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SUMMER IN MUSIC!
Mercoledì 8 luglio
KICCA & INTRIGO
il groove e le atmosfere anni 70'-60' interpretati dalla magnifica italoparigina
Kicca Andriollo in un concerto boongalo imperdibile
Mercoledì 15 luglio
BRUNA SARDO & TRES AMI
la prodigiosa voce della magnetica Bruna Sardo per una serata
etno-funk di musica dal mondo
Mercoledì 22 luglio
BACK TO BLACK
Dj Set Esclusivo di Sound & Vision Magazine con le
ricercatissime sonorità Soul/Funk ‘60/’70
Mercoledì 29 luglio
70' 80' MANIACS
atmosfere e dj set tutto rigorosamente anni 80:
THE GOSTHAWAY ACUSTIC TRIO
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M
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VISION
Anno 5 - N° 65 - LUGLIO 2009
Aut. Trib. Bassano d. G. N° 8/03 del 3.09.2003
DIRETTORE RESPONSABILE: STEFANO ROSSI - EDITORE: DANIELE PENSAVALLE
Grafica: DJD - Cover : Andrea Blitz Studio (VR) www.blitzstudio.it
Web Designer & IconCover: Osvaldo Casanova(VI) - www.OfficineVanilla.com
Redazione: S. Rossi (VI) - Ilaria Rebecchi (VI) - G. Mari (VI) - L. Lago (VI) - A. Lo Giudice (VI) - M. Visentin (VI) - F. Nicolli (VI)
A. Rebecchi (VI) - A. Battista (Glasgow) - monica bosaro (Vr) - S. Calgaro (VI) - Tobia fiorese (VI) - L. Sartor (TV)
Denise Zanin (VI) - Stephanie dark (TV) - Rachele Materassi (mi) - roberto dissegna (mi)
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magazine alternativo per tutti quelli che vivono le notti fatte di suoni e visioni
EDITORIALE DI DJ D
UN MONDO ALLA R VESCIA
Salve, mi chiamo Antonio. Vivo a
Milano 2, in un palazzo costruito
dal Presidente del Consiglio.
Lavoro a Milano, in un'azienda di
cui è azionista principale il
Presidente del Consiglio. Anche
l'assicurazione dell'auto con cui
mi reco al lavoro, è del
Presidente del Consiglio, così
come è del Presidente del
Consiglio l'assicurazione che
gestisce la mia previdenza
integrativa. Mi fermo tutte le
mattine a comprare il giornale,
di cui è proprietario il
Presidente del Consiglio.
Quando devo andare in banca,
vado da quella del Presidente
del Consiglio. Al pomeriggio,
esco dal lavoro e vado a far
spesa in un supermercato del
Presidente del Consiglio, dove
compro prodotti realizzati da
aziende del Presidente del
Consiglio. Alla sera, se decido di
andare al cinema, vado in una
sala di un circuito di proprietà
del Presidente del Consiglio e
guardo un film prodotto e/o
istribuito da una società del
Presidente del Consiglio.
Oppure mi reco ad una festa
dove sono sicuro di trovare
molte ragazze disponibili grazie
al Presidente del Consiglio, in
fondo mi ritengo come lui un
“utilizzatore finale” e quindi
non devo temere... Se invece la
sera rimango a casa, spesso
guardo le TV del Presidente del
Consiglio, dove i film sono
continuamente interrotti da
spot realizzati dall'agenzia
pubblicitaria del Presidente del
Consiglio. Soprattutto, guardo i
risultati delle partite, perché
faccio il tifo per la squadra di cui
il Presidente del Consiglio è
proprietario. Quando non
guardo le TV del Presidente del
Consiglio, guardo la RAI, i cui
dirigenti sono stati nominati dai
parlamentari che il Presidente
del Consiglio ha fatto eleggere.
Allora mi stufo e vado a navigare
un po' in internet con il provider
del Presidente del Consiglio. Se
però non ho proprio voglia di TV
o di navigare in internet, leggo
un libro, la cui casa editrice è del
Presidente del Consiglio.
Naturalmente, giustamente,
come in tutti i paesi
democratici, anche in Italia è il
Presidente del Consiglio che
predispone le leggi che vengono
poi approvate da un Parlamento
d ove l a m ag gi o ra n z a è
saldamente in mano al
Presidente del Consiglio. Che
ovviamente governa nel MIO
esclusivo interesse. La vita è
bella, anche se Papi si fotte mia
sorella...
SOUND
VISION
NIGHT
ROCK
I CON
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SABOTAGE BAR - VICENZA
VEN 24 LUGLIO
04/07
SPECIALE TORINO TRAFFIC FESTIVAL
Il tema di quest'anno è LA TRASFORMAZIONE, così ho deciso di
prendere una delle band protagoniste, geniale erede dei Depeche
Mode, e seguirla prima, durante e dopo il Torino Traffic Festival, per
studiarne l'arte e conoscerne le dinamiche… Ecco a voi, dunque:
LADYTRON
- intervista pt.1 - la band
Da Liverpool all'Olimpo della musica
I Ladytron, band elettroclash, tra
c h i t a r re, e l e t t ro n i c a e
percussioni, suonano live con i
sintetizzatori (d'epoca), cantano
d i o s c u ri t à q u o t i d i a n a ,
strizzando l'occhio alla lingua
bulgara che fa capolino tra
l'inglese. Da "604" a "Light &
Magic", passando per "Witching
hour" e il nuovo meraviglioso
" Ve l o c i fe ro " i n c u i
sperimentazioni, tendenza
retrò, strutture elettroniche
ricercate ed originalità,
ammaliano l'ascoltatore come i
primi New Order. Così Daniel
Hunt, mi ha parlato della sua
eccezionale band (fresca del
tour con i Depeche Mode) che
sarà una delle punte di
diamante del Torino Traffic Free
Festival il prossimo 10 Luglio al
fianco dei Primal Scream.
"Velocifero" e le sue influenze...
Suoniamo insieme da oltre 10
anni, perciò in realtà non c'è mai
nulla di nuovo che ci influenzi
direttamente. Col passare del
tempo capiamo sempre più chi
siamo e che musica vogliamo
fare... Inoltre le linee vocali delle
vostre canzoni sono sempre più
delicate e sensuali… Perché ci
sta! E' difficile, in realtà, spiegare
il perché di una decisione
musicale, diciamo che la
dolcezza e sensualità delle voci
si sposano molto bene con
l'intento creativo delle stesse.
Ma per i Ladytron, cosa è
l'ispirazione? L'ispirazione è
naturale. Nasce dalla memoria
musicale e dalla vista oltre la
stessa musica. Nel mio caso
personale nasce anche dagli
album dei My Bloody Valentine.
Ladytron è un progetto musicale
adorato da molti altri vostri
colleghi musicisti, un po'come i
Joy Division nel passato... E' vero
e ne siamo onorati, è un po'
come essere "la scelta delle
band" o la "band delle band". E'
però impegnativo, a volte ci
senti la pressione dell'arte. Ma fa
parte del gioco. Cosa vi accade
quando scrivete?
Semplicemente cerchiamo di
creare una sorta di empatia tra
l'effetto intangibile su di noi e
quello sul futuro ascoltatore, in
modo che il risultato sia la
somma di entrambe le cose,
quindi un risultato emozionale.
Liverpool: qual'è la scena
musicale della città oggi, anni
dopo i mitici Beatles? Ne sono
successe di cose da allora ad
oggi! Personalmente nella scena
cittadina direi che gli Echo & The
Bunnymen sono molto più
importanti! Siete stati in tour
con Depeche Mode e Nine Inch
Nails. Cosa è cambiato dai vostri
esordi ad oggi? Tutto! Non è
umanamente comprensibile,
addirittura! Ciò che aveva senso
nel contesto del 1999 oggi non lo
ha più o è molto differente. E'
per questo che è importante
progredire, anche se una fetta
del tuo pubblico vorrebbe che la
formula iniziale venisse da te
ripetuta in continuazione, ma
non ci sarebbe evoluzione!
L' e v o l u z i o n e è t u t t o .
Aprirete i Primal Scream a
Torino: loro sono un grande
esempio di trasformazione
sonora. Cos'è la trasformazione
per voi? Bella domanda! I Prima
Scream sono un grande esempio
di come una band può
trasformarsi mantenendo la
propria identità. Quindi forse la
trasformazione sta proprio nel
compromesso creativo tra
identità e progresso!
NON PERDIAMOCI DI VISTA di G. Mari
Monks “Black Monk Time”
Questo mese voglio continuare
con i consigli per i dischi
fondamentali. L'ispirazione mi è
arrivata perché recentemente
una piccola etichetta
discografica, Light in The Attic, ha
ristampato, con l'aggiunta di
alcuni brani inediti l'opera prima
dei Monks, “Black Monk Time”.
Prima però una piccola
premessa. Negli ultimi due anni i
ricongiungimenti tra gruppi della
scena sotterranea sono diventati
il pretesto per fare i soldi e molti
gruppi che ritornano insieme
arrivano direttamente dai favolosi
anni sessanta. Non sono
d ' a c c o rd o c o n q u e s t o
atteggiamento, perché durante i
concerti è veramente odioso
vedere questi nonni del rock n'
roll agitarsi come dei gorilla
impazziti. Non riesco a fare a
meno di pensare che questi
musicisti, quando ti va bene,
danno un totale di 260 anni, e il
tutto francamente e molto
deprimente perché alla fine
anche tu finisci per sentirti
vecchio. Ovviamente i Monks
h a n n o p e n s at o b e n e d i
ristampare la loro opera prima e
fino a qui tutto bene, in quanto i
loro vinili sono introvabili, anche
le ristampe degli anni ottanta,
ma ribadisco il concetto che i
dinosauri stanno bene nei musei
di storia naturale e non sui palchi
del rock. Perché sapete cosa
succede di solito ai tipi come il
sottoscritto che assistono ad una
di queste esibizioni ? Succede
che a volte cade il mito, ma non è
questo il caso in quanto non ho
avuto l'opportunità di vederli
suonare dal vivo, così il mio
perdono è arrivato velocemente.
Comunque i Monks (monaci) non
si sono sottratti a questa messa
in scena e sono partiti per alcuni
concerti. Le cronache raccontano
che sono molto appesantiti e
soprattutto che non hanno voluto
riproporre il loro inconfondibile
vestiario clericale ! Ecco perché li
ho perdonati e i Kiss da adesso
p o s s o n o p u re a n d a re a
nascondersi ! Quella che hanno
fatto e una cosa giusta.Hanno
preferito un abbigliamento più
consono con nessun riferimento
ai loro favolosi costumi di scena,
in questo modo hanno
salvaguardato la loro storica
i m m agi n e c o n t a n t o d i
mantellina, camicia con il
fiocchetto di ordinanza e taglio
dei capelli in stile “francescano”.
Black Monk Time è davvero un
disco straordinario e resta uno
dei miei dischi preferiti. Ho
sempre stimato questo gruppo
perché loro sono poco inclini al
solito cliché eppoi sono molto più
potenti ed incisivi dei Sonics.
Probabilmente se li avessi
conosciuti negli anni ottanta
(periodo straordinario per le
ristampe,ma non per la pecunia )
avrei lottato a loro favore, contro
tutti quelli che si fermavano ad
ascoltare solo ed esclusivamente
i Sonics e pochi altri. I Monks
hanno saputo trarre il meglio
dagli effetti elettronici dell'epoca,
che erano davvero pochi, ad
esempio l'effetto fuzz che in
mano a loro è diventato unico ed
insostituibile, un vero marchio di
fabbrica. Black Monk Time è un
disco poco conosciuto ma non
per questo meno importante, e
fo rs e rap p re s e n t a l a
quintessenza di quel suono
primordiale che ha avuto origine
dal r&b nei primi anni sessanta.
Ma non è solo questo. Direi che il
loro è uno stile irriverente, fuori
dal tempo, pieno di ironia, e
potrei sintetizzarlo così; una
stravagante e scanzonata
combinazione tra chitarra a 12
corde e banjo (Gary Burger &
Dave Day), basta ascoltare brani
come “Monk Time” e la
straordinaria “Oh,How To Do Now
“ tratta dal loro primo singolo per
sentire qualcosa di veramente
eccitante. Era certamente un
suono molto innovativo e lo è
tuttora, davvero impossibile non
n o t a rl o, v i s t o c h e l a
combinazione chitarristica ha un
ottimo effetto sonoro con
strumenti molto distanti tra loro.
E' divertente ricordare che a tal
proposito In Italia hanno ispirato
una serie di gruppi beat, tra
questi val la pena di ricordare i
sardi I Pelati con la loro “I Ragazzi
Di Via Paal “. Comunque per
quanto riguarda i Monks non è
certo tutto qui. Il gruppo è
formato da cinque elementi,
quindi anche il basso ha la sua
importanza e qui i Monks
a d o t t a n o u n e f fe t t o, i l
compressore, che rende il basso
molto più presente. Cosa dire poi
della immancabile tastiera
fa r fi s a , t u t t a s c h i z z at a ,
insinuante ed isterica suonata
da Larry Clark ? La loro base
musicale è supportata da una
batteria selvaggia però che sa
distinguersi perché non utilizza i
piatti per privilegiare il suono
profondo dei timpani. Il batterista
Roger Johnston lancia come dei
messaggi di guerra tribale, al
primo ascolto inquietanti, poi con
il tempo diventano familiari
perché vicini allo stile teatrale
Vaudeville. A questo poi
d o bb i a m o aggi u n ge re l a
straordinaria voce di Gary Burger
che si contrappone ai cori
celestiali della band, a mio avviso
una delle più belle voci del
panorama musicale dell'epoca.
Davvero uno spasso e il risultato
è che il tutto rappresenta molto
bene le performance dei loro
concerti negli anni sessanta.
Ipnotici,ossessivi, ma anche
semplici e lineari, tanto che ogni
l o ro c a n z o n e p o t re b b e
rappresentare uno spot televisivo,
e “ Blast Off !” è un ottimo
esempio, facile quindi sentirli
come dei veri e propri inni
all'insegna del puro divertimento.
Non c'è nessuno che tra i nuovi
compositori per la TV si sia
ispirato a loro ? Bene, questi
signori si sono persi molto,
farebbero cosa buona e giusta nel
darsi un'ammenda e poi andare a
pregare all'altare di questo
i n c o n fo n d i b i l e gru p p o.
live review di ilaria rebecchi
EDITORS / KLIMT 1918 @ PIAZZA CASTELLO
FERRARA, 24 GIUGNO '09
THE KILLERS / JULIETTE LEWIS @ ARENA
VERONA, 8 GIUGNO '09
PHOTO : I. Rebecchi
Il rock internazionale non ha
limiti. Né di tempo né di spazio.
