Prof.ssa Barbara Haselbach Istituto di Pedagogia della musica e

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Prof.ssa Barbara Haselbach
Istituto di Pedagogia della musica e della danza
Orff-Institut, Università Mozarteum di Salisburgo
IL SIGNIFICATO DEL MOVIMENTO E DELLA DANZA NELL’ORFF-SCHULWERK1
O
MOVIMENTO E DANZA: IRRINUNCIABILE ELEMENTO
DI UNA EDUCAZIONE MUSICALE CREATIVA E ANTROPOLOGICAMENTE ORIENTATA
© Barbara Haselbach
Nella mia relazione tratterò due temi principali:
1. il fenomeno dello stretto legame fra movimento/danza e musica
2. il ruolo del movimento e della danza nell’Orff-Schulwerk nel loro
- sviluppo storico e
- sviluppo semantico.
Introduzione
La “conditio sine qua non” della nostra vita è prima di tutto il nostro corpo, la nostra esistenza fisica (in
tedesco ci sono due parole per questa forma della nostra esistenza: “Körper” per indicare l’organismo umano
in quanto materia e “Leib” per indicare il corpo in quanto dotato di anima).
Attraverso il corpo, o meglio, attraverso i suoi canali sensoriali, noi percepiamo il mondo. Sulla base di
queste percezioni si sviluppano i processi emotivi e cognitivi che ci insegnano a comprendere, connettere e
ricordare ciò che abbiamo percepito. Sempre attraverso il corpo noi reagiamo in modo spontaneo o
programmato agli stimoli, diamo forma alle nostre impressioni ed intuizioni e le comunichiamo agli altri.
Con il nostro corpo noi possiamo ascoltare e creare musica ed attraverso il movimento e la danza le nostre
reazioni alla musica possono prendere forma e venire comunicate. C’è davvero ancora bisogno di chiedersi
se il movimento e la musica non siano in stretto rapporto l’uno con l’altra e se il movimento non sia
importante per l’educazione musicale?
Certamente questa domanda sarebbe superflua per quanti operano nel settore dell’educazione estetica e per
gli psicologi, ma è indubbio che i “manager dei Curricula” non siano spesso del nostro parere.
E’ necessario quindi perseverare in questa opera di convincimento adducendo argomenti e fatti concreti per
provare la necessità di uno stretto collegamento fra movimento/danza e musica nell’educazione. Se in questa
relazione si parla di movimento e di danza, è per indicare che la danza qui non viene intesa quale forma
artistica teatrale in cui si pretenda un alto livello tecnico, bensì quale variante coreutica del concetto più
generale di movimento.
Ora, pertanto, prenderemo in esame alcuni esempi che ci mostrano come questo legame fra musica e
movimento compaia sia nello sviluppo del singolo individuo che in quello della storia della civiltà umana.
1
Relazione tenuta in occasione del Convegno "Suono - Corpo - Emozione - Idea" organizzato dall'OSI - OrffSchulwerk Italiano in collaborazione con la Carl Orff - Stiftung e il Conservatorio di Santa Cecilia - Roma 24-26
Ottobre 2003.
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1. Il legame fra movimento/danza e musica
Dallo sviluppo dell’individuo
>> Ninnananne: Le ninnananne di ogni cultura non sono mai state soltanto melodie, ma sono sempre state
accompagnate dal cullamento al ritmo del canto. Era questo che faceva calmare ed addormentare i neonati e
che regalava ai genitori i più intimi momenti di unione con i propri piccoli. Lasciamo come questione aperta
se i giocattoli che attualmente sostituiscono le ninnananne con quei belati e quelle voci elettroniche distorte
possano anch’essi dare un simile senso di protezione ai bambini…
>> Giochi Funzionali: I primi giochi che il neonato fa con i propri arti e attraverso i quali egli sperimenta la
funzione delle proprie articolazioni e impara ad usarle, sono quasi sempre accompagnati da emissioni vocali,
si potrebbe quasi dire dalle sue prime “improvvisazioni vocali”.
