
Trasferitosi a Milano
per cercare un
nuovo lavoro, frequenta
spesso il
locale Santa Tecla,
dove si ritrovano
molti artisti in cerca
di successo, tra i
quali Giorgio Gaber
e Mogol. Grazie a
Franco
Crepax,
firma il contratto
discografico con la
Dischi
Ricordi.
Arriva a questo
punto la grande
popolarità con “Il
cielo in una stanza”,
con l’interpretazione
di Mina e diventerà
uno degli autori più
ricercati dalle case
editrici e dai colleghi. Grazie ai tanti
passaggi televisivi
per la promozione di questo nuovo brano,
anche “La gatta” verrà riscoperta ed
apprezzata
dal
grande
pubblico.
All’interno della Ricordi conosce anche
Ornella Vanoni che gli chiede di comporre
un brano per lei. Nasce, così , “Senza
fine”, che farà la fortuna di entrambi. Il
brano verrà inciso dai migliori interpreti
italiani e varcherà i confini per essere cantato da artisti quali Dean Martin e
Dina Shore. La stessa Vanoni
inciderà il brano in lingua
francese con il titolo “Sans
attendre”. Verrà scelto inoltre
dal regista Robert Aldrich
come tema d’amore per il suo
film “Il volo della Fenice”.
Seguirà “Sassi”, che verrà
inserito da Luciano Salce
come colonna sonora nel film
“La voglia matta”, che rivela
un’emergente
Catherine
Spaak. Per quest’ultima scriverà “Perdono” e “Tu e io”.
Nel 1961 presenta al Festival
di Sanremo, con Tony Dallara,
“Un uomo vivo”, brano finalista, che i giornalisti contrappongono ironicamente alla
sua mise rigorosamente
scura. Paoli resta con la
Ricordi fino agli inizi del ’63,
ma gli ultimi due anni saranno magri di
successi, malgrado la qualità delle proposte: “Gli innamorati sono sempre soli”, “Un
delitto perfetto d’amore”, “Tu prima o poi”,
“Le cose dell’amore”, oltre alla trascrizione
di due classici francesi “Non andar via(Ne
me quitte pas)” di Jacques Brell e “Devi
sapere (Il fait savoir)” di Charles Aznavour.
Il suo brano “Una di quelle” verrà censurato dalla commissione di controllo radio
televisivo a causa dell’allusione ad un
amore mercenario.
Ad onor del vero, la famosissima “Il cielo
in una stanza” fa riferimento all’incontro
del protagonista con una prostituta all’interno di una casa d’appuntamenti.
..continua sul prossimo numero
Proprio sabato 23 Luglio, la nostra cittadina ha potuto gustare un concerto live di
Gino Paoli, insieme con Flavio Boltro,
Danilo Rea, Rosario Bonaccorso e Roberto
Gatto, per “Un incontro in jazz”. Resterà
uno dei più grandi appuntamenti musicali
di cui Civita Castellana può vantarsi, vista
l’eccellenza degli artisti schierati sul palco
di Piazza del Duomo.
Campo de’ fiori
50
La Redazione di Campo de’ fiori si associa agli auguri
Contravvenendo alla
regola “amarsi sempre, sposarsi mai”,
Eleonora Barduani e
Andrea Perna si sono
uniti in matrimonio il
2 luglio nella chiesa
Cattedrale di Civita
Castellana. I familiari, ancora increduli,
augurano agli sposi
tanta felicità!!!
Buon compleanno a
Guido Altissimi che il
9 luglio ha compiuto
gli anni. Auguri dai
nipoti Damiano,
Aurora, Federico,
Alessio e da tutta la
sua famiglia T.V.T.B.
Tantissimi auguri al
bambino migliore del
mondo : DAMIANO
PATRIARCA il più dolce,
il più affettuoso, il più
educato, il PIU’........
che il 31 luglio compie
11 anni. Buon compleanno
tesoro, da mamma, papà
e dalla tua sorellina
Aurora.
Tanti carissimi auguri a
Franco Baliani che il 13
giugno ha compiuto 80 anni,
dalla moglie Lucia, dai i
figli Caterina e Antonello,
dalla nuora Tiziana e dagli
adorati nipotiValentina e
Marco!!!
Tanti auguri ad
Eleonora Cola che il 18
Luglio compie 30 anni!!!
Da tutti i suoi amici!
Tanti auguri alla
nostra piccola
principessa che ha
compiuto 6 anni, dal
papà Riccardo e
dalla mamma
Barbara.
2 Maggio 2011 – Fiocco rosa in casa RossiEvangelisti. E’ arrivata Marzia! Auguri papà
Dino e mamma Melania, felice di aver
condiviso con voi questo magico momento.
Tata Paolissima.
P.S. Dimenticavo… Marzia è bellissima…
assomiglia al suo super papà!
Tantissimi Auguri al
piccolo Marco che il
giorno 18 Luglio
compirà 4 mesi. Auguri
Tesoro da zio
Massimo, zia
Francesca e Christian.