Così quella meravigliosa
roccaforte estense trecentesca,
un tempo fortezza difensiva,
abbellita dalla grande piazza e dai
ponti levatoi medievali, che
domina la più sonora delle città
e m i l i a n e, s t u p i s c e p e r
suggestione così naturalmente
scenografica. E, persino nell'era
del digitale, location in origine
difficilmente atte a palcoscenici
musicali, si scoprono eccellenti
per acustica impeccabile e
panorama suggestivo. Sul finire di
un Giugno pervaso dalla calura,
nella sempre attenta alla musica
Ferrara, suonò quella band
soavemente post-new wave, che
deve la propria arte ad artisti quali
Joy Division e Bauhaus, e il proprio
nome all'impiego dei suoi
componenti in una redazione,
anni orsono. Gli Editors, da
Birmingham, sono ben educati,
compiaciuti ma timidi, ma il vero
protagonista è lui, quel Tom Smith
autore e avvolgente voce, che ha
le carte in regola per conquistare
le folle, e lo stesso cognome del
suo eroe dark (Robert) leader dei
PHOTO : I. Rebecchi
Cure, e che riesce a sublimare una
performance di altissimo livello
con una spregiudicata maestria
da animale da palcoscenico in
sciamaniche danze roteanti in un
moto smanioso di vita e musica
(e nel gesticolare ricorda persino
Ian Curtis). La band inglese, a
Ferrara, viene preceduta dai
romani (e bravissimi) Klimt 1918, re
dell'underground d'esportazione
italico, tra accordi dilatati e
riverberanti, una voce soave e
melodie accattivanti a mitigare
l'effetto di un post-rock nordeuropeo di chitarre progressive e
basi massicce, in un mix
incessante e dark a metà tra The
Cure e Bauhaus, che i fratelli
Soellner e soci manifestano
decontestualizzando la
modernità dell'arte dello stesso
Klimt nel collasso dei valori della
belle epoque di inizio '900.
Geniale l'ultimo album “Just In
Case We'll Never Meet Again”.
Poi salgono, composti e decisi, gli
Editors, e, dopo le celeberrime
“The Racing Rats”, “Bullers”,
“Bones” e i successi tratti da “An
End Has A Start” e “The Back
R o o m ” , c ' è p ro f u m o d i
consacrazione cosmica per la
band, con il prossimo album “In
This Light And On This Evening”, in
uscita a settembre, di cui
presentano live alcune perle: le
migliori del loro repertorio, forti di
potenti basi elettroniche e un
riverbero magnetico di newelectronic-wave dalle alte
potenzialità e echi alla New Order.
Un ulteriore salto di qualità per gli
Editors, che, ambiziosi ed
appassionati, toccano temi che
avvolgono la redenzione e il
bisogno umano di socialità di
fronte all'ipotesi della morte, in un
concentrato conturbante e
lisergico. Ballarono tutti, cantarono
tutti, e lui, Tom, ringraziò la folla e
gli estensi per aver avuto la
fortuna di esibirsi in un loco così
ameno. E noi ringraziammo lui per
la voce, le danze ipnotiche e la
divina musica manifestata. Ad
inizio mese, è bene ricordare, che
nel grande anfiteatro romano
"fatto con arte degna di Dedalo" e
sito nella città veneta dell'Adige,
Juliette Lewis aveva onorato "the
city of Romeo & Juliet", con la sua
canzone Romeo, omaggio blues
rock ad un amore sprovveduto e
senza limiti con la voce graffiante
che la rocker statunitense
sprigiona e la leggerezza tipica di
chi ha la musica nel sangue (e il
cinema), fasciata in jeans
paillettati viola, accompagnata dai
The New Romantiques, deliziosa e
stralunata nella performance della
sua “Suicide Dive Bombers”. Pochi
minuti dopo salirono sul palco i
Killers, per un live sold out da mesi
che, come da copione, non
deluderà il pubblico, tra echi dancepop anni '80, bowieani e alla
Freddie Mercury, principi del foro tra
palme e scenografie luminescenti,
tra hit passate e i nuovi brani di
“Day&Age”, nell'eco maestoso
della perfetta voce di Flowers,
rombo tra le platee composte
dell'Arena di Verona. Prendi l'arte e
mettila da parte…(di I. Rebecchi)
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ROCK in PALASHARP (?!)
Milano 13.06.2009
di Antonio Lo Giudice
Gogol Bordello
Se non avete mai sentito parlare
di questo festival, sappiate che è
più famoso col nome di “Rock in
Idro”, ma siccome la Sig.ra
Moratti non ha voluto concedere
l'Idroscalo (hai visto mai, tenere
al chiuso questi quattro sfattoni
ipertatuati potrebbe portare
qualche voto in più a Potestà al
ballottaggio), il pubblico è stato
costretto a rosolarsi nel formo
del Palasharp dal primo
pomeriggio fino a mezzanotte e
mezza. E, purtroppo, non posso
parlarvi del concerto dei Faith
No More che si è tenuto
domenica 14- dovendo scegliere,
ho optato per la scaletta
migliore e per il giorno festivo a
seguire. Del gruppo di Mike
Patton mi parlerà, spero presto,
l'amico Endi (e, se qualcuno di
voi c'è stato, può scrivere le sue
considerazioni a
t o ny l g 7 8 @ h o t m a i l . c o m ) .
Diciamo che il programma della
prima giornata era decisamente
invitante: Flogging Molly, Gogol
Bordello, Social Distortion,
Babyshambles (vabbè….!) e,
come headliner, i Pogues.
Tuttavia, gli organizzatori hanno
commesso l'errore marchiano di
piazzare in apertura le
performance di due delle
macchine da concerto più
devastanti presenti sulla piazza,
con la logica conseguenza che i
restanti gruppi sono parsi
quantomeno moscetti. Ma
andiamo con ordine: Flogging
Molly- voto 9: se non sapete più
che cazzo di gruppi aprire su
facebook, ve lo do io uno scopo
per cui vale la pena combattere.
Portiamo i Flogging Molly alla
prossima edizione del Brintaal di
Valstagna. Raccogliamo firme,
fo n d i , c o s t ri n gi a m o g l i
organizzatori a prostituirsi, ma
l'obbiettivo va raggiunto! Prima
di morire voglio godermi di
nuovo questo devastante mix tra
punk e folk irlandese sparato a
200 km/h, che non lascia tregua
e ti cava anche l'anima. Alla fine
del loro concerto ero senza
maglietta, e si trattava solo del
primo gruppo. Gogol Bordellovoto 10: un punto in più del
Flogging Molly solo perché
conosco le loro canzoni e, quindi,
ho potuto berciarle con la mia
voce stridula per tutto il tempo.
Per loro ho azzardato un
sottopalco, dato che mio cugino
Danilo mi ha suggerito: “sta più
vicino possibile, così ti godi lo
spettacolo di quei due pezzi di
sticchio delle coriste!”. Le coriste
sono effettivamente due
notevoli pezzi di sticchio, e il
gruppo spacca alla grande:
“Wonderlust King”, “Not a
Crime”, “Stars wear in purple”
sono tra i migliori esempi di
pachanka odierni (l'influenza
degli immortali Mano Negra non
è mai stata nascosta da Eugene
Hutz). Quello che succede nella
conclusiva “Think Locally, Fuck
Globally” è troppo pazzesco per
poter essere spiegato qui- non si
capiva se i musicisti stavano
mettendo in scena una festa
gitana, un rito vodoo di New
Orleans o tutt'e due le cose. E le
ragazze del pubblico ballavano
sexy, quasi fossero possedute da
un demone trombaiolo. Social
Distortion- voto 7: come detto
sopra, dopo Flogging Molly e
Gogol Bordello, non sfigurare era
un'impresa. Il gruppo di Mike
Ness se la cava alla grande,
anche perché scarica subito una
tripletta di brani da quel
capolavoro che fu il loro esordio
“Mommy's Little Monster”, che
riempie di entusiasmo me e la
quota punk del pubblico. Certo,
nessuna bomba ballabile, ma
sano e sudato rock underground,
che evoca scenari quasi western,
specie nella bellissima cover
“Ring of Fire” di Johnny Cash,
vero nome tutelare dei
californiani. Sì, vabbè…mi
aspettavo di più ! Babyshamblesvoto 6: l'idea era di andare a
mangiare durante il loro
concerto, perché Pete Dorhety
mi sta un po' sulle palle. E poi,
davanti al Palasharp, era tutto un
via vai di orribili teenager
anoressiche con quel cappello
idiota in testa. Pertanto, avevo
un buon motivo per tenermi alla
larga. Invece, i Babyshambles non
sono stati male- onesti
mestieranti del pop inglese,
capaci anche di un paio di brani
azzeccati. Nulla di troppo orrido.
Pogues- voto 6,5: Immagino che
Shan McGowan abbia davvero
bisogno di soldi per ridursi a
salire sul palco in queste
condizioni. Mi raccontano che
anche vent'anni fa, ai concerti,
ondeggiava più che camminare,
ma sabato non è stato un bello
spettacolo vederlo cantare due
brani e poi sparire nel backstage,
fino a quando qualcuno non lo
andava a ripescare. Certo, che
canzoni! “Stream of Whiskey”,
“Sunny Side of the Street”, “The
Sick Bed of Cuchulainn” e “Dirty
Old Town” sono la declinazione
folk della new wave- classiche ed
incendiarie allo stesso tempo.
Bastano da sole a fare grande un
concerto. Anche con un
frontman a mezzo servizio.
State a sentire! a cura di i. rebecchi
STATE A SENTIRE
"Filemone e Bauci"
Amor Fou
"All The Different Deaths...”
In the bottle records 2009
Nicker Hill Orchestra
genere: post-rock / psichedelico
hanno più nulla di sacro. Così
l'omonimo brano e l'omonimo
racconto firmato da Alessandro
Raina sono legati tra loro
dall'assoluzione poetica del
confronto con un presente
scialbo e privo di slancio, in cui il
riflesso continuo in sé stesso
diventa vortice ammorbante e
temibile. Amore e vita si
incontrano anche ne “Il
Ticinese”, che parla di Milano e
amori sbagliati, ed è sublimata
da un veicolo sonoro che ha del
delicatamente soft crescendo
mu s i c a l e e l e t t ro n i c o e
sperimentale. L'elettronica lascia
poi spazio al passato nella cover
di Jimmy Fontana, “L'Ultima
Occasione”. Cinema e
letteratura si confondono nello
smarrimento poetico
dell'impalpabile soluzione
sonora e lirica egli Amor Fou, che
rievocano ora Morricone o i
Radiohead, i Calexico e Fossati,
ridando onore alla tradizione
c a n t a u t o ra l e i t a l i a n a e
riflettendo su un passato
migliore.
"Kingdom of Welcome Addiction"
IAMX
voto: 8/10
Escono dal post-rock i padovani Nicker Hill Orchestra che con il secondo album,
sintetizzano tutte le influenze in uno scintillante esempio di ricerca senza
limiti:
"All The Different Deaths... And Rebirths", che già nell'artwork
2009
rappresenta la lentezza polimorfa di una lumaca in un tetro paesaggio alla Van
genere: pop-cantautori
Gogh, il cui sentiero risulta lungo e misterioso. Fascino senza pause, nei 5 brani
dell'album, dalla crescente “Say Goodbye”, a “I'll Bever See You Again”,
voto: 7.5/10
malinconica e trasognante, e “Sailor”, sfuggente e psichedelica, dalle voci
effettate a mo' di strumento. Poi Red, dalla muscolatura imponente nel postrock ipnotico, “Shit You!” , dalle atmosfere new wave, e la conclusiva “Vortex”
che regala poesia sonora in un progredire incessante di ritmi. I Nicker Hill
Orchestra fondono così stili e generi, ripescandovi autonomamente a plasmare
Web: www.myspace.com/amorfou ambite
illusioni sonore. E fanno innamorare…
Prodotto in collaborazione con
Raffaele Stefani (F. Battiato,
Morgan), “Filemone e Bauci”
segna il ritorno sulle scene della
band regina del cantautorato
elevato italiano. Dopo “La
Stagione del Cannibale” (2007),
gli Amor Fou, nella nuova
formazione a power trio
(Alessandro Raina, Giuliano
Dottori e Leziero Rescigno),
anticipano l'album in
pubblicazione il prossimo
autunno, grazie a questo minialbum (digitale) che riafferma il
legame tra la band e il
cantautorato italiano qui riletto
in chiave moderna, elettronica e
profumata di cinema retrò.
Scomodano le “Metamorfosi” di
Ovidio per descrivere Filemone e
Bauci (ospitali con Zeus ed
Ermes e perciò salvati dal
martirio, tramutati in alberi legati
tra loro per l'eternità) che
delineano quell'amore coniugale
ed ordinato riflesso nell'autoaccusa di un trentenne che
guarda la propria generazione e
scopre che amore e vita non
61 seconds 2009
genere: electro-rock
voto: 8.5/10
Chris Corner (leader degli Sneaker Pimps) è IAMX. Sulla scia dell'electro rock
d'avanguardia alla Placebo e Muse, torna con "Kingdom of Welcome Addiction",
consacrazione della malinconia teatrale, melodia, rock-elettronico, industrial e
new wave, post-goth ed esistenziale: così IAMX indaga tra gli emisferi più
combattuti dell'esistenza, tra sesso, droga, amore e la polemica nostalgica verso
l'Inghilterra passata. La vocalità s'infiamma in “Nature of Inviting”, ritmata e
elettronica, seguita dalla title-track dal climax ascendente e manifesto sonoro di
un album assolutamente geniale. “My Secret Friend” (featuring Imogen Heap) è
ballata pop-rock, “An I For An I” rievoca Depeche Mode e New Order, con un
impatto mefistofelico alla Bauhaus, e “I Am Terrified”, è potenza vocale ed
innovativa dal pathos straziante. Deliziosa “Think Of England”, che sotto gli abiti
pop-rock rivela liriche polemiche e riflessive, e “Running” che chiude il prisma
incandescente del lavoro con intimismo. Album-fusione tra rock ed elettronica,
new wave e pop, stupefacente, oscuro.
"Two Suns"
Bat For Lashes
Parlophone
2009
genere: dream-pop / gothic-pop
voto: 8.5/10
Two Suns è uscito ad Aprile, ma non potevo non parlarne. Natasha Khan, già
spalla dei Radiohead, giovane ipnotizzatrice dagli echi alla Bijork, propone un
album magnetico, che fa sprofondare nel manto sonoro rarefatto e vaporoso.
"Two Suns" è un concept album in cui vive l'anima dell'alter ego della Khan,
Pearl, affascinante donna d'altri tempi, bionda e fatale, che va a contrapporsi
all'ascesi mistica e poetica che il progetto Bat For Lashes sublima. “Glass” è
calda e sacerdotale mentre il singolo Daniel ha una trama elettronica
conturbante e moderna. Poi c'è “Peace Of Mind”, ballata contemporanea,
“Pearl's Dream” grintosa, “Two Planets” ricorda gli Eurithmics, e la conclusiva
“The Big Sleep” in collaborazione con Scott Walker, rimembra Nico e l'opera
psichedelica, marziale e distorta. Un album geniale e fiabesco il cui incontroscontro tra tendenze e visioni culturali differenti diventa pace dei sensi ed
estetica sonora. Celestiale.
LIVEREPORTROMA LIVEREPORTROMA
The Boys + T.V. Smith @ Init
[Roma, 4/Giugno/2009] di f. Giangolini
Mi trovo con Tony e Claudia a
San Lorenzo per una cena rapida
a base di kebab, una passata
veloce dalla piazzetta per
sentire giusto che aria tira
stasera. C'è movimento, c'è
energia e musica, la luna è quasi
piena stanotte e ci accompagna
illuminando il nostro cammino
fino alla fermata del bus in porta
Maggiore. Andiamo al concerto
dei The Boys. Cinque ragazzi
degli anni 70', che insieme a Sex
Pistols, The Clash e Generation
x, furono tra i protagonisti della
prima ondata punk. Del gruppo
fanno parte il carismatico
Duncan''Kid''Reid e Matt
Dangerfield, che in quegli anni
convertì il suo appartamento al
47A di Warrington Crescent
(Londra) in uno studio di
registrazione di cui artisti del
calibro di Mick Jones, Rat
Scabies, Sid Vicious e Billy Idol
furono regolari visitatori. The
Boys sono per la prima volta in
Italia dall'81 e c'è grande attesa
per loro. Sul palco si presentano
i ' ' T h e Va l e n t i n e s ' ' ,
direttamente da Bologna.