>>Improvvisazioni vocali: I bambini piccoli, soprattutto quando sono soli, giocano con la voce ed il
movimento e accompagnano anche altre azioni corporee con canti inventati, parole o gesti ritmici. Ad
esempio, quando fanno ancora fatica a salire le scale, il movimento riceve energia e ritmo, oppure, quando
giocano con la sabbia, il percuotere con la paletta anticipa i primi esercizi di percussione.
>> Musica induce al movimento e vice versa: La musica, specialmente quella dal ritmo marcato, produce il
forte effetto di indurre i bambini (e non solo loro) al movimento. Quando ascoltano una simile musica, i
bambini non possono più rimanere fermi al loro posto e si mettono a ballare come piace a loro. Anche gli
adulti sentono questo bisogno, ma la “buona educazione” ha da tempo insegnato loro a evitare questo tipo di
reazioni spontanee. Spesso si possono cogliere le ultime vestigia di un improvviso risveglio della voglia di
ballare in un timido dondolamento del corpo o in un battito del piede a tempo. Il bisogno di muoversi sulla
musica è ancora presente, ma è qualcosa che non ci concediamo più.
Dalla storia della civiltà umana
>>Manifestazioni di culto: Gli antropologi confermano che nelle cerimonie rituali di quasi tutte le culture
dell’umanità la musica vocale e strumentale, spesso unita a precise sequenze di passi, figure e gesti rituali,
era parte integrante della funzione sacra. Il fatto che la danza nel Cristianesimo sia stata repressa per più di
1500 anni non significa che la danza sacra non sia tuttavia esistita o che oggigiorno non ritrovi sempre più
accesso nella liturgia!
>> Canti di lavoro: Gli etnomusicologi confermano che in molte culture i canti di lavoro rendono meno
gravoso un lavoro fisico duro e monotono, danno energia e, attraverso la loro struttura ritmica, aiutano il
gruppo a coordinare i movimenti.
>>Il teatro come integrazione delle arti: Gli autori teatrali sanno da più di duemila anni come un effetto
scenico possa essere rafforzato e raffinato attraverso l’unione delle arti ed in particolare della scena danzata o
parlata e della musica. Ciò è testimoniato, ad esempio, dalle leggende danzate dell’Asia sudorientale, dalle
antiche tragedie, dai Misteri medievali, dalle danze africane, dal teatro No giapponese o dall’opera. Possiamo
osservare questo fenomeno anche nelle produzioni contemporanee di musicals, di teatro-danza, negli
spettacoli multimediali e nei videoclips.
Questa scelta di esempi ci ha indicato che l’integrazione fra musica e movimento/danza si presenta da
migliaia di anni e che – ad eccezione dei bambini - è spesso usata intenzionalmente, nel passato come nel
presente. D’altra parte, però, ciò non spiega ancora perché questo legame sia così stretto, ancora di più di
quello fra altre forme d’arte.
A questo proposito io posso azzardare solo alcune ipotesi:
>> In realtà sia per far musica che per danzare l’uomo non ha bisogno di nulla all’infuori di se stesso; il suo
corpo è il suo strumento. La musica e la danza, secondo me, hanno origine dalla pulsazione e dalla
respirazione. Il battito cardiaco e la pulsazione conducono al ritmo, ai passi di danza e alle percussioni
corporee; la respirazione diventa melodia, linea disegnata con la danza ed effettuata con il corpo. Si tratta
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sempre della stessa esigenza espressiva e comunicativa, dello stesso strumento che prende a volte una forma
più uditiva, altre volte una più cinetico-visiva.
>> L’esecuzione o la creazione musicale può anche essere del tutto fusa con quella coreutica, cosicché
l’interprete diventa un’unica unione di danzatore e musicista. Un pezzo per percussioni corporee, ad
esempio, può diventare una danza virtuosistica, così come alcune danze vengono a volte accompagnate dagli
esecutori stessi con percussioni corporee e voce (come nel caso del flamenco) o con canti affascinanti (come
nelle danze femminili bulgare).
>> I gesti e i passi destano la musica, i ritmi musicali provocano il movimento, la musica è suono in
movimento, la danza è musica a volte udibile, altre volte interiorizzata silenziosamente, resa visibile
attraverso il corpo.