Non vi fate ingannare
da questo visetto
angelico… “sono
Matteo Carones, sono
nato a Narni il 27
Maggio. Mi piace
stupire i miei genitori
Stefania e Fausto che
mi hanno tanto d
esiderato, ma io non arrivavo… pronti per andare
in montagna si sono accorti che da lì a poco sarei
nato! Il 30 Luglio riceverò il battesimo.”
P.S. Auguri Matteo, felice con i tuoi genitori di
essere stata complice di questo “scherzetto!”,
tata zia Paola.
Campo de’ fiori
51
3 settembre 1961
3 settembre 2011
Per i primi 50 anni di
matrimonio di Gabriella
e Mario Riccioni i più
cari auguri dai figli, i
nipoti e la sorella Maria
Rita.
Il giorno 14 Luglio 2011 si è
laureata in biologia molecolare
e cellulare Silvia Pacelli, con
110 e lode!!!
Congratulazioni e auguri da
mamma Luciana, papà Piero,
Simone, Rachele alla neo
dottoressa!!!
Tanti auguri di buon compleanno a
Manuel che compie 10 anni il 24
luglio e a Davide che compie 9 anni
il 17 luglio, da nonno Gianni, nonna
Paola, zio Andrea, le zie Gianna e
Graziella, i cuginetti Leonardo ed
Emma ed i bisnonni Arduino e
Liliana. Un bacione da tutti noi!
Infiniti auguri da
mamma e papà ad
Angela Massaccesi
che compie gli anni
il 27 agosto...
Tanti auguri a Sonia
Bonamin e ad Aldo Paini
che il 10 Luglio hanno
festeggiato il loro primo
anniversario di matrimonio...in tre!!! Dai genitori
e da tutti gli amici!
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52
Campo de’ fiori
vita cittadina vita cittadina vita cittadina vita cittadina vita cittadina
I pittori di “Campo de’ fiori in arte” a San Lorenzo
Nuova performance per gli artisti di Campo de’ fiori in arte che
hanno esposto le proprie opere durante i festeggiamenti in onore
di San Lorenzo a Civita Castellana. In questo periodo estivo sarà
facile trovarli in occasione delle varie feste patronali dei paesi
della Tuscia!!!
Massimo Rossi
Moreno Lanzi
Carla Vaccarelli
Luisa Agostinelli
Rita Romagnoli
Stefano Guerriero
Civita Castellana – processione Corpus Domini 2011.
Vi riproponiamo questa foto dell’infiorata di Via delle Palme, per rendere
omaggio alle sorelle Mirella ed Adua che,
ogni anno, nonostante la non più giovane età,
da sole realizzano questo tappeto floreale, con passione
e profonda devozione.
Civita Castellana.
Si è seccato lo
storico noce
dell’Orto
Funaro,
simbolo del
quartiere.
Se passasse di
qui
Fra’ Galdino non
potrebbe ormai più
raccogliere alcun
frutto.
Le belle studentesse diciannovenni georgiane, Tina e Lika, in
vacanza in Italia, hanno portato dall’est la loro musica, il loro
canto e la loro danza e prima di tornare nel prorpio paese
vorrebbero imparare le nostre tradizioni
musicali, rinomate in tutto il mondo!
Campo de’ fiori
53
Roma com’era
Roma - Primi anni del ‘900.
In primo piano i Prati di Castello che, come dimostrano gli edifici appena costruiti, di lì a poco sarebbero
stati completamente inurbati. Sullo sfondo la cupola di San Pietro, anch’essa attaccata dalla
cementificazione incalzante.
54
Campo de’ fiori
Album d
Campo de’ fiori
Civita Castellana.
Squadra di Rugby.
Anni ‘60.
In piedi da sx:
Sandro Radanich,
Marco Angeletti,
Giuliano Farina,
Ermanno Lanzi.
In basso da sx:
Sergio Conti,
Fernando Nobili,
Guido Milazzo,
Giuseppe Profili.
Foto tratta dal libro
“50 anni di strani rimbalzi a
Civita Castellana”
di Ugo Baldi
Campo de’ fiori
CIVITONICI
AL MARE.
1962
Da sx:
Carlo Angeletti e
Giuliano Farina.
Foto di Giuliano
Farina
Campo de’ fiori
55
dei ricordi
Campo de’ fiori
Civita Castellana.
11 Giugno 1949.
Prima fila in alto, da sx:
Alfredo Lanzi,
...Primanni, Costante Del
Priore, Angelo..., ...,
Fabio Angeletti,
Antonio Bernardi.
Seconda fila, da sx:
Stelvio Carabelli,
Franco Massaccesi, Augusto
Giordani, “Meretto”
Sacchetti, Antene..., Claudio
Galligani,
Gino Paccasassi,
Roberto Paternesi.
Terza fila da sx:
Enzo Mascarucci,
Amedeo Cima, ... Morganti,
Mario Mancini,
Enzo Alessandrini,
Arnaldo Costantini, ....