Propongono vari pezzi del loro
repertorio tra cui un'ottima
'listen' che merita grandi
applausi. Tuttavia, oltre al
''clasheggiante'' Marzio Manni
ed un JJ Stigliano che picchia
duro sulla batteria alla Marky
Ramone dei tempi d'oro, i
Valentines avrebbero bisogno di
trovare una voce più punk,
adatta per la loro musica, alzare
il volume della chitarra e
riempire il tutto con un bel 'wall
of sound'. Una sigaretta e il
palco cambia: un signore di
mezza età, alla Johnny Rotten
degli anni d'oro, con bellissimi
jeans pitturati senza un preciso
ordine, che cantava supportato
dai Valentines. Capelli bianchi e
corti, camicia bianca e
giacchetta elegante stretta. Era
Tv Smith, la voce dei The
Adverts, punk band inglese degli
anni '70. Una così forte carica ed
energia nella folla, fonte di pura
energia, che in quel momento ti
fa sentire come se il tempo non
esistesse più, trasportandoti in
un vortice di musica, sensazioni
ed emozioni. Tra i vari pezzi,
propone un fantastico brano
degli Adverts, 'Great Brithis
Mistake', e 'Gary Gilmore's
Eyes'. Tv Smith, 53 anni di pura
energia. Dopo una ventina di
minuti, appena il tempo di
riprenderci dallo shock, arrivano
loro, all'una di notte, ci siamo, ci
s o n o T h e B oy s. C i n q u e
elementi, un pezzo di storia del
punk. Come prima impressione
non mi dicono molto, Matt
Dangerfield potrebbe essere
scambiato senza problemi per
Keith Richards, con occhialini da
sole e cappello, mentre Honest
John Plein è Johnny Ramones in
versione all'ingrasso. Purtroppo
anche il suono non è ottimale. Il
cantante Duncan 'Kid' Reid è
l'unico che porta un po' di
energia, sempre in movimento,
canta, suona, balla e salta lungo
tutto il palco, mentre gli altri
sembra abbiano messo radici.
Per la prima mezz'ora suonano
brani inconsueti per la
situazione, scarichi e a basso
voltaggio. Prima noia appunto,
poi, finalmente, i pezzi più cool
del gruppo, come 'Terminal
Love', molto bella, 'See You
Later', altrettanto bella ed
o re c c h i ab i l e, ' We e ke n d ' ,
'Brickfield nights', intima e
penetrante, poi l'ottima 'First
time', che regala un esplosione
del pubblico nel locale, tutti ad
urlare insieme ai Boys il mitico
ritornello....wo!...wowowo!!! Il
concerto termina negli applausi,
l'unica cosa che riesce a far
mu ove re i l bu o n M at t
Dangerfield, poi ci avviamo
verso un altra birra e un'altra
avventura. Usciamo
sicuramente soddisfatti della
serata che ci ha regalato l'Init,
ma da una band come 'The
B oy s ' c i s i a s p e t t ava
sicuramente qualcosa di più,
perché dei musicisti che salgono
sul palco con l'orologio al polso e
controllano sempre l'ora, li
definiremmo quasi 'timbratori di
cartellino' più che artisti.
ROCK ICONS a cura di i. rebecchi
JOE STRUMMER
- THE CLASH -
Il giovane John Graham Mellor
nasce in una famiglia borghese
inglese, il 21 agosto 1952. Un padre
ministro degli esteri per i governo
britannico costringe l'intera
famiglia Mellor a viaggiare tra
Ankara (città natia di Joe) a Città
del Messico e Bonn, fino al
definitivo trasferimento a
Werlingam, a sud di Londra.
Iscritto di forza ad una scuola
privata, parallelamente l'amore
per la musica inizia ad affascinare
Joe, che fin da piccolo si dilettava
ascoltando Beatles, Rolling
Stones, Cream, Them e The Who,
pur non manifestando
inizialmente il desiderio di
suonare e cantare. Si narra che fu
osservando Mick Jagger ballare
sulle note di Not Fade Away, che
sorse la spinta emozionale per il
piccolo dodicenne Joe, che da
allora venne ispirato per la sua
futura carriera di cantante e
musicista. Dopo che il fratello
maggiore David, estremista di
destra con una passione
pericolosa per l'esoterismo, si
suicidò nel 1970, Joe fu sconvolto
al punto di mollare la scuola e
andarsene da casa. Joe impara a
suonare a chitarra e basso, e ben
presto diventa musicista di strada
assumendo il nome di Woody (in
onore a Woody Guthrie),
suonando l'ukulele in giro per le
capitali europee con Tymon Dogg
(che tornerà come musicista in
Lose The Skin, da “Sandinista”),
fino ad entrare a far parte dei
Vultures ('72-'74), la band della
scuola d'Arte alla quale si iscrisse,
iniziando a mostrare interesse per
la vita della sinistra più
rivoluzionaria. Passa poi nelle file
dei 101'ers, con cui occupò una
casa, diede un'immagine definita
di contorno, tra bandiere
rivoluzionarie e fotto di Che
Guevara e Marx, e iniziò a
palesarsi come quel frontman che
tutto il mondo conobbe negli anni
successivi. Arrivò così il
soprannome-cognome d'arte
Strummer, che rimpiazzò il Woody
precedente e si auto affibbiò data
la sua tecnica chitarristica da
“strimpellatore”, appunto. Qualche
album con la band, la scrittura
della prima canzone (Keys To Your
Heart), la prima recensione su
Melody Maker e poi la seconda
folgorazione: assiste ad un
concerto dei Sex Pistols nel 1976 e
viene trafitto dal punk,
accettando poco dopo, su
pressione del futuro manager dei
Clash, Bernie Rhodes, di diventare
il cantante proprio della nuova
band. Conobbe così Mick Jones, un
giovanotto inglese amante di
Rolling Stones, New York Dolls e
MC5, che aveva suonato la chitarra
in diverse band della scena
londinese che anticipava l'avvento
magico del punk, tra sound grezzo,
provocazione e testi sociali. E
ancora il bassista Paul Simonon e
il batterista Terry Chimes
(sostituito in corsa da Topper
Headon): e così nacquero i Clash.
Joe Strummer ne è leader
indiscusso, carismatico, graffiante,
poetico ed efficace: un vero punkrocker che modificherà per
sempre la storia della musica.
Escono così i capolavori:
l'omonimo album, di debutto, nel
1977, poi “Give 'Em Enough Rope”
l'anno successivo, il mitico
“London Calling” nel 1979,
“Sandinista!” nell'80, “Combat
Rock” ('82) e l'ultimo “Cut The
Crap” nell'85. “London Calling” e
“Sandinista!” diventano pietre
miliari della musica, in cui il punk si
mescola con differenti generi (rock,
jazz, blues, reggae e funk) nella
creazione di uno stile unico e
originale, che pone i Clash al
vertice della stessa piramide del
punk-rock degli anni '70 di cui
erano stati amanti e figli. Ogni
brano dei due album è sapienza
punk, tra liriche fulminanti contro
una società appiattita verso un
immobilismo sfavorevole ed
ignobile, e un geniale incrocio di
stili e generi che rende fruibile e
d'impatto adrenalinico ogni pezzo,
tra ritornelli penetranti e il gusto
stravagante per la modernità più
originale e meno inflazionata. In
pochi anni i Clash riempiono radio,
copertine e palchi, a dimostrazione
di una società (non solo giovane e
non solo britannica) abbattuta
dalle sconfitte politiche e sociali di
una classe dirigenziale di poco
appeal, così bene rappresentata
nel grido di rabbia e nel diritto di
parola dalla band di Strummer,
procacciatrice di desiderio di una
ribellione mai sedata e capace di
convertire il malcontento di
scintilla infiammata per la
reazione. Ma Joe è in continuo
attrito con l'altro cardine della
band, Mick Jones, al punto che
nell'83, dopo l'allontanamento di
Topper Headon e di Jones stesso,
Strummer e Simonon si trovano da
soli a dover affrontare l'epilogo
della loro immensa band. Joe
continua a suonare, proponendosi
due anni dopo con una nuova
formazione, ma è proprio “Cut The
Crap” a rivelarsi un fiasco per
pubblico e critica, al punto che i
Clash riconosceranno (e solo a
distanza di anni) la stessa
esistenza della formazione dopo la
fuga di Mick. Per Joe arriva anche la
c e l eb ra z i o n e n e l c i n e m a
(“Sid&Nancy” – 1986, “Walker” –
'88 – “Mistery Train” – '89), e la
realizzazione di un album,
“Earthquake Weather” nell'89,
sottovalutato però da critica e
pubblico. Si riappacifica poi con
Mick Jones, collaborando in seguito
alla scrittura di alcuni brani dei
B.A.D., e negli anni '90 compare
spesso durante i tour dei Pogues,
fino a formare nel 1999, con Antony
Genn, i Mescaleros, con cui, lo
stesso anno, pubblica “Rock Art &
The X-Ray Style”, suonando anche
in Italia (a Bologna e Milano) fino a
tutto il 2000, quando fu al fianco
degli Who durante alcuni live
britannici. L'anno successivo esce
“Global a Go-Go”, con i suoi
Mescaleros, con cui riapre un nuovo
tour mondiale fatto di hit della
band e della riproposizione dei
grandi successi dei suoi immortali
Clash. Memorabile la sua cover di
Redemption Song di Bob Marley,
con i Mescaleros, ennesimo dono
prezioso al mondo da parte del più
umano e tangibile degli dei della
musica. Joe morì d'infarto nel
Somerset, a soli 50 anni, lasciando
un vuoto incolmabile nella scena
musicale mondiale. 8 anni dopo,
l'amico di sempre e regista Julien
Temple raduna star del cinema e
della musica per produrre un
documentario-lungometraggio
sulla vita di Joe e sulla
fondamentale influenza che i
Clash ebbero sulle generazioni
future, “The Future Is Unwritten”.
Adorato e preso ad esempio,
Strummer è l'icona generazionale
del modus-vivendi reattivo,
appassionato, fedele, partigiano,
anti-modailo ed anti-divo
soprattutto. Figura d'inestimabile
prezzo che ha avvolto la scena
mu s i c a l e d i 3 0 a n n i d i
cambiamenti e di degrado socioculturale, Joe ha persuaso con il
solo potere della musica e delle
parole sciami di fan (e non solo),
senza atti di divismo, ma con la
sola coerenza della stessa musica
che da giovane aveva amato, che
all'apice della creatività innovò e
che negli anni a seguire seppe
magistralmente possedere,
nonostante un carattere schivo e
timido, che lo portò da sempre a
non stare mai al centro
dell'attenzione, se non quando
dominava incontrastato il suo
palcoscenico. Cantava aspro e
vissuto, magnetico e rabbioso,
verace e rock, sensuale ed idolo,
toccante e giovanile, come un
fulmine sociale capace di attirare
per reagire, nel quadro confuso a
cavallo tra '70s ed '80s in cui punk
era la miscela di generi
diametralmente opposti, nel
turbinio fugace e maestoso della
contestazione orgogliosa degli
slogan-ritornello di Rock The
Casbah e Revolution Rock, di
Spanish Bombs e The Guns Of
Brixton, così ben riassunti nella
stessa memorabile copertina di
“London Calling”. Joe Strummer:
l'icona più coinvolgente e fedele
della transizione storica, in prima
linea contro nichilismo ed
autodistruzione. “White riot, I
wanna riot/White riot, a riot of my
own/Black people gotta lot of
problems/But they don't mind
throwing a brick/White people go
to school/Where they teach you
how to be thick/An'everybody's
doing/Just what they're told
to/An'nobody wants/To go to
jail!/All the power's in the hands/Of
people rich enough to buy it/While
we walk the street/Too chicken to
even try it/Everybody's doing/Just
what they're told to/Nobody
wants/To go to jail!/Are you taking
over/Or are you taking orders?/Are
you going backwards/Or are you
going forwards?” (di I. Rebecchi)
ELECTRO sapiens di Matteo visentin
UNDERWORLD
PH: MATTEO VISENTIN
Drive boy dog boy dirty numb
angel boy....sono convinto che
queste parole ricorderanno a tutti
qualcosa, a chi ore ed ore di bagni
di sudore ballando
ininterrottamente a qualche
party grande o piccolo che sia, a
chi momenti significativi ed
importanti della dance anni 90, a
chi soltanto la colonna sonora di
un film di Danny Boyle simbolo di
una generazione passata ma
forse non del tutto. Ma se a
chiunque,o quasi, qualcosa è
rimasto, significa che il lavoro di
Karl Hyde e Rick Smith ha
lasciato ancora una volta il segno,
un segno che dai primi anni
ottanta regna sovrano nella
scena elettronica mondiale. Sì
signori, stiamo parlando degli
Underworld, i pionieri della
musica dance di un certo tipo, i
maestri delle sonorità forti,
intense, avvolgenti, i capitani dei
dancefloor di tutto il mondo, i re
incontrastati dei celeberrimi
festival tedeschi ed inglesi, coloro
che hanno rilanciato l'elettronica
da ballo nei nineties. Il periodo in
cui gli Underworld presero il volo
è da analizzare con molta cura:
dopo aver fatto da spalla al tour
statunitense degli Eurythmics, il
ritorno nella natia Inghilterra
lasciò il segno a Karl e Rick.