>> Forse il segreto sta nel fatto che entrambe queste forme espressive hanno in comune il parametro del
tempo (durata, velocità, ecc.) e della dinamica, esse sono cioè arti temporali; sia per la danza che per la
musica però hanno una rilevanza notevole, anche se non identica, anche lo spazio e la forma. Forse sono
motivazioni simili, spesso di natura emotiva, quelle che spingono alla creazione tramite questi media artistici
(e che non portano invece alla creazione di un’opera letteraria o di un quadro).
>> Forse gioca un ruolo rilevante la stretta vicinanza nell’orecchio degli organi deputati alla percezione del
movimento e della musica (ossia dell’organo dell’equilibrio e dell’udito).
>> Forse…???
Alla fine, però, queste spiegazioni sono solo delle ipotesi che non tolgono né aggiungono nulla all’esistenza
di questo fenomeno…
Tuttavia va assolutamente sottolineata una cosa: si può parlare per ore di questa fusione delle due arti,
dell’originarsi dell’una dall’altra, della reciproca ispirazione e così via, ma soltanto colui che ne farà
esperienza di persona, suonando e danzando con il proprio corpo, potrà veramente capire e vivere appieno
ciò di cui si parla!
2. Movimento e danza nell’Orff-Schulwerk
Cenni sullo sviluppo storico
Il luogo in cui sorse l’Orff-Schulwerk fu la Güntherschule di Monaco. Negli anni venti del secolo scorso
Dorothee Günther fondò una scuola di ginnastica e danza ed il giovane compositore Carl Orff ne divenne il
direttore musicale.
Dal 1924 al 1944, anno in cui la scuola venne chiusa dai Nazionalsocialisti, venne svolto un vero e proprio
lavoro pionieristico, i cui riflessi si fanno sentire ancora oggi. In un’epoca aperta ad ogni nuova idea il team
formato dalla Günther, da Orff, Maja Lex e Gunild Keetman creò con la sua disponibilità alla
sperimentazione e con una ricchezza di progetti artistici e pedagogici senza pari un’opera che per noi è
diventata una ricca eredità.
Proprio nella danza gli influssi più forti provengono da quel periodo:
- l’idea dell’unione personale di danzatore e musicista,
- il peso dato all’improvvisazione ed alla creatività,
- l’integrazione di musica e danza nei programmi artistici della compagnia di danza che negli anni trenta
vinse numerosi premi in concorsi internazionali,
- l’accento posto sulla cooperazione.
Tutto ciò non è un’invenzione del nostro tempo multimediale, bensì un aspetto che, sorto in quel periodo, è
rimasto il nucleo caratteristico dello Schulwerk ancora ai nostri giorni, sia pure attraverso tutte le
trasformazioni subite nel tempo.
Quando lo Schulwerk iniziò nuovamente nel 1948, ebbe dapprima un altro fulcro. Ad Orff venne richiesto di
progettare alcune trasmissioni dal titolo “Musica per bambini” per il settore scuola della radio bavarese.
Siccome però in quel periodo egli era occupato con la composizione dell’Antigone, se ne assunse il compito
Gunild Keetman, la sua collaboratrice dei tempi della Güntherschule.
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A partire dalle poche trasmissioni progettate in origine si sviluppò un programma che venne trasmesso
settimanalmente per cinque anni e che divenne il materiale di base per l’edizione “Musica per bambini, OrffSchulwerk” pubblicata a Magonza fra gli anni 1950–54 dalla casa editrice Schott. Trattandosi di una
trasmissione per la radio (nel 1948 non c’era ancora la televisione!) l’elemento in primo piano era quello
acustico.
Così pure l’edizione “Musica per bambini” poteva soltanto sottolineare la necessità di un’unione della
musica al movimento ed alla danza, senza però riuscire a darne una rappresentazione scritta.
E’ a causa di ciò che per molti anni si pensò che nella concezione originaria dello Schulwerk la danza ed il
movimento avessero un rilievo limitato alle note al fondo dei volumi.