Quarta fila, da sx: Franco
Norbiato, Fabrizio Francocci,
... Branca, Gianfranco
Costantini, Renzo Crestoni,
Sandro Santoro.
Campo de’ fiori
3
4
5
2
6
1
8
7
Civita Castellana - colonia diurna. 1958. 1. Rita Chilini, 2. Geraldina Chilini, 3. Carlo Panta, 4. Massimo Lai, 5. Antonio Tiseo,
6. Leonello Mancini, 7. Danilo Alessandrini, 8. Alberto Fabiani.
56
Campo de’ fiori
Album d
Campo de’ fiori
2
1
5
4
3
Fabrichesi in gita a Capri. 1. Carmelita Marinelli, 2. Caterina Martinozzi, 3. Lamberto Alessandrini, 4. Maria Pieri,
5. Domenico Anselmi.
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
Nella foto a sx:
Silvestro Anselmi,
durante la
Guerra del
‘15-’18.
Nella foto a dx,
la moglie
Laurina Alessi,
in posa
durante le feste
di San Matteo.
Campo de’ fiori
57
dei ricordi
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma. 1° Maggio 1976. Da sx: Marcella Marcelli, Giorgio Francola, Annunziata Francola, Fabio Fabris, Piero
Gagliardi, Paola Fornaiolo, Pietro Soldini, Mirella Soldini, Maurizio Testa, Rosina Cesari, Elena..., Stefania Quintiliani, Furio
Fabris, Renato Ricci e in basso Doriano Pedica. Foto inviataci dalla Francia tramite facebook, da Stefania Quintiliani.
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma. Anno 1983. In piedi da sx: ..., ..., ... Diamanti, Andrea Spadoni, Renato Surano, Romualdo Mazzei, Luigi
Campana, ... Calcinari, ... Accettone, Sergio Colella, Andrea Malatesta, Maurizio Paoletti, Ermanno Moscioni, Gianni Sanapo.
In bass da sx: Bruno Tranzi, ..., Gianni Mazzai, Milvio Mlatesta, Massimo Francola, Umberto Malatesta.
Foto AD Fabrica Calcio 2010
Campo de’ fiori
Carbognano - 1939. Foto ricordi di giovani ragazze
Campo de’ fiori
58
Album d
dei ricordi
Campo de’ fiori
59
Corchiano.
Anni ‘50.
Tertuliano e Anita Battisti
con le figlie Quintina e
Maria Pia.
Al centro il piccolo
Pompeo Nardone,
dopo aver ricevuto
il sacramento della Cresima.
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
Nella foto a sx:
Corchiano La mietitura.
Nella foto a dx:
Corchiano 1952.
Aldo Agostini e la
moglie Giovanna
Moretti, il giorno
del battesimo del
figlio Walter.
Campo de’ fiori
60
Campo de’ fiori
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depositati presso la segreteria
Comunale in libera visione al pubblico.
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Campo de’ fiori
LE PROPOSTE EDITORIALI DELLE COLLANE DI CAMPO DE’ FIORI
Il bullismo.
Come riconoscerlo e combatterlo
è un libro unico nel suo genere.
Un manuale guida per cercare di arginare questo
male dilagante!
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della zona o presso la nostra redazione.
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sul c/c postale n. 42315580,
intestato ad Associazione Accademia Internazionale
d’Italia.
E’ un’occasione da non perdere, soprattutto per
gli insegnanti, che possono inserirlo nel proprio
programma di studio annuale, ma anche per i
genitori e per tutti gli educatori sociali.
Un nobile brigante
Il nuovo successo editoriale dell’Accademia Internazionale d’Italia
L’apparenza, a volte, è la maschera perfetta di una realtà ben diversa. L’incontro
con un giovane che racconta di essere quello che non è, stravolgerà, almeno
temporaneamente, la vita di una famiglia perbene, che si offre di accoglierlo ed
ospitarlo. La fine di un vecchio amore da parte del protagonista, per la nascita
di uno nuovo e non ricambiato, spezzerà il cuore della giovane che lo aspettava
da tempo e spaventerà l’ingenua fanciulla, che diventa l’oggetto di un suo desiderio morboso.
La descrizione accurata e particolareggiata che l’autore fa della storia, rende la
narrazione coinvolgente ed intrigante. Sembra di essere lì presenti, e, quasi
come spettatori di una rappresentazione teatrale, i lettori possono immaginare i
personaggi muoversi su di un palcoscenico ben allestito.
Una storia ambientata in un tempo neanche troppo lontano, che ci ricorda i racconti dei nostri nonni di campagna.
Ermelinda Benedetti
NOTA DELL’EDITORE
In questo romanzo Augusto Stefanucci narra il sentimento morboso e mortale
di un personaggio fantastico della sua Fabrica di altri tempi.
La scrittura bella e diretta tratta la forza dell’egoismo di un amore ossessionato, che fa ineluttabilmente scivolare nella disperazione e nel dramma il protagonista. Qui c’è tormento, ambiguità e violenza, ma soprattutto amor fatale!
Sandro Anselmi
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Campo de’ fiori
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