Trovarono difatti una nazione
immersa in svariati rave party,
dove le parole acid-house e
techno stavano sempre più
prendendo piede e loro fecero
tesoro di quello che il rock allora
stava ripudiando, ovvero quelle
sonorità così crude e ficcanti che
venivano ereditate dagli 80s:
forse proprio per questo il
fenomeno Underworld era
destinato a creare qualcosa di
veramente grande. Molto
importante all'epoca fu l'entrata
nel gruppo di Darren Emerson(
che nel 2000 si staccherà), un dj
della scena acid-house britannica,
assolutamente fondamentale nel
preservare quella che era l'anima
iniziale del duo( si pensi ai riff
staccati) ed abile nell'inserire quel
tocco di novità che tutt'oggi è una
peculiarità degli Underworld,
ovvero l'uso di chitarre e la decisa
e profonda melodia nelle parti
vocali. Gli anni 90 possono
tranquillamente definirsi toccati e
segnati dal “suono Underworld”
c o n
u n
a l b u m ,
Dubnobasswithmyheadman, che
anticipa i primi tocchi del drum'n
bass e porta alle orecchie di
milioni di ravers sonorità
acide,metropolitane,oscure e le
parti vocali, con frasi nonsense,
rimarcano quell'idea di suono
assolutamente originale che però
le label snobbavano. Ma qualcosa
stava cambiando e la riprova
ufficiale è rappresentata dal
successo mondiale del singolo
Born Slippy, del quale ho
accennato qualcosa all'inizio e del
quale non vorrei riferire null'altro,
illuso e speranzoso che chiunque
abbia masticato la musica di
Primal Scream, Chemical Brothers
e Prodigy, insomma di coloro che
hanno contribuito all'ascesa nelle
classifiche della musica dance ad
al suo ingresso di diritto nei
fe s t iva l ro ck , n e s ap p i a
abbastanza. Dalla consacrazione
ufficiale del gruppo, segnata
anche da vari remix ad artisti quali
Massive Attack, Depeche Mode e
Bjork, ci si potrebbe aspettare il
tracollo che puntualmente NON
avvenne. Gli Underworld creano
invece il loro autentico capolavoro,
Beaucoup Fish, del 2000: un
lavoro completo, ricco, vario ma
ordinato,con acid-house e parti
vocali da brividi. Un album che
oscurerà i due successivi, A
Hundred Days Off e Oblivion With
Bells, ma non potrebbe essere
altrimenti. Gli Underworld
rimarranno comunque nella
mente di tutti per aver coniugato
in maniera perfetta voce, melodia
e suono, senza perdersi in vicoli
minimali senza sbocchi, che
avrebbero portato alla lenta
morte del gruppo e non avrebbero
lasciato il segno in un panorama
troppo facilmente ipnotizzabile
dalle mode del momento e dalla
cultura dello “sballo”. Per chi
ancora avesse dei dubbi a
riguardo, l'invito è di sentirli ma
soprattutto ”viverli” l'11 Luglio al
Torino Traffic Festival, unica data
italiana del duo Inglese. Ah,
dimenticavo, per i sapientoni
filosofi della musica: il festival è
gratis, muovete le chiappe e non
giudicate a priori.
nuovo
Contra barche - VI
ASTRA
Bar
VEN 3: DJ SET
SAB 4: CONCERTO “MAURO BALDASSARE & CO.” 19-21
VEN 10: DJ SET “PAROLA” DALLE 19
SAB 11: CONCERTO “SWING OUT 5et” 19-21
VEN 17: CONCERTO JAZZ “TRIOTRONIC” 19-21
BANDS APART, all’interno del Ferrara Sotto le Stelle
15 luglio BLOC PARTY
21 luglio TV ON THE RADIO
www.ferrarasottolestelle.it
michele polga sax e live electronics,stefano senni basso e live
electronics,walter paoli batteria e live electronics
SAB 18: CONCERTO JAZZ “LORENZO CONTE TRIO”
VEN 24: DJ SET
SAB 25: CONCERTO JAZZ “DAVID MINOTTI TRIO”
VEN 31: DJ SET
TORINO TRAFFIC FESTIVAL
9 luglio: Nick Cave & the Bad Seeds
10 luglio: Primal Scream, Ladytron
LE
ULE
B
LI ELLZITE
Z
IMPA
11 luglio: Underworld, Crookers,
The Bloody Beetroots
www.trafficfestival.com
Domenica Aperto dalle ore 16.59
STATO DI FESTINA PERMANENTE
T-SHIRT FOR
SCOOTERIST
LIVE review byMATTEO VISENTIN E MR JIMMA
ABBI
CORAGGIO!
Varianti Music Festival, 7 Giugno 2009, Verona
O voi che non avete visto,
abbiate coraggio o almeno la
voglia di vedere, di provare, di
sentire e di vivere un festival del
genere: VARIANTI! Un evento
dedicato alla musica indie
electro/elettronica in una
location che rimanda alla mente
i grandi festival rock mondiali.Il 7
giugno è stato il culmine di un
grande evento creato, gestito e
organizzato in maniera molto
professionale,un festival d'arti
visive e sonore mischiate
assieme all'interno di una
gra n d e a re a ve rd e.
Organizzatrice del “Varianti” è
“Just Married”, associazione
culturale che promuove lo
sviluppo della musica e della
c u l t u ra : c o n s ap evo l e,
creativa,mai banale,e nello
stesso tempo intelligente,
perché capace di capire cosa
poter proporre senza azzardare
e sempre in base alle proprie
possibilità.Varianti intese come
innumerevoli possibilità, o come
fattori imprevisti capaci di
diversificare l'offerta proposta,
quindi voglia e volontà danno il
n o m e a q u e s t a
rassegna.Alleviati dal vento e
dal sole si poteva gustare tutta
la zona verde, “arredata” da
diversi gazebi con differenti
marchi, idee e proposte in una
giornata calda condotta da
tante band che hanno suonato
una dopo l'altra sopra ad un
palco/pullman.Da notare la
rivoluzionaria caratteristica del
fatto che le band live per questa
volta sono state le “apri pista”
della giornata in un palco
decisamente più piccolo, e i dj
invece hanno poi suonato nel
cosiddetto “main stage”.Oggi
tutti fanno tutto, e forse per ogni
settore si è un po' persa quella
poesia nel far valere e coltivare
le proprie capacità.Questo lo si
trova anche nel mondo del
“djismo” dove tanti ragazzini
con un portatile e un po' di
conoscenze trovate in giro nel
web fanno vedere come sono
bravi a fare i dj ma una
costruzione, di qualunque tipo
essa sia, se non ha delle buone
fondamenta prima o poi crolla.
“Just Married” l'ha dimostrato e
lo dimostra, facendo capire che
niente è al caso e che tutto è
studiato nei minimi particolari.
Difatti la giornata è stata un
crescendo di emozioni, dal
maestro Marco Dionigi a Pink is
Punk, passando per I giovani
ragazzi del Trash-Dance che
hanno infiammato la platea con
suoni coinvolgenti e trascinanti,
degno riscaldamento per il duo
belga The Glimmers. Per chi non
li conoscesse, un vero esempio
di tecnica sopraffina e pezzi
assolutamente potenti dal
rep e r t o ri o d i B e a s t i e
Boys,Prodigy e Blur, oltre
ov v i a m e n t e a l l e l o ro
produzioni:davvero un set
c o i nvo l ge n t e, c h e p o c h i
dimenticheranno. Simian Mobile
Disco ha( eh sì, era presente solo
uno dei due componenti)
proposto invece un'ora e mezza
di sane battute, affinando
minuto dopo minuto una
capacità di preparare il pubblico,
ormai molto esigente, all'attesa
dei due ospiti principali della
serata, e bisogna riconoscere
che ci è riuscito alla grande,
creando quella giusta suspence
che raramente si riesce a
gestire. Poi quando le ore si
facevano sempre più piccole è
stato il momento dei The Bloody
Beetroots, attesi fin dalle prime
ore del pomeriggio da una folla
pronta a scatenarsi. Bob e
Tommy non hanno deluso,
proponendo un set così
dannatamente punk che ha
provocato poghi non indifferenti
e momenti di delirio puro:
questo è il bello dei Bloody,
sanno sempre come “prendere”
il pubblico che, su loro stessa
ammissione, è “come un cane,
viene aizzato e poi morde”.Una
prestazione senza sbavature,
con pezzi come Warp, Cornelius
o il remix di Timbaland
Misscommunication ad esaltare
le doti stilistiche dei ragazzi
mascherati, carichi come
sempre e coinvolgenti come
pochi. Una degna chiusura di un
festival che è andato oltre,
riuscendo a comunicare un
concetto di “festa” nel senso
vero del termine, lontano dai
soliti luoghi comuni di ritrovo per
sballati. Il vento sta variando.
Copyright? no thanks!Lo sapete
che nel mondo artistico e
mediatico tutto sarebbe più
facile se non esistessero gli
intermediari?Non sono l'unico a
crederlo, ma anche molta gente,
creativi, imprenditori,fondatori
di etichette discografiche, ecc.
Ma purtroppo la legge non la
fanno loro,bensì le solite enormi
mega aziende multinazionali
gestite da “mangiasoldi umani”
e tutti, sotto una grande “C”
come scudo protettivo.A cosa mi
ri fe ri s c o ? a l fa n t o m at i c o
“Copyright”.Quante volte
avreste voluto modificare la
canzone di un'artista, e magari
riarrangiarla e/o farla sentire
nella rete e agli amici?Ma esiste
la grande C, ovvero “tutti i diritti
riservati”, ovvero “chiedi il
permesso” ovvero “questa robba
non si tocca”.La legge è chiara
su cosa si debba fare per avere la
t u t e l a s u u n a p ro p r i a
creazione,non bisogna fare nulla,
ma non dice assolutamente
MONTE CROCETTA
bassano del grappa (vi)
niente su come si possa
comunicare al pubblico che si
vogliono concedere certi usi
dell'opera.Nel momento in cui si
finisce un articolo, nel secondo
in cui si scatta una foto,
nell'istante in cui metti il sigillo
alla tua opera, la tua creazione
viene, con o senza la C,
automaticamente protetta.Dal
momento che la “Grande C” non
è obbligatoria, non c'è modo di
sapere in maniera semplice se
u n ' o p e ra è t u t e l a t a o
meno.Allora si comincia ad
andare alla ricerca di permessi e
avvocati,con conseguente
perdita di tempo e soldi. Qui
però, entra in campo “Creative
Commons”, ovvero trovare un
modo semplice per dare la
possibilità agli autori di
comunicare in maniera chiara
che vogliono permettere alcuni
usi delle loro opere.Il marchio CC
identifica un insieme di licenze
di diritto d'autore standard
disponibili online:
http://www.creativecommons.i
t Nel sito troverete tutte le
spiegazioni, chiarimenti e
altro.Se la grande C dice: “tutti i
diritti riservati”, Creative
Commons dice: “alcuni diritti
riservati”.
www.CreativeCommons.it
graphic by S&V
WISH LIST di A. natella aka mr. jimma
Luglio
BERICA
VEN 3:OSTERIA POPOLARE
DJ
DAX
7:
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MAR
SWEDEN
MERC 8: TIM SCHMIDT from
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ban
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VEN 10: KIKKA e INTRIG
m!!
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presentazion
POPCORN e
L
SOU
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17:
VEN
DJ SET
JAZZ e R 'n' B ON VINYL
CD AMAPOLA
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N
SE
DOM 19: PRE
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ralph reichert sassof
dudli batteria
s
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j
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bba
tra
milan nikolic con
TRIBOSSA,
con
D
FOO
VEN 24: MUSIC-DRINK &
CULINARIO
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live review a cura di denise zanin
LA P.F.M. A VICENZA RIPORTA LO SPIRITO DE ANDRÈ
FOTO DI DENISE ZANIN
Vicenza.Il debutto della Buona
Novella, presentata da Franz Di
Cioccio come inedito lavoro alla
quale la band ha dedicato l'ultimo
periodo lavorativo, ha concluso il
festival Biblico vicentino in una
afosa serata di inizio Giugno.
Insomma, i PFM hanno omaggiato
della loro presenza i numerosi
spettatori che si sono prontamente
presentati la sera del 2 Giugno
2009 in Piazza dei Signori.
Ricordando che in quel lontano
1970, quando la band si chiamava
ancora “I Quelli”, avvenne il brillante
connubio con Fabrizio De Andrè
proprio per stilare il progetto della
Buona Novella.Negli anni successivi
i componenti decisero di cambiare
nome, trasformandosi così nella
Premiata Forneria Marconi, che
divenne l'unica formazione italiana
a scalare le vette delle classifiche
inglesi ed americane nel fulcro
degli anni doro del rock progressivo.
Nulla da invidiare a King Crimson,
Yes, ELP, Genesis e chi più ne ha più
ne metta. L'originalità del gruppo va
tutt'ora apprezzata per la
temerarietà con cui ha affrontato il
progetto Faber: si, perché non è
semplice riuscire a far combinare
due stili musicali tanto elevanti
quanto differenti. Da qui si possono
trarre numerosi interpretazioni da
parte di un pubblico sempre più
vasto, amalgamato tra fervidi
sostenitori della rock band e
altrettanti appassionati dello stile
minimalista del solitario
cantautore. Non sempre insomma
è stato apprezzato questo
rimembrare delle ballate
dell'indimenticabile Faber
arrangiate in chiave rock. A Vicenza
l'effervescente Di Cioccio ha dato il
meglio di se, affiancato dagli
immancabili Mussida alla chitarra e
Patrick Dijvas al basso, alternandosi
spiccatamente tra voce e batteria,
anche più volte in una stessa
canzone. Il repertorio che hanno
riproposto, ha toccato i grandi
classici come “Bocca di rosa”,
“Pescatore”, “Zirichiltaggia”,
“Andrea” e molte altre. «Ricordare
Fabrizio - dice Mussida - è una sfida
a tempi che fanno temere che
l'uomo non abbia senso. Lui invece
costringeva ad affrontare temi che
ci evitano di scivolare nel nichilismo
per ridare speranze all'essere
uomini. Farlo parlare crediamo sia
una responsabilità di chi l'ha
conosciuto[…] ». L'inaspettato bis
(sognato dai più accaniti fan della
band) ha voluto concludere il
concerto con tre brani storici che
hanno reso famosa la PFM :
“Maestro della voce”, “Impressioni
di settembre”ed “È festa”. Si ma
come sempre è la festa..di chi è.
HI FIDELITY - libri che suonano di f. nicolli
DEMET RIO ST RATOS
RICO R DAN DO IL “MAEST RO DELLA VOCE”
Trent'anni fa, il 13 giugno 1979, si
spegneva al Memorial Hospital di
New York Demetrio Stratos,
colpito da un'improvvisa e grave
forma di anemia aplastica. Morì
alla vigilia di un grande concerto
tenuto all'Arena Civica di Milano
davanti a quasi settantamila
persone e organizzato proprio
per raccogliere fondi per aiutare
il musicista a sostenere le
costose cure a cui era
s o t t o p o s t o. I l c o n c e r t o,
grandissima dimostrazione di
solidarietà a favore dell'artista
s i m b o l o d e l l a c re at iv i t à
dell'epoca, si trasformò dunque,
purtroppo, in un sentito tributo al
“maestro della voce”, per citare
il titolo della famosa canzone
della PFM a lui dedicata. A
celebrare l'artista nel trentesimo
a n n ive rs a ri o d e l l a s u a
scomparsa sono stati
ripubblicati dalla casa editrice
Auditorium due interessanti
saggi (ai quali è da aggiungerne
uno in uscita per Aerostella
Editore). Si tratta de “Il libro degli
Area”, di Domenico Coduto, che
ripercorre la storia di Demetrio e
del gruppo cui il suo nome è
indissolubilmente legato, e di
“Demetrio Stratos. Alla ricerca
della voce-musica”, di Janete El
Haouli, importante monografia
che analizza le straordinarie
capacità vocali dell'artista e ne
racconta la carriera, anche da
solista. Nato nel 1945 in Egitto da
genitori greci, Efstratios
Demetriou (italianizzato e
ribaltato in seguito) nel 1957 si
trasferisce, a causa del colpo di
stato di Nasser, a Cipro per poi
giungere a Milano nel '62, dove si
iscrive ad Architettura al
Politecnico. Dopo aver suonato e
iniziato, in modo casuale, a
cantare in un gruppo musicale
studentesco, nel 1967 si unisce a
“I Ribelli” in qualità di tastierista
e cantante. Famosa la sua
splendida interpretazione di
“Pugni chiusi”, vera e propria
canzone simbolo dell'epoca, e
rimane nel gruppo fino al 1970,
anno in cui comincia a dedicarsi
alla ricerca musicale e vocale.
Due anni dopo, con il batterista
Giulio Capiozzo, fonda gli Area
(per esteso Area International
LIVE REVIEW di ILARIA REBECCHI
ARGETTI
PHOTO DI AMBRA
PHOTO DI AMBRA
L'unplugged rivelatore
19 Giugno 2009 - Bar Sartea, Vicenza
Popular Group), gruppo che può
essere definito la punta di
diamante della scena musicale
italiana (ma con riconoscimenti
anche all'estero) degli anni
Settanta. Con loro incide dischi
memorabili, a partire dal primo
album, “Arbeit macht frei” (1973)
per arrivare all'ultimo lavoro,
cinque anni dopo, dal titolo
emblematico “1978. Gli dei se ne
vanno, gli arrabbiati restano”.