Fu soltanto negli anni Settanta che comparvero nell’ambito dell’Orff-Schulwerk libri dedicati in modo
specifico al collegamento fra musica e movimento (ad esempio “Elementaria” di G.Keetman; “Educazione
alla danza” e “Improvvisazione – danza - movimento” di B.Haselbach). L’edizione americana dell’OrffSchulwerk, pubblicata fra il 1974 e il 1980, fu la prima versione internazionale a contenere modelli ed
indicazioni didattiche per un’inclusione del movimento. Verso la fine degli anni Ottanta venne finalmente
pubblicata l’edizione “Musica e danza per bambini” a cura di un team di insegnanti dell’Istituto Orff.
Quest’opera dedicata all’educazione della prima infanzia e della fascia elementare, non solo offre numerosi
modelli per il collegamento di movimento e danza, ma parte essenzialmente dal presupposto che il
movimento sia la base di ogni processo di gioco e di apprendimento nelle lezioni con bambini di questa età.
Nonostante queste pubblicazioni, a causa dei fraintendimenti creatisi per le sfavorevoli condizioni iniziali, in
molti luoghi lo Schulwerk viene purtroppo ancora oggi praticato senza movimento e quindi in modo
unilaterale e opposto alla concezione del suo creatore.
Soltanto quando nel 1949, attraverso i corsi di Gunild Keetman al Mozarteum di Salisburgo, lo Schulwerk
trovò una sua sede e soprattutto dopo che nel 1961 venne fondato l’Istituto Orff, fu possibile, riallacciandosi
alla tradizione della Güntherschule e costruendo su di essa, portare a compimento nuovi sviluppi nell’ambito
della danza e del movimento. Oltre ai gruppi di bambini, l’Istituto si dedicò soprattutto alla formazione ed
all’aggiornamento degli insegnanti e nel corso degli anni fu necessario elaborare un progetto che mettesse in
relazione questi due gruppi.
A quei tempi gli studenti venivano ancora formati prevalentemente in vista di un lavoro di educazione alla
musica ed alla danza rivolto ai bambini più piccoli. Fu soltanto negli anni successivi che il lavoro con lo
Schulwerk si estese a nuovi, imprevedibili ambiti, come ad esempio i gruppi di bambini 0-3 anni con le
madri ed i padri, quelli degli adolescenti, degli adulti, degli anziani, delle persone portatrici di handicap fisici
o psichici, i gruppi che operano nei musei o nell’ambito della Chiesa, i gruppi di genitori o quelli del tempo
libero.
Oggi, per lo meno all’Istituto e nel lavoro dei suoi diplomati, il movimento e la danza sono parte integrante
ed irrinunciabile dell’Orff-Schulwerk. Ci auguriamo vivamente che ciò avvenga anche in altre Nazioni.
Cenni sullo sviluppo semantico
Ora vorrei scegliere fra i concetti fondamentali dell’Orff-Schulwerk, quelli che più sono significativi per una
comprensione del ruolo del movimento e della danza, che è appunto il tema di questa relazione.
L’Orff-Schulwerk è definibile come un’educazione elementare estetica, ove il termine “elementare” si
riferisce all’elemento originario, primordiale ed essenziale della percezione e dell’azione estetiche.
Orff iniziò col riconoscere che la musica, la danza ed il linguaggio sono forme di espressione e
comunicazione umana affini e tuttavia autonome, come veniva già espresso in greco antico con il termine
musiké. L’elemento di collegamento è costituito principalmente dal fenomeno del ritmo, che può
manifestarsi in modi diversi, ossia in forma sonora (come nella musica), fonetica (nel linguaggio), cinetica
(nel movimento e nella danza), ma anche visiva (nella grafica, nei quadri, nelle foto) o plastica
(nell’architettura e nella scultura).
Il principio della ritmicità, immanente, nelle sue diverse manifestazioni, in tutti gli esseri viventi ed il
confronto complessivo con la propria creatività che stimola l’uomo nelle sue inclinazioni spirituali,
intellettuali, fisiche e sociali fanno parte delle caratteristiche più importanti dell’Orff-Schulwerk e sono
entrambi connessi in modo inscindibile con il movimento.