Emblematico perché nei primi
mesi del 1979 l'artista, che già
parallelamente al lavoro col
gruppo aveva intrapreso la strada
della ricerca vocale e la carriera
da solista (ricordiamo qui solo
l'ottimo “Cantare la voce”, del
1978), con collaborazioni
numerose e importanti, lascerà
gli Area, bisognoso di uno spazio
artistico sperimentale proprio.
Pochi mesi dopo, il 2 aprile, viene
ricoverato prima a Milano e
successivamente trasferito a
New York a causa della grave
malattia che lo aveva colpito.
Gianni Sassi, patron della
Cramps, casa discografica del
gruppo e dell'artista, organizzò a
Milano un grande concerto
(definito in seguito anche il
funerale del movimento politico),
cui parteciparono tantissimi
artisti, per raccogliere i fondi
necessari a far fronte alle cure
molto costose cui Demetrio era
sottoposto oltreoceano. Ma la
notizia della sua scomparsa, a
soli 34 anni, rese vana questa
lodevole iniziativa, e dalla
speranza il sentimento comune
si mutò in profonda tristezza.
Ricominciamo. Argetti: band
post-punk, con evidenti richiami
alle sonorità rock U.S.A. intrise di
quel costruttivo sodalizio tra
melodia e appiglio punk
rivisitato in chiave
contemporanea. Nei loro due
album, “In My Shoes” (2004) e
“Flags Of Karma” ('08) c'è
l ' i n c e d e re ga l o p p a n t e
dell'adrenalina che incalza di
brano in brano inquadrando una
band, italiana, che trova sfogo
nella lingua inglese, reinventandone un utilizzo fruibile
e accattivante, dal sapore della
lontana California. Per questo
p i a c c i o n o, e n o n s o l o.
Così capita di andare a vederli
nel loro primo live acustico,
incastonati nel palco
bohemienne di un giardino-oasi
nel fulcro del caos di una non più
piccola città veneta, tra alberi
secolari, luci soffuse, chitarre
acustiche e un'intimità
spontanea a fare da cornice. E
così si svelano sotto un'altra
veste: non solo sciamani del
giovane punk moderno, ma
ipnotizzatori nell'abile lavoro di
decomposizione e
ricomposizione dei propri brani
(e non solo, suoneranno anche
nientemeno che “Heroes” di
Bowie e “Pet Sematary” dei
R a m o n e s ) c e s e l l at i c o s ì
finemente che ognuno è la
sublimazione di sé stesso.
Delicatezza non intorpidita, voce
puntuale e ritmi sedati ridonano
onore al passato punk-melodico,
aprendo, ulteriormente, le porte
del gusto per la musica suonata
ed ascoltata in rigoroso rispetto.
Non perdono potenza, al
contrario si riconfermano
completi e coerenti, mettendo in
gioco l'orgoglio di essere una
band punk-hc-rock per spogliarsi
maliziosamente della propria
essenza adrenalinica, svelando
che sotto tale vestito c'è molto
altro ancora. Ed è tutto ottimo!
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attenta valutazione che considera:
originalità. Tutti i locali sono stati
Vi invitiamo quindi a frequentarli e fare di
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SARTEA
SABOTAGE
Contrà Barche
Vicenza
C.so San Felice 362
Vicenza - www.sartea.it
Viale dell’Industria 12 (VI)
www.sabotagebar.eu
Il centro di Vicenza, al centro
del mondo, nel centro della
musica! “Nuovo Bar Astra”
powered by his eclectic owner
Mopi and his amazing staff.
Music every day, music every
night ,,, music inside. Taste us
and you never forget us! Peace
& Love!Da non perdere i mitici
concerti e dj set
ap e r i t i vo. A p e r t o t u t t e l e
Domenica
Locale storico di Vicenza che da
anni allieta e propone importanti
novità. JND Festival Electronic
Music, che ha portato il Sartea a
livelli internazionali grazie ad una
selezione ricercata di djs di ottimo
livello provenienti dai Clubs di
Berlino, New York e Londra.
Ambiente liberty, affascinante e
ricercato che risalta la qualità del
servizio. Chiuso Lunedì
Stanchi degli innumerevoli baraperitivo, dei localini minimal, dei
Jazzclub, della "birra a fiumi e bella
gente", della musica a 360° e dei
Discobar che affollano le notte
della provincia? Allora il Sabotage è
il vostro rifugio: Band e DJ Set R'n'R,
Garage, Heavy Metal, Stoner,
HardCore, HardRock e molto altro
rumore a volume sostenuto:
“Sabotage it's Louder than Loud!”
IL BORSA
P.zza dei Signori (VI)
myspace.com/borsacaffe
Incastonato all'interno della Basilica
Palladiana nel cuore del salotto
vicentino tra antico e moderno, il
Borsa caffè, in una nuova veste
propone arte, musica, un ottima
selezione di vini accompagnati da
cicchetti e tartine, splendidi piatti
freddi, formaggi e innovative
insalate. Alla sera fantasiosi
cocktails movimentati da atmosfere
musicali dal vivo e selezioni di mix
elettronici dei nostri Countermove
resident DJ's. Chiuso Mercoledì
VINTAGE KLUB
Via Savona 126 - Torri di Quartesolo
Info: www.myspace.com/vintageklub
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Via Garibaldi - Lonigo (VI)
Tel 0444.834856
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YOURBAN
Via dell’Industria - Piovene(VI)
Tel. 0445.650005
Via 51° Stormo - Thiene (VI)
Tel. 0445.374482
ARCI
Il Vintage Club si trova nella zona del
centro commerciale Le Piramidi. Entrando
vi accorgerete che state vivendo in un
nuovo mondo fatto da tenui colori e
ricercato design vintage. La sera le luci
tenui esaltano il Vintage Klub, sonorità
elettroniche miscelate dai migliori Djs vi
porteranno a vivere nuove emozioni.
D’estate vi aspetta il giardino estivo per
degustare cocktails e drinks sempre
all’altezza delle aspettative.
Wine Enoteca quest’anno si fa in due! La
parte “vecchia” è rimasta per gli amanti
della degustazione vini e degli assaggi di
formaggi francesi e delle ottime cruditè di
pesce. La seconda e nuovissima sala è
per gli amanti dai cocktails e della ottima
musica proposta ogni ven, sab e dom da
selezionati djs. Lo spazio esterno ricavato
nella galleria vi sorprenderà! La qualità dai
vini non si discute: sono cento le etichette
in mescita. Passate una serata al Wine!
Diventerà il vostro locale per sempre!
Yourban Music Club è la vera nuova
proposta in provincia. Uno spazio
polifunzionale che ospitarà una ampia
programmazione con DjSet e Live. Ma
non solo: all’interno 4 sale prova
insonorizzate ed attrezzate a
disposizione dei gruppi, un bar sempre
attivo e ampio spazio ad ogni forma di
espressione artistica. Per tutti noi fuori
da ogni schema ma dentro la YOURBAN
Culture. www.yourban.org
Risigo..Locale ricercato, curato in
ogni particolare vi offre una pausa
pranzo con menù a prezzo fisso in
un ambiente rilassante. Vi propone
serate tranquille accompagnate da
una cucina tradizionale stagionale.
Alla sera, nell’atmosfera giusta,
potrete cenare abbinando ai piatti
scelti ottimi vini o con ottime birre
in bottiglia. Chiuso Domenica
OSTERIA RIVE
SHINDY CLUB
CONTRA’ GRANDA
MONTE CROCETTA
Via Rive - Cartigliano 14 (VI)
Tel. 348.8265815
Via S. Giorgio - Bassano (VI)
Tel. 0424.500.000
Via Barbieri 25 - Bassano (VI)
Info 347.7597201
Loc. Monte Crocetta
Bassano (VI) - Tel. 0424.502017
Tra un mix perfetto di pezzi di design
vintage anni ’50-’70 e di elementi
tradizionali, Giovanna ha creato un
locale unico nel suo genere, dove si
respira un’atmosfera d’altri tempi.
Pensare di essere arrivati in un
esclusivo jazz club in una grande
metropoli non è un azzardo! Cucina
creativa, arte, musica il mix perfetto
per un locale che vi darà mille
emozioni tutte indimenticabili!
Lo Shindy Club da trent’anni è la
discoteca dei bassanesi doc, informale
ed “alternativa” offre serate di vario
genere: il venerdì concerti live, il Sabato
rock puro al primo piano, e musica
elettronica nell’ Electric Ballroom. Avete
presente la pubblicità “cosa sarebbe il
mondo senza la Nutella?”
Decisamente si abbina a “cosa sarebbe
Bassano senza lo Shindy!”. Enjoy! .
Aperto Venerdì e Sabato
Alla mattina ottime colazioni a base di
spremute e centrifughe di frutta
fresca, a mezzogiorno e sera a far
compagnia agli aperitivi : gustosi
tramezzini, stuzzichini e bruschette.
Speciale il Venerdì e Sabato con
ricercati cocktails e sangria
accompagnati dalla selezione musicali
dei djs. Disponibile per feste private.
Chiuso Lunedì
L’Osteria Moderna Monte Cruz si trova
a “20 metri al di sopra dell’energia
negativa”. A pochi passi dal centro
storico, immersa in un’oasi verde, offre
un suggestivo panorama su Bassano
d. G.. Una parte del locale è arredata in
stile “liberty”, mentre l’altra addobbata
con rarissime locandine dei film horror
degli anni ‘50. Da maggio a settembre
con le mod session dj set. “Un villaggio
senza musica, è un villaggio morto”.
Chiuso Lunedì
JACK THE RIPPER
LA LOGGIA
ZWEIBAR
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Via Nuova 9 - Roncà - Verona
Tel 045.9971260
Corso Guà - Cologna Veneta
Verona - Tel. 0442 410 41
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Treviso - Tel 0423.952761
Via Tintoretto 14 - Roncade (TV)
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Un vero tempio del Rock! Un punto
d'incontro obbligatorio per la buona
musica.Da qui sono passate le migliori
band underground del pianeta e se Elvis
fosse ancora vivo dopo Las Vegas
avrebbe scelto questo posto per esibirsi.Il
Jack The Ripper è alternativo,fuori dal
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Situato nel centro storico di Cologna
Veneta Il Loggia cafè è un perfetto punto
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week-end con i migliori D.j. set.
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convenzionale con menù che cambia
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diversi dai soliti, in più...... la Nostra
Musica (vedi Rock Cafe). Per l' Aperitivo....
dal cicchetto, all' affettato al coltello, fino
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New Age Club è il rock club più esclusivo
della parte nord-orientale della penisola.
new age club è totale garanzia di
professionalità e visibilità per gli artisti
affermati da tutto il mondo. new age club
è trampolino di lancio per le nuove realtà
musicali. new age club è lo spazio di
divertimento notturno senza vincoli
anagrafici. lo staff del new age club vi dà il
benvenuto per una nuova elettrizzante
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SUMMER FESTIVAL - Luglio/Agosto 2009
Sherwood Festival, Padova:
3 luglio: Marta Sui Tubi + Alessandro Grazian
4 luglio: Afterhours + Le Luci Della Centrale Elettrica
10 luglio: Motel Connection + Autre
11 luglio: Negrita
15 luglio: The Prodigy
17 luglio: Subsonica
18 luglio: Giuliano Palma & The Bluebeaters
Ferrock, Vicenza:
16 luglio: Marta Sui Tubi
17 luglio: Tre Allegri Ragazzi Morti + The Foorty Moostachy
Rock And Doc, Noventa di Piave, Ve
17 luglio: Piero Pelù
20 luglio: Frankie Hi NRG
21 luglio: Roy Paci & Aretuska
22 luglio: Velvet + Ministri
24 luglio: Hormonauts
26 luglio: Sir Oliver Scardy
A
L
T
R
O
4 luglio: Feadz + Rex The Dog, Forte Marghera, Ve
7 luglio: Elton John – Arena, Verona
10 luglio: Erol Alkan, Castelfranco
17 luglio: Motorhead + Extrema, Piazzola, Pd
18 luglio: Subsonica, Aeroporto Nicelli, Ve
18 luglio: Placebo – Castello, Villafranca, Verona
24 luglio: Simple Minds, Piazza San Marco, Ve
2 ago: Chemical Brothers - Jesolo
3 ago: Leonard Cohen- Piazza San Marco, Ve
15 ago: Surkin, Forte Marghera, Ve
26 ago: MSTRKRFT – Shindy, Bassano del Grappa, Vi
SEXTO 'NPLUGGED – Sesto al Reghena, PN:
16 luglio: Calexico
25 luglio: Petra Magoni e Ferruccio Spinetti
1 ago: Nicola Piovani
7 ago: Motel Connection
8 ago: Patrick Wolf + Cranes
1 ago: Crookers + The Bloody Beetroots - Kursaal, Lignano
16 ago: Cyberpunkers – Kursaal, Lignano
MILANO JAZZIN FESTIVAL
03 luglio Simple Minds
04 luglio La notte della taranta feat Steward Copeland
05 luglio Sergio Cammariere & Fabrizio Bosso
08 luglio Erykah Badu
11 luglio Enrico Rava Quintet
13 luglio James Taylor
15 luglio 2ManyDjs
16 luglio Seal
19 luglio Herbie Hancock e Lang Lang
20 luglio G. Benson c/o Arcimboldi
22 luglio Incognito
BRESCIA SUMMER FESTIVAL
14 luglio: Tracy Chapman
15 luglio: Santana
22 luglio: Burt Bacharach
PARKLIFE FESTIVAL (MI)
21 luglio: The Horrors, Caribou, Arboretum,
Joe Gideon And The Shark + guests
22 luglio: Piano Magic, Rolo Tomassi, Monotonix,
Dent May And His Magnificent Ukulele + guests
FESTIVAL VILLA ARCONATI (Monza)
2 luglio: Cocorosie
3 luglio: Le Luci della Centrale Elettrica + Atleticodefina
9 luglio: Ascanio Celestini
10 luglio: Calexico
13 luglio: Ivano Fossati
14 luglio: Paolo Benvegnù
15 luglio: Regina Spektor + Joan As A Policewoman
16 luglio: Gonzales
20 luglio: Sweet Billy Pilgrim + The Niro
21 luglio: Malika + Jesse Harris
23 luglio: Stefano BollanI
SUMMER FESTIVAL - Luglio/Agosto 2009
SUMMER SOUND BERGAMO
4 luglio: Jethro Tull
8 luglio: Motel Connection
9 luglio: Afterhours
10 luglio: Giorgio Canali & Rossofuoco + Jennifer Gentle
11 luglio: Derrick Morgan
FESTIVAL RADIO ONDA D’URTO
14 agosto: Agnostic Front
16 agosto: Anti-Flag
19 ago: Motel Connection
20 ago: Real McKenzies
21 ago: Quintorigo
24 ago: Marlene Kuntz
26 ago: Punkreas + Assalti Frontali
29 ago: Afterhours
TORINO TRAFFIC FESTIVAL
9 luglio: Nick Cave & the Bad Seeds
10 luglio: Primal Scream, Ladytron
11 luglio: Underworld, Crookers, The Bloody Beetroots
2 luglio: Calexico + Vinicio Capossela - Giardini Juvarriani, Torino
14 luglio: !!! + My Awesome Mixtape - Spazio 211, To
15 luglio: Gossip - Spazio 211, To
19 luglio: Massimo Volume - Spazio 211, To
21 luglio: Bruce Springsteen – Stadio Olimpico, Torino
1 agosto: Anthony & The Johnsons - Venaria, To
FERRARA SOTTO LE STELLE
5 luglio: Johann Johannsson
11 luglio: Massimo Volume + Fausto Rossi
15 luglio: Bloc Party + White Lies
21 luglio: Tv On The Radio + Animal Collective
22 luglio: David Byrne
3 luglio: Dj Mehdi + Feadz - Magnolia, Mi
6 luglio; Chris Cornell - Alcatraz
7-8 luglio: U2 + Snow Patrol - San Siro
10 luglio: Reset!- Magnolia, Mi
15 luglio: Mercury Rev – Lago Nord Festival, Paderno Dugnano, Mi
17 luglio: His Majesty Andre - Magnolia, Mi
30 agosto: Oasis + Kooks + Kasbian – Fiera Milano, Rho
2 settembre: The Offspring, Alcatraz, Mi
ITALIA LOVE WAVE FESTIVAL LIVORNO
17 luglio: Placebo
17 luglio: 2ManyDjs
18 luglio: Kraftwerk e Aphex Twin
19 luglio: Bandabardò e Ska-P
LUCCA SUMMER FESTIVAL
5 luglio: Dave Matthews Band
8 luglio: Anastacia,
11 luglio: Lenny Kravitz
16 luglio: James Taylor
18 luglio: Burt Bacharach
24 luglio: James Morrison
25 luglio: Moby
26 luglio: John Fogerty
INSANAMENTE - CORTONA
10 luglio: Frankie Hi NRG
11 luglio: Morgan
12 luglio: Dente
FRICTION FESTIVAL MODENA
4 luglio: Emidio Clementi + Massimo Carozzi
5 luglio: Dente
13-14 luglio: Morrissey - Velvet, Rimini
27 agosto: Jethro Tull – Ravenna
9 ago: Digitalism – Echoes, Riccione
16 ago: Crookers –Echoes, Riccione
23 ago: Steve Aoki – Echoes, Riccione
ROMA
1 luglio: Vinicio Capossela & Calexico, Ippodromo le Capannelle, Roma
6 luglio: Patti Smith - Villa Ada, Roma
14 luglio: The Killers + Franz Ferdinand + White Lies - Ippodromo le Capannelle, Roma
15 luglio: Mercury Rev, Circolo degli artisti, Roma
16 luglio: 2ManyDjs - Ippodromo le Capannelle, Roma
18 luglio: Mogwai - Auditorium, Roma
22 luglio: Nine Inch Nails - Ippodromo le Capannelle, Roma
25 luglio: James Taylor - Auditorium, Roma
27 luglio: Tracy Chapman - Auditorium, Roma
28 luglio: Anthony & The Johnsons - Auditorium, Roma
Venerdì 3: djconf +dj cincilla from touch me + kappa the voice
Sabato 4; dj bruno 19/71 tekhouse
venerdì 10: dj conf www.myspace.com/djconf elettrohouse
sabato 11: dj omar r. www.myspace.com/rdjomar deep house
domenica 12 :gruppo musicale vertical
venerdì 17: dj omar r. www.myspace.com/rdjomar deep house
sabato 18: dj lago www.myspace.com/lagoinmusic VISTA LAGO....
venerdì 24: dj conf www.myspace.com/djconf elettrohouse
sabato 25: dj origami nu- jazz
venerdì 31: dj conf www.myspace.com/djconf elettrohouse
sabato 1 agosto: dj richy six chic www.myspace.com/richysixchic house old school
BEDROOM REVOLUTION di sir taylor
KEVIN ROWLAND &
DEXY'S MIDNITE RUNNERS
TOO-RYE-AY UK LP MERCURY MERS.5 1982
Anche questo mese continuiamo
il percorso musicale alla ricerca di
vecchi gioielli di plastica
dimenticati negli scaffali di
mercatini,(vorrei dire anche)
negozi di dischi che sono ormai
piu' rari di molti dischi..., e vendita
on line su ebay o quant'altro.
Tutto è iniziato pensando alla
famosa lista dei 100 dischi piu'
belli cdi sempre realizzata da
famosi critici musicali per poi
deviare ogni tanto su vere
chicche dimenticate dal mondo...
e questa è una di quelle volte !
L'Irlanda oltre ad essere la patria
dei THEM e dei più noti U2 ha
dato origine a splendide
etichette discografiche ed una
miriade di gruppi poco conosciuti
o
d i m e n t i c a t i
(undertones,waterboys,etc..)il cui
valore artistico e importanza
v i e n e u n ive rs a l m e n t e
riconosciuta .Nel 1979 Kevin
Rowland (ex Killjoys punk band
1978 ) formava i D.Midnight
Runners gruppo che dal primo
singolo (Dance stance) si faceva
notare finendo tra l'altro ai primi
posti della classifica inglese. Il
suono del primo album
nell'estate del 1980 era una
miscela maledettamente
intrigante di Northern soul, funk
e punk che stregava al primo
ascolto. Un look estremamente
ricercato- mutuato dal film
meanstreet di Martin Scorzeseuna band dal suono compatto
,una serie di singoli mozzafiato
ponevano le basi del successo
internazionale. "Sono un
nomade-dichiarava K.Rowland al
tempo-mi sposto da una cosa
all'altra.Possono sembrare cose
estreme perchè non ne vedete il
collegamento: magari perchè mi
sentite una volta ogni paio
d'anni.Ma ogni cosa porta ad
un'altra e non penso sia un
problema di cambiare interessi
od essere competitivi , direi che è
più una questione di crescita!"
Con interviste di questo stampo,
il nostro uomo ci mise poco ad
essere l'obiettivo preferito di una
stampa musicale estremamente
faziosa. Questa entrò così
rapidamente in contrasto diretto
con la mente della band creando
una situazione infernale per il
gruppo che rapidamente implose.
La maggior parte dei musicistilasciando i Dexy's-continuò a
suonare una miscela di soul jazz
sotto il nome di BUREAU con mr
Talbot alle tastiere producendo
dischi rari,belli ed estremamente
collezionabili; così K.Rowland da
solo con Big J.Patterson era libero
di cercare la nuova formula
musicale per quello che oggi è
considerato un gioiello di
creatività musicale e godibile
ascolto.Il periodo di transizione
fra i due album fu riempito da un
paio di singoli inediti su lp e
perciò alquanto collezionabili che
non facevano capire molto sulla
nuova direzione musicale che i
Dexys stavano per prendere. Ad
ogni bbuon conto i singoli furono
un clamoroso flop commerciale e
portarono alla rottura con la
etichetta parlophone/emi che
pubblicò il primo album. Furono
però riconosciuti dai critici come
veri capolavori. K.Rowland veniva
osteggiato come persona ma
riconosciuto senza eccezioni
come genio musicale!! L'incontro
con un gruppo di violinisti celtici,
gli Emerald Express iniziò a
mostrare le carte in mano alla
band ed il nuovo corso musicale.
Il look cambiò in "zingaresco chic
moderno" con giacche in
pelle,berretti irlandesi e capi
firmati .La nuova strumentazione
d e l l a b a n d i n cl u d eva
flauti,banjos,violini etc
rappresentando una miscela
alquanto peculiare per un gruppo
che voleva fare del pop da
classifica! Inotre la nuova linea di
comunicazione con la stampa
prevedeva di non rilasciare più
interviste. Il primo singolo per la
mercury estratto dall'album in
uscita ,"celtic soul brothers" fu
accolto molto freddamente
mentre il nuovo tour registrava
ovunque il tutto esaurito. Per la
cronaca del tour esiste un video
registrato credo a Londra e un
concerto della BBC che valgono
la pena di essere ricercati ,
sicuramente al tempo i D.M.R.
rappresentavano uno dei live act
più emozionanti ed interessanti
da vedere .Nell'estate del1982 il
successivo singlo "Come on
Eileen" diviene uno dei singoli
più venduti dell'anno a livello
mondiale; l'ipnotica linea di
basso, i riff di fiati, i breaks di
violini e i cori invitanti fanno di
questo brano un classico di
sempre. Il long playing TOO-RYEAY offre una originale ed unica
miscela di soul pop
etnico/celtico mai tentata prima
(solo accennata da V.Morrison)
che resta ad oggi unica
nell'infinito mondo della musica
(imitato nella formula stilistica
anni piu' tardi dai grandissimi
parigini les Negresse Vertes)
Nell'album trovano anche posto
"Let's make it precious" assoluto
gi o i e l l o d i s o u l b a l l a d
(caratterizzato da un cantatorecitato veramente difficile da
capire senza avere i testi sotto
mano ); un omaggio a Van
Morrison con "Jakie Wilson said"
che pubblicato come singolo
arriva al n5 delle classifiche in
autunno. "Plan B" è un sentito
omaggio al soul più puro, quello di
Billy Whiters di 'lean on me' .
Altro gioiello nell'album è "Show
me" che risulta essere un remake
di un brano già pubblicato come
45 dalla band nel periodo emi ( il
titolo originale precedente era: I
will show you ). Questo è un
brano che tratta di vecchie
amicizie femminili e non
,descritte quasi con approcio
omosessuale facendo notare
come molti super boys siano
finiti per diventare degli uomini
falliti. "Liars A to E" è una
vetriolica descrizione del mondo
della critica musicale, ovvero del
mondo degli osservatori
contrapposto al mondo degli
autori che fanno. Nei mix 12"
usciti per promuovere l'album
sono inclusi alcuni inediti
importanti che non trovarono
spazio nell'album: tra questi
TSOP ovvero l'inno del philly
sound e una lunghissima
Respect in versione live (Otis
redding/A. Franklin). Sottolineo
l'esistenza di tre mix estratti dal
lp che sono molto collezionabili e
benchè non costosi sono di non
facile reperibilità. Nell'album
trova posto anche la bellissima
'Until I believe to my soul' che è
sicuramente fra i migliori
momenti dell'album.
I rapporti conflittuali all'interno
del gruppo, una costante delle
band di K.Rowland , portano ad
ulteriori cambiamenti di line up;
ma siamo alla fine del nuovo
capitolo. Per il nostro eroe è
tempo di sparire di nuovo alla
ri c e rc a d i u n a nu ova
emozionante avventura che
arriverà nel 1985 con 'Don't stand
me down' al tempo ignorato dal
pubblico ma considerato dai
critici come uno dei grandissimi
capolavori persi. Atro periodo di
silenzio e nel 1988 esce 'the
wonder' che ad oggi risulta
essere l'ultimo lavoro pubblicato
da K.Rowland . Per buona pace di
tutti l'album originale non è
particolarmente raro ed è
sicuramente poco costoso (7-15
sterline massimo ) , fu stampato
in diversi paesi europei con
medesima grafica; ben più
costosi sono i singoli e i mix.
Segnalo per i collezionisti in
particolare la versione remixata
di 'Celtic soul brothers' uscita
solo negli USA con copertina
leggermente differente e il
singolo 'Show me' uscito in
Inghilterra con due copertine
differenti: la prima molto più rara
senza i testi nel retro ma inclusi
come inserto.Nel 1996 l'album fu
ristampato come cd
rimasterizzato e remixato ( con
un suono assolutamente
inferiore al vinile) con parecchie
bonus tracks( quelle dei mix!) un
i n e d i t o i m b a ra z z a n t e '
Marguerita time' ; si trova ad un
prezzo imbarazzante ( 5-7euro)
c h e re n d e i l d ow n l o a d
decisamente una perdita di
tempo per buona pace di tutti.
LIVE REVIEW by Monica bosaro
MARLENE KUNTZ
@ Teatro Romano di Verona
PHOTO DI MONICA BOSARO
I Marlene Kuntz hanno la mia
stessa età. Nati nel 1987, «arrivano
da lontano ma rappresentano il
futuro» recita lo slogan della
rassegna Tendenze 2009
all'interno della quale si sono
esibiti, oltre a loro, altri artisti
notevoli della scena alternativa
italiana. Verona li ha accolti
offrendo loro il palco, a mio avviso,
più suggestivo della città: il Teatro
Romano. Non servono effetti
scenici, maxischermi, animazioni:
solo sobri fasci di luce hanno
dipinto la già pittoresca cornice,
contribuendo a snellire ancor di
più la figura secca ed austera del
cantante Cristiano Godano.
L'atmosfera non è delle più accese,
vuoi per la sacralità del luogo, vuoi
per il freddo pietrificante delle
gradinate umide, vuoi per il
pubblico per la maggior parte
“maturo”. Ma forse è grazie queste
condizioni che il concerto si
trasforma in un esperienza intima
e spirituale, riuscendo a tenermi
c o n c e n t rat a s u mu s i c a
(suoni/rumori), gesta e parole
marleniane in modo surreale. Oltre
a Godano (voce e chitarra), la
formazione storica (Tesio alla
chitarra, Luca Bergia alla batteria)
si è arricchita con Luca Saporiti al
b a s s o e l o s t re p i t o s o
ventisettenne Davide Arneodo.
Alle prese con tastiere, violino,
percussioni e voce, emana
un'energia unica dimenandosi con
eleganza e attirando la mia
attenzione più di qualsiasi altra
cosa. Colpa anche della sua
camicia di raso a fantasia chiusa
fino l'ultimo bottone, pantalone a
zampa e capelli lunghi che gli
coprono il viso: la mia amica
sostiene fino a fine concerto che
sia “una donna”, mentre io
m'illudo e sogno ad occhi aperti
possa essere la reincarnazione di
Robert Plant. Sporchi e dissonanti
come nelle loro Spore (1991) o più
melodici, come nell'ultimo album
Uno (2007), con ogni canzoni si
rivelano capaci rapire il pubblico in
un'esperienza sonora onirica,
elettrizzante e psichedelica. Chi,
come me è rimasto amareggiato
per non aver sentito la struggente
Uno, ha avuto la piacevole
sorpresa di sentirla la sera
seguente, quando Godano, in più
momenti ospitato sullo stesso
palco dagli Afterhours, l'ha
proposta e ha replicato la
fantastica Impressioni di
settembre, cover della PFM. Il
concerto dura due ore piene e
sembra non finire mai, trascinato
nell'infinità da uno, due, tre bis (tra
cui Canzone in Prigione che
chiude il recente film di Ferrario
Tutta colpa di Giuda). Un gruppo
maturo i Marlene Kuntz, che
«arriva da lontano» e ne ha fatta
di strada prima di potersi
permettere un intenso live di due
ore, senza che il pubblico, di vecchi
e nuovi fan, perda una singola
parola della poesia dei testi, o che
non nuoti (mentalmente) nell'aria
per seguire il vorticoso turbine
delle dissonanti chitarre,
risvegliato a tratti da incalzanti e
cattivi battiti di percussioni e
batteria. Dopo un concerto come
questo, ripeto, un gruppo
decisamente maturo, padre di
molti altri gruppi dalle sonorità
rock grunge psichedeliche simili
(Verdena). Speriamo continuino a
dare il buon esempio e che
possano «rappresentare il futuro»
dell'ascesa del vero rock
alternativo in Italia, purtroppo
dopo vent'anni definito ancora
semplicemente come una
«Tendenza». (di Monica Basaro)
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Ogni anno nulla è dato per
scontato! La crescita è
un'attitudine che accompagna il
Curtarock dalla prima edizione.
Nuova location, nuove situazioni,
nuove persone, naturalmente
nuova musica, ma soprattutto
nuove date : da mercoledì 22 a
domenica 26 luglio.