Il patrimonio artistico collettivo, in parte anonimo, di un popolo divenne in forma esemplare il materiale
iniziale dell’educazione elementare alla musica ed alla danza. Sotto questo aspetto è da intendersi la
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tradizione poetica, coreutica e musicale del proprio ambiente culturale, quale ci è stata trasmessa nei giochi
infantili, nei canti, nelle danze, nelle melodie, nei proverbi, negli indovinelli e nelle fiabe che si sono
tramandati da molte generazioni e che sono stati modificati ed ingentiliti nel tempo. Per i bambini più grandi
il materiale venne ampliato con testi e canti di altre culture, allora ancora prevalentemente europee. Questo
legame con la tradizione, con la propria impronta culturale rappresenta una delle radici dello Schulwerk;
l’altra si basa sulla conoscenza della creatività individuale potenziale o già evidente di ogni essere umano.
Quest’ultima si manifesta innanzitutto nell’improvvisazione che non si esprime più in una forma così
tradizionale, quanto piuttosto nello stile tipico del nostro tempo.
Oggi la crescente globalizzazione influenza in parte questa concezione.
L’apertura verso altre lingue e verso altri esempi di culture musicali che nello Schulwerk si compie
lentamente e conformemente all’ampliamento della sfera vitale del bambino, al giorno d’oggi viene vissuta
dalla maggior parte dei bambini nel loro ambiente sociale come una mescolanza per loro naturale di molte
culture, della loro musica, delle loro danze. L’aspetto positivo di ciò è che ne può derivare una più profonda
comprensione degli stili e delle tradizioni degli altri popoli. Allo stesso tempo, però, il pericolo di un
livellamento delle proprie culture musicali e coreutiche è di scottante attualità. E’ compito e responsabilità
degli artisti e dei pedagoghi e quindi anche degli insegnanti Orff-Schulwerk far sì che le musiche e le danze
del mondo non si trasformino in una pappa mondiale unificata, ma che conservino la specificità nella
molteplicità e diano origine attraverso il “crossover” a qualcosa di nuovo.
Dal momento che l’Orff-Schulwerk fu ideato da un artista e da un pedagogo geniale nella sua intuizione e
non da un ricercatore o da un didatta e visto che non venne fissato in un piano di studi definito per una età
specifica, esso è rimasto fino ai nostri giorni un modello collaudato e tuttavia sempre aperto. E’ insito nelle
idee pedagogiche ed umanistiche di Orff e della Keetman che “il materiale a disposizione possa venire
ancora trasformato e sviluppato nei modi più vari possibili”, poiché, come dice Orff, “se l’idea rimane viva,
essa non finirà nemmeno con la vita dei miei successori. Rimanere viva però significa trasformarsi,
trasformarsi con il tempo ed attraverso i tempi”.2
Ciò vale anche per le forme del movimento e della danza nello Schulwerk.
Movimento e danza vengono concepiti nell’Orff-Schulwerk come espressione della musica e della parola
resa attraverso il corpo (per quanto al giorno d’oggi con l’influenza dell’educazione estetica vengano
integrate sempre di più anche le arti figurative). Il termine “danza” viene inteso nel suo significato originario
come movimento organizzato in modo spontaneo o definito, che va oltre la sua funzione quotidiana e
comprende
o un’espressione coreutica spontanea del singolo individuo,
o forme di movimento e di danza collettive insite nella tradizione popolare delle rispettive culture e
o una forma creativa in rapporto allo sviluppo artistico e tecnico.
Il materiale elementare della danza, che non ha confini di tempo e di spazio, è ed era costituito in tutto il
mondo da diversi tipi di passi e di andature, da movimenti del tronco e delle braccia, da gesti-suono e
movimenti della testa, da giri e salti. Questo materiale di base, sia pure con un’impronta diversa a seconda
della cultura, è proprio di ogni persona capace di muoversi e viene e venne utilizzato nel danzare per lo più
su di una musica – ma non sempre – da soli, a coppie o in gruppo, in svariate evoluzioni e figurazioni, molto
prima che da qualche parte sorgesse una scuola di danza con una formazione specifica.
Questo repertorio di movimenti di base è anche il materiale da cui inizia l’educazione alla danza nell’OrffSchulwerk.
Ad esso si aggiungono poi, quale approfondimento ed ampliamento, le molteplici esperienze corporee con i
parametri di tempo e spazio e la consapevolezza di poter controllare l’energia del proprio movimento. In
questo modo si sviluppa un certo grado di tecnica elementare di danza.
I modelli già pronti - quali i giochi di movimento musicali e danzati, le danze per bambini, quelle
folcloristiche, i balli di epoche diverse, i canti danzati e le rappresentazioni sceniche - formano la parte legata
alla tradizione dell’educazione alla danza nello Schulwerk.
2
Orff, Carl: Dokumentation, volume III Schulwerk, pag. 249
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Allo stesso tempo questa parte viene completata ed ampliata con un altro aspetto importante che colloca in
primo piano la produzione creativa individuale nell’ambito della danza e del teatro.
Spunto e tema per un’improvvisazione e una coreografia elementare possono venire offerti da testi e poesie,
musica composta da sé o musica di diverso carattere proveniente da vari ambiti stilistici, opere di arte
figurativa, l’utilizzo di oggetti, ma anche temi ed idee tratti dalla natura, dalla tecnologia e dall’ambiente
sociale. I contenuti ed i mezzi espressivi possono all’inizio basarsi ancora sui modelli di una volta, ma
cercano anche necessariamente di aprirsi alle forme e ai mezzi di espressione e rappresentazione attuali. Non
vengono poste in discussione né la tradizione, né la sperimentazione; entrambe hanno il loro posto ed il loro
compito nel lavoro con l’Orff-Schulwerk.
Bisogna però ancora sottolineare una cosa essenziale:
con questo tentativo di integrazione di musica e movimento, o di musica, danza ed altre arti non si vuole
procedere in modo additivo, non si tratta cioè di usare l’integrazione come un alibi per aggiungere ad una
musica già pronta lo zuccherino di un po’ di movimento, per far sì che diventi musica e movimento. Si tratta
invece di sviluppare la musica dal movimento o viceversa di far sì che la danza o le improvvisazioni
scaturiscano dall’essenza stessa della musica. A questo livello non c’è bisogno di distinguere la musica dalla
danza.
Tuttavia, per avere uno sguardo generale, è necessario elencare ancora una volta gli ambiti più essenziali del
movimento e della danza non solo nello Schulwerk, ma più in generale nell’educazione musicale ed estetica:
¾ sensibilizzazione dei sistemi percettivi (in particolare di quelli uditivi, visivi e tattili) in preparazione
alla ricezione ed alla produzione artistica
¾ esperienze corporee fondamentali dei parametri tempo, spazio, energia e loro utilizzo per la tecnica e
creazione espressiva musicale e coreutica
¾ esperienza, comprensione e rappresentazione di contenuti e strutture formali nei mezzi artistici
musica, danza e linguaggio e della loro reciproca influenza nelle diverse epoche e nei diversi stili e
soprattutto nell’arte contemporanea
¾ sviluppo dell’espressione individuale e conoscenza, attraverso l’esperienza corporea, delle arti come
parte integrante e arricchimento della vita personale e sociale.
Riepilogo
Nella sua unione di musica e movimento/danza l’Orff-Schulwerk rappresenta una concezione di educazione
estetica globale, attiva, personalizzata, sociale ed aperta.
Globale: in quanto è rivolta alle abilità motorie, emotive, intellettuali e sociali della persona.
Attiva: in quanto stimola l’iniziativa individuale attraverso la percezione, la creazione, la ricezione, la
riproduzione e la produzione creativa, fino alla riflessione.
Personalizzata: in quanto parte dalle diverse inclinazioni e predisposizioni di ogni singolo individuo ed aiuta
a svilupparle.
Sociale: in quanto le attività sono praticate prevalentemente in un contesto di gruppo, ove l’apprendimento
l’uno con l’altro e l’uno dall’altro è in primo piano.
Aperto: in quanto, come modello, da una parte stimola a prenderne esempio, ma dall’altra invita a
svilupparlo in modo personale.
Tutto ciò è auspicabile per qualsiasi tipo di educazione musicale, qui e altrove!
(Traduzione: Dr. Orietta Mattio)
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