Nell'associazione Rambla si da
fiducia alle realtà giovani
sostenendo che l'arte non si
trovi soltanto nelle grandi
produzioni: è evidente che l'arte
nasca sia nel garage di casa che
sul grande palco. Sudore negli
scantinati, dischi autoprodotti,
esibizioni di alta qualità che
c o mu n i c a n o u n a m o re
disinteressato. Le band proposte
sono realtà nascenti o nomi già
conosciuti di cui abbiamo potuto
seguire lo sviluppo. Dal 2000 la
consapevolezza è rimasta la
stessa : offrire un palco a chi
vuole far conoscere il proprio
progetto artistico... e alla 10°
edizione rimane uno dei principi
dell'evento. Il nostro motore
continua ad essere il sorriso e la
sfida di non arrendersi alla scelta
più semplice. Curtarock 2009
vive di una line-up in cui
speriamo di aver concentrato il
rodato mix di esordienti e non. E
poi mostra-mercato dei libri,
compravendita di dischi
nuovi/usati e ampi spazi per la
ristorazione tra birra artigianale
e cocktail estivi.
Il programma:
Mercoledì 22: Herman Medrano
+ Kelvin
Giovedì 23: Red Worms Farm +
Aucan + Bologna violenta
Venerdì 24: Gli lluminati + Los
explosivos + TBA
Sabato 25: Mastica + Butcher
mind collapse + Lleroy
Domenica 26: Il teatro degli
orrori + Morkobot +
Elettrofandango
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inefficienza estiva.... di stephanie dark
INEFFICIENZA ESTIVA E CANNIBALISMO DI PAROLE ...
ASPETTANDO GLI AFTERHOURS ALLO SHERWOOD.
L'attesa logora lo spirito. Lo
spirito si fa incandescente. E'
estate, questa estate che ci cola
fra le gambe dici che leccarla ti
dà un senso (L'Estate, Non è per
sempre). Così appoggiata ad uno
spaccato di vita fatta di concerti,
feste, festival, album nuovi che
troppo non piacciono lecco
l'adrenalina cercando la mia
alternativa: è la scossa più forte
che ho (Lasciami leccare
l'adrenalina, Hai Paura del Buio?).
Ma nemmeno riempirsi di lividi
per sembrare più bella può
risvegliare dal torpore che
assopendosi rende sterrato
anche questo gigantesco campo
di pensieri che si auto annulla e
penso che muore la forma, il
verbo ed il sapore, il desiderio, la
voglia e lo stupore, muore l'idea di
me che c'è nella tua mente,
perciò è meglio che tu non pensi
a niente (Pop, Germi). Il mio
dilettantismo esplode in errori
musical grammaticali mentre
fuori guardo con intensità e
chiedo a te, si a te: Vieni dentro
perché forse qui c'è la porta di
un segreto con niente proprio in
centro (Vieni dentro, Germi) e il
concetto di nulla si ripete nella
inettitudine che mi costringe qui
ad aspettare soffermandomi sul
fatto che imparare a barare e
sembrare più vero sono due
miserie in un corpo solo (Sangue
di Giuda, Ballate per piccole
iene). Un corpo che ormai,
appeso ad un albero come nei
migliori incubi è sbattuto dal
vento fino allo strazio, fino a
q u a n d o n o n t i i m p l o ro
crepandomi il viso stracciami
avrò la mente contorta lo so, ma
non importa (Dea, Hai paura del
buio) e nemmeno la mia anima
si salverà, una grassa e brutta
anima, senza finestra (Senza
finestra, Hai paura del Buio?).
S a r à u n p e ri o d o, s a r à
passeggero questo stato nel
quale inseguendo ogni giorno la
normalità, ci ucciderà (La gente
sta male, Quello che non c'è)
perché con l'abitudine ti han
spento già, dando alla violenza
una profondità (Posso avere il
tuo deserto, Germi). Forse però
sono sana così, ma è così che
esser sani? (La verità che
ricordavo, Non è per sempre)
Non mi frega: sarò vecchia, sarò
passata, ma sto per venire (Siete
proprio dei pulcini, Germi) a poco
serve perché queste condizioni
climatiche mi rendono sterile
(L'inutilità della puntualità, Non è
per sempre). Aspiro con clamore
una sigaretta e mentre albeggia
vedo la luce del mattino, la luce
di un giorno strano. Pensavo
d'esser persa, e cambia il mio
destino (Riprendere Berlino, I
Milanesi ammazzano il sabato)
ma sono le quattro e mezza e
per la radio sono troppo triste, il
dj non mi parlerà, sembra avere
tutto così chiaro questo scemo,
sembra sempre una sola la
realtà (Milano Circonvallazione
Esterna). Sorrido amaramente e
penso che la mia sia una
malattia dalla quale mai guarirò.
L'attesa logora lo spirito. Oggi è
mattino e mi ha afferrato lucida:
se fossimo noi ad esser sbagliati,
se fossimo noi pazzi e malati…
HAI IL CORAGGIO O NO??? (Cose
semplici e Banali, Non è per
sempre).(di Stephanie Dark)
EELS
HOMBRE
LOBO
C´era una volta un bambino
che, all´improvviso e suo
malgrado, si scoprì licantropo.
Un certo “E” dedicò a questo
“Dog Faced Boy” una canzone.
Poi il licantropo crebbe, e si
fece adolescente; incontrò
una ragazza bellissima e ne
rimase rapito, però lui era un
licantropo, e alla ragazza i
licantropi piacevano ma non
fino a “quel” punto; per cui il
l i c a n t ro p o s p e c i a l e s i
“struggeva” di desiderio per
lei, e il finale ... In "Hombre
Lobo", 7° album degli Eels, il
finale non c´è. Aggiungete a
questa trama sferzate rock e
momenti di poesia assoluta, e
scoprirete un disco destinato
a spezzarvi le ossa e l´anima
fino all´ultima nota.
Capolavoro "così vicino e così
lontano" - come ampiamente
previsto. (DjD)
CINEREVIEW DI ILARIA REBECCHI
“NOTORIOUS”
Sono stata adolescente negli anni
'90, perciò non posso non amare
Kurt Cobain, il delizioso Jeff
Buckley, i Pearl Jam e i primi
Smashing Pumpkins. Con grande
rispetto e rimpianto ricordo di
quegli anni anche il rap, vero, della
strada, genuino seppur già malato
e fatto di faide interne, di scontri
con una polizia o assente o soloviolenta, di sesso, droghe e armi.
Tante. Troppe. Furono però gli anni
luminosi, nonostante tutto, del rap.
Gli anni in cui vide la ribalta,
denunciando un malessere
sociale, portando i suoi massimi
rappresentanti a diventare gli eroi
popolari, che tanto facilmente si
arricchivano quanto difficilmente
sapevano gestire il peso della
fama. A differenza di un oggi in cui
in molti dei loro eredi cantano per
vendere e nello showbiz ci sanno
stare meglio di Mick Jagger.
In quegli anni il giovane
Christopher Wallace di Brooklyn
pubblicò il suo celebre album
"Ready To Die" (1994), in quella
East Coast patriottica e malata
che cercava la visibilità da tempo
in mano alla West Coast.
Lui era The Notorious B.I.G., uno
dei più grandi mc di tutti i tempi.
Oggi esce un film, "NOTORIOUS",
biografia di quello stesso
Christopher, che, consigliato dal
giovane re del marketing, Sean
Puffy Comb, adorato da subito dai
fan, idolatrato da schiere di donne,
diventa ricco e al contempo con
enormi problemi, aiutato solo da
una madre onnipresente e
realista, tra tentazioni di lusso e
droghe, e, in primis, pericolose
rivalità con i rapper della costa
opposta, capeggiati
dall'altrettanto celebre Tupac
Shakur. La storia è nota: Puffy
eliminò Tupac, Notorious venne
implicato, e ucciso, in un
contendersi la scena pericoloso,
brutale, dai toni atavici e da legge
del taglione. Come la legge del
ghetto imponeva.
La pellicola, diretta da George
Tillman Jr (Men Of Honor - 2000)
è un viaggio di flash-back tra la
Brooklyn degli anni '80 in cui il
piccolo Notorious diventa
spacciatore di crack, alla
formazione con gli amici storici
dei Junior M.A.F.I.A., al ruolo di nomi
noti (Puff Daddy, Lil'Kim e Faith
Evans) fino al triste epilogo-faida
che fece di lui vittima ed esempio
di un genere musicale.
Cast: Charles Malik Whitfield, Marc
John Jefferies, Sean Ringgold,
Antonique Smith, Angela Bassett,
Anthony Mackie, Derek Luke
Regia: George Tillman jr
Genere: Drammatico
Durata: 122'
Data di uscita: 03 Luglio 2009
live review di marilu’
DEPECHE MODE
@ San Siro - Milano
18 Giugno 2009
Il 18 giugno, chissà perché, a
Milano è un giorno da concerti.
L'anno scorso i Radiohead
all'arena civica, quest'anno i
Depeche Mode a San Siro.
Entrambi, ovviamente aspettati,
sognati, sold out ben prima della
data, e che muovono i ricordi e le
emozioni delle canzoni imparate
a memoria. A San Siro bisogna
essere molto oculati nella scelta
del biglietto, soprattutto dopo
che la giunta comunale ha
imposto dei limiti molto
vincolanti per il volume dei
concerti. Pertanto chi aveva un
posto prato ha sentito bene,
mentre l'acustica di chi era sugli
spalti è stata da criticata dai più,
in quanto il livello era
decisamente basso e il suono
arrivava come ovattato. L'unica
cosa che mi sento di apprezzare,
di questa linea politica, è che i
concerti iniziano all'ora indicata, e
i Depeche Mode che attaccano
con “In Chains” mentre fuori dallo
stadio c'è ancora un po' di luce,
che pian piano scompare, è la
premessa giusta perché il
concerto sia da mettere nella
voce “se non ci fossi venuta non
me lo sarei perdonato”. La
scenografia è essenziale ma non
povera. Ci avrebbero potuto
stupire con effetti speciali, e
invece per quasi tutto il concerto
sono stati proiettati dei video, con
un effetto 3D dato dalla presenza
di una semisfera al centro dello
schermo, che diventava un occhio,
un cursore delle macchine da
scrivere, la luna, una bocca, o
semplicemente una lente di
ingrandimento per dettagli. Dave
Gahan, nonostante i recenti e
non irrilevanti problemi di salute
sale sul palco con la verve e la
carica di sempre. Il fatto che a 47
anni, fresco di un'operazione
chirurgica, si presenti sul palco
con la sua solita tenuta
comprendente gilet – niente
maglietta - addominali perfetti è
un fatto apprezzato soprattutto
dalla parte femminile del
pubblico. Martin Gore si presenta
sul palco con una chitarra a forma
di stella, lo smalto nero e il
carisma che lo ha fato convivere
con un leader carismatico come
Dave senza esserne adombrato.
E, probabilmente, questa alchimia
ha permesso ai Depeche mode di
essere un gruppo così longevo,
p ro d u t t i vo e a n c o ra t o
nell'immaginario collettivo. La set
list è davvero un tuffo di
emozioni, infatti il pubblico ha
risposto con il maggior
entusiasmo possibile sui pezzi
storici, come “Walking in My
Shoes”. L'apoteosi ovviamente è
stata con “I Feel You” e con “Enjoy
the Silence”, dove 40.000
persone che cantavano non solo
hanno completamente coperto la
voce di Dave, ma - con buona
pace dell'amministrazione
comunale – si sono impegnate
per infrangere il limite dei decibel.
E, secondo me, ci sono anche
riuscite.
VINCI I
CHEMICAL
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2 AGOSTO
Spiaggia del Faro - JESOLO
ARTE’ DI AMBRA REBECCHI
COME AND PLAY…..
Incanto ed ombre nella fotografia di Renè e Radka
18/06/09 – 02/08/09
MNAF - Museo nazionale Alinari della fotografia
piazza Santa Maria Novella 14a r - Firenze
www.alinarifondazione.it
"Il desiderio di scoprire, la voglia
di emozionare, il gusto di
catturare, tre concetti che
ri a s s u m o n o l ' a r t e d e l l a
fotografia". Così parla Helmot
Netwon della sua amata
fotografia. La vera fotografia.
Quella che ci rapisce al primo
sguardo, che porta a vedere il
mondo con occhi differenti e
"persuade" a fissare con la
macchina qualsiasi cosa ci stia
at t o rn o i n q u e l p re c i s o
istante...che per noi diventa la più
stupefacente mai vista prima di
allora. La fotografia. A partire dal
18 Giugno il Museo Nazionale
Alinari della Fotografia ospita la
mostra "Dreams and Shadows –
Photographs by Renè & Radka”,
ad opera di due giovani e
talentuosi artisti, inseriti da
tempo nel mondo della fotografia
di moda: Renè e Radka.
Rispettivamente tedesco e
boemo di nascita, hanno lavorato
per le maggiori riviste, spaziando
dalle campagne pubblicitarie
aventi come soggetti volti noti
quali David Beckham (per Adidas)
a rappresentazioni di splendide
macchine di lusso, come le Aston
Martin. Dal 2006 i due giovani
Hoppy:
interpreti della fotografia
Against Tyranny,
mondiale hanno deciso di Talking about a Revolutionar
addentrarsi nel mondo dell'arte,
(19 giugno-19 luglio)
con la loro prima personale
IDEA GENERATION GALLERY
“Moonage DayDream” a Berlino,
seguita l'anno seguente da
“Come and play with us”,fino alla
più recente “Under Water”
esibita nella capitale francese. La
mostra presentata nella città di
Firenze si propone di celebrare
l'ingegno dei due giovani artisti
attraverso alcune delle loro opere
più significative tratte dalle
Le fotografie di John "Hoppy"
precedenti esposizioni, nelle
quali si passa da una fotografia Hopkins sono un tuffo nella Londra
incentrata sulla figura dei
degli anni '60, la "Swinging
bambini, insoliti “turisti” di un London" a cavallo tra l'antico della
paese surreale e minaccioso dai
Gran Bretagna imperiale e il
colori violenti ed ombre
estremamente accentuate (del moderno della cultura pop. Scatti,
progetto “Come and Play with anche inediti, che il fotoreporter e
us”), ai fiabeschi abitanti di un attivista politico mette ora in mostra
regno senza tempo sospeso tra
alla Idea Generation Gallery di
acqua e sogno, un sublime
Londra
e che ritraggono i mutamenti
viaggio attraverso i chiarissimi e
monocromatici corpi di queste sociali dell'epoca: le manifestazioni
creature, in eterno bilico tra la pacifiste contro l'atomica, la coda
vita e la morte (da “Under per il sussidio di disoccupazione, i
Water”). Tutto questo “accolto”
reading dei poeti della Beat
nello spazio che il comune di
generation,
ma anche le novità della
Firenze ha concesso alla
Fondazione dei Fratelli Alinari, scena musicale, dai Beatles ai Rolling
simbolo della fotografia italiana, Stones. I personaggi che hanno fatto
che per la prima volta presenta
la storia e le scene di vita
alcune personificazioni della
quotidiana.
fotografia al giorno d'oggi, quasi a
cercare di rendere visibile agli
IDEA GENERATION GALLERY
occhi dei visitatori il sottile filo
11 Chance Street
che unisce le prime
rappresentazioni Ottocentesche
London E2 7JB
di questa arte ai modernissimi
www.ideageneration.co.uk
sviluppi d'epoca contemporanea.
exclusive interview di lara lago
LA MISS
Cresciuta a pane, Jill Scott e
Diana Ross. Chiamata La Miss
perché nella sua prima crew gli
altri erano tutti maschietti. Con il
soul che scorre nelle vene e anni
passati a fare la corista in jam
dove il cantato era raro
quanto…una cantante che in
Italia ci provi con l'R&b. Luana
Corino ci sta credendo, con il suo
primo lavoro da solista dal titolo
“Il profumo della pioggia” che
vede una cover di “Pensiero
stupendo” e le collaborazioni di
Tormento e Amir. E vista
l'attenzione di Groove, XL
Magazine, Basement e tanti altri
sembra le carte in regola ci siano
per diventare LaMiss del soul
made in Italy. Il profumo della
pioggia è un album quasi
sussurrato, soprattutto nella
prima parte, non tanto per le
melodie quanto per lo stile del
tuo cantato e della tua voce. E' un
effetto ricercato o si tratta del
vero stile de La Miss?
Principalmente è una cosa che
ho scelto in quanto valorizzava di
più il mood del disco. "Il profumo
della pioggia" è un album che
considero molto intimista e la
scelta di interpretare i pezzi in
questo modo non è stata
casuale. La cosa che mi ha
aiutato tecnicamente è che il mio
timbro ha una consistenza
piuttosto grave, che trova molto
"comodo" appoggiarsi in tonalità
come quelle ad esempio di
"Pensiero Stupendo". Stavi per
diventare l'autrice del brano che
Linda portò a Sanremo. Qualche
rimpianto per un'occasione
sfumata? Quale potrebbe essere
per te ora la tua più grande
occasione? Nessun rimpianto,
anzi. Ero forse troppo giovane per
riuscire davvero a gestire la
situazione. Se mi dovesse
ricapitare l 'opportunità ora credo
l' affronterei anche con molta più
maturità e professionalità. Ora
spero di continuare a crescere, di
fare uno scalino alla volta come
ho fatto fino ad ora, senza fretta.
E magari chissà: cimentarmi in
qualche valida collaborazione sia
come autrice che come cantante.
Veniamo ai testi. Su "Le donne"
hai scritto delle frasi che
potrebbero venire fraintese, ad
esempio "Non aspettarti un
discorso con un senso non lo
fanno". E sì che tu potresti essere
un modello di una ragazza che
con obiettivi e determinazione
raggiunge le proprie ambizioni.
Spiegaci. “Le donne" è un pezzo
che esaspera una visione
negativa dell' emisfero femminile,
da non farne di tutta l' erba un
fascio. Anzi per mia fortuna il 90%
della ragazze con cui ho a che
fare non hanno assolutamente le
caratteristiche descritte in quel
pezzo. Ho cercato di vedere le
cose da un punto di vista più
maschile e so che essendo una
donna a dirle avrebbe fatto
riflettere di più. lo scopo di quel
pezzo sta nel farci pensare tutte
su quanto si perda tempo a
mettersi in competizione, nel
guardare le altre rendendoci
antipatiche e invidiose, quando
invece quel tempo potremmo
investirlo per migliorare, per
costruire qualcosa, per fare delle
scelte più costruttive e per
pensare a come vivere nel
migliore dei modi il nostro futuro.
L' ho provato sulla mia pelle e
oltre a vivere più serenamente
sono anche più produttiva. Ora
corro, prima camminavo. Quali
sono i cinque album che
porteresti con te su un'isola
deserta? Divorcing Neo 2 Marry
S o u l d i Jag u a r W ri g h t .
Collaborations di Jill Scott. Diana
di Diana Ross. Southern
Hummingbird di Tweet. In a
Perfect World di Keri Hilson.
Questi sono quelli che conosco
praticamente a memoria, a
prescindere dal fatto che mi
piacciano di più o meno di altri. Li
porterei con me perché sono
fortemente legati ad un sacco di
ri c o rd i . ( D i L a ra L ago )
La Pappa
kebab
Felafel
fajitas
Prenotazioni
329.7454577
Via Gamba 147b - Discesa Ponte Vecchio - Bassano d. G.
BOOKreVIEW di Carlo mazzoni e alice lago
SPECCHI E RIFLESSI, DI LIBRI E DI OMBRE
Uno di fronte all'altro, Carlo e Alice, di mese in mese, vi raccontano un libro ciascuno. Ve lo raccontano come ve lo
vorreste sognare, come lo dovreste leggere, come vi resterà per sempre, nel bene o nel male, impresso nell'anima.
Sarà forte, sarà crudo, sarà spesso una battaglia, una corsa verso la vittoria. Una conquista. Perchè leggere, tutto, e
tanto, è sicuramente la cosa che ci può rendere migliori.
MEMORIA DELLE MIE PUTTANE TRISTI
Gabriel Garcìa Màrquez
Mondadori
raccontato da Alice Lago
Essere giornalista e avere novant'anni. Una vita alle spalle, fatta di
donne, fatta di sesso, fatta d'amore. Un lento raccontare di quello che
c'è stato, di quello che ogni giorno lentamente vive, di quello che si
spegne con l'età. Il protagonista vive la propria vita terrena e nel suo
ambito esclusivo si esaurisce. Il vecchio pensa alla morte come alla
fine di tutto e, per questo, dà valore ai suoi giorni: la sua vita sono i
suoi ricordi, le donne che ha avuto, e la donna-bambina presente,
adorata come una dea, come una venere estatica capace di dare un
senso agli ultimi anni che gli restano da vivere. Un salto nella vita di
chi l'amore lo regala per soldi. Di chi se lo prende, perchè può, perchè
vuole. Di chi, a novant'anni, forse per la prima volta, scopre cosa vuol
dire amare. Con tutto se stesso. Non lasciandosi vincere dai giudizi,
dall'età, dalle regole della società.
Delgadina è la ninfa che tutti gli uomini vorrebbero avere, e allo stesso
tempo, l'ultima al mondo che si desidererebbe. È tutto e il nulla. È
l'emblema dell'amore, nel degrado e nel lento scorrere delle giornate.
È la semplicità, e l'insegnamento naturale di come ogni istante sia
struggente e gioioso. Vissuto insieme, vissuto nella contemplazione,
nella passione, nell'erotico intreccio di emozioni, nella purezza di una
giovinezza sbocciata troppo presto, nella ricerca, spasmodica e
quantomai sublime, di non smettere mai e poi mai di sperare. Che
sempre, l'amore, vince. Su tutto.
PER VOCE SOLA
Susanna Tamaro
Racconti Marsilio
raccontato da Carlo Mazzoni
Una voce. Quattro racconti. Soffiata, sottile, lieve, che brucia,
che stordisce. Una voce che è morso, che morde dentro. Sono
pagine di diario, sono sfoghi che hanno tutto il sapore del
dolore. Sono bastonate all'anima, rese suono. Scivola la
crudeltà, le vittime si fanno concretezza di pagina in pagina,
sono vittime perchè non possono scegliere e subiscono e
basta. Sono voci, quattro diversi cori, che si scoprono amanti
involontari di una violenza inaudita, di un destino che si
abbatte senza perché, nella piccolezza di emozioni forti,
ineguagliabili e purtroppo, mai più risanabili. C'è troppa infanzia
negata, troppa innocenza sporcata, troppa poesia violentata in
questi monologhi, che hanno tutto il sapore di lacrime lasciate
scivolare nel nulla.
Tutto “succede”, senza avere la possibilità, la libertà, la
naturale bellezza del poter scegliere cosa essere, chi essere e
come vivere.
Un strappo dietro l'altro, una scia di brandelli d'anima che si
perde tra le righe, un'atroce e assai inevitabile rivisitazione di
quello che spesso ci ostiniamo a tenere nascosto ai nostri
occhi, ai nostri pensieri, al nostro peregrinare inutile nel mondo.
Per voce sola. Una voce sola. Un grido, silenzioso, che squarcia
l'anima.
IL MEGLIO DEL PEGGIO DELLO SPAGHETTI WESTERN di FOX
fesserie). Ma torniamo a Modern Cowboy, la cui
THE MODERN COWBOY storia
non potrebbe essere più banale. Il
L'ultima puntata dell' imperdibile peggio dello
spaghetti western è dedicata ad un cult movie
mai uscito sugli schermi, impossibile da trovare
e che pochissimi eletti hanno avuto la fortuna
di vedere. Vi assicuro comunque che il film
esiste, visto che anch' io ho fatto parte del cast
di attori (beh...in questo caso il termine “attori”
è un po' grosso come possiamo immaginare
dalla qualità della produzione). The Modern
Cowboy fu girato alla metà degli anni ottanta
tra Marostica e Bassano del Grappa e nacque
da un' idea di E.C.I. Papatrin, al secolo Elio
Caneva, bassista dei Plasticost, gruppo
musicale della zona, che attualmente vive in
Francia dove continua la sua attività di
compositore dadaista, realizzando di continuo
dischi in copia pressoché unica. Non è il suo
primo film, un anno prima Elio aveva girato
“John Gavanti”, un semi musical anch'esso di
forte contenuto dada, ispirato da un disco di
Summer Crane e Mark Cunningham, già
fondatori dei Mars. Naturalmente il circuito di
distribuzione dell'opera prima fu anch'esso
inesistente, consola il fatto che si sia riusciti a
consegnare una copia del prodotto
personalmente a Cunningham. ( vi invio alla
p a gi n a
i n t e r n e t
www.sentireascoltare.com/CriticaMusicale/Cl
assicAlbums/speciali/MarkCunninghamMars.ht
ml per avere la prova che non sto raccontando
protagonista esce di galera, torna al paesello
natìo felice di riabbracciare la sua sposa che
però trova a letto con un altro. La sua furia si
accanisce sulla moglie e l'amante che vengono
brutalmente ammazzati. A questo punto inizia
una fuga rocambolesca, aiutato da un trapper
della zona conosciuto in un saloon. I due
vengono catturati e torturati da una tribù
indiana e liberati da un contrabbandiere di
alcool. La fuga terminerà con l'uccisione del
trapper da parte dello sceriffo e la cattura del
protagonista. Tutto qui. Il film fu girato con una
videocamera amatoriale e, tutto, dalle armi ai
costumi agli attori, fu raccattato sul posto. I
costumi rasentavano il ridicolo, i fucili erano
giocattoli rubati a qualche nipotino come pure
le pistole, i foderi e certi “gilettini” erano di un
pacchiano unico. Qualcuno riuscì a procurarsi
anche una coppia di speroni, naturalmente
invidiato dagli altri attori. I cappelli a volte erano
o troppo stretti o troppo larghi, mentre i cavalli
furono sostituiti direttamente da motorini
monomarcia, mentre la diligenza del
contrabbandiere di alcolici fu “interpretata” da
un' Ape Piaggio. Il villaggio indiano venne
realizzato in riva al fiume Brenta, era formato
da quattro legni con un lenzuolo tanto per
avere una capanna e un pentolone usato. I
soldati che attaccarono la tribù erano vestiti da
alpini, il trombettiere tentò di suonare la carica
ma non aveva fiato a sufficienza e la loro guida
non era indiana bensì marocchina. Il saloon
(perchè non poteva mancare in un film
western) fu una vecchia osteria e non
mancarono gli imbarazzi di una pattuglia della
polizia che passando mentre si girava l'attacco
pellerossa ai due fuggitivi si trovò davanti ad un
gruppo di finti indiani in motorino tutti in
mutande e con la faccia imbrattata dei “colori
di guerra”. Le musiche furono composte da
componenti dei Plasticost e da altri musicisti
dei dintorni, prodotte a quel tempo con un 4
piste a cassette e ancora inedite, e l'unico
momento di gloria nazionale avvenne quando
un programma su Rai 3 diretto da Paolo
Guzzanti e dedicato a video amatoriali,
trasmise circa 20 minuti del film. La copia
gliela avevo spedita io. Presentò lo spezzone
indicando il mio nome, cognome ed indirizzo.
Mi vergognai tanto.
electronic experiences by manuela virago - www.viragoentertainment.it
E' mercoledì 17 giugno, ore 22:
ve n i a m o s ve g l i at i d a l l a
trombetta di Ryanair che
annuncia l'ennesimo arrivo in
anticipo di uno dei propri voli…
sono diventati particolarmente
autocelebrativi negli ultimi
tempi: i loro voli costano
mediamente € 10 ma poi cercano
di tassarti per il bagaglio extra, il
mancato check-in online,
l'imbarco prioritario e tra un po'
forse anche l'aria che respiri in
aereo. Ma siamo finalmente a
Barcellona, città catalana dove si
torna sempre con grande piacere
per un giro tra i quartieri de El
Born e Raval, per un po' di mare in
Barceloneta, le opere di Gaudì, le
gustosissime tapas e il tempo
sempre splendido. Questa volta
ci siamo andati però per uno
scopo preciso: SONAR. Per chi
non sapesse che cos'è stiamo
parlando di uno dei maggiori
festival internazionali di 'musica
avanzata' come lo definisce
Diana Simòn, responsabile
marketing del festival. Con
80.000 presenze lo scorso
giugno, Sonar è il punto
d'incontro che raduna un
pubblico di tutte le età e
professioni e che trovano
nell'atmosfera del festival il
posto ideale per fare contatti,
vedere le nuove tendenze ma
soprattutto ascoltare le migliori
proposte musicali sul mercato.
Quest'anno Sonar si è svolto dal
18 al 20 giugno. Noi eravamo lì per
voi e ve lo raccontiamo. Sonar De
Dia, dalle 12 alle 21.30 ogni giorno:
i migliori gruppi e dj emergenti,
showcases, demo stages. La
location è prestigiosa, il
centralissimo MACBA e il CCCB,
l'uno Museo d'Arte
Contemporanea, l'altro Museo di
Cultura Contemporanea proprio
a fianco della Ramblas. Si passa
da SonarDome a SonarVillage
fino ad arrivare a SonarHall che
ospita la fiera professionisti e
l'area demo con un intero
s o t t e rra n e o d e d i c at o a
SonarMàtica, arte del terzo
millennio. L'offerta musicale è
talmente interessante e varia
che si fa fatica a vedere e sentire
tutto e qualcuna delle
p e r f o r m a n c e n o n av r à
l'attenzione dovuta. Durante il
giorno ci sono particolarmente
piaciuti i francesi Breakbot
http://www.myspace.com/doth
efunkybot e Outlines
http://www.myspace.com/outli
nesparis, gli inglesi James Pant
http://www.myspace.com/jame
spants, Bass Clef
http://www.myspace.com/bass
clefbass, La Roux
http://www.myspace.com/larou
xuk e l'americano The Wizard
http://www.axisrecords.com E'
anche la parata degli outfit più
cool ed intriganti, fotografati
dalle decine di professionisti
provenienti da tutto il mondo che
a Sonar ogni anno catturano
immagini per riviste e blogs,
senza ombra di dubbio la gente di
Sonar è la parte più interessante
del festival. Ed è facile imbattersi
anche in artisti famosi che si
mischiano alla gente normale e si
godono come gli altri il festival.
Sonar De Noche. Ospitato subito
dopo Plaza De Espana in Fira
Gran Via ha connotati totalmente
diversi dal giorno: spazi immensi,
mega video sparsi nelle sale,
migliaia di persone che affollano
gli spazi e ballano a ritmo di
musica. Tanti artisti famosi divisi
tra SonarClub, SonarLab,
SonarPub per 2 notti lunghissime
dalle 22 alle 6 del mattino.
Eccezionale lo spettacolo di
Grace Jones la prima sera,
seguito dell'altro live degli
energici Burama Som Sistema e
dai dj set di Little Boots, Mary
Anne Hobbs e il ben noto
Sebastian. La seconda (e
purtroppo ultima serata!) hanno
riempito le sale Orbital,
Beardyman, Rob Da Bank, Fever
Ray e Crystal Castle. Non è
m a n c at o u n gi ro n e g l i
autoscontri che a mò di sagra
paesana hanno animato sotto le
stelle il SonarLab. Sonar 2009:
118 artisti per 3 giorni e 2 notti.
Possiamo tornare a Barcellona?!
PHOTO di Manuela Virago
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